RAPPRESENTAZIONI DELLA GRANDE GUERRA

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BENEDETTO CROCE E LA LETTERATURA DI GUERRA di Francesca Bottero

L’età di cui il Croce, grande epigono, esprime l’uomo medio con la lucidità, la coerenza, il fascino del genio, fu un’età sostanzialmente non tragica. I chierici, i legislatori e le altre guide potevano credere in buonafede che gli eroi del secolo avessero trafitto con la spada i pescecani o i draghi della terra e del mare, e che, perfusi di quel sangue, avessero appreso il linguaggio degli alati sugli alti rami; cioè più o meno la risoluzione della Storia nell’Idea.236

I confini entro i quali Benedetto Croce si muove all’altezza dello scoppio della Grande Guerra sono quelli di un’Italia ancora legata all’immagine epica del nostro percorso verso l’unità, che esce dall’età giolittiana con la speranza di aver posto finalmente le basi per un prolungato periodo di pace e per una necessaria ripresa economica. Concretamente questa fase trova Croce ormai avviato alla definizione del suo pensiero filosofico e aggiunge nuovi progetti sul tavolo del lavoro eruditostoriografico: il filosofo, coinvolto attivamente all’interno del dibattito culturale del Paese, deve fare i conti con il fenomeno della guerra, giunta a bussare alle porte dell’Italia neutrale, cercando di adattarlo al progetto di ricognizione del recente passato, ideato proprio in questo periodo e venuto alla luce diversi anni più tardi, che ha per oggetto la storia del regno di Napoli, d’Italia e d’Europa.237 È cosa nota come Croce, tacciato dall’ambiente interventista di germanofilia e neutralista convinto, si ponga, a partire dal 1914, in termini di totale distacco rispetto al conflitto in corso, riservandosi il ruolo di intellettuale super partes che, in tanto marasma di discorsi pro e contro l’evento, non intende inserirsi nella polemica, ma continuare la sua opera proficua di studioso, nonostante le innumerevoli suggestioni che stanno mettendo in discussione gli assetti del panorama culturale italiano. Una buona parte degli articoli di questo periodo, usciti prevalentemente sulla «Critica» e raccolti nel 1919 nella seconda serie delle Pagine sparse con il sottotitolo di Pagine sulla guerra,238 si fanno attenta analisi non soltanto delle vicende politiche e di attualità che accompagnano il Paese nel suo percorso attraverso la guerra, ma anche delle nuove inclinazioni che la letteratura accredita nell’incontro con l’episodio bellico: Nemmeno potremmo adagiarci, come altri di quei divaganti, nell’aspettazione che, dopo la guerra, sarebbe sorta una nuova arte, un nuovo stile, una nuova scienza, una nuova filosofia, una nuova storiografia; non potemmo perché sapevamo che cotesti non sono doni che caschino dal

236

G. DEBENEDETTI, Probabile autobiografia di una generazione (Prefazione 1949), in Saggi critici. Prima serie, Milano, Il Saggiatore, 1969, p. 27, poi in Saggi 1922-1966, a cura di F. CONTORBIA, Milano, Mondadori, 1982, p. 43, poi in Saggi critici. Prima serie, Venezia, Marsilio, 1989, p. 15. 237 «Era qui, importantissimo, il preannuncio non solo di studî metodologici, ma della stessa Storia d’Europa, e perfino della concezione della storia “come azione”, le quali dovevano elaborarsi, e in apparenza strettamente legarsi, a tutt’altro momento storico, quello del Croce oppositore [del fascismo] […]. È vero che il Croce si affrettava a soggiungere l’incertezza indotta nel suo animo dalla guerra già divampata, e incombente anche sull’Italia; e sùbito si pensa al rifiuto (non certo mosso da semplice prudenza) che la Storia d’Italia opporrà alla trattazione della guerra, come di oggetto non ancora razionalizzabile. Costì subisce un arresto la sua andatura generale di teodicea» (G. CONTINI, L’influenza culturale di Benedetto Croce, «L’Approdo Letterario», XII, 36, ottobre-dicembre 1966, p. 24, poi in Altri esercizî 1942-1971, Torino, Einaudi, 1972, p. 59). 238 B. CROCE, Pagine sparse, II, Pagine sulla guerra, Napoli, Ricciardi, 1919, poi ristampato col titolo di Pagine sulla guerra, Bari, Laterza, 1928, L’Italia dal 1914 al 1918. Pagine sulla guerra, Bari, Laterza, 1950, e da ultimo L’Italia dal 1914 al 1918. Pagine sulla guerra, Bari, Laterza, 1965, edizione cui si rimanda per i testi d’ora in poi citati.

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Presentazione dei partecipanti

31min
pages 303-316

di Cinzia Vecco

12min
pages 298-302

di Davide Podavini

12min
pages 287-290

di Francesca Riva

9min
pages 291-293

di Chiara Tavella

10min
pages 294-297

di Elena Munafò

13min
pages 283-286

di Marijana Milkovic

3min
page 282

di Luca Meloni

3min
pages 280-281

di Luca Meloni

3min
pages 278-279

di Fabio Libasci

11min
pages 274-277

di Gert Brojka

11min
pages 266-269

di Roberto De Simone

11min
pages 270-273

di Carlo Sacconaghi

23min
pages 257-265

di Velania La Mendola

28min
pages 234-242

di Elena Quaglia

22min
pages 250-256

di Enrico Riccardo Orlando

24min
pages 243-249

di Federico Iocca

23min
pages 224-233

di Arianna Giardini

24min
pages 216-223

di Samuele Fioravanti

15min
pages 211-215

di Anna Ferrando

21min
pages 204-210

di Fabio Ecca

22min
pages 197-203

di Sara Di Alessandro

28min
pages 188-196

di Roberto De Simone

27min
pages 179-187

di Damiano De Pieri

23min
pages 172-178

di Ida De Michelis

28min
pages 161-171

di Francesca Bottero

22min
pages 155-160

di Marguerite Bordry

23min
pages 147-154

di Mireille Brangé

50min
pages 131-146

di Alberto Rizzuti

23min
pages 120-130

di Pier Giorgio Zunino Il Giornale di guerra e di prigionia di Carlo Emilio Gadda

1hr
pages 9-29

di Anna Chiarloni

43min
pages 107-119

di Franco Marenco

49min
pages 92-106

di Riccardo Benedettini

31min
pages 83-91

di Rita Giuliani

28min
pages 73-82

di Giulia Radin

50min
pages 55-72

di Mario Pozzi

1hr
pages 30-54
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