SOVRAPPROFITTI DI GUERRA: ASSENZE E PRESENZE NELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO406 di Fabio Ecca
La Grande Guerra è stata, oltre che uno scontro militare, anche un conflitto industriale in cui la qualità e la quantità della produzione a uso bellico hanno contribuito a sancire la vittoria finale. È da questa constatazione che si deve partire per offrire una rappresentazione completa della Prima guerra mondiale. Nonostante la quasi totale assenza di questo tema dalla principale letteratura, memorialistica o meno, e dalle produzioni cinematografiche, musicali e più in generale artistiche,407 si tratta di una materia estremamente interessante: basti pensare che alcuni studi hanno stimato nell’impressionante cifra di 148 miliardi di lire il costo complessivo della guerra.408 Questa immensa quantità di denaro non è stata però sempre spesa correttamente. Tra il 1915 e il 1918, ma anche nel precedente anno di preparazione alla guerra e nei successivi anni di pace, sono infatti compiute da una parte dell’imprenditoria italiana e straniera numerose truffe e speculazioni illecite ai danni dello Stato.409 Sono quelli che comunemente vengono definiti “sovrapprofitti di guerra”, sui quali esiste un’assenza quasi totale di ricerche, e di rappresentazioni, nonostante siano ormai trascorsi cento anni dalla Grande Guerra.410 La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle spese di guerra Le prime elezioni politiche del dopoguerra, quelle del 1919 che sanciscono la nascita del quinto e ultimo governo Giolitti, sono caratterizzate anche dal dibattito sui lucri di guerra, al quale l’opinione pubblica partecipa attraverso i numerosi quotidiani che vi si dedicano.411 La presenza di 406
Questo saggio è il frutto di alcune riflessioni nate durante le mie ricerche, condotte nell’ambito del corso di dottorato, per il progetto intitolato «Indagine sul sovrapprofitto. Politica, amministrazione e impresa 1914-1922». Con l’obiettivo di studiare i rapporti tra mondo politico, amministrazione e imprese tra il 1914 e il 1922, ossia nel periodo compreso tra la Prima guerra mondiale e l’inizio del ventennio fascista, la ricerca è incentrata sui “sovrapprofitti di guerra” (cfr. F. ECCA, Denaro illecito: due casi di sovrapprofitto nella Grande guerra, Krypton, 4, 2014, consultato il 10 gennaio 2015; F. ECCA, Politica, imprenditoria e malaffare nell’Italia della Grande guerra, Percorsi storici, 2, 2014, http://www.percorsistorici.it/component/content/article.html?layout=edit&id=110, consultato l’8 gennaio 2015). 407 Interessante notare che negli anni della guerra viene prodotto dal Ministero per le Armi e Munizioni, guidato dal generale Dallolio, nei giorni successivo a Caporetto un prezioso strumento di propaganda come L’Altro Esercito (1917), interamente incentrato sulla mobilitazione e produzione industriale a uso bellico. 408 La stima è riportata da Umberto Massimo Miozzi che cita una studio del 1930 della Tesoreria dello Stato secondo la quale la spesa complessiva per la Grande Guerra è stata il doppio di quanto speso tra il 1862 e il 1913 (cfr. U.M. MIOZZI, La mobilitazione industriale italiana. 1915-1918, Roma, La Goliardica editrice, 1980, p. 27). 409 L’opinione pubblica nutre sospetti sull’operato di alcune industrie private fornitrici dell’Esercito della Marina già dopo pochi mesi dall’entrata in guerra dell’Italia. È però nel 1916 che inizia quella che si potrebbe definire “campagna stampa” di denuncia di singoli episodi di malaffare, come ad esempio quella inerente al panno grigio-verde di cui si dirà in seguito. Tra i principali artefici di queste denunce vi è Luigi Einaudi, che proprio in quell’anno sostiene che «risolvere in modo soddisfacente il problema dei lucri cagionati dalla guerra è certamente grandemente difficile» («Corriere della Sera», 6 ottobre 1916). 410 Il tema è invero presente in numerosi film, come ad esempio La Grande Guerra (Monicelli, 1959), ma non è mai centrale nella loro narrazione e quindi nella rappresentazione che viene fatta della Grande guerra. 411 Tra le numerose ricerche su questo tema piace citare: A. BARAVELLI, La vittoria smarrita: legittimità e rappresentazioni della Grande Guerra nella crisi del sistema liberale (1919-1924), Roma, Carocci, 2006 e ID., La legittimità della Grande Guerra quale vettore di innovazione della politica. Il collegio di Chieti nelle campagne elettorali del primo dopoguerra, «Abruzzo contemporaneo. Rivista dell’Istituto abruzzese per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza», 15, 2002, pp. 11-51. Più in generale sulle elezioni del 1919: S. NOIRET, La nascita del sistema dei partiti nell’Italia contemporanea: la proporzionale del 1919, Manduria, P. Lacaita, 1994.
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