RAPPRESENTAZIONI DELLA GRANDE GUERRA

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AVERE E NON AVERE HEMINGWAY: LE ORIGINI DELLA SFIDA TRA MONDADORI ED EINAUDI di Velania La Mendola

«Decidere negativamente»: Hemingway e la censura fascista A casa, Krebs [...] non sentì nessun desiderio di parlare di guerra. Più tardi sì, ma nessuno lo voleva star a sentire. La sua città aveva uditi già troppi racconti di atrocità per provare qualche desiderio di rabbrividire ancora. Allora Krebs trovò che se voleva esser ascoltato doveva raccontar delle fandonie, ma anche quando ne ebbe raccontate un paio, si sentì talmente disgustato, sentì un tale disgusto verso la guerra e il discorrer di guerra: proprio un disgusto per ogni cosa che gli era accaduta in guerra, a cagione delle fandonie che aveva raccontate.591

Scritto nella primavera del 1924 e pubblicato l’anno successivo a Parigi, Soldier’s Home592 racconta le vicende di un reduce della Prima guerra mondiale che torna a casa e fatica a riprendere un posto nella società, in famiglia, desiderando soltanto di vivere senza complicazioni, senza sentimenti. Hemingway vi narra in parte la sua storia, quella di un giovane ragazzo dell’Illinois che nel 1918 si arruola volontario e viene inviato al fronte italiano: lì è impiegato come autista della Croce Rossa Americana e l’8 luglio a Fossalta di Piave rimane ferito dallo scoppio di una granata; dopo la convalescenza a Milano, nell’ospedale americano in via Cantù, il 24 ottobre (il giorno in cui comincia la vittoriosa offensiva di Vittorio Veneto) torna al fronte da spettatore nel quartier generale della Croce Rossa, a Bassano del Grappa; nel 1919 viene congedato e, decorato per atti eroici, torna alla sua città natale, Oak Park, dove subisce in un primo tempo il disagio del ritorno alla normalità, che sfogherà nella scrittura.593 Il ritorno del soldato è anche il primo dei racconti di Hemingway pubblicati in Italia.594 Incluso nella raccolta Americana curata da Elio Vittorini, nella traduzione firmata da Carlo Linati, i lettori italiani possono leggerlo solo nel 1941, in una prima edizione che sarà censurata dal regime per riapparire l’anno dopo epurata dai corsivi di Vittorini, che scandivano i vari racconti, e con una prefazione dell’Accademico d’Italia Emilio Cecchi, che riconduce l’opera a ben altri canoni.595 Hemingway in Italia era di fatto proibito. Lo stesso Vittorini racconta che appena qualcuno osava nominarlo Mussolini gridava al malcapitato: «Zitto!».596 L’astio del duce nasceva dal fatto che lo

591

E. HEMINGWAY, Il ritorno del soldato Krebs, trad. di C. LINATI, in Americana, a cura di E. VITTORINI, Milano, Bompiani, 1941, vol. II, p. 793. 592 Pubblicato prima in Contact Collection of Contemporary Writers (Parigi, 1925), viene poi incluso da Hemingway nella raccolta In Our Time (New York, Boni and Liveright, 1925) che sarà a sua volta inserita nel volume The Fifth Column and the First Forty-nine (New York, Scribner’s, 1938). 593 Cfr., tra i contributi italiani sulla biografia dell’autore, Album Hemingway, a cura di E. ROMANO, con un saggio biografico di M. D’AMICO, Milano, Mondadori, 1988. 594 Insieme a questo racconto, la raccolta Americana comprendeva Monaca e Messicani, la radio e Vita felice di Francis Macomber, per poco tradotti da Elio Vittorini. 595 Cfr. L’America dopo Americana. Elio Vittorini consulente Mondadori, a cura di E. ESPOSITO, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2008. Sulla introduzione di Cecchi Giaime Pintor ha scritto: «una prefazione [...] veramente amara per il suo rifiuto di ogni intesa con l’avversario. [...] le pagine che Vittorini ha dedicato ai diversi momenti della cultura americana rappresentano l’antitesi più netta alla formula di Cecchi, ne rovesciano il contenuto ideologico e il metodo critico», in G. PINTOR, La lotta contro gli idoli. Americana, in ID., Il sangue d’Europa, Torino, Einaudi, 1950, pp. 211-212. 596 E. VITTORINI, nota introduttiva a Ernest Hemingway: Per chi suonano le campane, «Politecnico», n. 1, 29 settembre 1945, p. 3.

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Presentazione dei partecipanti

31min
pages 303-316

di Cinzia Vecco

12min
pages 298-302

di Davide Podavini

12min
pages 287-290

di Francesca Riva

9min
pages 291-293

di Chiara Tavella

10min
pages 294-297

di Elena Munafò

13min
pages 283-286

di Marijana Milkovic

3min
page 282

di Luca Meloni

3min
pages 280-281

di Luca Meloni

3min
pages 278-279

di Fabio Libasci

11min
pages 274-277

di Gert Brojka

11min
pages 266-269

di Roberto De Simone

11min
pages 270-273

di Carlo Sacconaghi

23min
pages 257-265

di Velania La Mendola

28min
pages 234-242

di Elena Quaglia

22min
pages 250-256

di Enrico Riccardo Orlando

24min
pages 243-249

di Federico Iocca

23min
pages 224-233

di Arianna Giardini

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di Samuele Fioravanti

15min
pages 211-215

di Anna Ferrando

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pages 204-210

di Fabio Ecca

22min
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di Sara Di Alessandro

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di Roberto De Simone

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di Damiano De Pieri

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pages 172-178

di Ida De Michelis

28min
pages 161-171

di Francesca Bottero

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pages 155-160

di Marguerite Bordry

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di Mireille Brangé

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di Alberto Rizzuti

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pages 120-130

di Pier Giorgio Zunino Il Giornale di guerra e di prigionia di Carlo Emilio Gadda

1hr
pages 9-29

di Anna Chiarloni

43min
pages 107-119

di Franco Marenco

49min
pages 92-106

di Riccardo Benedettini

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28min
pages 73-82

di Giulia Radin

50min
pages 55-72

di Mario Pozzi

1hr
pages 30-54
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