DAL FRAMMENTO ALLA PROSA: IL LIRISMO ESPRESSIONISTA DI REBORA IN TRINCEA. di Carlo Sacconaghi Nel giugno del 1913, un anno prima dello scoppio della guerra, la Libreria della Voce pubblicò i Frammenti lirici di Clemente Rebora, a quel tempo giovane insegnante di lettere in una scuola tecnica vicino a Milano. I 72 frammenti formano un canzoniere asistematico le cui disarmoniche stratificazioni, frutto di un lavorio decennale, documentano il risultato artistico di una aggrovigliata ricerca esistenziale.737 Lo stile è poliedrico, in molti luoghi caratterizzato da una carica espressionistica sconosciuta alla poesia italiana del tempo: violente torsioni linguistiche, forzature sintattiche, aritmie insistite attraversano la raccolta, a cui si aggiunge un lessico intriso di una complessa inquietudine filosofica.738 L’oltranzismo modernista di Rebora non trovò il favore della critica contemporanea, e i Frammenti furono relegati a margine della letteratura italiana per alcuni decenni.739 Il mancato riconoscimento da parte di pubblico e critica non allontanò però il poeta dalla scrittura; l’espressione artistica era infatti per Rebora una «necessità», una compagnia benefica attraverso la quale egli dava voce al proprio intimo tormento.740 Le poesie, le prose e le traduzioni pubblicate nel decennio che separa i Frammenti lirici (1913) dai Canti anonimi (1922)741 furono raccolte per la prima volta da Vanni Scheiwiller nel 1961, e formano oggi la terza sezione dell’opera omnia canonica;742 di questa, il nucleo principale costituisce un vero e proprio «libro fantasma»743 che comprende i 24 componimenti sulla guerra pubblicati di ritorno dal fronte, fra il 1916 e il 1920.744 Come documentano numerosi scambi epistolari,745 Rebora avrebbe infatti voluto pubblicare un «volume di poesie-prosa» sulla guerra746 che testimoniasse le atrocità della trincea, ma tale progetto non fu mai realizzato. Benché la produzione di guerra non abbia uno status editoriale indipendente, considerarla come una raccolta autonoma non solo offre una eccezionale testimonianza poetica della vita al fronte, ma permette anche di comprendere meglio l’iter poetico reboriano.747 737
Cfr. M. MUNARETTO, Il libro dei “Frammenti lirici”: struttura e senso poematico, «Quaderni di critica e filologia italiana», II, 2005, pp. 93-126. 738 Si rimanda qui al primo e ad oggi fondamentale contributo sull’espressionismo linguistico reboriano: F. BANDINI, Elementi di espressionismo linguistico in Rebora, in Ricerche sulla lingua poetica contemporanea, Padova, Liviana, 1966, pp. 3-35. 739 La rivalutazione da parte della critica cominciò solo nel 1937, pochi mesi dopo l’ordinazione sacerdotale di Rebora, con gli articoli di Gianfranco Contini (Clemente Rebora, in ID., Due poeti anteguerra: Dino Campana e Clemente Rebora, «Letteratura», IV, 1937, pp. 111-118) e Carlo Betocchi (Su Clemente Rebora, «Il Frontespizio», IX, 1937, pp. 303-308). 740 Si vedano ad esempio la lettera a De Robertis del 13 marzo 1915, nella quale Rebora esprime il proprio dispiacere per non potersi «concedere alla […] necessità di scrivere e improvvisare musica», e quella a Prezzolini del 31 gennaio 1913: «Quei frammenti li amo, perché mi hanno fatto bene e mi condussero ad esser sincero e a ritrovarmi». 741 Cfr. O. MACRÌ, La poesia di Clemente Rebora nel secondo tempo o intermezzo (1913-1920) tra i “Frammenti lirici” e le “Poesie religiose”, «Paradigma», III, 1980, pp. 279-313. 742 Cfr. C. REBORA, III. Poesie e prose sparse [1913-1927], in Le poesie (1913-1957), a cura di G. MUSSINI e V. SCHEIWILLER, Milano, Scheiwiller-Garzanti, 1999, pp. 163-256. 743 L’espressione è di A. BETTINZOLI, Il libro di poesie-prosa sulla guerra, in La coscienza spietata. Studi sulla cultura e la poesia di Clemente Rebora. 1913-1920, Venezia, Marsilio, 2002, p. 63. 744 Riguardo alla complessa questione filologica e cronologica delle opere in questione cfr. ivi, pp. 65-75. 745 Cfr. ivi, nt. 1 p. 98. 746 Fu Rebora stesso a definire così il suo progetto nella lettera inviata a M. Novaro il 27 ottobre 1916. 747 Due recenti volumi hanno tentato di dare forma al progetto di Rebora: C. REBORA, Tra melma e sangue. Lettere e poesie di guerra, a cura di V. ROSSI, Novara, Interlinea, 2008; C. REBORA, Frammenti di un libro sulla guerra, a cura di M. GIANCOTTI, Genova, Edizioni San Marco dei Giustiniani, 2009.
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