VIVERE Era uno splendido mattino di sole, un mattino della mia iniziale adolescenza. In un incontro casuale con due Suore di passaggio da casa mia per vendere libri, senza che mi accorgessi, una luce, una voce, un grido (forse tutto questo insieme), mi fece vivere un attimo di stupore, mi illuminò il cuore e la mente: «Per me vivere è Cristo!». È il grido di S. Paolo ai Filippesi (Fil 1, 21). Se mi credete, da allora a tutt’oggi (sono ormai oltre la terza età!) è diventato ed è tuttora il motto della mia vita. Anzi, per risentirlo con maggior forza in me, preferisco ripetermelo in latino: «Mihi vivere Christus est». Solo da alcuni anni, consapevole della mia infedeltà, mi vedo… costretto a cambiare il verbo; non oso più affermare: “est” (ossia: è, è proprio vero!); ora lo leggo come un modesto desiderio e niente più, e dico: “sit!” (cioè: sia, spero che sia proprio vero; vorrei che fosse proprio così, ma…!) Alla mia attuale età mi auguro che a un certo punto della mia vita possa in modo autentico e sincero dire: “EST”!): davvero «per me, finalmente, vivere è proprio Cristo!»: adesso per me il vivere è conoscere e testimoniare Lui, il Cristo. Sono stato “costretto” a passare dall’“è” al “sia” il giorno in cui mi sono impegnato a fare un serio esame di coscienza, applicando ogni parola di quel programma alla mia vita vera, quotidiana, quella che io chiamo “feriale”. La vita, la gioia di vivere è nel più profondo della mia coscienza: si sappia che sono figlio postumo di padre di ben otto mesi! Sì, ci sono e sono ancora vivo (con buona pace degli abortisti!) E sono felicissimo di vivere, anche come sacerdote. Vorrei proclamare al mondo intero la bellezza della vita umana, sempre! Ecco qualche briciola di quell’onesto esame di coscienza. VIVERE È una voce verbale generica (è un infinito presente!), ma ha un significato, direi, omnicomprensivo. Che significato do al verbo vivere? Penso ai tanti elementi che entrano in questo verbo? Entrano senz’altro: la mente, il cuore, gli affetti, i sentimenti, ecc. È 65