intermedie che converrà puntare, se si vuole davvero svecchiare un parco mezzi circolante la cui età media, per quanto riguarda il trasporto merci, è di 11 anni. Per questo è importante che il Governo istituisca un fondo pluriennale per il rinnovo del parco veicolare delle imprese, che tenga in debito conto le alternative praticabili offerte dal mercato. La transizione ecologica si realizzerà prima e meglio se sarà perseguita attraverso politiche di incentivo e non di penalizzazione. È quindi fondamentale che si attuino misure capaci di premiare le scelte ambientalmente virtuose, dalla riduzione dei pedaggi autostradali al riconoscimento degli sgravi sulle accise sui carburanti per i veicoli meno inquinanti. Ricordo che gli standard di emissione di un veicolo Euro 6 rispetto a un Euro 1 hanno registrato, nel corso del tempo, miglioramenti incredibili: da circa -70% per gli ossidi di carbonio, fino a -97% per il particolato. D’altra parte, sul fronte delle emissioni climalteranti, come evidenziammo nel nostro Forum di Cernobbio del 2019, i veicoli pesanti in Italia sono responsabili soltanto di meno del 5% del totale delle emissioni, e nel passaggio dal 1991 al 2017 le loro emissioni si sono ridotte del 30%, con risultati migliori di quanto complessivamente conseguito nell’eurozona, nonché delle performance registrate nello stesso periodo dall’intera economia nazionale. E ancora, nelle more che la disponibilità delle alimentazioni a impatto zero diventi un’affidabile realtà per l’autotrasporto, si può agire, oltre che con le leve del rinnovo del parco circolante, con la promozione della comodalità laddove opportuno. Sul fronte della comodalità è necessario attivare politiche di incentivo che la promuovano in modo selettivo, laddove è tecnicamente funzionale, valorizzando le vie del mare, eccellenza nazionale, e la rete ferroviaria anche per il trasporto merci. È bene, infatti, ricordarsi che nelle distanze medio-brevi, che rappresentano una quota significativa del mercato dell’autotrasporto, questa soluzione integrata di trasporto non è ne tecnicamente, ne economicamente sostenibile. Esemplare, da questo punto di vista, il caso della distribuzione urbana delle merci, in cui è opportuno valorizzare, con un approccio tecnologicamente neutrale, le alimentazioni più sostenibili, in linea con quanto previsto dalle linee guida nazionali per i PUMS, favorendo, inoltre, l’ottimizzazione dei carichi e dei percorsi distributivi.
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