Curiosi di mondi diversi Testo Adriana Mavellia
Di relazioni ne esistono tante Qualche decennio fa ero in visita a una amatissima professoressa di lettere delle superiori con cui avevo mantenuto un rapporto di grande fiducia e affetto. Le confidai che avevo scelto di lavorare nelle relazioni pubbliche e lei, convinta da quel “pubbliche” che fosse un lavoro di grande visibilità, mi manifestò il piacere che le sarebbe derivato dal vedermi piú spesso, almeno in televisione! Le confessai che non sarebbe stato proprio cosí. Cercando di attenuare la sua delusione e di spiegare il senso del mestiere che stavo intraprendendo, ancora poco diffuso in Italia, le dissi di non considerare tanto l’aggettivo “pubbliche”, quanto invece il sostantivo “relazioni”. Non del tutto convinta ribatté prontamente, con consueta vivacità intellettuale, che di relazioni ne esistono tante, il mondo ne è intriso, e pertanto mi predisse un futuro lavorativo assai faticoso e complesso. Nel corso della mia lunga vita professionale nelle relazioni pubbliche ho pensato molte volte alla profezia della professoressa Vera Aspesi, rivelatasi Vera Visionaria. In effetti il termine “relazioni” dal punto di vista professionale è un contenitore di iniziative e tecniche comunicative da utilizzare in modo sapiente e molto spesso simultaneo: in qualche modo, come aveva detto la professoressa, “di relazioni ne esistono tante”, e sono soggette alle interferenze esterne, al tempo che le rafforza o le attutisce, ai comportamenti degli uomini e delle donne che possono migliorarle o metterle in crisi. Le connessioni, i rapporti, i le-
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gami che contribuiamo a stabilire nel nostro lavoro necessitano dell’apporto di numerose figure professionali, che intervengono sulle sfaccettature di questo meraviglioso lavoro. La mia convinzione ormai consolidata è che le relazioni pubbliche sono da sempre la tecnica multidisciplinare per eccellenza, necessaria alle imprese private o pubbliche, o a qualsiasi altro soggetto economico o istituzionale che abbia a cuore la sua reputazione. La quale, come già diceva negli anni trenta Henry Ford, non compare nel bilancio nonostante sia il bene aziendale piú prezioso, assieme alle risorse umane. Individuare e contribuire a governare tutti i fattori che concorrono alla formazione e al mantenimento di questa risorsa vitale è il compito che ci assumiamo, molto complesso ma per me tuttora entusiasmante. Scegliamo i linguaggi adatti a coltivare i rapporti con i molteplici “diretti interessati”, ossia gli stakeholder: dipendenti, fornitori, azionisti, investitori, istituzioni; e con l’immensa platea dell’opinione pubblica, dai consumatori ai giornalisti, dalle associazioni del settore alla concorrenza. A seconda delle esigenze e delle dimensioni dell’impresa committente, le relazioni possono espandersi in ampiezza di pubblici e territori, fino a coinvolgere legislatori e istituzioni nazionali ed europee. È un mestiere che, oltre alle competenze specifiche, richiede curiosità, visione, tenacia e ironia. Curiosità, per guardare il mondo, osservare l’attualità, studiare il passato, leggere di tutto e comprendere i fenomeni; visione, per valutare gli effetti delle decisioni e delle azioni, immagi-