Relazioni: #1

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ROGER

Roger sarà uno spazio dedicato all’analisi critica – recensione, discussione e valutazione – dei testi, manuali, studi sulla comunicazione che ci verranno segnalati, che avremo ricevuto o intercettato (Roger!). Con tanto di “pappi”, il simbolo di Relazioni:, assegnati come un punteggio, da uno a cinque. Perché il messaggio arrivi forte e chiaro!

di Elisabetta Gola e Mario Pireddu robert, roger, romeo. Chi sono queste persone? Il lettore che ha familiarità con l’immaginario legato alle missioni spaziali, al mondo militare o alle radiocomunicazioni riconoscerà probabilmente gli ultimi due nomi. Roger, per esempio, è diventato noto al grande pubblico grazie alle missioni Apollo della Nasa e ai film di guerra, come espressione utilizzata per comunicare la ricezione di un messaggio. Roger that è infatti l’equivalente di copy that, e la R iniziale sta per “received”, ricevuto. L’uso della R risale alle prime risposte via telegrafo in codice morse, come conferma della ricezione di una trasmissione, e si estese quasi naturalmente alle comunicazioni via radio. Le forze armate britanniche e americane iniziarono a utilizzare “Roger” tra la fine degli anni trenta e i primi anni quaranta del secolo scorso, insieme al restodelle espressioni che formavano l’alfabeto fonetico creato per evitare fraintendimenti – potenzialmente fatali – durante le comunicazioni bidirezionali. L’espressione Roger Wilco comunica, in modo ridondante, sia la ricezione che l’imminente esecuzione di un ordine (“will comply”). Durante la seconda guerra mondiale l’alfabeto fonetico utilizzato da inglesi e statunitensi comprendeva questi termini: Able, Baker, Charlie, Dog, Easy, Fox, George, How, Item, Jig, King, Love, Mike, Nan, Oboe, Peter, Queen, Roger, Sugar, Tare, Uncle, Victor, William, X-ray, Yoke, Zebra. Prima di allora è attestato l’uso di “Robert”, e dalla seconda metà degli anni cinquanta l’espressione utilizzata dai

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membri della Nato per comunicare la ricezione di un messaggio è diventata “Romeo”. Roger è però rimasto nell’immaginario condiviso e nello slang dei radioamatori, e continua a vivere anche nel nome della rubrica che state leggendo. Un nome dal sapore rétro, dunque, per uno spazio dedicato all’analisi critica – recensione e valutazione, per utilizzare termini altrettanto “fuori corso” – di testi, manuali, studi sulla comunicazione che ci verranno segnalati o che avremo intercettato (Roger!). Negli ultimi decenni l’attenzione dedicata alla comunicazione è cresciuta in modo esponenziale, grazie anche alla nascita di corsi di studio dedicati e al ruolo via via sempre piú centrale delle reti digitali e di internet. La pubblicistica sul tema vede sempre nuovi testi riempire gli scaffali delle librerie, analogiche e digitali, oltre che naturalmente canali dedicati sui social e offerte di vario tipo. Roger sarà una guida all’esistente, con uno sguardo alle ultime novità e approfondimenti su quel che di utile è disponibile da tempo. La storia della comunicazione è la storia degli esseri umani, dei nostri successi e delle nostre sconfitte, dei nostri piú grandi traguardi e delle nostre miserie inconfessabili: gli studi sui media e ora quelli sulle reti sono utili per capire chi siamo e come funzioniamo; qui le nostre preferenze andranno soprattutto alle analisi laiche e prive di nebbia morale. Nel proporvele e commentarle, ci prenderemo qualche libertà… d’altronde, lo sapete, Jolly Roger è anche il nome della bandiera dei pirati. ◊


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