L’impresa monregalese che valorizza il patrimonio più importante del Paese è attiva a livello nazionale
LA CULTURA È PRONTA A RISVEGLIARSI CON IL NUOVO PROGETTO DI KALATÀ Guarda il video promozionale
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Francesca Pinaffo
aggiungere la sommità della cupola ellittica più grande al mondo, dopo aver salito 266 gradini con elmetto e imbrago di sicurezza, per essere il più vicini possibile a capolavori dell’arte barocca, così come entrare nel cuore di una basilica medievale, camminare sui ponteggi di un cantiere didattico e approdare sui tetti di una delle città più suggestive d’Italia: dal san-
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tuario di Vicoforte alla basilica di Santa Maria delle Vigne a Genova, il tratto distintivo è quello di Kalatà, impresa culturale con sede a Mondovì, oggi attiva a livello nazionale nel campo della valorizzazione e della fruizione del patrimonio culturale. Oltre a Vicoforte e a Genova, altri esempi sono la cupola di San Gaudenzio a Novara, il parco archeologico di Selinunte o palazzo “Martinengo” a Brescia, dov’è possibile vivere esperienze di visita cucite sul-
le peculiarità di ogni luogo, in grado di attrarre i visitatori e, allo stesso tempo, di generare dinamiche positive sui territori di riferimento. In effetti, fin dalla nascita, nel 1997, l’impresa monregalese si è posta l’obiettivo di unire innovazione e sostenibilità. E sono proprio questi gli elementi caratterizzanti di Revelia, l’ultimo progetto sviluppato. Ma, per comprenderlo, è necessario partire da Kalatà e dalla sua essenza. La parola va a Nicola Facciotto, fondatore e amministratore delegato della società, affiancato da un team di sei professionisti: «Per ogni luogo, ciò che cerchiamo di sviluppare è un punto di vista nuovo che unisca la scientificità dei contenuti a un approccio divulgativo, con l’aggiunta di una dimensione esperienziale in grado di raggiungere target molto diversi fra loro, compreso chi non rientra tra i fruitori abituali di musei e di mostre: perché la storia venga trasmessa, siamo convinti che sia necessario farla vivere». L’esperienza della visita alla cupola del santuario di Vicoforte, che ha debuttato nel 2015 con il nome “Magnificat”, rappresenta ciò che il modello Kalatà può permettere di raggiungere: «Fino a oggi, sono circa 95 mila le persone che hanno visitato la cupola, facendo balzare del 250 per cento gli ingressi nel santuario capolavoro del barocco piemontese, con una ricaduta positiva anche a favore della preesistente esperienza di visita che prosegue in parallelo con un gruppo di volontari formati dalla Diocesi di Mondovì, l’ente che amministra il bene». Il sistema funziona perché si basa su un modello in grado di mettere in rete enti e istituzioni, i quali mantengono il proprio ruolo strategico, con imprese che garantiscono la copertura finanziaria e l’operatività dei progetti. Il termine tecnico dell’operazione è project financing: «In Italia siamo tra i primi a utilizzare questo approccio in àmbito culturale, con l’intento di dare vita a progetti realmente so-