Zeta Numero 1 |Febbraio 2021

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Guida

ROMA | MOSTRE

RADICI: Evidenza della storia, enigma della bellezza Fino al 16 maggio al Museo dell’Ara Pacis di Roma

Siria, Grecia, Turchia, Cipro, Italia, Israele, Tunisia. Oltre cento immagini panoramiche in bianco e nero tracciano il percorso fatto dal fotoreporter ceco Josef Koudelka per scoprire le radici e la storia del Mediterraneo. Un progetto che dura da trent’anni, iniziato nel 1991 a Delfi, in Grecia, e terminato a Petra, in Giordania nel 2018, che «racconta il rapporto tra l’uomo e il mondo, le tracce che le persone lasciano sul territorio e che si sedimentano nel tempo» spiega Alessandra Mauro, direttrice editoriale di Contrasto, curatrice della mostra RADICI. Tappa unica in Italia, la retrospettiva dedicata a Koudelka, uno degli ultimi grandi maestri della fotografia contemporanea conosciuto soprattutto per Gypsies – il libro che con 109 scatti racconta le comunità gitane – e le foto che fece nel 1968 con lo pseudonimo PP Prague Photographer durante l’invasione di Praga da parte delle forze sovietiche, è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Contrasto e Magnum Photos. «Koudelka nella sua ricerca fotografica ha sempre messo al centro l’uomo e a un certo punto ha scelto di focalizzare il racconto sulle antiche vestigia greche e romane che fanno parte della nostra storia. Non affreschi romantici e nostalgici del passato, le rovine sono elementi vivi necessari per interpretare il presente». Non ci sono persone nelle immagini che scorrono lungo le pareti del di Chiara Sgreccia

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Museo dell’Ara Pacis ma i segni lasciati durante il passaggio, la presenza dell’uomo. Paesaggi che hanno vissuto e che cambiano. Le gigantografie di panorami senza tempo caratterizzati da prospettive instabili e inaspettate avvolgono il visitatore appena entra e manifestano il lessico visuale utilizzato da Koudelka che rifugge la pura documentazione di siti archeologici e invece decide di rappresentare l’eterna tensione che rimane nelle rovine delle antiche civiltà del Mediterraneo, tra ciò che è visibile e ciò che è ancora nascosto, tra enigma ed evidenza, generando bellezza. «Tutta l’Europa viene dal Mediterraneo e scelsi di vedere TUTTO» dice il fotografo in una delle poche interviste concesse al photoeditor e giornalista francese Christian Caujolle. «Andai in più di duecento siti per cercare le cose più belle e interessanti per me. L’importante era avere una foto bella di ogni luogo importante, in ogni paese. E mi domandavo dove potevo trovarla». La fotografia per Koudelka è una battaglia con la realtà, un’avventura che non ha una fine già scritta e che questa volta è diventata un viaggio spazio-temporale nell’area mediterranea, un invito alla riflessione, una ricerca del posto giusto in cui scattare ciascuna delle 170 immagini che compongono la mostra. Quaranta fotografie in grande formato e le altre immagini sono lunghe circa un metro, appoggiate sui basamenti lungo il percorso.


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