Pietro Negra Ceo Pinko
Landlord
e tenant, il futuro
si gioca su soluzioni win-win
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conferma di quanto reputiamo importanti i negozi fisici, abbiamo da poco inaugurato un flagship store di 460 metri quadri, su 3 livelli, nel quartiere di SoHo a New York, proseguendo nel piano di aperture previste e temporaneamente sospese per il Covid-19: attualmente contiamo circa 250 monomarca, di cui l’80% a gestione diretta. Se la pandemia e i conseguenti lockdown hanno necessariamente impattato sulla performance dei negozi, è però da prima dell’emergenza che il retail sta affrontando nuove sfide. Perché da tempo le vendite organiche sono insufficienti per sostenere il conto economico, a causa di svariati motivi tra cui la trasformazione dei consumi. Si è quindi agito sulle 4 voci di costo dei negozi: affitti, capex,
Da prima dell’emergenza il retail sta affrontando nuove sfide,
perché le vendite organiche sono insufficienti per sostenere il conto economico del negozio
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personale e prodotto. Con i landlord si è iniziato a discutere sui canoni. L’investimento necessario per aprire un negozio è stato messo in discussione da format più veloci, trasformabili e decisamente meno cari di una ristrutturazione architettonica, come i temporary e pop up store. Già in altri Paesi, come la Cina, la durata dei contratti di locazione è massimo di 3 anni (a volte anche solo un anno): l’investimento in capex e il conseguente ammortamento deve essere quindi proporzionato e in equilibrio con la durata del contratto. Ovviamente si è anche ottimizzato il costo di
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retail trends
2021
personale e prodotto. Il Covid ha poi accelerato le risposte, aprendo il capitolo post emergenza: come può sopravvivere il negozio? Trovando un’altra ragione d’essere a livello sia di hardware, sia di software. Bisogna quindi rendere lo store parte integrante della multicanalità, utilizzandolo per esempio per il pick up in store, il return in store e tutte le altre attività a sostegno dell’e-commerce. Ma la parte più importante è il software: il negozio deve potenziare il rapporto con la clientela. L’equity dell’azienda non è più la resa al metro quadro commerciale - centro di costo certo e incassi incerti - ma appunto la relazione con il cliente. La vera differenza adesso la fanno il numero di clienti nel database, il loro grado di affezione e quanto li si conosce, grazie anche al supporto dell’intelligenza artificiale. Visto che il negozio può far leva sui 5 sensi - rispetto ai 2 dell’e-commerce - diventa strategico per la lead generation. Ma evidentemente le aziende devono prima capire i propri valori per poi comunicarli al meglio, perché soprattutto i giovani ormai scelgono in base alla sfera valoriale. Noi a sostegno di tutto ciò abbiamo lanciato un progetto legato all’upcycling, creato il concierge in store e una serie di altri servizi. Utilizziamo anche video call e live streaming a supporto