retail&food 04 2024

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Reportage da Londra, tra Battersea, Westfield Stratford e Amazon Fresh

Intervista, Alessia Cappello: “Catene e negozi storici, a Milano c’è spazio per crescere”

Bottega Prosecco Bar: il focus è sul travel

Scalo outlet, parte il progetto di ampliamento

Sorpresa: l’inflazione non frena le aperture

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IL “LUSSISMO” VUOLE L’ITALIA.

MA NON GLI ITALIANI

Da qualche tempo il dibattito attorno ai beni di consumo, moda in particolare, alle residenze e ancor più alle esperienze, penso a ristorazione e vacanze, si è orientato verso il travolgente concetto del “lusso”.

Recentemente Milano è divenuta la capitale mondiale dello shopping più esclusivo: gli affitti a metro quadro dei negozi di via Monte Napoleone sono i più costosi al mondo. Roma sta per essere invasa da una valanga di camere di nuovi hotel a 5 stelle, così come abbiamo già visto succedere a Milano o sul Lago di Como. E il presidente di Federalberghi ad un convegno ha recentemente dichiarato che “Il nostro Paese non è per tutti. Puntiamo a clienti altospendenti”.

Situazione non dissimile da quanto si può osservare in un numero crescente di stazioni sciistiche o balneari, dove sorgono spazi e servizi “vip” mentre si riducono quelli per la “gente”, il ceto medio: la ministra del Turismo è arrivata ad auspicare la privatizzazione di tutte le spiagge libere.

E che dire delle abitazioni, che in diverse città vedono a bocca asciutta i meno fortunati ma anche gli impiegati, i tranvieri o i camerieri mentre sulla stampa sono sempre più frequenti i racconti di nuovi edifici o quartieri di lusso. Anche qui, Milano eccelle.

Mi piace la Treccani e qui leggo che il sostantivo lusso deriva dal latino: “luxus -us «sovrabbondanza, eccesso nel modo di vivere». Il termine è probabilmente affine all’aggettivo luxus «slogato, storto», da cui luxare (lussare)”.

Non c’è allora qualcosa di “storto” in questa narrazione dell’Italia, destinata soltanto agli “altospendenti”, preferibilmente stranieri?

Intendiamoci, quando non volgari, i prodotti lussuosi sono meravigliosi, ambiti, ispirano, guidano le produzioni, poggiano su un artigianato antico, valorizzano le migliori materie prime. E spesso trainano le produzioni di massa.

Ma sono per pochi e, per definizione, escludono. È interessante anche il fatto che il termine “lusso” sia spesso associato a “esclusivo”, il contrario di “inclusivo”.

E l’inclusione è uno dei principi cardine della “S” di ESG.

Data l’indispensabilità dei beni di lusso, il nostro Paese deve trasformarsi in un giardino privato per ricchi ospiti stranieri, come sostiene Federalberghi? Siamo votati al “lussismo”?

O si può ancora progettare, creare e distribuire prosperità per 60 milioni di italiani e milioni di stranieri che vivono o viaggiano in Italia?

Una prosperità nuova, speriamo: sostenibile, diffusa, inclusiva, aperta, internazionale. Che sia linfa viva per le imprese di produzione e distribuzione ma anche per il commercio, l’accoglienza e la ristorazione. Si può?

EDITORIALE pag. 1 | retail&food | Aprile 2023

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Anno 18 · numero 4 aprile 2023

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pag. 3 | retail&food | Aprile 2023 SOMMARIO 4 News 17 News Opening 21 Cambi di Poltrona 22 News ESG 4 Stock options 8 Rubrica legale 14 Retail Glitch 16 Dal Tabaccaio 53 Collaborations e Co-Branding 57 Duty free world 58 New travel markets RUBRICHE 36 24 44 56 World Travel Retail 59 News | International 60 News | Servizi e Fornitori 62 Vetrina 40 RETAIL| Sviluppi Inflazione e caro energia non frenano le aperture 24 DOSSIER LONDRA | Centri Commerciali L’energia positiva di Battersea Power Station 28 DOSSIER LONDRA | Centri Commerciali Westfield Stratford City, il gigante dell’East End 35 NUOVI | Format Al Mantova Village esordisce il nuovo brand di Renato Bosco 36 BRAND | Analisys Prosecco Bar: format rodato, focus sul travel 38 COMMERCIO | Intervista Alessia Cappello: “Catene e botteghe storiche, a Milano c’è spazio per tutti” 44 TRAVEL | Aeroporti New York si rimette a volare, maxi investimenti sugli scali 47 OUTLET | Novità Scalo Milano, è iniziato il progetto di ampliamento 48 IMMOBILIARE | Commerciale Real estate in attesa del “repricing”, ma l’Italia resta fanalino di coda 50 FOOD | Tendenze La tavola goes veggie 54 GDO | Storie Fico, con un’idea non si mangia... 32 MISTERY | Non-Food Amazon Fresh “Just walk out”, che flop...

Mondadori ha inaugurato la nuova sede della storica libreria di piazza Duomo, a Milano. La libreria si è spostata di pochi metri, occupando gli spazi che in precedenza erano di Benetton, nel Palazzo dei Portici Meridionali (di propritetà del Comune). Ora lo store, 1.300 mq su tre piani, mette in mostra le sue vetrine sulla piazza, su via Torino e su via Dogana. “Questa libreria rappresenta un progetto unico per il nostro network. Il libro è il focus dell’offerta, ma c’è spazio anche per altri prodotti e servizi affini al mondo della cultura, in modo che sia un luogo di incontro e di diffusione di idee, un polo culturale e di esperienze a servizio di tutta la città”, ha commentato Carmine Perna, ad di Mondadori Retail. Nel design interno, curato dallo studio Prisma, alcuni dettagli ad arco riprendono il disegno della storica sede del gruppo di Segrate. Mondadori retail ha confermato la volontà di proseguire con le aperture, una trentina all’anno, di cui quattro o cinque dirette e il resto in franchising. La società punta a città o quartieri sguarniti di librerie, anche al centro sud. Maggiori approfondimenti sul numero di Maggio di retail&food.

STOCK OPTIONS

BUY

NEUTRAL

GAMESTOP

Il retailer di videogiochi ed elettronica ha pubblicato, per la prima volta in due anni, una trimestrale chiusa con il risultato in utile. Rispetto a ricavi stabili, a 2,23 miliardi di dollari, i profitti sono a 48,2 milioni, contro una perdita dello stesso periodo precedente di 147,5.

CUCINELLI

La maison italiana ha chiuso il 2022 con utile netto di 87,2 milioni, +54,9% sul 2021, ed ha rialzato le stime per il 2023, con ricavi attesi in aumento del 12%-15%. Il titolo da inizio marzo ha imboccato un trend al rialzo.

HUGO BOSS

Con il bilancio 2022 supera per la prima volta i 3 miliardi di euro di ricavi (a 3,65). L’attesa per il 2023 è di una crescita “mid-single digit” e di un utile operativo stimato in 360 milioni di euro. Speranze per le riaperture in Cina.

Nell’ultima trimestrale, il colosso dello sport ha registrato ricavi per 12,39 miliardi di dollari e un utile per azione di 79 cent contro un’attesa di soli 55 dollari. Però sul titolo pesa ancora l’invenduto, salito del 16% rispetto a un anno fa.

GUESS

Nell’anno fiscale 2022 i ricavi balzano del 4% e toccano i 2,7 miliardi di dollari, però i profitti segnano una flessione del 12,7%. L’Asia è l’unica regione dove i profitti hanno guadagnato, con un rialzo del 17%.

MACY’S

Buona l’ultima trimestrale, ma il colosso americano ha annunciato che per l’anno fiscale 2023 si aspetta un calo delle vendite nette, rispetto al 2022, compreso fra l’1% e il 3%, il che significa ricavi sotto i 24 miliardi di dollari.

SELL

BED BATH & BEYOND

Problemi in Borsa per il retailer americano. Il titolo, dopo una caduta da inizio anno superiore al 60%, verrà rimosso dal paniere S&P600. Il mercato è in attesa di capire l’esito del frazionamento azionario che deriverà dal cambiamento.

GAP

Titolo ancora di difficoltà, con un’ultima trimestrale in perdita (rosso di 75 cent per azione contro i 46 attesi dagli analisti) e ricavi giù del 6% (a 4,24 miliardi). Ancora in corso la ricerca di un Ceo e altri movimenti nel management.

Nonostante una buona trimestrale, che ha segnato un rialzo delle vendite nette del 10% nel periodo settembre-novembre (62,5 miliardi di corone), il mercato continua a dubitare della solidità del trend. Jp Morgan ha da poco confermato il giudizio “sell”.

NEWS pag. 4 | retail&food | Aprile 2023
NIKE H&M
Mondadori Retail inaugura il “gioiello” in piazza Duomo. “Avanti con altre aperture”

Foot Locker, 400 chiusure nei mall americani. Via da Hong Kong, resiste l’Europa

L’azienda americana Foot Locker ha annunciato che entro il 2026 verranno chiusi 400 punti vendita non performanti (circa il 15% della rete attuale), all’interno dei centri commerciali, iniziando con gli Stati Uniti. La riduzione comprende 125 negozi a marchio Champs Sports L’operazione di Foot Locker rientra in un nuovo business plan, definito “Lace up”, che punta a sostituire i negozi di vecchia concezione con nuovi concept store più aderenti ai desiderata della fascia giovane. A gennaio di quest’anno, a livello mondiale, il brand conta su 2.714 negozi in 29 Paesi, rispetto ai 2.858 di dodici mesi prima. In Italia, a oggi, la rete conta su circa 160 negozi. Quanto ai risultati finanziari, le vendite nette 2022 sono calate del 2,36% a 8,75 miliardi di dollari. Anche per il 2023 l’outlook prevede un calo delle vendite compreso fra il 3% e il 5%, mentre al 2026 l’obiettivo è una crescita dei ricavi del 6%.

Confimprese accoglie 27 nuovi soci (83 marchi commerciali)

Il consiglio direttivo di Confimprese ha approvato l’ingresso di 27 nuovi soci che rappresentano in totale 83 marchi commerciali, 5.566 punti vendita e un fatturato di 11 miliardi 457 milioni. Approvato anche l’ingresso di 22 nuovi supporter, per garantire un apporto decisivo allo sviluppo delle attività associative. Diversi i settori di provenienza dei neo-associati, dalla sicurezza alle banche, dall’oil&gas alla ristorazione, dal fitness alla telefonia alla manutenzione dell’auto. Tra gli ingressi: MiScusi, Olivyou, Suntzu, La Cannoleria Siciliana, Bobble Bobble, Spontini, Gruppo Ethos, Hana Group, OVS, Swatch Group, La Casa de las Carcasas, CEF (Cooperativa Esercenti Farmacia), Neo Apothek, B&C (Barberinos’), Lush, Fitcomm.

Apre Caput Mundi, il mall a due passi dal Vaticano

Ha aperto a Roma Caput Mundi, un mall di 11 mila mq e oltre 40 attività commerciali a poco più di 100 metri dal colonnato di San Pietro. Si concretizza così un progetto, da 10 milioni di euro, prima noto come Vatican mall, che si distingue per un’offerta commerciale e di servizi sofisticata, che va dall’abbigliamento, ai giocattoli, alla cosmesi. Tra i brand presenti: Amen (brand di gioielleria), Candyland, Cannadibambu (abbigliamento con fibra di bambù), Original marines, Mbt, Mondadori Bookstore, Estasi profumerie, Salotto di Brera (duty free), Luxury eyewear. Il centro, gestito dalla società immobiliare Gasak, ha anche un supermercato Crai (140mq) e una food hall di 600 metri quadrati. Tra le insegne presenti: Basara sushi corner, Bottega fritta, Caput mundi winery, Meat & Co, Mol’Eat (startup molisana di prodotti tipici), Paneria bar bistrot, Panini da Oscar.

A CBRE la gestione del centro commerciale Twenty di Bolzano

CBRE ha ottenuto da Twentyone Srl (Podini Group) il mandato di supporto alla gestione del centro commerciale Twenty. Lo shopping center è una delle principali strutture commerciali presenti nell’area compresa tra Trento e Bolzano fino a Innsbruck, con circa 30.000 mq GLA, 80 negozi e 7 ristorazioni. Intanto, il gruppo ha chiuso il 2022 in crescita, con un ritorno dei fatturati ai livelli del 2019 e un forte incremento rispetto al 2021. I centri CBRE hanno registrato un netto miglioramento del fatturato dei negozi con una crescita del +17,7% rispetto all’anno precedente. Ma i numeri sono positivi anche rispetto ai dati del 2019, con un +1,5% di crescita del turnover totale. Alla crescita dei fatturati si affianca un incremento dei visitatori, con un + 17% rispetto al 2021 (-10,9% rispetto al 2019).

NEWS pag. 5 | retail&food | Aprile 2023

L’app di McDonald’s è la più scaricata al mondo, in fondo alla classifica Burger King

Secondo il magazine statunitense QSR, nel corso del 2022 l’app di McDonald’s è stata scaricata 127 milioni di volte in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, i download delle app dei più noti fast food sono aumentati del 6,6%. Nella classifica stilata dal sito americano, al secondo posto c’è l’app di Starbucks con 13,6 milioni di download, e quella di Domino’s al terzo con 10,6 milioni. Soltanto al nono posto c’è l’app di Burger King con 7 milioni. Ultima in classifica, l’app della catena Subway. Nonostante un ritocco ai prezzi, l’app di McDonald’s si conferma la più scaricata. E se ogni utente corrisponde a un ordine, si fa presto a fare i conti. I numeri sono cresciuti in modo particolare dopo l’introduzione di nuove voci in menu, nuovi gadget e punti fedeltà. Secondo gli utenti, l’app del McDonald’s semplificherebbe anche la vita degli utenti che hanno la possibilità di conoscere in tempo reale la disponibilità e i tempi di consegna nei singoli punti vendita. Un vantaggio per chi usa spesso il servizio drive-thru.

Le Befane shopping center, riposizionamento della food court

È stato portato a termine il riposizionamento della food court all’interno del centro commerciale Le Befane, proprietà di Nisa Srl (Union Investment) e gestito da CBRE Italy, che si trova nel riminese. Il progetto si è concentrato su una superficie totale di oltre 1.600 mq e prevede l’implementazione dei più recenti format dei tenant esistenti e l’arrivo di nuovi marchi attraenti e differenzianti. I lavori sono iniziati nella seconda metà del 2021, con l’apertura di Rom’Antica, il brand di Vera Ristorazione di pizza romana con vendita taglio/ peso e sono proseguiti nel secondo trimestre 2022 con l’arrivo di Dispensa Emilia, brand specializzato in cucina emiliana, per il quale è stato istituito anche un dehor esterno. Gli interventi sono continuati a dicembre 2022 con il restyling del ristorante McDonald’s, che si arricchisce di chioschi digitali per gli ordini e diventa più efficiente sia in termini di esperienza offerta ai clienti, sia nella preparazione e nella qualità dei prodotti, che nel servizio. Infine, l’apertura del nuovo ristorante Signorvino, l’esclusiva enoteca del Gruppo Calzedonia, che accresce e diversifica l’offerta ristorativa del centro commerciale. Il progetto terminerà nel primo trimestre 2023 con il nuovo concept del bar Odara e di Fratelli La Bufala.

in Europa

Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa Reuters, l’e-tailer cinese Shein è in procinto di raccogliere circa due miliardi di dollari (circa 1,9 miliardi di euro) dal fondo sovrano degli Emirati Mubadala, oltre che da investitori esistenti come General Atlantic e il gruppo di venture capital Sequoia Capital China. Alla cordata si sarebbe inoltre aggiunto Tiger Global Management. Shein, fondata dall’imprenditore cinese Chris Xu nel 2008 a Nanjing, è cresciuta fino a diventare uno dei più grandi e-commerce di moda. Shein, secondo quanto riportato da Reuters, si sta strutturando anche in Europa, con la costituzione di un team in Irlanda. L’azienda ha avviato la produzione in Turchia e “aprirà una grande struttura in Polonia come parte del suo piano di espansione europea”.

Satispay, nel 2022 transazioni per oltre 2 miliardi di euro

Secondo l’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano i pagamenti digitali in Italia continuano a crescere. Isolando i soli pagamenti in negozio non NFC, il segmento ha registrato complessivamente volumi per 1,5 miliardi, di cui ben 1,1 miliardi di euro (il 73%) sono passati da Satispay. Importante non solo la crescita nei volumi, ma anche nel numero delle transazioni, che vede Satispay coprire il 40% del totale, con circa 105 milioni di transazioni su un numero complessivo di 268 milioni. “Il valore complessivo delle transazioni passate attraverso Satispay supera i 2 miliardi di euro nel 2022. L’utilità di Satispay nella gestione di tutti i pagamenti quotidiani per una community che ha ormai raggiunto i 3,5 milioni di utenti, è confermata anche dalla media dei pagamenti mensili che ha ormai raggiunto le 10 transazioni” dice Giorgio Berardi, Strategy Director di Satispay.

NEWS pag. 6 | retail&food | Aprile 2023
Shein, in arrivo nuovi capitali, l’e-tailer si prepara a sbarcare

Just Eat, in Uk retromarcia sui rider assunti

La notizia per ora riguarda il Regno Unito, dove il mercato del lavoro è differente. Just Eat ha comunicato che verranno licenziati 1.700 fattorini, specificando che il problema è proprio il costo del lavoro. Ossia, averli assunti con una retribuzione fissa, la tutela per la malattia e tutto quanto è previsto da un contratto “stabile”, ha causato una penalizzazione eccessiva nei confronti dei principali concorrenti. La società ha anche fatto presente che, per ora, negli altri Paesi del Continente non cambia nulla, ma comunque la notizia è indicativa. In Italia, Just Eat ha regolarizzato circa 3.000 rider con il contratto di lavoro subordinato, a part-time, che comunque non possono smaltire tutte le consegne della app, svolte anche in altre modalità, per esempio attraverso i fattorini dei vari ristoranti affiliati.

Sun Tzu (La Filetteria) lancia Anita, nuovo brand di cucina milanese

Sun Tzu, la società di consulenza e ristorazione fondata da Edoardo Maggiori, ha aperto a Milano con il nuovo brand “Anita, riso & co”. Il marchio per ora ha un punto vendita a Milano in via Vittor Pisani. Il menù è ispirato alla cucina milanese, con antipasti, dieci tipi diversi di risotto, l’immancabile cotoletta e qualche dessert. L’apertura è avvenuta negli stessi giorni in cui il gruppo ha inaugurato un nuovo locale a Milano, nella zona di Porta Romana, a marchio La Filetteria, il brand di punta. Sono in rampa di lancio anche una nuova apertura milanese e due a Roma. La Filetteria ha di recente chiuso un’operazione di crowdfunding con oltre 1 milione di raccolta. Attualmente Sun Tzu Consulting controlla, oltre ai due marchi citati, anche Magnaki, El Tacomaki, il cocktail bar Godot, raggiungendo in totale una ventina di punti vendita.

NEWS pag. 7 | retail&food | Aprile 2023
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La Rubrica Legale a cura di Cocuzza & Associati Studio Legale, Milano

Clausole di sostenibilità ambientale nei contratti dei Centri Commerciali

I temi della tutela dell’ambiente e della sostenibilità, in linea con una tendenza ormai affermatasi e in auge da tempo, stanno assumendo uno spazio sempre più ampio tanto nell’ambito della normativa nazionale e dell’UE, quanto nell’ambito dei rapporti contrattuali, interessando ampiamente il settore retail real estate

L’argomento della sostenibilità è quantomai attuale e tornato alla ribalta in occasione dell’approvazione da parte del Parlamento Europeo della controversa direttiva “case green”, che propone la progressiva ristrutturazione del parco immobiliare dei Paesi membri allo scopo di conseguire edifici a emissioni zero, non senza incognite in merito a tempistiche, modalità di realizzazione degli interventi e, soprattutto, allocazione dei costi in capo ai privati interessati.

L’acceso dibattito sorto attorno all’approvazione della direttiva ha riaperto antiche ferite e divisioni tra gli (apparentemente) contrapposti interessi ambientali ed economici, mettendo in luce, da un lato, la necessità di implementare politiche che promuovano uno sviluppo sempre più eco-compatibile e, dall’altro lato, l’esigenza di tutelare gli operatori che devono fare i conti con ingenti investimenti, costi ed oneri sia economici sia organizzativi e gestionali, per poter far fronte a prescrizioni normative e contrattuali sempre più stringenti.

In particolare, nell’ambito della contrattualistica dei Centri Commerciali, un numero sempre maggiore di proprietà promuove da tempo nei propri format contrattuali le cosìddette “locazioni verdi” o green leases, espressione che allude a clausole volte a garantire il rispetto da parte dei tenant di determinati standard di ecosostenibilità.

Tali contratti, in sintesi, prevedono una serie di oneri di manutenzione, gestione, monitoraggio, informativa e coordinamento in capo ai tenant, finalizzati a massimizzare l’efficienza ambientale dell’immobile locato. Non solo, tali clausole negli anni si sono ampliate al fine di comprendere anche aspetti di sostenibilità sociale e di governance al fine di rispecchiare le esigenze det-

tate dai principi ESG. Tali clausole rischiano, tuttavia, in alcuni casi, di porsi come eccessivamente onerose per gli operatori imponendo investimenti non sempre in linea con le loro previsioni economiche. Anche per tale ragione, nella prassi, le clausole green sono caratterizzate da una struttura molto disomogenea tra loro e non sono sempre vincolanti per gli operatori, ma sono in molti casi meramente orientative e di “best effort” con esclusione di conseguenze sanzionatorie in caso di non-compliance. Da ciò consegue il rischio che le disposizioni siano interpretate quali mere clausole di stile vanificandone conseguentemente la finalità.

Come fare dunque a promuovere e incentivare il rispetto delle clausole green? La strada da percorre non è senz’altro quella della contrapposizione degli interessi delle parti e di diffide o intimazioni, che hanno un impatto pratico molto scarso, ma l’introduzione di meccanismi premiali ed incentivanti che rendano il conseguimento degli standard di sostenibilità un obiettivo comune, secondo una logica win-win

Un modello da mutuare e a cui ispirarsi potrebbe essere, ad esempio, lo schema contrattuale dei così detti “Energy Performance Conctract”, disciplinati dal Decreto Legislativo 102/2014, in base ai quali un fornitore di determinati servizi si impegna a compiere una serie di interventi volti a migliorare l’efficienza di un edificio o di un impianto di proprietà del beneficiario, dietro il pagamento di un corrispettivo commisurato al livello di miglioramento dell’efficienza energetica conseguito nel tempo.

Sulla falsariga di tale modello, è dunque possibile prevedere, negli accordi tra le proprietà e i tenant, un impegno di questi ultimi ad implementare misure di miglioramento energetico e ambientale delle unità immobiliari, misurato e monitorato durante l’intera durata della locazione, in modo tale che, all’effettuazione di investimenti e al raggiungimento di determinati obiettivi di efficientamento, siano associati i più svariati meccanismi incentivanti e premiali a favore dei tenant, sia sotto il profilo di incentivi economici sia sotto il profilo di agevolazioni contrattuali di carattere operativo e gestionale.

pag. 8 | retail&food | Aprile 2023

Microlog, febbraio positivo per gli ingressi nei centri commerciali (+9,6%)

Nel mese di febbraio il trend nazionale degli ingressi nei centri commerciali è in aumento del +9,6% sul 2022. Lascia invece un -11,9% sul 2019, stabile rispetto al -12,0% del mese precedente. A confronto con il 2022, le regioni italiane con le performance maggiormente positive per il mese di febbraio sono la Puglia (+16,6%) e le Marche (+15,7%), mentre sul 2019 i trend migliori sono di Puglia e Veneto, che segnano rispettivamente un -2,3% e un -9,7%. Nello stretto confronto con il mese precedente, febbraio cede il -14,8% di ingressi su gennaio 2023. Continua quindi la tendenza positiva delle affluenze nei C.C. su anno precedente, e anche il divario sul 2019 recupera uno 0,1%. E’ quanto emerge dagli indici calcolati da Microlog

IRI e NPD diventano Circana

A seguito della fusione avvenuta ad agosto 2022 Iri e NPD cambiano nome. Le due aziende insieme sono da oggi Circana, gruppo specializzato nella gestione e interpretazione della complessità del comportamento del consumatore. Circana oggi è in grado di misurare l’andamento di 30 milioni di prodotti in 26 diversi settori, su oltre 2.000 categorie merceologiche e 550.000 negozi.

Kasanova accelera sul franchising

L’insegna Kasanova pensa in grande e, dopo aver chiuso il 2022 con 540 punti vendita in franchising, progetta di aprirne altri 500 entro il 2025. Nel corso del 2023 saranno 85 gli store in affiliazione che saranno realizzati in varie aree. L’azienda, quindi, punta ad arrivare a quota mille store in franchising.

Cushman & Wakefield si occuperà di Città Fiera

CCDF (Gruppo Bardelli e Klépierre), proprietario della porzione “storica” del Centro Commerciale Città Fiera di Torreano di Martignacco (Udine), ha affidato a Cushman & Wakefield un incarico di consulenza commerciale strategica e, in esclusiva, l’esercizio delle attività relative alla ricommercializzazione e ai rinnovi contrattuali della parte centrale di Città Fiera (circa 150 negozi).

Un corso per direttori di centri commerciali

LPP Group continua ad aprire in Italia e porta Reserved e Sinsay a Milano

Il gruppo polacco LPP Group, proprietario di diversi marchi di abbigliamento tra cui Sinsay e Reserved, ha annunciato il piano di espansione in Europa con l’apertura di 400 nuovi negozi. Lavori in corso anche in zona Duomo a Milano per il debutto in Italia del brand Reserved. Lo spazio del nuovo store milanese è quello occupato in precedenza dal negozio di Pull&Bear (1.200 mq). Fondato nel 1999, Reserved (specializzato in abbigliamento per donna, uomo e bambino) conta circa 460 negozi in 40 Paesi. Novità anche per il marchio Sinsay che, dopo il debutto italiano al centro commerciale Valecenter (Marcon, Venezia), apre un secondo punto vendita al Bicocca Village, a Milano. Lo store si estende su un’area di oltre 1.270 mq, con un’area dedicata non solo all’abbigliamento per tutta la famiglia, ma anche all’arredo casa, alla cura della persona e ai prodotti per gli animali da compagnia.

Nasce il primo corso universitario per la formazione di direttori di centri commerciali. Il percorso di studi, creato da ADCC in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, il CNCC e Top Image-Accademia del Retail, è tenuto da professionisti del settore ed è riservato agli iscritti all’ADCC e a un pool di direttori scelti direttamente tramite il CNCC dalle società di gestione.

Nuove aperture al Molinetto (BS)

Il Centro Commerciale Molinetto (Brescia) gestito da Nhood Italy, arricchisce l’offerta con un nuovo ipermercato del Gruppo Tosano (19 ipermercati distribuiti tra Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli-Venezia Giulia, e uno store Real Fashion & Home, concept store dedicato ai prodotti e complementi d’arredo per la casa.

BŌL House cresce in Piemonte

A tre anni dall’apertura, la catena BŌL House (specializzata in ricette) inizia il percorso di espansione, scommettendo ancora una volta su Torino. Oltre al raddoppio del locale di Via San Francesco da Paola, apre la BŌL Factory a Borgaro Torinese, dove è stata spostata tutta la panificazione. BŌL house scommette anche sul delivery e apre un punto nel primo food corner italiano di Glovo, nel quartiere Pozzo Strada.

NEWS pag. 9 | retail&food | Aprile 2023
BREVE
IN

Valmontone Outlet: aprono H&M e Cerba Health Care

Al Valmontone Outlet, gestito da Promos, è stato inaugurato Cerba Health Care, un centro medico di 1.500 mq con 4 ambulatori e 4 sale per esami strumentali. Da questo momento, e dopo le precedenti aperture della Farmacia Comunale e della Bludental Clinique, centro per la cura e prevenzione dentale, l’Outlet alle porte di Roma è il primo, in Italia ad ospitare al proprio interno un centro medico. Inaugurato anche un punto vendita H&M, il primo in un outlet: lo store si sviluppa su una superficie di oltre 1.700 metri quadrati, distribuiti su due piani. Nel negozio è previsto anche un punto di raccolta di abiti usati. Con questa apertura, il colosso scandinavo arriva così a 153 punti vendita nel nostro Paese.

Geox: crescita 2023 in doppia cifra. Il 41% dei ricavi dai negozi diretti, frena l’eCommerce

Dopo aver chiuso il 2022 con ricavi in crescita del 20,8%, Geox prevede anche per il 2023 un balzo in doppia cifra. Lo ha affermato il fondatore e presidente della società, Mario Moretti Polegato, in un’intervista al Sole 24 Ore. I ricavi del gruppo Geox, pari a 735,5 milioni di euro, provengono per il 26,5% dall’Italia e per il resto dall’estero. Come si legge nella relazione preliminare di bilancio, il 50,2% delle vendite arriva dai negozi multimarca, il 41,1% dal canale Dos (gestione diretta) e l’8,7% dal franchising. Da segnalare che, rispetto al 2021, i negozi fisici hanno mostrato una crescita delle vendite del 27% rispetto al 2021 (perimetro comparabile) mentre l’eCommerce è arretrato del 13%. L’online è comunque in aumento del 69% rispetto al 2019. Rispetto alla strategia retail, il brand ha spinto sulle aperture in Asia e Medio Oriente in particolare, mentre negli Stati Uniti la rete è stata razionalizzata, per puntare piuttosto sulla presenza in grandi catene come Nordstrom, Bergdof Goodman e sul digitale. A bilancio i negozi diretti sono 315, contro i 350 del 2021. Per il 2023, il gruppo punta a raggiungere 800 milioni di euro di ricavi.

Per Inditex un 2022 da incorniciare, +27% di utili

Per Inditex il 2022 è stato un anno da incorniciare. Il bilancio annuale del colosso spagnolo ha riportato, infatti, “il più alto risultato della sua storia”, nonostante l’impatto della guerra in Ucraina e l’elevato livello di inflazione con un utile netto, nel suo anno fiscale terminato il 31 gennaio 2023, pari a 4,13 miliardi di euro. In termini percentuali la crescita è stata del 27% rispetto al 2021 (3,24 miliardi) e del 13% rispetto al 2019 (3,64 miliardi). Come sottolinea la nota del gruppo, l’incremento delle vendite ha riguardato tutte le regioni geografiche, sia nei negozi fisici sia online. Nel canale degli store, le vendite sono migliorate del 23%, “nonostante il gruppo abbia il 10% in meno di negozi e il 6% in meno di spazi commerciali rispetto al 2021”, specifica la nota. In totale, l’azienda conta 5.815 negozi e per quest’anno prevede di aumentare la superficie lorda del 3 per cento.

Grandi Stazioni Retail, voci di vendita. No comment da parte del fondo Antin

Antin Infrastructure Partners starebbe preparando la vendita della quota di maggioranza di Grandi Stazioni Retail. La notizia è stata riportata da MF-Milano finanza. Secondo il quotidiano, Antin starebbe già cercando gli advisor finanziari per l’operazione, da svelare nel giro di una decina di giorni. Antin Infrastructure Partners, interpellata da retail&food, ha affermato che “al momento non rilascia commenti su questa indiscrezione”. Una non-smentita, dunque, che avvalora l’ipotesi della cessione. Attualmente il capitale di GS Retail è nelle mani di Antin Infrastructure per il 65,32%, mentre Icamap e Borletti Group ne possiedono il 23,12% e l’11,56%. Questa compagine azionaria è quella derivante dal processo di scorporo e vendita, definito nel 2016 con un gara pubblica dagli ex proprietari, Ferrovie dello Stato ed Eurostazioni. Il consorzio aveva preparato un’offerta pari a circa 950 milioni di euro. Grandi Stazioni Retail gestisce la parte media e commerciale delle principali stazioni dell’alta velocità, tra cui Milano Centrale, Torino Porta Nuova, Venezia S. Lucia, Verona Porta Nuova, Bologna Centrale, Firenze S.M. Novella, Roma Termini e Napoli Centrale. Il concorrente più diretto è attualmente Altarea.

NEWS pag. 10 | retail&food | Aprile 2023

Piombo all’estero, Gap negli outlet. OVS lavora sui brand

Prosegue lo sviluppo in Italia del marchio GAP, acquisito lo scorso anno da OVS con una predilezione per gli outlet. L’apertura più recente, a inizio marzo, è avvenuta all’interno di Scalo Milano. Poco prima, invece, il brand era approdato anche al Sud, al Puglia Village e in Campania, al Designer outlet La Reggia, di Caserta. Intanto, il gruppo OVS apre tre importanti negozi a marchio Piombo all’estero, a New York, Madrid e Parigi. Piombo è il marchio che prende direttamente il nome da Massimo Piombo, designer e direttore creativo di OVS. I negozi di New York e Madrid sono già aperti, quello parigini arriverà a maggio. In tutti i casi, la scelta è ricaduta su high street ad alto traffico. Oggi il gruppo guidato dall’a.d. Stefano Beraldo opera attraverso i marchi OVS, OVS Kids, Upim, BluKids, Stefanel, CROFF, GAP.

Aigrim: ricorso al Tar contro il nuovo schema di concessioni autostradali

Aigrim (Associazione Imprese Grande Ristorazione Multilocalizzate) ha promosso un ricorso al Tar contro la delibera 1-2023 approvata dall’Autorità di regolazione dei Trasporti. Il ricorso (rivolto al Tar del Piemonte perché l’autorità ha sede a Torino) vorrebbe consentire la presenza di più insegne della ristorazione nella stessa area di servizio, circa 470 quelle in Italia interessate. Secondo la sigla, una novità di questo tipo andrebbe a ridurre la convenienza ad investire da parte dei soggetti concorrenti. Inoltre, anche l’attività di bar e ristorazione svolta dai gestori delle pompe di carburante genera un’alterazione della concorrenza sfavorevole. Aigrim è critica anche verso l’auspicato calmieramento dei prezzi applicato dai gestori della ristorazione autostradale e chiede l’annullamento, dalla delibera, delle parti ritenute lesive della libertà di iniziativa economica.

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Al via la QUINTA edizione del Foodservice Award Italy

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Novità 2023!

Nel pomeriggio si terrà il Foodservice Summit 2023

Riservato a Founders e C-levels dei brand finalisti e agli sponsor del Summit

L’edizione 2023 culminerà con Gala Dinner e premiazione che avranno luogo mercoledì 24 maggio

all’interno dello Stadio San Siro (G. Meazza) di Milano

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INNOVATIVO, IN CHE SENSO?

Nel mondo del retail, abbiamo assistito a un crescendo di novità, negli ultimi 10 anni. Dal consolidamento dello shopping online ai nuovi metodi di pagamento, dai grandi marketplace alla logistica lastmile, dal multichannel al phygital e infine al retail liquido. Il nostro futuro, poi, si annida nelle sigle: AR (augmented reality) e AI (artificial intelligence). Proprio mentre scaliamo questa modernità, mi domando cosa sia davvero l’innovazione: è proprio tutta quella tecnologia, che immaginiamo sin dai tempi di Blade Runner? Per fare meno la boomer, lo domando alla ChatGPT (interrogo un’intelligenza artificiale) e mi piace questa parte della sua risposta complessa: “L’innovazione può assumere molte forme ed è il processo di creazione di una cosa nuova o di miglioramento di una cosa esistente.

Si tratta di generare idee, per risolvere un particolare problema o soddisfare un’esigenza specifica”. Ecco, sono ancora le persone ad avere le giuste intuizioni, osservando quella che chiamiamo realtà.

Quasi come Neo, quando riesce a vedere il codice di Matrix. Perché l’innovazione - insieme ai suoi tool supertecnologici - è sempre frutto di una buona idea, se non creativa, di certo rigenerativa. STUDS ha invaso gli USA con i suoi Studios, creando un’esperienza inedita per chi ama -ad ogni età - i pier-

cing. Servizi di qualità, in un ambiente moderno ed elegante, con colori pop e assistenti sorridenti, pronti a servire tutti i generi di clienti, con procedure altamente professionali che usano aghi chirurgici, non le odiose pistole. Ad oggi ha 16 negozi - che generano il 70% del turnover totale - e altrettanti in apertura, 100mila piercing fatti nell’ultimo anno e 20 milioni di dollari di fatturato nel 2022.

Parliamo invece di come il grande classico dell’accessorio, CLAIRE’S, abbia saputo stare al passo per 50 anni con il target più mutevole che c’è: le/i teenager. Ha continuato ad investire nei negozi fisici, dato che online non ha uno scontrino medio che giustifichi la spedizione gratuita. Nel 2022, ha aperto più di 200 nuovi store, oltre all’ingresso nel metaverso e importanti concessioni, come Macy’s e Walmart. Il fatturato anno su anno è cresciuto del 25% e gli iscritti al programma fedeltà sono raddoppiati. Per finire, torno da ChatGPT e chiedo “Puoi avere idee tue?”. Mi risponde: “Come intelligenza artificiale, non ho una coscienza e non posso avere idee mie, né credenze o opinioni personali. Utilizzo al meglio i dati che ho elaborato”. OK, molto utile (ma sbadiglio)!

pag. 14 | retail&food | Aprile 2023
di Monica Cannalire

Lo studio Gealex – Guardamagna e associati ha assistito Mario Sestito, Fabio Coruzzi e Diego Polimeno, soci fondatori di SDS S.r.l., distributore nazionale di small equipment, packaging, disposable, tissue, dpi e cleaning per fast food, ristorazione commerciale & collettiva, nell’operazione, terminata il 28 febbraio, che ha comportato, da un lato, la cessione delle proprie quote di SDS S.r.l. a CHS S.r.l., attiva nella distribuzione, vendita e fornitura di materiali di consumo, prodotti per la pulizia nel settore dell’Horeca, a sua volta controllata da Ecf, società francese che opera a livello mondiale nel settore dei prodotti e servizi per i professionisti dell’hospitality & care e, dall’altro lato, la creazione, quale spin off di Sds S.r.l., di Polibox S.r.l., titolare dell’omonimo marchio per sistemi di trasporto a temperatura controllata di prodotti deperibili nei settori della ristorazione collettiva, del banqueting, dell’industria agro-alimentare, nella logistica e nella farmaceutica. L’operazione consente a SDS di migliorare la propria attività grazie alle sinergie derivanti dall’appartenenza al gruppo multinazionale e a Polibox di sviluppare e specializzare la propria attività.

Nhood Italy, 250 contratti conclusi nel 2022, entrano in portfolio 52 nuovi brand

Nhood Services Italy ha chiuso il 2022 con 250 operazioni commerciali concluse in tutta Italia, di cui oltre 50 rappresentate dall’ingresso di nuovi brand, per una superficie di 70.000 mq di GLA. Spazi food&beverage, insegne fashion, retail e nuovi brand portano oggi il perimetro commerciale gestito da Nhood – composto da 37 centri commerciali e Merlata Bloom Milano di prossima apertura – a oltre 2.300 negozi per un totale di 680.000 mq di GLA per un fatturato di 2 miliardi di euro. A questi numeri si aggiungono 1.500 operazioni di specialty leasing. Tra i nuovi brand in portfolio: BigToys, Miniso, Levi’s, Adidas. E torna in Italia Claire’s, insegna americana di bijoux e accessori a prezzi accessibili, che apre all’interno di alcuni dei siti più importanti di Nhood nel Sud Italia: il Centro Commerciale di Casamassima, Porte di Catania e Grande Sud di Giugliano in Campania. L’offerta del Parco Commerciale Casamassima si arricchisce con l’arrivo di C&C Reseller Apple, a cui si è aggiunta l’apertura di Primark, il primo store del brand in Puglia.

Il centro Leonardo diventa The Wow Side e inaugura un nuovo format Ikea

Il Centro Commerciale Leonardo cambia pelle e diventa The Wow Side Shopping Centre. Il centro di proprietà di Generali Real Estate e commercializzato da Savills, ha presentato la fase finale del piano di riposizionamento che darà vita entro la fine dell’anno al più innovativo centro commerciale d’Italia. The Wow Side, in una posizione strategica tra il centro di Roma e l’aeroporto di Fiumicino, sarà il primo centro commerciale in Italia ad ospitare installazioni di Realtà Aumentata. Inoltre, a settembre verrà aperto su una superficie di 3.500 mq Color Hotel. Il centro commerciale cresce anche per quanto riguarda lo shopping. È stato inaugurato, infatti, un nuovo formato Ikea, uno store XS, unico in Italia, che occupa una superficie complessiva di oltre 9.000 mq.

Neinver, nel 2022 vendite a 1,35 miliardi, gli outlet italiani chiudono a +27%

Neinver ha chiuso il 2022 con vendite di 1,35 miliardi di euro, un incremento del 22% like for like rispetto al 2021 e del 6% rispetto al 2019. I centri gestiti dal gruppo in sei Paesi europei hanno accolto quasi 63 milioni di visitatori nel corso dell’anno, con un aumento del 16% rispetto al 2021. Nel mercato italiano, dove Neinver è presente con i centri di Vicolungo e Castelguelfo The Style Outlets, il Gruppo hanno registrato un incremento del 25% delle visite e del 27% delle vendite rispetto al 2021. Positivo anche l’avvio del 2023, con performance che si attestano pienamente ai livelli pre-pandemia. I brand presenti negli outlet in portfolio hanno registrato una forte ripresa delle vendite nel corso dell’anno, superando del 25% i livelli del 2021, con un incremento del 19% del numero di visitatori rispetto all’anno precedente. Nel corso del 2022, Neinver ha chiuso 377 accordi.

NEWS pag. 15 | retail&food | Aprile 2023
Ecf Group acquisisce SDS

Permira, raccolta da 16,7 miliardi. In arrivo nuovo shopping in Italia?

Permira, società di private equity attiva a livello mondiale, ha chiuso una raccolta di capitali da destinare al nuovo fondo di buyout P8, con 16,7 miliardi di euro. Secondo la società, il capitale (superiore al target iniziale di 15 miliardi) è stato sottoscritto da vari soggetti internazionali, tra cui fondi pensione pubblici e privati, fondi sovrani, fondazioni, gestori, family office. La notizia è interessante per il mercato italiano poiché Permira è già attiva nel retail di casa nostra. Controlla la maggioranza di La Piadineria (oltre 330 punti vendita), Golden Goose (marchio di sneakers con una ventina di monomarca) e sta trattando, nel settore moda, l’acquisto del Gruppo Florence, polo cui fanno capo 23 aziende attive nella filiera produttiva della moda di alta gamma. A dicembre era stato chiuso un altro fondo, da 4 miliardi di dollari, di tipo “growth equity fund”. La società non ha dato indicazioni sui Paesi destinatari dei futuri investimenti, specificando che verranno trattate tutte le categorie: Tecnologia, Consumer (quella relativa al retail), Healthcare e Servizi.

Fiera Milano entra in Fiere di Parma e diventa socio

Fiere di Parma e Fiera Milano hanno siglato l’accordo che dà vita a una comune piattaforma fieristica europea nel comparto agro-alimentare. L’operazione prevede un aumento di capitale di Fiere di Parma riservato a Fiera Milano, da liberarsi attraverso il conferimento del ramo d’azienda di Fiera Milano relativo alla manifestazione Tuttofood per un controvalore di 16,5 milioni. Fiera Milano diventa, così, il secondo azionista privato di Fiere di Parma, con una quota del 18,5%, dopo Crédit Agricole Italia che detiene il 26,44%. Insieme a Unione Parmense degli Industriali (quota dell’6,88%) si consolida dunque un accordo tra i soci privati che hanno guidato la società Ducale negli ultimi 14 anni, la quale, da ora, gestirà entrambe le manifestazioni con il partner storico di Cibus: Federalimentare. I soci Pubblici (ovvero Comune e Provincia con il 15,97 % ciascuno) e Regione Emilia-Romagna (che detiene il 4,15%) ampliano il loro patto alla Camera di Commercio (che detiene il 9,78%), rispondendo alle recenti sollecitazioni istituzionali.

Arriva la vampata al sandalo e tabacco dall’uomo che non deve chiedere mai. Palestrato, abbronzato, orologiato, braccialettato, ignorante, tatuato, senza un pelo.

Sono i nuovi yuppies, i nuovi padroni. Trattano, spesso, noi commercianti con l’aria “se voglio ti compro” rivolgendosi con un insopportabile “grazie caro” che riceve puntuale l’usuale replica ironica: “figurati tesoro”.

I figli della Big Brother Generation, quelli che hanno sdoganato l’indulgenza nei confronti dell’ignoranza, anzi la repulsione nei confronti di chi conosce, di chi sa.

Fanno mestieri a me incomprensibili, spesso legati al digitale, alla vendita di beni o servizi online talmente voluttuari da non credere di avere nessuna regola fiscale.

L’ultimo dei talentuosi manzi ha proposto di vendermi, lui a me tabaccaio, delle sigarette elettroniche.

Alla domanda, credo legittima, sulla fatturazione mi ha riferito che sono stato il primo a chiedergliela, caro, e che si sarebbe consultato con un suo amico commercialista. Certo tesoro. Torna quando ti sarai fatto un’idea.

La fattura non è quella che fanno i maghi, che certamente interroghi per conoscere il tuo futuro.

NEWS pag. 16 | retail&food | Aprile 2023 Dal Tabaccaio 2030 Milano centro
“CIAO CARO” al 18,5%

Löwengrube cresce a approda in Abruzzo

Ha aperto al pubblico il primo ristorante in Abruzzo con l’insegna Löwengrube, format di ristorante-birreria in stile bavarese, creato nel 2005 dagli imprenditori italiani Pietro Nicastro e Monica Fantoni, oggi presente in tutta la Penisola con una trentina di locali (in undici regioni) a gestione diretta e in franchising. La nuova bierstube si trova a Montesilvano (Pescara), si estende su una superficie di 750 mq, suddivisi su tre piani e può ospitare fino a 330 persone tra le sale interne e quella esterna. L’espansione del brand continuerà a breve con l’inaugurazione del nuovo locale di Milano, a seguito della recente acquisizione del Kapuziner Platz, storico locale bavarese del capoluogo lombardo. Secondo gli obiettivi dell’azienda, il brand mira a raggiungere 80-90 punti vendita nel giro di 5 anni conquistando anche i grandi centri urbani.

Pepco arriva al GranRoma e punta ai cento negozi

Pepco ha aperto un nuovo punto vendita nella Capitale, al centro commerciale GranRoma. Il brand, che appartiene al colosso polacco quotato a Londra Pepco Group, è arrivato in Italia nel 2020 ed è avanzato con circa una trentina di aperture l’anno, arrivando al momento a novanta negozi in Italia. Il marchio ha presidiato tutti i bacini territoriali, sia capoluoghi sia province minori, con una predilezione per i centri commerciali, come canale di vendita. Secondo fonti dell’azienda, nel 2023 prevede 900 assunzioni nel nostro mercato. Tra le recenti aperture, il Centro Borgo di Mantova, il Centro Sarca di Sesto San Giovanni (Mi), il retail park Afra Gò (ex Mandi), e tante aperture cittadine, da Capegatti (Pe) a Gaggiano (Mi).

All’Antico Vinaio, a Bergamo la prima apertura in jv con Percassi

È stato inaugurato a Bergamo il nuovo punto vendita di All’Antico Vinaio, brand noto per l’offerta di schiacciata fiorentina. All’Antico Vinaio, fondato da Tommaso Mazzanti nel 2006, è arrivato a contare 14 sedi in Italia e 3 negli Stati Uniti. Lo scorso dicembre era stata annunciata la collaborazione con Percassi, tramite la joint venture AV Retail, per un ulteriore sviluppo del marchio in Italia e all’estero. Il locale di Bergamo, 150 metri quadrati di superficie, permette sia il take away sia il consumo sul posto, con circa trenta posti a sedere. “Questa avventura sarà l’inizio di un grande percorso insieme” ha commentato Tommaso Mazzanti, proprietario de All’Antico Vinaio. “Siamo orgogliosi di inaugurare a Bergamo il primo Antico Vinaio nella città natale del Gruppo Percassi. Insieme promuoveremo le eccellenze gastronomiche del marchio in Italia e in Europa, mettendo a fattor comune il know-how imprenditoriale di Percassi e l’enorme potenziale di All’Antico Vinaio” ha detto Matteo Morandi, CEO di Percassi Retail e AD di AV Retail.

END clothing: a Milano il primo monomarca fuori dal Regno Unito

Sbarca a Milano, a due passi da piazza Cordusio, il primo flagship store dell’Europa continentale di END clothing. END è uno dei grandi retailier multichannel, la cui offerta comprende decine di brand, tra abbigliamento, calzature, accessori, per lo più di fascia alta. Il nuovo negozio, in via Mercanti 21, è su tre piani, copre una superficie di circa 2.000 metri quadrati e mostra all’esterno ben 17 vetrine. L’immobile fa parte del prestigioso Palazzo Venezia, un asset storicamente di proprietà di Generali Real Estate, che prima qui ospitava degli uffici, mentre ora lo stabile è stato sottopossto a un’opera di riqualificazione in chiave retail. Gli altri negozi END si trovano a Londra, Glasgow, Newcastle e Manchester. All’apertura italiana hanno contribuito il dipartimento High Street Retail di BNPP REA, Colliers, Younicorn, Brinkworth Design.

NEWS | Opening pag. 17 | retail&food | Aprile 2023

Galletto BEFED, quarto ristorante nel torinese, al Lingotto

Dopo i due ristoranti a Settimo e uno a Nichelino proseguono le aperture di BEFED a Torino, con il locale aperto a metà marzo nel centro commerciale Lingotto. Il nuovo locale dispone di 60 posti a sedere, con uno staff iniziale di dieci persone. Questa operazione si inserisce nell’accordo di affiliazione siglato da BEFED Franchising con Blooming Group, società con sede nel capoluogo piemontese specializzata nella gestione di punti di ristorazione. “Apriamo nel cuore di una galleria commerciale interessante e siamo orgogliosi di contribuire a questa stagione di sviluppo del centro” ha commentato Maurizio Cimmino, vicepresidente esecutivo di Blooming Group. L’azienda, sempre all’interno del Lingotto, ha da poco aperto un ristorante Burger King e un salone Il Barbiere.

Primark raddoppia in Veneto al Nave de Vero

Primark ha inaugurato oggi il suo nuovo punto vendita nell’area di Venezia, all’interno del centro commerciale Nave de Vero (Klépierre). Questo store rappresenta il 15esimo negozio Primark in Italia e il secondo in Veneto, in aggiunta a quello del centro commerciale Adigeo di Verona, aperto nel 2017. Con una superficie commerciale di 4.600 metri quadrati, questo nuovo negozio di Primark offre tutta la gamma dell’offerta a marchio proprio, compreso il Primark Cares, e le collezioni in licenza tra cui Disney e NBA. “Questo store rappresenta il settimo inaugurato nell’ultimo anno e ha per noi un significato importante nella strategia di crescita italiana, poiché porta il team Primark Italia a quasi 4.500 dipendenti” ha affermato Luca Ciuffreda, Head of Sales Italy, Primark.

Nike Live arriva anche in Sicilia, al Forum di Palermo

Il concept Nike Live sbarca in Sicilia, con lo store appena inaugurato a Palermo presso il centro commerciale Forum. È il quarto Nike Live in Italia aperto dal gruppo Percassi, proprietario e gestore del negozio, oltre che partner licenziatario di Nike per il Sud Europa. Nike by Roccella si estende su una superficie di circa 700 mq e impiega uno staff di 12 addetti. Anche qui, grazie alla app, è possibile fruire di servizi digitali come “Scan to Learn” per trovare taglie e colori sia in-store che online, Member Rewards, riservato agli iscritti, e tra i servizi disponibili c’è anche il Click&Collect. Con lo store di Palermo salgono a 24 i negozi Nike aperti dal Gruppo Percassi in Italia, oltre al primo store Jordan d’Europa inaugurato a dicembre 2022 in via Torino a Milano.

Iper La Grande i, altre due aperture a tema ristorazione

Iper La Grande i prosegue nel suo progetto di offrire format propri di ristorazione all’interno degli ipermercati. Il primo si chiama “Casa Grandate”, all’interno dell’omonimo centro nel comasco; il secondo è “Macelér”, presso l’Iper Seriate, in provincia di Bergamo. A Grandate, l’offerta è concentrata sulla cucina tradizionale di lago e specialità di carne (ma anche pizza), con il ristorante inserito nel negozio di fiori e piante I Fiori di Iper. Macelér è invece specializzato nella carne, cotta alla brace e allo spiedo, e nei piatti tipici della cucina bergamasca. Questi due formati si aggiungono agli altri ristoranti di Iper La grande i, tra cui Le Terre (Rozzano, Fiordaliso), La Corte (Monza, Il Maestoso), Casa Portello (Milano, Piazza Portello), La Veranda e Musi Lunghi (a Lonato, Il Leone) e Ventisette (Arese, Il Centro).

NEWS | Opening pag. 18 | retail&food | Aprile 2023

Takko Fashion mette uno store a Caravaggio

Takko Fashion, il brand di fashion discount con quartier generale in Germania, ha aperto un nuovo punto vendita a Caravaggio, in provincia di Bergamo, con un grande magazzino da 450 metri quadrati di superficie. Attualmente il marchio ha circa 70 negozi in Italia, distribuiti tra Nord e Centro del Paese. Secondo la strategia dell’azienda, entro il 2025 Takko potrebbe puntare al raddoppio degli store. Intanto, sul fronte finanziario, la casa madre ha chiuso il 2022 con un risultato record in fatto di ricavi, che hanno toccato 1,22 miliardi di euro (+17,5% sul 2021) e con un margine operativo lordo a 136 milioni di euro, in linea con il pre Covid. Al 31 dicembre scorso Takko contavo in totale 1.926 negozi.

Per Bata uno store in centro a Venezia

Bata ha aperto la sua nuova boutique nel cuore di Venezia, in Strada Nuova Rio Terà della Maddalena. Lo store si sviluppa su una superficie di 80 metri quadrati, in uno spazio contemporaneo, che presenta la collezione primavera estate 2023 e tutta l’offerta donna, uomo, bambino e sport. “Questa operazione segna un passo importante per il marchio, nell’ottica dello sviluppo della rete vendita in franchising di Bata in Italia. Rafforziamo la nostra presenza nel centro storico di una città molto importante, meta turistica e location strategica nazionale e internazionale” ha commentato Claudio Alessi, presidente di Bata Europe. Attualmente il marchio è presente in 70 Paesi e questa è la quindicesima apertura solo nel Veneto.

Prénatal, maxi store a Roma insieme a 3A

Ha aperto al numero 1100 di via Aurelia un nuovo maxi store di Prénatal al servizio della zona di Roma di Prénatal, su una superficie di 1.450 metri quadrati. Al suo interno, tutta l’offerta completa del brand di PRG Retail, con due novità esclusive a marchio Chicco e Cibex, e anche lo spazio Just Play”, un concept corner dedicato ai ragazzi più grandi, con marchi quali Nike, Adidas, Converse, Vans e Jordan, aperto in partnership con 3A (corner presente anche nell’altro negozio romano, da poco riaperto, nel Salario center). A disposizione delle famiglie anche il percorso per provare i passeggini e l’automobile per la prova del seggiolino, il punto “ricambi” sui prodotti di prima infanzia, tanti digital point per cercar i prodotti sullo schermo e l’area di ritiro per chi ha scelto di acquistare on line.

Bershka, marchio che fa parte del colosso spagnolo Inditex, ha riaperto con una veste rinnovata il negozio all’interno del centro commerciale Latina Fiori, improntato all’omnicanalità e al digitale. L’operazione fa parte di una strategia più ampia messa in campo da Inditex, che ha razionalizzato la rete dei negozi ma continua a investire sul canale fisico. Come si legge sul documento di bilancio 2022, alcuni dei passaggi chiave saranno il lancio del brand Stradivarius in Germania, Oysho nel Regno Unito, nuovi negozi Zara a Parigi, e tra le attività in cantiere si segnala anche il prossimo allargamento dello store Bershka in centro a Milano, in corso Vittorio Emanuele.

NEWS | Opening pag. 19 | retail&food | Aprile 2023
Bershka riapre al Latina Fiori
pag. 20 | retail&food | Aprile 2023

CAMBI DI POLTRONA

LODOVICO BORGHI

Head of Office Tenant Rep di CBRE Italy

CBRE annuncia l’ingresso di Lodovico Borghi nel team Advisory & Transaction Services col ruolo di Head of Office Tenant Rep. Borghi ha maturato un’importante esperienza in primarie realtà internazionali di consulenza in ambito real estate, gestendo in prima persona progetti di Landlord e Tenant Rep per clienti istituzionali e corporate. Nel suo nuovo ruolo, riporterà a Fabio Mantegazza, Head of Advisory & Transaction Services di CBRE Italy. I tenant hanno esigenze molto più sofisticate e specifiche e diviene fondamentale poterli supportare in modo sempre più strutturato ed in linea con i loro valori ESG” ha affermato Mantegazza. “Sono certo che l’ingresso di Lodovico sarà fondamentale per affrontare le molteplici e nuove sfide del mercato immobiliare”.

TOBIAS KARLSSON

Global Real Estate Director di KIKO

KIKO annuncia la nomina di Tobias Karlsson con il ruolo di Global Real Estate Director. Forte di un’esperienza pluriennale in primarie aziende internazionali del settore retail, Tobias supporterà il Leadership Team, in qualità di responsabile dello sviluppo dei concept retail e dell’estensione della rete di negozi KIKO in Italia e all’estero. Tobias ha avviato la propria carriera professionale nel 2007 alla Bygg Logistik, azienda svedese della logistica delle costruzioni. Nel 2013 si trasferisce ad Hong Kong e, l’anno successivo, approda in Turner & Townsend, società di consulenza globale in ambito retail e immobiliare. Nel 2015 ricopre il ruolo di Head of controlling per alcuni brand nel quartier generale di Hong Kong di H&M Group, passando nel 2017 a Stoccolma sempre per il gruppo scandinavo, fino a diventare Head of Expansion per tutta l’Europa.

ELISA PAGLIARANI

Direttore generale di Poke House

Elisa Pagliarani, che fino a febbraio aveva ricoperto il ruolo di responsabile per l’Italia di Glovo, è approdata a Poke House, con il ruolo di direttore generale. Laureata nel 2013 in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano, ha iniziato la sua carriera in Vodafone, tra Londra e Milano, per poi approdare in Glovo dal 2017 a oggi. Va a supportare i due fondatori di Poke House, Matteo Pichi e Vittoria Zanetti, che finora avevano gestito la direzione. Contestualmente, Francesco Minghini (già risorsa interna) è nominato nuovo Chief marketing officer, mentre Francesco Testa (proveniente da MiScusi) diventa Chief of retail, entrambi a riporto di Pagliarani.

MARIO PEREGO Group Head of HR di Cigierre

Mario Perego è diventato Group Head of Hr di Cigierre. Il manager, laureato in Storia presso l’Università Statale di Milano e poi specializzatosi presso ISTUD Business School e la Business School IMD di Losanna, ha iniziato la sua carriera professionale in ambito Ict. Da più di vent’anni si occupa di risorse umane. Prima dell’approdo in Cigierre, ha lavorato per Lindt & Sprungli S.p.A e per il gruppo Heineken in Italia. Sempre in casa Cigierre sono arrivate nuove nomine, riguardanti due figure interne. Stefano Faccin è il nuovo Cfo (Chief operating officer) mentre Luca Moi è ora Chief supply chain officer.

SIMONE PESCATORE

Brand general manager di Bun Burgers

Simone Pescatore ha assunto la carica di Brand general manager di Bun Burgers, uno dei marchi della ristorazione che fanno parte di Gioia group (famiglia Ferrieri), che comprende anche Cioccolatitaliani e Fra Diavolo.

Simone Pescatore in precedenza era il direttore marketing di Bennet, società in cui aveva lavorato dal 2017. Prima ancora, aveva maturato una lunga esperienza in Carrefour Italia, alternando ruoli di marketing a quelli di store manager, fino a diventare Marketing manager. Pescatore è laureato all’università di Roma Tor Vergata e si è specializzato con corsi successivo presso l’Università di Malta, il Mip del Politecnico di Milano e la Sda Bocconi.

RICCARDO RANUCCI Direttore marketing di Bennet

Riccardo Ranucci è il nuovo responsabile marketing di Bennet. Ranucci proviene da Brico Io, dove lavorava da due anni e ricopriva il ruolo di Group purchasing manager. In precedenza aveva svolto una ventennale carriera all’interno di Coop Lombardia, partendo dai semplici ruoli in negozio, fino ad essere per quasi sei anni, dal 2015 al 2021, a capo dell’area marketing e comunicazione. Ranucci è laureato in Economia e commercio all’Università Cattolica ed ha frequentato diversi master di specializzazione in marketing e comunicazione.

pag. 21 | retail&food | Aprile 2023

Accordo ENEA e CNCC, avviato un progetto pilota al Centro d’Abruzzo e al Carosello

ENEA - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile - ha siglato un accordo di collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC) e la Fondazione Creativi Italiani (FCI) per promuovere modelli di gestione e di comportamento più sostenibili nelle attività commerciali. In seguito alla partnership, dal mese di marzo è partita un’iniziativa pilota presso due centri commerciali associati CNCC - Centro d’Abruzzo di San Giovanni Teatino (Chieti) e Carosello di Carugate (Milano) - per la valutazione di interventi in ambiti diversi, tra cui l’uso efficiente delle risorse, la promozione di modelli di economia circolare, iniziative sociali e di inclusione. CNCC supporterà i propri associati nella gestione sostenibile delle attività, avvalendosi di ENEA che metterà a disposizione tecnologie e conoscenze tecnico-scientifiche.

Prosegue l’impegno dei Fratelli La Bufala a tutela dell’ambiente e dell’inclusione sociale

La catena di pizzerie Fratelli La Bufala conferma anche nel 2023 il suo impegno nel sociale e a tutela dell’ambiente. L’insegna ha da poco introdotto in alcuni locali – grazie a Francesco Miccoli, project civil engineer di Fratelli La Bufala - il primo il forno sostenibile, il “Leaf Oven”, eco-compatibile, senza canna fumaria, che consente di cuocere la pizza a basso impatto ambientale. L’obiettivo è far sì che entro due anni tutte le pizzerie FLB possano dotarsi di questi forni, puntando a una piena sostenibilità. Prosegue anche l’impegno nel sociale con “Finché c’è pizza… c’è speranza”, il progetto di formazione per pizzaioli che ha sede nel carcere minorile di Nisida, e con il ristorante Pizzeria dell’Impossibile, nella zona del Tribunale a Napoli, che impegna ragazzi provenienti da zone difficili sfornando pizze gratuite per i senza tetto.

Confimprese e Asvis lanciano il Manifesto per la sostenibilità nel retail

Negozi e packaging più green, una logistica più efficiente, ambienti di lavoro sicuri e inclusivi, tutela dei consumatori e collaborazione con le comunità locali. Sono alcuni dei dieci punti del Manifesto per la sostenibilità nel retail lanciato da Confimprese in collaborazione con Asvis (Allenza Italiana per o sviluppo sostenibile). L’associazione quest’anno ha stretto accordi con Regione Lombardia, Asvis e Sistema Moda Italia. “Il primo luogo deputato al reperimento di informazioni sulla sostenibilità è il negozio, sia leggendo la confezione di un prodotto, sia chiedendo informazioni al personale di vendita. Sono numerosi i consumatori che consultano anche fonti web e sono attenti alle campagne di comunicazione dei marchi” spiega il presidente di Confimprese Mario Resca (nella foto). Tra i dieci punti del Manifesto per la sostenibilità: creare ambienti di lavoro sicuri, salubri e inclusivi; avere catene di fornitura sostenibili; adottare misure per ridurre l’impatto ambientale nei punti vendita; creare valore attraverso la collaborazione con il terzo settore.

McDonald’s lancia I’m lovin’it Italy, la piattaforma a supporto dell’agroalimentare italiano

McDonald’s ha lanciato I’m lovin’ it Italy, la nuova piattaforma di comunicazione che celebra 37 anni di impegno e investimenti in Italia, rimarcando il suo legame con il comparto agroalimentare del Paese, tra cui 18 DOP e IGP. Oggi l’azienda, i cui fornitori sono per l’85% aziende italiane, acquista ogni anno 140 mila tonnellate di prodotti provenienti da tutta la penisola, per un investimento pari a oltre 370 milioni di euro. “Crediamo e vogliamo che il nostro impatto positivo sia sempre più rilevante. Ecco perché confermiamo il nostro impegno nell’investire sull’agroalimentare Made in Italy” ha detto Dario Baroni, AD di McDonald’s Italia. La stretta relazione con il Paese è dimostrata anche dal percorso di sostenibilità intrapreso da anni dal Gruppo, coinvolgendo la propria rete di ristoranti e i propri fornitori. Un esempio è l’eliminazione della plastica monouso dal packaging in favore di materiali più sostenibili.

NEWS | ESG pag. 22 | retail&food | Aprile 2023

Circ raccoglie 25 milioni di dollari, Zalando tra i primi finanziatori

La startup americana Circ, specializzata nel riciclo tessile (in particolare nel riciclo chimico di fibre miste di cotone e poliestere) ha appena chiuso un round da 25 milioni di dollari guidato dal colosso dell’eCommerce Zalando. Alla raccolta di capitale hanno partecipato anche il gruppo Avery Dennison, specializzato in materiali funzionali, e Youngone, gruppo coreano attivo nella produzione di abbigliamento outdoor, calzature e tessuti. È il secondo round di finanziamento condotto da Circ in meno di un anno. Nata nel 2010 dall’idea di Peter Majeranowski, Circ ha brevettato una tecnologia con sistema idrotermico che permette di separare e recuperare flussi di polimeri misti e il riciclo chimico di fibre miste di poliestere e cotone.

Euroshop 2023, la fiera dedicata al retail mette la sostenibilità al centro

Il 2 marzo 2023 si è conclusa a Düsseldorf la fiera Euroshop, la grande kermesse dedicata al commercio. I numeri dell’edizione di quest’anno sono positivi: 1.830 espositori, oltre 80.000 visitatori specializzati provenienti da tutto il mondo. Nell’edizione di quest’anno, il tema della sostenibilità ha attraversato tutte le aree della fiera. Dagli stand e dai talk è emerso in modo chiaro che un negozio sostenibile non solo contribuisce a proteggere il clima ma, attraverso l’arredamento, l’uso delle luci, la tecnologia, aiuta a raccontare meglio il brand. Cruciale, nel corso della fiera, è stat la questione del risparmio energetico, in particolare nel settore dei frigoriferi e dell’illuminazione dei negozi. “Dopo tre anni difficili, adesso il commercio deve fare importanti investimenti in tre aree fondamentali: digitalizzazione, gestione energetica e sostenibilità”, ha detto Michael Gerling, presidente del comitato consultivo dell’EuroShop ed AD dell’EHI Retail Institute.

Shopville Gran Reno, il centro sostenibile con il tetto multifunzione Derbigum

Il centro commerciale Shopville Gran Reno (Casalecchio di Reno, Bologna) - è stato ampliato e rimesso a nuovo prestando grande attenzione alla sostenibilità. Il progetto di raddoppio e riqualificazione del mall ha seguito le linee guida BREEAM, il protocollo internazionale di certificazione della sostenibilità ambientale degli edifici. L’impermeabilizzazione della vecchia copertura e della nuova area commerciale, parcheggi compresi, è stata realizzata da Derbigum, la società specializzata in coperture di qualità attente alla sostenibilità. “Siamo particolarmente soddisfatti e orgogliosi di aver collaborato a questo lavoro - dice Franco Villa, country manager Derbigum Italia. “Il tetto multifunzione che diventa un’area da vivere anche per svago, sport o altro è peraltro molto in linea con la nostra campagna No Roof To Waste, che prevede non solo minor utilizzo di materie prime provenienti da petrolio, durata nel tempo e riciclo ma anche il dare, quando possibile, più funzioni alle coperture”.

Inditex raddoppia l’organico di persone diversamente abili

Il Gruppo spagnolo Inditex ha annunciato l’assunzione di oltre 1.500 dipendenti con disabilità in tutto il mondo nei prossimi due anni, per raggiungere l’obiettivo del 2% di professionisti disabili sul totale del personale. L’impegno, che comporterà il raddoppiamento dell’organico di persone diversamente abili, punta ad ampliare il proprio impegno nell’ambito della diversity & inclusion con nuovi professionisti sia negli store, sia nella logistica e nei magazzini. A darne l’annuncio Óscar García Maceiras, Amministratore delegato del gruppo, che per l’occasione ha siglato l’adesione di Inditex al Global Business and Disability Network dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo).

NEWS | ESG pag. 23 | retail&food | Aprile 2023

L’ENERGIA POSITIVA DI BATTERSEA POWER STATION

Londra ha un nuovo quartiere mixed use, costruito intorno alla maestosa centrale elettrica, simbolo della capitale inglese. Una nuova destinazione per lo shopping, a metà tra passato industriale e modernità. Siamo andati a visitarla

Già dalla sua costruzione, negli anni ’30, la centrale elettrica a carbone di Battersea (a Sud-Ovest della città di Londra) è diventata il simbolo dello “skyline” londinese. Dopo aver illuminato per mezzo secolo la città, compresi Buckingham Palace e Westminster, la grande Power Station chiude negli anni ‘80 e da lì inizia il dibattito: che cosa farne? La svolta arriva nel 2012, quando una cordata malese composta da Sime Darby Property, SP Setia e Employees Provident Fund, Permodalan Nasional Berhad PNB acquista il terreno dalla National Asset Management Agency e dalla Lloyds Bank irlandese per 400 milioni di sterline creando un piano di riqualificazione da 9 miliardi di sterline. L’obiettivo è recuperare l’immobile, rigenerare l’area circostante e trasformarla in un grande “community focused project”, un progetto mixed use con residenze, commercio, entertainment, appartamenti, campus, uffici. L’apertura, prevista nel 2020, slitta causa Covid. Ma l’inaugurazione avviene il 14 ottobre 2022. E, a giudicare dal risultato, ne è valsa la pena aspettare.

Le fasi previste per completare il progetto sono 8. Attualmente, sono state terminate le prime due. I lavori sono partiti nel 2013 dall’area residenziale Circus West Village terminata nel 2017 che, dal 2021, accoglie circa 1.800 persone e servizi di ogni tipo (bar, ristoranti, negozi, cinema, palestra). Passeggiando nei viali pedonali della zona abbiamo incrociato le insegne di Cinnamon Kitchen, Tonkotsu, Black Sheep Coffee, Tapas Brindisa, Boom Cycle (palestra di fitness bike), No. 29 Power Station West, KOVA, Roti King, Wright Brothers, Fiume (ristorante italiano), Gordon Ramsay Street Pizza e la Battersea Brewery. C’è anche The Battersea General Store, il supermercato a marchio Battersea a supporto di uffici e residenti. “Sta andando molto bene”, dice il portavoce del marketing che ci accompagna nella visita. Ma prima ancora che sulle residenze, i nuovi proprietari malesi puntano prima di tutto sulle infrastrutture. La società ha contribuito con 300 milioni

di sterline all’estensione della Northern Line, aperta nel maggio 2022. Ora l’area è accessibile entro 15 minuti dal West End e dalla City. Potenziati anche i collegamenti via fiume grazie al molo costruito davanti alla Power Station. Un servizio di Uber Boats collega ogni 20 minuti i principali punti chiave della città come Westminster, London Eye e la Torre di Londra.

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di Paola Oriunno
DOSSIER LONDRA | Centri commerciali
Terminate le prime due fasi, in arrivo altre sei
A Battersea è possibile arrivare anche con il servizio di trasporto pubblico fluviale gestito da Uber Boats. In alto: il molo, davanti alla Power Station

“destinazione”, un simbolo della città, più che a un centro commerciale. “In questo progetto il retail è secondario” ci spiega il marketing. Lo capiremo molto bene durante la visita.

Electric Boulevard e Circus Road,

streets” di Battersea

Dall’esterno, la centrale elettrica appare monolitica e austera. Chiamata anche la “cattedrale dello shopping” per la sua altezza e le sue ciminiere come campanili, non ha l’aria di un centro commerciale: mancano le vetrine esterne e, le poche presenti, sono piccole e non visibili dalle vie pedonali. A compensare la carenza di “window shopping” ci pensano Circus Road e l’Electric Boulevard, il principale percorso pedonale dell’area dominato da Prospect Place, gli iconici edifici firmati Gehry Partners che ospitano unità commerciali a doppia altezza a livello della strada (Zara, Nike, Adidas, M&S Food, Oseyo). Intorno a queste arterie, proseguono i lavori.

L’ingresso lascia a bocca aperta. L’altezza è vertiginosa e prima ancora che sugli store all’ingresso, è naturale soffermarsi sui dettagli Art Decò, recuperati durante il restauro. Diversi spazi espositivi, grafici e pannelli esplicativi disseminati qua e là raccontano la storia dell’edificio e le fasi del restauro. Poca luce si riversa dai lucernari e dalle finestre, l’ambiente è in stile industriale. L’edificio, a uso misto, ospita la sede UK di Apple, gli uffici di Shark Ninja (brand americano di “home technology”), oltre 100 negozi, una sede per

La visita di retail&food al sito di Battersea inizia dagli uffici marketing dove grandi plastici mostrano ai visitatori l’evoluzione del masterplan. Le ultime fasi sono ancora in via di definizione. Il nostro tour, si concentra sull’iconico edificio della centrale elettrica, un vero e proprio “landmark”. Anzi, un brand. Oggi l’edificio e le ciminiere si trovano stampati su tazze, magliette, gadget di ogni tipo in vendita nello store del Lift 109, l’ascensore panoramica che conduce in cima a una delle due ciminiere, e sul logo del Battersea General Store. Tutto ci fa pensare a una

eventi con una capacità di circa 2.000 persone, due cinema, una food hall, uffici e, all’ultimo piano, 254 appartamenti luxury impreziositi da un ampio roof garden e una vista unica sulla città. L’offerta commerciale è ospitata nelle due sale turbine dell’ex centrale elettrica che, sebbene appaiano identiche dall’esterno, sono uniche nel loro design interno. “L’occupancy è al 96%”, ci spiega il marketing. All’interno, sfilano i più famosi marchi di moda e lifestyle, tra cui Abercrombie & Fitch, Hugo Boss, Theory, Lacoste, Ralph Lauren, Aesop, Space NK, Ace + Tate, Lululemon, Mulberry, Jo Malone London e Uniqlo. Esperienze phygital, servizio di click&collect, eventi per le community,

offerte drive-to-store tramite app, l’ommicanalità è protagonista delle esperienze d’acquisto di Battersea. “Qui abbiamo aperto il nostro store più grande, con un concept dinamico e creativo che mette il cliente al centro. È uno spazio è unico nel nostro portfolio, con numerose zone esperienziali che incoraggiano i clienti a fermarsi di più. Dalle cabine per consulenze beauty personalizzate ai trattamenti, ce n’è per tutti”, dice Andy Lightfoot, CEO della catena di profumerie Space NK. Non sappiamo se l’omnicanalità abbia preso un po’ troppo la mano, ma sta di fatto che durante la nostra visita di martedì i negozi erano abbastanza vuoti. Migliore la situazione nei ristoranti e nelle caffetterie.

“high
Più che uno shopping center, un “landmark”
Occupancy al 96%, dentro anche appartamenti e uffici
Battersea ha anche un supermarket “brandizzato” in Circus Road L’ingresso nord dello shopping centre: in basso alcuni negozi e in alto l’accesso a uffici e residenze Le vetrine esterne della Power Station sono piccole e poco visibili. L’interno della gallery e le passeggiate lungo i viali circostanti compensano questa mancanza Foto: John Sturrock Il cocktail bar Control Room B

Anche Tosca debutta a Londra

Il nuovo format di ristorazione creato da Pietro Nicastro (Löwengrube), ToscaL’arte del gusto, ha aperto al Mercato Metropolitano di Londra in Elephant & Castle (50 locali). Nato nel 2015 con un progetto “fuori Expo 2015” a Milano, e poi nel 2016 sulle ceneri di una vecchia fabbrica a Elephant & Castle – Mercato Metropolitano rappresenta oggi la prima realtà di Sustainable, CoMMunity Market, completamente immersa e creata con l’aiuto delle comunità locali. Per il marchio di Nicastro si tratta del secondo punto vendita dopo quello di Lastra a Signa (Firenze).

Food, presenti anche alcuni italiani

Ricca anche l’offerta food con le catene

Le Bab, le italiane Venchi e Poke House (con quasi tutti i tavoli occupati), Clean Kitchen Club, Bread Street Kitchen & Bar di Gordon Ramsay, Paris Baguette e una food court Arcade in arrivo (vedi intervista a pag. 26). “Siamo contenti di vedere i clienti assaporare i nostri pancake dolci e salati di giorno ma anche la sera. Abbiamo molte cose divertenti in programma per Battersea Power Station: dai book clubs allo yoga all’aperto. Siamo aperti fino alle 21”, dice Patricia Trijbits, CEO e fondatrice della piccola catena Where The Pancakes Are. Non mancano Pret A Manger, Starbucks, i donuts di Crosstown, Grind e le “chicche”, come lo champagne bar Searcys e alcu-

ni “temporary trucks” di nicchia, allestiti all’interno. Lato food, menzione speciale per lo scenografico cocktail bar Control Room B, un tuffo negli anni ’50, ricavato nello spazio della cabina di controllo originale della centrale elettrica.

Il divertimento a Battersea non manca. Ma non è chiassoso, anzi, ha qualcosa di snob che si addice al contesto. I due “boutique cinema” propongono servizi premium come tavolini personali per il servizio bar, Member’s Club, staff dedicato e salette per visioni private con minibar. Una “esperienza cinematografica a cinque stelle”, compreso il parcheggio riservato e gratuito. Semplice ed efficace è anche l’area gaming con attività in realtà virtuale e, in arrivo, uno spazio dedicato esclusivamente al ping pong, con aree food & drink. Cosa ci ha colpito di più? I pianoforti collocati nelle gallery, tra uno store e l’altro, a disposizione di tutti, con sopra il cartello “Play me!”.

Sono passati pochi mesi dall’inaugurazione del centro commerciale. Come sta andando?

L’apertura della Battersea Power Station e dell’Electric Boulevard, la strada pedonale a sud dell’edificio, è stata accolta molto bene dai membri della comunità locale, dai londinesi e dai turisti. Oltre 250.000 persone hanno visitato il centro durante il fine settimana di apertura e da allora l’affluenza è rimasta forte, abbiamo accolte oltre 4 milioni di persone. Oltre 100 negozi, ristoranti, bar ed esperienze per il tempo libero sono già aperti e molte altre inaugurazioni sono in arrivo nel 2023. Tra queste ci sono uno store LEGO®, Nobull e Bounce. Grande attesa anche per l’apertura di Arcade Food Hall di JKS Restaurant

Cosa rende lo shopping centre di Battersea più attrattivo rispetto ad altre destinazioni londinesi?

Tra residenti e visitatori, in quattro mesi lo shopping centre ha accolto circa 4 milioni di persone. Ora si prepara a ospitare nuovi brand e una food hall. Il bilancio è positivo. “Siamo stati lungimiranti”, ci ha raccontato l’Head of asset management, Sam Cotton

Battersea è unico. Abbiamo creato una “experiential destination” in cui i visitatori possono ammirare questo capolavoro architettonico e godere anche di un vivace mix di marchi britannici e internazionali. La chiave del successo è proporre il giusta mix retail e leisure. Il nostro approccio è stato quello di offrire qualcosa che fosse per tutti. Qui i consumatori trovano Zara, Nike, Mango e Uniqlo accanto a marchi premium come Mulberry, Hackett, ME + EM e Aesop, oltre a una serie di piccoli negozi indipendenti come il marchio di abbigliamento per bambini sostenibile, Petit Pli e la libreria di quartiere, The Battersea Bookshop

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Leisure sì, ma esclusivo e glamour
Sam Cotton: “Battersea, una grande experiential destination”
Sam Cotton,
Head of asset management di Battersea Power Station

Questo equilibrio si ritrova anche nei bar e nei ristoranti lungo il Tamigi. Anche il programma di eventi è molto fitto, così da attirare il pubblico durante tutto l’anno. Inoltre, l’apertura dell’estensione della Northern Line a settembre 2021 ha reso più accessibile il sito: la nuova stazione della metropolitana, nella Zona 1, è a 15 minuti dal West End e dalla City. I trasporti hanno aperto Battersea al resto della città come destinazione turistica, commerciale e residenziale.

ristoranti indipendenti, tra cui il taiwanese BAO. In generale, l’offerta food è molto curata e accontenta tutti i gusti. Si trovano sia nomi già noti come Pret A Manger, Starbucks e Leon, che le novità come il bar Control Room B, il format creato da Inception Group, gruppo proprietario di molti famosi bar britannici (Mr Fogg’s, Maggie’s, Barts, The London Gin Club, n.d.r.). E ancora, c’è il ristorante Joia dello chef portoghese Henrique Sá Pessoa, la pizza nella formula “all you can eat” del Gordon Ramsay Street Pizza, il fast food orientale Itsu e i frutti di mare da Wright Brothers. Un mix diverso è stato scelto per il Circus West Village, l’area mixed use costruita nella fase 1 e inaugurata nel 2017. Qui ci sono marchi più piccoli come Fiume di Francesco Mazzei, Tapas Brindisa Battersea, Roti King di Sugen Gopal, Battersea Brewery, Vagabond Wines e Tonkotsu per citarne alcuni.

Nel merchandising mix sono presenti brand come Adidas, Lululemon, Nike, The Body Shop che hanno tutti grandi community, caratterizzate da un forte senso di appartenenza. È stata una scelta voluta?

Quando si lancia una destinazione di shopping come Battersea Power Station, è importante disporre di marchi internazionali con un forte seguito per contribuire a incrementare l’affluenza. Questi brand dispongono di database di grandi dimensioni da cui è possibile attingere per convogliare interesse sul sito. Abbiamo cercato di mescolare questi grandi marchi con negozi indipendenti più piccoli come CSD, specializzato in abbigliamento di lusso “pre-loved”, e Curated Makers, un format di retail collaborativo specializzato in oggetti di artigianato di oltre 40 piccole imprese locali.

Le food hall si stanno ritagliando un ruolo sempre più centrali negli shopping centre europei. È lo stesso anche a Battersea?

Il food è centrale anche nella Power Station e nella promenade dell’Electric Boulevard. All’interno dello shopping centre, in primavera aprirà l’Arcade Food Hall di JKS Restaurant, oltre 2.200 mq con tre

Abbiamo visto diversi brand italiani, ne arriveranno altri?

Siamo felici di avere marchi da tutto il mondo, inclusi gli italiani come Pinko, Venchi, Poke House e il ristorante Fiume. Rimangono solo poche unità disponibili nella Power Station e su Electric Boulevard. Non escludiamo che in futuro nuovi brand italiani possano prendere casa a Battersea.

In Europa si sta lavorando a grandi progetti mixed-use che mescolano retail, residenziale, uffici, strutture sportive/ricreative. È questa la “ricetta” che cambierà il volto delle città, soprattutto delle periferie, nelle grandi metropoli nel prossimo decennio?

I progetti ad uso misto sono decisamente cresciuti in popolarità, in particolare dopo la pandemia, quando le abitudini delle persone sono cambiate in modo significativo e le famiglie hanno iniziato a trascorrere più tempo nelle loro aree di residenza. Il concetto di quartiere di 15 minuti è nato seguendo proprio questa logica ed ispira anche il masterplan della Battersea Power Station, che ha ormai più di 10 anni e dimostra che eravamo lungimiranti. Gli ultimi anni sono stati difficili per il retail. I landlord devono sicuramente cercare nuove strade per evolversi e soddisfare le esigenze dei consumatori. Avere un’offerta così varia, in un unico posto, in una destinazione a uso misto, fornisce numerosi motivi per i consumatori per visitarla, che si tratti di fare shopping, mangiare, andare al cinema o a un evento, lavorare o vedere gli amici. Questo fa aumentare sia gli acquisti che il tempo di permanenza.

Dopo la pandemia, dal suo punto di vista, quali sono oggi le esigenze di tenant e landlord? Com’è il rapporto con gli “inquilini” di Battersea?

È importante collaborare. È questo l’approccio che adottiamo con i nostri partner. Riconosciamo che marchi diversi hanno modelli di business diversi e un approccio “taglia unica” non funziona. Ciò significa che adattiamo la durata e la tipologia dei contratti in base al tipo di occupante, così da accontentare entrambe le parti. La condivisione dei dati e la collaborazione a eventi e attività di marketing è una parte fondamentale del nostro modo di operare. Siamo orgogliosi di collaborare con alcune delle più grandi aziende del mondo, insieme a start-up indipendenti che hanno aperto il loro primo negozio o ristorante.

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In primavera è prevista l’apertura di Arcade, la nuova food hall

WESTFIELD STRATFORD CITY, IL GIGANTE DELL’EAST END

Abbiamo fatto “due passi” nel centro commerciale più visitato del Regno Unito. Come descriverlo in tre parole? Immenso, super-organizzato, attrattivo. Tra nuovi concept, partenze e ingressi ad effetto, gli spazi (molto ambiti) continuano a rinnovarsi e a trasformarsi, insieme alle abitudini dei consumatori. Ecco il nostro racconto

È tra le destinazioni urbane per lo shopping e il tempo libero più grandi d’Europa. Poco più piccola, ma più popolare, della “sorella” Westfield London (190.000 mq contro 236.000 mq GLA e qualche decina di negozi in meno), Westfield Stratford City è una vera e propria città nella città: cinque livelli con il retail concentrato nei piani 3 inferiori, l’offerta di ristorazione al primo, secondo e quarto livello e le attività leisure al quinto. Provando a riassumere: il centro offre oltre 200 store, 3 department store, 4 food court distribuite su tre piani, un casinò, 3 hotel, cinema con 17 sale e servizi di ogni genere. Come se non bastasse, dispone anche di una lunga promenade semi-coperta (The Street) con ristoranti, temporary food truck e ancora negozi. Il centro è stato costruito nella zona a Est della capitale inglese, in una delle periferie più “difficili” della Greater London interessata a partire dal 2007 da un vasto progetto di riqualificazione urbana a uso misto a opera dell’australiana Westfield (dal 2018 parte di Unibail-Rodamco-Westfield, con un portfolio di 78 centri commerciali in 12 Paesi) in vista delle Olimpiadi del 2012. Investimento totale: 1,75 miliardi di sterline. Cuore del vasto progetto di rigenerazione urbana, attuale e futuro, è proprio lo shopping centre. Che cosa abbiamo trovato?

Tanta affluenza, in un giorno feriale

Catchment area: 5,3 milioni di persone

Nel corso della visita di retail&food, mercoledì 28 febbraio alle 10 del mattino, erano già tante le persone che iniziavano ad affluire nell’area commerciale. Le tre grandi ancore (John Lewis, Marks&Spencer e Waitrose), i tavolini delle food court (tra cui un locale Amorino, vedi box), i caffè e i “nail bar” sparpagliati strategicamente tra un piano e l’altro cominciavano ad animarsi fino a toccare la massima affluenza all’ora di pranzo e nel pomeriggio. Il pienone, in un giorno feriale. Ma la cosa non ci stupisce: con un bacino di utenza di oltre 5 milioni di persone (Westfield London si ferma soltanto a 3) l’area commerciale di Stratford ha accolto nel 2017 ben 50 milioni di visitatori. E noi crediamo che, date le premesse e i lavori in corso, ritornerà presto a toccare quei numeri.

DOSSIER LONDRA | Centri commerciali
Foto: Westfield Corporation image library

Chi entra, chi esce e chi si espande

Tanti i nomi noti (lo store Apple spicca per il miglior design), ma non manca qualche novità: il grande punto vendita di Bershka ci ha svelato un lato high-tech che non conoscevamo e quasi non lo riconoscevamo, The Body Shop è dotato di un Activism Hub per partecipare attivamente alle campagne sociali e ambientali del brand, molto numerosi i punti vendita dedicati alla salute, al beauty e al benessere (Boots, Tony&Guy, Nars, dentisti, barbieri, istituti di bellezza e anche Kiko è presente). Tra i grandi cambiamenti in corso segnaliamo, invece, che il gigante di Inditex, Zara, sta per aprire a Stratford un nuovo spazio. I lavori sono già iniziati e lo store sarà al primo piano, accanto a Primark, sotto

un altro Zara pre-esistente. Non è ancora noto se i negozi si collegheranno o se opereranno in modo indipendente. Grandi novità anche per Primark che raddoppierà le dimensioni dagli attuali 2 piani a 4 (totale: 7.500 mq). L’espansione dovrebbe essere completata all’inizio del 2024. Dopo la chiusura temporanea della sede originaria del negozio, anche JD Sports si sposta e apre una nuova unità al piano seminterrato che

ca dei telefoni, concorsi a premi, esperienze “selfie”. Con un investimento di 10 milioni di sterline, a breve entrerà anche un nuovo concept firmato Gravity Active Entertainment, specializzato in parchi tematici con trampolini, piste di kart, gaming, pareti di arrampicata e campi da golf indoor. Ma il leisure di Stratford non prevede solo “effetti speciali”: durante la nostra visita abbiamo visto anche tanti tavoli da ping pong sparsi qua e là. “I retailers stanno investendo molto in esperienze phygital.La loro attenzione si è spostata dalla semplice generazione di vendite alla creazione di un senso di comunità e di maggiore connessione per i consumatori che fidelizza sempre di più al brand”, sottolinea il Ceo di URW Jean-Marie Tritant in una nota stampa. Ma molto altro è in arrivo. Intanto, come si legge nei risultati del 2022 di URW, la vacancy rate dei centri Westfield in UK è al 3,1%. Quasi sold out. E dopo aver comunicato i suoi numeri, al “gigante” di Stratford non restava che un solo grande annuncio da fare, in linea con il suo stile moderno e al passo coi tempi (nonostante abbia già compiuto 10 anni): l’apertura del suo account su TikTok.

si aggiunge a quella aperta nello spazio prima occupato da Topshop, chiuso nel 2020. Saracinesca abbassata da poche settimane anche per lo store Next. Tra i vari “coming soon” visibili nel centro, spiccano anche lo store di Claire’s (accessori e bigiotteria) e Under Armour, brand di abbigliamento sportivo, che è in arrivo a Stratford e contemporaneamente anche a Battersea, con un nuovo concept sportivo che coinvolgerà la grande community del marchio con allenamenti e prodotti innovativi. Senso di appartenenza e community sono al centro anche del nuovo store “tech driven” di Foot Locker (10.000 mq) aperto alla fine del 2022. Sono diverse le tecnologie introdotte per migliorare l’esperienza del cliente e ispirare le generazioni più giovani: postazioni per il gaming, ricari-

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Intorno alle 10 e 30 del mattino, orario di apertura, il centro ha iniziato ad animarsi. Nella foto: l’ingresso dal ponte che collega il Queen Elisabeth Park al centro commerciale A Westfield Stratford sono in arrivo nuovi brand, tra cui Claire’s e Under Armour.

Mille buoni motivi per entrare (e restare a lungo)

Nel corso della nostra visita, gli spazi vuoti erano molto pochi e interessavano soprattutto le grandi superfici. Il ridimensionamento delle insegne in questo momento è fisiologico, qualcuno entra con un nuovo concept, altri si allargano o si restringono. E i visitatori di Stratford stanno alla finestra, osservano i cambiamenti e nel frattempo continuando a vivere il mall a 360 gradi. Chi visita il centro è in grado di raggiungere molti obiettivi diversi: la spesa, la pausa pranzo, il soggiorno in hotel, la cena con musica live, il cinema, il bowling (il più grande della Gran Bretagna, of course…), il Casinò. Ma a fare la differenza sono soprattutto i ser-

vizi: tanti, utili, phygital e inclusivi. L’app del centro consente di esplorare già da casa migliaia di prodotti e offerte, aiuta a trovare il modo più rapido per raggiungere un negozio, creare liste della spesa personalizzate, ottenere sconti. I bambini sono particolarmente coccolati grazie a menu speciali (spesso gratuiti) studiati per loro nelle food court, alla presenza di un mini-club con personale specializzato, di spazi con giochi ecosostenibili, di una Parent Room che li accoglie per pisolini, giochi, intrattenimento, allattamento e aree relax, e alle Kiddy Cars, macchinine per “trasportarli” agilmente nel centro senza farli stancare, tra un negozio per bambini e l’altro (l’ultimo arrivato è lo store della catena Monsoon Children). Coccolate anche le automobili: chi arriva in macchina può lasciare le chiavi all’H2O Car Valeting, un servizio di rémise-en-forme per le quattro ruote realizzato nel tempo della visita. E ancora: una sala di preghiera multi-fe-

ESG: Westfield Stratford City ha ottenuto la certificazione BREEAM

Excellent e Very Good

Food: con quasi 100 locali

Nell’area del centro commerciale sono presenti 92 punti di ristoro suddivisi in 4 food court. La scelta è molto ampia: casual dining, vegani, halal, vegetariani, fast food. Almeno un terzo sono “kid-friendly”. Durante la nostra visita abbiamo provato la piccola catena Indi-Go Rasoi: concept moderno, servizio veloce, ottimo street food indiano. Impossibile elencare tutti i brand, citiamo qualche nome:

Great Eastern Market (piano seminterrato): Karaway, Pasta Remoli, Tap East (bir-

de, centri medici, lockers e guardaroba, palestre, autonoleggio, food delivery (abbiamo visto circolare diversi riders di Deliveroo), refill gratuiti di acqua potabile, postazioni per ricaricare il telefono gratuitamente, totem digitali per la ricerca rapida di servizi e store. Molto utile, perché al Westfield Stratford City (lo confermiamo anche noi di retail&food) perdersi è un attimo.

ra), The Hungry Bedouin, Umai by Japan Center.

World Food Court (primo piano, nella foto): Honi Poke, MrChew’s, Rasa, Neat Burger (vegano), Rosa’s Thai Cafè, Bababoom (kebab), Rithm Kitchen (caraibico), Chopstix, Amorino.

Fast Food Court (piano seminterrato): McDonald’s, Subway, Pizza Hut, Popeyes, North Fish.

The Street & Chestnut Plaza (piano terra esterno e secondo piano): Nando’s, Wahaca, Las Iguanas, Zizzi (italiano), TGI Fridays, Wagamama, Prosecco Caffè.

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la scelta non manca

Masterplan

Sviluppo totale area 2,83 milioni di mq

• 270.000 mq per spazi retail e leisure

• 613.000 mq per uffici

• 120.000 mq per 3 hotel

Trasporti e collegamenti

• € 170,3 milioni investiti da Westfield per i trasporti pubblici locali

• € 227 milioni di opere infrastrutturali gestite direttamente da Westfield

• 5.000 posti auto

• 800 posti bici

Strategici i trasporti pubblici

Dopo la visita a Battersea (vedi articolo a pag. 24), non ci sorprende che anche nel mega-progetto di Stratford City le infrastrutture e i trasporti pubblici abbiano avuto un ruolo centrale. Qui Westfield ha investito 170 milioni di euro per permettere alle persone provenienti da Londra e dai “suburbs” di raggiungere l’area. D’altronde, oltre che ai brand e alle ancore, bisogna pensare anche a un facile accesso e a trasporti adeguati che, come in tutte le grandi metropoli internazionali e moderne, non prevedono soltanto l’uso dell’auto. Oltre a 800 aree di sosta per le

RISULTATI DI GRUPPO OK:

I RICAVI DAGLI AFFITTI TORNANO SOPRA I 2 MILIARDI

Unibail-Rodamco-Westfiled ha archiviato il 2022 con vendite totali, da parte dei tenant, al 103% rispetto al 2019 e ricavi derivanti dagli affitti che ormai si attestano al 97% rispetto allo stesso periodo. Questa voce ha generato 2,22 miliardi di euro, in aumento del 29,1% sul 2021. A parte uffici e segmento “convention”, la fetta principale arriva dagli shopping center, con circa 2,02 miliardi (+24% sul 2021). Il tasso di vacancy nei centri commerciali si è ridotto al 6,5%. Sulla buona strada è anche il footfall dei centri commerciali (90% sul 2019), superando la media dei centri in UK. Per quanto riguarda i ricavi dalle partnership commerciali, il bottino di Straford per il 2022 è un +58% rispetto al 2021. “URW ha archiviato risultati eccellenti, che confermano sostanzialmente la fine degli effetti negativi del Covid

biciclette (altri 300 sono stati aggiunti nel periodo Covid) e a 5.000 parcheggi auto (con servizio di “smart parking” per prenotare il posto da casa), Stratford dispone, infatti, anche di un efficiente sistema di trasporti che collega la City e i 30 distretti della Greater London. Per la nostra visita, abbiamo preso la metropolitana Central Line, ma la stazione di arrivo è servita anche dalla “tube” Jubilee, da 4

linee del servizio ferroviario urbano, dalla stazione di Stratford International e dalla metropolitana leggera. Uno snodo ferroviario con circa 14 milioni di passeggeri all’anno, più della centralissima Victoria Station. Un “drive-to-store” naturale, studiato già in fase di progettazione. Quanto siano importanti i trasporti per URW si evince anche dal mistero che aleggia intorno alla costruzione del titanico centro commerciale Westfield Milano a Segrate (1,4 miliardi di investimento), bloccato nel 2020. Mentre il progetto è ancora in dubbio, la Unibail-Rodamco-Westfield prosegue nella realizzazione delle opere infrastrutturali collaterali per connettere l’area, come la Cassanese Bis, e la nuova Stazione Alta Velocità di Segrate e il prolungamento della linea M4 da Linate. Gli oneri previsti dal Gruppo nei confronti del Comune di Segrate per la loro realizzazione sono di 55 milioni di euro.

sulle attività” ha commentato l’amministratore delegato del gruppo, Jean-Marie Tritant. “In modo particolare, le vendite dei tenant e gli incassi derivanti dagli affitti sono tornati a livelli pre pandemia. La nostra strategia di leasing ha riportato una quota consistente di contratti a lungo termine a livelli di canone più alto, ma abbiamo anche tratto beneficio dalla concessione di canoni legati alle vendite

NUMERI IN EVIDENZA

(sales based rents) e dall’indicizzazione. Inoltre, la forte crescita dei ricavi derivanti da partnership commerciali mostra come sia sempre più cruciale generare ricavi aggiuntivi grazie a un’attenta profilazione dei clienti dei centri. Questo è accaduto specialmente in Europa dove abbiamo lanciato Westfield Rise, la nostra società di media advertising in-house”.

Sotto tabella con titoli:

Al 103% sul 2019. Salute e Beauty +11%, Sport +15%, Abbigliamento -5% e Intrattenimento -12%

+25% sul 2021 in Europa Continentale, +21% Uk

Al 9,4% in Europa Continentale, al 3,1% in Uk

Hanno raggiunto 441 milioni di euro (+6,2% su 2021)

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TENANTS
VACANCY RATE CANONI
MINIMO GARANTITO
VENDITE DEI
RICAVI DAGLI AFFITTI
DA
Una veduta di “The Street”, la promenade semi-coperta, con negozi, ristoranti hotel, che attraversa il centro

AMAZON FRESH “JUST WALK OUT”, CHE FLOP…

A Londra, sotto l’occhio vigile di sensori, visori e tecnologia deep learning, abbiamo visitato uno degli store senza casse della big tech americana. Divertente, ma non tutto ha funzionato come previsto. Intanto, il colosso frena sulle nuove aperture

Partiamo dai ringraziamenti. I cioccolatini offerti da Amazon Fresh (a sua insaputa) sono stati molto graditi. Hanno addolcito il malumore esploso durante la visita allo store londinese del gigante americano dell’eCommerce. Non tutto, infatti, è andato secondo i piani. Ma andiamo con ordine. Siamo entrati nel punto vendita Amazon Fresh “Just Walk Out” di Kensington, a Londra, il 28 febbraio alle 10,30 del mattino. Lo store si trova in Kensington High Street, una delle vie dello shopping più frequentate dai londoners e a pochi passi da altri grandi store di generi alimentari come Whole

Food (sempre di Amazon), Marks&Spencer Food, Waitrose e Holland&Barrett. Per una spesa veloce in zona, quindi, la scelta non manca. Prima di entrare, abbiamo scaricato l’app inglese (quella italiana non è abilitata al servizio in-store) e inserito il metodo di pagamento: una carta di credito Visa. Dopo aver seguito le istruzioni del sito, in pochi minuti abbiamo ottenuto il QR che permette l’accesso al negozio attraverso un lettore a infrarossi. Il tornello si è aperto immediatamente. Inaugurato a marzo del 2022, questo punto vendita ha una superficie di circa 400 mq. Quello che colpisce subito è che è vuoto: oltre a noi, abbiamo contato solo due clienti e 5 addetti agli scaffali. All’ingresso, ci ha accolti un’area fai-da-te per colazioni e “coffee to go”. Nessuno, neanche qui. Una volta usciti dal negozio, a metà mattina, è bastato fare pochi passi per notare diverse persone in coda all’immancabile Pret a Manger. Ma torniamo alla nostra visita.

pag. 32
di Paola Oriunno
MISTERY | Non-Food

La novità introdotta da Amazon nei suoi negozi Fresh e Go (ma attiva anche in due store Whole Foods) è una tecnologia “senza casse” sviluppata dalla big tech e mai vista prima. Una rete di telecamere e sensori posta sul soffitto del locale permette di tracciare i prodotti prelevati dagli scaffali e di fare automaticamente il conto all’uscita, accreditando tutto sul proprio account.

In questo store è l’unico metodo di pagamento previsto, ma nei giorni della nostra visita scopriamo che due store londinesi (Croydon e Monument) hanno introdotto anche il pagamento con casse tradizionali. La nostra uscita, invece, è… “magica”. E non è prevista neanche la possibilità di pagare con una carta di credito “fisica”, come in un supermercato nostrano, oppure con (eresia!) i contanti. Qui si entra con un QR e si esce “quasi” come ladri. Piacevole lo spazio, ben organizzato e luminoso (luce a favore di telecamera, per guardarci meglio). L’assortimento dei prodotti è piuttosto limitato: c’è il minimo indispensabile per una spesa essenziale. Il locale ha 4-5 corsie, ognuna con una dozzina di scansie, e offre poco di tutto, anche frutta, verdura fresca. Nello store è presente anche uno sportello Amazon Hub, punto di ritiro o consegna dei prodotti, sia Amazon Fresh che Amazon tradizionale. Particolarmente assortita e organizzata è l’area “meal deal”, con pasti pronti, freddi e caldi, e zona “bakery”: i deal vanno dalle 3 alle 4 sterline, decisamente conveniente in una città come Londra. Noi abbiamo comprato una confezione di ovetti di cioccolato e un sacchetto brandizzato per un totale di 3 sterline e 50. Con un po’ di timore ci avviciniamo al gate di uscita che magicamente si apre. Al “grande fratello” non è sfuggito niente.

Il gioco è fatto. Una volta usciti dallo store, controlliamo l’app e le mail. Nessuna notifica. Il conto arriverà dopo un’ora abbondante, quando eravamo già lontani (vedi foto). Sembrerebbe tutto regolare: il conto è corretto. Tiriamo un sospiro di sollievo fino a quando, dopo un’altra ora, arriva una nuova notifica: la carta di credito non è stata accettata. Dopo diversi tentativi via smartphone, torniamo nello store di Kensington. Per fortuna, oltre a svariate telecamere, ci sono anche diversi commessi. Esponiamo il problema e ci viene risposto: “Riprovate domani mattina, ci vuole un po’ di tempo per chiudere il pagamento”. Fiduciosi che il giorno dopo avremmo risolto, salutiamo il gentile commesso (con l’aria di chi dà quelle spiegazioni più volte al giorno) e andiamo via. Il giorno seguente, il problema si ripresenta. La nostra carta, una Visa già nota ad Amazon e utilizzata quotidianamente, non viene accettata dal sistema “Just Walk Out”. Torniamo in negozio per la terza volta, premiamo il pulsante “Need help?” e ci viene in soccorso il manager. Chiediamo il “refund”, come previsto dal servizio. Il responsabile dello store prova

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Gli store Amazon Fresh hanno uno sportello “Pick up & Returns” per il ritiro della spesa e dei pacchi di Amazon All’interno del negozio, sul soffitto, sono visibili i sensori e le telecamere che identificano il cliente e monitorano i suoi acquisti. Nello store non sono presenti le casse, neanche quelle automatiche
Arriva il conto (e arrivano anche i problemi)
La spesa sotto l’occhio attento delle telecamere

ad avviare lo storno dal nostro smartphone ma qualcosa non va. La procedura non funziona. Sbuffa, riprova. Niente da fare. Amazon non riconosce i nostri acquisti. Anche lui, come il collega, non sembra stupito, probabilmente è già successo. Impossibile pagare, impossibile stornare gli ovetti di cioccolato, cosa si fa? “It’s okay, don’t worry, enjoy your sweets! Bye!”. Ci saluta così, con un sorriso, il manager.

OK l’automazione, mancano le tre C

Alcune testate internazionali hanno definito l’avventura iper-tecnologica di Amazon “una soluzione a un problema che non esiste”. In questo momento i sensori, le telecamere e l’app sono un bel giocattolo che può funzionare per una visita o due, ma ha costi molto alti e non risolve e non migliora l’esperienza dei consumatori a caccia di offerte, varietà, prezzi convenienti. L’automazione robotica e l’intelligenza artificiale hanno già preso piede a livello globale nella gestione del magazzino, nella supply chain, l’ordinazione di cibo e il checkout della spesa. Non tutte le soluzioni automatizzate, tuttavia, si stanno dimostrando apprezzate dai clienti o redditizie per i rivenditori. Tanto che anche Amazon in queste settimane ha rivisto i suoi piani di sviluppo retail e ha chiuso alcuni store. “Che sia una fase scontata di riorientamento di un business in costante crescita fino a poco fa o un ripensamento dovuto all’equilibrio finanziario o al gradimento insufficiente da parte dei consumatori, il discorso cambia poco”, ha scritto Mario Sassi nel suo blog (www.mariosassi.it). “Nello specifico del retail è chiaro che Amazon Go necessita forti investimenti in risorse umane e di gestione e che la tecnologia

Battuta d’arresto per l’avventura retail di Amazon, chiudono 9 store

La tecnologia “Just Walk Out” è stata sviluppata da Amazon e introdotta per la prima volta negli Stati Uniti nel 2018 nel primo store fisico di Seattle. Dopo quel debutto, sono stati aperti 28 store negli Usa (Amazon Go) e 19 nel Regno Unito (Amazon Fresh). Il gigante del commercio elettronico pensava in grande, pianificando il lancio di 260 supermercati “cashierless” in tutto il Regno Unito entro il 2025. Ma negli ultimi mesi l’espansione retail ha subito una battuta d’arresto, a partire dagli Usa dove 8 negozi americani, ha dichiarato la società, saranno presto chiusi. “Come qualsiasi rivenditore fisico, valutiamo periodicamente il nostro portafoglio di negozi”, ha dichiarato la portavoce Jessica Martin. “In questo caso, abbiamo deciso di chiudere alcuni negozi Amazon Go a Seattle, New York City e San Francisco”. È recente, inoltre, la notizia della chiusura dello store inglese a Dalston, dopo due anni

nel punto vendita di per sé non porta a un aumento delle vendite. Occorre sempre considerare che un negozio fisico è in equilibrio se i clienti lo scelgono per la qualità e per la convenienza che propone. La tecnologia resta uno strumento importante ma aggiuntivo alle famose tre C: contenuto, convenienza e comunicazione”, dice Sassi.

dall’apertura, e quella delle 68 sedi Amazon Books negli Usa. Oggi la big tech combatte l’aumento dei costi e assiste a un calo degli utili. Nel 2022 ha registrato una perdita netta di 2,722 miliardi di dollari (2,49 miliardi di euro) nel 2022, in calo rispetto all’utile di 33,364 miliardi di dollari (30,525 miliardi di euro) del 2021. I ricavi, invece, hanno raggiunto i 513,983 miliardi di dollari (470,25 miliardi di euro), con un aumento del 9,4% rispetto ai 469,822 miliardi di dollari (429,846 miliardi di euro) dell’anno precedente. L’aumento dei costi per Amazon ha fatto salire le spese operative del 12,8% a 501,735 miliardi di dollari (458,821 miliardi di euro), soprattutto per quanto riguarda vendite, logistica, tecnologia e marketing. La big tech ha quindi annunciato 18.000 licenziamenti, pari al 6% della sua forza lavoro. Un bel colpo per l’azienda. Per fortuna, durante la nostra visita in incognito nello store londinese “Just Walk Out”, il personale (tranne alle casse, che non esistono) non mancava. Anzi, abbondava. Un bel paradosso.

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L’uscita dello store è senza casse. La tecnologia di Amazon riconosce gli acquisti e apre automaticamente il gate

AL MANTOVA VILLAGE ESORDISCE IL NUOVO BRAND DI RENATO BOSCO

Land of Fashion punta ad alzare la qualità dell’offerta food con la pizzeria gourmet dello chef veronese. Operazione condotta insieme a F Retail e Lifestyle

Il mese scorso, all’interno del Mantova Village di Land of Fashion Outlet Management, è stato inaugurato il primo locale di un nuovo format della ristorazione: la “bakery pizza” a nome Renato Bosco – Le forme del sapore. Nome che deriva direttamente dal noto pizzaiolo veronese, classe 1967, apprezzato ricercatore del mondo dei lievitati e già ispiratore del brand Saporè. Per Land of Fashion, l’operazione rientra in una strategia di diversificazione, ma soprattutto di innalzamento della qualità dell’offerta. Un piano che passa anche per l’attenzione al concetto del “village”, che prova a sostituire quello del comune “outlet” nel messaggio da passare ai consumatori. “L’apertura del nuovo food concept conferma quanto il portfolio dei villaggi di Land of Fashion rappresenti la naturale destinazione per offrire esperienze di grande valore” ha commentato l’amministratore delegato della società, Benedetta Conticelli

Primo obiettivo, 15 aperture

Il nuovo punto vendita, il primo della catena, è stato creato con il supporto della riminese F Retail, fondata da Mario Esposito. La società laziale Lifestyle, dei fratelli Luca e Andrea Pagliai, figura invece come master franchisee del brand, per ora nel canale outlet e nel Lazio, Toscana e Umbria. L’obiettivo indicato dai promotori è di raggiungere le 15 aperture nel giro di 5 anni, alcuni in gestione diretta, altri in affiliazione, e le pizzerie-gourmet di Bosco potranno assumere tre formati diversi tra loro: il primo nella tradizionale veste “bakery”, con colazione, una seconda tipologia del tipo “cruncheria” e un terzo dotato di una sala degustazione, che si presta a una fruizione meno veloce, più idonea a essere sviluppata nei centri città.

“Noi siamo franchisee classici, abbiamo iniziato negli anni ‘90 con un negozio Terranova, poi dal 2008 siamo diventati multibrand e oggi abbiamo in gestione una quindicina di negozi, suddivisi per 10 brand. Diventare master franchisee per questo progetto è stato un passaggio importante, che non ci siamo lasciati sfuggire” raccontano i fratelli Pagliai di Lifestyle. Oggi la società gestisce negozi, tra Lazio e Umbria, di Tally Weijl, Piazza Italia, Terranova, OVS, Stefanel, Mango, Coincasa, Equivalenza, Ham Holy Burger.

“Il nuovo format di Renato Bosco, in realtà, può andare ovunque. Le aperture avvengono per opportunità o per strategia. In questo caso, visto che siamo vicini alla sua Verona, volevamo portare a Mantova un nome noto nella zona” ragiona Mario Esposito di F Retail. “In questo momento nel food c’è ancora molto fermento e c’è fame di nuovi format. La formula prediletta è basata su formati veloci, con servizio leggero, anche se noi sulla qualità non negoziamo. Quanto ai canali, travel e centri città sono i più intonati. I centri commerciali, se si escludono quelli di livello medio-alto, vanno in effetti più a rilento”. Tra le nuove iniziative segnalate da F Retail, c’è il progetto per portare un punto di ristorazione firmato dallo chef Antonino Cannavacciuolo all’aeroporto di Malpensa.

LFM: 2022 a +25% e crescita a doppia cifra sul pre-Covid

Gli outlet di Land of Fashion hanno registrato, nel 2022, un livello di vendite a +25% rispetto all’anno precedente. Il dato è emerso durante l’inaugurazione del nuovo format di ristorazione Renato Bosco-Le forme del sapore. “Ha contribuito molto al risultato positivo l’intenso piano di aperture messo a segno lo scorso anno, con 25 nuove opening nel solo ultimo trimestre” ha precisato Benedetta Conticelli, Ceo di Land of Fashion Outlet Management. “Con le vendite 2022 abbiamo ripreso i livelli pre-Covid. E l’andamento si sta confermando in questo inizio di 2023: nei primi due mesi registriamo una crescita in doppia cifra, verso lo stesso periodo 2022 e persino verso il primo bimestre 2019” ha aggiunto Conticelli. Land of Fashion gestisce gli outlet Franciacorta Village (BS), Valdichiana Village (AR), Mantova Village (MN), Palmanova Village (UD) e Puglia Village (BA), per un totale di circa 150.000 mq di GLA e oltre 600 marchi.

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A.L.
NUOVI Format
“Ancora fermento nel food”
Da sinistra, Luca Pagliai, Mario Esposito, Benedetta Conticelli, Renato Bosco, Andrea Pagliai.

PROSECCO BAR: FORMAT RODATO, FOCUS SUL TRAVEL

Tagliato il traguardo delle trenta location, con altre cinque aperture in vista, tra cui Praga. “Puntiamo a una crescita ragionata, prima viene la qualità” racconta il presidente Sandro Bottega. Restano strategici aeroporti e stazioni

Ci sono sempre più bollicine di prosecco in giro per il mondo. Specialmente nei principali luoghi del travel. Sono le bollicine della famiglia Bottega, storica azienda produttrice di vini, liquori e distillati, che nel 2014 ha lanciato il formato “Prosecco Bar”, con esordio iniziale su una nave Cinderella del gruppo Viking. Da quella volta, pur passando in mezzo alla crisi Covid, i bar sono diventati trenta: dagli aeroporti di Malpensa e Fiumicino fino a Dubai, passando per il Rooftop bar londinese di Bokan, l’Anchor Gate Hotel di Tokyo, per finire con una delle ultime aperture, quella all’aeroporto internazionale di Istanbul. “Per noi il travel ha un’importanza strategica e il bar nello scalo della capitale turca riveste un peso enorme, sia come fatturato sia come immagine, considerando che si trova proprio nel mezzo degli high street brands,

come Dior, Bulgari e Gucci” racconta Sandro Bottega, presidente di Bottega Spa, in questa intervista a retail&food.

Iniziamo dai numeri. Come si chiude il bilancio 2022 e quali sono le previsioni per l’anno in corso?

Nel 2022 abbiamo registrato 86 milioni di ricavi sul versante del prodotto, cui vanno aggiunti 25 milioni dai bar. Un ottimo risultato, che non mi sarei aspettato. Ma abbiamo lavorato sodo. Per il 2023 mi aspetto una crescita ulteriore, diciamo entro il 5-10%, potremmo arrivare a 9095 milioni di fatturato, sempre esclusa la ristorazione. La nostra azienda, però, non è tanto concentrata sui numeri, quanto sul posizionamento. Non perseguiamo una crescita rapida, ma un ritmo sostenibile, che non vada mai a scapito del livello del servizio e della qualità.

pag. 36 | retail&food | Aprile 2023
A.L.
BRAND | Analisys
Sandro Bottega, presidente di Bottega spa

Quali sono i tratti principali del piano di nuove aperture?

Abbiamo tante operazioni in cantiere. Apriremo senz’altro a Praga e in altre cinque location importanti nel corso dell’anno. Chiaramente il travel, per noi, ha una valenza strategica, come anche gli hotel di fascia alta. Cerchiamo location dove il nostro format possa essere unico, non entrare in concorrenza con qualcosa che già esiste.

High street e centri commerciali?

Dipende sempre dal contesto. Non abbiamo preclusioni, ma va sempre conservato il concetto espresso in precedenza. Non aprirei mai in una prime location già presidiata da un’altra catena, pensiamo per esempio a un Vino Volo negli Stati Uniti.

Con quale formula avverranno le prossime aperture nel travel?

Noi operiamo in franchising, appoggiandoci ai grandi partner di mercato, che sanno fare bene il loro lavoro. Il nostro mestiere è piuttosto creare format. Quindi non parteciperemo mai direttamente a gare.

Qual è il profilo della vostra clientela?

Un posizionamento medio alto, con una certa predisposizione al mondo femminile. Siamo comunque molto trasversali, proprio come la cucina italiana e il Prosecco.

E rispetto al prodotto?

Per quanto riguarda i vini, nei bar serviamo esclusivamente bottiglie “di casa”, prese da una delle nostre cinque cantine o dalla distilleria di whisky costruita da poco. Una nostra caratteristica è che non serviamo mai un calice da solo, ma sempre accompagnato da stuzzicherie varie. Vogliamo insegnare a bere nel modo giusto, con il giusto accompagnamento, e questo avviene sia per le bollicine, sia per un Amarone, un Brunello e così via. Anche per questo curiamo molto la formazione del personale, che deve saper consigliare i clienti. Non c’è bisogno di essere esperti alla Masterchef, ma saper abbinare un cibo al vino è importante.

Avete in mente altri format?

No. Il format resta questo, anche in futuro. Prosecco Bar è nato con una mission definita e pensiamo che l’efficienza si ottenga con la specializzazione e con la qualità.

Parliamo dell’azienda. Cambiamenti in vista sul fronte del capitale?

Risposta negativa, anche su questo. L’azienda è in mano al 100% alla famiglia Bottega e per ora non siamo interessati ad aprire il capitale.

Avete introdotto su alcune etichette l’invito “responsabile” al consumo massimo di due calici al giorno. Fa parte del vostro impegno in Esg?

È un impegno che va avanti da trent’anni. Le nostre imprese sfruttano moltissimo il fotovoltaico, che in primavera ed estate copre il 100% del nostro fabbisogno. Sfruttiamo anche la geotermia e le pompe di calore, per le bottiglie utilizziamo solo vetro riciclato per almeno il 50% e solo vernici ad acqua, confezioniamo solo cartoni certificati Fsc e organizziamo anche attività nelle scuole. Solo per citare alcuni dei nostri impegni.

Tanti scali in portafoglio

Le recenti aperture di Bottega Prosecco Bar si sono concentrate sul travel. Lo scorso luglio è atterrato a Londra Stansted, in collaborazione con l’operatore SSP, tra i leader mondiali, presente in 35 Paesi. Sempre SSP si è occupata dell’apertura allo scalo di Birmingham. Nel 2021, insieme a Grandi Stazioni, era arrivato alla stazione Centrale di Napoli. Il punto vendita all’aeroporto Marco Polo di Venezia è gestito da Lagardère Travel Retail. I bar si trovano anche all’aeroporto di Bologna, Dubai, Fiumicino (aperto nel 2019 con Autogrill), Malpensa (aperto nel 2016 con Chef Express).

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“CATENE E BOTTEGHE STORICHE, A MILANO C’È SPAZIO PER TUTTI”

Incontro con Alessia Cappello, assessora per il commercio del capoluogo lombardo. Da NoLo a Porto di Mare, avanzano i nuovi quartieri. Ma anche in centro non mancano opportunità. Linea morbida sui dehor di Adriano Lovera

Milano corre veloce. Criticata, per il caro-affitti e per la vita a “due velocità”, ma sempre saldamente cuore economico del Paese. L’ultima rilevazione Confimprese-Jakala registra consumi in aumento da inizio anno, in città, in controtendenza con la media regionale. L’ultima Fashion Week ha portato il 15% di stranieri in più, con un indotto complessivo di 70 milioni in pochi giorni. E poi, ci sono i grandi brand, che fanno a fare per accaparrarsi gli spazi commerciali disponibili. Da End Clothing a Primark, da Chanel a Vuitton, da Jordan (Nike) a Primark, passando per Rituals, è sempre nutrito l’elenco delle insegne che desiderano posizionarsi all’ombra della Madonnina. O tutt’al più verso corso Buenos Aires. E quando un brand internazionale decide di sbarcare in Italia, questo è il primo punto. Un vanto, anche per l’amministrazione locale, che evidentemente riesce a preparare il “terreno” nel migliore dei modi.

Alessia Cappello è Assessora allo Sviluppo economico, Politiche del Lavoro e Commercio del Comune di Milano Giovane, nata nel 1985, origini vicentine, si è trasferita a Milano a 18 anni. E dopo anni di esperienze in azienda (tra cui L’Oreal e Luxottica), dall’autunno 2021 ricopre l’incarico in Giunta. L’abbiamo intervistata sul clima che si respira in città, sui nuovi progetti, sul commercio e sullo shopping.

La fine del 2022 è stata difficile, tra inflazione e consumi in bilico. In città, comunque, la ripresa rispetto al periodo buio del Covid è ormai consolidata. Qual è la sua sensazione circa le attività commerciali?

La ripresa è senz’altro in atto. Ma il commercio affronta un’epoca di cambiamento, per alcuni tratti complicato, che in modo particolare ha colpito le piccole attività. Queste, prima della pandemia,

vivevano con un certo timore l’avvento del digitale. Poi il Covid ha funzionato da acceleratore e ha fatto comprendere che tecnologia e innovazione vanno cavalcate come opportunità, per crescere e per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori, che nel frattempo sono cambiati. Oggi l’utente svolge tante operazioni tramite il cellulare, compresa la spesa. Allo stesso tempo, è allettato dalla possibilità di sfruttare i negozi di vicinato. Lo dimostrano gli investimenti messi in campo, su questo fronte, da tante sigle della GDO. In più, l’eCommerce pone questioni di logistica, che vanno governate a dovere. È uno scenario in evoluzione, ma promettente.

Ci sono quartieri in profonda trasformazione. Da Cascina Merlata a Porta Romana, dalla dorsale Buenos Aires-Loreto, fino a Porto di Mare, si progettano zone nuove o rinnovate, che rispondono alla filosofia della “città in 15 minuti”. È questo il futuro di una città come Milano?

La “città in 15 minuti” è stato un elemento cardine della campagna elettorale del sindaco Sala ed è un concetto che continuiamo a sostenere. Mi pare che sia la traiettoria seguita dalle grandi capitali europee. Andiamo a riqualificare dei quartieri portando i servizi che oggi mancano, favorendo la nascita di nuovi spazi aggregativi o sostenendo iniziative di riqualificazione o rilancio delle piccole imprese. Su questo tema abbiamo lanciato 4 bandi appositi, che hanno proprio l’obiettivo di favorire il commercio, l’artigianato o l’iniziativa imprenditoriale fuori dalla cerchia del centro e che si chiamano, non a caso, “Prossima impresa”, “Milano in 15 minuti”, “Crowdfunding civico” e “Scuola di quartieri”, per un totale di quasi 5 milioni di euro tra fondi del Comune, europei e della Camera di Commercio.

Più ancora di Roma, il capoluogo lombardo è il punto d’approdo prediletto di tanti marchi stranieri, della moda o della ristorazione, che partono da Milano per sondare il mercato italiano. Si dice, nel settore, che se un’attività ingrana a Milano, allora si può esportare nel

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COMMERCIO | Intervista
Courtesy Guido Stazzoni

resto del territorio. Qual è il ruolo dell’amministrazione?

Gli investimenti sono decisi dai privati, noi cerchiamo di far trovare un terreno ideale. Per esempio, abbiamo cercato al massimo di snellire alcuni passaggi, creando una Direzione apposita che si occupa solo di autorizzazioni per tutto ciò che non è di rilievo urbanistico, dalle licenze di somministrazione all’occupazione del suolo pubblico, con tante procedure come la Scia che si possono svolgere in digitale. Quando il rapporto con i privati è buono, arrivano risultati magari piccoli, ma significativi, come la recente apertura dell’ex garage Traversi, diventato uno store di Luis Vuitton, dove la maison ha investito per rifare le aiuole adiacenti piazza San Babila.

Gli spazi commerciali del centro, a partire dalla Galleria o via Torino, sono sempre molto ambiti dai brand. Milano presenta ancora tante opportunità?

Il centro non è ancora saturo. Gli spazi sono gli stessi ma c’è un ricambio frequente di insegne, dunque anche in futuro non mancheranno opportunità. È anche vero, di contro, che noi lavoriamo per far vivere tutta la città e tutti i quartieri. Basti pensare a via Paolo Sarpi oppure a NoLo (nord Loreto), dove la riqualificazione delle strade viene sempre seguita dall’insediamento di nuove attività, che spesso riescono a conservare alcune caratteristiche specifiche del luogo. E c’è ancora tanto lavoro da fare. Nei prossimi mesi, e anni, si vedrà il nuovo volto del Giambellino, del mercato di Lorenteggio, degli scali ferroviari oggi in disuso, a partire da Farini.

Si diffondono sempre di più le catene di negozi e ristorazione che replicano format uguali e riconoscibili. Un punto di forza, per alcuni. Un appiattimento, secondo altri, che intravedono il rischio di centri città “fotocopia” in giro per il mondo. Qual è la sua opinione?

Occorre trovare il giusto equilibrio. Le catene rappresentano un’opportunità. Quasi sempre sono controllate da proprietà che dispongono di capitali ingenti da investire, dunque sono le prime che aiutano il commercio a vivere e ripartire, come accaduto dopo il Covid. Rispetto al rischio di omologazione, il Comune è impegnato a salvare il commercio tradizionale, in modo particolare le “botteghe storiche”, quelle attive da almeno 50 anni, per cui è stato creato nel 2004 un apposito Albo. C’è spazio per entrambe le formule.

Veniamo a una questione specifica: i dehor. Durante la pandemia hanno invaso la città. Ma forse si è esagerato. A che punto siamo?

Tra 2020 e 2021, ci siamo trovati di fronte al raddoppio degli spazi esterni degli esercizi pubblici: da 80mila mq a circa 160mila. E in quella fase è stato giusto favorire il più possibile le attività, eliminando le tasse e le imposte dovute (Tosap e Cosap). Nel 2023 siamo tornati a regime rispetto ai pagamenti, mentre sulla possibilità di allestire tavolini all’esterno il Consiglio comunale ha mantenuto la più alta flessibilità e questo è stato gradito dagli esercenti. C’è stata solo una stretta sull’occupazione di aree verdi, le cui au-

torizzazioni vengono rilasciate solo tra marzo e ottobre.

Veniamo a corso Buenos Aires e alla sua pista ciclabile. Secondo i commercianti toglie spazio per i parcheggi e finisce per rendere lo shopping più difficoltoso. Come finirà?

Ragionando insieme, troveremo un accordo. La Giunta promuove la mobilità dolce, naturalmente comprendiamo il desiderio di mantenere il proprio giro d’affari. Guardando ad altre esperienze, sia in città sia altrove, le piste ciclabili o pedonale possono creare un contraccolpo iniziale, ma sul medio-lungo periodo hanno sempre comportato un aumento dei passaggi e delle vendite. Non una diminuzione.

Piccoli appunti personali. L’assessore Cappello fa shopping nelle vie cittadine o al centro commerciale?

Cerco di risolvere la maggior parte delle commissioni nei negozi di quartiere, o vicino a casa, o vicino all’ufficio. Prediligo l’esperienza diretta della boutique, ma sfrutto molto l’online o per gli acquisti “pesanti”, penso alle bevande, oppure per quei capi di abbigliamento ripetitivi, che ormai non ho bisogno di provare. Su questo, l’eCommerce dei grandi marchi funziona bene. Sui centri commerciali, ammetto, li frequento poco.

L’eCommerce si lega al tema dibattuto dei “rider”. Anche Milano è ormai piena di ciclofattorini, a servizio delle app più diffuse. Qual è la sua posizione?

Il delivery è una parte del mercato dell’eCommerce che incontra l’interesse reciproco di consumatori e ristoratori. Io personalmente lo sfrutto poco, preferisco sempre uscire in compagnia al ristorante. Ma come amministrazione, siamo costantemente in contatto con gli operatori, sia quelli aderenti a Assodelivery sia gli indipendenti. Non possiamo entrare nel merito della contrattazione e dei rapporti di lavoro, ma stiamo lavorando ad alcune attività di formazione a favore dei loro collaboratori, soprattutto per quanto riguarda il codice della strada e la conoscenza dell’italiano.

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Il nuovo flagship store di Vuitton, in piazza San Babila; Giorgio Armani in Galleria Vittorio Emanuele e il nuovo Primark, in via Torino

INFLAZIONE E CARO ENERGIA NON FRENANO LE APERTURE

Nonostante l’incertezza del 2022, le insegne non hanno rinunciato alle nuove location. Abbiamo tracciato una breve mappa. Balzo di Pizzium, niente exploit per California Bakery, corre il gruppo Teddy

A stendere un comunicato e annunciare al mondo un piano di nuove aperture, si fa in fretta. Discorso diverso è dar seguito ai proclami. Certo, nell’industria le incertezze sono dietro l’angolo, che si tratti di ristorazione, abbigliamento, convenience store o qualsiasi altra categoria. L’anno scorso era stato caratterizzato dalla fiammata dei prezzi dell’energia, poi in parte rientrati, e dall’inflazione che ha galoppato sopra l’8%. Variabili che hanno messo a rischio i consumi delle famiglie. Questa situazione ha senz’altro influito sulle catene retail. Anche se, bisogna ammetterlo, i piani di aperture si programmano su un periodo di medio-lungo termine e non sono, o non

dovrebbero, essere direttamente collegati alla contingenza. Come si sono comportate le catene italiane? Per restituire uno scenario abbiamo effettuato un rapido esercizio, di sicuro non esaustivo, ma in qualche modo sintomatico. Abbiamo esaminato i comunicati stampa di alcune aziende che, tra la fine del 2021 e la prima metà del 2022, avevano annunciato una serie di aperture, e siamo andati a vedere quanto sia stato rispettato. In generale, il risultato è stato buono. Ci sono alcune insegne che hanno centrato l’obiettivo, altre che devono accelerare, poche che l’hanno sparata un po’ grossa. Andiamo, per non scontentare nessuno, in ordine alfabetico.

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A.L.
RETAIL | Sviluppi

marzo del 2021 entrava nell’orbita di TEN Group, dell’imprenditore ligure Gabriele Volpi. Certo la catena non ha perso posizioni, la qualità del menù è rimasta intatta e qualche operazione è andata a buon fine. Il brand ha anche diversificato i canali ed ha messo un piede all’interno del Designer outlet di Serravalle (McArthurGlen). Eppure, due anni fa, era stato prospettato un obiettivo ambizioso, ossia arrivare a regime a 60 location, suddivise per metà in gestione diretta e per metà in franchising. Proprio l’affiliazione pare sia stato il tassello mancante. Oggi,

Food: proseguono gli investimenti

Tra i brand che maggiormente si sono impegnati in piano di crescita, ci sono naturalmente le catene di ristorazione. Vediamone alcune. Tra le più diffuse, come numero, c’è senz’altro La Piadineria, marchio controllato dal private equity Permira. Nonostante la pande-

Crocca e ha dato vita a Locanda Carmelina (cucina napoletana) e Gelsomina (pasticceria). A 5 anni dall’apertura, a inizio 2022, Pizzium contava 24 pizzerie in Italia, di cui sette a Milano. Poco prima era arrivato anche l’ingresso nel capitale della società di private equity Equinox. L’anno scorso, la società aveva dichiarato l’obiettivo di aprire almeno altre venti pizzerie in un biennio, quindi entro la fine del 2023, indicando le prime operazioni nelle città di Firenze, Torino, Genova e Salerno. Com’è andata? In questo caso, si può dire che l’azienda abbia corso ancora più rapidamente di quanto previsto. A oggi sono aperte in Italia già 35 pizzerie a marchio Pizzium, 5 opening sono già pianificate, mentre Crocca conta ora su tre punti vendita, più un quarto nel bresciano vicino all’apertura. Chi invece non è riuscito a tenere fede ai piani è stata California Bakery, che a

a distanza di un biennio, la “California” è ferma a 15 negozi e tutto sommato resta un marchio milanese, forte appunto di 10 ristoranti concentrati nel capoluogo lombardo.Dalla cheesecake allo gnocco fritto, ecco Dispensa Emilia, catena

mia, aveva operato 25 nuove aperture nel 2020 e 48 nel 2021, arrivando così a un totale di circa 310 tra Italia e Francia. Lo scorso marzo inaugurava a Milano il format salutare “Tasty & free” e, nel contempo, dichiarava l’intenzione di chiudere il 2022 con altri 50 punti vendita in aggiunta. Com’è andata? Il brand è andato avanti, oggi conta circa 335 negozi. Quindi, non ha interrotto minimamente la crescita. Ma forse erano troppo rosee le aspettative tracciate prima che si presentasse una seconda metà del 2022 così complicata. Un’altra catena di pizzerie molto attiva è Pizzium, fondata nel 2017 dalla collaborazione tra Nanni Arbellini e Stefano Saturnino. Il gruppo ha messo in portafoglio anche il marchio

controllata dal 2018 da Investindustrial (che a settembre ha acquisito anche la maggioranza di Eataly). A marzo 2022, il brand comunicava la nomina di Alessandro Medi come nuove amministratore delegato e un piano triennale di sviluppo, con in previsione “una trentina di nuove aperture, che porteranno il brand di ristorazione emiliana a quota 60 locali”. Considerato che a quell’epoca si partiva da 28 ristoranti, senz’altro il brand è avanzato ed oggi è arrivato a 33. Per la seconda parte dell’anno e per il 2024, il management è chiamato però a una buona accelerazione se vuole te-

ner fede al piano. Cresce anche Fra Diavolo, catena di pizzerie entrata sotto il controllo di Gesa (Cioccolatitaliani, Bun Burgers e Pizzeria Italiana Espressa, della famiglia Ferrieri) insieme a Mir Capital. A marzo scorso, in occasione di un’inaugurazione a Varese, il brand aveva comunicato l’obiettivo di aggiungere 16 nuovi locali nel 2022, agli 8 già esistenti, dunque un totale di 24. Anche in questo caso, bisogna dare atto al brand di aver proceduto in avanti, diversificando le città e i canali, e di aver messo a segno una decina di nuove aperture, arrivando oggi a 18, qualcuna in meno del previsto.

Obiettivo: accelerare.Un altro marchio in grande espansione, anche per mezzo di acquisizioni di catene esistenti, è Poke House, che oltre all’Italia ha puntato forte sull’estero. Nel 2021 era entrata nel capitale della californiana Sweetfin. Ad aprile 2022 era diventa azionista di maggioranza di Honu Tiki Bowls, leader del poke in Austria. In quell’occasione Poke House, nata a fine 2018 dalla collaborazione tra Matteo Pichi e Vittoria Zanetti, dichiarava 90 insegne attive e una pipeline di almeno 80 nuove aperture nel corso del 2022 tra Italia ed estero. La somma avrebbe dato 170. Nel marzo

di quest’anno Poke House ha dichiarato la chiusura del bilancio 2022 a 100 milioni di euro, a livello di gruppo, con 130 insegne aperte in 9 Paesi. Anche in questo caso, quindi, la crescita è stata comunque continua, ma un po’ troppo azzardata la previsione precedente. Da segnalare anche Signorvino, marchio che appartiene al gruppo Calzedonia, che abbina la vendita di vino (in negozio e on line) all’offerta di ristorazione. A fine 2021 aveva comunicato la chiusura d’anno con 25 punti vendita e un obiettivo di dieci nuove aperture nel corso del 2022. Il marchio ha continuato a crescere, ma si è fermato alla metà del previsto e oggi conta su circa 30 ristoranti.

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Andando al non-food, e in particolare alla cura della persona, si incontra dm Drogerie Markt, che aveva chiuso il 2021 in Italia con 66 punti vendita. Per l’anno fiscale2021/2022, che terminava al settembre dell’anno scorso, l’indicazione era di operare 15 nuove aperture. Il brand tedesco è promosso quasi al 100%, considerando che oggi i punti vendita in Italia sono arrivati a 75, mentre è stato lanciato anche lo shop online. Lo scorso maggio Action, catena discount olandese, festeggiava il suo primo anniversario in Italia, raggiungendo quota dieci negozio con uno store in provincia di Bergamo. Nell’occasione, il brand aveva annunciato un piano di espansione, con l’assunzione di 500 addetti in Italia entro la fine dell’anno, un volume che corrisponde a circa 25-30 nuove aperture. Tutto sommato l’insegna è stata di parola, perché le operazioni non si sono mai fermate e all’inizio di febbraio 2023, Action ha comunicato il 29esimo punto vendita italiano, ancora una volta nella bergamasca, a Caravaggio.

Est Europa e Medio Oriente, portando il gruppo a raggiungere il numero di 800 negozi a livello globale. Un altro brand che ha attirato molti consumatori italiani grazie al “basso costo” è Pepco. Entrato in Italia a inizio 2021, il marchio si è rapidamente espanso, inizialmente al Nord. Nel corso di un’intervista con retail&food, a metà 2021 venivano dichiarati circa 20 negozio, poi l’anno si era chiuso a quasi 50 insegne. Pepco, parte di un gruppo quotato, non ha mai pubblicato un dato soltanto relativo all’Italia, ma nel documento finale di bilancio relativo al 2022 dichiara 163 nuovi negozi in mer-

cati strategici come Italia, Spagna, Germania e Austria. Le nuove aperture italiane sono state una trentina e oggi i punti vendita sono circa 80.

Nell’ambito dell’abbigliamento, uno dei colossi di casa nostra è il Gruppo Teddy, con quartier generale a Rimini, che controlla i marchi Terranova, Calliope e Rinascimento. Dopo aver effettuato 120 aperture a livello globale nel 2021, per il 2022 aveva dichiarato l’intenzione di mettere a segno un centinaio di operazioni, di cui oltre la metà in Italia. Il risultato è stato raggiunto, perché a gennaio il gruppo ha fornito un resoconto sul 2022, chiudendo con 91 nuove aperture avvenute in 24 Paesi, con focus su Italia,

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Chi va veloce nell’abbigliamento e nel non-food

NEW YORK SI RIMETTE A VOLARE, MAXI INVESTIMENTI SUGLI SCALI

Mentre il nuovo terminal al JFK è atteso per il 2026, con un piano da oltre 10 miliardi di dollari i progetti pubblico-privati hanno rimesso a nuovo altri due aeroporti

Con un bacino inesauribile di turisti, anche gli aeroporti a New York non sono mai abbastanza. La Grande Mela, nel 2022, ha accolto 56 milioni di turisti, mentre i suoi scali hanno movimentato una cifra doppia. Per dare una proporzione, a Parigi sono stati circa 30 milioni i visitatori che hanno pernottato in città l’anno scorso, circa la metà a Roma. Per far fronte a questa mole di arrivi, che per la parte domestica ha sostanzialmente ripreso i volumi del 2019, gli investimenti non si fermano mail e l’autorità locale (Port Authoriy New York/ New Jersey) sta pian piano rifacendo il trucco ai suoi aeroporti. Al Jfk (ne avevamo scritto a marzo 2022) va avanti il progetto da 9,5 miliardi di dollari, slittato causa Covid, che vedrà la costruzione di un nuovo Terminal con 23 nuovi gate

per il traffico internazionale e più spazio per la ristorazione. L’apertura è prevista per il 2026. Intanto, però, il taglio del nastro ha già interessato nuovi terminal altrove.

Piano da 8 miliardi per LaGuardia

Nella seconda metà dell’anno scorso, è stata ultimata la completa rivisitazione del Terminal B allo scalo LaGuardia, gestito dall’ente privato LGP (LaGuardia Gateway Partners, cui capofila è Vantage Airport Group). Un’opera da 4 miliardi di dollari, che fa parte di un piano più ampio da 8 miliardi, che procederà degli anni a venire. Il nuovo Terminal B, iniziato con la demolizione del vecchio Central Terminal Building, ha portato alla creazione di un nuovo spazio dai soffitti più alti, caratterizzati da vetrate,

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A.L.
TRAVEL | Aeroporti

con 35 gate, un garage da 3.100 posti, due suggestive piste di rullaggio che passano sotto i ponti sospesi del terminal. E naturalmente, tanti spazi per il food&beverage e negozi. Nel nuovo terminal si alternano marchi internazionali come Dunkin’ Donuts, Fao Schwarz, il convenience store Hudson, ad altri che propongono un menù molto americano. Tra le novità più recenti, Hunt&Fish Grill, aperto da SSP America, che a poca distanza gestisce anche Mulberry Street. C’è anche il ristorante di ispirazione italiana Il Viaggio, gestito da HMShost (gruppo Autogrill). Mentre su un livello più alto, all’interno della lounge nuove di zecca Capital One Landing, si trova il ristorante dello chef spagnolo José Ramón Andrés Puerta, noto nel mondo per aver fondato la sigla no profit World Central Kitchen.

Tanto spazio alla sostenibilità

Si trova nel New Jersey, ma da sempre fa parte degli scali considerati newyorchesi. E in effetti, l’Autorità che supervisione è la stessa ( Port Authority of New York and New Jersey). Il nuovo Terminal A dello scalo di Newark è stato inaugurato una prima volta, in via ufficiale ma non operativa, a novembre. E da poco ha iniziato a ricevere i primi voli. Per la sezione dei trasporti del Jersey si tratta dell’opera di rinnovamento più costosa della storia: 2,7 miliardi di dollari. Il nuovo Terminal A, che sostituisce quello precedente che risaliva al 1973, ha fatto spazio a 60 insegne commerciali, ristorazione compresa, più 33 gate, un’area check-in più moderna, un nuovo par-

Il Terminal B di LaGuardia ha ottenuto la certificazione LEED v4 Gold durante la fase di costruzione, grazie al riciclo di quasi il 100% dei detriti provenienti dalla demolizione e grazie a una progettazione che ha permesso di ottenere un risparmio idrico di oltre il 43% e una riduzione del 18% dei costi energetici.

Questo risultato si deve alla progettazione dell’edificio con la riduzione dei vetri delle finestre, il tetto a membrana in alluminio chiaro per riflettere il calore solare e ridurre i carichi di raffreddamento estivo, e con la riduzione della densità di potenza dell’illuminazione e l’utilizzo di pannelli solari.

TRAFFICO 2022: 128 MILIONI DI PAX NELL’AREA

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Aeroporto Passeggeri (milioni) Recupero sul 2019 JFK Newark Liberty LaGuardia 55,3 88% 43,5 94% 29,1 94%
Per Newark l’opera più costosa di sempre

Una suggestiva installazione al nuovo Terminal A di Newark cheggio integrato e nuova pavimentazione, il tutto per accogliere un volume potenziale compreso fra 13 e 14 milioni di passeggeri l’anno. In questa prima fase, 21 gate saranno utilizzati da Air Canada, American Airlines, jetBlue e United Airlines, mentre i restanti 12 gate dovrebbero diventare operativi entro la fine dell’anno. Delta Air Lines sposterà le sue operazioni nella seconda fase. Il nuovo terminal presenta un forte contrasto con il precedente, ormai obsoleto. Adesso campeggiano soffitti alti, corridoi ariosi e luminosi, e una serie eclettica di tocchi di design, come murales e altre opere d’arte di artisti del New Jersey. Le aree dei gate offrono il 60% in più di posti a sedere e alcune sono

abbellite da alberi e piante. Presso ogni gate sono presenti stazioni di ricarica e l’intero aeroporto offre la connessione Wi-Fi gratuita. L’area food è concentrata in una sorta di rotonda centrale, dove si vedono delle originali torri digitali in omaggio a personalità del New Jersey, per esempio Thomas Edison. Anche qui, tra i negozi e la ristorazione, si ritrova un mix tra marchi locali (predominanti) e internazionali. Per esempio, si trovano locali di Mike’s Subs, Playa Bowls e Jersey & Co. Gelato, BurgerFi, accanto ai famosi hamburger di Shake Shack e all’onnipresente Starbucks. Il panorama retail comprende negozi di Boss, MAC, Kiehl’s, Tumi. E soprattutto, si trova uno dei negozi aperti in collaborazione da Hudson e Amazon, dotato di tecnologia “walk out” completamente digitale. E ancora, un negozio The Atrium e uno store della rivista di lusso Vue Nj.

La gestione ai tedeschi di Munich

Con l’entrata in servizio del nuovo Terminal A di Newark, entra nel vivo anche la società di gestione, questa volta di matrice europea. Il contratto, infatti, è stato vinto nel 2018 da Munich Airport

NJ LLC, controllata al 100% da Munich Airport US Holding LLC, la costola americana di Munich Airport group. Società che ha seguito passo dopo passo i lavori di riqualificazione insieme all’autorità pubblica locale. “Io e il mio team siamo molto orgogliosi del lancio di questo terminal innovativo e focalizzato sui passeggeri, ha commentato Jost Lammers, amministratore delegato del gruppo aeroporto di Monaco. “Il Terminal A è una vera sfida per il New Jersey e rappresenta anche un nuovo, unico tipo di esperienza aeroportuale. Non vedo l’ora che i passeggeri assaporino l’offerta eccezionale di food&beverage, ma anche opere d’arte e tecnologia immersiva”. Dal 1 marzo la società di gestione Munich Airport NJ LLC ha un nuovo amministratore delegato, Michael Kunz, proveniente da Lufthansa.

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realizzato con lo studio di architettura Design International, ha previsto un investimento da 40 milioni di euro e 7.961 mq di GLA in più che porteranno Scalo Milano a una GLA complessiva di 43.065 mq in quasi 200 punti vendita, trasformandolo in uno dei più grandi del Nord Italia. Termine dei lavori: estate 2024. Ed eccolo, l’ampliamento. La nuova fase prevede la realizzazione di una struttura che si sviluppa su tre livelli dove troveranno spazio importanti marchi del fashion italiano e internazionale a cui si aggiungerà una selezione di ristoranti premium. Una passerella collegherà il parcheggio multipiano alla piazza sopraelevata rendendola facilmente accessibile dai visitatori. Sono 32 le nuove unità, di cui 27 negozi e 5 ristoranti, che genereranno oltre 300 nuovi posti di lavoro, che si aggiungeranno agli attuali 1.200.

SCALO MILANO, È INIZIATO IL PROGETTO DI AMPLIAMENTO

L’outlet milanese si allarga: previsti 8.000 mq in più e 32 nuove unità. Termine dei lavori fissato al 2024. Obiettivo: creare una smart city al servizio del territorio. Per l’a.d. Lardera: “La prossimità è una scelta vincente”

A Locate Triulzi, a due passi da Milano, il giallo è dominante, supera i confini territoriali, porta tocchi di colore nelle aree circostanti (la cosiddetta “prossimità”) ed entra nella grande città, a 15 minuti da qui. Dal 2022 Scalo Milano Outlet ha portato la sua campagna di comunicazione Let’s Yellow nei luoghi simbolo del capoluogo lombardo, consolidando una strategia premiata lo scorso anno da 3 milioni e mezzo di visitatori (+25% rispetto al 2021) e da una percentuale di crescita del fatturato aggregato del +32%. “Gli indicatori economici positivi sono il risultato di una chiara strategia, in cui la prossimità è un valore, studiata per rispondere al meglio all’evoluzione del mercato e alle nuove esigenze dei consumatori della città di Milano e di quelle limitrofe” spiega Davide Lardera, amministratore delegato di Scalo Milano Outlet & More. Per accogliere i nuovi consumatori, l’outlet ha deciso di espandersi. Obiettivo? Generare nuove esperienze di shopping e “implementare servizi utili ai cittadini e al territorio, coniugando la nostra visione di business con un posizionamento sempre più attento e coe-

rente all’identità, ai valori culturali e sociali della nostra città” spiega l’ad.

Il piano ideato dal Gruppo Lonati, proprietario dell’asset, per ripensare e riposizionare il centro si chiama “Future Vision” e trasformerà Scalo Milano in una smart city al servizio del territorio e della comunità locale. “Il nostro è un importante progetto di riqualificazione urbana partito nel 2009, con l’acquisizione da parte del gruppo di un’area che in passato ha ospitato lo storico stabilimento Saiwa” ha detto Davide Lardera

“Dalla sua nascita, Scalo Milano Outlet & More ha sempre puntato sul valore di essere l’unico outlet metropolitano, dimostrando che la prossimità è una scelta vincente, in contrapposizione ai dogmi dell’industria outlet. Il nuovo progetto,

Il progetto di ampliamento è stato avviato con la costruzione già ultimata di un parcheggio multipiano di 20mila metri quadrati con ulteriori 700 posti auto. “Vogliamo garantire ai nostri clienti di soddisfare qualunque tipo di esigenza grazie alla completezza del brand mix e tutto ciò verrà portato avanti senza dimenticarci di completare l’offerta di shopping con esperienze che possano essere al servizio del territorio” ha detto l’a.d. Il progetto prevede anche uno spazio per il co-working, in un’area di oltre 1.300mq, dove si insedierà Retail Hub, primo business accelerator per l’innovazione nel Retail in Italia. Lavori in corso, dunque. Nel frattempo, l’outlet continua a crescere. Sono numerosi i marchi entrati negli ultimi mesi, tra cui il primo store italiano di Fatboy, marchio olandese di prodotti e accessori di design per la casa, dal 2021 parte di Calligaris. Sempre nel segmento Design, il centro conferma la partnership con Poltrona Frau che si conferma Brand Partner del Villaggio. Tra le novità anche la profumeria Pinalli, Il Lanificio e Oltre Ad arricchire l’area Food di Scalo Milano Outlet & More si aggiungono invece Starbucks, Panino Giusto e Osteria Urbana.

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P.O
OUTLET
Investimento da 40 milioni

REAL ESTATE IN ATTESA DEL “REPRICING”, MA L’ITALIA RESTA FANALINO DI CODA

Secondo un recente rapporto di Scenari Immobiliari , l’anno scorso il problema dell’inflazione, la frenata dei consumi e i timori di recessione hanno impattato sul settore, con le attività che hanno rallentato soprattutto nella seconda metà dell’anno, salvo alcuni deal di rilievo. Shopping center e negozi nelle high street restano gli asseti più scambiati e catturano insieme il 55% dei volumi, ma anche i retail park hanno mantenuto buoni livelli di appetibilità. Guardando ai volumi totali, l’immobiliare retail in Italia prosegue in un trend di caduta costante, dai 2,6 miliardi del 2016 ai circa 980 milioni del 2022. L’attenzione degli investitori istituzionali si è andata a concentrare sulle high street di Milano (via Montenapoleone), Venezia (Calle San Moisè) e Roma (via del Corso), positivamente condizionate dal ritorno dei flussi turistici internazionali ai livelli pre-pandemici. Focalizzando l’attenzione sulle grandi superfici commerciali (shopping center, outlet, retail park), gli investitori hanno privilegiato occasioni di natura opportunistica e value-add, che hanno riguardato asset immobiliari quali centri commerciali secondari, in una serie di territori situati prevalentemente nel nord della Penisola (province di Brescia, Modena, Padova, Reggio Emilia e Varese).

A livello di volumi, in Europa, il 2022 ha rappresentato un anno di ripresa per gli investimenti immobiliari sul segmento commerciale. Circa 40 miliardi di euro. È un livello che segna un aumento di circa il 20% rispetto al 2021, ma ancora inferiore al 2019 (oltre 46 miliardi) e lontano dai livelli pre-pandemia, sempre sopra i 55 miliardi. Eppure, il dato generale è caratterizzato da numerose variabili. I mercati maturi, infatti, vanno in altalena. L’Italia, che come “ampiezza” del mercato, è sempre stata una cenerentola, essendo un Paese fortemente connotato dalle differenze Nord-Sud. Basti considerare che il 27% degli investimenti ricade nella sola Lombardia. Il nostro Paese ha pagato, più di altri, la fase di stallo della seconda metà del 2022, caratterizzata da inflazione e frenata dei consumi. E in ogni caso, l’Italia arretra da qualche anno, prima ancora del Covid.

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Salgono Francia e Spagna, frenano Germania e Gran Bretagna. Previsioni incerte per il 2023. Centri commerciali a due vie, mentre il retail park offre buoni rendimenti A.L.
IMMOBILIARE | Commerciale
2016 2,6 2017 2,4 2018 2,3 2019 1,9 2020 1,45 2021 1,32 2022 0,98
INVESTIMENTI NELL’IMMOBILIARE RETAIL IN ITALIA (fonte Scenari Immobiliari, valori in miliardi di euro)
In Italia, investimenti sotto il miliardo

In Europa scenario a macchia di leopardo

Sempre stando al report di Scenari Immobiliari, i rendimenti, in linea generale, si sono raffreddati. Ma in Italia (come mostra la tabella in pagina) mostrano comunque livelli molto appetibili. Non a caso, anche gli investitori istituzionali sono sempre più a caccia di soluzioni opportunistiche. In Germania i volumi nel 2022 hanno toccato 8 miliardi, qualche punto in meno rispetto al 2021. Da segnalare l’operazione da 1,4 miliardi con cui Oaktree e Cura asset management hanno acquisito la quota di maggioranza di Deutsche Euroshop Ag (circa 20 centri commerciali nel Paese). Gli shopping center tedeschi hanno attirato circa un quarto dei volumi, mentre resta alta l’attenzione verso supermercati, discount e retail park, questi ultimi però se caratterizzati dalla presenza di un ancora alimentare. Le high street valgono circa 2 miliardi. In Germania le aspettative di prezzo tra venditori e compratori sono ancora distanti. In Francia, invece, i 6 miliardi di investimenti del 2022 rappresentano un balzo dell’80% sul 2021. La domanda si è concentrata su specifiche location nei centri cittadini, dove stanno facendo da traino le prossime Olimpiadi 2024, che hanno indotto numerosi brand a incrementare le aperture. Anche i retail park si sono mostrati un asset affidabile, con canoni stabili (compresi tra 200 e 350 euro/mq). I centri commerciali hanno invece imboccato strade divergenti: in quelli in salute, i canoni hanno iniziato a risalire, mentre in quelli in crisi strutturale prosegue la discesa. Nel Regno Unito, con circa 8 miliardi di investimenti, i volumi sono arretrati del 35% rispetto al 2021, con le operazioni concentrate su Londra, ma anche sui bacini sud-est e nord-ovest e sulla città di Manchester. Nel 2022 gli investitori hanno preferito asset opportunistici con interventi value-add e asset caratterizzati da solide ancore alimentari.

In Spagna, invece, i 2 miliardi di investimenti rappresentano un balzo del 90% rispetto al 2021, distribuiti in maniera tutto sommato omogenea tra le diverse asset class. I proprietari di centri commerciali hanno iniziato un percorso di dismissione dei portafogli, immettendo sul mercato diversi “pezzi” interessanti con canoni di locazione intorno ai 1.000 euro/mq all’anno e rendimenti intorno

RENDIMENTI MEDI IN %

(fonte: Scenari Immobiliari)

al 5,5%. La relativa stabilità dei prezzi e dei canoni lascia prevedere anche per il 2023 un andamento positivo.

Nell’anno in corso segnali di ripresa per il retail

Come andrà il 2023 in Italia? CBRE ha da poco redatto il 2023 Italy Investor Intentions Survey, su un campione di 206 investitori nazionali e internazionali relativo, appunto, alle attuali strategie di investimento. La maggioranza degli investitori (il 56%) intende mantenere invariata l’esposizione verso il commercial real estate rispetto al 2022. Le decisioni di allocazione verso l’immobiliare dipendono fortemente dal repricing in questa fase: il 77% degli intervistati indica come principale fattore che influenzerà le proprie decisioni di aumento dell’esposizione immobiliare proprio le potenziali opportunità che potranno emergere dall’adeguamento dei prezzi. Per quanto riguarda le previsioni sulle transazioni di

vendita e acquisto nel 2023, prevale l’atteggiamento wait-and-see. Il 48% degli intervistati si aspetta di ridurre o arrestare le proprie attività di dismissione rispetto al 2022, mentre il 57% prevede di diminuire o interrompere momentaneamente nuove acquisizioni. È interessante osservare che la percentuale di investitori che prevede una diminuzione dell’attività di acquisto nel 2023, rispetto all’anno precedente, è ai massimi storici, raggiungendo il 49%. Guardando alle varie asset class, il retail occupa la fetta minore, eppure guadagna qualcosa perché rappresentava il 5% nelle “intenzioni” del 2022 e adesso sale all’8%. In testa ci sono residenziale, logistico e uffici, tutti con una quota del 23%, seguiti dal ricettivo al 16%. Scendendo ancora più nel dettaglio (vedi grafico) i retail park catturano il 41% delle intenzioni di investimento, seguiti al 24% dagli shopping centre, al 23% dalla voce che comprende “prime shopping mall/high street”.

INTENZIONI DI INVESTIMENTO RETAIL PER IL 2023

(fonte: CBREi)

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Francia PAESE SUPERMERCATI RETAIL PARK CENTRI COMMERCIALI Germania Inghilterra Spagna Italia 5,15 4,6 3,8 4 5,3 4,4 7,35 7,5 4,75 5,8 5,5 4,5 6,25 6,1 6,3

LA TAVOLA GOES VEGGIE

Al di là dei “vegetaliani”, il cibo plant based sta conquistando sempre più flexitariani. Nel nome di uno stile di vita cruelty free a 360° (o quasi…)

Escludere da ogni aspetto della vita quotidiana tutto ciò che deriva dagli animali e può in qualche modo danneggiarli: è questo il significato della parola vegano, che ha poi declinazione anche in ambito alimentare. Quando si parla di cibo, alcuni preferiscono usare il termine “vegetaliani” e non vegani per identificare coloro che si limitano alla scelta alimentare 100% vegetale. Mentre fino a pochi anni fa seguire una filosofia di vita cruelty free era abbastanza complicato, oggi è assai più semplice: nei supermercati e nella grande distribuzione si trovano senza difficoltà i cosiddetti sostituti della carne e dei latticini (così come anche nell’abbigliamento vanno di moda capi ecologici e senza crudeltà).

Nonsolomoda

Fioccano anche iniziative volte da un lato a celebrare questo stile di vita e dall’altro a farlo conoscere a chi ancora non l’ha adottato: basti citare il Veganuary 2023 lanciato nel gennaio scorso a livello globale, iniziativa che ha battuto tutti i record precedenti: 706.965 persone si sono ufficialmente iscritte al sito in tutto

il mondo. Peraltro, diversi studi evidenziano come la partecipazione totale a Veganuary sia significativamente maggiore del numero di persone che si registrano al portale dedicato, un fenomeno che riguarda anche l’Italia, dove l’iniziativa è promossa dall’associazione Essere Animali, che lavora non solo per la promozione di un’alimentazione a base vegetale ma anche per i diritti degli animali allevati. In un sondaggio condotto da YouGov nel gennaio 2023, il 5% degli intervistati in Italia ha dichiarato di aver partecipato a Veganuary durante il mese (la cifra sale all’11% tra i 18 e i 24 anni), mentre un altro 4% ha partecipato nel 2022 o in precedenza. Il 25% degli italiani intervistati ha invece dichiarato di aver sentito parlare di Veganuary. Numeri che rivelano una partecipazione e una conoscenza più ampia rispetto al passato da parte del pubblico italiano e dimostrano anche l’influenza sociale e culturale di questa iniziativa. Insomma: non è solo una moda passeggera come molti detrattori sostenevano agli albori del fenomeno.Non solo. La presenza sui social media della campagna continua a crescere in tutto il mondo: l’hashtag

#Veganuary è stato visualizzato su TikTok più di 900 milioni di volte e oltre 300 milioni di persone che hanno interagito con i contenuti dei partner e dei canali ufficiali.Da segnalare anche il coinvolgimento crescente del mondo della produzione agroalimentare: in Italia sono oltre 40 le aziende e 20 i ristoranti che si sono uniti alla campagna - tra cui Aldi, cameo, Alpro, Altromercato, KoRo e Lush - con attività di promozione, prodotti dedicati e comunicazione social con attivazione di influencer e content creator. Da tempo anche i colossi della ristorazione veloce si sono lanciati nel mondo delle proposte vegetali, dal McPlant di McDonald’s al Plant based whopper di Burger King fino al Beyond Fried Chicken di KFC. Antesignana in Italia era stata Flower Burger, la prima veganburgheria gourmet nata nel 2015 nel cuore di Milano. Da non trascurare neppure l’effetto traino esercitato dai vip convertiti sulla via del vegano (e del business ad esso collegato): basti citare la catena Neat Burger fondata dal campione di Formula 1 Lewis Hamilton, da tempo sostenitore della filosofia veg, nella quale ha investito anche l’attore premio Oscar Leonardo Di Caprio

La carne non carne: dal fast food…

Ha aperto nel quartiere Parioli di Roma il format Impact food, che si proclama “prima steak house sostenibile della città”. In soldoni si tratta di un concept di ristorazione veloce che mira ad accompagnare il cliente verso l’adozione di scelte di consumo rivoluzionarie, compresa la carne stampata in 3D. Aperta da pochi mesi, la location, riconoscibile per i colori sgargianti alle pareti e un bancone in pieno stile fast food, a cui nell’ora di pranzo si ordina da tablet mentre per la cena è previsto il servizio al tavolo, potrebbe apparire come adatta solo a un pubblico di adepti del plant based costituito principalmente da millenials e gen Z. Beninteso: strizzare l’occhio ai gusti dei giovani, molto più attenti degli adulti alle esigen-

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FOOD | Tendenza

ze dell’ambiente, non stupisce, ma basta fare un giro nel locale per notare come non siano pochi anche gli avventori con età media più elevata. Prima steak house sostenibile con offerta a base di “carne-non-carne” al 100% a Roma, il menu di Impact Food è da tipico fast food, con panini di livello medio alto che costano dai 12 ai 15 euro realizzati con “finta carne” prodotta da Redefine e Beyond. Non mancano le bowl con alternative vegane al pesce, i nuggets di pollo (di Heura) e i nachos conditi con chili di fagioli. Il fondatore del format Alessandro Thellung de Courtelary e Giuditta Di Cosimo, sua socia, sono impegnati in prima persona fra sala e bancone, dove ai clienti servono sia la tagliata che l’hamburger di Redefine Meat stampata in 3D, mentre la Beyond Meat in menu nasce da un processo di cottura, raffreddamento e pressione di ingredienti proteici derivati da vegetali e legumi, insieme ad acqua, aromi e vitamine. La composizione varia in base alla tipologia di carne da ottenere, in un bilanciamento di ingredienti dove l’olio di cocco contribuisce alla parte grassa e alla consistenza, il succo di barbabietola al colore, le proteine di piselli alla parte proteica. La Redefine Meat è ottenuta invece usando una stampa 3D, capace di replicare la struttura muscolare del bovino, inclusa la marezzatura nei diversi tipi di tagli. Al posto dell’inchiostro nella stampa viene impiegato un comporto di legumi e cereali, grassi vegetali e naturalmente contenuti nelle piante, aromi e colori naturali, insieme ad acqua. Lunghe fibre stampate di grasso e magro vengono alternati in strati sottili e sovrapposti: punto per punto il taglio viene “creato” in passaggi successivi. Redefine è in grado di stampare veri e propri tagli, simili a quelli che si troverebbero sul banco di

una macelleria: bovini, ovini e suini, anche se per ora la produzione si concentra sulla prima specie. Ogni proposta alimentare di Impact Food è studiata con la consulenza di FunnyVeg Academy e ogni dettaglio del ristorante rivela la sua vocazione: dai tessuti ricavati da filati a base di bottiglie di plastica alla pittura usata per le pareti in grado di purificare l’aria eliminando sostanze inquinanti.

Tra i produttori protagonisti invece della proposta food del primo ristorante 100% vegetaliano di Milano, Linfa – Eat Different troviamo un altro noto marchio di sostituti della carne plant based, Heura La start-up spagnola di carne vegetale ha scelto proprio il concept di ristorazione milanese per presentare al mercato italiano il suo nuovo prodotto di pollo a base vegetale: la cotoletta impanata. Va ad affiancarsi a polpette, salsicce e burger cucinati dalle mani sapienti degli chef scelti da Edoardo Valsecchi, il giovane titolare di Linfa, che ha già alle spalle numerose esperienze lavorative all’estero, da Dubai a Manchester fino a Londra, dove si occupava dello sviluppo di un format di ristorazione vegetale: “Un tipo di offerta che all’estero, UK in primis, è molto più avanti che in Italia. Ecco perché, bloccato nei giorni della pandemia qui, mi sono detto che era il momento di portare anche a Milano un format 100% vegetale. Sono convinto infatti che il cambiamento passi dalla diffusione di prodotti validi e smart come questo, in grado di soddisfare il più

vasto pubblico possibile. Sono un traino per modificare il quotidiano di ciascuno di noi anche nelle proprie case, un atto potente e necessario”. Ecosostenibilità, impegno, affidabilità, integrità, passione e eccellenza — alla base di ogni scelta a livello di food, design e relazioni con l’ospite e con il prossimo: sono questi gli atout che Valsecchi vuole offrire, così come Heura, alla sua clientela, che “per il 90% é costituita da flexitariani sempre più incuriositi dall’offerta food vegetale e decisi a ridurre la quantità di carne ingerita, un’opzione più sana e sostenibile perseguendo l’obiettivo di rispetto ambientale necessario alla salvaguardia del pianeta”, come sottolinea Edoardo Bruno, direttore commerciale di Heura Foods. La cui cotoletta impanata, realizzata con una delle fonti di grassi più salutari al mondo, l’olio extravergine di oliva, e ricca di vitamina B12, vanta un ricco apporto di proteine, contenendone 18 grammi per taglio. Non è una moda quella plant based per il giovane imprenditore che ha “investito tutto” in questa attività: “Sono diventato un fautore della dieta vegetale durante la mia prima esperienza di lavoro all’estero, a Dubai. In modo del tutto fortuito: a causa di grosse lacune nel catering dell’azienda per cui lavoravo, un giorno ho mangiato solo prodotti vegetali. Ebbene: già il giorno dopo mi sono sentito meglio, sia a livello fisico che mentale. Di qui poi la maturazione di una consapevolezza nuova che da allora mi ha accompagnato nelle mie successive esperienze di lavoro oltre che nelle scelte alimentari personali”, dice Valsecchi.

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… al ristorante gourmet

Un mercato in espansione, nella commerciale…

Continua l’espansione in Italia e in Europa di Planted, la foodtech svizzera che produce alternative vegetali alla carne. Nata nel 2019 come spin-off del Politecnico di Zurigo (ETH) dall’idea di 4 giovani fondatori, Pascal Bieri, Lukas Böni, Christoph Jenny ed Eric Stirnemann, Planted si espande presto in Germania, Austria, Francia e Regno Unito. In Italia arriva nell’ottobre 2021. Oltre allo shop online che raggiunge tutti i consumatori d’Europa, ad oggi si contano 1.800 ristoranti e catene in Europa, 4.000 punti vendita GDO (Migros, Spar, Coop, Edeka, MonoPrix) e i principali portali e-commerce o quick-commerce che vendono i prodotti di Planted. Non mancano neppure le stelle Michelin: dal bistellato Tim Raue a Berlino a Nenad Mlinarevic, un macaron a Zurigo. Lungo lo Stivale, l’azienda elvetica fornisce oggi già oltre 130 ristoranti. Tra di essi spiccano i punti vendita di diverse catene, come I Love Poke, Flower Burger e KebHouze, che utilizzano i pro-

dotti realizzati della food tech realizzati con pochissimi ingredienti di alta qualità, ricchi di fibre e di amminoacidi: proteine e fibre di piselli, acqua, olio di colza e vitamina B12 per le versioni “nature”, a cui si aggiungono marinature e spezie naturali come il planted.chicken Herbs&Lemon o il planted.pulled BBQ per le ricette più originali. Una produzione sempre più ampia concentrata nell’impianto di Kemptthal, che, dopo il recente rinnovo, ha raddoppiato la capacità del 100%, arrivando a produrre da 500 kg all’ora a oltre 1 tonnellata nello stesso lasso di tempo. Un investimento necessario con l’obiettivo di rispondere alla domanda di mercato. “Siamo orgogliosi di essere tra le poche aziende della plant-based meat ad avere una produzione diretta e internalizzata, responsabili del 100% dei processi produttivi”, racconta Lukas Böni, Co-founder e membro dell’Executive Board of Planted. “Il nostro team R&S, i nostri chef executive provenienti da ristoranti stellati, la produzione e perfino un ristorante si trovano tutti qui a Kemptthal. L’impianto produttivo è sotto una serra di vetro,

GLI ITALIANI E IL CIBO PLANT BASED

(Fonte: BVA Doxa per Just Eat, parte di Just Eat Takeaway.com)

Italiani onnivori

Italiani che ordinano più cibo veggie rispetto a 3 anni fa

perché abbiamo voluto creare la prima produzione di carne 100% trasparente e aperta al pubblico”. Un impianto moderno, costruito sul concetto della green technology: grazie alla speciale tecnologia che riproduce gusto e texture della carne, con Planted si dimezza il consumo di acqua e di terreni coltivabili, per il 74% in meno di emissioni di CO2.

Italiani che cercano abitualmente piatti veggie quando ordinano cibo a domicilio

Italiani che hanno modificato il proprio regime alimentare negli ultimi 3 anni

Italiani tornati sui loro passi dopo un periodo di circa 6 mesi

Abbandono stile alimentare più sano per: eccessiva rigidità in termini di orari e quantità dei pasti

Abbandono stile alimentare più sano per: difficoltà nella preparazione dei pasti

Italiani che riscontrano effetti positivi mangiando cibi più sani

Italiani che ordinano cibo a domicilio per rispettare il proprio regime alimentare più sano

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85% 25% 40% 40% 61% 40% 34% 88% 60%

Osservatorio Collaborations e Co-Branding a cura di BRAND JAM

Brand Jam osserva il mondo delle “collaborations” in licenza e attività di brand extension, sezionando con il suo Osservatorio Collaborations più di 300 casi innovativi ogni trimestre. Nella rubrica di questo numero di Retail & Food, abbiamo selezionato Head Arena, lo sport club targato Head appena aperto negli Emirati Arabi grazie ad un accordo di licenza di marchio con uno sviluppatore specializzato.

Primo di una serie di prossime aperture, l’Head Arena di Abu Dhabi è un centro sportivo la cui attrazione principale è costituita da 5 campi da padel, a cui si aggiungono altre strutture e servizi, come un Head Pro Shop, un juice bar, programmi di coaching certificati e formazione professionale.

dello di business per i prodotti non-core. La novità in questo caso è l’applicazione del modello di licensing al mondo immobiliare – commerciale, novità che rientra in una delle fasi di sviluppo recenti nel mercato del licensing, il cosiddetto “location based entertainment”.

La chiave del successo di questa formula risiede nella modalità puramente win-win per i partner. In questo caso Xische Ventures SPV Ltd., gruppo di venture capital con sede a Dubai, che con il suo ramo Venture Building e VC, finanzia e sviluppa progetti di espansione in Medio Oriente e Nord America. Xische Ventures è il motore dell’iniziativa, che trova in Head, oltre alla competenza tecnica per lo sviluppo dei servizi “soft” e la fornitura dei prodotti tecnici per lo sport e per la vendita, l’opportunità di marketing nel posizionarsi sul mercato sfruttando in esclusiva la popolarità di un brand riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo. D’altro canto, l’opportunità per Head, oltre a godere dell’elevata specializzazione di Xische, è quella di rendere viva e duratura nel tempo l’esperienza di marca. Non è un dettaglio inoltre il flusso di royalty che il partner riconosce a Head - volentieri, visti i vantaggi offerti dall’esclusiva.

La missione è quella di fornire una destinazione unica per lo sport, che faccia crescere la comunità di appassionati del padel negli Emirati Arabi e in tutta l’area Middle East. Nell’Head Arena tutto, ma proprio tutto, è proposto ai clienti sotto l’egida del marchio Head, dai prodotti in vendita nello store, alle ricette speciali dei mix e frullati nel bar, ai corsi di padel, fino alla certificazione della formazione sportiva.

Head, come tutti sanno, è uno dei marchi leader nel mondo nell’attrezzo sportivo, principalmente sci e tennis; non tutti sanno però che, al di fuori degli attrezzi e dell’abbigliamento tecnico, gli altri prodotti marchiati Head disponibili nel mondo, come sneaker, mountain bike, profumi, abbigliamento intimo, sono prodotti da aziende terze tramite contratti di licenza. Niente di nuovo, visto che competitor come Adidas, Puma, Lotto e Kappa utilizzano lo stesso mo-

E il progetto è scalabile: oltre al Medio Oriente, Head può sviluppare lo stesso concept insieme ad altri partner in altri territori, a cui garantire, sempre in esclusiva, la forza del suo marchio globale. Nessun competitor Head al momento sembra approcciare il mercato in questo senso, e, come dice il proverbio, “chi colpisce prima, colpisce due volte”.

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Head lancia Head Arena, il primo centro sportivo “location based entertainment” in licenza
di Paolo Lucci

FICO, CON UN’IDEA NON SI MANGIA…

Un’idea un concetto un’idea finché resta un’idea è soltanto un’astrazione” cantava Giorgio Gaber. Eppure FICO sembrava promettere uno sviluppo interessante. Il luogo dove è stato realizzato, è apparso però subito un azzardo. Eppure per Oscar Farinetti si può parafrasare quello che Voltaire aveva coniato per i banchieri svizzeri. “Se vi capita di vederlo saltare da una finestra, seguitelo. Di sicuro c’è qualcosa da guadagnare”. In fondo è sempre stato così. Ed è quello che avranno certamente pensato i vertici di Coop Alleanza quando hanno scommesso sulla riuscita certa dell’operazione FICO in quel di Bologna. La Disneyland del cibo purtroppo sì è presto dimostrata un flop. Non era però difficile prevederlo. Solo la visione e la capacità di tessere alleanze del suo fondatore poteva far nascere un progetto che personalmente continuo a pensare intelligente per il nostro Paese realizzandolo in un luogo che non poteva funzionare.

Si prepara un cambio alla guida

L’AD Stefano Cigarini chiamato al capezzale del grande malato lo aveva detto subito: “L’intuizione imprenditoriale iniziale era ed è corretta: portare in un luogo unico le esperienze relative alle eccellenze agroalimentari italiane. La visione, probabilmente, ha dovuto misurarsi con il costo e la fattibilità del progetto stesso e la scelta di Bologna non è stata affatto casuale. Pur ripensato come parco tematico non è mai decollato. La pandemia, poi, non ha certo aiutato. Tra le cose imputate dalla proprietà a Cigarini oltre alla divulgazione di progetti in cantiere ancora riservati sembra esserci anche l’introduzione del biglietto d’ingresso a pagamento (Corriere ed. Bologna 18/3). Secondo l’AD una scelta positiva che ha inciso sulla spesa media e sulla permanenza all’interno, giudicata però negativamente dalla proprietà perché avrebbe causato un ulteriore allontanamento dei

visitatori locali. Stefano Cigarini è quindi pronto a lasciare. Dopo i tre milioni di perdite del 2021, il 2022 seguirà inevitabilmente a ruota con ulteriori perdite. E Cigarini era stato scelto proprio per il suo CV fondamentale per tentare l’operazione di rilancio. Laureato DAMS con

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GDO | Storie
di Mario Sassi, senior advisor e blogger Stefano Cigarini, amministratore delegato di Fico

Master in Marketing, ha guidato alcuni tra i principali Parchi Divertimento Italiani quali Magicland e Zoomarine. Nominato a 33 anni AD di Cinecittà Entertainment, società degli storici Studios Cinetelevisivi di Roma, è stato Direttore Marketing per BMG e Universal Studios. È stato anche Senior Vice President Entertainment and Events della Ferrari, con responsabilità a livello mondiale su Parchi (Ferrari World Abu Dhabi, Ferrari Land Barcellona), Musei ed Eventi della casa automobilistica del Cavallino Rampante. E oggi, oltre a FICO è amministratore delegato di Cinecittà World, il Parco Divertimenti del Cinema e della TV di Roma, Consulente per gruppi e fondi internazionali, Stefano Cigarini è inoltre membro del CDA dello storico Luneur Park di Roma e COO/Strategic Advisor di Regions Entertainment, conglomerata Russa attivo nel settore degli outlet e dei parchi divertimento con il parco Dream Island di Mosca.

Nei mesi scorsi i Farinetti hanno ceduto il 52% di Eataly a Investindustrial di Andrea Bonomi. Alla guida c’è come AD un manager di grande esperienza come Andrea Cipolloni (ex Autogrill) e Nicola Farinetti come Presidente. L’obiettivo è quello di “accelerare lo sviluppo globale del gruppo Eataly, puntando ad ottenere una significativa crescita del fatturato grazie alle nuove aperture già previste in particolare in Nord America, alla creazione di nuovi formati, alla crescita del canale e-commerce, e allo sviluppo in Italia e in Europa”. FICO non rientrerebbe nel perimetro della vendita a Investindustrial. E comunque la società di gestione di Fico è posseduta al 50 per cento da Coop Alleanza 3.0 e, per il restante 50 per cento, da Eataly Spa. Tra i nomi che circolano per il futuro uno dei più accreditati sembra essere quello di Piero Ba-

gnasco AD di Fontana Fredda e storico braccio destro di Oscar Farinetti. Quindi una scelta della famiglia di prendere direttamente in meno le sorti future del Parco. Il punto però resta la prospettiva stessa di FICO. In una recente intervista a Distribuzione Moderna Stefano Cigarini ha ribadito che, a a suo parere, “il problema di Fico non è un problema di risultati, ma di aspettative”. Un’idea tarata su ambizioni e promesse che non potevano essere mantenute hanno dato vita ad un progetto industriale irrealizzabile.

Secondo Cigarini, Fico potrebbe quindi ancora trovare il suo bilanciamento economico corretto nell’arco di due o tre anni. Gli azionisti, da parte loro, nutrono forti dubbi. Coop Alleanza è in una fase di riorganizzazione e vorrebbe uscire da FICO. Forse occorrerebbe entrare nell’ordine di idee che a Bologna il massimo possibile è un onesto galleggiamento con costi notevoli a carico degli investitori ben lontano dalle premesse e dalle promesse iniziali. Se però l’idea è ancora ritenuta valida occorrerebbe andare oltre

i vincoli di affluenza che Bologna determina. Forse occorrerebbe seguire l’esempio del recente accordo tra la Fiera di Parma e quella di Milano che punta a mettere in relazione buone idee e luoghi adatti rispettando i reciproci potenziali di sviluppo per “creare maggiori sinergie in Italia tra tutti gli attori del nostro sistema alimentare con eventi fieristici di ancor più alto livello e visibilità che rafforzeranno la competitività del Made in Italy alimentare all’estero”, ha dichiarato Paolo Mascarino Presidente di Federalimentare. In questo modo si rilancerebbe ulteriormente un asse di sviluppo in grado di mettere in collegamento la tradizionale Food Valley dell’agroalimentare, che in Emilia mantiene la sua ragion d’essere, con il potenziale che offre Milano che da qui al 2025 presenterà il suo nuovo volto tra i grandi progetti che coinvolgono l’ex area Expo, il nuovo Ortomercato (Foody) che si segnala come un polo di grande rilievo per il comparto agroalimentare e le aree ex Alfa Romeo, oggi solo parzialmente occupate. Ognuna di esse potrebbe rappresentare uno sbocco interessante anche a sostegno del progetto di internazionalizzazione di Eataly e dell’Intero sistema proprio rilanciando un grande parco a tema sull’agro alimentare nazionale strutturato con una formula più adatta allo scopo e in un luogo con un maggiore potenziale di richiamo e di crescita. Altrimenti non ci sarà alcuna alternativa ad un inevitabile chiusura.

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La novità di Investindustrial Uscire dalla sola area di Bologna

Too Good To Go arriva anche in aeroporto, a Firenze

FIRENZE – Frutto di un’originale collaborazione tra Areas Italia e Too Good to Go, anche in aeroporto sarà possibile sfruttare l’opzione di vendita della app “sostenibile”, che permette di acquistare sotto costo diversi prodotti alimentari, prima che scadano. Succede all’aeroporto di Firenze, dove il punto di ristorazione dell’operatore è il primo nel canale travel a entrare nel circuito della app, che finora coinvolgeva soltanto negozi o punti della grande distribuzione cittadini. I clienti potranno acquistare a prezzo speciale la Magic Box contenente cibo invenduto ma ancora di buona qualità, scoprendone il contenuto solo al momento del ritiro.

Lagardère accompagna El&n nel canale travel

LONDRA - Lagardère Travel Retail ha annunciato un accordo con El&n, la catena di caffetterie nata a Londra, caratterizzata dalle ambientazioni rosa shocking, di recente approdata anche in Italia a Milano. Lagardére è stato scelto come partner esclusivo della futura crescita nel canale travel, la cui presenza, per ora, si limita a due punti vendita in Inghilterra, lo scalo di Heathrow e la stazione di St. Pancras. “El&n è oggi uno dei marchi più iconici e riconoscibili nel panorama f&b. Questo accordo ci apre la strada per un’opportunità unica, ossia strizzare l’occhio a profili di consumatori nuovi, giovani, a loro agio con la tecnologia, e donne attente al fashion” ha commentato Mélanie Guilldou, Executive vice presidente Foodservice di Lagardère Travel Retail.

Classifica Skytrax: vince ancora Changi, Parigi svetta in Europa

SINGAPORE – Per la dodicesima volta nella storia del premio, l’aeroporto internazionale Changi di Singapore si è aggiudicato il primo posto nella classifica Skytrax per il miglior scalo al mondo. Il premio, giunto alla sua 23esima edizione, è stato consegnato in una cerimonia avvenuta il 15 marzo ad Amsterdam. Il ceo dello scalo, Lee Seow Hiang, ha intanto informato che lo scalo, duramente colpito dalla crisi Covid, è oggi intorno all’80% di recupero dei volumi pre crisi. Al secondo posto si è piazzato Doha (Hamad international), al terzo Tokyo Haneda, al quarto Seul. Tra gli europei, il Charles de Gaulle di Parigi è stato nominato il miglioro del continente, mentre lo scalo di Zurigo ha vinto per la categoria Best security processing. Helsinki è il migliore del Nord Europa, Istanbul del Sud Europa.

LONDRA – Grazie alla collaborazione tra Dufry e il gruppo L’Oreal, al Terminal 5 dell’aeroporto londinese di Heathrow ha aperto il primo punto cosmetica permanente, nel canale travel, a marchio Valentino. Questo primo punto è aperto all’interno del World duty free del terminal, ma a strettto giro ne seguirà un altro, sempre nel duty free, del Terminal 3. Dovrebbero seguirne altri, nella seconda metà dell’anno, tra cui Parigi e Roma. Si tratta di un novità importante per il brand italiano, che nel 2018 aveva siglato un accordo di licenza a livello globale, con L’Oreal, per sviluppo e distribuzione di profumi e cosmetici.

Areas si rafforza in Francia con i ristoranti autostradali di Sighor

PARIGI – Areas mette a segno un colpo in Francia. La società ha acquisito le attività di ristorazione autostradali del gruppo Sighor, aggiungendo così 23 punti vendita alla sua rete transalpina, che tocca così un totale di 115 su autostrada. “Si tratta di un passo importante, che segnala il nostro impegno a crescere in tutto il mondo e rinforzare la nostra posizione nel travel retail” ha commentato il ceo di Areas France, Yves Lacheret. Sighor opera nelle autostrade soprattutto con i marchi Leo Resto e Leo Bistrot. Con questa operazione, segnala ancora una nota di Areas, il gruppo si porta complessivamente a 602 punti vendita al mondo, suddivisi su 173 siti tra aeroporti, autostrade, stazioni e parchi divertimento. Quest’insieme sviluppa un giro d’affari vicino ai 700 milioni di euro.

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Valentino, con Dufry, apre il primo spazio cosmetica permanente

Gatwick torna in utile con i conti 2022

LONDRA – Il recupero rispetto ai valori del 2019 sono lontani, ma l’aeroporto londinese di Gatwick torna al profitto con i conti 2022. I profitti toccano 196,5 milioni di sterline, a fronte di una perdita cumulata tra 2020 e 2021 da 830 milioni. Per quanto riguarda i ricavi, raggiungono 776,6 milioni (-9% sul 2019), derivanti dai parcheggi per 102 milioni, dal retail per 159, dall’aviazione per 405 milioni. Sul fronte traffico, l’anno scorso i passeggeri sono stati 32,8 milioni, contro i 46 milioni del 2019.

SINGAPORE CHANGI AND HAMAD INTERNATIONAL SHOW HOW IT’S DONE SINGAPORE CHANGI E HAMAD INTERNATIONAL FANNO VEDERE COME SI FA

The most important airport awards took place in March when Skytrax named Singapore Changi as the world’s best gateway in 2023, and Qatar’s Hamad International as the runner up. The Skytrax awards have credibility because it is users – the passengers – who do the voting.

“What makes these awards so special is that we don’t self-nominate; it’s based on direct feedback from the travelling public, so it’s the best indicator of our performance from a customer experience point of view,” said Queensland Airports Limited CEO Amelia Evans. Her airport, Gold Coast, won best regional airport in Australia and Pacific, for the fifth time.

Gara per i duty free di Incheon, Shilla e China in pole position

SEUL – Nel mese di aprile Ksc (Korea Customs Service) dovrebbe rivelare il vincitore finale della maxi gara, indetta nel 2022, per la gestione dei duty free all’interno dello scalo internazionale Incheon di Seul. Secondo quanto risulta a Dfni, China Duty Free e Lotte dovrebbero essere fuori dalla partita, avendo avanzato offerte giudicate incongrue. Mentre in lizza ci sarebbero Shinsegae e Shilla, in vantaggio rispetto a un competitor ancora in corsa, Hyundai duty free. La gara si basava su 7 “pacchetti”, di cui cinque in “general business” e due “small/medium size, per una durata di dieci anni.

Both Changi and Hamad International are consistently at the top because they have in common relentless attention to the customer experience. And key to that are their travel retail and F&B offers. Not for nothing did Changi also win the award for the world’s best airport dining, and Hamad International the award for the world’s best airport shopping.

F&B and retail rank highly in the minds of passengers so it is no surprise that the top two airports in the world also scooped the prizes in these categories as well. Good experiences in F&B and retail can be the deciding factors in a traveller’s overall perception of an airport. Even if a passenger is only browsing the shops or the eateries, the range, the level of fit-out, and the service all have an impact on how they view the whole facility.

Late last year, just in time for the FIFA World Cup, Hamad International opened a new extension featuring lush tropical gardens and a slew of luxury shops. Among them are Louis Vuitton and Fendi, plus the first Dior store at the hub, the first Thom Browne store in any airport, as well as Boss, Bulgari, Burberry, Gucci, Moncler, Montblanc, Omega, Polo Ralph Lauren, Tiffany, Zegna, and the largest Ray-Ban store in an airport. Hamad International set out for the wow factor and achieved it.

Another airport wowing its users has been New York’s LaGuardia whose new Terminal B – with its array of smart shops and dining options (previously missing) – is a far cry from the tragedy it once was. It was voted the world’s best new airport terminal.

Ipremipiùimportantiperilsettore aeroportualesonostaticonsegnati a marzo, quando Skytrax ha nominato Singapore Changi come miglior gateway del mondo nel 2023 e Hamad International, del Qatar, come secondo classificato. I premi Skytrax sono considerati credibili, perché basati sui giudizi espressi direttamente dagli utenti.

“Ciòcherendequestiawardcosìspecialièche nonciautocandidiamo;sibasanosulfeedback diretto dei viaggiatori, quindi sono il miglior indicatoredellenostreprestazionidalpuntodi vista dell’esperienza del cliente”, ha dichiarato Amelia Evans, CEO di Queensland Airports Limited. Il suo aeroporto, Gold Coast, ha vinto il premio come miglior aeroporto regionale in AustraliaenelPacifico,perlaquintavolta.

Sia Changi che Hamad International sono costantementeaiprimipostiperchéhannoincomunel’attenzioneall’esperienzadelcliente.Ela chiave di tutto ciò sono le loro offerte di travel retaileF&B.NonacasoChangihavintoancheil premioperlamiglioreristorazioneaeroportualealmondoeHamadInternationalquelloperil migliorshopping.

L’F&Belavenditaaldettagliooccupanounpostodirilievonellamentedeipasseggeri,quindi non sorprende che i primi due aeroporti al mondo abbiano vinto anche i premi in queste categorie. Buone esperienze nel settore F&B e retailpossonoessereifattoridecisivinellapercezione complessiva di un aeroporto da parte diunviaggiatore.Ancheseunpasseggerosilimitaadareun’occhiataainegozioairistoranti, l’assortimento, il livello di allestimento e il serviziohannounimpattosullapercezionedell’interastruttura.

Alla fine dello scorso anno, giusto in tempo per la Coppa del Mondo FIFA, l’Hamad International ha inaugurato un nuovo ampliamento con lussureggianti giardini tropicali e una serie di negozi di lusso. Tra questi, Louis Vuitton e Fendi, oltre al primo negozio Dior nell’hub, il primo negozio Thom Browne in un aeroporto, oltre a Boss, Bulgari, Burberry, Gucci, Moncler, Montblanc, Omega, Polo Ralph Lauren, Tiffany, ZegnaeilpiùgrandenegozioRay-Baninunaeroporto. L’Hamad International ha puntato sul fattore“wow”el’haraggiunto.

Un altro aeroporto che ha stupito i suoi utentièstatoilLaGuardiadiNewYork,ilcuinuovo TerminalB-conlasuaseriedinegoziepuntidi ristoroeleganti(primaassenti)-èbenlontano dalla“tragedia”cheerauntempo.Èstatovotatocomeilmigliornuovoterminalaeroportuale delmondo.

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kevin_rozario@yahoo.com
by Kevin Rozario
London

HK FOOD EXPO 2023 – UN VIAGGIO CULINARIO GLOBALE

Anche quest’anno, l’Hong Kong Convention and Exhibition Center ospiterà, dal 17 al 21 agosto, la 33esima edizione del Food Expo, una vetrina di cinque giorni per la presentazione di prelibatezze a livello mondiale. Esso rappresenta un evento annuale molto atteso ad Hong Kong, che da oltre 30 anni è sempre stato ben accolto sia dal pubblico (510.000 visitatori nel 2022, nonostante le limitazioni imposte dal Covid19) che dagli oltre 21.000 buyers e dai 1.000 espositori di settore che offrono una vasta gamma di prodotti per chi ama spaziare nella molteplicità delle cucine internazionali.

Nella scorsa edizione, la presentazione dell’evento è stata proposta in tre aree distinte: la Gourmet Zone, la Public Hall e la Trade Zone. La Gourmet Zone ha presentato 90 espositori organizzati in cinque aree tematiche (Asian Cuisine, Western Delicacy, Sweet Delight, Green Palate, Coffee) a cui si è aggiunta l’area Beer Cheers per esplorare birre di qualità prodotte da birrifici artigianali. In questa zona, viene offerto il meglio della cucina asiatica ed europea con l’aggiunta di dessert, cibi biologici e caffè pregiato. La Public Hall, con più di 430 espositori, offre invece una selezione globale di prodotti alimentari ed ingredienti. Nel suo interno vengono ospitati padiglioni a tema per promuovere direttamente ai consumatori prodotti di qualità, locali ed internazionali, come ad esempio quello dedicato al Wine & Spirits o quelli organizzati dalle camere di commercio nazionali della Cina, Giappone Corea del Sud, Indonesia, Polonia, Repubblica Ceca, ecc. Non è mancata, vista la crescente popolarità, la presentazione di una vasta gamma di cibi vegetariani sostenibili e una zona Premium Food con la presenza di 20 marchi rinomati.

Infine, la Trade Zone che, con più di 100 espositori, è stata aperta sia agli acquisti degli operatori di settore che al pubblico con l’aggiunta di degustazioni per completare l’esperienza culinaria. In questa zona, si trovano prodotti particolari come il vino Shaoxing Huadiao dello Zhejiang, l’olio di camelia selvatica dell’Hubei, il vino al tartufo del Sichuan o il vino di frutta di prugna verde dello Zhejiang, il riso Wuchang di Heilongjiang, il miele di Shennong di Hubei e l’olio di pepe fresco del Sichuan. La pre-

senza al Food Expo è gratuita con pre-registrazione, mentre l’accesso alla Gourmet Zone è a pagamento. Inoltre, sempre nella scorsa edizione, sono stati invitati 13 chef stellati per lo show cooking di 25 piatti speciali ed esclusivi dal tema “meno sale e meno zucchero”, tra cui l’Executive Chef Ho Wai-sing del Royal Garden Chinese Restaurant, lo Chef de Cuisine Ho Chun-hung dell’Hyatt Regency Hong Kong, lo chef Sha Tin fondatore del Hung’s Delicacies Lai Wai-hung e l’Executive Chef Will Leung dell’1111. A corollario della manifestazione vengono anche organizzati eventi di carattere didattico, come le masterclass culinarie, approfondimenti specifici, come il “Chinese Rice Wine + Japanese SAKE Contest” o il “All about Single Malt Whisky”, e seminari operativi utili agli operatori, come quelli sui servizi di test e certificazione nell’industria alimentare. La Food Expo si svolge in concomitanza con l’International Tea Fair e la Home Delights Expo, giunte rispettivamente alla 14a e 9a edizione. In particolare, la Fiera Internazionale del Tè offre una vasta gamma di foglie di tè, di tè lavorati (come l’innovativo Yunnan Taetea e i famosi tè dello Hubei) e di prodotti collaterali, come confezioni e strumentazioni specifiche.

NEWS | International pag. 58 | retail&food | Aprile 2023
Markets | a cura di Luca Esposito luca.esposito@layline-consulting.it
New Travel

Mango archivia un 2022 da record, con 119 nuovi store ed eCommerce al 36% dei ricavi

Mango, nel 2022, ha messo a segno il record storico di ricavi, con 2,68 miliardi di euro: +20,3% sul 2021 e +13,2% sul 2019. Per il gruppo spagnolo, guidato dal Ceo Toni Ruiz, il risultato netto è pari a 81 milioni di euro, frutto di un Mol a 436,62 milioni, 14 in più rispetto all’esercizio precedente. Sale anche il debito, a 82 milioni, dovuto però ai forti investimenti sostenuti: 107 milioni di euro, più del doppio rispetto al 2021. Per quanto riguarda la rete e i canali di vendita, si segnala che Mango ha raggiunto un totale di 2.566 punti vendita, con 119 aperture nette in 12 mesi. Mentre i ricavi derivanti dall’eCommerce raggiungono 960 milioni di euro, circa il 36% dei ricavi. I negozi in Italia sono circa 80. Lo scorso ottobre Mango aveva siglato un accordo con Retail group spa (Grandi Stazioni), per portare sotto l’ala dei negozi di proprietà, sette punti vendita prima in franchising, situati in altrettante stazioni ferroviarie.

Le profumerie Sephora tornano nel Regno Unito e ripartono da Westfield London

Dopo 17 anni di assenza (era fuori dal 2005), Sephora torna in UK. A marzo la catena di profumerie ha inaugurato a Londra, il primo store fisico al centro commerciale Westfield White City. Dopo il lancio del sito web e dell’app, avvenuto lo scorso autunno, i clienti britannici saranno ora accolti in questo nuovo store di circa 600 mq. Tra le novità introdotte nel punto vendita, un Grand Beauty Hub con una vasta gamma di servizi e trattamenti express e un’area self checkout. L’insegna era uscita dal mercato britannico a seguito dell’intensa concorrenza di Boots e SpaceNK. Quest’ultimo, considerato il competitor principale del marchio francese, nel frattempo ha ampliato il suo store al centro commerciale Westfield London inserendo nuove cabine beauty e creando un “ambiente più customer centric”, si legge nella nota stampa.

McWin acquisisce la maggioranza de L’Osteria, catena tedesca di casual dining

La società di private equity McWin ha acquistato la maggioranza de L’Osteria, catena di casual dining con sede in Germania e locali in 8 mercati europei. L’operazione ammonta a 400 milioni di euro. L’investimento di McWin sarà utilizzato per la crescita del brand, a dichiararlo è Harry Goss, partner di McWin. Oggi il gruppo gestisce 157 negozi con oltre 6.000 dipendenti nella regione DACH, Regno Unito, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Repubblica Ceca. Questa nuova partnership con McWin supporterà e accelererà l’espansione del gruppo sia in Germania che in numerosi mercati nuovi ed esistenti in tutta Europa. Fondata da Henry McGovern e Steve Winegar, McWin è specializzata in ristorazione e tecnologia alimentare. Con l’acquisizione de L’Osteria, il numero totale di ristoranti nel portafoglio di McWin e delle sue affiliate sale a 1.500.

Lego: i ricavi del 2022 salgono del 17%, aperti 155 negozi

Il Gruppo Lego ha annunciato i risultati finanziari per l’anno 2022. Il fatturato del marchio si è attestato a 64,6 miliardi di corone danesi (circa 8,68 miliardi di euro) il 17% in più rispetto allo stesso periodo del 2021. La performance è stata trainata dalla forte domanda relativa al portafoglio dell’azienda, dalle partnership con i rivenditori sia online che in negozio, da una solida piattaforma di eCommerce e da una forte rete globale di supply chain. Nel corso dell’anno appena concluso, l’utile operativo del gruppo Lego è aumentato del 5% rispetto al 2021. L’utile netto è stato di 13,9 miliardi di corone danesi (1,87 miliardi di euro), con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Non sono mancati gli investimenti. Nel corso del 2022, il Gruppo ha aperto 155 nuovi negozi, raggiungendo un numero totale di 904 negozi a livello globale.

NEWS | International pag. 59 | retail&food | Aprile 2023

Datalogic lancia il nuovo dispositivo insieme a Datema

Datalogic, tra i leader nell’acquisizione automatica dei dati, lancia il nuovo dispositivo di self-shopping Joya™ Touch 22, in collaborazione con Datema. Datema Retail Solutions è un fornitore di soluzioni di self-scanning per il settore retail con il software EasyShop. Il nuovo Joya Touch 22 è certificato con EasyShop. Il dispositivo esegue il sistema operativo Android™ con i Google Mobile Services. Il display è da 4,3 pollici, il design robusto è personalizzabile all’esterno per colore e branding, sia in formato PDA che pistol-grip. La ricarica wireless consente di ottenere la carica completa della batteria in sole due ore, mentre la ricarica boost permette di avere un’ora in più di shopping con una breve carica di soli 15 minuti. È compatibile con gli accessori Joya Touch e Memor™ 1 già esistenti. Il Joya Touch 22 è certificato con Quuppa Intelligent Locating System™, che aggiunge la possibilità di tracciare con precisione la posizione dei clienti all’interno del negozio, assicurando che non perdano le ultime offerte, promozioni e posizioni dei prodotti in tempo reale.

Computer Vision di Sensormatic per la sicurezza dentro e fuori

La tecnologia Computer Vision di Sensormatic Solutions è progettata per fornire al settore retail insights operativi basati su modelli best-in-class di intelligenza artificiale e Deep Learning. Si tratta di soluzioni create in collaborazione con Intel e ottimizzate per il retail utilizzando gli algoritmi proprietari di Sensormatic IQ. La tecnologia Computer Vision automatizza le attività ed estrae informazioni utili dai filmati in tempo reale. Tutte le analisi sono presentate in un’unica dashboard per un facile accesso alle metriche chiave. Per esempio, riesce a segnalare quando gruppi di persone si affollano in un’area specifica o all’entrata di un punto vendita; monitorare l’attività sugli scaffali per rilevare quando un numero prestabilito di articoli viene rimosso in maniera massiva; controllare la sicurezza nell’area dei parcheggi. O ancora, è possibile ricevere notifiche quando si verifichi un movimento anomalo di persone durante l’orario notturno o comunque in orario di bassa affluenza.

Adyen aumenta il tasso di conversione dei pagamenti

Adyen ha innovato la sua soluzione di autenticazione digitale con dei progetti pilota, che hanno permesso di registrare un aumento della conversione fino al 7%. Le nuove funzionalità offerte da Adyen includono Delegated Authentication, Data-Only e Trusted Beneficiaries, progetti finalizzati ad ottimizzare le autorizzazioni e quindi i ricavi finali delle aziende. Questi servizi si inseriscono nella strategia di Adyen di ottimizzazione del processo di pagamento, con l’obiettivo di aumentare sempre più le conversioni delle transazioni. In regioni come l’Europa, in cui la Strong Customer Authentication (SCA) è richiesta dalla direttiva PSD2, Adyen ha implementato la tecnologia Delegated Authentication, che permette all’issuer di autenticare direttamente il consumatore, fornendo un’esperienza di pagamento fluida al titolare della carta. Accanto a questo, Adyen ha implementato la funzionalità Trusted Beneficiaries, con cui gli acquirenti, nella fase di checkout, hanno la possibilità di aggiungere simultaneamente un’azienda al loro elenco di trusted brands.

NEWS | Servizi e fornitori pag. 60 | retail&food | Aprile 2023

Sistema componibile ad hoc da USM Haller

USM Haller è tra le aziende leader nelle forniture al retail. Sviluppa un sistema modulare, grazie a cui ogni composizione può essere realizzata e organizzata seguendo una molteplicità di configurazioni, lasciando spazio alla creatività e alle necessità di ciascun ambiente e committente. Uno dei punti di forza dei mobili componibili USM Haller è la capacità di inserirsi in maniera armonica in qualsiasi ambiente. Tra gli ultimi a scegliere questa soluzione c’è Dick’s, boutique di abbigliamento di Edimburgo, nel quartiere di Stockbridge, anima pulsante della New Town. La boutique propone una collezione di abbigliamento uomo e donna, nonché accessori e articoli per la casa. Grazie al supporto di Tangram, suo partner commerciale di fiducia in Scozia, USM Modular Forniture ha offerto una soluzione d’arredo ideale, lavorando con l’interior designer Wouter Bossenbroek.

TSC, etichette termiche più ecologiche ed economiche

TSC Printronix Auto ID, tra i principali fornitori di soluzioni per la stampa di etichette termiche, ha presentato le sue soluzioni di stampa “Linerless”, una tecnologia di etichettatura di nuova generazione, più ecologica, economica e flessibile. Le etichette linerless sono composte da soli tre strati: il silicone, il materiale e l’adesivo. Rimuovendo il liner - il supporto su cui si appoggia l’etichetta adesiva - si ottiene il 50-60% di etichette in più per ogni rotolo e fino al 40% di scarti in meno. TSC Printronix Auto ID offre un’ampia gamma di stampanti dotate di questa nuova tecnologia, come la stampante desktop DA220, le stampanti portatili Alpha-40L e Alpha-30L, la stampante mobile ultra-compatta Alpha-2R, ma anche un modello industriale con la serie MB. Possono essere utilizzate nella logistica, nell’industria alimentare, nel trasporto aereo e nel magazzinaggio in generale.

Panino Giusto entra nel segmento “catering” con Cosaporto

Panino Giusto e Cosaporto lanciano insieme “Il Catering Giusto”, un nuovo servizio ideale per pranzi, aperitivi, business lunch e momenti conviviali in ufficio, con cui Panino Giusto entra in qualche modo nel segmento della fornitura b2b. Da marzo, sulla piattaforma online Cosaporto.it è attiva una sezione dedicata “Il Catering Giusto”, in cui è possibile ordinare box uniche e soluzioni su misura create da Panino Giusto per le oltre 5mila aziende che fanno parte della rete Cosaporto. Si parte con le box da 16 mezzi panini, presenti nelle versioni “I Classici”, “Veg” e “Del Salumiere”, ma l’offerta sarà aggiornata e arricchita. Il servizio “Il Catering Giusto” by Cosaporto dà anche la possibilità di comporre le box su misura, per variare negli ingredienti e nelle quantità. Infine, nella sezione di Cosaporto.it dedicata al “Catering Giusto”, si possono ordinare anche i piatti freddi a base di salumi, le insalate fresche, il tiramisù e le insalate di frutta di Panino Giusto. Come bevande, i soft drink artigianali e le bollicine Ferrari (foto: www.cosaporto.it).

NEWS | Servizi e fornitori pag. 61 | retail&food | Aprile 2023

Fruit&Power, la nuova bevanda energy con succo di frutta by San Benedetto

San Benedetto Fruit&Power, la nuova bevanda energy firmata San Benedetto che unisce la bontà del succo di melograno, mela, mango e ananas e aggiunge l’energia di taurina e caffeina, in Acqua Minerale Naturale, non gassata e zero zuccheri aggiunti. La grafica dell’etichetta, dal design fresco e lineare, avvolta da colori brillanti e decisi, valorizza le proprietà energetiche del prodotto e la freschezza della frutta racchiusi nel pratico formato da 0,40L PET, da consumare in tutte le occasioni in cui si ha bisogno di un break energizzante che ci ricarichi con gusto oppure per partire con slancio a colazione. Il gusto e la qualità del nuovo energy drink garantiscono un’esperienza di refreshment “energizzante”. Un concept innovativo, sviluppato per soddisfare le esigenze dei consumatori più attenti ai trend di consumo in costante evoluzione. Disponibile sia per il canale moderno che per il canale tradizionale.

La maionese Noi&Voi con il 50% in meno di grassi

In linea con i nuovi trend di consumo, il Consorzio C3 introduce sul mercato la Maionese leggera Noi&Voi con il 50% in meno di grassi (rispetto alla Classica Noi&Voi), per chi cerca un’alimentazione più salutare, ma non intende rinunciare al gusto. La nuova referenza, che affianca la versione classica, sempre in confezione da 5Kg, nasce su richiesta delle aziende associate al C3 per rispondere alle esigenze della clientela dei settori Horeca e Cash&Carry e testimonia lo stretto rapporto di partnership tra il Consorzio e l’industria nello sviluppo di nuovi prodotti suggeriti dal mercato.

Surgital propone i nuovi troccoli pugliesi

Surgital lancia un nuovo formato tipico della Puglia, i Troccoli di Laboratorio Tortellini® - Alta Tradizione, marchio storico e punto di riferimento del foodservice per quanto riguarda la pasta fresca surgelata. I Troccoli sono spaghetti a sezione triangolare realizzati con semola di grano duro, farina di grano tenero tipo “00”, acqua e sale, il cui nome deriva dalla forma ritorta dovuta al mattarello – detto troccolaturo - dotato di lame circolari che sagomano l’impasto. Il nuovo prodotto richiede una rigorosa cottura al dente: bastano 5 o 6 minuti in acqua bollente. E si sposa con condimenti ricchi. Il più comune è il ragù, ma è ideale anche con funghi cardoncelli o con i frutti di mare. Questa tipologia di pasta risulta molto versatile e si presta ad accogliere tanti condimenti diversi.

VETRINA pag. 62 | retail&food | Aprile 2023

Peroni Nastro Azzurro lancia per l’estate la “Stile Capri”

L’ultima nata della famiglia Peroni Nastro Azzurro, creata in vista dell’estate, si chiama “Stile Capri”. È una “easy drinking lager” di ispirazione mediterranea, dal gusto rinfrescante e facile da bere, poco amara e con un grado alcolico inferiore alla media (4,2%). La presenza di leggerissime note di scorza essiccata di limoni italiani e un leggero tocco di foglie di ulivo, contribuiscono a donarle dei lievi sentori aromatici che la rendono unica nel suo genere e perfetta per l’aperitivo. La sua bottiglia trasparente e dalla forma sinuosa, i suoi colori azzurro, bianco e oro, sono tratti caratterizzanti che - insieme al profilo di gusto unico - ne faranno un simbolo della prossima stagione estiva.

Mandorle e cocco per la tavoletta Raffaello di Ferrero

Dopo l’ingresso nel mondo delle tavolette avvenuto a settembre 2021, Ferrero torna con una nuova variante adatta a chi ama il gusto raffinato e l’esperienza di un cioccolato sofisticato: le Tavolette Raffaello. Realizzate con almeno il 60% di cioccolato bianco, esprimono una combinazione di pezzi croccanti di mandorle, scaglie di cocco e un avvolgente ripieno cremoso. Come i Rocher, le tavolette presentano una delicata cupola sopra il quadrotto che richiama la forma sferica delle specialità originali. La tavoletta Raffaello viene prodotta in un peso netto di 90 grammi.

Tonitto: gelato High Protein e altre novità

Tonitto 1939 ha presentato alcune novità per il 2023. E fra questa, una delle principali è il nuovo gelato High Protein. Contiene una quantità limitata di zucchero, un alto contenuto di proteine, circa 20 grammi per confezione, ed è proposta nei gusti vaniglia, cioccolato, nocciola e arachidi. Indicato quindi per gli sportivi. Oltre a questo, l’azienda ligure rafforza la propria gamma di sorbetti con due nuovi gusti, pistacchio e cioccolato. Accanto al sorbetto, per il segmento Natural Happiness, si conferma lo Stecco sorbetto, mentre per quello Healthy Happiness, oltre al gelato High Protein, ecco il gelato Linea, lo Stecco gelato Linea senza zuccheri aggiunti e Gaia, il primo gelato 100% allergen free. Arrivano anche le nuove Mini Coppa Famiglia da 200 grammi, un formato molto pratico e apprezzato dai consumatori ideale per uno snack in ogni momento di relax, oltre alle consolidate Coppa Famiglia e Gran Coppa Famiglia.

VETRINA pag. 63 | retail&food | Aprile 2023

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