Italia, ieri, oggi e domani di Cesare Scotoni
POLARITÀ e POLARIZZAZIONE
P
olarità e polarizzazione. Fin dall’inizio della fine della Prima Repubblica, che datiamo alla primavera del 1978 ed all’assassinio di Aldo Moro, con la sua saga delle troppe NON verità che cominciano con il suo rapimento, passano dall’assassinio della sua scorta ed arrivano ai compromessi ed ai mancati compromessi che precedettero e seguirono il suo omicidio, l’Italia ha vissuto un’eterna fase di trasformazione che ritrova, a distanza di oltre 40 anni, il Paese sempre meno eguale, ma bloccato nella sua crisalide di antinomie. Più povero e meno coeso. Con un peso internazionale che, dovendo affrontare scenari nuovi e dinamiche meno nuove, si trova oggi in cerca di un nuovo assetto e di un diverso ruolo. Il recente confronto sul bipolarismo italiano tra Ernesto Galli della Loggia e Silvio Berlusconi, ospitato dal Corriere della Sera prima di Ferragosto è l’evidenza del perché un dibattito tra alternative che non sono tali, ovvero il ridurre il confronto ad una sfida tra persone per la gestione del presente, anziché ad una sfida tra Progetti che interessano i nostri figli, non permetta al Paese di uscire da un’impasse che dura da quaranta anni. Quattro decenni in cui la “pars destruens” di cui scriveva Bacone ha lascia-
to le Istituzioni in macerie. La metodologia suggerita da quel Grande della Storia nel “Novum Organum”, con il passaggio dalla Deduzione alla Induzione e la necessità di una “pars costruens” sembra però estranea ai troppi che si sono improvvisati tribuni del Popolo forti solo di una “visibilità” travestita da autorevolezza. Anzi, la tristissima vicenda del come un Welfare Europeo distrutto da una visione autocratica, centralista e finto liberista dell’Unione abbia fallito nel curare con i propri sistemi sanitari le diverse patologie
dovute ad un Coronavirus particolarmente innovativo, ha visto proliferare sui teleschermi i profeti di una Scienza che ha la pretesa di farsi religione e rifiuta quel dubbio che permette di mettere in discussione ciò che fino a ieri era dato per acquisito e fare con ciò i progressi cui da 2 secoli ci siamo abituati. Provando ancora una volta come Bacone (Francis Bacon) sia ancora inarrivabile nella sua utopia, per troppi, ad appena 400 anni da quella pubblicazione. Forse ciò che manca in una realtà governata
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