Feltrino News n. 9/2021 Settembre

Page 69

La moda tra passato e presente di Laura Paleari

Il Fascino del Vintage

D

a molti definito il futuro della moda, il Vintage, da un paio di anni a questa parte sta spopolando sempre di più, soprattutto tra i giovani. Vintage deriva dal termine francese “vendenge” ossia vendemmia, il quale stava ad indicare tutti quei vini d’annata di pregio. Specularmente, nella moda, questo termine indica i capi e gli accessori iconici di epoche passate che, con il tempo, acquistano sempre più valore. Spesso viene confuso con il termine Retrò il quale indica tutto ciò che viene creato rifacendosi a stili del passato, a differenza del vintage dove gli oggetti sono “autentici”. La filosofia Vintage nasce negli anni ’60 in America, quando, successivamente all'epoca del dopoguerra e del boom economico, la cultura Hippies portò una nuova filosofia di vita e, con essa, un nuovo modo di vestirsi, riutilizzando i capi degli anni precedenti e, se all’inizio era necessario recarsi in piccoli mercatini per la ricerca dei capi, oggi continuano a nascere nuove boutique con prodotti accuratamente selezionati. Contro le aspettative, la fascia di età più interessata al Vintage è quella compresa dai 24 ai 38 anni e, in particolare, oggi i consumatori ricercano capi degli anni ’80 ma soprattutto ’90; questo grazie, principalmente, ai social media e ai messaggi di

sostenibilità sempre più presenti. Sono le donne intelligenti quelle che hanno scoperto questo mondo, fatto di qualità, tessuti, manodopera che l’industria di questo tempo non riesce ad offrire”. Scriveva questo il New York Times, già nel 1965, criticando la nascita del consumismo e l’avvento del fast fashion, ossia dell’acquisto immediato di un capo, il quale, di solito, presenta un costo bassissimo. Creando continuamente nuovi desideri e quindi nuovi bisogni, il consumatore sarà quasi “obbligato” a comprare per stare al passo. Tutto ciò porta le aziende alla produzione di tantissime collezioni, sempre più veloce, frenetica, in paesi al di fuori dell’Italia, sfruttando lavoratori spesso inconsapevoli o costretti ad accettare contratti di sfruttamento più che di lavoro; i capi disegnati e venduti, inoltre, sono spesso le copie riprodotte e leggermente modificate di capi di alta moda, inaccessibili per la fascia media di mercato, la quale, comprando capi d’abbigliamento simili a quelli proposto dalle grandi firme ma ad un prezzo decisamente inferiore della metà, potrà “sognare e illudersi” di indossare quello che non può avere. Tuttavia, negli ultimi tempi e con gli ultimi movimenti “Green” in difesa dell’ambiente, anche le case di moda stesse stanno iniziando a concepire uno schema più circolare, dove si prende in considerazione tutto l’arco vitale del capo, dalle materie prime della sua creazione, fino al suo riciclo o riutilizzo per altri vestiti; anche la pandemia ha “aiutato”

il ritorno di un’ economia più circolare: portando il consumatore a ricercare la qualità più che la quantità. “Less is More”, “Decluttering”, sono solo alcuni dei nuovi termini legati ad un approccio consumistico più responsabile e consapevole. L’attenzione inoltre per i lavoratori e operai delle grandi catene è aumentata dopo il crollo del Rana Plaza, nel 2013, una fabbrica di abbigliamento in Bangladesh, dove numerose operaie, sfruttate e private di qualunque diritto, stavano realizzando capi per i brand del fast fashion occidentali quando l’edificio è crollato per le mancate norme di sicurezza: il più grande incidente legato al mondo dell’abbigliamento. La verità è che bisognerebbe avere meno capi nel nostro armadio ma di qualità, spendendo un po’ di più per un paio di jeans o una maglietta ma con la certezza che dureranno anni, e che non dovremo cambiarli la prossima stagione. Il vintage, in questo, ha una caratteristica essenziale: ci rende unici. Non solo si utilizzano capi del passato, ma si gioca con gli stessi, mescolando abiti maschili e femminili, stili e materiali diversi. L’idealizzazione del passato, più solido e rassicurante rispetto ad un futuro e, soprattutto, un presente incerto, la nostalgia di epoche passate… è il soffio di un ricordo lontano che lo rende assolutamente affascinante.

69


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook

Articles inside

La giornata mondiale della gratitudine

3min
pages 90-92

Salute e benessere: la carie e la pulizia dei denti

2min
page 80

I giardini Zen

2min
page 83

La pagina verde: il balcone fiorito

2min
page 82

Tecnologia e sonno

2min
page 81

Medicina & Salute: i disturbi del sonno

2min
page 79

Medicina & Salute: il disturbo del deficit

4min
pages 76-78

La madre dell’astrattismo: Hilma af Klint

4min
pages 74-75

Non solo animali: l’asino

2min
page 73

Dati, fatti e informazioni

5min
pages 70-72

La moda: il fascino del Vintage

3min
page 69

Un tuffo nell’Archeologia: Pietro Paolo Orsi

4min
pages 66-68

Il personaggio di casa nostra: Alex Zanghellini

5min
pages 64-65

Un romanzo familiare: Saranno rosse le mie scarpe

5min
pages 62-63

Cinema e società: Circle, giudicare gli altri

3min
page 58

La coscienza dell'escursionista

2min
page 59

Fiume: storia di un’impresa

4min
pages 54-55

Tra presente e passato: a caccia con i rapaci

6min
pages 51-53

In ricordo di Piera degli Esposti

3min
pages 46-47

Il personaggio: Niki Lauda

4min
pages 48-50

I signori del vento

5min
pages 39-42

Il senso religioso

2min
page 33

Il politico in cronaca: Antonio Bisaglia

5min
pages 15-17

Uomo, ecologia e ambiente

8min
pages 29-32

Arte urbana

7min
pages 34-35

Vasco SI, Vasco NO

4min
pages 26-28

La vita in controluce

3min
pages 24-25

Polarità e polarizzazione

3min
pages 22-23
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.