ANABIC, razze bovine italiane: allevamenti del benessere Terreni riservati al pascolo, dove i bovini possono ruminare in tutta tranquillità. Ampi spazi verdi destinati alle vacche, che possono vivere in modo naturale. Sono una caratteristica della gran parte degli allevamenti associati ad ANABIC - Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne. A fare il punto sono i vertici di ANABIC e del Centro Genetico di Perugia in occasione della Giornata Mondiale degli Animali (4 ottobre) e nello specifico degli animali negli allevamenti. «C’è un modo di allevare i bovini, purtroppo poco conosciuto dai più, ed invece estremamente significativo e diffuso, particolarmente nelle aree montane e svantaggiate del nostro Paese, che è fortemente rispettoso delle esigenze degli animali e dell’ambiente». Allevatori che mantengono i propri animali nei terreni di montagna e di alta collina, che li alimentano con l’erba dei pascoli o degli erbai appositamente seminati per loro, che, per garantire loro un ambiente idoneo, mantengono i terreni nelle migliori condizioni di fertilità, ne controllano e sistemano i fossi e le scoline per regimarne le acque, li fertilizzano con il migliore concime esistente in natura prodotto dallo stesso ciclo biologico degli animali, sono l’espressione più autentica e vera della zootecnia sostenibile. Un tipo di zootecnia che è praticata da oltre il 70 % degli allevatori delle razze bovine da carne Marchigiana, Chianina, Romagnola, Maremmana e Podolica associate all’Anabic, che fanno della natura e dell'economia circolare un proprio punto di forza. A scattare una fotografia di tutto questo sono i numeri: circa il 40% degli allevamenti di queste razze sono in montagna e il 55% in collina; delle cinque razze che vengono seguite da ANABIC, la Maremmana (in foto) e la Podolica sfiorano il 100% dei capi allevati allo stato brado o semi brado, mentre per la Chianina e la Romagnola la percentuale supera il 60% e per la Marchigiana si attesta sopra il 50%. «Allevare in modo estensivo – sottolinea l’ANABIC – oltre a garantire condizioni di comfort e di benessere ottimale per gli animali, che l’allevatore attento e lungimirante deve sempre ricercare, riduce drasticamente l’uso di antibiotici e di farmaci, perché gli animali si ammalano di meno, favorisce la nascita naturale dei vitelli, anche se purtroppo li espongono agli attacchi dei lupi e dei predatori, permette l’utilizzo controllato del suolo e del bosco e ne previene il dissesto e gli incendi». Da questi dati emerge chiaramente che esistono, e sono in aumento, numerosi esempi virtuosi di allevamento di bovini delle razze autoctone da carne, che, pur perseguendo chiaramente obiettivi di efficienza produttiva, ne rispettano il benessere e sono perfettamente integrati con l’ambiente che vivono. Sono una risorsa da tenere in considerazione, sostenere e tutelare perché rappresentano un baluardo di sostenibilità reale a beneficio dell’intera società, e che l’Anabic è orgogliosa di rappresentare (photo © adrenalinapura – stock.adobe.com). >> Link: www.anabic.it
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Eurocarni, 12/21