Controcorrente, nella laguna veneta La visione del business ittico di Davimar, senza compromessi, coerente con un’idea di lavoro artigianale che esalta le produzioni del territorio. Intervista a Davide Bonaldo, che racconta i 50 anni di lavoro di questa azienda di famiglia e che anticipa i nuovi progetti di Elena Benedetti
Territorio, esperienza, artigianalità, innovazione e, non ultima, empatia col mercato. Se dovessi riassumere in cinque parole la storia di Davimar — alla luce di una piacevole chiacchierata con il suo titolare, DAVIDE BONALDO — probabilmente sceglierei queste. Le prime due, esperienza e territorio, vanno in parallelo. Siamo a Chioggia, città della laguna veneta conosciuta nel mondo per la lavorazione dei molluschi cefalopodi freschi e congelati. «Con un fatturato di circa 21 milioni di euro e 45 dipendenti, oggi Davimar rappresenta un perfetto legame tra il territorio e il suo mare, con la storia — che è stata intrapresa dalla mia famiglia 50 anni fa — dell’attività di lavorazione della seppia bianca di Chioggia» esordisce Davide.
Uno scorcio di Chioggia (photo © Britta und Ralph Hoppe, www.FooTToo.de).
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Innovazione e artigianalità Davimar è un mix perfetto tra innovazione, e quindi ricerca, sviluppo ed aggiornamento, che va pari passo con l’artigianalità nella lavorazione dei molluschi e dei crostacei. «La nostra azienda è, infatti, l’unica realtà territoriale che compie manualmente la tolettatura al fine di mantenere inalterate le caratteristiche morfologiche del prodotto» mi dice Bonaldo. Tutto ciò, ovviamente, rispettando elevati standard qualitativi, di sicurezza igienico-sanitaria e di tracciabilità alimentare. «Da diversi anni vantiamo le certificazioni IFS Food, “Produ-
IL PESCE, 2/21