PER ALLENARMI UN PO’
LA MUSICA Elhon aveva appena finito di forare un osso di cervo con una pietra appuntita e ora lo stava pulendo dalle schegge rimaste. – Perché sprechi il tuo tempo, figlio? Sei molto abile con le mani e potresti fare oggetti che ci sarebbero utili. Invece costruisci cose che non servono a niente! – disse Uzhur, suo padre. Elhon scosse la testa: – Ma padre, il mio è un oggetto utile! Senti cosa posso fare con questo osso. Soffiò dentro l’osso e produsse un suono dolce, come una specie di cinguettio. – Non ti sembra il verso che fanno gli uccelli, padre? – domandò il ragazzo. – Senza dubbio, figliolo! – osservò il padre senza entusiasmo. – Attento, però, che qualcuno non ti trafigga con una freccia e ti arrostisca per cena! – Poi si girò e se ne andò. A Elhon piacevano tutti i suoni della natura e cercava di ricrearli con gli strumenti che costruiva. Ma suo padre era arrabbiato: possibile che suo figlio non sapesse fare altro che costruire oggetti rumorosi e inutili? Si diresse verso la caverna, per prendere arco e frecce e andare a caccia. Fece però solo pochi passi e poi si fermò di colpo: una grossa tigre dai denti a sciabola gli si era parata davanti.
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