C’È UN TEMPO PER…
CONOSCERE
IL TEMPO DEL RACCONTO
IO E IL MAMMUT La neve aveva ricamato i grandi, immensi alberi, che ora, immobili e gelati, sembravano candelabri di ghiaccio. I fiori avevano le corolle chiuse, appesantite dai fiocchi, e i funghi si erano allargati in una poltiglia colorata. Il lago era ghiacciato e le foglie di loto rabbrividivano al gelo. Camminai faticosamente in quel manto bianco. Anche i vulcani all’orizzonte avevano cessato di eruttare. Il mare e il cielo erano bianchi, uno di fronte all’altro, come in uno specchio. Rabbrividivo dal freddo. Ero sola. Una bambina sola in un mondo di neve. Sicuramente i miei compagni e le mie compagne non crederanno alle mie avventure: dicono di me che sono una fifona, che ho paura della mia ombra, della maestra di inglese, del temporale e di nuotare sott’acqua. Beh… ho i lacrimoni gelati sulle guance. Non riesco nemmeno a piangere.
6