Il Corriere della Città - SETTEMBRE 2022

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Anno 14 Numero 9 SETTEMBRE 2022

BOOM DI MULTE

Ad Ardea si gira senza assicurazione e revisione.

Da gennaio multe per oltre 800.000 euro

L’INCHIESTA DA P. 10

CASO VICERE’

Il piano integrato fa discutere: “Consumo di suolo agricolo per l'ennesimo supermercato”

PEBA A POMEZIA

Dopo l’approvazione in Consiglio l’iter è di nuovo in ritardo? (da p. 14)

SELVA DEI PINI

Piscina chiusa, parla il privato:

“Il Comune non ha eseguito la manutenzione straordinaria e la struttura è diventata inagibile” (da pag. 6)

SCUOLA

L’allarme dal Pascal:

“Mancano gli spazi, situazione insostenibile”: il caso (p.24)

ECOMOSTRO

Cosa sorgerà al posto dell’Hotel ex Biagio? Ecco le proposte arrivate al Comune (p.25)

“LAZIO CIAK SI GIRA”

Il nuovo progetto dell’Ente Pro

Loco Lazio: tra le location anche Pomezia (p.28)

“100% UGO”

Si chiude il Festival dedicato a Tognazzi: “Oltre 3.000 presenze per l’edizione 2022”

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libertà informazione politica cronaca cultura sport

DON LUIGI CIOTTI: “IL CRIMINE ORGANIZZATO E’ DIVENTATO NORMALIZZATO”

LL A A N N U U O O V V A A M M A A FFII A A

SPO

ZUCCALA’ ‘SFIDUCIATO’

13 Consiglieri si dimettono e fanno cadere il Sindaco (A pag. 12)

Editoriale

COM’E’ CAMBIATA

LA MAFIA

La mafia non spara (quasi) più. Lo fa solo quando si rompono gli equilibri. Quando qualcuno non sta ai patti o vuole sconfinare in zone non sue, andando a interferire con gli affari dei clan rivali, cercando il predominio. Eppure ultimamente qualcosa, almeno a Roma e provincia, è effettivamente saltato, negli equilibri fragili del mondo criminale. Una scia di omicidi e tentati omicidi hanno costellato gli ultimi tre anni, almeno dall’omicidio di Fabrizio Piscitelli, il capo ultrà della Lazio da tutti conosciuto come Diabolik, ad agosto del 2019. Un anno dopo l’uccisione, sulla spiaggia di Torvaianica, di Simone detto “Passerotto”.

(continua a pag.4)

A ll’interno

L’ INT E RVISTA

La nuova mafia in giacca e cravatta’. Don Luigi

Ciotti: “Fa meno rumore ma è più forte di prima” DA PAG. 6

L’inchiesta

Buste paga ‘fantasma’, così una cooperativa di Pomezia ha fatto svanire nel nulla 78mila euro in un giorno. E i lavoratori hanno dovuto pagare tasse su quegli stipendi (fittizi) mai ricevuti

IL SERVIZIO DA PAG. 8

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Editoriale

INCHIESTA

Intervista a Don Luigi Ciotti.........................pp.6-7

Auto senza assicurazione ad Ardea...........pp.10-11

POLITICA

PEBA ancora in ritardo a Pomezia?..........pp.14-15

Piscina Selva dei Pini, parla il privato.........da p.16

Piano integrato Vicerè: il caso..................pp.22-23

CRONACA

Emergenza spazi al Pascal di Pomezia............p.24

Festa dello Sport alla Selva dei Pini.................p.28

LE RUBRICHE DEL CORRIERE DA PAG. 33

Così una cooperativa ha fatto ‘sparire’ 78mila euro in un giorno: dove sono finiti quei soldi?

S u l w e b T u t t e l e n o t i z i e s u l t e r r i t o r i o l e t r o v i s u w w w i l c o r r i e r e d e l l a c i t t a c o m
Buste paga ‘fantasma’ a Pomezia
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(p.31) settembre 2022 NUMERO 9
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SPORT Serie D e Eccellenza, ripartono
campionati
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Com’è cambiata la mafia a Pomezia e Ardea

(segue dalla copertina)

Il suo vero nome è Shehaj Selavdi, l’albanese 38enne assassinato il 20 settembre 2020, davanti agli occhi dei bagnanti e dei bambini, in modalità quasi identica all’omicidio Piscitelli. Nel primo caso, uno sparo alla testa da distanza ravvicinata con una pistola calibro 7,65. A colpirlo un uomo vestito da runner. Nel secondo, due colpi di pistola, sempre una 7,65, esplosi a breve distanza, sparati da una persona con una bandana e una mascherina chirurgica: siamo già in tempo di Covid. Ma tra questi due omicidi, eclatanti, ci sono tanti episodi che vengono poi collegati dagli inquirenti grazie a un lavoro certosino di indagine. La scia di sangue che porta a Torvaianica

L’assassinio di “Passerotto”, secondo gli investigatori, ''va inquadrato nell'ambito di una lunga scia di fatti di sangue cominciata il 7 agosto 2019 con l'omicidio di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. A quello, il 14 novembre 2019 segue il tentato omicidio di Leandro Bennato". Non riuscendo nell’intento, per gli undici giorni successivi ''si registravano plurimi tentativi di attentare all'incolumità di Fabrizio Fabietti, braccio destro di Piscitelli e di alcuni componenti della banda di Diabolik, di origine albanese'', si legge nell’ordinanza che, all’inizio di agosto, porta all’arresto di Giuseppe Molisso, un pregiudicato di 40 anni gravemente indiziato di essere il mandante di Shehaj Selavdi. Insieme a lui viene arrestato anche il cognato di Molisso, Guido Cianfrocca, accusato di aver reperito l’arma del delitto. Gli autori materiali dell’omicidio erano già stati arrestati il 17 dicembre del 2021. Gli investigatori del Nucleo Investigativo Carabinieri di Frascati e della Squadra Mobile di Roma avevano scoperto che ad uccidere era stato Raul Esteban Calderon insieme al complice Enrico Bennato Calderon è lo stesso uomo accusato dell’assassinio di Diabolik.

Nomi di spicco

I nomi coinvolti sono tutti noti agli inquirenti. Per entrambi gli omicidi si parla di aggravante del metodo mafioso. Molisso è ritenuto l’autore del tentato duplice omicidio

Il motivo di queste guerre, e della scia di sangue giunta da Roma a Torvaianica era il predominio del territorio. Adesso però l’equilibrio non è più quello di prima. Ma la mafia, malgrado i colpi inflitti dalle forze dell’ordine, non si è fermata

dei due fratelli Emanuele e Alessio Costantito, avvenuto il 13 luglio 2021 in viale dell’Alessandrino, a Roma. I due si trovavano seduti ai tavolini di un bar, quando un uomo con indosso una mascherina e un cappello si è avvicinato e ha fatto fuoco. Solo grazie alla reazione di uno dei due fratelli e al successivo inceppamento della pistola non sono morti, ma solo feriti. Enrico Bennato, fratello di Leandro, voleva partecipare in prima persona alla vendetta. E Simone viene individuato come uno degli autori del tentato omicidio contro Leandro. Ecco, da quanto emerge da un’intercettazione, cosa dice Enrico. “A mi fratello gl'hanno sparato in mezzo alla strada, lo stavano ad ammazzà. Quelli che so' stati l'ho già ammazzati io, zitto. So' morti tutti e due, uno alla spiaggia di Torvajanica e uno a San Basilio''. Il motivo di queste guerre era il predominio del territorio. Adesso, con i “vuoti” che si sono creati con gli arresti e con le persone uccise, l’equilibrio non è più quello di prima. La

Nella foto: Shehaj Selavdi, detto Simone, freddato a colpi di pistola sul litorale. Aveva 38 anni

mafia, malgrado i colpi inflitti dalle forze dell’ordine, non si ferma. E si riorganizza. In maniera più subdola. Attraverso i sodali, ma non solo. Con volti nuovi, ma anche con persone insospettabili che prima avevano un ruolo magari di secondo piano e che adesso possono far sentire maggiormente la loro voce. A Pomezia, Torvaianica e Ardea negli ultimi anni i maggiori “boss” sono stati arrestati. Sono state fatte importanti operazioni sia per quanto riguarda lo spaccio di sostanze stupefacenti che per l’usura e l’estorsione. Negli ultimi tre anni è stato smantellato il clan Fragalà, sono stati portati in carcere diversi usurai – anche qui nomi eccellenti sono finiti sul banco degli imputati, come Pasquale Lombardi - e numerosi spacciatori di grosso calibro. Ma quanti personaggi legati alla mafia ci sono ancora in giro? Di sicuro più di quello che si possa immaginare.

Negli ultimi tre anni è stato smantellato il clan Fragalà e sono stati portati in carcere diversi usurai: ma quanti personaggi legati alla mafia ci sono ancora in giro? Di sicuro più di quello che si possa immaginare...

settembre 2022 4 Il Corriere della Città EDITORIALE
Maria Corrao L’omicidio avvenuto in spiaggia a Torvaianica nel settembre 2020

Savastano lancia il nuovo corso di Forza Italia

Intervista con l'ex Consigliere Comunale di Pomezia Giampiero Savastano: “Ecco cosa serve alla città”

Giampiero Savastano, perché ha deciso di tornare a dedicarsi alla politica attiva?

“La motivazione che mi ha portato ad intraprendere questa strada dopo 10 anni è stata il vedere come dopo due esperienze elettorali dello stesso colore la politica si sia allontanata completamente dalle persone qui a Pomezia. E' vero, i tempi sono cambiati, è finita ad esempio l’era degli incontri nelle sedi di partito, dove si formavano le liste elettorali e i canditati a Sindaco, ma il distacco dai cittadini e dalla società civile è stato evidente. C'è dunque assoluto bisogno di una svolta, di nuove idee e nuovi metodi perché quelli portati dalla cosiddetta 'nuova politica' hanno miseramente fallito”.

Cosa serve allora secondo lei?

“Serve coinvolgere i giovani ma anche i meno giovani, purché svincolati dai vecchi meccanismi. Questo, in parte, è stato lo sbaglio dei partiti e tutti abbiamo visto i risultati. Per questo il messaggio dei cittadini è chiaro: vogliono un cambiamento radicale nei partiti, vogliono che la politica torni a coinvolgerli”.

A Pomezia il simbolo di Forza Italia è uscito dal Consiglio Comunale: qual è la strada per ricostruire sul territorio il legame con le persone?

“Quello che auspico come semplice iscritto di Forza Italia è che i cittadini che vogliono contribuire alla rinascita di un nuovo gruppo del partito si facciano avanti, ci portino le loro proposte e le loro idee. Solo cosi possiamo sperare in un ritorno alla politica sul territorio. In questi anni mi sono avvicinato a un consigliere regionale, Fabio Capolei, un

dino; una visione che, all’inizio, mi ha perfino disorientato in un certo senso ma poi ho capito che è proprio questa l'euforia che serve. Oltre a Capolei vorrei poi menzionare l’onorevole Alessandro Battilocchio, giovane di idee e condivisione della sua politica

“Torno alla politica attiva in città perché questi 10 anni di Governo ‘monocolore’ si sono rivelati un fallimento. Io candidato consigliere? No, per il momento darò il mio apporto da esterno”

poter contribuire alla crescita del partito con un appoggio dall'esterno. La speranza è che si avvicinino i cittadini e non i “soliti”: il mio compito e far sì che Forza Italia sia pronta per i nuovi impegni elettorali, dimostrando alla cittadinanza che è presente sul territorio” Cosa pensa dei candidati a Sindaco che circolano a Pomezia nell'ultimo periodo?

Insieme all’Onorevole di Forza Italia

Alessandro Battilocchio: sarà lui il candidato al Collegio Uninominale 05 che comprende anche Pomezia

con i cittadini, sempre disponibile per la ricostruzione di Forza Italia, peraltro l'unico deputato con il 95% di presenze alla camera. Una testimonianza di amor proprio per il lavoro che svolge. Ecco, è proprio questo ciò di cui abbiamo bisogno. Colgo l’occasione peraltro per invitare i cittadini a votarlo alle prossime politiche conside rando che sarà lui il candidato per il centrodestra nel “collegio uninominale 05” che comprende anche Pomezia”.

(A sx): Giampiero Savastano; (a dx) il Consigliere Regionale Fabio Capolei

ragazzo giovane con metodi sicuramente innovativi, per quanto mi riguarda. Vedo in lui un nuovo metodo di coinvolgere i cittadini, tramite una presenza diretta sul territorio mettendosi sempre a disposizione del citta-

Veniamo a lei: pensa ad una sua possibile candidatura alle prossime Comunali come Consigliere?

“Io penso che la mia esperienza politica sia stato un bellissimo percorso. Mi ha dato molte soddisfazioni e mi ha portato fino alla candidatura alla camera dei deputati. Oggi, come dicevo, gli scenari politici sono profondamente mutati. Al momento mi sento di

“Di principio, e non potrebbe essere altrimenti, c'è sempre il massimo rispetto da parte nostra per ogni possibile candidatura. E' altrettanto vero che se prendessimo in considerazione tutti i nomi che ogniqualvolta vengono fatti avremmo praticamente già tutti i partiti pieni di candidati a Sindaco. Ma al di là di questo credo che prima ancora dei nomi serva costruire un programma condiviso per sviluppare il territorio. Solo a quel punto, ed è responsabilità dei partiti, si potrà proporre la propria candidatura a Sindaco tenendo presente che sia di alto spessore e che abbia una esperienza politica adeguata. Non solo. Altra caratteristica fondamentale dovrà essere quella di conoscere bene il territorio e che non abbia bisogno, passatemi l'espressione, del “navigatore” per spostarsi sul territorio. Il mio messaggio come semplice iscritto è chiaro e penso di averlo fatto capire: idee, entusiasmo, coinvolgimento dei cittadini che condividono le nostre linee politiche, per portare il partito ad una rinascita”

Per informazioni potete contattarci presso la sede di Pomezia in Via Roma n. 7

La ricetta di Savastano per il rilancio di Forza Italia a Pomezia: “Idee, entusiasmo, coinvolgimento di giovani e meno giovani che abbiano a cuore il territorio”

Intervista a Don Luigi Ciotti: “La mafia non è scomparsa: “S

ì, è vero: la mafia non spara quasi più. Lo fa molto di meno, perché non vuole che si accendano i fari addosso ai propri affari. Lo fa solo se è strettamente necessario. Ma se dopo trent’anni dalle ultime stragi di mafia siamo qui e ancora ne parliamo, parlando della malavita organizzata, allora significa che qualcosa non ha funzionato. Vuol dire che la mafia non è scomparsa, come qualcuno vuole far credere. È invece più forte di prima. Proprio perché non fa rumore. Passa sotto silenzio. Non usa più gli esplosivi e gli attentati come trent’anni fa, è meno sanguinaria, ma si infiltra ovunque ci siano “affari” e soldi, passando attraverso il tessuto connettivo della società, dal Sud al Nord dell’Italia. Anche qui. A Pomezia, a Torvaianica, ad Ardea”. Don Luigi Ciotti di mafia se ne intende. Ha passato la sua vita a lottare contro la criminalità e, dagli anni ’90 in poi, soprattutto contro le mafie «Oggi il crimine organizzato si è trasformato in crimine normalizzato. Le mafie sono diventate uno dei tanti problemi», spiega. Una mafia in “giacca e cravatta”, che entra negli uffici, nei negozi, nelle aziende. Che non solo gestisce i traffici di droga, ma che controlla affari di ogni tipo. E che riesce ad approfittare delle disgrazie altrui attraverso il sempre più dilagante fenomeno dell’usura, oltre che al “pizzo”. E, nei casi più eclatanti, porta via al malcapitato la casa o l’azienda, che passa di mano senza che – dall’esterno – nessuno si sia reso conto che dietro c’è l’ombra di un’organizzazione criminale ben radicata. Anzi, qui – tra Pomezia, Ardea e Torvaianica - spesso gli usurai vengono visti come benefattori.

Nella foto:

Don Luigi Ciotti, fondatore di “Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”

«Questo accade perché lo

Stato non aiuta i cittadini – spiega Don Luigi Ciotti – che si sentono più protetti dall’usuraio che dalle istituzioni. Se io non ho accesso al credito o devo dare troppe garanzie oppure ci sono difficoltà per avere i soldi che mi servono, ecco che arriva chi mi risolve la situazione. Anche se in realtà mi sta mettendo nei guai. È l’unico che mi ha teso una mano, quindi divento psicologicamente dipendente da lui. Si crea un meccanismo perverso, di cui è colpevole anche lo Stato». Come si combatte questo fenomeno? «Parlandone. Bisogna farlo emergere. Questo è un posto bellissimo, c’è un bel clima. Non stupisce che si ritrovino rappresentati della mafia siciliana, della camorra napoletana e della ‘ndrangheta calabrese, magari per discutere su come dividersi il territorio. Bisogna riportare la legalità».

Ma cos’è esattamente la legalità?

«Non è altro che uno strumento, un mezzo.

“Usurai? Le persone si rivolgono agli strozzini perché vengono lasciate sole dallo Stato. Se non posso accedere al credito mi butto tra le braccia di chi mi ha teso una mano. Anche se mi sta mettendo nei guai. E’ un meccanismo perverso”

Bisogna fare molta attenzione a parlare di legalità, cerchiamo di non strumentalizzarla. Lo scopo da raggiungere, infatti, rimane la giustizia, che per noi che ogni giorno stiamo vicino agli ultimi e ai dimenticati è specialmente la giustizia sociale. Dietro la bandiera della legalità, infatti, si nascondono le più atroci nefandezze e il malaffare, che domina incontrastato anche all’interno delle istituzioni. Parlo in generale: questa è una pratica che avviene da nord a sud».

(continua)

Chi è Don Ciotti

LA LOTTA ALLA MAFIA - Don Luigi Ciotti è il fondatore di «Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie», un’associazione impegnata contro la mafia che collega oltre 700 tra associazioni e gruppi che si occupano anche di recuperare i beni confiscati alla Mafia (con Libera Terra). È nato il 10 Settembre 1945 a Pieve di Cadore, in Veneto. Inizia le sue opere di volontariato da giovanissimo, fondando un’associazione di impegno giovanile, il «Gruppo Abele». Dopo aver concluso gli studi al Seminario di Rivoli, in provincia di Torino, nel 1972 inizia il suo percorso di prete di strada. Negli anni ’90 il suo impegno contro le mafie si intensifica. È anche giornalista e fonda il mensile «Narcomafie». Collabora con testate importanti, come l’Avvenire, Famiglia Cristiana, La Stampa, Nuovo Consumo, Il Mattino e Il Messaggero di Sant’Antonio. Ancora oggi, sotto scorta a causa delle numerose minacce ricevute, gira continuamente per l’Italia per contrastare mafia e criminalità, oltre che per la prevenzione e recupero dalle tossicodipendenze e dall’alcolismo.

settembre 2022 6 Il Corriere della Città
INCHIESTA

il crimine organizzato è diventato crimine normalizzato”

(segue)

Come si riconoscono i mafiosi?

«Di certo non esistono persone che si dichiarano apertamente a favore della mafia. Tutti, a parole, sono contrari alle mafie, persino i mafiosi. Ma c’è chi finge di combatterla, facendo dell’antimafia il cavallo di troia dietro cui celare il malaffare che c’è in ogni settore della vita pubblica. Viene usato come la carta d’identità. Se c’è una parola da mettere in quarantena è proprio “antimafia”. Molti si nascondono dietro questa parola, come dietro la legalità, che viene trasformata in un paravento dietro il quale mascherarsi. Essere contro la mafia, contro la mentalità e l’atteggiamento mafioso, non può essere una mera enunciazione, ma deve essere un fatto di coscienza».

In che senso?

«A fare la differenza è l’indifferenza. Mi spiego meglio: c’è troppa superficialità quando si parla di criminalità e di mafia. Abbiamo normalizzato questi metodi e questi

“La mafia è diventato uno dei tanti problemi e c’è perfino chi finge di combatterla facendo dell’antimafia il cavallo di troia dietro cui celare il malaffare”

crimini. Pensiamo che ci sarà sempre qualcun altro che se ne debba occupare. Ma non si può sempre delegare. Perché altrimenti la criminalità dilagherà sotto casa nostra. Bisogna pretendere legalità, praticare la legalità nel quotidiano, dalle piccole alle grandi cose. Invece lasciamo correre. In questo modo difendiamo i corrotti, i malviventi, i furbi, siamo dalla loro parte. E allora ecco che il prestito diventa usura, che nasce l’estorsione, che il negoziante si ritrova obbligato ad avere la protezione».

E attenzione, raccomanda Don Ciotti, anche a quelle persone che restano indifferenti e impassibili di fronte al malaffare.

«Servono cittadini consapevoli e responsabili, che mettano in atto la legalità e perseguano, attraverso quest’ultima, la giustizia e

la giustizia sociale in particolare». Una stoccata va anche alla politica.

«Tranne eccezioni, la politica diventa potenzialmente criminogena quando non combatte le ingiustizie. Il primo crimine lo fa contro sé stessa quando vende l’anima alle logiche di potere, tradendo la sua vocazione di bene comune e quando non ascolta la voce, le esigenze e le speranze degli ultimi. La politica e il sociale devono incontrarsi sul piano del bene comune. Quando la politica è indifferente alla dimensione sociale, non è politica, si è già trasformata in qualcos’altro. Non c’è libertà senza giustizia sociale e non c’è giustizia senza verità».

“Attenzione a chi resta impassibile di fronte alle ingiusitzie, servono cittadini consapevoli e responsabili. Politica?

Il primo crimine lo fa contro sé stessa quando cede l’anima alle logiche di potere”

settembre 2022 www.ilcorrieredellacitta.com 7 INCHIESTA
“A fare la differenza è l’indifferenza. Pensiamo che ci sarà sempre qualcun’altro ad occuparsi della mafia ma non si può sempre delegare. Dobbiamo pretendere sempre la legalità. E invece lasciamo correre. In questo modo difendiamo i corrotti, i criminali, e siamo dalla loro parte”

Buste paga “fantasma”: così una cooperativ

ome far “sparire” 78 mila euro in un solo giorno da una cooperativa, oltretutto senza fini di lucro? Il “gioco” non è difficile. Secondo quanto abbiamo scoperto con una nostra inchiesta giornalistica, la cooperativa con sede a Pomezia, che presta servizio nel settore dei rifiuti, avrebbe messo in piedi un “giochino” che avrebbe consentito di far “dissolvere” in un solo giorno ben 78 mila euro, centesimo più, centesimo meno. Ma ecco cosa è successo. La richiesta di dimissioni

Nel dicembre del 2019, 78 dipendenti della cooperativa pometina vengono “invitati” da quello che almeno formalmente è un consulente esterno, ma che in realtà si interfaccia con il personale per qualsiasi tipo di problematica, a dimettersi. Il motivo è il passaggio a un’altra società del gruppo, che li assumerà dal giorno successivo alle dimissioni. Le date sono tassative.

Dovranno andare al centro per l’impiego e presentare il licenziamento volontario con decorrenza 31 dicembre 2019. Il lavoro nelle nuove società (verranno infatti smistati in diverse cooperative) avrà come data di inizio il 1° gennaio 2020, anche se, effettivamente, i dipendenti inizieranno a prestare servizio il giorno seguente, dal momento che il 1° è festivo.

COSA E’ SUCCESSO

78 lavoratori di una cooperativa di Pomezia vengono ‘invitati’ a dimettersi entro il 31 dicembre 2019 per essere poi riassunti da un’altra società. Il nuovo lavoro inizia il 2 gennaio poiché il 1° è Festa: ma proprio per quel giorno vengono emesse buste paga (relative alla precedente azienda) anche fino a 3.000 euro. Soldi che però ai dipendenti non sono mai arrivati. Che fine hanno fatto?

La scoperta

I 78 dipendenti lavorano, ognuno per le proprie competenze, per tutto il 2020. Inizia il 2021 e, intorno alla fine di marzo, ricevono la Certificazione Unica (CU) relativa all’anno precedente da parte del nuovo datore di lavoro. Ma – sorpresa – quando si recano a fare la dichiarazione dei redditi, risulta anche un’altra Certificazione Unica. Si tratta della CU della cooperativa per la quale non lavorano più ormai dal 31 dicembre del 2019. Lo

Il licenziamento, che sarebbe dovuto partire dal 31 dicembre 2019, in realtà non è stato trasmesso per quella data all’INPS. Di conseguenza il1 gennaio 2020 i lavoratori, a loro insaputa, risultavano ancora dipendenti della precedente società

stupore è enorme, pensano a uno sbaglio. Ma non è così. La “vecchia” cooperativa, infatti, che fa parte di un gruppo unico che muove i vari lavoratori, nonostante abbia spostato i dipendenti da un’altra parte a partire dal 1° gennaio 2020, chiedendo appositamente ai lavoratori di presentare le dimissioni con data 31 dicembre 2019, non ha comunicato all’Inps (e di conseguenza all’Agenzia delle Entrate) la fine del rapporto da quella data. La data inviata è stata invece quella del 2 gennaio 2020. Il 1° gennaio è così risultato come lavorativo per tutti e 78 i dipendenti, per i quali è stata fatta una busta paga, inviata all’epoca all’Inps ma mai ai lavoratori. Gli importi variavano a seconda delle persone. Chi poco più di 300 euro, chi addirittura 2.000. Una donna, oltretutto in maternità, si è ritrovata per un solo giorno

La cooperativa pometina, operante nel settore dei rifiuti, avrebbe messo in piedi un “giochino” per far dissolvere nel nulla quasi 80mila euro

una busta paga di quasi 3 mila euro. Sempre a lei, per lo stesso mese, è stata fatta una busta paga relativa a un congedo di maternità di circa 4.500 euro. Peccato che la signora, come tutti gli altri, non abbia visto un solo centesimo. Le buste paghe più alte, tolte quelle della donna in maternità, sono state di un dipendente italiano part-time, che nella giornata di Capodanno avrebbe guadagnato 2.069 euro (ovviamente mai ricevuti) e di due dipendenti stranieri, che nella stessa giornata avrebbero guadagnato, anche loro senza mai percepirli veramente, 2.210 e 1.960 euro, seguiti da buste paga da 1.924 e 1.918 euro. Buste paga che nessuno ha mai visto e quindi mai contestato all’epoca dei fatti.

I lavoratori si sono ritrovati il 730 aumentato dopo aver ricevuto la Certificazione Unica relativa all’anno precedente: in alcuni casi hanno

dovuto pagare anche il Fisco proprio perché la busta paga “fantasma”

aveva fatto lievitare i loro redditi

(continua)
C settembre 2022 8 Il Corriere della Città INCHIESTA

a ha fatto ‘sparire’ 78mila euro in un giorno

(segue)

Che fine hanno fatto i soldi?

Il totale, come abbiamo detto all’inizio, ammonta a ben 78 mila euro. Soldi che la cooperativa, emettendo le buste paga a gennaio del 2020, ha finto di aver avuto come spese. Dove sono andati a finire? Di certo non nelle tasche dei lavoratori. Loro quel giorno, il 1° gennaio del 2020, non hanno mai lavorato per la cooperativa. Si erano licenziati. E avevano iniziato il rapporto di lavoro con le nuove società. Le ipotesi, a questo punto, sono due: o i soldi sono stati dirottati da un’altra parte, visto che i dipendenti non li hanno mai visti, oppure non sono mai usciti e sono rimasti nelle casse della cooperativa. Risulterebbe così un avanzo anomalo e i conti non tornerebbero, a meno che questi conti nessuno si sia messo a farli.

La cooperativa

Facendo una visura camerale, risulta che “la cooperativa non ha finalità di lucro e si propone di far fruire i Soci dei Benefici della cooperazione nel settore della produzione del lavoro e dei Servizi, ponendo in essere, giuridicamente ed operativamente, una Struttura”. La cooperativa dal 1° gennaio 2020, pur essendo attiva, non ha più operato. Gli amministratori risultano essere 3. Ma, indagando, scopriamo che due di loro sono in realtà degli operai, che fino al 2019 lavoravano con le stesse mansioni e gli stessi stipendi dei semplici dipendenti. Poi, dal 2020, sono stati anche loro trasferiti. Il terzo, invece, risultante residente ad Ardea, non è mai stato visto da nessuno in azienda. Chi è invece stato sempre visto è un altro

Il “giallo” sui vertici della Cooperativa: gli Amministratori risultano essere tre, ma due di loro in realtà sono operai con le stesse mansioni/stipendi dei loro colleghi. E come loro dal 2020 sono stati trasferiti. Il terzo, di Ardea, non è mai stato visto in Azienda

personaggio, che ufficialmente risulta come consulente esterno delle varie cooperative. A lui si rivolgevano – e si rivolgono tutt’ora – i dipendenti per qualsiasi problematica di rilievo. E a lui si sono rivolti nel momento in cui hanno ricevuto le Certificazioni Uniche, per chiedere spiegazioni.

La beffa

La maggior parte dei dipendenti, stranieri, non si era neanche accorta di quello che era successo. Avere due CU aveva però innalzato il reddito dei lavoratori, che hanno così avuto un 730 molto più elevato rispetto a quanto avevano realmente guadagnato. In alcuni casi addirittura hanno dovuto pagare il Fisco. Ed è stato proprio questo a far scattare il campanello d’allarme. Siamo ormai arrivati oltre la metà del 2021.Più di qualcuno comincia a capire che sotto potrebbe esserci una truffa ai loro danni. Ma nessuno denuncia. La paura di perdere il posto di lavoro è più forte di quella di perdere dei soldi. Si tenta quindi la via amichevole, chiedendo semplicemente delucidazioni. E l’annullamento delle buste paga “fantasma” o, in alternativa, i soldi indicati in essa. Che non arrivano. Né le spiegazioni, né il denaro, né altro. Le raccomandate inviate all’indirizzo dell’Amministratore Delegato restano senza

risposta. Il Tfr

Molti, a marzo del 2021, non hanno ancora ricevuto neanche il saldo del Tfr dalla vecchia cooperativa, nonostante sia passato più di un anno dalla fine del rapporto, quindi decidono di rivolgersi a un avvocato. Grazie al legale ottengono il pagamento del trattamento di fine rapporto. Ma, cosa stranissima, a saldare il dovuto, dopo altri 6 mesi di attesa non è la cooperativa, bensì un’altra società, a loro sconosciuta, che paga “in surroga”. Il legale, l’avvocato Federica Bolici, li segue per cercare di far annullare le certificazioni false emesse o, in alternativa, per far liquidare quanto dichiarato nella CU. “I lavoratori sono stati costretti a pagare le tasse su queste somme”, ha affermato l’avvocato Bolici, “quindi noi abbiamo richiesto le cifre indietro. Se non dovessero farlo, presenteremo istanza di fallimento”. Ma il fallimento, per una cooperativa che al momento risulta attiva solo sulla carta, di certo sarebbe la soluzione migliore, piuttosto che tirare fuori del denaro. A maggior ragione che la cooperativa non presenta al fisco il bilancio da diverso tempo. Una vicenda sicuramente complessa, che chi di competenza dovrà analizzare sotto vari aspetti. Per capire quale fosse lo scopo finale di queste buste paga e del movimento –fittizio o reale che sia stato – dei 78 mila euro che i lavoratori non hanno mai intascato ma su cui hanno pagato le tasse.

Grazie all’Avvocato Federica Bolici i dipendenti hanno ricevuto il TFR della precedente società: a saldare il dovuto, con mesi di ritardo. è stata un’ulteriore società, sconosciuta ai lavoratori. Ma per le ‘buste paga’ fantasma, di cui è stato chiesto l’annullamento il problema non è stato ancora risolto

settembre 2022 www.ilcorrieredellacitta.com 9 INCHIESTA
Tasse pagate su emolumenti mai ricevuti, ma nessuno ha denunciato: la paura di perdere il posto è più forte di quella di perdere dei soldi

Auto senza assicurazione e revisione, boom di m

Torniamo a parlare del problema delle auto che circolano senza assicurazione sul territorio di Ardea e Pomezia. Dopo esserci occupati della città pometina nello scorso numero di aprile, stavolta abbiamo verificato la situazione sotto la Rocca dato che anche qui abbiamo raccolto le segnalazioni di diversi cittadini. Non solo. Anche la nostra prova sul campo ha rivelato in effetti la presenza di diverse vetture sprovviste di regolare copertura assicurativa (ma non solo) a dispetto di quanto previsto dal codice della strada e dunque dalla Legge.

I numeri

Ma di quali cifre parliamo? Stando ai dati raccolti (parziali) dalla banca dati del Comando della Polizia Locale di Ardea nel periodo che va dal 1 gennaio al 15 agosto 2022, dunque circa 7 mesi e mezzo, su un totale di 2.891 verbali totali oltre il 90% (circa 2.600 multe) riguarda la mancanza di assicurazione (la stragrande maggioranza) e/o revisione. In altre parole ad Ardea si circola senza RCA e, in taluni casi, senza la prevista revisione dei veicoli. I dati, in tal senso, sono davvero preoccupanti considerando che parliamo di una media di oltre 11 multe al giorno per la violazione di questi specifici articoli. E il fenomeno, da quanto si apprende, sarebbe perfino sottostimato.

Comandante, quello delle auto sprovviste di assicurazione e revisione sembra un fenomeno particolarmente rilevante in città. E' così?

I NUMERI

Dal 1 gennaio al 15 agosto 2022 sono stati elevati in tutto ad Ardea 2.891 verbali (dati parziali). Di questi oltre il 90% riguardano la mancanza di assicurazione - la stragrande maggioranza - e/o la revisione. L’importo complessivo delle multe supera gli 800.000 euro

“Purtroppo sì. Il fenomeno è ampiamente diffuso come mostrano i dati e neanche le severissime sanzioni lo scoraggiano. Per questo il nostro personale segue la questione praticamente quotidianamente con controlli e verifiche puntuali” Quali possono essere secondo lei le cause?

“Non ci si assicura, probabilmente, per cercare di risparmiare sugli importi delle polizze. Ma l’azzardo, dato che i controlli sono stringenti, spesso si rivela un boomerang e si arriva a spendere molto di più di quanto si cercava di risparmiare”

quando avviene l'accertamento dell'illecito infatti l'automobilista non solo viene sanzionato in via amministrativa, ma in più è obbligato comunque a stipulare l'assicurazione. In altre parole, la spesa per l'RCA che si tentava, azzardando, di evitare, comunque viene sostenuta e a questo si deve aggiungere il costo della multa che è davvero molto alto considerando che si parte da oltre 800 euro” E per quanto riguarda la revisione?

Per saperne di più abbiamo allora contattato il nuovo Comandante della Polizia Locale di Ardea Antonello Macchi, in servizio sul territorio dall'ottobre scorso (quindi chiaramente non è stato possibile verificare se il fenomeno, rispetto al passato, sia in crescita o meno, ndr).

“Una risposta univoca chiaramente non può essere data. Posso comunque provare a fare qualche considerazione. Senza dubbio ad incidere potrebbe essere in parte la questione meramente economica che, per vari motivi (la pandemia, la perdita del lavoro, la crisi, ecc.), spinge il cittadino a non assicurarsi. In realtà però il risparmio è puramente illusorio:

“In questo caso invece le sanzioni lasciano sicuramente più perplessi. Gli importi della revisione infatti sono davvero molto bassi: parliamo di circa 45 euro se ci si avvale della Motorizzazione Civile e si sale intorno ai 7080 presso i centri autorizzati privati. Può esserci una componente legata magari ad una dimenticanza ma anche in questo caso i numeri sul territorio sembrerebbero andare oltre questa specifica casistica”.

“Mancata revisione? Qui il discorso è diverso rispetto all’RCA: fare la revisione costa molto poco, può esserci una componente legata ad una dimenticanza ma i numeri sembrano andare oltre questa semplice casistica”

(continua) settembre 2022 10 Il Corriere della Città INCHIESTA
I controlli della Polizia Locale sono costanti e severi: ma non basta per scoaraggiare il fenomeno
“Il risparmio per chi non paga l’assicurazione è solo ‘illusorio’: una volta accertata la violazione l’automobilista non solo viene sanzionato in via amministrativa (con multe di oltre 800 euro), ma in più è obbligato comunque a stipulare l'RCA”

multe ad Ardea: sanzioni per oltre 800mila euro

(segue)

Cosa si rischia a viaggiare senza RCA Ma in cosa si incorre in caso di mancata assicurazione del proprio veicolo? L'articolo 193 del codice della strada stabilisce per i trasgressori una multa che può superare anche i 3,000 euro, da 866 a 3.464 per l'esattezza. E le multe comminate ad Ardea ne sono la prova. Inoltre non c’è solo la sanzione economica: per i trasgressori si va dal sequestro del veicolo fino alla sottoscrizione dell'RCA auto della durata di almeno 6 mesi, alla confisca del mezzo nel caso in cui non vengano pagati multa e oneri di trasporto nonché custodia del mezzo sequestrato. Non solo. In caso di recidiva entro i due anni le multe raddoppiano e inoltre si aggiunge anche la sospensione della patente da uno a due mesi. E attenzione: non serve necessariamente essere fermati ad un posto di blocco per essere sanzionati dato che ormai i moderni sistemi di controllo sono stati ampiamente implementati dalla tecnologia, come telecamere e similari. Non c'è poi differenza, infine, se l'auto sia circolante o semplicemente parcheggiata sul suolo pubblico dato che le due situazioni sono equiparate. Quando l'assicurazione non è necessaria L'unica eccezione è rappresentata solo dalle aree private (quelle oggetto talvolta delle segnalazioni dei cittadini che lamentano la presenza di vetture magari abbandonante vicino casa ma comunque in zone private), quali cortili o garage condominiali: in questo caso, se l'auto è ferma e non si utilizza, non è ob-

bligatorio avere l'assicurazione. In caso di incidente

C'è poi da considerare il fattore degli incidenti stradali, un aspetto quest'ultimo non certo secondario sul territorio considerando che nel 2020 tra Ardea e Pomezia si sono verificati oltre 200 sinistri, con 341 feriti in tutto, peraltro alcuni dall'esito mortale (3). Quest'anno inoltre, nemmeno due mesi fa, l'ultimo sinistro mortale in Via Pontina Vecchia. Insomma, numeri non proprio rassicuranti. Già da questo risulta evidente l'importanza di essere assicurati ma se non bastasse ecco cosa si rischia se, mentre siamo sprovvisti di polizza, dovessimo rimanere coinvolti in un incidente o, peggio, causarlo. In quest'ultimo caso il risarcimento dipende dalle responsabilità: qualora individuabile nell'automobilista senza assicurazione infatti i soggetti danneggiati otterranno sì il risarcimento tramite il Fondo di Garanzia Vittime della Strada, ma quest'ultimo si rivarrà sul conducente (irregolare) che ne risponderà col pro-

prio patrimonio non avendo un'assicurazione attiva.

Se manca la revisione

L'unica eccezione è rappresentata solo dalle aree private, quali cortili o garage condominiali: in questo caso, se l'auto è ferma e non si utilizza, non è obbligatorio avere l'assicurazione

Cosa succede invece se veniamo sorpresi senza l'obbligatoria revisione? Anche in questo caso le sanzioni non sono leggere. L'articolo 80 del CDS prevede una multa che va dai 173 ai 694 euro con gli importi che raddoppiano in caso di omessa revisione per più di una volta. E non finisce qui. Com'è noto inoltre viene disposta la sospensione dalla circolazione fino alla regolarizzazione della propria posizione: violando quest'ultima disposizione ecco che l'eventuale multa arriva a sfiorare gli 8mila euro con in più il fermo amministrativo del mezzo.

sospensione dalla circolazione fino alla regolarizzazione della propria posizione

IL CONFRONTO - Anche a Pomezia avevamo svolto un'inchiesta analoga pubblicata nel numero di aprile de Il Corriere della Città. Dalle nostre verifiche era emerso che, come per Ardea, diversi automobilisti non erano in regola con l'obbligatoria copertura assicurativa. Anche in quel caso ci eravamo rivolti al Comandante della Polizia Locale il quale tuttavia, a differenza di quanto rilevato sotto la Rocca, ci aveva fatto sapere che le violazioni agli art. 193 (assicurazione) e art.80 (revisione) ci aveva fatto sapere che la situazione “non presentava particolari criticità o numeri superiori rispetto alla media”.

settembre 2022 www.ilcorrieredellacitta.com 11 INCHIESTA
Le multe per chi è sprovvisto di assicurazione possono superare i 3.000 euro e in caso di recidiva si rischia anche la sospensione della patente
QUANDO NON SERVE L’RCA AUTO
In mancanza di revisione si rischia una sanzione fino a 694 euro oltre alla
A Pomezia

Pomezia, caduto il Sindaco Zuccalà

Il 31 agosto 13 consiglieri hanno protocollato le dimissioni facendo decadere il Consiglio Comunale

Pomezia non ha più il suo Sindaco. Il 31 agosto l'Amministrazione Zuccalà è giunta al capolinea. Decisiva, in tal senso, è stata la mossa dei 4 consiglieri del gruppo Pomezia Attiva, composto dai 4 fuoriusciti della maggioranza, che per primi hanno ufficializzato le proprie dimissioni. A quel punto, la minoranza, per una volta compatta, ha fatto aggiunto le proprie firme, protocollando un unico documento e decretando così la caduta dell'Amministrazione del M5S.

Chi sono i consiglieri che hanno fatto cadere il Sindaco

Ma chi sono dunque i 13 Consiglieri che si sono presi la responsabilità di far cadere il Sindaco Adriano Zuccalà? Da un lato, come detto, ci sono stati i 4 consiglieri di Pomezia

Attiva: Zaira Conficconi, Marco De Zanni, Iolanda Mercuri, Silvio Piumarta

A questi si sono aggiunti, in blocco, tutti i Consiglieri dell'opposizione, sia di centrodestra che di centrosinistra: Mario Pinna, Alessandro Stazi (Fratelli D'Italia), Stefano Mengozzi, Paolo Zanin (centrosinistra/Partito Democratico), Saverio Pagliuso, Fabio Fucci, Massimo Abbondanza, Emanuela Pecchia (Lega) e Pietro Matarese (centrodestra).

“Fedeli” invece fino alla fine al Sindaco sono rimasti invece i Consiglieri del M5s Padula, Monti, Conte, Pizzuti, Batistoni, Alunno Mancini, Navisse, Moauro, Tibaldi, Villani e Ruggiero

Il preludio nel Consiglio Comunale del 26 agosto

Quanto accaduto a fine agosto di fatto ha rappresentato l'epilogo naturale di quanto avvenuto già qualche giorno prima durante il Consiglio Comunale del 26 agosto. Nel corso della riunione, infatti, la maggioranza era stata battuta in diverse votazioni, compresa l'ultima, quella riferita al discusso piano integrato per Viceré (approfondimento in questo numero nelle pagine seguenti), dove la mozione per annullare la Delibera con la quale era stato votato (in Giunta) l'interesse pubblico del progetto è stata approvata mentre consiglieri di maggioranza e lo stesso Zuc-

Nell’ultimo Consiglio Comunale del 26 agosto la maggioranza era stata battuta diverse volte durante le votazioni, compresa nell’ultima riguardante il discusso piano integrato a Vicerè

I 13 CONSIGLIERI

Zaira Conficconi, Marco De Zanni, Iolanda Mercuri, Silvio Piumarta (Pomezia Attiva); Mario Pinna, Alessandro Stazi (Fratelli D'Italia); Stefano Mengozzi, Paolo Zanin (centrosinistra/Partito Democratico);

Saverio Pagliuso, Fabio Fucci, Massimo Abbondanza, Emanuela Pecchia (Lega) e Pietro Matarese (centrodestra)

calà abbandonavano la riunione "virtuale". Insomma, i segnali c'erano davvero tutti. Cosa accadrà ora Ma cosa accadrà nei prossimi mesi? Al di là dell'arrivo, chiaramente, del Commissario Prefettizio, c'è da capire infatti le conseguenze della caduta dell'Amministrazione su alcuni progetti in ballo. Su tutti l'abbattimento dell'ecomostro a Torvaianica annunciato per settembre. La demolizione dell'ex Hotel Biagio non è in discussione essendo l'iter già espletato; non a caso, giusto poche ore prima della sua caduta dall'incarico di Sindaco, Zuccalà aveva annunciato che la data per l'abbattimento era stata già fissata. Semmai, allora, bisognerà capire cosa succederà dopo, nel senso che il progetto per la futura Piazza Ungheria ancora non è stato ufficializzato e difficilmente il Commissario si prenderà la responsabilità di questo intervento. Proseguendo, anche i progetti legati al PNRR non dovrebbero subire rallentamenti, mentre per il resto si dovrà chiaramente attendere

qualche altro giorno per saperne di più. Ad ogni modo i prossimi mesi in città, dal punto di vista politico, si preannunciano incandescenti: prima le elezioni Nazionali, poi le Regionali e infine le Amministrative. Lunghi mesi dove, a regnare sovrana, sarà una lunghissima campagna elettorale.

Dal punto di vista politico, i prossimi mesi si preannunciano incandescenti: prima le elezioni Nazionali, poi le Regionali e infine le Amministrative. Lunghi mesi dove, a regnare sovrana, sarà una lunghissima campagna elettorale

Come nel 2018

LA STORIA SI RIPETE - La caduta dell'Amministrazione Zuccalà, per uno strano scherzo del destino, rappresenta lo stesso epilogo a cui andò incontro il suo predecessore, Fabio Fucci, anch'egli fermatosi ad un passo dalla tornata elettorale. In quella circostanza - era il marzo 2018 - l'intera maggioranza voltò le spalle all'allora primo cittadino dopo la spaccatura avvenuta proprio tra il Sindaco e il Movimento 5 Stelle qualche mese prima. Oggi, dunque, la storia si ripete: a una manciata di mesi dalla fine naturale del mandato, anche se con modalità diverse, arriverà dunque nuovamente il Commissario Prefettizio.

settembre 2022 12 Il Corriere della Città POLITICA
Adriano Zuccalà non è più il Sindaco di Pomezia
L’abbattimento dell’Ecomostro in Piazza Ungheria non è in discussione, così come i progetti legati al PNRR. Atteso ora l’arrivo del Commissario Prefettizio

PEBA, Comune ancora in ritardo. La Cellula Co

PEBA...senza pace a Pomezia. No, non è un gioco di parole ma quanto sta avvenendo in città per ciò che riguarda la redazione del piano per l'eliminazione delle barriere architettoniche, approvato nel maggio scorso ma ancora in ritardo dal punto di vista dell'iter burocratico. Sì perché se da un lato infatti il via libera arrivato dal Consiglio Comunale aveva fatto ben sperare, dall'altro, a distanza di tre mesi, dal punto di vista “operativo” il documento sembrerebbe essere restato di nuovo fermo al palo.

Il caso

A sollevare il caso è stata la Cellula Coscioni che da tempo (e non solo a Pomezia) si batte per far sì che gli Enti Locali attuino una legge, quella sull'approvazione dei PEBA, che in realtà risale agli anni '80. Proprio a Pomezia tuttavia la questione è particolarmente sentita poiché fu oggetto, ricorderete, anche dell'ultima campagna elettorale (era il 2018) nel corso della quale tutti gli allora candidati a Sindaco – tranne quello del centrodestra ma compreso l'attuale Primo Cittadino del M5S Zuccalà –avevano preso l'impegno di arrivare alla re-

NUOVE SCADENZE

GIA’ DISATTESE?

dazione del PEBA seguendo delle scadenze ben precise. I “buoni propositi”, ma è storia nota, rimasero tuttavia solo sulla carta tanto che la Cellula Coscioni, promotrice di quell'iniziativa, si trova tuttora in causa con il Comune di Pomezia proprio per la mancata adozione del PEBA in tempi ragionevoli. Le nuove scadenze non rispettate?

I primi tre step indicati dal Comune sembrerebbero essere già stati disattesi: (1) entro il 15 luglio, “Individuazione degli stakeholders (cioè le associazioni, ndr)”; (2) entro il 14 agosto, “Illustrazione alle associazioni dei contenuti del PEBA”; (3) entro il 29 agosto, “Individuazione/acquisizione di una piattaforma open source per la rappresentazione georeferenziate delle BB.AA”

Dopo gli impegni disattesi nella campagna elettorale del 2018 il PEBA è stato finalmente approvato il 31 maggio scorso: anche stavolta però l’iter non sembrerebbe essere partito col piede giusto

Il 31 maggio scorso tuttavia, come detto, sembrava esserci stata una svolta dato che il Consiglio Comunale di Pomezia, finalmente, aveva approvato la delibera per arrivare all'esecuzione effettiva dei PEBA con un nuovo crono programma – stavolta stabilito in autonomia dall'Amministrazione – da ultimare in circa due anni. Per i primi tre punti la deadline andava dai 45 ai 95 giorni – arrivando così alla fine di agosto – ma sembra

Per i primi tre punti la deadline andava dai 45 ai 95 giorni – arrivando così alla fine di agosto – ma sembra essere già trascorsa in tutti e tre i casi senza il rispetto di quanto previsto

essere già trascorsa in tutti e tre i casi senza il rispetto di quanto previsto. Ma quali erano questi primi adempimenti? Vediamoli nello specifico: (1) entro il 15 luglio: “Individuazione degli stakeholders (cioè le associazioni, ndr)”; (2) entro il 14 agosto: “Illustrazione alle associazioni dei contenuti del PEBA”; (3) entro il 29 agosto: “Individuazione/acquisizione di una piattaforma open source per la rappresentazione georeferenziate delle BB.AA. (anche su segnalazione dell’utente) sugli edifici o spazi urbani accessibili al pubblico integrata al Sistema Informativo Comunale”, con impegno diretto in quest'ultimo caso anche di 10.000 euro da parte del Comune.

La domanda:“Un PEBA soltanto di facciata?”

L’ASS. DISABILI VISIVI - Per quanto riguarda questo nuovo “corso” del PEBA a Pomezia le perplessità non riguardano tuttavia soltanto l'aspetto burocratico. Anche dal punto di vista dei contenuti infatti sono state sollevate delle criticità. A renderle note è stata in questo caso un'altra illustre Associazione, quella dei disabili visivi ONLUS, da noi interpellata in occasione dell'inchiesta sui nuovi giardini Petrucci inaugurati a Pomezia nella scorsa primavera. “Nel marzo 2021 il Comune di Pomezia mi ha convocato per la riunione preparatoria per la redazione del PEBA – ci spiega il Presidente dell'Associazione Giulio Nardone – anche se in qualità di un altro mio ruolo ricoperto, quello di Vicepresidente all'INMACI (L'Istituto Nazionale per la Mobilità Autonoma di Ciechi e Ipovedenti), organo tecnico i cui esperti sono riconosciuti da tutte le Asso-

ciazioni nazionali di categoria come competenti per quanto riguarda gli aspetti normativi e tecnico operativi per i percorsi tattili plantari e le mappe in rilievo. Questi ultimi costituiscono infatti gli elementi indispensabili e insostituibili per la mobilità autonoma e sicura delle persone con disabilità visiva”.

MODIFICHE IGNORATE? - “Ebbene, nella riunione mi fu affidato il compito della revisione della bozza dei PEBA che era stata realizzata da una società privata che come spesso quasi sempre accade, non conoscendo le esigenze delle persone con disabilità visiva, aveva soltanto citato il problema senza indicare alcuna soluzione operativa indispensabile per la successiva realizzazione concreta. Il 22 maggio 2021 ho consegnato la revisione con tutte le indicazioni necessarie pronta per essere ap-

provata. Il Comune di Pomezia aveva quindi iniziato l'operazione col piede giusto, con una lodevole operazione compartecipata, ma poi il tutto si è rivelata essere un'iniziativa soltanto di facciata. Anche perché quando abbiamo preso poi visione del PEBA ci siamo accorti che nulla di quanto avevamo introdotto e modificato era stato recepito per renderlo operativo e concretamente efficace. Nulla c'era. Solo accenni ai problemi, ma vuoti nei contenuti in termini di efficacia”. Del resto, concludeva Nardone, una riprova di questo si era già potuta constatare a seguito dello “svolgimento di alcuni lavori pubblici da parte del Comune di Pomezia” con un caso “eclatante su tutti, proprio quello dei nuovi giardini Petrucci” delle cui criticità vi abbiamo dato ampiamente conto nei mesi scorsi.

settembre 2022 14 Il Corriere della Città POLITICA
(continua)

oscioni: “Scadenze nuovamente non rispettate”

(segue)

“Sull'Albo Pretorio Online del Comune e sulle pagine dedicate al PEBA, non è presente nulla che rimandi all'attuazione dei primi tre step indicati dal crono programma fornito dall'Amministrazione Comunale”, fa presente la Cellula Coscioni di Pomezia. “Non sappiamo ad esempio se le associazioni siano state individuate o meno (punto uno), e, nel caso, come si sia arri vato alla loro scelta e quante sono. Di conseguenza non è noto cosa sia stato fatto per i successivi due punti, i cui termini sono anch'essi scaduti. Perché l'Amministrazione non riesce a rispettare le scadenze che lei stessa si è data?”, è quindi la domanda rivolta all'Amministrazione. Ma non solo. “Inoltre – aggiungono dalla Coscioni – subito dopo l'approvazione del PEBA, avevamo chiesto all'amministrazione di rendere pubblico sia

il questionario che è stato evocato durante il Consiglio Comunale sia l'elenco delle associazioni e i verbali degli incontri nonché proposte e come queste proposte siano state recepite nel documento”. Anche in questo caso però pare non esserci nessun riscontro. Insomma, sembra proprio che il percorso che dovrebbe portarci alla piena operatività dei PEBA sul territorio, così come accaduto già nel 2018 e nel “rispetto” della travagliata storia che ne sta contraddistinguendo il percorso a Pomezia, sembra nuovamente costellato di ostacoli.

Il Comune di Pomezia

Per saperne di più avevamo inviato al Sindaco di Pomezia una serie di domande ma a causa della caduta dell'Amministrazione Comunale avvenuta il 31 agosto non è stato possibile ricevere risposta. Questo allora il commento finale dalla Cellula Coscioni di Pomezia: “L'Amministrazione Zuccalà non c'è più.Abbiamo pro-

posto e lottato per 4 anni per una città più inclusiva e per il riconoscimento di diritti fondamentali anche attraverso lo strumento del PEBA. Purtroppo l'unica cosa prodotta - riprendendo le parole di Giulio Nardone, presidente dell' ADV - è stato un "PEBA di facciata". Prova ne sia che dei tre punti già scaduti nessuno è stato realizzato. Noi continueremo a lottare, già nell'immediato, augurandoci che la prossima amministrazione possa esercitare quel dovere all'ascolto che dovrebbe essere obbligo politico di qualsiasi gruppo che gestisce la cosa pubblica”.

Sul PEBA rispondono gli ex M5S di “Pomezia Attiva”

LE DOMANDE - In merito ai PEBA la Cellula Coscioni ha pubblicato una serie di domande rivolte all'Amministrazione di Pomezia alle quali uno dei Consiglieri di “Pomezia Attiva” (Silvio Piumarta), ovvero la compagine dei 4 fuoriusciti dalla maggioranza del Sindaco Zuccalà, ha voluto rispondere.

Perché, riguardo il PEBA, non sono stati rispettati gli impegni assunti in campagna elettorale nei tempi stabiliti?

“Le tempistiche dettate dal documento firmato dai candidati sindaci nel 2018, erano sembrate fin da subito estremamente ristrette. Il perché Zuccalà, all'epoca candidato Sindaco, abbia deciso comunque di firmare quel documento nonostante ciò, non sta a me dire. Esprimo una mia opinione personale: aver apposto termini così stringenti (per una pubblica amministrazione) può non aver aiutato a far iniziare la cooperazione nel modo giusto, con la nuova amministrazione che si è trovata, di fatto, nella posizione di non poter rispettare quei termini”.

Perché acquistare la Bandiera Lilla? Era utile?

E se era utile perché non è stata riacquistata alla scadenza?

“Non faccio parte né ho mai partecipato ai lavori della commissione attività produttive, che seguì e approvò la "bandiera lilla". Senza dubbio, all'indomani delle prime polemiche, l'operazione sembrò subito errata. Personalmente ritengo sia stata una operazione "di marketing" mal riuscita, perché per un ente

pubblico, spendendo soldi pubblici, può essere inopportuno farsi pubblicità con modalità quasi analoghe a una società privata. Non fu rinnovata per decisione del gruppo consigliare consultato specificamente sul tema, dato l'ovvio buco dell'acqua in termini "pubblicitari".

Perché non sono state minimamente prese in considerazione le oltre 1.000 sottoscrizioni alla Petizione Popolare per l’Inclusione del 2019? Chiedevamo rispetto per l’impegno sul PEBA, spiagge accessibili e servizi migliori. Perché sono state commissionate le linee guida per la redazione del PEBA alla società Crealink di Pisa, quando la Regione Lazio le aveva predisposte gratuitamente per i Comuni della regione?

“La questione PEBA è stata seguita dalla Giunta (e dagli uffici, per competenza), non dai consiglieri comunali, dall'inizio alla fine. I consiglieri (e i membri della commissione lavori pubblici in primis) hanno approvato (ovviamente) l'avvio delle procedure sul PEBA all'indomani delle elezioni. Da lì in poi, ogni aspetto è stato preso in carico e seguito dalla Giunta. Occasionalmente, la commissione LLPP veniva informata dei lenti progressi. A maggio 2022, siamo stati informati, finalmente, che i lavori erano giunti a un punto che permetteva l'approvazione del PEBA in commissione e Consiglio Comunale, e l'approvazione c'è stata, in tempi immediati”.

Perché quelle linee guida non sono mai state

rese pubbliche nonostante la nostra richiesta di accesso agli atti seguita da diffida? E soprattutto perché una volta acquistate non sono state utilizzate per la bozza di PEBA che, invece, riprende quelle della Regione Lazio? Perché l’avvocato del Comune ha depositato al tribunale di Roma una memoria in cui dice che il Comune di Pomezia ha approvato definitivamente il PEBA il 28/12/20, quando, invece, la giunta lo ha solo adottato il 29/12/21, in attesa dell’approvazione del Consiglio Comunale?

“In quanto consigliere comunale, non entro in questioni di competenza strettamente amministrativa (quali sono gli accessi agli atti e l'operato dei professionisti)”.

Perché l'Amministrazione non ha rispettato le prime scadenze del nuovo crono programma?

“Tenuto conto che il nostro gruppo consiliare (Pomezia Attiva) si è ormai distaccato da quello di maggioranza, che noi consiglieri siamo stati unilateralmente rimossi da ogni "chat" organizzativa e informativa, e che da quando siamo usciti non abbiamo più avuto comunicazioni di sorta con la Giunta pometina, non abbiamo informazioni esclusive al riguardo. Prenderemo in considerazione l'ipotesi di una interrogazione ufficiale sul tema”.

(Articolo redatto prima della caduta dell’Amministrazione Comunale)

settembre 2022 www.ilcorrieredellacitta.com 15 POLITICA
La Cellula Coscioni: “Perché l’Amministrazione Comunale non riesce a rispettare nemmeno le scadenze che lei stessa si è data?”

Piscina Selva dei Pini, parla il privato: “Il Comune non ha mai e

ontinuiamo a parlare del caso della piscina comunale della Selva dei Pini che quest'anno, come spiegatovi nel numero precedente di questa rivista, non ha aperto al pubblico con grande dispiacere da parte dei cittadini. Il Sindaco di Pomezia, da noi interpellato, ha fatto sapere che proprio a causa della mancata riapertura il Comune avrebbe proceduto con il processo di “decadenza della concessione” (la struttura infatti per quattro mesi all'anno è gestita da un privato, ndr) per arrivare poi ad una “nuova assegnazione in vista della prossima stagione”. Tuttavia, a seguito del nostro articolo, l'attuale società concessionaria ha voluto fornire la propria versione dei fatti. Il caso

Il Privato ci ha così trasmesso una copiosa documentazione dalla quale si evincerebbe che il motivo della mancata riapertura sarebbe da individuare nell'assenza di interventi di manutenzione straordinaria spettanti da contratto al Comune più volte richiesti dalla concessionaria (e non solo quest'anno) ma mai eseguiti. Ed è proprio a causa di questa presunta inerzia da parte dell'Ente che alla fine, a causa del peggioramento strutturale delle condizioni della piscina fino ad arrivare addirittura alla sua inagibilità, l'unica soluzione possibile per la concessionaria – pena l'incolumità degli avventori – è stata quella di non aprire per l'attuale stagione estiva.

L'affidamento

In abbandono: quest’anno la struttura si è presentata così ed è rimasta chiusa al pubblico

In questi anni la concessionaria ha inviato numerose mail al Comune per sollecitare le opere di manutenzione straordinarie

riassumere.

L’AFFIDAMENTO

La cronistoria

La struttura era stata affidata in concessione nel 2011 per dodici anni rinnovabili per altri dodici. Sin da subito però, sostiene il privato, sono iniziati i problemi circa la sua manutenzione così come le segnalazioni e le richieste di intervento al Comune

Ma facciamo un passo indietro. E' opportuno precisare infatti che l'affidamento della piscina alla Selva dei Pini risale addirittura al 2011 ed era stato stipulato per una durata di 12 anni rinnovabile per altri 12. Tuttavia i problemi legati alla sua manutenzione sarebbero iniziati quasi subito, così come le segnalazioni e le richieste di intervento all'Amministrazione come detto. Ma è nel 2020 che i problemi hanno raggiunto una soglia di criticità non più sostenibile anche per alcuni accadimenti legati al maltempo. Il tutto è stato raccolto e documentato in una fitta corrispondenza di mail tra il privato e l'Amministrazione che cercheremo ora di

La prima PEC in tempi recenti è del 20 marzo 2020: con questa missiva la concessionaria evidenziava i danni causati dalla caduta di un grosso albero avvenuta a causa del vento nel dicembre precedente. “A febbraio”, si legge nel testo, “per salvaguardare l'impianto dalla presenza in acqua di una grossa fronda della pianta con gravi ripercussione di inquinamento nella vasca, abbiamo provveduto alla sua rimozione attraverso una ditta specializzata”. Dopodiché venivano allegate le foto riguardanti i danni causati dalla pianta nonché un preventivo di una ditta per lo svolgimento dei lavori (circa 7.700 euro più iva) in assenza dei quali “l'apertura della stagione sarebbe stata pregiudicata”. Ma di quali interventi parliamo? Tra questi veniva citato ad esempio “lo smantellamento della porzione di muratura di contenimento delle radici e della terra dove era alloggiato l'albero”, la verifica

LA CRONISTORIA

A fine 2019 la caduta di un albero causa del maltempo causa ingenti danni; nel 2020, nonostante le richieste di lavori urgenti alle quali non perviene risposta, la piscina resta così chiusa. Lo scorso anno invece la struttura, nonostante le difficoltà, ha riaperto sebbene in ritardo. Quest’anno infine, considerando il perdurare dell’inerzia del Comune, dichiara la concessionaria, la piscina è rimsata chiusa

della “tenuta dei cordoli in muratura lato piscina”, “il ripristino della porzione di ringhiera rimasta danneggiata”. I danni del resto, spiegava la società, “erano ingenti” e andavano, ancora, “dalle copiose infiltrazioni d'acqua piovana e non, responsabili di danni rilevanti anche ai locali sottostanti, alle saldature del telo della vasca grande, fino al distacco e al sollevamento in alcune zone del lastrico solare”. Insomma, un pacchetto di opere necessarie non certo irrisorie. La lettera concludeva con la richiesta di un “sopralluogo nell'area proprio per sincerarsi dello stato dei luoghi” sopra descritto. Quell'anno però la situazione – seguirà poi anche un sollecito a maggio – non cambia e la piscina resta chiusa proprio a causa dei mancati lavori. Una vera beffa soprattutto considerando che, dopo mesi difficili dovuti alla pandemia, erano appena state stabilite dal Governo le riaperture al pubblico di palestre e piscine, tanto al chiuso quanto più all'aperto. Ad ogni modo, in un'altra lettera inviata a metà luglio il Privato precisa comunque che “nonostante l'impossibilità di riapertura al pubblico la manutenzione ordinaria verrà comunque eseguita per poter conservare l'impianto”. Ma nuovamente viene chiesto “un incontro per pianificare le attività necessarie al ripristino della piscina”.

16 POLITICA Il Corriere della Città settembre 2022
(continua)
C
Quest’anno la piscina alla Selva dei Pini non ha riaperto: per la concessionaria la responsabilità è del Comune che in questi anni, nonostante i ripetuti solleciti, non ha mai eseguito i lavori straordinari necessari per mantenere la struttura in condizioni idonee

eseguito i lavori straordinari e la struttura è diventata inagibile”

La proposta al Comune Nel 2021, malgrado le difficoltà fin qui esposte la struttura alla Selva dei Pini riesce a riaprire anche se in ritardo, praticamente alla fine di giugno. Visto però il perdurare dell'inerzia da parte del Comune in merito ai tanto attesi lavori fino ad allora mai realizzati, la società concessionaria tenta una strada alternativa. Questa la proposta recapitata agli Uffici Comunali: a fronte del rinnovo della concessione per ulteriori 12 anni il privato si sarebbe fatto carico in proprio dei lavori straordinari e urgenti necessari alla piscina andando poi a “stornare” il canone concessorio dovuto. Secondo le stime fornite dal privato la somma totale si aggirava intorno ai 70mila euro. A questa proposta, ci spiegano però i vertici societari, non arriverà però mai risposta, né in un verso, né nell'altro. Per questo ad aprile 2021 viene inoltrata una seconda mail per richiedere informazioni circa la proposta avanzata. Ma la situazione non cambia.

Cosa è successo quest'anno

LA PROPOSTA

Nel 2021 la concessionaria invia una proposta “alternativa” al Comune: a fronte del rinnovo del contratto per ulteriori 12 anni il privato si sarebbe fatto carico in proprio dei lavori straordinari e urgenti necessari alla piscina andando poi a “stornare” il canone concessorio dovuto. Importo stimato intorno ai 70mila euro: ma

Arriviamo così alla stretta attualità. Il 18 marzo scorso viene chiesto al Dirigente, per l'ennesima volta, un incontro urgente per “affrontare le criticità emerse nella

l’Ente, secondo il privato, non avrebbe mai risposto

La concessionaria: “Allo stato dei luoghi, malgrado i numerosi solleciti avanzati negli anni, la struttura risulta non utilizzabile, quindi inagibile oltre che pericoloso per la salute delle persone”

gestione dell'impianto Comunale”. Finalmente, il 6 aprile, i tecnici Comunali eseguono un sopralluogo “in contraddittorio” alla Selva dei Pini, il tutto documentato da nuove fotografie. Ma l'avvio di stagione incombe e, in assenza di ulteriori comunicazioni dopo l'accertamento dello stato dei luoghi, l'11 aprile viene scritta un'ulteriore lettera indirizzata all'Ente dove si fa il punto di quanto riscontrato presso la struttura: “L'ispezione congiunta – leggiamo – ha consentito di accertare l'esigenza non più differibile dell'esecuzione da parte vostra delle opere di straordinaria manutenzione – indispensabili per consentire l'uso del bene per la finalità contrattuale – più volte elencate dalla scrivente ma inopinatamente non realizzate pur disponendo Codesto ente, per questo, ogni anno, di un arco temporale di ben otto mesi”. Dopodiché viene precisato che i tecnici comunali si “erano impegnati di notificarci formalmente in tempi brevissimi la decisione che il Comune intendeva assumere” e che si attendeva pertanto una risposta “entro e non oltre il 23 aprile”. In caso contrario, concludeva la lettera, il Comune sarebbe stato ritenuto “gravemente inadempiente alle obbligazioni contrattuali assunte e adiremo al Giudice per tutelare i nostri diritti”. L'unica risposta che arriva alla concessionaria è però la semplice notifica da parte dell'Ente di aver “inoltrato al settore lavori pubblici una perizia tecnica sullo stato dei luoghi da voi rilevato”.

La lettera inviata dopo il sopralluogo:

“L'ispezione congiunta ha consentito di accertare l'esigenza non più differibile dell'esecuzione da parte vostra delle opere di straordinaria manutenzione –indispensabili per consentire l'uso del bene per la finalità contrattuale – più volte elencate dalla scrivente ma inopinatamente non realizzate”

Arriviamo così all'ultima comunicazione ufficiale emersa sin qui, spedita a fine aprile, ad una manciata di giorni, teoricamente, dal 15 maggio 2022, ovvero la data indicata quale avvio della nuova stagione estiva. Nel testo viene ribadito che, come riconosciuto anche dai tecnici comunali, l'impianto “allo stato dei luoghi, malgrado i numerosi solleciti avanzati negli anni, risulta non utilizzabile, quindi inagibile oltre che pericoloso per la salute delle persone”. “Dobbiamo credere che i tecnici comunali – conclude quindi la lettera – abbiano tempestivamente notiziato il Settore Lavori pubblici di quanto visto e accertato: informazioni che avrebbero dovuto imporre un intervento immediato per confermare la effettiva inagibilità dell'impianto dovuta alla carenza di manutenzione straordinaria: inadempimento grave che obbliga il proprietario al risarcimento dei notevolissimi danni provocati e subiti dalla scrivente che fin d'ora ne fa richiesta”. Il resto è storia nota: con buona pace dei cittadini, che già agli inizi di giugno hanno iniziato a chiedere quando la piscina avrebbe riaperto, la struttura è rimasta chiusa per la stagione estiva.

A fine 2019 un albero cade sulla piscina e verrà rimosso a spese della concessionaria; ma a causa dei danni nel 2020 l’impianto resta chiuso (segue) L'ultima lettera
(continua)
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Il 6 aprile scorso si è svolto un sopralluogo congiunto con i tecnici comunali che avrebbe acclarato l’inagibilità della struttura
“nonostante il Comune abbia avuto sin qui ogni anno ben 8 mesi per eseguire gli interventi ormai non più rimandabili”

(segue)

Quale futuro per la piscina della Selva dei Pini?

Ma cosa accadrà adesso? Difficile stabilirlo con esattezza. Il timore è infatti quello che, come accaduto ad esempio per la vicenda delle concessioni demaniali, la questione possa finire davanti al Giudice. Del resto, come confermatoci dalla concessionaria, la raccomandata di revoca della gestione è già stata fatta recapitare da parte degli Uffici Comunali. “Il Comune di Pomezia ha revocato la nostra concessione con un anno di anticipo – ci spiega la società – e questo senza avere un legittimo motivo per farlo a nostro avviso. Ciò infatti si può fare solo in caso di gravi inadempienze da parte del privato, inadempienze che però, da parte nostra, non ci sono mai state. Per questo impugneremo tale provvedimento nelle sedi opportune”. Va da sé che adesso sia il privato che il Comune cercheranno di far valere (legittimamente) le proprie ragioni; intanto però la preoccupazione è che nel frattempo le condizioni strutturali della piscina, restando chiusa, possano peggiorare ulteriormente rendendone poi sempre più difficile il recupero in termini economici. E il che sarebbe davvero una sconfitta per tutti.

(Sulla questione avevamo inoltrato al Sindaco di Pomezia una serie di domande ma a causa della caduta dell'Amministrazione Comunale avvenuta il 31 agosto non è stato possibile ricevere risposta)

settembre 2022 18 Il Corriere della Città POLITICA
Si va verso la causa: “Il Comune di Pomezia ha revocato la nostra concessione con un anno di anticipo senza un motivo valido per farlo. Per questo impugneremo la decisione nelle sedi opportune”
La situazione all’interno della struttura: tra i problemi segnalati le copiose infiltrazioni d’acqua, lo stato dei pavimenti, la tenuta dei teli di contenimento delle due vasche, le ringhiere e i muri perimetrali, la situazione dell’impianto idrico nonché dei locali tecnici e spogliatoi

Campetti Selva dei Pini verso il nuovo affidamento

L'Amministrazione punta a riaffidare in concessione i campi da gioco da calcetto e 'calciotto'

Non solo la piscina, alla Selva dei Pini ci sono da recuperare altre tre strutture fino a non molto tempo fa tra quelle maggiormente gettonate sul territorio. Stiamo parlando dei campetti da gioco da calcetto e calciotto situati nella parte più bassa del Parco, praticamente a ridosso proprio della piscina di cui ci stiamo occupando in questi mesi. Anche queste strutture del resto, come mostrano le foto, versano in stato di abbandono e urgono al più presto interventi di riqualificazione.

L'atto di indirizzo

Per questo il Comune ha deciso di correre ai ripari. Con una delibera di Giunta, la n. 158 del 19 agosto scorso, la Giunta ha deliberato “un atto di indirizzo per l'affidamento dei campi da gioco” sopra menzionati. Dai documenti allegati si evince che l'affidamento, da fare a terzi, avrà una durata minima di tre anni con possibilità eventuale di proroga. Il concessionario dovrà adempiere ad una serie di obblighi provvedere tra cui “la manutenzione ordinaria dell'impianto, di tutti gli impianti tecnologici, delle rispettive aree, beni e strutture, anche pertinenziali ed accessorie, al fine di conservare l'impianto nelle migliori condizioni” tutti aspetti specificati in modo dettagliato nel capitolato. Sono a carico invece del Comune “le spese di manutenzione straordinaria, non incluse nel bando di gara, l’omologazione e la manutenzione delle aree verdi purché non causate da inottemperanza o incuria del Concessionario nei confronti dei suoi obblighi”.

Due concessionari

Nella relazione tecnica consultabile nell'albo

I nuovi gestori dovranno rispettare un piano ben preciso di manutenzione ordinaria per mantenere efficiente l’impianto

pretorio è specificato che i concessionari, ad ogni modo, saranno due. Uno avrà in gestione il campo da calciottto e uno dei due da calcetto, l'altro il secondo campetto da calcio a 5. Tra le opere indicate dal Comune come obbligatorie da parte del concessionario troviamo, oltre ripetiamo al piano di manutenzione da rispettare nel corso della gestione delle strutture, “la revisione della rete metallica nonché i piccoli interventi di tesatura sui

La Giunta Comunale ha approvato l’atto di indirizzo per l’affidamento del campo da calciotto e dei due terreni per il calcetto. La durata della concessione sarà di tre anni

campi”, “la revisione della rete 'para palloni'”, “il controllo e la manutenzione ordinaria di tutti i corpi illuminanti delle torri faro”, “il controllo e la manutenzione ordinaria dell'impianto idrico di innaffiamento campi”. (articolo redatto prima del 31/08)

La manutenzione straordinaria invece, per tutto ciò che non viene esplicitato nel contratto, sarà a carico del Comune

Strada allagata

MARINA DI ARDEA - Pubblichiamo la segnalazione riportata sui social di un cittadino di Ardea: “Ogni anno in qualsiasi stagione e con qualsiasi Amministrazione Comunale, quando piove a via bologna tra i civici 194 e 205 c’è un mare di acqua piovana sotto casa che ci impedisce di uscire (abbiamo pure una bambina disabile). Perché il comune non fa mai nulla?”.

settembre 2022 20 Il Corriere della Città POLITICA
Lo stato dei luoghi oggi alla Selva dei Pini: urgono interventi per la sistemazione dei campi La mappa della Selva dei Pini con l’ubicazione dei campi da gioco

Pomezia, il progetto a Viceré fa discutere: “Consum Q

uello del piano integrato di possibile futura realizzazione nella zona di Viceré a Pomezia è stato uno dei temi dei quali maggiormente si è dibattuto durante questa estate a Pomezia. Stiamo parlando di un intervento urbanistico, proposto da una società privata, che chiede di realizzare una nuova struttura commerciale, un parco pubblico e un parcheggio nella strada di collegamento tra Pomezia e Torvaianica Alta. Ma sin da subito l'iniziativa ha suscitato polemiche, anche e soprattutto al livello politico.

La proposta

Partiamo innanzitutto dal progetto. L'intervento è una proposta di variante al piano regolatore generale, giunto sulla scrivania del Comune a firma dell'ex Consigliere Comunale di centrosinistra Fabio Mirimich, incaricato in qualità di architetto dalla società “Pomezia 2000”. In buona sostanza prevede un intervento edilizio in Via Gronchi in corrispondenza del distributore di benzina, in una porzione agricola rimasta sin qui scevra da costruzioni. L'iniziativa, come si evince dalla documentazione consultabile online sull'Albo Pretorio del Comune di Pomezia, punta a trasformare un'area di circa 15.000 mq da zona agricola ripartendola in 7.900 mq di area commerciale e di sosta, 5.200 mq a verde, e 2.700 per un parcheggio pubblico. All'interno della parte commerciale sorgerebbe un supermercato, di 6.000 mc.

IL PIANO INTEGRATO

Il progetto punta a trasformare un'area di circa 15.000 mq da zona agricola (rimasta sin qui libera da costruzioni) ripartendola in 7.900 mq di area commerciale e di sosta, 5.200 mq a verde, e 2.700 per un parcheggio pubblico. All'interno della parte commerciale sorgerebbe un supermercato, di 6.000 mc

La delibera di Giunta

Il progetto, nel luglio scorso, ha ottenuto un primo passaggio favorevole da parte dell'Amministrazione Comunale. Con delibera di Giunta n. 142 del 14 luglio 2022, è stata infatti riconosciuta la pubblica utilità, o interesse pubblico, dell'iniziativa urbanistica. Si tratta di un “atto propedeutico” - e necessario – ai fini del procedimento di approvazione della variante urbanistica che, è bene precisarlo, dovrà comunque poi essere sottoposta, ed eventualmente adottata, dal Consiglio Comunale.

Questo progetto è davvero utile?

Ma la domanda centrale, al di là delle stru-

mentalizzazioni politiche che la questione ha già subito (finendo anche sotto forma di mozione nei punti all'ODG del Consiglio Comunale del 26 agosto scorso), è la seguente: questo piano integrato può essere utile alla città? Quali benefici potrebbe portare? Le premesse, già da una lettura superficiale, non sono certo tra le migliori: innanzitutto, come accennato, si parla di intaccare una porzione di terreno agricolo sin qui rimasta libera da costruzioni per realizzare l'ennesima cubatura commerciale (l'ultima a Pomezia è stata inaugurata pochi mesi fa) e ricomprenderne all'interno anche qui l'ennesimo supermercato nel nome del potenziamento dei servizi per tre quartieri Vicere, Torvaianica Alta e, un po' forzatamente a nostro giudizio, anche Campo Jemini. Posto che comunque Torvaianica Alta è già dotata di un supermercato, i dubbi riguardano proprio la necessità di “colare” cemento in una zona che tutto può dirsi tranne che isolata considerando la vicinanza con il centro abitato di Pomezia, meno di una manciata di km. Dubbi sorgono anche per l'incremento di traffico veicolare che andrebbe ad interessare la zona, così come per ciò che riguarda l'effettiva utilità di avere un parcheggio così grande oltre gli orari della zona commerciale, in un’area sostanzialmente isolata. Infine, l'ubicazione stessa dell'intervento, parco compreso (l'unico tema per il quale si potrebbe effetti vamente discutere), al di là di via G. Gronchi, strada notevolmente trafficata, rispetto al centro abitato.

L'intervista

Chi si è subito schierata contro questo progetto è stata l'Associa zione Latium Vetus APS che da anni si batte per la tutela e la salvaguardia del territorio. Con il Presidente Giacomo Castro abbiamo quindi cercato di approfondire la questione.

Nella foto: Giacomo Castro, Pres. Ass. Latium Vetus

Senza troppe remore Latium Vetus ha subito parlato di

Giacomo Castro: “Tra le conseguenze più devastanti del piano c'è la realizzazione di un ‘casermone’ commerciale alto 6 metri con parcheggio, al posto di una bellissima area agricola di oltre 10.000 mq, con interruzione delle visuali paesaggistiche, fra le quali la vista sul mare visibile da via Gronchi”

‘speculazione edilizia’ per identificare questa proposta di variante urbanistica... “Se possibile vorrei fare un passo indietro. Prima ancora di discutere dei contenuti del progetto a nostro avviso a mancare, in questo caso, sono perfino i prerequisiti stessi del piano, ovvero la carenza dei servizi essenziali come i parcheggi e le aree verdi attrezzate nel quartiere Viceré. Infatti, queste aree sono state tutte identificate e localizzate all’interno dell’abitato con il piano di recupero approvato nel 1994 (dovrebbe ricordarlo l'architetto Mirimich che in quegli anni era assessore). In particolare, i parcheggi sono già stati realizzati e le aree per il parco pubblico sono tuttora disponibili all'interno del quartiere. La domanda è: perché realizzarle in un'area esterna separata dal quartiere dalla strada fortemente trafficata?”

settembre 2022 22 Il Corriere della Città POLITICA
(continua)
Si parla di intaccare una porzione di terreno agricolo sin qui rimasta libera da costruzioni per realizzare l'ennesima cubatura commerciale (l'ultima a Pomezia è stata inaugurata pochi mesi fa) e ricomprenderne all'interno anche qui l'ennesimo supermercato
L’area agricola dove dovrebbe sorgere il progetto a Vicerè, lung

mo di suolo agricolo per l'ennesimo supermercato”

estrema sintesi, che si cerchi di far passare come ‘riqualificazione’ un intervento in realtà impattante, dato che la cubatura da realizzare ammonta a 6.000 mc, pari a circa un terzo quella dell'intero quartiere Viceré (17.622 mc). Non è tutto. Infatti, va precisato che, al netto della narrazione di questi ultimi giorni, i servizi privati, fra i quali il supermercato, non rientrano fra i servizi minimi inderogabili per legge: l’abitato di Viceré, invece, continua ad essere carente dei servizi inderogabili, come ad esempio l’illuminazione pubblica, a cui questo piano non dà risposte”.

“Dispiace sentir parlare di ‘riqualificazione’ per un intervento in realtà impattante, dato che la cubatura da realizzare ammonta a 6.000 mc, pari a circa un terzo quella dell'intero quartiere Viceré (17.622 mc)”

(segue)

Veniamo al progetto. Il primo aspetto che salta all'occhio è la zona di ubicazione dell'intervento, che ad oggi è libera da costruzioni...

“Esattamente. Tra le conseguenze più devastanti del piano c'è la realizzazione di un ‘casermone’ commerciale alto 6 metri con parcheggio, al posto di una bellissima area agricola di oltre 10.000 mq, con interruzione delle visuali paesaggistiche, fra le quali la vista sul mare visibile da via Gronchi. A questo aggiungiamo il fatto che oltre all’impattante edificazione, la realizzazione e la cessione del parcheggio pubblico (sempre su area agricola, per circa 90 posti auto (2.700 mq) è da realizzarsi anche a scomputo degli oneri concessori e del contributo straordinario, e quindi in aggravio per le casse del Comune. Non solo. Se il quartiere conta in totale 176 abitanti e ha già a disposizione sufficienti aree a parcheggio, già realizzate, da chi e per quali attività verrà utilizzato il parcheggio (ad esempio di notte)? Dispiace, in

La Giunta ha riconosciuto “l'interesse pubblico” di questo progetto, uno dei passaggi di cui maggiormente si discute in questi giorni: qual è il vostro pensiero in merito?

“Ci chiediamo dove sia l'interesse pubblico di questa variante urbanistica per la realizzazione, ripetiamo, con consumo di suolo agricolo, del solito supermercato, di un parcheggio pubblico (che con ogni probabilità non verrà utilizzato da alcuno dei residenti) e di un parco pubblico separato e distante dal quartiere. Non solo. È opportuno segnalare infatti l’attuale previsione urbanistica, già in essere, inerente la realizzazione di un altro edificio commerciale lungo via Alcide De Gasperi, nel quartiere Nuova Lavinium, ad un solo chilometro e mezzo di distanza dall’ambito oggetto del piano integrato ‘Viceré’. Qual è quindi l'opportunità di realizzare questo nuovo capan-

none commerciale? A nostro avviso nessuna”.

Dal punto di vista delle criticità c'è dell'altro a vostro avviso?

“Intanto andrebbe approfondito il perché, a Pomezia, dal punto di vista urbanistico, si continui a procedere di volta in volta con questi “piani-spot” senza passare per una più ampia progettazione del territorio (ricordiamoci infatti che il PRG di riferimento è sempre fermo agli anni '70). Una mancanza totale di visione, di lungimiranza che non sta portando Pomezia da nessuna parte. Questi interventi francobollo, a macchia di leopardo, si rivelano perfino dannosi in certi casi oltre al fatto di non apportare migliorie alla città a fronte di nuovo consumo di suolo, come Viceré, e con utilità pubblica fortemente in dubbio. Ad ogni modo, tornando a Viceré, uno degli aspetti più surreali, contenuto nella relazione tecnica riguarda il calcolo del contributo straordinario che i proponenti corrisponderanno al Comune per la realizzazione dell'intervento. Nella relazione l'architetto arriva a sostenere che l’incremento di maggior valore, generato dalla realizzazione dell'edificio commerciale, sarà di soli 66 mila euro. Di conseguenza, il contributo da corrispondere al Comune sarà ulteriormente inferiore”.

Il Comune di Pomezia

Per saperne di più avevamo inviato al Sindaco di Pomezia una serie di domande ma a causa della caduta dell'Amministrazione Comunale avvenuta il 31 agosto non è stato possibile ricevere risposta.

Mozione approvata, Sindaco assente

La suddivisione dei lotti: 7.900 mq di area commerciale e di sosta, 5.200 mq a verde, e 2.700 mq per un parcheggio pubblico

LA VOTAZIONE - Tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio Comunale del 26 agosto scorso c’era anche quello relativo al progetto in discussione per Viceré. All’assise cittadina è stata sottoposta la mozione per “l’annullamento della D.C.G. del 14/07/2022 – Proposta di programma integrato di intervento ai sensi della L.R. 22/97 e S.M.I. Via Gronchi Loc. Vicerè”. Ebbene, la maggioranza è stata

“battuta” nei numeri considerando che sono stati 13 i voti favorevoli: Mengozzi, Zanin, Pagliuso, Stazi, Pinna, Fucci, Pecchia, Abbondanza, Matarese ai quali si sono aggiunti i 4 ex 5 stelle Mercuri, Conficconi, Piumarta e De Zanni. Assente al momento del voto lil Sindaco Adriano Zuccalà ha deciso di abbandonare il collegamento (la riunione si è svolta in via telematica, ndr) in anticipo.

go Via Gronchi, strada che collega Pomezia a Torvaianica Alta
settembre 2022 www.ilcorrieredellacitta.com 23 POLITICA

Emergenza spazi al Liceo Pascal: “Situazione insostenibile”

Le lezioni non sono ancora riprese ma sul fronte scolastico sembrano già esserci problemi a Pomezia. E' il caso questo del Liceo Pascal alle prese, ma la questione non è certo nuova, con il problema della mancanza degli spazi nell'Istituto. A causa dell'elevato numero di iscritti infatti, cresciuto sensibilmente negli ultimi anni, la situazione organizzativa ha raggiunto ormai livelli critici tanto che per accogliere gli studenti sono già stati tagliati ad esempio alcuni laboratori (poi riconvertiti in aule) con tutto ciò che ne comporta dal punto di vista dell'offerta formativa.

Il caso

Nel 2021, proprio alla fine dell'anno scolastico, la scuola aveva organizzato a questo proposito anche una conferenza stampa per rendere pubbliche tutte le difficoltà incontrate nella gestione degli spazi paventando anche, in caso di mancate soluzioni, il ricorso a dei “criteri selettivi” per gestire le nuove iscrizioni (come già accade in altri Comuni limitrofi). Un'eventualità fin qui scongiurata anche grazie agli enormi sacrifici adottati dall'Istituto per la riorganizzazione degli spazi interni al netto, per di più, delle difficoltà e dalle prescrizioni imposte dalla pandemia. Purtroppo però, fino ad oggi, i numerosi appelli rivolti alla Città Metropolitana, ente responsabile dell'edilizia scolastica delle scuole secondarie di II grado, ma anche al Comune di Pomezia, sono caduti tutti nel vuoto.

Le aule alla Selva dei Pini

E per l'anno scolastico 2022-23, ormai prossimo a partire, sembrano esserci ulteriori problemi per il Liceo. Sì perché nei mesi scorsi una soluzione-tampone quantomeno era stata trovata con la concessione di 5 aule presso il complesso della Selva dei Pini; quest'anno però non è detto che l'Istituto possa beneficiarne. Ne parliamo con il Professore Antonio Di Lisa, componente del Consiglio D'Istituto.

Professore c'eravamo lasciati lo scorso ottobre con l'ennesimo appello alle Istituzioni per ciò che riguarda la mancanza di spazi al Pascal. E' cambiato qualcosa?

“Purtroppo no. A luglio il nostro Dirigente Scolastico ha avanzato ulteriore richiesta agli Enti competenti per poter disporre di nuove aule in vista dell'avvio dell'anno scolastico. La realtà dei fatti è però che, ad oggi, non ab-

biamo alcuna garanzia di quali saranno gli spazi a nostra disposizione”

Cosa può dirci per ciò che riguarda le aule alla Selva dei Pini?

“Nulla di più di quanto appena detto. Il nostro interlocutore è chiaramente la Città Metropolitana e per conoscenza il Comune di Pomezia. Al momento però non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione in tal senso”

Qual è la situazione dal punto di vista organizzativo alla vigilia della prima campanella?

“Ad oggi siamo “fuori” di 5-6 aule in termini di spazi, quindi facciamo i conti con una situazione pressoché ingestibile. Rispetto allo scorso anno c'è anche una classe in più. Per quanto in nostra facoltà abbiamo giù apportato ogni modifica possibile per trovare nuovi spazi da destinare alla didattica: abbiamo tagliato e riconvertito alcuni laboratori e perfino ceduto per un periodo lo scorso anno anche l'aula del Dirigente Scolastico e quella dei Professori. Ripeto, siamo veramente in piena emergenza senza contare le ripercussioni sull'offerta didattica dovuta all'eliminazione, dolorosa ma necessaria, di alcuni laboratori”.

Perché secondo lei non si riescono a trovare soluzioni adeguate?

“Il problema chiaramente non riguarda soltanto la nostra scuola ma anche tanti altri Istituti scolastici dell'area metropolitana. La verità è che, al livello Istituzionale, non si è stati in grado di capire che la popolazione scolastica si stava spostando negli anni sempre più verso l'hinterland di Roma intervenendo di conseguenza. Oggi servirebbero interventi strutturali in grado di fornire soluzioni definitive al problema e a lungo termine, ma nulla viene fatto in tal senso. E le

conseguenze sono sotto gli occhi di tutti”. Si era parlato anche di strutture leggere o di prefabbricati esterni per il Pascal ma la Città Metropolitana non ha mai sinora inserito tale eventualità nelle schede progettuali dell’Ente...

“Tra le priorità dell’agenda politica in Italia, e in modo particolare per il nostro territorio, occorrerebbe inserire il tema dell’Edilizia scolastica ma la stessa è rimasta fuori anche dall’opportunità fornita dai fondi PNRR. Tali fondi sono del tutto insufficienti, rappresentano una goccia d’acqua per una persona assetata e la pandemia, secondo gli esperti, non è ancora conclusa. Un territorio, quello di Pomezia e Ardea, con una popolazione di circa 120 mila abitanti (anagraficamente giovane) ha bisogno di strutture edilizie scolastiche idonee dal punto di vista strutturale ed energetico e all’avanguardia dal punto di vista tecnologico-didattico. Un paese che guarda al futuro deve puntare su una scuola di qualità. Mi riallaccio poi alla domanda precedente, ovvero la volontà (che manca) di provare a cercare soluzioni che vadano oltre la stretta gestione dell'emergenza. Avevamo chiesto ad esempio la possibilità di realizzare strutture leggere (anche se la normativa tecnica in materia è molto complessa a dispetto di ciò che si potrebbe pensare) o di prefabbricati da posizionare nel cortile da utilizzare come aula magna oppure per i laboratori; in questo modo l'edificio principale sarebbe stato utilizzato interamente per le aule sfruttando al massimo tutti gli spazi. Anche in questo caso però non abbiamo ricevuto alcun segnale dalle Istituzioni”.

settembre 2022 24 Il Corriere della Città
CRONACA
Di Lisa (Consiglio D'Istituto): “Ad oggi nessuna garanzia su quali saranno gli spazi a disposizione”
“Ad oggi siamo “fuori” di 5-6 aule in termini di spazi, quindi facciamo i conti con una situazione pressoché ingestibile. E rispetto allo scorso anno c'è anche una classe in più. Locali alla Selva dei Pini? Per il momento non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione”

Torvaianica, le proposte per il “dopo-ecomostro”

A settembre è previsto l’abbattimento della struttura in Piazza Ungheria: ma cosà verrà realizzato al suo posto?

Ormai dovremmo esserci. Pochi giorni ancora e l'ecomostro che da anni deturpa l'immagine del litorale di Torvaianica dovrebbe essere buttato giù. Come annunciato dall'Amministrazione Comunale –prima della caduta avvenuta lo scorso 31 agosto – nel corso di settembre il cantiere per la demolizione della struttura in cemento dovrebbe finalmente partire. Già, ma cosa sorgerà poi al suo posto?

Le proposte dei cittadini

E' stato questo infatti, non appena ufficializzata la decisione dell'Ente dapprima di acquisire all'asta il rudere di cemento alla quale e poi di demolirlo, uno dei temi dei quali maggiormente si è discusso in città. Dal canto suo il Comune di Pomezia si era rivolto ai cittadini chiedendo di far pervenire all'Ente proposte su come dovrebbe essere ridisegnata la nuova Piazza centrale di Torvaianica. Poco prima della fine di agosto l’ormai ex Sindaco Zuccalà aveva parlato di “oltre 200 proposte ricevute nel corso dell'estate” (è stato possibile scrivere all'indirizzo mail dedicatolamiaproposta@comune.pomezia.rm.it, ndr) contenenti “sogni e desideri su cosa realiz-

zare al posto dell’ecomostro”. “In tantissimi, come Marta, Italo, Alessio, Luca e Laura, ci suggeriscono di ampliare l’estensione della piazza per godere della ritrovata vista mare in uno spazio aperto, dotato di verde, di panchine e di una fontana”, aveva spiegato Zuccalà. Altri invece come, “Edoardo, Matteo, Mirko e altri cittadini sognano anche di vedere realizzata una nuova Torre del Vajanico, come quella del 1500, demolita nel dopoguerra”. E ancora: “Un’altra richiesta –aveva proseguito il Sindaco – che arriva da Giovanni Adele e Romina, tra gli altri, è quella di un anfiteatro dove ospitare spettacoli teatrali e musicali. Tante idee insomma, tanti suggerimenti e proposte che verranno elaborati dai tecnici per creare un progetto unitario e compatibile con l’area. In comune hanno un elemento: la gioia di vedere final-

mente abbattuto l’ecomostro che da oltre 15 anni deturpa il nostro bel litorale”.

La data

Per saperne di più, e per conoscere maggiori dettagli circa le proposte ricevute dall'Amministrazione, soprattutto in termini di fattibilità, ci eravamo rivolti direttamente al Sindaco Zuccalà. A causa della caduta dell'Amministrazione Comunale avvenuta il 31 agosto tuttavia non è stato possibile ricevere risposta. La demolizione però non è in discussione perché, come detto nel servizio a pagina 12, l’iter burocratico è già stato espletato.

settembre 2022 www.ilcorrieredellacitta.com 25 CRONACA
L’ex Hotel Biagio in Piazza Ungheria a Torvaianica: a breve sarà demolito

La ‘Padella d’oro’ chiude “100% Ugo”. L’organiz S

i è concluso il 31 agosto scorso il Festival “100% Ugo”, la rassegna che ha omaggiato uno dei grandi mattatori della commedia italiana: Ugo Tognazzi. E' stato un intero mese di festeggiamenti che il Comune di Pomezia ha organizzato in suo onore a Torvaianica, territorio a cui Ugo era tanto legato, in collaborazione con tutti i suoi figli, Ricky, Gianmarco, Thomas e Maria Sole, e con Stefania Bettoja, Laura Delli Colli e Simona Izzo. La manifestazione, che ha avuto il patrocinio di Città Metropolitana di Roma Capitale, Municipio X, delle Città di Velletri e di Cremona e il contributo della Regione Lazio, è rientrata nel calendario del Centenario 100% Ugo Tognazzi, che prevede eventi diffusi, in corso e in arrivo in tutta la nostra penisola, in gemellaggio con i Comuni di Pomezia, Velletri e Cremona, tutti luoghi all’attore particolarmente cari.

Il bilancio

Secondo l'organizzazione il Festival, tra mostre, premi e film, ha fatto registrare oltre 3mila presenze. Le serate in piazza a Torvaianica, territorio a cui Ugo era tanto legato, hanno visto sul palco di Piazza Ungheria anche Pupi Avati, Giovanna Ralli, Carolina Crescentini, Barbara Ronchi, Violante Placido e, in collegamento video, Claudio Amendola.  “Il successo di 100% Ugo ci

Secondo l’organizzazione il Festival, tra mostre, premi e film, ha fatto registrare oltre 3mila presenze per un intero mese di festeggiamenti dedicati al mattatore della commedia italiana

rende molto felici – dichiarano il Sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà e la vice Sindaco con delega alla Cultura Simona Morcellini – Torvajanica, tradizionalmente legata al cinema e a Ugo Tognazzi, ha risposto con straordinario entusiasmo all’iniziativa: un mese di festa per celebrare il mattatore della commedia italiana, in una terza edizione ampliata e arricchita che, rendendo omaggio all’attore e al suo genio, si proietta nel fu-

turo. I grandi eventi sono tornati nella nostra Città che si è ripresa il posto che merita nel panorama turistico e culturale italiano, grazie a oltre 100 serate di spettacoli organizzati in questa estate 2022 tra Torvajanica e Pomezia. Un cartellone frutto di un lavoro di squadra innovativo e appassionato, andato in scena in un contesto urbano riqualificato e a misura di cittadino e di turista. E, come ha ricordato Gianmarco Tognazzi nel corso del festival, tra pochi giorni piazza Ungheria, teatro della kermesse cinematografica, cambierà radicalmente volto con l’abbattimento dell’ecomostro che da troppi anni deturpa il nostro bel litorale. Una piazza completamente rinnovata sarà pronta ad ospitare gli eventi del prossimo anno, rendendo la nostra città ancora più bella e attrattiva. Vogliamo ringraziare i tantissimi cittadini che hanno partecipato, le Istituzioni che hanno collaborato, la famiglia Tognazzi e tutti coloro che con il loro impegno hanno contribuito al successo di 100 % Ugo”.

Il Sindaco: “I grandi eventi sono tornati nella nostra Città che si è ripresa il posto che merita nel panorama turistico e culturale italiano, grazie a oltre 100 serate di spettacoli organizzati in questa estate 2022 tra Torvajanica e Pomezia”

Il Corriere della Città

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Numero 9 Anno 14

settembre 2022

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31/08/2022

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Tipografia Graffietti

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009

N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009

settembre 2022 26 Il Corriere della Città CRONACA
(continua)

zzazione: “Oltre 3.000 presenze per il Festival”

(segue)

Il “remake” dello “Scolapasta d'Oro”

Tra le iniziative che hanno contraddistinto la nuova edizione del Festival dedicato a Ugo Tognazzi quest'anno c'è stato anche il torneo sportivo “La padella d'oro” rievocazione dello storico “Scolapasta d'Oro” - declinato per l'occasione sui campi da gioco di padelil torneo di tennis che lo stesso Ugo Tognazzi ha organizzato, sempre a Torvaianica, per molti anni. La rassegna si è svolta sabato 27 e domenica 28 agosto, con inizio dalle 18.00 presso il City Sport Center di Torvaianica, con il commento di Fabrizio Sabatucci: 30 i giocatori “vip” che si sono contesi “la padella d’oro”, rievocazione dello storico “scolapasta” come detto ambitissimo premio dei tornei di tennis organizzati da Ugo Tognazzi. La finale, con le successive premiazioni, si è svolta intorno alle ore 22.

I protagonisti del torneo e i vincitori

Tra gli altri concorrenti scesi in campo ci sono stati Marco Risi, Leonardo Metalli, Dino Abbrescia, Roberto Ciufoli, Dario Bandiera, Antonio Giuliani, Simone Colombari, Stefano Natale, Andrea Rivera, Giampaolo Gherarducci, Max Giusti, Manuele Labate, Marco Bonini, Gianmarco Tognazzi, Giulio Base, Edoardo Siravo, Edoardo Bettoja, Marco

Aceti, Andrea Delli Colli, Marco Minetti, PierLuigi Pardo. Alla fine a trionfare è stata la coppia composta da Andrea Rivera e Dino Giarrusso alla quale è andata la prima "padella d'oro", realizzata dal gioielliere  Ettore Costa. Secondo posto, invece, al duo Jimmy Ghione e Padraig O’ Broin, vincitori della giornata di sabato.

I premi speciali Durante la serata conclusiva al City Sport

Settembre a Pomezia

COSA FARE IN CITTA’ - Ultime battute della stagione estiva a Pomezia e Torvaianica. Nei primi giorni di settembre tuttavia ancora qualche iniziativa sul territorio. I primi tre giorni del mese Cinema sotto le stelle a Pomezia con il CdQ Nuova Lavinium; 2-3 settembre festa della Croce Rossa - “Ripartiamo insieme a voi”; 4 settembre “Tutti per uno” Ass. La Casa dell’Albero; 10 settembre “Luna Park” a cura delle Ass. Le mamme di Pomezia in Piazza Indipendenza.

Center, un riconoscimento speciale è andato a Edoardo Siravo, tra i concorrenti del torneo di tennis organizzato da Ugo, mentre ha ritirato il premio “Romanzo popolare”, assegnato durante la rassegna cinematografica che si è svolta in piazza Ungheria, il regista Riccardo Milani. Durante la serata di sabato, invece, è andato a Michele Placido il premio alla carriera, una scultura realizzata dall’artista Ferdinando Codognotto, mentre a Massimo Ghini la targa “I mostri”. Infine il giovane leather stylist Lorenzo Basilico della Antonio Couture, in collaborazione con l'artista cervello ribelle Tommy della Fondazione Cervelli Ribelli e Behuman, ha omaggiato i vincitori del torneo con una borsa sportiva dedicata al mondo del padel.

(articolo redatto prima del 31/08)

Per il Festival quest’anno è stato organizzato anche il torneo la “Padella d’oro” rievocazione dello storico “Scolpasta d’oro” il torneo di tennis che Ugo Tognazzi ha organizzato, sempre a Torvaianica, per molti anni

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Padella d’oro, trionfano Andrea Rivera e Dino Giarrusso; secondo il duo Ghione-O’Broin

“Lazio Ciak si gira” è già un successo V

Anche Pomezia tra le location dove sono state girate scene cinematografiche di pellicole storiche

i siete mai chiesti dove sono state girate le scene del vostro film preferito o magari di un'altra pellicola che avete visto al cinema?

Oppure sapete che un determinato spezzone di un titolo 'famoso' è stato girato proprio a due passi da casa vostra ma nessuno lo sa? Potremmo allora riassumere così, con queste considerazioni, quanto alla base dell'ultimo progetto lanciato dall'Ente Pro Loco Lazio chiamato “Lazio Ciak si gira”; un'iniziativa, nata da un'idea di Giuseppe Sessa (ricercatore ed esperto in Film) che ora ne cura la realizzazione, che punta a recuperare delle vere e proprie memorie storiche del territorio contenute nei film e che hanno contribuito a formare il patrimonio culturale cinematografico del nostro paese. Il progetto è partito da Pomezia ma, dopo le prime due puntate, è già pronto ad approdare in altre località del Lazio.

Pomezia tra le location

Del resto la città di Pomezia, nell'ottica di questa iniziativa, ha tantissimi spunti da offire. Impossibile, ad esempio, non citare il film “Uccellacci e Uccellini” di Pasolini, con una delle scene girate nella zona di Tor Maggiore. Ma oltre a questo episodio ce ne sono tanti altri: “L'obiettivo – ci spiega Claudio Mazza, Presidente dell'Ente Pro Loco Lazio – è quello di ricostruire i percorsi che legano la storia del cinema ai Comuni laziali attraverso una vera e propria mappatura del territorio”. A Pomezia ad esempio sono già state raccolte due testimonianze come detto: la prima riguarda il film “Fracchia la belva umana”, commedia degli anni '80 con, tra gli altri, Lino Banfi, Paolo Villaggio e Massimo Boldi, mentre la seconda riguarda il “Bigamo”, pellicola degli anni '50 con Mastroianni e Vittorio De Sica. Ebbene, per “Fracchia” alcuni spezzoni vennero girati nell'area dove un tempo sorgeva il bowling, nei pressi di Via dei Castelli Romani; per il secondo film invece parliamo di alcune riprese realizzate all'interno del negozio di Alimentari situato in Via Roma a ridosso di Piazza Indipendenza “Antichi Sapori”, peraltro già premiata dalla Pro Loco come “bottega storica” di Pomezia.

Uno spaccato tra passato e presente Ma come vengono realizzate le puntate?

“L'idea è quella di mostrare alle persone lo spaccato di quello che un tempo era il pro-

prio Comune (ecco perché vengono selezionati film non successivi agli anni '80, ndr) e di ciò che è diventato oggi”, prosegue Mazza. Nel corso delle riprese, che vengono realizzate da Vincenzo Scherillo con il montaggio del Presidente Claudio Mazza, viene quindi mostrato lo spezzone del film in questione dopodiché la stessa scena viene ricreata in tempi moderni con la partecipazione, come nel caso del negozio di alimentari a Pomezia, di chi lo gestisce oggi. “I cittadini hanno la possibilità di segnalarci i film girati nei propri Comuni e in cambio hanno la possibilità di improvvisarsi attori per un giorno partecipando al 'remake' della scena del film. In questo modo si recuperano testimonianze del passato che magari non tutti conoscono, si colgono le sfumature e le differenze che il tempo ha prodotto sul territorio e infine si legano i Comuni del Lazio uno all'altro vedendo come il cinema, nel tempo, ha attinto dalle varie località per ricreare le giuste atmosfere per film spesso d'autore”. Ad ogni modo adesso, dopo Pomezia, concludono dall'Ente Pro Loco Lazio, la prossima tappa di “Lazio Ciak si gira” sarà nel Comune di Capena.

LE NOVITA’ - Oltre all'iniziativa “Ciak si gira” l'Ente Pro Loco Lazio è sempre attivo sui progetti che ormai da tempo ne contraddistinguono l'attività. Ad esempio è ripartito con ulteriore slancio “Il cammino dei templari”: quest’ultimo ad oggi conta referenti oltre che all'area della Capitale (Antonio Sessa) anche nelle Province di Frosinone (Mario Tiberia), Latina (Salvatore Capirci) e Rieti (Marco Strano); recentemente è inoltre sbarcato in terra sabina con un nuovo itinerario (anche eno-gastromico). A breve ci sarà inoltre un'importante novità per ciò che riguarda il riconoscimento delle “Botteghe storiche”; il format sbarcherà infatti in Tv su “Rete Oro” con la prima puntata – appuntamenti fissi poi ogni martedì – che dovrebbe andare in onda tra fine settembre e inizio ottobre con l'obiettivo di coinvolgere, anche in questo caso, altri Comuni. del Lazio.

il negozio “Antichi Sapori” in Via Roma

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Le riprese a Pomezia per “Lazio Ciak si Gira”, l’ultimo progetto lanciato dall’Ente Pro Lazio
Le prime due puntate sono state realizzate a Pomezia: la prima riguarda il film “Fracchia la Belva Umana”, con alcune scene girate vicino a Via dei Castelli Romani, la seconda “Il Bigamo”, le cui riprese coinvolsero anche
Gli altri progetti

Amatrice: 6 anni dopo il dolore è ancora vivo

Nel terribile sisma dell’agosto 2016 morirono dodici persone di Pomezia. In tutto furono 299 le vittime

Era il 24 agosto del 2016, sarebbe dovuta essere una giornata estiva come tante altre, ma ad Amatrice quella notte, alle 3.36, la terra ha tremato e si è portata con sé tante, troppe persone, rimaste vittime di quel terremoto di magnitudo 6.0. Un terremoto che ha distrutto il borgo di Amatrice e ha devastato altri 140 comuni limitrofi, arrivando a coinvolgere fino a 600.000 cittadini. 303 i morti, 299 di loro hanno perso la vita sotto le macerie, in quelle case senza più un ricordo. Vite distrutte in pochi attimi, sacrifici vanificati in pochi istanti.

12 VITTIME A POMEZIA

Elisa Cafini (14), Gabriele Pratesi (9), Irma Rendina (80), Rita Colaceci (69), Arianna Masciarelli (15), Andrea Cossu (47), Wilma Piciacchia (49), Paolo Dell’Otto (50), Egidio Valentini (86), Pasqua Gianni (83), Federico Ascani (60), Giuliana Cellini (64)

Per non dimenticare Erano ad esempio di Nettuno Ezio Tulli, 42 anni, agente della polizia stradale in servizio ad Aprilia, e i suoi figlioletti di 12 e 7 anni; della famiglia si è salvata soltanto la moglie. Un’altra coppia, Fabio Graziani e sua moglie Aurelia Daogaru, anch’essi di Nettuno, non ci

I funerali in Piazza Indipendenza per le vittime del sisma ad Amatrice

sono più: lasciarono il figlio di 9 anni miracolosamente scampato alla morte. Anche Anzio non è stata risparmiata dal sisma: tra le macerie se ne andò Alba Pazienti in Tontini. Di Ostia invece la coppia Paola Rascelli, 43 anni segretaria di direzione, e il marito Fabrizio Trabalza, webmaster dell’associazione ActiRoma, di 45 anni.

Pomezia: una ferita che ancora brucia

Ma tra le città più colpite del litorale romano ci fu sicuramente Pomezia. Ben 12 furono i morti ritrovati tra le macerie. La quattordicenne Elisa Cafini, il cuginetto Gabriele Pratesi e le nonne Irma Rendina e Rita Colaceci. Poi Andrea Cossu e Arianna Masciarelli, i coniugi Valentini e Wilma Piciacchia, e Paolo dell’Otto. Erano di Torvaianica anche Federico Ascani, 60 anni, e sua moglie Giuliana Cellini di 64 e Pasqua Gianni. Il 26 agosto 2016 un'intera città – venne proclamato anche il lutto cittadino – si ritrovò in Piazza Indipendenza per dare l'ultimo saluto a sei di loro.

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CRONACA

Festa dello sport alla Selva dei Pini

Appuntamento il 10 e l’11 settembre per due giornate di avvicinamento alle discipline sportive

Dopo la festa dello sport dedicata al mondo del calcio svoltasi nel giugno scorso a Pomezia un nuovo appuntamento è stato messo in agenda per settembre. Alla Selva dei Pini infatti ci saranno due giornate interamente dedicate alle Associazioni sportive del territorio dove poter conoscere da vicino tutte le discipline sportive.

L'evento

Le giornate saranno quelle del 10 e 11 settembre 2022 quando si terrà la Prima Edizione del Villaggio dello Sport. Location

scelta la suggestiva cornice della Selva dei Pini con due giorni di festa in cui, come detto, sarà possibile conoscere da vicino le discipline sportive rappresentate dalle 39 associazioni partecipanti. Ci saranno aree tematiche dove tutti potranno cimentarsi nelle attività proposte, dimostrazioni pratiche, presentazione di atleti e delle attività svolte. Le discipline presenti all'evento saranno le arti marziali, ginnastica artistica, danza, volley, basket, tennis, podistica, atletica, calcio, calcio a 5, nordic walking, tiro con l'arco, rugby, mountain bike, vela e l'addestramento cinofilo. Presenti anche un punto ristoro, un infopoint e altri servizi utili tra cui un servizio navetta che dalle 10.00 alle 22.00 collegherà Piazzale Kennedy e Piazza Bassanetti al Selva dei Pini.

La festa del calcio L'appuntamento segue quanto organizzato a giugno in Piazza Indipendenza con l'evento dedicato al calcio locale tra passato e presente, curato in collaborazione con Walter De Bardi, responsabile e curatore del magazine online www.ilcorriereromano.it. Anche in quel caso avevano preso parte alla kermesse le Associazioni calcistiche del territorio con giochi e percorsi ad hoc per ragazzi e bambini. Per l'occasione era stata allestita una mostra fotografica, curata dal Liceo Picasso di Pomezia, e organizzate videoproiezioni sul passato e il presente del calcio pometino al Museo Citt di Pomezia - Laboratorio del 900.

(Articolo reddato prima del 31/08)

Gemellaggio

POMEZIA- ÇANAKKALE - Dall’8 al 14 agosto 2022 una delegazione di Pomezia è stata ospite del Comune di Çanakkale, in Turchia, in occasione del 59° Festival Internazionale della Cultura di Troia. La cittadina turca, situata sullo stretto dei Dardanelli, è gemellata con Pomezia dal 2005. La delegazione, composta dall’Assessore all’Ambiente Giovanni Mattias, dal Consigliere comunale Stefano Maggio, dalla Direttrice del Museo Civico Archeologico Lavinium di Pomezia Federica Colaiacomo e da Francesca Romana Caponecchi, Presidente dell’Associazione Tyrrhenum, ha tra l’altro partecipato alla cerimonia d’apertura del Festival presso il sito archeologico di Troia, alla firma di un nuovo gemellaggio della città turca con Gagauzia (Moldavia) e all’inaugurazione di due aree verdi cittadine. Nel denso programma anche mostre d'arte e visite culturali, compresa quella nei luoghi che, secondo il mito, sono stati teatro della guerra di Troia, narrata da Omero nell’Iliade, e da cui Enea partì per il viaggio, alla ricerca di nuova patria, per arrivare sulle coste laziali e fondare la città di Lavinium. Tradizionale scambio di doni tra le due comunità: dalla cittadina turca volumi sulla storia di Troia, prodotti tipici e di artigianato locale, da Pomezia una miniatura della torre simbolo della città, il catalogo del Museo Lavinium e la scultura dell’artista locale Ivan Caponecchi “28/6”, realizzata espressamente in ricordo del 17° anniversario della firma del gemellaggio, tenutasi a Pomezia il 28 giugno 2005. La visita è stata l’occasione per rinsaldare un gemellaggio nel nome di Enea e dei due popoli, uniti dal “Mare Bianco”, così come è chiamato in Turchia il Mare Mediterraneo, e per impostare un ulteriore programma di valorizzazione di un patrimonio culturale e ambientale composto da importanti siti archeologici, musei e parchi naturali, ma anche tradizioni, enogastronomia e comunità.

Coronavirus Ardea e Pomezia: la situazione contagi

LA ASL ROMA 6 - Erano 2.406 i cittadini positivi al Covid-19 al 28 agosto scorso secondo i dati forniti dalla

Asl Roma 6. Di questi circa 1.000 quelli registrati nei sette giorni precedenti. Oltre 2.000 le guarigioni al virus mentre purtroppo si erano registrate 3 vittime. Per quanto riguarda la situazione negli Ospedali, sempre nell'area del Distretto Sanitario Roma 6, erano 38 i posti letti occupati da pazienti Covid non gravi. Zero, fortunatamente, quelli in terapia intensiva.

LA SITUAZIONE NEI COMUNI – Vediamo ora i dati dai singoli Comuni. Nel

periodo considerato, tenendo conto dell'ultimo report disponibile prrima di andare in stampa, il Comune con più casi nella Asl Roma 6 era Marino con 269 contagi. A se-

guire Anzio (260), Pomezia (246) e Albano (229), Nettuno (205). Sotto quota 100 casi gli altri Comuni come Ciampino (175), Velletri (150), Ardea (103). A Nemi infine il numero più basso di contagi, appena 7.

NEL LAZIO – Qual era invece il dato al livello Regionale? Al 28 agosto 2022 erano 87.033 le persone positive al Covid nel Lazio. Oltre 600 i ricoverati nei reparti ordinari, 41 quelli in terapia intensiva. Da inizio pandemia sono stati registrati, sempre alla data di riferimento, 11.973 decessi.

30 CRONACA Il Corriere della Città settembre 2022

Sanremo Rock&Trend, Fabrizio Servidio in finale

Il cantautore di Pomezia ‘sbaraglia’ 20.000 concorrenti sognando la finalissima all’Ariston

Da Pomezia alle finali di Sanremo Rock & Trend. Non un sogno che diventa realtà, ma un percorso fatto grazie a un duro lavoro accompagnato dal talento e dalla voglia di non mollare mai. Fabrizio Servidio è, in tre parole, proprio questo mix: bravura, capacità e carattere. Pometino doc – è nato in via della Motomeccanica il 14 luglio del 1970, da genitori calabresi - ha la musica nel sangue.

A Sanremo ci è arrivato attraverso una selezione durata tutta l’estate. All’inizio c’erano 20.000 partecipanti.

“Siamo rimasti in 9 per ogni regione italiana e per ogni categoria – Trend e Rock - e ho avuto un elogio da parte della direzione artistica, che ha ritenuto il materiale inviato di elevato spessore”, spiega Fabrizio, “Successivamente ci sono state le selezioni regionali, che hanno ridotto a 3, sempre per categoria, i finalisti che si esibiranno dal 6 al 9 settembre”.

Con quale brano sei passato?

“Si chiama ‘L’amore che cos’è…’ e parla di questo sentimento in tutte le sue sfaccettature, non solo del rapporto di coppia. Ho cercato, a modo mio, di spiegare l’amore”.

Tu quando ti esibirai?

“Il 7 settembre”

C’è la possibilità di votarti?

“Al momento ancora non si conoscono le modalità di esibizione. Le informazioni verranno date il 6 settembre”.

Che genere è questo brano?

“Sono un cantautore pop rock, ma questo brano l’ho contaminato con un ritmo bossanova-mambo”.

Cos’è l’amore secondo Fabrizio?

“È sicuramente ciò che muove le nostre vite. E non parlo solo dell’amore di coppia. C’è un verso che dice ‘Può arrivare da una mamma, da una figlia o dall’amante, un sentimento che ti arriva forte e intenso ed importante.

Che ti fa sentire leggero, sembra quasi di volare, ma se poi finisce male, rischi solo di schiantarti in giro’. L’amore è una cosa universale, può essere verso chiunque”.

Cosa c’è di tuo in questa canzone?

“Sicuramente il cuore. Ma non solo in questo brano: lo metto in tutte le cose che faccio e in tutte le mie canzoni. Come ogni cantautore che si rispetti, vado sul sociale e magari risulto ‘scomodo’, perché a volte parlo di argomenti scottanti o ‘fastidiosi’, ma io conservo la mia identità”.

Molti hanno detto che somigli, come timbro

di voce e come testi, a Rino Gaetano, di cui hai fatto parecchie cover, insieme al gruppo “Beatitudini”, al cui interno c’è il musicista, autore e bassista Dino Kappa che ha collaborato proprio con Rino Gaetano.

“Per me è un onore essere paragonato al grande Rino, come lo è lavorare ed essere apprezzato da Dino Kappa, un vero mito, ma io mi sento semplicemente Fabrizio”. Facciamo un salto indietro: quando hai deciso di diventare un musicista?

“A 5 anni. Le mie origini calabresi hanno inciso moltissimo. Il suono della tarantella, la musica tipica della terra dei miei genitori, mi ha condizionato. Da bambino ho costruito la mia prima batteria con un bidone di latta e molta fantasia. L’ho usata fino a quando me ne hanno regalata una vera. Ci mettevo tanta passione, ma poi ho capito che serviva anche studiare e ho preso lezioni. Sono stato per 18 anni alla batteria per una band, per la quale scrivevo anche i testi. Un giorno il cantante diede forfait, e io caparbiamente, mi proposi. La risposta degli altri componenti del gruppo non fu entusiasta. ‘Ma ‘ndo vai co’ sta’ voce’, mi dissero. Fu proprio quello a farmi da sprone. Salii sul palco e li stupii. Cantare per la prima volta è stata un’emozione fantastica”. Da quel momento Fabrizio diventa il frontman del gruppo, pur non lasciando mai la batteria.

“Nella mia carriera artistica ho avuto belle soddisfazioni, con collaborazioni importanti. Oltre al già citato Dino Kappa, l’ingegnere del suono Carmine Simeone, ma anche il batterista Maurizio Dei Lazzaretti, il chitarrista Nicola Costa e il bassista Mario Gua-

rini. Tutti personaggi dell’orchestra di Sanremo. Hanno anche fatto collaborazioni con artisti importantissimi, come Vasco Rossi e Giorgia, quindi musicisti che non suonano per tutti, ma solo se riconoscono che ne vale la pena. E per me questo è un traguardo importantissimo, produrre musica a tale livello. E non è finita qua, ho altre immnenti sorprese”.

C’è un momento che emerge più degli altri?

“Sicuramente quando Phil Palmer, chitarrista dei Jazz e Rock britannico, ex Dire Straits, ha imbracciato la mia chitarra per improntare qualcosa in un mio inedito in lavorazione al Forward Studios, un fuori programma che mi ha dato così la fortuna di poter raccontare anche questa collaborazione. Se non altro, la mia chitarra è sicuramente salita di valutazione. E di questo devo sicuramente ringraziare Primiano Di Biase, suo collaboratore e musicista, nonché arrangiatore del mio brano”.

Dicci due sogni, perché uno, in questi giorni, è praticamente scontato.

“In realtà lo possiamo anche togliere, il primo, perché io non ho mai preteso di arrivare ai piani altissimi, di essere il primo in assoluto. Quindi possiamo passare direttamente al secondo. Vorrei vivere con la musica. Fare concerti, tournée che mi permettano di vivere solo con i miei dischi. Chiunque mi conosca mi dice che sul palco mi trasformo. Mi piacerebbe riempire piccoli teatri da 1000 posti: ecco questo è, musicalmente parlando, il mio umile sogno”.

settembre 2022 www.ilcorrieredellacitta.com 31 SPETTACOLO
Fabrizio Servidio al Forward Studios con Maurizio Dei Lazzaretti, Mario Guarini, Nicola Costa, Andrea Secchi e Carmine Simeone. A destra con il Maestro Dino Kappa
Fabrizio, pometino DOC, è arrivato alle fase finali dopo una selezione durata tutta l’estate con il brano ‘L’amore che cos’è’. Il suo sogno?
“Vivere grazie alla musica, fare concerti e tournée”

Dilettanti, via alla nuova stagione

Ripartono i campionati, prima giornata il 4 settembre: ecco i gironi delle squadre di Pomezia e Ardea

Dopo la pausa estiva anche il calcio dilettantistico è pronto a partire con la nuova stagione sportiva 2022/23. In serie D, per quanto riguarda il calcio locale, troviamo il Team Nuova Florida e il Pomezia Calcio, anche se in due raggruppamenti differenti; in Eccellenza invece ai nastri di partenza abbiamo l'Indomita Pomezia e l'Unipomezia. Per quanto riguarda invece gli altri tornei, quali Promozione, e prima, seconda e terza categoria servirà attendere il mese di ottobre.

Team Nuova Florida

Partiamo da Ardea e dal Team Nuova Florida. Dopo il caso-allenatore che ha segnato il mese di agosto (non senza polemiche) e l'arrivo, dopo la parentesi Solimina, infine di coach Alessandro Del Grosso, la stagione 2022-23 è iniziata con la sconfitta per 3-2 nel 1º turno di Coppa Italia di Serie D contro il Costa Orientale Sarda per la Nuova Florida. Il campionato è invece iniziato il 4 settembre (quando il giornale era andato già in stampa, ndr): per il TNF alla prima ufficiale c'è stata la partita in casa contro l'Alma Juventus Fano. Queste, ad ogni modo, le altre squadre del girone F dove è stata inserita la squadra di Ardea: Avezzano, Termoli, Chieti, Cynthialbalonga, Vigor Senigallia, FC Matese, Montegiorgio, Pineto, Porto d'Ascoli, Roma City, S.Nicolò Notaresco, Sambenedettese, Tolentino, Trastevere, Vastese, Vastogirardi.

Pomezia Calcio

In serie D troviamo anche il Pomezia Calcio ma nel girone G. Insieme ai pometini sono state inserite: Arzachena, COS Sarrabus Ogliastra, Atelrtico URI, Ilvamaddalena 1903, Casertana FC, Nola 1925, Cassino, Portici, Palmese 1914, Real Monterotondo Scalo, Sorrento Calcio, Tivoli Calcio, Lupa Frascati, US Angri 1927, Aprilia Calcio, Vis

Serie D e Eccellenza al via il 4 settembre. Alla seconda di campionato è subito derby tra Indomita e Unipomezia

Artena, Paganese Calcio. Come per la Nuova Florida anche per i rossoblu l'esordio stagionale è stato amaro: infatti, nel turno preliminare di Coppa Italia di Serie D di scena Frascati, il Pomezia ha perso 2-0 contro i padroni di casa della Lupa. Per quanto riguarda invece il campionato il calendario ha sorteggiato la prima giornata in casa contro il Cassino.

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Indomita Pomezia e Unipomezia Dopo il bellissimo campionato dello scorso anno è tempo di riallacciare gli scarpini anche per la squadra guidata da Leonardo Aiello. L'Indomita Pomezia, in tal senso, è stata inserita nel girone A, lo stesso in cui ripartirà anche l'Unipomezia dopo l'amara retrocessione dello scorso anno. Ad ogni modo queste le compagini con cui si confronteranno le due squadre di Pomezia: Academy Ladispoli, Anzio, Astrea, Aurelia Antica, Boreale Donorione, Campus Eur, CS Primavera, Città di Cerveteri, Civitavecchia, Falasche Lavinio, Fiano Romano, Nettuno, Polisportiva Cimini, Vis Sezze e W3 Maccarese. Per quanto riguarda gli accoppiamenti della prima giornata trasferta per

l'Indomita, contro il Campus Eur, esordio casalingo invece per l'Unipomezia che attenderà la Polisportiva Cimini. Il derby è fissato subito alla seconda giornata, in calendario per l'11 settembre.

Gli accoppiamenti della prima giornata in programma il 4 settembre: TNF-Alma J.Fano; Pomezia-Cassino; Campus EURIndomita; Unipomezia-P.Cimini

Calcio a 5

QUI POMEZIA - La Fortitudo Futsal Pomezia esordirà in Serie A il prossimo 24 settembre. Inserita nel Girone A i pometini se la vedranno nella stagione 2022-23 con: Città di Melilli, Futsal Pistoia, Napoli, 360GG Monastir, Pescara, L84, Ciampino, Olimpus Roma, Real San Giuseppe, Feldi Eboli, Meta Catania, Italservice Pesaro, Came Dosson, Petrarca Padova e Sandro Abate. Prima partita per il Pomezia contro il Real San Giuseppe. Questi invece i prossimi appuntamenti della preseason: Il 3 Settembre triangolare sempre in casa con Città di Anzio e Sporting Hornets; 7 Settembre al Palalavinium contro la Roma e il 10 a Fiano Romano per il Memorial Gabriele Sandri dove ci sarà il primo antipasto di Serie A contro i cagliaritani del 360 Futsal.

32 SPORT Il Corriere della Città settembre 2022
Serie D: il Team Nuova Florida è stato inserito nel gruppo “F” mentre il Pomezia nel raggruppamento “G”

Non c’e’ niente di piu’ vitale dell’acqua

Il nostro copro è fatto di acqua, ormai lo sanno tutti! L’acqua è uno di quegli elementi indispensabili per la sopravvivenza, è simbolo di femminilità e fertilità: dove scorre acqua quasi sempre nasce la vita. L’acqua è madre e come tale sa aiutare un’altra madre che sta dando alla luce suo figlio. A partire dagli anni ’60 il ricercatore russo Charkovsky evidenziò i benefici, per mamma e bambino, dell’uso dell’acqua durante il travaglio.Sulle sue orme Leboyer immergeva i neonati in acqua calda per rendere meno traumatica la nascita e Michel Odent negli anni ’70 cominciò a fare lo stesso con le donne in travaglio per alleviarne le sofferenze usando una vasca: fu lui il padre del parto in acqua. La pratica prese piede anche in Italia: Poggibonsi fu il primo ospedale con vasca, molte realtà sono ancora attive, soprattutto al nord, altre purtroppo si sono fermate, ma con un po' di fortuna potreste scoprire che vicino a voi è possibile partorire in acqua… tralasciando il fatto che sarebbe possibile farlo anche partorendo a casa propria affidandosi ad ostetriche formate ed esperte. Ma quali sono nello specifico i vantaggi del partorire in vasca? In primis l’acqua è un buon metodo per controllare il dolore: induce il rilascio di endorfine, inibitori naturali del dolore, aiuta il rilassamento, riduce i tempi del travaglio e dà alla mamma un maggior libertà di muoversi. Cambiando spesso posizione il bacino è più mobile e questo aiuta i bimbi a cercare una posizione più favorevole per discendere nel canale del parto. Ne consegue un minor dispendio di energie e un ridotto uso di farmaci e parto analgesia. I tessuti, immersi in acqua calda, si ammorbidiscono, si rilassano e tendono a distendersi con minor rischio di lacerazioni. Le stesse contrazioni risultano, quindi, più efficaci e c’è un minor ricorso a

Lo sapevate?

L’adattamento del neonato all’ambiente acquatico è possibile grazie al diving reflex (o risposta all’immersione), un riflesso fisiologico difensivo che si attiva quando l’acqua entra in contatto con i recettori cutanei del volto: ciò determina un’apnea in posizione espiratoria con chiusura della laringe. Il riflesso ha la sua massima efficacia alla nascita, per poi scomparire intorno ai 4-5 mesi di vita, è inibito dal contatto con l’aria e ridotto o assente in condizioni di acidosi fetale. Il primo respiro avviene non appena il volto del bimbo esce dall’acqua.

infusione di ossitocina nelle ultime fasi del travaglio. L’acqua sulla pelle diventa per la mamma una specie d vestito che la fa sentire più protetta, conserva la sua intimità, cadono inibizioni e paure. Nei travagli molto lunghi, l’acqua può restituire energie e riposo alla donna, calano gli ormoni dello stress come l’adrenalina e aumentano quelli del benessere. L’acqua sostiene il peso della pancia riducendo la pressione su vena cava e aorta e quindi migliorando la perfusione feto placentare. Ovviamente questi sono alcuni degli effetti positivi… vi risparmio la seppur affascinante, ma complessa cascata che coinvolge ormoni, psiche e fisiologia. Gli effetti positivi si ripercuotono inevitabilmente anche sui bimbi. Oltre alla migliore perfusione feto placentare, il passaggio dalla vita intra alla extra uterina è più graduale, i primi atti respiratori sono aiutati dall’ambiente umido intorno e la temperatura dell’acqua previene l’ipotermia neonatale. Tutto molto armonioso, ma la vasca non è un’opzione per tutte!! Deve essere garantita un’assistenza one to one, con personale formato ed in numero adeguato a sostenere in sicurezza un parto in acqua, la gravidanza deve essere singol e a termine. Esistono delle controindicazioni alcune assolute, altre relative, occorre fare un colloquio nel punto nascita scelto, oppure con l’ostetrica che vi assisterà a domicilio per capire se questa strada è percorribile per voi in sicurezza. Ma come funziona in pratica il parto in acqua? La vasca deve essere in un luogo caldo e accogliente tra i 22° e i 24°, con poche persone presenti e deve essere rivestita da teli monouso. La temperatura dell’acqua viene decisa dalla mamma, ma in genere sotto i 38°, temperature maggiori potrebbero determinare ipertermia materna e quindi fetale con un maggior dispendio di ossigeno e ridotte scorte per affrontare lo stress del travaglio. La vasca può avere forme diverse, l’importante è che sia riempita con almeno 60 cm di acqua per permettere il galleggia-

mento materno e disporre teli intorno alla vasca. Il bimbo non sarà aiutato dopo l’espulsione della testa, ma solo indirizzato verso la superficie dell’acqua una volta uscito completamente dal corpo materno. Una volta emerso, la testa verrà asciugata mentre il resto del corpo a contatto con quello materno resteranno immersi in acqua. Per il secondamento potrebbe essere necessario uscire dalla vasca. Durante la permanenza in acqua la mamma potrebbe aver bisogno di fare pipì o qualcosa di più impegnativo… non c’è problema, non occorre uscire. In genere parliamo di piccole quantità: le urine vengono diluite, le feci possono essere eliminate con semplici manovre igieniche, non è quindi giustificato il ricambio di acqua nella vasca poiché il rischio infettivo è minimo. L’acqua potrebbe anche tingersi di rosso subito dopo il parto, non vi fate prendere dal panico, anche una piccola quantità di sangue può tingere di rosso in maniera impressionante una grande quantità di acqua.Ad ogni parto la vasca viene vuotata lavata e sanificata. Si esce dalla vasca solo se è la madre a volerlo o se qualcosa non sta andando come dovrebbe e quindi il travaglio non è più fisiologico, ma di questo non siete voi a dovervi preoccupare Il neonato che nasce in acqua in genere è più tranquillo rispetto a quello che nasce “in aria”, il pianto compare con qualche minuto di ritardo. Grazie al Diving Reflex, cioè all’istinto di trattenere il respiro quando l’acqua entra in contatto con i recettori del viso, non affoga, ma respira quando deve! Insomma, una cosa semplice come l’acqua e così tanti benefici! Se state decidendo dove e come partorire ora avete un’opzione in più da valutare! Buona scelta!!

settembre 2022 www.ilcorrieredellacitta.com 33 RUBRICHE

L’Avvocato risponde

Viene chiesto alla redazione, come si svolge la somministrazione dei vaccini ai figli in caso di contrato tra i genitori e la volontà del figlio minore. La problematica della vaccinazione da somministrare ai figli è da sempre al centro di particolare interesse delle famiglie. Attualmente il D.L. 73/2017, modificato dalla L. 119/2017, ha reso obbligatorie per i minori di 16 anni dieci vaccinazioni. Non sempre, però i genitori sono favorevoli e sorgono spesso contrasti tra loro, in relazione soprattutto a quelle non obbligatorie. In tale contesto, che peraltro ha creato numerosi contenziosi, si è inserita la vaccinazione contro il Covid – 19, nei confronti dei minori. L’art. 337 ter e quater del codice civile pongono la scelta se sottoporre o meno un figlio a una vaccinazione non obbligatoria, al pari delle altre questioni relative alla salute, tra le decisioni di maggior interesse per i figli, che devono essere assunte di comune accordo tra i genitori tenuto conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e dell’aspirazione dei minori. La giurisprudenza di merito in relazione ai tanto discussi vaccini contro il Covid ha precisato “che i valori costituzionali coinvolti nella problematica delle vaccinazioni sono molteplici e implicano, oltre alla libertà di autodeterminazione individuale nelle scelte inerenti alle cure sanitarie e la tutela della salute individuale e collettiva (tutelate dall’art. 32 Cost.), anche l’interesse del minore, da perseguirsi anzitutto nell’esercizio del diritto-dovere dei genitori di adottare le condotte idonee a proteggere la salute dei figli (artt. 30 e 31 Cost.), garantendo però che tale libertà non determini scelte potenzialmente pregiudizievoli per la salute del minore”. In questa linea di pensiero si afferma che “la posizione ideologica di un genitore, non suffragata da evidenze scientifiche, che imponga al figlio di non proteggersi e proteggere il prossimo attraverso le vaccinazioni non può prevalere sulla diversa volontà del genitore che adempia ai doveri di solidarietà collettiva e faccia coincidere l’interesse del minore con l’interesse pubblico alla salute”. La vaccinazione anti-Covid, precisa la giurisprudenza, è fortemente raccomandata dalle auto-

rità preposte alla tutela della salute pubblica per tutta la popolazione e anche per i minori. “In quest’ottica, pur senza obbligatorietà, l’autorevolezza propria del consiglio medico e gli studi scientifici inducono a ritenere opportuno che le suddette vaccinazioni vengano somministrate”. Il prevalente orientamento giurisprudenziale propende poi per la limitazione della responsabilità genitoriale in casi di comportamenti pregiudizievoli per la salute dei figli, e tra questi rientrerebbe la negazione del consenso alla somministrazione vaccinale. È stato in tal senso ritenuto possibile sospendere temporaneamente la capacità genitoriale del genitore contrario al vaccino in presenza di condizioni quali: dati oggettivi sulla gravità e sulla diffusione del virus, e efficacia del vaccino sulla base di dati scientifici. Nello stesso modo si è altresì limitata la responsabilità genitoriale nell’ambito delle scelte medico sanitarie sulle cure da far intraprendere al figlio al fine di autorizzare l’altro genitore a sottoscrivere i necessari consensi per sottoporlo ad accertamenti o a cure disposte dai sanitari. In relazione alla sospensione della responsabilità genitoriale si registrano peraltro anche tesi diverse, in quanto è stato sostenuto che qualora il rifiuto dei genitori a sottoporre il figlio alla vaccinazione sia motivato dall’intento di evitare rischi per la sua salute a seguito dello stesso vaccino in aderenza a quanto sostenuto da una non irrilevante corrente nell’ambito della medicina scientifica, non vi è luogo a provvedere ai sensi

degli artt. 333 e 336 c.c., in quanto, in simile ipotesi, non è dato ravvisare, nella mera inottemperanza all’obbligo vaccinale da parte dell’esercente la responsabilità genitoriale, la traccia di altri comportamenti negligenti o pregiudizievoli che inducano a ritenerla frutto di trascuratezza nei confronti del minore ovvero di scelte meramente ideologiche, sintomatiche di inadeguatezza del medesimo a svolgere la funzione genitoriale. In tal senso si sostiene che il rifiuto alle vaccinazioni non può essere "sanzionato" qualora frutto di una scelta informata, ponderata e consapevole dei genitori. La limitazione della responsabilità genitoriale può essere disposta, in quest’ordine di idee, soltanto laddove l’inottemperanza al suddetto obbligo si accompagni ad altri comportamenti negligenti, pregiudizievoli per il minore o comunque rivelatori di inidoneità genitoriale. In questo contesto la giurisprudenza ha più volte sottolineato l’importanza di rispettare la volontà del minore, soprattutto nel caso di “grande minore”, ossia colui prossimo al raggiungimento della maggiore età, in coerenza con la concezione del minore come soggetto di diritti e protagonista delle scelte che riguardano la sua vita. Inoltre, è palese come attualmente i ragazzi vivano con difficoltà la mancanza del c.d. green pass a causa delle grosse differenziazioni che si sono create nell’accesso a negozi, cinema, ristoranti, e addirittura in relazione alla frequenza delle stesse lezioni scolastiche. L’omessa vaccinazione, come precisato dai Tribunali, si ripercuote così negativamente sul percorso sociale-educativo del minore, limitando la possibilità di accesso alle strutture socio-educative. Conseguenza di ciò è che gli stessi giovani, spinti per lo più da motivazioni sociali, nonché dal timore delle eventuali conseguenze del Covid, siano a chiedere di essere sottoposti al vaccino, pur contro la volontà dei genitori. E’ stata così più volte accolta, da parte della Giurisprudenza, la richiesta di ragazzi che si sono dimostrati in grado di manifestare in modo chiaro e consapevole opinioni in merito dichiarando, senza incertezze, la volontà di ricevere il vaccino contro il Covid-19. (Fonte: Il Sole 24 Ore).

settembre 2022 34 RUBRICHE Il Corriere della Città

Progetto artistico sotto zero: le sculture di ghiaccio

acqua alla temperatura di 0 gradi si trasforma dallo stato liquido a quello solido formando il ghiaccio, elemento cristallino e trasparente. Ci aiuta a rinfrescare le bibite nelle giornate calde, essendo un vasocostrittore è molto utile per lenire il dolore ed è usato negli allenamenti sportivi in quanto reca sollievo alle infiammazioni di

L’

vario genere, originale per allestire banchetti o per abbellire feste di matrimonio come decorazione e centrotavola. Tra i tanti modi che conosciamo per utilizzare il ghiaccio ecco che c'è anche chi, seguendo la propria creatività e le innate doti manuali, lo adopera per realizzare favolose sculture essendo un elemento semplice da modellare o intarsiare a confronto della pietra e del marmo, anche se d'altro canto necessita di più attenzioni proprio perché in poco tempo si scioglie. Questa passione artistica si è diffusa ben presto in tutto il mondo grazie alla facile reperibilità e ai suoi costi esigui, tanto da venir organizzati annualmente dei veri e propri Campionati e Festival dove vari scultori si esibiscono attirando peraltro migliaia di turisti curiosi di assistere alle loro performance. Da ricordare tra i più famosi quello a Bruges in Belgio lo

"Snow & Ice Sculpture Festival " e in Cina ad Harbin si tiene "Harbin Ice and Snow Festival" o quello di Sapporo in Giappone senza tralasciare il nostrano "Festival delle Sculture di Ghiaccio" che si tiene in due famosi paesini di montagna, San Candido e San Vigilio in Trentino Alto Adige, o l'Ice Show Championship a Gaeta in provincia di Latina che prevede la partecipazione di ben 14 stati tra cui l'Italia. Gli scultori e i maestri più esperti muniti di guanti e scalpello iniziano a lavorare davanti agli occhi dei curiosi turisti modellando ed intarsiando il grande blocco di ghiaccio che hanno davanti a loro, utilizzando fili di acciaio, seghe ed acqua per dare vita grazie alla loro creatività ad originali oggetti ornamentali e statue di varie misure. A Gaeta con 18 tonnellate di ghiaccio è stato realizzato per esempio, mantenendo le dimensioni reali dei personaggi, il presepe che ad oggi vanta di essere il più grande d'Italia. Questa affascinante forma d'arte, questo progetto artistico "sotto zero" coadiuvato da musiche e luci trasformano l'atmosfera in uno spettacolo emozionante per chi assiste, e dove solo le foto realizzate avranno il valore di un ricordo speciale, perché la scultura presto sparirà trasformandosi in acqua

settembre 2022 www.ilcorrieredellacitta.com 35 RUBRICHE

“Bada a ... come scrivi”

Alcuni spesso mi chiedono come faccio a scrivere i miei articoli, o meglio, che metodo uso per esprimere le mie considerazioni. Rimangono un po’ delusi dalla mia risposta, in quanto io non seguo un vero e proprio procedimento, ma cerco semplicemente di interiorizzare dentro di me il percorso da intraprendere per arrivare a suscitare l’interesse di chi ha la pazienza di seguirmi. Se non provo prima io nessuna emozione, non potrò mai sperare di suscitarla in chi mi legge. In un certo senso posso ipotizzare che ci sia come un rispecchiamento tra la parte sensoriale e quella comunicativa che, seppur animati dallo stesso intento, ovvero trasmettere delle emozioni, viaggiano su due binari indipendenti; se da una parte prevale il desiderio dall’altra vi sono le regole, che in questo caso sono quelle grammaticali e sintattiche che dovrebbero rendere i concetti più chiari e comprensibili. Se prima non comprendo io il discorso nella sua interezza, non potrò mai riuscire a strutturare in modo netto e coerente l’insieme delle parole, per poter elaborare i concetti e trasferirli a chi ha la bontà di leggerli. Infatti la comunicazione ha successo quando si vuol dire qualcosa e il destinatario riconosce senza fraintendimenti quella cosa. Tengo bene in mente alcune regole che aiutano molto a raggiungere questo risultato, in primis essere pertinenti e rimanere sull’argomento senza divagare troppo, cercando di scrivere solo quello che serve; dopodiché evitare di dire cose di cui non si ha certezza sulla loro attendibilità cercando di essere anche ordinati nell’esposizione. In pratica oltre che alla sostanza dell’argomento bisogna curare anche l’estetica, che unita alla punteggiatura rende la lettura più fluida e comprensiva. È quest’ultima che rende più ritmato il discorso, infatti la punteggiatura è come se suggerisse anche l’intonazione alle parole. Possiamo quindi affermare che anche le parole, se scritte bene, hanno un “tono di voce” che da un senso al testo. Facciamo degli esempi. Se scriviamo la frase “sono felice, oggi!” con una virgola e un punto esclamativo , non ci sono dubbi sul fatto che oggi sono molto entusiasta e felice. Se invece dicessimo “sono felice...oggi?” con puntini di sospensione e punto interrogativo il tono diventa un po’ incerto, quasi che forse oggi non sono proprio al massimo. Se invece i punti interrogativi sono due “sono felice? Oggi?” il tono diventa scandalizzato. È più che possibile che in un futuro prossimo la punteggiatura venga sostituita dalle EMOTIC (EMOJI), ovvero questo modo alternativo di suggerire un tono di voce attraverso queste faccine con varie espressioni. Le usiamo

Se non provo prima io nessuna emozione, non potrò mai sperare di suscitarla in chi mi legge

Infatti la comunicazione ha successo quando si vuol dire qualcosa e il destinatario riconosce senza fraintendimenti quella cosa

spesso per contestualizzare quanto scriviamo, per rafforzarlo o per attenuarlo. Di per sé sembra innocuo il suo utilizzo, mentre invece quando inseriamo una faccina nel messaggio, questa ha la capacità di orientare l’interpretazione del testo e di condizionare la parte emozionale della sua interpretazione. Ma ritorniamo alla premessa iniziale: scrittori si nasce o si diventa? Dobbiamo ammettere che un po’ tutti sentiamo di avere qualche storia da raccontare ma poi difronte ad un foglio bianco la nostra penna si arrende. Bisogna insistere, non mollare, ma deve essere chiara da subito la domanda: “quale storia voglio raccontare?” perché bisogna avere ben presente fin dall’inizio dove si vuole arrivare. Riflettere, pensare......immaginare. Perché è vero che all’origine di una storia c’è l’emozione di chi scrive e che alla fine c’è l’emozione di chi legge, ma tra una e l’altra c’è tanto, tanto lavoro di immaginazione che ciò che scriverai possa raccontare anche la storia di chi legge, dei suoi destini, delle sue scelte, delle sconfitte e delusioni. Ma come funziona l’immaginazione? Come possiamo stimolarla? Spesso qualcuno che ha la pazienza di leggermi mi chiede: ma come ti è venuto di pensare a quello che hai scritto? Semplicemente osservando la realtà che mi circonda e il desiderio di immaginarla diversamente, o meglio, l’immaginazione nasce dal conflitto tra ciò che si desidera e la realtà. Più c’è un rifiuto delle cose così come stanno e più cerco di immaginarle ordinate in maniera diversa, poiché come diceva una citazione: “non c’è niente da capire, basta guardare”. Comunque la capacità di trasferire su un testo i propri pensieri esige una particolare cura per poterli raccontare con stile, chiarezza ed eleganza ma, soprattutto, avere delle buone conoscenze

Perché è vero che all’origine di una storia c’è l’emozione di chi scrive e che alla fine c’è l’emozione di chi legge, ma tra una e l’altra c’è tanto, tanto lavoro di immaginazione

delle regole grammaticali. Da una recente ricerca, i bambini delle scuole elementari commettono errori di ortografia cinque volte più di frequente rispetto ad alcuni anni fa. Questo dovuto sicuramente all’avvento dei social che ne hanno compromesso la loro attitudine all’esercizio, supportato anche dal fatto che la velocità sta condizionando le regole della scrittura: quanto più è urgente e immediato comunicare, tanto più si semplificano le scritture. Vorrei ora alleggerire l’argomento riportando alcuni modi di dire particolarmente diffusi che sarebbe meglio evitare, sia per non apparire “antiquati” o peggio per non saper essere originali.

Li elencherò in ordine alfabetico:

AFFERMATIVO: usato di solito al posto di SI, è sbagliato!

ALLA GRANDE: esclamazione vecchia che può essere sostituita con più originalità!

ASSOLUTAMENTE: di moda per indicare il più semplice si!

CANNONATA: molto abusato impropriamente, senza senso!

CHE STORIA: modo popolare di stupirsi, usato solitamente da chi non riesce a descrivere sensatamente una situazione

CIOE’: si abusa di questa parola in maniera eccessiva che serve a chi con questo termine deve riempire vuoti di pensiero

COME DIRE: vale come il cioè precedente, tipico di chi ha difficoltà a trovare le parole giuste per esprimersi.

ESTREMAMENTE: gli estremismi, di questi tempi, non sono proprio auspicabili. Basta con questo avverbio infilato ovunque.

NELLA MISURA IN CUI....: molto usato ma termine pesante che complica il discorso.

NIENTE: intercalare da non usare, ha tutt’altro significato.

NON ESISTE: usata per indicare dissenso è in realtà senza fondamento rispetto a un discorso!

NON HO PAROLE: peccato!

PIUTTOSTO CHE ...: nonostante sia diffuso è scorretto!

TRA VIRGOLETTE: fa sembrare chi parla una persona che non conosce abbastanza vocaboli. Terribile quando poi la parola è accompagnata dal movimento delle due dita.

UN ATTIMINO....: fate voi.

Più c’è un rifiuto delle cose così come stanno e più cerco di immaginarle ordinate in maniera diversa, poiché come diceva una citazione: “non c’è niente da capire, basta guardare”

36 Il Corriere della Città RUBRICHE settembre 2022

Perché ingrassiamo?

olte mie pazienti mi chiedono spesso per quale motivo tendono ad ingrassare. La risposta a questa domanda può essere, al tempo stesso, molto semplice ma anche molto complessa. Capire come funzionano i meccanismi un po’ “perversi” che ci fanno accumulare rapidamente grasso e a perderlo solo molto lentamente (quando e se ci riusciamo), può aiutarci a gestire meglio la nostra alimentazione. Ovviamente si ingrassa perché mangiamo troppo, mangiamo male e facciamo poca attività fisica. Ma i motivi per cui tendiamo a mangiare più del dovuto sono molteplici. Occorre tener conto infatti che noi, come specie, siamo il prodotto di centinaia di migliaia di anni di evoluzione, che ha selezionato tra i nostri discendenti, quelli che avevano una spiccata capacità ad accumulare rapidamente grasso. Infatti, per tutta la lunga storia della umanità, il problema fondamentale è stato quello della scarsità di cibo. I nostri antenati erano cacciatori raccoglitori che solo occasionalmente avevano la possibilità di mangiare. Non vi erano possibilità di conservare il cibo, quindi solo quelli che erano in grado di immagazzinare il cibo in eccesso in prezioso grasso sopravvivevano ai lunghi periodi di digiuno e si potevano riprodurre. Il grasso era così importante per la sopravvivenza che le rarissime donne che avevano la “fortuna” di essere obese, erano venerate come divinità, le cosidette veneri paleolitiche dette anche veneri steatopigie (da steatos= grasso), come dimostrano le statuette che sono state rinvenute dagli archeologi. Un primo passo in avanti è stato fatto circa 10.000 anni fa quando siamo passati da raccoglitori cacciatori ad agricoltori allevatori ed il cibo è iniziato a divenire più abbondante, ma la vita media rimaneva ancora paurosamente bassa e raramente si arrivava a superare i 20 anni. Solo negli ultimi due millenni la vita media si è allungata oltre i 40

anni e solo a partire dalla seconda meta del secolo scorso (il dopoguerra in Italia), il cibo è diventato veramente abbondante. Non deve quindi sorprendere che fino agli anni 50-60 l’ideale di bellezza femminile era decisamente diverso dal nostro, basti pensare a come erano formose le nostre bellissime attrici di quei tempi. Un po’ di grasso in eccesso era considerato ancora un segno di “salute” e di fertilità in quanto i nostri nonni sapevano benissimo quanto era importante per i periodi di carestia o di malattia. Ma oggi le cose sono completamente diverse, la vita media si è allungata, la qualità dei cibi è peggiorata e l’attività fisica che permetteva quasi a tutti di” bruciare” gli abbondanti pasti della nostra tradizione alimentare è ormai limitata a pochissimi mestieri. Troppi cambiamenti sono avvenuti in periodi di tempo molto breve. La nostra genetica impiega centinaia di migliaia di anni per adattarsi alle condizioni ambientali; quindi, oggi ci troviamo ancora

“geneticamente” predisposti ad accumulare grasso come nel paleolitico, ma senza la scarsità di cibo che caratterizzava di questo periodo.

I risultati sono stati devastanti per gli opulenti paesi occidentali.

Gli Stati Uniti si stanno trasformando in un paese di obesi e

noi stiamo seguendo a ruota libera la loro tendenza. Nel paleolitico la vita media era inferiore ai 20 anni mentre oggi, supera gli 80, ma non per tutti. I tanti ragazzi e ragazze obesi già dalla adolescenza, come gli adulti con un girovita da sindrome metabolica, vedranno ridotte enormemente le loro aspettative di vita per problemi cardiovascolari e per varie patologie su base alimentare, come il diabete che ormai è diventata una malattia endemica ed altamente invalidante. I genitori debbono quindi tenere sotto controllo il peso dei loro figli e curare la loro educazione alimentare. Purtroppo, come vi ho appena spiegato, il nostro organismo è riluttante ad inviare segnali di sazietà. Siamo ancora programmati per accumulare grasso, quindi dobbiamo contare sulla nostra cultura e sulla nostra intelligenza per cercare di mantenere un pero adeguato e dobbiamo farlo non per motivi estetici (che sono i più futili), ma soprattutto per motivi di salute, per prolungare la nostra vita e per mantenerci sani e quindi felici. Siamo sopravvissuti fino a raggiungere il vertice della catena alimentare grazie alla nostra intelligenza, non certo per le nostre capacità fisiche. Se vogliamo continuare a sopravvivere alla abbondanza di cibo che questa posizione di offre da pochissimi decenni, dobbiamo continuare ad usare la nostra intelligenza e seguire programmi di educazione alimentare che ci permettano di gestire i segnali che il nostro corpo e soprattutto la nostra mente ci mandano. Vietiamo la vendita di stupefacenti e di sostanze tossiche ma incentiviamo con mille messaggi pubblicitari la vendita di cibi e bevande che finiranno per distruggere il nostro organismo e la qualità della nostra vita. La nostra biologia si è completamente disincarnata dalla nostra moderna cultura che è del tutto insostenibile, non solo dal punto di vista ecologico, ma anche dal punto di vista della nostra fisiologia. Moderni “sciamani” in cerca di facili profitti, propongono infallibili metodi per dimagrire basati su articolari combinazioni di alimenti, diete dissociate, chetogeniche, persino “paleolitiche”, ecc. ma l’unica “dieta che funziona” è nella nostra testa, nella qualità dei cibi che consumano e nella moderazione, ovvero in quella che comunemente si chiama “educazione alimentare” fondata sulla nostra meravigliosa dieta mediterranea, dichiarata “Patrimonio Immateriale dell’Umanità” dall’UNESCO.

Monica Grosso - Biologo nutrizionista

Se volete contattare l’Autore di questo articolo rivolgetevi al 3208942854 monicagrosso1@tiscali.it

settembre 2022 38 RUBRICHE
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