2023 - Costruire il futuro n°4 - luglio - agosto

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Rivista bimestrale di ANCE Brescia 4/2023 ISSN 2612-5595 Poste Italiane S.p.A.Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia

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La gestione informativa digitale rivoluziona i lavori pubblici

Forse pare una data in là nel tempo, ma un anno (e poco più) trascorre in fretta. Con il 2025 tutte le opere pubbliche sopra al milione di euro, sia di nuova costruzione sia interventi su edifici esistenti, dovranno essere appaltate in modalità Bim. Quell’insieme di tecnologie, processi e procedure che permettono a diversi soggetti interessati di progettare, costruire e gestire in modo collaborativo un’opera in un ambiente virtuale diviene così una condizione necessaria e obbligatoria, scandendo un lasso di tempo molto breve per un grande passo verso l’innovazione digitale del costruito italiano.

Da quella lontana direttiva europea che nel 2014 ha introdotto la possibilità degli Stati membri di avvalersi della modellazione informativa negli appalti pubblici

— che ha trovato spazio in Italia solo due anni dopo, nel 2016 - oggi il Bim diventa ufficialmente requisito di premialità nelle procedure di gara e le stazioni appaltanti avranno l’obbligo di migrare verso piattaforme aperte interoperabili. Ad aver stabilito le prossime scadenze ci ha pensato il nuovo Codice dei contratti pubblici, ma la digitalizzazione nel nostro settore si conferma un’urgenza che da anni detta le politiche aziendali e le strategie per il futuro del Paese. Ance lo ribadisce da tempo e si è organizzata di conseguenza per monitorarne gli step evolutivi e supportare le imprese nella transizione digitale.

Abbiamo in più occasioni, prima dell’introduzione del nuovo Codice, sottolineato la necessità stringente di affiancare le realtà del comparto nell’intero processo di passaggio ad una gestione informativa digitale dei dati, senza dimenticare di dotare di strumenti adeguati e di chiare indicazioni le strutture appaltanti. Lo stesso vale per la formazione specifica del personale, con l’individuazione di un coordinatore dei flussi informativi per ogni intervento a supporto del Rup.

Anche le imprese del comparto sono chiamate a dotarsi di figure ad hoc, attingendo dai nuovi specialisti del digitale formati dalle prestigiose realtà di istruzione tecnica superiore e accademica che troviamo anche a Brescia, in Eseb e nel corso Ted dell’Università statale. Già nel 2018 la norma Uni 11337-7 stabilì

un’articolata matrice di competenze che va dal Cde manager, qualificato per gestire l’ambiente di condivisione dati di una specifica commessa; al Bim manager, interno all’organizzazione per la digitalizzazione dei processi. Fino ad arrivare al Bim coordinator, coordinatore dei flussi informativi di commessa a livello della singola commessa e al Bim specialist, operatore avanzato della gestione e della modellazione informativa. Quattro profili ben definiti, ma che oggi il mercato sembra far ancora fatica a metabolizzare. Tutte figure a cui si chiede di interoperare - tra loro e con gli altri attori coinvolti - per configurare ruoli, accessi e procedure all’interno di piattaforme collaborative in ottica Bimoriented.

Priorità, dunque, alla trasparenza e all’ottimizzazione dei flussi e delle informazioni legate alla gestione di una commessa lavorando da un’infrastruttura informativa dove tutti i soggetti, accreditati, condividono le informazioni digitali prodotte secondo regole prestabilite. Un ambiente di condivisione dati (AcDat) sulla logica inglese del Common Data Environment che ogni stazione appaltante deve implementare per consentire un’interazione diretta con i metodi e strumenti di modellazione informativa Bim. Per questo motivo la Pubblica amministrazione è chiamata a dotarsi di un piano di formazione del personale prima di avviare ogni procedimento di gara, contando all’interno dell’organizzazione di un Cde manager e di almeno un Bim manager. Azioni che consentiranno di mitigare e gestire rischi, migliorare lo studio di fattibilità delle opere e incrementare l’efficacia di un investimento in tutte le fasi di un contratto pubblico nativo digitale.

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Le imprese sono chiamate a dotarsi di figure ad hoc, attingendo dai nuovi specialisti del digitale formati dalle prestigiose realtà di istruzione tecnica superiore e accademica che troviamo anche a Brescia

Fisco come supporto per lo sviluppo e non penalizzante per le imprese

È prossimo l’avvio dell’iter parlamentare di approvazione della Riforma fiscale. Il testo dovrebbe concludere l’esame al Senato entro agosto, per dare avvio ai lavori sui decreti attuativi a partire da settembre. L’iniziativa di modifica rappresenta un importante passo avanti per il nostro Paese, poiché mira a semplificare il sistema tributario, ridurre la pressione fiscale e fornire un ambiente favorevole alle imprese edili. Un’occasione per una gestione più equa delle risorse che aiuti ad agevolare l’industria, nell’ottica di una crescita del benessere comunitario, assicurando maggiori garanzie nei confronti di un Fisco che appare troppo spesso vessatorio verso le imprese.

L’apertura del Governo alla collaborazione, unitamente alla ricezione delle proposte avanzate dall’Ance fanno ben sperare. È, infatti, lodevole l’attenzione alla tutela di beni fondamentali come “la casa” e il riferimento agli interventi di risparmio energetico e messa in sicurezza sismica degli immobili. Tanto più in considerazione degli obiettivi previsti nell’ambito del Green Deal europeo. Ma occorre rivalutare l’esperienza del Superbonus e dei bonus fiscali, non demonizzandola, puntando invece al suo miglioramento. Gli strumenti di agevolazione hanno consentito l’accesso a tutti i contribuenti, inclusi i ceti meno abbienti. L’inserimento di un principio di detassazione renderebbe fattibili operazioni complesse di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, altrimenti bloccate sul nascere dalle imposte per l’acquisto di beni vetusti troppo alte, che rendono l’affare economicamente poco vantaggioso.

Una soluzione plausibile potrebbe essere rendere strutturale la detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva pagata sull’acquisto di immobili in classe energetica elevata, che è ancora attuabile ma solo sino al 31 dicembre. Se, come detto, la prosperità economica è un bene da preservare e il supporto allo sviluppo dell’industria può permettere il raggiungimento di tale obiettivo, aspetti quali la locazione sono invece da ricalibrare. In un mercato degli affitti squilibrato,

che rende inaccessibili alle famiglie gli immobili situati nelle città, l’estensione della cedolare secca per le locazioni di immobili abitativi non promosse dalle persone fisiche rischia di minare gli assetti economici sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. Una politica efficace delle locazioni deve puntare a due aspetti: da un lato potenziare l’offerta di abitazioni in locazione, in modo da allineare il mercato italiano al mercato europeo, caratterizzato da proposte quantitativamente molto più alte; dall’altro migliorare la qualità per soddisfare le nuove esigenze abitative che, nel corso degli ultimi tempi, hanno subito un’evoluzione importante. Bisogni che possono essere garantiti solo dagli operatori professionali in grado di fornire soluzioni di qualità e che invece vengono penalizzati con tassazioni elevate. Aspetto quest’ultimo che si combina con un altro boccone amaro da digerire: la proroga dello split payment.

Una decisione che peserà sulla situazione finanziaria delle imprese di costruzioni, già alle prese con gravi problemi di liquidità dovuti ai ritardi nell’erogazione delle compensazioni per il caro materiali, ma sopra ogni cosa mette in discussione il principio di neutralità dell’Iva per le imprese. È elemento di rassicurazione la volontà ribadita dal Governo di coinvolgere direttamente le Associazioni di categoria nell’attuazione dei principi della Delega. Questo dà la possibilità ad Ance di intervenire sulle criticità individuate per avvicinarsi al pensiero, forse utopico, di un sistema fiscale equo che sia strumento per uno sviluppo economico sostenibile a tutela del benessere della società.

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Alessandro Scalvi Direttore Ance Brescia
Occorre rivalutare l’esperienza del Superbonus e dei bonus fiscali, non demonizzandola, puntando invece al suo miglioramento. Gli strumenti di agevolazione hanno consentito l’accesso a tutti i contribuenti, inclusi i ceti meno abbienti.

n.4

sommario

1 editoriale/1

La gestione informativa digitale rivoluziona i lavori pubblici di Massimo Angelo Deldossi

3 editoriale/2

Fisco come supporto per lo sviluppo e non penalizzante per le imprese di Alessandro Scalvi

luglio-agosto 2023 fotonotizia

30-37 / focus Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2017-2021

Rivista bimestrale del collegio costruttori edili di Brescia e provincia anno 5 - numero 4

Editore: C.E.R. srl Unipersonale Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

Direttore responsabile

Adriano Baffelli

Redazione e Direzione

ANCE Brescia - Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia

Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia Comitato di redazione

Stefano Assini, Ferruccio Benetelli

Roberto Facchetti, Emanuele Plona

Fabio Rizzinelli, Francesca Scolari

Pubblicità: C.E.R. srl Unipersonale

Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

t. 030 392895 - f. 030 381798 info@cerbrescia.it

Numerica - Divisione commerciale di Editoriale Bresciana SpA

8 concorso fotografico FotografiAMO il futuro seconda edizione

11 musica Settimane barocche di Brescia il contributo di Ance

12 in primo piano Rischio idrogeologico

17 ance Assemblea Ance 2023

18 restauro Un nuovo capitolo per Palazzo Bulgheroni

20 edilizia e sport

due nuovi progetti bresciani di successo

22 storia per il domani Ritrarre i ponti

27 siti iconici

La Cappella Colleoni

38 social network Il sistema edile bresciano approda sui social

40 economia Cauto ottimismo per i settori manifatturieri

42 il futuro dell’edilizia

A che cosa serve la digitalizzazione per l’impresa di costruzioni?

44 convegno Come ripensare il cemento in chiave sostenibile

54 eseb Inserimento socio-lavorativo in edilizia

55 Consegnati i diplomi Its Academy I Cantieri dell’arte

57 rischio riciclaggio Il riciclaggio di denaro nell’imprenditoria

60 digitalizzazione

Il contratto collettivo provinciale oggetto di un’interessante analisi dell’Osmr

63 ance informa

Via Solferino, 22 - Brescia

t. 030 37401 - clienti@numerica.com

Registrazione del Tribunale di Brescia:

5 settembre 1951, n. 54

Numero singolo anno 2023: euro 10,00 Quote di iscrizione, che danno diritto a ricevere tutte le pubblicazioni curate da ANCE Brescia Collegio Costruttori Edili, escluse quelle destinate riservatamente ai soci:

z Gruppo Corrispondenti: euro 120,00 + IVA 22% pari a euro 146,40; z Architetti, ingegneri, geometri iscritti ai rispettivi Albi: euro 60,00; z Gruppo Giovani Costruttori: euro 30,00

La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione. L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE BresciaCollegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte.

48 incontri Stefano Molgora di Adriano Baffelli

Rivista bimestrale di ANCE Brescia 4/2023 ISSN 2612-5595 Poste Italiane S.p.A. Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 46) art. comma LO Brescia luglio/agosto/2023 5
@collegiocostruttori.ancebrescia @ancebrescia Ance Brescia
a cura della redazione
I
Stampa: LITOS srl, Gianico (Bs) Progetto grafico e impaginazione

fotonotizia

Autostrada della Valtrompia

PROSEGUONO I LAVORI PER IL RACCORDO AUTOSTRADALE DELLA VALTROMPIA. UN’OPERA CHE CITTADINI E IMPRESE ATTENDONO DA MOLTO TEMPO. IL TRAVAGLIATO PERCORSO DI REALIZZAZIONE DELLA BRETELLA TRA I COMUNI DI CONCESIO-SAREZZO-LUMEZZANE E L’A4 VEDE UN PUNTO DI SVOLTA CON LA POSA IN CANTIERE DELLE TRE TRAVI PER IL NUOVO PONTE SUL FIUME MELLA A CONCESIO.

L’INFRASTRUTTURA DI VIA NICOLINI CONSENTE DI COLLEGARE

LE DUE AREE DEL CANTIERE, VELOCIZZANDO I LAVORI. SOSTERRÀ, INOLTRE, LA VIABILITÀ LOCALE DI SAN VIGILIO QUANDO L’INTERVENTO SARÀ SPOSTATO AL PONTE DELLA SP19, SEMPRE A CONCESIO, CHE NECESSITA DI IMPORTANTI LAVORI DI CONSOLIDAMENTO.

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luglio/agosto/2023 7 SALC S.P.A. FONDATA DALL’ING. CLAUDIO SALINI

FotografiAMO il futuro seconda edizione

Ance Brescia e la rivista Costruire il futuro rilanciano il contest rivolto a fotografi e fotoamatori chiedendo ai partecipanti di immortalare i tanti volti dell’edilizia

Dopo il successo della prima edizione, che ha visto candidarsi migliaia di scatti da tutta Italia, Ance Brescia rilancia “Fotografiamo il futuro”, il contest fotografico realizzato in collaborazione con la rivista Costruire il futuro e patrocinato dal Comune di Brescia. Lo scorso anno è stato richiesto a fotografi e fotoamatori di presentare immagini sul costruito, focalizzando sui concetti cardine dell’edilizia moderna, quali innovazione, design e sostenibilità. Per l’edizione 2023, sono state invece messe al centro le persone che animano questo dinamico e variegato comparto. Nel sottotitolo “I volti dell’edilizia” è chiara la richiesta di immortalare con l’obiettivo fotografico co-

loro che ogni giorno lavorano nei cantieri edili, cogliendoli negli intensi attimi nei quali il costruito prende forma per diventare l’edificio, il palazzo, il ponte, la scuola dove la vita nella sua quotidianità scorre.

Focus sulle persone

È il cantiere che racchiude l’essenza del processo nascosto dietro l’opera finale. Un processo caratterizzato dell’impegno e dalla passione delle persone che, con strumenti adeguati, si mettono alla prova ogni giorno sul campo per dare forma alle città di domani. La nuova sfida lanciata ai partecipanti di questa edizione è finalizzata a presentare i volti e le attività di imprenditori, operai, tecnici, impiegati e

fornitori che, seppur ricoprendo mansioni diverse, lavorano nei cantieri per raggiungere in sinergia un unico obiettivo, impegnati nei vari momenti che costituiscono il processo produttivo di un’opera, dalla messa in posa di una muratura sino all’utilizzo delle attrezzature tecnologiche, con un’attenzione particolare alla capacità di cogliere anche l’aspetto più moderno della lavorazione.

8 luglio/agosto/2023
concorso fotografico

nnn

Il concorso fotografico "FotografiAmo il futuro" nasce per tradurre in immagini lo sguardo di fotografi e fotoamatori che vogliono provare a immortalare con scatti creativi il settore delle costruzioni e gli attori che vi operano.

Modalità di partecipazione

Ogni partecipante può candidare i propri scatti entro il 15 settembre 2023, caricandoli nel form presente sul sito dedicato: www.fotografiamoilfuturo.it L’iscrizione è gratuita e aperta ai fotografi e fotoamatori che desiderano aggiudicarsi uno spazio sulle sei copertine di Costruire il futuro 2024 e ricevere il riconoscimento in buoni acquisto sino a tremila euro per l’acquisto di attrezzature fotografiche professionali. Possono essere candidate fotografie in verticale e in orizzontale, in bianco e nero o a colori, che rappresentino i volti e le azioni dei lavoratori e/o delle imprese edili all’opera. Possono essere catturati dall’obiettivo soggetti provenienti da tutta Italia oppure dal mondo, immortalati anche in periodi antecedenti all’inizio del concorso fotografico. Una giuria qualificata composta da personaggi influenti dei settori artistico, culturale e comunicativo del territorio selezionerà, tra gli scatti verticali, le sei immagini da premiare. I fotografi vincitori verranno poi proclamati ufficialmente in occasione della cerimonia di premiazione che si terrà entro il mese di novembre. Come per la scorsa edizione anche quest’anno le opere vincitrici, insieme ad una selezione dei migliori scatti in orizzontale caricati dai fotografi, saranno esposte in una mostra dedicata e aperta al pubblico entro la fine dell’anno.

L’esposizione garantirà la giusta visibilità alle opere, valorizzando la componente umana del settore e la dimensione artistica delle rappresentazioni fotografiche.

La Giuria selezionerà sei scatti vincitori, che saranno utilizzati per le copertine dei sei numeri della rivista “Costruire il futuro” in uscita nel 2024. I primi classificati riceveranno, inoltre, un riconoscimento per la creazione delle opere fotografiche in buoni acquisto spendibili per la fornitura di materiale fotografico per professionisti:

1° fotografia selezionata: buoni acquisto per un valore di € 3.000

2° fotografia selezionata: buoni acquisto per un valore di € 2.500

3° fotografia selezionata: buoni acquisto per un valore di € 2.000

4° fotografia selezionata: buoni acquisto per un valore di € 1.500

5° fotografia selezionata: buoni acquisto per un valore di € 1.000

6° fotografia selezionata: buoni acquisto per un valore di € 500

Iscrizioni fino

Scarica il regolamento per partecipare

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al 15 settembre 2023

I volti dell’edilizia

Uno sguardo sui protagonisti del cantiere, coloro che ogni giorno lavorano per costruire città, case, infrastrutture ed edifici nei quali la quotidianità e il progresso prendono forma

Per gli autori delle prime sei fotografie scelte dalla giuria qualificata, un compenso in buoni acquisto. Le fotografie vincitrici appariranno in copertina sulla rivista bimestrale “Costruire il futuro” Iniziativa esclusa Art. 6 a) dPR 430/2001 promossa da Ance Brescia - Collegio dei Costruttori di Brescia e provincia, valida dal 1/7/2023 al 15/9/2023 Con il patrocinio di CANDIDATURE DAL 1/07/2023 AL 15/09/2023 Termini e modalità di partecipazione su: www.fotografiamoilfuturo.it
FotografiAMO il futuro concorso fotografico seconda edizione

musica

Il contributo di Ance Brescia

La musica antica, il suo linguaggio lirico movimentato dall’uso sapiente del contrappunto e le intense armonie di contrasto, sono le protagoniste della ventunesima edizione del Festival Internazionale di musica antica Settimane Barocche, in programma dal 25 settembre al 30 ottobre 2023. La kermesse nata a Brescia, ma nota ormai a livello internazionale, onora il traguardo di quest’anno con un programma ricco di ben trentacinque concerti itineranti, dodici produzioni e trentuno date che si svolgono fra il territorio bresciano e bergamasco. L’occasione di Bsbg 2023 Capitale della cultura, infatti, diventa motivo per la creazione di nuove collaborazioni e sfide di programmazione, cogliendo l’opportunità di coinvolgere il territorio in un percorso di conoscenza e approfondimento della cultura musicale, scoprendo allo stesso tempo i

Settimane barocche di Brescia

Il festival di musica antica diventa un’opportunità di visibilità per le imprese associate

tesori nascosti delle rispettive città. Il tema scelto per la nuova edizione del progetto Alchimia delle arti, verte sulla valorizzazione e riscoperta del ricchissimo patrimonio musicale artistico, unitamente a quello figurativo attraverso una selezione di location suggestive che permettono allo spettatore di vivere un’esperienza totalizzante e immersiva. “Il concetto scelto questo anno per il festival intende collegare alla musica anche le altre arti, descritte proprio dal significato di alchimia, che collega

nella sua originaria rappresentazione caratteri di varia natura incatenandoli ad un unico concetto” dichiara il direttore artistico di Settimane barocche Christian Serazzi. Il Festival 2023 si arricchisce, dunque, anche di proposte mirate di contaminazione, tra diversi periodi storici, accostando le differenti arti, quali danza, scultura e letteratura. A dare valore al progetto musicale sono gli artisti protagonisti del festival. Un ricco palinsesto di musicisti di fama internazionale come la violinista nostrana Eli-

sa Citterio, partecipante in qualità di Konzertmeister dell’ ensamble residente di Settimane Barocche, Brixia Musicalis. Si aggiungono l’Ensemble UtFaSol con il cornettista Pietro Modesti, l’Ensemble Locatelli, l’Ensemble Antonio Marino unitamente all’ Ensemble vocale Mulieres Laudante che si esibiranno in una serie di concerti itineranti in sedi prestigiose e suggestive. Chiese meravigliose e piccole chicche dimenticate, ma dal profondo valore storico contenenti opere d’arte di Moretto, Lorenzo Lotto, Moroni, Ferramola e Ceruti, sono lo sfondo perfetto per mettere in luce le meravigliose melodie di compositori che hanno esercitato un ruolo da veri protagonisti fra il quindicesimo e il sedicesimo secolo come: Luca Marenzio, Biagio Marini, Carlo Pallavicino, Alessandro Grandi, Giovanni Legrenzi, Carlo Antonio Marino, Pietro Antonio Locatelli.

In occasione delle celebrazioni della Capitale italiana della cultura 2023, e con la volontà di supportare la cultura artistico-musicale del territorio, Ance Brescia offre per il primo anno il proprio contributo alla realizzazione delle Settimane barocche, partecipando in qualità di sponsor. L’accordo stipulato dall’Associazione prevede inoltre dei vantaggi esclusivi riservati alle proprie imprese associate. Ogni impresa può scegliere di supportare a propria volta l’intera iniziativa o selezionare uno fra i trentacinque eventi presenti nel programma, godendo di benefit quali la visibilità grazie all’inserimento del logo nei supporti comunicativi, biglietti gratuiti per i concerti a pagamento, posti riservati e altre tipologie di collaborazioni personalizzate. Le modalità di contributo a disposizione di coloro che desiderano aderire all’iniziativa sono due: la classica sponsorizzazione culturale o il mecenatismo culturale. Quest’ultimo si tratta di una misura agevolativa, chiamata Art bouns, che consente a privati cittadini, enti non commerciali e imprese di effettuare erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano usufruendo di un credito d’imposta pari al 65% dell’importo donato. Le erogazioni liberali in denaro possono essere effettuate tramite sistemi di pagamento rintracciabili.

Per le imprese interessate a sostenere l’iniziativa, Ance Brescia ha messo a disposizione un indirizzo mail dedicato (valentina.epifani@ancebr escia.it) per la raccolta delle segnalazioni da inviare entro agosto.

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Rischio idrogeologico

Una priorità nazionale che, secondo i dati Ispra 2021, vede coinvolto circa il 94% dei comuni italiani

Dopo le recenti alluvioni di inizio maggio, che hanno colpito diverse zone dell’Emilia-Romagna, delle Marche e della Toscana, si riaccende l’attenzione sul rischio idrogeologico in Italia, uno dei Paesi europei maggiormente esposti a eventi — purtroppo anche drammatici — quali frane, alluvioni ed erosione della costa, che determinano degradazione del suolo e cambiamenti alla morfologia del territorio. Negli ultimi anni, complici gli effetti del cambiamento climatico, si registra un notevole incremento di fenomeni calamitosi con un progressivo aumento del rischio per la popolazione. Da maggio 2013, la Protezione civile ha dichiarato ben 135 stati di emergenza per eccezionali eventi meteorologici, alluvioni e frane.

Secondo il rapporto sul dissesto idrogeologico redatto dall’Ispra (Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale) nel 2021, il 93,9% dei comuni italiani (7.423) risulta a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera. Sono oltre 8 milioni gli italiani che vi-

vono in zone ad alta pericolosità: 1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni. Le regioni con i valori più elevati di popolazione a rischio frane e alluvioni si concentrano nel centro-nord del Paese e, nello specifico, nelle regioni EmiliaRomagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia e Liguria. Le famiglie a rischio sono quasi 548 mila per frane e oltre 2,9 milioni per alluvioni. Rispetto al 2017, la superficie nazionale potenzialmente soggetta a queste calamità ha avuto un incremento rispettivamente del 4% e del 19%. Il 28% delle frane italiane sono fenomeni a cinematismo rapido (crolli, colate rapide di fango e detrito), caratterizzati da velocità elevate, fino ad alcuni metri al secondo, e da elevata distruttività, spesso con gravi conseguenze in termini di perdita di vite umane. Altre tipologie di movimento (colate lente, frane complesse), caratterizzate da velocità moderate o lente, possono causare ingenti danni a centri abitati e infrastrutture lineari di comunicazione.

Analizzando i territori a pericolosità idraulica, invece, risulta che il 5,4% del territorio nazionale ricade in aree a pericolosità/probabilità elevata per una superficie potenzialmente allagabile di circa 16.224 kmq; tale superficie in caso di scenario di pericolosità/probabilità media si estende fino a più di 30.195 kmq, ossia il 10% del territorio nazionale, per arrivare a oltre 42.375 kmq in caso di scenario di pericolosità/probabilità bassa con una percentuale di territorio nazionale allagabile pari al 14% della superficie totale.

Gli edifici e complessi di edifici a rischio frane in Italia sono oltre 1,8 milioni, di cui 223 mila in aree a pericolosità molto elevata. Le regioni con il numero più elevato di edifici a rischio frane in aree a pericolosità alta

e media sono Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Sicilia, mentre i valori più elevati di percentuale rispetto al totale regionale si registrano in Valle d’Aosta, Liguria, Basilicata, Campania e Abruzzo. Lato alluvioni, il 4,3% degli edifici ricade in aree a pericolosità/probabilità elevata per un totale di edifici esposti di 623.192; in caso di scenario di pericolosità/probabilità media gli edifici esposti sono 1.549.759 ossia il 10,7% del totale degli edifici, per arrivare a 2.703.030 edifici esposti in caso di scenario di pericolosità/probabilità bassa con una percentuale di edifici ricadenti in aree allagabili del 18,6% del numero totale di edifici alla scala nazionale. Sono maggiormente esposti a rischio alluvioni Valle d’Aosta,

12 luglio/agosto/2023
in
primo piano

Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Toscana. Nel rapporto Ispra troviamo, inoltre, la stima di pericolo relativa agli edifici di interesse storico-artistico. Infatti, degli oltre 213 mila beni architettonici, monumentali e archeologici, quelli potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono oltre 12 mila nelle aree a pericolosità elevata; raggiungono complessivamente le 38.000 unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. I beni culturali a rischio alluvioni, poco meno di 34 mila nello scenario a pericolosità media, arrivano a quasi 50 mila in quello a scarsa probabilità di accadimento.

Una panoramica sulla provincia di Brescia

Anche nel bresciano, è alto il rischio idrogeologico. Infatti, sul territorio di Brescia e provincia sono oltre 360 mila le persone residenti che vivono in zone ad alto rischio: questa situazione riguarda in particolare 40 mila residenti in un’area di 375 kmq, soprattutto lacustre. I comuni stimati come più fragili sono i territori di Moniga e Sirmione, Manerba, Monte Isola e San Felice, Padenghe, Iseo e Marone, Limone, Seniga, Toscolano Maderno, Idro e Gardone Riviera. Molto più bassa, invece, la presenza di cittadini bresciani residenti in zone a rischio frane: soltanto lo 0,9% della popolazione. Tra i Comuni più a rischio possiamo menzionare Paisco Loveno con il 58,4%, seguito da Saviore dell’Adamello con il 14,6%, Sulzano, 14,5%, Pian Camuno, 13,5%, Braone, 12,6%, Pisogne, 11,7%, Borno, 11,1% e Gianico, 8%.

Spese di sistemazione, Pnrr e fondi europei

L’Italia ha investito risorse importanti per riparare i danni provocati da alluvioni, piogge e frane. Fondi che avrebbero potuto essere impegnati in interventi di prevenzione. In tal senso si è espressa anche la Commissione europea dichiarando che ogni euro speso in attività preventiva permette di ridurre di almeno 4 euro i costi legati all’emergenza, alla ricostruzione e al risarcimento dei danni provocati dalle calamità naturali. I dati della Ragioneria Generale dello Stato riferiti alla spesa in conto capitale dei Comuni per opere di sistemazione del suolo e infrastrutture idrauliche sono

in primo piano
14 luglio/agosto/2023

aumentati del 66% negli ultimi quattro anni. Secondo gli ultimi dati disponibili della Presidenza del Consiglio dei ministri, per la realizzazione di un intervento di difesa del suolo, sono necessari in media 4,2 anni. Si passa da 2,7 anni per le opere inferiori a 100 mila euro a 8,3 anni per quelle di importo superiore a 5 milioni di euro. Il 57% del tempo è impiegato per le fasi di progettazione, a monte della gara per l’affidamento dei lavori. Un chiaro indicatore dell’esposizione ai rischi naturali dell’Italia è rappresentato dai dati relativi ai destinatari del Fondo di solidarietà dell’Unione Europea, che vedono, negli ultimi 20 anni (2002-2022), l’Italia come maggior benefi-

Le priorità per Ance

La programmazione e la realizzazione di interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico sul suolo nazionale possono migliorare ampiamente. Secondo l’Associazione costruttori si deve intervenire sulla governance riportando ad un unico soggetto a livello centrale il coordinamento delle varie istituzioni coinvolte (Ministeri competenti, Regioni, Autorità di bacino, Comuni). Ciò consentirebbe di superare l’incertezza nell’attribuzione delle responsabilità che spesso ha determinato ritardi nella programmazione e realizzazione. È necessario, inoltre, velocizzare al massimo il passaggio dalle risorse ai cantieri, monitorando fin da subito l’iter di attuazione degli interventi e agendo prontamente in caso di ritardi e criticità. Ance suggerisce anche di prevedere un sistema informativo unico, riepilogativo delle diverse linee di finanziamento attraverso il quale gli enti coinvolti possano avere informazioni precise sulle scadenze e sulle modalità di accesso ai finanziamenti. Tale “cruscotto” dovrebbe contenere anche un puntuale monitoraggio degli interventi finanziati che consenta di compiere una puntuale valutazione ex post dell’efficacia delle linee di finanziamento e supportare le scelte politiche di investimento nel medio-lungo periodo.

ciario con oltre tre miliardi di euro ricevuti, pari a circa il 37% dell’importo totale erogato a 28 Paesi europei (8,2 mld).

In questo contesto si è inserito il Pnrr, che riserva al dissesto idrogeologico uno spazio piuttosto limitato, rispetto alla mole di investimenti infrastrutturali previsti. Si tratta di 2,5 miliardi di euro, di cui:

z 1,3 miliardi di competenza del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per progetti in essere finanziati da risorse già esistenti nel bilancio;

z 1,2 miliardi (comprensivo di 800 milioni di euro di risorse aggiuntive) assegnati al Dipartimento della Protezione civile.

Oltre all’azione tesa a prevenire interventi calamitosi di vasta e/o grave entità, l’Associazione sottolinea anche l’attenzione – e la relativa strategia - che deve emergere a livello più circoscritto per sanare quelle criticità locali che possono sfociare in danni a cose e persone. In particolare, in territorio bresciano, si ricorda tra gli ultimi esempi eclatanti di pericolo idrogeologico il fatto avvenuto il 24 maggio scorso nel Comune di Rezzato. Il temporale che si è abbattuto sulla città di Brescia e la sua provincia ha provocato non pochi danni. La forte pioggia ha fatto crollare l’argine del Naviglio Grande che si trova in un’area commerciale di via Garibaldi, la strada principale che collega Rezzato a Mazzano. Due auto sono finite in acqua, ma, fortunatamente, dentro all’abitacolo non c’era nessuno, per cui lo smottamento non ha provocato nessun ferito. Un avvenimento di cronaca che è stato preso anche a livello nazionale dall’Associazione come esempio per parlare del tema e segnalare la necessità dell’utilizzo dei fondi del Pnrr non solo per le grandi opere, ma anche per gli interventi diffusi nel territorio.

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Vicina alle comunità colpite dalle alluvioni degli scorsi mesi, Ance Brescia ha dato il suo contributo nella campagna di raccolta fondi “RomagnaNostra”, lanciata da Giornale di Brescia e Fondazione della Comunità Bresciana con l’Associazione Comuni Bresciani, ricordando che, come già fatto in occasione del fundraising grazie al quale è stato possibile ricostruire la scuola di Gualdo (paese marchigiano colpito dal terremoto del 2016), i costruttori bresciani mettono a disposizione anche le loro competenze per dare supporto tecnico alle scelte relative al progetto cui si deciderà di destinare i fondi.

luglio/agosto/2023 15

SABATO 30 SETTEMBRE 2023

ORE 10.30

Auditorium

Ente sistema edilizia Brescia

Via della Garzetta 51 Brescia

CULTURA EDILE PASSIONE INNOVAZIONE SICUREZZA E LEGALITÀ

Il riconoscimento di Cassa edile Brescia ed Ente sistema edilizia Brescia a lavoratori, imprese e consulenti del lavoro per valorizzare una Cultura del costruito virtuoso e di qualità

Prossimo appuntamento con l’Assemblea pubblica 2023 di Ance Brescia

Ance Brescia ricorda l’appuntamento con l’Assemblea pubblica di lunedì 9 ottobre a Futura Expo, che quest’anno rientra nelle tappe del festival diffuso della rigenerazione urbana

“Città in scena”

Promossa da Ance con la partnership di altre associazioni e il patrocinio di IN/ARCH, l’iniziativa esalta e valorizza la forte capacità progettuale delle città italiane raccontando i progetti di rigenerazione urbana che in questi ultimi anni si sono realizzati nel Paese.

ASSEMBLEA ANCE 2023

Focus sul tema del lavoro

si conferma motore del Made in Italy, rimarcata la necessità di semplificare il rapporto imprese-fisco e fatto appello a un modello di incentivi efficaci e sostenibili con un orizzonte di lungo periodo

Dedicata al tema del lavoro in tutte le sue declinazioni, l’assemblea 2023 dell’Ance ha celebrato il futuro e l’impegno delle nuove generazioni che, dopo il lungo periodo di crisi post pandemia, possono finalmente rialzare la testa e riprendere in mano il futuro del Paese. L’Assemblea, presidiata da industriali, tecnici e giovani professionisti del settore, si è aperta con un videomessaggio della premier Giorgia Meloni, che ha definito gli imprenditori edili “costruttori di cose”, ma anche “costruttori di conoscenze e di sapere”, grazie all’aiuto dei quali si riescono a trovare soluzioni efficaci a problemi complessi. Meloni afferma poi che serve “un fisco alleato dello Stato e di chi fa impresa” e per il 2023 promette una “rivoluzione fiscale”. Successivamente, la presidente di Ance, Federica Brancaccio, ha evidenziato come nel biennio 2021-2022 la crescita italiana sia stata di quasi l’11%, vale a dire un punto e mezzo sopra alla media UE e il doppio della Germania, trainata per oltre la metà dal settore delle costruzioni. Ora il comparto ha il compito di rilanciare il Paese, in nome della sostenibilità, dell’innovazione e dei giovani. “Con il Pnrr

— sostiene Brancaccio - l’Italia ha deciso di diventare protagonista. Alcune riforme attese da anni sono in dirittura d'arrivo. Speriamo non si fermino all'ultimo miglio dei decreti attuativi. Si torna ad aprire cantieri e tante opere bloccate da tempo stanno finalmente per essere realizzate". Sul Superbonus spiega che per Ance è sempre stata una misura straordinaria con un tempo limitato. “Non possiamo rinnegare i benefici di strumento sull’economia” precisa. “Ci sono stati abusi e il numero delle imprese nate in un anno per approfittare del nuovo business insegna che non si può prescindere in futuro da una qualificazione del settore e del mercato, tutelando le imprese con un'elevata professionalità ed esperienza”. Brancaccio

conclude il suo intervento sottolineando che Ance riparte “da un nuovo modello di incentivi fiscali efficaci e sostenibili con un orizzonte di lungo periodo e la giusta dose di risorse pubbliche che vanno previste già nella prossima legge di bilancio”.

Il Ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, si è soffermato, invece, sulle difficoltà legate al caro materiali.

“Per affrettare i rimborsi alle imprese— dichiara - sarà sufficiente l’autocertificazione fornita dall’impresa di costruzione, mentre per il Codice appalti, ogni mese, ci sarà un monitoraggio per appuntare cosa funziona e cosa no”, precisando che il Governo ha agito seguendo il principio della fiducia nella Pa e nelle imprese, in sintonia con Ance e Anci.

L’edilizia
ance luglio/agosto/2023 17

Nel cuore di Toscolano Maderno, in via Benamati 79, all’intersezione con via San Pietro, un maestoso portale consente di scorgere, aprendosi tra le alte mura di cinta, le magnifiche architetture e gli splendidi giardini di un edificio cinquecentesco che fu convento dei Padri Serviti di San Pietro Martire prima di passare in mano, nella metà del Seicento, dei Gonzaga di Mantova (o più probabilmente di nobili famiglie insignite del titolo di Conte dalla prestigiosa casata italiana) e nel 1712 degli Asburgo d’Austria. Conosciuta come Villa Lucia, e storicamente come Palazzo Bulgheroni, la proprietà fu in seguito venduta a un commerciante di immobili e passò infine al Conte Rizzardi di Maderno. Oggi, dopo una transazione milionaria conclusasi nel buio periodo segnato dall’emergenza sanitaria Covid-19, l’edificio ritrova nuova luce per merito di un investitore tedesco, che pare abbia avanzato da subito l’intenzione di destinarla a uso ricettivo. Negli ultimi anni il suo parco è stato aperto per eventi e concerti grazie al Comune di Toscolano, ma per Villa Lucia il futuro pare riservare una trasformazione completa, partendo dalla messa in sicurezza della struttura, da molti anni in disuso e caratterizzata da preoccupanti fenomeni di degrado. L’ipotesi è la conversione degli ampi ed eleganti spazi in un hotel 5 stelle lusso, con ambienti riservati a uso residenziale.

Ammirato tra gli edifici più prestigiosi e antichi di Maderno, tutelato e sottoposto a vincoli di natura

Un nuovo capitolo per Palazzo Bulgheroni

Rinnovo della copertura in vista del restauro completo.

Società Generali Costruzioni in campo per effettuare i primi interventi di recupero

18 luglio/agosto/2023
restauro
di Laura Mesa

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L’intervento di restauro della copertura prevede l’integrazione dell’orditura primaria, con elementi in legno di abete massiccio e travi uso Trieste. Anche l’orditura secondaria viene integrata con nuovi travetti uso Trieste. L’operazione di recupero richiede, inoltre, la spazzolatura e pulizia di tutti gli elementi in legno esistenti, con rimozione dei soli travetti con sezione inferiore a 10 cm e rimozione e rifacimento completo dell’assito soprastante. Il restauro della copertura si completa con il trattamento biocida di tutti gli elementi lignei; colorazione uniforme tra elementi esistenti ed elementi nuovi; posa di bandelle metalliche per controventature all’estradosso dell’assito; ripristino della guaina e riposa del manto di copertura originario in coppi.

Iniziati i lavori di restauro

Sono in corso le opere per il restauro della copertura con intervento di miglioramento sismico, appaltate all’impresa edile Società Generali Costruzioni Srl di Toscolano Maderno, diretta nei lavori dall’architetto Roberto Lizzeri. “Stiamo curando i delicati interventi di

Società Generali Costruzioni

restauro della copertura con il mantenimento dell’orditura primaria del tetto, eseguendo rinforzi delle travi e integrazione di nuovi elementi” dichiarano i tre soci (Ferruccio e Graziella Benetelli e Santino Parigi) alla guida dell’impresa, che dista a poco meno di 300 metri dal nobile palazzo. “Sulla parte della copertura non soggetta a vincoli monumentali è in corso il completo rifacimento della stessa con operazioni mirate per il miglioramento sismico”.

architettonica, Palazzo Bulgheroni sorge poco distante da un piccolo gioiello del secolo successivo, la chiesa di San Bartolomeo, edificata nel 1602 e custode di un altare di pregio sovrastato da un dipinto del pittore veneziano Jacopo Palma il Giovane. In un contesto ricco di storia, il palazzo si erge tra alte mura decorate da palle di pietra che circondano il giardino.

Quest’ultimo incornicia una meravigliosa scalinata con statue e fontane, a cui fa da anfiteatro una grande e antica limonaia articolata su più livelli gradinati. Sulla facciata dell’edificio, una cornice affrescata con scene mi-

tologiche, putti alati e divinità marine, che in passato impreziosivano anche i medaglioni dei cassettoni lignei del sottotetto. Superato l’ingresso, posizionato al piano rialzato, soffitti lignei dipinti e affreschi, che saranno oggetto di restauro conservativo completo.

La proprietà ha indicato alcuni interventi da effettuare con urgenza, quali il rifacimento del cornicione ligneo e la sistemazione della copertura, per salvaguardare non solo l’integrità di questi elementi, ma l’intera struttura dell’edificio. Sono dunque iniziati i lavori, in accordo con il Comune e la Soprintendenza.

Con un portfolio che conta altri interventi di rilievo, come quello della Torre San Marco a Gardone Riviera, oppure l’opera di consolidamento e restauro del Santuario Madonna del Corno di Provaglio d’Iseo, l’impresa Società Generali Costruzioni Srl si occupa dal 2002 di costruzione di nuovi immobili residenziali, anche di lusso, opere per la pubblica amministrazione e ristrutturazione di edifici tutelati. Con i lavori a Palazzo Bulgheroni, opera in casa, ridando nuovo lustro a un gioiello di storia e architettura che, dall’essere fortemente penalizzato da degrado e abbandono, oggi apre la strada a una possibile rigenerazione per tutto il borgo storico di Toscolano Maderno, portando con sé, attraverso un progetto di restauro completo, positive ricadute

economico-sociali sul territorio. L’obiettivo è attrarre quel segmento di turisti, conosciuti come True Luxury Travellers. Si stima, infatti, che per alloggiare in strutture di lusso sborsino nove volte di più di un turista medio. Dai dati pubblicati nel 2021 dallo studio di AltaGamma con Bain & Company, Boston Consulting Group, Enit e Global Blu, il turismo di “alta gamma” in Italia rappresenta meno dell’1% delle imprese di soggiorno e il 3% delle notti, ma genera il 15% del fatturato totale dell’ospitalità e il 25% della spesa turistica totale, con un impatto economico complessivo pari al 3% del Pil nazionale (60 miliardi). Anche nella nuova veste completamente restaurata e rinnovata, la proprietà di Palazzo Bulgheroni e l’Amministrazione Comunale vogliono comunque impegnarsi reciprocamente a mantenere occasioni di “apertura” della struttura per eventi pubblici musicali, molto apprezzati nelle precedenti stagioni estive da residenti e turisti.

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edilizia e sport

Il nuovo centro per la ginnastica artistica

La disponibilità di ingenti risorse finanziarie nazionali ed europee allocate tramite il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e l’organizzazione di grandi eventi sportivi, hanno reso l’industria dello sport una forza trainante della ripresa economica italiana. Gli operatori sportivi in Italia sono oltre un milione, i cittadini che praticano sport superano i 20 milioni, mentre le associazioni e le società sportive sono oltre 70mila. Alla luce del rilievo sociale ed economico rappresentato, il Piano ha stanziato per il settore un miliardo di euro, suddivisi in due linee di investimento che riguardano il potenziamento delle infrastrutture sportive nelle scuole (300 milioni) e la creazione di impianti sportivi e parchi attrezzati (700 milioni).

I due nuovi progetti bresciani di successo

L’edilizia al servizio dello sport

Brescia conquista 7,5 milioni di euro per la realizzazione di due nuovi impianti sportivi, cofinanziati con i soldi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che renderanno la città un punto di riferimento dello sport nel Nord Italia: il centro sportivo polivalente e il centro di preparazione olimpica per la ginnastica artistica che sorgeranno entrambe nel quartiere di Sanpolino. I progetti sono gestiti da Brescia Infrastrutture, che si è già occupata di pubblicare i due bandi del valore complessivo di 25 milioni di euro e saranno pronti rispettivamente nel 2026 e nel 2025.

L’impianto polisportivo sorgerà tra l’attuale centro di atletica leggera outdoor e il centro sportivo Azeglio Vicini (Pampuri) in via Barberis con una capienza di circa mille spettatori. Il progetto prevede una struttura indoor, in grado di ospitare vari sport, dall’arrampicata, alle arti marziali e sarà dotato di una pista di atletica leggera da quattromilaeduecento metri quadri circa. Saranno presenti, inoltre, una pista da sei

corsie con uno sviluppo di duecento metri, un doppio rettilineo con pedane e con fosse di atterraggio con la sabbia per il salto in lungo e il salto triplo, una pista rettilinea centrale per la velocità e un rettilineo per il salto con l’asta. Adiacente alla struttura sorgeranno quattro spogliatoi per circa ottanta atleti, locali infermeria e primo soccorso, uffici direzionali, magazzini per l’attrezzatura e una tribuna che si affaccia verso est per ospitare il pubblico che assisterà alle gare o agli allenamenti outdoor. Non solo, il progetto rispetterà le normative riguardanti l’abbattimento delle barriere architettoniche e il suo fabbisogno energetico sarà soddisfatto attraverso impianti alimentati da fonti rinnovabili. Saranno inoltre utilizzati sistemi di isolamento termico adeguati e unità e sistemi impiantistici ad alte prestazioni, mentre si limiteranno la dispersione termica, il rumore, il consumo di energia e l’ingresso dall’esterno di agenti inquinanti e di aria fredda e calda nei mesi invernali ed estivi.

Non poco distante, con precisione in un terreno attualmente libero in via Malga Bala, prenderà forma il nuovo centro di preparazione olimpionica per la ginnastica artistica del valore di 9,5 milioni di euro, di cui quattro finanziati dal Pnrr. L’opera prevede la realizzazione di una palestra con annessa foresteria che si svilupperà su due piani con spazi dedicati agli spogliatoi, un refettorio con camere da letto, locali accessori, cucina e mensa per gli atleti. La palestra di milleeducentocinquanta metri quadri sarà connessa direttamente con la foresteria attraverso porte vetrate che condurranno al corridoio di distribuzione del piano terra, nella zona degli spogliatori e dell’infermeria. Anche qui verrà predisposto un impianto fotovoltaico, mentre l’illuminazione sarà a led.

Due progetti innovativi che daranno lustro alla provincia e forniranno tutti gli strumenti necessari per far crescere gli atleti del domani. Una lodevole dimostrazione di impiego dei fondi per la realizzazione di opere destinate alla comunità.

20 luglio/agosto/2023
di Valentina Epifani

storia per il domani

22 luglio/agosto/2023

Ritrarre i ponti

ponti sono sempre stati fra le opere costruttive più importanti. Molti edifici sono ovviamente essenziali, come quelli residenziali, ma fra le opere infrastrutturali i ponti hanno spesso costituito strutture essenziali, e non sostituibili, per i commerci, per i contatti politici e sociali, nonché per le azioni militari. Strade e acquedotti sono stati molto rilevanti, ma in zone più limitate e periodi più ristretti della storia. Emerge su tutti l’epoca della civiltà romana. I ponti, però, hanno avuto una diffusione più generale, per le mille implicazioni che essi comportano. Non sempre si trattava di grandi imprese costruttive, ma spesso, invece, ancora una volta in epoca romana, hanno costituito caposaldi da primato delle tecniche ingegneristiche ed edificatorie. Sono molti i ponti romani ancora esistenti e ancora di più sono quelli che sono rimasti per le porzioni inferiori sulle quali si sono innestati rifacimenti dei secoli successivi. Vogliamo solo ricordare i casi di Roma, ma anche di Rimini, e il superlativo ponte-acquedotto di Gard nella Provenza francese. I ponti hanno anche sempre avuto una valenza simbolica e psicologica, poiché in essi risaltava una funzione insostituibile. Diversamente dalle strade o dalle

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Il ponte in totale equilibrio con il paesaggio urbano circostante: l’intelligenza umana in pace con il mondo

luglio/agosto/2023 23
di Franco Robecchi, ingegnere e autore

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abitazioni, che sono spesso intercambiabili e sostituibili facilmente, i ponti hanno sempre rappresentato una vetta dell’essenzialità necessaria. Se un ponte non esisteva o crollava, non vi era alternativa alla sua funzione e spesso ne restavano bloccati collegamenti basilari per l’economia, anche quella minore, ma fondamentale nell’antichità, come quella agricola. Inoltre, il blocco militare di un ponte era spesso un traguardo determinante nelle tattiche belliche di aggressione o di difesa. Contemporaneamente, un ponte aveva grossi riflessi psicologici inerenti alla sua funzione di allacciamento e di avvicinamento, di amicizia e di relazioni umane favorevoli. Non a caso il concetto è stato ripreso, ad esempio, in epoca recente, dalle parole del Papa, il quale, a fronte dei problemi migratori e dei tentativi di difesa dal fenomeno, ha ripetutamente detto che gli Stati

non devono erigere fra loro “muri, ma ponti”. Addirittura si giunge al valore morale del ponte. Fra parentesi si precisa una cosa poco nota, e cioè che il pontefice non si riferisce per nulla a un’etimologia che vuole il pontefice un “costruttore di ponti” e tanto meno pontificare deriva da un bizzarro “realizzare ponti”. Ma non è qui il caso di approfondire. Il valore quindi simbolico del ponte è divenuto anche fonte di attenzione concettuale, visiva e addirittura estetico-artistica. In questo articolo vogliamo appunto parlare di questo curioso risvolto: il piacere e l’interesse di raffigurare pittoricamente i ponti. A partire dai bassorilievi marmorei romani della Colonna traiana, il ritratto del ponte ha avuto una sua diffusione già nell’epoca medievale, anche grazie ad alcuni aspetti di talune soluzioni tipologiche, alle quali erano persino abbinate suggestioni magiche. Parlo del ponte a schiena d’asino, la cui costruzione spesso era ritenuta opera del demonio, non insolito presunto autore anche di altri ponti, di forme più normali. Si sa che questi ponti hanno la caratteristica di non avere in sé un camminamento orizzontale, bensì due rampe montanti verso il centro, al vertice del grande arco di sostegno, unico o, comunque, molto maggiore degli eventuali archi adiacenti. Non è dato sapere come mai il diavolo prediligesse questa curiosa forma, conseguenza dell’altezza centrale degli archi a tutto sesto. La gobba del profilo sembrava rivelare un intervento anomalo, alieno e deformante rispetto alla normale razionalità umana?

Naturalmente un’attrattiva pittorica in più è derivata dalle forme architettonicamente spesso di alta qualità, come è avvenuto per diverse strutture, sia storiche che attuali. Pensiamo al Ponte di Rialto di Venezia, al Ponte Vecchio di

24 luglio/agosto/2023 storia per il domani
Il ponticello dimesso ma suggestivo nel celebre quadro di Vincent Van Gogh Il ponte del dramma naturale: la stabilità a fronte dell’impeto degli elementi La veduta ardita di un grande ponte in costruzione, con i monconi che sorgono, in situazione di equilibrio che lascia stupito l’osservatore
A partire dai bassorilievi marmorei romani della Colonna traiana, il ritratto del ponte ha avuto una sua diffusione già nell’epoca medievale, anche grazie ad alcuni aspetti di talune soluzioni tipologiche, alle quali erano persino abbinate suggestioni magiche

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Il ponte romantico, con il suo riflesso simmetrico nelle tranquille acque di un fiume

Il ponte della sconfitta. L’orgoglio stroncato nella simbolica raffigurazione del principe delle costruzioni mutilato

Il mastodontico e ammirevole ponte scozzese, ottocentesco, sul fiume Forth

In una veduta fantascientifica, il ponte di Londra devastato e in totale abbandono. Il declino della civiltà

Firenze, al Ponte degli Angeli di Roma, al Ponte Alessandro III di Parigi, di Brooklyn a New York al Tower Bridge di Londra. Ma, riferendoci al carattere estetico dei casi più clamorosi, osserviamo che spesso gli artisti si sono interessati, per i loro quadri, anche di ponti molto più modesti, sia per entità che per attrattiva estetica.

In ogni caso era il carattere del ponte in sé ad attrarre, con la sua inevitabile presenza di acqua che scorre alla sua base, fattore insolito e curioso in ambienti spesso agresti. Valga per tutti il dipinto di Van Gogh raffigurante un ponticello molto dimesso, nella campagna, con lavandaie intente al loro lavoro sulla riva. Tutto il contrario di ponti che sono stati ritratti per l’evidenza della loro monumentalità ingegneristica. Il fascino della costruzione ardita era trasmesso attraverso la scelta di un’immagine dall’ammirato e forte

impatto emotivo. Spesso per sottolineare lo stupore di fronte all’opera faraonica erano esalate le dimensioni dell’opera, nella proporzione con le figure umane presenti. Si riporta qui un esempio esplicito. In altri casi l’eccezionalità costruttiva delle grandi opere è

raffigurata grazie alla visione sorprendente del cantiere con il ponte in costruzione. Se il ponte finito dà un’impressione di stabilità scontata, molto più affascinante può risultare la rappresentazione di arditi

monconi montanti che non si capisce come possano reggere in quelle forme e in quelle dimensioni. In altri casi la scelta pittorica è conseguenza del fenomeno visivamente attraente del riflesso che il ponte ha, nelle acque che gli scorrono al di sotto, come in uno specchio simmetrico, per cui la sua forma, ad esempio semicircolare, come in molti ponti con archi a sesto pieno, risulta completamente a cerchio. È un’immagine che si trasfigura, ancora una volta, quasi per magia. Ancora un’osservazione sull’attrattiva visiva e artistica che un ponte può suscitare, evidente in alcuni quadri, è il contrasto fra la selvaggia natura circostante

e il manufatto, frutto dell’intelligenza umana, che il caos della natura l’ha sempre contrastato. Acque travolgenti, macigni nell’alveo, alberi caduti e trasportati dalla corrente sono tra i possibili soggetti dello scenario. La natura imperversa, terribile e violenta, mentre il ponte sta, in genere, incrollabile. Il ponte si erge solitario in quel marasma, con la sua solidità umana vincente, in contrasto con la furia cieca degli elementi.

Più rara è la raffigurazione che è il risvolto della medaglia delle considerazioni qui esposte. Se il ponte è una vetta dell’orgoglio dell’intervento umano nell’inconsapevole natura, la sua distruzione morde fortemente il senso della sconfitta. Si riportano qui due esempi di un quadro dello sconforto: il ponte in disfacimento e quindi la civiltà in decadenza. Ancora il ponte come simbolo del primato umano, talora minacciato, talora sconfitto.

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Spesso per sottolineare lo stupore di fronte all’opera faraonica erano esalate le dimensioni dell’opera, nella proporzione con le figure umane presenti
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ColleoniCappella

Fu Bartolomeo Colleoni a volere fosse costruita la Cappella che porta il nome del suo casato, pensandola come proprio mausoleo. Validi operai edili, guidati dall’architetto Alessio Agliardi, la eressero nel XV secolo, dando forma al progetto di Giovanni Antonio Amadeo di un’elegante chiesa rinascimentale, terminandola nel 1476, pur se non interamente completata, in quanto parte delle opere vennero solo successivamente aggiunte. Al termine la pregevole Cappella sarebbe stata dedicata ai Santi Bartolomeo, Marco e Giovanni Battista. La costruzione del complesso monumentale sarebbe iniziata nel corso del 1472 con l’abbattimento della sagrestia di Santa Maria Maggiore e del porticato antistante. Si trova sulla piazza del Duomo di Bergamo alta, addossata alla basilica di Santa Maria Maggiore. La cappella è formalmente un luogo cristiano ma sostanzialmente un mausoleo, apoteosi della forza e del trionfo di un imperatore, il Colleoni, discendente da Ercole come amava definirsi.

Originariamente il terreno dove è stata edificata la cappella aveva tre destinazioni: vi erano una piccola cappelletta, il cimerchium chiuso da cancellata che era il luogo dove venivano conservati gli arredi liturgici di valore che non erano d’uso comune. La Cappella Colleoni rappresenta uno straordinario esempio di fusione tra la cultura lombarda e quella veneziana: fu infatti eseguita in territorio veneziano per il Capitano Generale delle truppe della Serenissima da un artista lombardo a capo di maestranze lombarde. A Venezia e alle cupole di San Marco si deve la scelta di strutturare le pareti esterne della cappella con marmi policromi e di disporli in modo da creare un effetto di chiaroscuro. La struttura è un concentrato incredibile di opere d’arte. Al suo interno si trovano la statua equestre del condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, i sarcofagi interamente intarsiati nel marmo, la pala d’altare di Lorenzo Lotto e gli affreschi di Giambattista Tiepolo. La Cappella Colleoni è conosciuta e apprezzata an-

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è un concentrato incredibile di opere d’arte
Al suo interno la statua equestre del condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni, la pala d’altare di Lorenzo Lotto e gli affreschi di Giambattista Tiepolo

Consultando testi che approfondiscono storia e caratteristiche della Cappella Colleoni, che dona valore aggiunto alla suggestiva e intrigante Bergamo, apprendiamo che i pilastri, che hanno alla base delle teste di leoni, sostengono un primo sarcofago con bassorilievi con scene della crocefissione di Cristo; sopra vi è un secondo sarcofago, di cui è ignota la destinazione, sostenuto da tre statue, anch’esso con bassorilievi che raffigurano le scene dell’Annunciazione, della natività di Cristo e dell’adorazione dei Re Magi. La statua equestre del condottiero in legno dorato, realizzata da Sisto e Siry da Norimberga nel 1501 al prezzo di 1.600 ducati d’oro, sostituì quella in pietra che creava problemi di instabilità a causa del suo peso con delibera del 17 gennaio 1493, ed è posta a conclusione della struttura piramidale del monumento. Il sarcofago superiore e la statua equestre affiancata dalle statue di Dalila e Giuditta, che vi poggiano, sono racchiusi da un arco sorretto da due coppie di leggere colonne portate da basi di marmo rosso scolpito,

il tutto su uno sfondo turchino che restituisce un insieme policromo di eccezionale eleganza e bellezza. Il monumento funebre di Medea, figlia prediletta del Colleoni, morta il 6 marzo 1470, anch’esso opera dell’Amadeo, si trova sulla parete di sinistra. Gli affreschi dei pennacchi, delle lunette e della cupola riproducenti Episodi della vita di San Giovanni Battista, di San Marco e di San Bartolomeo sono di Giambattista Tiepolo, che li realizzò tra il 1732 e il 1733 su incarico dei Reggenti del Luogo Pio della Pietà Bartolomeo Colleoni e con l’aiuto di Francesco Capella. Le lunette sono state restaurate nel 1996. Il sarcofago ha avuto la collocazione attuale solo nel 1842, quando è stato trasferito dal santuario Madonna della Basella di Urgnano dove si trovava fino a quella data. Sotto il monumento, il bancale in noce con tarsie bibliche è opera di Giacomo Caniana 1785. Il presbiterio, a cui è annessa una piccola sagrestia, ha un altare scolpito da Bartolomeo Manni nel 1676 su cui sono le statue dei santi Giovanni Battista, Bartolomeo apostolo e Marco Evangelista.

che per la presenza al suo interno dei preziosi intarsi in legno, progettati da Lorenzo Lotto, uno dei più grandi artisti del Rinascimento italiano, che raffigurano scene bibliche e mitologiche. La sua decorazione di questo capolavoro del Rinascimento italiano è composta da marmi rossi e bianchi che creano un effetto di chiaroscuro.

La facciata è divisa in tre parti da quattro lesene corinzie che sostengono un timpano triangolare. Al centro della facciata si trova il portale d’ingresso, sormontato da una lunetta affrescata con l’Annunciazione. Sopra il portale si trova una finestra circolare che illumina l’interno della cappella. L’abbattimento della sagrestia di Santa Maria Maggiore per fare posto al mausoleo ha fatto discutere gli storici, dando vita a posizioni diverse. Una parte degli studiosi, ad esempio, si è chiesta se sia stato un atto di soldatesca arroganza del Colleoni, stanco delle lungaggini burocratiche che ritardavano l’inizio dei lavori, o sia avve-

nuto con l’accordo degli amministratori della chiesa. Colleoni aveva chiesto l’autorizzazione all’amministrazione comunale per l’edificazione del mausoleo in un posizione non ben identificata dato le varie modifiche che la chiesa, e i palazzi che la circondano hanno subito nel tempo, forse era proprio il palazzo della Ragione, oggetto della demolizione, che si trovava in urgente necessità di restauro, cosa che avverrà nei primi anni del Cinquecento su progetto di Pietro Isabello. La lettura del mastro di contabilità della nuova sagrestia laddove dice che la precedente era stata “ruinata” ha fatto nascere quella che monsignor Angelo Meli, uno dei maggiori studiosi della Cappella, definisce la leggenda dell’intervento armato. “Si è inteso il termine “ruinata” come conseguenza dell’azione violenta del potere militare mentre voleva esprimere solamente il fatto fisico dell’abbattimento in sé senza con ciò volerlo derivare da un’azione di forza”.

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28 luglio/agosto/2023
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Imprese curando gli aspetti fiscali, legali e finanziari fi rese

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risposte in tempo reale.

Chi fosse interessato ai servizi NK può fin da ora contattare

oppurepureilDottNicolòMariniresponsabiledelTTe il Dott. Nicolò Marini, responsabile del T ricomassardi@ancebresciait-030399133) (enrico.massardi@ancebrescia.it - 030 399133), . Enrico Massardi o EnricoMassard iM Bi AnceBresciailR in Ance Brescia il Rag

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Analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2017-2021

30 luglio/agosto/2023

Lo studio che nasce dall’impegno congiunto di Ance Brescia, Ordine dei dottori Commercialisti e Camera di Commercio per fare sintesi dei dati che emergono dai bilanci presentati dalle imprese bresciane del settore delle costruzioni. Una panoramica sul settore che promuove una riflessione sull’evoluzione dell’edilizia a livello provinciale

luglio/agosto/2023 31

focus analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane

Numeri in regola per un sostenibilecostruito

Presentata la nuova edizione dell’analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane 2017-2021, studio che coinvolge Ance Brescia, Ordine dei dottori Commercialisti e Camera di Commercio con l’obiettivo di delineare ogni anno una panoramica aggiornata sullo stato di salute e sulla solidità del settore delle costruzioni. Grazie all’esame dei bilanci presentati dalle aziende iscritte al Registro imprese di Brescia e appartenenti al settore “F Costruzioni”, ripartito nelle tre divisioni: “F41 Costruzione di edifici”, “F42 Ingegneria civile”, “F43 Lavori di costruzione specializzati” secondo l’attuale classificazione delle attività economiche ATECO2007, l’analisi ha descritto il quadro generale del com-

parto della provincia di Brescia riscontrando un positivo impatto sui dati reddituali e patrimoniali delle imprese. Dall’esame delle realtà che nel quinquennio 2017-2021 hanno depositato in ogni anno il bilancio di esercizio, emerge infatti una progressiva crescita dei principali parametri reddituali (sia in termini di volumi, sia in termini di marginalità) e della struttura patrimoniale determinata, da un lato, dalle politiche introdotte dal Governo per incentivare i lavori di ristrutturazione e, dall’altro, dall’incremento dei costi di acquisto dei beni e dei servizi. Al gruppo di lavoro hanno partecipato il ragionier Enrico Massardi per Ance Brescia, la dottoressa Maria Elena Russo per la Camera di Commercio e

Massimo Angelo Deldossi

Presidente Ance Brescia

Questo nuovo volume, sintesi quinquennale aggiornata che offre un esame economico-finanziario prospettico della struttura imprenditoriale del territorio, analizza una serie di indicatori che ci permettono di valutare lo stato di salute dell’edilizia bresciana, nel confronto con dati regionali e nazionali, per tracciare possibili percorsi di crescita. Come evidenzia l’analisi sui bilanci delle imprese edili bresciane nel quinquennio 20172021, emerge un progressivo aumento dei principali parametri reddituali e della struttura patrimoniale. In risposta alle criticità del biennio 2021-2022, l’edilizia ha reagito, anche sostenuta dai numerosi bonus per la Casa, favorendo quel dinamismo imprenditoriale che tanto caratterizza il nostro territorio, con una crescita di servizi del 5,8% e del settore delle costruzioni dell’1,5%. Un generale stato di benessere che si è tradotto positivamente anche in termini di occupazione: rispetto al 2019, il numero degli addetti delle imprese del comparto è cresciuto, a fine 2022, del 13,3%.

Severino Gritti

Presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili di Brescia

Questa nuova pubblicazione si inserisce nel solco di un lavoro consolidato, reso possibile dalla collaborazione tra più istituzioni, tutte interessate a mantenere sempre viva ed aggiornata la “fotografia” dello stato di salute delle imprese di costruzione del territorio bresciano. Si tratta di un’attività di studio e di monitoraggio ritenuta opportuna in funzione della crucialità che il settore costruttivo ricopre per il nostro territorio, per il numero di addetti e per l’effetto indotto prodotto su altri settori.

L’economia non è una scienza esatta, ma è attraverso i numeri che comunque possono essere letti i fenomeni evolutivi delle imprese. La lettura aggiornata di questa analisi, estesa al 2021, anno di transizione tra la crisi Covid e il recupero di una auspicata normalità, mostra un consolidamento del numero di imprese del settore (tornate intorno ai numeri del 2017) ma soprattutto un incremento del numero degli addetti.

32 luglio/agosto/2023

i dottori commercialisti Patrizia Apostoli, Rosa Billone, Simona Cherubini, Davide Felappi, Tommaso Fornasari, Mario Gaburri, Francesco Landriscina, Diego Rivetti, Grazia Savelli e Giovanni Simonelli per l’Ordine di Brescia.

Dopo gli interventi tecnici di alcuni membri del comitato tecnico-scientifico, hanno preso la parola Fabio Rizzinelli, vicepresidente Ance Brescia; Severino Gritti, presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili di Brescia e Roberto Saccone, presidente della Camera di Commercio di Brescia.

Quest’anno l’analisi si arricchisce con le dinamiche che hanno caratterizzato il settore delle costruzioni bresciano nel triennio 2020-2022. Lo studio si focalizza sugli effetti che

l’emergenza sanitaria e i vari incentivi al comparto, adottati per contrastare la crisi causata dalla pandemia, hanno avuto sull’andamento della nati-mortalità imprenditoriale e occupazionale del comparto edile, anche alla luce delle difficoltà sopravvenute a seguito del nuovo shock causato dal conflitto bellico scoppiato a inizio 2022.

Il volume descrive, inoltre, l’andamento economico e patrimoniale delle imprese edili bresciane nel quinquennio 2017-2021, utilizzando la tecnica dell’analisi di bilancio applicata all’aggregato dei valori dei bilanci delle imprese tenute alla pubblicità legale dei conti. Un’altra sezione inedita è invece dedicata alla sostenibilità per il settore edile, argomento che sta assumendo centralità sempre maggiore negli assetti organizzativi delle imprese e che, in prospettiva, diverrà altrettanto importante rispetto all’informazione finanziaria, in quanto le attività svolte possono impattare in modo significativo sull’ambiente e sulla comunità di riferimento.

Roberto Saccone

Presidente della Camera di Commercio di Brescia

Il settore edile è oggi in prima linea nella principale sfida che le imprese si trovano ad affrontare nella prospettiva del loro sviluppo e del loro consolidamento sui mercati, ovvero quella della sostenibilità. Proprio in quest’ambito, sta portando avanti rilevanti innovazioni e rappresenta un importante punto di riferimento anche per diversi altri comparti produttivi.

I temi legati alla bioedilizia o alla bioarchitettura, sono ormai all’ordine del giorno per molte aziende del settore, la cui importanza è cresciuta nel tempo in relazione all’esigenza di progettare, realizzare e gestire gli edifici con materiali, tecniche e fonti di energia che riducono, al massimo possibile, l’impatto ambientale. Si registra, infatti, su questi aspetti, la crescente sensibilità di un’opinione pubblica sempre più attenta a migliorare la qualità della vita e dell’ambiente. Anche sotto questo profilo, come sempre in passato, il settore edile saprà senz’altro dimostrare la sua capacità di adeguarsi alle mutate esigenze dei cittadini e fornire il suo contributo alla creazione di un nuovo modello di sviluppo economico.

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Nonostante l’emergenza Covid-19, la fase di ripresa iniziata nel 2019 non si è fermata nel 2020, anzi il settore delle costruzioni bresciano riporta il primo risultato positivo, seppur moderato dopo otto anni di costante flessione
INIZIATIVA COFINANZIATA E PATROCINATA DALLA CAMERA DI COMMERCIO DI BRESCIA
otti 4 - ezz ia P V . + 39 030 89 Tel V ) | o (BRESCIA dr 25030 A w.creapisci w 9 81 380 - w ella, 6/A -2506 iume M ia F ea.bs.ito@cr .it - inf ne cina (BRESCIA ar illa C V 9 )

Il punto sull’edilizia bresciana

Nonostante l’emergenza sanitaria Covid-19, la fase di ripresa iniziata nel 2019 non si è fermata nel 2020, anzi il settore delle costruzioni bresciano riporta il primo risultato positivo, seppur moderato (+0,1% il numero delle imprese; + 0,5% gli addetti), dopo otto anni di costante flessione. Nella seconda metà del 2020, per contrastare la crisi economica generata dalla pandemia, sono stati adottati diversi incentivi per gli interventi sul patrimonio residenziale che hanno stimolato l’iniziativa imprenditoriale, portando un rimbalzo degli avvii d’impresa e dell’occupazione del settore che ha permesso di chiudere il 2021 con un numero di imprese edili operative in provincia pari a 18.310 unità e 42.641 addetti, in aumento, rispetto al 2020, rispettivamente del 2,1% e del 10,1%.

Tuttavia, la rapidità della ripresa occupazionale ha procurato un consistente aumento delle difficoltà nel reperire manodopera specializzata. Il fenomeno ha riguardato tutti i settori economici della provincia, ma nel settore delle costruzioni è stato particolarmente intenso anche per effetto della perdita di forza lavoro che ha interessato il settore nel decennio precedente. Nel confronto con il 2019, il mismatch tra domanda e of-

Andamento delle imprese del settore delle costruzioni a Brescia

L’attuale struttura del settore, con riferimento all’attività prevalente svolta dalle imprese di costruzioni bresciane, sulla base dei codici ATECO (sezione F, dal 41 al 43,) è il risultato dei cambiamenti in atto per effetto della profonda crisi economica del decennio scorso e della crisi pandemica del 2020. Il comparto dei “lavori di costruzione specializzati” (F43) è il segmento che ne ha meno risentito. Nel quinquennio osservato ha mostrato una crescita costante sotto l’effetto combinato degli incentivi fiscali legati alla riqualificazione del patrimonio abitativo esistente, adottati prima della crisi pandemica, e delle nuove misure per gli interventi sul patrimonio residenziale (tra cui quelli relativi al Superbonus 110%). A fine 2021 il comparto dei lavori di costruzione specializzati contava 12.169 imprese: il 2,1% in più sul 2020 e l’1,3% sul 2017. Ne deriva che le imprese che operano in tale ambito, che è il comparto più numeroso del settore delle costruzioni in provincia, hanno acquisito incidenza, passando da una quota del 65,5% del 2017 al 66,5% del 2021.

ferta nelle costruzioni è aumentato di quasi 17 punti percentuali a fronte dell’aumento di 4 punti percentuali che ha riguardato l’insieme dei settori economici. In base ai dati dell’indagine Excelsior condotta da Unioncamere, nelle costruzioni nel 2021 quasi il 45% dei profili richiesti è stato difficile da reperire.

Per il comparto delle attività che si occupano in via prevalente di “costruzione di edifici” (F41), le crisi che si sono avvicendate in questo quinquennio hanno avuto effetti opposti: nel periodo 2017-2020 le imprese attive in tale ambito hanno continuano a diminuire, a prosecuzione di un percorso di ridimensionamento in atto da diversi anni. Nel 2021 le imprese della classe F41 tornano a crescere totalizzando in un solo anno un incremento del 2,1% attestandosi a 5.966 attività, che rappresentano il 32,6% delle imprese del settore edile bresciano a fronte del 33,6% del 2017.

nnn

Sulla base dei criteri di selezione applicati dall'analisi, sono stati elaborati 13.636 bilanci nel periodo 2017-2021.

Anche il segmento dei lavori di ingegneria civile (F42), in cui rientrano le imprese che svolgono opere di costruzione di strade e ferrovie e opere di pubblica utilità, nel periodo 2017-2020 ha riportato un andamento pressoché decrescente, mentre nel 2021 ha contributo alla dinamicità del settore crescendo del 4,8% sul 2020 e dell’1,2% sul 2017, attestandosi a 175 realtà imprenditoriali pari all’1% delle aziende edili della provincia.

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delle imprese
analisi economico-finanziaria
edili bresciane
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Alcuni dati estratti dall’analisi pubblicata
Inquadra il QR Code e scarica il volume
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focus analisi economico-finanziaria delle imprese edili bresciane

La struttura organizzativa e dimensionale

Tra le trasformazioni vissute dal settore delle costruzioni, nell’ultimo quinquennio, vale la pena osservare l’aspetto organizzativo delle imprese attraverso la forma giuridica scelta. Nel periodo preso in considerazione si è assistito alla diffusione di forme organizzative più strutturate, che si sono sostituite alle forme più semplici. Si tratta di un fenomeno che, pur scontando gli effetti dei cambiamenti normativi, è da considerarsi indicativo di un’evoluzione del sistema verso forme più sofisticate d’impresa.

Tra il 2017 e il 2021 l’espansione delle società di capitali (+14,7%) ha incrementato il peso delle stesse all’interno della struttura organizzativa: nel 2017 incidevano per il 25% per aumentare al 28,7% nel 2021. Nel dettaglio, il 74% delle società di capitali, a fine 2021, rimane composto dalle Srl ordinarie, cresciute nel periodo osservato del 13,4%. Le società a responsabilità limitata semplificata raggruppano il 12,9% e con socio unico il 12%, mentre le Spa rappresentano una minoranza (0,9%) e nello spesso periodo hanno segnato importante arretramento (11,8%).

La ditta individuale si mantiene la forma più scelta per fare impresa nel settore delle costruzioni, ma nell’ultimo decennio è diminuita progressivamente. A fine 2021 si contano 10.652 ditte individuali, il 3,3% in meno in confronto al 2017. Lo stesso periodo è caratterizzato dalla costante riduzione delle società di persone, che risultano essere poco più di 2.100 (il 12,8% in meno rispetto al 2017). Il settore delle costruzioni è caratterizzato dalla presenza di piccole realtà imprenditoriali, dove quasi sei imprese su dieci sono com-

Grafico 51: Andamento del numero delle imprese e degli addetti del settore delle costruzioni bresciano

In termini di valore della produzione, le società di capitali della provincia di Brescia esaminate rappresentano il 3,32% del valore nazionale e il 12,80% di quello regionale, mentre numericamente costituiscono il 2,5% delle società di capitali a livello nazionale e il 13,01% a livello regionale

Grafico 52: Andamento della composizione % per comparti di attività del settore delle costruzioni bresciano

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100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0 2017 2018 2019 2020 2021 2022 Società di Capitali Altre forme Società di Persone Imprese individuali 25,0 13,3 60,7 26,1 13,1 59,8 26,9 12,7 59,4 27,7 12,2 59,2 28,7 11,6 58,8 29,4 11,4 58,3 Fonte:
Grafico 53: Andamento della composizione % per organizzazione giuridica del settore delle costruzioni bresciano nel periodo 2017-2022
Elaborazioni Ance Brescia su dati Registro imprese di Brescia-Infocamere
nel periodo 2017-2022 Fonte: Elaborazioni Ance Brescia su dati Registro imprese di Brescia-Infocamere 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0 2017 2018 2019 2020 2021 2022 F 43 Lavori di costruzione specializzati F 42 Ingegneria civile F 41 Costruzione di edifici 65,5 33,6 65,7 33,4 66,2 32,8 66,5 32,6 66,5 32,6 67,0 32,0
nel periodo 2017-2022 18.600 18.400 18.200 18.000 17.800 17.600 17.400 17.200 17.000 46.000 44.000 42.000 40.000 38.000 36.000 34.000 32.000 201720182019202020212022 18.336 18.016 17.919 18.180 Numero addetti Numero imprese 36.845 38.544 38.744 42.641 37.395 43.686 18.310 17.928 Fonte: Elaborazioni Ance Brescia su dati Registro imprese di Brescia-Infocamere

nnn

La sostenibilità per il settore delle costruzioni edili

La sostenibilità è diventata un tema centrale per le aziende del settore delle costruzioni, poiché le attività svolte da queste imprese possono avere un impatto significativo sull’ambiente e sulla società.

Alcuni aspetti della sostenibilità imprescindibili per le aziende del settore costruzioni sono la gestione sostenibile dei materiali, l’efficienza energetica, l’impatto ambientale del cantiere, la sicurezza e il benessere dei lavoratori e la responsabilità sociale.

Le associazioni di categoria delle imprese edili, come Ance Brescia, possono svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere la sostenibilità nel settore delle costruzioni. In particolare, Ance Brescia:

1) promuove la formazione e la sensibilizzazione sui temi della sostenibilità tra i propri membri, fornendo informazioni sulle migliori pratiche e sulle tecnologie innovative disponibili per la costruzione di edifici sostenibili;

2) collabora con le autorità locali, le organizzazioni ambientali e le altre parti interessate per sviluppare linee guida e standard di sostenibilità per il settore delle costruzioni;

3) sostiene i propri associati nella valutazione dell’impatto ambientale dei loro progetti, ad esempio attraverso l’adozione di sistemi di certificazione ambientale come Leed (Leadership in Energy and Environmental Design) o Breeam (Building Research Establishment Environmental Assessment Method);

4) promuove l’adozione di materiali e tecnologie sostenibili nelle costruzioni, ad esempio attraverso l’organizzazione di fiere e workshop dedicati alla presentazione di prodotti eco-compatibili e a basso impatto ambientale;

5) rappresenta il settore delle costruzioni in sede legislativa e istituzionale per promuovere politiche pubbliche che favoriscano la sostenibilità, come incentivi fiscali per la costruzione di edifici sostenibili o l’adozione di norme edilizie che promuovano la sostenibilità.

Analisi dei report di sostenibilità delle aziende edili bresciane

poste da un solo addetto. Tuttavia, le dinamiche del periodo in esame hanno avuto riflessi evidenti anche sulla struttura dimensionale del comparto. L’avvio di nuove realtà imprenditoriali e, soprattutto, l’aumento dell’occupazione nelle imprese esistenti hanno avuto effetti significativi: le imprese di grandi dimensioni (50 addetti e più) nel 2021 sono cresciute sul 2020 attestandosi allo 0,5% del totale delle imprese del settore (era lo 0,4% nel 2017); le medie imprese (10-49 addetti) incrementano la loro base sul 2020 contando il 5,5% delle imprese edili (erano il 4% nel 2017). Le imprese con un solo addetto sono passate dal 62,8% del 2017 al 61,4% del 2021. Le imprese con 2-9 addetti mantengono stabile la loro quota attestandosi al 32,6% del totale.

Risultano ancora molto poche le aziende edili della provincia di Brescia che redigono il report di sostenibilità su base volontaria.

I pochi esempi disponibili presentano una panoramica delle attività svolte dalle aziende in termini di sostenibilità, con un focus particolare sulla riduzione delle emissioni di CO2 e l’adozione di comportamenti rispettosi del pianeta.

Le imprese dichiarano di aver adottato una strategia di sviluppo sostenibile, basata su efficienza energetica, diminuzione delle emissioni di gas serra, gestione responsabile delle risorse naturali e adozione di pratiche etiche e trasparenti.

Altre aziende adottano una politica di gestione sostenibile dei propri immobili e investono nella costruzione di edifici ad alta efficienza energetica.

Particolare enfasi è riservata all’adesione a programmi di responsabilità sociale d’impresa, finalizzati alla promozione di attività di solidarietà e collaborazione con enti e associazioni per il raggiungimento di obiettivi di interesse pubblico. Alcuni report includono anche una sezione dedicata alla governance sostenibile, in cui si evidenzia il ruolo degli organi di amministrazione e di controllo nella promozione di comportamenti sostenibili all’interno dell’azienda.

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A pagina 35, dall'alto, Livia Randaccio, Enrico Massardi e Maria Elena Russo. Qui, nello stesso ordine, Rosa Billone, Tommaso Fornasari e Simona Cherubini

social network

Negli ultimi anni, i social media hanno rivoluzionato il modo in cui le imprese interagiscono con il pubblico, e l’industria edilizia non fa eccezione. Più che semplici piattaforme di condivisione di foto e status, i social media si sono trasformati in strumenti essenziali per la

comunicazione, il marketing e la costruzione di relazioni con i clienti. Nell’ottica di sfruttare tale strumento per promuovere un’immagine del settore più moderna e attrattiva anche per i giovani, Ance Brescia ha firmato una nuova collaborazione con la giovane realtà digitale,

Il sistema edile bresciano approda sui social

Ingegneria Italia, per la gestione dei propri canali online. L’accordo nasce con l’obiettivo di comunicare l’edilizia in chiave innovativa, evidenziando il cambiamento intrapreso negli ultimi anni attraverso video, immagini e messaggi in grado di

raccontare con efficacia le tecniche al servizio delle costruzioni. Un viaggio insieme ai protagonisti del settore dalle imprese, ai tecnici, progettisti e lavoratori per mettere in risalto e far conoscere ogni aspetto dell’opera edile dal pratico al teorico sino anche al normativo. Sui

Instagram, Facebook, Linkedin, Youtube e… Tiktok. Ance Brescia, Cape ed Eseb, rafforzano la propria presenza sulle piattaforme online per comunicare l’edilizia in chiave moderna e innovativa

“Il progetto mira a creare e consolidare una forte presenza sui principali canali social. L’obiettivo è aumentare la visibilità dell’associazione e coinvolgere un pubblico più ampio, composto sia da professionisti del settore edile che cittadini interessati a tematiche edilizie che data la loro natura interessano tutti! La strategia comprende due aspetti principali: analisi dettagliata del pubblico target e delle tendenze nel settore edile sui social media. Questo ci aiuta a identificare gli aspetti chiave da comunicare e le piattaforme più adatte per raggiungere il pubblico desiderato. Altro aspetto essenziale è l’interazione attiva con la comunità online, rispondendo alle domande, parteci-

pando a discussioni e promuovendo un dialogo costruttivo. Il coinvolgimento dei follower è fondamentale per costruire una relazione autentica e duratura” dichiara Marco Ruocco cofounder di Ingegneria Italia.

I canali già attivi e gestiti dell’Associazione sono: Instagram (@ancebrescia), Linkedin (ANCE Brescia — Collegio dei Costruttori Edili) e Youtube (Ance Brescia). Prossimamente verrà aperto anche il nuovo canale su Tik tok, la piattaforma di condivisione dei contenuti video in voga fra gli adolescenti, per coinvolgere il pubblico dei giovanissimi e potenziali costruttori del futuro.

Per seguire il canale Instagram di Ance Brescia occorre cercare dall’applicazione, nell’apposita

sezione di segnalata dall’icona della lente di ingrandimento, la pagina @ancebrescia. Una volta raggiunta basterà cliccare il tasto “Segui” sotto il nome del profilo. Anche per Linkedin il primo passo da fare è ricercare la pagina di Ance Brescia inserendo il nome nella barra di ricerca, per poi cliccare il pulsante “Segui”. Identica procedura è richiesta per Youtube con un’unica differenza: al posto del seguire la pagine è richiesto di iscriversi al canale. Dunque, basterà cliccare sul canale iscriviti per ricevere gli aggiornamenti tempestivi. Sul sito dell’Associazione è possibile scaricare una guida esaustiva con tutti i passaggi necessari.

Una presenza social anche per gli enti bilaterali

Come Ance Brescia anche gli enti bilaterali Eseb e Cape si sono aperti al mondo di opportunità divulgative offerto dai social. Una presenza che punta a dare rilievo alle attività e ai servizi rivolti al settore dell’edilizia. Le piattaforme scelte dalla scuola edile sono Facebook (Ente Sistema Edilizia Brescia), Instagram (@entesistemaediliziabrescia) e Youtube (@Ente Sistema Edilizia Brescia). I contenuti pubblicati promuovono le numerose attività svolte durante l’anno dall’ente, con un focus specifico sui giovani i veri protagonisti del futuro. La formazione sul campo, i laboratori, le viste guidate e le informazioni di aggiornamento del settore, sono solo alcuni dei contenuti che trovano spazio nei propri profili. Un

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canali digitali di Ance Brescia troveranno spazio anche le attività e i servizi dell’intero sistema edile bresciano, inclusi gli enti bilaterali Eseb e Cape, allo scopo di diventare un punto di riferimento digitale rappresentativo del settore delle costruzioni.

Ingegneria Italia è nata due anni fa circa dall’incontro tra Marco Ruocco, Mattia Alberti e Antonino Giacobbe. Al team vincente si è aggiunto in seguito anche un imprenditore locale, Alvise Mori. Insieme hanno aperto i primi canali social creando contenuti che parlassero di ingegneria dato che in Italia non c’erano canali. Intuizione premiata dal pubblico che li hanno seguiti in massa. Oggi creano e curano i contenuti di numerose aziende, facendo formazione su questi temi e aiutando i partner a creare delle community attorno a loro. I contenuti realizzati sono puramente divulgativi. Il futuro? Difficile a dirsi come evolverà la situazione, sicuramente il progetto continuerà diversificando l’offerta con una parte di formazione specifica e servizi specialistici.

modo per rafforzare la propria identità e raggiungere in modo moderno e innovativo i giovani, le imprese e il pubblico d’interesse. Un esempio pratico? Il nuovo Decalogo per la sicurezza in cantiere. Dieci video tutorial pubblicati online su Youtube e divulgati anche su Instagram e Facebook, per spiegare le misure di sicurezza da rispettare nei cantieri. I filmati brevi, massimo cinque minuti, sono realizzati in diverse lingue selezionate fra quelle più parlate, oltre all’italiano, tra gli addetti del settore bresciano. Non per ultimo si ricorda la collaborazione stretta con il comico bresciano Vincenzo Regis per la divulgazione in chiave dinamica ed efficace, attraverso le piattaforme online e il proprio canale seguito da numerosi follower, gli eventi e le attività promosse dalla Scuola edile rivolte ai giovani e alle proprie famiglie.

Risale ad un periodo più recente la scelta per Cape di scendere in campo e attivare le proprie pagine social. Lo scopo è avvicinarsi all’utenza senza per questo sostituire i servizi comunicativi e di interscambio già operativi, anzi rafforzando la propria presenza al fianco delle imprese e dei lavoratori del settore edile bresciano. Nell’ottica del processo di digitalizzazione già avviato, si aggiunge un nuovo canale di aggiornamento e informazione dei servizi e delle attività. La chiave strategica del lavoro di pubblicazione è informare gli utenti delle scadenze, degli aggiornamenti e dei servizi rivolti ai propri iscritti. Trovano poi spazio anche contenuti di approfondimento che raccontano la longeva storia della Cassa edile bresciana, per comunicare la propria identità e il ruolo fondamentale ricoperto nel settore a tutela della legalità, della qualità e sicurezza. Le pagine di Cassa edile Brescia sono registrate sia su Instagram che su Facebook sotto il nome @cassaedilebrescia.

I vantaggi con un corretto utillizzo

Consigli per le imprese edili

L’utilizzo strategico dei social può portare significativi vantaggi per le imprese edili. Una presenza forte e coinvolgente sulle piattaforme può aiutare a promuovere l’immagine dell’azienda, a costruire relazioni con il pubblico, a trovare nuove opportunità di business, a monitorare la percezione del marchio e a individuare nuove tendenze e innovazioni. L’industria edilizia può sfruttare appieno i vantaggi dei social media per crescere e prosperare in un contesto di comunicazione digitale sempre più rilevante. Non esiste una ricetta magica per le imprese che vogliono affermare la propria identità nel mondo dei social, ma ci sono alcuni aspetti chiave che possono aiutare a definire una strategia efficace. Il primo consiglio è definire degli obiettivi chiave che aiutino a misurare il successo delle attività svolte, in questo può essere utile individuare il proprio pubblico di riferimento, per selezionare le piattaforme social più adatte al proprio settore. “Non è necessario essere presenti su tutte le piattaforme, ma concentrarsi su quelle che hanno maggiore rilevanza per il business” suggerisce Ruocco. Il secondo step più operativo è creare contenuti di qualità originali, informativi e coinvolgenti che rispondano agli interessi e alle esigenze del proprio pubblico. “Non bisogna dimenticare che è importante mantenere una presenza costante sui social media e pubblicare contenuti con una certa frequenza. La coerenza è fondamentale per mantenere l’attenzione del pubblico. Inoltre, occorre rispondere tempestivamente ai commenti, alle domande e ai messaggi privati. L’interazione attiva dimostra attenzione e interesse verso la comunità” conclude il cofounder di Ingegneria Italia.

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Cauto ottimismo per i settori manifatturieri

Persistono difficoltà di accesso al credito e sui mercati esteri. In tema di occupazione, le aziende bresciane faticano a trovare personale, ma cresce il tasso di turnover

Segnali incoraggianti, altri che alimentano prospettive all’insegna di una possibile recessione considerato anche quanto, ancora, sta succedendo a livello internazionale: il made in Brescia continua la sua sfida all’insegna di luci e ombre senza per questo sminuire impegno e volontà. Un primo incoraggiamento emerge dal quadro delineato dalla recente analisi congiunturale realizzata dal Servizio Studi della Camera di commercio territoriale. Le imprese manifatturiere della provincia sembrano aver conservato un cauto ottimismo: sia l’industria, che l’artigianato, hanno registrato nel primo trimestre di quest’anno una variazione positiva su base annua (rispettivamente +1,9% e +4,1%). Le previsioni delle imprese industriali si mantengono positive e in miglioramento sui livelli di fiducia di fine 2022. Risultano soddisfacenti pure riguardo alla ripresa de-

gli ordini. Anche gli imprenditori artigiani evidenziano un miglioramento delle aspettative. Nel terziario, il fatturato nei primi tre mesi dell’anno prosegue nel percorso di crescita: più intenso per il commercio al dettaglio che riporta una variazione, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del 6,5%. Per i servizi il trimestre si chiude con una crescita del fatturato su base annua del 3,5%.

Ma l’ente camerale, sulla base di un’indagine condotta con Unioncamere Lombardia, ha messo in evidenza anche le crescenti difficoltà per le imprese in tema di accesso al credito: risentono delle perduranti problematiche connesse a un livello di inflazione ancora troppo elevato, con la conseguente dinamica del rialzo dei tassi di interesse portata avanti dalla Bce. Le aziende, nell’ultimo anno, hanno in effetti evidenziato una sostanziale crescita dei costi

Industria- fatturato variazioni tendenziali, ultimi 4 trimestri

Fatturato totale Fatturato estero

nnn

Brescia si conferma come la quarta provincia italiana per valore dell’export e quinta per valore del saldo commerciale.

40 luglio/agosto/2023 economia
n Brescia n Lombardia

connessi alla richiesta di prestiti, causata proprio dall’incremento dei tassi applicati. Ciò è particolarmente evidente nel settore dell’industria, dove circa il 70% delle società segnala un peggioramento degli oneri complessivi del finanziamento. Una conferma, su questo fronte, è arrivata dalle stime aggiornate fatte dal Centro Studi di Confindustria Brescia: prevedono, nel 2023 per il made in Brescia del comparto indu-

Aspettative fatturato Brescia (frequenze)

striale, oneri finanziari legati al credito di almeno 500 milioni di euro, con un +125% sul 2022 (quando il «peso» era stato di 220 milioni di euro), in progresso del 70% rispetto sul 2021.

Un’altra sfida non indifferente per il made in Brescia è legata al tema dell’occupazione, con le costanti difficoltà a far incrociare al meglio domanda e offerta di lavoro: dall’indagine presentata da Confindustria Brescia risulta che il 56% delle aziende ha difficoltà a trovare personale. A Brescia cresce il tasso di turnover, che si è attestato nel 2022 al 24,8%, mostrando un sensibile aumento rispetto all’anno precedente (21,1%). In significativa accelerazione, sul territorio provinciale, anche il turnover volontario, salito al 6,7%, nei confronti dell’anno precedente (4,7%) e del 2019 (4%); sempre nel 2022, lo smart working ha interessato il 45% delle imprese bresciane e ha coinvolto il 25% dei dipendenti potenziali.

In questo ambito, comunque, non mancano prospettive che possono mostrare un andamento positivo. Iniziando dal settore delle costruzioni, che riceverà un impulso, “significativo”, ma eterogeneo sul territorio nazionale, dalle risorse del Pnrr, quantificato in 62 mila lavoratori all’anno nel periodo 2023-2026. La stima arriva da uno studio della Banca d’Italia sulla base delle risorse già assegnate alla fine dello scorso anno (43,5 miliardi di euro). Il 70% della domanda di lavoro sarà costituita, scrive lo studio di via Nazionale, da operai specializzati. Nelle regioni dove assumono un peso maggiore gli interventi di ingegneria

civile, sarebbero invece relativamente più richieste professioni tecniche e a elevata specializzazione nei quali le altre tre tipologie di professioni rappresentano ciascuna il 10% circa degli occupati. Diversamente, se si considerano le opere di ingegneria civile, la distribuzione delle figure professionali è meno concentrata, con un aumento sia della quota degli operai semplici, sia di quella delle professioni tecnico-specialistiche. Per quanto riguarda il lato dell’offerta di lavoro, le regioni dove il Pnrr genererebbe una maggiore domanda di lavoro complessiva mostrano anche un ampio bacino di persone in cerca di occupazione con esperienze lavorative nelle costruzioni.

Nonostante le difficoltà internazionali - legate anche al conflitto in Ucraina - la provincia di Brescia si conferma protagonista sui mercati esteri. Nel primo trimestre del 2023, l’export targato Bs si è attestato a 5.566 milioni di euro, il secondo valore più alto di sempre dopo il record del 2° trimestre dell’anno scorso, ed evidenzia una crescita dell’1% su base annua e del 28,7% sull’analogo periodo del 2021. La dinamica nei confronti dei primi tre mesi dell’anno scorso risulta quindi in tenuta, nonostante il significativo calo dei prezzi delle materie prime. Tale aspetto si ripercuote soprattutto per gli acquisti dall’estero, pari a 3.209 milioni, per i quali si assiste a un calo particolarmente rilevante sul periodo gennaio-marzo del 2022 (-14,5%). La tenuta dell’export e la contrazione dell’importcome testimoniano elaborazioni su base Istat - favoriscono un forte incremento per il saldo commerciale, pari a 2.357 milioni, il valore più elevato da quando è disponibile la serie storica (+34% sullo stesso intervallo del 2022). Considerato il quadro delineato dai numeri, Brescia si conferma come la quarta provincia italiana per valore dell’export (dietro Milano, Torino e Vicenza) e quinta per valore del saldo commerciale (dopo Vicenza, Ascoli Piceno, Modena e Bologna).

Considerando un altro indicatore, come quello della Cassa integrazione, il territorio evidenzia anche in questo caso luci e ombre. A maggio, nel bresciano, l’Inps ha autorizzato 1,25 milioni di ore, con una crescita del 52% su aprile e del 24,8% sullo stesso mese dell’anno scorso. Ma il dato è inferiore a quello registrato nei primi tre mesi dell’anno (gennaio 1,75 mln di ore; febbraio 1,48 mln; marzo 2,01) e più basso anche del trimestre settembre-novembre 2022, pur restando su livelli simili.

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Fonte: Unioncamere Lombardia e Servizio Studi della CCIAA di Brescia n Brescia n Lombardia

il futuro dell’edilizia

li, specie nel momento in cui il Codice dei Contratti pubblici introduce il profilo professionale legato al Bim Coordinator all’interno dell’ufficio di direzione dei lavori, forzando la controparte contrattuale ad adeguarsi specularmente.

Il processocreditizio e i cosiddetti criteri Esg

tema della digitalizzazione per l’impresa di costruzioni, sia nell’ottica del proprio sistema di controllo di gestione sia in quella dell’affidamento e dell’esecuzione nel cantiere del contratto pubblico o privato, ha evidentemente due finalità immediate: l’incremento della produttività, agendo sull’ottimizzazione dell’uso delle risorse umane e strumentali; il miglioramento della marginalità (in conseguenza del primo obiettivo) e dell’attrattività nei confronti del capitale umano pregiato, il maggiore fattore competitivo in ogni settore economico, supportato da modelli e da strutture di dati.

Accanto a questi aspetti sussiste, ovviamente, il tema della conformità ai patti contrattua-

Al contempo, tuttavia, deve essere chiaro per l’impresa di costruzioni che la gestione informativa digitale, da molti identificata riduzionisticamente nell’acronimo Bim, non esaurisca l’universo delle molteplici applicazioni e soluzioni digitali che permeeranno il cantiere edile o infrastrutturale nei prossimi anni, rendendolo una entità generatrice di flussi di dati, impiegabili per attività predittive.

Da questo punto di vista, l’impresa di costruzioni dovrà pensare a configurare peculiari profili professionali.

La finalità principale della digitalizzazione, in prospettiva, risiede, però, nella provvista di risorse finanziarie ottenute a condizioni qualificate, attraverso la dimostrazione di conformità, nel processo creditizio, ai criteri legati alla finanza sostenibile in termini Esg: vale a dire di rispetto dei valori legati all’ambiente, alla società e alla governance

Non per nulla, alcune iniziative, attinenti a prassi di riferi-

mento, nonché a protocolli che riguardano anche la fase produttiva del cantiere, sono già state messe in atto o lo saranno prossimamente.

Si tratta di un processo embrionale, anche nell’ottica degli operatori del settore finanziario, specie nel settore dell’ambiente costruito, che avrà probabilmente un carattere incrementale e che potrebbe diffondersi a iniziare dalle grandi operazioni immobiliari.

Tutto ciò richiede, dunque, in primo luogo, la coniugazione degli indicatori finanziari con la declinazione degli indicatori non finanziari, al fine di fornire, da parte dei soggetti imprenditoriali del comparto, disclosure e report che siano il più possibile quantificabili e computazionali e che, perciò, siano intimamente connessi alla digitalizzazione, vale a dire a una dimensione in cui i dati, sempre più strutturati, siano leggibili in quanto informazioni, dagli algoritmi.

Si prefigura, allora, un processo di medio termine, appunto oggi allo stato embrionale, grazie alle crescenti direttive comunitarie sull’argomento che tenderanno nel tempo a estendersi dimensionalmente riguardo alle imprese e che investiranno le intere catene di fornitura.

La finalità principale della digitalizzazione, in prospettiva, risiede, però, nella provvista di risorse finanziarie ottenute a condizioni qualificate, attraverso la dimostrazione di conformità, nel processo creditizio, ai criteri legati alla finanza sostenibile in termini Esg: vale a dire di rispetto dei valori legati all’ambiente, alla società e alla governance

42 luglio/agosto/2023
A che cosa serve la perdigitalizzazione l’impresa di costruzioni?

Tutto ciò presuppone, per il cantiere, oltreché per l’impresa di costruzioni, di dover affrontare due livelli di complessità: il primo, strategico, ovviamente, attiene ai modelli organizzativi, ai rapporti tra professionisti e imprenditori, tra produttori, distributori, assemblatori, costruttori, e ad altri fattori; il secondo, tattico, implica la costituzione di piattaforme digitali e di ecosistemi digitali in cui siano disponibili e reperibili fornitori di prodotti e di servizi capaci di assicurare la compliance con i criteri Esg.

È questo, evidentemente, un processo dagli effetti non certo immediati, ma che dovrebbe indurre le imprese di costruzioni a riflettere sul fatto che occorra iniziare a promuovere la costituzione di un digital market place che sia ESG compliant e che, a partire dalle maggiori operazioni di sviluppo immobiliare, sia necessario esibire indicatori prestazionali attendibili al livello dei modelli organizzativi e reperire risorse materiali e strumentali (dai prodotti con le idonee impronte carboniche ai combustibili non fossili). In questo contesto, la digitalizzazione, ovvero la gestione ottimale dei processi decisionali supportate da dati tendenzialmente strutturati, potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella misura in cui i finanziatori e gli investitori avessero bisogno di esibire risultati quantificabili e accertabili.

Questa è la ragione per cui, Bim, qualunque cosa tale acronimo significhi, a parte, sarebbe importante per il mondo delle imprese di costruzioni immaginare il cantiere sostenibile e digitale come il luogo in cui le risorse finanziarie possano essere utilizzate al meglio allo scopo di perseguire obiettivi che rispecchino valori che si fanno sempre meno nominali e retorici e che, per questo motivo, il dato strutturato appare sempre più cruciale.

In merito, occorre ricordare che la realizzazione di mercati digitali mirati alla conformità ai

criteri Esg richiede che sia approntato un corrispondente data dictionary e che siano definite le opportune tassonomie, ontologie e semantiche. Ciò che le imprese di costruzioni necessitano è la capacità di considerare la digitalizzazione come il principale elemento di mitigazione del rischio che, in questo caso, si potrebbe inverare nell’impossibilità, da un lato, di accedere a prodotti e a servizi finanziari avanzati e, da un altro versante, nell’esclusione da catene di fornitura a elevata marginalità. Considerando il modesto tasso di digitalizzazione delle imprese di costruzioni (fatte le eccezioni del caso), la questione annosa del nanismo dimensionale e altri elementi attinenti ai business model (inclusi quelli dovuti alla scarsità di risorse umane, intellettuali e manuali), e altri aspetti, queste istanze potrebbero apparire remote e velleitarie, anche alla luce dell’evoluzione attuale tradizionalista, ma temporanea, del mercato improntato alle agevolazioni fiscali. Allo stesso tempo, però, nonostante le molte controversie che, a titolo esemplificativo, concernono la nuova direttiva comunitaria orientata alla efficienza energetica degli edifici, e a una certa progressività con cui il mondo degli istituti creditizi e delle compagnie assicu-

rative sta guardando al settore, tendenze irreversibili di medio periodo suggerirebbero di adottare strategie e tattiche previsionali capaci di prevenire prevedibili criticità.

Nonostante il palese carattere aleatorio della produzione cantieristica, dovuto alla sua complessità, specie per l’On Site, meno per l’Off Site, è certamente urgente andare oltre dichiarazioni generali di intenti, sempre meno accettabili nel processo creditizio, per prefigurare sistemi di acquisto e modi di produzione che possano essere in grado di mostrare l’interiorizzazione dei valori propri ai criteri Esg in termini gestionali, ma anche una loro operatività sul fronte ambientale e sociale della progettazione e dell’esecuzione dei lavori.

Sarebbe opportuno, di conseguenza, provvedere rapidamente a delineare una road map che conduca le imprese di costruzioni, tenendo conto delle loro caratteristiche non facilmente modificabili in tempi ragionevoli, a riflettere sull’evoluzione dei propri modelli organizzativi entro la transizione digitale e la trasformazione ambientale e che, tuttavia, fornisca soluzioni più rapide per la creazione di un mercato di soluzioni e di dispositivi che si conformino a indicatori prestazionali inerenti.

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Sarebbe opportuno, di conseguenza, provvedere rapidamente a delineare una road map che conduca le imprese di costruzioni, a riflettere sull’evoluzione dei propri modelli organizzativi entro la transizione digitale

RINFORZARE ANZICHÉ DEMOLIRE.

Come ripensare il cemento in chiave sostenibile

Un approfondimento dal convegno Ance Brescia-Fondazione Musil-Apai

Con consumi mondiali che si aggirano intorno ai 4,25 miliardi di tonnellate e una produzione in Italia pari a 20,6 milioni di tonnellate (secondo i dati dell’ultimo rapporto pubblicato da Federbeton nel 2021), il cemento si conferma uno dei materiali più impiegati in assoluto nell’edilizia e nelle costruzioni. Indispensabile per le sua caratteristiche di resistenza e durabilità, si confronta con i temi della sostenibilità per ricercare un minore impatto ambientale, guardando allo stato dell’ arte e alle innovazioni introdotte dal settore cementifero per rendere più virtuoso un materiale dagli evidenti vantaggi strutturali.

Di questo e di altri aspetti storico-evolutivi ha fat-

to sintesi il convegno dal titolo “Il mito del cemento armato: storia, architettura e innovazione”, organizzato da Ance Brescia in collaborazione con Fondazione Musil e Aipai (associazione italiana per il patrimonio archeologico industriale). In particolare, nell’intervento dei professori Fauro Minelli e Giovanni Plizzari del Dicatam dell’Università di Brescia è stato approfondito il tema del calcestruzzo fibrorinforzato per il recupero e la realizzazione di opere sostenibili.

Nell’elenco degli obiettivi al centro del Green Deal europeo, l’Unione europea mira a diventare climaticamente neutra entro il 2050. “La sostenibilità — sottolineano Mi-

nelli e Plizzari - rappresenta un obiettivo comune primario per tutti i settori produttivi, ma è di particolare rilevanza per il settore delle costruzioni che viene ritenuto tra i responsabili del potenziale di riscaldamento globale (Global Potential WarmingGWP) a causa del 50% dell’estrazione di materie prime; del 40% del consumo energetico; del 36% delle emissioni di CO2 e del 21% del consumo di acqua. La sfida che il settore delle costruzioni si prepara ad affrontare nel corso del prossimo decennio è una radicale trasformazione in vista di una riduzione degli impatti sull’ambiente in termini di impronta carbonica e uso delle materie prime”.

Costruire in modo più sostenibile è possibile e la strada che ci si accinge a percorrere può solo portare notevoli miglioramenti. Lo dimostrano le prime ricerche così come i primi risultati dati dall’utilizzo di materiali a minor impatto ambientale, dalla possibilità di sottrarre anidride carbonica dall’ambiente, dall’utilizzo di materiali da riciclo in sostituzione (anche parziale) delle risorse naturali non rinnovabili, dal riutilizzo di componenti del sistema edilizio e da una concezione costruttiva finalizzata al minor impatto ambientale. Si è resa evidente, in questo contesto, la convenienza del recupero e della riabilitazione strutturale di strutture e infrastrutture esistenti, anziché la loro demolizione e ricostruzione, che risulterebbe anche economicamente sconveniente e socialmente rischiosa per la maggior percentuale di incidenti dovuti alla deviazione del traffico nei cantieri stradali.

“Per questo motivo, i governi di molti Paesi — puntualizzano i due professori del Dicatam - stanno finanziando il monitoraggio e, ove necessario, il rinforzo delle infrastrutture stradali esistenti, anche grazie ai fondi messi a disposizione del Pnrr, al fine di avere sistemi di trasporto più efficienti e sicuri”. Si porta sul tavolo l’esempio della Provincia di Brescia, particolarmente attiva in tale ambito grazie anche alla collaborazione con l’Università di Brescia per la manutenzione dei numerosi ponti che l’ente ha in gestione.

“L’utilizzo di nuovi materiali come il calcestruzzo fibrorinforzato (FRC) e, in particolare, il calcestruzzo fibrorinforzato ad alte prestazioni (UHPFRC) sta trovando uno spazio crescente per la riabilitazione strutturale dei ponti” segnalano nel loro intervento Minelli e Plizzari, portando come esempio i principali risultati di un progetto finanziato dall’Unione Europea, che ha coinvolto la riparazione di due ponti stradali sulla SP45bis “Gardesana occidentale” utilizzando il calcestruzzo fibrorinforzato ad alte prestazioni. “Il progetto — specificano - ha eseguito con successo il rivestimento delle pile e delle travi fortemente danneggiate dalla corrosione con un nuovo strato di UHPFRC di spessore ridotto (40 mm) e limitato utilizzo di armature in acciaio. Prove sperimentali condotte nel laboratorio dell’Università degli Studi di Brescia hanno mostrato la possibilità di aumentare la capacità portante degli elementi strutturali, sia rispetto al carico verticale che laterale, fino a due volte”.

44 luglio/agosto/2023 convegno
Costruire in modo più sostenibile è possibile

I veri valori non sono cambiati.

E mai cambieranno.

Dal 1977 una storia imprenditoriale con forte orientamento al servizio e presenza sul territorio. Dal 2007 produttore di pannelli fotovoltaici di alta qualità ed un punto di riferimento per gli specialisti del fotovoltaico.

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Un sistema completo per la VMC residenziale:

Ariosa HV e AriaSilent

Il connubio tra la nuova gamma di unità VMC Ariosa HV e il sistema di distribuzione dell’aria AriaSilent rappresenta una combinazione tecnologica perfetta. Il lancio delle nuove macchine Ariosa HV - disponibili in quattro versioni con portate d’aria di 170 e 250 mc/h, e la possibilità di scegliere uno scambiatore di calore sensibile o entalpico - completa il range delle soluzioni Valsir dedicate alle applicazioni di ventilazione meccanica residenziale.

La VMC di Valsir è stata sviluppata mettendo al primo posto prestazioni elevate, facilità di utilizzo e di installazione, flessibilità del sistema. Se parliamo di prestazioni, Ariosa HV si distingue per l’elevatissimo recupero di energia termica, grazie al design e all’impiego di uno scambiatore dalle performance eccellenti. L’utilizzo di ventilatori elettronici a portata costante è una garanzia del corretto ricambio d’aria, indipendentemente dalle dimensioni del sistema di distribuzione interno e dalle eventuali perdite di carico. Da questo punto di vista, l’abbinamento con AriaSilent – che è progettato proprio per ridurre le perdite di carico grazie alla geometria interna dei componenti e allo studio fluidodinamico del sistema – comporta anche una vantaggiosa riduzione del rumore generato dall’impianto (nonché dei consumi elettrici, dal momento che anche le prestazioni energetiche beneficiano della sinergia dei due sistemi).

La VMC di Valsir è stata sviluppata mettendo al primo posto prestazioni elevate, facilità di utilizzo e di installazione, flessibilità del sistema.

novità dalle aziende
46 luglio/agosto/2023

Qualità e prestazioni si riflettono anche sulla salubrità dell’aria trasportata: i filtri ad alta capacità bloccano la maggior parte delle sostanze inquinanti, come polveri, smog e pollini. Il sistema AriaSilent è infatti realizzato con materiali antistatici e antibatterici, a tutela del comfort e del benessere domestico.

La semplicità prima di tutto

Un obiettivo fondamentale nello sviluppo del sistema è stato senza dubbio quello di semplificarne l’installazione, la progettazione e l’utilizzo.

L’installazione è agevolata prima di tutto dal ridotto numero di componenti utilizzati, decisamente inferiore se comparato alle soluzioni tradizionali disponibili sul

mercato: la posa è veloce e immediata, si riducono di conseguenza i tempi e i costi di installazione. Ma le semplificazioni per l’installatore sono davvero molte: le unità Ariosa HV, ad esempio, si adattano alle esigenze di cantiere anche grazie ai connettori girevoli, che permettono di orientare l’installazione a destra o a sinistra.

La progettazione si avvantaggia invece di un set di caratteristiche ideato per rispettare anche i più rigorosi requisiti in termini di efficienza energetica, salubrità ambientale e sostenibilità dell’edificio servito dall’impianto.

Anche per l’utente finale, naturalmente, la semplificazione rappresenta un immediato valore aggiunto, attraverso un controllo del sistema intuitivo e completo. Le unità possono essere gestite in diverse modalità: il pannello di controllo consente di scegliere tra più modalità di funzionamento e, naturalmente, di monitorare i valori di temperatura e umidità rilevati dai numerosi sensori integrati.

È anche possibile selezionare il funzionamento automatico della macchina, grazie all’avanzata elettronica integratache regola la velocità in base alle fasce orarie per migliorare il comfort abitativo e varia in totale autonomia la modalità di funzionamento stagionale (invernale ed estiva) in base alle condizioni climatiche esterne.

Ariosa HV sposa però anche le più avanzate esigenze tecnologiche, con la possibilità di controllare l’unità attraverso una app dedicata, che consente di gestirne in modalità remota tutte le funzionalità.

È possibile, infatti, anche l’integrazione con i sistemi di automazione domestica, per la gestione del comfort dell’intera abitazione.

INFORMAZIONE COMMERCIALE
Sopra, un'installazione completa del sistema VMC di Valsir; sotto, focus sull'unità di ventilazione Ariosa HV.
luglio/agosto/2023 47
L’installazione è agevolata prima di tutto dal ridotto numero di componenti utilizzati, decisamente inferiore se comparato alle soluzioni tradizionali disponibili sul mercato: la posa è veloce e immediata, si riducono di conseguenza i tempi e i costi di installazione.

Stefano Molgora

L’ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA HA COME COMPITI FONDAMENTALI TENERE L’ALBO DEGLI ISCRITTI, VIGILARE SULLA CORRETTEZZA DELL’ESERCIZIO PROFESSIONALE, CURARE LA FORMAZIONE DEGLI ARCHITETTI PPC E, SE RICHIESTO, FORNIRE PARERI ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. IN ITALIA CI SONO 105 ORDINI CHE FANNO CAPO AL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI.

48 luglio/agosto/2023
incontri

Architetti, “operai della matita” sempre più digitalizzati

Per il presidente Molgora il bel design non basta.

Sono molti gli aspetti in gioco, ad iniziare dall’efficienza energetica, gestionale, impiantistica e ambientale

Dove i cittadini praticavano il giuoco della palla, su un’area verde a ridosso delle mura di quella che secoli dopo sarebbe diventata la Leonessa d’Italia, nel XVII secolo fu edificato dai Martinengo “delle Palle” il palazzo che oggi ospita la sede dell’Ordine degli Architetti bresciani. Una sede nobiliare, che richiama al contempo il rigore progettuale ed edificatorio e la bellezza, la cura del dettaglio. Una cornice elegante e naturale per i professionisti dello stile delle strutture e dell’abitare. Il corpo principale dell’edificio presenta una struttura assai diffusa nelle residenze cittadine bresciane. Ad iniziare dall’ampio porticato con colonne che si presenta al piano terra e che con una sorta di U abbraccia il cortile d’onore. Uno scalone monumentale conduce al piano nobile e all’elegante galleria che caratterizza la sede degli Architetti. La struttura, che pure a lungo ospitò la sede della Corte d’Appello, affaccia su via S. Martino della Battaglia, solido trait d’union tra il ring delle vie XX Settembre e Vittorio Emanuele II e il cuore della città e i suoi due eleganti corsi: Magenta e Zanardelli.

Presidente Molgora, qual è il bilancio della sua esperienza al vertice dell’Ordine dopo due anni di mandato?

Mah, il bilancio del mio lavoro non è significativo se non si considera quello del mio Consiglio direttivo, che ha macinato parecchio su vari temi riferiti alla professione e alla cultura legata all’architettura. È sempre il lavoro di squadra che conta, la mia è una posizione soprattutto d’immagine, anche se ovviamente qualche direttiva la devo dare. Ma quanto è stato fatto è riconducibile al programma ante elezioni del 2021, un programma che ho condiviso con gli altri 14 candidati ora consiglieri insieme a me. Da un lato abbiamo raccolto il testimone della passata gestione, penalizzata dal tremendo periodo del Covid che ne ha tarpato le ali nel momento in cui si sarebbero dovuti raccogliere i frutti. Dall’altro abbiamo dato una spinta nuova su alcuni temi specifici: massima attenzione alle competenze professionali e alla casistica legislativa che in certi casi ha penalizzato la figura dell’architetto e del paesaggista (vedasi l’argomento delle commissioni del paesaggio), la cura del settore culturale per la promozione dell’architettura e della nostra professione compreso l’avvio del processo per la formazione di Foabs (Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Brescia), ma anche l’accordo con scuole e università per

convenzioni mirate, la revisione totale dei sistemi di comunicazione, sia sulla carta stampata che digitali, l’attenzione sui corsi formativi e sulla loro qualità, la riorganizzazione della nostra segreteria. I temi sono tanti e non del tutto conclusi, anzi siamo in pieno lavoro, un lavoro che nella sostanza non ha mai fine se si vuole tenere il passo dei tempi negli argomenti a noi affini quali ad esempio la legislazione urbanistica ed edilizia e i temi collegati, si pensi solo agli incentivi fiscali e al Pnrr. Non devo essere io a giudicare se il bilancio di quanto abbiamo fatto in questi due anni è positivo, lo devono fare i miei colleghi iscritti. Come descrive la professione dell’architetto nel terzo millennio?

Mio padre si definiva “operaio della matita” e anche se la digitalizzazione del nostro modo di operare ha preso il sopravvento, credo che le idee nascano appunto sempre tra il foglio e la matita. Cambiano le attenzioni a quanto ci circonda e l’aggiornamento sui nuovi sistemi smart, ma sono sempre le idee del professionista, la sua inventiva e il suo stile ad essere i protagonisti. Della serie: il mestiere si aggiorna ma è sostanzialmente lo stesso; cambiano invece di parecchio i modi di comunicarlo: dove c’era il plastico di un progetto ora ci sono i render, dove c’erano tavole e pannelli ora ci sono power point e file

luglio/agosto/2023 49
di Adriano Baffelli

Stefano Molgora, nato a Salò il 22 gennaio del 1958, è Architetto libero professionista. Dopo la laurea allo Iuav di Venezia ha frequentato il 108° corso Allievi Ufficiali di Complemento prestando poi servizio come Sottotenente nell’Arma del Genio.

Prosegue tutt’ora la sua quarantennale carriera professionale di Architetto, che lo vede impegnato sia in campo

urbanistico/paesaggistico sia nella progettazione architettonica e nel restauro, proseguendo l’attività del padre Roberto nello Studio Molgora, giunto alla terza generazione di architetti con la presenza del primogenito. Sposato dal 1987 con Caterina Pelizzari, ha due figli, Michele architetto e Simone laureato in ingegneria aerospaziale. Costante è stato l’impegno istituzionale di Stefano

Molgora nell’Ordine professionale dove ha ricoperto varie cariche: segretario nel ’94-‘95, tesoriere nel ’96-’97, presidente del Primo Collegio di Disciplina dal 2013 al 2017, di nuovo consigliere tra il 2017 e il 2021 giungendo ad essere il presidente dell’Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Brescia nel 2021 per il mandato sino al 2025. Negli

ultimi anni ha scritto alcuni libri, “Sentinelle del SilenzioArchitetture della Grande Guerra nella Valle del Caffaro, in Valle Sabbia e in Alta Valtrompia” (2018), “Memorie della Grande Guerra nella Valle del Caffaro” (2018), “Quando Ritornerò…” (2021). In passato in campo artistico ha esposto propri disegni e acquarelli con varie mostre personali e collettive.

pdf. E questo avviene dal punto operativo. Nel merito degli obiettivi e dell’ambito dove dobbiamo operare, invece, le novità sono legate al fatto che ci confrontiamo quasi esclusivamente con il recupero del costruito e la conseguente necessità di adattarsi a spazi esistenti per ottenere risultati prestazionali più sostenibili con regole più stringenti in settori paralleli al nostro lavoro di architetti. Non basta il bel design, occorre l’efficienza energetica, gestionale, impiantistica, ambientale che necessariamente coinvolgono altre professioni specialistiche, professioni che dobbiamo coordinare e gestire al meglio.

In terra bresciana qual è la situazione del settore in questa fase?

Brescia ha la fortuna (o il merito) di avere un mondo economico che è avanti, molto avanti rispetto a gran parte del paese. Questo si riflette anche nel nostro lavoro e sebbene siamo una realtà provinciale, il lavoro dell’architetto è chiamato a rispondere alle esigenze di una società in continua trasformazione, perché Brescia e provincia sono realtà molto dinamiche, adattive ai tempi e ai mercati. Chi resta indietro sarebbe automaticamente fuori se non fosse che in questo momento c’è una grande carenza di tecnici in generale, compresi architetti, pianificatori, paesaggisti e

conservatori. Il lavoro c’è per tutti.

Il problema di un adeguato ricambio generazionale si fa sentire trasversalmente nella quasi totalità dei settori. È così anche per gli architetti?

È certamente così. Dopo lunghi anni di crisi, dal 2008, soprattutto con tutte le conseguenze a livello di disponibilità di fondi nel mondo dell’edilizia (ve lo ricordate il patto di stabilità e la scomparsa degli appalti pubblici?), stiamo vivendo una fase che ha una grande necessità di architetti, sia per gli effetti degli incentivi fiscali sia per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, un Pnrr che

sta assorbendo sempre più lavoro man mano che si sta svolgendo. E questo avviene sia per chi lavora come dipendente pubblico, sia chi si occupa di progettazione per privati e ditte. A questo si è aggiunto l’effetto sempre più pesante

della diminuzione delle nascite che ha ridotto in percentuale il numero dei laureati; lo vediamo ad ogni Consiglio direttivo quando parliamo di iscrizioni e cancellazioni, facciamo fatica a mantenere il numero degli iscritti perché spesso sono di più quelli che abbandonano la professione rispetto a quelli che, finiti gli studi, cominciano a lavorare. Architetto Molgora, quale futuro possiamo attenderci per il comparto, a livello nazionale e locale in particolare? Credo che alla base di tutto ci sia la ricerca e l’esigenza di una maggiore efficienza. L’organizzazione del nostro lavoro è ancora troppo basata su studi di professionisti singoli, e intendo proprio da soli, senza alcun collaboratore. Il Cresme ha diffuso i risultati nazionali e provinciali sulla composizione degli studi di architettura, ne abbiamo parlato il 24 giugno in “OPEN!”, la giornata del centenario degli Ordini professionali. Brescia non fa eccezione, anche se abbiamo alcune realtà di studi associati e società d’ingegneria che hanno un peso a carattere nazionale. Ma per il resto dob-

biamo ancora crescere anche attraverso modalità di lavoro che premino l’interdisciplinarità professionale, sempre più necessaria per affrontare la complessità dell’attuale progettazione, della gestione di cantieri e della manutenzione futura delle opere finite. Il riferimento ovviamente è anche ai mezzi che dobbiamo usare, quale il Bim (Building Information Modeling), utilissimo nella fase di progetto e di realizzazione di un’opera, attraverso anche la gestione delle informazioni, ma forse ancor più utile nella manutenzione nel tempo. Pensi al Ponte Morandi se fosse stato gestito attraverso un sistema di questo tipo, magari anche con l’utilizzo di semplici sensori per il monitoraggio abbinati a un modello digitale, avrebbe avuto i segnali per le necessarie manutenzioni nei tempi adeguati. Nel passato per le grandi opere c’erano le fabbriche e a capo di tali fabbriche c’era un architetto il cui compito specifico era di garantirne la manutenzione: non basta costruire, è necessario soprattutto mantenere nel tempo ciò che esiste, oggi procedura ancora più importante se il consumo di suolo deve essere pari a zero.

Insieme agli aspetti critici, peraltro indotti da un quadro generale, ci sono anche le esperienze positive. È il caso del Campus Edilizia Brescia, un fiore all’occhiello della nostra

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Il lavoro dell’architetto è chiamato a rispondere alle esigenze di una società in continua trasformazione, perché Brescia e provincia sono realtà molto dinamiche, adattive ai tempi e ai mercati
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città e provincia, arricchito dalla presenza dell’Ordine degli Architetti. Come vede il futuro dell’iniziativa?

Campus Edilizia è una realtà di grande spessore culturale e propositivo per la città. Lo è perché comprende trasversalmente enti, associazioni, ordini e collegi che hanno una funzione pubblica, e che quindi, agiscono senza interessi economici propri, esprimendo una volontà di trasformazione di Brescia scevra da alcun condizionamento. Certo occorre lavorarci parecchio perché è necessario dare un valore giuridico a Campus, attraverso probabilmente una Fondazione o un’Associazione. Ma occorre farlo con molta accortezza perché sarebbe un gravissimo errore modificare questa impostazione pretta-

mente pubblica introducendo in Campus Edilizia società o ditte private per fini diversi: se ciò avvenisse si perderebbe lo spirito animatore della lodevole iniziativa che Ance ed Eseb hanno proposto alle altre realtà del settore pubblico, peraltro accollandosi gran parte degli investimenti. Per questi motivi l’eventuale paventata evoluzione verso il settore privato, se attuata, potrebbe costringerci a farci da parte perché svuoterebbe di significato lo spirito intrinseco di Campus Edilizia e sarebbe un vero peccato.

Si è da poco insediata in Loggia la nuova amministrazione, quali consigli in tema di urbanistica e costruito indicano gli architetti per il futuro della città?

Le dirò, nella fase preelettorale noi come Ordine Architetti abbiamo ascoltato tutti i candidati più che dargli consigli. Anche perché è difficile che il parere dell’Ordine possa comprendere quello di tutti gli architetti. Credo che le indicazioni migliori che possiamo dare non siano quelle di suggerire delle soluzioni ai problemi della città, ma suggerire dei metodi: primo fra tutti l’utilizzo del mezzo del concorso di architettura per realizzare le nuove opere pubbliche; mantenere una visione unitaria dell’insieme città-hinterland; utilizzare sempre più sistemi che ci portino velocemente alla smart city; avere

l’onestà intellettuale certamente di proseguire l’opera delle precedenti amministrazioni, ma anche quella di riconoscerne gli errori e di correggerli. Per ultimo avere una visione meno burocratica della gestione delle pratiche edilizie e dell’applicazione delle norme che troppo spesso complicano e ostacolano il lavoro non solo dei privati ma degli stessi funzionari pubblici. E questo può avvenire solo nella chiarezza delle regole, perché più semplici e comprensibili sono, più facile è utilizzarle con equa giustizia e velocità negli iter autorizzativi. La condivisione delle scelte soprattutto normative è un altro punto fondamentale perché in tempi non lontani abbiamo visto approvare regolamenti di dubbia fattibilità e utilità con complicati e forse inutili calcoli, tabelle e valutazioni burocratiche.

Quanto incide l’innovazione tecnologica sulla progettazione dei vostri studi professionali?

Di questo ho già accennato prima, l’innovazione è essenziale per stare al passo dei tempi e di una città dinamica come Brescia. È sempre più fondamentale nella nostra professione l’utilizzo di strumenti e metodi di gestione informativa digitale (Bim) nell’ambito delle costruzioni, così come citato in premessa. A questo però deve corrispondere una analoga innovazione nell’ambito degli enti territo-

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nnn Sopra, i presidenti di Bergamo e Brescia Alessandra Boccalari e Stefano Molgora durante la presentazione di LABB-Love Architettura Bergamo Brescia. Nelle pagine seguenti, il presidente Molgora consegna al vicepresidente Pietro Bianchi un premio per i 40 anni d'iscrizione. A pagina 53, con Francesco Miceli, presidente CNAPPC per la posa di una targa identificativa all’ingresso della Camera di Commercio di Brescia

riali e il corretto riconoscimento dell’impegno tecnico ed economico con l’equo compenso derivante, passaggio non banale. È giusto che il lavoro sia tecnologicamente avanzato ma deve essere anche adeguatamente riconosciuto e compensato. L’innovazione tecnologica produce certamente vantaggi ma costa e non deve essere un onere a carico esclusivamente di chi progetta.

Nel caso dell’edificato esistente con particolare riferimento agli edifici monumentali, la costruzione di questi modelli virtuali sarà certamente più difficile, ma già l’uso di tecnologie di rilievo come il laser scanner stanno diffondendosi con grande vantaggio nello sviluppo della progettazione e della gestione dei cantieri. Ci fornisce i numeri dei professionisti attivi nella nostra provincia, indicandoci quante sono le donne e quanti i giovani under 40?

Attualmente l’Ordine Appc di Brescia ha 2.357 iscritti, ed è quindi un Ordine di medie dimensioni. Di questi 971 sono donne e 1.386 maschi. I giovani sotto i quarant’anni sono 580 e gli over 65 sono 341. Nei primi sei mesi dell’anno abbiamo avuto 33 nuovi iscritti e 20 cancellati, con un saldo netto di +13 dopo alcuni anni di saldo negativo, vedremo come andrà a fine anno. Per darle un termine di paragone in tutta Italia gli architetti iscritti sono circa 158 mila.

In quest’anno particolare sul fronte della cultura per il nostro territorio, avete avviato iniziative condivise con l’Ordine degli Architetti di Bergamo?

Ancora alla fine del 2021, a inizio mandato, con l’Ordine degli Architetti di Bergamo pensammo di intraprendere un’iniziativa comune per celebrare “La capitale della cultura 2023” che vedeva le nostre città unite. Insieme all’Ordine di Bergamo l’inizia-

tiva ha ricompreso anche la Fondazione degli Architetti bergamaschi. È nato così Labb, lovearchitetturabergamobrescia (sul web: lovearchitetturabgbs.it), un palinsesto di eventi basato su tre parole: ereditare, conoscere, curare, che fa riferimento ovviamente al nostro patrimonio architettonico con particolare attenzione al costruito della seconda metà del ‘900, tra il 1945 e il 1980. Ci sostengono in questo progetto l’Università di Bergamo, quella di Brescia, il Politecnico di Milano e abbiamo anche l’appoggio della Facoltà di Architettura dell’Università di Porto. Già nel 2022 avevamo incominciato aderendo alla piattaforma Asl “Atlante Second Life” ideata dalla Fondazione di Bergamo, una piattaforma dei desideri che coinvolge i cittadini. Qui ognuno può segnalare edifici dismessi, ruderi, spazi aperti

o anche edifici in uso, collegandoli ad un proprio desiderio di riuso. Ne salta fuori un catalogo di schede, un database con foto, descrizione, ubicazione e proposta di riutilizzo a disposizione di chiunque ne abbia interesse. Quasi un piano per la rigenerazione, un catalogo appunto dei desideri per il nostro territorio. In primavera di quest’anno abbiamo collaborato e patrocinato la mostra nell’ex Cinema Astra “Visioni di Brescia” curata dal professore e architetto Alberto Ferlenga, evento finanziato proprio da Ance e dal Comune di Brescia. All’inizio di maggio per celebrare la Capitale della Cultura 2023 abbiamo ospitato, a Bergamo il 4 e a Brescia in Santa Giulia il 5, la Conferenza nazionale degli Ordini degli Architetti, evento che solitamente si svolge a Roma. È stato un bel momento per far conoscere le

nostre belle città ai 105 Ordini d’Italia nell’anno che coincide con il centenario dell’istituzione ordinistica. Ma tornando a Labb, il programma si è sviluppato soprattutto nella settimana del Festival tra il 22 e il 28 maggio in cui a giorni alterni l’Ordine di Bergamo e l’Ordine di Brescia hanno organizzato eventi, convegni, dibattiti e work shop coinvolgendo tecnici e colleghi, cittadinanza e i giovani delle scuole superiori e delle università. Sempre all’interno del Festival, come Ordine degli Architetti PPC di Brescia abbiamo patrocinato il libro “Visioni di Brescia, immagini della città scomparsa e di quella mai apparsa” di Franco Robecchi, libro di cui ho curato personalmente l’introduzione. Un’altra importante iniziativa collegata al Festival è stata la posa delle prime targhe sugli edifici rappresentativi del dopoguerra seguendo una lista stilata dal Mic (ministero della Cultura) e da Regione Lombardia. Edifici che abbiamo ereditato, che vogliamo far conoscere e che occorre curare. A Brescia (e provincia) abbiamo cominciato il 27 maggio a posare la prima di queste targhe alla Camera di Commercio progettata dall’architetto Bruno Fedrigolli alla presenza del nipote architetto Paolo e dell’architetto Francesco Miceli, presidente del Consiglio nazionale degli Architetti PPC. Abbiamo proseguito con la seconda targa all’edificio dell’Inail a Brescia Due e ancora avremo il Museo di Scienze Naturali in via Ozanam e la Scuola Colombo in via Colombo. Alla fine dell’anno questi riconoscimenti saranno una quindicina e arriveranno ad essere 35 entro il 2025. La stessa cosa sta avvenendo nel territorio di Bergamo. Insieme a Bergamo nell’ultimo giorno del Festival, il 28 maggio, abbiamo lanciato il Premio internazionale Architetturalovers che arriverà

incontri
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Attualmente l’Ordine Appc di Brescia ha 2.357 iscritti, ed è quindi un Ordine di medie dimensioni. Di questi 971 sono donne e 1.386 maschi.
I giovani sotto i quarant’anni sono 580 e gli over 65 sono 341

ad essere assegnato in ottobre al miglior progetto di architettura realizzato. L’idea è di fare la premiazione alla Facoltà di Architettura di Porto in Portogallo, vedremo se ce la faremo. Insomma, tante cose, e l’anno non è ancora finito. Nello scenario caratterizzato tra l’altro dalle provvidenze del Pnrr, cosa prevede per la categoria nel medio e nel lungo periodo?

Stiamo vivendo un momento impegnativo e interessante per la nostra professione. Se da un lato la spinta dei superbonus edilizi si sta esaurendo, dall’altro sia i fondi del Pnrr che la normativa sulla rigenerazione urbana stanno richiedendo sempre più il lavoro dell’architetto. Credo che per vari anni ci sarà una forte necessità di tecnici e che l’onda sarà lunga (guerre e pandemie permettendo): la nostra economia si sta trasfor-

mando sotto la pressione delle politiche energetiche e ambientali, ed è una pressione sempre più forte. È un momento epocale in cui questa trasformazione ci porta a pensare anche in modo diverso il nostro sistema di vita e ciò è strettamente correlato con il nostro lavoro di architetti e urbanisti. Basti pensare a come stanno cambiando i nostri desideri abitativi, le nostre aspettative per le città: anche senza Superbonus la casa sarà sempre più passiva, anzi, produttrice di energia, e ciò diventerà il desiderio per tutte le nostre abitazioni, anche per quelle più datate e parallelamente la città smart diventerà sempre più reale. Ma non bisogna dimenticare che per gli interventi su edifici di valore storico occorrerà tutta la sensibilità e la professionalità di noi architetti per preservare i valori artistici e contem-

poraneamente attuare quelle minime trasformazioni (reversibili) che ci consentano di vivere anche in questi fabbricati che costituiscono il cuore delle nostre città, forse il patrimonio più grande che abbiamo. La stessa cosa vale per i nostri territori di valore paesaggistico (pensi che nella provincia di Brescia il territorio vincolato è il 60% del totale), altra enorme ricchezza. Queste sfide già iniziate caratterizzeranno il futuro. Una grande responsabilità per gli Architetti nei confronti della nostra città, della nostra provincia e del nostro paese. Quando l’architetto Molgora può lasciare impegni professionali e associativi come ama trascorrere il suo tempo libero?

Devo dire che da quando sono presidente dell’Ordine, proseguendo l’attività professionale, di gran tempo libero non ne ho molto, anzi è quasi del

tutto scomparso. Mi è rimasta la possibilità di scattare qualche fotografia, mia grande passione da quando ero ragazzino, qualche ora in piscina e andare per monti in estate. Posso ricordare ciò a cui mi dedicavo nel tempo libero prima dell’incarico istituzionale, per esempio disegnare e dipingere, (qualche mostra l’ho già fatta in passato), scrivere: ora ho tre libri che non sono riuscito a terminare, ancora sulle architetture della Grande Guerra proseguendo il filone di “Sentinelle del Silenzio”, un libro fotografico sulle stagioni del lago d’Idro e un libro-catalogo su mio padre architetto. Saltuariamente anche un po’ di modellismo navale dinamico. Per queste cose aspetterò la fine del mandato, dato che ora di cose da fare in ambito associativo e professionale ne ho ancora parecchie.

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eseb

Inserimento socio-lavorativo in edilizia

La sinergia tra Eseb e la Prefettura ha permesso a un buon numero di persone con protezione internazionale o nazionale di trovare un’occupazione stabile

un corso di formazione base per muratori manovali che rilascia un attestato di frequenza alle lezioni di alfabetizzazione e l’abilitazione al primo ingresso in cantiere” dichiara il presidente di Eseb, il geometra Paolo Bettoni. “Grazie al dialogo stretto con la Prefettura, che coordina i “Sai” e i “Cas” nella persona del Viceprefetto Anna Chiti Batelli, abbiamo raccolto un elevato numero di iscritti, per la maggior parte richiedenti e titolari di protezione internazionale, provenienti principalmente da Somalia, Tunisia, Costa d’Avorio, Marocco, Bangladesh, Mali e Pakistan”.

“Al termine del corso — prosegue la vicepresidente dell’ente Sara Piazza — l’inserimento in azienda con tirocinio retribuito di un periodo dai tre ai sei mesi è finalizzato all’assunzione. Ad oggi, molti di coloro che hanno terminato il tirocinio, sono stati avviati al lavoro in forma stabile e la lungimiranza di alcune imprese edili ha consentito di fornire, in alcuni casi, anche una soluzione abitativa”.

L’evoluzione che sta interessando il comparto delle costruzioni guarda alle opportunità offerte dalle innovazioni digitali per migliorare la qualità delle opere edili.

Eseb pone da sempre l’accento sulle possibilità di inserimento lavorativo offerte dal comparto. Dal 2021 ha strutturato un percorso formativo in collaborazione con il tavolo formazione-lavoro “Sai” (Sistema di accoglienza e integrazione) della Provincia di Brescia, riservato a persone con protezione internazionale o nazionale. Un corso gratuito che nel 2023 ha previsto 156 ore tra lezioni frontali e attività di laboratorio per fornire ai partecipanti nozioni utili in materia di si-

curezza sul luogo di lavoro, conoscenza dei materiali e loro utilizzo e svolgimento di attività di cantiere specifiche al fine di approntare, monitorare e curare la manutenzione ordinaria di strumenti, utensili, attrezzature e macchinari necessari alle diverse fasi di lavorazione. Un range di competenze di base che consentono di trovare un impiego nelle imprese del territorio, alla ricerca di manovalanza pronta ad operare in cantiere.

“Abbiamo proposto, quest’anno per la quarta volta,

Eseb è impegnata nella fase di colloquio con le aziende interessate alla collocazione dei partecipanti al corso terminato il 26 maggio, mentre per far fronte alle differenze linguistiche ha inserito quaranta ore specifiche sull’apprendimento del linguaggio di cantiere con supporti didattici per l’edilizia.

L’iniziativa rientra tra le azioni del Protocollo d’intesa per favorire l’inserimento socio lavorativo di richiedenti e titolari di protezione internazionale e altri cittadini stranieri in condizioni di vulnerabilità, siglato il 16 maggio 2022 tra il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, il Ministero dell’interno, Ance, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil.

A sostegno di questo processo di cambiamento, che determina sviluppo e crescita del settore, servono figure preparate e specializzate, con competenze specifiche di alto livello e capaci di operare da subito sul campo grazie a una formazione tecnico-professionale completa, corredata da una buona dose di pratica che proietta l’apprendista nella realtà lavorativa di tutti i giorni.

In linea con questa premessa si inserisce l’intervento dell’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Simona Tironi, che ha attivamente partecipato alla cerimonia di consegna dei diplomi Its Academy I Cantieri dell’Arte agli studenti che hanno frequentato il corso biennale in apprendistato di Alta formazione e ricerca per Tecnico superiore per l’innovazione e la qualità delle co-

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Consegnati i diplomi Its Academy I Cantieri dell’arte

I futuri professionisti delle costruzioni ritirano la pergamena che attesta il loro ruolo chiave di innovatori del settore

struzioni negli anni formativi 20192021, trasmessi in queste settimane dal ministero competente. Dopo lo stop forzato causato dall’emergenza sanitaria, l’Ente sistema edilizia Brescia, socio fondatore e partner ospitante dei corsi della Fondazione Its I Cantieri dell’Arte, ha accolto nel proprio auditorium i diplomati (24 in totale) per celebrare insieme il risultato conseguito. Presenti anche le imprese che hanno ospitato gli studenti nel loro percorso di stage, assumendoli ad avvio delle lezioni in apprendistato di alta formazione (ex art. 45 del Jobs Act). Oggi ra-

gazzi e ragazze diplomati hanno tutti un impiego nel settore e il 70% è a tempo indeterminato in un’azienda del territorio bresciano o delle province di Milano e Monza-Brianza. Una percentuale che indica le opportunità di occupabilità offerte dal settore, leitmotiv degli interventi di Marco Martini, presidente Fondazione ITS I Cantieri dell’Arte; Paolo Bettoni e Sara Piazza, presidente e vicepresidente di Eseb; Massimo Angelo Deldossi, presidente Ance Brescia e Tiziano Pavoni, presidente Ance Lombardia, che si sono susseguiti durante la cerimonia.

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A destra, partendo dall'alto, Massimo Angelo Deldossi, presidente Ance Brescia; Paolo Bettoni, presidente Eseb; Marco Martini, presidente Fondazione ITS I Cantieri dell'Arte e Antonio Crescini, direttore Eseb.

A pag. 54 Simona Tironi, assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia.

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rischio riciclaggio

Edilizia tra i settori a rischio

L’edilizia è fra i settori più a rischio per il riciclaggio di denaro. Nel 2022 secondo i dati dello studio di Banca d’Italia si è assisto ad una crescita del 23% di quei fenomeni cosiddetti “anomali”. Nel 2021 il comparto ha registrato una significativa presenza di casistiche sospette come l’incremento delle nascite di società (+56,4%) influenzata dagli incentivi pubblici introdotti e anche un aumento dei cambi di titolare nettamente superiore alla media (6% contro 1,3%). È l’unico comparto che vede crescere contestualmente così tanto entrambi gli indici. Una causa di tale prolificare di eventi è in parte attribuibile al fatto che negli enti locali le attività edilizie e commerciali beneficiano di un regime di liberalizzazione che ha escluso la necessità di ottenere licenze, autorizzazione o concessioni. Per tali ragioni vengono prediletti per il riciclaggio e in particolare negli ambiti delle compravendite di immobili e di attività commerciali. Il caso è dunque da non sottovalutare e potenzialmente più diffuso di quanto si possa immaginare. Per tale ragione è un dovere per le imprese e i soggetti che si imbattono in un’attività sospetta segnalarle alle autorità competenti.

Il diriciclaggio denaro nell’imprenditoria

Le attività di antiriciclaggio sono normate dal decreto legislativo 231 /2007, che consente di avviare verifiche volte a fare emergere sia operazioni finalizzate al riciclaggio di denaro di provenienza illecita, mediante il suo reimpiego in attività imprenditoriali, che condotte rivolte a finanziare il terrorismo. La dimensione del riciclaggio non conosce barriere territoriali e richiede modelli, tecnologicamente avanzati, di penetrazione economica, che si concretizza immettendo nei flussi economici regolari ingenti somme di denaro di provenienza illecita per ottenere profitti frutto di attività lecite.

I soggetti dediti tali attività operano secondo logiche imprenditoriali che non dissimili

dalle ordinarie regole economiche di massimizzazione dei profitti, collocando risorse che drogano il mercato e soffocano gli operatori economici e gli imprenditori onesti. Come le imprese, in particolare le pubbliche amministrazioni sono tenute a collaborare al contrasto al riciclaggio, mediante comunicazione alla UFI (unità di informazione finanziaria) dei dati e informazioni concernenti le operazioni sospette di cui ven-

gano a conoscenza nell’esercizio della propria attività. L’approccio adottato dalle pubbliche amministrazioni nell’ambito della strategia di prevenzione del riciclaggio si basa su situazioni che possono essere motivo di sospetto. Esistono dei veri e propri strumenti di ausilio per la rilevazione di tali operazioni conosciuti come indicatori di anomali, che consistono in un’elencazione di comportamenti da ritenere potenzialmente dediti al riciclaggio o al finanziamento del terrorismo. Indicatori che puntano ad agevolare la rilevazione delle operazioni sospette, ma non sono motivo di per sé sufficiente per la qualificazione dell’operazione come sospetta. È necessaria, infatti, una specifica analisi nel concreto e una valutazione complessiva. La collaborazione è la chiave del successo per l’individuazione delle azioni illecite. Un esempio è il network antimafia bresciano istituito nel 2018 il quale vanta l’adesione di numerose realtà, inclusa Ance Brescia. Uno è la collaborazione instaurata fra diversi comuni lombardi finalizzata al confronto e allo scambio di buone prassi sul tema della promozione della legalità e della trasparenza. Accordo che ha dato i propri frutti individuando nel periodo tra i mesi di luglio 2018 e febbraio 2023 un totale di centoventuno operazioni economiche sospette segnalate, che ammontano a circa 17milioni. Nel contrasto al riciclaggio ognuno è chiamato a fare la propria parte per assicurare il presidio della legalità del territorio e consentire alle aziende sane di sopravvivere, resistendo alla concorrenza sleale esercitata dalle imprese disoneste. Sul piano pratico, e nella sostanza, arginando la dilagante infiltrazione delle organizzazioni criminali, si preserva la tutela della collettività e si avvia il risanamento del territorio, garantendo un maggiore sviluppo delle attività imprenditoriali.

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Un problema insidioso che attacca il mercato e indebolisce le imprese
La collaborazione è la chiave del successo per l’individuazione delle azioni illecite

Check: nuova versione per il portale del cantiere

La piattaforma aggiorna funzioni e strumenti digitali per la gestione semplificata delle commesse. Il 2 ottobre sarà disponibile online e su app dedicata la nuova versione del portale di cantiere, a disposizione, sempre gratuitamente, di imprese e professionisti. Per tutti gli utenti già iscritti a Check, si informa che dal 29 settembre la piattaforma sarà temporaneamente offline per consentire le operazioni di migrazione al rinnovato portale.

La neldigitalizzazione nuovo Codice dei contratti pubblici

venti di ordinaria e straordinaria manutenzione a meno che essi non riguardino opere già eseguite con strumenti di gestione informativa digitale.

La digitalizzazione delle Pubbliche amministrazioni è la sfida più ardua che il settore degli appalti deve affrontare. La posta in gioco è alta: garantire il rispetto delle regole, migliorare la qualità delle performance e supportare lo sviluppo del Paese

L’approvazione del nuovo Codice dei contratti pubblici ha posto delle scadenze inderogabili e ora le Pa dovranno attrezzarsi per far fronte a un radicale cambiamento. A decorrere dal 1° gennaio 2024 diverrà obbligatorio l’utilizzo di piattaforme digitali per la gestione delle gare (e-procurement). E le Stazioni appaltanti che non avranno fatto richiesta della qualificazione entro il 1° luglio 2023 non potranno più gestire gare al di sopra

della soglia di 500mila euro. L’altra scadenza è il 1° gennaio 2025. Entro questa data le Stazioni appaltanti e gli enti concedenti per i lavori sopra il milione di euro dovranno adottare “metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni per la progettazione e la realizzazione di opere di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti” ossia il Bim (building information modeling). La disposizione non si applica agli inter-

Nonostante l’attualità della materia, la normativa vigente, anche quella sull’amministrazione digitale, si incentra solo sull’aspetto della forma digitale degli atti affrontando la tematica per principi, senza scendere nel dettaglio dell’attuazione della transizione digitale. Tuttavia, se da un lato, i nuovi strumenti offerti dalla tecnologia hanno l’indubbio vantaggio di velocizzare le procedure, di evitare l’errore umano e di garantire valori quali l’imparzialità e la parità di trattamento, occorre considerare che viene richiesto un nuovo approccio all’interno del ciclo dei contratti pubblici che dovrà essere gestito in un ecosistema di impianti, piattaforme e banche dati, e che si baserà sullo sforzo degli operatori del settore in quanto cambio culturale. Bisogna tener conto del differente livello di adeguatezza degli uffici, del grado di formazione dei soggetti coinvolti e della necessità per le Stazioni appaltanti, in particolare per quelle non qualificate, di riorganizzare le strutture coinvolte, in termini di dotazione tecnologica, di formazione del personale e di reingegnerizzazione dei processi. Responsabilità ceduta direttamente alle Pa le quali, senza avere il più delle volte basi né nozioni, devono essere in grado di comprendere quali siano gli strumenti più adatti e costruire da sé il percorso verso la digitalizzazione del processo.

58 luglio/agosto/2023
digitalizzazione

Il ruolo del Rup nel processo di progettazione

Il percorso di digitalizzazione, in particolare quello inerente alla progettazione attraverso il Bim, coinvolge e stravolge il ruolo del Responsabile unico del procedimento (Rup). Il Rup, dunque, si presenta come il centro unitario di imputazione delle funzioni di scelta, controllo e vigilanza, essendogli stati attribuiti i compiti di un vero e proprio Project manager nell’esempio di un modello organizzativo molto diffuso all’estero. Occorre far presente che a ciò si aggiunge una resistenza radicata, nella pubblica amministrazione, nei confronti di una nuova cultura manageriale, la quale oggi diventa essenziale per adeguare i processi alle esigenze in ordine di tempi e costi, nonché di oggettiva capacità di individuare e provvedere ai rischi sin dalla fase di offerta, per proseguire poi con un’adeguata metodologia gestionale di Project management, Project control e digitalizzazione dell’intero processo costruttivo.

Il Rup opera con il supporto dei responsabili delle fasi di programmazione, progettazione, affidamento ed esecuzione di-

La proposta di Dihcube

Una sfida che date le premesse si presenta sempre più ardua. Occorre per tale ragione il supporto di un esperto che sia in grado di indicare alle Pubbliche amministrazioni l’iter da seguire per imparare a gestire digitalmente il processo di realizzazione dell’opera. Alcuni strumenti sono già attivi come il percorso formativo organizzato da Dihcube, dedicato alle Pubbliche amministrazioni con lo scopo di dare le competenze necessarie per gestire la progettazione dell’opera digitalmente.

Partendo dal presupposto che la progettazione in materia dei lavori pubblici si articola in due livelli: il progetto di fattibilità tecnico economica e il progetto esecutivo. Questi rappresentano rispettivamente una prima fase di analisi dei costi e specifiche del progetto e la seconda parte riferita all’organizzazione delle lavorazioni. Nel documento di progettazione dovrà essere presente anche il capitolato informativo che contiene la parte descrittiva dei metodi e strumenti digitali utilizzati per la gestione. L’obiettivo è assicurare le attività di progettazione e le verifiche annesse attraverso l’uso progressivo di metodi e strumenti di gestione informativa digitale delle costruzioni. Per redigere un buon piano di gestione informativa può aiutare porsi alcune domande. La prima è cosa si desidera fare attraverso i modelli informativi. Il secondo quesito è quali informazioni occorre

venendo una figura sempre più trasversale, secondo le norme Uni Iso 21502 2021, e confermando ancora di più il proprio ruolo centrale nel progetto. Il Rup deve essere dotato di competenze professionali adeguate all’incarico da svolgere. Per i lavori e i servizi attinenti all’ingegneria e all’architettura deve essere un tecnico. Ove non sia presente tale figura professionale, le competenze sono attribuite al dirigente o al responsabile del servizio nel cui ambito di competenza rientra l’intervento da realizzare. Negli altri casi, la stazione appaltante può individuare un dipendente anche non in possesso dei requisiti richiesti.

Il settore però evidenzia una carenza di tali figure, divenute ormai rare e introvabili. Sempre più spesso di sceglie quindi di formare una risorsa con le conseguenti carenze che possono poi scaturire. Dall’intervista svolta nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale Rup, istituito dalla PNRR Academy, i soggetti intervistati hanno espresso la propria difficoltà ad operare innanzitutto con il Bim. Altri aspetti presentati sono stati assenza di incentivi economici alla progettazione interna e l’acquisizione dei pareri e ulteriori atti delle amministrazioni terze coinvolte nei procedimenti autorizzativi.

estrarre per raggiungere l’obiettivo fissato e infine come poter verificare che i dati ricavati siano effettivamente quelli necessari. Ma prima di arrivare a questo occorrono un piano di formazione specifica del personale, disporre degli strumenti e dispositivi necessari e infine redigere e adottare un programma di organizzazione analitica per le procedure di controllo.

L’acquisizione di tali parametri costituiscono requisiti premianti per la qualificazione delle Stazioni appaltanti.

Il percorso gratuito di Dihcube, di cui Ance è capofila, rivolto alle Pubbliche amministrazioni individua le necessità di

competenze digitali avanzate per fornire una formazione completa finalizzata all’utilizzo autonomo e consapevole delle tecnologie offerte dal mercato. L’affiancamento di esperti garantisce l’implementazione di strumenti digitali innovativi facendo leva sul potenziale delle risorse interne, favorendo lo sviluppo di nuove competenze e il consolidamento di quelle esistenti. La proposta prevede inizialmente un percorso introduttivo di ventiquattro ore articolato in quattro livelli di acquisizione della cultura del dato. Il primo step fornisce ai partecipanti il quadro essenziale per aiutare a comprendere il significato della gestione informativa digitale e le sue ripercussioni nel funzionamento quotidiano delle pubbliche amministrazioni. I corsi successivi si calano nell’ambito dell’attività presentando gli attori del processo quali i Rup e le figure professionali del Bim per le Pa e le fasi per la comprensione elementare del tema della gestione informativa digitale. In chiusura, l’ultimo corso permette ai partecipanti di iniziare a familiarizzare con i metodi e gli strumenti fondamentali. A seguito della frequenza del corso introduttivo Dihcube propone una vasta gamma di servizi mirati per approfondire specifiche aree tecniche, dalla scrittura del capitolato informativo sino alla digitalizzazione del cantiere, e aumentare il grado di maturità digitale. Sul sito di Ance Brescia è disponibile il modulo di iscrizione ai corsi gratuiti proposti da Dihcube per i tecnici delle Stazioni appaltanti.

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mercato del lavoro

L’Osservatorio sul mercato del lavoro e sulle relazioni collettive dell’Università degli studi di Brescia ha analizzato il nuovo accordo siglato lo scorso novembre e la sua rappresentatività nel sistema edile territoriale

L’edilizia è un settore complesso caratterizzato da una lunga filiera: una panoramica complessa che si riscontra anche nella contrattazione collettiva del comparto delle costruzioni. A novembre del 2021 i contratti dedicati all’edilizia depositati presso il Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) risultavano settantuno su un totale di novecento novantatré che riguardano tutti i settori produttivi. A tali numeri si devono aggiungere una pluralità di accordi che, sebbene sviluppati in altri comparti, vengono applicati anche a imprese la cui attività ricade nell’ambito dell’edilizia. Una situazione che comporta, sia dal lato sindacale che dal lato imprenditoriale, il rischio di una frammentazione della rappresentanza e della stessa funzionalità del contratto collettivo. La recente esperienza dei bonus fiscali ha evidenziato il problema, stimolando l’introduzione da parte della legislatura di

strumenti a contrasto del dumping contrattuale come l’attestazione di congruità. È interessante evidenziare come siano state proprio le parti sociali a voler individuare formule per incentivare le imprese all’applicazione del contratto collettivo edile.

La particolare dinamica delle relazioni sindacali all’intero del settore ha, in effetti, suggerito all’Osservatorio sul mercato del lavoro e sulle relazioni collettive istituito presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Brescia (Osmer), di proporre ad Ance Brescia di entrare a far parte dell’organismo. Invito prontamente accettato dall’Associazione, anche alla luce della sottoscrizione del contratto collettivo provinciale, avvenuta il 30 novembre scorso, cui l’Osservatorio ha, poi, dedicato un seminario di presentazione. Invitati all’appuntamento per dialogare insieme ai docenti Cristina Alessi, Sergio Albertini, Gianluca Bonanomi e Fa-

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A novembre del 2021 i contratti dedicati all’edilizia depositati presso il Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) risultavano settantuno su un totale di novecento novantatré che riguardano tutti i settori produttivi
Il contratto collettivo provinciale oggetto di un’interessante analisi dell’Osmr

bio Ravelli sono intervenuti i rappresentanti del sistema edile bresciano: il direttore di Cassa edile Brescia Nicolò Depellegrin, i segretari delle organizzazioni sindacali provinciali di categoria Ibrahima Niane di FilleaCgil Brescia, Raffaele Merigo di Feneal-Uil e Sara Piazza di Filca-Cisl e il responsabile del servizio sindacale di Ance Brescia Francesco Zanelli. Nel corso del dibattito è stato evidenziato come il testo del Ccpl presenti un contenuto ricco, articolato e di spessore. Nello specifico viene confermato il modello partecipativo molto sviluppato legato al ruolo centrale della bilateralità, che è una caratteristica peculiare del settore edile sin dalle proprie origini. Sul banco i punti cardine di innovazione del contratto collettivo provinciale, a partire, da due istituti di retribuzione incentivante a contrasto del dumping contrattuale: il primo, di natura territoriale, l’elemento variabile di retribuzione (Evr), mentre il secondo, da introdursi a livello aziendale da parte della singola impresa interessata a istituirne la disciplina verso i propri dipendenti. Due strumenti, il primo obbligatorio mentre il secondo facoltativo, che possono essere visti come complementari fra loro quali forme legali di retribuzione istituite per rendere attrattivo il Ccpl e il settore nei confronti dei lavoratori. Ancor più caratterizzante è la conferma della banca ore elemento che la contrattazione provinciale ha preso in prestito da altri settori e che, forse per la prima volta in Italia, è stata introdotta nel comparto edile nel 2017. La banca ore permette all’impresa di

avere una forma di flessibilità e ai lavoratori di accantonare le ore di straordinario, così da utilizzarle in caso di esigenze personali. Un aspetto che rende chiara la volontà di allargare i confini della contrattazione collettiva, per cogliere le opportunità legislative a disposizione e migliorare la qualità del lavoro e i rapporti stessi del settore. Intento strettamente connesso alle attività di forte spinta verso l’apertura al dialogo che si rivela dall’istituzione della commissione di conciliazione, anch’essa già prevista nell’accordo siglato nel 2017, costituita per ridare slancio alle relazioni industriali e per favorire una soluzione delle controversie al di fuori delle sedi giudiziarie.

Non per ultimo l’aspetto della formazione che ricopre un ruolo centrale per le imprese, in un periodo di forte sviluppo del settore. Concetto che ancora una volta dimostra la vivacità di uno strumento che si pone sempre di più come modello completo per la gestione delle risorse del settore edile. Lo spazio alla formazione nel nuovo accordo è sintomo di innovazione, perché intercetta le necessità dell’edilizia e sfrutta le opportunità delle risorse per migliorare la qualità del lavoro dell’impresa e le capacità del singolo lavoratore. Attività, quest’ultima, che rafforza il ruolo di centralità ricoperto dagli enti bilaterali bresciani, Cassa edile e Scuola edile, quali enti principali di erogazione dei corsi, degli aggiornamenti e dei servizi competenti e gratuiti rivolti alle imprese e ai lavoratori iscritti. Un impegno continuo che vuole incentivare la crescente evoluzione del settore.

inoltre rafforza il ruolo di centralità ricoperto dagli enti bilaterali bresciani, Cassa edile e Scuola edile, quali enti principali di erogazione dei corsi

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Lo spazio alla formazione nel nuovo accordo è sintomo di innovazione, perché intercetta le necessità dell’edilizia e sfrutta le opportunità delle risorse per migliorare la qualità del lavoro dell’impresa e le capacità del singolo lavoratore.

UN SUPPORTO PER I LAVORATORI E LE IMPRESE EDILI INNOVAZIONE E WELFARE

Dai notiziari mensili di luglio e agosto 2023, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di lavoro, lavori pubblici, tributi e ambiente. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it

LAVORO

Luglio - Cnce. Faq congruità della manodopera in edilizia

Cnce ha pubblicato ulteriori Faq con cui ha integrato le Faq tecnico-operative in materia di congruità della manodopera in edilizia di cui al Decreto ministeriale n. 143/2021. Per maggiori informazioni: www.ancebrescia.it.

LuglioRinnovo del Ccnl. Aumento contrattuale e tabelle retributive a valere dal 1° luglio 2023

L’accordo di rinnovo del Ccnl sottoscritto il 3 marzo 2022 ha previsto un adeguamento dei livelli retributivi diviso in due momenti distinti, il

secondo dei quali decorre dal 1°luglio 2023. Sul sito dell’Associazione è possibile consultare le tabelle relative ai minimi di stipendio mensile e di paga basa oraria per impiegati e operai, decorrenti dalla già citata data del 1° luglio 2023. Il Servizio Sindacale, che resta a disposizione per ogni ulteriore chiarimento, sta provvedendo a elaborare le nuove tabelle dei costi della manodopera a favore delle imprese associate che ne faranno richiesta agli uffici.

LAVORI PUBBLICI

Luglio — Nuovo Codice dei contratti pubblici dal 1° luglio 2023

Ance Brescia riassume sul proprio sito le disposizioni e i relativi allegati del nuovo Codice dei contratti pubblici, di cui al D.

— Pnrr/Pnc.

Regime giuridico opere successive al 1° luglio 2023

lgs. 31/03/2023, n. 36, adottate in attuazione dell’art. 1 della L. 78/2022, entrate in vigore il 01/04/2023, che acquistano efficacia da sabato 1° luglio 2023. Da tale data è prevista l’abrogazione del vigente Codice dei contratti pubblici, di cui al D. lgs. 50/2016.

Il 12 luglio 2023 il Mit ha pubblicato una circolare sul regime giuridico applicabile agli affidamenti relativi a procedure afferenti alle opere Pnrr e Pnc successivamente al 1°luglio 2023. La nota del Ministero contiene importanti chiarimenti interpretativi e prime indicazioni operative rispetto agli affidamenti di opere a valere su risorse Pnrr e Pnc rispetto alle disposizioni derogatorie contenute nel D.lgs. 36/2023 (nuovo Codice appalti) per tali interventi (art. 225, c. 8 e del d.lgs. 36/2023), alla luce del richiamo alle norme del D.l. 77/2021. La sintesi del documento è disponibile sul sito www.ancebrescia.it.

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Luglio
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ance informa

I Giovani di Ance Brescia e Ance Bergamo in visita al Vittoriale

meraviglie del territorio. L’evento è il primo di una serie di iniziative culturali realizzate in accordo tra le due compagini lombarde e nate con l’obiettivo di presentare i luoghi chiave delle rispettive province per celebrare Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

TRIBUTI

Luglio — Obbligo Soa bonus edilizi: nel dossier Ance tutte le novità

Dal 1° luglio 2023, ai fini del riconoscimento degli incentivi fiscali relativi agli interventi previsti dall’articolo 119 e 121 co. 2 del decreto-legge n. 34/2020, l’esecuzione dei lavori, se il valore del contratto è superiore a 516.000 euro, può essere affidata o deve essere continuata solo da imprese certificate Soa. Sul sito Ance è scaricabile la Guida sull’obbligo di attestazione Soa per i bonus edilizi che ripercorre norme e chiarimenti pervenuti e fa il punto sulle questioni aperte.

Luglio - Contratti pubblici. Modalità di versamento dell’imposta di bollo

Operative le modalità di versamento, in via telematica, della nuova imposta di bollo dovuta sui contratti pubblici, in vigore per i procedimenti avviati dal

1° luglio 2023. Occorre utilizzare il “Modello F24 Elide” con specifici codici tributo. Così nel Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n.240013 e nella Risoluzione 37/E, entrambi del 28 giugno 2023, in attuazione di quanto stabilito dal nuovo Codice dei contratti pubblici. Luglio — Superbonus. Il dossier Ance approfondisce la circolare Ade Un nuovo dossier Ance sintetizza i chiarimenti che l’Agenzia delle Entrate ha fornito con la CM 13/E/2023 che ripercorre i recenti interventi normativi. In particolare, conferma il 110% per tutto il 2023 anche

per gli interventi “trainati” condominiali e sulle singole unità del condominio, se effettuati insieme agli interventi “trainanti” che rispettano le regole transitorie di fine 2022 su Cilas e delibera assembleare. Maggiori informazioni sul sito www.ancebrescia.it.

AMBIENTE

Luglio - Bilancio di sostenibilità e criteri Esg un’opportunità per le imprese.

La proposta di Ance Brescia

Ci sono diverse ragioni per cui un’impresa dovrebbe

Eventi 2023 – Settore delle costruzioni

Ecomondo

Ambiente Lavoro (salute e sicurezza nei luoghi di lavoro)

Made Expo 2023

7-9 novembre 2023

Milano Rho15-18 novembre 2023

Klimahouse Bolzano 31 gennaio 2 febbraio 2024

Bauma Monaco di Baviera7-13 aprile 2025

dotarsi di un bilancio di sostenibilità e adottare i criteri Esg (Environmental, Social, and Governance).

Ance Brescia, attraverso una convenzione con la società APG e alcuni professionisti bresciani, propone alle imprese associate un percorso per dotarsi del Bilancio di sostenibilità e per l’adozione dei criteri Esg. Chi fosse interessato ad approfondire il tema può contattare l’Associazione inviando un’e-mail a enrico.massardi@ancebrescia.it

LuglioRegolamento tracciabilità dei rifiuti. Soggetti obbligati e tempistiche di iscrizione

Il 15 giugno è entrato in vigore Rentri, il regolamento sul sistema di tracciabilità dei rifiuti e del relativo registro elettronico nazionale (Decreto Mase n.59/2023). Il decreto prevede tempistiche differenziate a seconda delle categorie di soggetti obbligati. Scopri di più sul sito dell’Associazione.

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I Giovani costruttori di Ance Brescia e Ance Bergamo si sono recati in visita al Vittoriale degli Italiani, suggestiva dimora del poeta vate Gabriele D'Annunzio, per condividere insieme una giornata alla scoperta delle
EVENTO LUOGO DATE
Bari 19-21
SAIE
ottobre 2023
Rimini
7-10 novembre 2023
Bologna
Fiera

EDILIZIA UN MONDO A PIÙ DIMENSIONI

IL MONDO CHE CRESCE SALE CON ELMA IL MONDO CHE CRESCE SALE CON ELMA MONTA AUTO SCALE MOBILI ASCENSORI MONTACARICHI ELEVATORI ELMA s.p.a. via San Desiderio, 31 25020 Flero - (BS) Italy tel. +39 030 3580936 fax +39 030 3580190 SOA categoria OS04 classi昀ca lV-bis www.elmaonline.it - elma@elmaonline.it

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