Cultura
1. La locandina del nuovo film Netflix del regista p 2. Una scena del film, che vede Tomala impegnato nel sui social social network che nella vita reale | courtesy of Netfli nicki, nel film candidato sindaco di Varsavia, ispirato alla fi progressista di Danzica, ucciso da estremi
Che cosa ci insegna The Hater Il potere della suggestione e della manipolazione raccontati tramite la storia di Thomasz, un ragazzo di Varsavia che nella sua solitudine trova rifugio negli angoli più bui del web CINEMA
34 — Zeta
Thomasz è uno studente di legge che dopo essere stato accusato di plagio viene espulso dall’università. Vive a Varsavia nel pieno di una campagna elettorale e in questa città sembra perdersi. Alterna la solitudine a una finta socializzazione: social network e videogiochi. «È proprio un tipo creepy», uno di quelli che fa accapponare la pelle. Lo definisce così Gabi, la figlia dei Krasucki, la famiglia alto-borghese polacca che si prende cura di Tomala, come lo chiamano loro, pagandogli gli studi. È proprio Gabi il punto d’incontro tra la realtà virtuale che risucchia le giornate di Thomasz e quella società che sembra non voler accettare un ragazzo dall’aspetto “particolare”. The Hater è proprio questo: il racconto della vita di chi, all’apparenza, non riesce a trovare un posto nella società. Thomasz si ribella a un sistema che l’ha punito e che troppe volte sembra ignorarlo. La sua passione è il web e lavora come moderatore di contenuti per la Best Buzz, agenzia di comunicazione di Bea, una donna spietata che non conosce il concetto di etica. Distrugge la reputazione di aziende e personaggi famosi, questo è il suo lavoro. «Non sono interessato al marketing rispettabile e nemmeno a quello leale», esordisce così Tomala al colloquio di assunzione e sin da subito mette in pratica le sue capacità promuovendo una campagna di diffamazione di Gian Marco Passerini