A PI GIO CO AG M O
N
EWS
ANNO 7 - NR. 4 - MAGGIO 2021
Periodico gratuito d’informazione e cultura
CONOSCIAMO IL DIABETE DROGA MALEDETTA ASSOCIAZIONE SOLIDARIETÀ VIGOLANA
La riv
ista è a
dispos
izione solo pe r
asporto - P REND
I LA TUA COPIA GRATUITA
LEVICO TERME - Via Claudia Augusta, 27/A - Tel. 0461.707273 - Fax 0461 706611 ALTRE INFORMAZIONI SU TUTTE LE NOSTRE AUTO, MOTO E FUORISTRADA NEL SITO WWW.BIAUTO.EU Auto, Moto & Fuoristrada di tutte le marche
www.zstyle-parapetti.it
Parapetti per poggioli, balconi e recinzioni in alluminio, acciaio inox e ferro battuto. VANTAGGI POGGIOLI Z.Style RISPARMIO, VALORE ESTETICO, DURATA, RISPETTO AMBIENTALE
QUALITA’ E CERTIFICAZIONI Z.Style è la prima azienda in Trentino ad ottenere la certificazione sui propri poggioli in conformità al Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008-NTC (Norme tecniche per le Costruzioni)
Via dei Campi – Zona Industriale 38050 NOVALEDO (TN) Tel: 0461 1851534 – Fax: 0461 1851412 www.zstyle-parapetti.it 2
augana EWS
N
Periodico gratuito d’informazione e cultura
Referente commerciale di zona: 347 1597329
L’Editoriale di Armando Munao’
Ma quanto è bello
l’ITALIANO
H
anno innescato un vero, e mi auguro costruttivo dibattito, le parole di Mario Draghi, Presidente del Consiglio, quando, in un incontro con giornalisti, esponenti politici e personale sanitario, in occasione di una sua visita, a marzo, al centro vaccinazioni di Fiumicino e dopo che nel suo discorso aveva citato alcune parole tipo smartworking, babysitting, lockdown, se n’è uscito con una frase che ha fatto sorridere molti dei presenti. «Chissà perché devo e dobbiamo sempre usare tutte queste parole inglesi?» Una battuta sugli anglismi, la sua, accompagnata da un sorriso, ma che forse tanto spiritosa non voleva essere perché, in fondo in fondo, il nostro Presidente ha messo il dito in una piccola piaga letteraria che sempre di più sta caratterizzando il nostro modo di esprimerci e di dialogare. Un particolare “fuori programma” che è subito diventato virale sui social, su Facebook, su Twitter e Instagram. Una precisazione, quella di Draghi, di certo non banale se ha ricevuto, oltre ai tanti pareri favorevoli, anche l’apprezzamento e il plauso del Prof. Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca, una istituzione che da oltre 450 anni si batte con “strenuo” e continuo impegno per mantenere “intatta e pura” la lingua italiana. “Sono molto contento, ha detto infatti Marazzini, che il Presidente Draghi, in questo momento difficile per il Paese, abbia toccato questo argomento con leggerezza e con una battuta, ma si capiva bene la sua posizione. Normal-
Il Presidente Mario Draghi
mente, ha continuato, quando si critica l’uso eccessivo dei termini inglesi, molto spesso scatta l’accusa di provincialismo. Nel caso di Draghi, però, è difficile farla scattare, dato che lui per anni ha fatto discorsi in perfetto inglese, ma quando parla in italiano, si pone il problema di usare i termini appropriati nella nostra lingua”. “Dal Presidente Draghi, aggiunge Marazzini, arriva un segnale interessante di attenzione al problema dell’eccessivo uso delle parole inglesi nell’italiano, spesso adoperate a sproposito. In Italia ha preso piede, purtroppo, un insieme di vocaboli e citazioni anglofone senza precedenti”. Un particolare e originalissimo invito, quello di Draghi, a scegliere e a usare le parole italiane e quindi fare a meno
di inutili forestierismi, specialmente inglesi. Per la cronaca la Crusca è la più antica accademia linguistica del mondo, nata a Firenze per merito di Leonardo Salviati, è stata costituita ufficialmente il 25 marzo 1585 e già nel 1612 pubblicò la prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca che, secondo documenti storici, servì da esempio lessigrafico anche per le lingue francese tedesca e inglese, tant’è che nel 1636 il Cardinale Richelieu creò l’Academie francaise sul modello dell’Accademia della Crusca. Che l’inglese sia un linguaggio mondiale usato da tutti i paesi è indiscutibile, ma è altrettanto vero che noi, e spesso, sostituiamo termini e nostri vocaboli con parole anglosassoni. E ciò avviene non solo nelle quotidiane discussioni, ma anche e principalmente nelle nostre tivvù, nei pubblici dibattiti e negli incontri di vario tipo e genere. Fateci caso ma le nostre istituzioni politiche e la stampa a tutti i livelli, sono tra le maggiori fonti in cui gli anglicismi sostituiscono il nostro italiano. Ne è d’esempio, fra tanti, la legge del 2014 - il famoso Jobs Act - che indicava una riforma del diritto del lavoro promossa e attuata in Italia dal governo Renzi, attraverso l’emanazione di diversi provvedimenti legislativi, completata poi nel 2016. La potevano benissimo chiamare “ Riforma del lavoro” e invece hanno preferito etichettarla con “Job act”, tanto per non perdere l’abitudine di utilizzare, anche nelle cose più semplici e facilmente comprensibili, la terminologia inglese.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
3
ADESSO DA BAUEXPERT I PRODOTTI
!
Tutto per costruire meglio. 4
augana
N
EWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
www.bauexpert.it
SOMMARIO ANNO 7 - MAGGIO 2021 DIRETTORE RESPONSABILE Armando Munaò - 333 28 15 103 direttore@valsugananews.com VICEDIRETTORE Chiara Paoli - Elisa Corni COORDINAMENTO EDITORIALE Enrico Coser COLLABORATORI Waimer Perinelli - Erica Zanghellini - Katia Cont Alessandro Caldera - Massimo Dalledonne Francesca Gottardi - Maurizio Cristini Laura Mansini - Alice Rovati Erica Vicentini - Laura Fratini - Patrizia Rapposelli Zeno Perinelli - Adelina Valcanover - Veronica Gianello Nicola Maschio - Giampaolo Rizzonelli - Mario Pacher CONSULENZA MEDICO - SCIENTIFICA Dott. Francesco D'Onghia - Dott. Alfonso Piazza Dott. Giovanni D'Onghia - Dott. Marco Rigo EDITORE - GRAFICA - STAMPA Grafiche Futura srl Via della Cooperazione, 33 - Mattarello (TN)
PER LA TUA PUBBLICITÀ cell. 333 28 15 103 direttore@valsugananews.com info@valsugananews.com Registrazione del Tribunale di Trento: nr. 4 del 16/04/2015 - Tiratura n° 7.000 copie Distribuzione: tutti i Comuni della Alta e Bassa Valsugana, Tesino, Pinetano e Vigolana compresi COPYRIGHT - Tutti i diritti di stampa riservati Tutti i testi, articoli, interviste, fotografie, disegni e pubblicità, pubblicati nella pagine di VALSUGANA NEWS e sugli Speciali di VALSUGANA NEWS sono coperti da copyright GRAFICHE FUTURA srl e quindi, senza l’autorizzazione scritta del Direttore, del Direttore Responsabile o dell’Editore è vietata la riproduzione o la pubblicazione, sia parziale che totale, su qualsiasi supporto o forma. Gli inserzionisti che volessero usufruire delle loro inserzioni, per altri giornali o altre pubblicazioni, possono farlo richiedendo l’autorizzazione scritta all’Editore, Direttore Responsabile o Direttore. Quanto sopra specificato non riguarda gli inserzionisti che, utilizzando propri studi o agenzie grafiche, hanno prodotto in proprio e quindi fatta pervenire, a GRAFICHE FUTURA srl, le loro pubblicità, le loro immagini, i loro testi o articoli. Per quanto sopra GRAFICHE FUTURA srl, si riserva il diritto di adire le vie legali per tutelare, nelle opportune sedi, i propri interessi e la propria immagine.
L’editoriale 3 Sommario 5 Punto & a capo: il grillo sparlante 6 Tra Stato e Istituzioni: Potere e responsabilità 8 Società oggi: droga maledetta 10 Industria.4 – Il futuro siamo noi 12 Le donne nella storia: Ernesta Bittanti 15 Gli indimenticabili: Ferenc Puskas 18 Socieà oggi: Associazione Solidarietà Vigolana 20 La notte degli Oscar 23 La festa della mamma 25 Società e turismo: ospitalità al tempo del Covid 26 Musicalmente : The Bastard Sons of Dioniso 29 I miracoli di Dino Buzzati 32 Il personaggio: Roberto Benigni 34 Qui Trento: i dati della Polizia locale 36 La proposta di Legge Stazzema 37 Italia e le mascherine fasulle 38 Il personaggio: Carmelo Bene 40 Lo Sporting Club Pergine 42 Ciolde e Belumate, viaggio di lavoro 46 L’artista di casa nostra: Albano Tomaselli 48 Marco Patton: una vita per la corsa 51 Valsugana Web TV 54 Un’epidemia di false notizie 56 Il personaggio: Erika Giovanna Klien 58 Pergine: riapertura del Centro Famiglie 57 CRAV: premiate le tesi di laurea 59 Castello Tesino: la leggenda dell’impiccato 61 Attualità: il fumo, attenti ai giovani 62 Covid e ristorazione 63 Società oggi: la Milano da bere 64 Medicina & Salute: i soldi fanno la felicità? 66 CONOSCIAMO IL DIABETE
68
Il Trentino in cronaca: comparto agroalimentare Ieri Avvenne: la morte di Mario Moranduzzo Anno 1866: le guerre in Valsugana Uomo, natura, ambiente: le api in Valsugana L’avvocato risponde: il sovraindebitamento Leggende in Valsugana : gli Orchi di Roncegno L’avvocato risponde: il passaggio su un terreno confinante Che tempo che fa: le gelate tardive
74 75 76 78 80 82 84 86
Il personaggio Roberto Benigni Pagina 34
Marco Patton Una vita per la corsa Pagina 51
Anno 1866 Le Guerre in Valsugana Pagina 76
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
5
Ci piace farvi sognare libri per grandi, libri per piccini, soprattutto Nati per Leggere, e qualche gioco
IL PONTE l i b r e r i a Borgo Valsugana (Tn)
6
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Punto & a Capo di Waimer Perinelli
IL GRILLO SPARLANTE
Da Cappuccetto Rosso a Pinocchio C’è una storia ricorrente nel giornalismo: l’albero maledetto, è quello sulla curva della strada, contro il quale si fracassa almeno una vettura l’anno e i passeggeri muoiono. L’albero assassino ha colpito ancora, va tagliato. Si poteva raddrizzare la curva e salvare l’albero ma si poteva anche rispettare il limite di velocità o bere di meno, e salvare la pianta risparmiando vite umane.
L
a cronaca si fa sempre più nera, viviamo come nel bosco di Cappuccetto rosso. Come essere sereni se un ventenne intervenuto ad aiutare una ragazzina preda di due bulli viene sfregiato al viso “da bocca ad occhio” dal coltello impugnato da un sedicenne. Non giro armato ma non so se posso permettermelo. Sono perciò prudente e in una città che non conosco cammino di giorno in luoghi aperti; in quella che conosco evito i rioni dove si concentra la criminalità, specialmente di notte. Non ho grandi paranoie ma se mi offrono dell’erba preferisco rifiutare, se mi dicono che è medicamentosa mi consulto con un medico, che normalmente mi spiega che non si tratta erba medica. I lupi preferiscono le prede facili e non è una questione di genere. Anche i fanciulli sono appetibili, ne sapeva
qualcosa Giulio Cesare che, dicevano i maligni a Roma, fu violentato giovinetto dal re di Bitinia. Poi c’è il dolore di Beppe Grillo, il padre che informato dei fatti, lo stupro o presunto tale commesso dal figlio Ciro, prima accusa il figlio di essere un cretino, ma, come sembra oggi più chiaro, non lo fa nel merito bensì per smontare interpretazioni criminali perché, infondo, si è trattato di una ragazzata, poi, quando capisce che il gioco si fa duro, scende in campo con tutta la sua arte di attore comico e la commedia bourlesque diventa grottesca fino alla tragedia. C’è un giovane, suo figlio, che in compagnia d’altri ha fatto sesso condito con alcol e c’è una ragazza, forse due, che credeva di partecipare ad una festa alla pari. Il bosco di Cappuccetto Rosso, diventato foresta, non è più fatto di alberi ma di luci e musica tambureggiante, di suoni che stordiscono, piena di lupi cattivi e lupetti tentatori. Il sottobosco è fatto di ortiche e speranze, di angosce, tensioni, insoddisfazioni, voglia e fretta di successo. Come dimostra il caso di Alberto Genovese, condito di
festini, sesso e droga; in ambienti di elevata moneta, la pratica trasgressiva, la via facile al successo, è troppo frequentata. Ma non è una novità assoluta. L’11 aprile del 1953, vigila di Pasqua sulla spiaggia di Torvainica a Roma venne trovato il corpo di Wilma, 21 anni, una bella ragazza di origini modeste che, come fu accertato, frequentava, in cerca di successo, l’ambiente bene di giovani della Capitale, fra i quali anche il figlio di un ministro, esperti di festini e altro. Sessant’anni son passati ed è cambiato poco nella società dove una madre povera denuncia il figlio che spaccia e si droga perché dice “voglio salvarlo”. Il padre ricco invece difende il figlio e lo fa violentando verbalmente la ragazza. E’ lui il Grillo protagonista dell’altra favola, quella di Pinocchio. Collodi con sottile toscana intelligenza fa incontrare il grillo parlante con Pinocchio e l’animaletto chiede al burattino qual vita vorrebbe fare e il bimbo di legno, per una volta sincero, dice “ Quella di mangiare, bere, dormire, divertirmi e fare dalla mattina alla sera...” Per tua regola — risponde il grillo-parlante — tutti quelli che fanno codesto mestiere, finiscono quasi sempre allo spedale o in prigione. La fine è nota...” A queste ultime parole, Pinocchio saltò su tutt’infuriato e preso di sul banco un martello di legno, lo scagliò contro il Grillo-parlante. Forse non credeva nemmeno di colpirlo; ma disgraziatamente lo colse per l’appunto nel capo, tanto che il povero Grillo ebbe appena il fiato di fare crí-crí-crí, e poi rimase lí stecchito e appiccicato alla parete.” Non come genitore ma come politico e fondatore del movimento stellato Grillo di martelli ne sta ricevendo molti e non riuscirà a scansarli tutti.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
7
Tra Stato e Istituzioni di Cesare Scotoni
Potere & Responsabilità Questi son “tempi curiosi”. Un setaccio che ci sta mostrando una Classe Dirigente che, in gran parte, esercita il Potere senza conoscere quei meccanismi di Legittimazione, che son antichi e ben diversi da quelli della Legittimità formale.
S
e nella nostra Democrazia Repubblicana la Legittimità nasce dal Voto ad un Parlamento, che a sua volta legittima un Governo, quella Democrazia per esercitare poi la sua Potestà, implica che quella Legittimità sia Riconoscibile e Riconosciuta. Per questa ragione l’art. 88 la nostra Costituzione, fa garante il Presidente della Repubblica di quella evidenza riservandogli la potestà di sciogliere in autonomia anche la singola Camera del nostro Parlamento qualora lo ritenesse utile e di indire le Elezioni (ad esclusione dell’ultimo semestre detto semestre bianco). Precedentemente l’origine del Potere trovava nel Sangue, nella Discendenza Divina o nella Sacralità della Chiesa il meccanismo di Legittimazione e, in tempi più remoti, un Sovrano il cui Potere non si riflettesse nel benessere del suo Popolo, ovvero di chi ne riconosceva la Sovranità, metteva la sua
Vita nelle mani degli Dei e veniva così rimpiazzato. La relazione tra Potere, Interesse Generale, fonti di Legittimità e meccanismi di Legittimazione è al centro ora di un mondo dove i meccanismi della Comunicazione, dell’Interattività e dell’Informazione hanno allargato enormemente la platea di chi può “guardare il Potere”, il chi lo esercita ed il come. E sta ancora cercando le modalità per trasmettere in modo credibile a chi con il voto democratico deve legittimare una classe dirigente il modo in cui quella classe dirigente intende Rappresentare ed Esercitare quella Potestà. Venendo alla cronaca più recente del nostro Paese, la vicenda del 1992, con “Tangentopoli”, la sua sfacciata strumentalità, e il deludente rapporto tra i danni fatti al Sistema Paese e risultati ottenuti in condanne, si è solo completata quell’opera di demolizione della
Prima Repubblica e del suo Sistema di Consociativismo nel nome di un interesse Generale, di Imprese Pubbliche, di Banche Pubbliche e di meccanismi di perequazione e di tutela dei Lavoratori cominciata nel 1978 con il sequestro di Aldo Moro e con il progressivo dividersi di un Sindacato Unitario ed il confondersi del ruolo di quello con la militanza partitica ed i suoi interessi. Quella Credibilità, demolita in modo determinato e sistematico da chi immaginava per il Paese un diverso Patto Costituente senza poi riuscirci, era fatta anche di Forme e Ritualità costruite per tradurre il Potere in un percorso “leggibile” al Popolo con gli occhiali delle Istituzioni Repubblicane e il loro valore fondativo. Lo sforzo di generale delegittimazione delle Istituzioni cui ci hanno abituato gli ultimi 30 anni, la debolezza di chi, ignorando volutamente che una parte importante del Paese non era pronta
Palazzo Montecitorio
8
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Tra Stato e Istituzioni
Palazzo Chigi - Governo Italiano - Sede del Consiglio dei Ministri
comunque ad abbandonare l’assetto costituzionale post bellico, ha immaginato in un’overdose di formule comunicative, finalizzate ad ottenere un momentaneo Consenso, che scardinasse quei meccanismi costituzionali che garantiscono la Legittimità Formale, l’ignoranza di chi, digiuno del fatto che la Legittimazione del Potere prevede il fatto che quello sia riconosciuto e riconoscibile da quel Popolo che,
Palazzo di Giustizia - Corte Suprema di Cassazione
nell’ambito della formalità della Legge, esercita la propria Sovranità, hanno congelato il Paese in uno scontro focalizzato esclusivamente sul Consenso anziché sulla Legittimazione. Possiamo perciò vedere di comunicazione ed in particolare in televisione il susseguirsi di personaggi, piuttosto discutibili per proprietà del linguaggio che, quotidianamente, senza Autorevolezza e Credibilità, sostengono
FARMACIA de PREZ
con la massima disinvoltura un giorno un’ovvietà ed il giorno seguente il suo esatto contrario. Senza Pudore né Consapevolezza. Ignorando le regole basi della “sacralità laica” del Potere di cui loro dovrebbero dare Rappresentazione. Ed i Poteri Repubblicani sono sempre tre: Legislativo, Esecutivo e Giudiziario, e spesso fra questi molti personaggi, politici e non faticano a trovare Legittimazione.
sas
I SERVIZI ELETTROCARDIOGRAMMA (ECG) valido anche per le certificazioni mediche dello sport di tutte le fasce di età TRATTAMENTO GRATUITO DELLA PELLE DEL VISO con massaggio dermocosmetico a base di ossigeno CHECK UP GRATUITO per la prevenzione della caduta del capello e il trattamento di salvaguardia del cuoio capelluto CONSULENZA NUTRIZIONALE COMPLETA con anamnesi generale e valutazione della composizione corporea e proposta eventuale di un piano alimentare
MISURAZIONE della pressione, della glicemia, dell’emoglobina glicata, del colesterolo totale/LDL/HDL, dei trigliceridi, dell’acido urico, della transaminasi,misurazione INR.
Servizio di Psicologia ì Pesata gratuita dei bambini. ì Foratura delle orecchie. ì Preparazioni galeniche.
FARMACIA de PREZ sas - dr. Federico Giuliano - dr. Gabriele Bonini & C. Via Dante, 31 ƒ LEVICO TERME - Tel: 0461/706116 www.farmaciadeprezsas.it - whatsapp: 391/7500073
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
9
Società oggi di Armando Munao’
DROGA
MALEDETTA
L
a droga e l’uso che ne fanno i giovani, purtroppo anche in età scolare, è un vero problema che sempre più angoscia i genitori, anche perché, secondo il parere di medici e psicologi, sovente, oltre a non sapere come affrontare il problema, hanno le naturali e logiche paure che i loro figli possano perdersi in questo “malato” e crescente universo. Un concreto e costante pericolo che non di rado pone in loro comprensibili domande: mia figlia o mio figlio fanno uso di droghe? E in caso affermativo come mi devo comportare? In cosa avrò mai sbagliato? E perché l’hanno fatto? E chi frequentano? Interrogativi che quasi mai trovano giuste risposte anche e soprattutto perché, in questo nostro quotidiano vivere, i rapporti genitori-figli sem-
10
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
brano allontanarsi da quel positivo dialogo che è base e fondamento per l’unione e la stabilità della famiglia. Oramai, in questa nostra moderna società, si fa largo uso di droghe e a nulla valgono gli allarmi e le tristi cronache che i giornali e le tv quotidianamente riportano. I giovani sono desiderosi di fare nuove esperienze, di verificare i loro limiti, di confrontarsi con i loro pari età e dimostrare ai loro “compagni”, a volte emulandoli, di appartenere a pieno titolo al “gruppo” di riferimento, specialmente quello scolastico o di vita in comune. E infatti, secondo le statistiche e le specifiche indagini, è con
queste motivazioni che si entra, già da giovani, nel mondo della droga. Dapprima quasi per gioco, per “provare” e per non essere da meno degli altri, poi sempre di più per accorgersi, quando è ormai troppo tardi, di non poterne più uscire. Un allarme, quello della droga giovanile, che emerso, nella sua drammaticità, durante la Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle dipendenze patologiche diffuse
Società oggi tra i giovani. A renderlo noto sono stati i presidenti della Federazione servizi dipendenze (FederSerD), della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict) e del Coordinamento nazionale dei coordinamenti regionali che operano nel campo dei trattamenti delle dipendenze (InterCear). E sono i numeri che disegnano questa preoccupante situazione. Secondo i dati dell’ultima indagine (2018) dell’ESPAD (European Survey Project on Alcohol and Other Drugs), il 33,6% degli studenti italiani, pari a circa 870.000 ragazzi ha dichiarato di aver utilizzato almeno una sostanza illegale nel corso della propria vita scolastica, tra i 15 e i 19 anni di età, mentre 25,6% dice di averlo fatto nell’ultimo anno di scuola, magari coinvolgendo gli altri a provare o essere stato da altri coinvolto. I numeri dicono anche che tra questi, la stragrande maggioranza, circa il 90%, ha assunto una sola sostanza illegale. Il restante 10% è invece un “poliutilizzatore”, avendo assunto due o più droghe. Gli altri studenti, pari a circa 400.000 unità, dichiarano di aver usato sostanze psicoattive illegali. Quello però che deve maggiormente far riflettere è che circa 30.000 giovani, hanno riferito di aver assunto una o più sostanze senza sapere cosa fossero (il 78% di loro non era a conoscenza e non aveva consapevolezza neanche degli effetti che avrebbero provocato). La ricerca ESPAD 2018 evidenzia e conferma che l’uso iniziale di cannabis rappresenta spesso la “porta d’accesso” a problemi di dipendenza più gravi giungendo anche all’utilizzo contemporaneo di altre sostanze che sono l’anticamera di droghe pesanti e dalle quali difficilmente si può tornare indietro. I dati sottolineano anche che nell’ultimo decennio c’è stato un preoccupante aumento del numero di studenti che hanno dichiarato di aver assunto eroina e
droghe pesanti nell’età compresa tra i 15 e 17 anni. In merito poi al mercato droga e affini, gli operatori sul campo evidenziano che il fenomeno “droga” non solo è in continuo aumento, ma che l’età si è abbassata sempre più arrivando a coinvolgere quelli compresi tra gli 11 e i 14 anni. Giovani facilmente malleabili dai più “esperti”. Il mercato degli stupefacenti purtroppo cambia e si potenzia perché non solo diventa sempre più capillare sul territorio, ma offre le più svariate droghe a costi sempre più bassi e più accessibili. Altro dato preoccupante è che cresce, in maniera esponenziale, l’uso delle droghe di origine sintetica e le Nuove Sostanze Psicoattive (NPS) di origine sintetica che sono state provate almeno una volta dall’8,5% degli studenti. Una di queste è la Spice, un mix di erbe che ricorda la cannabis, i cui effetti sono molto più devastanti e le pericolose conseguenze ancora non sono chiare. L’aspetto più tragico dell’universo droga, però, è che in questi ultimi 2 anni sono aumentate le morti per overdose: nel 2019 sono stati registra-
ti 373 casi (+11e che l’eroina continua a rappresentare la causa principale dei decessi (45,3%), anche se quelli attribuibili all’uso di cocaina sono in costante aumento. E sempre in tema di numeri, la ricerca ci dice che sono stati quasi 7mila cinquecento i ricoveri in ospedale direttamente correlati all’uso di stupefacenti, soprattutto di giovani e under 45 che, principalmente, hanno fatto uso cocaina. Quello, però che più preoccupa è il cosiddetto policonsumo ovvero l’uso di alcool, analgesici, oppiacei, benzodiazepine e altri psicofarmaci che sono utilizzati in un dannosissimo mix. Pratica questa maggiormente a rischio per gli adolescenti. Purtroppo i servizi pubblici, attualmente esistenti, hanno “carenze importanti” ed “enormi difficoltà” perchè sono pochissimi i giovani che vanno nei centri spontaneamente. E quelli che ci vanno non sempre portano a compimento il percorso di recupero. Quindi, assumono una importanza fondamentale le molte strutture private sparse in Italia che quasi sempre sostituiscono quelle pubbliche.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
11
Le nuove tecnologie di Pietro Lapiana *
INDUSTRIA.4:
il FUTURO siamo NOI Il futuro è fra noi, il futuro siamo noi e ne siamo tanto immersi e coinvolti da non viverlo pienamente, non percepirlo e continuare a sognarlo.
S
entiamo spesso parlare di “quarta rivoluzione industriale”, ma quali sono state le prime tre? : la Prima- inizia alla fine del 1700 in Inghilterra con l’utilizzo dell’energia prodotta dal vapore; la Seconda- Inizia nel 1850 in Europa e USA con l’utilizzo dell’elettricità, i prodotti chimici ed il petrolio; la Terzainizia nel 1950 negli USA con l’utilizzo dell’elettronica e dell’informatica. Da pochi anni si parla di: Industria 4.0 comporta già oggi e, maggiormente comporterà in futuro, grazie a una tecnologia sempre più automatizzata e interconnessa un importante cambio della nostra vita. Qualche esempio? Robotica avanzatissima, stampa in tre dimensioni e nuove tecnologie di intelligenza artificiale in grado di consentire ai sistemi di imparare come gli esseri umani, ma molto più velocemente ( minuti al posto di anni). Sembrano gli ingredienti di un romanzo di fantascienza, ma in alcuni istituti di eccellenza, esempio Fondazione Bruno Kessler e Fondazione Edmund Mach, o imprese, come la Eurolink Systems sono già realtà in particolare in tutti i casi in cui le soluzioni elettroniche per applicazioni “mission critical” consentono di avere doti di sicurezza ed affidabilità che sostituiscono l’essere umano in molte applicazioni. Vi siete mai chiesti se un aereo viaggi sempre pilotato dall’uomo? In realtà, a parte per il decollo ed atterraggio, per normative di
12
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
responsabilità, i voli avvengono in via automatica, come accade in diverse metropolitane nel mondo. Capacità di calcolo estremamente elevate ed affidabili con algoritmi che imparano con lo stesso approccio della mente umana, ma con velocità notevolmente superiori, consentono a sistemi autonomi di imparare, anche dai propri errori e a non farne di uguali, cosa che li distingue dagli esseri umani…e trovano sempre maggiori applicazioni. Una di queste è il Robot “multiuso”: da qualche anno si parla sempre più di droni, termine reso purtroppo famoso nella sua peggiore accezione per impieghi militari, ma in realtà tutte le “piattaforme ospitanti sensori e attuatori a controllo remoto” offrono servizi anche in applicazioni civili, media, ludiche. Tali sistemi hanno il
loro ambiente ideale in tutto ciò che è “Dull, Dirty, Dangerous, Difficult”, ovvero noioso, sporco, pericoloso e difficile per l’uomo in molti settori, civili, medicali, industriali, militari. Esempio in ambito civile: l’unione di veicoli autonomi ed una app “tipo Uber”, ad esempio, sarà la nuova frontiera dei “taxi 4.0”, senza conducente. In un futuro non troppo lontano, anche le auto private saranno autonome senza più burocrazia e stress per ottenere la patente e permetteranno a chi le usa di dedicarsi ad altre attività durante gli spostamenti, nonché di consentire alle stesse auto di potere diventare sorgenti di reddito, “car as service”, offrendole come servizio taxi durante il tempo di non utilizzo del proprietario. A lungo termine il traffico medio diminuirà, il rumore anche e si ridurrà il numero di inci-
Le nuove tecnologie denti, feriti o deceduti per distrazione “umana”. Sono in esecuzione accordi fra le maggiori case automobilistiche e alcune case produttrici di dispositivi automatizzati, che potranno garantire comfort e sicurezza anche nei tragitti da casa al lavoro e viceversa. Attualmente, tuttavia, la principale applicazione dei droni riguarda le emergenze che ogni giorno riempiono le pagine di cronaca dei giornali. I problemi di inquinamento nei fiumi, nei laghi e nei mari, come la cosiddetta mucillagine, ad esempio, possono essere monitorati ed il loro impatto minimizzato grazie a soluzioni a basso impatto ambientale: i droni, infatti, monitorano l’area interessata e risalgono facilmente alla sorgente del problema. I sistemi a pilotaggio remoto, che siano aerei, terrestri o marini, possono acquisire in maniera veloce ed efficiente, tutti i dati necessari al fine di ricostruire in maniera digitale e precisa uno scenario per poi decidere gli interventi specifici necessari. Grazie alle nuove tecnologie è possibile utilizzare droni per la ricerca di persone smarrite in ambiente di montagna, basta che abbiano un telefono cellulare acceso, oppure per monitorare fauna in movimento diurno o notturno, oppure per verificare
strutture come ponti, viadotti, acquedotti, edifici, siti archeologici, etc. Queste applicazioni non sono soggette ad alcun margine di errore. In un futuro prossimo le funzionalità sempre più sofisticate, cambieranno - in meglio - la vita quotidiana di tutti. Dall’agricoltura all’assistenza anziani, saranno infatti presto disponibili apparecchiature che renderanno più piacevole e più sicura ogni attività. Il coordinamento fra robot in ambiente misto umano/robot è stata la base anche di un’importante esperimento, per la quale la Eurolink Systems ha fornito uno sciame di robot per svolgere missioni in modo autonomo in applicazioni NATO. La missione veniva condivisa ed assegnata ai membri autonomamente come anche poteva essere ri-assegnata in caso di perdita eventuale di uno o più mezzi dello sciame, fatto salvo il patrimonio di informazioni a disposizione del gruppo. In poche parole, anche se è molto difficile farlo, la quarta rivoluzione industriale, anche grazie alle tecnologie IoT e 5G, impat-
terà a breve la nostra vita quotidiana e cambierà anche l’attuale scenario occupazionale. Come tutte le rivoluzioni industriali, lavori spariranno, ne nasceranno di nuovi e altri si modificheranno. * Pietro Lapiana è presidente della Eurolink Systems S.r.l. Uomini e droni al lavoro di soccorso
La Eurolink Systems S.r.l., fondata nel 1997, è da sempre stata un innovatore nei settori di operazione. Attualmente lavora nei settori: • Elettronica per l’industria aerospaziale; • Droni, aerei, terrestri e marini, per impieghi industriali, militari ed in agricoltura; • Soluzioni di ricarica per veicoli elettrici intelligenti per una mobilità sostenibile; Eurolink Systems sarà operativa a Aprile 2021 con due nuove start up innovative, “Electric Evolution e Robotic Evolution”, nel polo tecnologico di Rovereto, con Pietro Lapiana al lavoro il prezioso supporto della Hub Innovazione Trentino e di Trentino Sviluppo che consentiranno, grazie anche alle tecnologie e le capacità delle Fondazioni Bruno Kessler, Edmund Mach, il polo della Meccatronica ed il tessuto di start up e realtà locali di realizzare innovazioni tecnologiche e prodotti che supporteranno il futuro dei settori strategici della mobilità sostenibile e della robotica. www.eurolinksystems.com
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
13
Denise e Cinzia
MATERASSI SANITARI MATERASSI SCHIUMATI MEMORY RETI ORTOPEDICHE
PIUMINI ANALLERGICI POLTRONE RELAX BIANCHERIA PER CASA E ALBERGHI LA BOTTEGA DEI SOGNI di Petri Anderle Denise – LEVICO TERME (TN) - Via Dante, 6 Tel: 0461 1724565 – Mob: 340 5747668 – email: labottegadeisogni.19@gmail.com augana 14 EWS N
Periodico gratuito d’informazione e cultura
Le donne nella storia di Laura Mansini
ERNESTA BITTANTI: una donna di fine secolo Scorrendo i libri di storia vediamo che da sempre le donne rivestono ruoli subalterni all’uomo ed Ernesta Bittanti, donna di grande intelligenza e cultura non fa eccezione viene sempre ricordata come moglie di Cesare Battisti, il grande eroe, martire trentino, impiccato il 12 luglio 1916. Oggi per noi è: Ernesta Bittanti
F
ra i freschi di stampa troviamo un interessante volumetto scritto da Beatrice Primerano :”Ernesta Bittanti Battisti e il suo amato Trentino”, edito dal Club Armonia di Trento. Si tratta di un bel ritratto fatto dalla Primerano, docente di Storia della Giustizia nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, studiosa della figura di Ernesta Bittanti, moglie di Cesare Battisti; si è laureata, infatti, con una tesi su “Ernesta Bittanti Battisti e le leggi razziali del 1938”. Cesare Battisti fu socio e sostenitore convinto, fin dalla fondazione nel 1904, del sodalizio nato come “Club Mandolinistico Armonia” e a Renzo Fracalossi, attuale presidente, è
Un nuovo libro su Ernesta Bittanti Fondazione Museo Storico (da Trentino Cultura)
sembrato giusto soffermarsi sulla figura di Ernesta molto stimata dai soci fondatori. Una donna alla quale ben di adata la premessa del volume: “La storia e la cronaca, nel narrare le audaci imprese, spesso hanno trascurato di trattare anche, e in qualche caso soprattutto, le donne che, con mariti, fratelli, padri hanno contribuito al progresso politico e culturale della nostra terra” E’ lunga la strada dell’emancipazione femminile, che inizia dalla Grecia quando le donne ricche stavano a casa a gestire la famiglia, mentre le povere, se erano belle, abbastanza intelligenti e colte, diventavano le “Etere”, prostitute di alta classe, ma, nel 411 a.C, Aristofane scrisse la commedia :“Lisistrata”, storia di una donna ateniese che, interpretando la stanchezza delle mogli nel vedere i propri uomini morire o tornare disperati dalle numerose battaglie, radunò nell’Acropoli le Ateniesi e le convinse a non concedersi più ai mariti fino a che non si fossero decisi a fare la Pace con Sparta. Una commedia , che mette in luce la potenza della sessualità. La pace si fece. Bisogna giungere al 200 a,C per trovare un piccolo tentativo di emancipa-
Ernesta Bittanti (1916)
zione da parte delle donne romane; esse infatti osarono fare una manifestazione di piazza per abrogare la legge che vietava loro di “possedere più di una mezza oncia d’oro, portare vestiti multicolori e usare la carrozza per andare a passeggio”. Ci provarono, ma furono sconfitte da quel maschilista di Catone, non a caso detto il censore, il quale, scandalizzato da tanta audacia muliebre, sostenne con vigore in Senato che gli uomini non dovevano farsi calpestare dalla prepotenza
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
15
Le donne nella storia
Ernesta Bittanti con Cesare Battisti e il figlio Luigi (Gigino) - da Giornale Sentire
femminile, e naturalmente vinse. Per non parlare del Medioevo periodo nel quale si discettava sul tema:” Ma la donna ha un un’anima o no?” . Dovremo attendere secoli per avere delle leggi di tutela del mondo femminile; infatti anche quando nacque Ernesta Bittanti, a Brescia il 5 maggio del 1871, nel “Codice di famiglia” ( del 1865) le donne non avevano il diritto di esercitare la tutela sui figli legittimi, nemmeno quella di essere assunte ai pubblici Uffici. Le sposate non potevano gestire i soldi guadagnati con il proprio lavoro, perché ciò spettava al marito. Naturalmente tutto poi nella realtà dipendeva dalla famiglia di nascita. Ernesta ebbe la fortuna di essere. settima figlia della famiglia Bittanti: dal padre Preside, docente di matematica e fisica, apprese l’amore per lo studio; dalla madre, Giuditta Rivara di famiglia repubblicana e risorgimentale, ereditò le forti idee politiche di grande apertura verso il socialismo. La Bittanti e Battisti si conobbero la
16
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
sera di Natale del 1895 nella casa di lei a Firenze, durante una riunione fra amici. Egli fu talmente affascinato dall’intelligenza ed ironia di questa donna che subito dopo Pasqua annunciò ad alcuni amici, all’insaputa di lei, di essersi fidanzato. Si sposarono civilmente, a Firenze , nel Palazzo Vecchio. La coppia poi si trasferì a Trento, ambiente agitato e provinciale. Nonostante i timori di Battisti, Ernesta si innamorò a tal punto del Trentino e dei suoi luoghi, che nel 1911 scrisse le parole dell’“Inno del Trentino” con musiche del maestro Bussoli; ma in quanto donna preferì nascondersi sotto lo pseudonimo di G.B.Cesari. Fra i luoghi più amati dalla coppia troviamo il lago di Caldonazzo, descritto così da Cesare Battisti:” Il paese di San Cristoforo si trova a nord del lago di S. Cristoforo (oggi Caldonazzo), in un punto in cui la spiaggia è boscosa. (...) C’è la stazione di partenza per un piccolo battello che nei giorni festivi percorre il lago. Una fresca brezza increspa sempre il boschetto, che nel
pomeriggio dei giorni festivi fa diventare la Valsugana il parco dei cittadini di Trento”. Era il 1904 e ci sono voluti altri 102 anni prima che si pensasse ad un battellino nei giorni di festa. Un sogno. Nel 2006 ero la sindaco di Caldonazzo e l’idea fu bocciata da molte associazioni e non se ne poté fare nulla malgrado l’appoggio dell’assessore allo sport della Provincia Iva Berasi. Il libro di Beatrice Primerano si legge come una grande storia d’amore, di ideali, di vita oltre la morte, perché le idee che entrambi condividevano, di giustizia, di libertà, di battaglia per l’indipendenza del popolo Italiano dall’Austria, Ernesta le portò avanti con decisione e fermezza. E’ storia che nel 1923 si recò a Roma da Benito Mussolini sulla via per diventare duce e accusandolo di avere tradito la comune idea socialista lo rinnegò rinunciando ad ogni onore. Una donna coerente sempre aggiornata e presente, fino alla morte, avvenuta a Trento il 5 ottobre 1957.
ABBIGLIAMENTO E INTIMO DA 0 A 99 ANNI NUOVI ARRIVI MODA PER LA TUA ESTATE
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
17
Gli indimenticabili di Alessandro Caldera
PUSKÀS: soldato ungherese,
calciatore del mondo C
i sono uomini che con le loro gesta ed abilità hanno contribuito a rendere grande un Paese, o un popolo, al punto di diventarne quasi delle icone. Talvolta, queste imprese risultano così importanti, da permettere di identificare una stessa nazione con la donna o l’uomo che le ha compiute. L’Italia, ad esempio, può vantare un’ innumerevole quantità di persone che hanno contribuito a renderla immortale. Culturalmente parlando potremmo citare Dante, artisticamente Leonardo e sportivamente, Baggio oppure Tomba. In alcuni casi, che rappresentano però rarissime eccezioni, bisogna addirittura scomodare una figura retorica della nostra grammatica, ovvero l’antonomasia. L’utilizzo di questo termine implica la presenza di veri e propri prodigi nel rispettivo settore di competenza, come il già citato Dante per la poesia, oppure Maradona per il calcio. Ecco, il protagonista di oggi, non può essere paragonato al “Diez” perché nessuno forse ne è degno, in comune ha però un favoloso mancino, che lo
ha portato ad essere uno dei bomber più prolifici di sempre, e la capacità di risvegliare un popolo, in questo frangente ungherese, assopito ed intorpidito sotto l’oppressivo regime comunista. Di chi stiamo parlando? Ferenc Puskás. La stella magiara era attesa da un destino ineluttabile, costellato di forti delusioni e fantastici successi. Cresciuto in un quartiere popolare, si mostrò precocissimo, al punto che la Kispest, squadra locale, lo portò ad utilizzare lo pseudonimo di Miklós Kovács di anni 13, al fine di aggirare le norme vigenti che impedivano il tesseramento al di sotto del suddetto parametro di età. L’esordio avvenne in una giornata di novembre del 1943, quando Ferenc era da poco sedicenne. Riguardo a quel pomeriggio va ricordato un aneddoto curioso: il
BioFlex
Materassi sanitari Materassi sanitari schiumati memory Reti ortopediche Piumini anallergici Biancheria per casa e alberghi
SERVIZIO A DOMICILIO di Iobstraibizer Diego Via Maso Corni, 15 FIEROZZO SAN FRANCESCO Tel: 348 9367147 email: bioflexmaterassi@gmail.com
18
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Ferenc Puskàs
Gli indimenticabili custode dello stadio non voleva ammettere il ragazzo perché ritenuto troppo piccolo, esile. Tempestivo fu l’intervento del padre-allenatore, Franz, il quale ammonì l’uomo, esortandolo a gustarsi l’incontro, perché del giovane avrebbe sentito parlare anche in futuro. Era vero: di “Öcsi”, il “fratellino”, così lo avevano ribattezzato i compagni per la corporatura fisica e la giovane età, si sarebbe parlato eccome. Nel ‘49, alla soglia dei duecento gol segnati in carriera, la formazione in cui militava divenne quella dell’ esercito, mutò il nome in Honved e i giocatori assunsero diversi incarichi, ad esempio quello di Maggiore, ricoperto dallo stesso Ferenc. Paradossalmente, due anni prima, Puskás aveva avuto l’opportunità di lasciare l’Ungheria e di accasarsi alla Juventus; l’affare era in dirittura d’arrivo ma Erzsébet, la moglie, in lacrime lo convinse a restare, per la gioia dei tifosi che lo vedranno realizzare, con quella maglia, 378 centri su 369 partite disputate. Quello stesso club fu la base per la costituzione della “Aranycsapat”, la squadra d’oro, un termine coniato a seguito della vittoria da parte della nazionale ungherese dei giochi olimpici del 1952 di Helsinki, a discapito della Jugoslavia. L’anno seguente Ferenc e compagni, si imposero a Wembley contro i maestri del gioco, gli Inglesi, con il tennistico punteggio di 3-6 e un dominio del campo semplicemente devastante. Le parole del capitano dei Leoni, Billy Wright, risultano più che mai chiare per capire la forza dei magiari: “Mi sono sentito un pompiere che arrivava all’incendio tardi e in più a quello sbagliato”. Quel trionfo, non fu solo il giusto riconoscimento per il calcio enciclopedico con il quale Öcsi e compagni incantarono il mondo, fu un momento di rivalsa e spensieratezza per un popolo fortemente spaesato dopo il distaccamento dall’area di influenza dell’Unione Sovietica, ma talmente grato da presentarsi alla stazione per accogliere i giocatori con più di 400.000 persone. Ora però bisogna ritornare a quel mondiale ‘54, divenuto inesorabilmente tragico per quello che comportò. Il calcio, ed in particolare la nazionale con i suoi successi, aveva contribuito a rendere meno evidente quanto fosse irrespirabile il clima politico, soprattutto i trionfi avevano glorificato il regime, all’opposto della sconfitta di quel giorno che fece emergere tutte le lacune. Questa situazione portò a quella funesta settimana del ‘56, passata alla storia come la “Rivoluzione ungherese”, repressa nel sangue e durante la quale Puskás fu ritenuto morto. Ferenc era vivo ma decise ugualmente di lasciare il Paese, cosa che gli costò l’accusa di disertore. Nel ‘58 firmò per il Real Madrid dove, anche se fuori forma, “insegnò calcio” prima di ritirarsi a 37 anni e diventare allenatore. Nel 2006 una polmonite lo portò via all’età di 79 anni anche se in realtà Öcsi se ne era andato qualche anno prima, a causa di un male subdolo che lo attanagliava, il morbo di Alzheimer, tremendo per come si manifesta e per quello comporta, ossia la cancellazione di un bene inestimabile: i ricordi.
Ferenc Puskàs -1954 (da Wikipedia)
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
19
Società oggi di Francesco Zadra
SOLIDARIETÀ VIGOLANA
All’estero e con il mondo della scuola Stefano Vernuccio, 59 anni, ferroviere, è il presidente dell’associazione Solidarietà Vigolana il cui motto è “Fare del bene fa stare bene insieme!”. Sono gli alunni della 4^A della scuola primaria di Vigolo Vattaro, coordinati dal maestro Andrea, che sul giornalino “La voce dei bambini” pongono una domanda importante: «Cosa vuol dire la parola Solidarietà?», «significa aiutare – risponde Vernuccio - e sostenere chi ha bisogno, fare del bene per gli altri senza chiedere nulla in cambio», parole che si comprendono davvero facendo attenzione alla realtà della Ass. Solidarietà Vigolana, costituita il 15 marzo 1995 da 20 soci che negli anni sono diventati 100. Nel 2020 l’associazione vigolana, con il progetto “Solidarietà Locale – aiuti alle famiglie dell’Altopiano della Vigolana“. si è aggiudicata l’edizione del “Premio Solidarietà” che la Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale mette in palio per premiare i migliori progetti delle associazioni di volontariato che più si sono contraddistinti per la promozione del valore della solidarietà.
T
ra i primi progetti dell’associazione, la costruzione di un asilo a Zara, in Croazia, «grazie all’aiuto di persone dell’altopiano – si legge nel giornalino - come falegnami che costruivano i tetti in legno, i muratori che costruivano i muri, gli idraulici che mettevano a posto lavandini, water, bidet e docce». Ci sono poi progetti umanitari e di solidarietà in Etiopia, con la costruzione dell’ acquedotto di Goha e continua presenza a Emdibir nella regione del Guraghe, sempre in Etiopia. Di poi con iniziative di cooperazione internazionale e in altri stati africani e i lavori per la realizzazione del Reparto di Neonatologia dell’Ospedale di Worisso in Etiopia. Ma Solidarietà Vigolana opera anche sul territorio, aiutando famiglie in difficoltà, con interventi relativi a bollette da
20
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
pagare, qualche mensilità di affitto, visite specialistiche, o buoni spesa per alimentari nei negozi della zona. «Difficoltà economiche poco visibili – dice Vernuccio -, ma che purtroppo esistono anche nel nostro Trentino e che questa pandemia ha aggravato in modo significativo». «La collaborazione in essere – continua il presidente - con l’Istituto Il direttivo
Comprensivo di Vigolo Vattaro, da sempre attento a queste tematiche aderendo anche al progetto nazionale “Scuole Green”, grazie alla disponibilità e sensibilità della dirigente, dott.ssa Gabriella Vitale, e di tutto il corpo docente, avvicina i ragazzi alle tematiche della solidarietà, della cooperazione, dell’attenzione all’altro, facendo crescere in loro la consapevolezza che far parte di una comunità (può essere la classe, il paese, o il mondo intero) richiede anche uno sguardo verso chi è in difficoltà, chi ha bisogno di un aiuto particolare che a volte facciamo fatica a vedere. Una comunità cresce e si fortifica se tutti insieme abbiamo le stesse possibilità. Bambini e ragazzi con i loro insegnanti hanno sempre dimostrato sensibilità e una generosa disponibilità raccogliendo fondi per contribuire ai progetti. Gli studenti della scuola secondaria, attraverso il Parlamento
Società oggi Scuola primaria
degli studenti, hanno voluto conoscere da vicino il nostro progetto di “solidarietà locale”, che ci vede impegnati da alcuni anni in collaborazione con il servizio di Assistenza Sociale della Comunità Alta Valsugana e Bernstol, nel sostegno a famiglie dell’altopiano in difficoltà economiche, per decidere in maniera informata e consapevole come utilizzare i fondi raccolti con le loro iniziative e attività. Ci hanno quindi chiesto di utilizzare quanto da loro raccolto, in favore di famiglie in difficoltà e in particolare a vantaggio di famiglie con figli minori, mostrando un forte senso di apparte-
Casa Amici del trentino realizzata nel 2017 nelle Marche a Castelsantangelo sul Nera colpita dal Terremoto del 2016
nenza alla comunità». Nello stesso contesto collaborativo tra scuola e territorio, al Piano Giovani di Zona, l’associazione ha presentato il progetto “Sostenibilità in cammino”, nato dal confronto con alcuni giovani e alcune realtà del territorio (Altropiano 360° e ViviamoSostenibile) e coinvolgendo realtà già consolidate (Ass. L’Ortazzo e Fa La Cosa Giusta! Trento), inerente il concetto di sostenibilità ambientale e le problematiche connesse. «Il cambiamento climatico – conclude Vernuccio – è in stretta correlazione con l’aumento delle disuguaglianze e delle povertà. Secondo il report annuale La fontana realizzata in Etiopia nel 2019 dell’Agenzia ONU per i rifugiati, senza misure incisive volte a proteggere il clima e a ridurre il rischio di catastrofi, i disastri climatici potrebbero raddoppiare il numero di persone bisognose di assistenza umanitaria, con una media di oltre 200 milioni ogni anno
entro il 2050. Il progetto “Sostenibilità in cammino” vuole quindi proporre una nuova visione promossa dalla creazione di una rete che si auto-supporta, condividendo esperienze, idee e possibilità che riguardino il tema della sostenibilità ambientale e che possano generare ricadute positive sul nostro Altopiano. Lo scopo dell’iniziativa è di invogliare alla condivisione di piccoli e grandi gesti, facilmente concretizzabili da ciascuno di noi, che stimolino la voglia e la responsabilità di applicare al quotidiano piccole accortezze che possono fare la differenza. Il progetto oltre a iniziative rivolte a tutta la nostra comunità, prevede anche dei momenti di approfondimento con i ragazzi delle seconde e terze medie della scuola secondaria».
Dona il tuo 5 x 1000 a Solidarietà Vigolana!
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
21
Serramenti (in pvc, legno/alluminio e alluminio), porte interne, portoncini d’ingresso (blindati e di sicurezza), porte da garage e basculanti (in metallo e legno) portoni ad ante e libro (in metallo e legno), sezionali (in metallo e legno), cancelli e recinzioni Tutti i prodotti e manufatti di VALSUGANA SERRAMENTI rientrano in quelli soggetti a deducibilità fiscale del 50% che può arrivare anche al 90% a seconda della specifica tipologia del prodotto.
MANUALE D’USO DEL L
&
ART WOOD
Sede operativa: SCURELLE (TN) Località Asola, 3 Tel. 0461 780109 www.soteck.it – info@soteck.it 22
augana
N
EWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
ART& WOOD snc. di Bressanini D. e F. Sede operativa e Showroom CASTEL IVANO (TN) Strada della Baricata,16 Tel: Daniele 340 5056893 –Francesco 338 4449316 & RT info@artandwood.it - www.artandwood.trentoinfissi.com
A WOOD
Il cinema in cronaca di Katia Cont
La NOTTE degli OSCAR
L
a notte tra il 25 e il 26 aprile ha avuto luogo finalmente la notte degli Oscar 2021 – rinviata causa pandemia alla fine di aprile dall’abituale posizione a cavallo tra febbraio e marzo. Il 26 aprile, data importante per la cultura italiana, almeno per quanto riguarda le zone gialle, perché ha coinciso con la riapertura delle sale cinematografiche e teatrali italiane. Le prime infatti hanno corso subito ai ripari aggiudicandosi le pellicole più premiate della 93 esima edizione, per cercare di ristabilire una sensazione di normalità o pseudo tale, sempre a “debita distanza”. Il film Nomadland, già vincitore di numerosi Golden Globe e Bafta, ha consacrato la sua superiorità vincendo ben tre statuette: miglior film, miglior regia e miglio attrice protagonista. Chloé Zhao, seconda donna a trionfare nella categoria “miglior regia” dopo Kathryn Bigelow con The Hurt Locker nel 2010, Frances McDormand, qui anche produttrice, si è guadagnata la terza statuetta, come Meryl Streep, Liz Taylor e Ingrid Bergman come attrice protagonista hanno raccontato la storia di una sessantenne, improvvisamente rimasta senza marito e senza lavoro, che si ritrova a vagare attraverso l’America dei reietti e dei precari vivendo sul suo camper. Per questa edizione, gli Oscar hanno cambiato l’estetica, la grafica e la location. Il pre-show è stato caratterizzato da un
Anthony Hopkins - Oscar 2021 (da Amantea Online)
red carpet meno frenetico che ha regalato diversi momenti di musica con le esibizioni dei nominati alla Miglior Canzone Originale. Qui abbiamo potuto ascoltare la nostra connazionale Laura Pausini, nominata con Io si, nella colonna sonora del film “La vita davanti a sé” di Edoardo Ponti. Purtroppo per l’Italia questa edizione ci ha lasciati a bocca asciutta e nemmeno “Pinocchio” di Garrone, candidato
Chloé Zhao - Oscar 2021 (da Superga Cinema)
per trucco e costumi, hanno portato a casa le statuette sperate. Oltre tre ore di cerimonia che hanno visto premiato Anthony Hopkins come miglior attore. A 83 anni, la star inglese di “The Father” che aveva già vinto nel 1994 per “il Silenzio degli Innocenti”, non ha ritirato il premio di persona e il giallo sul discorso di ringraziamento non mandato in onda, ancora interroga chi lo aspettava con ansia. Migliori attori non protagonisti sono risultati Daniel Kaluuya di “Judas and the Black Messiah” e la sud coreana Yuh-jung Youn di “Minari”. Miglior film internazionale è stato “Un altro giro” di Thomas Vinterberg. Miglior film d’animazione dell’anno è “Soul” che ha confermato le attese della vigilia, miglior documentario è stato infine il tenerissimo “Il mio amico in fondo al mare”.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
23
24
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Società oggi di Patrizia Rapposelli
LA FESTA DELLA MAMMA
ricordiamoci gli auguri Cara mamma, sei importante e la tua storia deve essere ricordata, come la storia di ogni Donna. Personaggi nella storia hanno parlato di questa figura. Allan Grice di sua madre diceva che quando doveva cucinare per otto, ne faceva sempre abbastanza per sedici e poi ne serviva la metà. Pinketts dichiarava che la missione delle madri fosse la preoccupazione. Rogers dichiarava che quella delle mamme è l’unica razza che parla la stessa lingua. Io mentre scrivo vedo granellini di polvere sul mio computer, quelli mi fanno pensare a mamma. “Metti ordine pulisci”. Quale madre non l’ha mai detto. Ridacchio, solo con il tempo penso che si apprezzino le rampogne di mamma. L’immaginazione corre: lei arriva piazzata sulle pattine, mentre volteggia come un pinguino. Assorbe lo sporco, strofina il parquet, mugugna un po’ e sorride poi. Le
mamme sono uniche. Nella seconda domenica di maggio raccogliamo pensieri per dedicarle una frase piena di amore e ringraziarla per la sua presenza, il suo appoggio e il suo amore incondizionato. La Festa della Mamma è una ricorrenza laica molto sentita, onora una persona speciale: la mamma. La celebrazione di questa festività è una di quelle feste mobili, cambia data di anno in anno. Punto fermo è che cade sempre di domenica, senza alcuna eccezione. Le sue origini sono lontane; in epoca pagana, al tempo dei Greci e dei Romani, la figura femminile veniva celebrata in un rito legato al culto delle divinità femminili e della fertilità, e nell’insieme veniva segnato il passaggio dal gelido inverno alla bella stagione. Il tempo trascorso per arrivare nella nostra epoca è molto, ma in questo arco temporale lo spirito è rimasto sempre lo stesso, ricordare la donna nella più grande espressione di femminilità: la maternità. Questa festa così come la conosciamo noi viene proposta nel maggio del 1870 negli Stati Uniti da una pacifista americana di nome Julia Ward Howe; pochi anni dopo un’altra donna ha voluto dar voce e forza a quest’idea, Anna M. Jarvis. Anna, molto legata alla madre, dopo la sua morte ha tempestato di lettere i ministri e le alte cariche pubbliche affinché venisse istituita e celebrata una festa dedicata alle mamme di tutto il mondo. La sua insistenza e caparbietà viene ripagata il 10 maggio del 1909 con una cerimonia a Grafton. Questa donna scelse anche
un fiore d’affiancare a questa giornata, il garofano bianco, quello preferito da chi l’ha cresciuta; da allora tale è rimasto il simbolo, rosso per le mamme in vita, bianco per coloro che non ci sono più. Soltanto nel 1914 il presidente americano Wilson ha deciso di renderla manifestazione pubblica in onore delle madri dei soldati e ha deliberato che il giorno di festeggiamento sarebbe stato la seconda domenica del mese di maggio. In Italia è stata celebrata soltanto nel 1956 da don Otello Migliosi, ad Assisi. “L’antenata” italiana però vede l’anno 1933, epoca fascista, con la giornata dedicata alla maternità, chiamata la giornata della madre e del fanciullo. Le mamme venivano festeggiate come espressione della politica “natalista” del regime fascista e in quest’occasione venivano premiate le più prolifiche. Soltanto nel dopoguerra anche in Italia la Festa della Mamma ha assunto un carattere meno propagandistico. Infatti, nella seconda metà degli anni ’50 del ‘900 iniziano a diffondersi due feste in suo onore. Una organizzata dal parroco di una frazione di Assisi per motivi religiosi, celebrazione della maternità nel suo valore cristiano; l’altra in Liguria, per motivi commerciali, promossa dai fiorai. Entrambe celebrate a maggio, mese dedicato alla Madonna per i primi e periodo ricco di fiori per i secondi. Dal 1959 la festa si è omaggiata per anni l’8 maggio per poi passare alla seconda domenica di maggio. Dalle sue origini ad oggi le parole di Anna Jarvis risuonano ancora: “Vivi questo giorno come tua madre vorrebbe che tu lo vivessi”.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
25
Società e turismo di Elisa Corni
L’ospitalità al tempo del Covid: ri-pensare il turismo nel 2021
L
’estate 2021 lentamente si avvicina. Lentamente perché la neve fatica ancora a sciogliersi sulle montagne, ma, ammettiamolo, stiamo già pensando tutti a cosa faremo durante le vacanze. A quanto pare per, per svariati motivi, saranno delle vacanze diverse. Se non altro per una tendenza che si sta mostrando sempre più accentuata, ovvero quella di trasferirsi letteralmente in luoghi dove si sta bene per tempi medio lunghi, approfittando della possibilità di fare il lavoro in remoto. Ovviamente questa nuova tipologia di ferie è già stata battezzata: è la workation.
26
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Questa bislacca parola deriva dalla fusione di work = lavoro e vacation = vacanza, ed è la nuova moda del momento. Ma in cosa consiste? Già lo scorso anno, con il lockdown imposto nei primi mesi della pandemia, molti di noi si sono abituati a lavorare da casa. Tra postazioni improvvisate, rete ballerina e bambini in DAD sembra che ci siano pochi aspetti positivi in questa modalità di lavoro “in remoto”. Eppure alcune cose positive le abbiamo scoperte: il piacere di lavorare letteralmente a pochi passi dal divano ha ridotto i tempi
morti e di spostamento, nonché i costi per andare al lavoro; si è potuta fare più attenzione all’alimentazione, evitando bar e ristoranti in pausa pranzo; si è riscoperto il piacere di avere più tempo da dedicare alla famiglia o al tempo libero; non da ultimo un’occhio all’ambiente: molti meno spostamenti si traducono in un minor inquinamento. In molti hanno inoltre sperimentato la “vacanza” lunga -anche più di un mese- collegata al lavoro in remoto, tanto bastava avere un computer con connessione internet per poter lavorare. Così, dopo le 8 ore di lavoro davanti allo schermo, già nell’estate del 2020 molti hanno sperimentato la bella sensazione di trovarsi in un posto diverso dalla città. Finita una riunione di lavoro perché non fare una passeggiata nei boschi, un’uscita in barca sul lago, o un tuffo in mare? Questo nuovo modo di pensare il lavoro, la vacanza e, sostanzialmente, anche il nostro stile di vita sta avendo un impatto importante sulle abitudini dei lavoratori. Per chi può fare lavoro agile, la fine del lock-
Società e turismo down non ha significato necessariamente un ritorno alla vita di prima. È il caso di Ivan e Sara, una giovane coppia che abita in Valsugana e che ha due bambine. Loro hanno cercato per l’estate 2021 una soluzione di una casa-vacanze in Sardegna per quattro settimane. Nel loro bagaglio non ci saranno solo creme solari e libri, ma anche computer e tutto il necessario per lavorare anche da nomadi. “Certo” racconta Ivan “abbiamo scelto una sistemazione con internet, ma per sicurezza abbiamo le nostre risorse”. Ivan è un consulente informatico in smart-woking dallo scorso anno. “Lo smart-working vero” ci tiene a precisare “quello che dà obbiettivi più che ore di lavoro”. E ciò significa che lui e sua moglie possono approfittare di questa condizione per trasferirsi momentaneamente sulle bianche spiagge sarde.
Il lavoro agile in luoghi di vacanza non è fantascienza, ma sempre più una realtà. Pensate che in rete è tutto un fiorire di agenzie che offrono il servizio di trovare la soluzione giusta per conciliare vacanza e lavoro fatta su misura per ogni tipo di cliente. Chi vuole andare in montagna, chi al mare, chi spostarsi di frequente, chi fare soggiorni di mesi, chi predilige le strutture organizzate, chi le capitali europee. Chi sceglie di trasferirsi per qualche settimana a esempio in Trentino. È a ciò che guarda anche la nostra realtà, che sta promuovendo questo tipo di soggiorni medio-lunghi in grado di conciliare luoghi dove si vive bene e una vita di lavoro di tipo “smart”. Anche il Consiglio Provinciale trentino si è accorto di questa possibilità lo scorso 17 aprile quando la consigliera Lucia Coppola
di Europa Verde (Futura Trento) ha evidenziato, in un disegno di legge da lei proposto, come la domanda di questo tipo di soluzioni sia in costante crescita. Investendo sulla bellezza e naturalità del nostro territorio e dotandolo di quegli strumenti essenziali per l’era digitale che stiamo vivendo, anche in Trentino si potrebbero raccogliere i frutti di politiche turistiche in questa direzione. Certo che non è tutto oro ciò che luccica. Non tutti hanno la possibilità o l’abitudine di fare scelte di questo tipo. Inoltre “il rischio dell’isolamento sociale è molto alto” ammette Ivan “ma se vissuto al meglio e circondato da contesti stimolanti, anche il lavoro agile può essere una buona possibilità”. A quanto pare anche in vacanza!
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
27
L'hotel inoltre dispone di 28 camere dotate di televisione sat, telefono, bagno, cassaforte e collegamento wifi. L'hotel come il ristorante è accessibile a portatori di handicaps. Cucina tipica e tradizionale. Possibilità di piatti vegetariani e senza glutine. Forno a legna per meravigliose pizze.
SIAMO APERTI Grande e spaziosa veranda per RISTORANTE, CERIMONIE, CRESIME E BATTESIMI Prenotazioni per “Settimane verdi” a cavallo per bambini fino a 14 anni
Per info e prenotazioni: PAOLI HOTEL – ANTICA TRATTORIA “ALLA VEDOVA” Località Lochere, 6 - CALDONAZZO
Tel: 0461 700 017 www.paolihotel.com – info@paolihotel.com augana 28 EWS N
Periodico gratuito d’informazione e cultura
0461 700017
Ampia sala dove far divertire i Vostri bambini, con allegria e tantissimi giochi
Musicalmente di Gabriele Biancardi
TALI E SQUALI i Bastard ritornano Il 20 aprile è uscito il nuovo brano dei The Bastard Sons of Dioniso, “Tali e Squali”, proprio questa novità mi fa ripercorrere un certo cammino artistico della nostra provincia.
M
i sono chiesto diverse volte come mai, non abbiamo mai sfornato un Vasco, un Ligabue, eppure Zocca e Correggio non sono proprio due metropoli. Se ci guardiamo indietro negli anni, non possiamo certo dire di avere una lista di artisti che hanno lasciato un segno indelebile. Abbiamo molti buoni musicisti, nel senso tecnico del termine. Per una decina d’anni, Andrea Braido, valsuganotto doc, è stato il chitarrista più ambito e chiamato d’Italia. Immortalato con Vasco. Lui è un vero fenomeno, ora insegue un percorso personale, anche perché credo che sia l’unico a capire la musica che gli gira in testa. Oppure Stefano Pisetta che ha esordito come percussionista di una certa Mina per poi finire ad essere il batterista prediletto di Claudio Baglioni. Alberto Masella in tempi ahinoi lontanucci, ha fatto tournée con Marcella Bella e Syria. Certo, abbiamo avuto anche noi qualcuno che addirittura è salito sul palco di Sanremo. Daniele Groff e Anansi, ma purtroppo nessuno dei due ha fatto i cosiddetti sfracelli. Perché? È vero che nemmeno la valle d’Aosta ha mai regalato autori di cui abbiamo il poster in camera, ma non siamo nemmeno lontanamente paragonabili a realtà musicali come l’Emilia, per dire. In un quadrilatero piuttosto piccolo, sono usciti artisti come Ligabue, Guccini, I Nomadi, Bertoli, Vasco e tanti altri. Eppure non sono zone popolate
per cui per i grandi numeri qualcuno emerge sempre. Ci sono le varie scuole, quella romana, quella milanese. Noi siamo ai margini, ora a tenere alta questa bandiera ci sono proprio i Bastard Sons of Dioniso, anche loro valsuganotti, (toh) e dotati non solo di una capacità musicale notevole, ma ammantati di una coerenza che difficilmente ha riscontri in questo mondo di lustrini. È cosa nota che hanno rinunciato a parecchio danaro e fama facile, scegliendo di fare semplicemente la loro musica. Hanno anteposto la loro felicità artistica a scorciatoie che onestamente in molti avrebbero preso. Continuano negli anni a proporre un progetto che non riempirà gli stadi, ma che dà loro la possibilità di suonare, e tanto, in tutta Italia, rimanendo loro stessi. Eppure ci sono tanti ragazzi che suonano in provincia, adesso sono portati a fare la trap, che altro non è che un rap più lento. Non pensiate che sia facile, perché qui risalta il testo e la scrittura delle parole è la cosa più difficile da mettere in musica. La trap viene sistematicamente massacrata dalla mia generazione, ovviamente ci siamo scordati tutti che da ragazzi i nostri genitori definivano “casino”, gruppi come Led Zeppelin o Rolling Stones. Invece in un mondo di mezzo musicale ci siamo. Se vogliamo ascoltare jazz, swing, abbiamo diversi portatori sani di qualità. Girano in quel mondo semicarbonaro dei locali anche fuori regione. Serate fatte
da persone insospettabili che magari al mattino sono al loro posto di lavoro. Conosco un avvocato, ottimo pianista jazz, che quando incrocio al mattino con gli occhiali da sole, so per certo che la sera prima ha fatto le ore piccole in qualche palco, piccolo magari, ma con gente attenta alle note. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole delle sette note. Oggi per emergere si usano canali molto diversi, i social, spotify, tiktok e non so nemmeno quanti. Leggi di un artista che ha avuto milioni di visualizzazioni ma magari in radio non è nemmeno mai passato. Abbiamo un conservatorio certo, scuole di musica, una tradizione bandistica eccezionale, centinaia di ragazzi e ragazze che si approcciano a strumenti particolari, controfagotti, tromboni e sassofoni. Resta il mistero di non avere, a oggi, il Nome, quello che traina, che trascina nell’entusiasmo generazioni intere. In fondo Guccini ha tracciato un solco che ancora oggi dà i suoi frutti.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
29
TI ASPETTIAMO A BORGO VALSUGANA
IN CORSO VICENZA 68/A (DI FRONTE AL C.C. “LE VALLI”)
DA LUNEDÌ A SABATO 08.00-12.00 / 15.00-19.00 DOMENICA CHIUSO
OFFERTE VALIDE DAL 6 AL 27 MAGGIO 2021 Cod. 000000546
CONCIME MINERALE PER GERANI Formulazione liquida. Formato: 1,15 lt
€ 6,90
-13,24%
€ 5,90
Cod. 000345301 ®
Cod. 000344049
CONCIME BIOLOGICO UNIVERSALE
®
IRRIGATORE STATICO “SPRAY-JET” 2 braccia rotanti con ugelli orientabili. Area d’azione: 78mq.
Specifico per orto e giardino. Formato: 5 kg
€ 11,70 -15,38%
€ 9,30
€ 9,90
€ 7,90
Cod. 000358794
Cod. 000376275
Motore a scoppio 123 cc. Larghezza taglio: 41 cm. Capacità sacco di raccolta: 60 lt con indicatore di riempimento. Funzione di scarico posteriore.
Motore a scoppio 2 tempi 51,7 cc. Impugnatura singola. Asta di trasmissione flessibile. Larghezza taglio: 45 cm. Testina a fili Tap&Go Dual Line (Pro) e lama 3T incluse.
RASAERBA A SPINTA “COLLECTOR 43”
€ 219,90
DECESPUGLIATORE A ZAINO “SBC252F”
€ 349,00
-9,10%
GILET “THERMIC”
Tessuto morbido e imbottitura leggera. Comprimibile e dotato di sacchetto portacapo. Colore: blu/arancio. Taglie: M, L, XL.
€ 43,90
-9,11%
€ 39,90 30
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
-14,18%
€ 299,50
€ 199,90
Cod. 000344419...000344421
-15,05%
Cod. 000343865
Cod. 000347685
Batteria: 12 V-2,5 Ah. Getto max: 6 mt. Lancia in fibra di vetro, lancia in alluminio, set con ugelli per vari usi e filtro.
Pressione max: 150 bar. Portata: 660 lt/ora. Potenza: 3000 W. Serbatoio detergente integrato da 2,8 lt.
POMPA A ZAINO ELETTRICA
€ 104,90 -23,83%
€ 79,90
IDROPULITRICE AD ACQUA FREDDA “TUCSON 1211 LP”
SIMA! LEGGERIS
SOLO 2,87 KG!
€ 649,00 -7,63%
€ 599,50
Cod. 000026210
FOGLI CEREI DA NIDO FUSI LxP: 41x26 cm. Cartone da 5 kg.
€ 19,50
-28,72%
€ 13,90
Cod. 000110899
Cod. 000379667
SCIROPPO GLUCOSIO “FRUTTOSWEET 30”
KIT DI MONTAGGIO PER ARNIA “CUBIC”
Nutrimento liquido per api a base di sciroppo Da 10 favi. Fondo di glucosio (30%) e fruttosio (30%). a rete antivarroa, Confezione da 25 kg. solo nido, coprifavo alto, coperchio piano, maniglie, angolari, porticina metallica, fondo in lamiera forata, vassoio in lamiera zincata.
€ 64,90
€ 26,20
-15,41%
€ 54,90
Cod. 000362566
DISTRUTTORE TOPI E TALPE “BUSSARD”
Con tubo flessibile metallico, campana fumo e sonda metallica. Motore Briggs & Stratton: 6,5 hp. Potenza: 4.8 KW / 6.5 PS. Innoquo per piante, uccelli, gatti e altri animali simili.
PREZZI NOLEGGIO (GIORNALIERO)
FERIALE
€ 30,00
GIORNATA DEL PULCINO
FESTIVO
€ 50,00
INIZIATIVA PRESENTE ANCHE NEL PUNTO VENDITA EUROBRICO DI PERGINE VALSUGANA (VIA AL LAGO, 11C)
VENERDÌ 28 MAGGIO 2021 OMAGGIO DI 10 PULCINI PER CHI ACQUISTA:
1 BUSTINA VITAMINE IN POLVERE PURINA € 13.90 1 MANGIME POLLI VERONESI 25 KG € 20.90 TOTALE € 34.80
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
31
Personaggi e santità di Waimer Perinelli
I miracoli di DINO BUZZATI Dino Buzzati, Valbelluna 1906-Milano 1972, giornalista, scrittore, pittore, è noto per il romanzo “Il deserto dei Tartari” nel quale descrive l’angoscia del vivere nell’attesa di qualcosa che non avverrà. È questa, più o meno, la vita di ciascuno di noi.
L
a vita di Buzzati è stata un’avventura iniziata in Val Morel ai piedi delle Dolomiti bellunesi, dove i suoi genitori trascorrevano le estati, e proseguita a Milano, giornalista al Corriere della Sera dove venne assunto nel 1928. Nell’incantevole vallata, nella bella villa veneta di famiglia dov’era nato, egli tornava a riposare dai molti viaggi e qui scrisse l’ultima raccolta di racconti frutto di una dissacrante immaginazione, dal titolo “Miracoli di Val Morel” un romanzo, come ha scritto Indro Montanelli, nel quale lo scrittore si proponeva di “comporre un album di scherzi e invece ha scritto con il pennello la sua poesia più bella.” “Miracoli di Val Morel” è una raccolta di scritti e tavole, di ex voto fantastici, dove casi impossibili di tentazioni, sciagure, attacchi stranieri ed improbabili, disgrazie, incidenti, rapimenti vengono risolti dall’intervento provvidenziale di Santa Rita da Cascia. Nel luogo incantato dove trascorreva giornate di “operoso” riposo, Buzzati immagina di aver incontrato il fantomatico custode di un santuario dedicato a Santa Rita da Cascia (1381-1457) di esserci entrato, ed avervi visto una serie di quadretti votivi, ovvero di quelle tavole dipinte, testimonianza di una Grazia Ricevuta, dette anche ex voto, di cui sono tappezzate le pareti dei vari santuari, come quello dedicato alla santa nella cittadina di Cascia, in provincia di Perugia dove è morta. Dino Buzzati non si limita ad immaginare avvenimenti miracolosi ma li
32
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Dino Buzzati (da APSP San Giuseppe di Primiero)
dipinge descrivendoli con i colori, riandando con la mente ad un passato lontano nel quale immagina di averli veramente visti. Fantasia e immaginazione si fondono in modo geniale e apparentemente semplice come la Fede, la religiosità popolare che trascende la ragione fino ad attribuire a particolari luoghi, immagini e sculture grandi le miracolose proprietà taumaturgiche, capacità di guarire da malattie gravissime. E a lungo in molti avevano creduto
che in Val Morel esistesse veramente una chiesetta dedicata alla Santa delle cause Impossibili, beatificata nel 1627. In realtà la raccolta, pubblicata nel 1971 un anno prima della morte, è frutto della fantasia dissacrante ed ironica di Buzzati. Come spesso accade tuttavia, da un evento immaginato può nascere un luogo vero e così è stato, ed oggi lungo il sentiero che dal paese di Giaon tocca il santuario della Madonna di Parè, una via crucis giunge fino a Limana di
Personaggi e santità
Santa Rita da Cascia
Val Morel. A Giaon poi sono stati dipinti alcuni murales raffiguranti i presunti miracoli. Così vanno le vicende umane e seguendo le bizze di un romanziere si possono incontrare e ammirare due chiesette generalmente chiuse (Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo e Santuario di Madonna Paré, visitabili solo con guida), piccoli scrigni di opere d’arte, affreschi e storia, alcune cappelle devozionali più o meno antiche e un sito fortificato alto medievale, il colle su cui si trovava un antico convento nel quale vuole la leggenda abbia sostato San Bernardo di Chiaravalle, monaco di origine francese, teologo e propugnatore della crociata
del 1140 che Dante dice d'incontrare dal XXX al XXXIII canto del Paradiso e di fatto la sua terza guida dopo Virgilio e Beatrice. Un miracolo quello di Dante e un più piccolo miracolo letterario quello di Buzzati che egli stesso definisce: “un racconto in trentanove capitoli, risolto più con le immagini che con le parole... Una sorta di album personale che raccoglie, rielaborandole, atmosfere della memoria e luoghi dell'anima, fatti vissuti, ascoltati e sognati in sessant'anni di vita: il testamento umano, artistico e spirituale.” La testimonianza più emozionante si trova nell'ultima tavola dove l'ex voto rappresenta il volto di Santa Rita da Cascia. Buzzati ritenuto ateo fornisce in realtà un'immagine della santa di rara spiritualità d’intensa umanità: santa Rita protettrice delle cause impossibili, ha fatto forse con Buzzati uno dei suoi più bei miracoli.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
33
Il Personaggio di Katia Cont
“Robbertooooo!!!” C
ome dimenticare una emozionatissima Sofia Loren, mentre dal palco del Doldy Theatre sventola un cartellino con il nome del suo connazionale Roberto Benigni. E’ come se quell’Oscar l’Italia lo avesse vinto due volte e lo ricordasse con la colonna sonora in testa cantata da Sofia Loren. Il modo migliore per raccontare cosa Roberto Benigni è stato ed è per il cinema Italiano, sarebbe un film, una storia fantastica, un bellissimo film d’animazione con una trama avvincente che affronti i temi e le tappe difficili e gloriose di una vita pienissima e stravissuta. Benigni ha regalato all’Italia intera sorrisi, lacrime e grandi gioie, in pochi sono eclettici come lui. Nato a Castiglion Fiorentino nel 1952,
da una famiglia di contadini, Benigni cresce con la passione per lo spettacolo iniziando prima come cantante e musicista e poi come attore di teatro. La svolta professionale arriva nel 1975, quando incontra il famoso regista e sceneggiatore Giuseppe Bertolucci che lo “lancia” prima in televisione come presentatore del programma satirico “Onda Libera”, e poi al cinema, nel film “Berlinguer ti voglio bene”. Nel 1980, insieme a Claudio Cecchetto e Olimpia Carlisi, conduce il 30esimo Festival di Sanremo. Nel 1983 porterà nelle piazze e nei teatri di tutta Italia lo spettacolo di cabaret “Tuttobenigni”, dimostrando così di essere anche un perfetto “one-man show”. L’anno successivo arriva il film girato assieme all’amico Massimo Troisi “Non ci resta che pian-
gere” che tutti ricordiamo. Approda poi negli Stati Uniti d’America, dove recita in quattro pellicole, tra cui “Il figlio della Pantera Rosa”, dove interpreta il ruolo del figlio dell’ispettore Clouseau. Nel 1991 fonda, insieme alla moglie Nicoletta Braschi, la casa di produzione “Melampo Cinematografica”. Negli anni Novanta arrivano tre dei suoi maggiori successi cinematografici: “Il piccolo diavolo”, “Johnny Stecchino”, “Il mostro”. Tutti film di base comica nonostante affrontino tematiche scottanti e inerenti ai fatti del periodo, come le stragi mafiose e i macabri delitti del Mostro di Firenze. La consacrazione internazionale arriva nel 1997 con “La vita è bella”, film che racconta gli orrori dell’olocausto attraverso l’ironia, alternando momenti drammatici a
Venezia 2021 - Roberto Benigni premio Leone d'oro alla carriera (da Rai News)
34
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Il Personaggio
21 marzo 1999 - Roberto Benigni vince l'Oscar con La vita è bella (da Vistanet)
momenti di commedia come nessuno prima di allora aveva fatto. Il film si aggiudica tantissimi premi e riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui nove David di Donatello, cinque Nastri d’Argento, un BAFTA, un SAG Awards e tre Premi Oscar (miglior colonna sonora, miglior film straniero, miglior attore protagonista). Ma Benigni è anche un uomo di teatro, e sui palcoscenici italiani e non solo, si dedica ai canti della Divina Commedia. Nel 2009 il tour “Tutto Dante” diventa un evento rappresentato in moltissimi paesi in tutto il mondo. Nel 2012 recita nella commedia di Woody Allen “To Rome with love” e nello stesso anno conduce su Rai Uno “La più bella del mondo”, varietà che ha lo scopo di spiegare con semplicità i dodici principi fondamentali della Costituzione italiana. Nel 2014 è ancora in TV con uno spettacolo incentrato sui dieci comandamenti. I suoi monologhi e soprattutto i temi trattati, hanno spesso diviso critica e pubblico creando anche scontri politici. Ha pubblicato otto album musicali
come cantante, da attore cinematografico ha recitato in ventotto film ed ha diretto otto pellicole. Nell’aprile del 2003 ha ricevuto la Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte e nel 2005 è stato insignito del titolo di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dall’allora Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Nel 2007 è stato candidato al Premio Nobel per la letteratura per l’impegno profuso nella diffusione della Divina Commedia. Gli sono state conferite anche diverse
Lauree Honoris Causa dalle principali Università italiane. Nell’edizione 2021 del Festival di Venezia Benigni verrà premiato per questa sua carriera ricca di successi, come ha dichiarato il direttore artistico della Mostra del Cinema: “Sin dai suoi esordi, avvenuti all’insegna di una ventata innovatrice e irrispettosa di regole e tradizioni, Roberto Benigni si è imposto nel panorama dello spettacolo italiano come una figura di riferimento, senza precedenti e senza eguali.
Roberto Benigni con la moglie Nicoletta Braschi (da Cinema Fanpage)
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
35
Qui Trento: dati e numeri di Nicola Maschio
I dati della Polizia Locale nell’anno della pandemia
I
l 2020 è stato senza dubbio l’anno della pandemia Covid-19, anche per la Polizia Locale di Trento. Lo scorso 16 aprile, giorno del saluto di Lino Giacomoni ai colleghi di una vita (26 gli anni di servizio del Comandante, dei quali 24 in cui ha ricoperto quest’ultimo ruolo), è stato anche un momento utile per tracciare il bilancio dell’annata vissuta in piena emergenza. I servizi anti-Covid attivi hanno registrato un totale di 20.776 persone e 7.527 autocertificazioni controllate, con l’emissione di 558 sanzioni per mancato rispetto delle normative anti-contagio. Ben 6.469 ordinanze predisposte e notificate, 162 agenti impegnati nei controlli rispetto alla cosiddetta “movida” per un totale di 20.472 ore impiegate, oltre a 2.406 controlli nei parchi (dato dal 9 marzo al 31 ottobre 2020) a cui hanno fatto capo 27 multe. Complessivamente, nei controlli anti-Covid sono stati impiegati ben 3.250 agenti. Numeri che tuttavia si affiancano a quelli dell’Associazione Nazionale Alpini e di Trentino Solidale Onlus, anch’esse impegnate nel controllare il rispetto delle misure emergenziali attuate. La prima realtà ha impiegato 74 volontari, con un totale di 5.210 ore di presenza in parchi (60 quelli controllati) e mercati. I secondi invece hanno messo in campo 24 operatori, presidiando scuole e fermate degli autobus per 300 ore in tutto ed altre 270 nelle aree verdi cittadine. Rispetto a mercati e pubblici esercizi, solo 8 attività sono state costrette a chiudere per mancata ottemperanza dei protocolli
36
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
sanitari, mentre 60 hanno ricevuto sanzioni e 1.505 sono state oggetto di controlli. Numero incredibilmente alto invece quello delle telefonate ricevute dalle Forze dell’ordine per chiarimenti in merito ai DPCM: ben 73.485, con altre 412 pervenute tramite l’Ufficio Pubbliche Relazioni del Comune di Trento. Insomma, il lavoro dei 154 rappresentanti della legge sul nostro territorio è stato costante e particolarmente intenso. Tuttavia, la pandemia non è stata l’unico “settore” interessato dai tanti interventi. Nel 2020 infatti sono state ben 80.923 le telefonate ricevute per richieste di intervento di varia natura, con un complessivo di 10.848 ore di agenti occupati nella Centrale Operativa. Passando invece alla circolazione degli autoveicoli, ci sono stati 45 ritiri di patente per eccesso di velocità, 37 per guida in stato di ebbrezza da alcool e 2 per intossicazione da stu-
pefacenti. In 222 invece sono incorsi in sanzione per via della revisione scaduta. Ancora, 304 rilevazioni di guidatori senza cintura, 180 circolazioni di motocicli con conducente senza casco e 262 inerenti la guida con cellulare all’orecchio. Rispetto agli incidenti, 596 sono stati quelli avvenuti nel 2020: uno mortale, 216 con feriti e 379 senza. Ancora, il controllo di ambiente e territorio: 407 le sanzioni per abbandono di rifiuti, 48 ordini di allontanamento emessi (DASPO), 7 sgomberi di edifici e terreni, 190 sanzioni per accattonaggio e degrado urbano e ben 1.500 ore dedicate al controllo di insediamenti nomadi, extracomunitari o legati alla prostituzione. Infine, 81 in tutto i servizi di pattuglia notturna tra le ore 21 e le 3 del mattino successivo, con un totale di 486 agenti impiegati ed un complessivo pari a 2.916 ore di servizio.
Foto di Alessio Coser
Attualità di Elisa Corni
Proposta di Legge Stazzema, superate le 200.000 firme
S
i è chiusa da poco la raccolta firme a favore della “Proposta di Legge contro la propaganda e la diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo, la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti” - o “Legge Stazzema”. Probabilmente gli organizzatori non si aspettavano tanto successo: a fine aprile il conteggio ha raggiunto quota 200.000. Prima che il testo depositato lo scorso 19 ottobre in Cassazione da Maurizio Verona, presidente del comitato promotore e sindaco di Stazzema, diventi legge, sarà necessaria l’approvazione da parte dai due rami del Parlamento. Dal 1970 a oggi sono state solo 4 le leggi d’iniziativa popolare a divenire effettive, ovvero l’1,15% di quelle presentate. Per le leggi di livello nazionale è necessario raccogliere il sostegno di almeno 50.000 persone firmatarie. Ma qual è il senso di questa proposta di legge? In molti ne hanno messo in discussione la sensatezza dato che esistono altre leggi contro il fascismo, come la Legge Scelba del 1952 con la quale s’introduce il reato di Apologia del Fascismo. Sono puniti con sanzioni severe i tentativi di “costituzione di un’associazione, un movimento o di un gruppo [...] avente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista”. La legge è molto chiara, e vi sono diversi episodi che ne hanno vista l’applicazione; come nel 1991 con il movimento “Fascismo e libertà”. Altrettanto chiaramente, però, la legge non può fare nulla per limitare la diffusione di messaggi fascisti, spesso mascherati sotto forma di “goliardici gadget”: stiamo parlando
dei busti di Mussolini che si trovano in vendita, di accendini e adesivi che si possono purtroppo trovare nei tabacchini, dei poster, le magliette o addirittura le bottiglie di alcolici con le etichette che inneggiano a motti fascisti. Oggetti apparentemente innocui, ma che sono portatori di messaggi e contenuti a favore del fascismo; fascismo che è stato alla base del terribile eccidio di Sant’Anna di Stazzema. Il 12 agosto 1944 le truppe d’occupazione tedesche rastrellarono e trucidarono centinaia di civili: solo 350 furono identificati. 65 erano bambini. Di fronte a questo orrore, solo uno dei tanti perpetrati durante il ventennio, non si può restare in silenzio e accettare che la propaganda fascista continui imperterrita a inneggiare a Mussolini e al suo operato, un operato di violenza e terrore. Per questo motivo proprio da Stazzema è partita questa importante raccolta firme che già a fine febbraio aveva raggiunto l’obiettivo minimo, nonostante il Covid.
Anche nei comuni della Valsugana era possibile firmare, solitamente all’ufficio Anagrafe. Alcune amministrazioni si sono spesi e impegnati per raccogliere più firme possibile. È successo soprattutto nei luoghi della lotta partigiana: in Emilia e Toscana i primi cittadini si sono recati casa per casa da chi non poteva uscire per andare a firmare, a promuovere banchetti, ad avvisare la popolazione. Anche dalle nostre parti qualcosa è stato fatto. È il caso di Calceranica, dove la giunta ha deciso di rinnovare più volte la comunicazione a proposito della raccolta firme, raccogliendone circa venti. Ma anche a Caldonazzo, dove una lista civica di minoranza ha organizzato un banchetto per la raccolta firme. Sessanta quelle raccolte, un buon bottino secondo gli organizzatori. Federico Tapparelli è tra questi, e ci tiene a sottolineare come “una firma anti-fascista non è una firma contro qualcosa, ma una firma a favore delle migliori caratteristiche umane: libertà, compassione, solidarietà, vita, diversità, rispetto”.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
37
Società, sanità e Covid di Patrizia Rapposelli
ITALIA INVASA DA MASCHERINE FASULLE?
C
hiarezza e trasparenza è quello che chiedono gli italiani dopo mesi di baraonda nella gestione della pandemia. Chi ha parlato di inefficienza e chi di scelte poco coerenti, una cosa è sicura ne è passata di acqua sotto i ponti e disastrosi sono stati gli effetti di questa pandemia. Oggi il governo gioca a Twister, dà i colori, e il popolo lotta per i propri diritti, muore di fame o di Covid. È chiaro che in questo marasma l’unico che sembra uscirne vincitore è il virus e forse alcuni signori che ne hanno guadagnato. Infatti, sembrerebbero esserci degli aspetti oscuri nella gestione dell’epidemia in Italia, si parla di affari milionari con le mascherine. Questo lungo periodo ha insegnato che per tornare a vivere è necessaria una politica che metta in sicurezza il cittadino. C’è un ma. Stando a quanto appreso dalla redazione di Fuori dal Coro ci sarebbero mascherine contraffatte in circolazione. All’inizio della pandemia i dispositivi di sicurezza scarseggiavano e il personale sanitario si accontentava di quello che passava in convento; tra i dpi ricordiamo quei “pannucci”, resi noti al pubblico da un video del presidente della Regione Campania che egli stesso constatava, ma ad oltre un anno da quella emergenza clinica e di approvvigionamento di forniture, oggi assistiamo al sequestro di mascherine inutili, inefficaci e pericolose. Come sono arrivate? Dall’inizio dell’epidemia il governo ha introdotto la procedura in deroga, la quale si basa su un esame documentale; significa che si controllano le carte e non si fanno i test in laboratorio, né visite in azienda come nelle procedure ordina-
38
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
rie, questo ha comportato l’arrivo di una marea di documentazioni fasulle. Un meccanismo per il quale basta l’autocertificazione del produttore per entrare nell’elenco dei dispositivi accettati in “deroga”. Nella prima emergenza si è reso necessario, ma oggi perché questa procedura è ancora valida? Secondo le dichiarazioni di Fuori del Coro da settembre sono arrivate in Italia 65milioni di mascherine cinesi. Un affare milionario che vede una maxi-ordinazione da 1,2miliardi di euro, voluta dallo stesso commissario straordinario di quel tempo; le mascherine provenienti dalla Cina fanno parte di una commessa di 800milioni di pezzi su cui sta indagando la procura di Roma, perché con questa commessa sono andati nelle tasche di tre signori (intermediari) un totale di 72milioni di euro. Forse uno spreco miliardario e forse per prodotti scadenti tant’è che la Guardia di Finanza sta facendo i dovuti controlli e sta provvedendo al seque-
stro di milioni di mascherine fasulle. Un fatto gravissimo perché questi dispositivi di sicurezza sono entrati negli ospedali, nelle Aziende sanitarie, nelle RSA e nelle farmacie. Una testimonianza fa sapere che il personale sanitario si era accorto da tempo che qualcosa non andava nel materiale e da mesi richiedeva rassicurazioni all’Inail proprio su alcuni modelli a seguito sequestrati. I dispositivi di protezione individuale oggetto dei sequestri sembrerebbero essere milioni in tutta Italia. Sempre dall’inchiesta condotta dalla redazione di Fuori dal Coro 12 sarebbero i modelli incriminati. Le mascherine Ffp2 non a norma vendute in qualità di dispositivi di protezione di livello altissimo (90%) filtrerebbero soltanto il 36% e in alcuni casi anche meno. L’Italia sembrerebbe invasa da queste mascherine pericolose e molte farmacie, certamente inconsapevoli, vendevano dispositivi risultati poi essere sotto indagine. Saranno ancora in circolazione?
Auto, Moto & Fuoristrada di tutte le marche
NUOVA JEEP GLADIATOR
LEVICO TERME - Via Claudia Augusta, 27/A Tel. 0461.707273 WWW.BIAUTO.EU augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
39
Il personaggio di Veronica Gianello
Contemporaneo tra fatti e parole: l’esperienza teatrale di Carmelo Bene
A
darci l’immagine più appropriata e veritiera di Carmelo Bene è forse il titolo di uno speciale del Maurizio Costanzo Show: uno contro tutti. In questo speciale c’è un solo ospite che viene messo a processo da una platea di critici e giornalisti. Questo format venne inaugurato nel 1994, proprio con Carmelo Bene. Uno contro tutti è la sintesi perfetta dell’uomo e dell’artista che ancora oggi porta un carico d’eredità pesantissimo che trascende l’ambito teatrale e artistico. Eppure, forse, lo stesso Bene correggerebbe questa definizione in qualcosa come ‘Uno contro tutti, compreso me stesso’ oppure ‘Uno contro tutti, ma tanto quell’uno non esiste, come non esistete voi’. Bene è definito avanguardista, neo-avanguardista, padre del nuovo teatro italiano, tuttavia il tratto principale della sua persona, prima ancora che della sua produzione, è quello di staccarsi di dosso senza remore ogni etichetta o convenzione. La forza della sua visione e del suo dubitare ogni cosa per credere solo alla bellezza dell’attimo che non può tornare, lo porta ad essere ancora oggi una delle figure più controverse del secolo scorso. È difficile ripercorrere la sua prolifica carriera in poche righe, come non è facile concentrarsi su un solo aspetto del suo lavoro. Da sempre disprezzato da molti per il suo essere così viscerale, e definito, al contrario, geniale e inarrivabile da una buona fetta di critica. Al di là dell’opinione pubblica sull’uomo e sull’artista, una delle più grandi lezioni che ci ha lasciato, è la capacità
40
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
di maneggiare con maestria materiale artistico e letterario appartenente al passato per inserirlo in maniera coerente all’interno della contemporaneità.. Riadattare, riscrivere, rifare: verbi e azioni che dovrebbero definire con coraggio ciò che l’arte contemporanea dovrebbe fare. Tuttavia, troppo spesso, l’arte contemporanea diventa la cosa più lontana possibile dal tempo in cui viviamo perché basata su astrazioni ed ermetismi unilaterali che si poggiano sul nulla. Per definirsi artisti contemporanei bisogna prima di tutto rendersi permeabili. Chiudersi e proclamarsi fuori dal proprio tempo, se non addirittura superiori, sbarra le porte ad ogni possibilità di creazione nel senso più stretto della parola. Carmelo Bene fu sperimentatore instancabile, e ogni sperimentazione partiva sempre da uno studio approfondito sul testo—e su tutto ciò che ad esso si collega e rimanda—che in molti casi si è trasformato in un innamoramento… o forse in un ossessione. Il suo amore per eccellenza è stato certamente Shakespeare e in particolare l’Amleto. Un amore durato più di trent’anni che iniziò con il debutto teatrale del 1961 a Roma, fortemente influenzato dalla lettura del testo
Carmelo Bene (da Wikipedia)
di Jules Laforgue, Amleto, ovvero le conseguenze della pietà filiale di fine Ottocento. Fu questo l’impulso che indirizzò lo stile e l’idea di teatro, assolutamente personale, di Bene. La capacità e la necessità di essere sia regista che attore non cozza mai con la coerenza dell’azione, anzi. A guardarlo superficialmente, dell’Amleto shakespeariano sembra esserci ben poco. L’opera di Bene si basa infatti sull’intertestualità, su una riscrittura radicale che porta alla perdita della fonte, e ad una versione critica dell’opera originale. Tuttavia nasce e si forma da una conoscenza talmente approfondita delle fonti stesse da
Il personaggio potersi permettere la sperimentazione contemporanea. Lo stesso Bene infatti afferma: ‘Mettere in scena oggi il teatro elisabettiano, comunque lo si rivisiti o lo si riscriva, significa cadere nell’equivoco[…]. Il “Sogno di una notte di mezza estate”, lo stesso “Romeo e Giulietta”, sono stati teatro e proprio per questo non possono più esserlo. Io non metto in scena Shakespeare né una mia interpretazione o lettura di Shakespeare, ma un saggio critico su Shakespeare’. Questo amore ossessivo, dopo altre produzioni teatrali, sempre fortemente criticate, approda sul grande schermo. È del 1973 infatti la prima trasposizione cinematografica di Un Amleto di meno, seguita poi da due realizzazioni di sceneggiati per la televisione: Amleto del 1978, anche se filmato e preparato molto prima, ma considerato troppo ‘incandescente’, e
PER FARTI
La tomba di Carmelo Bene (da Wikivoyage)
Hommelette for Hamlet del 1990. Bene svuota la parola fino a renderla insensata, palesando sempre la sua teoria di fondo: nella stupidità odierna, l’unico modo di intervenire sul classico e sulle alte vette tragiche an-
sentire
Tutto per il tuo udito
tiche è quello di lavorare per parodia, svuotando e riempiendo il testo di quell’oscurità sacra che ancora oggi, tra ammiratori e detrattori, rimane modello e ispirazione del teatro contemporaneo.
BENE
• Controlli gratuiti • Verifica presenza di tappi di cerume • Informazioni sulle nuove norme provinciali per i deboli d’udito • Fornitura di protesi acustiche • PERGINE VALSUGANA - Via Cesare Battisti, 14 presso Studio Medici Associati - T 0461 983188 • BORGO VALSUGANA - Corso Ausugum, 90 presso Locanda “In Borgo” - T 0461 983188 • TRENTO - Via S. Bernardino, 14 - T 0461 983188 • BOLZANO - Via Cesare Battisti, 54 - T 0471 27 04 91
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
41
Lo sport in cronaca
Lo Sporting Club Pergine E’ un’associazione sportiva di pattinaggio su ghiaccio che da 30 anni è presente sul territorio perginese e promuove attività di Short Track (anello da 100 m) e Long Track (anello da 400 m)
A
ttualmente è gestita e coordinata da un direttivo affiatato composto da 7 genitori Andrea Pergher (Presidente), Luca Zampedri (vice-Presidente), Diego Pozzatti, Esther Dokter, Katia Fontanari, Francesca Predelli e Massimo Casagrande. Collaborano attivamente con l’associazione, Erica Girardi, per tanti anni membro del direttivo, e numerosi genitori che con il loro aiuto contribuiscono allo svolgimento dell’attività sportiva e societaria. A causa dell’emergenza sanitaria l’organizzazione dell’attività sportiva durante quest’ultimo anno è stata particolarmente impegnativa. Ciò nonostante l’associazione perginese è stata una delle poche, se non l’unica federazione, che è riuscita a mantenere l’attività sportiva-agonistica pur nelle limitazioni causate dalla pandemia. E’ stato organizzato un corso di avviamento rivolto ai più piccoli, presso l’anello di Miola, mentre gli atleti agonisti hanno potuto, sempre nel rispetto dei DPCM, proseguire la loro preparazione in vista delle varie competizioni. E a proposito di competizioni, sono di vero interesse e molto gratificanti gli eccellenti risultati che gli agonisti dello Sporting Club Pergine hanno ottenuto nel corso degli ultimi anni. Nel marzo del 2020 sei giovani atleti sono stati convocati nella rappresentativa della nazionale Junior di pista lunga che ha partecipato a una competizione internazionale chiamata Viking Race.
42
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
La squadra dei piccoli agonisti dopo una competizione a Pinè
Una qualificata gara riservata agli atleti delle selezioni nazionali giovanili, una sorta di campionato europeo junior che si svolge annualmente sull’anello di pista lunga di Heerenveen in Olanda. Questi i loro nomi: Gianluca Bernardi (JB – 15 anni), Alice Casagrande (JB -16 anni), Serena Pergher (JB – 15 anni), Nicky Rosanelli (JB – 16 anni), Daniele Zampedri (JD – 12 anni), Giacomo Zampedri (JB – 15 anni). Da evidenziare che gli atleti perginesi, oltre alla già prestigiosa convocazione, si sono particolarmente distinti ottenendo eccellenti risultati individuali: Serena ha conquistato due medaglie d’argento sulla distanza del
500m stabilendo il primato nazionale di categoria; Nicky, medaglia d’argento sul 500m; Daniele tre terzi posti e un secondo posto sui 500m e sui 1000m, ritoccando i primati nazionali di categoria in entrambe le distanze. L’impegno dell’Associazione sportiva perginese è inoltre rivolto all’evento che si terrà a Baselga di Pinè nel 2026 con i Giochi Olimpici di Milano - Cortina 2026 dove la disciplina sportiva praticata dal sodalizio sarà al centro dell’attenzione per lo svolgimento delle gare di pattinaggio su pista lunga e pista corta sull’anello di nuova costruzione. Un appuntamento, questo, imperdibile e indimenticabile non solo per tutti gli atleti, ma anche
Lo sport in cronaca per gli spettatori che avranno il privilegio di assistervi. I CORSI DELLO SPORTING CLUB PERGINE Corso base. Le iscrizioni ai corsi di pattinaggio si aprono a settembre e sono rivolte a bambini e ragazzi a partire dai 5 anni. Il corso di base inizia a settembre e prosegue fino a marzo con cadenza bisettimanale; gli atleti sono seguiti da allenatori qualificati e il materiale è fornito dall’associazione. Pur essendo uno sport individuale, i ragazzi si allenano in squadra e si I nostri ragazzi ad Heerenveen da sinistra Gianluca Bernardi, Giacomo Zampedri, divertono facendo un’attività Daniele Zampedri, Nicky Rosanelli, Serena Pergher, Alice Casagrande motoria di altissimo livello; imparano i valori dello sport Short Track. Michele Malfatti e Pietro nella squadra Azzurra nelle prossime e della socialità praticando uno sport Sighel sono oggi arruolati nelle FiamOlimpiadi invernali del 2022. sano, completo, ponendo le basi per me Gialle e Arianna Sighel nelle Fiamun futuro da pattinatore agonista me Oro, tutti cresciuti sportivamente oppure semplicemente per puro nello Sporting Club Pergine. Pietro e divertimento. Arianna sono freschi vincitori di ben 4 Per maggiori informazioni Corsi avanzati. medaglie ai recenti campionati monemail@sportingclubpergine.it Per gli atleti agonisti gli allenamenti si diali di Short Track puntando, meriwww.sportingclubpergine.itsvolgono sempre su pista corta prestatamente, a un posto di prim’ordine Facebook: sportingclubpergine so il palazzetto dello sport di Pergine e sull’anello outdoor di 400m di Miola di Pinè. In estate l’attività si completa con allenamenti di roller e uscite in bici su percorsi del nostro territorio. L’attività agonistica inizia con competizioni regionali e interregionali all’età di 8 anni, progressivamente aumenta d’ intensità e impegno e, a partire dai 12 anni, i ragazzi possono iniziare a partecipare a competizioni nazionali e internazionali. Anche grazie all’allenatore Roberto Sighel, nel corso degli ultimi anni la società perginese è stata vivaio per atleti che ora fanno parte stabilmente delle rappresentative nazionali La squadra agonistica. In piedi da sinistra: Mattia Bernabè, Gianluca Bernardi, Antonio Malfatti, Pietro Sighel, Filippo Zazzarini. Accosciati da sinistra: Arianna Sighel, Alice Casagrande, Serena Pergher, Emma Fiorentini, Aurora Dolzani Senior sia di Pista lunga sia di
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
43
BORGO VALSUGANA
VIALE CITTÀ DI PRATO 25 - 0461 141 0938
OFFERTA
Gerani
30%
del prodotto GRATIS!
€ 0.76 € 1.65
CONCIME liquido per GERANI
cad.– vaso Ø 10 cm
cad.– vaso Ø 14 cm
VASSOIO 15 PEZZI
VASSOIO 6 PEZZI
OFFERTA
Dipladenie vari colori - vaso Ø 14 cm
€ 6,
60
CONCIME liquido UNIVERSALE
€ 4.79
30%
del prodotto GRATIS!
Offerta valida fino ad esaurimento scorte
TERRICCI DI ALTA QUALITÀ Terricci di alta qualità per piante d’appartamento, balcone e giardino
COMPO SANA® Terriccio Gerani per Piante da Balcone e Fioriere
COMPO SANA® Terriccio Universale di Qualitá
COMPO SANA® Facile
3 Terriccio composto da torbe della qualità più pregiata 3 Ideale per gerani, surfinie e piante fiorite 3 Ritentore idrico Aqua Depot® per un rilascio graduale di acqua 3 Concimazione garantita fino a 12 settimane
3 Terriccio universale composto da torbe della qualità più pregiata 3 Per piante d’appartamento, balcone e giardino 3 Rapido sviluppo delle radici 3 Con fiocchi di perlite per favorire il drenaggio 3 Con concime: 3 mesi di nutrimento garantito
3 Terriccio universale di alta qualità 3 Con concime a lenta cessione: 3 mesi di nutrimento garantito 3 L’attivatore radicale consente un rapido sviluppo delle radici
44
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
www.savscorteagrarie.it
L’ORTO SANO E NATURALE Vasto assortimento, qualità n. 1 in Italia Piante AROMATICHE
Piantine da ORTO
TUTTO PER L’ORTO
Terriccio BIO
Concimi con guano
CONCIMI COMPO
✔ fioritura più intensa ✔ crescita rigogliosa ✔ fruttificazione più abbondante
Concime liquido
Rose, piante verdi, piante fiorite, surfinie e petunie, rododendri, azalee, camelie e ortensie
Concime con guano
Rododendri, Conifere, Rose, Universale, Fragole Concime organico completamente naturale, ricco di sostanze nutritive. Ideale per la concimazione dell’orto e delle piante ornamentali.
Concime liquido con microelementi, ideale per tutte le piante in vaso, in casa e balcone. Dosaggio facile senza sprechi grazie al tappo graduato con salvagoccia.
ROBOT RASAERBA
Per superfici da 250 a 1.500 mq
IN OMAGGIO
TAGLIABORDI ELETTRICO OFFERTA VALIDA SULL’ACQUISTO DEI MODELLI “MINIMO” 250 E 500
I SERVIZI DI SAV verifica superfici seguici su
installazione
assistenza post vendita
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
45
Storia di donne e alberi di Waimer Perinelli
Ciolde o Belumate viaggio di lavoro C’è un albero che unisce la storia di indigenza ed emigrazione di trentini e bellunesi. Si trovava in piazza Duomo a Trento e all’inizio della bella stagione con la sua ampia chioma riparava bellunesi e trentine alla ricerca di lavoro. Quell’albero secolare è stato tagliato, ma la sua storia è ancora viva. C’è un albero immaginario in una cittadina pugliese sotto le cui fronde si sedeva, per giorni interi, il maestro Anselmo Bordigoni emigrato per forza. Di questa pianta ci parla lo scrittore Piero Chiara.
H
o conosciuto lo scrittore Piero (Pierino) Chiara nel 1978 quando ho letto i romanzi “La stanza del Vescovo”, il viaggio fantasioso, trasgressivo e divertente di un giovane uscito dalla guerra con una barca con cui veleggia sul lago Maggiore. La scrittura leggera, la descrizione a pennellate della bellezza naturale dei luoghi, l’intrigo sentimentale mi hanno affascinato facendomi desiderare d’incontrare l’autore. La fortuna ci ha messo lo zampino e lo stesso anno a Venezia, quando ancora i giornali di provincia potevano permetterselo, fui inviato al Premio Campiello e nella giuria c’era Piero Chiara. Lo ricordo come una persona minuta, schiva e cortese, tutto il contrario del libertino descritto nelle sue biografie, portava
un cappello, un Borsalino, da cui pareva staccarsi malvolentieri. Sedeva in prima fila, io qualche fila dietro. Mi presentai e fu quasi sorpreso, ma conoscendolo meglio, di sicuro ironicamente gentile, quando manifestai il mio entusiasmo. Tuttavia un mese dopo ho ricevuto al giornale una lettera in cui mi ringraziava. La conservo fra i suoi libri e fra questi c’è “Il Balordo” un romanzo scritto nel 1967 tornatomi alla mente pochi giorni fa mentre riflettevo sul fenomeno del caporalato della prima metà del 900 in Trentino e sulle donne bellunesi che con sudore e fatica, loro malgrado, lo assecondavano. Ciolde o Belumate così venivano chiamate le ragazze che per sfuggire alla miseria migravano nel Trentino, non meno povero,
VALSUGANA WEB TV - LA TV FATTA DALLA GENTE PER LA GENTE DELLA VALSUGANA Pagina Facebook Valsugana Web Tv • Per contatti: 328/9627385 - 3386438110 SEGUICI SU YOUTUBE
46
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Storia di donne e alberi
ma con carenza di manodopera, donne di servizio o contadine, per soddisfare le necessità delle famiglie più ricche. Poi come spesso accade, non essendoci scambio d’ informazioni sul mercato del lavoro, giovani trentine emigravano a Venezia o Milano per lo stesso motivo. Le ragazze bellunesi a primavera lasciavano le abitazioni e, o attraverso il Tesino ed il Primiero sulle strade dei Perteganti, o scendendo da Arsiè piuttosto che Fonzaso o Lamon verso Cismon, a piedi, raggiungevano Trento. Il ritrovo era in piazza del Duomo dove, nel mezzo, fra la fontana del Nettuno e Palazzo Pretorio, c’era un maestoso e centenario tiglio. Sotto le sue ampie fronde le Ciolde si univano alle ragazze trentine che dalle valli per lo stesso motivo arrivavano nella città del principe vescovo. Un albero simile lo troviamo nel romanzo di Piero Chiara ad Altavilla del Cilento, una pianta grande, frondosa che per antica tradizione viene chiamata Il Buon Cazzone. Scrive Chiara : «L’albero al quale si riferivano antiche leggende veniva chiamato “il Buon Cazzone”. La denominazione era tanto antica e radicata negli altavillesi che nessuno, nemmeno i parroci, poterono mai trovarvi rimedio.” In questo paesino pugliese viene confinato dai fascisti il maestro Anselmo Bordigoni, reso disoccupato dalle idee contrarie al regime e non conformi alla professione e inventatosi a ragione, musicista. Anselmo amava sedersi a lungo sotto la sua chioma. I paesani lo avevano preso a benvolere e con il tempo lo soprannominarono come l’albero: il buon cazzone. Abbandoniamolo al suo destino per ritrovare le ragazze bellunesi e trentine sotto il tiglio di piazza Duomo dove i possidenti della città e delle valli, a piedi o in calesse, sceglievano le persone da assumere per una stagione o più anni. All’inizio del Novecento, come testimonia il bel libro di Maurizio Panizza “Diario familiare”, una donna di servizio veniva pagata 3,5 fiorini al mese, un buon salario, faticosamente guadagnato. Ragazze e ragazzi alimentavano il mercato della mano d’opera fuggendo da famiglie troppo povere per nutrire tante bocche in tempi in cui si nasceva con eccessiva frequenza e le risorse erano scarse. Alla selezione naturale provvedevano la carenza igienica, la cattiva informazione sanitaria e malattie pestifere come la pellagra. Le Belumate erano particolarmente apprezzate per forza, capacità e coraggio; ce ne vuole molto di coraggio per andare tanto lontano da casa in un’altra regione in un’altra nazione. Era un mondo che sarebbe piaciuto a Piero Chiara scrittore della realtà di provincia ed ironico, sarcastico fustigatore delle banalità quotidiane.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
47
L’artista di casa nostra di Giacomo Pasquazzo
Albano Tomaselli 165 anni dopo “Come un sogno fu la [sua] vita”
I
n “Ricordanze”, Giacomo Leopardi cattura la prematura scomparsa di Nerina, paragonandola alla fugacità di un sogno. E la frase “Come un sogno fu la [sua] vita” riesce ad esprimere anche la giovane vita dell’artista Albano Tomaselli, che nacque nel 1833 a Strigno di Castel Ivano e morì nel 1856 a Firenze. Nonostante la prematura scomparsa, Tomaselli è da ritenere a buon diritto uno dei più grandi talenti nell’ambito dell’arte dell’Ottocento trentino. Figlio del calzolaio e sarto Giuseppe e di Elisabetta Carraro, venne battezzato con il nome di “Albano Fortunato”, un caso di nomen omen. A 165 anni dalla scomparsa è bene segnalare che questo artista non gode di una monografia nella quale sono riassunte, analizzate e descritte le opere. Due furono e sono ancora oggi i principali “biografi” del Tomaselli: l’amico Camillo Boito, che in un capitolo di “Storielle vane” (1876, Treves editori, Milano) lo ricorda anche tramite un suo autoritratto, e il conterraneo Guido Suster, in “Del pittore Albano Tomaselli di Strigno” (riportato in “Guido Suster Alla benevolenza del lettore” a cura di Attilio Pedenzini e Vito Bortondello, marzo 2004, Croxarie, Strigno). In attesa di un’opera critica e artisticamente articolata rispetto a questo pittore, la vita di Albano rappresenta tuttora
48
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
qualcosa di straordinario, perché, pur di umilissime origini, questo giovane artista fu in grado di ricevere numerosi premi ed apprezzamenti nel corso della sua breve carriera e anche post mortem. Basti pensare che a fine 2019 una casa d’aste padovana ha venduto in poco tempo un suo disegno: ciò dimostra che l’ammirazione permane e ammalia ancora i conterranei. Albano Tomaselli non è quindi soltanto il nome della biblioteca comunale
di Castel Ivano ma è quel ragazzotto descritto dal Boito (op. cit.) che aveva “nel suo genio qualcosa di Raffaello Sanzio”. La maniacale cura del dettaglio da parte del Tomaselli si può cogliere appieno in “Visione di San Daniele con San Michele Arcangelo” nella chiesa di Arsiero, l’opera più imponente dipinta dall’artista (e conclusa, purtroppo, da un collega a causa della prematura scomparsa): la figura dell’Arcangelo è così imperiosa che l‘occhio del visitatore viene subito catturato dalla mano destra di San Michele che trattiene la spada; lo sguardo poi scivola sull’insicura mano destra di San Daniele che tenta di fermare la visione. Invece per tutti gli appassionati d’arte, che sono restii a compiere delle gite fuori porta, mi sento di consigliare la consultazione del “Quaderno di schizzi e disegni”, pubblicato online dalla Biblioteca di Trento nella sezione “Biblioteca digitale trentina” (https://bdt.bibcom.trento. it/Iconografia/14521#page/ n111). Questo piccolo volumetto di 113 pagine assume un’importanza considerevole, in quanto unicum, nell’ambito dell’analisi storico-artistica del pittore strignato: nelle varie figure emerge con forza la ricerca ossessiva del vero, l’attenzione prestata alle linee, la tensione per la cura dei particolari e l’accostamento continuo fra personaggi del passato come Enrico VI
L’artista di casa nostra d’Inghilterra e personalità coeve come il pittore Zona. Un dattiloscritto, sorto anche dalle considerazioni del Suster e consultabile online grazie al lavoro di Croxarie e dell’Ecomuseo della Valsugana – dalle sorgenti di Rava al fiume Brenta, riporta l’elenco di 22 opere realizzate dall’artista, alle quali va aggiunto il Quaderno citato. Ma la recente asta e altri studi dimostrano che la produzione artistica del Tomaselli è ben più corposa e che, ora, le opere sono custodite in molte realtà museali (Trento, Padova, Venezia, solo per citarne alcune) e private del Nord Italia. Albano Tomaselli, grazie ad alcuni mecenati locali, ebbe l’opportunità
di frequentare l’Accademia di Venezia e avrebbe potuto affinare le sue capacità a Roma, grazie al supporto del professor Selvatico e ad una borsa di studio. Sarebbe davvero interessante poter ammirare tutte le sue opere, in modo da cogliere appieno il suo genio, e sarebbe altrettanto straordinario vedere raccolto in un volume lo spirito di chi “nell’arte possedeva le tre virtù: l’ingegno, l’occhio, la mano. L’ingegno crea; l’occhio confronta la creazione vaga dell’ingegno con la viva natura circostante; la mano incarna l’idea e concentra il detto confronto sulla tela”, come scritto da Camillo Boito (op. cit.). Albano Tomaselli, questo “frate devoto all’arte”, merita una simile valorizzazione. La sua è la storia di un sognatore, prematuramente scomparso ma tuttora capace di destare meraviglia.
centro rottamazione veicoli
alta valsugana Via al Dos de la Roda, 24 | 38057 | Pergine - Fraz. Cirè | tel. 0461 531154 | fax. 0461 539410
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
49
50
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Le sfide, il Barbiere maratoneta di Waimer Perinelli
MARCO PATTON: una vita di corsa M Marco Patton è un signore di 65 anni magro, sottile, un tempo tanto sottile, ricorda, da essere scartato dal servizio militare di leva; apparentemente fragile ma in realtà resistente come una canna di bambù. In dieci anni dal 1984 al 1993 ha camminato e corso, con poche concessioni alla bicicletta, per 60 mila chilometri, una volta e mezzo la circonferenza della Terra.
arco Patton era il mio barbiere. Assieme a Luigi aveva bottega in largo Carducci a Trento, difronte alla Cassa di Risparmio. Un giorno disse “La prossima settimana voglio percorrere a piedi in poche ore le tre cime più alte dei monti attorno a Trento”. Era il 1984 e così fece, salì scese e risalì la Vigolana, il Bondone e la Paganella in dieci ore. Il tempo di tirare il fiato e gli venne la voglia vedere com’erano veramente alte e difficili da affrontare tutte e sei le cime che circondano Trento. Iniziò allora a sua lunga corsa. Oggi ci viene facile paragonarlo a Forrest Gump ma il film uscirà solo dieci anni dopo e Tom Hanks ha poco da spartire con il nostro Patton se non la strana voglia di camminare, apparentemente sen-
Passo Sella - Allenamento
za un inizio e senza una meta. “Io, ricorda Marco, ho iniziato per caso quando il calzolaio Erminio Tasin che aveva bottega vicino alla mia, mi raccontò di avere in mente la sfida delle tre cime. Ma non la fece e io decisi che ce la potevo fare.” Perché? Che cosa ti ha spinto? la vanità? il bisogno di soldi? “Il denaro sicuramente no, dice. In quel momento era una sfida con me stesso, con la mia fragilità apparente, con la scarsa autostima. Quando sono andato a bottega come garzone avevo 14 anni e nel 1984, quando di anni nel avevo 28, non avevo a mio parere compiuto nulla di significativo. Mi era sembrato bello vedere la città dall’alto delle sue cime.” E fu così che lo stesso anno partì e, a passo di maratona, salì e scese tutte e sei le cime della corona cittadina in sole 23 ore. Oltre 120 chilometri, 7.500 metri di dislivello in salita, oltre 15 mila in tutto. Ormai la sfida è lanciata e l’anno dopo affronta la traversata del Lagorai dal passo Rolle alla valle dei Mocheni, in 15 ore e 40 minuti per 3.500 metri di dislivello. Lo accompagna in queste imprese Severino Nicolini, amico ed allenatore fedele, incaricato di studiare i percorsi e la logistica delle varie tappe. Soldi ancora non ne arrivano, ma dell’impresa parlano giornali, le radio e televisioni e arriva un po’ di fama, pubblicità per la bottega, e la proposta di percorrere il sentiero europeo E5. E’ il 1986, i chilometri da percorrere sono 600 e Marco li corre in dieci giorni dal lago di Costanza fino
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
51
Le sfide, il Barbiere maratoneta
Sentiero della pace Passo Gavia (1988 - foto Paolo Dallaserra)
a Verona, con 15 mila metri di dislivello attivo. Una prova per gambe e polmoni. I giornali raccontano le sue imprese e titolano “Il barbiere maratoneta”. La fama porta l’interesse della Provincia autonoma e nel 1988 l’assessore Walter Micheli gli offre la possibilità di percorrere il sentiero della Pace ovvero la traversata dal passo dello Stelvio alla Marmolada, in tutto 500 chilometri con dislivello di 25 mila metri che Marco copre in 7 giorni. L’anno dopo tocca alla Trento-Trieste, due città che non sono separate, come credono a Roma, solo dal ponte di Bassano, anzi a dividerle ci sono oltre 400 chilometri che Marco percorre in sei giorni. Nel 1990 corre sulla strada che porta da Borgo Valsugana a Bregenz in Austria la stessa via usata dai trentini nella loro emigrazione in cerca di lavoro e fortuna. “ Sudavo, faticavo soffrivo ma in me cresceva l’autostima, dice Marco, e se è pur vero che soldi non ne ho guadagnati, un po’ di fortuna mi è arrivata dai miei estimatori e mi è valsa l’elezione per tre volte in Consiglio Comunale a Trento”. Come consigliere comunale nel 1992 ha corso da Trento ad Assisi per portare l’olio votivo offerto dal Comune alla cattedrale di San Francesco. Con spirito francescano nel 1993 è partito da Fondo in valle di Non, diretto a San Giacomo di Compostela per un voto- pellegrinaggio di ringra-
52
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
ziamento per la peste scampata nel 1600 dai nonesi e forse, sotto sotto, anche per raccomandare le proprie gambe. Una sfida di 2300 chilometri. Aveva una certa fretta perché si giocava le ferie e 521 chilometri li ha
percorsi in bicicletta, gli altri 754 di corsa a piedi in sei giorni, il tutto in 18 giorni. Conosco persone preparate che si sono schiantate su questo percorso pur partendo da una base prossima al confine francese dove
Il vescovo di Santiago di Compostella consegna messaggio di pace (1993)
Le sfide, il Barbiere maratoneta sono arrivati con l’aeroplano. A scuola la figlia Francesca, oggi giornalista e scrittrice, venne chiamata figlia del mito. Marco, come Forrest Gump, è diventato un mito ma l’età e la ragione lo inducono a fermarsi; una pausa di riflessione ma le gambe non stanno ferme e nel 1996, raggiunto a bottega con il socio da una multa milionaria ingiusta, decide di protestare e parte, naturalmente a piedi per Roma, 630 chilometri che percorre
Sentiero della Pace con Severino Nicolini, Waimer Perinelli, Massimo Fotino e altri (foto Dino Panato)
in dieci giorni. “Un’azione di protesta, dice, contro l’iniquità delle tasse e il clamoroso errore”. Lo accompagnano i titoli degli organi di stampa e lo consola l’ammissione dell’errore da parte dello Stato. Nel suo palmares figurano oltre a diplomi e gagliardetti, l’Aquila di san Venceslao della Provincia autonoma e il sigillo della città di Trento per i tre mandati compiuti da consigliere. Nel 2014 l’amico campione di ciclismo Gilberto Simoni si offre di accompagnarlo a piedi e in bici lungo il sentiero della Pace di cui si festeggiano i cento anni di vita. Se la prendono comoda e i 500 chilometri li coprono in 10 giorni. Passa il tempo, le poltrone del negozio non fanno più per lui e accetta d’insegnare la professione di barbiere parrucchiere all’istituto Sandro Pertini di Trento. Le sue
camminate diventano racconti per le due nipotine. Ma quando gli prende la nostalgia le gambe ripartono e all’inizio di quest’anno dalla casa di Pinè è partito e passando da malga Stramaiolo ha raggiunto il passo del Manghen. Cinquanta chilometri in dieci ore, giusto per sgranchirsi le gambe. Posso testimoniare la sua tenacia, la forza di volontà, la simpatia umana, l’ottimo rapporto con la comunicazione. Io ero presente, naturalmente a tratti, a molte delle sue imprese. E spero di esserci anche quest’anno quando partendo da casa camminerà fino a Roma seguendo la via Francigena; l’unica incertezza dice è se passare direttamente da Bologna o deviare per Pavia. Spero non corra troppo perché la via è una leggendaria strada di pellegrinaggio e, per mia fortuna, dotata di ottimi punti di ristoro.
Antica Farmacia Erboristeria
ROMANESE
Fondata alla metà del 1700
SERVIZI IN FARMACIA:
• ANALISI:
- Holter ECG 24h - Holter Pressorio 24h - Autoanalisi del Profilo Lipidico - Misurazione pressione
• CONSULENZE: - Corretta alimentazione
ANTICA FARMACIA ERBORISTERIA ROMANESE Dott. GIANCARLO TOGNOLI & C.
Via Regia, 16 - LEVICO TERME - Tel. 0461 706115 www.anticafarmaciaromanese.it -farmaciaromanese@gmail.com
- Disturbi del sonno - Dermocosmesi - Prodotti veterinari
• CORNER APOTECA NATURA - ABOCA • ERBORISTERIA - OMEOPATIA • SANITARI E CALZE TERAPEUTICHE • PREPARAZIONI GALENICHE MAGISTRALI
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
53
Una Web Tv fatta dalla gente per la gente
VALSUGANA WEB TV Sei anni di attività. Era il 2015 quando, sulla scorta dell’esperienza maturità tre anni prima con Valsugana Tv, alcuni volontari decisero di dare vita a Valsugana Web Tv. E da allora tanta strada è stata fatta. Una piattaforma informativa che, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno è via via cresciuta in modo esponenziale. Quanto ai contenuti, basta visitare le pagine presenti su Facebook, Youtube e Instagram per rendersene conto. Niente politica, niente cronaca nera, men che meno salotti informativi. Una informazione fatta dalla gente per la gente. Direttamente sul territorio per dare voce ai cittadini, agli abitanti di una valle (la Valsugana, in tutta la sua interezza) che presenta talmente tante sfaccettature, tante cose belle da raccontare e farsi raccontare. Dalle parole ai fatti. Da qualche settimana sono state superate le 10 mila persone che seguono la pagina Facebook. Oggi sono esattamente 10.102 con 9.452 persone che hanno messo mi piace. E da due anni a questa parte i numeri sono in costante e continua crescita. È stata instaurata una positiva collaborazione con il mensile Valsugana
News, una sinergia che in futuro si spera possa diventare anche una occasione per crescere, reciprocamente, puntando sulla qualità e sulla professionalità. Altri dati ancora. Nella settimana dal 12 al 18 aprile sono state raggiunte 26.396 persone con 11.572 interazioni e 24.315 visualizzazioni. Una informazione giornaliera, con una media di due video al giorno ed altre notizie. Ogni anno i volontari ed i collaboratori di Valsugana Web Tv realizzano e producono oltre 700 video. Il 54% degli utenti sono donne, gli uomini si fermano al 46% con una età compresa tra i 35 ed i 64 anni di età. Il canale Youtube conta 365 iscritti e da oltre un anno è stata aperta anche una pagina Instagram: attualmente sono 955 i follower, in costante crescita. Lo staff di Valsugana Web Tv può contare sull’apporto giornalistico di Massimo Dalledonne affiancato, da qualche mese, anche da Marika Caumo con una seguita rubrica settimanale. La parte tecnica è affidata a Emilio Marzaroli con Valeria Carati che cura le news settimanali (ogni lunedì, mercoledì e venerdì) e le diverse interviste sul territorio. Collaborano anche Edoardo Rosso, Elisa Galter,
Carlos Morales, Giampaolo Rizzonelli, Luigi Tonezzer e tante altre persone che, a vario titolo, con contributi video e segnalazioni continuano a far crescere questa piattaforma informativa. Altri dati ancora. La pagina Facebook di Valsugana Web Tv è seguita da 1.468 persone residenti in Trentino Alto Adige, 1.241 a Borgo Valsugana, 426 sono residenti a Pergine, 400 a Levico Terme e 304 a Roncegno Terme. Altri 263 iscritti sono di Grigno, 256 di Castelnuovo, 235 nei tre paesi della conca del Tesino, 221 a Telve, 185 a Strigno ed altri 150 a Caldonazzo. Valsugana Web Tv non ha messo radici solo nel territorio trentino. Tanti gli iscritti da tutta Italia e da diverse parti del mondo. È seguita da 111 brasiliani, 55 tedeschi, 50 francesi, 49 argentini, 46 svizzeri, 38 belgi, 33 olandesi, 26 inglesi e 24 persone residenti negli Stati Uniti. Una web tv fatta dalla gente per la gente, per presentare la Valsugana in tutta la sua interezza e nelle sue mille sfaccettature.
Valeria Carati
Emilio Marzaroli
Massimo Dalledonne
54
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Pantone 484 C C M Y K
25,29 88,89 96,63 21,91
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
55
Società , Covid e informazione di Alice Rovati *
Un’epidemia di false notizie
L
’emergenza Covid 19 ha esasperato la propagazione delle bufale: la salute è, infatti, uno degli argomenti preferiti da chi diffonde notizie false. Un fenomeno che oggi ha assunto proporzioni preoccupanti, al punto da mettere in allarme la stessa Organizzazione mondiale della sanità. Non a caso è stato coniato il termine “infodemia”: una situazione di caos informativo in cui le notizie, in gran parte false o non verificate, si propagano senza controllo soprattutto attraverso i social network (ma non solo), provocando danni gravi alla tenuta sociale e alla fiducia dei cittadini in chi sta gestendo la crisi. Sono soprattutto i social network, incluso Whatsapp, che in questo periodo rendono virali le notizie infondate. Arriva un messaggino e subito si condivide, senza pensarci troppo. Purtroppo la diffusione delle notizie avviene con meccanismi molto particolari. Sebbene in rete si trovino tantissime informazioni diverse, tendiamo sempre a cercare e condividere quelle che confermano i nostri preconcetti. Ci chiudiamo in quelle che vengono definite “echo chambers”, camere dell’eco, bolle in
56
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
cui rafforziamo e diffondiamo le nostre convinzioni, senza verificarle. La situazione di incertezza che si è creata con l’epidemia ha esacerbato questo meccanismo: paura e preoccupazione sono basi potenti su cui fanno leva le fake news. Un altro aspetto inquietante è la velocità con cui viaggiano queste notizie. Il modo più efficace per arginare la diffusione delle bufale è quello di fornire gli strumenti critici ai cittadini, rendendo pervasiva l’informazione di qualità. Tra i punti più significativi c’è quello di rompere le catene di passaparola, non condividendo nulla di cui non si conosca l’affidabilità della fonte, soprattutto se la notizia che circola è troppo buona o troppo cattiva per essere vera. Più in generale, esistono alcune semplici regole da seguire che possono aiutarci a individuare le fake news e a starne alla larga. 1. Diffidare dei titoli altisonanti. 2. Leggere tutta la notizia e non fermarsi al titolo. 3. Fare una ricerca sulla fonte. 4. Fare un controllo incrociato: associare il nome della fonte a parole come ‘bufala’ o ‘fake’ su un motore di
ricerca per verificare che non si tratti di contenuti ingannevoli. 5. Controllare che nell’indirizzo del sito compaia il protocollo di sicurezza https e verificare la testata. 6. Fare attenzione alla formattazione delle pagine web: errori di battitura, refusi e layout inusuali spesso segnalano contenuti di bassa qualità. 7. Verificare data e località delle notizie per capire se sono aggiornate. A volte una notizia non è falsa, ma semplicemente superata o vecchia. 8. Fare attenzione alle foto e ai video. Fare clic con il tasto destro sull’immagine da verificare e selezionare “Cerca l’immagine su Google” per controllare se quell’immagine è apparsa su altri siti, se è datata o contraffatta. 9. Assicurarsi che la notizia riportata non sia uno scherzo. 10. Riflettere prima di condividere o commentare una notizia facendola cosí diffondere. Per dettagli sul decalogo della buona informazione: https://safety.google/intl/it_it/comeinformarsionline/ Altroconsumo, in collaborazione con Fondazione Mondo Digitale e Google promuove “Vivi Internet, al meglio”, un progetto sulla cittadinanza
Società , Covid e informazione digitale con l’obiettivo di aiutare studenti, docenti e genitori a vivere il Web e la tecnologia in modo responsabile e consapevole, apprendendo i principi di base della sicurezza online e dell’educazione civica digitale. Nel mese di maggio si terranno due webinar formativi totalmente gratuiti rivolti alle famiglie per aiutare i genitori a guidare i propri figli nel mondo del web. 18 maggio, ore 17.30-18.30 - Fake news e phishing 26 maggio, ore 17.30-18.30 - Cyberbullismo e hate speech La partecipazione è gratuita, basta registrarsi al seguente link: https://register.gotowebinar.com/rt/3878551869887872784 selezionando dal menù a tendina l’appuntamento di interesse (è possibile iscriversi a entrambe le date iscrivendosi ad ogni singolo incontro). Per info e contatti: g.cirelli@mondodigitale.org - cell. 3284224892 *la dott.ssa Alice Rovati è rappresentante provinciale di Altroconsumo - Trento - e membro del Consiglio di Altroconsumo.
WEBINAR PER GENITORI 18 maggio | ore 17.30 Impara a distinguere il vero dal falso: fake news e phishing
26 maggio | ore 17.30 Diffondi la gentilezza: cyberbullismo e hate speech
REGISTRATI QUI
PERGINE IN CRONACA
RIAPERTURA CENTRO FAMIGLIE
D
opo una lunga pausa dovuta all’ emergenza sanitaria, dopo mesi di silenzio e di dubbi su una possibile riapertura, finalmente la primavera ha portato speranza e una buona notizia a Pergine Valsugana. Con i primi giorni di maggio Asif riconferma il bando per gli spazi di Vicolo Garberie all’ Associazione Gruppo Famiglie Valsugana che a partire da martedì 4 maggio riaprirà le porte del Centro Famiglie pronto ad accogliere genitori e bambini per momenti di attività e condivisione in spazi ampi e sicuri nel rispetto delle misure anti Covid. ( in Vicolo delle Garberie 6a, Pergine Valsugana). Un gruppo di genitori operatori che da anni accoglie in uno spazio pedagogicamente studiato per i bambini della fascia d’ età 0 6 anni, numerose famiglie, un luogo dove incontrarsi, confrontarsi, giocare e condividere, dove crescere come singolo, come famiglia e come comunità. Il Centro Famiglie negli scorsi anni è stato per la comunità dell’ Alta Valsugana un punto di riferimento, grazie alla collaborazione con professionisti come psicologi, aducatori perinatali, insegnanti di yoga, e cooperative dedite all’ educazione dei più piccoli. Il Centro Famiglie e le operatrici saranno felici di ritrovare i soci nei seguenti orari martedì 09.30 12.00, giovedì 09.30 12.00 e 16.00 18.00 e venerdì 09.30 12 00. Sarà una Riapertura graduale, e sperimentale, controllata e gestita al meglio per garantire un ambiente sicuro, ma l’ entusiasmo e le proposte sono tante! Permane l’ apertura del venerdì mattina riservata alle neo mamme e ai piccoli di 0 12 mesi con la presenza di due mamma peer counselor sull’ allattamento e puericultura, ci saranno tante proposte per le attività in giardino e alcune collaborazioni per l’ estate. La Presidente Cristina Violi e tutte le operatrici aspettano con trepidazione tutti i soci degli anni scorsi, ma anche coloro che voglio scoprire questo nuovo modo di fare rete, di fare comunità, di essere un Centro per le famiglie. Per ragioni di sicurezza è ammesso al Centro un solo accompagnatore per minore. Al raggiungimento del numero massimo di persone contemporaneamente presenti, non saranno ammessi altri partecipanti. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito famiglievalsugana.it , chiamare al numero 3296638868 o scrivere ad attivitagfv@gmail.com
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
57
Il personaggio di Massimo Dalledonne
Erika Giovanna Klien A Borgo Valsugana Erika Giovanna Klien è nata il 12 aprile del 1900. La sua vita è stata breve. Infatti morì di infarto nel 1957 ma anche oggi l’artista è ricordata come uno dei più importanti rappresentanti dell’Arte Cinetica. E non è un caso che, nel 1998, l’ex sede della biblioteca comunale, in piazza Degasperi, venne intitolata alla sua memoria. Da 23 anni tutte le esposizioni artistiche in paese vengono ospitate nello Spazio Klien.
C
he cos’è l’arte cinetica? La parola deriva dal greco movimento e può essere descritta come una miscela di elementi cubistici, costruttivisti e futuristici. L’origine dell’Arte Cinetica è stata formata dalla classe di Franz Cizek nella Kunstgewerbeschule viennese (scuola di arti e mestieri), il movimento e la dinamica erano le caratteristiche più essenziali. Figlia di Francesco e Anna Krons Charhur, come si legge nel sito www. erikagiovannaklein. comwww. “dal 1919 al 1924 studia alla Kunstgewerbeschule (scuola di arti e mestieri) di Vienna nelle classi di Victor Schufinsky, Frank Cizek, Rudolf Larisch e Reinhold Klaus. La Jugendkunstklasse di Cizek (classe di arte giovanile) e la sua classe di arte per bambini sono state le più importanti per il suo sviluppo artistico”. In entrambe le classi i giovani studenti sono stati insegnati in arte cinetica con particolare attenzione al movimento e alla dinamica”. Si diploma nel 1925 e durante il suo apprendistato ha preso parte a diverse mostre e ha sviluppato un particolare interesse per il teatro e il teatro di figura. “Incoraggiato dallo scrittore e ballerino Leopold Wolfgang Rochowanski e da sua moglie la ballerina Katja Kandinsky - si legge ancora - Klien ha visitato una scuola di recitazione e ha lavorato a un teatro di figura cinetico. Nel 1925 terminò la sua formazione diventando insegnante d’arte e si
58
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
trasferì in uno studio a Purkersdorf nella Bassa Austria. Ha lavorato come artista grafica e ha creato giocattoli per bambini. Tra il 1926 e il 1928 insegnò alla Elizabeth Duncan School di Klessheim a Salisburgo. Di lei ne ha scritto recentemente anche don Armando Costa che ricorda come l’artista “fosse profondamente influenzata dalla passione pedagogica di Cisek, considerato il fondatore della moderna educazione dell’arte. Da lui derivò il suo interesse per l’insegnamento dell’arte ai bambini con metodo pedagogico all’avanguardia che costituì una delle sue principali occupazioni”. Nel 1928 nasce il figlio Walter Klien, viveva con una famiglia affidataria. Nel settembre del 1929 Erika Giovanna Klien si trasferì a New York, dove visse per il resto della sua vita. Ha lavorato come insegnante d’arte in scuole molto famose come la Stuyvesant School, Dalton School, New School for Social Research e der Spence School. Ha anche pubblicato scritti teorici sull’educazione artistica. Nel 1934 Klien si recò in New Mexico e ispirata dalla cultura indiana iniziò a lavorare alla serie astratta del volo degli uccelli. Era interessata al movimento di esseri umani, animali e piante, a strumenti tecnici e veicoli moderni come la metropolitana.
Ancora don Costa. “Visse in condizioni difficili anche a causa della congiuntura economica sfavorevole e problemi di salute che nel 1940 la costrinsero a lasciare l’insegnamento. Ha lasciato un’ampia eredità artistica che è stata studiata e analizzata negli anni ‘70”. Il lavoro di Klien contiene vedute di villaggi e città, composizioni figurative e geometriche. Influenzata dal teatro, dalla musica e dalla danza, il movimento e il ritmo erano le forme di espressione più rilevanti nelle sue opere. Nel 1987 il Museo di Arte Moderna di Vienna le dedicò una mostra, una seconda esposizione si tenne due anni dopo alla Rochel Adler Gallery di New York. L’unica retrospettiva di Erika Giovanna Klien in Italia venne ospitato nel 2001 a Bolzano.
Cassa Rurale Alta Valsugana
Premiate le tesi di laurea
Nove i vincitori del bando “Valore allo Studio e al Territorio”
S
ono nove i vincitori dell’edizione 2019-2020 del bando “Valore allo Studio e al Territorio” promosso dalla Cassa Rurale Alta Valsugana e destinato ai laureati Soci, Clienti, figli di Soci o figli di Clienti dell’Istituto. L’iniziativa, finalizzata a valorizzare l’impegno degli studenti dei corsi universitari magistrali, è nata in un’ottica di collaborazione reciproca tra l’impegno profuso nel percorso accademico e l’attenzione al territorio di competenza della Cassa Rurale. Il Presidente Franco Senesi, nel congratularsi con i premiati, ha ricordato come “i partecipanti al bando abbiano realizzato tesi volte a valorizzare siti, aspetti ed iniziative del territorio della Comunità Alta Valsugana e Bersntol. Con questi premi la Cassa rurale intende riconoscere e incoraggiare tutte le azioni di studio e sviluppo relative al nostro territorio, favorire gli approcci innovativi e divulgare com-
petenze accademiche che possano generare occasioni di interesse e lavoro oltre che a diffondere la consapevolezza di criticità ed opportunità presenti in ambito locale, in questo particolare momento storico fortemente condizionato dalla pandemia”. I riconoscimenti economici (tra i 1.000 e i 2.500 euro per ciascun laureato) assegnati ai nove vincitori durante la cerimonia di premiazione tenutasi a palazzo Tomelin, sede della Cassa Rurale, sono stati consegnati a: Michele Acler e Ludovico Alessandrini laureati in Management della sostenibilità e del turismo all’Università di Trento, Ilaria Vetruccio in Economia e gestione delle arti e delle attività culturali presso l’Università di Venezia, Isabella Nardin in Gestione delle organizzazioni e del territorio all’Università di Trento, Vittoria Stenico in Scienze della comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano,
Alessandra Sighel in Metodologia, Organizzazione e Valutazione dei Servizi Sociali all’Università di Trento, Angela Dallapiccola in Scienze della formazione Primaria presso la Libera Università di Bolzano, Serena Benedetti all’Università per stranieri di Perugia e Dora Bittesini in Giurisprudenza all’Università di Trento. Le domande per l’edizione 2020/2021 del bando “Valore allo Studio e al Territorio”, destinato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, delle scuole professionali e dei corsi universitari magistrali, potranno essere presentate inoltrando la richiesta esclusivamente via mail all’indirizzo sociale@cr-altavalsugana.net dal prossimo 1 giugno fino al 31 agosto 2021. L’iniziativa si rivolge a neolaureati Soci della Cassa Rurale Alta Valsugana, attraverso dei riconoscimenti che vanno dal sostegno economico al coinvolgimento in percorsi di formazione diretta all’innovazione.
Premio allo Studio - Foto di gruppo
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
59
60
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Storie di casa nostra di Francesco Zadra
La leggenda dell’impiccato a Castello Tesino
Una condanna a morte, un furto e una gallina
C
osa unisce il caldo ritmo del flamenco alle miti alture trentine? Esiste davvero un fil rouge tra le terre iberiche e la piccola valle del Tesino? Apparentemente no. Nada. Eppure i 1643 km che separano il comune di Castello Tesino dal pueblo di Santo Domingo de la Calzada vengono quasi azzerati entrando nella chiesa di Sant’Ippolito. Situata sull’omonimo colle in località S.Polo, riporta sulle sue mura (datate 1436) la “telecronaca” di un presunto delitto avvenuto nella Spagna medievale, quando quelle lande sconfinate ricadevano sotto la corona di Navarra. Un efferato spargimento di sangue la cui fama ha attraversato l’Europa, varcando Alpi e Pirenei, per giungere sino a noi. Oggigiorno, epoca di videochat e cronaca nera in prima serata, un tale passaparola sembra scontato. Quasi banale. Ma per il XV⁰ secolo non lo era affatto. Imbiancato nel ‘600 per ordine del vescovo di Feltre e rinve-
nuto nel 1927 grazie alla fortuita scoperta di Ermete Sordo, l’affresco narra una vicenda che pare uscita dalle più intricate trame poliziesche: una pia famigliola di pellegrini, un’accusa di furto e un innocente condannato a morte. Un giallo degno di Sherlock. Padre, madre e figlio giungono alla locanda, una delle tante che costellano il Cammino di Santiago. Stremati, dopo ore di viaggio sotto il sole cocente, sperano di trovare ristoro e qualcosa da addentare. Ma quello che sembrava un normale pellegrinaggio in famiglia si tramuterà presto in tragedia… La figlia del locandiere, addetta alla tavola calda, adocchia il giovane. Lo fissa a lungo, comincia a girarci attorno. Vuole farsi notare. Ma lui, nonostante le ripetute avances, sembra interessato solo al tagliere di salumi sotto al suo naso. Questo la fece andare su tutte le furie. “Non posso avere ciò che voglio? Gliela farò pagare...” La vendetta della locandiera non tardò a palesarsi: un prezioso calice era scomparso dalla mensola, il colpevole? Ovviamente LUI! Poco importa che non si fosse mai schiodato dal tavolo e avesse infranto tutt’al più, gozzovigliando e tracannando vino, il divieto di bere alcolici in minore età. Alibi di ferro che non salverà lo sventurato giovane dal patibolo.
Scossa e affranta per la perdita dell’unico figlio, la coppia decise di incamminarsi comunque verso Santiago, per venerare la tomba dell’apostolo Giacomo. Al ritorno la risposta alle loro preghiere: il figlio, vivo e vegeto, li attendeva nello stesso luogo in cui era stato giustiziato. La voce si sparse fino ad arrivare sul tavolo del giudice che aveva ordinato l’esecuzione. Inizialmente il magistrato la bollò a fake news: il ragazzo - diceva - era vivo quanto le cosce di pollo che stava addentando. Tra lo stupore generale, le chiocce arrostite per pranzo resuscitarono prendendo a razzolare tra pietanze e calici di vino. Da qui il proverbio: “Santo Domingo de la Calzada donde cantó la gallina después de asada (cotta)”. Tutt’ora nel villaggio iberico, a memoria del prodigio, troviamo un pollaio in cattedrale completo di gallo e gallina. Vivi. Evidente brutta copia dell’orso di San Romedio. E la locandiera? Non si può parlare di altrettanto “happy ending”. Di lì a poco l’accusatrice sarebbe stata a sua volta impiccata. Iux damnatur ubi nocens absolvitur, dicevano i latini. “Si è ribaltata la situazione”, concluderebbe Giovanni Storti. Un sentito ringraziamento ad Aurora Dellamaria e Riccardo Sordo per la cortese disponibilità e l’encomiabile servizio fotografico. Non di meno alla parrocchia e l’amministrazione comunale di Castello Tesino per aver aperto le porte del luogo di culto ai nostri inviati.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
61
Attualità di Nicola Maschio
Fumo: dati in miglioramento, ma attenzione ai
F
orse non tutti lo sanno, ma il prossimo 31 maggio sarà la Giornata mondiale senza tabacco. Esattamente un anno fa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità scelse di trattare un tema molto importante, ovvero “Tabacco e tattiche dell’industria per attirare le giovani generazioni”. Si perché, purtroppo, sono sempre più giovani i ragazzi che iniziano a fumare, spesso in compagnia, per divertimento o per apparire più grandi. Ed a poco sono serviti e servono tutt’ora i messaggi stampati sui pacchetti, che ricordano ai consumatori i tantissimi rischi legati al fumo. In particolar modo, va ricordato che l’uso di tabacco rappresenta il 25% di tutti i decessi per cancro non solo a livello nazionale, ma in tutto il mondo. Ed in egual misura, sono poco più di un milione le persone che ogni anno muoiono per fumo passivo. A fornire ulteriori precisazioni statistiche è stato, lo scorso anno, l’Istituto Superiore della Sanità, molto chiacchierato negli ultimi mesi per ciò che riguarda l’emergenza pandemica in atto. Proprio quest’ultima infatti ha inciso sul consumo di tabacco, ma in modo positivo: la percentuale di fumatori nel nostro Paese, soprattutto durante il lockdown di un anno fa, è passata dal 23,3% al 21,9%: in parole povere, si tratta di più di 600 mila persone fumatrici in meno in appena qualche mese. Considerando le specificità di genere in questo ultimo dato, parliamo di circa 334 mila uomini e quasi 300 mila donne. Relativamente alle fasce d’età,
62
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
giovani
hanno cessato di consumare sigarette circa 206 mila giovani tra 18 e 34 anni, 270 mila tra 35 e 54 anni e ben 150 mila tra 55 e 74 anni. Infine, un altro 3,5% della popolazione pur non smettendo completamente e definitivamente il consumo dei prodotti del tabacco, ha ugualmente diminuito la quantità utilizzata in modo considerevole. Sposando invece il focus dalla pandemia al quadro generale italiano, i dati ISTAT rivelano che le persone dai 14 anni in su che consumano abitualmente tabacco sono poco meno di 10 milioni. Sostanzialmente il 18,4% della popolazione, incidenza scesa dal 19% rispetto agli anni precedenti e dunque in miglioramento. Tuttavia, coloro che fumano in modo più importante sono persone con età compresa tra i 20 ed i 44 anni, a testimonianza del fatto che sono appunto prevalentemente i giovani. I numeri più significativi arrivano però dai
decessi: più di 93 mila quelli stimati ogni anno in Italia per complicazioni legate al fumo, con la preoccupante percentuale del 25% relativa a vittime tra i 35 ed i 65 anni d’età. Soprattutto per ciò che riguarda le donne, è in aumento la mortalità legata al carcinoma polmonare (tra le principali patologie legate al fumo), con dati che hanno addirittura superato il numero di morti legate al tumore allo stomaco e collocatisi al terzo posto, subito dopo tumore al seno ed al colo-retto. Infine, un ultimo focus occorre necessariamente farlo rispetto ai minorenni: i dati forniti dallo studio HBSC, il quale coinvolge studenti di tutte le Regioni italiane e con età compresa tra 11, 13 e 15 anni, ha dimostrato che nel 2018 il numero di ragazzi che ha dichiarato di aver fumato almeno una sigaretta su 30 giorni è aumentato in modo esponenziale con il progredire dell’età.
Covid, commercio e ristorazione di Paolo Rossetti
SERVIZI DA ASPORTO E CONSEGNA A DOMICILIO
È
indubbio che il Covid ha notevolmente condizionato, specialmente sotto il profilo economico, le aziende industriali, commerciali e artigianali del nostro paese e quindi anche quelle che operano nella nostra valsugana. Una pandemia che senza dubbio alcuno e per effetto dei numerosi look down ha influito notevolmente sulla nostra quotidianità facendoci cambiare anche il nostro modo di vivere. In questo periodo abbiamo continuamente assistito dapprima alle chiusure di molte aziende e negozi, poi alle riaperture e ancora altre richiusure. Una particolare “alternanza” che indiscutibilmente ha penalizzato tutte le attività, nessuna esclusa. Per fortuna, e a vantaggio degli utenti, molte di queste sono rimaste quasi sempre aperte e lo hanno fatto per offrire alla comunità alcuni servizi essenziali, specialmente quelli legati alla sanita’ e all’alimentazione. Una di queste è stata la ditta Denart di Borgo Valsugana che ha appunto garantito servizi di ristorazione con piatti d’asporto e consegna a domicilio.
Ed è appunto Michele Denart, uno dei titolari, che ci ha rappresentato le obiettive difficoltà che hanno avuto, nell’esercitare la loro attività in un periodo di particolari restrizioni e chiusure. “E’ vero, ci dice, nonostante tutte le restrizioni siamo riusciti, con particolare impegno, a garantire, ovviamente nei limiti del possibile e nel totale rispetto delle indicazioni governative, sia la vendita da banco e sia da “asporto” ma soprattutto la consegna a domicilio che ci ha permesso di soddisfare le molte esigenze dei clienti, specialmente quelle degli anziani che avevano le reali impossibilità agli spostamenti. Attività, quest’ultima, che è continuata e tutt’ora continua e che ci sembra essere molto apprezzata dalla clientela. Ed è grazie a questi servizi - a differenza di quelle strutture che avevano e forse ancora hanno
Promuovere crescita è da sempre il nostro volano. Siamo felici di affermare la riuscita del nostro intento.
reali difficoltà alla vendita di alimenti d’asporto e di consegna a domicilio, che abbiamo potuto superare, in parte, le difficoltà economiche che questi look down, per effetto Covid, hanno indiscutibilmente danneggiato tutte le nostre attività economiche. Spero e tutti noi ci auguriamo che la situazione nel tempo possa migliorare e che, finalmente, si ritorni alla tanta agognata “normalità”.
Michele Denart
Un team determinato che guarda al
futuro
Realizziamo le vostre idee con un sorriso STAMPATO in viso!
SERVIZI TIPOGRAFICI E STAMPA DIGITALE | MATTARELLO - TRENTO
T. 0461 94 60 26 | grafichefutura.it
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
63
Società oggi di Sabrina Chababi
“La Milano da bere nemmeno il covid la ferma” "Il primo bicchiere è per la sete, il secondo per la gioia, il terzo per il piacere, il quarto per la follia”
Apuleio
Q
uando si parla di ” Milano da bere” si parla, di un concetto nato negli eccitantissimi anni 80 del Novecento, quando la città era simbolo di novità e di affermazione. Era il luogo desiderato sia dallo studente, per un futuro importante, sia dall’italiano medio desideroso di allontanarsi dalla vita di paese, anche solo per qualche ora. Molti durate il Covid ovviamente questo concetto l’hanno dovuto mettere da parte e organizzarsi in diversa maniera per non perdere un’ abitudine, se non addirittura un’ esigenza, che dopo una giornata d’ufficio o dopo ore ed ore a studiare richiede sia dedicato un momento di relax in compagnia. Una pausa con il classico aperitivo che in molti casi era una cena, un apericena, prima di tornare a casa. Anche perché, come si dice, Milano non si ferma mai. Nemmeno durate la pandemia quando anche il virus fatica a fermarsi e per questo il milanese ha sofferto di più anche, per la mancanza delle cose più semplici e quotidiane che ci davano quel senso di normalità che purtroppo ormai da un anno non assaporiamo più. Per cause diverse, facilmente immaginabili, però è aumentato il consumo di alcol. Le statistiche ci confermano che, l’uso di alcolici è aumentato del 63% perché comunque come diceva una famosa frase di Charles Baudelaire, il poeta maledetto, “Chi beve solo acqua ha un segreto da nasconde-
64
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
re” e, in un anno come questo tutti hanno nascosto i loro segreti con un buon bicchiere di vino. Ma non solo il vino ci ha permesso di nascondere i nostri segreti o di rincuorare, le ore noiose del Lockdown ma anche i cocktail. Ma come fare contenti i propri clienti con i bar chiusi? Tre ragazzi milanesi ci hanno pensato e, come per l’uovo di Colombo, hanno trovato la soluzione: il cocktail da asporto. Max,David e Gianni sono tre amanti del buon bere e con questa passione hanno negli anni girato il mondo, alla ricerca dei bar o dei locali che producevano i migliori cocktail. Nel 2015 hanno deciso, nonostante arrivassero offerte da settori lavorativi diversi, di fare di questa passione un lavoro e hanno cominciato a produrre una serie di cocktail “Made in Italy”
che però potessero dare quel tocco in più legato al packaging moderno, alla possibilità di spedire il prodotto tramite corriere. Dopo un paio di anni di ricerche, sono arrivati al prodotto finale e proprio con l’inizio di questa pandemia il loro brand ha un’esplosione pari alla bontà dei loro cocktail. Perché e vero che il DPCM, ci concede comunque di comprare alcolici al supermercato o di riceverli con i vari servizi di Glovo, Deliveroo, Amazon ecc.. Però diciamo la verità a quanti di noi manca il nostro Barman di fiducia che ci prepara un Manhattan oppure un Negroni? Con The Perfect Cocktail, questo il loro brand, a Milano non manca più perché posso averlo comodamente a casa e, con qualche cubetto ghiaccio posso immaginare di essere in un’ isola in-
Società oggi
non mescolato. Il “Cosmopolitan” che era sempre presente nelle scene della serie più amata dalle donne” Sex and the City” e poi il “Daikiri” nato all’ Havana ed Ernest Miller Hemingway lo beveva insieme al Mojito , purtroppo poco adatto al packaging.
Gianni, Max e David con la loro innovazione mantengono viva una tradizione, un’abitudine, un mercato soffocato dalla pandemia ma, da giovani imprenditori guardano al mercato estero agli Stati Uniti, al Regno Unito, agli Emirati.
Come eravamo
sieme ad Hemingway o nello storico Bar Basso dove potevi incontrare Liz Taylor o Ava Gardner e i famosi stilisti della moda italiana. Grazie a questo kit di 10 cocktail possiamo fare il giro del mondo e riassaporare ricordi che in questo momento storico sono la cosa che ci manca di più. Ma conosciamoli meglio e ricordiamo che bere va sempre fatto in modo moderato e attento perché ne va della nostra salute e vita e anche per quella degli altri. I cocktail hanno una loro storia e sono spesso legati a personaggi celebri. Ad esempio il “Negroni” è diventato famoso grazie ad un conte di Firenze che l‘ha creato. “L’Americano” è stato ideato da Primo Carnera che nel 1933 fu il primo italiano a vincere il titolo dei pesi massimi di pugilato. Il “Dry Martini” è il cocktail reso famoso da James Bond che lo adorava e lo beveva, shakerato
Borgo Valsugana
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
65
Medicina & Salute di Erica Zanghellini *
I soldi fanno la felicità?
M
i capita di sentire molte persone che pensano che se fossero ricchi la loro vita sarebbe una meraviglia. Detto in altre parole sembrerebbe che la ricchezza coincida con felicità, come se la condizione emotiva dipendesse proprio da quanto riconoscimento arrivi dall’esterno e dalla possibilità di comperare oppure no quello che si vuole. Sicuramente in questo periodo, fatto per la maggior parte di complessità e difficoltà continue (soprattutto per alcune categorie produttive) non voglio mettere in dubbio l’importanza di avere una disponibilità economica per dormire sogni tranquilli. Questo articolo va al di là, e non vuole in alcun modo offendere nessuno, vuole solo far riflettere su come il nostro assetto mentale può far la differenza. Può farci vedere l’importanza di alcune componenti che per chi invece è solamente fissato con i soldi non può apprezzare. Ma ritorniamo a noi, è proprio vero che per vivere intensamente e appieno la propria vita è necessario essere una persona economicamente abbiente? E’ come se la “forza economica”, ovvero quanto posso permettermi di
66
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
comperare, oppure che tipo di vacanza mi posso permettere sia la cartina torna sole della gioia che prova una persona. In realtà non sembrerebbe proprio così, ad esempio ci possono essere persone che passano la loro intera vita ad inseguire il successo e nonostante il loro conto in banca sia consistente non riescono a godersi la quotidianità e vivono in uno stato di insoddisfazione generale e costante. Si può anche instaurare uno stato di avarizia per cui non riescono nemmeno a concedersi una buona cena al ristorante per il pensiero del conto da pagare. Dall’altra parte invece, possiamo avere persone con una condizione economica molto semplice che invece, si ritengono fortunati, sempre col sorriso sulle labbra e che riescono ad assaporare tutte le piccole cose che succedono nella loro vita. Dove sta quindi la verità? Le ricerche ci riportano che sebbene ci sia un collegamento tra ricchezza e felicità la loro correlazione, non sia direttamente proporzionale o comunque così lineare. Ad esempio uno studio del 1990 di Inglehart, nel quale veniva indagato quando si dichiarano gioiosi gli abitanti delle nazioni, ha rilevato che popoli come i giapponesi o anche i tedeschi si percepiscono molto meno contenti che altri paesi con un PIL nettamente inferiore al loro. Questo ci fa capire come sicuramente il denaro ci assiste, perché può aiutare a realizzare i nostri desideri, ma, come dall’altra parte, non sia la chiave assoluta per una vita appagante. Ma quindi quali sono i fattori da perseguire per la felicità? Impariamo a cambiare la nostra cultura, cerchiamo di tramandare
alle nuove generazioni l’importanza delle relazioni. Costruire relazioni sane e che si instaurano per il piacere di condividere, di stare assieme senza dover per forza fare qualcosa di strabiliante è uno di quei valori che dovrebbe essere passato. Ricordiamoci che la felicità è uno stato effimero, dura poco ma, quando arriva va assaporato appieno. Rammentiamoci e trasmettiamo che è il tempo il nostro bene più prezioso, soprattutto nella nostra società. Nessuna somma di denaro può portarci indietro per riassaporare un nostro vissuto, parlare con quella persona così a noi cara che ci siamo fatti scappare o che non c’è più. I nostri figli si ricorderanno di chi giocava con loro, non di chi portava il regalo più bello. Certo sul breve tempo il giocattolo sarà una cosa meravigliosa, ma poi alla lunga vince l’affetto (per fortuna direi). Il consiglio è di cercare il nostro assetto mentale e non vivere in funzione solo di obiettivi come, il diventare ricco, ma di puntare sul desiderare e perseguire una vita completa, piena di affetti, ricca di condivisioni, e consapevole. Proviamo a pensare ai nostri valori e decidiamo quali voler provare a trasmettere a un figlio, a un amico o una persona in difficoltà. Noi saremo lo stesso soddisfatti, perché i valori sono a disposizione indipendentemente dalle condizioni in cui viviamo, ma sono presenti sempre e li vedremo “vivi” tutti i giorni in cui quella persona deciderà di comportarsi in una determinata maniera. * Dott.ssa Erica Zanghellini Psicologa-Psicoterapeuta Riceve su appuntamento Tel- 3884828675
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
67
Medicina & Salute *
CONOSCIAMO IL DIABETE S
econdo numeri e dati ricavati da varie fonti, nel nostro paese ci sono più di 4 milioni di italiani che hanno il diabete e sono diagnosticati e seguiti. Il diabete di tipo 1 -detto anche insulino-dipendente o autoimmune- colpisce oltre 600mila persone mentre 3 milioni e mezzo circa soffrono di diabete del tipo 2. Si stima anche che 1 milione di persone abbia il diabete di tipo 2, ma non sa di avere la malattia. Ci sono poi 2,6 milioni di persone che hanno difficoltà a mantenere la glicemia nella norma, una condizione che nella maggior parte dei casi prelude allo sviluppo del diabete di tipo 2. A questi numeri si aggiungano quelli di una recentissima analisi sul diabete che evidenzia il fatto sottolinea che almeno 4 milioni di persone sono ad alto rischio di sviluppare il diabete. Altri dati ci dicono anche che su 10 persone affette da diabete, il 70% ha più di 60/65 anni mentre il 40% più di 75 anni. Nel 2030, secondo una statistica, si prevede che in Italia le persone diagnosticate con diabete saranno oltre 5 milioni. Il diabete è una malattia cronica in cui si ha un aumento della glicemia, ovvero dei livelli di zucchero nel sangue. Questa condizione può dipendere da una ridotta produzione dell’insulina, l’ormone secreto dal pancreas per utilizzare gli zuccheri e gli altri componenti del cibo e trasformarli in energia, oppure dalla ridotta capacità dell'organismo ad utilizzare l'insulina. I livelli elevati di glucosio nel sangue, se non corretti con la terapia, possono, nel tempo, favorire la comparsa delle complicanze croniche della malattia, cioè danni a reni, retina, nervi periferici e sistema
68
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
cardiovascolare (cuore e arterie). Oggi, grazie ai funzionali ritrovati della scienza e della ricerca medica è possibile convivere con il diabete e prevenire attivamente le complicanze, ma è necessario conoscere che cosa, nella vita di ogni giorno, causa un aumento o una diminuzione della glicemia in modo da mantenerla il più possibile vicino ai livelli normali fin dall’esordio della malattia e per tutta la vita. In altri termini la conoscenza e la gestione attiva da parte del paziente della malattia sono la base di una buona cura del diabete. Sono conosciuti tre tipi di diabete: Il diabete di tipo 2 è la forma più frequente ed è comunemente chiamato anche 'diabete dell'anziano' o 'diabete alimentare': si manifesta, infatti, generalmente dopo i 40 anni e soprattutto in persone in sovrappeso oppure obese. Spesso l’esordio è privo di sintomi, oppure sono presenti, in modo più lieve, sintomi simili a quelli del diabete tipo 1 (vedi oltre). L’evoluzione è lenta e anch’essa spesso con pochi o nessun sintomo: la persona perde comunque progressivamente la capacità di controllare l'equilibrio della sua glicemia. Il diabete tipo 2 si cura principalmente con una dieta appropriata, un buon esercizio fisico, farmaci orali e, solo in una minoranza dei casi, con l’insulina. Il diabete di tipo 1 è una condizione molto diversa e più rara. Si manifesta
più comunemente prima dei 20 anni d’età (pur con non rare eccezioni) in modo spesso improvviso e con dei sintomi sempre più evidenti (dimagrimento, aumento della quantità di urina emessa, sete eccessiva, disidratazione). Nel diabete di tipo 1 un processo infiammatorio di origine immunologica distrugge le cellule beta del pancreas, che producono l'insulina. Il diabete tipo 1 si cura con l’insulina, abitualmente con più somministrazioni nella giornata per riprodurre la normale secrezione dell’insulina nel digiuno ed in risposta ai pasti. Il diabete gestazionale è una situazione temporanea relativa all’aumento della glicemia in gravidanza, presente nel 6-10% delle gravidanze, in cui a partire dal secondo trimestre di gestazione la madre non riesce a tenere in controllo la glicemia, al di sotto di certi parametri superati i quali possono insorgere dei rischi a carico del
Medicina & Salute * nascituro. Questo situazione perde significato dopo il parto, ma costituisce una avvisaglia per la successiva comparsa di diabete tipo 2 negli anni successivi. Chiunque può essere colpito dal diabete, ma la probabilità di sviluppare questa malattia è maggiore se si ha una relazione di parentela in primo grado (genitori, figli, fratelli) con una persona diabetica e, per il diabete di tipo 2, si è obesi, ipertesi o si hanno valori elevati di grassi nel sangue. (trigliceridi, colesterolo) Pertanto, l’incremento della prevalenza del diabete mellito tipo 2 si manterrà verosimilmente nel tempo se non saranno messe in atto strategie di educazione di massa volte a modificare abitudini e atteggiamenti nocivi alla salute, in particolare l’eccessivo apporto di cibo e la sedentarietà. Prevenire il diabete di tipo 2 è possibile e, puntando a questo obiettivo, si riduce drasticamente anche il rischio di sviluppare ipertensione, iperco-
lesterolemia, ipertrigliceridemia e altri fattori di rischio per l’apparato cardiovascolare. Alcuni studi clinici hanno dimostrato che, in soggetti ad elevato rischio di sviluppare il diabete, una adeguata modificazione dello stile di vita riduce di oltre il 50% la possibilità di diventare diabetici. I pilastri della prevenzione sono il movimento fisico, anche solo camminare mezz’ora al giorno a passo svelto, e l’alimentazione corretta: consumare, nelle giuste proporzioni, ben definite in tutte le linee guida preventive internazionali, tutti gli alimenti: verdure, ortaggi, frutta, pasta, pane, pesce, carne, formaggi; controllare le quantità per correggere o prevenire il sovrappeso; tornare ai cibi genuini, senza ricorrere a cibi preconfezionati o di origine non nota. Il diabete di tipo 1 invece al momento non si può prevenire. In primo luogo, nel 95% dei casi il diabete di tipo 1 appare in famiglie dove non ci sono stati casi simili, quindi le persone “a
rischio” di svilupparlo (figli e soprattutto fratelli di persone con diabete di tipo 1) sono solo una minoranza; in secondo luogo anche tra le persone a rischio finora nessuna strategia preventiva si è dimostrata abbastanza efficace da poter essere utilizzata nella pratica clinica. Sono tuttavia in corso importanti sperimentazioni internazionali, cui partecipano anche gruppi italiani, volte a studiare l’efficacia di diversi interventi preventivi. Le basi della terapia del diabete sono lo stile di vita e l’alimentazione corretti, personalizzati sulla base del tipo di diabete, dell’età, del grado di sovrappeso e dell’esigenza individuali quotidiane. Il diabete tipo 1 si cura con l’insulina in somministrazioni multiple nella giornata, mentre per il diabete tipo 2 esistono numerosi farmaci, scelti sulla base delle caratteristiche e delle esigenze del singolo paziente. In alcuni casi l’insulina può essere una scelta anche per il diabete tipo 2.
COMPLICANZE *Il 15% delle persone con diabete soffre di coronaropatia *Il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (micro-macro albuminuria e/o ridotto tasso di filtrazione glomerulare) che può portare alla dialisi *Il 22% delle persone con diabete soffre di retinopatia *Il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e ai piedi (piede diabetico) COSTI SOCIO-SANITARI *Il diabete in Italia costa oltre 20 miliardi di euro l’anno, dei quali 9 miliardi di euro per spese dirette ovvero farmaci, ospedalizzazioni e assistenza e 11 miliardi per spese indirette come perdita di produttività e spese a carico del sistema previdenziale *600 euro è il costo medio annuo di una persona con diabete, il doppio rispetto a una persona senza diabete *Il 25% è legato ai costi delle complicanze diabetiche, il 7% deriva dalla spesa per i farmaci, ed una fetta più cospicua è relativa alle ospedalizzazioni DIABETE E OBESITÀ *Obesità e vita sedentaria sono i principali fattori di rischio per il diabete tipo 2. *Tra i 45 e i 64 anni, la percentuale di persone con obesità tra i soggetti maschi con diabete è del 29% verso il 13% di non diabetici. Per le donne, le differenze sono ancora maggiori: 33% per quelle con diabete vs 9.5% senza diabete. CONTROLLO DEL DIABETE *Circa il 50% del totale delle persone con diabete tipo 2 e il 72% di quelle con diabete tipo 1 non raggiungono un buon controllo glicemico
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
69
Medicina & Salute *
I sintomi PREMONITORI
P
er sua natura il diabete è subdolo, spesso asintomatico o con una sintomatologia non specifica e quindi più difficile da riconoscere; specialmente quello di tipo 2 può comparire a qualsiasi età, quasi senza preavviso. Non sempre, infatti, è semplice per le persone comuni cogliere quelli che sembrano sintomi normale, ma che a volte possono essere gli iniziali segni della sua comparsa. E non di rado capita che essendo i sintomi così lievi, ci si accorge del problema diabete, purtroppo, quando si è già dentro il problema. E vediamoli questi sintomi iniziali che possono indicarsi la possibile comparsa del diabete: 1) Aumento della minzione: ovvero un irrefrenabile stimolo a urinare (diabete mellito vuol infatti dire : tante urine dolci); 2) Sete inappagabile: per effetto del continuo urinare e la disidratazione del corpo il paziente deve reintegrare i liquidi persi. Da qui la sensazione di sete e il bisogno di bere moltissimo; 2) Intorpidimento e formicolio alle mani, alle gambe e ai piedi: questi sintomi sono dovuti all’usura cronica di circolazione e nervi legata all’aumento del livello del glucosio 3) Dimagrimento: causato da fatto che il corpo non assorbe gli zuccheri. E' comune nel diabete non trattato ed è l’assurdo di un corpo che pur avendo abbondanza di zucchero a disposizione, non riesce ad utilizzarlo; per lo stesso motivo -> Aumento di appetito 4) Visione sfuocata e non nitida: è un indizio molto comune nella possibile comparsa del diabete di tipo 2. Tale sintomatologia è dovuta al
70
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
fatto che l'aumento del glucosio danneggia i vasi sanguigni limitando la vista. E' un sintomo da non sottovalutare poiché se non diagnosticato in tempo si può perdere completante la vista. 6) Stanchezza inspiegabile: è dovuta al fatto che le cellule non riescono ad assorbire energia essenziale e quindi il malato prova stanchezza mentale e fisica; 7) Prurito e pelle secca: il diabete può interrompere il giusto funzionamento delle ghiandole sudoripare; 9) Gengive irritate, gonfie e arrossate; 10) Lenta cicatrizzazione di ferite o contusioni: i livelli alti di zucchero nel sangue oltre a ridurre la velocità di guarigione possono determinare deficienze nel sistema immunitario; 11) Disfunzione erettile o impotenza sessuale: è un sintomo molto comune tra gli uomini affetti da diabete o potenzialmente tali. Secondo una recente indagine soffre di questa patologia una percentuale di diabetici compresa tra il 40 e il 72%. Ecco perché è molto importante fare lo screening del diabete di tipo 2 specialmente dopo i 40/45 anni,
fondamentale per i soggetti a rischio che devono controllare annualmente i livelli di glicemia. Vanno inoltre analizzati: la familiarità (l’essere figli o fratelli di diabetici), lo stile di vita, il peso corporeo, la sedentarietà, altri fattori di rischio associati come l’ ipertensione arteriosa, l’ ipercolesterolemia, il tabagismo.
Medicina & Salute *
Le COMPLICANZE diabetiche La vera spada di Damocle del diabetico sta nel rischio che la sua patologia possa degenerare nelle "complicanze", spesso legate alla durata di malattia e al grado di compenso. Gli organi bersaglio sono il sistema cardiovascolare, l'occhio, il rene, il sistema nervoso.
L
e maggiori complicanze del diabete sono dovute ai danni ai vasi sanguigni, sia i grossi vasi (macroangiopatia) che irrorano cuore, cervello e arti, sia i piccoli vasi (microangiopatia) che irrorano la retina dell'occhio, i nervi e il rene. Le malattie cardiovascolari sono la più comune causa di morte nel mondo sia per persone con diabete, sia per i soggetti non diabetici; nei primi tuttavia il rischio di morire per queste malattie è da 2 a 4 volte maggiore rispetto ai non diabetici. Numerosi studi scientifici, su casistiche di molte migliaia di persone, hanno dimostrato che il controllo migliore dell’equilibrio glicemico, della pressione arteriosa e del profilo dei grassi del sangue ( del colesterolo in particolare) sono capaci di prevenire queste complicanze. E’ importante che la terapia con l’igiene di vita ed i farmaci capaci di agire su questi parametri sia iniziata presto nel corso della malattia diabetica, perché solo con il controllo precoce dei valori dei diversi fattori di
rischio si ottengono i risultati migliori. Gran parte dei diabetici presenta segni di retinopatia, una lesione dei vasi sanguigni nella parte posteriore dell'occhio, entro dieci anni dall'insorgere del diabete: Inizialmente è la retinopatia emorragico-essudativa, che può evolvere in retinopatia proliferativa, responsabile della perdita o di una grave riduzione della vista. Quest'ultima richiede, data la sua gravità, interventi tempestivi. Altra complicanza è la nefropatia diabetica, che colpisce il rene al punto che questo organo non filtra adeguatamente le scorie con le urine. Nella sua forma più lieve interessa una buona percentuale di diabetici, di cui una quota degenera nell'insufficienza renale al punto da richiedere il trapianto del rene. La neuropatia è invece una malattia del sistema nervoso: colpisce circa il 30% dei diabetici e si presenta sotto forma di intorpidimento e formicolio agli arti, dolori tipo crampo ai polpacci, specialmente notturni, diminuita sensibilità e comparsa di ulcerazioni alla
pianta dei piedi. Può degenerare nel piede diabetico, determinato da lesioni vascolari e nervose che provocano gravi deformazioni ossee e disturbi della vascolarizzazione terminale. Le complicanze del sistema neurovegetativo possono determinare disturbi intestinali (diarrea), vescicali (incontinenza urinaria) e sessuali (impotenza). Infine possono manifestarsi nei diabetici anche forme di coronaropatia e vasculopatia cerebrale (infarto acuto del miocardio, ma anche espressione cronica dell'angina pectoris, e ictus cerebrale). Tutte queste complicanze croniche ad insorgenza subdola e progressiva ( e purtroppo spesso irreversibili) sono spesso sottovalutate e per tale motivo quando giungono alla osservazione del medico è tardi per una cura efficace. Da qui l'imperativo categorico di una precoce diagnosi e terapia che mantenga la glicemia nella normalità evitando fluttuazioni e picchi iperglicemici, che sarebbero la causa principale delle complicanze croniche. Prima si diagnostica il diabete e prima lo si cura.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
71
Medicina & Salute *
Le più COMUNI ANALISI per il diabete
P
er un diabetico, il principale obiettivo è mantenere la glicemia il più possibile all’interno dell’intervallo di normalità durante l’intera giornata. Necessario, quindi, eseguire l’auto monitoraggio quotidiano dei livelli di glucosio nel sangue, attraverso una serie di operazioni quotidiane di misurazione definite di autocontrollo. La glicemia, ovvero il livello di glucosio nel nostro sangue, ci consente di stabilire possibile insorgenza o la presenza certa del diabete: valori normali sono fino a 100 mg%, tra i 100 e i 125 si parla di alterata glicemia a digiuno (prediabete), oltre 125 mg% e se il dato è confermato si parla di diabete. Ma quali altre analisi sono eseguibili in caso di diabete ? La glicosuria (analisi delle urine) ci indica la presenza di zuccheri nelle urine che si riscontrano quando la
glicemia supera determinati valori nel sangue (solitamente 180 mg%). E quando ciò avviene il diabete è già rilevante; spesso assieme alla glicosuria nelle urine è possibile ricercare la presenza di corpi acidi (chetonici) quali segno di ulteriore complicazione bioumorale. Molto importante, è l’analisi delle emoglobina glicata che descrive la qualità e la quantità media del controllo glicemico raggiunta nelle 8/9 settimane precedenti all'esame e rappresenta uno strumento ideale per capire cosa accade davvero nell'organismo fra una misurazione della glicemia e l'altra. La glicazione è un processo biologico mediante il quale lo zucchero si lega in maniera irreversibile ad una parte dell’emoglobina formando appunto l’emoglobina glicata. Tanto più alta è la concentrazione ematica di glucosio e tanto maggiore risulta la percen-
tuale di emoglobina glicata. Diversi studi, eseguiti nel corso degli anni su pazienti diabetici hanno inconfutabilmente dimostrato che vi è una stretta correlazione tra il grado di controllo glicemico, lo scompenso dello stesso ed il rischio di sviluppo e progressione delle complicanze croniche del diabete. L'emoglobina glicata, quindi, è considerata ed è utilizzata sia come indice di glicemia media (nell’arco di un determinato periodo) che come valutazione del rischio di sviluppare le complicanze del diabete. Un esame che oggi può essere eseguito anche in alcune farmacia in possesso degli idonei strumenti e reattivi. Vengono elaborate delle fasce per età entro cui considerare ottimali determinati livelli massimi di emoglobina glicata in funzione del rischio predittivo di complicanze d’organo nel lungo termine.
*NOTE DI REDAZIONE Numeri e dati sul diabete ricavati da varie fonti: Annali AMD, ISTAT, Associazione Ricerca e Diabete, SID, Italian Diabetes & Obesity Barometer Report. CONSULENZA MEDICA: dr. Alberto De Micheli - dr. Stefano Enrico Garavelli Il dr. Alberto De Micheli è stato Direttore AMD Comunicazione della Associazione Medici Diabetologi, autore, in collaborazione con altri o come unico autore, di 74 pubblicazioni scientifiche, coautore di sei testi sul diabete e le sue complicanze e ha svolto attività di docenza svolta presso le Scuole di Specializzazione in Diabetologia, Endocrinologia e Nefrologia dell’Università di Genova. Il dott. Stefano Enrico Garavelli, specializzato in Endocrinologia e in Medicina Interna, dirigente medico presso l'Unità operativa di medicina - Ospedale S.Lorenzo -Borgo Valsugana – nonché responsabile di struttura semplice per le attività di gestione e controllo dei Centri diabetici dei distretti di Alta, Bassa Valsugana e Primiero. UN SENTITO RINGRAZIAMENTO AL DR. DE MICHELI E AL DR. GARAVELLI PER LA PREZIOSA CONSULENZA E COLLABORAZIONE
72
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Vivi le finestre in modo nuovo. Ti aspettiamo in uno Studio Finstral, anche online.
Scopri in uno Studio Finstral le tre qualità della finestra perfetta: bellezza, benessere, sostenibilità. Scegli tra visita individuale, consulenza telefonica o videochiamata. finstral.com/studio
È il momento di cambiare le finestre: approfitta dell‘ecobonus.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
73
Il Trentino in cronaca di Nicola Maschio
Il comparto AGROALIMENTARE
trentino nel periodo Covid
I
l settore agroalimentare trentino ha retto l’urto della pandemia, segnando addirittura un aumento dello 0,5% in termini di export. Questo quanto emerso dal report presentato da Trentino Sviluppo e Provincia. Rispetto al 2019, come detto, il 2020 nonostante tutte le complicazioni del caso non ha impedito al comparto agroalimentare di crescere ancora. Quello trentino, che rappresenta il 2% dell’intera produzione nazionale (a livello italiano il settore agroalimentare costituisce il 22% di tutte le esportazioni), ha comunque registrato alcune tendenze inverse rispetto alla totalità del nostro Paese. In quest’ultimo caso infatti, nel 2020 si è registrato un +15,5% nel settore della pasta rispetto alla media del 3,8% emersa dal 2014 al 2019; considerando questi stessi parametri temporali, i derivati del pomodoro hanno incrementato l’esportazione del 12,2% (media 2014-2019 pari al 2,6%), l’olio del 6,5% (fino al 2019 fermo all’1,3%) ed anche l’ortofrutta fresca è passata dal 2,5% del lustro 14-19 ad un +3,8% nel 2020. A livello trentino invece, l’esportazione di pasta e prodotti da forno è decresciuta del 19,5% nell’ultimo anno (a fronte di un +9,1% medio dal 2014 al 2019), così come il settore dell’ortofrutta trasformata (-16,8%) e delle carni e derivati (-4,4%); di contro invece, se a livello italiano il vino e le altre bevande hanno riscontrato un sonoro “stop” (-2,4% rispetto alle annualità 2014-2019), in Trentino si è registrato un aumento del 5% rispetto al precedente 0,7%. Discorso simile per i prodotti lattie-
74
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
ro-caseari: mentre l’export di formaggi a livello italiano è sceso del 2,9%, nella provincia di Trento è passato dal 7,9% tra il 2014 ed il 2019 al 9,3% dell’ultimo anno. Insomma, dati che confermano come il settore sia a tutti gli effetti resiliente e capace di adattarsi anche alle situazioni più estreme. Qualche altro dato sull’export trentino però va necessariamente evidenziato, per sottolineare come quanto sopra riportato sia in realtà la diretta conseguenza delle produzioni territoriali: il 49% delle esportazioni si concentra sui Paesi europei, con la prevalenza dei già citati vini ed altre bevande (il 53,4% del totale), seguiti dall’ortofrutta fresca (12,8%) e dai prodotti lattiero-caseari (11,3%). «Export ed internazionalità saranno i temi del futuro - ha aggiunto l’assessora provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli. – Il nostro settore agroalimentare si è
distinto con produzioni d’eccellenza riconosciute anche oltre i confini nazionali, quindi continueremo a muoverci su innovazione, tecnologia, formazione e ricerca». Infine, qualche dato più preciso anche a livello italiano: rispetto al -7,8% della Francia ed al -3,6% della Germania, l’Italia ha complessivamente registrato un +1,7% di export, ponendosi seconda alle spalle delle Spagna (+3,4%). Crollate invece le attività alimentari di food service (ristoranti e simili) fino al -37%, mentre in altri Paesi come la Svezia (dove di fatto un vero e proprio lockdown non c’è mai stato) la decrescita si è fermata al 22%. Vino e bevande vengono particolarmente apprezzati negli USA (70,6% dell’export totale) e l’ortofrutta fresca in Egitto (50,7% del valore di esportazioni complessivo).
Ieri avvenne di Massimo Dalledonne
La tragica morte di Mario Moranduzzo:
primo italiano ucciso a Dachau
F
u il primo detenuto italiano a morire nel campo di concentramento di Dachau. Si chiamava Mario Guido Moranduzzo (Balòta) ed era nato il 9 settembre 1923 a Castello Tesino. Morì all’età di 20 anni per setticemia e cancrena tra il 1 e il 4 novembre 1943. Con i genitori viveva in Lombardia quando, mentre stava per imparare il mestiere di venditore ambulante, nel 1942 venne convocato per la visita di leva a Borgo Valsugana. Come si legge nel libro “Non dimenticare Dachau”, testo ripreso anche su Castello Tesino Notizie a cura dello storico Giuseppe Sittoni “nel gennaio 1943 venne assegnato al 79° reggimento di fanteria di stanza a Verona. Subito si dimostrò insofferente verso l’ambiente militare: scappò due volte dalla caserma, ma venne ripescato entrambe le volte a Trento presso la fidanzata e riportato a Verona. Alla terza fuga e alla seguente cattura sempre a Trento venne rinchiuso nel carcere militare di Torricelle. Denunciato al Tribunale militare di guerra per il reato di diserzione, venne condannato a quattro anni e due mesi e trasferito il 1 giugno al carcere militare di Peschiera”. Nei mesi successivi Mussolini venne destituito, l’Italia era guidata dal governo Badoglio ed i nazisti ci invasero. Anche la fortezza di Peschiera venne occupata da un reparto della Wehrmacht e i 1700 detenuti messi di fronte ad una scelta terribile: unirsi all’esercito nazista o essere trasportati in un lager tedesco. “Solo 10 optarono per l’arruolamento,
ma essendo troppo pochi – si legge ancora - furono tutti e 1700 caricati su treni merci destinati a Dachau come prigionieri politici. Una volta giunti a destinazione i detenuti italiani insorsero e dopo la repressione, alcuni, tra i quali Mario, furono contrassegnati col triangolo nero: il simbolo che nei lager designava gli asociali. Mario fu immatricolato col numero 54081 e con altri italiani venne inviato all’Außenkommando di Kottern: un distaccamento a un centinaio di chilometri da Dachau, poco distante dal confine austriaco e svizzero. Da Kottern i detenuti dovevano recarsi due volte al giorno a lavorare in una fabbrica di cacciabombardieri distante 7 chilometri”. Il 25 ottobre, assieme ad un altro detenuto, Umberto Gioco, Mario Moranduzzo tentò la fuga. Quando i due fuggitivi vennero ricondotti nel lager inizio la brutale punizione. “Quando arrivò il turno
di Mario, egli tentò di resistere, ma venne denudato e anche lui legato saldamente al tavolo della tortura. Con degli staffili, nerbi di bue inguainati di cuoio, due SS del lager, uno da un lato e uno dall’altro, iniziarono a frustarlo furiosamente. Ad ogni colpo che il ragazzo riceveva invocava la mamma. Ma gli aguzzini non desistevano. Anzi, uno di loro impugnò persino il frustino con due mani e si alzò sulle punte dei piedi per colpire più forte. Quando i carnefici giunsero allo sfinimento Mario non dava più segni di vita: il suo bacino era del tutto scarnificato e lo staffile batteva secco sulle ossa. Chi ebbe il coraggio di contare i colpi, disse che superarono i 350”. Mario Guido Moranduzzo ancora oggi viene ricordato come il primo detenuto italiano a morire nel campo di concentramento di Dachau. Era nato a Castello Tesino, morto all’età di 20 anni.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
75
Le guerre in Valsugana di Andrea Casna
ANNO 1866
La Terza guerra di Indipendenza in Valsugana
«F
ate presto, attaccherete alla baionetta; siete a cinque minuti da Levico; ivi potrete ristorarvi e riposarvi». Furono le parole, riportate da Tito Tabacchi nel libro dal titolo «La divisione Medici in Trentino», del Generale Giacomo Medici (1817-1882) per incoraggiare i propri uomini a sferrare l’attacco su Levico durante la guerra -la Terza Guerra di Indipendenza- combattuta nell’estate del 1866.
Tutto iniziò quando la Prussia di Bismark, il 15 giugno 1866, dichiarò guerra all’Austria. L’Italia, desiderosa di ultimare l’unità nazionale si alleò con la Prussia impegnando in questo modo l’esercito dell’Imperatore Francesco Giuseppe sul fronte meridionale. Da parte italiana la guerra, conosciuta come Terza Guerra di Indipendenza, iniziò a giugno con la sconfitta a Custoza delle truppe italiane guidate dal generale La Marmora. Nel corso dell’estate, però, gli italiani riuscirono ad invadere alcune porzioni di Trentino: Garibaldi arrivò a Bezzecca e il generale Medici giunse quasi alle porte di Trento dalla Valsugana. In Valsugana la colonna guidata dal generale Medici sbaragliò con manovre fulminee l’esercito austriaco occupando velocemente Primolano, Borgo Valsugana, Levico e Civezzano. Alcuni scontri vi furono fra Valsorda e Vigolo Vattaro e oggi, lungo la strada, in località “Val della Calcara”, si trova il Parco della Rimembranza, eretto per commemorare i caduti della battaglia che si svolse in quel luogo il 25 luglio 1866.
76
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
11 agosto 1866 - Combattimento fra garibaldini e austriaci a Bezzecca (Illustrazione d'epoca)
Il cippo commemorativo recita: «A ricordo dei valorosi soldati del 61° Reggimento Fanteria Brigata Sicilia, che qui caddero combattendo il 25 luglio 1866 per la redenzione di Trento, i Trentini finalmente redenti questo cippo vollero consacrato – giugno 1924». Il 20 luglio il Medici partì da Padova, e il 21 arrivò a Bassano. Lo stesso giorno Garibaldi respingeva un assalto austriaco a Bezzecca. Il Medici occupò Borgo Valsugana e Levico. La situazione non era delle migliori e le autorità militari austriache ordinarono di fortificare anche la zona di Lavis e di organizzare un corpo di volontari fidati da mettere a guardia della rete ferroviaria del Brennero per ostacolare l’attività di possibili sabotatori. Il generale Medici entrò a Pergine il 25 luglio, attestandosi poi di fronte
alle difese austriache alla stretta di Civezzano. Lo stesso giorno giunse la notizia, a un passo da una possibile marcia italiana su Trento, dell’entrata in vigore della tregua. Il 30 luglio, il Medici informò La Marmora del piano di far scendere una divisione anche a Lavis per prendere Trento da nord, ma il 9 agosto, con l’annuncio dell’armistizio tra Italia e Austria, il Medici dovette abbandonare il Trentino. Si dovrà attendere il novembre del 1918 per vedere l’entrata del Regio Esercito Italiano a Trento. Con la fine della guerra l’Italia ottenne il Veneto, Mantova e le attuali province di Udine e Pordenone. La guerra del 1866 fu un evento rivoluzionario dal punto di vista militare. Nella battaglia di Sadowa in Boemia (3 luglio 1866), le truppe
Le guerre in Valsugana prussiane utilizzarono per la prima volta fucili a retrocarica, sconfiggendo gli austriaci armati ancora di fucile ad avancarica. Rispetto alle guerre precedenti, i soldati iniziarono ad inserire una cartuccia in metallo nella parte posteriore della canna potendo sparare, anche da sdraiati, 8-10 colpi al minuto, quasi il doppio che con le armi fino a quel momento utilizzate. Da quel momento tutti gli eserciti europei iniziarono ad utilizzare questi moderni sistemi aprendo la strada alla guerra moderna.
accanita, corpo a corpo, senza voci. Gli Austriaci piegarono su Levico. Si udirono nuovamente i Savoia e la valanga dei nostri soldati si diè impetuosamente ad incalzarli. Altra zuffa impegnossi nelle contrade di Levico. Sulla piazza principale teneva fermo e faceva Chiudiamo questa nostra breve fuoco un buon narrazione riportando un passo dalla nerbo di Austriaci. narrazione di Tito Tabacchi «La diviAccennavano a sione Medici in Trentino». contr’offensiva. «Le truppe marciarono innanzi sotto le In poco tempo palle che partivano dal fitto nebbione anche’essi furono senza pur sparare un sol colpo. Ordinasopraffatti. Non un ta la carica alla baionetta si udì il grido borghese incondi Savoia su tutta la nostra linea: per trossi per Levico, un istante si illuminò tutto il terreno al non un lume era crepitare di una salva di fucilate, e più alle finestre, né forte indi proruppe il grido di Savoia. una casa aperA quest’ultimo grido più non rispose ta. Gli Austriaci Il generale Giacomo Medici (da Maremagnum) il fuoco nemico. I nostri che avevano zitti dietro gli svolti scorti gli Austriaci alla luce delle schiopdelle vie ci attenpettate quasi inaspettati giunsero loro e ricercandoli ovunque...si combatté devano rischiarandoci il cammino colle addosso a baionetta calata. Immefuriosamente da ambe le parti ad arma fucilate. I nostri non curando il fuoco diatamente si accese la mischia sul bianca. I due battaglioni Austriaci, del nemico si precipitarono colla baposto tenuto dagli Austriaci. Fu breve, Hartmann e Martini, spiegarono allora ionetta sui loro avversari inseguendoli speciale valore, ma avviluppati dalla Quando Medici conquistò Pergine (da Trentino) nostra sinistra, la quale aveva girato il paese, e risospinti su nuove truppe che giungevano anelanti ad attaccarli nelle vicinanze dei Bagni, si sbandarono, e la maggior parte di essi colpiti da una sorta di vertigine, gettate le armi, non ascoltando la voce dei loro ufficiali, si misero a fuggire. Il combattimento ebbe fine verso le undici e mezzo pomeridiane. L’effetto morale del combattimento di Levico fu più grande dell’effetto materiale. Molti Austriaci caddero a Levico. Alla Madonnina dove stavano ad attenderci, il suolo era seminato, sugli angoli delle vie, nei larghi di Levico ve ne giacevano a mucchi».
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
77
Uomo, natura, ambiente di Elisa Corni
Di
API in Valsugana
S
elva di Grigno, una comunità di poche persone in un territorio vasto e con un grande tesoro: la Riserva Naturale Provinciale del Fontanazzo, un luogo da preservare ma anche da vivere. È quello che cerca di fare l’Associazione Selva Green con attività come l’ultima realizzata proprio al Fontanazzo; un appezzamento di terreno è stato seminato con un mix di fiori. Sono fiori speciali, selezionati con uno scopo preciso, quello di offrire gustoso nutrimento alle api e agli altri insetti. Da qualche anno nei Paesi Bassi rotatorie e prati sono spesso utilizzati in questo modo, diventando coloratissime isole profumate in primavera; in Valsugana questa è una novità. Non sono stati piantati semi a caso: “La miscela di sementi che abbiamo piantato nei 3500 mq di terreno è stata realizzata secondo le caratteSemina prato fiorito
78
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
ristiche specifiche dell’area in questione” spiega Gerri Stefani, naturalista e membro di Selva Green. Sono stati ad esempio presi in esami fattori come il tipo di terreno, l’umidità, l’esposizione per creare il prato perfetto per gli impollinatori, che tra maggio e luglio potranno fare scorpacciate di polline. “I risultati - precisa Stefani - si vedranno non prima di due-tre anni. Questi sono processi lunghi e dovremmo tutti avere un po’ di pazienza. Ma magari già quest’estate qualche bel fiore si vedrà”. Il progetto nasce dopo il “pilota” realizzato lo scorso anno da un privato cittadino, che ha mostrato già dei risultati. La presenza degli insetti nell’area limitrofa a tale prato è incrementata notevolmente. “Immaginiamo sarà così anche nei dintorni del nostro prato polifita ovvero con più specie di piante al suo interno. Ma saranno i campionamenti stessi a darci conferma”. Sì, perché Selva Green le cose le fa bene. Il progetto è strutturato con criteri scientifici, come spiega il naturalista: “Verranno fatti regolari campionamenti per monitorare la presenza degli insetti”. In questo modo sarà possibile verificare l’effetto di questo esperimento sulla popolazione di questi piccoli animali. A seguire il progetto Paolo Fontana, presidente della World Biodiversity Association ed entomologo presso la Fondazione Edmund Mach, da
Semina prato
Apis mellifera
molti definito il guru dell’apicoltura. A tenere sotto controllo la situazione sarà anche Michele, giovane apicoltore che proprio nel Fontanazzo ha posizionato le sue arnie. Anche lui, come tutta la comunità, è coinvolto direttamente nel progetto, che sfocerà in laboratori di beewatching, ovvero momenti di ricerca d’insetti, costruzione di casette per gli impollinatori e altre attività per famiglie e bambini. Ma Stefani è uno che guarda lontano: “Sarebbe bello che la nostra area ricevesse la certificazione “Bee Friendly” ovvero amica delle api”. Il progetto di selva Green è solo uno dei tanti che guardano alle api: a
Uomo, natura, ambiente delicato della fioritura del tarassaco. La certezza di questo nesso è stata però smentita durante una serata informativa. Durante le analisi non sono state trovate tracce di veleni in quantità tossica per le api. “Sono contento che questo particolare evento pare non sia riconducibile a una causa conclamata di avvelenamento” ha dichiarato Aaron Iemma, presidente di WWF Trentino “voglio comunque sottolineare che la situazione è critica: gli insetti nel mondo stanno calando del 40%”. Molte sono le concause a livello globale, tra le quali anche gli agrofarmaci. Sempre più persone mostrano una certa sensibilità anche “verso degli insetti che fino al giorno prima quasi ignoravano l’esistenza” ha osservato Iemma. Sensibilità che mira alla sostenibilità e che trova conferma nelle quasi 13.000 firme raccolte per la proposta di un
referendum popolare a favore di una legge provinciale per il Bio Distretto Trentino. Bio Distretto per il quale saremo chiamati alle urne il prossimo 26 settembre, e che, guarda caso, ha proprio un’ape come simbolo. Baba
Come eravamo
livello europeo si sta facendo una raccolta firme (https://www.savebeesandfarmers.eu) dal titolo “Salviamo api e apicoltori” che promuove prospettive sostenibili per l’agricoltura nel rispetto e nella tutela della biodiversità. In Veneto, invece, un progetto analogo a quello del Fontanazzo ma di più vaste dimensioni mira a tutelare quel 40% d’insetti impollinatori a grave rischio estinzione. Sono insetti a dir poco fondamentali nell’ecosistema proprio perché sono protagonisti del processo d’impollinazione dei fiori, senza i quali non avremmo frutta e verdura nelle nostre tavole. Un episodio accaduto qualche settimana fa a Caldonazzo ha fatto preoccupare molti: si è registrata una moria di api. Inizialmente è stata ricondotta anche da esperti a un errato utilizzo di fitofarmaci nel periodo
In questa foto vediamo gli scolari delle elementari di Novaledo nell’anno scolastico 1955/1956, in occasione di una gita a Cortina d’Ampezzo accompagnati dall’insegnante Augusto Zen.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
79
L’avvocato risponde di Erica Vicentini *
Il sovraindebitamento:
i percorsi (legali) per uscire dalla crisi e cancellare i debiti
N
egli ultimi anni si sono moltiplicate le richieste di assistenza legale da parte di soggetti, per varie motivazioni, sovraindebitati: chi ha contratto vari finanziamenti, magari per pagare debiti pregressi, chi ha ceduto parte della pensione o dello stipendio a garanzia di prestiti a cui non riesce più a fare fronte, chi ha perso il lavoro o visto calare drasticamente il fatturato senza strumenti di tutela (ad es. ditta individuale). In queste situazioni, i debiti gradualmente aumentano e vanno a sommarsi al costo della vita di tutti i giorni, che così diventa
80
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
insopportabile. Già qualche anno fa, la legge n. 3/2012 (c.d. legge “salvasuicidi”) aveva previsto 3 strumenti che consentono al debitore in una situazione di sovraindebitamento di “uscire” da tale perdurante difficoltà economica attraverso un percorso sostenibile: accordo in composizione della crisi, piano del consumatore e liquidazione del patrimonio. L’iter prevede l’intervento di un Professionista nominato dall’Organismo di Composizione della Crisi competente, che attesta la fattibilità (economica e giuridica) della soluzio-
ne proposta e permette il deposito della domanda in Tribunale. Finito il periodo disposto per l’adempimento del piano richiesto, sarà possibile ottenere la c.d. esdebitazione, beneficio che comporta la cancellazione (al ricorrere di certi presupposti) di tutti i debiti residui. Durante gli anni di svolgimento delle presenti procedure, i singoli creditori non possono incominciare autonome azioni di recupero giudiziale del proprio credito. Questi strumenti permettono al debitore che diligentemente si è rivolto ad un Professionista e al Giudice per risolvere la propria situazione di so-
L’avvocato risponde vraindebitamento di ripartire da zero, senza debiti residui e creditori che possano inseguirlo. Per tutte le procedure, con importanza diversa, è fondamentale la verifica della meritevolezza del debitore: deve essere dimostrato che questi non ha dato causa con il suo comportamento e le sue scelte alla situazione di debito divenuta insopportabile e che non abbia (nei 5 anni precedenti) posto in essere atti in frode ai creditori. I fatti idonei a considerare incolpevole il sovraindebitamento possono essere vari: perdita del lavoro, grave malattia, incidente, morte di un congiunto percettore di reddito. L’accordo in composizione della crisi L’accordo in composizione è, appunto, un “patto” tra il debitore ed i propri creditori, che viene raggiunto sulla base di una proposta formulata dal debitore con l’ausilio del Gestore della Crisi nominato dall’O.C.C., avente ad oggetto un piano di ristrutturazione dei debiti. Il contenuto del piano è atipico e va adattato alle peculiarità del caso concreto. Il piano, per essere omologato dal Giudice, deve ricevere il consenso del 60% dei creditori, nel senso del 60% sulla massa attiva (non per teste). Il sindacato del giudice è marginale: nel momento in cui il debitore, di regola tramite il proprio avvocato, individua gli accordi di rientro con i creditori che rappresentano il 60% del debito, il piano verrà ragionevolmente accolto e dovrà trovare, da parte del debitore, regolare esecuzione. Il piano del consumatore Il piano del consumatore configura sempre un “patto” fra debitore e creditori ma, a differenza dell’accordo in composizione, non contempla la verifica del consenso della maggioranza dei creditori.
A questo strumento possono accedere solo i consumatori: non quindi soggetti indebitati per debiti legati all’attività professionale. Anche il piano del consumatore può avere contenuto vario e atipico, dovendo essere costruito sulle peculiarità del caso concreto. Come per la liquidazione del patrimonio, il Gestore della Crisi è chiamato a valutare molti aspetti: le cause dell’indebitamento, la diligenza del consumatore, le ragioni dell’incapacità di adempiere le obbligazioni assunte; la solvibilità negli ultimi cinque anni; gli eventuali atti del debitore impugnati dai creditori e, infine, un giudizio circa la completezza e l’attendibilità della documentazione a corredo della proposta. Il piano differisce rispetto alla liquidazione del patrimonio per il fatto che il Gestore deve ritenere tale soluzione più efficiente rispetto alla liquidazione del patrimonio; in esso, appunto, non viene liquidato tutto il patrimonio. La liquidazione del patrimonio La liquidazione del patrimonio costituisce la procedura residuale. In essa, viene liquidato il patrimonio del debitore al fine di estinguere, nei
limiti della massa attiva, i vari debiti che hanno condotto al sovraindebitamento. Il Gestore della Crisi è chiamato a redigere la c.d. relazione particolareggiata, valutando, come nel piano del consumatore, la meritevolezza del debitore, le cause dell’indebitamento, la diligenza, le ragioni dell’incapacità di adempiere le obbligazioni assunte, la solvibilità degli ultimi cinque anni, gli eventuali atti del debitore impugnati dai creditori e, infine, un giudizio circa la completezza e l’attendibilità della documentazione depositata a corredo della proposta. Redatta tale relazione, si procede al vaglio del Tribunale: una volta aperta la procedura liquidatoria, viene stilato l’elenco dei creditori e dei crediti, tenendo conto dei privilegi, e il debitore si troverà a corrispondere la propria massa attiva riservandosi quanto considerato il minimo vitale (sulla base di tabelle ISTAT). Tali percorsi di regola durano 4 anni e alla fine il debitore diligente può richiedere l’esdebitazione con cancellazione di tutti i debiti residui.
* Avvocato Erica Vicentini, del Foro di Trento, Studio legale in Pergine Valsugana, Via Francesco Petrarca n. 84)
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
81
Le leggende della Valsugana di Andrea Casna
Gli ORCHI di Roncegno
U
n tempo si sapeva che sopra al paese di Roncegno, fra i massi e le rocce, abitavano gli Orchi. Esseri giganteschi con una forza sovrumana. La gente aveva paura di questi esseri. Si narravano storie con aneddoti atroci. Erano ghiotti di carne umana. Si divertivano a fare scherzi paurosi ai contadini e ai pastori. Rubavano il bestiame e, in alcuni casi, anche le belle fanciulle dei villaggi. Ma gli orchi che abitavano nelle foreste di Roncegno erano solo forti e grandi. Non amavano spaventare le persone. Anzi. Il loro più grande desiderio era quello di fare amicizia con gli umani. Ma gli umani avevano paura. Infatti quando percepivano la presenza di un Orco scappavano a gambe levate avvisando tutto il villaggio. Gli Orchi, per questo motivo, erano tristi. Si sentivano soli ed umiliati. Per molto tempo rimasero ai margini del bosco, fra le loro rocce e a vivere nell’oscurità delle caverne: si erano auto esiliati. Avevano un animo buono questi orchi di Roncegno. Un giorno, per esempio, aiutarono un contadino al quale si era ribaltato il
carro. Ma l’Orco, non dosando bene la propria forza, nel sollevare il carro stritolò i buoi. Per la gente, insomma, erano solo portatori di guai e svenute. Una sera di primo autunno, però, gli orchi decisero di fare una passeggiata nel bosco. Ridendo e scherzando arrivarono nei pressi di Maso Vestri. Si fermarono e videro che le finestre erano illuminate e da dentro la casa uscivano canti e risate. Gli orchi si fermarono per qualche minuto rimanendo in ascolto. Erano tentai di avvicinarsi e di bussare alla porta per poter essere partecipi di tanta felicità e spensieratezza. Ma niente. Decisero di rimanere a distanza, per non spaventare gli abitanti, per poi scomparire nel bosco. La sera seguente, il più piccolo di loro, prese coraggio e si recò nel prato antistante maso Vestri. Con voce poco roca chiamò il padrone di casa. Gli abitanti del maso uscirono subito sulla soglia della porta di casa: erano
spaventati e molto preoccupati. «Ecco un orco -pensò un ragazzo. Cosa vorrà? Ci distruggerà la casa? Si porterà via un vitello? Lancerà un incantesimo?». L’orco si avvicinò al padrone di casa: «Buonasera -disse il piccolo Orco. Sono qui perché vorrei solamente passare una bella serata in vostra compagnia». Il padrone di casa, a quel punto, fece cenno quindi all’orco di entrare e, in quel preciso istante, altri cinque orchi uscirono allo scoperto. «E ora come facciamo?
Roncegno antica
Orco (fantasy) by farmerownia
82
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Le leggende della Valsugana ricetta per fare il vino”. L’uomo rimase in silenzio. «Ecco -pensò subito- ora gli orchi vogliono portami via il segreto. Anzi. Peggio, voglio maledire i miei vigneti. Si sono comportati bene per conquistare la mia fiducia solo per mettere in atto il loro piano malefico». Questi timori indussero l’uomo a raccontare una bugia. «Questo vino lo si ricava dai rovi -disse l’uomo». E gli Orchi, una volta tornati alle loro caverne, iniziarono a piantare rovi. Quasi ogni giorno si recavano dai loro nuovi amici per avere nuove istruzioni e gli abitanti di maso Vestri, ormai schiavi del loro inganno, si inventavano tecniche per coltivare i rovi. Ma gli Orchi non sono stupidi e notarono, dopo qualche tempo, una notevole differenza fra il loro “vigneto” e quello di maso Vestri. Traditi nell’amicizia lanciarono quindi una maledizione: «da ora in poi che le viti abbiano
radici fino alle punte». E così fu. Da quel momento il vigneto dei Vestri si trasformò in un roveto...un roveto per sempre.
Come eravamo
-pensò l’uomo. Non posso più tirarmi indietro. Gli orchi potrebbero infuriarsi e distruggere la casa. O ancora peggio: maledire me e tutta la mia famiglia». Per non rischiare l’uomo invitò la compagnia degli orchi in casa. Tutti si sedettero comodi attorno al focolare. Gli Orchi usarono un timbro della voce adatto all’udito umano e i più grandi stavano attenti a non muoversi in modo brusco: l’obiettivo era di fare una bella impressione. E ci riuscirono. Fu una bella serata all’insegna delle risate, di storie buffe e di canti. Tutto accompagnato da abbondanti calici di vino. E fu il vino a colpire in modo particolare la curiosità degli orchi. La serata era andata bene. E dopo di quella ce ne furono altre. E altre ancora. Un giorno, l’orco più anziano, ormai entrato in confidenza con la famiglia, chiese al padrone di casa “la
Scolari anno scolastico 1952/1953 all’inaugurazione dell’asilo di Novaledo per opera di don Evaristo Forrer
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
83
L’Avvocato risponde di Erica Vicentini *
Il passaggio su un terreno confinante LA DOMANDA
Gent.mo direttore, ho letto sul suo giornale Valsugana News, che e' possibile chiedere informazioni e pareri all'avvocato che cura la rubrica "l'Avvocato risponde". Abito in Bassa Valsugana e avrei una domanda da fare: Per cerca 14 anni ho usufruito, gratuitamente, di un passaggio su un terreno vicino al mio per raggiungere il mio terreno agricolo. Ora questo passaggio da circa 4 mesi e' stato chiuso con una recinzione e quindi non posso piu' passare. Ci sarebbe un'altra possibilita' per raggiungere il mio terreno ma dovrei percorrere parecchia strada. Cosa e come posso fare? Grazie per la cortese attenzione e risposta.
LA RISPOSTA Il caso che mi è stato proposto permette di affrontare più tematiche, ognuna delle quali presente le proprie complessità. Il lettore, proprietario, espone di aver usufruito per 14 anni di un passaggio su un terreno confinante, utile a raggiungere il proprio fondo. Il passaggio oggi risulta chiuso con una recinzione e non è più possibile per il lettore avere accesso al proprio fondo, salvo dover percorrere un tragitto molto più lungo e, quindi, costoso. Dai dati che sono stati esposti, pare che tutta la vicenda si sia svolta negli anni sulla base delle consuetudini e degli usi fra possidenti confinanti, senza che il passaggio attraverso il fondo altrui fosse mai stato intavolato. Tale elemento è fondamentale, dato che nel sistema tavolare (quindi in Trentino) ogni diritto reale deve essere iscritto nei Libri Tavolari per risultare giuridicamente costituito ed esercitabile erga omnes. Nel caso di specie, gli elementi esposti fanno ritenere che, negli anni, abbiamo iniziato a verificarsi le condizioni di una servitù di passo (art.
84
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
1027 ss c.c.), a vantaggio del fondo di proprietà del lettore e a carico del fondo attiguo, utile e necessaria per permettere l’accesso al primo. Sennonché, il periodo sinora trascorso (14 anni) non risulta sufficiente per ritenere maturata l’usucapione né comunque le servitù possono essere
acquisite attraverso tale modalità quando non siano apparenti attraverso opere visibili e permanenti destinate al loro esercizio (art. 1061 c.c.). Esiste comunque un’importante strumento utile alla tutela delle ragioni del proprietario di c.d. fondo intercluso, ovvero per il proprietario
L’Avvocato risponde stabilito anche mediante sottopassaggio, qualora ciò sia preferibile, avuto riguardo al vantaggio del fondo dominante e al pregiudizio del fondo servente”. La costituzione di questo tipo di servitù di passo può avvenire, appunto, attraverso un giudizio davanti al Tribunale o in accordo fra le parti coinvolte, attraverso la sottoscrizione di un contratto: in entrambi i casi, è poi necessario procedere alla intavolazione del diritto reale minore così costituito. Con particolare riguardo al giudizio civile, sarà necessario provare in primo luogo che il fondo è effettivamente intercluso, nel senso che non
sussiste un accesso sulla pubblica via; sarà poi necessario fornire adeguata prova dell’eccessivo dispendio o disagio o comunque accesso incomodo da altra via. Per fornire dunque un parere esaustivo è necessario un esame attentamente della vertenza, con la documentazione relativa ai diritti reali esistenti e tutte le circostanze di fatto rilevanti, anche al fine di valutare l’opportunità di un giudizio civile.
* Avvocato Erica Vicentini, del Foro di Trento, Studio legale in Pergine Valsugana, Via Francesco Petrarca n. 84)
Chi desiderasse avere un parere su un problema o tematica giuridica oppure una risposta su un particolare quesito, può indirizzare la richiesta a: direttore@valsugananews.com
Come eravamo
di un terreno che non risulta oggettivamente raggiungibile dalla pubblica via e che richiede per l’accesso l’attraversamento di fondi altrui. In tal caso, il codice civile prevede la possibilità di richiedere al Giudice, attraverso un apposito giudizio in Tribunale, l’accertamento della esistenza dei presupposti per la costituzione di una c.d. servitù coattiva (art. 1032 c.c. e artt. 1051 ss c.c.): è infatti previsto all’art. 1051 c.c. che “il proprietario, il cui fondo è circondato da fondi altrui, e che non ha uscita sulla via pubblica né può procurarsela senza eccessivo dispendio o disagio, ha diritto di ottenere il passaggio sul fondo vicino per la coltivazione e il conveniente uso del proprio fondo. Il passaggio si deve stabilire in quella parte per cui l’accesso alla via pubblica è più breve e riesce di minore danno al fondo sul quale è consentito. Esso può essere
Telve di Sopra foto sfilata Alpini in via San Pio X^ in occasione della fondazione del gruppo ANA nel 1962
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
85
Che tempo che fa di Giampaolo Rizzonelli
Le gelate tardive di aprile 2021 freddo? Mentre sto scrivendo questo articolo siamo al 20 del mese d’aprile, ho analizzato le temperature minime della stazione meteo della Fondazione Edmund Mach di Levico Terme da cui si evincono i seguenti valori: MEDIA DELLE MINIME 2021
VALORI NORMALI (per l’intero mese)
FEBBRAIO
-1,3°C
-2,1°C
MARZO
-1,0°C
+1,2°C
APRILE (fino al 20)
+0,9°C
+5,5°C
Quindi un inizio d’aprile decisamente freddo e a testimoniarlo sono anche le giornate di gelo (giorni in cui la temperatura è pari o sotto 0,0°C) che sono state ben 9 sui primi 20 giorni del mese. Le temperature più basse a Levico Terme si sono registrate nelle campagne a sud del paese dove si sono toccati i -5,5°C la mattina dell’8 aprile, ma l’eccezionalità del freddo è stata anche la durata in termini di ore, con minime negative già dopo le 23 fino alla mattina dopo qualche ora che il sole è sorto. Peraltro le gelate tardive e un aprile particolarmente freddo hanno fatto seguito ad un febbraio particolarmente mite e a una fine di marzo ed ai primi due giorni d’aprile molto caldi che hanno contribuito a risvegliare la vegetazione. Per rendere l’idea, la media delle massime di marzo 2021 è stata identica alla media delle massime dei primi 20 giorni d’aprile (+16,0°C). Ad aprile a Levico Terme in sostanza si è passati da una massima di +27.0°C del 1° aprile ad una minima di -5°C una settimana dopo, con un’escursione di 32C°. Molti avranno visto nei giorni scorsi le immagini (vedi foto n. 1 e 2 le immagini scattate dal sottoscritto a Levico Terme nella mattinata dell’8 aprile) delle campagne trentine (dalla Valsugana, alla Val d’Adige alla Val di Non, letteralmente “gelate”, con interi frutteti ricoperti di ghiaccio, ma di cosa si tratta? Si
86
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
tratta di uno dei metodi anti-brina utilizzati per proteggere le coltivazioni dalle gelate tardive. Le gelate tardive possono danneggiare le colture (nel caso di Levico Terme e della Valsugana parliamo in particolare di mele, ciliegie e viti) e abbassare la loro redditività se non azzerandola qualora siano in uno stato vegetativo avanzato con gemme/fiori che vengono letteralmente “bruciati” dal freddo. Le gelate si verificano quando la temperatura dell’aria si abbassa sotto il punto di congelamento, ovvero sotto lo zero (0°C), provocando il congelamento dell’acqua contenuta nelle piante, e di conseguenza la rottura dei tessuti vegetali. Anche il fenomeno della brina, che avviene nel tardo inverno e a inizio primavera, quando le piante passano dalla fase di riposo vegetativo a quella vegetativa e riproduttiva può causare danni alle colture. Il metodo dell’irrigazione anti-brina consiste nel mantenimento della temperatura degli organi vegetali sugli 0°C, ricoprendoli con uno strato di ghiaccio in continua evoluzione. In questo modo vengono evitati i danni maggiori dato che la temperatura esterna è di alcuni gradi inferiore. Gli agricoltori in queste notti nebulizzano acqua grazie agli irrigatori che simulano una precipitazione con intensità di circa 3 mm/h. L’acqua, congelandosi, cede energia all’ambiente (calore latente di congelamento 80 cal/grammo d’acqua) impedendo l’ulteriore diminuzione della temperatura. Figura n. 1
Figura n. 2
Fonte: Centrometeoemiliaromagna.
C
he sia stato un inizio d’aprile piuttosto freddo è parso evidente a tutti, erano decenni che non si vedeva la neve in fondovalle a metà aprile, ma quanto è stato
88
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura