LIBRI
DALL’OPERA PIA “DI VENERE” ALL’OSPEDALE
premessa storiografica al volume “Dall’Opera
Un recente volume racconta la storia del nosocomio
Pia Di Venere all’Ospedale” a cura di Gaeta-
di Carbonara dalle sue origini ai giorni nostri,
sistemato in un edificio di pregio architettoni-
attraverso le numerose voci di chi via ha operato.
no Falco (pag. 112, euro 12 ed. Sagraf) - che, co e di funzionalità pratica, nasce nonostante una “saga”, lotta di idee, interessi, recriminazioni, accuse, ricorsi, voglia del lascito, frutto della bontà di una matrona – donna Rosa che
di NICOLA SIMONETTI
O
pera Pia Di Venere, infermeria per malati cronici, poi ospedale di terza, seconda, prima categoria,
ospedale provinciale, ospedale generale regionale, con specialità di riferimento regionale, di Carbonara, di Bari-Carbonara, di Bari: un cammino di nomi e luoghi che caratterizzano una realtà in crescita, un “Senato numero due” della sanità pugliese che nulla poté demeritare rispetto al paludato “numero uno”. Una storia, un evento epocale, un fenomeno, un esempio di fattività, operosità, professionalità, onestà e capacità intellettuali specifiche e generali che continua. Era nato
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impegnò le proprie fortune economiche per l’opera nobile per la cui realizzazione essa prescelse, come conforto e indirizzo morale e spirituale, l’abate benedettino e vescovo di Montecassino (successore di san Benedetto, oggi retto dall’abate Donato Ogliari, già abate del monastero della Madonna della Scala di Noci… corsi e ricorsi della storia). L’Ente svolge, nel tempo, la propria umile ma efficace attività d’istituto, affida le varie funzioni operative a medici di particolare capacità e dedizione. Poi, c’è un cambio di presidenza e le redini dell’Opera Pia passano nella mani promettenti
del
giovanissimo
Domenico
(Mimì) Bellomo il quale dedica, sin dall’inizio,
come “ricovero di mendicità e orfanotrofio”,
la propria vita e vi sacrifica i propri interessi,
con proprio capitale, frutto della munificenza
al “Di Venere”. Ed è subito “Ospedale di 3°
di una famiglia emerita (i Di Venere) e, in par-
categoria”, quindi “di prima” e così via“Negli
ticolare, dalla signora Rosa, coniugata con
anni 1970, la riforma ospedaliera – scrive nella
l’avv. Gaetano Ricchetti (cui sarà dedicata la
prefazione mons. arcivescovo Francesco Ca-
Biblioteca, anch’essa Ente Morale, aperta al
cucci – suggerisce, all’arcivescovo del tempo,
pubblico nel 1923, frutto di altro munifico
mons. Nicodemo, di leggere con attenzione
dono della coppia) nel 1886. Il Di Venere, nel
“i segni dei tempi” e di consentire che il “Di
1897, veniva riconosciuto Ente Morale e tale
Venere diventasse Ospedale Generale Re-
rimase sino al 1923. L’Ente – ricorda il “bi-
gionale, lasciando all’Opera Pia, il compito
bliotecario dell’ospedale”, Michele, nella sua
di continuare ad assistere gli anziani”. Oggi