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ordini scrupolosamente, ma volontario mai più. Il 18 novembre arriva l'ordine di raggiungere Clausura: partimmo a piedi con il cappellano Frà Ginepro249 in testa che alla preghiera di rimanere nelle retrovie rispondeva: "E' in linea che il soldato soffre ed ha bisogno di conforto!". Dopo un giorno giunse una colonna di mezzi per portarci dove urgeva il nostro aiuto alla divisione "Ferrara", ormai decimata. Impressionante ai nostri occhi il vederli così laceri e infangati, cosa del resto che dopo qualche giornata eravamo pure noi in dette condizioni. Buttammo gli zaini e con la sola borsa tattica (comprendente un telo tenda, una coperta, qualche pezza da piede, gavetta, cucchiaio e borraccia) partimmo per il vero fronte sulle alture di Argirocastro. Noi della Banda, poiché solo armati di pistola ci assegnarono ai vari collegamenti: finii ad una stazione radio, non certo per fare il telegrafista, profano come ero di alfabeto Morse, ma per scendere alle basi per la sostituzione delle batterie quando erano scariche e d'aiuto per decifrare i codici trasmessi basati su dei numeri che cambiavano tutti i giorni. Tutto era intercettato dal nemico: telefoni, fari ottici, bandierine lampo e persino i cani portaordini che ci catturavano. E qui cominciò per me la vera guerra. E' più preciso il diario del mio comandante, colonnello Scalamandré e mi sia consentito qualche singolo appunto da me visto e vissuto. VISTO: i mitraglieri sui cocuzzoli delle montagne che quando sopraffatti dal nemico, erano in troppi e alcoolizzati, infatti era chiamata la Guerra dei cento contro uno, puntavano il piede sopra l'otturatore nel vano tentativo di fermarli e poi giù per la rupe a capofitto cercando di salvarsi. Pensavo io allora quando in teoria ci insegnavano, in caso di sorpresa rendere inutilizzabile l'arma, togliendo l'otturatore per rendere inservibile "tutte belle cose in teoria". L'unica cosa che spaventava il nemico erano i lanciafiamme e le bombe a mano che si vede erano a loro sconosciute le nostre "Balilla", più rumorose che efficienti. Feci poi la staffetta con l'ordine ____________________ 249 Fu anche Cappellano della "Cosseria" in Etiopia nel 1936, vedi DEL BOCA (1992b) pag.
585 in nota. A Genova esiste tutt'oggi un' Associazione Amici di Frà Ginepro.