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quello che si è provato in quei giorni in cui la nozione del tempo e dello spazio era sparita. Già in condizioni normali era difficile per gli alpini orientarsi nelle steppe russe con paesi dai nomi impossibili e ripetitivi; durante la ritirata lo sarà ancor di più ed oggi i ricordi si mischiano e solo il viso degli amici ha una storia alle spalle. Il paese a cui si riferisce Aurelio è probabilmente Nowo Postojalowka dove furono distrutti in 30 ore di combattimento, l'8° alpini della "Julia" e i battaglioni "Ceva", "Mondovì", "Saluzzo", "Borgo S. Dalmazzo", il gruppo di artiglieria alpina "Val Pò" della "Cuneense". “(...) E' stato giustamente rilevato (...) che la battaglia di Nowo Postojalowka (...) per quanto sia stata la più dura, lunga, cruenta, di quelle combattute dalle quattro divisioni del c.d.a. alpino in terra di Russia - quindi assai più lunga di Nikolajewska - non ha avuto la giusta risonanza che invece merita; al moltissimo sangue che vi fu sparso mancò la fortuna, mancò il successo ma non il valore (...)”321. Ma lasciamo continuare Relio: «Catanoso, il comandante di battaglione, era uno che ci faceva rigare ma era un uomo giusto. A Chiusa Pesio, prima di partire per la Russia abbiamo fatto una specie di sciopero per la fame, ci siamo rifiutati di prendere il rancio. Arriva lui e il rancio non riusciamo neanche a mangiarlo da tanto che era. Non sembravamo neanche più i medesimi soldati». Il discorso fatica a ritornare sulla ritirata, poi un accenno, lo sguardo si incupisce e Aurelio ricomincia: «Stefano Cornero di Prarolo era con me, mi ha portato con il mulo per una settimana perché ho preso il congelamento verso il 21 gennaio. Mi ha salvato la vita. Avevo tagliato una coperta e un telo in quattro e vi avevo fasciato il piede senza scarpone. Anche Botta era congelato. Un ufficiale mi dice di andare giù in paese (non ricordo il nome) e di farmi portare dall'ambulanza. Mi avvicino ma non c'erano d'autisti e la colonna inizia ad incamminarsi. Passa la mia compagnia, gli amici con cui avevo vissuto e allora sono andato con loro. C'eravamo io e il cugino di Romagnone (che era uno di Imperia) congelati; quando arrivavamo alla sera in qualche paese tenevamo i muli benissimo. I conducenti, ____________________ 321 CATANOSO-UBERTI (s.i.d.) pag. 65 e 66.