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in zone a lei sconosciute o addirittura ostili, magari analfabeta e con il suo dialetto come unico mezzo di comunicazione. Una situazione ideale per poter imporre una disciplina forte e per isolare elementi anti-patriottici. Così i “(...) reggimenti umbri di recente formazione, per esempio, ebbero il loro deposito a Palermo, i reggimenti abruzzesi la loro sede a Milano e a Bergamo, e quelli calabresi a Brescia e a Mantova (...)”33. E poi: “(...) ogni reggimento era composto in tempo di pace, da soldati di due differenti regioni, ed era stanziato in una terza; per di più le unità mutavano sede all'incirca ogni quattro anni. Di conseguenza, in caso di mobilitazione, i richiamati non avrebbero potuto raggiungere il loro vecchio reggimento senza complicare enormemente i trasporti (...)”34. Ad esempio il Distretto Militare di Genova, prima del 1914, inviava i suoi coscritti alla brigata "Pinerolo" che aveva sede all'Aquila e Foggia, alla brigata "Acqui" con sede ad Ascoli Piceno e Chieti, alla brigata "Reggio" con sedi a Sassari e Cagliari, nonché alla "Messina" ad Ancona e Fano. In senso opposto le due brigate residenti a Genova e cioè la "Modena" e la "Salerno", ricevevano personale dai Distretti Militari di Lodi, Nola, Pinerolo, Pistoia, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma, Savona, Siracusa, Sulmona, Teramo, Venezia e Voghera35. Solo la fascia alpina (e una parte di appenninica) poteva dare sufficiente sicurezza in un reclutamento locale, nacquero così le truppe da montagna il 15 ottobre 1882: “(...) Ed è significativo che la loro superiorità militare derivasse direttamente dal reclutamento regionale, l'elemento decisivo nella creazione della forte coesione caratteristica dei reparti alpini, dove i legami tra gli uomini erano autentici perché preesistenti e la frattura con il mondo esterno meno netta (...)”36.
____________________ 33 WHITTAM (1979) pag. 99. 34 PIERI (1968) pag. 45. Cfr anche ROCHAT (1985) pag 1.873 e ROCHAT (1994). 35 Rivista Storica, "Lettere al Direttore", pag. 6, n. 2, 1994. 36 ROCHAT-MASSOBRIO (1978) pag. 95.