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un po' di tempo lo vide e gli fece i complimenti per come lo aveva curato la mamma. Egli rispose che "aveva allevato carne da macello". Insieme a lui, all'inizio, c'era Luigi Porta (zio di Gianni Assale) morto in guerra». Santo Vittorio Chiarella del 201° rgt ftr, brigata "Sesia", si trovava a Campomolon (Altopiano dei Fiorentini) il 18 maggio 1916. Il suo reggimento si distinse durante l'offensiva nemica a Forcella Valbona, a Cima Maggio e M. Gusella. Le posizioni vennero più volte perdute e conquistate per tutto il mese: le perdite del 201° ammonteranno in quel periodo a 42 ufficiali e 1439 soldati114. Il capitano di Vittorio rimase mortalmente colpito e due portaferiti lasciarono la vita nel tentativo di metterlo in salvo. Egli stesso tentò varie volte di adagiarlo su una barella e venne colpito "da pallottole di mitragliatrice alla coscia ed alla gamba destra (...) ferita trapassante il dito mignolo della mano destra", come recita il referto della Croce Rossa Italiana. Gli verrà concessa la medaglia di bronzo al valor militare e la croce al merito di guerra. Sotto le armi, contemporaneamente a lui, vi erano anche i suoi fratelli Silvio (poi emigrato in America), Enrico e Paolo. Del 19° rgt "Cavalleggeri Guide", come Carlo Mariano Leidi, era Sebastiano (Bastian) Repetto, nato a Pinceto il 10 ottobre 1891 ed intervistato alla bella età di 100 anni da Maria Rita Seghezzo: «Sono partito di leva il 27 ottobre del 1911 da Genova per Voghera. Ero nel 19° rgt "Guide", I squadrone cavalleggeri, dove sono rimasto per 30 mesi. Una volta le "Guide" erano le guide del Re. Nel '13 sono stato congedato, poi richiamato e congedato più volte. Con me c'era Luigi Montaldo di Vobbietta, ed il nipote di Caccian, un certo Ranzetti di Montessoro, e poi Tavella di Minceto, uno di Camarza, uno di Vobbia. Sul Piave sono rimasto coperto dalle granate e quando mi sono alzato ero coperto da morti e da pezzi di ferro: il tenente mi ha chiesto se ero stato ferito, io gli ho risposto che non lo sapevo, perché...(si capisce dall'espressione del volto la disperazione a quel ricordo, la voce si smorza e si porta le mani alla testa. N.d.I.). Un'altra volta ero in prima linea ed ero smontato con un compagno di vedetta ____________________ 114 SME (1979) pag. 444.