Atti umbri per il futuro del libro

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JANINA HAUSER-JAKUBOWICZ Per il futuro del libro: appunti Correva l’anno 1987: mentre a Torino l’editore Guido Accornero lancia l’idea di un Salone del Libro, a Stoccolma il premio Nobel Josif Brodskij attribuisce al libro il ruolo simile a quello dell’invenzione della ruota e pochi mesi dopo, a Torino, lo stesso poeta inaugura il primo Salone Internazionale del Libro. Due idee a confronto che si incontrano per fruttare avvenire.

È una coincidenza interessante: Stoccolma, 1987 – uno dei maggiori poeti russi del XX secolo, Josif Aleksandrovič Brodskij, viene insignito del Premio Nobel per la letteratura. Torino 1987: dall’alleanza tra un commercialista laureato in economia, Guido Accornero, e un libraio, Angelo Pezzana, nasce l’idea di un Salone del Libro. Così Guido Accornero in un’intervista: […] se riuscivo a realizzare il Salone del Libro, mi sarei regalato un sogno. Non fu facile. Mi dicevano: sei pazzo, ci rimetterai un sacco di soldi. Mondadori e Rizzoli erano in crisi. Non fu facile trovare interlocutori. […] l’avvocato Agnelli prima mi chiese: Ma Accornero, perché i libri? E poi: Ma sì, facciamo anche i libri.

Così Brodskij a Stoccolma, con passione: Nella storia della nostra specie, nella storia di Homo sapiens, il libro è lo sviluppo antropologico, simile in sostanza all’invenzione della ruota. Essendo emerso per darci un’idea non tanto delle nostre origini quanto di ciò che il sapiens è capace, un libro costituisce un mezzo di trasporto attraverso lo spazio dell’esperienza, alla velocità necessaria per sfogliare una pagina […] Dal momento che non ci sono leggi che ci proteggono da noi stessi, nessun codice penale è in grado di impedire un vero crimine contro la letteratura; anche se siamo in grado di condannare la sop-

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pressione materiale della letteratura […] il rogo dei libri – siamo impotenti quando si tratta della peggiore delle violazioni: quella di non leggere i libri. Per questo reato, una persona paga con la sua vita; se l’autore del reato è una nazione, essa paga con la sua storia1.

Passa un anno: nel Teatro Reggio di Torino il 18 maggio 1988 Josif Brodskij pronuncia un discorso di esordio in occasione dell’apertura di una gigantesca libreria, Salone Internazionale del Libro: […] In generale, l’infinità è un aspetto abbastanza tangibile del mestiere editoriale, non fosse altro perché estende l’esistenza di un autore defunto oltre i limiti da lui stesso immaginati, o fornisce all’autore vivente un futuro che tutti noi preferiamo considerare infinito. Tutto considerato, i libri sono in effetti meno limitati delle persone. Anche i peggiori sopravvivono ai loro autori – principalmente perché occupano uno spazio fisico minore di coloro che li hanno scritti. Nella maggior parte dei casi stanno sugli scaffali ad assorbire polvere molto tempo dopo che lo scrittore stesso si è ridotto a una manciata di polvere. Eppure, persino questa forma di vita futura è migliore della memoria di pochi parenti superstiti o di amici sui quali non si può far conto, e spesso è precisamente la vo1. Dalla Prolusione al Nobel di Josif Brodskij, dicembre, 1987.


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