l’abitare mutevole •
Photo by Meritt Thomas on Unsplash.
…l’architettura si abita per continue moltissime ore della vita, da soli o con qualcuno o con molti altri. Nell’architettura si deposita non soltanto la nostra anima ma anche il nostro fragile corpo. Nell’architettura entriamo con gioia come in un amplesso o entriamo disperati come in una prigione. Nell’architettura sentiamo i nostri odori, i nostri suoni, le nostre luci, o sentiamo odori, suoni, luci del nemico. Qualche volta sentiamo odori, suoni, luci di Dio, qualche volta odori, suoni, luci dei resti della nostra fragilità o miseria. Qualche volta ci nascondiamo nel silenzio e nell’oscurità per nasconderci; qualche volta camminiamo sui pavimenti di marmo del potere, qualche volta sulla plastica degli ospedali, qualche volta sulle moquettes dei ricchi signori o degli alberghi a 5 stelle… Ettore Sottsass Viaggio nella memoria
Le tematiche relative all’abitare e alle sue trasformazioni costituiscono il corpo centrale della formazione dell’interior designer e la dimensione allestitiva dello spazio domestico rappresenta uno dei principiali ambiti applicativi dell’attività professionale. Il progetto dell’abitare implica una consapevolezza dei meccanismi complessi e mutevoli che guidano i rapporti tra le persone e gli spazi che si definiscono in implicazioni personali e culturali. L’abitare si compone di componenti percettive (stati d’animo, suoni, odori, luci ed ombre, memorie) e di componenti funzionali (gli arredi, gli oggetti, le partizioni, le tecnologie), e in un continuo dialogo tra ambiti percettivi ed ambiti funzionali, tra ciò che percepiamo e ciò che utilizziamo, si definisce il nostro rapporto con gli spazi. Il progetto si esplicita in elementi fisici ma è alimentato da elementi aleatori e dinamici in continua mutazione. La nostra è una disciplina, d’altronde, che esprime elementi virtuali (tracce sui fogli e immagini sugli schermi), che ambiscono a diventare reali nella costruzione. Sullo sfondo di questa continua transazione tra reale e virtuale, in un mondo in cui tutto si modifica repentinamente, ognuno è chiamato a definire le proprie strategie adattive e, all’interno di queste, il proprio personale rapporto con l’abitare. Compito del progettista è quello di esplicitare tali strategie modificando gli spazi in funzione di un abitare suggerito (lì dove si propongono soluzioni abitative come espressione di scelte culturalmente motivate), o