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l'interior visto dal design • stefano follesa
Museo dell’irrazionalità esercitazione Elisa Maurizi A.A 2021-22
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Comunicazione del Museo dell’Irrazionalità.
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Sala multimediale. Segue geometrie circolari e percorsi casuali, dove è proiettato il video di una foresta. L’uomo riacquista così tranquillità.
Il Museo dell’Irrazionalità si fonda sulla concezione freudiana dell’abbandono tratta dalla teoria antropocentrica che vede l’uomo al centro dell’universo. I macrotemi museali si fondano sulla distruzione e riaffermazione di tale teoria demolita poi da Freud quando la identificò e definì come un nuovo tipo di irrazionalità o autoinganno. In un percorso percettivo e fisico, il visitatore/fruitore del museo si sentirà dapprima confuso e disperato, per poi giungere ad uno stato di serenità dopo aver compreso che non è l’uomo a governare il mondo, bensì la natura, la quale regna su tutto ciò che lo riguarda. I soggetti estremizzati scelti per questo percorso sono dunque la natura, l’oggetto e l’arte. Il museo si compone così di cinque sale e un corridoio: la Sala dei Labirinti (dove l’uomo è confuso e disorientato), la Sala dei Monoliti (in cui l’uomo non si trova mai al centro e dove la teoria Antropocentrica è distrutta), la Sala dell’Antropocentrismo (dove invece la teoria si rinnova, ma l’uomo rimane ancora più confuso e nell’oblio), la Sala Cut Out (dove la natura è potente e vince sull’uomo), il Corridoio Tape Art (che rappresenta una sala quasi illusionistica, dove l’uomo è disorientato) e la Sala Multimediale (ambiente rilassante dove affiarono sensazioni positive non appena finita la visita).