Qui USA ulteriori record. È il più anziano presidente-eletto della storia USA. È anche il candidato che ha ricevuto più voti in assoluto, ben 80 milioni, aggiudicandosi così sia il voto popolare, che il collegio elettorale. Il rivale Trump ha invece ottenuto un totale di 74 milioni di voti a suo favore. Un numero elevatissimo, se si considera che prima di Biden il candidato a ricevere più voti nella storia USA è stato Obama nel 2008, che guadagnò oltre 69 milioni voti. Il collegio elettorale (vedi inciso) si riunirà a Washington DC il 14 dicembre prossimo per scegliere ufficialmente il nuovo presidente e vicepresidente. L’investitura del presidente-eletto Joe Biden e della vicepresidente-eletta Kamal Harris si terrà il 20 gennaio 2020. Clima post-elettorale e controversie In vari stati Biden ha vinto con un lieve vantaggio. Basti pensare che nello stato della Georgia Biden ha prevalso su Trump con un margine di appena 13.000 voti ed in Arizona con un margine di 10.000 voti. Dalle elezioni USA è emerso un Paese diviso e polarizzato e sarà certamente una grande sfida per il duo Biden/Harris riportare un senso di unità e riconciliazione nei
prossimi quattro anni. Il popolo americano ha votato contro l’amministrazione Trump e l’élite nazionalista bianca (prevalentemente al maschile) che Trump rappresenta, in una rivoluzione al femminile capitanata dalla popolazione afroamericana. Nei giorni successivi alle elezioni si sono levate grandi grida di protesta da varie città degli Stati Donald Trump Uniti a supporto del Presidente in carica Trump e del fatto che queste elezioni siano state “rubate” dai democratici. Intanto, a quasi un mese dalle elezioni Donald Trump e molti repubblicani non hanno ancora accettato la sconfitta e concesso la presidenza al Presidente-eletto Biden. Trump ha iniziato una battaglia legale dichiarando che
queste elezioni sono state oggetto di una frode elettorale, e che per questo il loro esito non sia legittimo. Mentre le cause legali avanzano, il futuro della presidenza USA appare come un grande punto di domanda. Ma una cosa è certa: gli americani hanno democraticamente votato per il loro 46esimo presidente.
Il curioso sistema dei grandi elettori in USA Secondo il sistema elettorale statunitense, i cittadini – anche se esprimono una preferenza per l’uno o l’altro candidato - non votano direttamente per il presidente, ma per i 538 grandi elettori che compongono il collegio elettorale. Ogni Stato ha diritto ad una determinata quantità di grandi elettori in proporzione alla sua popolazione, numero mai inferiore a 3. Per esempio, la California sceglie 55 grandi elettori, New York 29, il Vermont 3 e così via. Il candidato che vince in uno Stato, anche se con pochissimo vantaggio, si aggiudica tutti i grandi elettori, secondo la formula “chi vince, vince tutto”. Gli Stati Americani del Nebraska e del Maine fanno eccezione, avendo un sistema proporzionale di nomina degli elettori. Questo può portare al risultato paradossale che un candidato che vinca in pochi Stati chiave, con poco vantaggio sull’avversario, possa diventare presidente anche se il rivale vince meno Stati chiave, ma con un ampio margine e quindi con un numero di voti complessivo superiore. Il collegio elettorale è poi incaricato di scegliere il presidente ed il vicepresidente il lunedì dopo il secondo martedì di dicembre (in questo caso, il 14 dicembre prossimo). I grandi elettori sono in teoria liberi di scegliere chi vogliono, ma di fatto votano per il candidato supportato dal voto popolare. A spoglio terminato viene ufficialmente dichiarato il duo vincitore, e la loro investitura a presidente e vicepresidente avviene il 20 gennaio successivo.
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
27