Satira, danza e sensualità di Waimer Perinelli
Burlesque
Un gioco sensuale
Satira, danza, e ammiccante sensualità sono i tre ingredienti fondamentali del Burlesque il genere teatrale che sta tornando di moda. Ma non è uno sfizio passeggero; è un viaggio nel mondo della donna e nei desideri dell’uomo.
L
a scuola di burlesque era in un capannone artigianale. L’esterno anonimo, un po’ appassito. Leggermente in ombra, fra altre targhe, c’era quella con la scritta Sartoria Teatrale Chiara Defant, l’ ideatrice del corso per aspiranti seduttrici. Il burlesque è infatti un gioco di seduzione, con agguati per gli occhi e per la mente, un invito espresso con la voce, l’abito, il canto, il corpo. Spesso l’offrirsi e il ritirarsi, l’invogliare ed il respingere. Sempre guardare ma non toccare. Ne ha fatta di strada quella ragazza. L’ho conosciuta poco più che ventenne, quando, con il fresco diploma dell’Accademia Belle Arti di Bologna, si era presentata, all’inizio degli anni 80, al Teatro Stabile di Bolzano diretto dal giovane Marco Bernardi. Aveva fatto la gavetta e quando nel 1992 ho lasciato il mio incarico giornalistico, lei aveva maturato un’ utile esperienza creativa con cui qui, nel capannone trasformato in sartoria con sala prove ed uffici, offre un corso professionistico di affascinazione. Per comprendere meglio cos’è il burlesque rivediamo le immagini del Festival di Sanremo 2010 dove la bella Dita Von Teese, interprete mondiale, cabarettista, molto svestita, sdraiata in un bicchiere colmo di Martini, offriva a milioni di spettatori la sua malia. Il burlesque è
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uno spettacolo teatrale, un’arte antica che affonda le radici nell’Inghilterra del XIV secolo, quando vennero rappresentati alcuni episodi dei celebri e osceni Racconti di Canterbury. Prove di spettacolo dissacrante, trasformate nel tempo in satira e parodia della società. La sua principale caratteristica, cresciuta nei secoli, è però l’ironia a volte colta, altre quasi volgare; uno spettacolo ricco di contaminazioni, capace di unire vari generi. Con il tempo lo spettacolo ha smesso la sua funzione di critica letteraria parodistica e satirica, per divenire una forma di passatempo leggero, simile alla burletta, una provocazione costante, irriverente di sensuale licenziosità con numeri, da avanspettacolo, ai quali partecipano donne affascinanti, ballerine in costume più o meno succinto, veri e propri numeri di spogliarello. Pensate sia frequentato da un pubblico di uomini guardoni e invece dice Chiara Defant “È uno spettacolo interpretato da donne che piace soprattutto alle donne”. Nel 2013 Chiara ha chiamato a svolgere un corso Barbara Meda, in arte Peggy Sue, la regina italiana di questo genere teatrale. “ La mia è una lezione di femminilità, aperta a tutte le donne, disse, in quella occasione, Peggy Sue, una dimostrazione di uso dell’ironia, di conoscenza del proprio corpo e dell’e-
spressività quale strumento di attrazione”. Senza disdegnare gli oggetti. “ Una sedia per esempio; imparare come sedersi, stare sedute, bere con ammiccante sensualità, o ancora servirsi di un abbigliamento comodo, leggins e top, oppure gonna e camicetta, scarpa decolté con tacco alto minimo 10 centimetri, infilare o sfilare un guanto con movimenti appropriati.” Piccoli gesti naturali in tante seduttrici, o frutto di studi accurati, come quelli, lo ricordate, di Marlene Dietrich nel film “L’Angelo Azzurro”. “Sedurre è una vera e propria arte, che va nutrita con il sentimento, le nostre Peggy Sue