Le personalità della Valsugana di Massimo Dalledonne
Carlo Zanghellini Carlo Zanghellini è stato per la comunità di Strigno l’uomo della cooperativa artieri, il “motore” della ricostruzione dopo la devastazione della grande guerra. Sono trascorsi esattamente 40 anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 28 novembre del 1980 a Strigno all’età di 89 anni Con la moglie Bice, anch’essa figura conosciutissima e rispettata, è stato promotore di numerose iniziative imprenditoriali di successo e di quel sentimento cooperativistico che da tanti anni segna la storia e la cultura della gente della Valsugana. Una persona apprezzata per la forza, la tenacia, il rigore e la sua passione sociale. Grazie ad una pubblicazione data alle stampe nel 2002 dal Circolo Croxarie, desta ancora curiosità scrivere e parlare di “una personalità controversa e straordinaria, un poeta calato nei panni dell’organizzatore, del commerciante, dell’industriale pragmatico e scaltro, del politico, del cittadino impegnato nella comunità”.
O
ggi, per molti giovani, come scriveva nella prefazione del volume Attilio Pedenzini, “il nome di Carlo Zanghellini è legato alla sua produzione letteraria di poeta e storico dilettante, iniziata con Ricordi e nostalgie, una raccolta di poesie edita da Temi nel 1966, e conclusa nel 1975 con un’altra raccolta di poesie uscita per Temi: Fiori de campi e de prai tra el Ciepena e el Brenta”. In molte case della Valsugana orientale e praticamente in tutte quelle della zona di Strigno è possibile trovare questi o altri suoi libri: La scuola popolare al tempo dell’Austria (1970), El me paese (1971), Strigno e la bassa Valsugana alla luce di antiche cronache (1972), La bassa Valsugana tra due fuochi durante la guerra mondiale 1915-1918 (1973). Ma è stato più importante lo Zanghellini letterato o quello delle cooperative, delle imprese di costruzioni, della politica? Dalla metà degli anni ‘60 e fino al 1968 Carlo Zanghellini ha raccolto nelle sue memorie i fatti grandi e piccoli che hanno caratterizzato la sua esistenza. Ne esce una figura così decisiva nella storia recente di questo lembo del Trentino, per una serie di motivi. In primo luogo, come ricorda ancora
50
augana
NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura
Pedenzini, la figura austera e un po’ rude di vecchio imprenditore che alle soglie dei settant’anni rispolvera il piacere della scrittura per “ricordare” e “insegnare”. “Sì perché gli scritti di Zanghellini, siano essi in prosa o in poesia, corrispondono all’urgenza di lasciare una testimonianza storica, sociale, politica ma anche pedagogica quando svelano il denominatore comune della vita dell’autore: il lavoro come unica via di riscatto e di libertà. È il principio che Zanghellini ha adottato come scudo contro le grandi avversità private e collettive che hanno costellato la sua lunga esistenza”. Non è stata un’esistenza ordinaria quella di Carlo Zanghellini. Dai primi anni di vita, iniziata il 9 maggio 1891 nella famiglia del falegname Antonio e di Marina Paoletto, Carlo è stato acuto osservatore e testimone del proprio tempo e il tempo che ha vissuto è stato segnato da due guerre mondiali, dalla ricostruzione, dall’avvento del Fascismo e da tanti piccoli fatti, nomi, circostanze che insieme costituiscono un passato che merita di essere riscoperto e di cui dobbiamo riappropriarci per sentirci parte di una comunità e per riconoscere, quando lo incontriamo per strada, il profugo,
Carlo Zanghellini