Conosciamo il territorio di Waimer Perinelli
Valle che vai Santuario che trovi
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taliani popolo di eroi, navigatori e santi.. questa scritta che mi sono arbitrariamente permesso di ridurre; la potete leggere interamente a Roma dov’è scolpita sulla facciata del Palazzo della Civiltà Italiana. Fu pronunciata da Benito Mussolini in un discorso del 1935 e riportata integralmente sul “Colosseo Quadrato” all’Eur, inaugurato nel 1940. Con la citazione volevo richiamare alla mente gli “Italiani Santi” per raccontare di due santuari dedicati a uomini di fede che probabilmente non erano nostri connazionali, ma le cui reliquie sono sepolte nel bel Paese. Il primo santuario, sicuramente il più antico si trova sullo sperone del monte Miosna a Feltre. È dedicato a Vittore e Corona due cristiani martirizzati, forse nel 169-170 D.C, nel periodo delle persecuzioni di Marco Aurelio, imperatore, filosofo , scrittore e pagano. Sul loro martirio s’innestano racconti orali, leggende, ricerche storiche senza che sia fatta chiarezza. Prendiamo le più accreditate. Vittore era legionario romano, originario della Cilicia (altri dicono di Otricoli in Umbria) e di stanza in Egitto. Corona sarebbe stata la moglie giovanissima di un camerata di Vittore. Lei davanti alla forza e determinazione dimostrata dal legionario torturato in forme atroci, manifestò apertamente la propria fede cristiana e per questo venne squartata viva. Entrambi, da questo santuario di grande pregio architettonico ed artistico proteggono la città di Feltre e il Bellunese. Centocinquanta chilometri verso nord-ovest, nella val di Non, che da
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augana
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Trento porta al Tonale, su un anonimo sperone di roccia, incastonato fra altre rocce, pini e abeti, a strapiombo sul torrente, sorge un Santuario d’incantevole e magica bellezza, dedicata a San Romedio. Secondo la leggenda Romedio o Remedio non è un martire, Cuore Feltrino - Santuario dei santi San Vittore e Corona bensì un povero eremita e non vigila come patrono sulla comunità, ma possiede grandi capacità taumaturgiche sugli arti. La sua leggendaria storia è però legata a San Vigilio, protettore della città di Trento e del Trentino. Questo perché la sua morte viene fatta risalire, ma con molti dubbi, al 400 circa, quando Vigilio era impegnato nella conversione Santuario San Romedio - Val di Non dei trentini, pagani irriducibili, che furenti a causa di suo A distanziare l’edificazione del sanintervento durante un rito satuario di Vittore e Corona da quello turnale uccisero a colpi di pietra colui di San Romedio ci sono pochi secoli. che sarebbe diventato il loro PatroI due martiri cilici ebbero onorata no. Poco prima Romedio era morto sepoltura e beatificazione verso su quello sperone di roccia dove, l’anno 1.100. San Romedio, santo secondo una versione si era ritirato senza martirio, vivendo in una grotta, eremita per sfuggire a guerre e careebbe nello stesso periodo, a sepoltustie e un’altra, essendo un principe ra avvenuta, i primi riconoscimenti. originario di Hall città del Tirolo ricca Non erano mancati in precedenza gli di miniere di sale, stanco di guerregonori di fedeli locali che gli attribugiare per conto dell’imperatore del iscono anche la capacità di domare Sacro Romano Impero o forse colpito gli orsi, qualità di cui oggi il Trentino da Fede particolare sulla via delle avrebbe particolarmente bisogno. crociate, si era fermato a meditare. La Ad unire i due santuari c’è forse il seconda versione sposta la sua morfatto di sorgere entrambi lungo strate verso la fine dell’Ottocento data de di comunicazione che dal Nord scolpita sull’architrave di una porta portano verso Roma o meglio verso della complessa costruzione edificata la Terra Santa, in tempi in cui erano in vari strati in secoli diversi, fino a presenti pellegrini, ladri e soldati formare un’affascinante complesso di diretti alle Crociate. chiese sovrapposte.