Società e Covid di Patrizia Rapposelli
Natale in tempo covid-19 “La Pandemia ha rilevato il meglio e il peggio dei nostri popoli e il meglio e il peggio di ogni persona. Ora più che mai è necessario riacquistare consapevolezza della nostra comune appartenenza.”
S
ono le parole semplici, ma cariche di significato, di Papa Francesco, il quale sottolinea il valore della solidarietà tra le persone. Dopo anni all’insegna del consumismo sfrenato è arrivato il momento di riflettere e riscoprire la dimensione più pura del Natale. A Natale il cuore della festività è la casa, dove gli italiani vivono lo spirito e la tradizione con i propri cari e i parenti. L’abitazione si accende di colori e si arricchisce di decori, riscoprendosi luogo più amato per stare insieme e condividere la gioia per la ricorrenza, il cenone e i regali. Dicembre al tempo di Covid assottiglia sempre più la speranza di viverlo come da tradizione; che Natale sarà? Le risposte arriveranno con i prossimi Dpcm, i quali imporranno a tutte le Regioni italiane, che esse siano gialle, arancioni o rosse, ulteriori restrizioni per scongiurare una nuova impennata dell’epidemia e una drammatica
ripresa della velocità di circolazione del virus a gennaio. L’Italia vaga da mesi nel dubbio e con il Natale 2020 alle porte l’incertezza regna ancor più sovrana. Natale per adulti e piccini è soprattutto il periodo di attesa che lo precede: preparare le letterine a Babbo Natale, allestire la casa, scandire i giorni con le caselle di un calendario dell’avvento, organizzare le grandi rimpatriate tra i parenti, la famiglia, i nonni, rivedere affetti lontani, senza scordare i pacchetti sotto l’albero. In questo periodo di attesa la casa e le città diventano un nido accogliente, pieno di luci e decori così da far percepire la festa che sta per arrivare nella sua stessa attesa, ma oggi questa abitudine viaggia nell’ombra, immersi in un contesto sociale che sta mettendo a dura prova l’economia, la sanità e l’emotività degli italiani; è necessaria una capacità adattiva non indifferente. L’atmosfera non promette nulla di buono, ma essere preparati non significa capacità anticipatoria; infatti Covid-19 non significa nemmeno non portare avanti le tradizioni, seppur limitate. Nessuno vieta di decorare strade, malgrado silenziose e con le saracinesche chiuse, nemmeno di addobbare la casa e viverla con l’intimità delle persone più care; il nucleo famigliare ha acquisito con il precedente lockdown un nuovo valore, lo si vive ancor più come rifugio e con l’approssimar-
Papa Francesco
si delle Sante Feste può essere riscoperto come valore del tempo passato. I nostri nonni ricordano ancora il tempo in cui il Natale era un periodo esclusivamente religioso e vissuto in modo più intenso e partecipato di quanto sia oggi; in questo momento di pandemia torneranno in auge le consuetudini di una volta inserite nella modernità: Natale in sobrietà. La festività ai tempi del Coronavirus potrebbe far riscoprire il calore del pranzo in casa con la famiglia, con i film di una volta e perché no con le rimpatriate digitali. Largo alla spiritualità e all’insegna del rinnovo dei valori più importanti e spazio a nuovi ricordi natalizi. Un Natale segnato dalla paura della malattia, dell’abbandono e dalle condizioni economiche di tante famiglie, nella speranza che ne resti solo una parentesi dalla quale “Si può uscire migliori” riprendendo le parole di Papa Francesco.
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