Società oggi di Elisa Corni
Gravidanza al tempo del Covid
I
n questo 2020 di alti e bassi tante cose sono cambiate. La nostra quotidianità è stata piano piano stravolta; ci siamo fatti sempre più casalinghi; abbiamo cominciato ad apprezzare di più il contatto con la natura e con le altre persone; in molti hanno maturato sensibilità nuove rispetto a prima del lock down; abbiamo imparato a fare a meno del contatto fisico. Ma non sono solo le nostre abitudini ad aver subito radicali cambiamenti. Anche una cosa “naturale” e fisiologica come la gravidanza è cambiata tanto nel corso degli ultimi mesi. A livello globale istituti di ricerca, ospedali e studiosi stanno analizzando come lo stress, il lock-down, il riposo forzato, le difficoltà connesse alle misure restrittive stiano influenzando la gestazione. Di per sé, soprattutto per le mamme e i papà per la prima volta, questo non è un periodo privo di preoccupazioni. Diventare genitori durante una pandemia non semplifica certamente le cose. Le prime indicazioni arrivano direttamente da oltreoceano. Due studi distinti promossi dal Cdc (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie) dicono alle future mamme che per loro valgono ancora di più le regole d indossare mascherina e rispettare le distanze interpersonali. Anche se il rischio di contagiare il bambino è molto basso (3% secondo i dati di ottobre della Società Italiana di Neonatologia), partorire in caso di positività al Covid-19 porta con sé alcune complicazioni. In primo luogo il parto potrebbe rivelarsi più complesso inoltre le misure di isolamento, la riduzione del contatto pelle-a-pelle possono costituire , come dice Fabio Mosca, presidente del Sin,“degli importanti impedimenti ad un corretto e fisiologico
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avvio all’allattamento al seno”. Com’è noto, l’allattamento al seno è la forma di nutrizione del neonato maggiormente incoraggiata a livello globale. Inoltre, come emerso dagli studi statistici, ben 2 bambini su 10 nascono prematuramente nel caso in cui la madre sia positiva al Covid-19. Ma niente panico! Con i dovuti accorgimenti e attenzioni anche durante una pandemia si può vivere quel periodo magico al meglio. L’importante, sottolineano gli studiosi, è evitare proprio lo stress. È questo infatti il peggior nemico delle donne incinte. Questa è infatti, insieme all’infezione da Sars-Covid, una delle principali cause collegate all’aumento generale di nascite premature nel corso del 2020. I dati a disposizione sono ancora pochi, ma sappiamo che per esempio negli Stati Uniti l’incremento è stato del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono invece in diminuzione i parti pre-termine tardivi (ovvero tra le settimane 32 e 37). Questo forse perché la costrizione a casa, il poco movimento e il riposo forzato collegato al lockdown avrebbero in molti casi ridotto questo rischio. A dirlo uno studio della Regione Lazio che però purtroppo registra un dato altamente preoccupante: il numero di bambini nati morti nel corso del 2020 è quasi tre volte superiore rispetto al 2019. Si tratta di numeri troppo piccoli per essere considerati un assoluto, ma sono sicuramente un campanello d’allarme. Di cosa? del fatto che è importante continuare a fare le visite mediche durante la gravidanza, visite mediche che nella regione centro-italiana sono crollate nel periodo della pandemia. Le visite mediche sono al centro di una polemica scoppiata nelle scorse setti-
mane. Questo perché una nota coppia di personaggi dello spettacolo ha pubblicato sui social-network una fotografia che li ritraeva durante un’ecografia. Che c’è di strano vi chiederete. Beh, proprio a causa del covid per le coppie “normali” è impossibile farsi un selfie di questo tipo perché alle visite è ammessa solo la madre. “Mi dispiace che il papà non possa partecipare a questo momento, sentire per la prima volta il battito del cuore del suo bambino” scrive una mamma sulla sua bacheca facebook. Ma questa è forse la preoccupazione minore. Durante il primo lockdown ci sono state giornate in cui nemmeno in sala parto era ammesso l’ingresso del padre. Quante neo-mamme hanno passato con ansia e preoccupazione l’idea di affrontare il parto in solitaria? Tante, tantissime. E anche quando l’accesso agli ospedali è stato reso più agile, le cose non andavano meglio. I padri potevano accedere alla sala parto solo per poche decine di minuti; dopo il parto le madri si sono trovate spesso sole per ore e per giorni. Con l’aiuto del personale, certo, ma senza un compagno a fianco al quale era concesso solo di vedere la famiglia al momento della dimissione. Ma tutto ciò ha permesso di contenere la diffusione del virus, cosa non da poco. “Un sacrificio che valeva la pena” scrive un papà su un gruppo per genitori “anche perché grazie al lockdown ho potuto passare molto tempo con loro lavorando da casa!”.