N. 27 DICEMBRE 2019

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Terra chiama Fulci, risponde JustR3mo

-------------------------------------------------------------------Come il declino del cinema horror italiano ha permesso l’ascesa dell’orrore amatoriale sul web La necessità di intrattenersi accomuna qualsiasi livello di utenza, dall’audience televisiva fino a quel residuo di affluenza nei cinema multisala. Dalla commedia al dramma romantico, passando per il film d’animazione e a quelli dell’orrore, i generi nell’audiovisivo hanno sempre costituito l’impalcatura di questa necessità: l’individuo, cosciente o meno, trova davanti a sé una rosa di possibilità e di interessi che gli consentono di passare un bel pomeriggio, che sia davanti un maxischermo o davanti al tablet di famiglia. Tutto ciò collide quando questa varietà viene a mancare con il tempo, con le mode che si azzuffano e le tendenze che si sgretolano in favore delle nuove. Oltre ad un forte ricambio nei contenuti, questo millennio ci ha anche evidenziato la fragilità dei generi stessi: prendiamo come esempio l’horror, quella sezione iconica dove i mostri di Lovecraft e i vampiri transilvani trovano dimora. Negli ultimi trent’anni il nostro paese ha avuto una fortissima de-produzione nel campo dell’horror cinematografico, film per i quali il pubblico è vegeto e spinge per mantenere su quell’anelito che è l’industria della produzione e distribuzione italiana. I titoli degli horror made in Italy, eredi di una lunga tradizione dei Bava, Fulci, Argento, Margheriti e così via, sono diminuiti tendendo a scomparire del tutto, senza una possibilità di ricambio, con piccole produzioni di film indipendenti

che rimangono rinchiusi nelle cortine dei festival regionali (fra tutti, il FiPiLi Horror Festival di Livorno o, come esempio cinematografico, lo splendido Across The River di Lorenzo Bianchini).

L’antesignano di quest’ultima frangia, quella più vicina all’idea di “shock movie”, è sicuramente Matteo Montesi, classe 1978. Ex-operaio di fabbrica, il content creator di Loreto diventa una vera e propria leggenda sul web per i piccoli mockumentary che carica sulla piattaforma di Youtube: preso dalla propria personalità di fanatico religioso, Montesi investiga in stabilimenti abbandonati la presenza del diavolo, che nella sua continuity prende la forma di un topo. Questo motivo del “topettìgnao”, soprannome che dà al demonio, e dell’“Orguamentale Dominio”, termine per la quale vuole intendere la dimensione di ascesi all’unico Dio nostro Signore, diventano la colonna dei suoi mediometraggi che tuttora escono, con la stessa cadenza con la quale Youtube li censura e gli chiude più e più volte il canale. La ragione è piuttosto evidente, dal momento in cui per sfidare il demonio fa vedere in camera come se lo mangia, usando cadaveri di piccoli roditori trovati per accidente sul percorso. Se quindi sono queste le umili radici di quella che poi diventerà una vera e propria exploitation, la crescita dei rami ha toccato più sottogeneri, più allegorie dell’incubo moderno. Fra tutte, spicca la carriera di Gianmarco Zagato, radiologo in un centro di chirurgia plastica che ha correlato alla sua carriera di influencer la sua attività di vittima del paranormale. Nel lontano 2016 ha iniziato a pubblicare più serie a riguardo, superando il milione di iscritti al canale con l’ausilio della sua punta di diamante, il memorabile “Stalker Della Bibbia”, una liaison horrorifica con più di 23 video a riguardo. In sintesi, un losco figuro insegue il nostro eroe nella sua vita quotidiana, nelle sue uscite con gli amici e duranti gli stessi vlog che lui gira per tutto il Veneto,

“Oltre ad un forte ricambio nei contenuti, questo millennio ci ha anche evidenziato la fragilità dei generi stessi: prendiamo come esempio l’horror, quella sezione iconica dove i mostri di Lovecraft e i vampiri transilvani trovano dimora.”

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Eppure, il pubblico il ricambio lo trova, anche quando è nolente dalla nostalgia: fra tutte, la piattaforma YouTube è stata stranamente una delle più grandi contributrici in questo processo di riassestamento dell’intrattenimento orrorifico, creando nella cultura pop-urbana figure su figure che hanno raggiunto una certa popolarità o status di culto per via della propria trascendenza. Mostri amatoriali, assassini dietro la porta della cameretta, creepypasta da salto sulla sedia e decine su decine di personaggi creati a tavolino che sfiorano l’assurdo, compiendo azioni deplorevoli e disturbanti.

Scomodo

Dicembre 2019


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