N.28 GENNAIO 2020

Page 68

I will not make any more boring art -------------------------------------------------------------------Vita morte e “miracoli” di uno dei padri dell’arte contemporanea

Il 5 gennaio 2020 è morto John Baldessari. E come ogni povero diavolo che viva d’arte, a meno che non sia sposato con qualche grande di Hollywood o passato a miglior vita, è completamente sconosciuto, fatta eccezione per i pochi appassionati del settore e il mai deludente Matt Groening, che lo fa apparire nell’episodio 14 della 29esima stagione dei Simpsons in un flashback risalente all’epoca del college di Marge, quando l’arte era “solo una scusa per fare festa” e la lei giovanissima si ritrovò ad intervistare uno dei più importanti artisti emergenti d’avanguardia. Questo episodio, secondo il racconto della sig.ra Simpson, risale infatti agli anni ’70, decennio durante il quale si manifesta una grande rivoluzione in Baldessari: brucia tutte le sue opere precedenti – con le cui ceneri, più di 10 kg, prepara dei biscotti da esporre – e dopo poco esordisce con un’opera audiovisiva che consiste in una mano, probabilmente la sua, che scrive in loop su un foglio a righe per tutta la durata del video “I will not make any more boring art”(non farò più arte noiosa). Da qui la perpetua presenza di ironia nelle sue opere. I lavori di Baldessari vengono spesso riconosciuti come appartenenti all’arte concettuale, filosofia artistica la cui teoresi mette in conflitto professionisti di tutto il mondo, i quali però convengono su un solo importante elemento: lo scopo dell’opera non risiede nel destare ammirazione (per materiali o tecnica utilizzati) 66

nel pubblico, bensì nella capacità di confondere lo spettatore, portarlo inevitabilmente a porsi delle domande ed aprire una discussione, spesso riguardo oggetti o fatti completamente assenti nelle nostre riflessioni quotidiane; e questo è possibile grazie alla traslazione che viene fatta dell’oggetto scelto come soggetto dell’opera dal suo ordinario contesto. In un’epoca in cui, seguendo questo filo logico, tutta l’arte è finalmente concepita come concettuale, accogliendo con entusiasmo la lezione di Duchamp, il ready-made, passando per il dadaismo e le speculazioni filosofiche di Joseph Kosuth, mescolando i colori della pop art, Baldessari si contraddistingue per la sua arte assolutamente non noiosa, impregnata d’ironia.

“L’ironia e la provocazione sono lampanti, il Genio indiscusso.” L’ironia (dal greco έίρωνεία, finzione e interrogazione, in riferimento all’ironia socratica con cui si riassume il procedere speculativo di chi, dichiarandosi ignorante, chiede lumi all’altrui sapienza per mostrare come quest’ultima si riveli in effetti infruttuosa per rispondere al suo stesso «sapere di non sapere») è per definizione un atteggiamento di superiore distacco dalle cose di chi coglie l’aspetto ridicolo o paradossale o banale di una situazione.

L’ironia di Baldessari dunque non provoca risa sganasciate, essa attira la nostra attenzione e fa automaticamente sorridere: non si rimane interdetti come spesso accade di fronte ad un’opera di arte moderna, percepiamo sin da subito la presenza di qualcosa di diverso, critico, provocatorio, per questo sorridiamo, pur senza comprendere di che si tratti ; rimaniamo quindi fermi di fronte al lavoro, cercando tra i cassetti della nostra mente una spiegazione razionale al significato dell’opera, ed è lì che Baldessari raggiunge il suo obiettivo. Capita spesso, di fronte ad un’opera apparentemente incomprensibile, di decidere di disimpegnarsi dall’analisi di questa ed andare oltre; ciò non avviene con Baldessari: egli ci mette nella condizione di restare, ci attrae, ed è difficile trovare poi il coraggio di allontanarsi senza neanche provare a riflettere. Baldessari parla alla pancia e raggiunge la mente. Un esempio lampante della sua ironia è la mostra del 2010 per la Fondazione Prada: ”Giacometti Variations”. Una serie di enormi figure, alte circa 4,5 metri, ispirate all’immaginario dello scultore svizzero, abbigliate e accessoriate con oggetti e vestiti disegnati da Baldessari stesso, al fine di formare un’ipotetica sfilata di figure immobili. A detta di alcuni, tragicomica e mancante di rispetto nei confronti di Giacometti, che con tale accusa portò l’artista californiano in tribunale. Evidentemente i due non godevano della stessa ironia. Secondo la Fondazione Prada si trattava di “un’ipotesi di integrazione che tende a captare le valenze di un dialogo tra arte e moda, dove l’osmosi tra mannequin ed entità scultorea diventa una dichiarazione di reciproca attrazione e comunicazione”. Scomodo

Gennaio 2020


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook

Articles inside

Lorenzo Cirino di Sognando la Transizione

3min
pages 89-92

di Lorenzo La MalfaIl grande tabú storico

8min
pages 85-88

Cosimo Maj di La pupa e il secchione

7min
pages 72-75

Luca Bagnariol di Qualcuno pensi ai bambini

8min
pages 82-84

Riccardo Vecchione di Bacon e Freud - Quando il male ti "esiste" dentro

6min
pages 79-81

Jacopo Andrea Panno di Stereo8

4min
pages 70-71

Luca Giordani e Gaia Del Bosco di I will not make any more boring art

6min
pages 68-69

Alessio Zaccardinidi LA COPERTINA

4min
pages 54-55

Daniele Gennaioli di "Ma stai a scherzà? Ma proprio a Roma vorresti suonare?

17min
pages 56-62

Lorenzo Vitrone

10min
pages 63-67

I CONSIGLI DEL LIBRAIO

4min
pages 38-39

Ilaria Michela Coizetdi Ex oleificio

6min
pages 46-53

Rebecca Cipolla

9min
pages 40-45

Susanna Rugghia, Leonardo João Trento, Francesco Paolo Savatteri

14min
pages 24-29

Luca Bagnariol, Alessandro Luna, Simone Martuscelli di Risiko libico

16min
pages 18-23

Alessandro Luna di Turismo e terremoto

9min
pages 11-13

Pietro Forti

5min
pages 9-10

Chiara Falcolini di Romanzo settentrionale

6min
pages 14-17

Claudio Minutillo Turtur di Il male più grande

9min
pages 6-8
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.