Grazia 31 : Speciale Olimpiadi

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€ 2,00

settimanale n. 30-31  8/7/2021 Luglio 2021

NUMERO STRAORDINARIO

LE OLIMPIADI DELLA RINASCITA I PROTAGONISTI, LE PASSIONI, I RECORD, LA MODA CHE CAMBIERANNO I GIOCHI

File: COVER EDICOLA ITALIA.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 11:04:25 Profilo: ISO Coated v2






COLLEZIONE LIKE CHROMATIC malachite, madreperla e turchese


TRIBUTE TO THE PLANET

un progetto speciale con Fabrizio Ferri


G R A Z I A 3 0 - 3 1 SOMMARIO

128 I COLORI DI ISCHIA Un’immagine della collezione Resort 2022 di Max Mara.

14 EDITORIALE

di Silvia Grilli e la posta di GRAZIA

16 GLI INDISPENSABILI DELLA SETTIMANA

S P EC I A L E OLIMPIADI 21 25 31 34

NEL PAESE CHE È PRONTO A SOGNARE LA VERA SFIDA SI CHIAMA SICUREZZA LE CAMPIONESSE DELLA LIBERTÀ MILENA BERTOLINI

«Se vinciamo noi, vince tutto lo sport»

38 FORZA, FATEMI EMOZIONARE 41 GIORGIO CAGNOTTO «Come si allena un superatleta» 44 UNO STILE DA PREMIARE 46 NOVELLA CALLIGARIS

«La mia prima medaglia e quelle che ancora mancano»

50 UN’OLIMPIADE PER RINASCERE 52 FEDERICA PELLEGRINI

La gara infinita di Federica

57 ICONE Carl Lewis 59 GIANMARCO TAMBERI «Stavolta volo alto»

62 MIRIAM SYLLA «Sarò

la vostra sorella maggiore»

64 ALICE VOLPI «Colpisco

sempre al cuore»

69 ICONE Michael Jordan 70 SIMONA QUADARELLA «In acqua non sono mai sola»

75 ICONE Fiona May 76 MARCELL JACOBS «La vita cambia in meno di 10 secondi»

83 VANESSA FERRARI «Una

fuoriclasse è sempre affamata»

87 ICONE Mark Spitz 89 ALESSIA MAURELLI «Ci chiamano Farfalle,

ma siamo una famiglia»

Foto COURTESY MAX MARA

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File: Sommario.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 02-07-2021 22:03:08 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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G R A Z I A 3 0 - 3 1 SOMMARIO 93 ICONE Florence Griffith 94 PIETRO FIGLIOLI «È da

sempre che inseguo l’oro»

96 FRANK CHAMIZO «Lottare

è il mio destino»

99 ICONE Valentina Vezzali 100 LE STELLE PIÙ LUMINOSE DI TOKYO

M O DA

104 IL RICHIAMO DEL MARE 120 TENDENZE Adesso muoviti 124 SHOPPING Gioco di squadra 128 L’EVENTO I colori di Ischia 130 MODA Sognando Parigi 131 LOVE La perfezione della semplicità

132 STREET STYLE 134 LOVE Passi leggeri 135 INTERVISTA Una stagione felice

136 FASHION NEWS 138 INTERVISTA Nel cuore

dello sport

139 LOVE Voglia di tenerezza

ADESSO MUOVITI

Dalla passerella di Louis Vuitton, un look della collezione primavera-estate 2021.

B E AU T Y

LIFESTYLE

•Scarlett Johansson •Billie Eilish • Chris Pratt •Danza •Fred De Palma •Master KG •Libri

142 E TU CHE CORPO SEI? 147 BELLEZZA DA SCOPRIRE A piede libero 151 LOVE La purezza del cocco 153 BEAUTY NEWS 155 IRRINUNCIABILI DELLA SETTIMANA 156 CULTURA •Emozioni in tv

166 VIAGGIO Nella Toscana

che incanta il mondo

168 CUCINA D’AUTORE Un tavolo

in campagna

171 INFINE 174 INDIRIZZI 177 OROSCOPO di Melissa P. 178 UN POSTO NEL CUORE

di Alessia Marcuzzi

Foto IMAXTREE

120

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File: Sommario.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 02-07-2021 22:03:12 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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G R A Z I A 3 0 - 3 1 SOMMARIO IL RICHIAMO DEL MARE Abiti sofisticati si abbinano a costumi da bagno e dettagli tecnici. Grazia ti guida tra i capi indispensabili di un nuovo stile sportivo.

52 104 62 LA GARA INFINITA DI FEDERICA Per la campionessa di nuoto Federica Pellegrini questa sarà la quinta e ultima olimpiade. A Grazia racconta le emozioni e la tensione che la accompagnano in vasca da quando aveva 16 anni.

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IL GIAPPONE È PRONTO UNA SORELLA COME MIRIAM La pallavolista Miriam Sylla, cresciuta a Palermo da genitori ivoriani, racconta a Grazia come il destino e la famiglia abbiano guidato le sue scelte sportive. Con un ricordo per la madre che non c’è più.

Tokyo si prepara ad accogliere gli atleti. Una scrittrice che vive tra l’Italia e il Giappone spiega perché l’ottimismo e la gioia di tutto il Paese sono la vera rivincita sulla pandemia.

Dal 23 luglio all’8 agosto Tokyo ospiterà le Olimpiadi che sono state rimandate di un anno a causa della pandemia. Grazia racconta in questo numero straordinario i protagonisti, gli atleti italiani e stranieri per cui tiferemo, ma anche i grandi campioni del passato che hanno scritto la storia dei Giochi.

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La ginnasta Alessia Maurelli ha vissuto la pandemia lontano da casa, allenandosi con le sue compagne. Per questo, dice a Grazia, la sua squadra è una famiglia e gareggerà con una marcia in più.

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GRAZIA TI ASPETTA IN EDICOLA DAL 22 LUGLIO

File: Strilli.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Foto TRUNK ARCHIVE

DOVE VOLERANNO LE FARFALLE

Data: 02-07-2021 22:00:30 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT



G R A Z I A EDITORIALE

LETTERE ALLA DIRETTRICE Email di Antonella Carbone

Cara Silvia, le scrivo in merito al suo editoriale “Il senso di un gesto” per dirle che l’Italia non è l’America. Non è necessario che i calciatori italiani si inginocchino sul campo di calcio contro il razzismo, perché noi non abbiamo massacrato, discriminato, violentato i neri come ha fatto l’America schiavista. Un caro saluto.

LA DIRETTRICE DI GRAZIA SILVIA GRILLI

LA MIA NONNA E LE OLIMPIADI

Q

uando ero piccola e passavo le mie estati in una bellissima, ma bollente e spopolata cittadina della Romagna, le Olimpiadi erano un antidoto eccellente alla mia solitudine. Tutti i bambini della strada erano partiti per il mare, io invece rimanevo in casa davanti al televisore della nonna, la mia adorata Bice che mi preparava ogni pomeriggio il tè con i biscotti. Da allora, per me, le Olimpiadi evocano l’aroma di quelle merende, ma anche la rabbia che provavo nel vedere la nonna perennemente chinata a lavorare. Le vittorie delle campionesse olimpiche diventavano nella mia testa una specie di risarcimento per le fatiche di Bice, che io avrei voluto salvare dalla sua vita rassegnata. Da grande le mie intuizioni di bambina sono diventate consapevolezza femminista. So che anche guardare quelle gare mi ha aiutata a diventare la donna che sono e a dare a mia figlia nuove prospettive. Come scrive la storica Eva Cantarella, nel suo bellissimo saggio a pagina 31, l’idea della mancanza di competitività delle donne è stata forgiata nella Grecia antica per inchiodarci ai ruoli di riproduzione e cura dei bambini, dei vecchi, dei malati, della casa. Abbiamo dovuto aspettare il 1900, con la seconda edizione dei Giochi, per vedere consentita la partecipazione femminile. Oggi gli azzurri a Tokyo sono quasi pari: 171 maschi e 169 femmine. Ma molte sono ancora le sfide da vincere per le atlete, per esempio la paga identica agli uomini e il sostegno durante la gravidanza. Nello sport, come in altri settori, il mercato determina la parità economica. Un’atleta vale non solo per i risultati, ma anche per quanto riesca ad attirare gli sponsor. È per questo che abbiamo bisogno di campionesse che siano d’ispirazione alle ragazze di oggi e di domani, ma anche di più donne di potere nei luoghi dove si decide. Questo numero straordinario di Grazia è dedicato a loro, alle atlete e agli atleti che ci daranno il fremito di queste Olimpiadi e della vita che riparte. Ci faranno sentire i loro record e vedere un mondo migliore. Perché le Olimpiadi sono questo: impegno, rispetto, coraggio, realizzazione di sé, progresso del mondo, uguaglianza, pace, internazionalismo. E anche sogni più belli per le donne. Vero, nonna Bice? Ti vorrò sempre bene, nonnina mia. Silvia Grilli

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File: Posta.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

«Cara Antonella, posso essere d’accordo con lei, anche se ho più di un dubbio sul fatto che nel nostro Paese non si discriminino i neri. Ma un gesto simbolico di tale importanza, come inginocchiarsi dopo l’Inno nazionale, lo si fa perché lo si condivide, non per solidarietà con la squadra avversaria. Ribadisco: in quel caso meglio non farlo, spiegando con chiarezza e fermezza le proprie ragioni. Però non inginocchiarsi mentre gli altri lo fanno sarebbe una scelta difficile, poco coreografica, andrebbe incontro a critiche. E allora è più facile e crea meno problemi cedere al conformismo». Email di Elena Barioli

Buongiorno, volevo segnalarle che uno shock mi ha colto quando ho letto la sua risposta. Che cosa intendeva ottenere quando ha paragonato l’episodio siciliano con la vicenda di Saman Abbas? Perché non potete condannare in modo assoluto un episodio gravissimo e la cultura che lo ha determinato, senza cercare sempre in qualche modo di stemperare i giudizi? Email di Gianfranca Chittó

Gentile Silvia Grilli, mi chiedevo, in merito alla risposta che ha dato alla lettera di una lettrice sull’omicidio di Saman Abbas, sul numero di Grazia del 17 giugno, se dobbiamo quindi aspettare altri 70 anni prima che in Pakistan, ma soprattutto in Italia, non si verifichino più uccisioni di ragazze da parte di genitori o parenti solo perché queste avrebbero scelto di vivere all’occidentale? «Cara Elena, è totale la mia condanna del probabile omicidio di Saman (continuo a usare l’aggettivo “probabile” solo perché il corpo non è stato rinvenuto). Nessun settimanale quanto questo è sempre in prima linea nel condannare l’integralismo criminale che assassina i diritti

Scrivi a GRAZIA: palazzo Mondadori, 20090 Segrate (MI) - EMAIL: lapostadigrazia@mondadori.it SOCIAL: facebook.com/grazia - twitter.com/grazia instagram.com/grazia_it - WEB: grazia.it

Data: 02-07-2021 22:11:47 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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umani ed espropria il corpo e il destino delle donne. Proprio per questo ho citato l’omicidio siciliano di 70 anni fa: il padre gettò la figlia sotto il treno cercando di cancellare l’onta al proprio tramandato senso dell’onore, dopo che il figlio maschio aveva abusato di lei e la ragazza era rimasta incinta. Succedeva da noi 70 anni fa e continua ad accadere in Italia in famiglie immigrate, che si portano dietro concezioni fuorvianti dell’onorabilità. Sullo scorso numero di Grazia abbiamo raccontato le nozze forzate di Hanane Chattabi, marocchina, costretta a 14 anni a sposare un amico del padre. Abbiamo scritto del suo percorso di liberazione dalla schiavitù e dalle violenze del marito, e del giorno in cui finalmente si è tolta il velo e ha cominciato a vivere. Cara Gianfranca, non so se dobbiamo aspettare 70 anni. So che dobbiamo aiutare queste ragazze a uscire dalla prigione in cui vivono. Un caro saluto a entrambe».

di imbarbarirlo adesso consegnandolo alla dittatura sanitaria e a chi guadagna sulle disgrazie. «Caro Patrizio, se c’è un Paese che vive sul turismo è certamente il nostro. Dobbiamo garantire che i turisti vengano da noi e viaggino per l’Italia in sicurezza. In questo senso la certificazione verde europea Covid-19 permette di muoversi liberamente tra le regioni. Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato il ruolo essenziale di questo settore nella ripresa, ma ha affermato anche la necessità di renderlo più inclusivo, più sostenibile. Abbiamo bisogno di un turismo che protegga l’ambiente e le comunità locali. Dobbiamo però essere realistici. La pandemia non è finita, anche in considerazione delle nuove varianti del virus. Continuiamo ad applicare le misure di sicurezza necessarie per salvaguardare la nostra salute e quella degli altri. Un caro saluto».

Email di Vanessa Pullo

Questo senso di libertà mi è nuovo / Ho un’urgenza di vivere che prima ignoravo. La sensazione vivida di un momento in cornice / L’emozione che nasce ascoltando una musica e si connette al nostro udito / espandendo le sue frequenze / facendoci rabbrividire. Gli occhi che si posano sul cielo / alle striature di un tramonto / che non cessa mai / di farci sognare davanti ad un bicchiere di vino / come se fossi sempre al Faro di Portofino / Il vociferare allegro della gente intorno / e il sussurro nell’orecchio di quel ragazzo innamorato mentre stringe la mano alla sua amata / Le sue scarpe / rosse col tacco / e il mio sorriso beato. Allargo le narici sorpresa da un profumo di menta / Mentre un fascio di sole colpisce il cristallo e il solletico delle bolle nella bocca / diverte le mie papille / Senza l’oscurità la luce non ha senso di esistere / e forse in mancanza del dolore non potremmo capire l’amore / Nella speranza di poter dire addio ad un periodo / particolarmente difficile della nostra epoca / conservo ciò che può servire per un futuro che desidero immaginare migliore. «Grazie, Vanessa, per questo suo scritto sulle emozioni del ritorno alla normalità». Email di Patrizio Pesce

Senza turismo l’Italia rischia il collasso. Se siamo ancora in tempo, con tutti i mezzi (Ambasciate e Consolati compresi) bisogna far circolare la voce circa un’Italia accogliente verso i turisti stranieri, europei e non solo. E senza lacci e laccioli di documenti burocratici circa la salute, essendo questa un dato sensibile coperto dalla privacy. Al contempo si raccomandi self control e distanziamenti responsabili. Si spera che la stagione calda uccida il virus, ormai alla resa, senza condizioni. Così è sempre funzionato il mondo civile. Non cerchiamo

File: Posta.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

CARE LETTRICI, dalle vostre lettere può nascere l’idea di un’inchiesta o di nuove storie da raccontare. Firmate con nome e cognome: sarà più facile contattarvi. E… scriveteci! Con l’invio del vostro contributo dichiarate di accettare le condizioni del servizio consultabili nelle ultime pagine della rivista.

A cura di Lucia Valerio

In viaggio con Grazia Noemi @noemiofficial La mia A R M O N I A Mi trovate in edicola su @grazia_it Fondazione IEO Monzino @fondazione_ieomonzino Su @grazia_it c’è il racconto della 1000 Miglia Charity 2021 per la Ricerca Margareth @italia_fashion_margareth Già con me @grazia_it @silvia_grilli I look di Susy @ilookdisusy Maye Musk, una donna con la D maiuscola

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Data: 02-07-2021 22:11:49 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


GRAZIA

di

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Elsa Bonfiglio

PREZIOSO L’orologio Surveyor Diamond ha la cassa in acciaio bicolore con 22 diamanti incastonati a mano e quadrante in madreperla (Bulova, € 349).

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VOLANT La gonna in denim con monogramma è corta (Sandro Paris).

3

MARINARO Il costume intero è decorato da una stampa con bandiere e nodi nautici (Etro).

4

SINUOSO I sandali in pelle con punta leggermente squadrata hanno il tacco scultura (Salvatore Ferragamo).

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MINI La piccola borsa in pelle lucida blu ha la tracolla a catena intrecciata (Chanel).

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File: Must.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 02-07-2021 19:16:16 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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G R A Z I A 10 MUST

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BIANCO E NERO Il top del bikini a fascia è in stampa effetto zebra (The Attico).

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RAFFINATA Fa parte della collezione Bali la collana in argento 925 in bagno d’oro, con diaspro color sabbia, turchese e riproduzioni di antiche monete (Giovanni Raspini, € 620).

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AMPI I pantaloni a vita alta hanno le pinces (Lili Sidonio).

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RÉTRO Le mule Revival in pelle, con punta squadrata e tacco a spillo, sono impreziosite dal motivo Monogram impresso (Louis Vuitton).

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LOGO Il marsupio mini è in pelle goffrata con catena dorata regolabile, da indossare in vita o a tracolla (Saint Laurent by Anthony Vaccarello, € 645).

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File: Must.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 02-07-2021 19:16:21 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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G R A Z I A SPEC IALE

ALCUNE IMMAGINI DI TOKYO E DEL GIAPPONE CHE SI STA PREPARANDO ALLE OLIMPIADI. A DESTRA, L’ATLETA SHIZUKA ARAKAWA CON LA TORCIA OLIMPICA. IN BASSO, LA SCRITTRICE LAURA IMAI MESSINA.

NEL PAESE CHE È PRONTO A SOGNARE

Foto AP/LA PRESSE

Da un anno il Giappone vive sospeso, in attesa di poter accogliere gli atleti e dare il via ai giochi che erano previsti per il 2020. Qui una scrittrice, che vive tra l’Italia e Tokyo, spiega a Grazia perché regalare al mondo questo grande spettacolo è per il Sol Levante la vera vittoria sulla pandemia d i L AU R A I M A I M E S S I N A *

* scrittrice, è libreria con Le vite nascoste dei colori (Einaudi). 21

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Data: 02-07-2021 21:51:58 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A LAURA IMAI MESSINA

È

stato un anno lunghissimo, in cui è successa la metà delle cose che sarebbero dovute accadere e si è pensato il doppio delle cose che si sarebbero dovute pensare. Un anno in cui il riflettere ha preso a tutti gli effetti il sopravvento sul fare e siamo rimasti tutti, globalmente, a sognare che ogni cosa tornasse normale. È stato un anno di compromessi, in particolar modo per il Giappone. I giapponesi conoscono la sfortuna proverbiale delle loro Olimpiadi: accadde con i Giochi estivi e invernali (rispettivamente a Tōkyō e Sapporo) nel 1940, a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. E adesso? Lo scorso maggio ho preso il mio primo volo dopo un anno e mezzo di pandemia. Sono partita dall’aeroporto di Narita, in quella città incantata sempre piena di negozi in cui decine di migliaia di turisti si accaparrano ogni giorno l’ultimo pezzetto di Giappone da portare con sé per ricordare il viaggio straordinario appena fatto. Eppure, questa volta, chi vi entrava scattava fotografie non al desk, ma per testimoniare, sbalordito, il vuoto, il bianco, il silenzio. L’aeroporto si svelava a tutti gli effetti come un nonluogo, mentre oltre i finestrini immacolati del Narita Express si dipanava una Tōkyō sempre attiva ma non in affanno, intimamente calma come è il cuore dei giapponesi. Eppure, a breve, i gate si animeranno di atleti e giornalisti, sistemi sofisticatissimi si attiveranno per evitare le code, gli assembramenti, vi si concretizzerà l’unione in un solo luogo della terra di decine di migliaia di persone provenienti da ogni parte del globo. Ricordo ancora distintamente il giorno in cui vennero attribuite a Tōkyō le Olimpiadi del 2020. Ci fu lo scoppio e insieme le mani giunte, il capo chino, la posa fatta per spiegare al mondo la parola “omotenashi”, l’accoglienza declinata al giapponese, ovvero l’estrema cura, il garbo, l’esserci sempre, l’ammettere ogni errore e asperità con la dolcezza ferma di una cultura che non alza la voce se non per invitare alla gioia. In Giappone lo sport è centrale almeno quanto lo è la musica, parte integrante dell’educazione. È un movimento generale a cui è stato dedicato persino un giorno di vacanza nazionale: “taiku no hi”, letteralmente il “giorno dell’educazione fisica”. L’obiettivo è quello di avvicinare la popolazione a uno stile di vita salutare. Quest’anno, dopo essere convogliati tutti sul virus, la speranza è quella di convogliare globalmente sulle manifestazioni sportive. Di levarsi di dosso un po’ di

tristezza. Durante la pandemia ha funzionato quella che viene definita in giapponese “dochō atsuryoku”, pressione di gruppo, ovvero quella pressione reciproca che gli individui esercitano gli uni sugli altri, di modo che non è mai necessario adottare misure coercitive o esercitare l’autorità per far sì che le persone rispettino le regole sociali. Questa forma di auto-disciplina ha evitato manifestazioni di isteria collettiva o di ipersensibilità, in tempi in cui i fattori economici legati al calo massiccio del turismo, allo spostamento eccezionale delle Olimpiadi, al taglio dei posti di lavoro e a un’ondata anomala di suicidi di celebrità in estate avevano già inciso sulla tenuta psicologica della popolazione. La resistenza dei giapponesi è proverbiale, ma all’estero sono arrivate voci di stanchezza e insofferenza: «Ma è vero che i giapponesi le Olimpiadi non le vogliono?» mi domandano spesso in questi giorni. È innegabile che l’ansia intacchi la gioia ma ormai è certo che si terranno e mi sento di poter garantire la riuscita al meglio, per l’indole di questo popolo che oscilla tra la positività intrinseca e un’accettazione ironica dell’inevitabilità della vita. “Pojitiibu” è la parola che traduce il termine inglese “positive”, il pensiero positivo. Nella conversazione giapponese, per il mantenimento dell’armonia, si tende fortemente a valorizzare il positivo. D’altra parte, puntella la conversazione giapponese un’altra espressione: “shiyōganai” che è un’espressione che si traduce come “non c’è niente da fare”, “non c’è modo”. Vi si spiega l’ineluttabilità di certe cose, la regola smarrita, l’invito a non disperdere energie su quanto è incontrollabile e ormai fuori dalla portata del nostro desiderio e del nostro dispiacere. Di parola in parola, insomma, si definisce l’atteggiamento con cui il Giappone guarda alle Olimpiadi e più in generale alla vita: positività, speranza, accettazione di quanto accadrà. Anni fa, in tv vidi il documentario di un’atleta giapponese, una maratoneta che scriveva ogni giorno sul suo taccuino una frase di ringraziamento per la medaglia che era certa avrebbe vinto durante le Olimpiadi di Londra, che sarebbero state inaugurate di lì a poco. Pur non conoscendo davvero gli esiti della gara, si nutriva nell’immaginazione della sensazione della vittoria e, investita dalla positività, riusciva a lavorare meglio. La felicità, insegna insomma il Giappone, è a tutti gli effetti un’intenzione. Ed è così che tutti stanno aspettando le Olimpiadi di Tōkyō 2020. ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

La parola che meglio spiega lo stato d’animo dei giapponesi è “omotenashi”: significa accoglienza con il garbo e la dolcezza di un popolo che non alza mai la voce se non per invitare alla gioia 22

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G R A Z I A SPEC IALE

LA VERA SFIDA SI CHIAMA SICUREZZA Undicimila atleti tenuti in edifici isolati e controlli sanitari continui. Il divieto di urlare per gli spettatori e interviste di appena 90 secondi. Il GIAPPONE ha imposto ai Giochi regole di ferro per evitare contagi. Grazia racconta che atmosfera ci sarà all’evento più atteso e blindato dell’anno

Foto TRUNK ARCHIVE

d i E N R I CA B RO CA R D O fo to d i A RT H U R B E L E B E AU

IN GIAPPONE, DAL 23 LUGLIO ALL’8 AGOSTO, SI SVOLGERÀ LA TRENTADUESIMA OLIMPIADE.

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File: Inchiesta.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_29

Data: 02-07-2021 21:19:37 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A INC HIESTA

gli atleti dovranno sottoporsi a un doppio tampone prima della partenza e a un nuovo test all’arrivo. Le regole, però, variano a seconda dei Paesi di provenienza. Per chi vive in Paesi in cui la variante Delta ha raggiunto una forte diffusione, sono previsti ulteriori controlli e una settimana di isolamento prima della partenza per Tokyo. Una volta arrivati, gli atleti saranno “ostaggi” del Villaggio olimpico che si trova sul lungomare vicino alla baia di Tokyo. Ventuno palazzi, alti da 14 a 18 piani, un parco, palestre. Le camere possono ospitare da una a otto persone, per un totale di 18 mila posti, e ogni stanza va areata ogni 30 minuti. L’arredamento è spartano e i letti sono fatti di cartone riciclabile. All’interno, la mensa conta 3.000 posti, con tavoli distanziati e separati da pannelli di plastica. La raccomandazione per tutti è di consumare i pasti lì o, per chi risiede in hotel, di ricorrere al servizio in camera. Sempre nel Villaggio è stata predisposta anche una clinica dove isolare i casi sospetti. Un risultato positivo farà scattare l’immediato confinamento in un albergo apposito. La mascherina sarà sempre obbligatoria tranne durante la gara, gli allenamenti e il sonno. Obbligatorio anche mantenere una distanza di 2 metri, vietati gli abbracci, le strette di mano, ogni genere di contatto interpersonale. Sono misure di ragionevole distanziamento sociale che, però, hanno scatenato qualche comprensibile ironia all’annuncio della distribuzione gratuita di 150 mila preservativi. Per chi non rispetta le regole, è prevista l’esclusione dalle competizioni e una multa. Inoltre, la partenza da Tokyo deve avvenire entro due giorni dal termine dei propri impegni sportivi. I giochi olimpici si svolgeranno principalmente tra

DA SINISTRA: L’ARRIVO DEGLI ATLETI DANESI A TOKYO; UNA SPORTIVA RICEVE IL VACCINO.

Foto KYODO/ VIA REUTERS/CONTRASTO, MONDADORI PORTFOLIO

D

opo allenamenti solitari in lockdown e oltre un anno e mezzo vissuto quasi da reclusi, con rapporti esterni ridotti ai minimi, gli atleti di Tokyo 2020 si preparano a entrare nella grande bolla. Saranno circa 11 mila gli sportivi di questa edizione, di cui 354 gli italiani. I giochi per le qualificazioni sono chiusi ma qualche nome, fino all’ultimo, potrebbe cambiare. Casi come quello di Larissa Iapichino, giovanissima campionessa di salto in lungo che ha dovuto rinunciare per un problema a un piede, non sono rari e, se un atleta è costretto a lasciare, partono i ripescaggi in base alla classifica. Ma gli stranieri che confluiranno nella capitale giapponese sono molti di più. Nonostante i team siano stati ridotti all’osso, il numero degli atleti va moltiplicato per tre. Infatti, l’Italia ha una missione composta da un migliaio di persone. E se si contano anche giornalisti, vari addetti ai lavori, rappresentanti di enti e istituzioni, l’afflusso previsto è di circa 80 mila persone. Ognuno di loro, spiegano al Coni, due settimane prima della partenza dovrà presentare la propria agenda con tutti gli spostamenti (che potrebbero anche essere negati) e acconsentire per la durata del soggiorno al tracciamento tramite un’applicazione. Questioni di sicurezza senza dubbio, ma l’impressione è anche che il Comitato olimpico internazionale, che detta le regole, stia facendo il possibile per dissuadere chiunque non sia strettamente necessario dal mettersi in viaggio. Gli atleti e le delegazioni dei vari Paesi hanno già ricevuto e studiato tre versioni diverse di un manuale di 70 pagine, chiamato Playbook: dentro, regole e suggerimenti. La vaccinazione non è obbligatoria ma

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File: Inchiesta.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_29

Data: 02-07-2021 21:19:40 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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G R A Z I A INC HIESTA

l’Heritage e la Tokyo Bay (per le specialità acquatiche). Lo Stadio Olimpico ospiterà la cerimonia di apertura, le gare di atletica leggera e alcune partite di calcio (le altre si giocheranno in diversi stadi nel resto del Paese). Anche il pubblico, solo giapponese, avrà il suo manuale. Tutto può ancora cambiare ma, al momento, il primo ministro Yoshihide Suga ha annunciato che le gare potranno essere seguite in presenza al massimo da 10 mila persone per impianto e comunque senza superare il 50 per cento di capienza di ciascuna struttura. All’ingresso verrà misurata la temperatura, le mascherine potranno essere abbassate solo all’aperto una volta raggiunto il proprio posto. Negli impianti al chiuso è vietato fare il tifo a voce alta, sventolare bandiere e chiedere autografi. Inoltre, gli spettatori dovranno conservare i biglietti d’ingresso per almeno due settimane perché gli organizzatori pubblicheranno data e posto a sedere di coloro che dovessero successivamente risultare positivi. Nel 1964, quando si tennero le prime Olimpiadi in Giappone ci fu il terremoto, nel 2020, la pandemia. Con quale spirito gli abitanti affrontano l’evento in arrivo? Secondo un recente sondaggio, l’86 per cento dei giapponesi teme una crescita dei contagi e alcuni atleti della nazione sono stati pubblicamente invitati alla ribellione sportiva. In sostanza, la richiesta è stata: «Ritiratevi». Persino l’imperatore Naruhito ha fatto sapere di essere molto preoccupato. E non hanno certo rassicurato i due casi positivi alla variante Delta nel team dell’Uganda, in giugno, con conseguente quarantena di tutta la delegazione. Per la sicurezza sanitaria ai Giochi, inoltre, sono stati convocati migliaia tra medici e infermieri scatenando proteste fra il personale

sanitario che ha parlato di mobilitazione “a spese della sicurezza e del benessere nazionali”. Infine, ci sono preoccupazioni per il danno economico, anche se rinunciare sarebbe costato ancora di più. Il rinvio dei Giochi ha significato una spesa di circa 3 miliardi di dollari (pari a 2,5 miliardi di euro), che si sommano ai mancati introiti legati al turismo e all’incognita contagi: se ci fosse un aumento dei positivi e dei malati, al conto finale bisognerebbe aggiungere anche quello della sanità. Per tutti quelli che restano a casa, in Italia, i Giochi in Tv saranno coperti 24 ore su 24 da discovery+ (il gruppo si è aggiudicato i diritti per l’Europa per 1,3 miliardi di euro): 2.500 ore di diretta e la possibilità di rivedere le gare on demand. Alcune ore di competizioni saranno trasmesse in chiaro anche sui canali Rai. Fa parte della squadra degli inviati di discovery+ a Tokyo Valentina Marchei, ex campionessa di pattinaggio artistico su ghiaccio, con due partecipazioni olimpiche. «Sarà l’occasione per raccontare un’edizione che resterà nella storia», dice. Anche se, ammette, le difficoltà non mancheranno. Le interviste verranno condotte con il microfono montato su un’asta in modo da mantenere la distanza di due metri e non potranno durare più di 90 secondi. «Gli incontri con gli atleti saranno ridotti al minimo, probabilmente solo dopo le gare», aggiunge. «Da atleta posso dire che la mancanza del tifo del pubblico farà una grande differenza, ma è anche vero che per chi si è sacrificato, continuando ad allenarsi nell’incertezza, resta un sogno che si realizza. Quanto al mio ruolo come inviata, lo considero un privilegio», confessa Marchei. «Per evitare ogni rischio mi sono messa in autoquarantena». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

DUE GIAPPONESI IN ABITO TRADIZIONALE DAVANTI AL LOGO DELLE OLIMPIADI, RINVIATE DAL 2020 AL 2021.

Colpisce il timore del Giappone per una recrudescenza del Covid-19 con i Giochi. Il Paese, con i suoi 126 milioni di abitanti in zone densamente popolate, ha contato finora poco più di 800 mila casi e circa 15 mila decessi: pochi rispetto a nazioni come l’Italia (60 milioni di abitanti, oltre 128 mila decessi). Eppure Tokyo si sente vulnerabile. Una ragione è legata alle vaccinazioni: solo il 13 per cento della popolazione risulta immunizzato. Colpa dei ritardi nell’acquisto dei vaccini, della lentezza della burocrazia, della forza del movimento no-vax locale.

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UN PAESE IN RITARDO

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G R A Z I A SPEC IALE DA SINISTRA, LA SCHERMITRICE BEBE VIO, 24 ANNI, E LA SOLLEVATRICE DI PESO LAUREL HUBBARD, 43 ANNI, PRIMA ATLETA TRASNGENDER. SOTTO, LA STORICA EVA CANTARELLA.

LE CAMPIONESSE DELLA LIBERTÀ All’inizio le Olimpiadi furono vietate alle atlete perché le gare erano considerate cose da uomini. Poi le donne hanno preso il loro spazio, sul podio e nella società. Perché lo sport, spiega la storica Eva Cantarella, è uno degli strumenti più potenti a disposizione di chi lotta per emanciparsi Foto REUTERS/CONTRASTO, IPA,NETFLIX /MONDADORI PORTFOLIO

d i E VA C A N TA R E L L A *

È

importante, nella storia dell’emancipazione femminile, l’ammissione della neozelandese transgender Laurel Hubbard ai Giochi olimpici di Tokyo 2021. Nata nel 1978 e dichiarata all’anagrafe come maschio, Laurel ha coabitato con il genere maschile fino al 2012 quando, completata la transizione di genere, ha eletto quello femminile. Ma non è stato facile per lei farsi accettare: la sua vittoria è arrivata alla fine di una lunga battaglia a difesa dei diritti della sua identità, inedita nel mondo olimpico. Il quale, peraltro, della serietà del problema

legato al rapporto tra sesso e genere si era già reso conto quando, negli Anni 30, l’appartenenza a quello femminile di Stella Walsh (campionessa olimpica dei 100 metri ai Giochi di Los Angeles 1932) aveva destato dei sospetti, confermati dall’autopsia eseguita dopo la sua morte: essendo Walsh affetta dalla sindrome di “ginandromorfismo” (aveva caratteristiche genetiche di entrambi i sessi, ndr), la sua collocazione nel sistema binario maschio-femmina era effettivamente incerta. Ma il caso di Hubbard, oltre a inserirsi nel problema dei rapporti tra sesso e genere, si presta a una considerazione a margine (ma importante) legata al fatto che

* A u t r i c e d i L e p r o t a g o n i s t e . L’ e m a n c i p a z i o n e f e m m i n i l e a t t r a v e r s o l o s p o r t ( F e l t r i n e l l i )

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G R A Z I A LE CAMPIONESSE DELLA LIBERTÀ

alla notizia dell’ammissione di Laurel alla gara, le altre partecipanti hanno tenuto a sottolineare il suo vantaggio “biologico” nel gareggiare tra le donne, e non più tra gli uomini. Difficile di fronte a questa reazione non ricordare che uno degli stereotipi contro i quali le donne hanno dovuto combattere è stato quello della loro “naturale” diversità dal genere maschile, consistente nella loro presunta mancanza di competitività: come non leggere in questa reazione una forte competitività non solo con l’altro genere, ma anche tra donne? Certo i tempi sono cambiati e la competitività femminile può essere considerata come un adeguamento a una realtà non solo competitiva ma fortemente aggressiva, o anche come il frutto del processo di emancipazione femminile, ma così non è. Facendo un passo (un lunghissimo passo) indietro nel tempo si scopre che le donne non solo hanno praticato attività atletiche sin dall’antichità, ma erano competitive anche millenni or sono. Le prime prove risalgono infatti addirittura all’età Minoica, vale a dire al terzo millennio prima di Cristo, al quale va ricondotta una celebre immagine nota come l’Affresco del Toreador, che riproduce uno degli spettacoli che, sull’isola di Creta, si tenevano abitualmente nei grandi Palazzi dell’epoca, e che mostra un acrobata di sesso maschile che compie volteggi sul dorso di un toro, aiutato da due giovani donne. Evidentemente, dunque, le donne partecipavano ad attività acrobatiche anche rischiose. E passando a un’altra civiltà, in un’epoca molto più recente di quella minoica ma sempre lontanissima da noi, vale a dire quella romana, eccoci di fronte a un’inaspettata dimostrazione della competitività femminile: a Roma, infatti, nel primo secolo dopo Cristo, esistevano delle gladiatrici (cosa a pochi nota, ma storicamente certissima). Delle donne, dunque, che scendevano nell’arena a combattere nell’esercizio di un mestiere di rara violenza. Ma dove e come è nata, allora, l’idea della loro mancanza di competitività? È nata nella civiltà greca delle pòleis (delle “città-Stato”, ndr) per inchiodarle, in nome della loro “naturale” diversità, agli unici ruoli che quella per tanti aspetti grandissima civiltà riconosceva loro: la riproduzione e quella che oggi viene chiamata la cura, l’accudimento dei bambini, dei vecchi, dei malati, la sovraintendenza dei lavori domestici. Una concezione del femminile traman-

data e recepita, nel mondo dell’atletica, al momento dell’organizzazione dei giochi olimpici moderni, nel 1896, che come quelli antichi non consentivano la partecipazione delle donne, ammessa solo a partire dalla seconda edizione, disputata a Parigi nel 1900 e destinata a trovare nuovi spazi grazie all’iniziativa di una sconosciuta atleta francese, di nome Alice Milliat. Lei prese caparbiamente a organizzare le donne in federazioni sportive e a promuovere competizioni di grande livello. Nel l922 ebbero un tale successo da minacciare di offuscare le Olimpiadi, che in quel momento faticavano ad affermarsi sul piano internazionale: di fronte al pericolo, il mondo supermaschilista decide di inserire nel programma dei Giochi delle competizioni femminili di atletica leggera. Una rivoluzione tradotta immediatamente nei numeri relativi alle presenze femminili. Se nelle prime edizioni dei Giochi si trattava di poche decine, ad Amsterdam 1928 le donne iscritte crebbero arrivando a contare ben 275 iscrizioni, ovvero il 10 per cento del totale dei presenti. Innescato da Milliat, il moltiplicatore ha continuato a promuovere l’attività femminile ed è così che negli Anni 70 le donne hanno toccato un dato numerico che non è solo simbolico: quota 1.000. E oggi? Oggi spesso sono le donne che portano in alto il prestigio sportivo italiano azzurro: Valentina Vezzali, la regina del fioretto mondiale che dopo aver vinto come nessun’altra nella storia olimpica della scherma ha assunto un importante ruolo politico, diventando Sottosegretaria allo Sport (vedi a pagina 99). E Federica Pellegrini che cercherà di allungare una carriera mitica, cominciata con l’argento ad Atene 2004 (vedi a pagina 52). È stata lei a vincere il primo oro femminile del nuoto italiano ai Giochi nel 2008, unica nella storia capace di salire sul podio mondiale per otto volte consecutivamente nella stessa gara (i suoi 200 metri stile libero): una longevità sconosciuta al mondo delle piscine. E, per finire, non è possibile non parlare della forza morale e del sorriso contagioso di Bebe Vio, campionessa paralimpica e mondiale di scherma, invincibile in gara nonostante l’amputazione di gambe e avambracci in seguito a una meningite fulminante che l’ha colpita a 11 anni. Il fioretto per lei è stato salvezza, riscatto, vita. E lei è un insegnamento di vita. ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’idea che le ragazze non siano competitive è nata nell’antica civiltà greca per ridurle ai ruoli di riproduzione e di cura di piccoli, anziani, malati 32

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Data: 02-07-2021 21:40:09 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT



G R A Z I A SPEC IALE

SE VINCIAMO NOI, VINCE TUTTO LO SPORT

Durante i campionati Europei la Nazionale di calcio ha entusiasmato gli italiani. Ma a Tokyo gli azzurri e le azzurre del calcio non ci saranno. Tuttavia, spiega MILENA BERTOLINI, commissaria tecnica della squadra femminile, ogni rivoluzione che comincia sul campo verde finisce per migliorare ogni disciplina. Il prossimo obiettivo? «La parità di stipendio»

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desso che il calcio femminile si è messo in moto non si ferma più». Parola di Milena Bertolini, commissaria tecnica della Nazionale di calcio femminile e una delle tre allenatrici abilitate a guidare una squadra di maschi in Serie A. La sua voce ha accompagnato le partite degli Azzurri agli Europei, dove la Nazionale di Roberto Mancini ha regalato notti magiche. Le sue partite ci hanno aiutati a uscire dal clima della pandemia. «Il calcio fa sognare, è leggerezza e spensieratezza. Ed è anche lo sport più bello del mondo», dice Bertolini. Il ritorno alla normalità è segnato dal tifo per l’Italia? «Veramente il calcio non si era mai fermato ed è stato un simbolo per tutti. È uno dei pochi sport che durante la pandemia non ha subito stop. Ora, con gli Europei, è scoppiato l’entusiasmo, anche per la possibilità di avere il pubblico in presenza. Sono segnali di normalità, di leggerezza, di divertimento». Europei che hanno unito ancora di più il Paese. «Vedere l’entusiasmo è stato un bel segnale». Ormai è normale anche vedere una bambina con gli scarpini da calciatrice. «Lo è sempre di più, ma la partita per la parità

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rimane lunga. Siamo in un momento nel quale il movimento del calcio femminile è molto cresciuto, però ancora non abbiamo ottenuto il 100 per cento». Lei è fra le pioniere del calcio italiano. «Dal Mondiale del 2019 in poi il calcio femminile è diventato visibile. E se siamo dove siamo oggi lo si deve alla resilienza di chi c’è stato prima. Sicuramente è cambiata la percezione, ora c’è una tendenza a considerare anche il calcio femminile come uno sport importante. Non siamo ancora alla normalità, ma è un fenomeno inarrestabile». La abbiamo vista commentare in tv le partite della nazionale agli Europei: è un cambiamento. «Il fatto che sia una donna a commentare le partite degli Europei spero aiuti la normalizzazione. Non dico che vorrei incidere, ma sicuramente aiutare nel cambiamento culturale, sì. Muovere i ragazzi a cambiare, a percepire in maniera diversa lo sport». Lei come ha iniziato a giocare a calcio? «Sono nata con una predisposizione per lo sport. Dove abitavo, a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, giocavano tutti a calcio e così mi sono messa a farlo anch’io». Perché ama il calcio?

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di LETIZIA MAGNANI foto di FRANCESCO PECORARO

Data: 02-07-2021 21:55:35 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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MILENA BERTOLINI, 55 ANNI, COMMISSARIA TECNICA DELLA NAZIONALE FEMMINILE DI CALCIO.

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Data: 02-07-2021 21:55:36 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A MILENA BERTOLINI

«È uno sport bellissimo, lo consiglio a una ragazza, perché è formativo. Ti fa crescere, come donna e come persona». Anche per questo lo sport di base è importante? «Certo, è fondamentale. È stato un colpo al cuore vedere tanti ragazzi fermi per un anno e mezzo. Dovremo essere noi adulti, incluse le istituzioni, a far tornare i bambini a giocare sui campi, non solo quelli di calcio. Perché lo sport è socialità, è passione. Il rientro alla normalità è anche poter fare sport con gli amici. In questi ragazzi resterà se non una cicatrice, sicuramente un vuoto. Non possiamo far vincere la paura, dobbiamo invece puntare sul ritrovare le capacità relazionali. Fare sport aiuta a crescere, a pensare meglio, a essere migliori». In alcune occasioni l’Italia di Mancini non si è inginocchiata contro il razzismo. Che cosa ne pensa? «Credo che inginocchiarsi debba essere considerato un gesto personale. Ognuno deve poter scegliere in autonomia, sapendo che chi ha un ruolo pubblico, nel momento in cui compie un’azione, diventa un esempio e, nel caso di un calciatore o di una persona con una responsabilità pubblica, anche un simbolo. Il tema è la responsabilità». Sono simboli anche le calciatrici italiane? «Certo, la nazionale femminile è sempre più amata, anche perché le ragazze sono esempi positivi. Il loro comportamento fuori e dentro il campo ispira altre donne a dare il meglio». Qual è stato per lei il momento più emozionante? «La prima volta che ho giocato in una squadra femminile, prima giocavo in squadre miste. Ma anche la prima volta in Serie A. E il mio debutto in Nazionale, avvenuto nel mitico stadio londinese di Wembley. Lo sport mi ha regalato tante emozioni positive. E alcune negative, perché il calcio include le delusioni. Poi ci sono le vittorie. La più emozionante, come allenatrice, è stata aver ottenuto la qualificazione della Nazionale ai Mondiali di Francia 2019 (l’Italia non ci riusciva da 20 anni, ndr). Ma è emozionante

anche preparare le bambine e i bambini, vederli migliorare in campo». Qual è l’insegnamento che ci viene dall’estero sul calcio femminile? «Abbiamo tanto da imparare. Ovunque negli Stati avanzati e democratici, nel Nord Europa e negli Stati Uniti, lo sport femminile è considerato tanto quanto quello maschile. In Italia raggiungeremo formalmente la parità, ma solo nel calcio, il prossimo anno, quando finalmente le calciatrici saranno riconosciute come professioniste». Su che cosa le donne devono ancora lottare, nel calcio e nello sport? «La parità piena è ancora di là da venire. Maternità e parità salariale sono ovviamente i due temi più importanti, ma non solo. Sono anche la considerazione, lo status, gli ingaggi delle atlete nel resto nel mondo a essere diversi. Altrove uomini e donne dello sport sono pari, in Italia no». Quanto tempo ci vorrà ancora? «Credo almeno dai quattro agli otto anni. Penso in termini di tempi olimpici (le Olimpiadi cadono ogni quattro anni, ndr). Ma sicuramente rispetto a qualche anno fa il movimento del calcio femminile ha fatto passi avanti». Che cos’altro serve per la parità dentro e fuori dal campo? «Più donne nei ruoli decisionali. Perché non basta avere tante atlete che giocano a calcio, o che praticano sport ad alto livello, servono anche più donne nei luoghi nei quali si prendono le decisioni. Quanti presidenti di club donna ci sono in Italia? Le donne ci sono nel calcio, ma a che livello? Decidono o no? La differenza passa da lì». C’è una nota positiva che dà speranza? «In soli due anni, cioè dai Mondiali del 2019, è cresciuto il rispetto per la Nazionale di calcio femminile. Le calciatrici sono inarrestabili e lo dimostreranno, anche in campo». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE VITTORIE DELLE AZZURRE La Nazionale femminile italiana di calcio si è coperta di gloria ai Mondiali del 2019 in Francia, dove è arrivata ai quarti di finale, prima di essere eliminata dall’Olanda (squadra giunta poi in finale). La vittoria è andata agli Stati Uniti, guidati dalla capitana Megan Rapinoe, 36 anni, diventata un simbolo globale di inclusione. Le italiane del calcio non saranno però alle Olimpiadi di Tokyo. Ai Giochi si affronteranno 12 squadre, tra cui le favorite Stati Uniti e Olanda, ma anche Svezia, Gran Bretagna e Brasile. A Tokyo sarà assente anche la rappresentativa olimpica dei maschi.

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Data: 02-07-2021 21:55:38 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT



G R A Z I A SPEC IALE

FORZA, FATEMI EMOZIONARE Anche chi non ha mai amato gli sport resta affascinato dagli atleti olimpici. Perché, spiega qui la scrittrice Annalena Benini, le loro vite raccontano la storia di chi, per assecondare il proprio talento, è disposto a mettersi in gioco, a fallire, a cadere e a rialzarsi di ANNALENA BENINI

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ono l’esempio vivente del fallimento di ogni sport. Non ne pratico più nessuno e non entro in una palestra da almeno 25 anni, al netto degli accompagnamenti dei miei figli. Non vado a correre, non faccio esercizio fisico, non faccio nemmeno yoga o pilates, non faccio niente tranne camminare. Per il mio compleanno un’amica mi ha regalato due massaggi, non so se possa essere considerato sport, non credo, ma non ho ancora trovato il tempo di andare a riscuoterli, anche se ogni mattina giuro che oggi lo farò, al massimo domani. Il contapassi del telefonino è il mio unico contatto pratico con il mondo dello sport. Per non abbassare la media quotidiana dei passi, sono capace di attraversare la casa cento volte alle due di notte, ma è tutto quel che ho da offrire alla disciplina del corpo. Da ragazzina facevo ginnastica artistica, poi ritmica, mi piaceva molto, ma non abbastanza: mi piaceva tendere le punte, tendere le gambe, cercare una grazia, saltare, lanciare in aria la palla blu e poi riprenderla. Non ero particolarmente brava, ma nemmeno par-

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Foto TRUNK ARCHIVE

ticolarmente negata, ma preferivo sempre leggere o andare al cinema o chiacchierare o fantasticare o prendere il treno per andare da qualche parte. L’ho sempre preferito a tutto, e quindi anche a sudare, cambiarmi, gareggiare, tirarmi i capelli indietro con le forcine. E così alle fine anche giocare a tennis, sciare, nuotare, la pallavolo, la corsa: tutto è stato in poco tempo vinto dalla mia pigrizia e da una troppo scarsa competitività. Se fossi una delle magnifiche ragazze italiane che parteciperanno alle Olimpiadi di Tokyo per la ginnastica artistica, mi disprezzerei. Io, invece, loro le adoro. Resto incantata a guardarle per ore, cerco su YouTube sempre nuovi esercizi, nuovi volteggi, mi tormento quando sbagliano un passo, quando atterrano male dopo un salto. Quando cadono, mi si annoda lo stomaco. Vorrei applaudirle, incontrarle, dire loro quanto sono brave e quanto ammiro i loro sacrifici e la loro dedizione. L’aver offerto la vita, l’adolescenza e il corpo a uno

sport, a uno scopo. Leggo le loro biografie, conosco le storie dei loro genitori, ammiro anche la decisione del padre di Serena e Venus Williams, le tenniste, di allevare due campionesse: con le racchette di seconda mano, allenavano il dritto e il rovescio sulle palline sgonfie che lui lanciava loro, così allo stesso tempo risparmiavano sull’acquisto di nuove palline e le due sorelle imparavano a colpire più forte. Queste storie mi affascinano per l’impegno, per l’obiettivo, per la cura quotidiana del proprio sogno di grandezza. Tutte le campionesse e i campioni, tutti gli atleti che si contendono le medaglie adesso a Tokyo hanno infatti un sogno di grandezza che non è iniziato ieri, ma che è stato coltivato con tutte le forze, spesso con le forze anche dei genitori e dei fratelli, delle sorelle, le forze di tutta la famiglia concentrate sulla competizione e sull’eliminazione dei sabati e delle domeniche, sulla rinuncia alle cose normali, alle serate con gli amici, a una giornata di ozio. So che non è una prigione, ma una grande libertà. Io ho esercitato la mia libertà di rifiutare lo sport, per mancanza di talento e di passione, e questi ragazzi e queste ragazze hanno esercitato la libertà, per talento e passione, di piegare il corpo per moltiplicarlo e renderlo vincente, invincibile, per fargli superare ogni volta il limite. È una libertà, questa, che comincia nel cervello prima di tutto. Che dice: posso arrivare fino là, sono disposto a mettermi in gioco, a fallire, a cadere, a rialzarmi e fare meglio. Posso arrivare fino là perché lo voglio e anche perché voglio che il mondo lo riconosca. Voglio gli applausi, le medaglie, voglio che mia madre sia fiera di me. Voglio che i sacrifici vengano ripagati. Ma soprattutto, voglio sentire questo fremito di essere vivo, di essere al massimo. Questo dolore al polpaccio che si tende, questa paura che diventa eccitazione e che diventa vittoria. Vorrei provare questa sensazione, e la provo attraverso le loro facce, la loro esultanza, le loro lacrime, le lacrime dei loro avversari. Non serve essere sportivi per amare lo sport e l’idea delle Olimpiadi, cioè la massima espressione mondiale dello sport: forza ragazze, fatemi sognare. ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Data: 02-07-2021 21:53:12 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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CATRICE.EU


G R A Z I A SPEC IALE

AI GIOCHI DI TOKYO CI SARANNO CINQUE TUFFATORI ITALIANI. SOTTO, L’EX CAMPIONE E COORDINATORE TECNICO DELLA FEDERAZIONE NUOTO GIORGIO CAGNOTTO, 74 ANNI.

Foto A.MASINI/DEEPBLUEMEDIA.EU, GETTY IMAGES

COME SI ALLENA UN SUPERATLETA Sul trampolino delle sue prime Olimpiadi, proprio a Tokyo, nel 1964, il tuffatore GIORGIO CAGNOTTO era salito con la leggerezza di un diciassettenne. Col tempo, preparando la figlia Tania, ha visto crescere una nuova generazione di campioni: «Oggi ci si esercita sempre, si fa tantissima palestra e occorre una grande specializzazione», dice. «Perché un olimpionico sa che non gli verrà perdonata la minima distrazione» d i E N R I CA B RO CA R D O

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Data: 02-07-2021 21:08:06 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A GIORGIO CAGNOT TO

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iorgio Cagnotto sempre gareggiato in entrambe parla al telefono le specialità. Adesso una cosa del durante una «paugenere è impensabile». sa nonno». Sua figlia Tania, Lei è alto un metro e 63. Il f isico campionessa di tuffi come lui, compatto l’ha aiutata? lo scorso marzo ha avuto la sua «Sono piccolo ma, come dico io, seconda bambina, Lisa, dopo essono un longitipo. Ho gli arti sere diventata mamma di Maya, lunghi». nel 2018. Lati positivi e negativi di alleGIORGIO CAGNOTTO CON LA FIGLIA TANIA, 36 ANNI, Lui, 74 anni, due medaglie d’ar- NEL 2015 QUANDO LA CAMPIONESSA VINSE NEI TUFFI nare la propria f iglia? gento e due di bronzo, insieme LA MEDAGLIA D’ORO AI MONDIALI DI NUOTO IN KAZAN. «Fino ai 7, 8 anni è stata mia con l’amico-antagonista Klaus moglie (Carmen Casteiner, LEI HA COLLEZIONATO DUE MEDAGLIE OLIMPICHE. Dibiasi (si conoscono dal 1957) anche lei campionessa di tuffi, ha “inventato” la scuola dei tuffi ndr) a seguire Tania. Ma essere la in Italia. Oggi è il coordinatore tecnico della Federazione madre che la obbligava a fare i compiti e l’allenatrice era nuoto, dopo aver vinto molto altro come allenatore di troppo. Il nervosismo, a casa, era diventato intollerabile. altri atleti, fra i quali sua figlia e Francesca Dallapé che, Così le ho detto: “Dividiamoci i compiti, mi occupo io insieme, si aggiudicarono un argento nei tuffi sincro alle della preparazione in piscina”. Quando Tania è diventata Olimpiadi di Rio del 2016. «Volevano provare a qualifiun po’ più grande, qualche discussione l’abbiamo avuta. carsi, poi è arrivato il Covid, il rinvio dei Giochi, Tania Per esempio, quando voleva andare a ballare in discoteca è rimasta incinta. Insomma, quest’anno le Olimpiadi le e a me toccava andarla a prendere. Ma sono cose che seguirò da casa. È stato il destino». capitano in tutte le famiglie». La sua prima Olimpiade è stata proprio a Tokyo nel 1964. Quanto conta la genetica e quanto l’esempio? «Avevo 17 anni, ma era come se ne avessi avuti 13. La «Né io né mia moglie l’abbiamo spinta all’agonismo. mia partecipazione fu una sorta di premio che il Coni mi Tania aveva una predisposizione naturale. Era bravissima aveva concesso per i risultati ottenuti a livello nazionale. anche a sciare, ma non le andava perché soffriva il freddo. Klaus Dibiasi, all’epoca, era già un atleta affermato e, In piscina, invece, si divertiva con le sue amiche. Forse infatti, vinse l’argento. Io nulla, arrivai decimo». ha preso il coraggio della mamma che si tuffava senza Che ricordi ha? esitazioni da 10 metri e la potenza muscolare da me». «Intanto la piscina. Noi eravamo abituati ad allenarci Che cosa si prova un attimo prima di lanciarsi da quell’alall’aperto. A Torino c’era un solo impianto coperto, ma tezza? era una specie di grossa vasca da bagno, sempre piena di «Nonostante abbia persino vinto una medaglia di bronzo, genitori e bambini. Non avevamo mai visto una piscina a Monaco nel 1972, la piattaforma non mi è mai piaciuta olimpionica, ci sedemmo sulle tribune a guardarla increproprio perché non mi andava la sensazione di stare in duli. E mi ricordo il terremoto, con tutti che scappavano bilico lassù». dalle casette del villaggio olimpico, e la tecnologia all’aInvece, al trampolino ha sf iorato la medaglia d’oro due vanguardia. Comprai una macchina fotografica che in volte. Colpa di errori dovuti all’emotività, quelle che lei Italia era futuristica. Inoltre, dopo le gare, ci mandarono, chiama le “cagnottate”? come premio, a visitare Kyoto su un treno che viaggiava «A Monaco ho fatto una stupidaggine, posso dire di aver a circa 300 chilometri all’ora. A noi, abituati a viaggiare perso l’oro. Invece, nel 1976, a Montréal, posso dire di nei vagoni con le galline, sembrava di stare in aereo». avere vinto l’argento. Phil Boggs era più forte di me». Quanto è cambiato il mondo dell’agonismo? A proposito di Monaco, quella fu l’edizione dell’attacco «Allora era un po’ un gioco. Finita la scuola, passavo i tre terroristico palestinese contro gli atleti israeliani nel vilmesi estivi allo stadio del nuoto di Torino, erano le mie laggio olimpico. Lei c’era quando è successo? vacanze. Non sono un nostalgico, ma io mi divertivo, «Avevo giusto finito le gare ed ero andato a festeggiare. mentre per gli atleti di adesso la fatica è tanta e non c’è Quando siamo tornati, abbiamo trovato una confusione tempo per nessuna distrazione. Noi, dopo le gare, poteenorme. Tra l’altro, gli alloggi degli italiani e degli israevamo andarcene in giro, fare qualche “scematina”. Oggi liani erano vicini. Ma che cosa fosse accaduto davvero gli allenamenti sono costanti, si fa tantissima palestra, l’abbiamo capito solo il giorno dopo». potenziamento e occorre una grande specializzazione. Come sarà guardare l’Olimpiade in tv? Anche se fisicamente ero più predisposto per il trampolino «Strano. Ma, del resto, tutto ha una fine». ■ da tre metri di altezza che per la piattaforma da dieci, ho © RIPRODUZIONE RISERVATA

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G R A Z I A SPEC IALE

UNO STILE DA PREMIARE L’inno di Mameli stampato sulle divise italiane firmate da Giorgio Armani. La regina dei reality Kim Kardashian che veste la nazionale americana. I canadesi in Levi’s e gli svedesi che scelgono un marchio giapponese. A Tokyo anche la moda è protagonista di MARINA SPEICH

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e Olimpiadi di Tokyo saranno ricordate non solo per la pandemia, che fino all’ultimo le ha rese così incerte, ma anche per le ispirazioni moda che le animeranno. I grandi stilisti entreranno infatti sul palcoscenico delle gare con le loro creazioni. Le Olimpiadi e il mondo dello sport stanno cambiando la moda, esattamente come la moda sta cambiando le Olimpiadi. Il mondo dello sport già da qualche stagione è una grande ispirazione per gli stilisti: le sneakers dei grandi marchi sono diventate oggetto di desiderio planetario e sono entrate prepotentemente sulle passerelle. L’ultimo esempio, in ordine di tempo: all’ultima sfilata Crociera di Dior gli abiti da sera disegnati dalla direttrice artistica delle linee donna della maison, Maria Grazia Chiuri, sono stati indossati da modelle in sneakers. E i tessuti tecnici sono diventati protagonisti delle collezioni,

come è successo per la collezione Crociera 2022 di Louis Vuitton. A Tokyo ancora una volta la squadra azzurra sarà vestita dal re dell’eleganza italiana, Giorgio Armani. Questa volta con una nota di patriottismo: all’interno dei capi sono infatti riportati i versi dell’inno nazionale, all’insegna della coesione e del senso di appartenenza al nostro Paese. EA7 Emporio Armani è infatti il marchio ufficiale del team italiano, in collaborazione con il Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) e il Cip (Comitato Paralimpico Italiano). Gli atleti indosseranno tute, costumi e body che potranno acquistare tutti: sono disponibili nei negozi del marchio e online. «È un onore e un privilegio vestire le nostre squadre olimpiche e paralimpiche, in questo momento in particolare. Il periodo che stiamo vivendo ci chiama a

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Foto LUCA ANZALONE, JOEL GRIFFITH, VANESSA BEECROFT

QUI SOPRA, LA PALLAVOLISTA ITALIANA PAOLA EGONU. A DESTRA, I CAPI DISEGNATI PER GLI ATLETI USA DA RALPH LAUREN. NELLA PAGINA ACCANTO, DA SINISTRA, ATLETI SVEDESI CON I CAPI UNIQLO; LA NUOTATRICE AMERICANA HALEY ANDERSON. ATLETE E ATLETI DEGLI USA INDOSSERANNO BIANCHERIA E PIGIAMI DEL MARCHIO SKIMS DI KIM KARDASHIAN.

un grande impegno: per uscire dall’attuale situazione dobbiamo riscoprirci umani, leali, impegnati, che è quanto gli atleti fanno ogni giorno, dandoci un meraviglioso esempio», ha commentato Giorgio Armani. Il suo legame con il mondo dello sport è sempre stato forte. Oltre a essere proprietario di Olimpia Milano, la squadra di basket più titolata d’Italia e una delle più vincenti in Europa, lo stilista sostiene per esempio Obiettivo 3, la società sportiva fondata da Alex Zanardi che incoraggia e dà spazio agli atleti con disabilità, accompagnandoli verso le Paralimpiadi. Negli Stati Uniti a firmare la collezione per le squadre e le uniformi della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi è Ralph Lauren. Quest’anno lo stilista americano punta sulla sostenibilità: utilizza, per esempio, una tintura del cotone più rispettosa dell’ambiente, che riduce lo spreco di acqua, mentre le giacche da cerimonia sono di poliestere derivato dalle bottiglie riciclate. «Dobbiamo capire la nostra responsabilità nei confronti del pianeta che tutti chiamiamo casa. Per questo siamo orgogliosi di continuare a investire sulle innovazioni sostenibili», ha commentato David Lauren, vicepresidente del marchio. Ma anche la super influencer e imprenditrice Kim Kardashian lascerà la sua firma alle Olimpiadi di Tokyo: ha creato una collezione intimo appositamente pensata per la nazionale americana. I suoi capi hanno il logo Team USA, la bandiera americana e i cinque cerchi olimpici e Kim, seguita da 232 milioni di follower, ha dichiarato di essere orgogliosa perché le Olimpiadi sono un po’ una cosa di famiglia: il suo

patrigno Caitlyn Jenner è stato campione olimpico del decathlon ai Giochi di Montréal 1976. La squadra svedese, invece, vestirà uniformi disegnate dal giapponese Uniqlo, che punta sulla qualità e la sostenibilità e conferma il suo forte legame con lo sport: è per esempio sponsor del grande campione di tennis svizzero Roger Federer. Il look più originale della cerimonia di chiusura ce l’avranno gli atleti canadesi: indosseranno infatti una giacca in denim con scritte e la bandiera canadese in stile graffiti e street art, create da Levi’s insieme con Hudson’s Bay, la più famosa catena di abbigliamento canadese. La Francia ha scelto il rosso, il blu e il bianco, i colori della bandiera, per l’abbigliamneto disegnato da Lacoste e Le Coq Sportif. Anche Omega inizia il conto alla rovescia per Tokyo 2021. Cronometrista ufficiale delle Olimpiadi, la maison svizzera utilizza tecnologie sempre più sofisticate per misurare il tempo nelle gare, servendosi di sensori di movimento che quest’anno permettono, per esempio, di contare il numero di bracciate di ogni nuotatore. Per l’occasione Omega ha realizzato orologi dedicati proprio ai Giochi di Tokyo, alcuni in edizione limitata, come il Seamaster Aqua Terra Tokyo 2020 Limited Edition, con l’emblema di Tokyo 2020 inciso al laser, il Seamaster Planet Ocean Tokyo 2020 Limited Edition, che nel quadrante riprende la bandiera giapponese e il Seamaster Diver 300m Tokyo 2020, che celebra invece gli sport acquatici delle Olimpiadi. ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Data: 02-07-2021 20:46:43 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A SPEC IALE

LA MIA PRIMA MEDAGLIA E QUELLE CHE ANCORA MANCANO Nessun nuotatore italiano, prima di Novella Calligaris, nel 1972, era mai salito sul podio olimpico. «Lo sport», dice lei a Grazia, «può ispirare i ragazzi e renderli capaci di affrontare ogni sfida, ma ora deve cambiare». In che modo? Pagando le donne come gli uomini, sostenendo la maternità delle atlete e liberando i campioni dall’invadenza dagli sponsor d i M O N I CA B O G L I A R D I

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di NOME COGNOME

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Foto OLYCOM/LAPRESSE, CONTRASTO, GIRELLA/LAPRESSE

LA NUOTATRICE NOVELLA CALLIGARIS, OGGI 66 ANNI, CON LE MEDAGLIE VINTE ALLE OLIMPIADI DI MONACO IN GERMANIA NEL 1972. A SINISTRA, DALL’ALTO: CALLIGARIS A 13 ANNI; IN VASCA NEL 1970; L’EX CAMPIONESSA OGGI; LA NUOTATRICE A 16 ANNI E NEL 1969 DAVANTI ALLE COPPE.

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G R A Z I A NOVELLA CALLIGARIS

È

stata la prima atleta del nuoto italiano a vincere una medaglia olimpica. Un argento e due bronzi a Monaco 1972, e a quelle Olimpiadi esplose la sua popolarità: Novella Calligaris, minuta nel suo metro e 67 per 48 chili, non ancora 18enne, immancabilmente fotografata vicino alle gigantesche nuotatrici della Germania Est, divenne la stella dello sport italiano. Una carriera breve, la sua, ma dai 13 ai 20 anni vinse 71 titoli individuali. Oggi è presidente dell’Associazione Atleti Azzurri e Olimpici d’Italia e dal 1975 fa la giornalista sportiva. Prima che racconti gare e personaggi di Tokyo 2021 come inviata di RaiNews 24, Grazia l’ha intervistata. Che cosa ricorda delle sue Olimpiadi? «Quelle di Città del Messico 1968 furono per me come Disneyland: a 13 anni per la prima volta incontravo atleti di tutto il mondo. A Monaco arrivavo con record europei, ero l’unica da finale, ricordo che la pressione su di me era forte: ma l’allenatore Bubi Dennerlein fu bravo nel proteggermi. E io, con una sorta di training autogeno, mi isolavo da tutto. Bubi mi aveva preparato anche prima, però: mi aveva portato in Germania Est per abituarmi allo stile delle tedesche e all’idea di esserne sconfitta». La differenza f isica con quelle atlete, che si credeva fossero dopate, era impressionante. «A chi chiede che restituiscano i premi olimpici dico che erano vittime di un sistema. Dopo anni alcune sono morte, altre hanno avuto tumori o figli deformi. A loro restano solo le medaglie; noi, invece, abbiamo la vita». Come affrontava, da 13enne, sacrif ici e rinunce? «Non ne facevo. La domenica uscivo con gli amici. E in settimana mi allenavo in una società sportiva all’avanguardia, creata dalla famiglia Grassetto: un college con clubhouse, tutor, bus che ci venivano a prendere per gli allenamenti. Era la Padova degli anni di piombo e della droga. I genitori erano contenti che frequentassimo quell’isola felice. Sono ancora in contatto con le amiche di quel periodo. Niente rinunce, semmai qualche sorpresa esterna: la stampa, che mi fotografava fuori da scuola, e i paparazzi intrufolati alle feste alle quali andavo». Poi arrivò Monaco 1972, le Olimpiadi della fama. E del blitz anti-Israele. Dov’era quella notte? «Al Villaggio Olimpico le palazzine degli atleti erano in ordine alfabetico, l’italiana era vicino all’israeliana, ma le donne alloggiavano in villette più lontane. Io dormivo con la mia amica Chicca Stabilini, il giorno dopo volevamo procurarci i biglietti per le gare d’atletica. Quella notte Chicca mi svegliò: c’era stato uno scoppio. La mattina

andammo alla palazzina italiana, per cercare quei biglietti: c’era gran confusione. Non ci videro salire al quarto piano. Da lì, a pochi metri da noi, scorgevamo persone mascherate, ma noi non capivamo che cosa stesse succedendo. Poi due guardie tedesche, vedendo che davamo notizie ai piani di sotto, con il citofono, ci portarono via. Solo all’aereoporto realizzammo: una nuotatrice israeliana che conoscevamo bene piangeva disperata: il fidanzato era tra gli 11 uccisi». Lei si ritirò non ancora ventenne. «M’interessava fare altro. E poi, con il mio carattere libero, forse avrei avuto difficoltà con i paletti e i doveri che sarebbero arrivati dopo nello sport: sponsor, interviste, social». Le nostre atlete non sono professioniste. Firmano, come dilettanti, scritture private senza tutele assicurative e contributive, spesso con clausole anti-maternità. Che cosa si può fare per la parità di genere sportiva? «Gli azzurri a Tokyo sono quasi pari: 171 atleti e 169 atlete. Questa è la prima volta e fa ben sperare. Il passaggio al professionismo, per entrambi, dopo il Covid è complesso: molte associazioni sportive, in cattive condizioni, non riapriranno. Regolarizzare ora il professionismo femminile causerebbe ulteriore crisi: è giusto, ma va fatto per gradi. Intanto, per le atlete in maternità, c’è un fondo di solidarietà. Sulla parità economica, concordo che le donne siano pagate come gli uomini che valgono come loro. Ma nello sport è il mercato che fa il prezzo di un atleta, uomo o donna: cioè quanto il suo personaggio attira gli sponsor. Ciò che è urgente è la battaglia perché sport e scuola siano sinergici. E lo sport diventi un diritto previsto dalla Costituzione: ispirando e abituando i giovani al rispetto delle regole, è una forma importante di educazione a qualunque sfida della vita. E un Paese in cui, accanto al diritto all’istruzione, c’è quello all’educazione sportiva, risparmia in sanità». In quali discipline potremo dare molto a Tokyo? «L’arrampicata, lo skate e il surf hanno belle carte da giocare. Ma ci possono essere belle sorprese in tutti gli sport della nostra squadra». Chi sono oggi le rivali delle nuotatrici azzurre? «In Giappone c’è il mondo intero. Chiunque: chiunque può fare un exploit e va temuto. Io stessa nel 1972 non ero candidata al podio. E Federica Pellegrini ad Atene 2004 vinse un argento quasi da sconosciuta. Le Olimpiadi sono gare secche: le vinci quel giorno, a quell’età, e nel momento in cui i tuoi avversari non sono in stato di grazia». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Le Olimpiadi sono gare secche. Le vinci quel giorno, a quell’età e nel momento in cui i tuoi avversari non sono in stato di grazia»

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G R A Z I A SPEC IALE

I talenti italiani per cui tiferemo. Gli atleti stranieri da non perdere. Le icone del passato che hanno scritto la storia dei Giochi. Grazia ha scelto i protagonisti dello sport che ci hanno fatto e ci faranno emozionare

Foto TRUNK ARCHIVE

UN’OLIMPIADE PER RINASCERE

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Data: 02-07-2021 20:09:11 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT



G R A Z I A SPEC IALE

LA GARA INFINITA DI FEDERICA FEDERICA PELLEGRINI ha scritto la storia del nuoto mondiale. La sua quinta volta ai Giochi sarà anche l’ultima. «Voglio provare di nuovo», dice a Grazia, «la stessa emozione di quando avevo 16 anni: la tensione che ti mangia dentro» di MARINA SPEICH foto di ROSSANO RONCI

NELLA PAGINA ACCANTO, FEDERICA PELLEGRINI (COSTUME JACKED). LA NUOTATRICE COMPIRÀ 33 ANNI IL 5 AGOSTO. È ALLA QUINTA OLIMPIADE. AI GIOCHI HA VINTO UN ORO E UN ARGENTO. IN CARRIERA HA VINTO, TRA GLI ALTRI, SEI MONDIALI E SETTE EUROPEI.

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Data: 02-07-2021 20:08:43 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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on è da tutti partecipare a cinque Olimpiadi. Federica Pellegrini, leggenda del nuoto azzurro, per non pensare troppo allo stress degli allenamenti si è messa, nell’ordine, a coccolare in ogni momento libero i quattro cuccioli nati dai suoi due bulldog francesi, Vanessa e Rocky, e a sperimentare balletti sui ritmi allegri e contagiosi della cumbia argentina con la ranista Martina Carraro. Ha voglia di leggerezza, la Divina, com’è stata soprannominata la nostra regina del nuoto: con la sua frangetta scanzonata non sembra aver voglia di prendersi troppo sul serio. In realtà si sta avvicinando alle Olimpiadi di Tokyo con la solita grinta e determinazione, consapevole che «dovrò essere al 120 per cento perché le gare vadano bene. Non bisognerà sbagliare neppure una virgola». Ma rimandare di un anno i Giochi e, in autunno, scoprire di essere positiva al Coronavirus è stata una prova difficile da superare e anche lei, come ognuno di noi, è stata travolta dall’atmosfera cupa della pandemia: ha sofferto per i lockdown e per l’incertezza in cui siamo stati immersi, si è sentita disorientata, rassegnata e soprattutto arrabbiata. «Quando mi hanno detto che ero stata contagiata sono scoppiata in lacrime: non per la paura, perché dentro di me sapevo, vista la mia età, che probabilmente avrei superato il virus, ma ero molto arrabbiata. Noi nuotatori siamo stati completamente fermi per sei mesi, mi ero ributtata in acqua dopo il lockdown della primavera 2020, avevo ripreso i miei ritmi. Fermarmi di nuovo per tre settimane in ottobre perché ero positiva non ci voleva: ci sono rimasta male». A 32 anni, dopo quasi vent’anni di carriera, la fatica di questa lunga preparazione a singhiozzo si è fatta sentire: «Sto bene, mi sto allenando tanto, i ritmi sono incoraggianti anche se la quantità di lavoro in vasca è elevata. Ma siamo agli sgoccioli, intorno al 21 luglio partirò per Tokyo e davanti a quei blocchi di partenza vivrò la stessa emozione di quando avevo 16 anni: la tensione che ti mangia dentro», dice Federica. «Ma in questi giorni a volte la stanchezza che provo è talmente intensa da farmi perdere l’equilibrio psicologico. Non ho più la freschezza dei 20 anni anche se ce la metto tutta. E per motivarmi ogni tanto rileggo una frase del giornalista e scrittore Massimo Gramellini: “Se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo”». Ma la nostra stella del nuoto ci ha insegnato che, nei rari momenti in cui ha perso l’equilibrio, com’è successo in passato quando è stata colpita da disturbi

alimentari o attacchi di panico, è sempre riuscita a superarli e soprattutto a superare se stessa, raggiungendo risultati sorprendenti. La campionessa mondiale e olimpica, primatista mondiale, non si dà mai per vinta. Perché Federica ama spostare l’asticella sempre più in alto. I Giochi in Giappone avrebbero dovuto essere la sua ultima gara in una lunga carriera. Invece no: Pellegrini quest’estate andrà ai “tempi supplementari” e, dopo i Giochi, gli italiani potranno rivederla a Napoli, a partire dal 26 agosto, all’International Swimming League, una gara a squadre, una specie di campionato del mondo di nuoto, che unisce sport e show, dove per cinque settimane si sfideranno i migliori atleti internazionali. Sarà davvero l’ultima occasione per vederla competere? Federica in passato ha annunciato più volte di smettere, ma poi ha sempre fatto dietrofront. La rivedremo magari in occasione dei mondiali del 2022, a Roma? «Non voglio parlare di “ultima gara”. È un termine che crea ansie e aspettative: meglio dimenticarlo», dice Federica, che come tutti gli atleti non ama la parola “fine”. Eppure la nuotatrice vuole davvero voltare pagina: «Avrei dovuto fare la mia ultima gara due anni fa, poi a causa della pandemia o di qualcos’altro, ho dovuto sempre rimandare. Ma per arrivare a Tokyo nel migliore dei modi ho spinto al massimo il mio corpo e la mia mente. In agosto compirò 33 anni e psicologicamente non posso continuare ancora in modo così intenso: non ce la farei». Chissà, forse Federica sta pensando alla maternità: non ha mai nascosto che sia un suo progetto, anche se negli ultimi anni sulla sua vita privata regna la privacy più assoluta. Nelle scorse Olimpiadi di Rio, quando la Divina era portabandiera, delle 28 medaglie vinte dal nostro Paese solo 11 sono state assegnate alle donne. Quelli di Tokyo saranno i Giochi della svolta, destinati a essere dominati dalle atlete? Non solo per i risultati, ma perché il pubblico è sempre più sensibile alle storie dello sport al femminile? «Le atlete saranno sempre più protagoniste alle Olimpiadi, ma non mi sento di fare distinzioni tra donne e uomini perché alla fine quella che partirà per Tokyo sarà un’Italia unita, senza distinzioni genere», dice Federica Pellegrini. «Le Olimpiadi sono una manifestazione particolare, difficile da affrontare. Spero con tutto il cuore che appassionino il pubblico sia le storie femminili sia quelle maschili: indipendentemente da come andranno i Giochi, tutto questo farebbe un gran bene allo sport». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto ROSSANO RONCI

G R A Z I A F EDERICA PELLEGRINI

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Data: 02-07-2021 20:08:50 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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ACCANTO E SOTTO, FEDERICA PELLEGRINI (COSTUME JACKED). A 16 ANNI APPENA COMPIUTI È STATA LA PIÙ GIOVANE ITALIANA A SALIRE SUL PODIO OLIMPICO, AD ATENE 2004, QUANDO VINSE LA MEDAGLIA D’ARGENTO.

IMPEGNO «Per arrivare a Tokyo nel migliore dei modi ho spinto al massimo il mio corpo e la mia mente»

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Foto MIKE POWELL/ GETTY IMAGES

Carl Lewis

Nella lista degli atleti più influenti dei Giochi c’è lui, “il Figlio del vento”. Carl Lewis, oggi 60 anni, ha stabilito record nelle gare di velocità e nel salto in lungo, vincendo in quattro Olimpiadi: ha fatto sognare i ragazzi di tutto il mondo negli anni in cui la tv iniziava a portare lo sport ovunque. Ma ha anche spianato la strada a una maggiore inclusività nello sport posando per un servizio fotografico sulle piste con un paio di décolletées da donna. 57

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G R A Z I A SPEC IALE

Foto FILIPPO GIACCAGLIA

STAVOLTA VOLO ALTO Alle passate Olimpiadi un infortunio lo costrinse a restare a casa. Ora GIANMARCO TAMBERI, primatista italiano di salto in alto, è deciso a vivere da protagonista quel sogno rimandato: «Adoro la pressione», dice. «Solo se sono con le spalle al muro, posso tirare fuori qualcosa in più» d i L U C I A VA L E R I O

GIANMARCO TAMBERI, 29 ANNI, È CAMPIONE DI SALTO IN ALTO.

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Data: 02-07-2021 19:58:45 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A GIANMARCO TAMBERI

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ianmarco Tamberi sa volare. Corre veloce e leggero e gli basta una spinta per staccare il corpo da terra. Lo fa sembrare semplice, naturale. E una volta che la gravità lo ha riportato giù, esplode in capriole di gioia cristillana. Figlio d’arte, suo padre Marco è stato finalista alle Olimpiadi di Mosca 1980 nel salto in alto, vanta una medaglia d’oro ai mondiali indoor di Portland del 2016 e tanti trofei ai campionati europei. Per l’esultanza con cui vive l’atletica Gimbo o Halfshave, come lo chiamano in molti, è tra i campioni italiani più amati. Come sta Gianmarco? «Benone. Ci siamo finalmente. Non vedo l’ora che arrivi la gara più desiderata, il pensiero è sempre lì a Tokyo». Da 200 giorni nella sua cucina c’è una lavagnetta che scandisce il conto... «L’ho scritto sul mio Instagram. Serve a ricordarmi tutti i sacrifici fatti, la delusione dell’infortunio alla caviglia poco prima di partire per le Olimpiadi di Rio, cinque anni fa». Andrà a Tokyo con i capelli biondissimi? «Li ho schiariti quest’inverno prima dei campionati europei, l’ho fatto per gioco. Adesso sto decidendo». Prima la barba a metà, adesso i capelli. Che signif icato hanno? «Mi fanno sentire un guerriero. Quando scendo in pedana inizia la mia “guerra”. Mi preparo come facevano i nativi d’America che si dipingevano il volto e il corpo prima di una battaglia. Segna il momento in cui smetti di pregare e inizi la gara. È il mio look, ma è solo quello che si vede in superficie. Il senso profondo è che inizi a combattere perché devi fare appello a tutta la forza che serve per superare gli ostacoli. Ma è anche un modo per stare concentrato sugli obiettivi». Quanto è stato complicato prepararsi in questo periodo? I

TAMBERI NEL 2016 È STATO CAMPIONE MONDIALE INDOOR ED EUROPEO DI SALTO IN ALTO.

giapponesi sono spaventati dall’arrivo di migliaia di persone che potrebbero rimettere in circolazione varianti del virus pericolose. «Il momento che stiamo vivendo è molto particolare. Prendere tutte le precauzioni sarà fondamentale, ogni delegazione sportiva seguirà i protocolli sanitari. Noi atleti staremo in bolle enormi e non avremo contatti con i giapponesi. Le Olimpiadi che si svolgono durante la pandemia possono trasformarsi in un evento sportivo con un significato ancora più importante. Sono un modo per dimostrare che il mondo può andare avanti anche fronteggiando prove così difficili». Lei è allenato da suo padre. Com’è il vostro rapporto? «Ha pro e contro. È complicato costruire un equilibrio tra padre e figlio e contemporaneamente tra atleta e allenatore. Abbiamo un carattere molto forte e negli anni ci siamo scontrati parecchio, ma ci ha sempre unito voler raggiungere un traguardo e pensare di farlo nello stesso modo». E sua madre che ruolo ha? «Non fa parte del team, ma è la mia mamma. Vive le emozioni in modo viscerale, è una mia grande sostenitrice». Verrà anche lei a Tokyo? «Purtroppo no, perché le regole ferree di queste Olimpiadi limitano la presenza degli accompagnatori. Una decisione durissima da mandare giù». E la sua f idanzata Chiara Bontempi? «Anche lei è in forse, ma stiamo facendo il possibile perché per me è un punto di riferimento fondamentale. Nella mia vita e nella mia carriera Chiara c’è sempre, mi dà sicurezza e ne avrò un bisogno pazzesco. Stiamo insieme da 12 anni. Abbiamo una relazione che mi invidio da solo». Mostrare la vita privata e dare voce alle proprie opinioni sui social network le piace? «Ho iniziato a capire l’importanza della condivisione dopo l’infortunio. L’affetto che ho ricevuto in quei mesi mi ha fatto decidere che volevo ricambiare quel calore. Desideravo mostrare a chi mi seguiva che puoi trovare dentro di te la forza per rialzarti. Tutti affrontiamo difficoltà e fallimenti, mostrarli mi è sembrato un atto dovuto, perché siamo esseri umani. I social sono pieni di foto di gente che sorride, di successi e bella vita da esibire. Non fanno per me, che sono una persona normale e come tutti ho paure e situazioni difficili da superare». Sente il peso delle aspettative che gli italiani hanno per la sua prova a Tokyo? «No, perché adoro la pressione. Quella degli altri è di gran lunga inferiore rispetto alla mia. Amo mettermi con le spalle al muro, solo così tiro fuori qualcosa in più». C’è mai stato un momento in cui ha pensato di non farcela? «Ho avuto periodi bui ma sempre seguiti da pensieri costruttivi: dovevo trovare una soluzione per tornare a saltare e essere uno dei primi al mondo. È questo che fa veramente la differenza». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

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G R A Z I A SPEC IALE

SARÒ LA VOSTRA SORELLA MAGGIORE Nata a Palermo da genitori ivoriani, MIRIAM SYLLA da bambina voleva fare la ballerina. Poi il destino l’ha portata su un campo da pallavolo e ora è la capitana della Nazionale. Un ruolo che, spiega a Grazia, ha dovuto imparare prima di tutto in famiglia da quando ha perso sua madre

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iriam Sylla, capitana della nazionale di pallavolo italiana, racconta, gesticola, ride e ha quel pizzico di follia che la rende speciale: «Credo di avere tanta follia, mi piacciono le emozioni forti, trascino le compagne di squadra, mi faccio trascinare. Dall’esterno, quando le incito, posso sembrare esagerata, ma sono autentica, sincera: io sono così». Oggi ha lo smalto rosso solo sulla mano sinistra. Un vezzo estetico o un portafortuna per le Olimpiadi? «Niente di tutto questo», risponde sorridendo. «Semplicemente l’altro giorno ero nervosa e ho iniziato a staccare lo smalto. Alla fine ho dovuto toglierlo su tutte le dita». Ha i capelli raccolti in una treccia, ma mi ha già detto che il look che vestirà in campo a Tokyo sarà una sorpresa. Nata a Palermo da genitori ivoriani, è entrata in nazionale a 20 anni, ma è una giocatrice di un talento così grande che ai Mondiali del 2018 (in cui abbiamo vinto l’argento) è stata nominata la migliore schiacciatrice in assoluto, titolo confermato agli Europei del 2019. La pallavolo era il suo destino? «Ho iniziato per caso. Anzi, volevo fare la ballerina, ma un giorno ho accompagnato una mia amica all’allenamento. Avevo 12 anni ed ero già alta. Mi hanno chiesto se volevo provare. All’inizio non era il mio sport: non ero coordinata. Nessuno voleva stare con me, un disastro. Poi è scattato qualcosa e la pallavolo è diventata il mio unico obiettivo». Ora è addirittura la capitana della Nazionale. «All’inizio pensavo di non essere all’altezza. Ho sempre immaginato che un capitano dovesse essere il mio opposto. Ma se me l’hanno chiesto vuol dire che non devo cambiare. Oggi, fascia da capitana o meno, sono la solita Miriam. Con una responsabilità in più».

In famiglia come hanno reagito? «Mia sorella è orgogliosissima. I miei fratelli conoscono una parte di me che non appare normalmente. Due anni e mezzo fa abbiamo perso la nostra mamma e spesso sono io a decidere ciò che è giusto o sbagliato. Sono la sorella maggiore e mi vedono autoritaria, quindi, secondo loro, adatta a fare il capitano». Che cosa le rimane del dolore della morte della sua mamma Salimata? «La rabbia. Ho 26 anni e non ho la mamma: un pezzo di cuore se n’è andato e nessuno me lo può ridare. Ma Miriam, la ragazza che lei ha davanti, con tutte le sue sfaccettature, è ciò che mi ha lasciato in eredità mia madre. Ed è tantissimo». Suo padre Abdoulaye è arrivato in Italia con tante aspettative: un amico gli aveva detto che qui tutto sarebbe stato facile. Non era vero. All’inizio non aveva niente. Se lei è arrivata sul tetto del mondo del volley dipende anche dalla forza del suo papà? «Sì. Ho imparato molto dal suo spirito di adattamento e dalla sua capacità di guardare le cose in modo positivo. Quando è arrivato in Italia per lui tutto era buio. Se si fosse lasciato andare, non sarei qui. Non ha mai avuto tanti soldi, ma non mi ha mai fatto mancare niente». Il Capo dello Stato ha detto al vostro team: «Vorrei che il nostro Paese fosse come voi». Che cosa ne pensa? «Dalla pandemia si poteva uscire migliorati o peggiorati. Credo che l’Italia abbia fatto un passo indietro, ma possiamo migliorare. Il Presidente Sergio Mattarella ha visto nel nostro gruppo coesione e solidarietà. Gli italiani devono capire che siamo tutti dalla stessa parte, come in una squadra di pallavolo». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto VALERIA ROSSATO/GETSPORTMEDIA, FIORENZO GALBIATI

di MARINA SPEICH

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MIRIAM SYLLA, 26 ANNI, CAPITANA DELLA NAZIONALE ITALIANA DI PALLAVOLO. SOTTO, DA SINISTRA: SYLLA IN AZIONE IN UNA PARTITA DELLA NAZIONALE DI VOLLEY; UN RITRATTO DELL’ATLETA, CHE GIOCA NELLA IMOCO DI CONEGLIANO (TREVISO).

L’ESEMPIO DEL PADRE «Quando è arrivato in Italia per lui era tutto buio. Se si fosse lasciato andare, non sarei qui. Da lui ho imparato a vedere il lato positivo delle cose»

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G R A Z I A SPEC IALE

COLPISCO SEMPRE AL CUORE

di MARINA SPEICH

NELLA PAGINA ACCANTO, ALICE VOLPI, 29 ANNI, CAMPIONESSA DI FIORETTO: HA VINTO DUE ORI AI MONDIALI.

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Si è fatta largo affrontando le star del fioretto che hanno ispirato la sua generazione. Si è innamorata sulla pedana del fidanzato Daniele Garozzo, campione nello stesso sport. Ora ALICE VOLPI vuole raggiungere ai Giochi la medaglia più preziosa per poi presentarsi all’altare con l’oro

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G R A Z I A ALIC E VOLPI

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a fiorettista Alice Volpi in questi giorni ha due sogni ricorrenti: «A volte li faccio anche a occhi aperti, mentre sono in macchina. E poi li racconto a Daniele», dice alludendo a Daniele Garozzo, il suo fidanzato, anche lui fiorettista in partenza per i Giochi in Giappone. «Quando sono più rilassata sogno il nostro matrimonio e la mia camminata verso l’altare. Ma ultimamente sogno anche la mia salita sul gradino più alto del podio. Vado a Tokyo per conquistarmi l’oro». Alice non è scaramantica: ha la consapevolezza dei fuoriclasse. E durante la nostra intervista sorride sempre: nei suoi occhi c’è il sole del Brasile di sua madre, originaria di Rio de Janeiro, ma nelle sue parole si sente la concretezza toscana del suo papà Paolo, che l’ha sempre spronata a dare di più. «Nei periodi più complicati della mia vita, mamma mi diceva: “Bravissima, non ti stancare troppo” e riusciva a smorzare la tensione, mentre il babbo mi bacchettava: un mix perfetto, ma se non ci fosse stato lui oggi non sarei qui». In che luogo è cresciuta? «A Ponte d’Arbia, vicino a Siena, un piccolo paese di 400 persone. Ci conosciamo tutti e siamo tutti vicini di casa e amici. Nel condominio ci scambiamo cose da mangiare e, se piove, chi è a casa ritira il bucato degli altri dallo stendino. Insomma, siamo una grande famiglia. Mia nonna, mancata tre mesi fa, era la regina del condominio. Stava sempre ai fornelli e i vicini passavano ad assaggiare il ragù che poi lei distribuiva. Lì vive anche un pizzaiolo e nel periodo della quarantena distribuiva l’impasto già pronto». Diventare campionessa di f ioretto: un caso o un destino? «A 7 anni il mio papà, super appassionato di scherma, mi ha portato a lezione a Siena. Credo che fare l’atleta fosse il mio destino: mi sono piaciuti sempre gli sport e in un’altra vita avrei fatto la tennista, ma sono competitiva in tutto, perfino quando gioco a carte a burraco». Il suo papà che cosa le dice ora che va a Tokyo? «Aveva già comprato i biglietti e prenotato l’albergo per venire a vedermi con mio fratello e la mia mamma e ora gli dispiace non poterlo fare. Ha già detto che starà a casa, chiuderà la porta e soffrirà da solo sul divano, davanti alla tv». Ha iniziato a vincere tardi: ha conquistato il mondiale a 26 anni e oggi ne ha 29. Ci ha messo un po’ a carburare? «Davanti a me in Italia c’erano grandissime campionesse. Valentina Vezzali ha gareggiato per una vita e sono stata

fortunata a potermi allenarmi con lei. E poi c’erano Elisa Di Francisca e Arianna Errigo: arrivare a quei livelli e superare i miei idoli non è stato facile». Eppure il suo f idanzato Daniele Garozzo, oro a Rio, sostiene che è lei l’atleta più talentuosa tra voi due. È così? «È stata la mia fortuna e il mio peso: quando ero una ragazza tutti vedevano in me un grande talento, ma avevo la testa un po’ tra le nuvole, forse è il lato brasiliano del mio carattere. Ci ho messo un po’ a trovare continuità e costanza. Ora mi sento un’atleta matura». Nello sport c’è a volte sessismo: alla tennista Serena Williams, 39 anni, qualche mese fa hanno detto che era troppo vecchia per gareggiare. A Roger Feder, stessa età, nessuno oserebbe rivolgere la stessa frase. I pregiudizi sull’età, l’age shaming, non colpiscono le f iorettiste? «No, ci sono tanti esempi di schermitrici che hanno avuto carriere molto lunghe. Anch’io vorrei gareggiare fino ai 40 anni, se il fisico me lo permetterà». Nel f ioretto uomini e donne potrebbero gareggiare insieme? «Fino agli under 20 un’atleta donna può allenarsi con un ragazzo e anche batterlo, ma poi l’aspetto fisico fa la differenza. Io non potrei mai vincere contro un campione. Quando sfido Daniele riesco a batterlo solo se parto con un grande vantaggio». Vi allenate insieme? «Sì, abbiamo la stessa preparatrice atletica ma spesso bisticciamo perché dopo un esercizio invece di prendermi 30 secondi di recupero ne prendo 40 e lui si arrabbia. Daniele è molto quadrato, ma mi stimola sempre». Insomma, vi completate. «Lui di solito mi dice: “Non mollare”, “Dai, fai lo sforzo finale”. E io: “Adesso devi riposarti”. Siamo complementari ed è un vantaggio avere un fidanzato atleta: se attraverso un periodo difficile è il primo che sa come consigliarmi». Sogna davvero di sposarlo? «Sì, assolutamente. Ho sempre sognato di sposarmi giovane e sono già troppo vecchia. Ho detto a Daniele: “Facciamo le Olimpiadi, ti laurei e poi cerchiamo di sbrigarci”». Saranno le Olimpiadi delle donne? «Ci sono tante campionesse di grande valore in gara. Io spero che siano soprattutto le Olimpiadi dell’Italia e della ripartenza dopo un periodo così difficile. Noi azzurri abbiamo voglia di regalare a tutti un po’ di gioia». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

DANIELE GAROZZO E ALICE VOLPI, ENTRAMBI CAMPIONI DI FIORETTO.

LA COPPIA VINCENTE DELLA SCHERMA Molti ricordano quel 7 agosto 2016, quando Daniele Garozzo vinse la finale e la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Rio de Janeiro: per la gioia si arrampicò in tribuna per raggiungere e baciare Alice Volpi, la fidanzata da quel giorno non più segreta. Ora quel ragazzo di Acireale, che compirà 29 anni ai Giochi di Tokyo, continua a stupire e non solo in pedana. Accanto alla brillante carriera sportiva, ha un altro traguardo importante: dovrebbe laurearsi in Medicina nel 2022. «Mi fa star bene studiare tanto», ha detto durante il lockdown. Tranne una settimana al mese, in cui Alice Volpi si allena a Jesi, vivono insieme a Frascati. «Sono convinto», spiega lui, «che il percorso per Tokyo sia iniziato subito dopo la finale di Rio, perché l’Olimpiade si prepara per una vita. Sto lavorando per arrivare al massimo».

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Foto FOTOGRAFO FOTOGRAFO Foto CHRISTOPHER GRIFFITH/ TRUNK ARCHIVE

Michael Jordan

Barcellona, 1992: la star della pallacanestro Michael Jordan, oggi 58 anni, porta per la prima volta i professionisti del basket americano alle Olimpiadi. Grazie a lui, a “Magic” Johnson e a Larry Bird i Giochi diventano spettacolo e la nazionale americana viene chiamata Dream Team, la squadra dei sogni. Jordan è considerato il più grande cestista di sempre, il suo soprannome “Air” (Aria) ha dato il nome alle più famose scarpe della Nike, marchio che con lui ha creato una delle linee personalizzate di maggiore successo della storia dello sport. 69

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G R A Z I A SPEC IALE

Foto CLAUDIO PALMISANO

LA NUOTATRICE SIMONA QUADARELLA, 22 ANNI.

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IN ACQUA NON SONO MAI SOLA

È entrata in piscina per sfidare la sorella che ammira da sempre. Ha una famiglia e un fidanzato atleta che le danno coraggio. SIMONA QUADARELLA è la campionessa che a Tokyo nuoterà nelle competizioni più dure. «Dietro ogni bracciata», dice, «ci sono tutti quelli che credono in me» di MARINA SPEICH

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G R A Z I A SIMONA QUADARELLA

DALL’ALTO, LA NUOTATRICE SIMONA QUADARELLA SPECIALIZZATA NELLE GARE DI RESISTENZA A STILE LIBERO; L’ATLETA DURANTE L’ALLENAMENTO.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto GUIDO DE BORTOLI/GETTY IMAGES FOR ADIDAS ITALY

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veva 14 anni quando il suo allenatore, Christian Minotti, capì che Simona Quadarella sarebbe stata un’atleta fuoriclasse: «Per me tu puoi andare alle Olimpiadi, ma devi fidarti di me». Lei oggi non ricorda che cosa gli rispose: «Non avevo ancora vinto niente di importante, solo qualche medaglia ai campionati italiani, ma ricordo che dopo la sua frase mi buttai in acqua e l’allenamento andò meglio. Fu l’anno che segnò una svolta nella mia carriera». Molto dopo, nel 2016, quando non si è qualificata alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, ha pianto. Oggi arriva ai Giochi di Tokyo come una delle favorite negli 800 e 1500 stile libero. Eppure Simona, 22 anni, stella del nuoto italiano, tre ori negli ultimi campionati europei, uno negli ultimi mondiali, è la ragazza di sempre, forte ma anche molto umana, non l’atleta-robot. Piange ancora? «Mi è capitato tante volte nelle ultime settimane, mentre ero a Livigno, lontana da casa, a preparare le gare. Sono sincera: a volte la lontananza la senti». Dietro a una campionessa non c’è quindi solo razionalità. «Io ho sempre agito molto di pancia. E nella vita sono una coccolona, mi piace abbracciare le persone. Sono sempre stata così, fin da piccola». Forse è anche questo il suo talento, che le ha permesso di raggiungere il tetto del mondo. Da chi ha ereditato la passione per l’acqua? «Dicono dal nonno Giovanni. Era di Siracusa e aveva costruito una casa davanti al mare, di fronte a un isolotto. Lo raggiungeva sempre a nuoto». Chi le ha trasmesso, invece, la voglia di fare sempre meglio? «Erica, mia sorella maggiore. È un mito: ora vive in Arabia Saudita, fa l’ingegnere chimico, laurea con 110 e lode. Da piccola nuotava, faceva gare: il mio obiettivo era raggiungerla, magari batterla. Una competitività che mi ha aiutato a crescere nel nuoto. Ora ci sentiamo con le videochiamate, parliamo molto e non siamo più abituate a litigare. Peccato torni in Italia fra poco, quando sarò già partita per Tokyo e, per le regole Covid in Giappone, non possa vedermi gareggiare». Non è da tutti arrivare alle Olimpiadi. Qual è la sua carta vincente? «La leggerezza, sia fuori sia dentro l’acqua. In vasca riesco a prendere il ritmo dopo pochi metri, nuoto con leggerezza, non di forza. E ho sempre affrontato la mia carriera con più leggerezza possibile. Durante l’anno non sono una che va a vedere i risultati delle avversarie: in fondo conta poco, ce la giochiamo alla fine». I 1500 stile libero sono una gara lunga, di resistenza e di equilibrio di forze: per vincere bisogna essere resistenti e pazienti. Lo è anche nella vita? «In realtà no, anzi: quando c’è un problema comincio a innervosirmi e cerco di risolverlo in qualsiasi modo. Ma forse il lockdown mi ha aiutato: non potevo fare altro che avere pazienza. E quando sono stata contagiata dal Covid, a metà ottobre, ho dovuto interrompere la preparazione e ripartire da zero». Il nuoto è uno sport individuale: in vasca si allena con più di 70 chilometri alla settimana, sempre a sf idare se stessa. Si deve amare la solitudine per emergere? «In realtà in acqua ci si sente soli, ma non si è mai soli. Durante la gara posso contare solo sulle mie forze fisiche e mentali, ma durante gli allenamenti ho la strada spianata da chi mi è accanto: la squadra, la famiglia e tutti quelli che credono in me. Non è che questo renda più facile raggiungere l’obiettivo, ma è uno stimolo: se vinci lo fai per te, ma anche per chi ti è vicino». Del clan che la sostiene fa parte il suo f idanzato, Alessandro Fusco, anche lui nuotatore. Sul suo prof ilo Instagram ho visto una vostra foto molto romantica. «Sì, ce l’ha fatta una mia amica per caso. Sembrava venuta male, ma in realtà è bella. Dopo le Olimpiadi voglio regalarmi una lunga vacanza con lui». Siete entrambi atleti. Questo non crea una pericolosa competizione? «No, vedere i progressi e le vittorie dell’altro è sempre uno stimolo per migliorarsi. E poi tra nuotatori ci capiamo. È come se parlassimo la stessa lingua, non accadrebbe se avessi un fidanzato che fa tutt’altro». ■

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Fiona May Ha fatto sognare l’Italia con due medaglie d’argento nel salto in lungo alle Olimpiadi. Ma Fiona May, oggi 51 anni, ha anche abituato il Paese a essere più inclusivo. May è nata in Inghilterra da genitori di origini giamaicane ed è diventata italiana dopo le nozze con l’atleta Gianni Iapichino. È stata una stella dello sport che ha fatto anche tv e pubblicità. Segue le sue orme la figlia Larissa, 18, saltatrice, che non sarà a Tokyo per un infortunio. 75

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LA VITA CAMBIA IN MENO DI

10 SECONDI

Il velocista MARCELL JACOBS è nato negli Stati Uniti, ma è cresciuto sul Lago di Garda. Ha dovuto fare i conti con un padre lontano, ha avuto un figlio a 19 anni, ha sconfitto i pregiudizi di chi lo giudicava per il colore della sua pelle. E a Tokyo, dice, correrà i 100 metri per dimostrare che tutto è possibile per chi si impegna d i S I LV I A C A LV I MARCELL JACOBS, 26 ANNI, PRIMATISTA ITALIANO SUI 100 METRI.

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aggiungere “al volo” l’italiano più veloce della storia suona già come una bella sfida. Invece Marcell Jacobs, campione europeo indoor dei 60 metri piani e primatista nazionale dei 100 metri (corsi lo scorso 13 maggio al meeting di Savona in 9 secondi e 95 centesimi, infrangendo la barriera dei 10 secondi), è un ragazzo alla mano. Nato in Texas, a El Paso, 26 anni fa, da papà americano ex Marine e madre italiana, a quasi due anni, dopo la separazione dei suoi, si ritrova a Desenzano sul Garda, in provincia di Brescia. È lì che cresce e frequenta le scuole, accudito da mamma Viviana e dai nonni, in una casa affacciata sulle acque di una delle più famose “palestre di vela” del Nord Italia. Lui, invece, si innamora della pista di atletica. La barca a vela non la attirava? «Con l’acqua non ho un buon rapporto, ho fatto qualche uscita da bambino, ma sono anche caduto fuori bordo. No, non fa per me». È stato lì che ha capito di avere una marcia in più nella corsa? «Sono sempre stato molto veloce, fin dalle elementari, che ho frequentato dalle suore, a Desenzano. C’era questo cortile immenso, io me lo ricordo così, e noi bambini che, dopo pranzo, ci sfidavamo nei salti e nelle corse. Solo che i miei compagni dopo un po’ mi escludevano: “Vinci sempre tu, non c’è gusto”. E a me toccava stare a guardare. Un po’ ci soffrivo, ma è stata un’esperienza formativa, che mi ha fatto venire voglia di vincere: ho promesso a me stesso che non sarei mai più stato in panchina». Si sentiva diverso rispetto ai compagni? «La consapevolezza di essere diverso è legata alle mie origini miste ed è arrivata prima: a scuola ero l’unico bambino di colore. I compagni mi chiedevano: “Perché tu sei nero, se la tua mamma è bianca?”. E poi, a differenza degli altri, io non avevo un padre. Lui era in America, non avevamo nessun rapporto, così se a scuola mi chiedevano qualcosa, inventavo un sacco di storie mescolando verità a immaginazione, volevo che mio padre apparisse come un eroe». Quando ha cominciato a fare sport? «Presto, avrò avuto 8 anni e, come tanti bambini, ho iniziato dal calcio. Mi piaceva, anche se non ero particolarmente dotato: correvo forte ma non controllavo la palla. Poi un giorno, in partita, ho corso per tutta la fascia, tenevo la palla, nessuno è riuscito a prendermi. Correvo, correvo e ho fatto

un gol strepitoso. Ero felicissimo. Ma sa che cosa mi ha detto l’allenatore? “Tu devi fare atletica”. Aveva ragione lui». Così, a 9 anni, ha inf ilato le scarpette e assaggiato tutte le specialità: dal lancio del vortex al salto in alto, dalle corse campestri al salto in lungo, dove ha subito stravinto, f ino ai 100 metri piani. Tutto talento o anche impegno? «Allora no, vincevo facilmente e non mi impegnavo più di tanto, non avevo molta voglia di allenarmi. Ero un po’ pigro, prendevo le cose alla leggera: avevo la scuola, gli amici e lo sport dove arrivavo primo senza fatica, insomma facevo le cose a metà. Ho cominciato a impegnarmi sul serio più tardi, quando sono diventato padre per la prima volta». Velocista anche in quello. Quando è nato suo f iglio Jeremy aveva solo 19 anni. «Eh sì, ero giovane. Una paternità improvvisa, non voluta. Ero diventato professionista da poco nelle Fiamme Oro, per la prima volta ero pagato per fare l’atleta, mi allenavo ogni giorno e l’arrivo di Jeremy mi ha obbligato a diventare più responsabile. Con la mia compagna di allora ci siamo lasciati, non abbiamo più alcun rapporto e anche per questo ho un po’ trascurato mio figlio. Adesso è diverso, con Nicole, la mia compagna, e con i nostri due bambini, Anthony, 2 anni, e Meghan, 7 mesi, ho una relazione molto più stabile e serena. Il lockdown poi ci ha uniti ancora di più: abbiamo condiviso tantissime cose, mi allenavo in una pista davanti a casa, da un amico di famiglia, ma poi stavo tutto il tempo con Nicole e i bambini». A quando le nozze? «Dopo le Olimpiadi, ormai l’ho detto e non posso più tornare indietro (ride, ndr), ma non le ho ancora fatto la proposta e mi sto organizzando per farlo in grande stile». Ha trovato la forza di riallacciare i contatti con suo padre. Qual è stata la molla che le ha fatto venire voglia di cercarlo dopo tanti anni? «È stata una decisione recente e in questo mi ha aiutato molto il lavoro con la mental coach che mi segue da un anno, un percorso iniziato perché tutti vedevano in me un grande talento che però non era sostenuto dalla testa: mi mancava il giusto atteggiamento mentale. Dall’agosto dell’anno scorso ho cominciato a lavorare con lei e, pian piano, ho capito che mettere da parte i problemi non serve, che devo essere responsabile delle mie cose, occuparmene e, 77

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G R A Z I A MARC ELL JACOBS

allo stesso tempo, cercare di abbattere quei muri di pensieri e preoccupazioni che possono crearmi un blocco anche in gara. Tra questi c’era il rapporto mancato con mio padre. Fino all’anno scorso non sapevo neppure dove vivesse, oggi ho riallacciato i rapporti, ci ho parlato, gli scrivo. Una cosa che mi ha aiutato moltissimo a livello personale e anche in gara: da quel momento ho iniziato a migliorare sempre più». Oggi che vive a Roma con Nicole, la sua compagna, e i bambini, le mancano mai Desenzano, gli amici di sempre e la mamma? «Un po’, anche se cerco di tornare appena posso. A mia madre devo molto: si è sempre data da fare per non farmi mancare niente. Ricordo le lunghe estati al mare con i nonni e lei che ci raggiungeva nel weekend perché durante la settimana lavorava, lavorava sempre. Le sono super riconoscente. Oggi abitiamo lontani, lei è impegnata con il suo albergo a Desenzano, ma appena è possibile ci vediamo.

D’inverno, poi, ci raggiunge a Lanzarote, dove passo un mese ad allenarmi, così finalmente può coccolare quanto vuole i nipotini». Oggi per molte persone, non solo per i suoi fratelli più piccoli (18 e 19 anni, nati dal legame tra sua madre e il suo nuovo compagno), è diventato un modello di impegno, di disciplina e di inclusione. Quanto le pesa questa responsabilità? «Non mi pesa, ne sono orgoglioso. Sono l’esempio di come si possa passare da tanti infortuni e cambiamenti - cambiare città, amici, punti di riferimento - eppure farcela. Quanto all’inclusione, be’: quando un atleta sale sul podio, sta portando in alto la bandiera della nazione, non il colore della pelle, e tutti gli italiani dovrebbero esserne fieri. Io non ho mai messo in dubbio il mio essere italiano e guardando tanti giovani atleti azzurri di oggi, provenienti da Paesi diversi, posso dire che lo sport è un grandissimo veicolo di inclusione». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto GIANCARLO COLOMBO

SOPRA, IL VELOCISTA MARCELL JACOBS. NELLA FOTO A DESTRA, L’ATLETA A SAVONA IL 13 MAGGIO 2021, NELLA BATTERIA IN CUI HA RIPORTATO IL RECORD ITALIANO.

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G R A Z I A SPEC IALE VANESSA FERRARI, 30 ANNI. SOTTO, I TATUAGGI PER LE OLIMPIADI DI PECHINO, LONDRA, RIO.

UNA FUORICLASSE È SEMPRE AFFAMATA Perfezionista, mai sazia di titoli, pronta a rialzarsi dagli infortuni e persino dal Covid: per questo i fan paragonano a una leonessa VANESSA FERRARI, l’azzurra che ha vinto di più nella ginnastica artistica. A Grazia lei dice che darà il massimo anche a Tokyo per ottenere quell’unica medaglia che ancora le manca

Foto SIMONE FERRARO, FILIPPO TOMASI

d i VA L E R I A V I G N A L E

È

conosciuta come “la leonessa di Brescia”, ma è un esempio vincente per tutta l’Italia. Vanessa Ferrari, 30 anni, la campionessa di ginnastica artistica più forte di tutti i tempi, non soltanto è la prima azzurra ad arrivare alla sua quarta Olimpiade, ma si è qualificata dopo una serie di incidenti e sfortune che avrebbero scoraggiato il più tenace degli atleti: dalla mononucleosi del 2015 agli infortuni al tendine di Achille che ne hanno messo a rischio la carriera; dalla tiroidite scoperta un paio di anni fa al Covid che l’ha fermata lo scorso marzo. E invece... «Sono abituata a non mollare mai, a sfidare qualsiasi difficoltà. E spero di essere un esempio per le altre ragazze, atlete e non solo», dice lei, forte del suo ultimo oro alla Coppa del mondo di Doha, in Qatar, il 26 giugno. Una medaglia decisiva. Vanessa ha conteso la partecipazione ai Giochi a Lara Mori, arrivata seconda, e la foto del loro abbraccio a fine gara è diventata il simbolo di un’amicizia capace di gettare il cuore oltre i risultati. «Mi è spiaciuto vederla in lacrime perché 83

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IN GARA «Sono competitiva. A 15 anni mi arrabbiai perché avevo vinto cinque medaglie d’oro e una d’argento: io volevo sei ori»

SOPRA, VANESSA FERRARI DURANTE UN ESERCIZIO. LA CAMPIONESSA HA VINTO UN ORO AI MONDIALI DI GINNASTICA ARTISTICA NEL 2006, QUATTRO ORI AGLI EUROPEI, SEI ORI IN COPPA DEL MONDO (L’ULTIMO, IL 26 GIUGNO A DOHA, QATAR).

è bravissima ma, anche se è stato spiacevole ritrovarsi rivali, ci siamo sostenute ugualmente. Sono anche orgogliosa di essermi conquistata il pass per Tokyo con l’esercizio individuale di corpo libero visto che molti erano dubbiosi: per me non è importante solo andarci, ai Giochi, ma tornare con un risultato e spero in quel pizzico di fortuna che ultimamente non mi ha assistito». Nel palmarès delle sue vittorie manca infatti una medaglia olimpica. Vanessa l’aveva sfiorata a Londra nel 2012: terza a pari merito con la russa Aliya Mustafina, ebbe il quarto posto perché l’esecuzione fu considerata più importante rispetto ai coefficienti di difficoltà. È sempre stata così combattiva o le diff icoltà accrescono la voglia di vincere? «Sono sempre stata competitiva. Già a 15 anni, quando mi era facile vincere, ai Giochi del Mediterraneo di Almería, in Spagna, mi ero arrabbiata perché avevo avuto cinque medaglie d’oro e una d’argento, mentre io puntavo a sei ori. È lì che hanno iniziato a chiamarmi “la cannibale di Orzinuovi”, il paese dove abitavo allora. Ho sempre fatto di tutto per migliorarmi dopo ogni gara e, se sono qui a 30 anni, è perché mi sono tenuta al passo anche con i cambiamenti di questo mondo». Queste Olimpiadi segnano una doppia rinascita per lei, visti infortuni e problemi di salute: che cosa l’ha aiutata a tenere duro? «La passione per la ginnastica mi ha ridato la spinta, ma l’entusiasmo non basta perché il fisico, dopo essersi indebolito, non è subito in grado di dare risultati. Rischi di demoralizzarti, ci vogliono costanza e tenacia. In marzo ho dovuto fermarmi per il Covid: sono stata a letto per dieci giorni e nei quattro successivi ho ripreso l’attività, ma ogni sera mi tornava la febbre. In questi mesi mi ha sostenuto molto Simone, il mio compagno da sei anni: oltre a farmi da ufficio stampa, mi ha aiutato a creare una palestra nel garage di casa (vivono a Nave, vicino a Brescia, ndr)». Che cosa l’ha portata a fare ginnastica artistica dall’età di 7 anni? «A 6 anni ho visto in televisione una ginnasta alla trave. Non ricordo il nome né l’occasione però mi era piaciuta molto e ho chiesto ai miei di poter fare quello sport. Allora stavamo in provincia di Cremona e lì vicino quella possibilità non c’era, così ho provato con la danza finché mia madre, che è bulgara e seguiva molto le ginnaste nel suo Paese, ha trovato la palestra giusta: per anni ha percorso quasi 200 chilometri al giorno per portarmi alla Brixia di Brescia e tornare a prendermi». Come si sta preparando per Tokyo? «Sono abituata a spingere negli allenamenti ma in questa fase devo gestire il lavoro evitando problemi o traumi ai tendini, perciò punto sul mantenimento, consapevole di aver già lavorato molto nei mesi scorsi. Con gli anni e gli infortuni sono diventata più prudente, non sono più la 15enne che si sentiva fortissima e non aveva paura di niente». Come ripensa oggi alle altre Olimpiadi? «Ho un bel ricordo di Londra perché, anche se mi spiace non aver avuto il bronzo, so di aver dato il meglio e mi sono divertita. Anche a Rio ero soddisfatta, nonostante un errore. La peggiore è stata quella di Pechino: avevo 17 anni, non ero pronta fisicamente né psicologicamente, e in più ero sotto pressione per le mie vittorie precedenti». Che cosa pregusta di fare in agosto dopo anni di fatica e rinunce? «Sarà bello potersi rilassare e uscire a cena con gli amici, libera di bere un bicchiere in più. Spero di andare in Sardegna, dove i genitori di Simone hanno una barca. Ma a fine agosto mi aspetta una nuova esperienza: il mio primo camp a Lignano Sabbiadoro (Udine) con 150 bambine da allenare, insieme con altre ginnaste. L’idea ha avuto così successo che c’è persino una lista d’attesa». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto FILIPPO TOMASI

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G R A Z I A ICONE

Foto TERRY O’NEILL/GETTY IMAGES

Mark Spitz

L’immagine con le sette medaglie d’oro vinte ai Giochi di Monaco nel 1972 lo hanno fatto diventare la prima celeb dello sport: il nuotatore americano Mark Spitz stabilì un record battuto solo 36 anni dopo dal suo connazionale Michael Phelps (otto medaglie d’oro). Subito dopo Spitz, a 22 anni, lasciò lo sport per sfruttare la notorietà. Più che a Hollywood, ebbe successo come testimonial. Oggi fa il conferenziere motivazionale. 87

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G R A Z I A SPEC IALE

CI CHIAMANO FARFALLE, MA SIAMO UNA FAMIGLIA Durante la pandemia ALESSIA MAURELLI non ha potuto raggiungere né i suoi parenti, né il suo fidanzato. Ha trascorso la maggior parte del tempo ad allenarsi con le compagne della ginnastica ritmica. E a Tokyo vuole dimostrare che quei mesi non sono passati invano

Foto SIMONE FERRARO

d i VA L E R I A V I G N A L E

ALESSIA MAURELLI, 24 ANNI, È LA CAPITANA DELLA NAZIONALE DI GINNASTICA RITMICA DELL’ITALIA.

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G R A Z I A ALESSIA MAURELLI

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incere, e poi andare a ballare. Alessia Maurelli, capitana della Nazionale di ginnastica ritmica, tre volte campionessa del mondo (nel 2015, 2017 e 2018), non vede l’ora di volare a Tokyo per le Olimpiadi più attese di sempre. «Per noi che aspettiamo la gara della vita, il rinvio di un anno è stato psicologicamente difficile da accettare. Poi però abbiamo deciso di sfruttarlo per diventare più forti», dice l’atleta 24enne, una delle sportive più vincenti con 81 medaglie conquistate di cui sei tra maggio e giugno con le azzurre, alle World Cup di Pesaro (due ori) e di Baku (tre argenti), e agli Europei ALESSIA MAURELLI E MARTINA CENTOFANTI DURANTE UN’ESIBIZIONE CON IL di Varna (un argento e un bronzo). Fin CERCHIO A DESIO, IN PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA, SEDE DELLA SQUADRA. dal primo lockdown, Alessia ha vissuto con le compagne di squadra a Desio, nella provincia di Monza e Brianza, sede dell’Accademia internazionale di ritmica, dove mancanza del tifo e del calore, e di mio fratello che le dieci Farfalle, così le chiamano, si sono esiliate non potrà seguirmi e sostenermi come in passato». dal mondo per prepararsi alla rivincita sui Giochi di Olimpiadi a parte, anche il ritorno alla normalità sa Rio, quando la Nazionale si è vista soffiare il bronzo di rinascita? dalla Bulgaria, piazzandosi al quarto posto per pochi «Eccome. Quando hanno riaperto le regioni ho potuto decimi di punteggio. Su Instagram, Alessia posta le rivedere i parenti e amici che ho in Emilia, Veneto e loro immagini in gara, con i costumi colorati della Piemonte (è nata a Rivoli, vicino a Torino, ndr) e il ritmica, ma anche momenti di ordinaria rinascita mio fidanzato che vive in Toscana, a Follonica. Non con il fidanzato, il nuotatore Alessandro Tedesco, e l’ho visto per nove mesi e per fortuna c’è la tecnologia piccoli assaggi di relax vacanziero. che ha aiutato le coppie come noi». Com’è stato per lei quest’anno, passato in conf inamenEssere entrambi sportivi aiuta? to con il resto della squadra a Desio? «Ti sostieni anche nei momenti in cui ti assalgono i «Siamo tutte e dieci lì da marzo 2020 e sono tornata a dubbi. Quando ti alleni faticosamente per mesi e poi casa solo per due settimane. A causa delle zone rosse sbagli qualcosa, per esempio». non ho visto quasi mai i miei e neppure gli amici, Stavolta avete più probabilità di vincere? ma è stato sicuramente meglio lavorare insieme con «Siamo allenatissime, ma non è affatto scontato, anzi, le altre, in presenza anziché online. A volte ci siamo ce la giochiamo in quei due minuti e mezzo dove abinventate modi nuovi per allenarci: lo abbiamo fatto biamo quasi 200 lanci delle palle: è un attimo farsene perfino nel parcheggio dell’hotel. E questa convivenza scivolare una... Ci siamo preparate ad automatizzare i insolita ha rafforzato il nostro legame: siamo più che movimenti per essere impeccabili e questo ci fa sentire amiche, una famiglia, con la voglia di vincere a mille». più sicure e ci dà la giusta grinta». Qualche anno fa diceva di essere stata più tesa all’esaPer il resto come immagina il viaggio a Tokyo? me di maturità che alle Olimpiadi di Rio. L’emozione «Sarà comunque una grande gioia. Amo viaggiare e per Tokyo, legata alla ripresa, sarà più forte? ho iniziato a farlo proprio grazie alla ritmica: ricordo «Più che altro è snervante l’attesa: partiremo dopo la ancora il mio primo volo a Mosca. Vorrei tanto tornare cerimonia d’apertura del 23 luglio perché abbiamo in ogni città del mondo dove sono stata per visitare le qualificazioni il 6 agosto. A cinque anni da Rio anche il resto». so che cosa mi aspetta e sono molto carica ma non E a ballare ci andrà? sarà un’Olimpiade come le altre. Alle recenti gare di «Appena possibile, e non vedo l’ora di farlo con le Baku sono state consegnate le medaglie con i droni, compagne di squadra. Togliere le scarpe da ritmica un’idea simpatica per rispettare il distanziamento. A e andare tutte in discoteca. Sarà la festa più bella». ■ Pesaro c’erano gli applausi finti. A Tokyo sentirò la © RIPRODUZIONE RISERVATA 90

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G R A Z I A ICONE

Foto TONY DUFFY/GETTYIMAGES

Florence Griffith

Scendeva in pista con le unghie lunghe e laccate. «Le convenzioni non fanno per me», diceva l’afroamericana Florence Griffith, la donna più veloce di sempre. Ai Giochi del 1988 vinse tre ori e i suoi record nei 100 e nei 200 metri restano imbattuti. La sua vita è stata fulminea come una cometa: si ritirò a 29 anni e morì a 38, nel 1998, per una crisi epilettica nel sonno. Ha lasciato per sempre l’idea che sport e femminilità corrono insieme. 93

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È DA SEMPRE CHE INSEGUO L’ORO PIETRO FIGLIOLI è nato in Brasile, è passato per il Canada, poi ha ottenuto la cittadinanza per giocare nella nostra Nazionale di pallanuoto. Con gli azzurri ha già vinto un argento e un bronzo olimpici, e ora che è capitano vuole il gradino più alto del podio d i E N R I CA B RO CA R D O

È

praticamente un veterano dei Giochi olimpici il capitano del Settebello, la nazionale di pallanuoto maschile. Per Pietro Figlioli, 37 anni, nato in Brasile, cittadinanza prima canadese, quindi italiana dal 2009, quella di Tokyo è la terza partecipazione, dopo un argento a Londra nel 2012 e un bronzo a Rio de Janeiro nel 2016. Questa sarà un’edizione molto particolare. «Sarà unica. I protocolli di sicurezza dovuti alla pandemia sono molto rigidi. Noi atleti avremo pochissime libertà». Anche suo padre è stato un atleta olimpico. Un nuotatore, però. «Sì, ha partecipato a tre Olimpiadi, nel 1968, 1972 e 1976. Non ero ancora nato, ma è per lui se fin da piccolo ho frequentato la piscina. A 4 anni mi hanno buttato in acqua e fino a 12 ho fatto nuoto agonistico. Forse il mio talento è in parte genetico». Perché ha scelto la pallanuoto? «Guardare il fondo della piscina e contare le piastrelle dopo un po’ diventa pesante. Mi annoiavo. Nel nuoto sei tu contro un cronometro, mentre nella pallanuoto è la tua squadra contro quella avversaria. Non è solo una questione di prestazioni fisiche e tecniche, ma anche tattiche». Nel 2009 ha ottenuto la cittadinanza perché i suoi bisnonni erano italiani. Di dove? «Dal lato paterno erano abruzzesi, di Tortoreto, in provincia di Teramo, e toscani, di Lucca. Mentre, da quello materno, provenivano da Comacchio, in Emilia Romagna. Un misto». In famiglia si percepivano queste radici ? «Il mio papà si è sempre sentito un po’ italiano e mi parlava delle sue origini. Io, da ragazzo, onestamente, non ci ho mai prestato grande attenzione. Fino a quando sono venuto a giocare in Italia». Con il Brasile dove è nato ha qualche tipo di legame? «Avevo 4 anni e mezzo quando siamo andati a vivere in Australia. Sono tornato quattro volte, ma una è stata

nel 2016 a Rio de Janeiro per i Giochi e non ho avuto tempo per andare in giro a fare il turista. Abbiamo ancora qualche parente che vive lì, zii e cugini di mamma, ma li conosco poco». Nel 2006 si autocandidò alla squadra Pro Recco di cui, ancora oggi, è il capitano. Un comportamento insolito. «Non l’ho fatto per passare nella squadra che era campione d’Italia. Volevo crescere come atleta, allenarmi con grandi campioni. Ho avuto ragione: quella scelta mi ha permesso di migliorare enormemente in pochissimo tempo». È risaputo che nella pallanuoto i contatti f isici sotto la superf icie dell’acqua sono piuttosto rudi. Un po’ di “cattiveria” fa parte delle qualità necessarie per essere un campione? «Se intendiamo cattiveria agonistica, sì. Qualche colpo un po’ duro può capitare, ma con la prova televisiva, oggi, a giocare scorretto si rischia di più». È vero che sua moglie non è contenta della sua carriera sportiva? «In effetti non stiamo più insieme e una delle ragioni sta proprio nel mio lavoro. Lo sport porta via tanto tempo, immagino che per lei non sia stato facile crescere due figli con un marito spesso lontano». Quanti anni hanno i suoi f igli? «Nove e sei». Sono già in piscina? «Il grande sì, ma, in realtà, ama soprattutto la pallacanestro. Il piccolo per ora sa solo galleggiare. Non voglio obbligarli a fare nulla: nuoto o sport in generale». Vale la pena sacrif icare le relazioni familiari per essere un campione? «Temo non ci sia altra scelta. Alla lunga l’agonismo può essere emotivamente faticoso. Ma se ti metti con un atleta dovresti sapere a che cosa vai incontro». Per lei potrebbe esserci un’altra Olimpiade dopo Tokyo? «Non lo escludo affatto. Anche perché, in piscina, mi sento ancora come un bambino al luna park». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

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G R A Z I A SPEC IALE

Foto CHIARA PERLINO/DEEPBLUEMEDIA/INSIDEFOT

«Lo sport porta via tanto tempo. Per mia moglie non è stato facile crescere due figli con un marito spesso lontano»

PIETRO FIGLIOLI, 37 ANNI, CAPITANO DELLA NAZIONALE MASCHILE DI PALLANUOTO.

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G R A Z I A SPEC IALE

LOTTARE È IL MIO DESTINO È cresciuto a Cuba senza un padre e con una madre lontana. Una palestra gli ha cambiato la vita e l’Italia gli ha dato una nuova casa. Così FRANK CHAMIZO è diventato il numero uno al mondo della sua categoria e adesso vuole solo una cosa: «Una medaglia»

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na vita avventurosa, una personalità esplosiva. Frank Chamizo, 29 anni il 10 luglio, è uno dei due campioni di lotta libera che rappresenta l’Italia a Tokyo. Per lui si tratta della seconda Olimpiade e di un secondo potenziale podio, dopo il bronzo a Rio nel 2016. Cubano di nascita, italiano dal 2015, grazie al matrimonio con Dalma Caneva, anche lei lottatrice, si presenta così sul suo sito: «Quando devi mettere insieme il pranzo con la cena ti ingegni e fai di tutto». Ha avuto un’infanzia complicata. «A 11 anni mi hanno mandato in collegio. Diciamo che a prendersi cura di me da piccolo è stato il governo cubano. Ma il vero momento buio della mia vita è arrivato a 19 anni. Ero già un campione, ma venni squalificato per non essere riuscito a rientrare nella categoria di peso dei 55 chilogrammi. Per un etto in più mi buttarono fuori per due anni. A quell’età, a Cuba, senza soldi è facile mettersi nei guai». Alla lotta come ci era arrivato? «Da bambino, un giorno ero scappato di casa e mi ero infilato per caso in una palestra. Si scoprì che avevo un talento naturale. All’epoca non sapevo che mio padre era stato un lottatore». Come mai? «Avevo 2 anni quando se ne era andato di casa, non ricordavo niente di lui. Fu proprio nella palestra che mi dissero: “Ti chiami Chamizo? Il tuo papà è stato un grande atleta”. Mia madre viveva in Spagna e a casa tornava ogni tanto. Quando mi disse che non mi

avrebbe permesso di allenarmi, aspettai che ripartisse, rubai il documento d’identità di mia IL LOTTATORE nonna e mi iscrissi da solo». ITALIANO Suo padre lo ha rivisto? DI ORIGINE «L’ho incontrato nel 2010, di CUBANA FRANK nuovo cinque anni dopo e un CHAMIZO, altro paio di volte. Vive ad At29 ANNI lanta, negli Stati Uniti». IL 10 LUGLIO. Ha sposato una lottatrice italiana. Condividere lo stesso sport aiuta la relazione? «Nel nostro caso non ha funzionato. C’era competizione. Adesso siamo separati, ma abbiamo un rapporto di amicizia». Nel 2018 ha partecipato al talent show Dance Dance Dance. Perché? «Mi hanno invitato a tanti programmi tv, ma la verità è che mi piace ballare». Che cosa si prova a partecipare ai Giochi olimpici? «Sai che stai vivendo il momento più importante della tua vita, ma accade tutto molto in fretta. In poche ore ti giochi tutto. È una sensazione difficile da spiegare». Qual è qualità indispensabile per diventare campioni? «La concentrazione. Senza non puoi essere costante nei risultati e sopportare il peso della preparazione. Io mi alleno due volte al giorno, sette giorni su sette». Ha mai pensato di lasciare? «Ho smesso due volte. La prima dopo la squalifica, la seconda dopo essere arrivato in Italia. Mi sono detto: “Questo è un Paese libero, posso trovare un lavoro e vivere come una persona normale”». Il suo obiettivo a Tokyo? «Sono primo nel ranking mondiale, voglio una medaglia». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto FIJLKAM - EMANUELE DI FELICIANTONIO

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Data: 02-07-2021 19:13:22 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT




G R A Z I A ICONE

Foto MAX&DOUGLAS/ CONTOUR BY GETTY IMAGES

Valentina Vezzali

Dal gradino più alto del podio alla politica. La schermitrice Valentina Vezzali, 47 anni, ha partecipato a cinque Olimpiadi, ha vinto nove medaglie di cui sei ori. Non solo: ha trionfato a un Mondiale ad appena quattro mesi dalla nascita del primo figlio, Pietro, e ne ha conquistato un altro con le azzurre a tre mesi dall’arrivo del secondo, Andrea. Oggi è sottosegretaria alla Presidenza del consiglio con delega allo Sport. 99

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Data: 01-07-2021 20:00:45 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A SPEC IALE

LE STELLE PIÙ LUMINOSE DI TOKYO La tredicenne promessa dello skateboard e la veterana del surf. La ginnasta che si batte per le donne e la ciclista sfuggita agli integralisti islamici. Mai come adesso i campioni dello sport sono anche i portavoce delle sfide per un mondo più aperto e più giusto. Grazia ha scelto i fuoriclasse stranieri da seguire di ALESSIA ERCOLINI

L’uomo che corre per la sua bambina DIVENTERÀ L’UOMO PIÙ VELOCE DEL MONDO? GLI ESPERTI CONSIDERANO ANDRE DE GRASSE LA STAR DELLE GARE PIÙ SPETTACOLARI DEI GIOCHI, I 100 E 200 METRI PIANI. ANDRE, CANADESE, È L’EREDE DEL VELOCISTA USAIN BOLT, DA CUI È STATO BATTUTO ALLE OLIMPIADI DI RIO 2016. A TOKYO NON SI VUOLE ACCONTENTARE DELL’ARGENTO. LA SUA FORZA È NELLO SCATTO. ORA DICE CHE DA SUA FIGLIA DI 3 ANNI, YURI, HA IMPARATO A ESSERE PIÙ PAZIENTE E, PROPRIO PER I BIMBI, HA SCRITTO UN LIBRO: RUN WITH ME, CORRI CON ME.

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Data: 01-07-2021 20:24:00 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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La paladina delle ragazze SIMONE BILES, 24 ANNI, È L’AFROAMERICANA DEI RECORD: CAMPIONESSA OLIMPICA AI GIOCHI DI RIO E CINQUE VOLTE DEL MONDO ALL-AROUND DI GINNASTICA ARTISTICA, HA DIMOSTRATO ANCHE IL CORAGGIO DI DENUNCIARE GLI ABUSI DELL’EX MEDICO DELLA NAZIONALE. ORA È ATTESISSIMA A TOKYO: DURANTE LA PREPARAZIONE HA ESEGUITO UN SALTO IMPOSSIBILE, LO YURCHENKO CON DOPPIO CARPIO AL VOLTEGGIO. NESSUNA DONNA LO AVEVA MAI TENTATO PRIMA.

Foto GETTY IMAGES, MONDADORI PORTFOLIO

Innamorati per vincere SI SONO CONOSCIUTI SULLE PISTE E HANNO FATTO UN FIGLIO DOPO LE OLIMPIADI DI RIO. LAURA TROTT, 29 ANNI, E SUO MARITO JASON KENNY, 33, SONO BRITANNICI E PER TUTTI SONO LA COPPIA D’ORO DEI GIOCHI. PERCHÉ I DUE CICLISTI HANNO VINTO IN TUTTO DIECI MEDAGLIE D’ORO: QUATTRO LEI E SEI LUI. A RENDERLI FORTI È STATO L’AMORE, COME DICONO NELL’AUTOBIOGRAFIA LAURA TROTT AND JASON KENNY: THE INSIDE TRACK, SUI LORO SUCCESSI DI CUORE E SU DUE RUOTE.

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Data: 01-07-2021 20:24:02 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A LE ST ELLE PI Ù LUMINOSE DI TOKYO

Una medaglia per l’ambiente PRIMA DI CAVALCARE LE ONDE DEL MARE, BISOGNA RISPETTARE GLI OCEANI. È IL CREDO DELL’AUSTRALIANA STEPHANIE GILMORE, 33 ANNI, LA PIÙ GRANDE CAMPIONESSA DI SURF CON SETTE TITOLI MONDIALI VINTI. «NON CREDEVO CHE MI SAREI QUALIFICATA AI GIOCHI DI TOKYO», HA DETTO ALLUDENDO ALLA SUA LUNGA CARRIERA. INVECE È ANCORA TRA LE PRIME DIECI DONNE DEL SURF. E ORA USA LA SUA NOTORIETÀ PER DIFENDERE GLI OCEANI DAL CAMBIAMENTO CLIMATICO.

UN PALCO GLOBALE

Durante i Giochi, anche fuori dai campi di gara, si parlerà molto di migranti, parità di genere e diritto alla maternità delle atlete

Il gigante contro il razzismo

Ancora più forte dopo un bebè

DOPO L’UCCISIONE DELL’AFROAMERICANO GEORGE FLOYD DA PARTE DI UN POLIZIOTTO, LA SUPERSTAR DEL BASKET KEVIN DURANT, 32 ANNI, SULLE SCARPE HA SCRITTO “BLACK LIVES MATTER”, LE VITE NERE CONTANO. IL CAMPIONE HA GIÀ VINTO TRE ORI OLIMPICI E PROMETTE DI PORTARE SPETTACOLO E SENSIBILITÀ CONTRO IL RAZZISMO ANCHE A TOKYO.

ONA CARBONELL, 32 ANNI, SPAGNOLA, È UNA STAR DEL NUOTO SINCRONIZZATO E UN ESEMPIO DI DEDIZIONE. È TORNATA IN PISCINA UN MESE E MEZZO DOPO LA NASCITA DEL FIGLIO KAI E A LUI HA DEDICATO UN DOCUMENTARIO SULLA MATERNITÀ NELLO SPORT CHE, DICE LEI, »È ANCORA UN TABÙ». PER QUESTO HA GIÀ FATTO LA STORIA, ANCHE SE INSEGUE UNA MEDAGLIA.

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Data: 01-07-2021 20:24:04 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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La ragazza con lo skateboard SKY BROWN, SKATER, È LA PIÙ GIOVANE OLIMPIONICA INGLESE DI TUTTI I TEMPI. QUANDO SCENDERÀ IN PISTA A TOKYO, LA STAR DELLO SKATEBOARD AVRÀ SOLO 13 ANNI E 11 GIORNI. DI MADRE GIAPPONESE E PADRE INGLESE, SKY È DIVENTATA CAMPIONESSA DI SKATEBOARD A 10 ANNI. HA IMPARATO PRIMA A SURFARE, IN GIAPPONE, E DOPO A FARE SKATE, IN CALIFORNIA. HA TEMPRA: L’ANNO SCORSO SI È RIPRESA DA UNA CADUTA DOPO UN VOLO DI 5 METRI.

Foto GETTYIMAGES, INSTAGRAM

Vi sconfiggo, fondamentalisti MASOMAH ALI ZADA È FUGGITA DALLE PERSECUZIONI IN AFGHANISTAN CONTRO LA MINORANZA DI CUI FA PARTE: VOLEVA INSEGUIRE IL SUO SOGNO DI GAREGGIARE CON LA BICICLETTA. HA TROVATO RIFUGIO IN FRANCIA. E OGGI, A 24 ANNI, FA PARTE DELLA SECONDA SQUADRA OLIMPICA RIFUGIATI DEL COMITATO OLIMPICO INTERNAZIONALE. «DIMOSTRERÒ CHE LE DONNE POSSONO FARE QUEL CHE VOGLIONO», HA DICHIARATO IN SFIDA AI FONDAMENTALISTI ISLAMICI DEL PAESE.

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Data: 01-07-2021 20:24:08 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A MODA

IL RICHIAMO DEL MARE

Capi sofisticati abbinati a costumi e a dettagli tecnici d’ispirazione sportiva: così nasce un nuovo stile f o t o d i S I M O N E FA L C E T TA s t y l i n g d i A N N A S G U R A

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ABITO IN POLYTAFFETA CON SCOLLO A “V” E NASTRI (ALEXANDER MCQUEEN). TAVOLA DA SURF (CHANEL).

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Data: 01-07-2021 15:35:52 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


ABITO IN TWEED A RIGHE E ORECCHINI (TUTTO CHANEL). CAPPELLO CON VISIERA IN PVC (BORSALINO), MASCHERINA DA SOLE (CARRERA BY SAFILO).

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GIACCA IN JERSEY LUX CON INSERTI DI PELLE SU GONNA IN DUCHESSE CON FIOCCHI RICAMATI, SANDALI IN VERNICE (TUTTO MIU MIU).

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GIACCA IMPERMEABILE CON FRANGE (PINKO) SU COSTUME SFUMATO A MOTIVO MONOGRAM CON COULISSE, COLLANA BE MINDFUL (TUTTO LOUIS VUITTON).

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BODY IN MAGLIA DI SETA STRETCH E GONNA IN SERGE DI LINO CON BRETELLE (TUTTO HERMÈS).

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BLOUSON SFODERATO CON CAPPUCCIO (BLAUER USA) SU TOP IN NEOPRENE MULTICOLORE E GONNA DI SETA (TUTTO VERSACE).

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FELPA CON STELLA DI BORCHIE (KOCCA) SU LUPETTO (CALVIN KLEIN JEANS), GONNA PANTALONI IN PELLE (ERMANNO SCERVINO). SNEAKERS ARCHLIGHT (LOUIS VUITTON).

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File: Moda Camogli.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 15:36:12 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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CAMICIA (JIJIL) SU TOP CON LOGO (ELLESSE) E PANTALONI A VITA ALTA (PHILOSOPHY DI LORENZO SERAFINI). OCCHIALI (GUCCI), SNEAKERS IN RAFIA (CASADEI).

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File: Moda Camogli.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 15:36:15 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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File: Moda Camogli.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 15:36:18 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


20 PT

POLO (DSQUARED2) SU SHORTS A STAMPA OPTICAL (MANILA GRACE). SANDALI (JIMMY CHOO). L’IDEA BELLEZZA: SU VISO E CORPO, IL SOLARE SPRAY PROTETTIVO ANTI AGE SPF 20 RINFRESCA E PROTEGGE (CLINIANS). IL SERVIZIO È STATO REALIZZATO ALL’HOTEL CENOBIO DEI DOGI, A CAMOGLI, IN PROVINCIA DI GENOVA.

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File: Moda Camogli.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 15:36:20 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


BLOUSON IN RETE (GAËLLE PARIS) E COSTUME INTERO IN JERSEY (COCO BEACH DE CHANEL). OCCHIALI (TOM FORD EYEWEAR), TAVOLA DA SURF CON LOGO (CHANEL).

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File: Moda Camogli.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 15:36:23 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


25 PT

TUTA IN SANGALLO E CINTURA CON FIORE (TUTTO ALBERTA FERRETTI). BIKINI A STELLE (TEZENIS). COLLANA (LOUIS VUITTON), INFRADITO (ROGER VIVIER).

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File: Moda Camogli.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 15:36:25 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


CAPPA IN NYLON E PANTALONI CON COULISSE (TUTTO K-WAY). OCCHIALI (BURBERRY EYEWEAR), SNEAKERS (CHRISTIAN LOUBOUTIN). CASTING: SIMONE BART ROCCHIETTI@SIMO BART CASTING. LA MODELLA: ANNA CONRADSEN@FABBRICAMILANO.

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File: Moda Camogli.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 15:36:28 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


31 PT

FELPA IN COTONE CON LOGO (GUESS JEANS) E CULOTTE CON BOTTONI DORATI (GUESS BEACHWEAR). MASCHERINA (MONCLER LUNETTES). TRUCCO: RACHID@FREELANCER AGENCY USING GIORGIO ARMANI BEAUTY LUMINOUS SILK POWDER. PETTINATURE: MIMMO DI MAGGIO@FREELANCER USING MILK_SHAKE.

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File: Moda Camogli.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 15:36:31 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


CHANEL

ADESSO MUOVITI

Sneakers, top, bermuda e felpe diventano protagonisti del guardaroba super atletico styling di NIKE ANTIGNANI

A sinistra, dall’alto: T-shirt in jersey di cotone con logo multicolore (adidas Originals); girocollo Like in oro bianco con brillanti (Crivelli); bermuda in microfibra (Givova). A destra, dall’alto: sneakers in camoscio e nylon (Voile Blanche); dalla linea Icon bermuda in tessuto fluido (A|X Armani Exchange); borsa Micro Vanity Unicorn in velluto con fibbia di cristalli e ricami (Roger Vivier).

Foto IMAXTREE

Sport chic

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File: Tendenze.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 16:29:40 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


41 PT

MIU MIU

G R A Z I A T ENDEN ZE

Contrasti dinamici A sinistra, dall’alto: bomber doppiato in organza, con bordi in maglia e chiusura a zip (United Colors of Benetton); sneakers Spherica con suola extra ammortizzata (Geox Respira); polo in poliammide con decorazioni a righe (Ellesse); occhiali Blink con ponte dritto e profili in acetato (Dsquared2 Eyewear). A destra: top corto in poliammide e rete (Diadora); gonna in tessuto a costine (NLY by Nelly@Zalando.it).

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File: Tendenze.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 16:29:41 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


A sinistra, dall’alto: canottiera in cotone stretch con logo (Guess Jeans); pantaloni morbidi con pinces (Cigala’s). A destra, dall’alto: occhiali flessibili e con lenti a specchio (Max&Co. Eyewear); borsa a mano in macramé con chiusura a scatto magnetica (Bottega Veneta); top in jersey di cotone con stampa e microborchie (Pinko); sneakers Endorphin Trail a motivo optical (Saucony).

LOUIS VUITTON

Ispirazione street

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File: Tendenze.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 16:29:43 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


46 PT

N°21 BY ALESSANDRO DELL’ACQUA

Foto IMAXTREE

G R A Z I A T ENDEN ZE

Bianco sexy A sinistra, dall’alto: felpa in spugna con cappuccio e logo (Saint Laurent by Anthony Vaccarello); maxigonna in twill di viscosa e lino (Brunello Cucinelli). A destra, dall’alto: T-shirt corta in cotone con logo (Best Company); pochette Essential in pelle di vitello con chiusura arricciata (Furla); sneakers Olympia-Z in pelle bicolore (Hogan); orecchini a cerchio in argento con perle naturali (Vu Elle).

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File: Tendenze.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 16:29:46 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A SHOPPING

GIOCO DI SQUADRA Capi e accessori richiamano le discipline più amate dell’estate s t y l i n g d i B E N E D E T TA C E P P I

SOTTO RETE A DESTRA, RACCHETTONI DA SPIAGGIA (CHANEL). A SINISTRA, DALL’ALTO: CAPPELLO DA BASEBALL CON STAMPA LOGO (KENZO); CAP CON LOGO (DSQUARED2); CON VISIERA, IN TELA (K-WAY). AL CENTRO, DALL’ALTO: TOP IN TESSUTO TECNICO CON SPALLINE INCROCIATE (TORY BURCH); CANOTTIERA DOPPIATA DA UNA MAGLIA MORBIDA (KIABI); T-SHIRT SQUADRATA IN COTONE CON MANICHE AL GOMITO (FILA).

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SULLA CRESTA DELL’ONDA SOPRA, TAVOLA DA SURF DALLA COLLEZIONE DIORIVIERA (DIOR MAISON). SOTTO, DA SINISTRA: OLIMPIONICO CON MAXI GRAFICA (EMPORIO ARMANI BEACHWEAR); INTERO IN TESSUTO SENSITIVE FABRICS BY EUROJERSEY CON PROFILI A CONTRASTO (MARYAN MEHLHORN); COSTUME CON STAMPA E PROFILI ROSA (GUESS BEACHWEAR). IN BASSO, DA SINISTRA: ZAINO IN ECOPELLE CON MAXI NAPPA (PRIMADONNA); 4ATHTLS IN TESSUTO RICICLATO (ADIDAS); IN TESSUTO TECNICO CON PROFILI IN PELLE (RIVER ISLAND@ZALANDO.IT).

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COME IN PALESTRA IN ALTO, DA SINISTRA: OCCHIALI A MASCHERINA CON MONOLENTE AVVOLGENTE (OAKLEY); ULTRAFLESSIBILI CON LENTI TONDE (CARRERA BY SAFILO); MASCHERINA UNISEX CON MAXILOGO SULLE ASTE (MONCLER LUNETTES). QUI SOPRA, DA SINISTRA: FELPA CORTA CON CAPPUCCIO E STAMPA (BEST COMPANY); CON CAPPUCCIO E TASCA A MARSUPIO (GIVOVA); FELPA CON ORSETTO STAMPATO, SCRITTA AL CONTRARIO E CAPPUCCIO (MOSCHINO). SOTTO, BILANCIERI CON IMPUGNATURA RIVESTITA IN TELA MONOGRAM ECLIPSE (LOUIS VUITTON).

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G R A Z I A SHOPPING

A CANESTRO A SINISTRA, PALLA DA BASKET CON CONTENITORE (PRADA). SOTTO, DA SINISTRA: SHORTS IN TESSUTO STAMPATO (H&M); CALZONCINI CON COULISSE (ELLESSE); SHORTS IN COTONE CON APPLICAZIONE A CUORE ARCOBALENO (MICHAEL MICHAEL KORS). IN BASSO, DA SINISTRA: SNEAKERS JAZZ TRIPLE NEON MULTICOLORI (SAUCONY ORIGINALS); CON MAXI SUOLA SAGOMATA (HOGAN); SCARPE MYTHOS PROPULSION 280 CON TOMAIA IN RETE E PELLE SINTETICA, RIEDIZIONE DI UN MODELLO CELEBRATIVO DEL 2008 (DIADORA).

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G R A Z I A L’ EVENTO

I COLORI DI ISCHIA La collezione Resort di Max Mara si chiama Local Color, come la raccolta di Truman Capote, in cui lo scrittore ha raccontato i “Cigni”: le amiche belle ed eleganti con le quali trascorreva l’estate sull’isola del Golfo di Napoli. E proprio qui la maison ha messo in scena una sfilata, applaudita da tanti ospiti internazionali, in cui hanno dominato tonalità accese ed emozioni

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File: MaxMara.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

DA SINISTRA: L’INFLUENCER LEONIE HANNE; L’ATTRICE ALESSANDRA MASTRONARDI CON LUIGI MARAMOTTI, CHAIRMAN DI MAX MARA; MARIA GIULIA PREZIOSO MARAMOTTI GERMANETTI, OMNICHANNEL RETAIL DIRECTOR DI MAX MARA FASHION GROUP E COMPANY GLOBAL BRAND AMBASSADOR; IAN GRIFFITHS, CREATIVE DIRECTOR DI MAX MARA. SOPRA, DA SINISTRA, TRE MOMENTI DELLA SFILATA E L’ATTRICE RYM SAIDI.

Data: 01-07-2021 16:11:37 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


42 PT

Foto courtesy MAX MARA

IN QUESTA PAGINA, ALCUNI MOMENTI DELLA SFILATA DELLA COLLEZIONE MAX MARA RESORT 2022 CHE SI È TENUTA AL MEZZATORRE HOTEL DI ISCHIA, NEL GOLFO DI NAPOLI. IL FILM DELLA SFILATA È STATO DIRETTO DA GINEVRA ELKANN, CHE HA ESORDITO NEL 2019 CON MAGARI.

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File: MaxMara.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 16:11:42 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A MODA

SOGNANDO PARIGI

Il marchio Gaëlle Paris propone una collezione di abiti e accessori ispirati all’allure francese. Ma la sua forza è la qualità e la creatività del nostro Paese d i A N TO N E L L A B I G OT TO

QUI SOPRA, ALESSANDRO BOSSO, TITOLARE DI DREAM PROJECT. SOPRA, ALCUNI LOOK E ACCESSORI DALLA COLLEZIONE GAËLLE PARIS PER LA PRIMAVERAESTATE 2021.

U

n nome che evoca un’estetica bon ton francese, unita alla qualità italiana: il risultato è una collezione molto accattivante. Alla guida di Dream Project, l’azienda che produce e distribuisce Gaëlle Paris, ci sono i fratelli Fabio e Alessandro Bosso, ed è quest’ultimo a raccontare a Grazia le novità del marchio. Come def inirebbe lo stile di Gaëlle Paris? «Rispecchia un’anima glam e parla a una donna attenta alle tendenze, che interpreta lo stile contemporaneo con personalità. Abbiamo un’attenzione particolare al casual, ma in collezione c’è anche una parte più formale, per uno stile armonioso in ogni occasione». Che atmosfera avete immaginato per questa estate? «Non mancano tutti gli elementi più amati del marchio: i colori vivaci e brillanti, le borchie, le stampe. Per la sera, la collezione vira verso uno stile rock glam, molto femminile, ispirato agli Anni 80 e 90 con un mix di stampe animalier, catene-gioiello e tocchi brillanti». Qual è il look della collezione estate 2021 che vi rappresenta meglio? «L’ispirazione safari, con maxi tasche e applicazioni-logo. Si ritrova in abiti, pantaloni e tute. Per la sera abbiamo creato vestiti lunghi, leggeri e fluttuanti in stampe animalier, da indossare con sandali ultrapiatti o tacchi vertiginosi». La collezione è molto amata dalle influencer. Che cosa apprezzano di più secondo lei? «Le più giovani amano tutto ciò che è caratterizzato dal logo e il denim; le più adulte preferiscono lo street, rinnovato nei tagli, nelle stampe e nei tessuti. Gaëlle è nata con i social e la nostra strategia punta molto sulla visibilità che gli influencer ci possono portare». Quali sono i prossimi progetti? «Puntiamo sull’ampliamento della rete dei negozi monomarca e sulla presenza sui mercati esteri». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

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File: Intervista Gaelle.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 16:48:11 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


di

Carlotta Marioni

La perfezione della semplicità LA GRANDE CLASSIQUE DE LONGINES È UN’AMPIA COLLEZIONE, CARATTERIZZATA DA ELEGANZA E RAFFINATEZZA DELLE LINEE. L’OROLOGIO IN QUESTA PAGINA HA UNA CASSA TONDA IN ACCIAIO DI DIAMETRO 29 MM., IL QUADRANTE IN MADREPERLA CON 12 DIAMANTI AGLI INDICI E IL MOVIMENTO AL QUARZO (LONGINES, € 1.390).

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File: File:Love LoveLongines.indd Longines.indd Testata: Testata:Grazia  Grazia  Edizione: Edizione:2021_31 2021_31

Data: Data:01-07-2021 01-07-202119:45:23 19:45:23 Profilo: Profilo:PSR_LWC_PLUS_V2_PT PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A MODA

STREET STYLE NATALIA VERZA

TAGLI L’influencer tedesca indossa un top corto dal taglio squadrato con spalle imbottite e maniche lunghe di Source Unknown, come i pantaloni nello stesso tessuto dalla linea morbida con arricciatura e lacci elastici in vita. La borsa a mano in pelle intrecciata è di Bottega Veneta, i sandali bassi con chiusure a strappo sono di Storets.

LOGO L’influencer francese ha un top in cady di seta ricamato con paillettes e applicazioni, con nastri e ganci in plastica sulla schiena di Miu Miu. Sono dello stesso marchio gli shorts in maglia con motivo logo, i pantaloni da jogging con bande a contrasto, la borsa a tracolla in pelle matelassé e le sneakers con tacco sagomato.

EMILIE JOSEPH

JUSTINE SCHLÜTTER

SHORTS L’influencer francese punta su una giacca dal taglio maschile con spalle imbottite di Zara Man, unaT-shirt con bordo tagliato al vivo vintage, e shorts in raso stampato con logo applicato davanti e inserti in tessuto tecnico sui lati di Wicked1. Le décolletées a punta in vernice sono vintage.

DENIM Per l’influencer tedesca abito midi in denim effetto scolorito con profondo scollo a “V” e maniche lunghe con polsini di Mango su una canottiera in jersey e una felpa legata in vita, entrambe di Zara. Le sneakers basse in pelle sono di Copenhagen Studios.

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File: Street Style.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

CHLOÉ HARROUCHE BIANCO L’influencer francese opta per una camicia in popeline di cotone dal taglio ampio di Loulou Studio, un top corto in jersey a coste vintage e pantaloni in cotone con coulisse elastica in vita di Studio Blanc. La piccola borsa in pelle matelassé è di Chanel, le ciabattine in pelle con fascia arricciata sono di Khaite.

Foto INSTAGRAM

ENNA H.

Data: 01-07-2021 17:19:43 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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Sneakers e berretti da baseball, top tecnici e pantaloni in acetato: l’estate delle trendsetter è ricca di ispirazioni sportive D I R I C C A R D O S L AV I K

IL LOOK DELLA SETTIMANA

CLARA BERRY FLUO Per l’influencer francese felpa girocollo con stampa, bermuda coordinati, entrambi con lacci a contrasto, e calze in spugna con motivi jacquard di Comme des Fuckdown. Le sneakers in pelle con suola in gomma bicolore sono vintage.

THÁSSIA NAVES POP L’influencer brasiliana sceglie un top corto in tessuto elasticizzato con spalle imbottite, scollo quadrato, bordo sagomato di We Love NX, come gli shorts a vita alta in tessuto matelassé dal taglio svasato. La borsa a mano in pelle con nodo è di Bottega Veneta, le sneakers in pelle con inserti in colori a contrasto sono di Nike.

ALESSANDRA AMBROSIO RIGHE La top model brasiliana indossa una giacca monopetto in tessuto tecnico con stampa gessata di Argent, un top corto in jersey e shorts in denim con orli tagliati al vivo, entrambi vintage. La borsa a tracolla con manico triangolare imbottito è di Bottega Veneta, come i sandali con suola squadrata.

VERONICA FERRARO

TAMU MCPHERSON

TUTA L’influencer italiana punta su una giacca monopetto con risvolti a lancia di Miu Miu, come il top corto in felpa effetto scolorito, i pantaloni da jogging in felpa di cotone con fascia elastica e coulisse in vita e la borsa a tracolla in raso con motivo geometrico in cristalli. I sandali con suola squadrata sono vintage.

VERDE L’influencer di origine giamaicana ha una giacca a vento in poliestere con cappuccio di Duvetica, come la T-shirt in jersey con stampa e gli shorts in nylon semi lucido. La piccola borsa a mano in pelle con logo in rilievo è di Telfar, i sandali in rete con lacci alla caviglia sono di Bottega Veneta.

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File: Street Style.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 17:19:45 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


di

Carlotta Marioni

Passi leggeri I SANDALI D’LUX WALKER NEW BLOCK SONO I COMPAGNI PERFETTI PER LE GIORNATE PIÙ CALDE. LA TOMAIA È IN TESSUTO TECNICO E IL PLANTARE IN LUXE FOAM È MORBIDISSIMO. IL MODELLO HA IL CINTURINO REGOLABILE ALLA CAVIGLIA ED È LAVABILE IN LAVATRICE (SKECHERS).

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File: Love Skechers.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 17:31:10 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A INT ERVISTA SOTTO, FEDERICA PIERONI, RESPONSABILE MARKETING E COMUNICAZIONE DI RUE DES MILLE. A DESTRA E IN BASSO, I GIOIELLI DISEGNATI DA ALESSANDRO ENRIQUEZ.

UNA STAGIONE FELICE La collaborazione con il designer Alessandro Enriquez è la novità d’estate delle collezioni di gioielli Rue Des Mille d i A N TO N E L L A B I G OT TO

N

on è possibile raccontare la storia di Rue des Mille senza parlare di famiglia: i tre fratelli che oggi la guidano, Giacomo, direttore commerciale, Tommaso, responsabile creativo, e Federica Pieroni, responsabile marketing e comunicazione, hanno ereditato dai genitori una solida tradizione nel settore dell’oreficeria. Ma, fin dalla creazione del marchio nel 2013, l’hanno declinata con grande personalità e con un’attenzione speciale al gusto delle nuove generazioni. Federica, la più giovane, racconta a Grazia la passione che guida tutte le scelte di Rue des Mille. Come è nata a collaborazione con Alessandro Enriquez? «È un progetto entusiasmante: per la prima volta abbiamo lavorato con un designer che viene dal mondo della moda. Il risultato è esplosivo: un mix di colori vivacissimi e di personaggi irresistibili, romantico ed eclettico al tempo stesso. Gioielli perfetti per l’estate, anche grazie a un prezzo alla portata di tutti». Che cosa c’è di lei, invece, in Rue Des Mille? «Moltissimo: la comunicazione, che è il settore di cui sono responsabile, riflette la mia visione. Tendo sempre

ad alzare l’asticella per raggiungere traguardi difficili da immaginare. Fin dall’inizio ho creduto in Instagram e ho intuito il potenziale di questo social, collaborando da subito con gli influencer, che allora erano una scommessa». Quali sono le strategie per restare al passo con le nuove generazioni? «Io ho 30 anni e già mi sento adulta rispetto alle nuove generazioni, ma cerco di avvicinarli parlando il loro stesso linguaggio. Per esempio, ho fortemente voluto la linea Rebelle, che si ispira ai piercing e ai tatuaggi con elementi forti e caratterizzanti. Inoltre, Rue des Mille frequenta volentieri il mondo della musica attraverso le sponsorizzazioni di festival o il sostegno a talenti emergenti». Che cosa vi ispira? «La nostra figura di riferimento fin dalla prima collezione è la principessa. E, se all’inizio la immaginavamo con la carrozza e un principe accanto, oggi si è evoluta in una donna contemporanea e la pensiamo come una giovane che vuole essere se stessa e realizzare i suoi sogni, qualunque essi siano». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

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File: Intervista Rue Des Mille.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 19:08:49 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


FA SHION

Compleanno in vista Per celebrare il 60° anniversario dell’azienda, Web Eyewear, marchio di casa Marcolin, ha disegnato due modelli da sole: uno da uomo, ispirato al mondo dell’aviazione, e uno da donna, dalle forme Anni 60. Entrambi, in acetato italiano, hanno la scritta Exclusively For 60th Marcolin inciso all’interno dell’astina (web-eyewear.com; marcolin.com).

COME UN RAPPER

di ELSA BONFIGLIO

Alviero Martini 1ª Classe ha creato con il rapper milanese Shiva la special capsule collection 1ª Classe For Shiva. Partendo dalla stampa simbolo del marchio, la mappa Geo, è stata realizzata per questa collezione una mappa della città di Milano e della sua periferia, legata alla vita del giovane rapper. La nuovissima Geo Map Milano è declinata in due colori, nero e bianco, e si ritrova sui capi di abbigliamento dallo stile streetwear e sugli accessori pensati per la “Generazione Z” (alvieromartini.it).

Al polso

I nuovi cinturini dei modelli Reverso di Jaeger-LeCoultre per l’estate sono realizzati in collaborazione con Casa Fagliano, manifattura argentina che dal 1892 realizza calzature per il polo. L’ispirazione sono gli stivali per le partite estive. I nuovi cinturini combinano infatti la tela e la pelle in quattro tonalità (sabbia, marrone chiaro, blu pallido e grigio medio) e in due taglie (jaegerlecoultre.com).

L’ESTATE DI FISICO

La nuova collezione di costumi da bagno e abbigliamento da mare di Fisico esprime la sensualità femminile. Ruota intorno al tema centrale della rosa, ricca di sfumature differenti come l’anima femminile, ma anche all’Africa e allo stile Anni 70: «L’Africa, un paese ricco di suggestioni che abbiamo trasposto in un racconto sulla femminilità contemporanea, sensuale e indipendente. Fisico vuole raccontare la donna di oggi, in continua evoluzione e al tempo stesso consapevole di se stessa, forte e piena di energie», spiegano dall’ufficio stile del marchio (fisico.it).

UNA BORSA TUTTA PER TE

Per il mese di luglio, l’artista Valentina De Rosa, sarà in tour in alcuni negozi di Carpisa, in tutta Italia, per dipingere a mano le borse di paglia della collezione estate 2021. Si potrà scegliere tra un disegno completo, le proprie iniziali o il nome. La borsa ecosostenibile è in vendita anche sul sito, in tre misure e con tre disegni predefiniti. Sul sito carpisa.it ci sono le date del tour di personalizzazione.

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File: Fashion.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 17:52:14 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


Aria di vacanza

Da quella romantica in Provenza a quella più movimentata in Romagna, alle gite in montagna e ai tour nelle città d’arte. Motivi ha pensato a un guardaroba estivo adatto ad ogni tipo di vacanza. Sono capi passepartout da portare con sé verso le proprie mete del cuore. C’è il maxi abito nero con dettagli macramè, quello bianco con piccole balze, il vestito provenzale a righe nei toni del bianco e del blu, canottiere, pantaloncini e completini effetto crochet (motivi.com).

TANTI FIORI

Pollini ha creato una capsule collection See Now Buy Now, guarda e compra subito, per l’edizione di Pitti Immagine Uomo 100, appena conclusa. Si chiama Please don’t eat the flowers, per favore non mangiare i fiori: sono sneakers in pelle, per lui e per lei, decorate con la tecnica dell’aerografo dall’artista Mirko Baldini, in arte Koro, con quattro grafiche. Ogni modello è realizzato a mano su ordinazione (pollini.com).

ANTIPIOGGIA A COLORI POP Bomboogie ha creato una giacca a vento pensata per essere la compagna di viaggio per ogni tipo di clima, in città e in montagna. I modelli di punta, Siviglia (nella foto) e il trench Valencia sono pratici e impermeabile, realizzati in 100 per cento nylon con effetto sotto vetro, adatti al brutto tempo, ma hanno anche uno stile streetwear e raffinato. L’effetto lucido, e i colori pop, rosso, blu, beige, azzurro, gli danno un tocco in più (boombogie.com).

LO STILE DI GHALI

È già online la giacca stile college americano di United Colors of Benetton firmata dal rapper Ghali (nella foto). È un’edizione limitata di 22 pezzi autografati, che anticipa l’uscita della capsule collection United Colors of Ghali, in vendita online da settembre. La giacca è arricchita da simboli del mondo dell’artista, come i quattro dischi di platino in filo di lurex sul retro, la lettera “G” e il numero 22. Ghali la indossa nel videoclip del suo ultimo singolo Chiagne Ancora (benetton.com).

Il lino del futuro Nella Valle di Astino, in provincia di Bergamo, si può visitare l’unico campo di lino coltivato in Italia, parte di un progetto pilota curato da Linificio e Canapificio Nazionale, filatura leader nel mondo per la produzione di lino di eccellenza, sostenuta da CELC, la Confederazione Europea del Lino e della Canapa. Il lino è il prodotto tessile più antico al mondo e riassume in sé molte caratteristiche sostenibili: non crea rifiuti, la coltivazione non richiede acqua, fertilizzanti o diserbanti chimici ed è biodegradabile (europeanflax.com). 137

File: Fashion.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 17:52:15 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A INT ERVISTA

NEL CUORE DELLO SPORT Dai campi da gioco più prestigiosi ai momenti che ciascuno dedica al proprio benessere: la missione di Givova è vestire l’attività fisica con passione e stile d i A N TO N E L L A B I G OT TO

IN ALTO, GIUSEPPINA LODOVICO, AMMINISTRATRICE UNICA DI GIVOVA. SOPRA E A DESTRA, GLI ZAINI DEL MARCHIO E, SOTTO, LE FELPE SPACE.

G

ivova è un marchio di abbigliamento tecnico-sportivo nato nel 2013, che in brevissimo tempo ha creato importanti partnership con società sportive ad alto livello, dal calcio alla pallavolo, al basket. Ora, come spiega a Grazia Giuseppina Lodovico, amministratrice unica dell’azienda, amplia i suoi orizzonti e propone un total look dedicato al benessere psicofisico e ai momenti di relax di un pubblico più vasto. Che cosa rappresenta lo sport per Givova? «La nostra missione è quella di creare abbigliamento tecnico, ma nel corso degli anni abbiamo capito che lo sport è uno stile di vita condiviso da moltissime persone, alle quali proponiamo un total look che trae ispirazione dai capi più performanti». Quale è il vostro stile? «Abbiamo un approccio essenziale alle linee, poi giochiamo con i colori e soprattutto lavoriamo su tessuti e vestibilità comode, che valorizzano la fisicità di ciascuno». Che cosa proponete per i più giovani? «Ci sono diversi ambiti da cui trarre ispirazione: il basket per gli shorts larghi, il ciclismo per i leggings, il calcio per le Tshirt. Il nostro progetto più recente è la felpa con cappuccio Space: un pezzo essenziale acceso da spruzzi di pittura, venduto solo online. L’abbiamo lanciata attraverso una collaborazione con il trapper Sfera Ebbasta e piace molto ai più giovani». Qual è la collaborazione a cui siete più legati? «Dopo l’esordio con il Grande Fratello Vip, ora i nostri capi sono presenti in moltissimi programmi e da anni sosteniamo nelle sue attività di beneficenza la Nazionale Italiana Cantanti. Il progetto New Dreams, invece, si rivolge ai giovanissimi del mondo YouTube e trap: durante l’estate li coinvolgiamo in partite di calcio e beach soccer con finalità benefiche, per motivare i ragazzi attraverso azioni positive. Oltre alle squadre titolate, inoltre, sosteniamo diverse realtà minori femminili delle quali amiamo la passione e l’impegno. Tra di esse, siamo molto legati alla Givova Fiamma Torrese, che milita nel campionato di serie B di pallavolo. Ogni anno l’allenatrice disegna le nuove divise che noi realizziamo: quest’anno sono decorate da un’esplosione di cuori, che rappresenta benissimo la nostra passione per lo sport». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

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File: Givova.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 20:24:23 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


di

Carlotta Marioni

Voglia di tenerezza GLI ORECCHINI D’ESTATE RIPROPONGONO IL MOTIVO DELLA SAGOMA DELLA BIMBA, CARATTERISTICO DEL MARCHIO. LE FIGURE SONO MOBILI, AGGANCIATE SU UNA BASE A CERCHIO IN ORO. È DISPONIBILE ANCHE LA VERSIONE BIMBO (LEBEBÉ GIOIELLI, € 288).

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File: Love bebe.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_00

Data: 01-07-2021 17:31:27 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


GRAZIA PROMOTION

LA GIOVINEZZA È UN DONO DELLA NATURA Dalla Provenza, la linea anti-età viso e corpo arricchita in olio di oliva bio, prezioso antiossidante naturale

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prodotti con ingredienti di origine naturale sono spesso preferiti per la loro delicatezza. Oggi si aggiunge la sicurezza dell’efficacia, in una nuova linea che chiama in causa uno degli attivi naturali più potenti. Tesori di Provenza è la linea anti-età viso e corpo arricchita in olio di oliva bio, ricco di polifenoli e Vitamina E, attivi che combattono i radicali liberi, principali responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. La sua efficacia è frutto di sapienza secolare: olive raccolte a mano, olio spremuto a freddo entro 24 ore, la cura artigianale dei frantoi di Provenza. L’esperienza sensoriale è semplice e sublime: texture vellutate che si assorbono in un attimo e fragranze realizzate con materie prime di origine naturale e profumi di ispirazione provenzale.


Pelle levigata e rassodata con un gesto naturale I gesti quotidiani diventano un trattamento anti-età grazie all’ingrediente star: l’olio d’oliva bio di Provenza, ricco in Polifenoli e Vitamina E. Da provare, oltre a crema giorno e crema notte, l’Olio di giovinezza, il Siero Anti-Età che rafforza il film idrolipidico e si assorbe in un attimo.

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Crema di giovinezza Anti-Età Giorno Con Polifenoli e Vitamina E dalle proprietà antiossidanti. Rughe e linee sottili si attenuano, la pelle ritrova morbidezza e luminosità. Delicato profumo di gelsomino e mimosa, texture fondente senza residui.

98% ingredienti

TESORI DI PROVENZA: TUTTI BIO E SOSTENIBILI Tesori di Provenza comprende solo prodotti viso e corpo biologici, con certificato ECOCERT. Tutti gli ingredienti provengono da una filiera controllata in Provenza e sono ottenuti con processi più rispettosi dell’ambiente. Il cartone e il vetro sono 100% riciclabili.

di origine naturale

Olio d’oliva biologico: un concentrato anti-età naturale CONOSCIUTO FIN DALL’ANTICHITÀ PER LE SUE PROPRIETÀ RESTITUTIVE, L’OLIO D’OLIVA CONTIENE POLIFENOLI E VITAMINA E, POTENTI ATTIVI CHE CONTRASTANO I RADICALI LIBERI E L’INVECCHIAMENTO CUTANEO. TESORI DI PROVENZA SCEGLIE SOLO OLIO D’OLIVA BIO DA OLIVE RACCOLTE A MANO IN PROVENZA, SPREMUTO A FREDDO ENTRO 24 ORE PER PRESERVARNE TUTTE LE PROPRIETÀ.


E TU CHE CORPO SEI? Nella filosofia orientale Yin e Yang indicano la notte e il giorno. Ma rappresentano anche due tipologie di fisico ben distinte. Grazia ti spiega come trovare la tua e individuare il trattamento giusto d i C L A U D I A B O T O L AT O e M I C H E L E M E R E U f o t o d i A N D R E A S O R T N E R

di cyclette o corsa veloce alternato a un minuto lento», consiglia il medico dello sport Giulio Sergio Roi, di Isokinetic. Tra i trattamenti soft di body contouring ci sono gli ultrasuoni micro-focalizzati. «Possono trattare la cellulite adiposa di braccia, glutei e culotte de cheval: tonificano e hanno una leggera azione liporiducente (da tre sedute mensili; 400 euro l’una, ndr)», racconta Bucci. Oppure: Lecilisi (liposcultura soft), con iniezioni nel tessuto adiposo di fosfatidilcolina, spesso miscelata all’acido desossicolico, che solubilizzano i grassi riducendo il volume degli adipociti (da due a quattro sedute; 250 euro l’una).

«Di indole pigra, la donna di costituzione Yin, o lunare, tende a trattenere i liquidi nei tessuti, ha la pelle con grana sottile, morbida, ben idratata, ma tendente a perdere tono», spiega il dermatologo e medico agopuntore Carlo Di Stanislao, presidente della Scuola di medicina cinese Xin Shu. La Yin-lunare accumula adipe e cellulite soprattutto nella parte inferiore del corpo. Per drenare e disinfiammare queste zone funzionano bene i fanghi termali e con alghe, da tenere in posa 2-3 volte la settimana. «Quotidianamente vale l’applicazione di formule multifunzionali con i grandi classici drenanti, decongestionanti e stimolanti la microcircolazione come escina, bromelina, arnica, vite rossa, associati a dermorassodanti come acido boswelico, ginseng e ginkgo biloba», consiglia la dermatologa Mariuccia Bucci, responsabile scientifico dell’ISPLAD (isplad.org). Sui glutei si possono applicare i patch rimodellanti e snellenti, impregnati con tè verde e cola. Allo skincare va associato il movimento: le attività sportive più idonee sono la camminata a ritmo spedito (o corsa) e lo step abbinati ad esercizi aerobici di media-lunga durata, che drenano, aumentano il dispendio energetico e contrastano il deposito dei grassi. «Un allenamento tipo è eseguire 5-6 esercizi intensi intervallati: per esempio un minuto

«La tipologia Yang, o solare, è tipica delle persone estroverse e molto attive», dice Di Stanislao. La silhouette, spesso tonica nel suo complesso, ha la parte superiore più sviluppata. «Con queste caratteristiche e un’indole sportiva sono indicati gli anticellulite pratici e veloci nell’azione, come i sieri e le fiale monouso, e gli ingredienti “energy”, i più utili per trattare anche l’adipe sul girovita: come la caffeina e la teobromina del cacao, che attivano la lipolisi, l’alga bruna e poi peperoncino rosso e mentolo, che stimolano la mobilizzazione dei grassi con una sorta di ginnastica vasomotoria data dall’effetto caldo-freddo», dice Bucci. Aggiunge il medico dello sport Roi: «Per un punto vita più definito e una pancia più piatta sono indicati gli allenamenti cardio e di potenziamento associati ad esercizi posturali, inclusi yoga e pilates». In ambulatorio medico, c’è l’Onda Coolwaves, basata su una tecnologia a microonde che modifica metabolicamente i grassi. «Il manipolo», dice Bucci, «permette di calibrare selettivamente l’energia rilasciata secondo il tipo di problematica: “Deep”, per le adiposità localizzate e le fibrosi profonde, e “Shallow”, più superficiale, per lassità e cellulite (due-tre sedute mensili; 500 euro l’una, ndr)». ■

“YIN” , OVVERO DRENARE E RASSODARE.

L’ENERGIA CHE SERVE ALLE “YANG”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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sciutto e tonico, come quello di Gal Gadot e Jennifer Aniston. Morbido e sinuoso, come quello di Scarlett Johansson, ma anche burroso-con-orgoglio come quello della modella Ashley Graham. Il corpo ideale oggi è quello che, indipendentemente dalla costituzione ricevuta in dono dai geni, fa star bene con se stesse e, di conseguenza, emana sensualità. Per semplificare, nell’impostare il proprio piano di ridefinizione del fisico, o “body shaping”, si può prendere come riferimento dall’Oriente la classificazione energetica costituzionale: “Yin”, fredda e lunare, o Yang, calda e solare.

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EDERA E CAFFEINA PER LE “YIN” Da sinistra. Sono riutilizzabili fino a 10 volte le Bende Snellenti Drenanti di Collistar: a base di fior di sale di Sardegna e sale del Mar Morto assicurano una potente azione detox, drenante e rimineralizzante su gambe e braccia (€ 40). In pratiche fiale, Bionike Defence Body ReduxCell è un trattamento urto snellente che ostacola l’accumulo lipidico di notte (€ 47,50, in farmacia). Grazie alla sua formula a “effetto freddo”, Geomar Thalasso Scrub Antifatica riduce la sensazione di affaticamento delle gambe. L’azione meccanica del sale, invece, stimola il ricambio cellulare (€ 10,90). Sono in

tessuto morbido che si modella su cosce e glutei, i Patch Anti-Cellulite di Biopoint: riducono e ricompattano i tessuti con caffeina, estratti di edera e guaranà (€ 20). Body Strategist Attack Serum di Comfort Zone è un siero infuso di attivi riducenti, tra i quali olio di semi di schinus terebinthifolius e il pepe rosa (€ 60, in istituto). Esthederm Paris Intensive Glauscine Creme contiene glaucina, estratto vegetale che contrasta l’effetto “buccia d’arancia”, donando una pelle più morbida e una silhouette più definita (€ 52, in istituto). Nello scrub riducente L’Or Rose Gommage Silhouette Bio di Melvita

si uniscono le bacche rosa della Réunion e l’olio di rosa mosqueta (€ 16,90). Per un immediato sollievo da pesantezza e dolore venoso c’è Crioven Schiuma di Omega Pharma, con arnica montana (€ 24,28, in farmacia). Le sfere emettono un flusso di micro-correnti per tonificare e rimodellare il corpo, mentre il gel primer ne facilita lo scorrimento: NuBody Skin Toning Device di Nuface (€ 455, su netaporter.com). Con collagene di origine marina e un estratto dalla soia riduce cuscinetti, pelle a buccia d’arancia e ritenzione idrica: Nutri-Modeling Balsamo-Olio di Filorga (€ 44, in farmacia).

CENTELLA ASIATICA PER LE “YANG” Da sinistra. Assicura un drenaggio dei liquidi e una migliore circolazione sanguigna, regalando uniformità ed elasticità alla pelle delle gambe: Ventosa Massaggiante di Legology (€ 15, su niche-beauty.com). Peptidi, acido ialuronico e xilitolo rassodano la pelle di braccia, glutei, cosce e addome: Miamo Body Renew Crema Rassodante (€ 65, in farmacia). Col suo mix di oli e coenzima Q10, in due settimane rassoda la pelle, riducendo le smagliature: Nivea Q10 Olio Corpo Rassodante per Smagliature (€ 6,58). Phytolastil Fiale di Lierac concentra il 99 per cento di ingredienti di origine naturale, tra cui alchemilla, ede-

ra ed equiseto. Ha una consistenza leggera, a rapido assorbimento, che rende più elastica la pelle e attenua le smagliature (€ 38,50, in farmacia). Body-Perfector di Bakel è una crema rinfrescante che agisce contro la perdita di tono e gli effetti della gravità. Con 26 ingredienti attivi puri (€ 118 su bakel.it). Volumizza e rende tonico il seno con acido ialuronico, luppolo e vitamina E. Iodase CremaVolume Seno si massaggia nella zona del décolleté con movimenti circolari (€ 28,80, su iodase.com). Con rosmarino, borragine e olio di ricino, aiuta a prevenire i gonfiori e svolge un’azione benefica per chi soffre di ritenzione

idrica, restituendo leggerezza e sollievo alle gambe affaticate: Dr. Hauschka Tonico per le Gambe (€ 24,50). Con estratto di centella asiatica, il Latte Idratante Rassodante 2in1 di Yves Rocher ha una doppia azione: densificante e ammorbidente. La sua texture non unge e permette di vestirsi al volo dopo l’applicazione (€ 7,95). Dibi Milano Mission Cell Dren Bendaggio Anti-Cellulite Drenante unisce estratti di quinoa e caffeina per snellire, sgonfiare e ricompattare la pelle. Da applicare dalla punta dell’alluce sino alla parte alta dell’addome, e lasciare in posa per 50 minuti (3 trattamenti, € 75, in istituto).

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NUOVE SFUMATURE PARLANO DI NOI Il “caso” Alyssa Ashley scoppiò qualche decennio fa con la creazione di Musk, l’essenza che più rivela l’istinto di seduzione di uomini e donne. Oggi le note istintive di Musk si sposano con nuove sfumature: oltre a Rose Musk, Amber Musk, raffinato connubio con un’ambra avvolgente e sofisticata, e Tonka Musk, un profumo caldo, intrigante e inaspettato.

mozioni, ricordi ed eccitazioni: tutto passa attraverso l’Olfatto, il più antico e potente dei nostri sensi”. Questa è la filosofia Alyssa Ashley, il brand creato a New York dal surrealista italiano Enrico Donati all’interno di Houbigant, storica casa profumiera francese, e dedicato alla figlia. Alyssa Ashley respira il mondo dell’arte nei gesti quotidiani e lo riporta anche in quello, istintivo e sensuale, del profumo. Non a caso Rose Musk si presenta come un tributo a Botticelli e alla sua idea di bellezza e rinascita. La fragranza abbina in un prezioso mélange le note potenti del musk e quelle speziate della Rosa Damascena. Ovvero sensualità e istinto che abbracciano eleganza e carattere infinito. Un invito a esprimere se stesse e la propria creatività.

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A PIEDE LIBERO Oli profumati e creme esfolianti, gli smalti di tendenza e i segreti per prenderti cura delle parti più delicate. Preparati a un’estate di seduzione

Foto TRUNK ARCHIVE

di ALESSANDRA GRECO foto di BRUNO POINSARD

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G R A Z I A BELLE Z ZA DA SCOPRIR E

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erché sono tutto l’equilibrio... Perché reggono l’intero peso... Perché scalzi sono belli...”. Sono alcuni dei versi di Erri de Luca che, ai piedi, dedica il suo scritto Elogio dei piedi. In realtà non sempre scalzi sono così belli, se non sono anche sani e curati. I piedi infatti sono tra le parti del corpo più trascurate: ce ne ricordiamo solo quando dobbiamo esporli o quando fanno male. In questi mesi di smart working poi, ce li siamo dimenticati, “reclusi” in ciabatte, calze e sneakers. Ora che è arrivato il momento di tornare a vedere la luce, però possiamo restituire loro la dignità che meritano. E non solo per una questione estetica: il piede, come scriveva Leonardo da Vinci, è «un capolavoro di ingegneria» da cui dipende la deambulazione, l’equilibrio, la postura e il benessere dell’intero organismo. In altre parole la qualità della nostra vita ogni giorno. «È PER QUESTO CHE LA CURA DEI PIEDI», spiega Michele Testi, podologo a Verona, «merita la stessa attenzione di quella del viso». E, ribaltando un po’ tutti i falsi miti, aggiunge: «Detersione e idratazione sono i due passi fondamentali per la loro cura, proprio come per il viso. Iniziamo a dire no a pediluvi e lavaggi prolungati: stando troppo a lungo nell’acqua, l’epidermide si gonfia e si macera. I piedi andrebbero piuttosto lavati sotto l’acqua corrente con un detergente delicato, senza tensioattivi chimici che indeboliscono e creano secchezza cutanea. Ma, soprattutto, vanno asciugati scrupolosamente insistendo tra le dita anche con l’aiuto di un phon, se necessario». INDOSSARE CALZINI, SNEAKERS e stivaletti texani ora tanto trendy su piedi non perfettamente asciutti, infatti, crea l’ambiente ideale per la nascita di microorganismi batterici e micotici. «Pensate ai funghi nel bosco: crescono dopo abbondanti piogge in un clima caldo umido e al buio. Lo stesso avviene per i microorganismi che proliferano sui piedi. E questo “ambiente” favorisce anche il cattivo odore. Il Brevibacterium

è un batterio che si nutre proprio delle cellule morte della pelle, del grasso e dei residui, ed è responsabile di sgradevoli effetti». E VENIAMO ALL’IDRATAZIONE. «Spesso sui piedi si applicano creme magari più economiche ma grasse, che danno la percezione che la cute sia più liscia perché le lamelle cornee si abbassano. Purtroppo però è solo un effetto superficiale creato dalle sostanze grasse sulla cute. Per idratare davvero, optate per creme a base di ingredienti naturali che si assorbono in fretta, dopo massimo 15, 20 secondi di massaggio. E se il vostro problema sono i talloni ispessiti, non “grattuggiateli” troppo perché potreste danneggiarli: applicate piuttosto, costantemente, una crema esfoliante». Michele Testi spiega poi quanto sia importante la cura delle unghie: «Rappresentano un po’ una cartina di tornasole della salute del piede e dell’organismo: ispessimenti e macchie possono nascondere malattie. Un unghia ingiallita può essere la conseguenza di uno smalto troppo pigmentato o di scarsa qualità, ma può anche nascondere disfunzioni metaboliche. Un unghia violacea potrebbe segnalare problemi cardiocircolatori. Il consiglio è di rivolgervi sempre a un esperto ed evitare il fai da te, anche quando si tratta di accorciarle». ATTENZIONE A FORBICINE, TAGLIAUNGHIE e strumenti appuntiti: non adoperati adeguatamente possono creare infezioni e danni seri. «Le unghie si devono limare, ma dritte e mai oltre il loro letto», continua Testi. «Riducete solo la parte bianca e mai negli angoli se volete evitare che si incarniscano». E ora siete pronte a decorarle con un colore di tendenza? «Anche la scelta della qualità dello smalto fa la differenza. Acquistate marchi che possano garantirvi formulazioni serie e affidabili. E se amate le colorazioni semipermanenti e la ricostruzione in gel, applicate prima una crema con fattore di protezione solare sui piedi: l’esposizione prolungata a lampade fotopolimerizzanti con raggi Uv può favorire l’insorgere di melanomi». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

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UN PASSO DOPO L’ALTRO 1. Con 50 principi attivi naturali, vitamine, agenti antinfiammatori e molecole esfolianti che quotidianamente stimolano i cheratinociti a rinnovarsi, Seta è una crema indicata per la bellezza e la prevenzione di numerosi disturbi del piede, compresi quelli diabetici. Di MTM Fitocosmedica (€ 69,90). 2. Favorisce l’elasticità delle unghie, agendo anche sulle cuticole ispessite e cheratinizzate di mani e piedi, Dr Hauschka Olio al Neem per le Unghie (€ 19,90).

3. Crema Bellezza dei Piedi è un balsamo con il 93 per cento di ingredienti naturali, arricchito con il Vinolevure, un olio di vinaccioli di uva, e burro di karité bio che lasciano la pelle morbida a lungo. Di Caudalie (€ 9,90). 4. Starskin Magic Hour Exfoliating Double-Layer Foot Mask Socks è il calzino che fa da maschera esfoliante (€ 11,31 in esclusiva nelle Profumerie Douglas e su douglas.it) 5. L’arancio-rosso della tonalità The Sound of Vibrance è il colore più energizzante per l’estate. Mentre Infinite Shine è la lacca che assicura una durata sino a 11 giorni: per partire in vacanza senza pensieri. Fa parte della collezione Malibu di Opi (in istituto). 6. Olio essenziale di pino, timo ed eucalipto agiscono come “energy drink” per il piede che ritrova tonicità e vigore, anche se particolarmente affaticato. Puro Phi Pedilu-

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vio Balsamico (€ 14). 7. Un trattamento esfoliante e nutriente, delicato ed efficace. Contiene acido lattico per rimuovere in modo delicato ed efficace calli e pelle morta, senza scrub aggressivi. La sua miscela esclusiva di 35 ingredienti botanici include: rooibos lenitivo, soia ammorbidente, acerola e calendula illuminanti per ringiovanire i piedi. La pelle morta e i duroni inizieranno a seccarsi gradualmente, rivelando la pelle liscia e morbida. Si applica per 60/90 minuti. Faby Foot Cream (€ 24, in istituto). 8. Un mix di olio di lavanda, di girasole e di germe di grano regala un

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effetto rinfrescante e rinvigorisce le estremità, mentre l’olio di limone ha un’azione antimicotica. Susanne Kaufmann Foot Cream Cooling (€ 46, sull’omonimo sito). 9. Polifenoli, vitamina E, omega 6, acido linoleico sono il cuore di questo balsamo rigenerante e idratante con olio di ginepro, che agisce anche sulla microcircolazione. Höbe Pergh Balsamo Piedi (€ 44, su hobepergh.com). 10. Un device dall’impugnatura ergonomica e con una testina dall’effetto delicato ma efficace per rimuovere in sicurezza gli ispessimenti più tenaci. Dispositivo di rimozione calli di Zoe Ayla (€ 32,99, da Douglas).

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Il buon gelato senza latte che piace a tutti, in due golose vaschette

Q Prova anche il Biscotto, lo Stecco alla Frutta, lo Stecco Cacao e il Cono. Golosità senza latte e senza glutine.

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Vaschetta Vaniglia, Cacao e Nocciola

uando in famiglia o con gli amici apri una bella vaschetta di gelato, l’atmosfera si fa subito allegra. Soprattutto se scegli un gelato che fa felici proprio

tutti: il gelato senza latte che sa davvero di gelato. Non è un trucco, ma il frutto dell’esperienza Sammontana che ha scelto il latte di mandorla, ingrediente della tradizione italiana,

Al bar o a casa.

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Vaschetta Vaniglia e Pesca

per realizzare un gelato cremoso e gustoso, senza latte e senza glutine, completamente vegetale. Una scelta senza compromessi, con la dolcezza naturale data dalla vaniglia. Condividi il tuo momento goloso con chi ami. Sammontana rinnova la tradizione del gelato in due vaschette irresistibili: Amando Vaniglia, Cacao e Nocciola e Amando Vaniglia e Pesca. Le trovi al supermercato.

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1- Confronto a partire dai dati del sito fluxometer.com. 2- British Journal of Dermatology 2019 ; 180 : 597–603. 3 – Skin Pharmacol Physiol 2009 ; 22:31–44. 4 – Journal of Investigative Dermatology (2010) 130, 259 – 269 ; doi : 10.1038/jid.2009.194 ; pubblicato online il 13 agosto 2009. 5- Equivalente ad 1 ora di esposizione al sole sotto le nostre latitudini in estate. 6- Test in vitro su epidermidi * ricostituite esposte alla luce blu. 7- E’ raccomandato di non esporre i bebè e i bambini piccoli direttamente al sole. Utilizzare una protezione vestiaria (cappello a larga tesa, occhiali, T-shirt..). Non esporsi nelle * ore più calde, tra le 11h e le 16h. Applicare un prodotto solare generosamente prima di ogni esposizione al sole e rinnovare per mantenere una protezione. 8- Test realizzati dall’Osservatorio Oceanologico di Banyuls-sur-Mer, partner dell’European Marine Biological Resource Center, su 3 specie chiave della biodiversità marina: una specie di corallo, una specie di fitoplancton e una di zooplancton.

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Aria di festa

Per festeggiare l’estate, Jo Malone London ha creato una collezione di profumi che evoca allegre riunioni di famiglia, prendendo spunto dall’usanza, tipicamente inglese, di regalare a parenti e amici vasetti di marmellata fatta in casa. A comporre The Marmalade Collection, cinque colonie tutte da gustare: Orange Peel a base di scorze d’arancia, Rose Blush con petali di rosa, Blackberry & Bay alle more, Tangy Rhubarb al rabarbaro e Elderflower Cordial ai fiori di sambuco. In edizione limitata.

LE CREME DI ALICE

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Star di copertina in un recente numero di Grazia, la modella e influencer Alice Campello ha raccontato su queste pagine la sua storia d’amore con l’attaccante spagnolo della Juventus Álvaro Morata. Ma nella vita di Alice, dopo il marito e i loro tre bambini, c’è un altro grande amore: quello per il beauty, che l’ha portata a creare un marchio cosmetico. Si chiama Masqmai (un mix tra spagnolo e italiano che significa “Più che mai”) e combina il potere della natura con la scienza in formule “pulite” per viso, corpo e capelli. A base di oli vegetali puri e concentrati, ma anche di ingredienti preziosi come il platino (in vendita su masqmai.com/it).

LA PALESTRA OVUNQUE

Ispirata alle piattaforme streaming più note, Puretv.it è un centro fitness digitale a cui si può accedere attraverso mobile, pc, tablet, e in tv con AirPlay. Una vera e propria palestra accessibile a tutti, ricca di servizi personalizzati per consentire un allenamento facile ed efficace. Sei le opportunità di allenamento per un pubblico dai 15 anni agli over 60: Pure Fitness, Pure Skills, Pure Mind, Pure Yoga, Pure Sport, Pure Food. Grazie all’alta tecnologia virale, l’obiettivo è quello di creare la prima “wellness community” italiana dove sfidarsi e interagire.

Ritrovarsi in SPA Immerso nella natura dell’Alto Adige, alle porte di Merano, il Preidlhof Dolce Vita Luxury Resort ha appena riaperto con un’area benessere di 5.000 metri quadri e una Spa Tower di sei piani completamente rinnovate. Ampliato anche il team di esperti in linea con la filosofia Glowing Flow Lifestyle del cinque stelle, che invita a riscoprire se stessi armonizzando corpo, mente e spirito: con l’alimentazione sensoriale, il tocco magico dei massaggi, il fitness olistico, la meditazione, discipline orientali e trattamenti cosmeceutici (preidhlof.it). 153

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SOLE SULLA PELLE Custodia pop e in edizione limitata per So Cool Poudre Soleil, polvere abbronzante con tre sfumature opache per un effetto pelle baciata dal sole modulabile e impalpabile (Clarins, € 45).

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CIGLIA A PROVA DI SPLASH Nuova formula resistente all’acqua per Defence Color 3D Waterproof Mascara. Sguardo ultra black in una texture che incurva, allunga e infoltisce le ciglia senza temere i tuffi in piscina (Bionike, € 20, in farmacia).

IN EQUILIBRIO Concentra il potere dell’estratto di peonia in sinergia con altri estratti botanici la lozione Intral Émulsion Équilibre Active. La formula calma e idrata in profondità le pelle del viso, mentre lenisce gli arrossamenti e protegge il microbioma cutaneo dalle aggressioni esterne (Darphin, € 75, in farmacia).

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GRAZIA EMOZIONI IN TV

LA TV DELLE MEDAGLIE D’ORO Tutto il mondo si prepara a seguire le Olimpiadi di Tokyo. Grazia ti guida tra i programmi, le voci e le star dello sport che dal 23 luglio commenteranno ogni gara d i E L I S A B E T TA C O L A N G E L O

er la prima volta nella loro storia verranno disputate in un anno dispari: le Olimpiadi di Tokyo 2020, trentaduesima edizione dei Giochi dell’era moderna, debuttano con un anno di ritardo nella capitale nipponica il 23 luglio con la cerimonia di accensione della fiamma olimpica (ma calcio e softball cominceranno a giocare il 21), per concludersi l’8 agosto. A seguire, dal 24 agosto al 5 settembre, si svolgeranno le Paralimpiadi. Sono i Giochi della rinascita dopo la pandemia e quindi un evento mediatico ancora più denso di significati. Gli appassionati potranno contare sulla copertura integrale in streaming di Discovery+, con 2.500 ore di live dedicate a tutte le 49 discipline. Per l’occasione il network ha reclutato una squadra di 148 commentatori da tutta Europa, che mette insieme 92 medaglie olimpiche e paralimpiche: tra loro, il campione del ciclismo britannico sir Bradley Wiggins, la leggenda dell’eptathlon Carolina Klüft, insieme con i nostri Rossano Galtarossa, oro per il canottaggio, la star del basket Hugo Sconochini e la tennista Roberta Vinci. Alla Rai spetteranno invece 200 ore di diretta in chiaro sulle gare degli Azzurri, programmate su Rai Due, comprese le cerimonie di apertura e chiusura commentate da Franco Bragagna e Claudio Icardi. Bragagna e l’ex velocista Stefano Tilli seguiranno l’atletica, mentre il nuoto e la scherma, sempre “garanzie” di medaglie, saranno commentate da Tommaso Mecarozzi con Luca Sacchi e da Federico Calcagno con Stefano Pantano. In più, tutti i giorni dopo il Tg2 debutta la rubrica Circolo degli anelli con Alessandra De Stefano, ospiti e collegamenti con Tokyo e Casa Azzurri. Per il divertimento dei fan più piccini dal 23 luglio sul canale 603 di Sky arrivano Le Olimpiadi di NickJr, una striscia quotidiana sportiva con i personaggi più amati dai bambini come Paw Patrol, 44 Gatti e Barbapapà, in onda alle 14.10. ■

Foto REUTERS/CONTRASTO, GETTY IMAGES

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Data: 01-07-2021 18:11:01 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


DA SINISTRA, SCARLETT JOHANSSON, 36 ANNI, CON FLORENCE PUGH, 25, IN BLACK WIDOW.

CINEMA

SIAMO SORELLE PRIMA CHE EROINE Scarlett Johansson torna in azione con tante attrici nel film Black Widow. E qui spiega perché il superpotere che rende invincibili le donne è fare squadra d i C L A U D I A C ATA L L I

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are largo al cuore, senza rinunciare a imprese da supereroina. È questa l’essenza di un’attrice come Scarlett Johansson, 36 anni, tre matrimoni (con l’attore Ryan Reynolds, il giornalista Romain Dauriac e l’attuale marito, lo scrittore Colin Jost) e una figlia di 6 anni (Rose Dauriac). Dopo un lungo lavoro su personaggi introspettivi come la moglie in crisi di Storia di un matrimonio e la madre coraggio di Jojo Rabbit, la diva ha archiviato il passato da sex symbol per i panni «molto meno sessualizzati» di donne che hanno più da dire che da mostrare. Ne è esempio la sua nuova versione della Vedova Nera in Black Widow, film di cui è anche produttrice e che la vede tornare nel ruolo della spia letale Natasha Romanoff, svelandone aspetti sorprendenti. Il progetto si era arenato. Come è ripartito? «Lo hanno aiutato la determinazione a pensare a un cinema più centrato sulle donne. Con la regista Cate Shortland abbiamo voluto andare a fondo con coraggio nella storia di questa ragazza, scavando nelle sue ombre e nel suo passato». Che cosa ammira di più in Vedova Nera? «La sua forza è in se stessa. Non possedendo poteri speciali, come gli altri supereroi, sa di poter contare solo sulla sua mente, sulle sue strategie e le sue azioni. Nel film siamo quasi tutte donne (con Scarlett ci

sono Florence Pugh e Rachel Weisz, ndr), eppure credo sia il film più “muscolare” di quelli targati Marvel. Mi sono sempre allenata per interpretare Natasha, l’ultima volta che sono stata Vedova Nera era il 2009 ma ho avuto la fortuna di essere circondata da stuntwoman tostissime, che non finirò mai di ringraziare. Da un punto di vista atletico dieci anni si sentono tutti». Le dinamiche di famiglia sono uno dei temi del f ilm. «Mi sono chiesta che cosa significhi davvero la parola “famiglia” e che cosa comporti nella nostra esistenza, come il passato di fatto determini le persone che siamo e che diventiamo. Per un’attrice poter indagare il passato del proprio personaggio è un’opportunità preziosa, non potevo farmela sfuggire». Sul set con le altre attrici è riuscita a stabilire un legame di sorellanza? «Decisamente sì. In particolare con Florence Pugh è scattata una bella alchimia: nel film interpreta Yelena Belova, una sorta di sorellina minore per me, più emotiva e meno pragmatica, a tratti pericolosa, a tratti eroica. Ho scoperto una collega speciale, giocosa e profonda al tempo stesso, con una carriera luminosa davanti a sé». BLACK WIDOW AL CINEMA E DAL 9 LUGLIO SU DISNEY+ CON ACCESSO VIP. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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File: Gare.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 18:11:03 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


GRAZIA MUSICA

BILLIE INCONTRA I FAN Il 30 luglio esce Happier Than Ever, il nuovo album di Billie Eilish, la donna dei primati: a 19 anni è la più giovane artista ad aver già vinto in tutte le principali categorie dei Grammy Awards, l’equivalente americano degli Oscar per il cinema, e ad aver composto e cantato una canzone per un film della saga di James Bond, No Time To Die. Per festeggiare il disco, Mondadori Store (mondadoristore.it/billie-eilish-evento-online-cd/) organizza l’unica occasione per i fan italiani di incontrare l’artista. L’appuntamento è per il 29 luglio alle 18.30 online su Zoom. Per partecipare occorre preacquistare una copia cd di Happier Than Ever più evento online su Mondadoristore.it. In diretta dagli studi di Radio 105, partner dell’iniziativa, il dj Max Brigante chiacchiererà con Billie collegata dagli Stati Uniti coinvolgendo alcuni dei fan presenti online. (F.C.)

LA CANTANTE BILLIE EILISH, 19 ANNI, PUBBLICA L’ALBUM HAPPIER THAN EVER.

LOREM

UNA CENA DA STAR Sul Lago di Como c’è un nuovo indirizzo dove gustare specialità e incrociare grandi attori d i I L D O DA M I A N O

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a star George Clooney lo frequenta spessissimo quando è nella sua Villa Oleandra a Laglio; Adrian Brody si è fatto portare in elicottero da Roberta Armani dopo aver assistito alla sfilata di Giorgio Armani per cenare. Il ristorante Giacomo al Lago, aperto sull’esclusiva spiaggia del Gran Hotel Tremezzo di Tremezzina sul lago di Como, è il nuovo nato del gruppo che da oltre 60 anni segna l’eccellenza culinaria italiana a Milano e debutta in un cornice naturalistica unica. Il Grand Hotel è la destinazione preferita dei viaggiatori eleganti dal 1910, anno di inaugurazione, e oggi attori e personaggi televisivi vengono a rilassarsi nella piscina galleggiante. Anche l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni ci soggiorna spesso con la famiglia e il marito Fedez durante il weekend. Ora, proprio a bordo lago, si possono gustare le prelibatezze di mare come i gamberi crudi di Mazara del Vallo o la specialità del ristorante come il pescato alla “Giacomo Lago” con contorno di olive nere, pomodorini, capperi e origano. RISTORANTE GIACOMO AL LAGO A TREMEZZINA, COMO (GIACOMOMILANO.COM/AL-LAGO).

Foto LEDA PALEARI, RORI PALAZZO, LORENZO PALMIERI

USCIRE

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Data: 01-07-2021 18:10:55 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


I NEMICI DEL FUTURO

T E AT R O

Il ritorno delle Orestiadi

FILM

Quarant’anni e ancora tanto da raccontare, attraverso l’arte, il teatro e progetti speciali da condividere in luoghi unici, come il Cretto di Burri in Sicilia. Dal 9 luglio al 7 agosto tornano le Orestiadi di Gibellina, nel trapanese, un festival nato grazie all’intuizione di un politico, Ludovico Corrao, che nel 1983 propose la recita dell’Orestea nel “siciliano poetico” ideato da Emilio Isgrò. Diretto da Alfio Scuderi e realizzato dalla Fondazione Orestiadi, il programma partirà da Agamènnuni-L’Orestea di Gibellina con le musiche dal vivo di Alfio Antico (9 luglio). Tra gli ospiti gli attori Ascanio Celestini, Silvia Ajelli, Simona Marchini. Due i progetti speciali. Uno su Leonardo Sciascia, La Sicilia e il suo cuore, con un video di Dario Palermo e una drammaturgia di Roberto Andò letta da Claudio Gioè (31 luglio). L’altro (5, 6, 7 agosto) su Dante, La nuova commedia, con Virgilio Sieni, Sergio Rubini, Vinicio Capossela. (F.D.S.)

Gli esseri umani devono fronteggiare un’invasione aliena. E l’attore Chris Pratt, ancora una volta, dovrà salvare il mondo d i E L I S A B E T TA C O L A N G E L O

L’ATTORE CHRIS PRATT, 42 ANNI, IN UNA SCENA DEL FILM TOMORROW WAR LA GUERRA DI DOMANI, SU AMAZON PRIME.

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SOPRA, DA SINISTRA, LE ATTRICI SIMONA MARCHINI E SILVIA AJELLI. IN ALTO, L’ARTISTA E SCRITTORE EMILIO ISGRÒ.

el 2051 la razza umana soccomberà a un’invasione aliena e finirà per estinguersi: questa è la scioccante notizia che un gruppo di militari arrivati improvvisamente dal futuro comunica al mondo che conosciamo. L’unica speranza è che la gente del presente formi squadre per saltare avanti nel tempo a combattere gli invasori: una settimana di guerra e chi sopravvive torna a casa. Le sorti del conflitto sembrano disperate fino a quando arriva il turno di Dan Forester, un insospettabile insegnante di biologia padre di una bambina determinata a diventare una scienziata. Tomorrow War – La guerra di domani è il film fantascientifico super adrenalinico nel quale Chris Pratt torna sfoggiando tutta la sua prestanza fisica, su Amazon Prime Video, regia di Chris McKay. «È un film epico e spettacolare, che mi ha messo fisicamente alla prova», racconta l’attore. Il film però non è solo azione, sottolinea, ma segue il percorso interiore del protagonista, costretto dall’apocalisse imminente a riesaminare le relazioni più importanti della sua vita. «Quella con il padre da cui si è allontanato e al quale invece scopre di somigliare molto più di quanto credeva, e quella con la figlia a cui vuole garantire un futuro». Gli alieni, creature davvero mostruose, sono realizzati in computer grafica. «È stato buffo combattere contro mostri che non c’erano» scherza Pratt. «Tiravo colpi a uno stunt di nome Troy, un ragazzo gigantesco inguainato in una tuta grigia. Credo sia stato uno dei momenti più imbarazzanti della mia carriera». TOMORROW WAR-LA GUERRA DI DOMANI SU PRIME VIDEO.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Data: 01-07-2021 18:10:57 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


IL MONASTERO CHE OSPITA IL RESORT A GAIOLE IN CHIANTI. A DESTRA, UNA DELLE VERANDE E UNO DEI PIATTI DEL RISTORANTE STELLATO.

VIAGGI

UNA NOTTE AL CASTELLO Un monastero-fortezza nel cuore del Chianti regala l’emozione unica di soggiornare in una residenza storica, dove il benessere è al centro di tutto d i A N TO N E L L A B I G OT TO

a qualità che rende una sosta al Castello di Spaltenna (spaltenna.it) un’esperienza indimenticabile è il culto dell’ospitalità nel più puro stile italiano. Lo si inizia a percepire nel momento in cui si imbocca il viale di cipressi che dal paese di Gaiole in Chianti, in provincia di Siena, porta sull’altura su cui è posto questo monastero-fortezza risalente al XII secolo che oggi rivive come resort a cinque stelle. La proprietà, una delle poche rimaste appannaggio di una famiglia italiana nella zona del cosiddetto Chiantishire, ha messo al centro del progetto il benessere psicofisico degli ospiti. Le camere sono 37, in quattro corpi diversi dell’insediamento; alcune di esse sono ricavate all’interno delle antiche celle dei monaci, mentre nelle stalle sono state progettate due romantiche suite dotate di camino e terrazza affacciata sulle colline del Chianti,

DANZA UNA DELLE COREOGRAFIE A VENEZIA DAL 23 LUGLIO.

100 BALLERINI PER VENEZIA

percorse dai famosi vigneti. Tutti gli spazi, privati e comuni, hanno mantenuto le strutture originali dove possibile e sono arredati con mobili di antiquariato. Il ristorante interno, il Pievano, ha una stella Michelin ed è guidato da Stelios Sakalis, un giovane chef greco allievo di Gordon Ramsey, che ha fatto confluire in un menù eclettico, e a tratti sorprendente, i sapori delle sue origini e la tradizione toscana, come accade nell’insalata greca nascosta nella panzanella toscana (nella foto). Si cena nel cortile del castello a lume di candela. Una piscina all’aperto e la spa la Pieve, dotata di piscina interna, sauna finlandese, bagno turco, tepidarium e docce emozionali, completano la proposta per un soggiorno benessere, che si può arricchire con i trattamenti anti-aging di La Colline, da quest’anno partner del Castello di Spaltenna. ■

Si intitola A Room with a view il nuovo spettacolo di (La)Horde e Rone, con corpi che volano e che ci raccontano di rivolte popolari. La performance si svolge in una sorta di cava di marmo che lentamente si sgretola fino a crollare. Questa è solo una delle tante coreografie in programma alla 15ª edizione del Festival internazionale di danza di Venezia, dal 23 luglio al primo agosto, la prima diretta dall’inglese Wayne McGregor (labiennale.org). Tra i 100 ospiti presenti ci saranno Oona Doherty, Leone d’Argento di questa Biennale Danza, a Venezia con Hard to be Soft – A Belfast Prayer, e Germaine Acogny, pioniera della danza contemporanea africana e Leone d’Oro alla carriera. Mikhail Baryshnikov e Jan Fabre, Wilkie Branson, Random International e lo stesso Wayne McGregor, danzatori che lavorano sulle connessioni tra corpo, tecnologia, cinema e realtà virtuale, firmano inoltre tre installazioni sperimentali visibili per tutto il festival. (F.D.S.)

Foto SEVERINE CHARRIER, RUSSEAVX - ALESSANDRO RUSSO

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Data: 01-07-2021 19:08:40 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


GRAZIA PERSONAGGI

UN NUOVO TORMENTONE CI GUARIRÀ Si intitola Unico l’album con cui Fred De Palma si prepara a conquistare l’estate.«La mia musica», dice, «vuole darvi la forza che serve a ripartire» d i D I EG O P E RU G I N I

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hanno chiamato il “Love King” del reggaeton all’italiana. Perché Fred De Palma ha lo sguardo da “macho”, ma sa essere un gran romantico. Torinese, 31 anni, è partito dal rap e, poi, si è buttato nel reggaeton. «Perché amo cambiare. E rischiare», spiega. È un mago dei tormentoni estivi. Come Una volta ancora, con la cantante spagnola Ana Mena, che nel 2019 ha furoreggiato anche in terra iberica. L’anno scorso è stata la volta di Paloma, assieme alla star brasiliana Anitta, mentre pochi mesi fa è uscito Ti raggiungerò. Anche qui, numeri da record: disco di platino, con oltre 26 milioni di stream e 33 milioni di visualizzazioni su YouTube. Per questa estate Fred ha pronta un’altra hit, Un altro ballo, sempre con Anitta. E in questi giorni esce il nuovo album, Unico. Fred, in che cosa si sente unico? «Sono stato il primo in Italia a fare reggaeton. Ero il solo a crederci, anzi l’unico. E lo voglio dire. È una piccola provocazione, perché in realtà sono felice che oggi altri abbiano seguito la mia strada». La sua è una musica allegra, che fa sognare. Con un immaginario di bella vita, amore e divertimento.

IL CANTANTE FRED DE PALMA, 31 ANNI, CON ANITTA, 28.

«Ed è per questo che piace così tanto. Il testo può anche parlare di cose tristi, ma la musica comunica spensieratezza e leggerezza. Di questi tempi ci vuole, no? E poi, io sono un po’ così. Amo godermi la vita. Però mi tengo stretto il privato, sui social non posto cose troppo intime. Un conto è il personaggio Fred e un conto sono io, Federico (fidanzato dell’attrice e modella Beatrice Vendramin, ndr). Meglio tenerli separati». Sarà un’estate all’insegna della ripartenza? «Lo spero. I segnali ci sono, i vaccini stanno funzionando: anch’io sono passato dal Covid, ma ne sono uscito. È tempo di ripartire, per non rimanere schiavi di quel che ci è

successo. Non vedo l’ora di tornare live, comincerò con dei dj-set». In una canzone lei cita Maison Margiela. Ama la moda? «Sì. Hanno creato delle scarpe in cera. Le ho usate come metafora per dire: “Camminerò finché non mi si scioglierà la cera. Non conta quello che fai, ma dove vai e come pensi di superare i limiti”. La moda mi appassiona da sempre. Vesto Dolce & Gabbana e mi sono identificato nel loro stile». Qual è il messaggio della sua musica? «Credere in se stessi. Ragionare con la propria testa e andare avanti, senza farsi influenzare dagli altri. In fondo questa è la mia vera storia». UNICO DI FRED DE PALMA (WARNER).

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File: Castello.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 19:08:42 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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GRAZIA MASTER KG, 25 ANNI, DOPO IL TORMENTONE JERUSALEMA DEL 2020,TORNA CON SHINE YOUR LIGHT.

IL FESTIVAL

POPSTAR

IO PREGO BALLANDO L

a scorsa estate ci ha fatto pensare positivo con Jerusalema, super-hit virale da oltre 800 milioni di streaming e sette miliardi di visualizzazioni su TikTok. Un brano dall’irresistibile ritmo afro-house, una trascinante preghiera di fede e speranza in lingua “venda” (un idioma parlato in Sudafrica e Zimbabwe) che ha coinvolto tutto il mondo fra flash-mob, coreografie di gruppo e l’apprezzamento di tanti vip, dal calciatore Cristiano Ronaldo alla popstar Janet Jackson. Un vero e proprio cult, che ha generato un’infinità di video sul web, con gente di ogni dove che si cimentava nel famoso balletto, inclusi suore, militari, bagnanti, bambini, anziani. Un’iniezione di fiducia e allegria che ha conquistato il pianeta e regalato un motivo d’orgoglio in più al popolo africano. L’ideatore di questo “miracolo” è un giovane dj e produttore sudafricano, Master KG: «Con la musica voglio portare un messaggio di spiritualità e ottimismo in un momento reso difficile dalla pandemia», spiega. «La gente ha bisogno di qualcosa per tirarsi su e pensare a un domani migliore. L’estate scorsa la challenge su TikTok ci ha aiutato». Intanto per l’estate 2021, Master KG vuole ripetere l’exploit con Shine Your Light, un nuovo tormentone dance in cui collabora con due grandi nomi come il dj francese David Guetta e il rapper americano Akon. «Si tratta di una canzone di festa, che vuole unire la gente di tutto il mondo attraverso l’amore, la musica, la pace e la solidarietà. Oggi ne abbiamo sempre più bisogno. Il messaggio è semplice: siamo una cosa sola, dobbiamo amarci e rispettarci l’un l’altro. Dico “no” al razzismo e credo che anche da queste piccole cose possa arrivare un cambiamento. La musica può aiutarci e guarirci». Intanto il successo per Master KG è una sorpresa che ancora lo rende incredulo. «Mi ha dato la possibilità di farmi conoscere in tutto il mondo», aggiunge, «ma non mi sono montato la testa, voglio fare musica sempre migliore. Infatti sto lavorando sodo a un nuovo album, che penso di pubblicare entro fine anno». (Diego Perugini) SHINE YOUR LIGHT (WARNER MUSIC), MASTER KG CON DAVID GUETTA E AKON.

OLTRE LA LIRICA Tanta lirica, ma non solo. Castell’Arquato (Piacenza) si prepara ad accogliere l’ottava edizione di Illica Festival (castellarquatoturismo.it), diretto da Fabrizio Cassi e sostenuto da Interni, il mensile di design di Mondadori. Si parte con tanti eventi il 17 luglio ma il 24 ci sarà il galà più atteso con una serata dedicata al librettista e drammaturgo Luigi Illica al quale è intitolato il premio per talenti della musica. In scena omaggi a Giacomo Puccini con Bohème, alcune pagine dell’Andrea Chénier e Madama Butterfly. (F.D.S.)

L’IDEA

La musica ti segue Ora che si può uscire e ogni occasione è buona per passare del tempo fuori, manca solo una cosa per rendere speciale un incontro tra amici: la musica. E così il marchio Sonos, specializzato in diffusori wifi per la casa, ha lanciato il Sonos Roam (179 euro, sonos.com), uno speaker portatile waterproof che assicura dieci ore di musica a ogni carica. Orientabile in verticale e in orizzontale, grazie alla tecnologia Trueplay, il Roam si adatta ai rumori dell’ambiente, fornendo sempre la migliore qualità musicale. Si controlla tramite smartphone o comandi vocali, trasmette la musica da Spotify e dagli altri servizi di streaming e conta anche sulla libreria musicale di Sonos Radio. Ma, soprattutto, ti segue ovunque. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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File: Jerulasema.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 18:45:48 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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GRAZIA LIBRI

EROI DI TUTTI I GIORNI

La vita di Gesù e quella di chi fa i conti con una malattia, quella di chi ha amato e di chi ha fatto scelte difficili: cinque romanzi che hanno protagonisti eccezionali d i VA L E R I A PA R R E L L A

Al femminile

Appassionante

Divino

Fiabesco

Drammatico

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“Tutte le vite iniziano con una donna e così anche la mia”. Parte da qui la storia scritta da Giulia Caminito. Il libro finalista al Premio Strega è fatto di una lingua introspettiva, molto personale. Il lago del titolo è uno specchio in cui tutta l’esistenza si riflette: è un cratere spento, il lago di Bracciano, non distante da Roma, dove si rifugia una donna con un carico immenso sulle spalle. Un libro di donne, di coraggio, di determinazione, sopportazione della fatica, paura, rinascita.

A cura di Shaun Usher, che è il fondatore e custode del Museo online delle lettere, arriva una raccolta di lettere d’amore che, giustamente, il settimanale inglese Sunday News dice essere l’equivalente di una scatola di cioccolatini. Insomma da Ludwig van Beethoven a Frida Kahlo, da Nelson Mandela a Napoleone Bonaparte, tutti, scrittori, musicisti o condottieri, hanno perduto la testa per amore. È divertente e tenerissimo vedere con quali parole. Ed è anche un po’ indiscreto.

L’incipit di questo romanzo non lascia dubbi: “Sono nato a Betlemme, trent’anni fa”. È infatti la storia di Gesù. L’operazione letteraria però è un po’ quella che compì Marguerite Yourcenaur con le Memorie di Adriano, cioè quella di prendere un personaggio storico di cui tutti sanno molto e donargli il resto, quell’intrigo di sentimenti, pulsioni, dolori che muovono gli esseri umani, a prescindere dal luogo in cui sono nati e dall’epoca i cui hanno vissuto, e che nessuna fonte può testimoniare.

Ciccilla, soprannome della protagonista di questo grande affresco storico, è davvero esistita, viveva in quella terra calabra che non si poteva chiamare ancora Italia, in un momento in cui essere donna e povera richiedeva o grande sottomissione o grandi atti di coraggio. Ed è una storia di coraggio quella di Ciccilla, che si unisce ai briganti e vive in un bosco delle alture della Sila che sì, è documentato ed esistito anche esso, ma che vive della potenza linguistica e della fantasia fiabesca del suo autore.

Bello, drammatico, scritto come un diario, quasi una cronaca dal dolore. La scoperta di una sclerosi multipla che chiama l’autrice, affermata giornalista inviata in zone di guerra, a riscrivere la sua vita e quella delle persone che la circondano. Il bianco è il colore dei globuli che mancano, delle pareti di un ospedale e dunque del danno a cui si riferisce il titolo. Ma è anche il colore della pagina su cui chi vive di scrittura, come Francesca Mannocchi, imprime i propri terrori per ripartire.

AMORE Autori vari, Feltrinelli, pag. 123, € 12.

IO SONO GESÙ Giosuè Calaciura, Sellerio, pag. 281, € 16.

ITALIANA Giuseppe Catozzella, Mondadori, pag. 322, €19.

L’ACQUA DEL LAGO NON È MAI DOLCE Giulia Caminito, Bompiani, pag. 300, € 18

BIANCO È IL COLORE DEL DANNO Francesca Mannocchi, Einaudi, pag. 210, € 17.

❤ trascurabile ❤❤ passabile ❤❤❤ amabile ❤❤❤❤ formidabile ❤❤❤❤❤ irrinunciabile

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File: Libri.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_16

Data: 01-07-2021 19:08:59 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A VIAGGIO

NELLA TOSCANA CHE INCANTA IL MONDO Vigneti e terre coltivate dai contadini del futuro. Ma anche artisti da ogni Paese che si danno appuntamento tra mura medievali. In Valdera, a Borgo Pignano, l’imprenditore della Silicon Valley Michael Moritz ha realizzato un sogno: un luogo per ospitare chi cerca la natura, il relax totale e anche qualche idea vincente d i G I A N CA R LO LO QU E N Z I

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utto comincia con Ritorno al piccolo regno. È il titolo di un libro del 1984 che narra di come la Apple di Steve Jobs sia arrivata a guadagnare il suo primo miliardo di dollari in otto anni. Il racconto, ormai epico, lo ha scritto Michael Moritz, quando ventenne scorribandava per la Silicon Valley, dove una miriade di suoi ossessionati coetanei nei loro garage progettavano il nostro presente. Lui era il corrispondente del Time da San Francisco. Cambia l’epoca, cambia il regno, cambia la valle. Oggi il piccolo regno di Moritz si trova in Valdera, forse la meno rinomata tra le lande toscane, che da Pisa arretra seguendo il corso del fiume Era e si arrampica verso Volterra, fin quasi a toccare San Gimignano. Niente da invidiare alla Val di Chiana o alla Val d’Orcia, anzi qui c’è tutto il repertorio toscano di vigne, dolci colline, filari di cipressi e verdeggiare d’ulivi, con in più un’idea di mare che nei giorni belli e da una giusta altura si mostra alla vista e porta lo sguardo fino in Corsica passando per l’Elba. Vent’anni fa, dopo molte vane ricerche, Michael, la moglie Harriet e i loro due figli piccoli, arrivarono a Borgo Pignano (borgopignano.com) con l’idea di farne un posto dove vivere e accogliere. All’epoca c’era un’imponente villa padronale costruita nell’Ottocento dai marchesi Incontri che possedevano il feudo dal 1300. Intorno a una chiesa romanica, le cui tracce negli archivi risalgono al 1275, intitolata a San Bartolome, c’era un borgo semiabbandonato di case di fittavoli e contadini. Nel frattempo Michael aveva smesso di fare il giornalista e, ispirato dalla vicenda di Steve Jobs e dall’aver conosciuto l’esplosione della Silicon Valley, era diventato uno degli imprenditori più ricchi e ammirati del mondo. Alla guida del fondo Sequoia il suo valore personale netto era arrivato attorno ai 4 miliardi di dollari. Ci volevano in effetti spalle larghe per sostenere la rinascita di Borgo Pignano. La villa era divisa tra due famiglie che l’avevano spezzata sul lato lungo: da una parte guardava verso le mura di Volterra e il mare, dall’altra verso le colline e San Gimignano. Anche le case intorno erano fatiscenti e divise tra vari proprietari. Ci vollero molti anni solo per iniziare il restauro. Chi ha visto il film Sotto il sole della Toscana, del 2003 con Diane Lane e Raoul Bova, si può immaginare il seguito

dell’avventura. Michael e Harriet non avevano la visione da cartolina dell’Italia che hanno molti americani (lui poi è gallese). La coppia ha portato nella villa e nelle case il gusto cosmopolita con l’aiuto degli artigiani locali. Da San Francisco sono arrivati molti dei quadri di famiglia, tra cui un Lucian Freud che campeggia in una delle sale del ristorante e un bellissimo nudo femminile di Euan Uglow, piazzato davanti al camino della sala di lettura. Ma ogni anno la collezione è arricchita dagli studenti della Royal Drawing School di Londra, che qui hanno residenze d’artista e spesso lasciano le loro opere in esposizione. Mentre gli ospiti che lo vogliono possono prendere lezioni di pittura dai ragazzi. Passare qualche giorno a Borgo Pignano è come essere ospiti a casa di un multimiliardario americano illuminato, amante dell’arte e della natura ma che sa come far funzionare un’azienda. Perché il Borgo è anche un’azienda agricola, con il suo orto per la tavola, le api per il miele e per impollinare l’orto, il bosco per la legna, gli stagni per filtrare l’acqua e irrigare, il grano per le farine, le vigne per brindare, l’erbario officinale per la bellezza e i profumi, gli ulivi per l’olio, i cavalli per scorrazzare nella tenuta e per il concime. Insomma un’abbondanza circolare e una crescita felice. L’Alta Valdera è tutta da scoprire, più selvatica e aspra della Toscana più nota, ma anche più intatta, anche perché lontana dalle autostrade. Molti piccoli paesi intorno alla tenuta valgono una visita, come Peccioli o Legoli dove si trova un tabernacolo affrescato nel 1479 da Benozzo Gozzoli. O Lajatico, paese natale di Andrea Bocelli, dove sorge il Teatro del Silenzio, un anfiteatro naturale che ospita, su iniziativa di Bocelli, spettacoli di lirica e concerti che fanno il tutto esaurito nell’intera valle. Da riscoprire, dopo l’ubriacatura dei giovani fan di Twilight che l’hanno invasa da tutto il mondo in cerca di vestigia vampiresche, c’è infine Volterra. Dalle sue mura si gode un tramonto struggente. Ci si può sedere all’Osteria Fornelli per un piatto e un bicchiere nel punto più panoramico della città. Ma non fate troppo tardi: il vostro amico miliardario americano vi aspetta per augurarvi la buona notte. ■ © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Data: 01-07-2021 15:36:22 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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LA FACCIATA DELLA VILLA DI BORGO PIGNANO. IN ALTO, LA PISCINA. SOTTO, UNA DELLE SUITE E, A DESTRA, DALL’ALTO, UN PARTICOLARE DI UNA SALA DA BAGNO E DEL GIARDINO DELLA TENUTA.

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File: Borgo Pignano.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_00

Data: 01-07-2021 15:36:23 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


UN TAVOLO IN

CAMPAGNA Verdure di stagione e profumi dell’orto sono alla base dei piatti scelti dallo chef stellato Andrea Berton d i A N D R E A B E RTO N fo to E N Z O T RU O C C O LO LO CHEF STELLATO ANDREA BERTON. IL SUO RISTORANTE È A MILANO, IN VIA MIKE BONGIORNO, 13.

I PASSAGGI PER PREPARARE IL POMODORO CON IL CROCCANTE DI PANE. LA SALSA AL PESTO VA MESSA AL CENTRO DEL PIATTO.

POMODORO CRUDO, CROCCANTE DI PANE E SALSA AL PESTO Per la salsa al pesto: 100 grammi di patata cotta bollita, 150 grammi di foglie di basilico pulite, 80 grammi di ghiaccio tritato, 100 grammi di olio extravergine di oliva, mezzo spicchio di aglio, 50 grammi di pinoli, 50 grammi di Grana Padano Riserva Dop grattugiato, 4 grammi di sale. Unite in un mixer l’olio extravergine di oliva, i pinoli, il sale, l’aglio e frullate sino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Aggiungete i restanti ingredienti, frullate sino ad avere una salsa di pesto liscio e omogeneo. Per il pane croccante: una pagnotta, olio extravergine di oliva. Tagliate il pane a fette sottili, spennellatele con l’olio extravergine e fate cuocere in forno a 170° fino ad avere fette ben dorate. Per il pomodoro: 10 pomodori ramati, olio extravergine di oliva, sale e pepe. Incidete i pomodori ramati, sbollentateli in acqua per un minuto e raffreddateli in acqua e ghiaccio. Pelateli, tagliateli in quattro parti, eliminate l’interno, tritateli e lasciateli scolare su carta assorbente alimentare per eliminare la parte acquosa. Metteteli in un contenitore e conditeli con olio extravergine di oliva, sale e pepe. Impiattamento: con un coppapasta grande e uno più piccolo disponete il pomodoro “a ciambella”, aiutandovi con un cucchiaio. In mezzo mettete la salsa verde. Guarnite con il pane croccante e foglie di basilico.

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File: Cucina.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 15:22:03 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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G R A Z I A C UC INA D’AUTORE

ORTAGGI GRATINATI IN CREMA DI GRANA PADANO DOP Per le verdure: 8 carote, 8 asparagi,100 grammi di fagiolini, 4 zucchine trombetta, 8 cipollotti, 2 finocchi, 4 barbabietole rosse mini, 2 cipolle rosse, 2 patate, 4 funghi cardoncelli, una melanzana tonda viola, 8 scalogni, olio extravergine di oliva, aglio, sale e pepe, Grana Padano Dop. Mondate le verdure, tornitele, tagliatele a metà e fatele cuocere a vapore, poi arrostitele in padella con olio extravergine di oliva, uno spicchio di aglio in camicia, sale e pepe. Stendete le verdure su una placca da forno e grattugiatevi sopra il Grana Padano Dop.

Infornate e fatele gratinare a 250° per 5 minuti. Per la salsa al Grana Padano Dop: 25 grammi di burro, 25 grammi di maizena, 175 grammi di Grana Padano Riserva Dop grattugiato, 250 grammi di latte. Sciogliete in una casseruola il burro, unite la maizena, fate cuocere per 2 minuti, unite il latte caldo ed emulsionate. Fate andare sul fuoco la salsa per 5 minuti, aggiungete il Grana Padano Dop e frullate fino ad ottenere una crema liscia e omogenea. Mantenetela a 40°. Impiattamento: Distribuire le verdure gratinate nel piatto e terminare con la salsa al Grana Padano Dop.

LE VERDURE GRATINATE SI ACCOMPAGNANO A CONTRASTO CON UNA SALSA CREMOSA.

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File: Cucina.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 15:22:05 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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29/06/21 15:13


INFINE...

Gal Gadot con la famiglia

Belén Rodríguez

Cardi B. e Kulture

L’ESTATE DELLE MAMME Tra gravidanze annunciate, pancioni e bebè, le famiglie si allargano. Gal Gadot, 36 anni, ha appena partorito la sua terza figlia: dopo Alma, 9, e Maya, 4, lei e il marito, l’imprenditore Yaron Varsano, 46, annuncino l’arrivo di Daniella. Tra pochi mesi, l’attrice sarà già sul set di Cleopatra. Ha fatto il tris Karolína Kurková, 37: pochi giorni fa la modella ha dato alla luce Luna Grace, prima femmina dopo due maschi. Si chiamerà Luna Marie anche la figlia di Belén Rodríguez, 36: il parto è previsto per fine luglio. Novità in vista per Cardi B., 28: archiviata la crisi, la cantante e il rapper Offset, 29, aspettano il loro secondo figlio.

Karolína Kurková e Luna Grace

Kaia pazza di Jacob

Foto GETTY IMAGES, INSTAGRAM

«Buon compleanno, amore mio». La top model Kaia Gerber, 19 anni, con poche parole e una foto di Jacob Elordi, 24, ha ufficializzato la storia con il protagonista della serie Euphoria. I due sono legati da nove mesi e progettano di andare a convivere: cercano casa a Malibu.

Jacob Elordi

Tommaso Zorzi

TOMMASO e il suo show C’è anche Tommaso Zorzi, 26 anni, nella giuria della prima versione italiana di Drag Race, lo show di RuPaul, 60, al via in autunno su discovery+. Le più brave drag queen d’Italia si sfideranno a colpi di look clamorosi: a giudicarle anche Chiara Francini, 41, e la drag del Jackie O’ di Mykonos, Priscilla, 45. 171

File: Infine.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 20:00:55 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


INFINE... ANTONIO E IL MOSTRO

Una doppia sfida per Antonio Banderas, 60 anni. L’attore sarà il protagonista e il produttore di The Monster of Florence, la miniserie sul “Mostro di Firenze”, l’assassino che tra gli Anni 70 e 80 sconvolse la provincia toscana. Banderas sarà Mario Spezi, il giornalista che seguì passo dopo passo le indagini e scrisse con un collega americano il libro-inchiesta da cui è tratto il progetto, in sei puntate.

Kim Kardashian

Antonio Banderas

Ashley Benson

Vacanze ROMANE

Dal biondo fragola al rosso: Gigi Hadid, 26 anni, ha preso gusto a cambiare look e grazie a lei le sfumature ramate sono diventate la moda dell’estate 2021. La top model sfoggia una chioma lunghissima, mentre punta su un bob ondulato e un’inedita capigliatura fiammante Ashley Benson, 31: «Ho sempre voluto essere una testa rossa», ha ammesso la protagonista di Pretty Little Liars.

Gigi Hadid

Nel cuore dei Beckham

SU e GIÙ Silvia Toffanin Silvia Toffanin, 41 anni, regina del weekend tv. Dopo gli ottimi ascolti delle ultime edizioni, la giornalista raddoppia: nella prossima stagione Verissimo e le sue interviste andranno in onda sia il sabato sia la domenica pomeriggio, su Canale 5.

Barbara d’Urso Dopo aver perso il suo programma serale, Barbara d’Urso, 64 anni, dice addio anche a Domenica Live: da settembre al suo posto ci sarà uno show sui matrimoni, con Anna Tatangelo, 34. Barbara si consola con Pomeriggio Cinque.

Brooklyn Beckham, 22 anni, e la futura moglie, l’attrice Nicola Peltz, 26, fanno parlare per un acquisto speciale: una villa da nove milioni di euro a Beverly Hills. Ci vivranno dopo le nozze. A sorpresa, sulle tribune del torneo di Wimbledon sono apparsi Romeo, 18, e la modella Mia Regan, 18: è stata la prima uscita pubblica dei due fidanzati.

Brooklyn Beckham e Nicola Peltz

Romeo Beckham e Mia Regan

Foto GETTY IMAGES, SGP, INSTAGRAM

Le vacanze romane di Kim Kardahsian, 40 anni, non sono passate inosservate. Un po’ perché è stato il primo viaggio dopo la separazione da Kanye West, 44, un po’ perché le sue foto al Colosseo hanno fatto il giro del mondo. Tra un tour al Vaticano, con l’amica Kate Moss, 47, e un piatto di tortellini Dal Bolognese, l’imprenditrice ha trovato tempo anche per realizzare un nuovo progetto legato all’Italia che per ora resta top secret.

L’età del RAME

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File: Infine.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 20:00:56 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


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G R A Z I A OROSCOPO DAL 12 AL 25 LUGLIO 23 LUGLIO • 23 AGOSTO

Venere e Marte nel segno non possono che portare grandi emozioni, nel bene e nel male. Se da una parte la passione torna a trovarvi, e lo riscoprirete anche nelle relazioni di lungo corso, dall’altra potreste sentirvi un po’ troppo irrequiete. Eros: notti pazze, giornate lussuriose. Straripanti. Amore:

24 AGOSTO • 22 SETTEMBRE

le amicizie viaggiano serenamente e molte di voi, al momento, non hanno bisogno di tanto altro. Non andate in cerca di emozioni forti e preferite che una relazione appena cominciata proceda lentamente. Eros: non proponete, non rifiutate, ma certo non esplodete di desiderio. Caute. Amore:

d i M E L I S S A P.

23 SETTEMBRE • 22 OTTOBRE

che vi piaccia qualcuno già impegnato, è qualcosa che può accadere. Pretendere, però, che cambi subito vita per seguirvi è un po’ irreale e vi converrebbe restare con i piedi per terra. I flirt vanno e vengono. Eros: vi divertite a sperimentare alla ricerca del piacere. Spaesate. Amore:

23 OTTOBRE • 22 NOVEMBRE

troppe fantasie sono nocive, vi portano in territori impervi e vi istigano alla gelosia. Al partner chiedete troppo, forse addirittura tutto, e questo potrebbe creare un disagio di coppia che va risolto. Eros: anche a letto le vostre aspettative sono eccessivamente alte. Irrequiete. Amore:

21 MARZO • 20 APRILE

in famiglia le cose potrebbero complicarsi, anche se non sono previste rotture o crisi gravi. C’è solo un po’ di baraonda. Bellissime le nuove relazioni che vi fanno di nuovo credere nei sentimenti. Eros: con nuove sensazioni da scoprire, ritornerete adolescenti. Sensibili. Amore:

21 APRILE • 20 MAGGIO

avete buone possibilità di trarre il meglio da qualche fugace incontro, ma se avete intenzione di approfondire una conoscenza, potreste rimanere con l’amaro in bocca. In coppia si discute un po’ troppo, gelosia fortissima. Eros: i desideri sono potenti, ma non avete voglia di lasciarvi andare. Trattenute. Amore:

21 MAGGIO • 21 GIUGNO

se siete in cerca di una relazione di breve durata, poco impegnativa, tutta passione, questo è il periodo che fa per voi. Autorizzate a fare festa e incontri, non vi farete sfuggire l’occasione che inseguivate da mesi. Eros: il sesso è scoperta e non disdegnerete i luoghi all’aperto. Euforiche. Amore:

22 GIUGNO • 22 LUGLIO

Sole e Mercurio nel segno riescono a infondere tutta la leggerezza che avevate perso fra aprile e maggio. Nuovi incontri possibili, fugaci flirt e con il partner di sempre: si gioca di più. Per i sentimenti profondi bisognerà aspettare Eros: la qualità vince sulla quantità. Disimpegnate. Amore:

23 NOVEMBRE • 21 DICEMBRE

nel pieno dell’estate e del divertimento non vi lascerete sfuggire niente, neanche un’avventura fuori dall’ordinario o un inciampo con un ex che non vedevate da tempo. Le coppie sono molto sbarazzine e molto complici. Eros: imparerete e insegnerete qualcosa di nuovo. Creative. Amore:

22 DICEMBRE • 20 GENNAIO

una persona vi aiuta a capire che cosa risiede nel vostro cuore e a tirare fuori i vostri sentimenti. Non chiudetevi proprio adesso. Dal passato possono arrivare persone che vi fanno sentire più amate che mai. Eros: intensità e desiderio saranno le parole che vi accompagneranno in queste settimane. Dolci. Amore:

21 GENNAIO • 19 FEBBRAIO

anche se i sentimenti che vi legano alla persona amata sono forti, non potete fare a meno di sentirvi respinte ogni tanto o di desiderare di essere altrove o di essere sole. Un partner che preme troppo per una convivenza vi innervosisce. Eros: sotto le lenzuola siete capricciose. Spettinate. Amore:

2O FEBBRAIO • 20 MARZO

i nuovi legami partono con il piede giusto, sapete calibrare bene la dose di romanticismo e di senso pratico. Si ride insieme e si scherza. Anche le coppie più datate riscoprono una bella complicità. Eros: non trascurate piccoli problemi di salute, potrebbero incidere sul sesso. Sorridenti. Amore:

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Data: 01-07-2021 15:07:31 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT


G R A Z I A UN POSTO NEL C UORE

La felicità di una donna non dipende dall’avere o non avere figli di ALESSIA MARCUZZI

❮ Cara e autentica Viola, ho spesso letto o ascoltato storie di tante mamme che non ne possono più dei figli e di tante donne che non hanno avuto figli e, credimi, la cosa mi ha lasciata, in un caso e nell’altro, addolorata e preoccupata. Tutte e due le categorie “non possono capire”. Le prime sono confuse e distrutte tra l’essere felici per forza e il trovarsi al contrario ingolfate in un ruolo che forse neanche volevano; le seconde sono confuse e mortificate per non essere riuscite a fare ciò che le altre riescono a portare a termine con estrema facilità. Che cosa entrambe non riescono a capire? Secondo me che la vita, questo cammino veloce e lento, va vissuta con la convinzione che nulla ci è garantito: non possiamo essere completamente felici con i figli e non possiamo essere felici senza. Tutto il resto ci viene addosso dai protocolli imposti alle donne, noi poverette inconsapevoli di quello che vogliamo veramente, ammesso che possiamo ottenerlo. Porta avanti la tua situazione con orgoglio e non metterti ad ascoltare le finte ipotetiche generiche ragioni delle altre, perché ognuno ha la sua particolarissima storia. Un bacio grande.

NON RIESCO A SEGUIRE UNA DIETA ❯ Laura Cara Alessia, ho 55 anni e da qualche tempo sono sovrappeso. Non so mai come vestirmi, le altre mi sembrano tutte in perfetta forma ed eleganti. Una cara amica, che mi vuole bene, mi ha regalato una visita da un nutrizionista perché sa che io da sola non l’avrei mai fatto. Ci sono andata, ho perso qualche chilo, dieci per la precisione, non pochi: ero molto fiera di me, poi però tutto si è vanificato, complice il lockdown. E ora sono tornata al punto di partenza. Secondo te perché non ho continuato a prendermi cura di me? Che cosa deve scattare che non scatta? Mi sento davvero mortificata. ❮ Cara Laura, so di sicuro che in questo caso non è tanto importante andare a cercare come si è formata la tua posizione nei confronti del cibo, ma piuttosto come tu mantieni con tenacia questo problema e come lo alimenti. So anche che i disordini alimentari vanno visti come una forma di adattamento funzionale a una realtà vissuta come ingestibile, ma queste riflessioni non ti serviranno, se non deciderai di farti aiutare da chi tratta questi problemi. Sicuramente il lockdown ha trovato terreno fertile nella tua situazione, perché stare a casa, senza poter fare movimento e impegnare il corpo e la testa altrove, ha accentuato tutto. Credo piuttosto che tu abbia bisogno di un aiuto psicologico per ripartire da zero e resettare tutto. Mi raccomando, rivolgiti a uno psicoterapeuta di accertata competenza in questo campo e affidati. Perché solo così, andando a fondo nella tua psiche, riuscirai a spezzare i meccanismi che non ti permettono di sentirti una ragazza di 55 anni felice e sicura di te. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Foto DANIELE SCHIAVELLO

IL DIFFICILE RAPPORTO TRA MAMME E NON MAMME ❯ Viola Cara Alessia, mi hanno regalato un libro molto bello che tocca un tema da me molto sentito: si intitola La non mamma e lo ha scritto Susanna Tartaro. Come si intuisce dal titolo, parla delle donne che non hanno avuto f igli. Io sono una di loro. E per questo mi sento spesso rispondere, da amiche che invece hanno messo su famiglia, più o meno numerosa: «Tu non puoi capire». Mi fa imbestialire. Anche perché chi non conosce il percorso, non sa perché i f igli non ci sono. Secondo te, come devo rispondere?

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File: Marcuzzi.indd Testata: Grazia  Edizione: 2021_31

Data: 01-07-2021 15:02:28 Profilo: PSR_LWC_PLUS_V2_PT




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