GIORNALE MEDICO DEL REGIO ESERCITO 1894 VOL II

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n: E 'ER aTO E D I IJ u: � AHI A Vol. II

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Anno XX.XXII.

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Roma 1894

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L. AZ IO~ E VULNERANTE ARMI DA FUOCO DI ~UOVO MODELLO BIL

SERVIZIO SANITARIO MILITARE DI l• LINEA lll'l dottore • '- To ..i, colonnello medir.o

• Le ;~ rmi •l• fuoco tli nuo' o modello produrranno es~e nrlle ! uerre future tali eiTelli. per cui ~ia opportuno di studiare lì n tfora ~dune mo lilie<lzioni n·•i sern1.i .,nnilari eli primo :.o·cor,;o cl·irurgìcCl .;ul c.tmpo di lt lla!!lia, e in (JU Ili dei lrn ... porti tini luO!!O o' e catle il ierito. fino ai l no,.., hi di ru~ eli pl'lrn.L li ne:.~ Sic~ome 1e armi da fuoco piu oJTen i'~ in Lauaglia ..ono le arti!lierie da campa.!na, e. :<opra tutte. i fucili rldl:t faoterh, c ·~i è opputtuno di ricooo.:cere quali siPno le differenze che e•i~tono ira •Joe-.te arrn~ !IliO\ cl mC>Iielln. t' qu~>llt> -.te"" eh~ furonu u:-ate nelle U11liiH~ J!r:lndi guerre. Un t tle r i"enntro ~;i potrù pre,umere. io ra,!.(ioue dell':lcr.re!'ci ulo pt>rf"ziona rnènto d i tiene armi. la lorn IIIJOVn azione vnlnemnte: P da 1111esla lr modifìcnzioni piit opportune ai st>n ìzì sanitari militari di l a li:le:t • .lrtiglieril'. - Le artig:lierle da rampag:na (c:annoni di }9


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caliluo ; ,:) a IO,Gi1 lanciano Lre

~recie

di proiellili:

.'JTOnntr. sltmpntl, scatule tl uritraylw. Lo :-luapoel e le scatole a mitraglia adoprao,-i. ~ola.

di re-

contro l,ersagli anim'lti, eccezionalmente 1.1 7r;.~nata.

Le rnodifìcazioni apportate a queste armi, che po~soM

determinare rn.lg,(iori o diversi elfeui olleu,.i\'1 sono h~ :.egtwnti : ~ella gr.,oata. al fraziouameoto che prima t>ra irreg-olare l' stata ::.o,titoita la frallura pre~taldita : per cui il proiellile uclla parle dlintlrica dorrebbe spezzar"i in un numel o d•·terminato di st·he~~ie più o meno re~olari. Que,.te :.che,:gie eftic.1ci oscillano da Hl a 150 per granata, non computando •t nelle dell'involucro; Il numero aumentato delle palle!Le negli shropoel e nelle :'CaltJie a mitraglia : Lo shrapnel a diaframma in loogo di quello a carica centrale; Il si~t~ma delle spoleLte a doppio eiTello, applicalo agli Shf',I[-UCI.

Inoltre le artiglierie odierne presentano ma~giore rapidità di liro ; Aumentala \elocill iniziale e aumentata forza d'urto e di penelrazione: Tr.tieuoria più ra 1ente; GitL:lla piit lun;a. Per lali «Jualita e >-e~natameute per la ma,.:!!iure ,!Ìu,.tezza di tiro, e per l aumeulnto uumero dei picc11li protellili ··he ema nano òallo scoppio ùei grossi. si prevedono lf's:oni più numero:.e nelle guerre ruture, ossia un aumento nomencodi colptLl ad ogn1 :>Ìn~tllo scoppio che colga nel hersaglio a111 mulo. Tuttaria in ragione dell'aumento numerico ùelle paliPLLe


OBLI.E \R\11 D\. FUOCO 01 :'ìUOrO 1100ELLO, ECC.

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~ delle s ·lte:gie, ne t• diminuito il volume. Eppero le ~e,ioni ~araono

in massi m:~, meno !!r:tri di prima. tanto piit ""e le pallette si fanno ùi piombo indurito. e qui nJi -:, 00 ,, meno deformabili. Tn ogni modo, tnllo consider:Ho, -e ~pe ·ialrneule la forma e la compo;;itione delle palle de:?h :-hrapnel. si può pre~umere cbe dn tJ uesli proiet· -tili :.i produrranno lestont analoghe a quelle che risulta' ano dalle palle sferiche delle armi portati h liscie. I fucili di cui ~ armata la f••nleria odierna. che giustificano ad es5a, aocbe per la loro mnssima azione \ulnerante. 11 nome di regina delle batuqlie. presentano og;;i moJi.ficaziooi t.tli per cui gli effetti :<araono mollo importanti .dal punto di vista chirurgico. Ecco le qualitit di que;;te nuo,·e armi (io rapporto a quelle ~doprale nelle ultime guerre). cbe sono d'interesse della -chirurgia militare. 1° jf{IIJificn~imv ,Jel calibro. - [ fucili adoprali nelle '(lllime guerre avevano un calibro medio fra 11 ,4 e IO. imillimetri; i moderni o~cHiano fra 8,2 e 6,5. ? 0 Pe~u d..l proiettik - I proiellili di medio calibt·o -erano di ?O a 30 grammi : i moderni da l :.>.8 a l 0,32. :~o Lunyhr:::a del p1·oiettile. Era q ue~ta di t a :3 -calibri; ora è di 3.7 a 4-,8. i-• Composi:ione del proiettile. - Erano questi di 'Piombo molle, o di piombo indurito con :mtimonio ; ora sono rirestiti di un mantello ùi rame o di acciaio, o di una J,•ga composta ùi rame, zinco e nikel (maillechor t). ;s• rdocrtri ini.::ialc. - Era prima di metri 400 a i i.>O; ·ora •i è elevata da 600 n no metri . 6" l'l'!ocltà di rota::wne del p-roiettile. - Era prima 4.li 100 ad 800 ~iri al minuto 2°; ora~ più che triplicalu. 1• For::a di perc11ssione o {or.:a rira. - ~l alg rado


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L'.\ZIO:\E \CI.~BR~IR

la diminuzione rlel folnme e del peso del proieuile, pure in ragione della ,·elocita, la forza ''Ì'\*3. t! aumen tata. 8° Por;;a di pen,.tra:ion~'. - ~ei proieuili Ji piccolo calibro si calcola 4JU:tsi il triplo di quella che av-evano le palle dei vecchi fu cii i. 9• f.a trautcoria. - Que~ta essendo molto pi Ìl tesa, o'sia maggiore la 1-adenza Ji essa, gli spazi balluti snranno nece~sar·amente maJ!giori e ma~g:iore sarà la facilità dr colpire. 10° Rapitliul di tiro. raddoppiato il numero dei colpi nella stessa unità di tempo, tanto che da 6 colpi in media al minuto, colle armi a ripetizione se ne pos:-;ooo tit'M'e più di l?. Il o Fnunmenta.:io••e l' dPformazione dti pt·oiertili E.,;sendo <Joesti. ora in uso. a mantello, ossi' rivesLiti e inoltre piì1 duri. maoten;:ono di pitt la loro ioLegritil dt forma.

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Effetti delle armi moderne relativamente alla loro azione offensiva.

Questi effetti ht$O).na considerarli primamenle rispetto at numero delle perdite: in secondo luogo rei. tivamente alla forma e alla ~ra' ena delle feJ'tte. L1 t!rtfiu. - Il cnlcolu presunliYo del numero dclld perdite Df'lle ~oerre fotu1·e ~ ~M:l CÙP SOmmamente ÌDlereS53 J'ar;!Omentu delle Of!portuoc modifìcazioni ai servizi di sanita di J• lint.>a. Le armi di nu hYO mo lcllo, e prime fr:t tulte i fur.ili Ò• piccolo l·alioro a ripetizione, aumenteranno esse le <'ifre dei ferili t> dei morti?


DEI.I.t! ARMI D.\ n:OW DI :\U0\0 \fOOELLO, ECC.

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Ho tl~llu principalmente i fu ·ili. poieÌI•\ ~ono questi che dominano n~lle uatta;.die e seminano la stra,:e wl campo. [)alla relnzione s:~nitari1 uflìciale dell'~ero:Jlo germanico sulla guerra 1870-71 si riscontra in una e~aua tabella statistira che sopra 611 ~6 feriti di arma d.• fuoco, il 91,6 p. l 00 fu dato da proiettili di fucili. 1'8. ~ per l 00 da proietLili di artiglieria. Consult.an lo le stltisticlte ,·ecchie e le recenti più repntaLe. ~i risNntra che in ra~iooe direlta de:l perfezion:.mento delle armi è conseguita una pt·ogres,h·a diminuzione nelle penJi1e. J(l) fnllo nn cnlcolo comples:>iro sulle grandi guerre del nostro secolo. e risulta che le perdite comple.ssit"e nelle .grandi battaglie sono in media: ~elle guerre Napnleoniche ~i-.00 ) ~ella guerra di Crimea . l o.OO per f·no -v . l '?.'?9 ~elh guer1·a del 1859 .\eli:~ guerra franco-pru5siann l :!,2{) C"me 'i può ·pie1-rnre che l'aumentato perfezionamento delle armi ha prodouo si mili effetti! CreJo che le cnuse ~ieno molteplici : ma ·enza dubbio un .grande fauore di •roesta diminuzione sta nel fallo che al progres:;ivo perfezionamento delle armi oon ha corrisposro, nt> può corri-:poutlere proporzionalmente un progressivo aumento nella resi,.tenza morale delle $Cbiete combattenti. Quanto pitì $ODO pro!!redite le scienze che sono applicabili all'arte della :,:uerm, quanto più preci:.e sono direntata le armi da fuoco, quanto più nde~uat:t la Latrica, tanto piU. presto o l'una o l'altra delle linee combattenti ba devoto ripìe~arsi e cedere. RepulerPi quasi che non sin piÌI e.•atto il dire, rhe debba -cedere per prima quella delle due pa1·ti combattent i cbe più


presto dell'altra nbbia subito urra tale maggior perdihl, percui la forza effetti1a superstite più non -mlga a re.si~Lere; credo invece elle si pos:;a meglio ritenere che neiJe guerre future ceder-ò quella parte: che sarà prima a risentire una minore resistenza morale per gli urti micidiali estesi ed insieme intensi del comballimenLo e per altre condizioni sranta,ggio~e, qualunque sia il numero delle perdite. )la , tornando all'argomento, si può presumere che oelleg.uerre future proseguirit: co.me molLi pensatot·i credono , la diminuzione delle perdite? Se le statistiche saranno falle calcolando le perdite in rap· pot·to alle in:.:-eoti masse m{)bilitate dei bellit:eran ti. è a re, putat·si elle - a !}'terra finita - codesta leg~e della progressiva diminuzione si mantenga. )la non è col fo.ndarsi su questi calcoll :H·itmetici che sj. de,re pensare alla proporzione dei servizi ~ nitari di pl'ima linea e al presumibile loro aumento, o ad uoa più razionale organizzazione. Pel mi~liore ordinamento dei sen·izi $ilDìtari fa d'uopo. com.ultare altre statistiche, ben diverse da quelle sopra no~ale.

A noi preme di calcolar·e le perdite assolaLe in rapporto. ai comllallenti effettivi ùel giorno della bauaglia. e sopratutto la quantità delle perdite in rapporto al temp:> in eu• aneogono: e al tempo C}CC'A>rrente per il pl'imo soccorso Ques!o è il ponlo importante della questioue. Sarà ben \'èro che alle rnpide e immani oJT~se delle nuoY& armi si cercherà J.l difesa nell'ordine sparso, nella rnpidità delle mosse, nelle linee estese, nel profJuare di ripari naturali o nell'aLtuaziC\ne di nrtiticiali, e nella gr·ande distan1.a fra le linee dei combattenti; ma tutto qo~sto contribuirà a reo-


OEI,LB .UilU UA fUOCO 01 :\liOYO ){0Dli.LO. E•:C.

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dere piu malageYoli :;!l'impianti dei primi sorcor~i sanirari "-ulla linea del fuoco. l .. ;-,·nerTe future saranno bre\' 1 : m:~ è dubllio il pre!)urocre se saranno breri le battaglie. ovvero se per ùue o tre !!iurn 1 d 1 se11uito potranno sueced('rsi l'una all'altra (hatlaylie ;,; .iO a iO 111'1'). \ j sono uomini competenti r.he propendono per •rnesta se·onth ipotesi. Comunque sari\ per accadere. è cerio ..:he le perdite relati\e al tempo e ai lo sp•• zio samnno in.!enti. E ,.:iìt 1.1 .-tori~ delle ullimr> ~uerre lo fa intendere. ~on occorre adunque di considerare, pei sPrvizi di .nnilit rli prima linPa. le presumil1ili perdite generr.li tlellagnerra: ma mP~Iio fa d'uopo r.nlcol:lre lP perdite in rapporto alla durata del romh::ttinrento, nllo spazio tlclterr('no i>nlquale si svol~('. eù ai r.ornbaliPnti effellivi delle dtvisioni e d~i re?gimenti, cFsia delle unità tallichp cui ccrri~pontlono le Sezioni di snnrta ed i f'o,ti di medicazione. l.e tahelle delle perè11e pul,lllicate dal ,.{r:tnde stato maggiore prussiano sono piit che eloquenti. Ctto solo alcune note in oma~gio alla loro esaHezzn. \Ila hnttaglia di Rezonville- ~l ar~ la-Tour, in l ~ ore radono morti o feriti 13'5-i-R 11omiui il t't p. l 00 sul lolale dei t•omballenti. l.\ :;• Ji>i:>ionc (l 0988 uomini cfTeuivi) ne petdP 2H156. il ?G.ts p. 100. La G• divi~ione (eJTeuivi 11.:191) ne perJe 3:la •l !!),;) p 100 . ..\ Gr.t,.cllotte- Saint Privat h l • d irisione della guardia pru .. ~tana in Gore perde il 2G p. l 00; la 2• divisione il .t8,7. Il ,;olo auacco di Saint PriYal. in 3 ore, co:>ta il :35 p. 100 . Infine pei reg-gimenti. Dal i. agosto al 18, sedici reggimPnti perùono cia~cuno più tl1 800 uomini {d ~:)p. 100 in media); ~v


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1.' AZION.E VUl.NERA :\TE

fra tJUesli il J6• fanteria (3° di Ye~tfalia) il giorno 16 perdeue io 2 ore 13o l uomo; più del lerzo dell'eiJettiro. Proseguiranno forse le futut·e statistiche a dimostrare le diminuzion i delle peròitc in rapporto aJrintiera massa mohiIilala: ma, lo ripeto. non~ questa la ricerca che impo1 ta a noi. Xoo sono tJuesti i rapporti numeri.;i elle indi~ano il hi·o:tno proporzionale del servizio sarrit~rio; sono invece le decine di migliata di feriti stesi a tetT•t in ure\'e ora e in uno . pazio relallvameote circoscl'iuo che impongono. Sì ag~iunga a questo, che per la nuo\a lattica :.orta dalle armi nuove da. fuoco, non sara raro il ca;;o in cui i primi soccor:;i, \era mente eflicaci, si svolget·anD(l soJo verso la fine; se non dopo il comhauimento. E così alle perdite im · ponenti in r·agione della brevità del tempo, vi saril l'tlg~ gravante del ritardo nell'i mpi:llliO d-:!i soccor~i: poichè per· la mobilita dei reparti delle truppe combattenti non sempre sarà pos:::ib,Je che i Posti di soccorso li seguano; ovvero seguendoli ~arebbero spes:>o ,;haragliati e le perdite fra.~li stessi medici e le Sljttadt·e dei ponaferiLi, già sensiuili nelle pas:;ate guerre, potrebbero aumentare rendendo vano il soc corso, ~lorioso si, ma dannoso allo scopo il sacrificio. Le perd1te. in n1ppor1.o al tempo,. graYiteranno dunque enormemente sui servJZi sanitari. :\ella stessa ~ui.sa che con alcune cifre statistiche complessive, ho dimostralo il fallo deUa diminuzione progressifa delle perdite. con aJtre cJre complessive storiche si può dimostrare raltro fallo opposto. il loro aumento pro:,rressivo nel tempo. Nella guen·a, dei seue anni, divise le perdite pei $!Ìorni della guerra, risulta il quoziente di ·l 02 uomini per giorno, in quella di sece$sione di 506, nella franco- germanica di U6H, ed in quella di Boemia, che fra tutte le guerre è stata la urevissima, di 11,4-96.


DELLE AR\!1 D.-\. FUOCO Ol ~UOVO MvDELLO, ECC.

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ora se poniamo mente alle nuore armi da fuo,.o, alla rapidita del tiro, alla cresciuta precisione di esso, alla radenza ma~giore della traiettoria, alla più lunga ~euata delle armi. e infine alla ma~giort> penetrazione dei proiettili, dal tutto insieme possiamo prevedere baltètglie san;;u;oo .. i,:.ime e perdite immense in breve spazio di tempo.

Come atlenuante all'azione rulnerante dei piccolr proieltili di mewllo duro e rh·estiLi, si è proclnmatl) da tal un i che questi meritano il nome di proiettili umtmitad: e che io consef!uenza la mortalità immediata rispetto al numero dei colpiti sara minore in aV\'enire. Ebhene, se ciò potesstl ac· cadere - co~a di cui duhito - ne consevuirà che fra i colprti diminuira la percentuale dei morti, ma crescerir ~uella dei feriti, e con fpiesto accrescimento aumenterà la neressità dei primi soccorsi. E otnr.he que·to rapporto del maf.t,.!Ìor numero di farti in -confronto ai mot·ti, si può dedurre dalln <>t:rti·tica. ~elle guerre oaporeooiche si sono riscontratrru media dut• fenti per un morto: io quella di Crimea i feriti per l mur1o: nelle ~uerre di ,;ecessione e franco-~ermanica 3 feriti per l morto; c in q nella del 1859 6 per l morto. !'le quest:r pnlporziooe, con le~:,.!e uguale. prose,.!uirà. avremo piti feriti da curare sol campo. ~la 1roesta diminutiooe di mortalrtà sul campo :-:i può pre· sumerc che continuerà? Io non credo al proiettile umnnilario. Tuttaria ecco Il pro e il ciJnLra che "' può preYedere sulla maggiore o minore azione vulnerante di que~li proiellili.


)i ~elle di~tanze metlie da 800 a l 1100 metri, i proiellili di p:r.;olo calibro producono ferite a tragiLLi netti. rettilinei, con foranti di entrata e d'uscit."l streui, e perciò r.on ferite facilmente r.urnltili ~olia occlusione e più prontamente sanahiii colh medicaluM antiset~ic:~. Per questo il Rruns >orrel•he coo~iderare tali fertle 'lua~i come sotlocttlanee. Quindi, da IJ Ue.;to puoto di vi La, la mortalità dovrebbe mau· tenere la le,:,;e dell.t pro;;re"str' diminuzione. ~la. per couver.;o. !'6 si con~idera che il piccolo proiettile produrrà ferite nette anche nei -vasi, le emorragie saranM piu frequenti, p;ù rara l' emosra~ia spontanea, più dillicile a giungere in tempo ìa chirurgica. Inoltre la deviazione dei proiellili sarà eccezionale (avvenà solo rarameule per 'lualcbe palleua di shmpnel); ma i proiettili che percuoter:~ nno le ca' ità del corpo umano le traverseraonl) nelle recando la morte in ragione degli organi più viLali che saranno colpili, c queste ferite trapassanti di\ erra nno, per le cnvit:'t, la regola. Infine, per la rrrande pornnza delle nuove armi porlntili. potrà avvenire che un ~olo piccolo proiettile aHil forza (come J!Ìà lo hanno mo~trnlo ~li sper!menLi ~ui cada\'eriJ di tr<H'ersate nettnmente più uomint cbe si trom;;sero nella sua traiettoria. Io coose;meoza da questo secondo punto di \'ista la mortalità potrehi.Je coo'>ervare le stesse proporzioni delle ultime grandi ~ue.-re. e forse superarle. . Concludendo ; il numero delle perdite per ferite nelle guerre future si eleverà ·~o'i alto ri;:peuo al tempo. dn. produrre come regola in ògni combattimento un affollanllmto di trattm i. Fol'ma e grare:.:a delle frrite. - Passo ora a con"ider are quanto ~i debba tene1 e in conto la forma e la gra-


DELLE ARlll D.\ fVOCO 01 ~l"0\0 'IOOEtLO, E1:t:.

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yeaa delie ferile. per inferire ~e e qu.tli modilì~azinni doHanno apporta,.,.j al maleriale di medic.nionc. Gli :'tudi sperimentali fatti recentemente th molti ellirur ~hi in j ... peci d moJo dal Demostlaen. e pui dallo Schiernin~ tliretli d;tl!"illustre J•rof. >on Coler ~opra cadal"er: e 'n an·mal i vi,·i. dàono già una luce 'Uflìc'ente per pre\e,)er~ i pr ncipali etTelli dei nuovi pr.,ieuili. ~"Ila prima zona della Lraiellorta :-;i arranno eiJetti <'$plosn i a un dipre$~0 della stessa ~tllvezza che produce q, no i vec··h · proiellili di medio calibro. :\elh ~ecouda Z•llla delle ferite a stampo. ossia di tJoelle rn t::rr il !Jroiellile porta via neunnun/1' i tc~,;uti che incontra. la maggior parte delle ferite presenter·ù, come già ho detto, tr.•gilli a coot(lrni precisi, rettilinei e corupleti, 'loindi la rimanenza del proiellile iu ~rembo alla ferila ~arà una rera e~··ezione.

:\e la terza zon:-~, ;n quella cio~ delle .:r.todi di lanze, ~~ potranno riscontrare ferite lacere c contu--e, bencù~ piu rarP e meno .:rari di quelle che ri:Hiltavano tloi proielli!i .di medw calibro. \la più numero~e ~aranno le ferite dei vasi e le con,e· :uenti emorra11e : c an-en11nno di ,:ran luog 1 pm frequenti e piu :!ravi le lesioni deile OS'1. •fede delle d1afi,. ,r;e, nelle quali :;i reJraono io numero preraleote. sulle a!tre forme di le;;ionP. le fratture comminotive. Premesse queHe con ·iderazioui. c;emhra mauife:òìiO che le armi da fuoco di nuol"o modello determineranno n~lle future Lattaglie, un afTollamento di f~?t i ti ·n tempo Lrere, d1e piu diflicile sarà l'impianto del primo soccor::o nella linea del fnoco, che per que~te cause, e per la forma e gravitit delle ferite fari\ d'uopo di apportare talune modifica-


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zioni tanto nella. orgnnizzazione dei ser\'ÌZt ::anitari. quanto nei materiali di cura e d1 trusporto. f, fj ordinamtnti santtari dei vari esercitt sono ~imili. e non llguali; e diversi sono i modi del loro pratico :>VOI..!imenlo. L1onde, procurerò di entrare il meno che ~in possil•ile in confronti eù in propo!>te particolareJ.!giate, tanto piu che in taluni ordinamenti ~anitari molto gia si è preveduto, e a mollo pron·eduto. Per stare adunque sulle lin(.>e generali e comuni. è opportuno di con:>iderare che in o;.,roi esercito J' attuazione del servizio saniLario aranzato !li ;.mena o di prima linea si dirìde in tre partt principali : l • Servizi sanitari pre..;so i carpi d i truppa nella Imea del fuoco (p(\~to di med1cazione - Postes rle secour• -Hiilfsplatze), 2• Servizi sanitari dirisionali (Sezioni di sanitit- Ambulances-Hauplverhaodpliitzf'), 3• Servizi di corpo d':mnata (S;::edali da campo, Hopitaux de r.ampagne, - Fddlazarethe). Se le modifìcaziooi wno - come mi sembra - possibili. doHebbero Locca:-e lo :;,·ol~imento ùi !JUesti tre .scaglioni sanitat·i. e dei rispeuivì materrali .

Posti di medicazione e Sezioni di sanità.

Taloni rispeuabili srudiatori di co;:e sanitarie militnl'i. impressionati dalle diflicolrà che potrr~noo sor!!ere io ar\'C IIire per l'attuazione dei Po~ti di medicniooe, sopratullo a causa dclb enorme potenza ""uloerante delle armi attnali.


DELLE ARlll OA fUOt:O DI !\UOVO llODElLO, ECC.

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anche a grandi distanze. \'Orrebber·o ahDiirli, (ro;.(l). Altri, per contro, vorrebbero sopprimere le sezioni di San ità, ditendo che esse complicano troppo il servizio di l • li nea e credono impos:>ibile il pronto impianto di uo servizio di s~omllero adeguato ai bisogni (Bunman n). Tocca ai Posti di medicazione appr&stare il primo soccorso ai feriti. dicono i -;ostenitori di que,.t' uiLima t iftH'ma. Senza enlrar·e in minute discussioni, mi semhra t.:he codeste due correnti di opinioui opposte s;ano eccessive; e valga meglio il modificare con~ervando e perfezionando, che il disfare per ricostruire con manifesto danno di ordine tecnico ed economico. Jonostaote la difficoltà presumibile dell' impi-lnto dei Posti. di medicazione, come prima ho accenn<1t0J durante taluni momenti del comhi•Ltimento, tnllaYia porto opinione che torni necessario il consenarli t:lnto l'er l'efticacia dei loro servizi, qnanto per l' nzione morale che questi prim i luoghi di socro1·so infondono nell'animo dei comballenti. _Anzi dirò suhilo il mio pensiero. Io repuiQ che sat·anno più acconcie al primo soccorso le unità sanitarie leggiere, éhe le pesanti : e ciò per la più facile aLLoaz.ione e pel maggior numero di lnogbi che si possono o~cupnre sul cam po di batt·•gli l, sia dorante il comi.Jalliment{), sia put'e nel suo ·declinare, o anche dopo di esso. E per questo wncelto mi sembra che, pur conserv.1ndo sempre il nucleo centrale della grande piazza d: medicazione - la Sezione di sanità -sia da pmpor~i cbP. l'ordin ~mento di qnesta venga trasformato in 1-(Uisa da poterne 'trarre ralune minori unità sanitarie, quaote lo consente l'attuale formazio.ne, per averle pronte souo mano, aflì ne di jn,•iarle sui tanti punti ove maggiore è il nnmero dei cadu ti. l n nltl'i tPrmini io proporrei un armonico ingranaggio


18! fr.1 i Po~ti di ~anità e la St>zione. tale che - a seconda del bi~ogno si possano formare •'on questa o a~centrando o decentrando, maggiori o minori luo;:!hi antnzat d' pruno soccorso. Questa riunione o 'luesta dì>i;;ione Ji unitil .;:~nitarie sembra neces,aria in r:-tpporto nl mag~iore o minor numero dei fet·i ti, e alle eventualrlil llel comba{timento. l soli po:,ti re~gimenlali t ome sono ùra costituili. per raccogliere i feriti. soccorrerli. e tra-:vortarli alla Sezione di sa nità, non basternnno p'it. E~li i! ben vero che 10 talnni ordmamenti sanitari ogni r e;!g•mento d~ fanteria ha il moJo tanto di formare un so! posto. quanto di :scmderlo io due o In• minori. )l a sia pure che sr impianli anche lutto unito. aHerrà spesso che non ~orrispondtril alle sole perdite del proprio reggi mento. Infalli in un comilaltimento di media 1lurata, calcolando la media o bassa proporzione dei ferrti al 15 p. l 00, un re~gimento di fanteria di circa :3000 comllattenti darà 4.:;o f~ ­ nti. Di questi. come lo ha dimostrato rl Longmor·e. un terzo sarà di feriti ,?ra\ i, e due terzi almeno :;aranno bi:-,ogne>oli di trasporto. ~è questi calcoli S•>no esn~t rati. Se poi si ag~iunge che i po~ti reggrmentali della fanteria r ice\"ono i feriti delle armi di artiglieria e ).:enio. e di altri reparti. che non banno Post• propri dr ~occorso. si può .concludere che il Posto re;.r~imental e rsolato oon è adegunto al la>oro :•$~egnalogli. ~ è io pi'Opoogo un aumento ùi Posti di so'cOr:>o re7):imentale: ciò urlerebbe troppo contro le difficoltà relative all'aumento del personale e del materiale. Propon!rO in,·ece. come ho sopra accennato, che In Sezione di sanità formi essa col suo personale e col :;uo materiale ah:uni Po~t!


!IELlE All'li 0\ nrOCO DI 1\U0\'0 \fODELLO. ECG.

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cho chiamerei ~ussi,Jiari eli rìs~'rra i quali sarebbero alluali in tnllo o io J1arte a seconda del hisogno. ~-~ il centro •anitario della Sezione di sanilà soJTrirebl•e danno di-.tac.·:m lo questi piccoli reparti, poichc ad e,;sa ron· Ten"ono tuili i medici delle troppe che non imp1autano ., r 0 _,ti propri e òel rt•stu il lavoro che i posti distaccati Can·bbero con rna~!.!ior vnota~gio dei remi, and rebbe a ,ollie-ço <1i quello della pi<Jwt ceotrole di medicazione della sezione. ,\ dunque la Se1.rone non rimarrebbe tutta iotier:Jmt'nte 'Compo!'.la ad attendere rarrivo dei feriti dai Posti. ma nn· òrebbe in vrce es'a roi suo1 distaccamenti a ricerca•·li e a sorconerll ptù pre,;:.o al luo~o Ole sono caduti. I l rnalerinle di med1cazione per· questi post1 au ·il in l'i di riserva, si do' rebbe col locare in ceste traspor·tabili a braccia che tro, crehllt>ro p~sto nei carri nei qoali il materiale di dotazione nttnalc dovrehhc es:;ere molto ridotto. on•ero sopra altrr rnezzr di tra ... p<~rto. ùi cu1 dirò più an•mi. :'\è si produrrebbe una deficienza. per tale riduzione, al errizio delle ~ezioni tli -<anita. poichè proporrò più innanzi un altro in,.:rana)!gio di •tue:-te con reparti :t\anzati di spedali da campo. Colla propost1 dell'aumento dei posti ausiliari di medicazione formali dalle sezioni d1 sanità. queste potreubero col mag~10r nucleo rimanente pro\Vedere meglio agli ·•lli operativi lun,ùi e rornplessi da praticarsi per soddisfare alla irvlicat io atnlis. Questo di~sen.lioamento di pircole unita sanitarie nel campo, sia pure a batta~lia compiuta, ùiv1ene di grande utilita anche al servizio dei primi trasporti. Infatti recando i primi soccot·si ai feri ti sulla linea, e l'iunenrtolr in tanti :~ccentra­ tnenti. potranno cp1ivi rimanere senza ~rave danno per maggior· tempo tn atte$a dei mezzi di tra:.porto.


E siccome In mngìojior pnr·te der colprti sarà tla ferite a stampo. cosi qne::ti prontamente cunlli colh1 occlu.:.ione antr~eltrca, qorndi nstor ali :>ul po,to nun .:.offrirebb~ro i ~li,:~\!i di molteplici trasporti; e m•1l1i poi non sarebbero avviali alla ~rzro:1e di "anìlù. ma drreuamenle a~l1 ,..pedali Ù.l caltlpo.

Spedali da campo.

Detto Jello !\Vol).limeoto dei po:-,Li di medicazione reg~i­ mentalr ~n.:.'$iÙ art della sezione di :'anìtit. mi resLa ora a J "re rome questa ('tiSSa collegarsi co~li $pedali da l~ampo. ~on proporrò cesto di aumentMe le impedimmla in modo considere' ule fra le colonue t! t-i nrpi d'armata: ma una lieve mtldtlìcazione alla allu •zinne Jei sl"rçizi de1li spedali da camp•l. non dovrebbe incontrare oppo.:.ir.ioni . 'h parrebbe conveniente, pur con:-;enando la formazione tlegli spe.lali da c·arupo i quah in .,gru e'ercito sono in media dell1 fonldi ?00 letti, rlin,iluli in d ne r·eparti. che :;i potM:-ero fo~rru'lre dei piccoli reparti di :)O letti. da porsi alla dipentienza flelle direzioni di sanità. di corpo d'armata. Cnn dtte carri st poo;:\ooo allllòlre simili rPparti di :,;o letti iormli Ili tutto il cnateri:ùe regolaml"ntal e: rlestinandone sei per n'!ni corpo di armata ~i avrehhero tre piccoh ~pedali a\·anzati. chP potreùbet'() al!'occorrenz' nnrrsi alle tre sezioni di s 10itit rispelli\'e. t:osi sr ,rtnj.!Lerebùe ìl,/,·~i,J~·r,lllm del :;imultaoe" c('nror.:.'l di tutti i s~>niri sanitari di corpo d'armata secnntlo le necessiLli r\f'lluogo, del tempo e tlel .nu-

.

mero àei feriti.


DELLE •.\Rlll DA FUOCO DI XI'OYO 'IODELLO, ECC.

783

Materiale di medicazione.

J)al fio •tni e:-posto pa.;so ora a dire dell'opporlonità di :llcune proposte sui materiali d i med•ca7.ione. La •1uantità ciel mat.eriale di medicntura nnLisel.lica dovrebbe essere tnnta per ogni posto di medicazione dn po ter~i e•egoire /00 medktzioni ocdosil'e anth~lliehe. Per le ,ezion i di s1niti1 occorrPreltbero :r)OO medicazioni, di cui 1000 per ferttf' gravi largamente aperte. (noltre tanto i posti che le sezioni dovrebbero di:.. porre Ji un materiale più altLondante dell'allnale per la prima medicazione dei frallurali (~emplici apparecchi immobilizzanti. :otec~he di legno, modelli assortiti di cartone, docce, n~ti metalliche. ea.) Ili una quantita di qnc--to :)le>'so materiale, maggiore che in pa~~.ato. dr)\·rebbero pure es<;ere fnrniti i porta· feriti che recansi l'UI campo di hallaglia, ove non possono avere nè agio, oè tempo di valersi largamente ù 1 mezzi d' impro' vi;;azivne . ..;tamll} alle slali~tiche delle ultime grandi guerre e se;natamente della gu(!rra di !'ecessione e di quella fr1lnco J.lermanicn. su l 000 fer1ti se ne avreiJbcro più di ~00 con IP,ioni Os$ee ed articolari degli arti ; onde Lenendo conto dell'aumento· presumi bile di que:-te lesiorli nellfl guerre future u~correrehbe che ogni posto di medicazione - sulla hase di un quinto ùi frallorati nel tolale dei feriti - Clls'e provveduto di almeno l 00 og~etli di detti materiali immol·ilizzanti 'emplici. e farilmente trasportnbili.

50


t'AZlO\E \'UL.'\ER \'\H:

Armamentario .

l)uanto all'armameotaJ·io cllirurl!ico dei Posti e delle Seztooi, considerando J'aumenru del•e emorragie, :.i doHebbero accre,-cere le dotazioni di ogni specie per le emost;hie. ~elle sezioni sarebbe pure opportuno di completare l%1i :)\rumenti per la chirur)!ia addominale. Per far posto a quc:.ti .. j potrebbero diminuire gli strumenti per le operazioni demolitrici. poichè ormai è "compar.so il tempo in cui, le amputazioni erano la regc.la, o riGorùo il Larrey che dopo la ballaglia della )losco,\ a ne esegui egli solo 200.

Medicinali.

\lolti medicin.tli si potrellhero parimente eliminare dai delti riparti sanitari, tanto più che 1 piccoli ospedal1 da campo avanzati ne ~are!Jbero proHeduli. Invece l'i dovrebùero aumentare ~li anestetici, che l'ispettore Perrin nella guerra 1870-'7 1 trovò sempre. con sommo rammarico 111sunìcienti, per quanto sembrassero abbondanti secondo i calcoli prerentl\i : e di questa ,.!ta\e detìcir:ot..'l di~e a me più volte quali ne fossero state le do· loro~e conse;!uenze. Infine le dotaziopi di soluzioni t;tolate, e di pas1i;;l:e di Ilicloruro di mercurio e di cloruro ~odi··o sarebbero de:-iderabili in considerevole fJuantità.


:li ELLE AfllU 0.\ .n.:OCO tll ~UOYO MODELLO. ECC.

"'i87

Pa cchetto da medicazione.

iccome ho dimo;;trato che i ph:coli proiettili. rar,lment~ 'resteranno nel canale della rerita, cosi il solo foro di entrata sarà una eccezione: per regola si LroYeran no due iferite sullo ;;le$SO indi!fiduo; e non io(requentemente più di due. potendo il proiellile trapassare contem}'oraneamente il tronco e un arto, o'\ ero due arti. Epperò senza entrare in minuti particolari proporrei che il pacchetto da medicazione contenesse due medicazioni oeelusive, e che questo materiale fosse chiuso in doppio involucro, l'interno impermeabile, l' esterno mollo resicStente ( l).

Me.szi di rJstoro .

IJ ma;.q.rior o•tmero di reriti da "OCCOrrere rende eVIdente il bi~ogno dt accre,..cere nei sernzi di s:tnitil di l a linea i meZ7.i rli ri,toro, O:'Sta gli alimenti dellt di conforto .

.Ma u.na proposta che non mi semLra inopp<Jrluna saIli QB~IIo francese cou,ta, di una compressa 111 garza, di uo battorolo ·,b stopp~. d1 una t~ci1 pure •h garu. lunn 4 meli", di un pl'no dz eaoutchouc

hmioato. ·li du~ spilli di sicurezza e di un doppio In rolocc<J, di cui nn terno d1 cauutchouc lammato (Delorm~). Il pac;çhello da meiteazione tedesco consu: di un1 fa~da <11 mn~'olo al subllrnato lunga 5 metri, di do.e compre~se al snbTim:l!o, d1 uno spillo rli ••cur<tua: H tuuo involto in aJJ3 pezzoola dt tela tmpermeablle (Sfy<.leJ).


188 reùhe quella di pensare :ti porrafer'ti. coi conviene conservare le forze nei momenti di e~essiTe fatiche. t;na ma~gior tiserva di vi\'eri per essi. e qualche bevanda eccitante (\io o. o alcoolici da meswlarsi all'acqua). sarebbero destderabili.

Mezzi d'illuminamento.

La opportunitil d'Illuminare convenientemente il campo. ùi batla~lia per la pronta e facile ricerca dei ferili dur·ante la notte. non ha biso~no dt essere posta in rilievo. Questa opportunità re:n più evtdeute dagli effetti delle nuove armi e della n•rova tattica, lJa indolto molti chirur~hi e filantropi ad occupar:'t dell'argomento; uno dei primi è stato il harone ~lund~. ~on è lllli il luogo dr esporre i -rari tentativi ed esperimenti praticati;;i; hasterì1 notare che due sistemi sono di fronte; quello della lampada- faro e l'altro dei lumi portat:Ji a mano . .\.1 primo sistema apparten)lono glt apparecchi eletti'! i :'perimentati a Parigi, Ginena (cui bo io stesso a--~i,trlo} a Berlino (Tempelho0 ecc., e quello sperimentato. a 1\oma nell' apr'le 1892 dal capitano medico .\lendini, cioè una lampada Wells ad olio minerale con getto di aria riscaldata. \l ~econdo ~istema appartengono le lanterne Edi:-on portatili. che furono o;!gello di prova nel l 88-89 nei giardini dell'ospedale militare di Yal de-Gnìce, e lutte le altre "arie forme di lumi a mano. Le lampade-faro fra gli allri vantaggi offrono qnello di un grande e•l este5o illuminamento e di servire di guida e di punto di riunione ai feriLi. che sono io grado di cam-


DELLE .~Rlll DA PCOCI) DI XU0\"0 l!ODELI.O, ECC.

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minare e che saprehbero di trovare presso il faro un posto di primo soccorso e di prima medicazione. J lumi porlatili invece ofl"rono il 1-!rande vant;~ggio - di -cui ~ mnnchevole raltro sistema - di rendere agevole la ri,•er·ca ed il soccorso dei feritr gravi, impotenti a recarsi -da se ste~,; al luogo di 90ccorso. l due sistemi si cornptet:mo a vicenda, e perciò sono .(}a raccomandare entrambi. I: nello stato presente de~li stndi ialli all'uopo parrebba che ~li apparecchi elettrici lrssi fos,ero i meno oppor·tuni. perchè complicati, di difficile lra~porto e maneggio, assai costosi e sog~etti a guast.arsi. Quindi come lampada-faro si potrebbe adottare un apparec· chto Wells il quale fece buona prova , allorchè venne sperimentato dal Mendini nei dintorni di Roma od altro consimile ad olio minerale. Ogni clirezione di -ìan ttà di corpo d'armata ed o~ oi se· -zione di saqit:"t potreube 3\'ere in conse7na un certo numero di <:ilfaui apparecchi, per drstribuirli, secondo il hisogno alle formazioni sauitarie dipendenti. Come lumi a mano. poichè le lampade jn genere. e quelle Edison in specie non sono immuni da inconvenienti: le torce a ven1o :Saranno sempre molto adatte. ed una forte ri5erva di queste 1100 donehbe m i mancare.

Trasporti nella Prima Linea.

l>orta{trilt.

Lon~more calr.ola a ~:j minuti il tempo

t~ecess:1rio ad una coppia di portaferiti per trasportare un ferilo dal luogo o'"e è caduto al posto di medicazione, ed

il calcolo non e punto esagerato. e si considera il posto


790

.

d- medicazione distanti' in med1a 00 a l 000 metri dalla linelh del comballlmento. i porta ferili Impiegheranno almeno t~ mmuti per percorrere ..,·arichi que.;to spnio: il dl>ppio del tempo pel tra ..porto del ferito: e da l O a 15 minuti per il carico e scarico del fPI'Ìto stesso. l n coo:;ezut!nza, peltrasporto di un sol ferito occorrono almeno due porta feriti. e in medi n po ·o meno di un'ora 1ii tempo. E 'JUindi manifesta la impol'lanza del numero di quest~ personale. F:sprimerei IJUtndi il Toto che nel nostro esercito si aumenta~se il per:o.onale dei portaferiti effettid reggimentali. ~on credo il ca,o di far calcoli e proposte particolareg· giaLe. mi IJa<>terà solo di citare gli aumenti introdolli neiJ'eser·c.ito tedesco e l'ordinamento dei posti n&ll'esercito francese. ch.e po~~ono servire di norma. sembrandomi che il proltlema ron1lato sulle mag~iori perdile sia sl:tto pre~o in - seria con,iderazione. ~ella guerra 1810-7 1 l'esercito pru~sìano dispone' a per ogni corpo d'armata di i/2 portaferiti. Ora la f.e1 mania ha aumentato i portnferili in mod() chein O.!OÌ corpo d'armata \"t sono 1168 uomini tra portaferiti ed :.u;;iliari. (Haasse'. \ell'esercito francese ogni poslo di so~orso reggimenlaie d1'pone. ollre cl' l~ ioferm1eri. d' ~ portaferìti. DOI\ computandovi un ~er.:e1Le e tre caporali. ll•trelle. - Il tra,porto a braccia nelle guerre future ;;:trà ,,.~za dubt,io ma~,!iormeote laborio,;o ::ia per le maggiori di~tanze a cui dovunno coilocarsi i posti di primo sco;;'~~: 1 dalla li ne:\ dd fuoco, sia per la natura stessa della pr:. ..1~ ma,:,doranza delle les•oni ~fratture) le quali rendono • malaj!evole qualunlJne altra maniera di tra5porto. Snrebhe de~ider:Jbile che in ogni re~gimento venisse au-


DEI.LB ..-\IUII 0.\ FU•lCO Dl :"'UOVO MOOKLLO , ECC.

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mentnta la dotazione d,.Jie barelle e cl1e per non aggravare eli troppo il pe=-o e il volume sui carri di .sanrlà e per 1100 aumcn t..1r~ il carretl!io. fo-..sero queste piccole e Iep-!Jcri~-..ime . .\ rate propo:-ilo proporrei che !'i introducesse anche un ctrto numero eli l•arelle n ruote. t:na limitata dotazione di que~tc harl'lle accanto a qnelln a mano. potrebbe in determinate cirro:->Lanze facilitare di mollo il :\errizio di trasporto ron risparmio eli tempo, di lavoro e di p·ersonale. Si potrebbe - for:>e con maggiore convenienza - aclotlare il sistema di fomire riascuna rormazione sanitaria di alcuni telai ,;montnbi li a ruote. simili a c1uelli dell' uflìcio d'igient~ e Ji surcorso drlla cillà eli Bruxelleiì. Sopra consimili rusti l e~g i eri si potrel.bero far.ilmente posare le òarelle ordinar·ie o artic(llale o di qualsiasi altro moolello e cusi venire e~le mpora n eamente trasformare in bar~lle a ruote.

Sussidio di portaferiti della Croce Rossa in 1• linea.

.\hhiamo çecluto come non possa e.::~-ere infre•111cnte it ca>o in cui non sarà possihile di iniziare il primo ,;orcor,o rhe al tll•··l"nnre tlel ··omhnllimento. Il trasporto •tnindi dei feriti comincierà spt>sso in sul finire del gior-no per prosegni•·e durante la notte. e il giorno successivo, e nelle più san~uinose bnLLaglie, anche parecchi giorni dopo. Fu appunto in vista di queste circostanze, già riscontr-ate nelle ullime guerre, c che saranno maggiot·i nelle ruture,


79~

che ho propo:>lo la f·)rmaz•one dei posti di :.occor::o ~us­ :.ldiari, e per mezzo di questi altrettanti concentramenti di feriti i quali curat1 e ristorati potranno con minori di:-agi atlendere più a luogo il loro trasporlo ai luoghi di cura. Ho pure espre,·o il voto che si giunga ad elerare il per:;onale dei portaferiti effetth·i alla for~ prestabilita dallorJinamenlo tedesco e francese: mn pur tuttavia questo importante servizio dei trasporti lascierà sempre molto a desiderare. Proporrei lJUindi che si prolìllasse del valid~ aiuto della Croce Rossa in prima linea. chiamandovi le sue squadre di portaferiti n lmttaglla (lnita . l reparti di lJUesta grande e Ulantropica istituzione stanno alle tappe; tali StJuadre potrebbero 1.enersi pronte alle le.He di linea. ~e oltre al concorso che la Croce Rossa recherit grandissimo in 2• linea: e all'indietro, lino agli estremi conlini della madre patria. potrà pure pervenire a quello di 1" 1ioea. ne sarit io o,;ni paese, ne sono certo, orgoglios1 e lieta. Proporrei quind1 che le varie associazioni della Croce Ro s~a di o~ni paese preparassero numerose squadre di portaferili da destinarst alle trnppe. Queste :-tJoadre :scelte e bene tslruite. YesLite con uniforme il pm che fo;se possibile simile, onde a qoalunque as$ociazione appatten6$sero venissero facilmente riccnosciute: fornite per parecchi giorni di viveri di riserva, e d1 ristoro. prO\ viste delle più Jeggiere e mane{Zgevoli barelle a bracci.t, stareùbero pronte alle teste di linea delle tappe, per es,;ere falle a,·anzare colla massima celerità a coadiuvare il lavoro degli S,!.!ombri del campo. Giungeranno forse di regola il gioruo dopo della batta-


DELLE AJ\\ll D.\ FUOCO DI :\"UOYO MODELLO, ECC.

793

glia. Ebbent!. per noi che conosciamo la storia delle ultime guerre, poss1amo a:»icurare che giungerebbero sempre in tempo utile.

Carreggio per trasporti.

L:l goerra è nn flagello: suo copo unico e supremo.

la vinoria. Qualunque sia l'esito delle battnglie. o la villoria o l'o- · nurata sconfitta, il profillare di quella, o il r·eodere questa meno disastrosa, farà sempre si che i duci di armate vorranno le contrade deiJa immane lolta sgornbere da o~ni imp:~ccio: dal maggior numero possibile di impedimenta. E fra le im])edunenta, nonostante la filantropia dell'epoca nostra. non sono ultime le colonne sanitarie. ~on potrei quind i, in modo assoluto, proporre considerevoli a~gin.nte di carreggio alle unità sanilarie d1 l • linea. Tutta~ ia qualche carretta leggiera a due roole. e a dul' po~ti, per collocani viveri di riserva, e materiale di medicazione '.-trebbe un de.'<ideratl4m per le ezioni di sanità. {}nnlche (JmJlibu.'> presso le direzioni di sanità di corpo d'armnla per sfollare quel maggior numero di feriti. che può sostenere il viag6io a sedere, ne sarebbe un altro. Infine una limitata dotazione di quadrupedi da ~orn a caricati di vireri e di materiali di cura, sarebbe di :;omma utJtità per dis~accarli dalle Sezioni con prontez2.a, essendo per es~i po~siulle il passaggio per ogni via. Non credo che quanto ho accennato sarit snflii'iente ai biSOJZni che si manifesteranno nei servizi sanitari di ,,. hoea nelle future guerre; questi potr.mnt> esser meglio organiz-


L' .\Z IO~E VCL ~ Eil:\ ~T&

zati, e l nlqnanto a.~re,;cinti, m:t non arriveranno mai at pari delle oece,.si 1:1. Le ~rasi caj!iooi ..:he ho acì:ennatto dimo5Lrano che un !!igaote,;co .;en·izio .;anitario non è compatibile colr arte della ,:uerr.t, n~ coi .-uoi fini supremi. Por lntta'"ia tutti i ~orpi ... 1mtari di O!Oi esenilo saranno sempre all'altezza ,}elaa loro mi-5"iooe. e come ~iit "cr"s-5e il mare~iallo )loltl\e dopo l;t ~ut>rra 1!-i"70 "7 l tornerà aJ aHerarsi che centinaia. Ji mit:liaia d1 feriti doçranno loro la vira. \l i semurn di aYer dimostrato che le nuove armi dn fuoco pro.lurranoo Lule nzione vulnerante nelle guerre fuLtHe da es~ere necessario lo studio e la pronta attualion~ di rooùificnzioni ai servizi sanitari militàri di 1• linea , che l'inssnulendo potrebbero essere i seguenti : l o Conservare i Posti di medicazione. con ii evi modilicazhnli al materiale, e ron aumento del personale; ~· ConsP.n ·are le Sezioni di sanità, rendendole alte ad essere divt~~ e .;utlùivi:;e. e a fl,rm"tlre esse stesse alcuni Po~li \< .~ ~~~~idi11ri di

,·isara ~;

3" ~tahilire un più stretto legame nella esecuzione dei ser\'ÌLi fra i l'o•ti ili roerlicazione e la Sezione di ~anit~t e ...!li ~p~ali da campo;

Uen•lere ~li ~pedali da campo diçisibili in reparti di :jO leni, pon•!n ,ione alcuni a contano delle Sezioni (Reparli nrcm,;ati di spttl~tli da campo); 5• ..\urne nt are nelle dotaz.ion i dei porta ferili, dei Posli di medicazione e delle Sezioni di snnita le medicazioni o~­ clustve antisettiche e gli apparecchi semplici immobilizzanti \.0

per le ferité-frallure; n• lliminuire nei materiali sanitari l'at·mamenir.rio perle operazioni dorMliLrici , ed aumentare quello per le erao... stasie e per le operazioni della chirurgia addominale;


DELi.E \R)ll DA FUOC·l DI :\!:OrO \JODELI.O ECC.

:H!)

Oiminuire nel materiale a~nnzato molli medicinllli pii1 propri per gli spedali. ed accrescere le dotazioni de2li ane-teti.::i e degli antisettici: g• Porre nei pacchelli da rnedit::tzione almeno due me· tiicazioni •)cclusire; , g• .\nmentnr~ gli alimenti deui di conlorto, pei feriti: *' a;tdnozeroe nlcuni ~peciali pei prlrlaferili atlìne di so:<teoe•li nel tempo del massimo lavom: 11 10 Ootare le sez:oni eli sanità di mez,.i speciali di illuminamento fi:;si e portatili : f lo Introdurre nelle SPzioni alcuni telai a ruote per po~nrvi le Larelle, c formare con e:;si, barelle a r~wle; l '3" Invocare dalle Associazioni della Croce l\ossa la formazione di numer·ose squadre di pol'laferiti, bene organizzati e istru iti. pet· tenerli pronti alle Leste di linea delle tappe, e per richiederli in tempo utile nl termine della -hattagJia: 13° .\!.'giungere nlle Sezioni di sanità alcune vellure le;!J~Ìere n due ruote atte al tmsporto di Yiveri e di materiali 1Ji medicnione: u.• .A~;.!iun.:.;ere alle ... ezioni di ~anità alenoi quadrupedi da ~orna per formare i c Posti di ri<;erra '- recanti >iveri di ristoro e ma1eriali di medle;tzioru.•: potendosi con qne=-ti pas~are prestamente per ogni via; 15 ig~iungere al earregl!iO s1nitario alcuni o111ni/m<; per sfollare il maggior numero di feriti che possono Yiaggiare seduti. j

0


i9fl

.LA :\1EDICI:iA ITALIA~ A ALL'Xl CONGRESSO MEDlCO INTERX.\ZIOXALE

li pror. CAROAREJ.Lt (~apoh) riferiice sull<> modificn::ioni organiclte, funzionali e nerro.~P che subisce il cuore per gli

ostac.oli nella circola :ione arteriosa. Egli ha esercilnto sperimentalmente la pressione sopra vari rami arteriosi: sopra le iliaèhe. sulla succlavia e talora anche suH' aorta addomin·1le, ed ha 4uindi istttuito una serie di esperienze, raccogliendo i tracciati gr;tfìci del cuore, del pols1 e la pre~sione arteriosa con lo sfigwomanomelro del Basl!, prima e dopo la esercitata pres·ione. I risultati cui il clinico di ~apoli sarebbe ~iunto, souo i seguenti: t•) Rallentamento del ritmo fino n '' 0·1% pulsazioni, e leggier·o aumento della pressione arteriosa nella più parte dei casi in cui fu esegnit·t la pressione sull'arteria. ~ ) Piti raro un lieve ncceleramento del 1 itmo di -l O puls'lZioni. accompagnate anche da aumento della pres~ione. 3•) Rarissima l'aritmia. SI ecie la forma bigemina. Senza poter precisare a cbe si debbono ~ifTalli cambiamenti, l'A. crede di poter all'erma re che il rallentamento aHiene in indivi-iui ralidi e robu,ti, al contrario delle 0


LA

\IEOlCl~A

IT.\Ll:\NA ECC.

197

allre due modilìcazionL le quali pare si an·erino con maggiore facilità in sog~etli a cuore delwle ed eretisLici: particolarmente in ùoone. CJue-!i ri,ultati danno ragione all'A. per trarre importanLi conc-lusioni diagno--ticbe ~ ulla ralidità del muscolo cardiaco; per argomentare la forza latente, nonchè per re.,~>olare corri-pondenlemente la Lrrapia di certe lesioni cardia che. Il t: -\RDARnr,l comunica ancora Je sue osservazioni st~ alrutl•' (ortllf cliniche mal conoscwte di narosi delle tslre-

mità. Egli all'erma rhe vi sono molle neuropatie delle eslremitit, ~pecialmen to delle mani. che non s,no ben conosciute e ''cngonu spesso ronfuse con altre malattie. econdo lui f{ltesle .fonne hanno freguenli origine centrale e vanno spesso messe in relazione con lesioni del midollo. o più frequ èntemente debbono accagionarsi ad alterazione del sistema nermso periferico, specialmente del simpatico. Y'ha infine di 'loelle che non pos~ono auribuirsi ad altro. secondo L\., se non a perlurbamenti funzionali. HelalifamPnte aà sintomi, L' .\. differisce queste oeuropatie i nsen~•ti ve, motrici, 'i'asomolrici o trofiche. affermanrlo che queste ultime meritano un mnggiore studio ed un esame più scrupoloso, perchè se la terapia interviene con ritardo. t>sse ca~iont-ranno senz' altro deformazioni grHi e permanenti. Fn i molteplici mezzi di co:-:~ ai quali si suole ricorrere e talora por troppo con ritardo, il Cardarelli dà la preferenza all'eletlrolcrapia ed il massaggio, i soli che gli ~emurino alti a dare erticaci ri:;ultnli. 11 ~h:RRt (Bologna} comunica al Congresso i suoi lun~bi ed importnnti sturl ii sulln palo~enesi della clorosi e sul -


798

L.\ \lEDJCIX.-\ 11.\I)A~.\ ECC.

l'azione del rreddo nelle cloro id1e; •di mos;ra come ;1 freddo produca en·eui sfayoro>oli snlln clorosi ed espli~a guesta. ìulluenza, a soo a.vJso. perche le clorit"che si senton meglio la notte che il giorno, ed il loro stato si a~grava io autunno e in io>erM, mentre mi~liora nella stagione eslln. Egli dice di a\-ere allresi osservato che il bagno freddo prolun~?alo ha una determinata azione nel modificare la composizione dal sangue delle clorotiche, cosicchè si ossen i una diminuzione di globuli ros:-a e di emoglobina, e un aumento di urobilina nelle urine. L'esperimento sugli :mimali avrebbe mostrato come. ns.:o~!!'ellandoli a temperature e'Lreme, l'azione del freddo esplachì un deciso poLere distrullivo sui ~lobali rossi, e si l"isconu·i un aumento della quanti~à di ferro eliminato per la Lale e per le urine . .\oche resercizio muscolare importa nelle clorotiche una distruzione dei globuli t'O$Si. J>er spiegarsi il mecc.mismo di questa dissoluzione globulare. a parere del ~~ urri, bisogna tener conto dei fenomeni della pelle che si Yerilièao) nelle clorotiche. L'abbassamento della temperatura, la diminuzione del dolore. In pelle an;etina, il raffreddamento delle estremità sono sintomi freqnenti della clorosi. Tuili questi fenomeni hanno per caus:t l'ischemia, che, aumeot<tndo dopo i parti, Jetermin:~ la febbre clorotica, la tJU:tl~ il pii1 spesso non è che l'eil'etto della innormale restrizione della inigaz1one cutanea. L·ischemia periferica è io contrapposto del maggior condensarsi del san~ue negli OJ'gani addominali. Segue insomma tale un turhamento di circolazione dopo i ,pasti o dopo l'azione del freddo sulla pelle, che non -r'ha dubbio nerto ammettere unn ga<1re allerazione del sistema vasomotore.

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799 lm~ti;p ndo clinicamen!e cio che acca le nella doroti ·be dietro J'nziooe ùel freJdo sull • pelle ~arel>he risultato: i-chemia cutanea. iperemia del fe,.!alo e ~!asi renale. il che indn~e nd arnmeuere la cooperazione H tale effetlo del si:,temn va,omotore. provocato lall' azione del fred:lo. 1; ùa amroetter::i una at.ione ct•ntripeta sui centri della sfer.1 Ynsomotrice: e pokht! ~li stuùr del Dellldd e del Buvs hanno sperimentalmente dato la prova che una azione centripeta de;li organi !:enitali femioei ba potere di determinare ..!ravi e svariati etl'etti :>ui centri dell'azione vasomotrice. e poichè dinicamentc ci t• noto che In cloro i è un'anemia p:!rlicolare al ses;o fem in ino coincidenLe con l'epoca della puber ta, è naturale il supporre che in quest'epoc.'l ~li organi ;zenitali tlella donlla eutri.no in tale un per·ioùo attiro òi e\olozione funzionale. che ne ri!iultino quelle t>ccitazroni centripete hene spe$so esager-ate. le quali influendo sui crntri di rilles;ione determinano la forma clinica della clorosi. Co.;i la clinica e lo esperimento sono in perfetto accordo ira loro. La teoria cosi detlt vmatica •• l contrario, non ci dà la sp1e· 'J ziune della COÌ Ot'ldenza che es:sle fra l'apparire della clorosi e lo s' olgersi delle fuozioui se.~suali: del parche la ,.:rayidanza ,tuaris · t talora la cloro~i. tal'altra la fa····i .. comparire; del perché questa anemia si s,·iluppi quasi sempre in no a ;tessa epo:a della 'ita; dd perchè ,di uomini non incoi-rano in ({U8Sla ~rave e cnratler·isLÌCa a[ezione; nel percile e'ist,t anemia senza clorosi: del perehè questa -.ra sempre Jegata a gra~·i di~lurbi dello stomaco, ad ulcera ~a­ strira. a nenalgie, a som, cardio-,·a~colal i, ecc. A queste domande però dà risposltl la clinica con i suoi ammaestramenti. ~econòo cui nella patogeoes1 della clorosi è necessar·io ammellere la cooperazione di parecchi fattori. come l.A \(!OICI:\A ITALIA:\! ECC.


.. 00

l.\ lliDlCISA IT.\LB~A ECC.

il san)o!ue, \'apparecchio l.!t•nitale. il sistema oerroso vasomotore. La teoria ematica inoltre non ci spiega in alcun modo razione del freddo sulla clorosi; per ciò che o~gi 5i sa delle variazioni che suhi,;ce la compo.:izione del sangue çenoso in ci a~cun or;{ano e di quella che apporla alla composizione del sangue la stasi 'enosa, pare dimostrato che i turbamenti circulari cagionati dnlla alterazione funzionale dei centri vasomotori '>Ono altresì capaci di indurre moùilicazioni nella composiz1ooe del sangue. D'altra parte è risultato che leg~iere modilicnzioni del s.1ngue .:ono sufficienti per determinare non ùi"truzione de1 corpu:-;coli rossi. U freddo a,4irebbe dunque nelle clorotiche cagionando l' he111olisi, eiTelto del di!'.Lurho cirèolntorio di origi·ne vasomotoria. g questo disturbo Circolatorio, oltre chl' 1iei feoomem cutanei, darebbe <lnche spiegaz1one dei sintomi addominali che si manifestano nelle inferme: sintomi ehe hanno rapporto in anomalie run-. zionali da riporsi nei gangli simpatici. e che si esplicano con un meccani,mo simile a quello e3perimentalo dal Goltz. nello • lwk nsomotorio. Piu oscuro é il meccnnismo che produce il danno in se· guito all'e~ercìzio mu~cohne. e per dare ad es·o nna certa .. sp1e~aziooe t.i~ogoa ricorrere a CQnsiderare lo :;postamenlo note,·ole del sangue che del-i\a per la gr-dnde iperemia funzionale di tanti mnscoli e che potrebbe e~ser consideralo l come ragione di modilìcnzione del plasma sanguigno, e quintli della deglohuliuazione; e conviene ancora conside- · rare la pre,P.n7..a nel pta,ma ·tesso degli acidi prodou.i e dal la>oro chirn co della couLrnzione muscolare ed nnche for.-e da una Pl't'e~sivlùecomposi-lione protoplasmatica derivante (la insuflicienle ossigeno circolante. ~el mellere in c:-.mpn qu~:sle spiegazioni il ~1urri non


L~ \Jt'OJCI~A

IT.-\UA~.\

BCC.

XO I

tare t:he il mecrnn•smo dPi 1·entr1 va~omotori non si manife-ta, nè sconfessa che nelln pato~enesi della rloro.;i molli unti vi sono ancora che reclamano d·e~ser chiariti. )fa :çenùo di mira quelli r.he per In clorosi si possono ritenere come spie,.;ati. e ::ttLenendo'i :~Ile inve~tigazioni rlioicbe gli parve buon rimedio contro il male il sottrarre le clorotiche all'azione dt>l freddo, sia tenendole in letto, sia elenndo la temperatura ambiente. Questo però non è tale rime,lio. e~li dice. rhe basti a .,uarir le clorutid•e. poich~ se esso è sufficiente a mantenere " il nu111ero dei globuli e dell' emo!.tlobioa, non basta a alto , incere il male io sè ste,->o. \d oueoer ciò è necessario dominare la neurosi vasomolot·ia, e l'ill ustre maestro afferma, con prova di molti felid successi, di esservi giun to merct:. l:t idroterapia. La ma:t~JOI' prudenza. però deve accompagmre questo metodo di r.ura. perchè esso non ahhia a sortire effeui nocivi: le norme pen·iu si possono ridurre principalmente n tre: i•lroterapia hrev1sc;ima e lieie; da applicarsi quando la quantitil dei globuli e della emoglohina ,;ia relativamente alta; da cominciarne J'U'\0 nella lagione più calda. Il nome del maestro è per sè stesso ~randissima !{aranzia della ertìcacia di 'loesto metodo eli ··ura, che a prima giunta e a~li increduli polrehLe apparire paradossale. Il trallarnento della clorosi fu :;oggetto di comunicazione anche nella sezione di farmacolo~ia ~perimen tale e terapia, nella qnaiP il prof. ~emmola c il f.iolTn'di di ~apoli proposero la cora elettrica. Secondo es"i nelle clorosi dipendenti da aomento dell'esito più r-be da diminuzione dell'entrata, la cerrente eleurica ipostenizzante del simpatico costituisce la più vera e razionale terapia. ~ella clorosi di tal genere è sopratullo necessal'io, !le51


80~

L\ li'ED!Cr:'t.\ 1TALL4:-<A ECC.

condo ~li autori. l'aver di mir~ clte non è la pocn ll'similazione. non le..;;ione anatvmicu- .unzronale der corpuscoli rosst. né diminuita funzic•ne degli apparati emalopeietici che costitui~cano il meccanismo d~l male. ma che esso è l'elfetto di per~urhaz io oi :1en o...e. le quali dtsturhano il ric<~ mbio prorocando per conse~uenza la ma~tgiore distruzione dei corpusr.oli. Anche questo metodo di cura però non può dirsi fondato sopra a più accerL1te :-piegazion 1 dd meccanismo patogeneticu della duro,.,, ed ancht• per ~so è necessario che da un lato la clinica e dall'altro ricerche f'iù numerose e più font.latu sull'azione: dell' elellricilà netta compositione del san~ue. ven~ano a rrempire le non pocbe lacune che tuttora olTre H cnotrover.;o argomento. Il pro f. DE GtO\ ,, ' '\l (Padova) reca al t:ongre~o il conlrihuto dei suot lnngh1 e numero;;i sluùii sull'esamr morfoloyico dell' ;ndirirluo, con che egh intende il metodo di ncerche ,1110 a cono~cere l'iltdiri•lnrzlitti. on-ero~h le differenze individuali. È noto a tolli cnme 1' illusire maestro allend,t da anni a IJueslo pa7.ienti ricerche. a cui base eglt ha po,;to la dollrina ùelrevolozione dell'fs:•ere, e sono rertamenle noLe a o;.tni medico le importanti pubblicazioni già .. falle 'tl.L lui sull'argomento, le quali riportano hen un '""en- . tennio di os,en·azioni, di p1 O\·e e di 1iprove ( l ). Il Pr·ufe:;sore e... pone il suo metodo il quale si londa :.opra / tre ha:-1 di os:;enazioni: mi~uratione del corpo. ispezione. , anamne~i fisiolo;.:ica. La misurazione ha per· i:.copo di deterromare ciò che il

li) .Jlor(olog~tt à~l Co1·po Umano (l>dit. Rmplf, ~lllano, ts-n. - C<lmmtJtlaril d.i. (.luucn l/rdlc11 <Edll. Ora;:hi, !SS!l-189~).


l.\ lfEDtCl\ \. jTALlAXA EO...

803

He lJioranul c.utllterizza 1.1 comiJitVI::ioM morfolo!JiL''l imft1duale: cio lo "'ilupno proporzion"le delle Y:ll ie pruti ,Jet eorpo e 1.11 roon ca cost•tntione d1 esse. La ispez1one mira a racc:ngliere tuili r poss1bil i dati che offra la sopertirte .1'1 rorpo e eh~ -.ervano >it> me~lio a specilìcare la comlunnzione morfoln;:ica . L' anamne:-i fisiolo~ica infine, ba l , ompito Iii acc~rtnre il n odo come si cotllpierono le sin .,01e funziuni: to,i ad est>mpio qui'li fo=-serv le tendenze e gli "'i-tinti dell' indi>illno nei dl\·er~i periodi della \"Ila, quali le ·nflneoze profes·'onali. quali le ~peciali hlio:>int•ra,ie. com~ tu nsservatn l'igiene e via d•cendo. La rac ·vita di toni tJUesti dati. insieme alle ,Il re ricerche 5cientiliehe. mettendo. diremo. allo scopeno !e nole proprie delle individualità in rapporto alla morlliiJta, òa. se· ·ndo n .. agio di formul are la Jiagno,..i e di rl"nder~i agJOne della varielil sintomatica ùel quadr·o nosogral1co. In c1ò l' A: parte dal c~>ncetto che la ''arietà c legge dell'Essere. -,e d'mo~tra conseguentemente quanto "ia interes,ante per il patologo lo studio delle ragioni delle vanetà cliniche nelle -arie m ielt' Gsert.'. Secondo questi criterti, ~li uomini >anno divisi io qnaltro tipi, dei quali uno sarebbe il normale, in VeJ'ita assai raro. e ~li alu·· t·e comprenderebbero gli indiridui che offrono d1stinte morbili til. Come però O):!ni individuo presenta una •:omb'nn•one morfolo!?ica. cosi p 1ò alla :-u. volt1 costilo re 1'e:òempio ddla V<trietà. Passando quindi dall'esame morfolo~ico dell'ind iriùno allo !-tudio aelle sinf{o 1e funz1oni, ne 'egue chiaro che l'ambiente interno dell'organi smo debha esser vario col variare dell ~t combinazione morfologica. Di 4ui la deduzione dell'!. che scopo della clinica debba essere la conos~enza degli ambienti in relazione alla morfol~ia. u


804-

L\ :UEfiiCIX., IT\UH.! ECC.

Sulla hase di questi falli c con t1nesto indirizzo deve,. secondo l'\., ·volgersi la clinica, quale scienza biologica, ed e~sa cootnhuirà co•i alla lisiologia generale e in special mcdo a quella dell'uomo. A !tra l!omn nicazione dello :;tesso pro f. De f1ioYanni èla fisio f'Olllloyia dPlla ntrrò.\i. ed anche in que:.ta il clinico. . di l'ado"a ri\'ela il ~uo lìoe acume di osservatore e l'alta dote d'intuizione che ador·na il suo ingegno. Tutte le forme cliniche nerrosiche, egli dice. hanno una qualche cosa di romune che i• la predisposizione. falle che· si nppalesa a chiunque faccia on !arto stndio ùi romparazione. P.trtend•l dunque da essa e studiando attentamente i l'ttratteri organici e funzionali degli ind ividoi nenotici, pare a lui che tali raui.e fenomeni si l'ilevino da dover dedurre che un predisposto è già per sè nevrotico, e quindi la oeHosi essere la stessa predisposizione. Secondo l'.\., ritent>n,lo come avviamento allo studio che· egli si è pro po ·to tollo ciò che la scienza ora professa intorno alb numerosa classe dei neuropatici, a raggiungere il fine c necessario che concorrano uniti i due metodi; quello analiLico cioè ~eguilo finora, e quello sinlelico che se.:ue la moderna morfologia. ~eguenÙO rJUesta YÌa cade l'opinione generale che l& Dt:HO.'i :.iano malattie sin, materia, e d si persuade al comrnrio come e~se e le altre forme cliniche che ne derivano. deiJbano considerarsi ::.iccome malattie costituzionali: ci !>pie;.;a l'h o lozione delle forme nenosicbe ro rapportoall'eta e ad aLLri momenti IJiologici, e ci :'Ì rende ageYoleil comprender-e quale sia il concorso degli altri elementi nel determinare la. formn clinica delle nenosi e i diversi accidenti. data la predisposrz;one ereditaria e congenita. La serje òi questi altri elementi è costituita dalle di~cmsie~

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LA llEDIC•'\\

IHI.l.\~_\

ECC-

so:;

~alle ;luto· intossicazioni, d.dle aberr;Jzioni funzionali del

sistema '"asomotore. dai fenomeni ri0es5i, infine dai patemi -e dai traumiLa nevro ...i (tuindi si ~ourae alla se~era in'festigazione deil' anatomo·patl•lo~o. e lo studio di e.::~a tolto totero è serbato al chneco biolof{O. fJa e..~t i ~ollanto. se forte e ricco di minute o~servazio ni e ùt perfeua cono~cenza della vit_a del paziente, può es5erne, dice l'.L, il;!iudice competente: -ed egli solo può colpirne e dtscernerne i vari momenti cli nici, potendo t!SSa, per ciò clte si è detto a>anti. ~oprat'-venire. momentanea varietit. in ogni malattia. In virt ti di questi ct·iterti l'A. ammette una nevrosi te · rebrale. una spinale, una simpatica o ganglionare ed un'a mista. Egli rigella la denominazione tanto in vogli oggi di isterismo e neurastenia. oppugnando l'opinione di coloro che s05Iens.tono sia l' isteri~mo sempre cerebrale e debba essere annoveralo fra le forme ps•copaticbe. l'oiformandosi a quesll con.;elli il clinico sa la \-ia da seguire nella terapia. la quale io gran parte non p->lril essere che pre,entiva, o lendente ad aver di mira i momenti fisiolog ici che concorrono a determinare le forme ne;ro,.iche. Bozzoto (Torino) espone molte considerazioni sui {w,o4MIIi nuro.~i Mila m,ninqit» ' in alcune i1UO$sica.;irmi. Egli riferisce di alcuni fenomeni che si osserraM nel1:1 meningite da pneumococco, in confronto di quella tubercolare e di alcune auto-intossicazioni. Bicbiama l'attenzione dei clinici snlla gran diiTerenza che passa Ira i sintomi della men ingit~ tuùercolare e quella da pneumococco. la qnale spes~(l trascorre senza che se ne rileYino i sintomi clinici, () perchè mancano, o perchè ·ono lie>is imi. L'A. pone la difl'et·enza :;intomatica delle ùue ft)rme morbose io una M ti tesi , la quale co osi.ste in ciò, che mentre nella forma ,


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L.\ MEillCI'\A IT.\LIA:-\A ECC.

tol•er~olat e "' è un ~··ce~:'o di ~intoffii apparenti. nellar pneuruonica al contrario e;si sono in assoluto difetto. rimpetlo alle gra"i alternzioni anatomi~be. T: A. cre-ie di trovare la spiegazione di que;to fitto 11el potere deprimente ~he ha ~ul ~i.stema nerroso centrale il Yitn-' poeumouico al contrario ùel potere eccitante che èproprio di altre 'nfezioni. In appog;:io eli t.tle opinione starebbero i fatti che si ossenano in alcune infezio11i. come ti vaiuolo, l'eresipela ecc. e 1 sinwrui tetanict --enza rneningite che si osservano talora nel decorso del proces-o pneumonico e che l' A. ;n rebbe t·iprodolti espt-t·imentalmente nei conìgli, inoculando mttterial e tli pulmont umani allo stadio di epatizzazione. l.tt diugno:::i deliA menin:.:ite qu1ndi è, a parere dell'A., . ~empre dtfficile; c•l C;!li ne distin~ue sei forme di,·erse: la fulmiue.t. (.t deliranti'. (,1 p1ralitira di l~ni la .emiplegica r.on o senza afonia ,;;nrrhbè una varietà, la tetanica, la coovnl:~t\'a, la 'uhdola o l'tleoztosa. L'l'liuto ma::..dore ali• dia!nosi non può e~ser dato che tlai due piu import:mti criteri: resame balterioscopico del ;;angue. " la p mtura del ateo aracnoideo col metodo di Qn'od..e. que-to ;;econllo .-pecialmente si può dire di un 'alùr~ a~~ollllO. quando si ri,.wntri liquido puro lento e presenza à: pn umococdti nelle culture. 1 , ehltene il p11•p•hito dt questo scritto sia soltanto quello dt r.ferirl=' per ,.omrui e11pi le comunir.az!oni dei clinici IIO$tri. rer far la ,.ommn, diremmo. del contributo che i medici italiani rrrarono al Con~re~so, senta riportare le di;;c;us:;iuni avvenute :;ui varii argomenti, tuttavia, in omaggio del !:t importanza di tluesta comunicazione, crediamo convenga far t·enno c1i quanto espo~ero i dottori 1Iya e Rochia. Il primo notò la importanza .:he questa comunic:lzion&:-


L\ \IEDlCJ~A JHJ.IA'\ .\ ECC.

M07

racclJiudera per la patologia Ilei proce,;;i infelliri ~nl ,;istema rilevando come la ioto!òsicazione dehha ritenet·.-i il . uer\' 0 ' 0 . ""'or rauore nel cletermlnarc i fenomen i nerTo~i. anche ma-t-l t uelli che -:i localinaoo direuamenle nel si;;tema rentralt'. ~al •ano aJ e;;empio quei casi di infezione toherrolare ger. • • nenk ,·on forme oer\'o"e ~ra n. apparentemente meDID!!ee. ~~nza che e•i;;t:~no localiv.nioni nelle menin!!i. nei r1unli ca'' è d.t amm••llersi un:1 intos,icazione del "istema oer•oso per i protlolli eli una inrezione potentemente virulf'nta. ti Hol'ltia nll.t sna rolta rreòe che i fenomeni cerehr:~li :;intol!latiri clebhnno ritener:;i dipendenti sia dalla into ~<;ira­ zione differente a :;econdo dei varii h;tllerii che la prodn rono. ~ia ilalla localizzazione meniogea. Aggiunge poi clte ù tln far~i dif1'ereoza fra la dillgno~i patologica e la di;)gnòsi dioica. in quanto elle in relazione a questa le wlture balle· riche non .;;e mpre riescono ft consi~liare la cum d'urgenz;l, entr.. per la diagno~i patologica es"e sono ryuasi ~e mpt·e 111 d'nn'importanza decisiva. (l Bozzolo ~Ol!:,riunge, di rimando a Uor. hia, che e)!lì ha ,olnto d.tre alle lo·alizzazioni limitate il valor~ che meritano. e rhe non rer P'~*' - nn per qnellè e.;le;e ritiene incontra--tahile l1 rbnlt-adJiziune fra i falli dioici PÙ ao:iiom ici e tra quelli dl'lla menin!!ite pneumonica e 111Lercolare. 1\i.ponde mfìne che alla baltet!O'COp;a del sa n.~ne rnme criterifl dia~ no..;.Lico egli ha inte~o dare un valore di f!r:lOile proL ,hilitit o:nlla nto. mentre ha volnto int~ndere elle "'~' ne debh: .\llribnire nno assoluto a!la puntura alla Qu inrb.e. •1nando e~sa è po~·t ira. Ru'I"O ( ~apolì). Snlla plessimelria catiliaca. Egli rileva anzitutto l'inconveniente che per i varii e mol teplirt sistemi di deterrninnr<:~ l'aia rardiaca. non si possa ripro-

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808

LA nBDICI\A !TALI.\'\:\ ECC.

durre sulla parete toracica l'intero contorno di questo viscere essenziale. Il Baccelli in verità. col suo metodo, che determina punti pl es:>imetricr anatomici e mi:;li, ha amLo il merito di pm accostarsi allo scopo, perch~ egli riesce a iscrivere snlla parete tot·aci~a i contorni del venu·iculo sinistro e del fa· scio cardio-vascolare. nonchè gran parte del contorno del .:uore destro. Trassero difaui da questo metodo ori~ine ~li altri del De Giovanni, Orsi. Burresi, Concato. ecc. Ynlutant.lo le piccole diiTerenze di suono che la percu~· sione da all'alto al basso e dall'esterno all'interni) lun~o glt spazii intercostali, 2°, 3°, \.•, 5''. a destra e a sinistra. non è diffi cile limitM·e i contorni destro e sinistro della superficie cardiaca anteriore; e alla stes.sa maniera tenendo conto della differenza di suono che :>i ha in bas-;o, dal tiro· panico e ottuso-timpanico della caviti1 addomio;1le {stomaco. fegato) all'ottnso del o;uorc, sì può abbastanza a~e\"olmente • limitare il mar~ioe inferiore di esso. L'\. in virtil delle sue molteplici esperienze sul cadavere e soll'LLomo sano adulto, aiTerma di essere riu~·to a determinare nettamente i marginr della superficie anteriore del cuore. Secondo lui il margine smistro (ventricolo •inrstro) in corrispondenza della 3", 4.", :5• costola i> suc1 ce5sivameote dislauto dalla linea medio-sternale di !j • , i 1/ , , 8 1 t cm. Il margine d~stro (·eno de,tro) a liYello della 3•. ~·, 5• costola dista dalla linea medio-steroale 3 1/ , , i- 1/ . 3 cm. ~ell'uomo adulto e in condiLiooi fisiologiche il seno de,tro ::.i estende dal mar:.,rine superiore della 3" costola destra lino alla inserzione con lo sterno della 5~ cartilagine co tale. Di qur alla punta del cuore si estende il veotrtcolo destro, mentre il venlricolo sinistro Ila per suoi limiti il margine


L., ~IEOlCINA lTALIA\A Et..C.

809

infer1ore della :;• co,-tola s1ni~tra e la punta del cuore. la percu;;,;ione non ci può far ,·aiutare il seno sinistro, perche e,50 non entra a costituire la superficie anteriore del ~no

re.

Ora facendo partire due diagonali. l'una dalla 2• costola di destra a 3 cm. dal margine destro dello sterno alla puolll del cuore. e l'altra dalla 1• co ·tola di sinistra a 2 cm.

dal margine sinistro dello sterno alla estremità sternale dell.t ;y· cartilagme co~t<lle destra, si ouengono i limiti che a un dipresso determinano il cuore destro dal sinistro e i sen 1 dai ventricoh. l>all'incroci,, di 11neste diagonali inoltre risultano quattro trian~oli, dei quali il sinistro circoscrave il Yentricolo sinistro. il tlestro l'all'io destro, l'inferiore il -ventrH:olo destro, e il superiore il fascio cardio vascohtre. Chiudendo con altra linea i lati aperti dei triangoli sinistro ed inferi ore, ~i ha determinata la lunghezza dei -ventricoli sinistro e destro; abba·sando poi una perpenditolare dall'apice del triangolo destro sul suo arco di cerchio e sulla corda ri5pettiva. si ollengono la larghezza e lunghezza del .;eno destro. Da molleplici osservazioni ed esperienze fatte sol cadaver·e e sull'uomo vivente adulto, 1'.\.. aHeiJIJe rrcavato che la corda sinistra. indicante la lno~J ,ezza del ,·en!ricolo sinistro. mi:'nra !l 1 O ero.: la inferiore. che indica la lo n ~ b ezza del veotricolo destro, importa ti-li 1 ~cm .; e la perpendicolare deltrianpolo destro. (:be rapprcsent11 la lar}!hezza del seno destro. ar·riva a misu rare i 1/ , cm. L'L mostra qbadri fotovrafìci dei risultati oueouti col suo metodo nella misurazione delle corde indicanti i ven· lricolr 1r; molti c.tsi di dtlatazioni ed ipertrofie di essi per 1 Tizii \'alvolari.

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'l()

1..\ \IEDit;lrìA JT.U.LA~A. ECC,

L'\. ri~pondendo ad O!''ervazioni del Riva (Parma) & delll) S<'lu>LL Planhl!im) :-astiene il suo metodo, e afferma ~ile e'"O non il teorico, ma praLit:o. percbè fondato sul roppl)rto dei dati anatomici e i risulLati plessimetrici. .-L:~iun;,!e infine rhe. dando alle dilatazioni dei seni la im· pontnz:l che dehhono avere. giaccb.è o sono poco o nulla ,·alotahili con la per•·u,; ione (seno sini~tro), o non ~ono­ fre•tuenti ( ~eno Ùt!Stro), il sno metodo permette sempre di \letermio.ue le dilataztoni e le ipertrofie de1 Yentricoli, eh& sono le le,ioni del cuore più importanti e davanti alle quali il dintco si trova tnllo giorno. Il OE lh'(ZI (~apoli) riferisce sugli espel"imenti tht 4ui fatti della elettl'icitrì applicata atta cura della tisi pnlmv· nate. de,qli "·~-mdati dell(L TJlewra e periloniti, nonchè sugli elretti hcnelici che la lnce intensa porta nel migliorare · eanche nel ~uarire la tnbercolosi. () ue:-te rmnunicazioni destano una certa discussione, alla quale prendono principal mente parte il Cardarelli. il Dinami e il l:nvelli. i quali pur non dnbilando della e~at­ tezz:\ delle o•servazioni citate dall'O, non credono di do· vere accordare tanta fiducia alle due forze poteotis,ime dell' f'lettrkitit e della luce quali eIlicaci agenti terapeutict di tauto ~ra,·i le,.iooi. Sopralulto J!insta ci pare l'opinione e~r res'a dal Cardarelli, che il clinico da\·anti a certi pro~e·hi morhosi non de"e fidarsi troppo dì aknoi rimedi,; qnalt importano l'impic~o di un tempo che potrebhe es$er& vanta;!gio~amente utilizzato ricorrendo a pratiche piu :ICt:ertalc e meglio vantaggiose . .\.r).:omenti non meno discussi sono quelli svolti dal prof. CRI!(;HU I.I.I sopra un caso di tetanu reumatico, che egli differenzia all'atto t! al tranmlttìco, di origine rn icrohicn. &


LA

ltEDlCl~A

ITALU~A

RCC

811

,opr'.t on ca>o di mmingitr tnbercolare r1solulo in ~uari­ gione. Di falli l'A. s031iene la ~uarihililii della tubercolosi delle 5jerose, mentre 11 CAPOZZI (~apoli) llullita che nel ca~o spedale ,j tratta·se di ,·era menin~ite tubercolare e non piotto:;to di ona infezione titìca.

,


OSTEOMIELI TE DEL FEMORE CONSECUTIVA AD AHLOGO PROCESSO DELLA TIBU CON Th""TEGRITÀ DEL GIKOCCffiO

p,,r il (!Oilore G . Guerra meJh'o (:\[IO di t• da;se Hella n-;;ìa marim.

L'operaio carpato Luigi, appartenente al Regio cantiere di Castellammare. uomo di valida e robrrsla costituzione fisica e senza precedenti anamnestici di sorta, n.el giorno 18 no,·embre 11. s. la,Torando in cantiere. r iportò, per urlo dirt•lto di una lamiera, frallura della tibia e perone d~stro alla dialisi, complicata a ferita contusa delle parti molli. comunicante non largamente col focolaio della frallura tibiale. Anlisep:-.i rigoros.1, immohiliWtzione dell'arto con fasciatura di Sculteto e ~ronda di fil di ferro. ghiacrio a permanenza , ecco riò che si pr:tticò in primo tempo. Cessati gl'imponenti falli 11o).!istici manifeslalisi nei primi giorni, si applicò una fasciaLUra ingessata Jìoestrata, mediante la quale, mentre l'arto rimaneva pet·fettamente immobilizzato, si a\•eva agio di sorve~liare accuratamente la ferita, medicandoln, a seconda del Lisogno, ogni «ue o lre giorni.


OSTBOYal.liE DEl. FB\lORE CO~S.ECUTIL\ ECC.

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Tale apparecchio. si tenne ir1 s1to per cinquanta giorni, dorante il quale periodo la suppuraziooe fu sempre scarsa e l'ammalato costantemente apirettico; purtroppo però , n~J to~lierlo , constatai con rincrescimento (cosa del re~to, preveduta a motivo della pers istente supporazione) la non avvenuta adesione dei frammenti. i cui estremi presenta· van() ;;uperlìcie scabra, come potei noLnre espfo,·ando collo specillo attr:werso l'apertura fistolosa. Giudicando perciò impo;;sibile la formazione del callo; e non essendo, d'altra parte. ancora perduta ogni speranza per la conservazione dell'arto, mi decisi a praticare l' osteorra6a con filo d'argento, previa resezione dei ~api ossei caduti in oecrosi; operazione che eseguii, colle debite cautele antisettiche, nel ~iu1·n o 21 febbraio, immobilizzando, s' intende, l'arto çon uo onovo apparecchio ingessato, inlerrott'l nella continuità, e coo ~i uoto con stecche a p~nte, onde p~wr sorvegliare la lesione. )In nemmeno da siffauo tentativo il porero Scnrpalo trasse vantaggio c!i sorl:i; che anzi, in breve volger di tempo, i l1ordi della ferita cutanea caddero in gangrena, la suppurazione si ripristinò in quantità abbondante, l'infermo cominciò ad avvertire dolore piullosto riro alla ~m!Ja e ad aver feùbre remitlenle; a presentare insomma un complesso tale eli sintomi da convincermi che si fosse verilicato lo sviluppo delia temuta osteomie)ite. Per tale complicazione, il temporegsriare ulteriormente non sarebbe stato scosahile, ed altro partito non rimaneva quindi, cui appigliar-mi, se non quello deila demolizione dell'arto. Eliminata l'amputazione inter<.'ondiloidea della Libia) per ragio ni elle non è il caso di accennare, si mise in campo la dis:1rticolnzìone del ginocchio e l'amputazione alla Grilli; rua ne l'una nè l'altra furono giudicale opportune, nono·

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0'TEO»fELllE DRL FE'1<1RE t;O~SECUTf\'A ECC.

stante l"integrila dell'articolazione, per la ra;1one che, non potendo:'i ùrsporre di lembi perfettamente sani. essendo la gamua tumefaua fino a li-vello del borùo inferiore della rotula, non :-i sarebue allontanaLo il pericolo di una c.onsecutira suppurazione, la c}ual cosa era soprattutto da e'filarsi pel i!n;e deperimento in cui \"e~a;a !"infermo. Il parLito migliore era quindi di amputare la coscia al disopra dei condili femor·ali; ed invero a qne;;to mi allenll'i, e l'operazione fu pratic:ua il giorno l? marzo. Ora ecco ehe co::.a avvenne. Oopo aver reciso le m:nse mnscolari, nel formare il fem!Jo periosteo fui :>orpreso per la facilità con cui il pel·iosLeo si staccava dall'us:;o, il c1uale non presentava il suo nRpelto normale, ma honsi un colorito grigiastro; segato l'osso. trovai il tessuto ntiùollare iperemico, ù~ll'apparenza di una massa gelatinosa, note,·olmente diminuito di coosbtenza. Tali fatti. che rndicnvano un'incipiente osteomielite. non potevano a priori esser diaJ.!OO:.Licati. a causa della integrità dei te~~uli molli della coscia, e della mao~ canza di ogni si ntomo snbbiellivo da parte dell'infermo. Intanto come regolarmi? completare l'operazione in cor~o era cosa d.l non meuerl)i in discussione: disarticolare ln eo••·ia, ecco la sola via eh~ la cbirnrgia ci addita in simili casi; ma, lo confesso francamente. la prohabilità di troYare l'osleomielite del femore non essendomi neppur balenala nella mente. mi ero limitato a dare ad intendere al malato, il quale è di carattere moJLo impres~iooabile~ che colln operazione, cui doveva sottoporsi, e alla qualeaveva egli consentito con riluttanza, non anebbe perduto ehe la sola :zamba; l'a:.porlalrone quindi di tullo l'arto, a mio modo di vedere, ne a\'rehbe depresso n tal punto il morale da farmi seriamente temere di perderlo per quest'altro


o-. l f.Oll ii!U n; llfL • EIIOR f: Co~SECCTIL-\ ECC.

• f5

,-erso. In brere. giudrcando che alh disarticolazione co~o­ fen1orale avrei potuto ricorrere iu extremis, pratrcai. senn frapporre indu~ro. una secoo.la amputaziooe ai terzo medio, (OI metodo a dr•ppio lembo. di cui l'aoteri.tre più lun}!o: e .qni\'i fllrt unatamente. tro,ai l'os~o in condizioni d\!1 tollo normnlr . Fe ·i h ~ntum al calgut del lembo periosteo, e allo -stesso mnùo :-ulur:u le carni mu..;rohri; unendo infine con sutura nttorci,diala i lembi cutanei. ed applicando un tubo -da drenag;.::o nel punto più ùeclh e. Apire5sia e g u ari~ione per prima. Ho t-re.iuto opportun o rendere di pulrblica ragione il c:•so in parola, percht'• ritengo sia di qualche interesse pet·la praticn, per le ~e~ uenti due consi derazioni: 1° pel fatto ùdla esteomielite f!.el femore, svilu ppatasi coosecuti,·ameute a <]nella della ti bra, r·i~pettando l'a rticolazione al ~i n occhio; ?~per la riratriztnzione ottenuta per prima. oono.,Lante si fos--e amputato contrariamente nl precetto ebirurgico. e cioè nella conti ouitil. la•hlove s'im!Joneva come e.rtrema 1'flliu. la disarticolazione della coscia. ·te grandi articolazioni sono ritenute come valide harriere .aue. 'e non ad ar re~tar·e. almeno a ritardare la ùitTu:.ione dei prc·e'"' infiammatori i Jelle o,sa lo n.!be: qoe·to è ammesso da tuili i patolo,zi: è solo in pro::re·,-o di trmpo rh-a !!:li elementi articolari partecipano anch·e·s• al processo mor!Jo,o. il quale poi d.1 que,ti si propa~a all'osso conti~uo , e prose~ue il suo corso pro_gres,ivo. La d11Tu~ionè atlrat"erso i linratici o i n1si sangui;!oi emi~­ "Sari. senza che ne sia intere~"ata l'articolazione in terme iia. è, per r.ontrario, un ratto non frequente; ed è preci~amente qu.elto che si i• verifica to nel caso in esa me; di esso però bisogna tenere il ùebilo conto onde e,·iLare inutili e pe1·fino nocj,·i :ltti oper~tor i. come ~a rebhc anenuto per· Scar·pato,


8 f ti

05TE0}{IELIU DEl. FEllORt. COX"ECGUf A ECC.

•Jnalora, dalla integrità ùel ~iooc~bio. (integrità che si con,tatò in seguito alla !'ezione dell'arto} si fosse dedotta anche tJUella del femor~, f' -.j ros:;e. per COO~e~uenza, praticata la di.:;artu~olazinne femoro·ti ùiale. Il fatto poi della ottenuta guarig1one dell'amputazione, nonostante ·ia que.;;L'l an-enuta so eli un o;;so, la coi epifi;;i era già inv::sa dalla o · ~eomielite, prova che 11 precetto chirurgie() di a.;portare t'ompletamente l'osso che, nel caso di nn 'ampu-' zione se ne tro' i parzialmente aiTeuo. non bisogna intenderiG nel senso as~oluto, ma che qualche volta si possa derogarvi. ~~enrlo in tal modo (e io ciò non posso non considerarmi fortunato) ho evitato un allo operativo di gravità assai maggiore non :-.olo, e, diciamolo pure, di prognosi riservata. ma ciò ~~he non è meno impot·tante, ho messo l'infermo in condizioni di potersi :-ervire discretamente del suo moncon& mercì1 un huon apparecchio di protesi , auenu:mào di gt·an lun:a tJuei di~lurùt fon"zionali, cut 3arebbe egli inevitabil~ mente andato incontro per· unn e.:ce::>3iva mutilazione. • Ca.;tell:lmmare. magjlio 189~.


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COXTRIBUTO ALI.A

P~TOGENESI DELLA PORPORA E~IORRAGICA Confl'r~nza Hla il 31 :~nnaio l89~ all'.,5p~le m•lilare pr111ropale •li P:\Jerml)

•lnl dottl)re 8at.-atore ..t.jello,

sottotenante merllc•) del ~7• regglmflllo fanteria

Le teoriB sulla palo~~>n esi. :.e non sulla ettologia eli quella forma morbosa che si suole chiamare peliosi reomaticn, porpora emorrngica o u1orlm.s IIIIICitlostM rJ"e?·lltCifii sono appt>na abbozzate. non ~o l o perclu\ i casi di questa malaLLia sono poco frequen ti. ma anche perrhè non sono stati studiati ~écon do un indirino moderno. t;.li autori si sono infatti o•·cup,l i dell.1 forma noso lo~ira dell'alfezione in discorso. ne hanno benissimo tratteggiata 1:1 siotom ~t lologin. ma nessuno si ;. attentamente Ot~copato <le!!li P~ami del contenuto gaslrico, del sangue. delle urine, delle feci, eome di quelli c!te .-oli pos~ono tlare la 'PiE'ga1.ione dei fenomeni clinicamente os:::ervati . .\vendo io 'avuto J'opportuni!à ùi osservare un caso di porpora reumatic.1 tipico, ed avendo fatto gli esami necessari. nel modo migliore che mi è stato possibile, :::ono in grado di 'poter oggi emellere una teoria: non del tutto infondata sulla oscura patogeoesi di tale malattia.


81~

CO:Hl\IBliTO ALLA PATOf.E '\"ESI

Storia clini<in . - Zuppoli Jndrea, soldato del il7° reggimento lanleria, di anni ?:?, nativo di Bologna. senzn precedenli morbosi eredilari od acqu1siti ricgoi di nota. eolrò in questo ospedale l' li dicemùre del 1893. Durante il mese di noYembre dello stesso anno, doYette dnrrnire esposto al freddo della notte e malamente coperto. (;Osicch{' si manirestarooo ifl lui dei fenomeni mot·hosi reJati\'1 ;lÌ processi della digesLione. [Lin~ua impatinata, Locrn pa:-tnsa. al ilo fetido. ,;e nso di pe.-o étllo ,tornaco, spossateu.a generale. incttpacila al lavo1·o mentale, venigim, ce·

faleal.

\"erso i primi del dicembre 1893, si accorse della com paf·sa di macchie rosse n el terzo inferiot•e di ambidue le · gambe, sia antel"iormenle. che posteriormente, le quali in quallro giorni si esl~ero a Lutta la ~ uperficie degli arli inferìori ed alcune, come lJUelle apparse soi !Zinocchi e nelle regioni ~lntee, erano cosi rilevate cbe all'infermo pare,-a di pet·cepil'lcl an cile palpando altravet·so i panlaJoni. Queste macchie non scomparivano :tollo la pres,ione c.cf ~rauo di diversa grandezza: ve ne erano di piccole, puntiformi e di quelle deiJa grandezza di uno o due soldi, rotonde ed ovali le one, irregolari le altre. Il giorno l dioomJ.,.·e lo Zappoli cominciò ad avTertiré -dei tJolot•i all'ar·ticola7.iOlle del ginoc..:hi() sinistro, che in breve :ihenne gonfio e dHienLe, e degli edemi ùiffust si cominciarono a noLare io lnlla la gamba sinistra. 1.' ufliciale medico del corpo ebbe a constatare nella sud · -deLLa articolazione nn versamento di media qu nntilà , senza però alcun rossore od aumento di temperaLGra (reazione ~i ,·ici nanza). Per Lre g1or·n t lo Zappoli prese dell'ioduro di potassio ed


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nto :tltri \er~amenti ~i Pbbero nell'articolaziMe del gi nocchio demo e nelle .'ltticolazioni delle mani Intorno alle articolationi alfelle. cbe Prano mollo dolenti. c'era poi un edema periarticohtre mediocremente drlfuso. Lo Znppoli entrò all' o--pedale il J!ÌOmo Il dicembre, quando !.!insto "' ehbt! un eruzrone di petecehie ad amho i .!omiti. L'esame oblHelll\o praticato il giorno 12 dal signor capitano medico 1\inaldi la.;ciò rilevare quanto ~egue: Individuo di snloppo l\Chelt'lrico regolare. di nutrizione mediocre. Il colorito della pelle e delle mucose visibili normale. Temperatura normale. All'e~ame generai!' si notavano ai gomiti delle peleéchie puntil'ormi di colore rosso bluastro, che non scompari'lano alla pre.;sione, ed alle gambe petecrhie follicolari della grandezza di nn granello di senape, fino a quella di una lente. poco prominenti. Alle coscie ed nlle natiche si osservavano poi ecchimosi e ,·ibict di vario colore. a secondo nell'età. Fu notato che tali eruzioni emorragiche uverano una di~posizione simmetr ca ad amho i lat del corpo. \ ll'csame funzionale de• sioJ!Oii orf!ani ed apparecchi de la 'rt'l. or:!'luica. si ebbero a riscontrare dei disturbi funz,onali relath i all'apparecchio di:.restivo (anoressia. diarrea, stn~o di pe·o allo stomaco). L·e~ame obbiettiro dell'apparecchio gastro-intestinale re~e r1leY re lingua impatinata. altto nauseante. meteorismo. All'esame obbietl1vo do\ cuore, si constatò che i toni nel focolat•l della mirraie er.mo poco netti. ~iente di aoc•rmale all'esame de~li alt•·i orgnni ed apparecchi . ~ella mucosa orale noo si erano verificate delle emorragie ed in essa mnncavano quei caratteri r.he si hanno in

1013


8zO

C0~1BIBUTO

ALLA P~TOGE~ESI

caso di scorbulo, quali flaccidezza, Lumefazione, grande -ibilità.

li signor capitano medico Rinaldi, fece dia~nost di liosi reumatica ed iniziò le opportune cure dietetiche e dicamentose. Diario. - Dal giorno della sua entrata all'ospedale, s al 30 gennaio. l'ammalato ha sempre p1·e~entalo dei disturbJ. relativi all'apparecchio gastro-enterico (vomiti, diarrea, !ori all'epigastrio ed all'addome, erullazioni acide ecc.) cui seguivano tl~ll'eruzioni emorragiche solloeutanee, rot·ma di pelecchie, di ecchimosi o di vihici neile più svariate parti del corpo. Dal ~6 al :30 dicembre si delle emorr:tgie iotramuscolari nelle braccia e negli ava bracci ( l }. In cruaoto a Yere emorra)!ie interne non pare ce ne si state, solo nelle fui si osservò, dal 23 al 38 genoajo, sangue proveniente dalle ultime vie, e le urine erano saoguinolente. È da notare però che i dislurbi digestivi seguiti da zioni emorragiche si allernavano con periodi di quiete in eu l'inrermo potem prendere il cibo per le vie naturali, s che .si dove.sse ricorrere ai clisteri nntritiYi. La die[a è !\lata mi;ta, ma con prt::val~nza dei c azotati. E.~ame lkl ~angue. - L'esame del sangue è stato praticato con la massima acenrate;,.za e ripetuto a vari in valli . perchè di esso non' è stato fallo un vPro studio nel morl/II.'J lrerllwfii e solo Quinquauà e De-Castel hanno alcune ricerche sul proposito, dalle fluali, al dire di Thie-

do·

(O Questo fatto é raro nella porpo,t~ emorraglcn, ,. proprio ~orbuto.


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:J>er,!e. giacch~ io non ho potuto le~gere h memoria oricrin:tle, non si è potuto trarre alcuna conclusione. (red i .C.harcol e Bouch ;~ rd Trait i d" médl'cine). Nel sangue io ho ricercato lo stato fisico. lo stato i~to­ togico, lo !\Lato chimico e lo stato hatteriolo}?ico . Riguardo allo tato fìs1co del ·aogne. ricercai le piO. cotnuni t[ll:Jiità fisiche, che erano normali, e determinai poi il peso sp~cifico coi metodi di Devoti>. Ro~. llammerschlag ~ con tluello pio recente e piu e:-auo di ch maltz ( l). Nelle varie osservazioni f.t tte in difi~renti ore del giorno potei os3ervare che la densità del sa n~ ue variava da 1036 ..a ~ 050, con una medin di l Oi3, inferiore perciò alla normale. che sarebbo ùi l Oon, secondo i piu riputati os·er-v.ttori. Si potè notare che le variazioni f'isconlrate nelle si ngole -osser\llzioni erano in t·elazione oltre cbe cou l'emolisi, con l'eliminazione dell'albumina per le urine, con l'uso delle bevande acquose, con lo stato di assorbimento Intestinale, -.secondo i r.1pporti stabiliti dagli autori più competenti (Devoto, Sclunaltz, Hnmme•·schlng, l)elleruti e :'ll arc.antooio). Per la ricerca dello stato iHolo~ico del sangue, si è falla la numerazione de,!li elementi del saolWe con gli ematimelri più comunemente adoperati e poi numerose preparazioni ~olora te del sangue -.ecco, "econdo i metoji di Ebrlich. Gilbert. ~ara:.{l iano e Castellino, non che pre1•arati a fresco del sangue secondo il metodo di Hayem . La numerazione dedli cl~menti òel santme ha dato i se_guenli risultati : glohuli ro:~si vosriabili da ~ . 500.000 a ~.oo~.ooo per rom. c.: globuli bianchi i,OOO per mm . c. l)

(l Oie l'nteNuehun~r rte' ~peciD>clll·n Ge\\ichtes de:; mt'nscblicben. B!ute>, "'~'on Proft>ssor Riehart.l :)ehm altz-Drcsdeo m Juol 1890.


CO~TIIIBtlTO .Al.I.A I•.UOC:E~R$1

~ei pt·eparall di sangue a secco, colorati in una soluzione. di sostanr.e acide e basiche si potè chiaramente osservar~ che erano aumentati i leucociti eo:;inofili (25 ° o) ed ancbe i bassolìli quantunque in minore proporzione. Il fatlo dell'aumento rilevante dei leucociLi eo$inofili non è privo d'1mportanza, giaechè si viene a contrilddire l'opinione di Ehrlich che es'i sieno putognomooici della leuceroia, mentre Fiuk, Gollnsch, e GabriLscbew.sky ii hanno trovato nell'asma; A!deboiJ, Dolega, von frrawitz uella malaria; Ja~sh nella tubercolosi; Hoch e Scblesioger nel sangu& infantile; Canon io '\"arie dermato~i. -\ tnt~e queste malattie nelle quali aumentano i leucociti, le cui granulazioni assumono i coloìi acidi, potrebbe aggiungeni la malattia maculo.>a, e que~La osservazione ba t.anto ma~giore impo•·tanta, in quanto questo aumento non po11·ebbe aurihuirsi all!anemia, dal momento che voo ~ oo r· deo. trovò diminuzione dei leucocitì eo ·inofili nelle anemie, quantunque recentis..;imamenle ZapperL ( 1) li avesse trovati aumentati io certe anemie. Jo prep:nalt colorati con la doppia colorazione (eO"sina ed emalossilina orange e bleu di meli1eoe) si potè osservare chemolti globuli rossi erano in via di necrobiosi perchè erano din~nuli basofili (2) 10 °/o) sia pat•zialmente che totalmente: infatti nelle emazie parzialmente baso!ile, erano coloraLe in bl eu solo le parli del protop!asma glohulare, mentre le partì sane prendevano una tinta rossa o giallo-arancina a secouda della .soluzione colc•rante adoperata. Furono anlibe osservate delle granulazioni dì natura inde lerminnta di 3-~ p. di diametro, sferiche ed ovali rifrnngenti.

(f.) ZeUschri(l. (ùr klm. meli , ,-(11. i:JO, f.licieolo ~ e ~o. (ll V. M.AM!li.IANO e CAST~LLI:';l, Riv. rile.t., 1·9L


DEII.A 110RPOn..\ F.\IOHRAGlC.\

analoghe a certe gran ulazioni ùel midollo dehe ossa Di q 11 e~te granulazioni. akuoe pre,Pota,,aoo un ,·erchieuo perift>ri ...o nera,lro, oltre come un omhelico, più rifrangente. " i ll':lllarooo anche ùei preparati a see·c.:o con la ;:olnz10oe ioJo·ttl lnrata ma non ~i poterono O'servare che pochi...sime eHl:tzie nul'ieate e solo in qnalcuna delle ultime 0!'-servazioni.

~e i prepara ti a fres('O set:oodo il metodo Hayem {l) si

puterono fare le c;e!Uenti usser;:nzioni. ~el prior.ipio della roillattia f11 osc;ervato un numero considrrevol~> di gtol:lnli 111ni. Dopo il :2• giorno invece i Aluhuli nani cominciarono a tliminuire ed aumen tarono i globuli o•osi.ldt•Ui gignnti. lr. tnlli J.!li stadi della malattio. fu per!'> sempr·e nowta la prPsenza dt•i cos.ì rlr. Lti cm·pwu;oti incolol'i (li ~orris (~) dei cloroctti e degli arr·omatociti di H 'j eru. Oopo il 15• 1-(iorno della malattia :1ppar>ero delle emazie di aspeuo nibt·iforme e qurlle mel.amorfu ~i cristalline che· si ~ogl io no o~servare nelle diverse anemie. rarie volte potè e~~c>re O""er>nla la ronlralliJiL~I dei COfpU,'~COii ro""i . con le \arie moòalit1• d~rriue da Hayt>m (:l) tfoella rontrantlilà che. see•ondo )lan;gliaoo e CasL<'I!ino, e<:primerehhe la ,;olf~renza dei globuli ro-'•i. Fu pero nntalo ··he la forma delle emazie era IJUasi ~empn· conset·rata, quantumtne la loro re;;isLenza fosse molt() diminuita e si o,:;<;erva<:~e, roi meto·li proposti dalla ~c uoh di Uenova, il rapi tlo comparire delle alterozioni di forma

Il) Ou s.1ng t'l •le se; allcr(tlions aoatomiqu\l~. Paris, 188~. (l! t /,ondtm Wfd. RecortJ., Jtul'. 1880 t3) De 1:. con trnclilil•'· tlc~ glob ulo~ rougc; et d es p:>euoto- p:~rn.•ite~ <lu san g. tlan.:; l':tnémia PXlrcme. Dul! dt l•l Soc. mtd. dtJ 1/lip., 1890.


824

CO:\TlHBUTO ALU PATOGENESl

della zona acromica centrale e spiccate lesioni della periferia globulare. In tulte le osservazioni il t;po morfologico della necrosi era sempre lo stesso. cioè la vacuolizzazione, della quale recentemente si è anche occupato il Limbeck. ( Wiener med. Woclt., n. 32, 1893). La 'iscosità delle emazie era diminuita. Io quanto ai globuli bianch-i, essì presentavano diminuita la loro con-. tratlilitit ameboide e molti presenla\·ano infiltrazione grassa. infiltrnione emoglobinica e dE'generazione ialina. Due sole volte, e nel principio della malattia, si ebbe oél l>aogue aumento della fibrina che si manifestava al microscopio con reticolo fibrinoso più fitto e piu spesso, non tanto evidente però, come nel sangue flemmasico. Potevasi · dire trattarsi di sangue flemmasico attenuato, secondo la terl)}inologia d i Ha.' em, quale si trova nella tubercolosi, nella nefrite, nello scorbulo ed in melLe altre malattie. In seguito però fu osservato che la fibr~na era diminuila. Questo lo stato istologico del sangue Lo :'Lato chimico di esso fu ricereàlo con la eromometria, con l'esame spett,·oscopico del sangue puro' e del, sie1·o, con l'analisi della reazione. La aomometria praticata secondo il metodo di Hayem 9. ·~--

deue R = .... ,<> e G

5

== O""" ,l·>.

All'esame ~-petlroscopico del sangue si poterono constatare soltanto due volte le strie di assorbimento della metaglobulina, -e questo, guao do i prodolli di intossicazione intestinale, di cui appres~o diremo, erano maggwn. L'esame spettroseopieo del siero fece rilevare un lieve grado di emoglohinemia.


DELI,A PORPORA E»ORRAGlCA

825

L'alcalinità del sangue, misurata secondo il metodo di Landoia, fu Lro\ata diminuita. Ali"esame balleriologico del sangue furono una sola volta trorati degli stafilococr,hi, che non poterono essere colti 1 ati nei comuni mezzi nutritivi, e che avevano l'aspeuo dello .staphilococcus salirarius pyogenes studiato da Biondi (1). Siccome non furono mai riscontrati altre volte, in -clino a credere che dipendessero da qualche inq uinamento .accidentale. Esame del contenuto gastrico. - t 'esame del contenuto .gastrico fu praticato molte volle, a vari intervalli, sia dopo una o due ore tlei pasti di prova (pasti .Klemperer, :Sée, Ferranini, Ewald ) come anche a digiuno . Il contenuto dello stomaco dopo il pasto di prova era -di odore piuttosto callivo, di colore verdastro; la parte ~iquida che galleggiava era vischiosa e dava una reazione {rancameote acida . l.a filtrazione avveniva mollo lentlttamente ed in capo a parecchie ore. Con il litjuido filtrato si praticnvano le ricerche . Cominciavo col praticare l'acidimetria e potei cosi sta· 'bilire che l'acidità totale del succo gastrico, valutata in -acido cloriàrico, variava nelle diverse osservazioni da 3,5 a 6 °/oo· Facevo quindi la ricerca qualitativa con i più sensibili -dei 2t reagenti sino ad ora proposti per l'analisi deli'açido cloridrico, ma più specialmente con i re:~tti vi di -Giinzburg -Boas e Mohr. Ouenni sempre r isultato negativo. :;\on conclusi però per faclo-ritlria, giacché l'acido cloridrico associalo a basi organi-che non può con le precedènti reazioni essere séoperto. (l} Zeit~çhri rt rur Hygiene T. li. p. i 49-239.


8:?6

CO~IRIBOIO

ALLA P.UOGE~ESl

Pro n i allora i metodi proposti dal Bordoni (l) Ferranini e pott>i cosi i~olare l acido cloridrico. che es~endo allo stato lihero potè essere rilevato coi precedenti realtiYi. llo~a\o cprindi l'acido cloridrico. coi metodi di gioqni ...l di Leo o con quello di Winter ed H:,yem (?) ma piit spe,so isolando l'acido cloridrico da~li acidi organici col prores''' di )lathieu e Remond (3) e dosando quindi r,on 1:1 soluzione decinormale di soda e con l:l soluzione alco · lir.a di renolrtaleina .•come liquido testimone. Potei co~i stabilire rhe nei vari esami la quantilìt di acido cloridrico combinato era di 0,/:5 1°/00 • Esamintlodo tluindi gli acidi organici, i quali erano. stati sciolti dall'etere, constn tai $empre dell'acido ùul ir-rico (t'iscnldi'lmento del resiclno con <Jicool ed acido solfor·ico) dell'ocitlo lnltico (rear.ione di Utl'elmann) degli acidi capr·oo i co. t:t~priliro e ca pl'ico, la cu i presenza potè Pssere constato la in hn:;e alla dilferenza di solohilità dei loro sal i di lnrin. Il dm•a~h>io dell'acido lattico e butirrico dette esami il 2,:)0 o ... \ on mi ru possibile di i~olare d.tl coutennlll ~astrico con il metodo di Iab.sch. Ot' dell'n··ido cliacetico. L'aciditit del ,ucco ,.:aslrico dello Zappoli era. quintli dnt~ in ~r:m parte clnll'acido l.llttco. In porllis,ima parte contribuiYano l'a~ida!humin:t. il pe· ptone. la tiro.;ina. i Josfali i'lCidi, come si proYò dalla titola-

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rtl l tllilà <Iella dialisi nella rlcer.:a dell'aci•lo cloridrieo del ~ncct:i I!Mtri<'l. ruroruta .l4eclira utJrile 1891. (:l) Ou chlmlsme slomacal. P:\rls 1890, pag. H. (3) V. OohO\O c> nemonl!. Lavatura dello stoma~o. Tr<~.ùuzione di S:ubun! t893 pag. GO.


UELJ.:\ PORPORA E~!Otlfl.\f:JC..o\

zio ne co:1parata del ~ucco ~a,-Lrico con il toma$ole e la renalftafejna. Furono pure ricerc.1Li la pepsina (per mezzo della di ..... ~uone artifi.;iale della ~tufa l e.l il fermento ... la h :. rol ... meto•lo 1ii 1\lt>mperer (l): amllidoe lurono ~~mpre trovati ma in :,i:<~r-.a tfU.tntità. l'tgmF>nti e 1 acid1 biliari iuroM qualche yolta riscontrati 0 .. ontenuto dello 'IOmaco a digiuno. "'' ~lufli:tvant> anche i produtti della di,:e ... tione delle '0~·anz~> albuminnnee e .,; tro'ò po·a •rnantità di peplon& (metolo Devoto). propPptooe e siotonioa (precipitazione con li•ltlidi nkalint e con l'acido picrico). lo 'Juanto ai prodotti della ùige.>Lione degli idrocarbnrr si trovò un ecce~so di acrodestrinn (reazione coll'ioduro di pota~~io).

rUI'OOO p01 6531ll inati iJ potere 3'WI'benle e la atti\'itit 010triel' dello stomaco. Il potere assorlten te fu sempre troYato normale. Per lo :.tulio tlella allivita motrice si preferì il pasto dr Riegd: ne• "ari e:>amt non si t-Lbei'O sempre ri~ulLatt n_ormalt. Cos1 nel prineipi11 delta malatti.1 c'era ~a--t roi­ percinesi. ma p{li fu con~latato an ·he un mediocre ~rrado di ,.!astroipocinF>'i . Fr1 in li ne prati :alo l' es:~me ruicros :o pico deJ contenuto~astrico rimasto 'Ili filtro eJ oltre . proùoui prol'eoienti 9nll'<~limenLazione, fnrooo troçati molt lunghi, nomero5t !>Cilizomiceti, la sarrina rmtriculi. Esame del/P rtrine. - l c1ratteri ordmari J'i:;ici e chimicr delle u1·ine non mi interessarono gran fatto.

(l) Zcitsehrofl :. Klln<lhl. BJ. Xl\' . pag, 36!1.


8~8

CO?iTRIBliTO ALlA l'ATOGE.\ESl

Ricercai per·ò le allerazioni qualitati\'"e e molto accuratamente tullr i componenti anormali che potes:.:ero a\""ere relazione con i processi ~astro-inte"tinali. Ed in prima dirò dell'albumina. E·:-a apparTe nelle urine il 15 dicembre . .Xei giorni precedenti le reazioni piu delic.tte non lasciarono s~opme lraccia di albumina. Trauavasi della cosiddella albumina nativa (sierina e globulina) e la tjuantità era del ~-3 °/oo· Si osservò costantemente in tuili gli ~ami quanlitati\'i , falli con il liquido di Esbarch, che non si separava un coagulo, ma tullo il liquido si mantene'a torbido opalescente per. Ja mancata retrazione dell'albumina. ~egli esami praticati in questi ultimi giorni si è però ·avuta la retrazione dell' nlbumina, fluaotunque non completa. perchè solo una p.trte del fìocco albuminoso è rimasta sospe·a. Ora, secondo Bouchnrd, l' nluumina non retrallile sarebbe d'ori~ioe ematica, e le~ata n processi tossici od infeui-ri. in se~ro.ito ai quali una certa quantità di albumina· del sangue si altera nelle sue proprietà !ìsico ·chimiche. e si scarica per· la via renale. Questa teoria, quantunque ne~ata d:t ~t~·a, da Capitan e l.epine, riceve una conferma dal caso attuale, in cui falòomtnuria è certamente d'ori~ gioe ematica e dovutn a processi tossici intestinali, tanto piti che non è in cosi piccola qu·mtità da puter farci ac· cenare la ~p:egazione del ~1 ~a ( l . Si è poi ricercato il quoziente albomiuoso che e stato in media di 8 1 coi metodi di Hofmeister e Hammarsten. (l) V. M~a. ~J:tl•ttte de1 r.-n!, n~l Trattato di patologia di Cantoni e ~hra­ gliauo.


DELLA PORPOR~ E~ORRAGICA w~ulla da questa ricerca che la ~lobul io a prevalera ~ulla ::;ierina e c1uesto rauo slarehbe a favore dell'ori~ine ema tìcn defl'rdbumiouria del nostro ca-:o, giaccM, secondo .Jaccoud, la globulina è l'espressione di un'alterazione de· ~lì albuminoidi del sang11e. se non sa.pe::;simo, dalle esperienze di Viglezio, Csata1 ~, Lecorclu'· e Sa lamon, che la globulina è piullosto legnta a presenza di globuli rossi e di elementi istologici nelle u1ine. F: da notare che, per tre giorni conset;utivi: cioè dal 16 al 18 dicembre, apparve nelle urine la nucleo albnmina con le sue speciali reazioni per· cui si distingue dalla sie1·ina. dalla globulina e dalla mncina. 11 fauo della presenza di questa specie di albumina e dell'essere apparsa nei primi giorni del'albuminuri<J ha una certa importanza, giacchi- il valore patologico dell:t nncleo-albumina, O(}nostante le ricerche di Obersleiner, ~liiller , chreiber. \lalfalli ed altri . non è ancora stabilito. ~fa le ricerche più interessanti , in questo caso, sono quelle riguardanti gli el~meoti elle po;;sono farci valtuare l::\ _intensità dei processi gastro-intest.-inali. P1·uti~i quindi lerJ·icerche quantitntive degli eteri solf•Jriei, dell'indicano, dell' acetone, dell'acido acetico, delle diamine, dell'idr·ogene solforato. La tleterminnziooe qnaotilativa degli eteri solforici è mollo importanle, perchè essi, corue è noto. sono la forma. sotto cui vengono eliminati con le urine i p:odolli della pulrefazione apparLeneDii alla serie a1 pmatica e ci possono quindi con In illassima sicurezza iare s~abi lire l'intensità dei procesi digestivi . La loro determinazione è stata fatta relativamente all'urina eli-minata nelle i4- ore e seguendo il processo di lJaumann, ton le modificazioni di Sal~owski . Ho trovato {;be in media l'acirlc solforieo tol:lle, contenuto in 50 cm. c. di urina


S30

CO:\TRiBUtO ALI ..\ PATOGEXESI

come Ba o, era in media di ;.r. 0,1/U. cbe l'atido solforico preformato eliminnto nelle ~ ~ ore, come H~ So. ra~;!iun;efa la media ùi ~r . l. iOO e l'acidu solfor ico cooin~ato eliutm.tlo nelle .?4 or·e. •Jntlla di Qt. u,:300. Il rapporto quindi tra l'a•·i,lo ,.oJrorico ptl?f(J rma<u ed il coningatu era di i.o : l mentre normalmente •lonehbe e-;~ere s»condo v. Yelden di IO: l. È chiar:s~imCI qnindi dte i proces"i di fermentoziooe inte- · ~tinale erano nel nostm c ti•o eli molto accresciuti. L'indicano era pure aumentato: ne fn falla la ricerca -quantilatif"a col metodo di Sall..o\h-k.i e Stohis. tenendo eonto delle modtfìcazioni ùi 1\eilmaun e s1 trovò 38 millg. di • indicano in media nelle 2~ ore. Essendo le variaziont di quantità tlell' indicnno corrispondenti olle variazioni dei proee>"i imesltnali. anche ùa queste ricerche si deduce la maggiore produzione nel nostr·o c:.Ho di tussine intestinali. Fu anchP praltcata la ricer~a dell'acetone con la reaziooé di· Lieben ~ul liquido di•tillato. non so~o perché la iperncetonurh ~n de ~orrispon•lere ad ipertossicità delle or· ne. qunntunque l'acetone abbi.1 -.ecoodo .\lbertoni, e contrariamente a qnnnto rorreblte lo .J.1k.sch, nna tos.-icita l'mirata. m~ ~oche perchè recenti :-todi di Hirschfeld ( l) hanno stabilito che l'acetonuria rnolt~ ,·olte sarebue da auribuirs1 ad insunì: eente a,;simalaz·one di j,}rocarhuri. condizione che si a\eva appunto nel OO$lro infermo. l 'acetone ,i rno~trv in 'luatuilà variabile nei \'ari esami: parecdlie 'oll~ non se ne tro\·:~rono traccia. altre rolle si trovò in iscarsa •tuaotità. due çolte in gran copia. qt1ar11lo le ~ostanze aromatiche de'l'urirn erano pure in aumento.

-

{Il Ot>lttsch~ Dl<·ol Woch. ~t -9-93.


DEl.L.\ l'Otii•ORA E\lORRAGICA

ò31

s1 r ·er.:ò pure l'acido acetico, di cui si potè scoprire la presenza ~010 nelle tmne in cui c'era acetone. Con il metodo Udransl..~ e Baumann fu pure constatata la pre~enza delle ùiamioe. L:. r ·er.:.a rlèlle iùrotiouuria dette ri,ultati negatiri. Fu inrPce coostalala 1,1 presl'oza delle urobilioa nelle urio e. ptù ~pecialmente all'epoca della retrocessione delle ilmorrJ~te.

L'orea era in quantitit \'ariahile. Quando l'emolisi era mag)!iore, allora :.mmenttl\a t'nrea (i-0 vr·. nelle 24 ore) .. Di ~ollto pt>rò era diminuila ( 1:>-20 ;.:r. nelle 9i- ore). All'esame microscopico poi, oltre alle comunr forme cri11tallioe. variabili. a secondo della reazione dell'urine, si os· servtnano sempre dei glohuli ros~i, spesso riuniti a formare tilmdl'i anguigni. poi cilindri jalini e tJoalche volta cilindri ialini e cili ndroidi, cilindri epiteliali. Di solito però gli eleml'nli epiteliali erano isolati , spes:>is· simo st trovavano quel!\ del rene con pt·otoplnsma gremilo di ;ranulazJooi grasse, e lJUalcuoa di quelle cellule ron una ~occia 'oluminc,~n.tll'obahilmeotedi natura mociooide (Iòrok e Pollab.). ~on mi fu possibile trovare cristalli di :;antina. lirosina e leucina. Selle urine ru pure DOL<tla la pre-enz"l di emoS!Iobina e matadobulinn. E.\am,. .ll'll" (t>ci. - L'e arne microscopico delle feci non fece rilevare niente di anormale: di globuli rossi non se ne ftoterono riscontrar!', per"bt! 1.1 loro ricerca nelle feci non {}it mai, come e noto. dei risultati positivi. La ricerca dei crisL:ÌIIi di emina col processo di Teicbmann, non delle risnllati positivi. Negli ultimi giorni però il snngue nelle feci è sl.ato risçootrato anche microscopicamente.


L'e.,ame chimico delle feci non fu pr·aticato perchè dè soltati pochi~simo auendibili. Terrnioati gli esami del contenuto gastrico, del sangue, delle ul'ine, delle feci. avrei dovuto fare gli studii sul coelìciente tOs$i•·o del siero ,.ango igno. del contenuto ga~Lrico, tlelle feci. delle urine, m.1 siccome que:::te esperienze non hanno ancora dato quei ri<iultali che se ne auendevano e sonG :>OI-{~eue a molte can~e di errore, se si ecceuuano forse queH& per J;l determinazione della lo· icilà. del siero di san,gue, cosi non me ne sono nlfauo occupato. ~ulla etiolog;n r ]JaU'!Jfntsi dr•lla JIOrpora emon·agica. - Da tuuo quacto .~ statu detto emert!e chiaramente trattarsi nel nostro caso d.i quella forma morbosa. che va col nome di porpora reumatica, esantematica, porpora mielo pati··a primtll,·a. peliosi reum:Hica, second•l chonlein. ~ on sonn propen.:>o a dare all'affezione di cui tratto il nome d• malattia di Werlhof perchi; ;.;li autori non sono d'accordo sulla -.i~nilicazione clinica da dare a tale entità patolog1ca: infalli 111entre Tmmermaon. la fa sinonimo della porpora reu, matica. Strumpell crede sia una forma grave di porpora t:on emorragie interne, mentre: Bucquo). Lancerau\., Hartman n, Thibierge, credono sia una forma leggera della porpora n•uuHtlica. ~on mi occupo di fJre la diagno~i differenziale tra la foriJla morbosa pre~enLata dallo Znppoli, e le malattie l)imili, quali rel'itemn polimorfo, certi reumatismi infetLhi, lo scorbolo. l'emolìlia. lt> forme morl,o.se lencemiche e p.seudo-leuoemiclte, l'anemia pernicio5.'l progre,siva. la porpora infelli\·a, perchè i caratteri che servono a di:c~ti n ~uere queste vari& m:~lat11e sono riportati in •plalunf!ne tr·attato di patologia 'l Pd.t'l. E•aminiamf) intanto i sintomi speriali, dte nel prf'seote


DEJ,L,l PORPORA .EMORRAGICA

833

ea;o si sono potuti rilevar·e, e valutandone l'impottanza e coordinandoli tra di loro, cerc!teremo di stabilire la relazione tra eaosa ed effetto e ri~alire infine alla patogenesi della porpora l'eumnt ir.a. Di tutti i sintomi presentati tlullo Zappoli, sono stati pre· ''alenti i disturbi gastro inte!;tinali; e sotto 4nesto punto di >i"ta. il nostro ca~o può annoverarsi tra. rjuelli descril! i da Heoo~h e Scheby·Buch e che da questi autori furono con· sider(lli come una speciale forma di porpora, contrariament~ a quanto o~gi si nmmelle. I vomiti . i violenti dolori all'epi~astrio ed all'addome, la tumefazione ai que ~Lo potrebber·o 8S!'tere messi in rapporto con una in-itazione peritoneale provoc.-'lla da emomtgie nella siero~n dello stomaco e dell'inlei\tino od essere l'effetto di e~tesa inlìllraziooe emorra~ica nella mucosa rlel tratto digerentt:l od allrihuir:>i a disturbi nervosi, tanto più che nei feuomeoi dellil por·pora interviene spesso l'ioOuenza ùel si· stema nervoso, che sappiamo poter benissimo determinare violenti dolori ~astro- intestinali: informino le cosiddette crisi ga~lrich e, che in seguito ad esatte osserv:-~zioni potei esclndere nel ca o dello Zappoli. quelle crisi di cui recentemente si è occupato il Lallitte e delle qual i esisterebbero due varietà, quelle cioè sintomaLiche di noa le:;iooe del midollo spi nale (cr·isi tabiche) e quelle senza lesioni note: le cosiddette crisi r::eompatiche dell'isteria del h neurastenia, le cri::i essenziali. lo crerìo perciò sì sia trattato in questo caso di un\1. comune ::astro-enterite determinata dai pr·ocessi anormali~ svolgenlisi nello stomaco e nell'intestino, giaccbè i fenomeni morbosi si modificav:tno a secondo della iogcstioue dei ci hi e della somministrazionc delle ~ostaoze medicamenlo~e, mo dificazion·i che non a\'rebbero dovuto così coslaDiemente

, 53


r:O\TIIIOl TO ,\1.1.\ l'AIOGE'i~I

an, r r-sr. ~e i ,;,,tom• ~ t1Ù1Ietti :nes:'ero ricono51'iuto la loro origine dalle ~au e ,;opra e~po.ste. Con ciò perù non esclut1o che l'mtluenza neiTo;;a ahhia potuto aYerc In ,na parte. Dall'e.-amP ùel :-.u~r.o ;.:a~trir.o auhiamo potu~.o ;,l:dlilire la ipo··loridria e la ipopep;ia: per Ldi t:ondizioni Lio-chimiche si è avuto un contPnuto g;htri.·u non a.:;euico cd annrmali J'awiloi~J.si e l<~ proteuli~i, cosicchè si sono avnte la fer..menta:lione lallico -hutirrica e b fermenLaZioue putrida con produziune ultima eli lo,:-.ine. Gli acidi organici wa..,~r "' rlupp l lisi hanno irritato le pa· reti ,!astriche, ed oltre al produrre ti \'omito, la ga"tralgia, . le eruttazioni e gli altri sintom i funzionali, banno resa permanente la ipocloridria, cho avrelJbe potuta essere temptJrùnen , e dipendere, piuttosto che d:) alterazioni organiche, da quei òisturhi d'innervazione, cùe spessissimo fann o ~tahilire la arloridriu, la ipoclolidria o la ipercloridria, hanno infine alt~:>rala la molilitn dello stomaco. Sr sarebbe in,:omma. ..talHiito 'Jnel famoso circolo vizioso. che ,; "uole determinare nelle malauie t!a~tro-inte,tioali, per cui gli effetti di\engono cau-.e e v:ce>ersa . .\la nello stomac11 si saranno anche prodolli l'acetone e l'acido diaceti.co. cl1e in simili 1:asi si sogliooo produrre, ;;eron 1o le o~sen a1.ioni d1 Gue~elberger e \On Jai-.sch, si sarannn prodotte delle lll~'ine: di que,;te sono conosciu te sino ad O~;!i la peplo\ina di Brit"ger, che, tra le altre proprietit. ha quella di rèn•lt•re il san;tue inw~ulahile (e nel no tro c,"''' la filtrina era diminuita) una sostanza to~sica conrul,i>antP, roperta da Bou\"erel e Devic ( l), la quale ( l ) II<JtvBnsT e 0E•1c. Reeltct·clttl cltlli<J«ts ti P:z:peritJum/ales sw·la ltlanlt d 'onvtnt grul!-ique. - llev1u de mcd., Hl~, N. t o l!.


DELLA PO:IPOR.\ El! OR R..\ f. IC \

35

:a!lro non qrebbe che il cloriJral(l di etilamina o di etil~i~tuina. \ltre ~o.;tanze lo~siche denmo e~~ere nel contenulli :otoma• aie, eh e ~;no ad ora non ono 'tate studiate: tutte du,evnno trovarsi nel caso dello Zappoli. perchè c'era diminut.ione rilevante di H Cl. e tfuesto in rombinaziune cloro orj.'anica e noo c:1 pace quindi di impedire le fermentazioni . Lo ,t•lru:tro pui. ' er~ando i ~noi prodotti acidi, putridi e ·os-•ci nell'inte'tino. ne an-ehbe alterat 1 13 funzionalità :\e ':ll'~hltero q•1iojj derivate, C()lfl8 fu rilenl.to dalre,ame '(]elle urine. sostanze aromatiche (ienolo. cresolo ecc.) acidi ~formico , pr(lpionico. lauico, isobutirico, valerianico, suc(ioi ·o) so,tanze g 1ssose (H ~5-metilmercaptano) altre sostanze to;siche non ancora studiate. le11romaioe (pentametilendiamioa e tetr~lrnetileodiamlna) hasi simili alla chinolina, alknpeptone. cliamine. ~el CN> dello Zappoli adunque, a cao"'a della ipopepsia e -della alterata digestione. si ·arebbero prodotti tutti i composti to,~ici, precedentemente enumerati, tJuei compo~li to,-'Sici che ·i producono limitatamente anche nella dige-..tione nunnal~. e per cui. secondo )fai~, ~i ha la dorata limitata della vita ed infioe la morte, come dice Bieger: Homo nott -titit, q11in pntreYcil. È dn notare che sulla produzione oell'inte.~tino delle so-stanze toss•che suddette non inlluiscono tnoto la. qoalitn e 11 •tnant•ti• dei ciui, quanto lo stato fuozionale delle pateti -dello 'tornaco e dell'intestino. Co~i si creJera un tempo che l'orticaria nb in!Jt'Sii~ si produce.-s~> per· la ingestione delle fragole. dei ID'IIIuschi. dei cro3l'\cei. ma O!!gi si sa inrece che può essere prodotta -da qualuqque cibo, anche dalle uova. Ora è un fatto assodato in patologin, dopo i recenti studi


a:l6

t:O:'\TIUDGTU ALL \

l' \TOGHES1

sulle autoinlos:;icazioni, che 1 prodotti delle anormali fermentazioni intestinalr possono determinate le più •variat& forme morbose. dal co~i·ldeno irnbar<lZZ~ gastrico acuto al coma dialtetico l ·uen). d:tlla dispnea to~sic.'l dei cardiaci (lluchanl). nlle ~ino\iti cs--udatiYe (Dominicis), all'isteria (Belard1). alralrulia ~ialla acuta del fegato (\Ye:;t-Phedran) (1). È facile poi -.pie:!are l'alhuminuria che si present:-~ Rell& antointossicazioni inte~linali: sareube prodolla per la i•·ri taziooe che determinano nei reni l'acetone, J'indolo e Jullt gli altri prodoui di putrefazione gastro-inte-:tioale come anche influireltl1ero le condizioni del sangue, il quale, essendo alterato, non potrebbe hene provvedere alla nttlt'izione degli epitelii renali. Però nel no5tro caso l'albuminuria, oltre che tossica, aHPhbe potuto essere discrasica, appunto perchè l'a!bumioa era non retrallile, e percne c'erano gravi alterazioni nel san~ue, alhuminur·ia discrasica non nel senso di Semmola. ma piutto,;to in quello di RosemLach, il quale non ammeLle la moòilìcazione li~ico-cllimica della molecola al · bumina, ma unn rollura del le:!ame che tiene aninta l'albumina al san,.:ue. Sulla determinazione dell'alhuminuria auanno anche iollullo i ùelnti ematolitici. )la quello che più a noi intere,sa. nel nostro caso, è la ricerca di quei casi clinici e .-perimeotali, nei quali è proYato elle i prodotti to-sici intestinali. hanno prodotto alterazioni del ::aogue e determinato malattie èhe da queste alterazioni ripeterehhero i principoli ·intomi.

(l ) v. ALilf':R1'0NI, .lutowMsstcazirm.


ORLI.\ POR l'OR.\ E\IORRAl.ICA

S~i

r aoni (l) recenti.-simamente ~tudia>a l'azione sul sangue dei "eleni intestinali. che si producono nelle fermentazioni <intestinali anormali. e troYa\"a che hanno una evidentis3ima azione cn1olitic:~. per cui il numero dei globuli rossi dimiooi5ce e la loro rel> -.tenzn i.· mollo alterata . mentre numenta il ooDJ~?rO t.!ei gluhnlt bi anchi . (,)nello che sperimentalmente ..arrebhe o,.;enato il Yanni 10 arr~i tro,·nto clinicamente nell'ammalato in discor,;o. È perc:ò che ahha~lant:l fondate sono Oi!~i le teorie ir.te5ti nali dell'anemia e della clorosi. In seguito :~d a3sorhimento di prodotli tossici intest'nali, i quali si s\'ilopperebbero a r.ausa delln ipocloridri 1 c della slip3i, si ha emolisi '()d altre alterazioni del s:m~ue, per cui le note cliniche òel i'anem ia o della clorO$ i. Nella clorosi Ha~em avrebbe visto ingrossamento della tiroide, perchè la tiroide c unu degli organi che sono intaricati del depuramento del -:a ngue. Sono questo punto òi vist:-~ anche alcune forme di gozzo potrebbero e~ sere d' ori~i ne inLe;;tinale. Et! anche nelranem ia pernictosa pro~ressi\"'a e nello scorbuio l'intossicazione iote:-Linale potrebbe essere la sola. od una tielle principali cause determinanti. )l a 5U 1nesLe malattie, noo ci sonn ancora der:li ~Ludi da questo punto di vista. L'origine inte:;tioale è perciò ammessa per le piit svariate malallie; perchè dunqne non donebbe ammettersi per la porpora reumatica, quando con e;:;a potrebbero es~ere spie~ati tutti i sintomi della porpora emorragica, quando, wme nel caso dello Z•1ppoli. la malattia è incoreinci:~ta con

{ t) .llot·(Jag/11, N. 9, IS93.


838

CONTJUBl:TO ALLA PATOGE~ltSI

disturbi gastro-intestinali, che durante rl corso hanno poi avuto l'ns5olota prevalenza soglj altri fenomeni ~ Uella porpora emorragica come malallia a sè nessuno lì nora Ila saputo dare una teoria. t è dello che dovevano esserci allerazion~ del sangue e delle pareti va,-ali, per ~uj si a'\"e,ano delleernorra~?ie, ma la causa di queste alteraziOni <t ~on sapendo a che cosa l'icorrere gli autori pensaroJlo al soltto al sistema nervoso, il deus ex machina di tulle J~ malattie di cui si iJnora la patogenesr, e cosi Henoch, Conty, Taisans, .)lathieu, immaginarono la teoria nervosa del la porpora che si clti11mò perciò mielopatica, comè Lirhtbeim e )J innich hanno creato la teoria nen-osa delranemta perniciosa progressiva e come Pategnat. Eiseomano, Cocchi avefano escogitata la teoria nervosa della clorosi, localizzando · l'alterazione, chi in un punto e chi in un altro. Ed a sostegno della origine midollare della porpora si citarono il fatto delh di:iposizione qualche volta simmetrica delle eruzioni, dei dolori reumatici. degli 'edemt. l' osservazione dì certe et·uziont emorragiche: che sopravveogon() in ~egoito ai dolori folgorami della tahe. le cosuldette ecehimo~i tn betiche di Str·nus. o nel territorio di un nervo atTeuo da ne\ ralgie, o nel corso di mielopatie. lla ammellf'ndo per on momento che •Juesta teoria nervo~a. la quale credo sia giustissima per certe porpore ~in to­ m:uiche possa ammetter.si pet· la porpora reumatica, consiàerata come m:llauia a si!, re,.ta sempre a delerm·nar5i l'a ~ente to~sico, rhe produce le alterazioni nenose. Questo a~eot~ tossico, secondo me ,.arebbe rappresentato dalle tossi albumine, che si producono nd tubo gastro-enter.~ per i procf'ssi alterati della digestione e specinlment& per la ipocloridria. Tolli i sintomi che nl.Juiamo riscontralo nello Zappoli>


Of· LL \ POllPORA E'l0RJUGIC.\

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qo:tli le t•rozioni emorragiche, J'a.lhuminuria. i dolori arlicoJ.1ri con edemi e versamen10, i fenomeni ner\"osa. i di.-turbi n:Hro-intestinali, sono "lati dtterminati dalle lw:Sialhumine 1": intestinali. Questi prodotti tossici pro lurreùbero prima disllrl · !!astro-inte-.tioali. quali vomiti , dolori, diarrea o ~t·ps;. i IJUali cli~turui poi alla loro volla sarehhero la causa de.ta -.u ··e,,i\·a produz1one di to;;si-alhumine, secondo 11 c· r ·olu vi1.io~o delle malallie dello stomaco. Le tossi ne assorbite ùetermin.IOO alterazioni tlel siero sanguigno, le quali sono t~'ln'a delle .tlteraziont dei globuli. Può darsi che in questi casi l'emolisi sia dovuta, secnn1lo <'he vuole Limbed, , alla presenza di acirli e sali acid i nel sangu~>. che os~iùao ·iosi dislrug;:ono i corpuscoli rossi. n el resw In presenza nel sangne di prodolli tossici,ollre elle dalle altero~oioni istologiche, t' pronua dalla metaglubinemia e d emo!!lohi ne mi<1. La rnod 1fJC<lla costituzione del sangue produce poi altera· ;dnna delle pareti \ as:•li, ~quindi ·i hanno le emorra)!ìe. l prodotti to:;;,jri circohnti oltre che le artralgie con ver.samento produrrt•hhcro l'allmminuria (la quale aggrava il prol'no•tico perchè è ~·n tomo di insuflieienza renate). pro lurrebbero nller;lzioni ne n o.;e c for~P aller·azioni caròiacbe. ~el no,lro ca.;o ~~·è ~lato dolore alla regione prerordiale, distnrhi funzionali. olluodimento dei toni; quell' olln ndimenlo a cui Potain, in un:t re~enti ssi ma lezione. d:. pitt valore tlel sollir• nello stabilire la diagno~i di endocarclite. E'l t\ tanto vera ~a importanza. patogenetica delle to,sine iot~stinali elle si é costantemente os~ervalo nello Zappo! i, come per 3-~ ~iorn i ~Lava òi.;cretamrnle. prendeva gli alimenti, non aveva di:>turhi g:tstro-enterici, non eruzioni emorragiche. poi ùi un Lrallo r iappariva no i disturbi gastro enterici <' le erm.ioni.


8i0 Perchè mai q•1esta costante successione morLosa se non per l'assorbimento delle tos:-.ine che si producevano nei giorni in t'Ili lo Zappoli stava meglio e prendeva gli alimenti che erano malamente digerili ? Stahilito adunque che le anormali fermentazioni inte.~tinali possano produrre i ;;intomi della por•pora, sarebbe da ricercare il momento etrologico, la causa cioè che produ~e i primi disturbi ~pstro enterici. 11 dott. Cantù, della clinicn propedeutica di Pavia, ha descritto degli speciali fenomeni mor·!Josi in individui che clormifano espo,.ti al freddo della noue. fenomeni morbo~i che :;arebhero do' nti ad iotos5i~'aziooe rntestinale. Causa degli alterati processi d i~e,;tiYi c de li:t produzione delle tossine ,;arehhero le rapide oscillazioni di temperatura prodolle dall'aria atmosferica sulla regione addominale. le quali profocherel•l•e1·o l'aumento dci movimenti peristaltici dello stomaco e« il rapido pas·ag~io de~li alimeoLJ nell'inte.:'lino. Quivi ..di armenti, oltre che a~ire da corpi estranei, co~Lituiscono un l.loonissimo terreno per lo sviluppo dei mitt'Oor;::anisml e la produzione delle tossine, perehè a rausa della loro IJreYe fermata nel venLricolo non hanno potuto im· IJeversi di ad•lo cloridrico. Ora nel no ... t ..o caso lo Zappoli fu appuulo esposto a cause refrigeranti perché in lutto il me!>e di noçemùre dormi m una stanza con le finestre aperte. Le cause refri~eranti, insieme alla ipocloridria, la quale potra essere :.Lata determinata o dalle stesse variazioni di temperaturaoppu re da una qualunque delle numero5e ed insignilkanli cause che la possono produrre, delt>rnrinarono l'allerazione dei process1 digesti,·i. doncle la produzione delle tossine, che alla loro \'Olta produssero i reoomcoi della porpora


OELU. PORPOBl E:VORR.o\GICA

ed in ispecie di tm bi intestinali. causa nuora di nuoye tossi ne. L'obbiezionH poi che mi si potrebbe fare sulla ragione per cui nello Zappoli le tossine intestinali, che spesso producono lie' i d1stu1 hi, abbiano determinato la maoife.st.azione della porpora. non mi pare ~eria, percht> è noto che nell'or .!'anismo umano le stesse cause po$sono produrre efl"elli d~­ versissimi. anche indipendentemente dalle funzionalitit degli or.!.\ani incnricati del depuramento ùel songue, che nel nostro c.a;:o non erano integri. rltenori osserrazioni, condoue secondo i metodi moderni di int\ngine clinica, porranno rare stabilire :>e la teoria intestin :~ le della porpora emorragicll da me proposta :;ia \'eramente da ammeLLer!ii per Lutti i casi o limitarsi ad alcuni. od escludersi affatto. · Dalla teoria che io ho proposto si possono poi ncnvare delle utili:>sime indiraz10ni pratiche. riguardo alla tera1Jia. È noto che nes5un farmaco dà :,:io\"e\"oli risultati nella p01pora. che sono inutili e forse dnnnose le medicazioni sinromatiche contro le emorragie fl quelle che si preli)!gono di tonit:izzare i globuli rossi come la cura recentemente propo-ta dall'.-\lbertoni. Io proporrei d1 fare :.in dall'inizio del morbo una cura antisettica :-crupolo:.a òel luho gastro-enterico. somministrando in prima acido cloridrico e pepsina: per modificare h i·popepsia e poi dando qualcuno dei numerosi fnrmaci antisettici intestmnli per modilicare le fermentazioni anormali . .\folto insisterei :-ulla enteroclisi tannica c.1lda, che dovrebbe e3sere ~iore,-olissima l'Olio ,·ari ri;uardi. eJ infatti arresterehb~ le emorr:~gie intestinnli, disi11fetterebbe il tuho ga~tro enterico, ngireblle da balsam1co sulla superficie in-

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testinale, e da eccitante gt!nerale. ma quel che è più l'acitlo tannico comiJinandosi con le tossinc intestinali, seeond~ che ci ha insegnato Cnntani, darebbe dei tannati insolubili e sareLhe eosi impedito l'as.;orhimento dei prodolli tossic~ intestinali. Sotto questo rigum·do l'acido tannico non potr~bb& ~ssere sostituito da altri ao li~eltici . L'enteroclisi tnnnica e ltt cura antisettica dovrebbero. sempre farsi, perchè nessuno può negare la formazione delle tossine nel tubo gastro-enter ico in cnso di po-rpora con distur·bi ~nstrici le quali devono :sicuramente riuscir& nocive, anche che nou sieoo la causa di tulti i sintomi della malattia come io ho cel'cato ùi dimostrare. Questa cura non è stata adottala per lo Zappoli~ dall' Il dicembre al 31 gennaio, perchè la teoria intestinale della porpora è s1..11a da me efiJlneiata in questi ohimi giorni, in seguito ai ri$ultati ottenuti dagli esami sul snngue1 sut ··ontenulo !!astrieo, sulle urine. JJiario dal / 0 al JU jl.bln.fLio. - Il 31 gennaio il ~ignor­ dir ettore dell'ospedale. ordinò che si praticasse scrupoJ(lsameote la eura ùa me proposta. Per il primo giorno si sommioi ~t rarono antisettici inte:)Linali \cawmelano e na(tolo) e due enteroclisi tunniche calde. ~ei giorni successivi si continuarono le eote!'oclisi tnnoiche, e si coadiurò la digestione con acido cloridrico e pepsina. Di tanto in tanto qualche grammo di naftolo. Sin dall'inizio di questa cura lo Zappoli cominciò a risentire dei notevolissimi vanta~gi; ì{radatamente ~compar­ Yero del tutto i sintomi gastro-intestinali, che, per circa due me5i, ave\·ano continuamente tormentato l'ammalato, ~on si ehbero piu le eruzioni emor.-a~icbe souo~uLanee che solevano manifestarsi costantemente o~ni ~ o :; giorni. L'infermo cominciò ad a_èeusare benessere generale, e già.


D.SLL\. PORPOitA El!ORR.\I,JC.\

84.3

il 1o febbraio si senLifa uene e cominciò ad alzarsi da ~e· w ;;enza provare 'ertigini. debolezza od altro dei .soliti siniOmi che si hnnno dopo una lunga degenza a lello. At· toalmente lo Zappo!i è perfellamente ~unrito, non domanda altro che da mangiare, perchè ha molto appelrto, e fra qnaldre giorno sarà mandato in licenza di con'""alescenza. Ourante questo periodo di tempo furono ripetuti parecchie ...-olte gli e,;ami del san;.we, del succo gastrico. delle urine. Gr;tdntnmente scomparvero LUtti i re!Jelti anormali; attualmente. nelle urjne, ~li eteri solforici "ono in quantil.à normale, è scomparsa fortunatamente l'aluumina, nessuD principio anormale. Nel sa ngue nessuna alterazione rilevante. Nel succo ga"trico c'è ancora un lit'Te grado di ipocloridria ed ipopep:.ia. l risultati ouenuti da cruesti uhimi esami, i benefici ottenuti dalla cura antiscllica, pronno sempre più la teoria intestinale della porpora emorragica. Terminando sento il doYere di rin~raziare il signor capilaoo medico ltinaidi, cbe non solo mi ha concesso di studiare l'ammalalo, ma si è interessato delle mie ricerche, ha uene,olmente osservato molti dei mièi preparati e pre·. senziato a parecchie analisi. Nota. Dal 31 genoa:o ad o~gi mr t'occorso di studiare un altro caso di porpora emorragica tipico e di afer notizia di uo terzo caso per il cyuale è evidente la teoria gàslro·intestinale. Il 2° cnso potei ossen·al'lo nel riparto misto di questo o>pedale militare. in persona dell'allrevo carabiniere Fiore Salvator·e, cbe vi stelle degente dal l!) giugno al 20 luglio.

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8 i S.

CO.\TR!Bt:TO ALL \ P.UOGl'ESl ECC.

l:t forma no~ologica ,jj quesfaltro caso di porpora era perfettamente identira a quella descritta, ma i fenomeni generali meno graYi. ~oterole nella storia retiologia: l'eruzione ed i di~turbi ga~tro-iote-:-tinah erano sop1-avvenuti in se~uito ad un bagno freddo. Furono pr•llicati gli stessi e-~ami che nel caso dello Zappoli. sempre nel gabmeuo di h:1tterioìogia e di microscopia clinica dell'ospedale militare. Si ehhero risultati quasi iden · lici a quelli descritti pe1· il caso precedente. Ln cura antisettica ga~tro-intestioale ~uarì in poco tempo l'ammalato. mentre molte altre cure tentate prima riuscì· rono infrulluoie. TI :3? caso di porpora emorr,1gica, sopranenoto in seguito a ,-iolen to Cillal·ro gastrico ncttlo prodotto daH'ingestione di cibi rnlti,·i. ftt o:;servato in persona di un ufficiale d'artiglieria dal sie-nor capitano medico Amoroso del 22n reggimento artiglieria. Trall:n·asi di' eruzione emorragica tipica. Il signor capitano .\moroso diede un purgante, mi.se l'am· malato a dieta e cosi le funzioni. ~astro-inteslinaJi si ristabilirono e l'eruzione in capo a l O giorni scomparve. I n questo ~a~ o. gentilmente comunicatomi. non Corono potuti fare ~li es:~mi suddetti, ma lo riferisco perchè la direndenza della porpora dai disturbi gastro-intestinali è ol tremodo evidente.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI .

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RIVISTA MEDICA

Tratt&.ment'> della peritonlte. Journ. 10 marzo 189i).

TrtF.VES. -

(8ril. lYied.

Nella perilonite, come in ogni allra grave malallia, certi fenomeui, che si chiamano sintomi morbosi, non sono altro che conati della natura per liberare l'organismo di tullo ciò che può nuocergli e r icondurlo allo stato normale. Cosi la tosse e l'espettorazione nella bronchite, cosi il vomito e l'Istintiva imroobilitit del corpo nella peritonite. Il chirurgo nel trattamento della perilonite deve disciplinare quesll sintomi e cavar da essi utili ammaest1·amentf. 1) Riposo. - Il riposo a. !elto neJJa posizior.e supina è la prì1oa e più oHia prescrizione. Per diminuire la tensione ùelle pareti addominali si faranno tener solle,·ate le ginocchia mediante un cuscin~ posto wtto ai poplili. Contro l' irrt'lfuietezza degli arti s~periori niuoa costrizione verrà usata; lS&rebbe una vera cru4ellà obbligare gli ammalati a tener le braccia immobili solto la coperta; si permetterà pure ai pazienti di tener le mani sul capv ; questa é uoa posizione mollo da essi favorita ed è anche ulile perché, agendo sulle par·ti inferiori della cassa loracica, concorre a diminuire la tensione nelt' interno delì'addome. Per evitare che si rsll'reddino basla 'coprirli con un corpetto di lana. ~) Nutri::ione. - La vecchia regola dì dare il meno possibile di cibi per bocca vige ancora adesso. Lo stomaco nella peri ton ile B poco a datto a ritenert~ il cibo a lo affaticarsi pe-

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8i-6

DJ VISTA

no~amenle a dare O@'ni momento cucchiai èi brvd•, estratti di carne, ecc., ricorda la botte della Danaidi. Oebbonsì pero evitare i due estremi, l'assoluta proibizione di ogni cibo per bocca e Ju contiuua. mces~ante propinazìone di ghiaccio e bil.lile ghiacciate; si dia quindi il meno possibile di cibi per bocca e si per mella che ram malato _succhi qualche pezzettino di ghiaccio o beva anche qualche po'di !alte o tuè caldo. Jn questo caso è meglio lasciarsi guidare dall'istinto dell' ammalato che da una fisiologia d• dubbia efficacia. Per sostenere Je forze è necessario nutrire l'ammalato e ciò deve Jarsi per la via del rello. l cli~ter1 nutritivi debbono essere pic~oli, poco concentrali, faLLi con eslralli o con infusi di carne peptonizzati e alla temperatura del corpo. Un clistere di 2-~ '~once di beertea peplonizzalo avvaiOJ'alo òa mezz'oncia di acquavite sembra cor-rispondere bene : esso può ripetersi OJ:tni tre o quattro ore. La sete si e~tingue meglio con un clistere. di circa 300 grammi d'acqua calda pura che portando a questa '.Juaotità il clistere nutritivo. É chiaro che se esiste diarrea, i clisteri nulritivi non deb· lìono farsi, t'ortunatamenle in questi casi il vomito o manca del tutto o è trascurabile e peì iò la nutl·izione può farsi per bocca.. Lo stato di quest-i r•icbiede cure speciali; la si laverà con soluzione di acido fenico 1,80, con acqua di Colonia diluita in acqua semplice : i dentt~sì terranno puliti con uno spazzolino e la lingua sarà tenuta umi la spalmanJola di gli cerina allungata con acqua. 3) Oppiacei. - Per questi vige ancora la regola aulica : si dia la minor quantità d'oppio possibile: ma nella forma perforati\·a e nei primordi <l'una perilonìle acuta, specialmen~e se dipendenti Ja disturbi dolrappen.Jice vermiforme, un'iniezione ipodermica di morfina 6 assolutamente necessar·ia. La morfina non deve per ciò costituir e un trattamento ru.t inario : l'unico sintomo che d~ve farla adottare é il dolore e non già l'irrequietezza dell'ammalato. .Kei casi di perilonite genuinamente settica, deve darsene pocbis~imo o nulla aifetl(). l suoi effetti disastrosi sono ampiamen~e dimostrati dalle pet•itonili cnnsecutive a laparotomie.


MElliC.~

Sii

4) p 11 raanti. AL principio di t[uesto secol l i r .. r~anti forma,auo una preserttione obblJ..raloria nel tr-alt>~mento <iella per1lonite. In segUitO, la pratica cambiò ed essi fu rono a::,.;o]utllmenle pro,..Crltti. Attualmente il loro lHu Ò rilorualu onort•, ma con criteri differenti. Ess1 non S• no di alcuu 10 &tUlO nella reritonite generalizzata, ma io <lUl·lla CO!.!-'('Cll l;va allo strozzamento d'un·èruia o tHl oslruzifJntl iule"linale ~0110 Ul JilO Ul.Ji non gin COntrO la f•eritooile <>tessa, !tlQ per e\'itarc l'intossicazione dclro!'~amsrno ola parte dei \"ari l roJ()tli Ja ferrnenlaztone che avv1ene netr ìntestiuo. X cl!a ue· r 1tonite :-elli~;a sono inutili, inutili sono anche nel!~ pertto;,1t perfùratorre. x Ila maggior par e uelle forltle di perttiflllt! 0 nello pseuJoileo consecut1vo ad operazione praticata ~ul ­ l'addowc, i put•ganli sono se:.:uili da 1 lUmi ri~uctati. Per rn· gioni prultche e levriche, il vuotar eompletamente riutestiuo pr1ml> t'l>gm operazione su ~·11diome de ve ritener~i comi! un precetto 6!'S\:lnziale. -,) Sottra;ioni xanguÌ{Jne. - Queste dovrtJ,bero es«ere usate un po' pil. ampiamente .ii q-.tanto lo sono allualmentP. Ntlle J•erilonrti pat'Ltali con sintomi loeah mollo pronunziali le solLruzioni san~uigue Jàono magnifici ri~ultali. Ne.Ia pe· ri~"fiit<>, r applicazinne d'una 111ezza dozzina di ~aogUÌ>:U-he produr·e ;.pes~e ,·ulte effetti "eramenle magici. Dal :>alas~o 1.oco beneficio si dove aspellal'e, tranne forse iu alcuni casi ·oli pertlonilf.: traum11lica. '·) T~1itamenlo operacu:o. - Que,-lo trattamento e rapprt>senlalo dalla lllpat•ototnltl e dal rl renaggio con o sew~a irrigazioni e la suo appltcaztone dc"' essere <hl'Ct;S<t8 a se~nda che st tralli di perilomti parz1ali, con ,.iutomi lo,.ali mollo pronunciati e poca reaz1one ttenerale (come in •1uell~ consecuth·e u lesioni dell'appenJicr \ ermiforme, a ferite o a p'rfotazìoni) o di pel"itooiti gPneralizzale in cut · ~intomi ~e­ ' erah doYult atr intossicazione atri' a sono più itnponenu d1 •tuellt Jocali. Tale 6 il caso delle perilonili conse,:uth·c a perforazioni intestinali, nd e r nia !'.lrozz&ta, ad ent... r il t o ai!li alt t '()perati,•i u:.egwli l:>Uil'adJome. l'ella prima le inciéom col drenaggio sono a para3'onar... t a fjuelle elle si cs~:guono toer <lUJ'are un vt~l"lo ascesso, nella seconùa esse deùbono para-

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RTHSTA

gouarsi alla lavatura dello stomaco, quando si è ioghioltito un veleno polente, si YU01 cioè allontanare da una cavilà un veleno che ha già prlldollo non poco danno. L'operazion& m questi casi non è diretta conlro l'infiammazione, ma piut~ tosto contro l'intossicazione. I risu!Lsti ottenuti dal trattamento chirurgico delle perilonili parziali sono brillanti e quelli delle peritonìli dtffuse è dubbio !:'e hanno salvato una vila. Le statistiche pot•lale in proposito vanno .soggette a molle critiche. Quanto allu tecnica operatoria il Trevt:>s richiama l'attenzione sui seguenti punti. Rigorosissime cautele antisettiche. Xei casi ùi pel'ilonile pa~·ziale put·ulenta, le incisioni debbono rag~iungere il pus per la via più lJreve. Uscito che è il pus, si situa un tubo da drr.ma:zgio di causciù rigido e fenestrato fino in fondo a tle cavità. Una m..dicalura di materiale assorbente (carta di Tillmann, garza al f,&le di Alembroth, al cianuro di mercurio) é applicala: piuttosto danno che utile .1eriva dallo spremere H pus o dall'immediata irrigazione della cavità purulenta. Questo può farsi 2't o 4fl ore dopo la incisione due vplle al giorno. introducendo nella cavita d quando in quando un poco tl•emulsione ioJoformica. ~ei casi di perilonile generalizzata il trattamento consecutivo varia. Se l'essudalo è dh·erso, basta evacuarlo, asciugare con riguardo la cavità periLoneale nelle parti più declivi mediante batuffoli di garza ~ cbiude1'e l'addome senza drenaggio. Se l'essudato è siero-r,urulento o tutt'aiTatto purulento, l'irrigazione drula cavita ad,loroinale è m molLi casi utile. Il miglior hqu:do p::'r questo scopo è una so!uzion& · a 3i• C di cloruro di sodio a l 6 •,00• L'irrigazione si esegue mediante un tubo <h causciù molle senza beccuccio che è introdotto nell'interno della cavità addominale ed avente un . diametro di circa 2 cm. l'efflusso deve essere re~olalo da un pre>:soio. La soluzione deve versar_,i e non gia t>_ssere ,.pinta con impetuoso getto nella cavità addom·inale. Quando questa è quasi riempita di liquido, le mani del cllit•urgo con estrema dolcezza si fanno a !avaro gli mLestini : ciò ff\tt-o si l'a uscire il Jrquiù0 dall'addome e lo si sostiluisce con alll'o, finchè esso noa ne esce d~finith·amenle limpido. Se si ba la


lfEDlCA

precauzione d1 lavare molto le parte .::uperìore del !ello d'operaziOne 1l liqutdo uscirà fJuasi lutto ; quel poco che ne NSW m·lla ra\'ìlà delle pel\'i, ver•ra 88rmgut.o con spu~me. Una Ji 'lueste as<-icurata ad uu manico riroat•ril nello caviLli aJdoruinale clurante la !'ulura e non verrà tolta che all' ultimo momento. :\el fare le irrigazioni bi~ogna aver cura che il Jirruiòo abhia sewpc e la medec:ima temperatura che il ~etto r.li es'-'O non siA 8pcnlo direLlarnenle contro il diaframma e che l'lldùomu non c:ia c:overchiamenle distef'o. Ls dirnenttcanza di rrue!'ti precetti può produrre aUarmsnte dic:~nea "' anche ac:ti:;;sia, com·~ nei :l ca~i rlì Polailion. ta,·ata e asciu!!nla che sia la cavilù addominale, le parli deiJeritonco più daoneggint,. dal prore~so llogistico sono !<poi verate di iodofot·mio. tranne che nei bumbmi, si situa un lungo tubo da drenazgio fenestrato e si saturano le pareti. Nelle forme a~c1l1che della peritonite tuhercolare ~i sono ottenuti migliori ri:--ultali tlalla laparotomiu !'emplice che da •1oella c:egtùt.d da irrtgazioni e drenal!gi. E inuU~ ag;;riu111rere che la cau<:a che • ball L ~terminato la p• rilonile vanno trallalo a parte. Il olrenH!lllÌO può esc:erP costiluit.o o da un lubo di cauc:ciù rigido e ben feuestralo u pure da una lunga ~lrl!:'cin di cinque o sei <:trali di garza al 10doformio della lar·ghezza di l 1/, pollic••. Quanto alla chiuscr·a della ferita operativa, il Treve" dopo a..-.er tentato tuLti i m ·toJi precooizzalì Jo. altri chirurghi, sì c fermato al se~orue11te. Tener fermi e slirali i bordi con uncini otlul"l mentr.. <:i pas<:ano i punti di sutura : cucire il oer·itoneo con sutura continua falla con <:P.La soltil~> e ch•udere il resto della ferjta pal'ietale con nua unica !'erie di puntr al crine di Firenze che comprendano tutta la spes':;ezza delle parti molli ad eccezirJIIe tlel peritoneo. l punti ~i t:~eg-uono con aghi driUi. G. G.


s:;o

lllVISL\

Edema. della parete tora oioa. nei versamenti pleuritiol. -Cl~'FEr..- ,Jollrn'lfrJe .\!e.ecm" el'" Chtr r.,•e. ma:;!gio, 1894).

Culfer nola cLc l'edema della parete toracica è stato consìdt:lrato a Lorto come un l'e::rno paloanomonico del1a nleurilc purultlnltL QuantUOfJUC piH S(\VPIIli, infoltÌ, OSSO sia rindt~.;e della purulenza del ,-ersamento, vi sono casi, rari in wrilil. in cui !>Ì può Lrovarlo in uon pleurite sierosa, e per altra par·to molle pleuriti purulenle ~i ~vnl~ono senza che ..i prociuca edema della pare le. Cionvn<limeno e~so c un ~egnt) òi grAncle v~lore. La sua localizzazione pu(l variare, e fjoesta localizzazione

ha anche la ~ua importanza. In ca~o di ~uppru•azione, e<>~o r isi<>de quasi sempre tra il !'<esln ed il settimo ~paz1o intPrCOf.òtale; è accompa~nato da un aS!<(Itli!!lìamento della parete sus..,eguilo talvolta dalla produzione di una fistola. Soventi andte, se non s· interviene, vet·so il CJuara ntesimo ~iorno, come è " ato iotiicato da l rou~seuu, si produce una vomica che nvrebbe potuto e'sere evitala ::.e si fosse pensato a ricercAre l'edema della parete.J ~la questo edema può ri!:contrarc:i anche nelle pleur•iti parziali o encistiche ed l•a importanza anche maggiore, perrhè tJuesle pleuriti !<ono spesso lal~>nti. Que.sto Pdema puo a:1che ol:;-..cr,·ar·!<i alln 1•arte iufcriore dd lorac,e ed acr.ompagnare una pleuriLe diaf'ramrnatica. E!'l!"O può anche esl"ere localizzato in corri~pondenza di una c:ci<>gura interlobare ed esf>ere allora l' iudicP di una pleur·ilc interloba•·e che non l'i manife~tn per nlcun altro se~nn. Lo ste-;.<-o dical"i per cerl• pleuriti t!ncl,liche di una localizzaliOnt.: particolare. Vi ~011o anche cttsi in cui, invece di e.c;sere limitato, l'edema è c-.te"n a tu to uu lato del rellf• • si osserva ~t)'-ratlutlo quec:to fallo io cE'rle pleur•ti acuti!=:c:ime che sono slnle considerAte come un vern flemmone !lelln pleura. L' t•dema <. all••ra roc:so, dolenle, ed il su<• ,·alore pronostico ha una g rande import.anza. L'ederull della par et.. , senza che ,-j ~ia purulenza del versamento, è un·eccezione, o qu11ndo e~iste, è necessar io am-


MEDlGA

mt>Uerc quasi sempre uu disturbo della ciroolazinne pro-

..aow1 dalla compres!'ione. In que<>li casi, mfattì, si t1·atla in eener·ale di una pleurite mediastinica che cagiona la com~ressiune della \"ene azigos. 8i puo allora supporne la c8usa ~11811 do ~~ \"eda la r ete ,·enosa

torat?.ica molto dilatata; ma non sì può a vere la certezza assoluta che facendo una punturtt e5'ploratrice Que"ln e.Jema della parete può osservarsi anche nel caso àl un i<lrolorace s empli-ce : si deve allora pensare ad un tumore df-1 mediaslioo che ha determinato il versamento in c{)nseguenza di una compressione interessante soprattutto il sistema dt'tle azigos. Si può, in fJ ues:o caso, o~ervare la compar:;a di una zona che viene a conferma re con la sua presenza la natura dell' afft!zione di cui si tratta, perch~ ifUi!St' ultima complicazione è frequente nel caso di tumor i -del mediastino.

:t.•afa.sl& tra.nsltorla. del fumatori. - RE:-.È CAEREAU. Journal de Médecine el de Chirurgie. maggio, 189~): La perdita della memoria, ed in particolare della memoria de1 nomi, é assai frequente nei fumatori. Talvolta ~:~oco accentuata, essa l' altre volte molto pl·onunciala da div~ntare una causa di impeJimenlo neUa fun ZIOne della fa\"ella. Ad un grado estremo, essa confina con l'afasia, che si può anc.he osservare talvolta nel tabagi!smo, speciahnente dopo un grande eccesso di tabacco. L ·atàsia da tabacco è un accidente raro, transitorio, che rara si produca solamente nei fumatori, rorse anche nelle persone esposte a respirare il fumo o le emanazioni del tabacco, eome in alcuni oper ai delle mt>nifatture. Xon se ne conoscono esempi in quelli che consumano ta· bacc9 da naso, né nei casi d' intossicazione consecutivi al suo uso come agente terapeutico o a scopo criminoso. Pare cb~ l' a fasia da tabacco si manifesti più facilmente ìn un vecchio fumatore che in u n principiante. Questi sofrr e ·d!!.pprima accidenti ben conosciuti: ceralalgia, vertigini. nau-


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RI\'JSTA

see, vomiti, ecc. Ma presto egli Yi si abitut~, e :>i crede libero per sempre da nuovi inconYenienti : aumenta a poco a poco la do~e giornaliera e, secondo la felice espressione di Lendet, egli si satura. Non è già che la nicotina o gli altri prodotti della combustione del tabacco si accumulino nei suoi organi, ma egli raggiunge a poco a poco un l:mite al di là del quale rassuefazione che, fino a quel momento, sem!:>rava garentirlo, non lo protea-ge più, e subito compaiono. altri disturbi. L'intossicazione da tabacco può produrre tutte le varietà e tutti i ~radi d'afasia; però si possono classificare tutti ~ fatti in due gruppi : le amnesie \·erbali caratterizzate dalla perdita della facoltà di evocare le immagini uilitive deìle pa. role ed i fatti di afasia Yera. Le amnesie da tabacco si producono in una maniera insensibile nei fumatori, i quali s'accorgono sol!anto che, poco. fl poco, la loro memoria indebolisce. Questo )ndebolimento. è d'altronde più occenlualo dopo un grande eccesso di tabacco. Sono stati citati casi nei quali pare che il tabacco e::erciti un' influ~nza deprimente sull'intelligenza tut!a intiara; rnll. (juesti fatti MYJ.P rari: esso non agisce in generale che sulla memoria, o piuttosto su una parte soltanto delta memoria, fjuella delle parole, dei sostantiYi soprattutto. Netla seconda forma accadA talvolta che non solo le immagini delle parole non sieno più evoc:1te facilmente, ma chequeste immagini SCOm(J8Ì8nO del tutto; rafasia è allora CO· stituita. L"afasia da tabacco si presenta sotto la forma di un accesso brusco, sempre preceduto, ben inteso, da un abuso di tabacco; ma si comprende l'imbarazzo del medico se questa circostanza, alla quale il malato e quelli che lo circondano. possono non attribuirgli alcuna importanza, non gli è rivelata. L'afasia può monifestarsi sola, senza alcun sintomo con-' comitante, oppure, e (juesto è il caso piu frequente, essa èaccompagnata da disturbi del cuore e del polso, da dolori retr·o-slernali, da vertigini, od anche da emiplegia del lttlo. destro.


MEDiCa

Ecco come Chere~n riassume i caraltarì di questa efasia: ~~sa si ·presenta sempre in un fumatore, e dopo uo abuso

di tabacco; soventi dopo un soggiot'no prolungato ìtì un. sito, ove molti fumatori erano riuniti, .e del quale, per con·se:zuenza, l'atmosfera €ra viziata. Essa comincia brusram~nte con una spede di accesso. Se si fa astrazione dagli altri sintomi, iì malato non si accorge della sua af::~sia, quantunque egli provi di parJar·e o di leggere. Pare che 1a varietà piu frequente sia l' afasi:1 motrice ; -essa è in generale parziale, e intere:<sa soprattutto, come le amnesie della stessa origine, 1 sostantivi ed i nomi proprti; essa può anche essere totale e privare il soggetto della fa>C6ltà di emettere qualsiasi specie di suono a t·tic.oJato. La ce-cit:à verb&le é !'tflta osser\·ata una volta. E>Ssa è t:'ansitoria, e s compare dopo qualche ora, bruscaJllente, come era venuta, o al contrario per una transi.Zio.n è ,insensibile ; parrebbe, nei due casi, che la facoltà pel'duta -durante rattacco non sia. stata mai in fondo seriamente lesa i ·jlssa era soltanto come velata, e r·icompare a misura che il "'el,o> che pareva coprirla, si dissipa. Niente é quindi meno paragonabile a ciò che si nota ne!le afasie accompagpate da ·~esioni organiche del cervelio1 neHe quali è necessario una -:seconda educazione per crea t-e nuove iacolta. Pare. SlliOQ.,o ai !atti conosciuti, che di essa si possa no descrivere varie .fOI'fil-e :

1° Una forma abbozzata, per cos i dire. nella quale si os·servano solamente leggiere vertigini e disturbi più o meno ~ronunci!lti da par te çlella circolazione : palpitazioni, movime·n ti vioJenti e disordinati del cuore; 2° In altt•i casi, l'ac-cesso é consociato i~ un modo più ·o meno · accentuato ai sintomi elle caratlerizzano l'angina di . J?eUo da tabacco : dolori relro- slemali, angoscia, vertigmi, l>a~lili del cuore precipitati", inegu&li ed irregolari, presentanti ~nter~itt.enze più o meno frequenti ; ~ Una terza forma simula assai bene l'attacco dì con:gestione cerebrale. ,Nei due casi osservati si constatò cefalàl~i~; vertigini, afasia o disturbi della parola c:on emiparesi .destra;


1\1\"J-.T.\

-i" lnfioe. un' os<>er,·azio)ue del dotL Caomsel riproòuc~ un quad ro che somiglia molli,~imo a certe iorme d1 emicr$nia oflalmica. lo<>omma, pare che la pro!:nost non sia mollo grave, ma é probabile che la ripetizione ili questi accidenti po::-sa coL tempo cagionare grA,·i altera::ioni. t: o sol mPzzo di cura: lli soppressione a!>soluta d .. J tabacco.

Le scosse traoheall nelra.neurlama dell'aorta. - :\L'"RTl'UGRR. Ga;;eLCe d~i> Hlip tau.:~:. n. :35 e successl\·i 1,..~i.• La diagno~i dell"aneur1=-ma •lell"aorta è soventi mollo difficile. Non vi è roP.dico rhe non abbia constatalo all'autopsia itnporla:J.ti lumot;i aneuri~matici, i quali, durante la vile, eran<> rimasti latenti. ll professor·e Polain ha riferito il caso Ji una donna che pre,sentava un ver~ameult> pleu1·ilico che egli qovetle pungere: l'io ferma mol"i dopo qualche tempo ed a.1l'aulop,ìa "i constatò pnchissimo liiJU:Ùll uella pltmra eJ un enorme ane· urisma dt>ll"aorta. ' Il proressore Bing~ hll pu~blicato la storia di 32 ca'-'i di an.-urisma dell'aorta; 11 --oltanto dtedero luogo a segni <"8rslterislici. lo lulli gli allri la malallia fu ignorala e riconosciuta soltanto all"autop.:ra. ... Schloss ha rrfer1lo un'o"<>ervazione in cui fu fatta diagnosi. di insufficienza roilrale cor1 v~rsamento fJleurale, ed in cui, all'autopsia, non fu constatata l'insufficienza mirrale, no\ alrun versamento pleurale, ma un aneurisma dell"a!'co nortico. Il doll Rosenstein ha r iferilo un caso òi 1 olmor11te cronica dell"aprce ~inistro e 1 un a1tro caso diagnosticalo pleurite: in ambedue 1 r::alati ~i trovò alì"autopsia un aneuri~ma dell'origine dell"aorta. L aneurisma dell'aorta é quindi spesso lalenle e può dar luogo a sintomi che po..Fono farlo confondere facilmente colle malattie def!li a1tr1 organi toracici. Le difficoltà della diagnosi ci obbligano quindi a pr·eslare


YJWICA ~r'8nJe attenzione ar sel!ui l recur:;ori. i quali, in cerle circn<-tan:te, tlrventano, per coc:;i dire, peto~oomonicì. Tra quP.<.;tì segni, l'attenzione t! <~Lata richiamata «u tli un ~'- ntorno spec1ale consistente in una scossa rttmica clelia lrac!lefl, iF:ocr•ona al polso radiale. Q•teslo sc>~mo d'nneurisma dell'aN·o dell'aorta, scoperto dnl w•· Jico inglese Oliver nel 1878, é ora accellnlo qua!';i :::enZR conl<>elazioni in llnlit~, discusso in Inghilterra ed ammes<>o in Francio dal pr/)f. Polain. Uopn rner· pasc:ato in rivists trii <..tuili falli da Oliver e le di.. cu,..o::ioni suscitnte in Inghilterra, in Francia eli in Ilaha, l'autore lrntla del rneccanic:;mo clelle scosse lraelleah e delle manife,lazioni laring-ee, e v ene alle c:;egucnli conclu"ior.• : J• Tulli g-li autori sono cl'accor·do nello stabilir e lu se le ,re l'aneurisma che proYOl'a le sco..,~c trarheali nella p9rtc po~lPrO·inl"eriore della porzione lr'HS\Ursa dPII'arco dell"aorta; 2° Tutti gli autor·i sono d"accot•tio sul meccanismo della :-C0'-"8 tracheale prodotta da un aueu rt«ma dell"arco dell'aQrta: ~co ... c:a brul'ca di allo in ùa<:c:o impressa al lubo Jaringo-Lraclr•·al~ dall"aneu risma localizzato dell' ar·co norlico a cavallo "Ullu radice dPI br o neo !-Ìlli«tro. :-:• \'i c:ono tre proce~;;i per conslalare la scossa tracht>al~> . . Prore~-~o tli Olirer. - Mt>llere il malato m piedi e fargli chiudere la bocca e sollewtrc rl mt•nlo. il prù allo poc:sibi:e. Prender'f' allora la cartila ~ine cricoide lra l'indice eù il pollice c mantenerla Jelicata menl'"' dt basso in alto. i'rnees.~o eli Ewart. - Store in predr dietro il m alato, mettere~ r ultima l"ala nfr'"' dei due indici sotto la carLiloJ:,liue crico~c).., e »OIIC\'are Jelir.atamenle quec:ta carlìla~ine c t'oli es~a

la trachea. PrOC't!$:~0 tl1 Curdarelli. - Applicare la i-'Oipa del dito Jarn urenle al Lub•> laringo-tracheaiP, ora a destra, ora a

srnistra. Il pr ICe<:$(\ di Cal'darelli rrchiama l'attenzione del m edico per"h~-' evitr le cause d'errore che potrebbero da1·e ì baUi ti clelle tu•Ler·te ciel eolio. Nel proce~!>o di g warl, la lar·inge si licne in equilibrio


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RfVlSTA

sulle polpe delle ritta, ed Ewart stesso riconosce che il l'!uo processo presenta un inconveniente che è d'essere IJU&si sempre troppo delicato, apprezzando le dita il minimo movimento. L'autore da la preferenza al processo d' Oliver, che lrasfonna, lendeudo le pot·zioni membranos~ situate tra gli ane!li cat·tilagmei, il tubo laringo-tracùea le in un tubo r igido, e lrasmeUendo cost piu facilmente, all'estremità superiore ove si trovano le dita dell' espi(Jratot·e, le scosse impr esse all'estremità inferiore dell'a orta aneurismatica. 40 li più soveoLi è stata constatata la coesistenza dei fenomeni di compressione del l'ieorrente o del pneumogastrico prima dell'origine del ricorrente e della scos~a tracheaie.

Della congeattone polmonare della. pleurite. - COf'l:'Efi. - (./ourr.al de Médecin.e et de Chirurgie, maggio 189i). La congestione polmonare accompagna mollo spesso la pleurìie con versamento e ne risulta una difficoltà particolare per la ùiagnos• e per la cura : si e soprallult(} esrosti in questo caso 11d amroetlere un versamento considere"ole, quando non v1 lla che poca quantità di liquido nel petto, ed a r icorrer·e ad un inl~rvenlo che, per lo meno, è inutile, se non noci\'O. In una maniera generale, si lro,·a nella nalura e nella localizzazione del soffio un'indicaziOne diagnoslica impor· tante. Il soffio a timbro acuto, localizzato alla ndice dei bronchi, è m rapporto con il versamento; iJ soffio che si produce in lutta l'eslensionè dell'ottusità, che è diffuso e che si presenta nei due tempi della respirazione, é sotto la dipendenza della congestione polmonare. L'egofonia pre:;enta anche certe modificazioni nei :moi caratteri e divehta piuttosto una bronco-egofonia, ma s1 tr<Jva un elemento di diagnosi più facile ad apprezzare negli sputi e nel loro aspetto. La loro stessa esistenza è di già una presùnzion~, e se essi sono bianchi o leggermente tinti di sangue,

Il


MEDICA

85'i

filanti come una soluzione di gomma, la co~istenza di questo segno coi fenomeni di ascoltazione: diventa pressoché paloaoomonica della congestione polmonare. r Si comprende rl'altronde facilmente che questa possa ~imolare l'esistenza di un grande versamento: come ba fatto notare Potain, il posto occupato dal Jiquid.o è facil•oente modificato dalle condizioni del polmone; se questo e condensalo e poco comprensibile, il liquido si spande sopra una larga superficie e dà luogo ad un· oltusilà estPs~. anche quando esso non p•·eseot.a che un debole t<pessore, e si può con facilità, in conseguenza, far dia~Znosi di un versamento considerevole. Nei casi di questo genere si conslalli li soffio diffuso ed esteso a tutte le regioni, ciò che deve t•ichiamare l'attenzione sulla possibililà della congestione polmonare. Però un notevole versamento può coincidere I!Oil lA congestione polmonare; ma io questo caso vi ha inevitabilmente respingimento dei visceri, il cuo1·e per la pleura sinistra, il fegato per la pleura destra: questo abbassamento o re:>pingimento, la congestion~ polmonare, per quanto intensA sia, sal'ebbe incapace di produrli, se essa non fosse con~ociaLa ad un versamento di notevole importanza. Da questi falLi l1i trae la conclusione che se si osserva uno !-tpost.ameolo degli organi coi segni di un versamento, quesl'ullimo è sempre mollo notevole, variando la sua abboridanza d' altronde secondo r estensione della cong~tione che può accompagnarlo e della quale si devono ricer~ re i se!tlli ; ma se non vi na spostamento d'organo, si (:Uò essere sicuri cne, non ostante le apparenze. non oslante la estensione dell' otlusità, il liquido è poco abbondante e la congestione domina. Si devono qujndi fare due categorie in questt casi in cui la pr-ima apparenza fa pensare a:i un graude versamento, secondo che vi ha uno spostamento degli organi o non, e non è che per la prima che è permesso concludere con un versarn>'nlo abbondante. Quanto 1).11' impor tanza della diagnosi della congestione sotto il punto di vista del trattamento, è facile rendersene conto., Se si suppone un versame::Jto ·cti media abbondanza


Rln~TA liRDJC.\

arri,·ato al 'fUJOdice!>imo f'i.orno, e che s1 Yeo:?a a punllerlr>, non \i ~arà incon,·enienle se esso non è consociato a con ~eslione. Se, al controrio, questa ~si~te. essa aumenter A, acclllnpagnando~i tai\'Otla ad una Pspellorazione ::an~no­ l~nla. il liquido si riproJurrà con una grande rapidit~ e sovenli nncbe iu l'iù grande abbondanza. Tah·olta anzi, durante In puntura, sopraggiungono accidenti più gravi ancora, ed t:. nei c·ac:i di que~lo ~enere in cui fu riscontrata l'e!==pettoraztone album:no~n. Il timore che c:opra!!giun!!lluo questi mcidenli non puo pere) far ritarJare la puulura 'fUalldo ve ne c::.a 1' ur:;renza assoluta. Si può allrna r1meùiare a I[Uel"lC') ioconvcnieute togliendo c:olt.anto una 1>iccda parle di liqui(!o. Polaiu ùa dimostratn infatti. con un apparecchio manomPtrico. che gli accidenti non sopra~giun~evano che quando lo strumento seg-na,·a una deprcc:;c:ione di un centimetro e mezzo di mercurio : questa depr e!'»ione intra- pleurAle aspira il polmone nella !'tessa gui!'a ùi unu vt:lntosa e provoca ucciden ti congestivi. Si possono quiudi evitar e facendo u.;:o di un manometro, o in ma ncanza di esso, non estraendo che una piccola quantità di liquido. D'allrondt>, all' infuol'i dei casi d'urgenza, Cuffer non cr ede che !'ia ma1 utile di fat·e una puntura pt·ima che il pet·iodo infiammatorio non ~ia scompat·so. vale a di re prima di \'eot1lrc o "enliquallro giorni. perché, allora anche quando i ~ec-ni di con~e~tion.e polruonare non sono facilmentP percdtihili. f~uestn esi,le tuttjj•ia io un certo gra lo.


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HIVISTA CHIRUHGJ CA

Not e aulla chirurgia del Pancreas. - Emorragie, a1oeaai, oa.ngrena, del dott. XI~HER, méJe.;in major ai Yal de Graee. - Dalla ftecue de chirurgie, l"9t, dal N. l) al N. 12 ).1entr·e in passat,o il pancr eas era il primo fra gli or gani che pareva dovesser o s ruggjr e all'azione del chirurgo, ora la questione dell'inter vento oper atorio nellt~ atfetioni p&ncrentiche ha fa1to la sua s:trada . ed in Eur opf\ come in A.merics ::-i es~>g•1i sce come si cUscute reslit•paziO"le della glandola, l'apertura dei su• i asces.c:i e d-Ile sue cisti. Fitz in America, Seit.z in Ger mania, Doeckel in FranMt scri~se1·o delle emorraaie, ddl'infiamma:ion.e, d~lla cattprena. delle _cisti panereatiche. In tuUi FJUeslì "crilfi pero colpic;t:e ~pe­ dalmenLe 'a confessione J'impvt~uza, la maucanza quasi as~o ! uUI di ùati lerapeutici: occorre dunque studiare i diS"I'dini deiiR secre7iorre pancreatica. la d•spessia, la ~lucosuria patlcrealica, pet' potel' rìcono;::ci!t'e per tempo e combatter e se possibile, coUa cltirur~ia le Je~ioni che le pc·ovocano. Ci1·ca alle emorragie del {lancreas esse po~sono essere J'clfelLo dello stato generale ciel malato, <'Omo nei casi di stasi generale prodotta da affc::z.ioni !!ravi del cuore, dei >asi, dei polmoui, da s trangolamento, da avvelenamento di n'Jorfina finito con p aralisi car diaca . o J.>g~tc l.id una alterazione del sa ngue come nel vaiuolo emorragtco, nello scorbulo, e.cc_ eù allor a esse ~ron p resenlnno inl-r esse pel chir UI·go, che può i nvece iu tervenire quuuòo J'emo!'ragiu do-


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RIVISTA

mina la !'cena ed è la causa degl1 accidenti generali pre· ~eutati dali'iufer·mo. Queste emorragie sono costiluilu o da uno spandimenlo ~angoigno nella rerro-cavità deftli epiploon, o da una apoplessia en~ o- pancrealica, O\'\'ero nuche da uuo stra 'aso nella gianduia e nel lel'suto cl?l ulare ncmo. Riportando nurnero::e osservaz1onì r.porwt.e o riao;:""unte dai '"ari autori cbe si occuparono d1•ll'argomento il ~iroier stabilisce che ù'ordinat'io è in se~o?ttito od un tr»tunali~mo ,•.be si produce lo spandimento !:'IHlg•,igno nella retro-cnvitli degli epiploon; che mancaao osservazioni per precisare la fonte, il punto d'origine di queste emorragit>, :::e prove111enli dalla pancreall<'o-duodenale, tla •Jualche ramoscello della rete che copre la racc.a anteriore llèl pancreas, o dallo !tpeseore della glanrlola stessa, la cui vascolarità è sorprenriente; che la raccolta r·ctro-epiploica può anche formarsi per rottura di una cisli del pancreas o del ~uo condotto escrcttore, che la lesione ~i manifesta colla formazione piu o meno rapida di un Lumore addominale po,to fra l'ombelico ed il margine costale, fra repigastr1o e l"ipocondrio sioic::tro: tumore arrolond1to, più o meno fiulluanle, con risonanza ott usa, separata da quella del fegato per la risonanza dello stomaco: cbe può anene risconlrarsi ohusitA poslerior·mente dalle ultime coste fino all'angolo della scapola, ottusita mobile secondo i movimenti del diaframma e trasmettenti! l~ pulsazioni dei gro.:;si vasi: che i sintomi aculi della les1one sono il dolore, locaiizzato nella re~ione superior·e dclraddoma aJrepigac::trio, t-alora ad acceo;:si, che non è aumentato dall'in~Zeslione degli alimenti, il vom1lo in cui talvolta "l osserva anche del sangue mentre piu Lardi può inso1·gere un rapido di:magramento se non s'ìntervieue in tempo. In quanto ulla cura dalle stes~e osset·vazioni risulta che la puntura aspiralt,·a deve rigettarc::i come mezzo d'esplorazione perché non esent~ da pericolo, e come m~>todo di rora perchè inefficace, ma che per r1uanto i falli ancora poco numerosi non permeltano di stabilir·e conclusioni sicure, pure pul'l ~tnbilirsi fin d'ora ch!j la sola cura poss1b1le slia nelllmte1·vento chirurgico, c la tecnica per raggi un~et•e


t:IHRURt.lCA

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il tum(\re ~i riassuma in una laparotomia mediana sopraombelicale, colla ~pinla successiva dello stomaco in allo, poi dopo ttver rilevato, inciso, resecato o diS!Joslo a velo protettore della grande ca vita peritoneale il grande epiploon, netraperlura oella cisti sanguigna al disopra ùel colon Lr·as"erso abba!'"alo; nella sutura della ste<>!'a parete d1 quella •li e labbra della ferila cutanea •: nell"applicazionc d1 cor.,·enienle d1·ena!!~io che !'i lo.,cia fino alla ~uari~ione che si ebbe 10 quattro su cinqne, t1·a uno e due mesi dopo la operazione. Cliuil·amente é impossibile di1:linguere l'apoplessia in.traparerertlt~a ~ l'infilcra.;ione pt:ripanerec.lica: per la gra,·ilà de:!li acrideuti, e ra~se!'lza assoluta di cura medica ra1ionale sera opportu'lo in questi ca:>i inter,·enire, qualorll la morte non :;;npra~J!iun~a lropço r~tp,idamente. Occorre in c1uesti casi nvere presente la possibilità di errori diAgnostici, la pns!'ibilltà dj confonde1·e l'emol'ra~ia del pancreas con uno Mranyolam, nto interno, ciò che ~i è "erificoto ripctuLamente in cusi operati e riferiti da H irscllberz, da Fitz, da Zahn, di Rolle,ton: o con una peritonite primaria o consecuti"a a _r,erfora:;ion.e dEfCappendiee, come nei casi di Gade e di Cn sintomo che de"e essere rilevato é il dolore brusca mente insorto che i malali nccusono, dolore a caratteri incMlanti dapprima all'epigaslrio cou senso di calore e sd inter,·alli ~>empre più corli, più lar li sopraombelicale, con irraJiaz·one a!!li ipocon.Ir! e riferito dai malati alla colonna \'t:rkbrale, fisso. permanente, ma cnn esace1 baz10ni dopo i pasti. poco calmate dagli opiacei. Si nola inoltre uno stato g•·ave di colasso, con angoscia, r!llfreddamenlo, polso piccolo e frequente, e dopo alterualive va rie la morle accade rapidamente in qualche orn o ul più in alcuni giorni. Gli Autori sono concordi nel ritenere che non si muore per l'abboodauza dell'emorragia, e Tiroloix e Lépine recero esper menti che non portarono perc'1 a conclusioni aueodibilì, per cui dobbiamo confessat·e la nostra ignoranza e attendere da mtovt• espl'rienza e dalle constatazioni anatomich_e la Si>iegazione ricel'cala. l n que~le condizioui quindi lo


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RT\'ISTA

inten-~nt(· chit·u:-gico nc•n r;w)

e"'ere che empir ·o, t! non potendO!=<! JUi applicl.lre Ja rt-gola ~:ener~o~le Jj agire nireltamenle sul punto che da sangue pel numero e l'ori~ine dìYt>rsa d~>i Yasi Lanct·eatici, il C'hit•urgo, aper·to il Y81ltl'e e rialzato lo ::;toutaco, pen~tra solto 11 c )Jon trasver<:oo eJ altra,erso J'epiploon zaslrO-C(·hco. nellll retro-raYita epiploica e nel focolaio ~anguigno e tolti i ~oagulr nel!a mi<>ura possibtle J.,,·e titnita: si a cauterizzare, col termo-cautorio, e tatnponare cou garza la cavità. Gli ascessi ,(P[ panerPas sono l'elfdto di una malattia generale, una inl'ez.ione. come le f... bbri er•uttive, tifoide, intertn:<temi, la seUicotmia, "' allora n~n ammettono l'mter,•ento chirurgico che nel caso l'asce,so p •rsic:tesse come reliquato localizzato è~Jpo ta scomparsa ·ìeua inkzione. on·ero r ìsultasc:e da una infiammazione localizzata della :;rlanJola. e allora sarebbe operabile, ma spes~o sfugg-i..tà al chirurgo che non iot~>rvenenJo ìn tempo vedrà scompar'H'e il suo malato per J"in::;orgere rli una tt•ombosi venosa c:eguila da piemid Glì a~ees:::i idiopatici possono in genet·ale altrtbuir<~i ad una angio-paner.,atite suppurata che si Hìlupperebbe in condizioni i l•ntich~> a flUelle delranoio-colile, favorita anche <iall"ìnfiuenz.a del l'3rreno. dalle tnoJtficazic·ni srn,·ort!\'Oii prima verifìeale,.i nella struttura della glandola. litilisi, de~e­ nerazione gra ...!>a, emorragie int..:t'sliziali: e-ssi possono anche orig1nar:;i o da un'ulcera P"rforanle gastrico o duodenale, oYvero da uou ci'-tt suppurata. La pan~t·eatile c:unpurata decorre con ma~gior o mjnor vroleoza acuta. subacuta o cronica: la prima, che in'<or!!~su­ bitamenle CDn in:en~o dolora ..;astrico d'ordinario in seauito a disordini di .. tetir.i, con vondti, C'On rehbre teggiera, poi con timpanismo e c:eu-.i!• lila all'epigal'trio, brividi, swgbioz.zo, termina nella prima settimana. e presenta il pancreus t•o::.so, tumido ~ semio,,to d' piccoli ac:cessi Ta!ora la malattia dura parecchi~> settimane con emariazione e dep~rimenlo progressiYo, ed allora si ri.,contr'a un solo grand., ascesl'lo p&ncrealico cit·condato da aderenze. ~ella forma cronica vi ha debolezza e deperimento progressivo .. ittero lieve, non febbr~; non dolori, sintomi oscuri di pel'ilouite.. ascite, an a-


CUI&URGJC.\

!'are». co\or br..>nz11l0 .iella peli~>~ all'oulo'-&la si trova un a>-cesso dtffuso lungo i canali glancloltll'l, aperto nella relt·oC8'·1ta epìploicn. e infillratosi nel mesentcrio o tra i fo,.::lielti del "ranùc epiploon; talora il coleùoco cornuuìca colrnsce-;l>O, 0 ~i ha uua lromb. -.i delh1 'ena porta od una p~rilonile zeueralf'. ()alle o;;ser,·aziom r-ip'>rtale t·~ro rii",Jita es;;er~ ancor!l rn olto ìncertt ed iusuffìc1euti i dati :-.u c11i basar·:;i per a,·ere non gia un dill~noE>tico Cl!rto, ma almeno una presunzione sufflcienle per f11r nccottare una lapnt·otomia. Cionnnostunte l'amerl~llO :;cnn, COII:.igliava fili daJ1887 tli inter\e• uire llt!..!li asces::'i pnncrenlici. e pratica va in un primo letnpo una laparolomtu mediana ombelicale, e resr>into in alt. lo ~t·Hnnco. ricercava al pancrea~. manovra non facile pet· le o,dt!renze <lei due (lrza,.i, le comurucazioni anormali aell' '1 t;Cef-'so collo stomaco o il duodeno e il pericolo di spanrlet·e il pu~ g1a raccolto, nel111 grande cavit~ p~r,Lonellle che biso~ .a proteggere acr-uralameuLe: trovata la gh~ndo!a, S•• si trovano ascessi mult1pll, rinler"ento secondo Seon ~arebbe inull 1.> perché mcapace a espot·wr.: tutto il male. e per-icolo,oo rer l'estirpazione lolole. Se ra ...ce:;so o limitato o risierl aUa co.Ja del pan.·reas si esporta la parte malata o ;;i slaùilbce um.r fistolA per dr enare lt~. cavità purulenla: qualora non :;ja possibile sut•trare le lubbro dell11 ferita cutunea adclominttle a quelltJ dell'a.,cesso per la prbfondita, o qualora l'a,.; ·u-.so si sia mflllrato lontano ne. l~s,-uto r.:trvperitoo •aie è razi0nale di cet'C8re con una lunga pmza avanzata il più po-. ...ihile posteriorml!nte e in bas:;o di fi-"are l pu•1to --oLto~utaneo più ùeclivu dell'ascesso, aprire la cute e spin!.!ere di la un drena;;gio allra,·erso la regione lombare e rinchiU· dea·., sopra un d1·enaggio ùi sicurezza le incisiotù anteriort. La eantJrena del ['ancrea.~ risulta. secondo Fitz, da una infial)lmazione piu spesso prolungata dalle mucose •i~ine. cbe da una p~rflrazìun~ delle vie bil ari o ~asLriche, ed è favonla dalle alleraztOni del tessuto glandolare, degeneraZIOne aJaposa, emorragia: nellu sua eziologta i dati principali sono l'infezion~ prupag-ate e l'emorr ugia o altre al~e-

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RIVISTA

razioni parenchimalose pre..lisponenli. I sintomi sono analot!hi ai preceienli, Ol'i~inc imp•·ov,isa. dolore intenso. localìzzato, pers1slonte con esacerbazioni, vomiti, ~pe~so costipazione da far· temere un·o;otruziooe intestinale, talora dtarrea biliosa, ilteN raro e leg::tero, febbre spe.,so ele'"ata. Le complicaziom prouabili :-ono la piemia, la peritonite generale, rinfiammazione ~n,:rrenoo::;a del diaframma con pleurite e pericarJJte, ecc. L'Autore c• la due oc:coervaz10ni con esito cii eliminazione 1lel pancreas cungrenalo per la via intestinale, ma dirno!<tra con moll~ altre come ò'ot•dinario la morte inter,ienl! io un periodo che varia da pochi gio1·ni a qualcbe mese, qualora non si iolP.I'Ven!.!a attivamente e l in t.-mpo. È invero p1·ecelto chirurt:tico di aprire quals1asi raccolla purulenta e a pni forte ragiorle una raccolta putrida, appena riconosciuta. l n r·ngione nnche della difficoltà della diagno<:;i ·si può propOtTe la laparotomia e&plora.tiva appena il quadro clinico p~>rmeLtn di sospettare la lesione dùl panrrea~". Aperto il ventre si ft1 la ricerca della raccoiLa pr ofonda, il che anche non ,, racile, e riconosciutala, si ap:-e, ~i di"inrella e se ne fa il drenaggio. Agir e per tempo è una dellA piu 1rr.portanlì condizioni deJ successo. RelaltvarneoL.- t1i lumot·i ammette nel pancreas delle cisti, dei tumori ci<:ltc • e dei tumori solidi. L'autore sembra ammettere l'idea esposta ùall'Uarlmann: non essere es11lto attribuire, come <:i fa comunemente, la proJuzione delle c1sti paucrealichc all'ostruzione del canale di "'irsuog, o di un suo ramo, ad un gou1ito da c;pocot.amento del pancreas, o ad una retrazione cicatriziale: "imo.,tra con numerosi esempi e osser.,azioni che !"l r1trova invece una serie completa di allel'a.zioni istolo~iche clall'epitolioma il più benig:no al neo!Jiasma che si generalizw e :;i cliffonde a!!li organi ,jcini. · Le cio::;ti ematiche e le purulente sono st~te osservate, 'ludl~ idatidee sono rari"sime: 1uelle semplici per rilenzione, Hartmbnn le nego, Cruveilhier ne c1La due casi. Come conclusione slauili<:ce che il clinico deve cercare Ji differenziare lo. natur a henigna o maligna di l~tli turnoti: be·


CHIRURGICA

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nigni. arnmPllono il semplic~ drenaggio; maligni, richiedono resllrr azione. studian"i con chiarezza i rapporti elle può assumere e p1·e,.;entnre il tumore a secondu cb~ s1 ,;ping-e dalra r elroca· vilu epiplo1ca o Lrd Lo stomaco in Alto e il colon che viene a!Jba'lsato, che es~o tende a discendere nel piano inferiore de!J'addollle, o nei r·ari casi in cui ~sso si avanza lra Il regalo e In piccola curva dello ston1aco. Uu dnlo anatomico interessante assai solto il punto di -çH~ operatorio é, pei tumori e per quelli cistici specia,lmt>nte, il :truùo di aderenza coi tessuti circosta.nli, aderenze talora invincil>ili e che possono render~ il tumore inoperabile. P el Lra.llamento, secondo Boeckcl furono impiegati nei tumori t'istici ciel pancreas: la puntura; il processo di Recamier; la laparotomia, seguilH dall'incisione della cisti in uno o <lue lampi, con sutura a drenaggio; ioline l'estirpazione. Si rigettano senza discussione i primi due metodi; il Lerzo è pure condannabile non essendo piu un metodo operatorio tJpU'epot.:a nostra. Il piano di cura da seguit'Si, secondo l'autore sarebbe il seguent.,: {o E"•' guire la laparolomia; 2° Melle•·e a nudo il tumore cistico dopo divisi success!vamente gli strati che la l'icoprono. ~~o Pungere la cisti con Lrequarli aspiratore e vuotarla; l° Chiuùere il foro della puntura con pinza a pressione; 5° Esplorare l'addome solto il punto di vista delle ade· renze e dei rapporti del tumore cogli organi yfciui, se le aderi>nze sono supel"abili il tumore si peduncola e si esporla; in caso contrario si escicie quanto più si potrà della cisti. quindi o si sutura ai legumenLi ad.Jomioali i margirii della IJ.l'Oca residua, ovvero l'i chiude al da"aoli di essa il rogliello parielal.: po:>teriore Jopo aver stabilito un gro~o drenaggio aUraverso la regione lombare sinistra. In una slatistica <li 50 ca!:>i operati, si rinvengono 41 guarigioni, e 9 decessi, di cui neppure uno per shock operatorio, iallo soq;rendenLe in vi~Sla ùei rapporti del pancr·eas


HlrtST.\

col ple..!<o ,.,olurc f! dr.lh HuporlltrlZ8 dtc ce!'LP. teorie ùanno

a 'JUe!<ln ··ettll'n slmJ atico. Tumf)rc :solidi tlcl l''lflcrcal';. -

~el paucr.:a~. ~lira lit': ù1ce t:he lo l-Cirro f· la r..rma p.ù fl•equenlE-, ma che vi ~i ra::.coutra pure il car.:i:10ma, rf'p!tel•o•uu ·cilindrico, il carcìnnm& ci. lin.lraco, 1\:ncoraloide: una i>Lr.l:~ti ·a citala lcl Se,;rè di ~.ti ­ ln::o, dar,.hbo ~u cir.::a undic1miln Aul )J•i'ÌO 1:32 tumori pnncreatici. Ln ù•--linzione ·li Luwor( lte n1gni n mali;:::-ni del pancreas è d' •mporlAnza -.econdaria, poicbò a loro malignità oou <IJpentle unicauu'lll" 'lalla lot·o natura, ma dai peri ·oli 1'8~10 uuli {ll~l dbordllli ruuziuunli t.he risultano unicamente daUa loa·u :;c.!c nnaloJUieu, o d01 IOI'O rapporli co;J;Ii organi vicini; Al'lln-.nn <!ice non e:;~e•·-.i alcun organo cavo della r·egione ~upo•·•oro dell'uddmne t•he non sia ~talo profondamente all11· ralo nella sua ~l.t•utlura e nelle gue funzioni dal cuncro del pancreas. Qu~~:~li lumor·i hanno f.ti'An.1is8ima tendenza a diffondersi e generalizzarsi, c cio conlribui«ce a far dubitare della legil· timitù dei lenlolivi ùi cura rtHiirale. lnoltt·e appena)! tumore ha ac11Uh•lalo un ce•·lo volume, non solo può confondere il suo te-.!'luto ron qu~llo delle pareti stomacali o duodenali, ma coulrae pure n•lerenze col periloneo, il mesenterio. l'epiploou, la ,-e"cichelta hrliare, il colon lrasYerso, lu au:;e Jell' iule!'.lirto lenuf!, o infine coi gro""si vasi, da cut emergono pet'ICOii operalol't che é superfluo accennare. T alora. raramente, 1 luroori solidi del pancreas ..ono in principio ricono"riuli alla pnlpazione, ii più spes~o '"S.."'i -.ru:;r!..'01111 alla C"ploruziouc, •'J il chirurr;o Jew~ ~:-care net sinl.otni ruuzaorush dR lot·o Jli'OH)..:ali le indicazioni dt un interver.lo U.ulc• più pruhallilmeute utile quanto sarà piu pr•ecoce. C:rca la r.ura rRd kRI~ rue.Jiaute l'estirpazione dellumort:; Malteuh drce non e:;.,ere ancora posl"ibile Lentarla con probabilil8 rli ~urc~l':>n, uon parla :neppure della sua po~:-ibtlilà. Si ··ono~r.ono in lutto tre soli casi di lr~ntalivi di questo gcner·o. Cu·ca la curu sì11l.omutica, la !'Oia possibile e lemporfii'Ìameule dllcace nello ;:;Lato alluale della chirurgia occorre di·


CHIRURGICA

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slìngue.re i disordini funzionali p1·ovocali dai lumor1 solidi òel pancreas in due cafegorie: 1o atcidenri di ostruzione infe:stinale; ~ itrero. o in termini più generali. }cn.oltteni di ritensiorte biliare, consecutivi alta ostruzione ciel coledoco. per rostruzil)ne duoàenale si propone la (]((8/ro- encoro.çtomia, e visto il crescenfe favore con cui essa é accolta pres"ntemente si è autorizzati a raccomandare questo in tervento palliativo, insistendo però nella necessità che s·a molto precoce. p ... r ro,:truzione delle vie biliari si può tentare a seconda dei ~asi la coleciscostomia e eoledocostomia, la colecistencerostomia e coledocoenterostomia. Mentre per l'ostruzione calcolosa del coledoco d'ordina l'io la vescica biliare è ratlr.a lta e atrofica, invece nelle altre forme di ostruzione essa è dilatata ed ectasica, ed é in grazia a <fUesta abituale dilatazione deUa vescichetta biliare che è pos!'libile chirurgicamente ri~tabilire il corso della bile sia all'esterno per coleelstostomia sia verso l'intestino mediante eolecisten.terosiomia.

!\umer·ose osser vazioni r i12orlale dimostrano come quest'·ultima sia da preferirsi alla prima operazione dando come resultalo una più lunga sopravvivenza del malato fino a parecchi mesi, ed un sensibile miglioramento nelle condi· zioni g-entrali del malal{) durante questo intervallo. Infine viene riporlala una anomalia nella conformazione del ~,>ancreas. la cui testa aumentata di volume circonda come anello la porzione discendente del duodeno che resta più o meno strangolata. Tale cattiva conformazione detta pancreas anulare fu rar amente segnalata. noo venne riro · nosriuta che all'autopsia, e se percepita ulla palpazione durante la vita potrebbe indmre m errore facendo supporre un neoplasma, un cancro al piloro.

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RIVI "T A

Oaaerv&$10nl proprie sopra. gli aneurlSIIll delle estremità. e del collo. - (Cenrraùlatt .ltir C/11 ,., N. ·15, l fii).

BILLROTH. -

lo una conr'erenza ltlta alla sociela dei medici ù1 Vitnn& Billroth riferì le "U"' numerose o~sen·azioni sugli aneurismi e sul loro trtltl!un~ntl). 'opra ~;.OOO maiali o~scrvati nella ::.ua clinica nel p.-riodo di :32 anni se ne contarono affettJ da aneurisma alle eslremitit e.l al collo: 2~ uomini e 2 doune; 15 aneu•·ismi erano Jnlubbiamente di ori~ne lraurnatica, solo 11 appartene,•ano ai cosi detti aneurismi eopontanei. L& rarita di questi ultimi alle ~trernilà ed al collo SI \'ede au~ m~nlarsi note,ohn~nte qu·mto più si pren1ono in considerazione le loro condizioni anatomiche. Di 1l aneuri~mi apparentemente spontan(,!i riscontr~ti sopra 10 individui, apparler.evano all'arteria poplitea (in un raso l'aneurisma era bilaleralof') due 11lln carotide, una alla succlavia. Soltan ,.;apra due pazienti BillroU1 potè con certezza constatare e::; tesa aL~romosia; in ~elle casi di aneurisma popliteo "POn· taneo non e;:;i,•e,·a oteroma~ia delle arterie. Blllroth è di parere elle unA ceJ•ltt debo1eu:a inJ ''iduale t.lelle pareti arteriose intima e me ìia) ,ia surtìciente a delermmare de scenze dapprima lunilat~, h seguito grandi, delle p~reti arteriose solto l'inJluPnza d• mo,·imenti ripetuti. AnatomicaIuer,te questi aneurismi non portano il carallere dell'an·wrisma vero, ma invece quel1o dell'aneurisma lraumetico o sput·io, del \'ero ~matoma at·tcrioso. In b:~se al'e sue o!'eoervazioui B1llrotb stabilisce i t=:e"uentt principi pr~nJendo 11er e;;empio tipico l'aneurisma pophteo. l) L'anel!ri:<ml\ poplrleo !'i comporla nel maggior numero dei ca""i come un ematoma arterioso anche :.~ esso & m~orlo spontaneamente senza trauma. t) Percio es:o è acce.ssibile Rll'operazione ra licalt' secondo Antillo "Pecialrnt>ute !'e non e oncora troppo \'()luminoso. 3) Con ciò non Yi é Ja temer e, se l'arteria femorale non da al t?-tto una spet'lale rigidezza, che il sacco si presenti cotne l'interna :<uperfìcie di un aneu risma aortico c.la ateroma.

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CBlRCRGICA

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pure che rarlerill in "\:ÌCÌnanza del ~8CCO aneUrismaliCO op.

.,j mostri ateromntosa.

~ 4) rerò l'arleri<J per- tutto il suo d..cor sn nell'interno del -sacco è ai solito rammollita, cosieh è dopo la legatura in fJuell~:~ sua pOt'tione msor·gono pt>r lo piu emorragie secondarie. 5) Perci<ì l'arteria si deYe allaccitll'e in urt punto inter namente alle pareti ùel sacco lontano dall'apertura, oppure .all'esterM delle stesse pareti s.:>pra e sott0. G) t;n agglutinamento delle pareti <Jel vaso per primaTO non è da spararsi; la porzione interna delle p!ireli cade oer· necrosi. Una estirpazione Jefle pareti del sacco non é ntces-

-saria. i) Si omette di suturare cornplelamente la ferila la qua' e .guar1sce senza accidenei riem piendola mollemente con ~arza al ioùo(ormio e trattando!a in seguito colla emuls!one di io· -dorormio in glicPrina. Egli tratta in fine degli effetti e dagli insuc0essi cleliA cura colla ~m pressione.: L'effetto di que:>ta terApia con ,i ~te nel fatto che si farmano nel sacco aneurismatico dei coaguli, ma resta -sempre un canale per il quale il sangue coolinua a passare. Il grande cvagulo si raggrinza sE>mpre più e si relrae su ~e stesso, di,enLa compaLlo ed aderisce solidllmente alle pareti del sacco. Sembra. slaoJo ai r eperti anatomici, ehe la circolazione co~laterale negli aneurismi in cui si é otLenuta la trombosi, non si sviluppi mai tanto ùa ba~lare a nutrire le parti per!l'èriche, ma che invece la circolaz1ooe principale si faccia sempl'e per mezzo di un canale che corre in mezz.o -al tl•ombo stesso .

Alounl sperimenti snlla compressione cerebrale. - (Central&latt fii,r Chir11.rgie, N. 18, 18fli).

.At..:DERT e ScH:>;tTZLER -

Le p1ù recenti esperienze cliniche e fisiologiche su questa .. ..::ondizione morbosa avrebbero riYelalo abbastanza eh.iari e -determinato fatti da scalzare alquanto la vecchia teoria, cioè quella di Bergmnnn; e tali spet•imenti merrttmo tutta l'alten -


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klH:!>T.\

ziorHl dei pralic•i henehè non !'\Ìano ~osi completi .!a meltercr in grado di 1'ormnlar<>, in bac:>- ad essi una nuova dottrina da :::.oslstuir-;i all'antica. Q•J e~.i fatti emer<>ero in parte, dalle osser,·azloni cliniche del menin~oc-el,.., J<>lle emorra~ie Jdl'arteria meningea Ultldsa, delle t•·apanazioni. ed in pa1 te dagli stu.Ji esperimenta.i. Si é dello e ripetuto rhe lo '!'vuotame~olo di un meningocele l'alto colla pres;;ioae provoca r~nomeni eh compr~sione cerebrale. P.-rn AILert non potè mai constAtare qne~lo fatto e~cell ualG che n un cn,o. In que;;;to unico caso era'i eontemporant.-a~ m~ nle a nelle idro:Pfalo, quindi uno spostamento delle vie di ddlus~o del liquo1·e cereiH·o-spinale, e nello stesso tempo una c:p:·oporz1one tra le massP. d.-l liquido comprimente e del een·ello cnrnpres><o, spNpOI'zio:Je in s1àvore di quesl'ul -· limo. Que:-lr' 1l11e c~ondizioui du\'6\'S.DO facilitare J' insor~e re ddla compre!'l''lr>ne cerebrale nel senso di Berf!mann. A nelle Koclte1· riferisce ~0p1'a risuiLaLi incostanl1; egli non potè pt•ovo<'are l'enomeni di comprt>~~10ne m un meningocele che !'i la_,,.,a,·a vuoLare solo lenlamPnlè: A.lbt>t·L c Scbuitzler c:pie!:!ano quec;to ft·uomeno eiJII'ammelle r~ eh • appunto Il liquiùo si lascia spl'emere !'olo per quel tanto cbe trova de ~ llrJS"O in altt'i punti della cavità de! cranio. Gh autori hanno 11101Lre compr~sso dirE>tLamente il cer·v&L~o in 1111 ammalttto che porta\'8 una vasta perdita dt pare~ cranica e non , .• os,--1·var0c:o nè d1sLorbi psidtici n~ ralle •lamentn ùel pol:1o. Sono mollo piu chiari e eonc't~<lenti i falli òell'ossenaziona d111iCR ed i l'ep•·rti uee1·o;;cnpici dell' emor•ra~1a dell'arteria me:1iugea me.lia. Gli autori eerl'8I'OIIO di pro,·oearc ed imilar~ nrlillcialrnenle questi fatti nei loN sperrmeuli inlt·oducenda p. e~. una grossa spugnA nel cranio d1 anìtuali co!'at·izzali, oppure un pallone pieno ùi aequo e mumlo ùi manometro. Gli autori rmscirono anzitutto a dimostrare che il liquore cerebro-spmt~le sfu,.rgd e cnn forte eorreute allraver!;O le guaine linfatiche che circonùaao i nervi cerebrali tosto che venga ese rc1tata uua pressione sull'encefalo, e questo dimosll'arpno introducendo una ca11ula a ppositamente c-ostruita


CHIRl-RGICA

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uella guninn òel ner,·o ottico. Essi con cio confermaroM i

rJcullati ottenuti da Halkenheim e da ~anuyn secondo i uali il :rrado ùi rra~sorbimenl1 del liqur re cresce noa in

1 rappor to crlll8 pre!'<:·non~. . . . . I nterc~<>ttva inoltre sc10gher•e rl que!"rto ~e ti cerv ello ,·tene spostal•l dulia pres-ione, se ~:-;<>o si spo,.la ver;;o Il ~r!lnde foru m ... Che lu ccJ:o:a stia real.nente cosi fu pro vato col per. IiJrnr·e cnn un a~o lA membranrl 11tturatoria po<>ta a uud l e l e:>en·ilando sul cervello Ul'tl pr•'"sione mediante il pa'lone; rmdinuJ.ione tlcll'a~o dimo~trb lu locom l~inne del c~nello ver"" l'ot> ·ipìlt'. Que«to m0\<ltnl'nlo si puu \eder e an("he di reLtamenle dh·rdt•rHlo la membr·ana ollura loria . Quindi gli aulo: i rivol~er<l lo loro allf'nzione sul m(ldo cJi comiJorlnr ::;i d1-i Y8"i !:'llii!:Ui~ni ddla re!! llle cerebralu •111' ll<~menle compre;:«a, t• i:t ;;~!!uiln onche 1 \S:;i delle nll rc re!!'ioru. E-<>i rntr·oùuo:~at·o una t·nnula m·lin vena jngulnrc• C> n()tw·orro la velocità tl i •le1lu.:;c:o tlel S>l!l~ue. Se !:=i o~t-r·r.rLa una pre~­ s,one ~ul Cét\'CIIO rl "-8U!:UC s.rocciola dnllll jugulart• IIIOilO 1 iù prec:unnenlP, m .,.,gurto pm Jenlarntwle che io slalo no: male. (• r· rtan•.o :Il tntt""'imo ~trado la pr ·-l!ione 11011 c.le lluisce p111 Se ,.j sc•spenùo improvvisamente la pr e"'.,;ione "'alto fuori rl sungue che per·ò in scguilc> t•itorna alla !' 118

ordinaria 'clocilà d i defiu...i'n. Il sangur ve noso a l un sue ...ott.o lu 1 rt:ss:one viene l'pinto oltr-e conre rl li JUido cer·ebt·ol<pin&l", e.! anzi \'iene !<C8CciAt'1 altreUanlo !'»ngue t' più Ji•JUOre, che lit.ruiJo iniettato mo•drante il pallone. Se !'i lien conto delle oscillazioni della pressione c;unguigna c:i hu nno i ::,eguenti ri.:.uJlali; le vie l"ilnA"uigne vPngono cornpres~e. ma Jn circolazione sanguign6 eri egualmente la secrezione e rin««orhìmento del li•fllOI'e dipenderrli del ci r colo con-

tinuano fin tanto che la p r "'"'"ione songutgoa che

cre~ce

C·Jlia pre~l<ione sorpassa quella del pallotw. ma se invece questa prevsle sulla pi'CS<>ione sanguigno la cir colazione si !>òS[•CDde.

Tra i va~i, sono !"enza dubbio le vere <JUPlle che ''tmgono cnmpre::.:e dapprima, p,.r,.h(· in esse vi c la minima pres~ione. ~<~i capillari pr·evaJe poi la stasi, e non l'anemia come insegna la dotlt·ina di Bergmflnn. Praticamente poi am bedue


, RIVISTA

queste condizioni hanno una stessa conseguenza, perché nella slasi capillare la provvista di ossigeno per il cer,·eJio diventa insufficiente come nella anemia capillt.r(>. Trallasi appunto di quella condizione del cervello che da Geigel fu chiamata adiemorrisi o irrigazione snnguigna manchevole. La compressione del cervello costituisce dapprima uno stato locale a cui fanno riscoutro i sintomi clinici di paralisi controlaterale. Col crescc?r·e della comprel"s ione, cresce pure dapprima la prèssiooe san~ui~na, forse per imlezio:ne del vago in seguito a i;posl.llmt;nlo del cernilo, e fJue!':.ta pressio11e mantiene lo slalo chiam11lo da Geigel eudiemorrisi del cer vello. Se la pressione sanguigna é l>Overcbiata dana compressione, allora insorge la endiemorrisi del cer""ello e con el'sa vengono j11 scena i sintomi della totale pressione del cervello.

SIEun.. - Trattamento ohirurgloo della rottura. della vesole&. - (Brit .•\1ed. Joura., ti marzo 1894 e Ri.c. di chir., r<1arzo lS9i).

n Sieur mostra con statistiche che in ~~>guilo a•l inlerveDlo chirurgico la morl~lita per roLLut•a Lt·aumaLica òella vescica ' f! disce::;a, negli ullimi quindici anni, dal 90 a circa il M&/•. Di 18 casi Iii ro.llura eslrt;~peritoneal(>, LO guarirono e 8 m<lrirono in se~uito all"operazione. Di 3i pazienti in cui il rivestimento perilon(>a}e er·a st..tto compre-'SO nella lesione, 1 i gùarìrono e 20-morirono in se~uilo all'intervento cbirur~ico. I risultati sarebbero forse stati migliori se J'operazione fosse stata eseguita più per tempo. Le tabelle del Sieur mostrano ch13 i casi pitt gravi sono quelli in <:ui la rottura della vescica è accompagnaLa da frattura del bacino. Dai risultati otlenu~i dall'opPrazione devesi conchludere che essa deve ese~uirsi in Lutti i casi di rottura vescicale qualunque possa esser e la fMma della le~one, a meno che lo shock non sia intenso e l'infermo ridotto in condizioni disperale a causa dell'infiiLramento urinoso e della conseguente uremia. L'intervento dbv'essere prO'nto, specialmente se si tratta di rot-


CBJ 8lJRGIC.\

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tur& iutraperiloneale associata a frattura del bnciuo. L'mdugio puo solo essere giustificato rlalla incertezza della diagno!:'i. Il corto periodo di tempo, in cui il chirurgo può intervenire con speranza di bel successo è, pur troppo, caratkrizzato dai stnlomi d'una semplrce contusione. A .l o..tnì modo i se!l;uenll c:arebbero i sintomi r-ilenuli come essenziali in ca, o di rollura della vescica; un dolore speciale avvertito al momento della lesione; raffre<idamenlo della superficie del corpo che persiste CfUalche tempo: imperioso bisogno di orinare, cl10 il paziente non può soddisfat·e; l'assenza d'un tumore al disopra e dietro il pube ed anche l'assenzà o la presenza di poca ruantità, a·urina in vescica. 11 c.lteteri.:;mo, benche di mollo 'alore per accertare resistenza e la ~ede della rottura. de v· esc:.ere folto con :!Tandissima precaulione. S(> l :,llllOOOI indicano CÙiEramenle )Q rottura inlraperilolleale, deve:;i subito eseguir e la laparotomia mediana, satut'are et•metica rnon Le la vescica e s ~ occorre, sta bi lire un drenaggio della cavtta addominale. Nei casi di r oltura:estraperiloneale, il chirurgo può scegliere lra il ta!:lio sopra-pubico, l'mcisiooe dt Trendelenburg e Ji Helferich o la siotl~iolomia. :\tli casi in cui es1~le dubbio sulla seJe della rottura, il clmur~ comincera con una io isione medtana ùella parete addominale: ti per itoneo sorà risparmiato per quanto è posstbile. Anche uc:-i casi di rottura estraper iloneale la sutura nella ,-es.cica dev'essere prefet•ita al dt·enaggio, del quale si fa rà uso •Juando non ,. possibile cùiudere con punti di sutura la breccia Yescicale. In queslt casi, il dr~naggio verrà fatto con un tubo che Sfrisce da sifone e con un catetere tenuto a permanenza. Il catetere a permanenza è sempre da preferirsl al cateterismo intermiltente. G. G. NtEBERGALt... - La lesione della vena femorale oomUlle all'arcata di PuparzJo, suoi effetti e suo trattamento. - (C~niralUatt fur Chirur'.lie. N. 17, 18!H.

E noto, come per lo passato da parecchi ed aatore,ohssil}li c!Jirurghi In teg11tura della vena ft:morale comune in alto (sopra la pr·ofonùa femorale) fosse considet·ala una ope-


' lUHSfA razrcn,~ in pat·Le molto pt!ricolosa. m parte insurficieule lJer-

•lOtniuare una eruorra!::ia. "' Brnune ,-n'le dimf'<>trarc chu

orrlinariamPnt<: pt>r t>ITdlo d••l ·azio•:e 1ìelle n.hole vtmO:c-6 non e-.bta alcun circolo venoso collater<llc pres~o la ,·ena t'ernorale comune. e tla ciò ,·olle JeJurt·.. cll>! o.mi chiu<:ura r~penliun tlcl vaso ùo,·e«se nece;:sariamer.t~ conJurrc alla <:la<:i e alla uanl::'renn dell'arto. La•t!!t'nbeck rac ·omauJavtl inoltre in pr!rna linea ruUaccia ur·a Jelt' arteria ìem"'rale alla ~1uale "-econdo ti btsog-no d.-,-ve' A sucndere '(uella della ,·ena. Ora la ~tat•~hcR dinica raccolta da'l'autore su tale srlo{Ornento ùar ..bbe im·ece <1 conoscere cht> l11il JoUrioe non -.j p{b"""o >:o,..lellere; e che ptullosto la legotut·a della v eu a già propu~nnta da Ruc:e, ~laas. Bertimann, Braun. L o...:!'leu .. onn è 1111 !!t·tn·c allo operatorio mentre che la ~imullancn allaccialu ra uelrorleria pr e;-enta i p!u seri i pericoli. Il materiale in appo~gio di questa tesi venn~ ~sposto sinollrcamrnt~ in tante Mr·ie di casi di cui la prima contiene i cns~ Ji isulora aUacciaturu delia vena (:15. dei quali :!:> per le::oione dd la vena du1 ante e<:porlaztone ,,j lumor·r e IO per· tra urna accidt!ntale) tlll?nll·e la seconda serie si riferisce alla simul taned l~'!.talura clcr due ...-asi, arler·a e veua. l2 k casi e preci~ ;;amente W per fertta di vena in seguito aol operuzione ed s per trauma. :\ei primi a:i <'8'-'1 ~.-~ui una "S01a volta (2,'! <>/o) la gaa- · greon: uegli altri 2i- illvèCè H volle (58,3 °/o). Con ciò :-esla a--.o lato cllé l'ullacciatura .el a ,-.-n~t, contrariamente >li lim,:-i di Br.. unB non ~ qua<:i ùi alcun pericolo per la circoluzione tlell'e<>tremitu. ma che per t'i"tabrlir"i il circolo col aterale venuso è in\·ece di una !:rande im;>orbmza ìl non tnter·rompere la circolazione arlet·rosa. L'interruzione ,Jet cit•col 1 at·terìo--o qu•ndi non solo non è Ja consì;l•arsì ma da evitor--i ad ogui costo. La spiegazione dl?l ratto clinico non è Jifacile. Perchè SI f11Ccia libet·o il cii colo collaterale fa d uopo che n t'l territorio ,·enoso in qu~slione (vena profont.lo. e <.:irconft~ssa 1lel femore, vene del bacino e del ventre) le valvole diventino incapaci di completa chiusura, e per ottenet'e questa insufficienza si abbiso,!ina di un certo aumento di pressione. Kegli esperì-


875

CHIRURGICA

menti analomi'!i colle iniezioni, arJ t1tlenere questo effetto è occorso un peso equh·alente ad una colonna di mercuri~ 0 ;-:ci!laoLe lra i 10 e 18J mm. Nell'uomo vivent~ è precisi· m7n:e la pressione sanguigna data dall'at·leria, elle provvede a (tJe3lo bisogno. A questa spjegazione corris;:>ondono le ossen•azioni cliniche. I primi effetti dell'allaeciatura della vena. lasciat.a pervia l'arteria, sono fenomeni di slasi (cianosi ed eJema). Quesli sintomi però si dis"ipano coli'aprir~i del cir.;olo nelle vt-ne collaLcral•, e in alcuni casi essi non perduraròno che poche ore. La sospensione del l"arto aiuta in modo opportuno, come im:egna l'esperienza, la formazione del cil·colo collaterale Yenosr). All'incontro il frequente insorgere della gangrena Jopo ailacciatura di tulti e due i Yasi si spieg-a pensando che it trasporto della pr essione arteriosg sullo via delle vene~ necessa ria a vincer~ la resistenza delle valvole ci viene a mancare, .poiché ne é eliminala l'ener gia arteriosa. Natu ralmente per il trattamento delle ferile ùello vene non s i deve fM assegnazione esclusivamente sull'allaccialura, ma benc:i, nelle piccole fe-rite. devesi tAnet·contoanchedell'allacciatura laterale, del lamponameob,della sutura, della pt·essione con pinza a permanenza. Per ed la re la gangrena è inoiLre gio,.e,·ole il da r esito a lutti gli slr-a,·a~ intP.ratiziali, ed ~nvere Lutlì quegli aUi .cbe sono suggeriti dall'idea di d~p,·imere la pressione arteriosa per combaltere la supposta mina~cia di gangrena. quali sarebbero la compressione immediala dell'ar·teria dopo la le::-atura delia vena. l'allacciatura della aJ·teria femnraiP- superficiale, secondo Pilcher, de\'ono consiùerar·.si èome ir•razionali e dannosi, perché se i fenome.1i di slasi s ono per sè non minaccio~i rappresenta no piuttosto un conat0 della natura per ,·incere gli ostacoli

della circ.o1azione.


876

RIVISIA

REcr.~;c:.

Trattamento del gravi aohiaooi &me ntt dl membra. - (Ga::ette des 1/òpitau:r; e Centralblatt fiir clttrurgie, !\. l!J, l 9t.

Nelle .uravissime lesioni di membra, come quelle prodotte spesso dtt accidenti ferro,iari, Ja maccllint>. ec<'. Reclus erede controindicate le or)erszioni primarie (amputazione e disarticolazione) e c1n per d1'ersi motivi: Aozitullo, e~li dice, e conlroinJicata dallo shok il IJuale in causa dell'operazione si ~~~~ra ,·a; in seconJo luogo è impossibile ne1 tessuti d1 fresco schiacciati di~tioguere quello che é a'ocor vitale da •JUello colpito da mOt•te. Perciò verso tali lesioni bisogna procedere più. che e possibile conservaliva mente. In ()uesli casi l'autore s'attiene ai seguenti precetti: Il ferito é iuvollo in panni calùi e riceve una iniezione sottocutanea di csfft!ino, tli elete o tli siero artificiale. Quindi la t•egior)e fe1·ita vieue accuratamente disinft-ttala, il che si fa con energiche in·Jgaz·oni mediante acqua sterilizzata che deve es!:'ere molto caldo (51 graùi). T ulle le ravilà Jevono esserù pulite; l'alta temperatura del li'luido hA un tr·splico:: vnnl.8ggio, cioè di arrestare remort•agia, di di!':mrettare e di risCAldare. Fatto ciò si riempiono J tutte le cavitil e seni accessibili con garza al jodoforrnio e con garza. inlr•::;a d1 pomata antil"ellica (acido borico, anlipirina, salol e Jodo(ormio e..:c.), finalmente s' in,·iluppa tulla la part~ con ovalla. Uopo t1·a~corse 'lualtro seiLimane SI trova comp1uln naluralmenle la separazione delle parti sane da ()Uelle morliticale ed ordinariamente non re~ta che finire l'amputazione eventualmente indicata c.on un colpo di sega. Le parli molli c.be :-i trovano in ,·ia d1 guarigione cicatrizzano assa1 sollecitamente. Egli appoggia questi var·i precetti colla r·elazione di due <lsser,·azioni ùi fl!ril.e dei piedi e ddle coscia in seguito ad accidente ferroYiario.


8i i

CHIRCRGICA

STF\'E:-;c:o.s. - Nuovo t lrapa.Ue fèbbraio 18!l4).

(/~rit

.\~eri. Journ,

J7

11 doll '\V. F . Stevenson, tenente colonnello m~dico, prole--l:ore nella scuola di meJi.:ina militare ù1 Nelley, ha fatto cMtruire dalla casa Arnold and Sons di Wesl Smithtield un tira palle il f]Uale anebbe i se~uen li pregi: l) puo pae~aro> attraverso il canale delle ferile proJotle dal pro1ellile >-enza t'a usare inutile distensicmo e !"enza ferirne le pareti; ::?) offre lPnace presa al proiettile, sicché il chir urgo é in !!l'ado di U"are la forza necessaria a lla sua estrazione; :3) che .,uantlo i tentativi di presa falliscono le b1 a nche non pos!'Ollo olft.~nde re i tessul1 e ~) che gli anei!J non !san bisogno d1 e><sere m6l lo allontanali l'un dall'altro a ffincllè le branche ortèrrìno il proiellile. Quando è chiusa la puntR del tirapalle c ottusa ed è certamente più piccola di qualunque canale prodotto dai proiellili moderni. l tirapalle che sono CO!>Lruili !'UI principio della pinzetta comune hanno l'inconveniente chè le parli molli nelle vicinanze del proietlilt:l possono esser e ntfe1·rate dalle punte acute di es!<e uoilameute al proiettile c:tesso specialmente qnando i tentativi di pr e-.;a tlel ptoiellile son falliti. G G.

Lll'l'". - Legatura della carotide esterna. - (.trch J. Min. Chi r ., Bd. 42, H fl. 1 e Bra ••\feti. Jottrn .. 1~, settembre 1893).

L'uutore ha raccollo 130 casi di legatura della arteria carotide est~rna, in 12 dei quali es~a fu legata da ambo 1 lati nella stessa seJula. 111 :3::? ca~ St>guì morte, la f]Uale solo in 2 r11 causata dall'operazione s tessa. In entrambi il trombo si esteno1eva fino alla car otide comune f' olt-tle ori::rioe ad embolismo cerebrale. In 10 ca;:;i, in cui l'operazione fu eseguila per arre~ta ra una profusa emorI'S~ia, Jo morte fu il risultato della per Jila di sangue e del conseguente collosso. L'aulor~ t'i tiene I[Uesla operazione pret'o •( i bile a quella della legatura della carotide ccmune in quei


8iX ca~i in cui l'una e l'Altra sono indicate. Il primo procedimento é mello fatale nei suo• risultati, tanto che possonsi allal'c:iare contemporaneamente le due caroti J,. ~~teru<> senza molti pt>ricoli. Di norma, lo. legatura della C8rolide comune <leve es~'<erc r iservata a quei casi in cui il chirurgo è spinto da una g rave circostanza: uu·emorra~ia, p. ~ .• la fJunle non 1JO!rebbe e,-.~ere tralto.la con speranza di buon successo colla le~atura Iella c-arolic.le eslet•oa. I ri~ullati fìnuli della lega tura della cqrotiJe ( ,.terna, ma :::ouo :-empre buoni, ma è <lubbio se in tali ca~o~t la lt>gatut·a d~· la carottde comune avrebb~ potuto da t'e risulta li più soc.ldi!'ifacenli. G. G.

F AnRrctus. - Cura. radicale dell erDla or arale . - Brit .\fc-1. Juurn' lO mat'ZO t. !H e Centra~b. r. Chir., x. 6, lS!>t). Il Fabricius ritiene clw per evilal'e recidive nella cura <lell"ernta crurale btso~na soc.ltlbrare le -.eguenli m•lkazioni: 1) cotnplelamente chiudere e l obliterare il canale Cl'urale e 2) '>Lnbilire un'immediata ~ forte n tl+'r'en;.a del legamento di Pouparl alla branca orizzontale del pube. Que::;le iotlicazioni sono soddisfalte mt.:diante un proces!':O operativo da IÙi re-, eenl~>meote idealo e praticato nei casi d"ern1a crul'alo in cui il ,., ·lh·lto dd saccu J>ermelte l'inlroc.luzion~:: cl'un dito aJmeno. Una incision,.. lungn cir,·a fJualLro pclhci, é eseguita sulla cute e il fascio superficiale, al disopra e pllt'allelamente al legamento di Poupart l•.rminaAdo o cominetando alla spma del pube. Dopo la sezione dei suoi !':lt·ati, il sacco è apet"lo e il suo co11lenulo é re~pinto nella ca,·it.a addomi· nalt>. S·· nt!l far cio ~·incontra qualche diftìco.tn a cau~a della .rortt:> contrazione rlel collellQ del sacco, il legamento di PoupaJ·L t.lev'essere inci~O in Vi• inanza uella Sl.!8 inserzione in- f terna alla spina del pube. Il colletto tl<el sacco ailora é le- • gato, e dopo averne a~porlalo il corpo colle rorbid, è e:pinto nella cEwilà addominale. Il canale cr·urale è in seguito aperto e i '·asi crurali "engono attirati ver'"O remineoza ileopeltinea e CJUÌ vi tenuti da un uncino ottuso, mentre il lei;omento di P oupart, il quale è ::;Ialo rilassato cou incisioni alla sua


CH IRl:RGIC.-\

e-tra·r,itll iotern • ll unito ~on pun i h~ •lttt·n aLa fa~~rt.. 1 ettinen. alle lìbre <l'origine ùel museo!•) pettineo ed al per.o .. lin che rieorwe la IJrant•a oritzonta.le del pube. li primo puuto di '""lurll drn··e,..-.ere dal.> ,n vicinanza Jei ,·asi. ai JUali C0>-1 v1••11e i rupe rito tll rrpr·e11ùere la po... rzione normalP. li !Pgnm •ot, .i Poupar' .!c:>,··a""'ere pac:,.uto ll1ll'a~o a 1 1 , centimetri a suo b"r lo, avend•> cura ti no:r r~r·irc:: • vasi <>pi~~~~trlri. Allo scor•c' di chiu·lercl cornplel~tmenle l'aperturn che rnena alla ca' rtà add·,rnioalt>, il Fabricius raecomanùa, benchò cr(l noa ra a~solutameute neces<>at•io. c!i saturHre gli slruti ~upe l'llciAlt deliFI fas~i a pt•orondn lungo il lfno inter .> ,Jt!llll ,·ena ft>mc.rale, alla fa.,.cia pt!ltinea. Gli esperimenti ,..ul ca:lnvcre t> i r-r<>ulta'i otlPnutt nel >rvo han ùimol:'trato che nessml riisturbo circolator io nell'ar to inferiore \l ca.:ionalo dallo ~po;:lamenlo dei vasi femorali e df'lla cornpr·e,siont" della v.. na. 1!: conveniente al ter m!ue dell'C'perazlout>, di affrontare' con dne o lrc punti di s utura i pila'-tt'i del ·.,rifi~io esterno del canale inguinale, }'Okhè un'ernia in ;:uinalt! puo proùur,.i consecutivamente. G. G. Un nuov o m etodo di c ura dell' Idrocele. - P rof .d. R t\'.\. - (.1dorgagn•, pbrte l, n. l , l'!Jt).

Il metodo che l'autore propone con~ist~ uella hn·atur·a COfll· ['leta,apnett1natira,clt?ll3 veginale Jel te<:licolo mediante a c.~un .tic:tillata Stl~plice, s.te rilizzalR. A 1ale scopo ser,·e r a ppa recclrio 1 Jeat.() dal pror. Riva per la Js,·atura del rer itonen e d ...l c: ca\ltu in genere; rna ~~ pu, bems,..'mo H•lèrsi anche di nn trequar ti di Pola111, o anche (quanluuqu.. uwno bene) di uu tre!Juttrli sempli~e. Per opera re ()(li trequarli del Polain occorr e a ver·e di::>ponibile una boltif!lia a collo inrerior c per contener e l'acCfua di1:-lillata, bollita e raffre lJata A 3~0 • A questo cvllo !nferiore del a bott1dia da siluar~i cir ca ;l•J cm. J iu allo tlt'llo scroto, Ca capo l'e"trerno di u•1 tubo di ~omma, il cui altro e<Jtreruo, munito ~i un a !atto pezzo li eongrunzione. ; uo esc:er~ ionestalo all'apPrtura posterior~: del h'f•quarti di Potam quando sia stil lo ()!';lt•atlo il runter uolo; all' llpet· tura laler·ale del t t·~quu rli è


880

RIVlSTA

fì:::.::ato uu tubo di ~omma il quale va a pe-"Care in un '8'"o qualun [Ue a 25·30 cm. più in ba"~ll dello scrolo e contenento unn !>Oluzìone borica ul :l "/•. Una pinza u pres::;ione situata ::-u ~nlrambì i lubi dei due ut~i serve ad nverli aperti o cbiu ..i !<eeond•J il },i,C\!!00. Al momento ùi fNllicare roperazione il tt·e {narti et! il -.uo tubo lt•tel aie si riempiono di ac•1ua ste· !'ÌJiZlal~ per scnccinrc raria Ìrt e"Si CDnlenuta. Yuolalo r itlrocele colle"< lill' cautele antil'etticbe, ~i chiude Il rubinetto ·lei trequarti c ;:i rallenta la pinzetta a pressione del tubo l11lerale (da cui dov rà prima e;:sere espulo::a bene raria ferendo uscir•• un po· dì a ·c1ua conlemporanearoente • aliA U"Cila del li rui l , de l idroce1t>) e si vede Jo scr·ol..o gontìar.:t fino a tipren<lt•re il volume tlì rrima. Si intet·rompe allora il cor-.o dell"~:~cquu e si "'uota di nuovo l'idrocele, e co;;:ì via via tante volle (3 o H finn ad ottenere un liquido di ltnaggio privo, o qua~'>i, di albume, condizione mollo opporlunn per la pronta ~uarigione. Fatta l" ultima la,·aluru si lo:.?lie la carmula, si chiude la piccolll rerit11 con una j:!Occill di collodìoo e tutto e finito : serà utile pero ag~iun~ere una lf'l-!giera fa~ciatura compres· siva rlello ~eroto, e l<!nere il malato a letto fino a che (uno o due t:"iorni) o::ia fìn•lo oeni ~intorno di irritazione che pflre suole manifestarsi nonostante r innoeen~a del liquido di lava!!c:io. Yolendo invece ser,ir:.-i di un tre•tuarti semplice basterà avere a di$po!"iz1one nna cannula aJ Y eli cui la branca dispa ri si mette in comunicazione colla cannula appena levato il dar lo. una delle par1 si unisce al va~o superiore. r altra aJI' inferiore: 10 tal c:u1St> allPrnaodo l'apertura e chiUsura dell~ 1 inze a pressione poste sui tubi dei due va~i. si può ottenere l'aspirazione e riuiezione, ed in definitiva il lavaggio dell'idrocele. l L·aulore ritiene che •tuesto suo metodo. che a lui diede ottimi r isulllllì, entreril presto nel dominio della pratica comune. e che le lavatur,. cotracqutl di.;:lillata avranno in seguil•J phi e~t~<>e cd uhli ar:plicaztoni in chir ur gm.

G.


881

RIVISTA Dl OCULISTICA

Sulla emeralopia epidemica. -

O. \V.-\LTER. -

(.A.rch.f.,

.4uyenltetll•. e Cencralb. jfir die medie. Wissensch. X. 47, ISH3).

Il W alter negli un n i 1889-92 Ol"scrvò nell' Cra1 269 casi di emeralopia, tH:l uomini e 7i?. donne. Tutti i maiali rirerivano ..lr e""ere stati una ~era rimasti privi del potere visivo !'enza Cenome111 prodromici. Il clistm·bo visivo cominciava nel centro del campo vis uale e si estendeva verso la periferia, e ritornava la vista relativamente presto, poco prima o poco dopo la levata del sole. Il grado della cecitA ad illuminazione abbassala erli diverso, ma sempr e considerevole. Con l'oltalmoscopio l"i pntè io alcuni casi vedere un inlorbidarneulo dei mar~i rH della papil1a. La durala d~!lla malattia fu molto voria, avvennero rectdive in 78,Q •fo. La epidemia c;i osservo gen eralmente nella prima vera e colpì tutte le etil della "ila . Si uolò aumento ~ul numero dei malati in ragione che diminuiva il ben es~ere della popolazione. Lo insufficiente nutriziont.: dell'organismo deve essere riguardata come causa preJi!>pone:tte. a cui deve a~!!iungersene una diretta. ~ei casi Mservati non potè come tale riconoscersi l'abbagliamento, la fatica fh;ica, ma srbbene la influPnza miasmatica conrormemente alla opinione deli'Adamùk. La cura fu fatta COH$1'-lere nella diela corroborante, n,:.JJa sommioistraziooe d~ll'olio di fegato di merluzzo e nei casi gravi anche nell'uso contemporaneo della ~tl'icnina.

' 5G


RIVISTA DELLE MALATIIE VENEREE EDELLA PELLE

Sulle ma.nlfe•tadonl della slflllde ereditaria ta.r~va. Fot H:SII'R. - (./onrnal de J1édee ne el de Chirurgte, lllat•to, J8!l't). Le mantfelilazioui della sifilide ereditaria l.fu·dtve, vale a dire quel lo che comp11iono io un periodo più o meno avanzato della vita, possono prodursi in due condizioni differenti: o e!:>so sono ~Late precedute ùa accidenti sifitilici nell'infanzia che Jf)rtJ hanno l\ervito in qualche modo di preludio, oppure e'<~e si presentano di primo IH'.chito senza che vi sia stato in precedenza alrun fenomeno della stessa natura. l primi ::tnn o molto piil frequenti e soventi si vedono allo; a que:;li aecidenti ditfer l·nti comparire dopo la pril11a inlanua fino ad un'epoca ns~at avanzata della vita, tulli. separati da iuler\alli Ji sanità piu o roeno lunghi cbe loro sen·ono iu 4JIJ111ciJe modo d'intermezzo. Ma 'i sono l'Ìfìlidi et·editarie che compaiono in un'età &\'anzala ~enza rhe nulla r O<;!':a far pre•edere questa in~a­ sillnc. l rallt ('""~r "at! in que:-ti ultimi anni non lasc1a no s u taic argomento alcun dubhio. l falli piit dimostratid sono slal1 con!;lalnli in famtglie in cui i genito:·i erano sifilitici: i ti~li clte ,.j r1lencva do\'ClS~ero nascere tali, sono venuti al m1.rulo uello :.t~lo normale e sono stali segnili in !'<e~uito m oll•) allcnl1unente fino all'etti in cui queste prime mantfe~lazioni ::.i ~ono presentate. Queste inva<;tOni della sifilide ereditaria tardiva possono pr e:;\lnlar·si iu un'epoca tnolto va riabile. Sopra 2R2 casi di <JU!::!'.lO genet•a riuniti da Fournier , 251 volte la sifilide ~i A


srnSTA DELLE MALATTIE VENEREE E DEf.LA PELLE

~8:3

'1(1)8rtifestata tra :l e 2~ anni, P 31 ,·ollt. soltanto a :t hi di -tlue"tt1 età. Queste cifre provano quincli la prefE'rt-nza •iella sdili Je pt>r la ~iovane età, ed é attorno alla cifra di J:a anni elle ~i tro'a '' l iù gran numero di ca~i. al òt la Ji 28 anni esS& diYenta rara e ciò di più in più a mi<>ura che ci olloo · tanilllll() daìla nascita. Sono stati con~tatati dei casi a iD, 47 anni. ed anche a ;)() 57 e 65 anni. È ,·ero che 1ueste ullime cifre ::-ont> dic::cutibili, pet•cllè o~corrono cit·co~tanze eccezionali ptr pol.-r ammettere che in cosi luogo c::pa?.io di tempo non çi sia stata una sifilide intercorrente. ~Ia ci~"• non •le\'e essere coasidet·ato come straordinario, pet·chò non ~~ ~-'PÌe­ gb.ereiJbe per •1ual I)'IOtivo la c::ifilide et·eJitarta non !'Ì cr,mporti eome la sifilide acquisita, e per quest'ultima, le maniresta~iGni tardive; giungenti all'ultimn età della vita non sono una rarita. Sotlo il punto di vista della natura delle manife;~lazioni della sifilide ereditar ia tardiva, si arriva, con l'analisi dei fattA a diver;;e constatazioni interessanti. Si rileva elle la mag;ior parte di esse sono le stesse di quelle della sifilide acqui«ita: cio~ lesioni cutanee, mucose. ossee, gomme, ecc. Di più, "i riscontrano anche in questa forma dì sifllìde le affezio•ù che vengono chiamate para- sifililiche. vale a dire che d1pendono indirettamente dalla sìtllide, come la tabe e la parali!>i gene1·ale. Dopocbe Fournier ùa dimostralo la fretp1enza della tabe come oouseguenza della sifiJide, numero•q fallt sono ~tali rif~iti iu appo!!gio di questa maniera 3i YedPre Go autore tedesco ha citalo recentemente 18 casi di tabe nei ranc' ulli, di cut tO appartenevano a fanciulli affetti d~ sifilide ~relii­ \aria. i..o '.ecoso d;casi per la parali<..i generale. L'o:-serYazione dimo:;ll"a. che in un grao numero di cac:i essa proviene dalla sifìlidP. Preditaria. Regis studiando la paralisi a:enerale gioq.nit~ ha osservato che molli di questi fatti sono stati l'tscontrati sopra fanciulli od adolescenti affetti ùa sifilide et•edt· &aria, e sopra H casi egli ne ha trovati sei deriYanli certamente e due proba bilmente dall'eredità sit!Utica. La propor-


88!.

RI\'ISTA

z onP e quindi con~iderevole e non vi ha dubbio che la gener.tle non ':!eri vi so,·ente dalreredo-'-dìli ie. Vi è un altro punto 1mport.ante a ~egnalare nella dell'eredo- sifìlide, ed è che a lato di accidenti analoghi quelli della sifilide acquisilA e~!-a ne determina un certo mero che non si tr·o,·auo in quest'ultima: tali sono le rormazi<·ni osst>e di cer te sedi come il crMio, la tib1a. lesioui dentarie, la cheratite ù1 Hutchinson ed il rachi che si può considerare come un'affezione para- sifllilica. D'altra pal'te. [!h l!Ccidenti non "i presentano con egua frequenza nei due orJim dJ sitilrde. Fournier ha com un •1uadro r·iflettenle circa 40 l casi di ~ifllide ereditar ia, quale si l'ileva che sono piu frequenti le lesioni ocular·i, posc1a vengono l-" lesioni ossee. Ora, nella sifilide · t- la pelle. e qujndi il srslema nervoso che occupano i primi posti; le affezioni o~see sono nel quarto ordine e affezioni oculari nel decimo. Le difficoltil della diagnosi Jolla sifilide ereditar ia spesso maggiori di quelle che si riscontrano nellA ~ acqmslla: per vincerle si hanno due mezzi prez•o:;i : r chiel'lta sulla famiglia e le ~limate sull'individuo. L'inchiesta sulla ramiglia può dare risultati mollo i~ tanti quantunqu~> molte crrco--lanze pos:sono rarla sterile. Fournier in~iste ~oprallullo sull'ut•lilà ùi invesl ciò eh~ è accaduto per i flgh dello stesso letto di quello quale è nato il malato che é oggetto di esame. I l più in cac;o d1 sitìhde, $Ì osserva una pl'limortalità delle piu tevoli. sia che le gravidanze sieno terminate con UII H IJUI-LU o con la nascita di un bambini) nato morto o morto u tenera eta. Si trova allor·H una seJ•te ùi abor ti di u e:rande import.anza dal punto oli vista .iella diagno~i. e l'i tluenza nefasta Jel1a sifilJ le :. ben dimostra~ dai casi il seguente: una donna in buona salute partorisce ::su~:t.:t'::s4 sh·amente tre fanciulli i quali vh·ono ancora e godono salutP normale; in questo momento il marito contrae la fiJi le e gliela comunica; a r111lire Ja quesl'Ppoc8 I'JU donna ha s ette oborti successivi. Ribemont ha citato un in cui ,.i sono state IO gravidanze, delle qua li 5 sono


DELLE 'fALA.TTIE \'E\"EREE E DELL.\ PELLE

885

tninate con aborto. e nelle a ltre 14 i barqbini morirono da uno a sei me~i dopo la loro nascita. Vi hu 1uindi in que~ta pohmortalità un Callo di presunzione che ha mollo valore e che deve es ..ere studiato con ta c::tesM importanza delle stimate silllitiche che costilui!!COno il secondo ~egno imporl.anle della sifilide ereditaria.

RIVISTA DI TERA PEUTICA

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eouu oura.re 11 oe.noro dello sto':D&oo? - (Journ.al d es

practiciens, 189~). La me.licazione aspettante non f> quella che Hucha rd rac· comanùa. Anche quando lralta"-i Ji una malattia incurabile, 11on bt~O:!DB do.>po rre le armi: de\'esi sempre sperare . aUeviare, o per lo meno prolungat·e la vita. Tro i medicamenti an ticancerosi, si è preconizzalo l'ar i-stolo. il clorato di soda ed il conduraogo. Hucbard ha pre"SCritto l'aristolo (alla dose di O, lO a O. iO centigr.), agisce alla -stessa !::'Uisa dell' todoformio all' interno. Alla stessu guisa che il clorato di potassio, di cui si co~c::ce la fehce influenza . come tupico, sull' epilel.oma eu~n ..o, il clorato di sodio, meno t.os~ico, diminuisce 1 Yomiti, brrec::ta r emateme~i, aumenta l' appetito ed allo ~o lana la cac.bec::c::ia. Ecco i vantaggi notati da Bri<>saud e elle Hucbard ha notato in due casi _u ll'e. Non pertanto, sarebbe un andar troppo lontano, \'Olendo attribUire al !;&le una J•Olenza cul'ativa coutro il r~n cro : é un medicamen to da utilizzare, ma


886 a condizione che rammalat.o non sia albuminurico, ciò co!llroindicherebbe il suo impiego. Lo si ordinerà sempre ado. una dose inferiore a 16 grsmmi: Clorato di sodio Acqua distillata

. . gram.

S ·100

Da prendere nella giornata l'l cucchiaini da calle. l n quanto alla .~eor::a di condurango, é un amaro .stomalico e sedativo. ~on lta alcuna proprietà specifica: il suo alcaloide, la condurangina, ~ tossico. Le indicazioni del condarango sono dunque •1uelle d1 llo. a~ente stimolalore delrappetilo e del potere digestivo dellostomaco. Rende servigi, sotto forma di rino, alla dose quotidiana Ili cinque o sei cucclliai da zuppa un quarto d'ora. prima dei pasti, ,Ji Linturu al quinto, alla dose di due .cucchiai da zuppa al giòrno; di decozione o di po:~ione formulate da Friedreicll e Ja Krauss :

Scorza di conduraoi!O bianco. . 15 gram. Acqua . . • . . . . . :l60 Macerare pet 12 ore, e far ridurre con la ehomzione a. 180 gram. Dose: un cucd1iaio da zuppa primA di ciasluno. dej tre principali past1 (Fr iedreich). Ovvero:

Scorza di conJuraogo biaMo polverizzata 15 ~ram . Acido idroclorico . . . . . . . . X V goccie Sciroppo di scorze d1 arancio amaro . 15() gram. Dose: un cucchiaio da zuppa o~ni due ore (Kraus~).

La medicazione dei sintomi ha una parte capilale. Huchard• interviene contro la inanizione, r anaclorill,.ia, i oomiti, la riten.:i~rLe dt soswn;;e LOssiclte dei residui o.limenlart e lfk febbre. Le -viltitazione deve essere regolata in~pirandosi a qoesl<> fatto clinico, che, nel cancro dello ~tornaco, J•ammal&ll) r ifiuta .di prendere cibo per paura del dolor e; nel cancro, e~Xli non mangia per uo iovincibìle di~gusto che gli pr ovo~ano i dbi.


S87

DI TERAPBL TIC ...

Dun tue, tolleranza relath·a n•l regime. In teoria, rl re!!ime w .geta'e riduce al min!mo il la,·orio di~estivo: in pratica. non ~i può essere e~clusim. Si prescr·iverà la carne di !Ju" o di montone, gli t>lementi ft>rmeute!:cibili, pane fresco 0 mnl.- cotto, formaggi, legumi 'erdi, ma bisogna tentare le carrai bianc•he, il .pesce, le nova mediocremente cotle. l pt>ptoui :;ecchi e le polver·i Ji C'arne sono mal toller ate; Ìn,N:e, !"i rrulriranno meglio i cao<'erosr con le paste alimPr•tar b,..rt r ol!P. pane abbru~lolito. le~umina. Come alimt>ulo dr scelto, il latte Mtlotutte le rorme; più lardi • fare come 'i :'"" ~ ma in lutti i periodi fissare i pasti a lre al ~Ì•) rn n e non rnc lliplicarli troppo. I ettncerosi .!ello st~maco sono an.acloridrici ; Hurhard pre~r r1''e loro facido cloridrico come antisellir!o mezza ora dopo ,J,..I pnsto e come eupeptico a di$!iuno mattina P c:era. Nello <>tPc:so scopo, P per Hllivare la secrezione gAstr·ica, orùirtll prima de l pas to il bicarbonato Ji sodio a piccole do<:i, ca indicazioue dell'acido cloridr·iro C'e:;sa nel momento del perrodo ulcerativo. Lo si sostituisce con !tli eupeptici pancreatina o ,,ep«ina. Contro l'anoressia, il condurango dapprima, gli amari dopo, ma amministrandoli une mezz'ora per lo meno prima del pac..to (Rei<'hmann). p~'rche, prima di aumentare la secrezion,.. 1!8~trica, pare che essi l'arre~lino. Ecco uoa formula éhe adopera Huchar·d: Tintura di :zenziana '' di bad•ana . di noce vomi~ Cloroformio . '

l

ana

~, g ram.

X X X gocce

Contro i romiti, la medicazion•• deve essere opportunista . llanvi ,·omitt di sangue (emnteme<>i al principio, gastrorragia del pP.rrodo ulceroso); contro di e"si il ghiaccio e:rt f'a ovvero mtra, r acqua di P.abd, il per clor uro di rer·ro, A'li oppiacei. Honvi vom1ti mucosi od alimPn.lari. Gli uni sono trritalitJi da stimolazione dei ner vi dello stomaco ; contro ùi ess•, le gocce bianche dr Ga Uard, la cocain:1, la morfina.


888

RIVISIA

Cloroìdralo di morfina Acqua di hwroceraso .

• 0,10 cenl1~r. 5 gram.

Dose : t.re a cinque gocce. Cloroidralo di coca i na. . . . 0,50 ceotig:r. Acqua. . . . . . . . . . :300 gram. Dose: un cucchiaio da zuppa prima del pasto. Ovvero: ldroclorato di martina ) ldrocloraLo di cocaina ) &'la · O,lO cE:>nligr. Acqua dì lauroceraso . . . 10 gram. Dose: cinque gocce prima del paslo. Ovvero ancora : Acqua eli calce. . ldrocloralo eli tnorfìna Ì ldrocloralo dì <'Oc&ina j ana

100 g•·am. 0,02 cenl1gr.

Dose: un cuccbjaino da caffè prima del pasto. Haovi oomiti rapetiei, da dislrU'lion~ della tunica muscq. lare; è il momento della slrìcnioa o deliA noce 't'Ornica. Acqua distillata . . Solfato di str·icnina.

. 100 gram . . 0,02 centigr.

Dose: un cucchiaio da ca!fo, un quar·to d' or<t prima di ciascun pasto. Han11i oomiti da ins€1{ficen;a dige.~iioa: p•·oibire là carne, ordinare la pepsina o l'acido cloridrico, - e oomili da o~u·u­ zione e eon rite.nzione dei residui alimentari; è il momento dei lavaggi dtilo stomaco con la soluzione al 1 o 2 p. 100 di clorato di sodio, a l p. 100 di acido salicilico, a 20 p. 100 dì acido borico o a 2 p. 1000 di nanoro; ma remateme~i, la gaslrile e l~ cachessia coolr oindicano questi Ja,•aggi Contro la (ebbre (Brinton) lavaggi antisettici dello stomaco. Contro le fermenta;ionf !}a8triche : impie~o dell'antisepsi gastro- intestinale; acqua clo roformizzata, beozonaftolo. In una delle formo le più gravi, il cancro del piloro, le


DI TEIUPit:TlC.;.

difticollil della 'illitazione sono ancora ma~giori: la inaniuoue !<i produce rapidamente. Si prescrivono cli.st~ri alìmentart; debole risorsa, la mucosa dell'intestino a~sor­ bendo male o poco. 1 rim~ di ammini~lrare un clislere nutritivo, si prescriverà il lava~gto dell' inLestino. Come clislet·e di scel ta, si prescri· verll il brodo, cbe non è assimilabile, il latte che lo è mediocremente, il latlosio solo essendo as~orbilo, il vino che irr1l8 la mucosa, e si sarà indotti a tentare il sangue defibrinato (alla dO!>e di 200 grarn. o 250 gram.), la polpa dt carne (Flint, Leube). carne . . . Pancreas fresco di bue AC'1U8.

.

.

g ram. 300

.

" •

5U a 100 150 8 200

Iniettare nel retto 100 o 500 gram. di questa preparazione. Ovvero il clistere di Dujardin-Beaumetz: Latte Peptone GiaUo d'uovo. Laudano del Sydeoham . Btcarbonato di sodio . .

1 tazza 2 cucchiai ~- 1. X gocce 0,50 ceoligr.

In (IU&nto al trattamento chirurgico con lA gastrotomia. !a pilorectomia, ecc.. anche questo non l> radicale. Gli operati muoiono presto o tardi alle lesioni degenerative della mu· cosa, inseparabili d~ l cancro Havvi anacloridria; questa per~iste e l'ammalalo muore sempt·e: - 'ero é che • muore

ouarito! "

FofUroLARto.

Pomata per lubrificare le sonde urf-trali. - (Lgon médical, 2' giugno 189~) . Il prof. Gu~·on consiglia la pomata seguente eh~ egli ritiene superiore a tutti gli altri me:~.zi lubrificanti:


8!10

fil VISTA

gr. 50

Polvere di sapone Glicerina Acqua Sublimato corr.

2-1 2.5

,

0.0:!

lt

Cvntro rl r•rurito tlell"orlicaria. - L'L~ tr~iale sanitario, marzo l'!.H}. La se!!Uetole formula raccomandata dal Brocq riesce ulilis....ima: Pr. Acido fenico

l

l ana gr. 1

Ec:c::enza di ment~ O>siolo ùi zinco Lanolina

~

10 20

Vaselina . . .

"

60

»

S. ùa spalmarsi 1.'1ulla parte che poi si aspergerà di amiù<> poi ve t'sto.

La thiosinamin.a r1ei restrin!limentì urelrali.- (Gazzetta medica di Roma, :\. l, '189}). Pt'. Tluo~inamina (allilsulfocarbamiùe) gr. 3 Alct•ol r·ettitlcato . . . . . . » 20

S. ogni 4-5 giorni si in telti l o '1, siringa di Pra ,..az di q!lesta soluztone ~otto la cute. L' Hauc conferma la scoperta di Hebra, cioè cbe la lbiosi ~ namina rammollisce i tessuti di cicalrice, per cui nelle ure~ lt-ostenoc::t ~li mrer•mi cosr curati possono urinare hberameole senza dolore e c::enza bisogno di cateterismo. Il risultato però non pare -..io c::etnpre <lurt>vole. Coruro (11/cera mCJlh - (Raccoglitore medico, n . 6, 189~). l l Ca,·azzunt consiglia la ~eguenl~ formula : Pr. ldl'alo di cloralio . Canfora Glicerina neutra ~L - Per uso locole. C!orot'ormto cMtro la tenia mero 2, l8!li).

gr. 5 » :3 z

2'>

(Il mooim.ento medico, nu-


89 1

Dl T&RAPIWTlCA

Secondo il Grae~er la formula più adatta sarebbe la St:auente: Pr. Clororormio . grammi i , Olio di crolon goccie 1 Glicerina . . :rrammi 30 S. da prendersi in una volla sola. S. B. - 11 malaf.o per lulto il re~to de,·e P.ssere sottoposto atla ~tessa cura che 5<i adotta usando gli altri anlielmi!'llici.

Solfiw di soda contro la scabbia. - (Il mocimento nze<lico n. :?, 1894) .

.Al mattino, dopo un bagno caldo si prosciu~a bene la pelle e si spalma con una soluzione a parti t>guati di acqua e sol(ito so!lieo. Si lasci.a evaporare racqua, indi il malato si veste eon abiti e biancherie non c_ontaminate, ovvero i suoi stessi indumenti si di~infettano mentre e~li s ta in letto. La sera dello sles:::o giorno si laverù J] corpo con una soluzione di acido cloridrico puro nella dose dl IO grammi su HO d'acqua distillata, se l' uso può essere sopportato; altrimenti nella dose di 5 d'aciùo per 95 d'acqua. In tre o ')uattro gior·ni di tal~ tr attamento la scabbia guari~ce.

G.

RIVISTA DI CHIMICA E FARMACOLOGIA '

Bnni e margarina. - ;\l. De RwoER, farmacista ausiliario. - (.-1 rchires medicales belges, N. l del l SH. Da qualche tempo si mette in commercio un nuovo grasso

a!Jmentare, d'origi n e vegetale, che pare desti nato a far con· correnza al burro di vacca, che sarebbe il burro Ji cocco, purificS;tO e deodorato, e che fabbricalo ora in grande quantità in Germania non costerebbe che circa L. J,oO a l chilogramm a.


89:?

RiVISTA

L'autore el>aminò al laboratorio della se-uola industriale di Gand questo nuovo grasso alimentare e ne pubblica i risultati. Il cocco (cor.us uncifera) palma utilissima cresce in immense foreste sulle coste basse marittime in tutla la regione tropicale; quattro \'Oite all'anno rnatura per frutto una drupa grossa quanto una testa. o,-ale lrigona: coi suoi fila menti spessi solidi si fanno ta;)peti, corde; colla sua scorza solida e du ra !>i fanno numet·osi lavori utili e di lusso; pr1ma che il nocciolo sia maturo, I'JUeUa scorza conltene un liquido bianco dolce. agretto e rinfrescante cbe va scemando a misur·a cb e la mandorla cre~ce, finchè prende la forma d'un corpo solido bianco, commestibile, dt gusto grade>ole, da eui si ec;lrae per compressione circa la metà del suo peso di un corpo grasso, incolore, liquido alla temperatura dei tropici. gustoso, inodoro ~<e recente ma che trrancidisce prontamente assumendo allora odore e sapore assai sgra <ie,·ole e per!'listente Questo è il burro od olio di cocco, rima rchevole per la -sua faci liti!. di ~<aponitìcazionP, che riuscirebbe un grande. vantaggio dal punto di vista alimentare, al contrario delle mar garine eù ttltr i grassi che si rentò di <;o.stituire al burro naturale e che si saponificano poco e ma le e sono iJUindi poco e difficilmente di~eribili. Tale burro di cocco, come quello di vacca, c.:ontiene le gliceridi di acidi grassi più po-ver i di carbonio di quelli costituenti d'o rdina rio ~li allri ~rassi, come gli acidi palmitieo oleico e stearico, ma presenta invece gli acidi capronic", capr inico, e specialmente caprilico, !aurico e mirislico: l"a.cido stearico vi é in quantità t rascurabile. ~ l'olio di cocco rancido, ricco di acidi liberi che s'im piegano nella fabbrica del nuovo burro: togliendone que>"li a cidi liberi e deodorandolo con metodi convenienti: uca volta pr eparato non ricorda piu il corpo primitivo, ma sl pr esenla in massa perf ;t t~ mente bianca, di con~istenza butirrosa, di sapore dolce, punto sgr adevole, senza umidità, il che per l'uso culinario sarebbe un vantaggio sul burro <ii la tte, con una economia per que-sto del 12 p. 100.


93

DI CIIDilCA E F.\RU.\ COLOGIA

La modicità del prezzo e la ,..:rand~ analoc-ia dt proprietà fic:iche e chtmicne col burro Ji latte fanno si che qu~:sto burro di cocco è d estinato nnn solo 8 diverur e suo concorrente, ma altr~sì un mezzo per fah;.tlcarlo. Per r1uesto m.ol•'·o )"autore pubblica il risullalO delle "Ue r icerche per chi ,JuHé fare resame di simili der·rate e che si possono rias· "Umo>re nel seguente specchio di confron to.

-----Burro di

\largar.na

p,11110 rii fusione.

C<>r<'O

di !all"

3~

2i 29,5 a 3~.7 ~·j a :lO :21 a 2~ 1fl 8 :!O o, ·,g Il, iO o,~ 8 86 ~ ,fj a 6\ ~3}> ~!1,;. 8 :.i

Id. 01 "Oiidifìcazione Otn,.ilit a 100" . . . Joùice di refrazione a 25< Tttolodt Hehn er (dosa~giodegli actdi g rassi insolubili nella acqua) . . . . . . . . 88,65 87,5 Titolo di Kottstorfer (millesimi di potasse caustica necessar·1 a saponificare un grammo di 25!l :221 olio grasso). . . . . . . 195 a J9i Titolo d i Hiib!e (quantità di jodio che !!li olii possono as· "orbil·e) . . . . . . . . 8,62 55,3 Titolo di Heich~rt-:deissli (acidi -:ras;o;i volatili e solubili nel· J"ac JU8 conlenuti io 5 gr. di rnater1a ~rassa, . . . . . 1,5 u 2 8 a 1i 2tì a :~:1 Risulta da questo qua Jro che molte Indicazioni son quasi tdenttche pel bur ro di cocco P d1 latte ed un mt~cuglio ben coml.Hnato di burro tli cocco e di margarina potrà dare a diYer ,-e prove, indieaziooi it.lenllche a quelle del burro naturale; Il ~olo metodo Heicher t ~cor r irebbe la frode. e piu difficile ancora sara tale scoperta per un miscuglio di burr o 'dt lntt·~ e di cocco con margar•na, la quale non potrà rn·elar,i che da ll'occhiò d t un chimico esercitato e dal confronto di lutie le indicazioni raccolte nel quadro. A. C


894

RIVISTADI T~~~~C~LOGIA EM~DICINA LEGALE Un metoio semplice per dta.gnosttoa.ra t dolori s lmula.tl. - (Centralltlattftir Chirr'r[Jie, ~.1 8 189i).

M'Ct.LER -

Il proc~sso di Miiller sì basa ~ul fatto universalmente noto che il potere localizzatore dei nervi cutanei è diverso per le diverse regioni del corpo umano. Esso poter•e si determina, C')rne si sa, coll'applicare sulla refrione da esplorarsi due punte ottuse di co mpasso a diver·se distanze fra loro e col far indicare dal paziente. a quale p1il piccola distanza le due punte Yengooo sentite in una sola impressione. Questo indice detronda sensoria ammonta per es. alrapice della lingua ad 1, t, al labbro 9,0, alla fr onte 22,6, alla rotula 3G,1, al dor«o 40,6, al hraccio G7,7 millimetri. Si applica òapprima un dito fortemente sulla pelle ad un• distanza dal punto accènnalo come doloro!':O, che non sia maggiore dell'indice sensoriale conosciuto per· quella data·regìone e si domanda a. paziente se pro\'8 dolore. Egli risponderà no; frattanto si mette con p1·ecauzione un seconùo dito sul punto dato come ùoloroso, si prerne foetemeule sul medesimo e si le,·a il pr·imo dito. Questo atto si deve eseguire aJrinsaputa dell'individuo. Se i dolori erano soltanto s imulati, il paziente, ad una seconda analoga domanda ris ponderà di non sentire alcun dolore per·chè egli crederà eh~ la pressione sia sempre causata dal primo dito . .\la se egli soffre realmente di dolori questi ~ii si risveglieranno a nche se il tocco dei ~unti dolenti non è a lui conosciuto. Per lt.> regioni dolorose piu estese il pro~esso deve eseguirsi sulla periferia della zona dolorosa. Il metodo sembra molto ingegnoso. L'inconveniente pr incipale sta sempre nel ratto che esso sì fondA sulle indica zioni del malato. Però si deYe ammettere che con e!':So metodo le grossolane simulazioni, col ripetersi ddl'espe rimento, possono essere smascherate.


RlVlSTA DI TOS5ICOLOGJA E 'YEDICIN·A L.EGALE

895

Un caso di dilatazione di stomaco coll esito letale in un slmulatore. - Der Militarar•zt, N 5, 1894).

gpnUYT. -

un soldato del 7° reggimento fanteria (Belgio) fu nel 22 dicembre t89:! ricoverato all'ospP.dale militare con diagnosi di t 1tmore addominale. Al primo esame si rilevò una ragguardevole dilat~zione di stomaco, condizioni generali eccellenti, 1)pparato muscolare assai sviluppato, !"appetito buono. In quanto a sofferenze subi~ltive il paziente non se ne Jafl,'na affatto. Q.uesti fatti indussero i medici a pensare in 't!ueslo caso ad nna volontaria insuffiazione di stomaco di cui analogo -caso è descritto dal Terier. Realmente il tun?ore sparisce se il paziente è costretto a tenersi sulla posizione dì attenti. Il simulaLore vedendosi smascherato dimanda d'essere licenziato dall'ospedale, ed il 5 febbraio esso è rinviato al -corpo. Al :t2 marzo di bel nuovo entra all'ospedale . Qu~s.ta volta l'appetito è più debole. Il paziente si , accontenta di mezze porzioni .e chiede gli si diano dei pur ganti Le sue forze decadono rapidamente; alli 8 afrosto si manifesta voro.ito, ed in seguito ostinata stipsi. All i 16 e:>ito let~l.e preceduto da coma. L'autopsia non rivelò nulla di anormale tranne la dilatazione dello storpaco e deli'intestino in seguito a presenza di ·gas. ~ella por zione inferiore del :tubo inte ~tinale si trovarono masse fécali iospessite ed indurite. Spruyt sospetta che l'individuo, ·in seguito a volontaria e piìi volte ripetuta inLrt)duz.ione d'aria nello stomaco e nello int-estino, si sia prodotto una parali~i della muscolatura io.te'-stinale e che per il conseguente ristagno di feci ne sia ri_.sultata un'autoinlosica.zione mortale. KocHEKtlUflGER. - Testicoli in un individuo ~itennto per ·donna. - (Brit. Med. Jour, 2x settembre 1893). Il dottor Koehenbur gér (Zeitsehr. f. Gehurfsh u. Gyniik. voL XX VI, p. I, 1893, pag. 73) pubblica un caso il quale, quantunque non unico nella letteratura medica, presenta un


8!11;

111\-'ISH Dl TOSSICOJ.OGIA E MEDlCI~A LEG.~l.E

oltis!'imo mlet·es:se. La paziente Aveva :l:l anni e non meslrunt.a. Av eva a vuto marito per 10 anni: il coito era al•fu&nlo diffi~oltoso •• non "' aveva alcuna propensione. :\on e<>ic:teva meslruaztone \'ÌC8r a. Aveva grande corporatura ma d t forme fl!mrninee: le mam meli.: ed il monte ..t! i Venere bene "'\'Ìiuppati. La ''a!.dna formava un !:'acco chiuso dell<i profondità tli 2 pollici. L'utero era apparentemente rappresentato da un cor(>IJ ela->tico dd ,·olume d'una larga fa,·a, c;;poslalo 8 d..,c:tr·a. Un corpo che ;;oìmnlava l'ovario notavasi in o~ni ç:rande lAbbro. F..sso era molw sensibile alla pre!tsioM e cagio•tava alla pazi~nte molto o.lolor~. Essi perciò furono oc;;p6r tali. Un'incisione verticale fu pra ticata su d'ogni labb rn. LH g:louJola de~tt•a fu ri mossa agevolmente, non cosi la sint~lt·a 8 <!&ginn delle sue connessioni colle parti vic10e. l due or geni tl!>ciRi furono con O~oTn i accuratezza esaminati al micr oscopio El':!>i contene vano tubuli seminiferi e non già. l'ollicoli di Gratlf ed erano distintflmente testicoli. Vi ~ rano va~i di ... posti come gli spermatici e distinti cremo~teri, ma uon va"i deferenti; secondo il K. essi esistevano probabilmente: mt> furono lasciati in sito du rante l'ofiò8razione. Egli C•tl\ altri casi di !'imi! !!er:ere notati da Ricco, Brei~k~· ed altri. Questa mostruosità è classificala soU{) il nome di her maphroditiismus cranscersus cirilis.

G G.

Il Diret.t.ore

Dott . .. UF.L~O HEGI colonnello medico ispettore.

llColle.l:X>re.t.or-c per la R.• Marina

I! Redat.tore

D.r TI:.ODORlCO ROSATI Jltd.lco di 1• ti4Ut

NuTINt FEDERICO, Gerenze.

Capitano mtdico.


~EMOR.IE

OR.IGINAL:t

RI CERC HE Sl L COLEilA DEL 1895 '\l! L

SECo~OO IJIP.\RTI~E\TO MLITAPZ ~ HiTTI~O u>

P~r Alc4!1a n dro Pa~rtoate. nwdico di t• claN• oPIIa R. ~farina, prof~>ssore pareggiato d'igiene nella R. C'nlvl!r~itlt l!

.orio onorario <Iella reare Aceao,lemia met!iro-ehirnl').'iea di Xapllll

Dati epidemiologici. \Jeutre !-:ià dal principio del 189~ in diversi centri •lt Europa infieriva l'epidemia di colera, in Italia le condtzioot della ·alule pubblica, quali erano cono~ci ute. non de'ta\"aoo alcuna preoccupazione. e a Napoli meno che nl lro,·e. 't:o~i si c-iu o'e fino al 9 nocPmbre l 9~, giorno in cui fu impronisamente denuncialo un primo di'C't'8SO per colera, ed oo ,:econdo il 19 dello stesso mese: ò'allora più nienteL'autopsia e l"analisi batterioscopica, eseguite dal flrofes,ore \R.liAX~I ::i nelfuno che nell'altro C:l:\O. ronfermarono 1•tenampnte la diagnosi di cr•laa asintico. IJuesti due decessi, vet·ificn tisi ~n qunrtiel"i tliametralmeo_Le opposti della eiuà, l' uoo al Pendino, sul Yomero l'alrro, :-enza che se ne fosse potnt.o rintracciare l'originP. Il) t:n sunto di questo laYoro r11 comonicato alla XIV ~ezionn llell' Xl C::o11 &;rel~O medico interna?.ional~ .•


898

RICERCR~ SUL COLERA DEL {893

lasciavano so~pettnre. che l'infezione co1erica già da qualche tempo prima SI fosse insinÙala nella città, riando manifestazioni ·obdole, 10 mode da non richiamare l'attenzione nè degli abitanti, nè dei sanitari. Un aale so· pello lrovò mapgior fondamento in quanto si ebbe poco dopo a constatare colà dol'e la '\igilanza sanitaria em più immediata ed atti\'"a. rnquantocbè gl' indh-idoi. sani od ammalati. erano sottoposti ad una sorvegli:~nza direua e continua da parte del medi.;o, col quale conrive· Yano : parlo del « Re rmberto ». u que~ta r. na.Ye, che trovavasi ormeg~riata io porto da piu di tre mesi. e che perc1ò era da r,onsiderarsi come un piccolo quartiere ~alleggiante della città, colla. quale, t' non col mare, em in continui rapporti, dal 12 al 29 dello stesso mese di novembre si ebbero insolitameole 21 individuo dell'cquipaj.!gio all'etti da leggìeri disturbi gastrtJ-en ti'I'Ìci. e pl'opr·io 5 io uno stesso giorno, cioè il '12,•1 !l il t J e :J il :!H ùel me&. "iiiaui di~turlli: quantunque n~ per la sintomatologia. ~~~ pel decor~~ accennassero ad un' infezione specifica. rir.hiamaçano 1'auen1.ione del medico sia perchè manifestalisi qu~~i ~inmltane.1mente io parecchi indiridoi, sia anche per la loro straordinaria uniformità. fosorgevano infatto per lo piti dopo colazione con naosea. vomito e seariche diarroiche. le quali non ave\'"ano nulla di caratteristico: nè eranu accompagnale da crampi. Oopo un giorno, alcuni spontaneamente. i più mediante la somminìstrazione di poche ~oc•·e di laud:mo. erano già guariti. Questi individui li'Ol'avansi imbarcati sul t< Re Umberto » ùa non meno di lre mesi, alcuni da un anno e più, uno solo do. 4-0 giorni, p1·oveoiente da Spezia. Nei giorni di franchigia, cioè almeno una volla la ~ettimana, la maggior


J"ltL SICO:SDO DlPARTillKUO llii.JT.\Rf 'llARI1'TlXO

899

parte di essi erano andati in cillà, dove avevano mangiato .e bevuw : a borio non si trovavano in alcun rapporto fra toro. non avevano fallo uso nè di acqua del porto. nè di frtdti di mare. Frattanto il comand<> militare mariuimo del dipartimento, per una fortUita combinazione, essendo venuto n conoscenza dei clue decessi per colera asiaticu verificatisi tn città, prescrife,·a severe misure i,;deoiche~ e 1l 2 1 ordinava d'inv1are "enz'altro in osservazione all'ospedale dipartimentale ~ualuuque •ndividuo fosse attaccato da disturbi gastro- intest•D ·•I i. In sel-(nilo a ciò, quantunque. come ho dello, nè In :-;in tom;llologia, nè Il decor·so destassci'O sospetto, l'nltimo degli .aL1ar.ca11 del (( Re Umberto», il c:mnoniere Circiel lo, era <to,to iIl\ iato all'ospedale dipartimentale. Jvi nelle feci ( l), <J;t me :;ottoposte ad esame, fu rlimo:~tra ta mediante preparali e culture la presenza del J'ibrio cltoletaP a<tialicar, che però si allontanava per alcune particolarità morfolo;.dche da ~url!o tipico, descritto da Kocn. L' am'111alato dopo tre giorn i era perrettamente guarito. ~ pu-;sibile, ·ebbene non fosse sl:~to dimostrato, che vti altr1 ~O ca~i , i quali per la loro sintomatologia e provenienza non ditTeri,•an<> punto da quest'ultimo ricoverMo in osped.tle, avrebbero dato un identico reperto baueriolo;.tico: ma che poi solo su questo repn-ln si potess' e5·ere autoriuati a ~ar dia~nosi di colera U$10tic() oggi non è più ammiss•bile. o per lo meno è divenuto molto discutibile, come io ste:;so potrò provare nel corso di IJUeste mie ricerche. (I l Lf feci eraM liqllide, dense, di un colorito brunastro, ·non ~; ~i trovavano nò protozvl, né elm1nti: sulle piastre di gel:ttina, direttameote preparate, si sviluppnrono Innumerevoli colonie di colera, poche di bacilli uroslmill, pochissime di streptococchl.


9()11

RICERCHE :-UL COlERA OtL

1893

Tullavia. su proposta del medico del 11 Re Cmberto ,,, il ùoll. CuRciO, e sotto la sua diretta sorveglianza , senz'alcuo indugio e fin dal principio, furo no presi a bordo energici pro' vedi menti rgienici. cosi come se si fosse traltato per lutti di veri e prùpri casi di colera. ~uWefficacia di sifl'aui proYVedimeoti parla abbastanza rhiarameote il fallo, che d'nllora lìuo al lugiio 189:~ nù :-ul Re Umberto :.. ni• sulle altre navi ancorate nel porto militare si eb!Je a coustatare alcun disturbo gastro-iote.;tinale. L'asserzione ··he in tal periodo r infezione si fosse pro· pa:.!ala e consE'r\'tsla a bordo, proV"ocando frequenti cast di diarrea, è quindi priva di ogni fondamento. Come del pari 1nfoodata è raltra as:-oer-zione, che la giovane etii e In rouusta costituzione possano a vet·e, per cosi dire, auenuatn la virulenza dei ~ermi infeuivi. ridotla nei limiti di uua semplice e bre're dianea ciò che in un ,·eccbio o io un j,r~Ji­ ., idno graeite avrebbe da,to il 4uadro piit grave del colera. Se queste ragiùni possono essere addouo per altre infezioni. ,.;on sicuro che nessun medico. 11 c~ale sia stato a tontatto di colerosi, potri1 mai soslenerle pel colera. Il l .~ luglio 1893 si ripresentarono improvvisamt}nte in città le manifestazioni dell'infezione colerit:a ; parimenti e, nello stesso giorno nella R.. )larioa, sul (( Re Umberto», che iD tnllo questo periodo non aveva lasciato gli ormeggi. 'enonchi·. in questo 1-(iorno l~. mentre io ciuil. erano denunciali J,tiil ~ decessi per colrra asiatico, accertati anche que5ta Yolta dal profes"or ..\.nwA·;~, mediante l'autopsia. e l'e.ame baueriologico. sul « Re Cmberto :. si a>eva solo un ca.;o di diarrea con vomito, che. sbarcato. guariv& dopo 3 giorni di cura nel R. Ospedale succursale di que~lo dipartimento. Ora, ammesso pure che piccole difl'erenze di date possano .nella quisLione sull'origine dell'epidemia avere quel4(


,El ,.,t;CO,llO D•l'\lliDfE\TO \fll.lf\111-: 'I.UUTTI:VO

90 1

• aot.u clte si ,·urreol•e aJ e:-:.e allrtiJuire. tenendo l unpot1• · · . . . • • . ~J 1 e Ja morte t:· sempre 1 e-.tto, non 11 pnnc1p10 lp pre~tn ' . di 110 lro.:e~so morùo·o. de'e nffernw rst. clte anche questa , olia 1! 1,ri111e manifesta::ioni dell' ittfflzioue colerica si ebhero in città. dalla quale esga poi si propa~ò agl' indi,·idu i

<tppartenenti alla R . . M~rina. . . . Quale parte questi n ave;;sero avuta, e m tspectal modo il c Re { muerto ), risulta positivamente dai seguenti dali, r;:ccoll• rmt oym CJIJ'O. I colpiti di colera nell'epidemia del 1893 furono in lutto t • di cui Ili iodiYi1lui del corpo R. Equipaggi. 1 dell'arma dei reali car.•llinieri. l marinaio di pol'lo. 1 prirni ùue rasi si ebbero snl « lte l'roberto:. (H e l l luglio). llt •1oesti due individui. l'uno ri !li trovava imbarcato già da ;j mesi, i"altro s•>lo da .i- gior·ni, e proveniva da C(lpO 'li.-enu. fJuesti. poco dopo l'imbarco. assentatosi abusivamente da hordo, fu riu,·enuto con sintomi colerici grans..imi !'ul molo , . Yin ceozo; trasportato immediatamente all'ospedale di Piedigrolla, ri moriva dopo ~ giorno. He!!l altri 16 casi 3\'Utisi. io tempi ucee~si ri dal l i lo~lio al giorno I l ollnltre, :l pro\ enivanu dal R. Arsenale (?. 3 e !:} <~~o~to). 1 dalla ('aserma di . Lucia ( 17 agosto), l Ja Capo ~l iseo o (28 agosto), l dalla Capitaneriil di Porto ( t 6 agosto l. IO dalle diverse r. navi ancorate nel porto militare; doi• Ct!'lerna \dige l (lì lu~ l io ). M. A. Colonna 1 (29 lu,t!lio), Italia 2 {~3 agosto e 27 settembre), LomLardia l (~5 a.!o:;to), AITondcatore 3 ( 19 e ~O seuembre. cioè dCopo ci1·r.a un mese dacchè questa r. nave era giunta in pono) Wa,ltiD:.!lOn l ( li settembre' e " urano l { Il ottobre). Que~ti ammalati furono tuui immediat.amente trasportati pe1· ria di mare e con speciale imbarcazione al R. Ospedale succursale di questo dipartimento. Nessun altro caso ehlle a


9(}2

RJC!i.RCBE SUL COLERA DBL

1893

''er·ifical'si sulle citate navi, dove la salute degli equipaggi si mantenne invece ouima, come dimostrano le singole relazioni sLatisticbe sanitarie. Ciò posto, è possibile che nel luglio 1893 l' epidt>mia. non sia stata cagionata da una nuova importazione di cirus; ma che invece questo si sia conservato e diiT11so in cittil, li n dal novembre 1892, dando semplici disturbi intestinali, i quali, non avendo assunto la forma clinica del colera,., siano passati inosserv::.Li. Ad avvalorare quesl' ipotesi sta già l'osservazione fatta da molli medici pratici della città di un insolito aumento di. disturbi gastro-intestinali, massime al princrpio della stagione estiva, i quali erano attribuiti ad abusi di frutta. Nel corso di queste mie r~cerche, quando mi orcuperc) dei mezzi di diffusione dell'epidemia, darò qualche prova di fallo a conferma di quest'ipotesi. J>rincipalmente la forma assunta da questa epidemia, c'toè a .casi isolati e,senza alcun rapporto dimostrabile fra di loro, e ciò così in c1t1à e fuori, come a bordo le r. navi {12 casi su 8 navi !) l'ichjam:rva maggiormente l'atle~ zi one dello studioso, e rendeva necessaria la ricerca scientiiica, sia a con- ferma della diagnosi clinica, sia anche per chiarire i non pochj dubbi sollevatisi ~ul modo onde l'infezione si era diffusa. Mi occupai quindi anzitutto dello studio delle feci, delle ttrine e del materiale cadaveriw dei colerosi ; quindi dei me.z.=i di diffusione dell'epidemia e d4 qualche mwoo disinfettante, ebe, o per minor costo o per altri preg:i, avessè potuto meritare la preferenza sugli altri, già conosciuti io uso. Sebbene i casi non fossero stati numerosi, pure mi riusd di raccogliere on ricco mat~riale di studio, sul qnale fui for.tunato di poter confermare molti dei falli :;cientifici constatati

e


;";!!.

SJCO~DO DJPADTiliiENTO Mlf.lTARE 'L~lmMO 903

nelle epiaemie coleriche, vertfìcatesi ad !mburgo,a Jlarigi e allrove. e di poterli completare io qualche ri~oardo. Alcune imporl3.nti questioni. di r.ni sarebbe stato importante fare lo .-tulio immediato. come la virulenza dei baueri isolati. dovettero esset·e trasandate per difetto di aiuti, di tempo e di mezzi pel momento òisponibih.

§ 1• - Jticerohe sulle feoi dei colerosi. )lediante anali"i bat:eriologiche delle dejezioni al\'ine dei rolerosi. metodicamente ripetute io tutto il decorso della loro malattia, durante e tlopo la convaJMcenza~ mi proposi: 1° Di accertare hene il principio e l'estensione del l'epidemia fra In gente d1 mare, ooochè fino a quando poteva dorar.. il pericolo di una diffusione dei ~ermi infelli\'i per parte rl' individui, che erano stati allaccatl dal colera ; ~o Ili fare lo -tud o batteriologico completo delle deiezioni clei coteros1, 'oprallollo per indagare, se da esso si ro -ero potuto mamre criteri 10 rapporto al decorso e al pro,.,rno~tit:o della malnltia. \lediante poi J'o<.ame microscopico a freseo. mi proposi di portare un contr'huto a..:li studi sulla dissenteria, testè compiuti dal dott. 1\RUSE e d;t MK in Egiuo. (t). )l i fu dalo adibire per siiTatte ricerche :>2 deiezioni app:u-tenenti a l i col~ros•. ricoverati nel regio ospedale suecur-ale di •tuesto tliparttmento, dei quali solo Il guarirono. U_i rtue.ste deiezioni 16 erano risiformi con reazione fortemente alcalina e odore non feca le, nè molto sgradevole, • l) Kftosr: L I'ASOUALI.- Untermchungen ilber Dy1en!ede un.d Leberabsctu

!ZrUuh. {ilr llt/(1. u. lu{ediorukr, XVl Bd. t894).


90..

1\ICJU\C:HB SCI. COL&lU' DEL

1893

appena eme-.:-;e. Le rimanenti ave>ano aspetto e consi~le nza ,·nria: ve ne erano di anche solide, conformate. Solo :3 preseounano rt-azione acida. le altre alcalina. Con alcune deiezioni fur11no spontaneamente ~!$pulsi anche ascaridi morii. Per J'e.;auw. sia iu preparati che in cnJtnre, ntilizzara a preferenza i muchi, che alcune Y"olte erano p-rossi e gebtinosi. altre pkcoli e glulioo-.i. Mediante preparati a fresco. falli il piu sollecitamente possibile dopo l'evacuazione, mi assicurava della presenta di elminti o di pr<>lozoi. ~iano flagellati, siano amebe. )Jediante preparati colorati con soluzione idroalcolica diluita di fnxina. prendeva una sommaria nozione degli scbizomiceti. contenuti nel materiale in esame.l\Iai solo sull'esame dei prepa1·ati era affermata la presenza degli Spirilli co/erigeni, clte del resto, a causa delle loro frequenti e notevoli Yariazjoni morfologiche. non sempre potevano esser&ofacil. mente riconosciuti. Per vero, su alcuni preparati si osservavano per lo piu pallidi ed e~ilissimi filamenti. ma non una forma nella di comma-bacillo: eppnre sulle piastre si olleneHt quasi una cultura pura di colera. Io tolti i casi procedeva sempre alla ricerca mediante culture, e nel ~epJente modo: In tubi. contenenti IO cc. di peptooe di 1\.oco. seminara. stemperandolo. unn not~\ole tJnantilà del materiale da analizzare, e da questi, uen rime~colati, procedeva immediatamente, con l'an5a Ji platino. alla preparazione delle piastre. 2 a 3 per ogn1 innesto fallo. Parecchie volte, ma non sempre (sempre però in tutti quei casi in cui i preparati escludevano la presenza d• Spirilli colt•rirJem), preparava contemporaneamente. dallo stesso tubo, nnche due piastre di agar. Queste e i tubi di pepto.ne erano messi in termostato a 37° C. Se, dopo. ~ 2 n


\!l "-RCO:otDO DJPARTIHNTO li!J.IT.\RE IIAIU1T"IO

90ii

?~ ore. ,.ulle pia:>tre non notava alcun principio di sviluppo di colonie di colera. dallo strato sope..Cìci.,le della relativa coUora iu peptone. dove spesso si trov:n a formata una peiJiwl:t, ione~tavo un nuoro tuho di peptoce e da tJUesto illlroed iatameote preparava nuove piastre: e. se, dopo altre ~a'?~ ore. oennche io tJUeste rio;contr·aYa colonie di colera. 1 eh que-ta ?• rullura_in peptone. con lo stesso procedimento. ,rt>parava una terza cultura e nuove piastre. , ull' e~ame 1 di ,1ueste ultime. ore fosse risohalo neJ!alivo. l'assenza de:tli Sflirilli c.Qltrigmi poteva essere con quasi assoluta certezza affermata. lo quei casi, io cui la ricerca (u positiva sin dal principio. il rapporto fra gli 8pirilli colerigeni e gli altri schizomiceti esistenti nelle deiezioni era stabilito con l' enumer:azione delle colonie. svi luppalesi snlle prime piastre di gelatina, in 11 ual!ro campi di microscopio: naturalmente questo rapporto oon poteva essere che approssima~ivo. S'intende che le distanze di tempo fra i diver i esami e 11reparazioni di cuhure tal~olta non erano esattamente come 1; ho e~pos11 e ciò per ragioni, che ognuno, iJ quale òa ~olo deve attendere a t.:lli i lavori di un laboratorio. può far.rlmeole apprezzare. Ho riassunto nella 1• tabella qui aones5a i dati di queslt' aoahsi · i nomi dei colero~i vi i'i trovano disposti per ordine cronologico, e in modo che si p<K'<l rilevare a colpo d'occbio il contenuto ballerico io rapporto coi risuhamenti •h•ll'esame macroscopico e microscopico, relatiri a ciascuna deiezione. nonchè con l'epoca della malattia a cominciare dalle sue prime manifestazioni.


~06

RICERCHE '-IJL COLERl. DEL

1893

Prospetto generale delle analisi o >

B

~-;;

Epoca ~~ in cni s.i maolfestarooo

ec

=-,g

S~

;;:

;; _:§

A•!•etio macroscopieo

i primi S Ul tomi di colera

delle feci

ID ciascun infermo

10 preparati a

l

1893

I

15-;1 Liquido denso, giallo bruno.

Detr itus, epiteli.

2 J.7j z ANTONANTJ .

2!-7 Liquido brunastro co- / Delrilus, me acqua di caffè, epiteli. senzu muchi. (Reazione acida).

3 '!9/7 PETTJNATOt (7- 8 giorot prtmaaveva avuto diarrea).

30-8 A;:tua di r iso, muchi a boodanti, piccolo ascaride.

,.

41

2-81 Lilfuido filante, giallo-

t 5 'lfg BASTIANtf(Da m<•l tisst m o tempo ~offriva di catarro ~asl.ro intestinale cronico}.

613's St~uoLt t .

,j

l

paglia.

3-8 Poltilllia granulosa, giallo-rossastra.

4-8 Acqua dt riso, pochi muchi.

o

l

Pocbi epìteli e citi.

5-8 Liquido fllant.e, giallo-

J

' 'ertlaslro.

8 Ufg ROVELLO j • .1.

1.6-8 Acqua di riso 8ialletta, pochi mucht, alcune

mtliu

piccolissime scibale e pellicole di pomodori.

Delritus, ,,.,. rnrnAI tessuto


MU, ,ECO~OO OJP.\RTJ'fE\TI) \IIUHRE 'f.\RCTTillO

90i

l'. batter·iologiclle delle fèci dei colerosi. ~======i

Bacttr1um

Spfrulf t"Ttrigmi.

coli commull'.

relativa ~u n,. piaStre dirette

-u lk> piastre

Parecchi

:\lolti~simi

O~

oo

Alcuni bacilli fondenti.

l ·;.

Alcuoj bacilli fondentL

Quanbta

0 preparati cvlorarl

- -'====~=======

~-

en-

Qnantita

Altri mirrorg.oismi riscontrati

relatna

11•r~ttc

Alcune sareane.

'l

' ·r.

l

Alcuni streptococchi.

l

4 5

lfr,

o

3f,

f/4

.Il

l 3

lft

Parecchi fondenti.

l

l


908

JUCKRCUE SUl. COLERA DEL

1893

o

i.":i

EpOI.'a

~:

i primi :;intomi

i~~ in cw si manirestarono

=

"GI

~-=~

,\:;~tto macroscopìco rt~lle red

al colera m eiaseun infermo

l

9 t6fs RovELLO t . 16-$ Acqua eli riso tipica e sera muchi abbondanti.

IO

il

l -

1

Acqua di riso, pochi muchi.

20-8 Sieroso, giallo-paglia,

1

pochi . muchi.

in prepmu a

Epiteli,


b = = = ====== delle fec1

Splr:illi .

coungem.

====---======::.;;""-'Bnclerium col~ communt.

In preparati (olora11

rtirette

Qoantlla relati\'a sulle piastre direi te

siJis,-itnr filarne n li, pallidamente co lo-

IJr,

l./ 5

Qoantita

relabva

,oue pi~tre

.\llri mifrorgaoismi ri:.courr:~u

1)

ralt. Alcuni fondenti.

()

'sili~simi ,pirilli e ba:

cilli, zro."s• caft=-ulal• e cu~~i 'acuo~zati. Pochi

Parecchi

cilli, rra cui alcune forme ù'ubbie.

o

Parecchi

Molli rapidamente fondenti.

lo bac1lh virgolali.

oo !

o

o

cilli, alcuni virgola ti.

o

::.c

Parecchi diplococclù.

!fs

3f-;, Diplococchi a ~rossi

cilli, nlcuni corti e

~ssi, filamenti esi-

l

Jissilm.

oIli batleri,cruasi tutti cocchi.

cocchi.

olti bacilli, nes"uno ,.irgolato.

acilli. ntJs::;uno vir~o- 1 lafo.

~

..

Moltissimi!

Parecchi fondenti.

o


1\li,;ERCliE SUL COLERA DEl. ·1893

!::poca

z

i primi $intoml

~

m ~n i si manifestarono

~

''Pttlo macrosc:opito

~

di colera

delle feci

in cM<cuo ulf~rmo

l

:H ·~ Ac. 1ua di riso. abbon-

'll/s Ur PJxTo. .

Detrilus, fibre lari striate. ascaride e di fa lo.

dante deposito trrigiastro. come detr-itus; 2 grossi ascaridi morti.

2:.i-8 Liquiùo giallo- vet·do- Delritus gial goolo, molti StOOio come bile, molti muchi, un grosso a- J citi e bacilli, corpi o vi Je forme<' flageUali.

&SCO'òde mo•lo.

20

21

»

1

:10-8 Liquido cremoso-brunastro, qua lche muco.

11-9~ Scibale brunastre, cir-

condateda poco muco rni!=:lu a sangue.

22 '13Js D"AP.ICE • .

25I

23

• •

l

Acqua di riso. abbondante deposito ?ri-

giaslro, mucoso.

27· 8 Liquido

giallo-brunastro, pochi muchi, frammenti di melone non digerito.

30-8 Liquido giallastro senza muchi.

Delritus, molU

rotondi gialli, dati da una molto for ma conl.en b rillan

feci ..li~·.,~>n t.o.,.; Egitto.


~El. SECONIJO Dll'ARTDJE~TO lllLITARB lrJ.RITIUlO

91 l

~=-~=====~==~====~============

co~~~=m.l

SJIIrtlli

eoUrlgeru. (.ltlaotili

relaùra

fllll~pwtre

dirette

iD preparati colorati

Quautita relath-3.

auue P•astre dirette

l

.litri mierorganisml ri3rontrat•

Pochi

b8C1lli. per lo più

!IOUih~s.itm. lun~hi ~

un po curv1. atcum molto ~rossi. allri

come quell• del co Jera.

id.

Pochi

»

Moltissimi

o

)l

x

Pochi

»

qualche ''Ìr!-!olata

1/l

l

l

'la

l

l

11


RICERCBB SUL COLERA DEL

1893

,o ~~

Epe>r"4

:..,:;;

di ('O(et:l in cia$(1on tortrmo

~~

1n tu i si manu~stuono e"' i pnmì sintomi

g:§:

z

Aspetto mae.rosoollico delle feci

'>-1 o··

1· 9j Pollaceo . brunastro, l con mochj glutinosi.

Detritus. in letto.

2(i

J()..9 Pollaceo, roucoso giallo- brunastro.

Delrilus

27 25/i> POLISENO

26-8 Acqua di riso, pochi muchi, deposito g rigiastro, granuloso.

:!8

27-8 Cremoso, giallastro, muchi densi.

:_.,

nP ICF~

))

29

29·8 Liquido bruoastro, pochi muchi.

;~(}

10-91Poltaceo, quasi conformalo, g-iullo- brunastr·o; ne muchi nè elminlì.

31

SS/s BIGLIAfU>I t ~29- 8

da 10 giorni soffr iva dier-

rea).

Acqua di riso, sedim e n Lo ~rigiaslro, j molli piccoli muchi

32 !0/t BINDA (da 5 21-9 Acqua di riso, senza giorni pr•maamucbi.

,·eva diarrea:

2-:~ ~cariche al

gaorno

colo-

rate).

33

34

J

~3-9

Liquido giallo-mattone,

muchi bianchi gelatinosi.

28-9 Liquido bruno-verdasLro , quasi niente muchi.

l


~il . ~BCO~DO DJPARTUIE~TO 'liLITAill HABinDIO

943

&,ttrium coli commune.

delle l'ed

Quanltta l'f'latha sulle piastre

Altri microrganhwJ l'l.-rootraU

dirtlle

o o o

oo!

/s

1

o

00

o

oo!

o tipici,

i·e fer-

A lcuni

'ls Alcuni

58

MolLissimi

Alcuni fondenti

o A lcune sarcioe.

Alcuni s lrepl.ococclti.

O Alcuni fonùcnti.


RICERCHE ~UL COLER~ DEL 1893

!IH

=,=- ~

"i'< . .=

~~

c:.~

..:";;

C:': d

z

Epuea m eu• &i manifestarOno l primi l>Jotoml di colera m ci:\Seuo infermo

~

•-~

Aspetto mac:roscopico

..

Cl

dell~ Ceci

~

<;;

Q

5-10 i\1 ucoso-giallastro.

35 Br-<OA 36

J)

,,

37

8·10 Poltaceo, giallo-bruno. 16-lO sangue e tre scibale.

ci··l'ondate da muco.

38

17.10 Sci ba le brune con muco.

39

40

:!1:1 9

26·10 Scibale brune, s:enz.a

SCOTTO(da 8

21-9 Acqua di riso, rn0lti

~orni soffriva

disturbi inte·-tina li). it

muchi.

muchi.

.. l

Molti l c ilii.

23-9 Liquido denso, bianco-

g rigiastro.

42

»

27-9 Liquido •erdastro co-

me bile, muchi.

43

44 1!1 !l C A f\ D E 1.. LA ~~~ià da 3-4 !tiOr._

n i prima &\"eva diarrea).

HHO Poltaceo, giallo-bruno. 2:HJ Liquido un po' grig-ia-

s tro, muchiglutinosi.

45

21-9 Liquido ~dallo-mattone, muchi bianchi gelatino si.

46

2!)-9 Poltaceo, giallo-bruna-

stro.

Detrilus citi.


!{!L ssco·mo DIPARTI<MENTO Mll.lT..\1\B .AlUTIJliO

l

F-

lj

do!lle feci

l

~irilli

co erigt:ni.

Quanti li relath•a suJie pi.astn

BatlentDn çuli COD'H!lUM.

Quaollta rdatl~&

Altri mlcrorganisml riscontrati

/s

4fò

o

-

Alcuni

:p

-

Alcuni!

-

o

ID preparati colorati

-

dirette

1

l

sulle piastre dirette

00

(mollo simiti al tijo).

• •

00

(alcuni mol lo $imi li al tifo).

-

D

virgola li li-

00

1 q/O

-

00

A. leoni

«. bacilli. per lo più 'li~olali ttpic•.

00

Alcuni

-

()

:lO

Molti bacilli tipici, virgolau, allrt p•ù gro<>si; alcuni cocchi.

00

00. bacilli

~H 5

Qualche bacillo fondente.

·~

o

plci.

Alcuni fondenlt.

1 in tutta la piastra.

o

-

oo1

o

-

o

Moltissimi

Alcuni bacilh fondenti.


IUCI:RCUJl SUl. COLitRA DEL Hl·93

916 Epoca in cui ~ maniC,.stuoM i primi siotomi

A<petlo tnatNstOpico

di colera

deUe feti

ln ciascun iorermo

i7fg ACUTI (da a l·

cuoi giorni sof· rriva òislurbi

gaslro-inle~ti·

nali).

iu preparati a

Uquido bruno· scuro, pochi muchi, abbon"' danliS$imo sedimento di frammenti di ro glie ver di. Poll.aeeo, bruno- verdastro, sen..-.a muchi.

37Jg MANOCUER·

n ...

Acqua di riso paglierio&, molli muchi glutinosi. Conformato brunastro e poco liquido giallastru. (Reazione acida).

H /fo V A LU: t

Acqua di riso e muchL Come acqua di carne molto sanguinante, muchi. (Reazione adda).

Leucoeiti, delritus


~EL SECONDO DLPARTUIEl'lT{) llJLII \Il! JURITTIXO

&ulerium

Spi,.Uii

coftrigeni. Qoa liU

coli eom''"'" e.

Sllll~> pwtre

sulle pla.tle

fj'lath·a

Qua.otiti relaU1 :1

o

Rarissimi

vir~olati 011, bacilli

o li-

.l,ltn mlcroT;anismi risrontrali

.iìretb!

dire ti e

.JIIeilli.

9 1Ì

(YJ

oo !

o

o

et::!

00

Alcuni

.Alcuni bacilli corli fondenti.

o

pici.

-.. bacilli virgolati ti-

pici. OD. beeiU: e corti strep-

&ococcbi.

o

oo

(".ome il B.

l

del ti/o).

li

l Alcuni slreptococchi.


918

RICBBCRE SUl. COLKllA DEL 1893

Fra i balleri ho assegnato un posto distinto agli cokrigeni ed ai bacilli del gruppo del B. coli commune; altri ho dato semplicemente un accenno senza iden1 come chè poco interessanti. Oi Lutti bo indicata la qua relativa. Vengo ora ai falli più importanti, elle sono risuiMi •]ueste an al isi. •• 1° La prima manifestazione d'infezione colerica gente· di mare .,; ebbe il fi luglio 1893. ;2° In tutti i casi clinicamente dichinrati di wlera ~li • pirilli cokrigeni furono sempre trovati cd isolati dalle feci, meno in uno. Que~t'eccezione 'fien data da un coleroso, che si offri all'esame, quando era f.(ià quasi convalescente; è6{uindi molto probabile, che in esso gli agenti specifici si sarebbero anche trovati, se le feci fo sero state analizzate af prin· ci pio dell' auac~o. Però, in un borgb6$e da me curato io citta. il quale non ngora nel presente lavoro, quantunque avessi fatta la l'icerca appena maoifestatasi l'infezione, il risultato fu parimenti negativo. Del resto cosi a Parigi, come ad A.mburpo e psrOno Calcutta sono stati registrati non pochi casi di colera asiatico nelle deiezioni alvine dei quali non furono trovati i oilli virgola. 3° In rapporto ai caratteri fisici e chimici delle ebbi a notare che, col noto aspeuo risiforme (meoo io questo c;~so della città innanzi accennato) gli Spirilli coltrigrni non mancavano mai. Per altro li trovai ed isolai del pari da deiezioni alvine. cbe si pre~entavaoo come acqua brunastra o verdaslra, ovvero come lavatura di carne, o pollaeee, o anche dure e conformale. Gli Spirilli in quesL'ullimo caso si trovavano annidati nei muchi, che circon-


r;EL ,ECONDO DIPARTilf~TO MILITARE 31A.RfT11ll0

91!)

,.· b·tle Tn quelle poche volle in cui le feci prednvano le •· 1 • · . . . azione acida. la rrcerea rmsct neg~l1va. ~eotaron O re• .t• 1-:on r1cerche metodicamente ripe~ole ad intervalli Q 8 a'rorni constatai ed isolai il Vibrio cholerae a.-;iaticae dl - a e dalle feci di nn colero::o io piena convalescenza, peTfino 27 iomi dopn la comparsa dei primi sintomi della malattia, ~o ~iorni dopo la prima ricerca riuscita positiva. :Xei rimanenti casi gli a,;.teoti specifici del colera fra il 3• e rs• ~iorno non si rinveoiv.,no pilt nelle deiezioni, anzi in ono, già-dopo un ;.:iorno dalla manifestazione dei primi sintomi, non mi rio"'ci piit di ritrovarlr. Quest'ammalato rapidamente mori. tatldove il primo crLato guarì dopo 41 giorno di cura. \d Ambur.:o gli Spil·ilti colt1·igeni furono riscontrati nelle deiezioni in vita al massimo dopo 7 giorni dalle prime manif~tazioni della malattia, e, mediante l'autopsia, al massimo dopo 18 ~iorni ( 1). 5• Su :>~ analisi di deiezioni di colerosi solo i· \"Oite h" const.al<'llO ~li Spirilli colfri,gmi io rultt~ra pltra (tratta,·asì di ammalati in principio dell'attacco); oe1 rimanenti ca~i qnesti erano mescolati ad altri microrgaoismi. Di questi 1 più co·tanti, anzi. nella ma1!~ior parte dei casi, gli unici, erano alcani bacilli mobili del groppo del B. coli comltlttne o del cosiddetto 8. neapolitanus di Emmerich. Tn 2 casi que,-ti corrispoode•ano co~ì e.sattam~nte al B.typhosu.s, ebe si sarebbero nptoto ideotilicare ad esso. se oggi questa dia~nosi batteriolo;,1ica non richiedesse molta circospezione. Siffatti bacilli, molto scarsi nelle prime deiezioni, prendevano gradatam~>nte il predominio sugli Spirilli colerigeni, lino alla completa scomparsa di questi; per vero in 6 cole-

!

U) Receotemente TtiiNI e PettiGIIINI (l' O~cialt •anita rio , N. t e J , !89-4) hanno constatato la pr8$en:za del ~·llwione eolerìgeno 11elle feci di un Individuo ftno al ti• tl'loroo dopo l'attacco.


9~0

IUCBBCII& SUL COLKUA D&L 1893

le deiezioni erano divenute culture pure di bacilli gruppo del B. col1 communl', di cui dalle prime feci si snluppate poche o n&suna colonia. Un fatto analo~o a questo, cbe accade nell'intestino c:olarosi, cioè l'aumento progressivo di questi Bacilli a spesedegli Spirilli cokriyeni, ehbi a constatare mediante anaiW. succe~il'e e ripetute di una sola deiezione .colerica, conservata per alcuni giorni in un vaso sterilizzato. Ciò potrebbe spiegare come questi Spirilli talvolta non siano stati con.. statnti nelle deiezioni di casi spiccati di colera. ln 23 volte, oltre i suddetti bacilli mobili, consL1l8i ed isolai alcuni altri microrgaoismi, per lo più /Jiploc(ìtchi o Slrepwoouhi. ma in cosi piccola quanti là, cbe meritano appena di essere menzionati. 6° Spesse volte questi bacilli mobili deJ gruppo del B. colicommune, nelle prime culture, hanno data la reazion~. dell'indolo nelle medesime condizioni indicate da BUHJID e DusH.u pel {ibrio chokrae aaiaticae, onde siffatta reazione come carattere patogoomouico degli ilgenti specifici del colera, og~i perde ancora più di valore. r05Ì

§ 2.. - Bioerohe sulle urine dei colerosi.

La mia attenzione fu portata anche sulle urine, mqnaolocbè uno dei faui piu gravi e più frequenti nella sintomatologia del colera~ senza dubbio l'anuria. Io quindi mi proposi eoe lo studio chimico, microscopico e balteriologico delte urine. d ' indag1lre l'esteosiooo e la causa delle lesioni renali. Adibii per siffa.tlo studio a preferenza le prime urin.e comparse dopo l'anuria io 1O casi di ~olera, dei quali · oto 8


~EL :-u;O:\OU IIIJlAJ\Tl1lE~TO •llriAR& lUJUnnio

9if

L'l durala dell'anuria fu varia da 1 Ji!ÌOmo fio'oltre . . . d" . ..., . i Qoestu ca,;o ra:tsstmo 1 aouna completa e proa ~,oro·confermata col e<~tetensruo piil. volte ripetulo, sopravH"&II3· • • l"o a1tro 10 · d.J\'t·a no consegm· . . ancora per J 1trt· ' -.L ~tornt. ''~o~trigion e. qnantuD!JUe L'aourta . fosse durata 3 ~orn1. . . 13 g . . f l l .. L'nrin:t per lo pw o e,-u·aua ro catetere. e a quanttta oUef!Ola fu ,aria, ùn tiU a t.iOO grammi. lo 10 tto feci t :) anali:'i complete: nella~~ tnbella ho succ.intameolt? e:;po~ti i falli più importanti relati,·i a ciascuna di e3se. ~on ~,endo ~Ialo possibile raccogliere ciascuna urina 0011 tutte le regole dell'asepsi, mi convenne trascur·arne res:tm.e balleri.olo,;ic() completo ; mi occupai quindi solo della ricerca degli Spirilli colerigeni, quantunque la presenza di questi. giit per la reazione quasi sempre acida. dell' urina fo:;se swta poco probabile. Oopo arer lasciato per qualche ora ciasc11n s~ggio d'urina da analizznre in un bicchiere conico, ne toglieYa con la pipeua l cm. c. ti:~ Ha superficie e lo ver ·an in 110 1o tubo di peplone: qutodi con un altro cm. c., preso dal fondo. innestara un 2° tnbo di peptone. Da questi innesti procedeu alle olteriori preparazioni cosi come bo esposto nel precedente capilulo. Il risultato, P'r quaut'' armi ripetu&o lt prou, fa empre oe;utiro in quanto a presenza di Spirilli colerigeni. L'eiame microscopico del sedimento mi diede risultati Lauto pitl gravi per 11uanlo pi it protratta era l'anuria. Sopratollo era noterole la frequenza dei cilindri cerei e dì qneJii alhÙmino·grassosi. come nei casi di gr.1ri processi cronici dei reni : essi predominavano sugli allri elementi morfologici nell'orina raccolta dopo 5 1 • ~iorni di anuria. Gli eritroC'i li erano piuuosto rari. .

.cruanrt~ 00


932

IUCERCflE SU t COLF.RA. D&L 1893

)J ediante l'analisi chimica ebbi a constatare che l'albomina non era io rappot·to dirello con la gravità della malauia, ma l'im·er,o. Per vero, constatai un'albwninaria intensissima (il ~5 •1.. di albumina) in nn iodiridno, che gpari rapidomente, e viceversa on' albuminaria assai lieve (il 0.5 •t ..) in un individuo, che mori in brevissimo tempo. Ora, ammesso. come par assodato da recenti studi (FuEXKXL, Ronr. At:FRlCHT e 1\uos), che la neCrite dei colero i sia dovuta ad una stimolazione flogistica degli epiteli renali, per parte di sosL'lnze LOssiche penetrate nel sangue, ed eli minantisi pei ren i, c chiaro che, quanto piu rapidamente l'organismo si sbarazzerà di que~te toxine circolanti., tan piu intensa sa ril la nefrite o l'albuminaria, e quindi con tanli~ maggiore rapiditù l'ammalate guarirà dell'infez ione colel'ica, e viceversa.

""' ...


:U!I, -.eCO~DO OIP.tRTIME:'ìTO VHJlARI! \IAIUTTl\10

9z3

TABELLA 2 ".

Prospetto generale delle analisi chimiche, microscopiche e batteriologiche delle urine dei colerosi.


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TABELLA 2'.

..... ·~

P1•ospelto generale delle analisi f'himic1w, ,nict'OS€-'Opiclle e ballet·iologi che

dellt ut·ine dei eole,·osi.

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ln quanto all'analisi batt~riologaca la rH·ert·a. rlello Sptrillo coleriqeno, roctliantP eullure, tlied•· sPmpt·e risultato ne[faiioo. ~ !Il

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nnorm•ll

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Albumina l o;oo; glucOSIO tracce

Molli cilindr·i cerei e g ranulosi, alcuni albumano·gras5osi, pochissimi con s rerule di srasso della grandezza dl un globulo r·osso, molLre molti cilinilr i ia· lini l~ppez.zali da cellule epileliali t·~mali, pochi con leucociU; cel ' lule epiteliali di tubolini urinH'ert e leucociLi in ammaeE~i o liberi;

cellule epiteliali dellti vie ~"cre­ &&ve e ~r•s&elh

d

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lracce.

Ì.,'li DJ

ro.

PIN-I 24~'~ (;\alk>-..-lro· \ Abbon- \ Albumiua i t ,OIIl; aehla', ~ tillflli. IIJooi

em~glo- \ 8 h t08 bilir ubina

51 'f7/ 11 D'API-l et::.

Iii /tS j?

~~ 4501 Giallo;rosf.l~t:tlro: 1,01.1; aclfla.

~50 Giallu- ros'-~81-i lro;

1,018; acida.

>~ E'IlO.

il30/ll HtGLIA n

j

:lO! 200! Giall()·ros!-sstro;

81 ''h Scorro l

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10 GiollfHossoslro; acida .

1.

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Albumina l 2,5 Ofoo.

n

L••ucocill, cilindt•i tlllil\1 e ~··anulosi, etleh renali, Rlcuni dello ,- ~oo e Vt<' urinRt't~, l'l•itrtwHi u c ristalli di uralo di am•••nrtul.

l

~rnnulo•q,

C1ltnòri ioltni e 11ncho qualche l'ilindro cereo, inollrn t•pileli r!luali e doli P \'i(' O~<l-reltvu <' C'ris\Jtlli di ur11to di nmmonio.

Albumina

Pochi ciliwlri ialìn1 e ~rnnulosi, lllOILi cilind roidi, quale w &l'ili'O· cito e pochi latwoc•ti.

Albumina

Cilindri tolini e gl'ntwlo..,i, cellule cpiLeliali dei rl'ni e deliA vio oscrelivc, Jeucocili, cilindroidi, o <'t'istalli di ossa loto di coiN•.

l

0,5 O/oo.

2,5 o;oo.

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411MI

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Scarsi.

l 2501 GiaiiO:_I'OSS~SltO; l Scarsi. l,Qt ,; actda.

contle vi11 tll'inaril'.

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Albumiflll, 4 OJoo; eutoglol>ma tracce.

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M •~lli cìl_ ì n_tlrl ~Mlnu\osi.e ialini, ci· hndrokit. ~PI~t.\i rllnhh e 1\e\!o en·

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Id., più al~~uni cilindri cct·oi.

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7:!1 ~nO Giallo-rossaslt•o, 1,011; acido.

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121 '!7/9

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Giallo; l,OOR; a .. cìda.

chimici

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rcaziòutl.

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Pocht cilindri granuJc.;;i, molle rei lulo renali. -

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Albumioe. 1 o;oo

Leucocili e alcune celluh.l opllelialt dei reni.

Albumina 25 Oj('()

Cilind t•i Ialin i, alcuni ~m~nulusi, porhi epiteh t'enali e leucocili.

> ~ r-

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00 -:Q

200 Giallo·rossaslro; 1,025; acida.

-

Scarsi.

t' Nessun elemento morfologiro.

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§ ::J -

Ricerche sul cadavere. Autopsie .

Mediante le autopsie io mi proposi di studiare Je lesioni aoatomo·palOlo!!iebe di Lotti gli org:) OI io rapporto coi falli cllOici Tlre,entali da ciascun ammalato. e la diffusione de•.!h s ,lirilli. wlmgmi in rapporto a -.itraue lesioni. (loautuoque si fos:;ero avoLi nel nostro ospedale 6 dece,~• per cclera. pure solo lli tre mi {n penneEso di fare l'autop...ia. Le rigorose, ntzionali ed eflìc<'ci misure igieniche. pratic.tte con zelo ed accuratezza impareggiabili per impe· dire qualsiasi per icolo di diffusione dell'infezione colericn da parte tlel personale di )Jarina. non erano garanzia surhclente a tnW•Jnillizzare le preoccupazioni dei cittadini ! r en '0 orn :tlle antop::.ie. 4 Pettin:t!o ~icola. òn Bari. fuochista del Jf...L Ctr lotana. morto 111le 6 poro. dPI t :l a~osto 1893. Procedo all'autop in ?? ore dopo la morte. hs ~opdi til completa: tutti i muscoli souo in forzata contrazione come:netropistotono. Cornee opacate, massime la dritta. Ottimo ~" re~Jolare sviluppo scheletriM. La cule è priva della sua naturale elasticità; pigiata si sente sotto le dita come p3 st 1 o cera. Il pannirolo adiposo ben t•ooservato. Masse muscolari l•en nu trite~ di un colorito rosso carico. Alrnpertura della carità addominale non :.l nota fuoriuscita di ,ga,, nes,ao cauim oaore. :'\ella ros;;a colica dritt.a trovnn,• ra ··ohi circa f 50 cc. di un liqu;do filante, attaccaticcio ilei t'olore della bile. ~ el rimanente il peritoneo t' lerigato, a:;ciutto, lucido. M n~~inu' a dritta, poco o niente Il ~inistra, traspariscono i


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Giallo; 1,008; n.. cida.

Minime tracce.

Albumina

Leucocili e akune celhtlo opilc!iati dei ret1 i.

:161 200 Giallo-rossastt•o;

Scarsi.

Albwnina

Cilind1·i Ialini, alcuni granulosi, pochi epitel• 1'ena li e leucocili.

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1,025; acida.

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' Nessun elemenlo morfologico.

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Ricerche aul cadavere. Autopsie .

&tedi3ote le autop:;ie io mi proposi di studiare le lesioni

amllomo-pntolo~iche di tutti gli orgnni in rapporto coi faui cltnici pre.~entat1 da cia~r.un ammalato. e la diffusione de)!lt 'piritli wl~ngtni in rapporto a l>iffaue lesioni. Quantuo 1ue si fos:<ero avuti nel nostro ospedale 6 dece:-:-i per celar-a. pure .;olo d1 tre mi fu pennesso di fare J'anLOp:.ia. Le rigorose, f lZionali ed eflic:~ci misure igieniche. praticate con zelo ed accuratezza impareggiabili per impedire qualsiasi pericolo di ditrusione dell'infezione colerica da p:u te del personale di ~Jarina. non erano garanzia surlìciente a tran•JUillizzare le preoccupazioni dei cittadini ! Vengo ora alle autop:.ie. l Peuina!o ~icola. dn Bari. fuochista del Jf..L Cn · lonna. morto alle t) poro. d('l t 3 a~oslo 1893. Procedo all'au top~in !~ ore dopo In morte. ltigidità romplet:.t: tutti i muscoli ,;ouo in forzata contrazione corne:nell'opistotono. Cornee opacate, massime la dritta. Ultimo e regolare :-viluppo scheletrico. La cute è priva della sua 113turale clastici la: pigiata si sente sotto le dita come pasL1 o cera. Il p1nnicolo adiposo beo conserv-ato. ~Ja.sse muscolari hen nutrite, di un colorito rosso r.arico. \!!"apertura della car1tft addomint~le non si noLa fuoriuscita di ga.... nes ... un cattifo odore. ~ella fossa colica dritta trovàns• raccolti circa 1:.>0 cc. di un liquido filante, attaccaticcio d~l t•olore della bile. Nel rimanente il peritoneo è le,•igato, asciutto, lucido. M a~sinu' a drilla, poco o niente ~ ~ioistra, traspariscono i


928

RlCIRCII& SUL 'OLEIL\ DEL 1893

capillari fortemeOLe iniettati. :'\essuna aderenza e,.iste anse intestinali. La milza è notevolmente impicciolita, quasi uo terzo dt>tl._ grandezza normale; presenta iocisur·e mar~inali ~ no colorito cianotico; è poco consistente, flaccida. Il fe~ato è ~rosso. massime nella g1·and'ala, ba bordi taglienti. colorito pallido tendente al ~iallo. La cii>Lif~llea, fortemente tnrgida, contiene una bile tenue di un colorrto molto carico, nerastro, senzn muco, senza calcoli. Le glandole mesenteriche sono un po' ~rosse. ros':l~tre, melli, friabili. , Aperto lo stomaco e tollo l'intestino ho nota~o quanto appresso: Lo stomaco per·fcuamentc vuoto; la parete jnterna t} tap· pezzata di muco gt·igiastro, denso, attaccaticcio; aspol'laodolo con un getto d'acqua, si osservano chiazze emorrngict.. sottomuco.;e, principalmente lungo la grande curvatura ad epitelio intt>gro. JJ contenuto intestinale ~ fatto da un tiquido tlen o mucoso. di un colt>rito giallo, in alcuni tratli è quasi poi di odore non pen&tranle: solo nel cieco esso :~cqoista caratteri fecali. Le arbore::;cenze vasali dell'intestino in lutto il tertw• e sO'prattutto nell'ileo, traspariscono fortemente iniettate. di oo colorito rosso vho in alcuni tratti, in altri cianoLico. olo in alcuni punti l'epitelio mostrasi sfaldato in forma di piccole chiazze: e piccole su)!gillazioni si osservano --par·e neldigiuno, più ravvicinate nel dtwdeno. I follicoli ·oli~ri appariscono no p(>' grossi, di un colorito biancastro; le placche del Peyer inalterate. Il t•ene destro è piccolo; la capsula-cellnlo-adiposa 'quasi priva di adipe; l'albuginert sottile, si distacca molto facil-


:\T.L ,KCO'iDO DlP.-lRTllCF";TO .ILITAU \lARITTDlO

9~9

mPnte; prt!~anta alla superlicie un colorito roseo ·pallido con molti punti ipn'emici (venale ·rellate del Yerbein). Al taglio la ~osranza corticale pre:~entasi ridotta e anemica. Il rene sinistro pi1i voluminoso, i poori iperemici qui sono piu grossi e piit ranicinati luogo il margine COO\esso; un p o· 1}j adipe intorno aj calici renali ; pel resLO le stesse note. l.a ,-e.$1!ica è ruua contratta. 'uota. a.;ciutta. \!l'apertura dPI torace non si nota fuoriuscita di aria. polmoni non t•ollabi~oo n o. 'ono ra~gruppati io allo. e o~u ­ pano solo i % superi~ri delle rispeuh·e cavità. A sinistra :.'m ontrun" ader... nze pleoricbe di antica data. membranose erJ e-te::e 10 lutw l'ambito pnlmona.re. Anche a destra ;;'ior.onrrano notevoli aderenze pleoriche. ma meno estese. l poimooi sono :•Lelella:>ici; non si ri"contrano iposlasi. :\el perit:aròio poco littuido, g.allo. tenue, circa l O gr. Lun)to i solchi. massime nel lon;.:itudinale. l• noteTole la rP.plezione dellt> vene e nelle arterie. Il cuore e gli appare·· chi val\'olari <:ono no1 mali. La meti1 s1nistra del cuore è perfellamentc ,·nota; il ventricolo destm • pieno d1 coa!!Uii di san;?ue. llirfft'cllll /,au,riologichc. - Sulle piastre del liquido perironeale, l'accolto nella fos~a rolica ,1nistra. si sono S\'iluppate infinìl.l' colonie tutte di Spirillo colerigeno. Sulle piastrl\ del contenuto dell'inle:-.lioo tenue noruerosissime colonie. •1na-i tolle òi B. coli comuwne. solo l'l o 0 di colera. 1:~> piasll'e del sangue, del succo pareacbimale del fe~nlo, nul7. e reni sono rima~re sterili: la ricerca dello Spirillo rolt>rigmo da que~ti organi e dal muco r.ontenuto nello sto· ma i) é riu~cita nr-.:ativa. 2'' n:htiani Pasquale, da Lucca di anni S.R, maresciallo de1 reali carabinieri aJ servizio del regio arsenale marit-


t}3(h

Rlt'ERCHE sUL COLERA DEL 1893

timo , morto nelle prime ore del .t ago.;to 1893. all'autop-.ia l 6 ore dopo la morte. H•giditi1 ·~oulpleta generale, le masse muscolari fortemente contratte; ti lorare in una forzata fa:>e ispiratoria, ~IJ steroocleido-ma5loidei sporgenti. gli arti tesi, i pugni slrt!lti. , calragni auraui lonatamente io so: sembra come se tutto il corpo ohbedisse ad uno sforzo sorromano. Si notanomacchie ro~:.o-hloa~tre alla guancia ed all'orecchio de-lro. al ùor o e n ell~ r<'!!ioni laterali del torace. Cute pasto:-a, :;ollerabile in alle e gr·o~se pliche. Spesso pannicolo adipo ~o sollocntaneo. masse muscolari grosse P. di un colorìtro ., normale. \ \1';1 pertura della ca'\'ità addominale nessuna fooriu~eita tli gas, lo stomuco è disteso ed occupa quasi la metà del campo di osservazione: ancl1e le nnse intestinali. gonfie di aria. emeq;onCI. Il perito11e•1 s1 mostra liscio, asciutto, lucido, traspari ~!!ono allraHr~o th es:;o grosse zolle di capillari fortementt' iniettati. Il grand'ep1pl(\on è ricco dj adipe. Le anse in l>tillali otTrono u11 colorito rosso vivo diffuso e non presen alcuna aderenza fra loro. 11 fe~rato "porge dall'arco costale per circa tre dita : tn.!rossato. di un colorito pallido, anemico, in alcune ;.(allo; di con:oi'lenza molle. friabile. La cistifellea è in pletamenle ripiena di hile. La milza ridoua alla metà del 11ormale con c-apsula f·'i' grinz1ta. colorito cianotico. polpa no poco flaccida. Il mese11tere notevolmente infiiLrato di grasso da aClJUÌ· ~lare la l'pe:-~eua di f -~ cenlimett·i. fn Lutlo il duodeno e nel principio del digiuno la cosa ìntesLinale è rivestita da uno spesso strato di ' denso, ematico, che hn aspetto ed odore di feccia di vi


:'\EL :-ECO~DO DIPARTIXE.'iTO )IIU!ARlli.\RITTJJ(O

9:l f

rer lunghi tratti la mucosa di questa parte dell'intestino pre· :.enta'i c.-cariata. ed in tuua la sottomucosa ootasi una dif· ra- 11 infiltrazione emorragica, la quale. nel lerzo medio del di •iuno. cede il po,to ad una non molto inteo~a iniezione ç-a-ale. il contenuto di que.-Lo tratto dell' inte:\tioo è sem· plicemente mu··oso. molto denso. non emorragico. l n tutto il re-to tlell'mtestino tenue co:.-i la mucl)sa che il contenuto intestinale riprendono lo stesso carattere emorragico; però qui, a piccoli traiti, il lume intestinale è completamente 0 ~cJuso da una polti~lia fecale ~ranulosa, ~allo-rossastra. In alcuni punti dell'ileo si notaoo ulcere superficiali della muco-a, della grandezza di un centesimo. le !JiaccHe del Pe~er non sono alterate; oè sono iperlrnfìci i follicoli solitari, CO!Jle in Pettinato. J n generale e tenuto conto della minore spessezza delle pareti, .;j può dire cl1e l'aspetto dell'intestino tenue. rnas· :.ime pel coutenuto. ricordi moltissimo «fuello del grosso Hlle~tino nella dissenteria f>giwma. ~el cieco lo stesso con· tenuto moco,o emorragico. Il rene sini,;tro è racchiuso in una capsula cellulo-adi. posa mollo ,pessa (>ero lipoma capsulare del rene); pieeolo. di colorito pallido. anemico. L' aiiJu~inea piotto:-to aderentr, ma:-sirne in alcuni punti, dove ,; notano chiazze tendinee. ·o•tanza corticale mrlto impicciolita. calici normali. fl rene destro presentasi con gli ste~si cara!Leri, solo . po' piti piccolo del sinistro. La \ escìca ì• contraila. perfettamente YUOia. l.o 'tornaco. notev-olmente drlatato, contieue !)0 ~ramrui eirc.1 di un liquido hiaoco-!{rij:tiàstro, la mucosa present.asi mammellonat:t. di no colorito ardesiaco: vi sì notano anche cltiltzze emorragiche. Oalla caril~t totacica non fuoriesce aria.


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ltiC&RCHf St"L COUBA DEL 1893

l polmoni non collabiscono: a destra aderenze n~<an........ estese per .. uperlicie, ma non membranose come io tinato. Il parenchima pulmonale è anemico così agli come alle hnsi. Il pericardio non contiene liquido, ~ a.sduuo. Il $ÌDÌ:.tt·o perfettamènte 'ooto, il cuore desLro contiene di sao~ut>. llicarht lmttaiologiche. - La ricerca dello 'pi colrrigtwJ dal sangue, fe~alO, milza. reoi e contenuto stomaco è riu5cila negativa; dal contenuto intestinale sono :n duppnte innumerevoli colonie, di coi un 1, , oenti allo • pirillo colerignw e ' , al B. coli commune. 0 :{ Simioli t:iovanni da Sorrento di noni 25. soL eh iere dt sen•izio nel t·egio arsenale marittimo, ruortn lJ ~ ant. del 5 n;.:o~t o 1893. Procetlo all'autopsia .34- ore la morte. Rigidità conservala solo agli arti; l'aspetto del ca identico a quello di Bastiani. solo la contra:t.ione m P. mt>no forzata. Si notano macchie verdognole alle iliache, rnacchte ipostaticbe al dorso. La tute pre~enta "le,so c.1rat1ere di pasto~i tà. Il punoicolo adiposo cutaneo i> quasi scompar,;o. l e masse muscolari sono ~tanu bene sviluppate, banno nn colorito rosso carico. Hiluppo ~cheletrico è re~olare. le glandole linf.ltiche cutanee ooo "Ono iperlrofkhe. Dalla cavitìt addominale non fuoriesce aria. Il peritoneo limptdo, splendente. Le an.e inLestinali, gonfie e non renti fra loro, sono . palma te d;"t un liquido vischio5o. cui si nota ooa piccola raccolta di circa 150 gr. nella pelvica. Esse si presentano di uu colorito roseo diffuso, quale spiccano le arborescenze vasali. di un colorito laceo. J..e glandole mesentericbe sono grosse fino a


NEL SliCO,DO DlP.\RTl'l~ UO llJUT.UlE \BRJTTillO

gere la grandezza di

9:l3"

unn ..:ro~sa mandorla: alcnoe sono di

un colorito ro!'so-viol:weo, altre pallide o interamente bian-

r:he. Es:;e sono nnmeto5e e molto stivale fra loro. T.o stomaco è un po' dilatato e contiene in piuttosto notevole quantità un litJuido di un co!orito verde-oscuro: uerastro. in cui nuotano molte gocciole di gra:iSO. La macol: t è in,pe:;~it.l. mammellonata. Si notano pure nella sollomuco.;n piccole emorragie, puntiformi, come vibici, più ravvicinate in corrbpondenza del gran col di sacco dello stomaco. Note, ole inie1.1one dei 'asi coronari . Nella f" parte del duodeno Lrovasi un liquido analogo a quello contenuto odio stomaco. e come noo si riscontra in tolto il resto' del tubo intestinale. lnve•:e nei due terzi inferiol'i drl duodeno e nella 1' -parte del digiuno la mucosa intestinale si presenta rivestita da nna sost.aoza ,.,,chio ..a, come muco. di un colorito giallo d'uovo. Qa&ln, :-ulla muco~a della rimanente parte dell ' intestino teoae. dtviene pii1 Ooente. e. 10 alcuni tratti dell' intesttno 1leo, acquista anche uo a!-pelto emorragico. Qnasi io tuUo l'ileo si constatano piccole emorra:..rie nella sottomaeosa, <:ome •1uelle o:.~ervate nello stomaco. 1 follicoli sono ipertrofici co,i come in Pettinato, ma più stivali fra loro. \oche le pla.·cbe del P e~ er presentano un'alteraZione nell':'lspcuo, e tanto più pronunziata per quanto 1>iu pros im.e al cieco. rnn anzi tolto esse spjccano fra qoeste .,anoiTa:zie per il loro colorito pallido: la uperficie é retirolat:l. c. massimamente in prossimità della val~ola ileocecale. presentan~i alquanto ipertro6che. Xel cieco nessuna di qu_este _alterazioni: ivi il contenuto è liquido, denso. in qu~nt1ta plUttosto notel'ole e di un colorito verde-pisello duaro. Pronunciata d•tlusione di bile nell 'angolo epatico del colon.


RICERCH~ SUL COLERA DEL 1893

• La milza ha ;:randezza normale o poco più del no molle ma non friabile. di colorito \"iolaceo. La capsula ,.(rtnzala. ::.vilupp.tto il reticolo conoeuivale. Sulla massime verso ti lwrdo, opp1ri$COUO macchie verdast .\oche il fe~ato hn grandezza normale, bordi colorito rosso·.~odalla~tru. Traspariscono, massime sulla coo\•ess:~, piccole ar·hore cenze vasali. Poco sangue Jiqu sgorga dai vasi epatici souo il taglio. Cistifellea non plet.amenle piena di bile. che e fluida, non (ìlaole. Il rene sinistro è r ircondato da una capsula di adipe, con la quale aderisce mediante titte bri~li! 6 Ha grandezza normnle: colorito violaceo massime ai l.'albuginea si di·Hacc:l con non molla facilità. La !'Os corticale è ridoua, c piuttoslo pallida; la midollar•e di color rosso violaceo, molto pronunziato. Gli stessi rarattel"i :-enta il rene deslt·o. ~ella Yesdca si trovano circa 50 gr. di urina, tor lliancastra. \prendo il torace non ·i nola fuoriuscita di aria. I polmoni non collabi:;cono. ~elle cavità pleuricbe litJuido, né aderenze. A destra iperemici i lobi e medio, leggiera ipostasi nel lobo inferiore. A sini iperemia alli va del lobo ~uperiore: ipostasi più pronu che a destra nel lobo inferiore. ~el pericardio niente liquido, umide però le pareti. li coore un po' grosso; poco sangne liquido, t·osso nell'atrio sinistro. assolutamente ruoto il veotricolo ' slro; coaguli di san~ue rosso-scuro ne~ ventricolo ed de tri. Pareti miocat·diche un po' sottili massime a Apparecchi vaholar·i integri. . Ricer1;he batteriokJgiche. - Solo nel contenuto dell' testino tenue la ricerca dello Spi-rillo colerigeno r


~&t. ,&CONDO ru:PARTUIBUO JIIIJTARi llARITTiliO

9.}:)

• • circa i • · delle coloniE>, :;Yiluppatesi ~u qoe.;Le JIO'' l na. • . • ~ e ·ono di colera. le rim3oeDtl soo dovute tutte 'l i prn .. r , :; , . . . . . 11. coli rommune. Questo batLeno sr e ;;vtloppato m coltura pura ;111 che :>ulle piastre del sangue e del reo:~ prol~abil­ rnen~e per diffusìone posLmorLale d1\ parte del! mtesLmo.

1

Come H•Jesi. infuori di un'intensa enter·ite acuta, ron parte 'JJl37.iooe o no dei follicoli solitari e delle plaechl' del l'e} er, non si sono ris~ontrate lesioni tali da ~pie­ ~nri! no 1p1adro morboso C05Ì grave come questo del colera. ~~· le ricerrhe batteriologicht>. med•anle preparati e culture. qtHintnnljne falle pnrecchie ore dopo la morte, hanno ùimostralo Spirilli colerigeni nel snn~-toe o in altri ot•g::mi ruori dell'inle>lÌOO. C1la ~ola rolta li lw riscontrati t•d 1 olati (t:? orP. dopo Ja morte) ÌIITIIIII&t'rr.roli etl e.sclusin in po' tla liquido filaul~ e rtrda.ttm, conv bik, rontmuto w-l pmroJI(;o. Questi ri"-ultamenti armonizzano wl conceuo o •~o;1 dominante ,.ulrinfezione colerica, rome ~ià 6n òal HU7 fu rt)rmulato daJ d1irurgo inglese Cous a Bombah e poi sostenuto dal GAFFKY dionnzi al Congre<>so di medicina inlernn. t~ n nto l'anno scorso a Wiesbaden, che cioè ll'a~­ nell'ioft'zione coleriea, di un avvelenamento del sanrue ,., ' una '"~'iemia per assorbimento e dilfusione in tutto l'organi~mu dei prodoLLi tossici, elaborali dagli Spirilli cQkrigrni nt!ll' intestino; ne! più, nè meno di tJU~llo che si ha nell.t tiifterit.e e nel tetano. ()ueste toxine, agendo sui een111 nervo~i. parai iz.zerebbero l~ funzioni della vita \et.;t~t.,trvn, onde l'anuria e l'acolia ..

''"i


RICI~CI& SUL COL&RA UL -1893

§ J.. - llleui di dUfusione dell'epidemia.

lo quanto ai mezzi, che potevano af"er diffusa l'eptdemta, naturalmente era l'acqua quella che richiama\"a maggiormente l'attenzione. ~el 1890 e !H. quando il colera in fieri per la prima volta nella Colonia Eritr·ea, io fui tanto fortunato da dare la pro\'a scientifica, che l'acqua era stata colà il .principale veicolo di diffusione del virus. Per vero n Ghi nda, uno dei villaggi interni, dove più villime aveva fatte il colera, a me t•iusci d'isolare e coltivare dall'acqua di due pozzi io u~o il l"ìb1·io clwlerae asiaticae. Con pari ardore quindi mi sarei accinto alla ricerca del temuto batterio nell'arqua , .che IJevevano i marinai a Napoli, la quale era la stessa acqua del Sertno in usp per fa citta. )la. francamente, nulla g!ustilicava un tal sospetto, nè incoraggiava nella difficile ricerca. ~ella Colonia Eritrea il modo stesso onde si era diffusa l'epidemia. la ubicuione dei maggiori focolai cola doTE: l'at~.taa non face\·a difello, praticamente dimostramoo. che appunto nell'acqua si aonidan il pericolo dell'inf~:­ zione. (;r indigeni istintivamente lo dicevano, che cerl aetJue erano state la ('nu~a della malattia, tanto immediati ne avevnno constatati i sinistri effetti, dopo l'uso fattone. Niente di tolto questo si ebbe a ~apoli: il limitatissimn numero degli attaccati e considerazioni sul modo come si ]Jresenlavano, l"uno lontano dall'altro, senz'alcun rapporto fra lol'o, e cosi in città come fra la gente di mare, chia· •·am(>nle dimostrnvano, che l'acqua potabile non pot~-a


,El .... gcO,DO OIPARTill.ESTO "1LITARR 'IARimiiiO

!l3/

e,.sere ~lato il mezzo di diffusione del Yiru-. E'empi hellis,imi di ciò "i ebbero sulle regie na\'i. 11 fallo però che su ')oe~te navi. salle quali la ~aluLe de~?li e·ruipa!!/ -i era mantenuta per lo innanzi ottima. ; ca~i di colera si erano manifes~ali solo dorante la loro breve fermala nel porto di ~apoli. fece sor~ere il sospetto, che I"IW(Oa del porto militare non fosse stato il Yeicolo dell'infezione: questo so::;peuo era ma7giormente giostifiento dal fallo. che i marinai in 1-'ellet·e spes<.o fnono u:oo dell'acqua del mare s-ia pure per porgarsi. l'er que,ta ragione mi decisi a sottoporre ad accul'a!a ~n.,Ji~i l'acqua del porl{) militare. .Naturalmente i sili più :>ospetti erano quelli in cui si erano trovate J.. regie navi Re Umberto ed Affondatore. rhe ne,·ano avuto l'una ? t'altro 3 casi di colera a bordo. Presi quindi i J"agj!i dell'ncqua da esaminare da punti diversi ~rrispondenti alla prua di deue nni . .alle latrine equi(laJ:,ti. ufticiali f'd ospedale, alla ùaochina, alla linea d'ilhmt>r,.iooe •iella manicbett;s, che portaça l'acqua del Serino a bordo. ~ rarro§?liere i saggi delle acque ileii'AJ/On(/atort, .andai lo stesso ~iorno in coi a bordo di questa nne si ebbero i ra.;i di rolera. E (M)iché si pretendevn. che appunto la maoicheua dell'ac.qua del ... erino a"e~se trasporlala l'infe7.tone :\ bordo, co i mi com·enne racco,.:liere per l'aoafi,j dtreuamente anche l'acqua, che ~oceiolava dalle pa'~ti di della manicheua nell'atto in cui essa cmer;reva d:tl mare. _Tuttavia t}nesto sospello divenirn poco probabile gtà per l';1nalisi rl•imica. la quale non mi aveva dimostrato. nell'acqua stiYatn a bordo, una quantità tale di cloruri far npporre. rhe ({)~se stata traspOT'Iata con l'acqua dolce una c.-t-rta quaotiLit di acqua di mare.

da


RICKRCUK ::.UL COLERA DEL 1893

Prendeva sa~gi in piccoli Erlenmeyer da 150 gr., st~rilizzati, 6 per le ricerche. ed altri ~ che ioqnin:wa. artificialmente con cullura di colera: questi nlLimi mi ~ervi ­ vano per le prove di controllo. Di ciascuno di questi 8 ~nggi \"er·sava 50 cm.c. io 8 grossi tubi in cui precedentemente aveva preparata e ;;terili7.zata una soluzione di 0>5 gr. di peptone io ii gr. di acqua. Dopo averne bene rimescolato il ron tenuto, conservava questi 8 tubi, a 31° C.. e, dopo 6 ore, dallo strato superficiale del liquido, dove per lo piti lrovavasi for·mata nna pellicola, talvolta abbastanza spessa, faceva con l'ansa di platino inne..;Lì nei comuni tubi da IO C!p .c. di peptone di Koca, e subito da ciascuno di questi 2 piastre rli gelatina ed l di a~ar in 2' drluizione. A distanza poi di l O io 1O ore, come per la r·icerca dalle deiezioni, ripeteva le stesse preparazioni una 2" ed una 3" volta, rifacendo sempre gl'innesti in peptone dallo strato soperticìale dell'ul~ima ~ult u ra preparata, la quale era stala tenuta per 40 ore a 3/° C. Che questo metodo avesse dovuto condurre allo scopo, ,·ien dimostrato dal fatto, che sulle piastre preparate per· controllo dai saggi artilìcialmente inquinati, constatai sempre le colonie degli Spirilli colerigeni innestati . Esso, con picc(ll& modiiicazion i, è jdentico a quello descritto recenLemente da Koco (Zeitsch·rift f. Hljgiene nnd Tnfection.skranketten. Vol. XIV, n. 2 ~·· 3 19), il rruale del resto diiieris.;e da quello, seguito da .me a Ghinda, sol per il fatto, che Koco ha indicata la soluzione di peptone e sale all' l p. l 00 come più favorevole terreno di cultura per lo SpiriUo colerigeno, ed io mi servii invece del brodo molto diluito, con ollimo ed importante risultato. Come vedesi, le prove sono state molteplicj ed acenrote; esse, quantunque fatte nelle condizioni più favorevoli per la presenza dello Spirillo colerigeno, pure sono riuscite,


NEL -.ECO~DO DIP.\RfUI&'\ TO .liii.IT\HE ll ..\RITfl'llO

~):19

sollo ral Jif!uardo. t'6mpletmwnt,. ~~~gatir...-. Yicever5a in tulli ei :t'.!!!Ì dell'acqua del porro. dw. per controprova, io 1111 :1\eva ,lrtith:ialmen,te inqumati. romP ho deuo, ho ,empre ,J imo'>tralo nelle cultore la presenza degli Spirillt roleri!Jl'tli. Rrcntra nppunl{) nella ricerca dei mezzi di diffusione tlell'ep1demia anche lo studio halleriolo~ico, metodicameute e-e"nito in tempi succes~ivi. delle lleiezioni dei conva ler . -ccnti Ji coler:t o d'indi\idui affetti ~emplicemeote da distorhi ~ù5tro-mtestinali: inquantocht• ctue;.te deiezil)ni. non di-infeltate, appunto perchè OliO so'>pelle. pote~aoo farilmeute ditrontlere la mala11ia, ove ne an!.ssero ~.·ontennli i ~?ermi.

t: i:'1 il raso del cannoniere Cirriello, verHicatosi nel 18n? a hol'tlo del Ile Umùetto, mi :.wev:t dimo5lralo la possibiliti• dr cunstatare S71Ì1'illi coln·i!ttni r~elle feci n'individui, aiTelli dn "t::mplici rlisturl11 !.!n~tro-JotestinaJi, rhe dioicamente non :n-ef'ano nulla clte farP col colera. [n principi() ho anche d:mn,trata la str.10rdinnria IOD,!e,·ita, cbe possono a,·ere r ~erm' specilìri di IJUe5t'infezione nell'iote3tino umano: talchi· è ()(J~~•bile eonstatarli perfino al 2i0 ~orno dopo la prima manifestazione della malattia. Or11. mi occuperò della ricerca di questi !>atteri nell'iotesti nò tl'iodi\'idui alletti da semplici disturbi intestinali, durante l'epidemia del ·1893. ~mportara fare queste ricercbe per lo meno contempohmeameute alle altre sui colero~r : onde ben poco tempo pote'a dtdil!nre ad esse. che perciò furono abbastanza li· mitate. rna non priYe d'intere~~e. In tuuo ho analizzate lz deiezioni appartenenti a 8 indi\ idui. Il metodo seguito per l'analisi è stato identico a 1luelln indir.ato per le deiez:oni dei colerosi; i risultarnenti tro\'ansi sistemnticamente esposti nella tJUÌ annessa Tabella :J•.


TABELLA 3•.

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ProspeUo geneNtle delle tJttalisi di feci (liarroiche pet· La ?'ice,·ca dello Spi~·illo coluiffMO. o

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IAiullnll Detrilus, coJ•pu- ~ Bacilli, nessuna scoli di muco forma so!'lpotLa.

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t'i striate.

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flb1·e muscola-

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Aspetto mìcroswpico delle Cee1

coli.comrnune o alcuui bo.cilll folldenli

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za mucn1.

epiteli.

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Li•1uido gialla- Legtr· Oetritus ..giallo, \ Crossi ·~occhi. ~ l t /~ 4/:. H. !'O/( ~·flm· ~tro r.:on l{ra- mt~~t• tP.ucoclll eLI ehac1llt l"Cill1h, fllllrte. nn!i fecal!, PO: ate&Ha pileli. alcuue l'orme clu e. p1ccoh virjlolalo so1 sprlte. mnr.lu. 1

l \

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<t<>alcu<>u ·1' "'""l u et'il'" giollet: BocitH, lo, frammenti sospetto.

1·111 Pnlh!"''"• clunrf?. """'' son7.0 much1. l

1

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1-!1 Liquido hl•uuas tro, p i c c o l i

much1.

7 àJALLAMAct l 12-9 Li'fuldo, pociHl e g 1•nsse SCIOli le, ~l o !In- bl'tana~ lrP, sonza mu-

dai.

•1 1

di fibre mu· scola•·i e di te~· sulo vegetale.

• l Delrilus, in psr·

le ~ i a l l e lto, mo le uova di SS<'.Srlde.

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lessuli • 1l Oclrilus, e peli vegetali,

l .

uova òi lricocefalo , roolle conca•ezioni ovifot•mi. .c.

ntcuni bocilli fonde11ti .

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Moltis~i mi bne1l·

li e gro-;si eocchi. l

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Molli bocilll , nossu ne rormn ~ospello.

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denti.

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realinll Ucl.l'iLIJS, ~lcune l Bacilli, ll6~8UIIU l o l Culllil'a rura dl ~ N. Oli com.mLL· 110\IQ di \t·ic.o[Or'Oltl fHl!'lpc~l ~ l 11". c:ofnlo. la. tl"

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1 c.-w1 Pollareo. hruuo- ~ gtulla~lro.

Alcuni lìucilli,

lt'ilu~. fram• ID•·JTHmli di fibre

fi6AAIIIIA formo

~o~polln.

mu!'lcolat·i Plriale, uova di

ll'icocersto.

Muchi golatinofli l ,.

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misli u ~il u g n e

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6 IDili'CIIl.

Leucocili, e ritt·o-, Lunghi Mcilli e erli , nessuna qunkho corta al ile>ba dJsLillta. catoua tli coc-

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fi\.:J

Lotne qni ritevasi. neanche io tJueste deiezioni, per lo più òiar roiche, mi nusci con:;tatare amebe o llagellati. Jn tre rolte l10 tro>ato le tanto comuni no,·a del Triw~­ phalus tli:.J'IIr, io ona quellt> di'li' j scari6 lombricoùl"-'· Quanto a lttalleri. predomina\'ano cosLanLemenLe t.acilh moltili del p·uppo del B. cD li cOnllllltlV', ,;pesso io cultura pura ~cct•mpaj!natl a qu;ùche comune fondente. Un' importan0 tissima el·cezione ,-ien dala da un caso. in cui. in notevole quanllt·t ~ pPr nna .sola volla. ri,conlrai ed isolai anche il l ibrio clwlrrae tt.~iaticae. Que.-Lo caso si rifen~cl" ad un ammalato. che da piu di on me-;e era rico\ ernto ucii'O~pe­ dale principale per malauia venerea. senza l'ombra di sintomi colerid. Nell'ultimn epidemia colerica di Amburgo su 62 casi.

nei quali ~i rinvennero Spirill1 cola(qeni nelle deiezioni al\"ine. hen Hl C3.5Ì si riferi,auo ad indiridoi. cl1e non ave'aoo presentato aJcnn sintomo tli colera. E fatti di tal genere. hen nccer1ali. furono constat:lti anche nelfa precedente epidemia di •·nlera. Terificatasi nella stes$a Ambur~o. Tanto 'lue-.to caso da me r1portnto e l'altro d~l cannoOiere Cilciello. esaminato uel 18!H, IJnanto quelli di A.mbor;o. iu rapport.o aLI'ifZiene ,ono cosi importanti, come la scoperta de...!l, pil·illi colerig~ui nelle acque potabili. Dati •tue-..ti raui, noi po-.sramt) ritenere come molto probabile, che i ;.;ermi del colera nell'epidemia del 1893 a ~apoll l'ircola~sero innocui negli intestini di un gr110 numero d' iod1Yidui e perciò facilmente si diffondessero. Solo io alcuna. piia di,po3ti solto l'aZione di una causa occa~io ­ nale qua!uO•JU(>, •Joesli j!'?rmi trovarono condiziona propizre per moh1pl•car... 1 e produrre la malallia.


9U· .

RICIRCIIE SUL t.:OU:IIA DEL 1893

~ :; . -

Disinfezione.

Come da ordine pervenutomi dal ~uperiore Dicastero, istituii alcune prove rol liquido e le pol>eri \lollmar per controllnrne il potere disinfettante e quello deodorante. Innan7.i tUll() volli esaminarne l;\ composizione chimica. e constatai che il liq uido Wollmar è un nitro~olfalo di ferro. rome quello So.:hlos~er. di cui ebbi ad occuparmi nell'agosto i88!l anche per ordine del Superiore Dicastero (1). rimarchevole, che que~to del Wollmar viene ora raccomandato ad una concenu·azione doppia del precedente, il quale non fu trovato erfìcnce. Presso a poco analoga è la composizione chim1ca della polvere; sn questa principalmente bo reiterate le prove. Secondo le i·-truzioni n stampa del fabbricante. - 1o sia la polvere che il liquido Wollmar, adoperati uella proporzione del ~ p. 100 dovrebbero uccidere in trenta minuti i bacilli del colera ~ ~ versandone in uoa lalrina l o a 20 gr. al giorno per opni persona durante l'està. e, corrispondentemente l~ grammi durante rinYerno, si dovrebbe otiAnere una completa disinfezione e scomparsa di ogni odore. Era necessario ttoiodi speriment.are sui materiali alvini. per poter pro,are non $Oio il potere disiofettantt-. ma anche tfU.ello deodorante. l.n coincidenza dell'epidemta colerica me ne olfriva l'occasione , cel'LO più favorevole. In tutto feci dodici prove dive1·se: le deiezioni, sulle quali aveva fallo

r.

(t) Gù>rt1alt Medico d~l Regio Eset·cilo e cle!Ca Regia .3/at·ina, 1889, pag. tiWi.


• \fU, SICONlJO OJPAJITIJIKS!O YlLIURB li~Rinl)fO

9~;)

agire i preparati WoJimar, furono analizzate, secondo il mE'todo esposto nel § 1°. Ecco quali ne furono i risultati: to ia alioperando la polvere rbe il liquido Wollmar, nelle proporzioni volute, non si è avuta ma1 completa ~com· par~a del .:--atti\"o odore Questo, quantunque di molto scemato, ero sempre abbastanza sensibile, anche quando la polvere ave\a a!lilo per tre giorni olle materie deieue, etl era stata ripetutameote rime!>colata con que ·te. ~o Aspergendo sulle feci dei colerosi il 3 p. l 00 della pol\ere. e rimescolandola con es~e. nè dopo ' , ora, nè òopu 6. e neanche dopo U ore ho constatalo una completa 1lisinfeziòne. In tutte e quattro le prove fatte si sono .:empre s"iloppate sulle placcbicolture, all'uopo preparate, numerose colonie di Vibrio cholerae asiaticae e di B. coli r.ommune. 3• Invece, asper~endo detta polvere nella propot-zione di 15 f!r. sulla quantità di materia alvioa, resa. in ciascuna seduta:. il risaltato è stato vario secondo la Jurata di aziono>, la qualità di materiale su cui si sperimenta' n e la presenza o no in es~o di mu~bi gelatinosi. Una volta, dopo ',', ora. gli Sp,rilli Mln-igmi \'Ì\'el':tno ancora io gran numero; mentre in altre cinque pr0\'6 essi erano stati tutti uccisi, però solo dopo ~ a 2'- ore e sperimentando con quantità piccole di materie a[vine (gr. 150-3(t0). i 0 Infine col liquido r-ersato e mescolato nella propotzto'nP. di I'J gr. per ogni quantità di materiale alvino. re,o ih una sola seduta, una volta, dopo '/, ora di azione, non ho ottenuta la disinfezione (vi er·ano abbondanti mochi ~elatìnosi), e un'altra "olta invece il risultato è stato posìti' o, ma tratta vasi di feci perfettamente liquid e. senza Joudu, sulle quali il disinfettante av~va agito per la durala tii 2-i- or·e. 60


946 RICERCHE SUl. COL!llA DBL i 893 Da questi risoltamenti chiaro apparisoo, che i preparati di Wollmar, adoperati nelle proporzioni e nel modo indicati dal fabbricante, non affidano nè come disinfettanti, ne come deodoranti.

Conclusioni. ~ el corso di

queste mie ricerche ho raccolto un abbondante materiale in appoggio di un concello, da me '"!ormula LO per primo nel 1891 trattando del colera di ~1assana, cioè la possibile eststen.:a di t:ariet-lì di SpiTilli colerigeni. lnollre, fra le mie numerose osservazioni, alcune parlano molto a favore di una :;pecie di sporifìcazione d~gli Sp.ìrilli colerigeni, come fu sostenuto la pr-ima volta da HuEPPE. Dell'una e dell'altra quistione spero poiermi occupare amp~menle io àltro tavot·o. Vengo ora ai fattt' meg'Jro 'ti'cclarati: 1° Res:a escluso, principnlmenle pei dati cronologici, positivam~ftte acceruai, che il colera a Napoli sia stato importato dal personale della 1\. Marina. Viceversa deve ammettersi il contrario. 2• Nè l'acc1ua potabile, oè quella del porto militare, possono essere ritenme come mezzi di diffusione di questa epidemia. Il reperto del Vib1'io cholerae asiaticae nelle feci d' individui, che non presentavano alcun sintomo della malattia o che ne erano gia guariti, rende invece molto probabile l'ìpoles}, che r uomo relatiramente sano, il quale perciò sfugge alla vigilanza sanitaria, abbia potuto accidentalmente prestarsi come pt·incipale veicolo dell'infezione. 3° Il reparto degli Spù·illi colerigeni nelle deiezioni conferma, non stabilisce la diagnosi di colera.


:-iJ:L sECO!'lij.O IllPARTillBNTO "MlUTARE MARITTUlO

9i7

4-o ~on può ammettersi alcun rapporto fra il numero degli Spirilli colerigeni e la gravilà del prognostieo,; pare piollo~to che questa dipenda da uoa diversa virulenza di .(_Juesti agenti patogeni, o da invasioni secondarie per parte .di altri batteri, fra cui quelli appartenenti al gruppo del B. colt cmmmme occupano il primo posto. Se questa diversa virulenta stia in rapporto con varietà morfologicbe e biolo,gicbe di Spirilli coli-rigeni è probabile, ma per ora non può .affermarsi. 5° 111 nefrite dei colerosi non è di origine batterica, ma tossica; l'anuria può protrarsi anche fin oltre il 5° giorno, ~enza compromenere la vita dell'infermo. Il grado·dell'albumimu·ia a quanto pare starebbe in un rapporto inverso con la gravità del prognostico. 6° Il concello, che dobbiamo avere del colera è di una wssiemìa, non dì una setticemia. 7• Finora 0011 conosciamo ahri disinfettanti.. che' o ifet minor cp:sto o per altri pregi, possano sosLituirsi a quelli _già in uso e scientilìcameote conosciuti. Napult,. 20 gennaio i894.


SULLA

RESfliONR E UG.\TURA Il ELLA SHENA l~TKRNA NEL TBATTAIINTO DILLI lUUm CONTlllBUZIOli."E CLINICA

,

Per Il dottore Laetuia rraaeeseo, eapitano medieo

Tra le tante quistioni di terapia cbi mrgiea ripr·ese ali() ~tud1~ d.opo-. i 1 avvento dell' antisep,;i, bavvene -una ohe ri • gual'da In cura delle varici negli arti inferiori. Si S<t quale causa di penos1 invalidità es~e rappresentino e come frequentemente colpiscano giovani sani e vigorosi. Così tale problema si era impt)Slo lin dalla più remota antichita e. nella consider;t7.ione di unn lesione tuua locale, aveva menato fin dai primi tempi all' estirpazione cruenta dei vasi varicosi. o ad altri alti operativi. Già in Plutarco si trova il racconto dell'esltrpazione praticata da un chirurgo, più che duemila anni addietro a ~a rio sofferente di varici nelle gambe. Celso descrive la. slessn operazione e se ne mostra partigiano. In tempi più vicini a noi Pareo legava la vena e G. L.. Petit estirpava le varici. Sul principio del .secolo Bo)er e Richerand pratbnvano egualmente l' estirpazione, mn coi casi moltiplicavano anche i disastri e fe-


st:LU aE.Snt(};iE E LEt:ATLR \, ECC.

9S.9

cero epoca quelli def Lisfraoc che su 5 operati ne perdè tre. Cosi non sembrando proporzionati all'infermità i pe· rieoli di Tita che l'operazione faceva correre. venne nssolutamente bandita da Dopuytren. \'idaL De Cassis. Velpeau, Kélaton ed è solo coll'apparire all'orizzonte dell' i51erismo cbe essa pate essere ritentata con fel ici risaltati ~ :ttTermarsi.

•• Non ostante un ventennio circa di 'it.a nuova e prospera 1'antico trllttnmento delle varici delle gambe non Ila contJUistnlo un postt• stabile nella terapia chirurgica e trova delle autorevoli resistenze presso molli, specie in Francia. Il T11lau\. lo crede inutile nella gran maggioranza dei casi; Forgue e Reclos lo dichiarano convinto d'insufficienza; il Queou giudica lo si debba re5piogere come metodo generale di cura. le ra;,ioni di tali ~fa\'orevoli giudizi sono a preferenza due: le rnrici degli arti inferiori si reputano 10 genere ~pressione di un disturbo trofico generale: e~"e arebbero sempre aec"t>mpagoate da llebectnsie delle ''eoe profonde. È inn~bile che c<ln molta frequenza nella storia de1 vari~osi appaiono antecedenti analoghi

io famiglia. il che mena all'idea di nn fatto costiruzionalfl e che d'altra parte ooo raramente vi sono stimmati di atrezioni generali, quali t'er~ti~mo, la gott11...: t·~lcoolismo, il satarnismo, ecc. È però pur ,·ero clte in molti casi nè anlecedenli gentilizi nè affezioni concomitanti, gravano l'organismo di simili infermi e le varici paioli~ tenere estlusivamenle a semp~ici condizioni meccaniche. An~be quando l'a1rezione delle vene può


950

SULLA RESEZlONE E LltGAnft~A

considerarsi il prodotto di un'alterata nutrizione non è mel) ,·ero che e~~a rappresenti un morbo locale con evoluzione a 'e. Il prugresso di essa imporla i pericoli della flebite con lotte le possibili conseguenze, importa gli accidenti emorraggici di per se pericolosi di vita, come risulta da numerosi c.asi della lelleratura medica, imporla infine la propagazione di uno stato infiammatorio a tutti i tessuti circostanti a cominciare dal connellivo sottocutaneo, In prodolionedi cruel lento Oemmone diffU:\0, di quello stato elefantiastico elle invadendo e strozzando i muscoli mena all'iml)otenza motrice, aggreùendo i nervi è rausa di dolori e disturbi lrolìci, che riflettendosi sulla pelle mena a quegli eczemi cronici ed a •JUelle ulcere varicose cor.tro le qualr si spuntano tulLi i mezzi di cura. Or11. l'otto opet-ativo. l'estirpazione delle '"ene tende a cn· r·are questo stato locale, a troncare questa triste evoluzionedi lesioni cbe irradiano dalle vene, ed a questo tilo~o. sia anche la malattia d'indole generale, essa non può essere tacciata d'irrazjonale. Secondo Ganjol (l) la rete delle vene ti bial i diverrebbevaricos:J nel medesimo tempo che la -.,fena interna e quella delle peroniere insieme con la safena esterna. - Pel VerneuH (2) invece la Oebectasia incomincerebbe sempre dalle vene profonde per estendersi consecutivamente alle superficiali. Ogni intervento sulla safena secondo questi dati è oece ·sariamenle insufficiente non poLPo do il coltello raggiun~ere le ,-ene profonde. Ora è Lene notare che non tutti gli autori accettano di peso le idee sovraesp 1ste e r.he rl (l ; GA~;JOT • .dr•etaaJ dc l4 tltirurgit conùmporiUnt. (t) V&IU\&uu.. V u tlège rétl et prlmflt{ de 11arices des (Gas. 1'/Ud. {855).

mtmbns m(érieur~


DELLA SAFI~.\ JNTBR~A, ECC.

9;) l

sono osservazioni positive io conu·adittorio. prove quelle del falleue e le quattro più recenti di Uugoes ( t) nelle quali si riscontrarono varici della safena senza alcuna Oebeclasia profonda. llaotenendosi nel campo clinico è certo .:he nella mag:rioranza dei casi ~l'infermi raccontano di aver vi~to prima ingrossare le vene sottocutanee, e dopo, spesso molto tardi, insorgere i disturbi funzionali. La sindrome premonitoria, tratte~giata dal Yerneuil quale indice di flelJecta.-ia profood :~ e consistente 10 sensazione d: peso e di nmmortarnento del polpaccio, facile stancbe1.za nel camminare, crilmpi muscolari, fitte alle piante dei piedi. ecc. che ,compaiono col riposo. suole mancare nel mag~iot nomero dei ca i. Per converso oramai può titenersi come un fatto clinico as~odato da numerosissime osservazioni cbe dopo gli alli operaton sulla saft>oa scompatono l'edema, il senso di peso. i dolori, le ulcere eù, almeno tempt>raoeamente, si ha la perfeua reintegrazione funzaonale dell'nrto. Tali fatti non •;onNrùano ,con la presunzione di uno stato llebectasico àP.lle \'eoe profonde. Jnohre non si comprende come dovrebbe e~sere ~ùlpito qua~i contemporaneamente tutto l'albero venoso della gamba quando nella ste:;sa rete sottoeutanea ve· diamo uno s,·iluppo lento e graduale della llebectasia: sono arooresreoze che si a.·centuano or qua or là ed i• negli stadi inolrrati soltanto che si trovano colpite tutLe le dimmazioni. To.uo invece mena a pensare che il sostej.!no dato alte \·ene' profonde dai muscoli e daali o astucci aponevrotici Je debbano sorre~gere contro la tendenza alla dilatazione. lo> ··omuni osservazioni di varici si l'iscontrano nelie reti vehose distese in m·ati connettivali liberi. Xon è cosj delle Il) l~ DuP&.AT et Ra.cLos. Tra/l. di cltlrurgla. Cap. YeM del Queau. TradutloD•' 11al, vol !, p. 7111.


St:LLA BISDIO'ìll l

LEGUtJa~

vene emorroidarie, di quelle del cordone spermatico, dei li;.:amenti larghi, della vagina eee.! Delle stesse safeoe la piu ordinariamenLe colpita è l'interna e ciò non pare al• tribuibile soltanto aHa sua maggiore estensione, ma al fatto anolomico che la safena esterna è per metà sottoaponevrotic,, ed infatti quando è alfeua lo è uelle sue t',1dici pe· l'iferiche che sono souocutanee.

~la qu1 Cl st para dinanzi la qoistione patogenetica. One elementi campeggiano nella storia delle varici: da un lato le lesioni anatomiche e dall'altro le condizioni etiologiche; o due interpetrazioni patogen~Liche principali furono dale della malatlia: l'aoat.omò-patologica e la meccanica. Dal Briquet in poil si tentò •di dare ma$!giore importanza alla lesione anatomica e secondo \'eÙute moderne s'inclina a considerare la Oebectasia eome l'espressione di un disturbo trotico generale, d~;~termioato da un'mtossicazione cronica o da un'alterazione discrasiea {arlritismo, gotta, salurnismo, alcoohsmo). t'alterata nutrizione darebbe luogo alla 1lebosclerosi, ed alle volle anebe all'arterio-sclerosi che spesso accompagna te variili, costituendo nell'as~ieme una vera Lendeoza alla vnsosclcrosi. Alterala in tal modo la resistenza delle pareti veoose, queste non sarebbero piu capaci di s{)stenere l'ordinaria pressione, alla quale cederebbero dando origine alle dilatazioni varicuse. Se per alcuni casi tale rueecani mo patogenetico è io modo esclusivo esall~ ceme per le varici ehe si costituiscono in un territorio anLecedentemeote affeuo da flebite (a quesro modo va intesa, per e,~empio, la pa!ogenesi delle piccole flebecLasie sulla cute- delle dita della


OELU SAfElH [:çTER~A. KCC.

953

mano. delle orec~hia, ece. , nelle per.;one che han sofferto ripetute volte di geloni), nella maJ!gioranza dei casi non deYe rispondere del tollo al vero. l'arLerio-sclerosi che si verifica di solito in elit avanzala non suole rispettùre alcan territorio vasale, mentre la tleheetasia che spesso affella i giovani si avçera in aetermioate zone. L. H. retit nel 1880 non potè raeco~liere in tutta la letteratura che sette nasi di varici negli arti superiori, di cui la mag~ior parte erano congeniti (1). ~ noi sembra the per l'ordinario la lesione anatomica non sia il punto di par\enza ma quello di arrivo, non la causa ma la ron:;eguenza e q nasi il capu' mortuum rli un alLro lavorio morboso. le condizioni etiologiche e la topografia della malattia ci indioo.oo chiaramente quale è il primum. »wnen.~ ~i esso. le va•·ici si sviluppano negli individui soggetti a p1·ofes~ioni faticose e che necessitano la stazione eretta pro · lungata. nei facchini. cuochi, compositori tipografi..? contadini. io condizioni di vita che creano difficoltà alla circola. ziooe òi ritorno degli arti inferiori. Lo Charcot giaslameote fece della professione del so!dato una causa etiologir,a delle \"arici ed nmmise cbe il centurino che comprime iJ ventre, Le dughie che comprimono le sp:~lle, l'allitndioe imposta dal portare il peso, detef'minano una pletora addominale cbe eiòtl"inseca i suoi effetti sulla circolazione degli arti io{eriori. T.a gr.• vidanza comprova quasi in modo ~perimentale il mecunismo patt>genetico dell'ostacolato detlusso che è messo aoc'he 'i o nideoza d~li ostacoli nella cireolazioue della vena porta rome più ordinariamente ne delermioa la cirrosi epatica. A tale ioter·petraziooe mena anche In topografia delle val'ici. Le ,·ene che più facilmente ne restano colpite sono


SULU ttESBZIONE E LEGATURA

quelle degli ar·Li inferiori ove il sangue è obbligato a pro~e­ dere io controsenso della gravita, quelle del cordone spermatico di sinistra, il cui contenuto trova difficoltà a -:carica~i pel noto (atto d~ll'incootro ad angolo retto della >ena spermatica colla renate, le vene emorroidarie cbe devono attraversare piani muscolari la cui contrazione è di ostacolo al deflusso e t.'he subiscono più diretatmeote le conseguenze degli aumenti di ten~icne enàoaddominale, e ,;a dicendo. D'allra parte abbiamo di sopra accennalo ad un altro elemento meccanico stù quale t·icbiamiamo l'attenzione ed è che tuui i dipartimenti venosi piri soggetti alle varici giacciono in connettivo piil o meno lasso e non sono sorretti da tessuti, diremo, tutori. Infine l'influenza preponderante del momento meccanico t' dimostrala dalla slessa lesione anatomic:r. Il primo periodo di es~a è rappresentato dalla semplice dilatazione delle \'ene, tanto vero che se la causa etiol.ogica dura ~.come nella gravidanza, e:;sa può del tutto scomparire.L'ispessimento inoltre della tunica media, propr·io delle varici, se iu gt-ao parte risulta da oeofarmazione connettivale, è anche in parte costituito da un certo grado d'ipertrofta degli strati muscolari. Una delle forze che aiutano la circolazione veno-:a è la conLrazione dello ~trato muscolare che nelle saIene è più svrluppato che ahrore. Di fronte ad accrescimenti di ostacoli le vene si lasciano dilatare ed a sua volta la tunica muscolare reagisce ipértrofizzandosi. Succede qui quel che accade in O)!Di canale muscolare di fronte alla ostacolata progres~ione del soo contenuto e più classicamente nel cuore. Con ciò non rogl1amo sostenere cbe il momento meccanico resti solo ad agire in tutta l'evoluzione della malattia. Den presto sopravvengono le alterazioni parietali: sono i 1iasa vasorum compartecipanti alla dilatazione delle vene, è l' istesso aumento della tensione endovasale che


!l55 :~~isce quasi

come una lenta e diutut·na azione traumatica, vasomotorie chP :rrailualmenle alterano la eostituzrone della parete, e l'aflìevolimento dre ne conse~ue .-ongiora con la causa iniziale nel produrre la •lllatazione 1Iella vena. D'altra parte neppure è sostenibile che il di~turbo meccaniCil sia ~empre il solo iniziatore del processo : la frequenza degli utritici, dei goaosi ecc. tra i nrieosi ba certo la sua ragione ed in questa cntescoria di ca~i l! giustC> ammeuere che un'alterazione parietale e:-.iste dal bel priocipio. - Il Turtìer (1 ) recentemente h·t r·ichiamato l'attenzione sopra una malattia ~enerale carauerizzata èa una inferior·ità fisiologica dei tessuti per la qonle la loro resisteoza t\ al di sotto del normale sicchè sotto le comuni cause mecraniche della vita si producono dogli sposlamenti di organi molteplici. resistenti a tolle le cure. - Que~ta insnfltcienza ronJ!eu itn eà ereditar·ia può col pire il sistema venoso. ed anche tJoi, un fallo anatomico J•ree ·istereblJa a ffuello me~canico. Le considerazioni •;be abbiamo s'olte di sopr-a ci dimostrano però sempre che il disturbo meccanico f. condizione .w1t qua. 1wn aorlte nelle ultime categorie accennate, sicclrè conchiudendo possiamo dire che le dtflìcoltà circolatorie. sono da sole causa po··ibile di "arici ed è da ammettersi che agiscano da so~e in lutti quei casi nei qual1 non compaiono precedenti familiari. concomitanze morh?se riferibili alla nut1·izione generale, ed a spostAmenti di' organi (ernie, profassi ecc.)dove è giusto ammellere quale cnellìcieote patogeoetico delle varici In minore resistenza delle pareti venose accanto all'elemento meccanico. , 000 inftueme

--- -------t &m. mtd. !O juin f~~.


SULLA ll!SIZlOXf E LEG!.TUII.A

••• Uo particolare dell'anatomia patologica delle Yarici di ~ran rilievo per la patog:enesi c per la cura è l'alrùfìa delle vaiTole. - Il 'appe~ c~lcola che nelle sarene per ogni 4- ceot. io media èvvi una valvola e queste come si sa sono disposte in modo da impedire il reflusso del sangue. Ora una lesione costante e precoce nelle varici è la riduzione, l'atrofia delle ,.••h ole. Il landerer (•l) anzi opina cb e tale lesione !~in il primo momento del processo varicoso. Si è ripetuto dopo Briquet che per la presenza delle Yalvole la 'J)I'essione della colonna sanguigna nella safena sia uguale in tutti i segmenti. cosi \'erso l'inguine come all'estremo inferiore della gamba. Questo sarebbe ver·o qualora le val,·ole ,;egmerHassero completamente il lume vasale, ma circolando il san~me ed esstlodo perciò previo il lume del vaso e continua la colonna del sangue. per nota leg~e idraulica, la pressione trasmeLtendosi egualmente in tolte le direzioni sarà proporzionale all'altezza della c.olonna stessa. ~è dirersamente polrP.bbe essere quando si pensa che la eirci)Jaziooe è ~olo {)(J'Sibile per uno squilibrio di pressione la quale va iufnl!i gradatamente sminuendo dall' estremo arterioso a quello veooso. G·iova però considerare cl1e la colonna liquida non pt·ocede con la medesima velocità in tulla la sua spessezza, più veloce al centro oYe ba minori resistenze da vincere, rnppresentaLe dalle circostanti falde liquide, lo è meno alla perireria ove gli attriti parietali fanno

(l) Arc/1. (. kUn. chir. Berllo 1891.


DELLA S •.\FEH I\IU'<A. t.CC.

con,umare io pura perdita una parte della forza motrice. l:• colonna liquida perciò non progredisce io sez.ioue cilindrica, ma a mo' di cono cou a se centrale eù apice. nella ~orrente veoo53. verso il cuore. Pos<:iamo anzi pensare ch6 l'altezza di questo C()OO è io ragione ùirella della forza motrke ed inversa delle resistenze perifericltP. Ora mentre il Pf''O della z.ana assile della colonna liquida è periellnmeote equilibrato dalle forze circolatorie (vi~ a ter·go. contrazione dei muW>Ii vicini - contrazione parietale, aspirazione cardinca, aspir:JZione loracica ecc.), la zona periferica lo è insuffìcieutemente e tende a ricascare indietro. È rontro tJUt!Sla zona d'imminente rigurgito che prestano valido ausilio le val~ole in leggiero grado spiegate, ::.orreggendola. Che se la tensione aumeuta nella vena, come negli sforzi, nella contiazione di alcuni muscoli, nella oscillazione allemali\a degli arti inferiori durarne la deamoblazione grazie al movimentG centrifugo che si determina nella colonna sangoi~na ec~., il eono suacceonato si ·chiaccia e tende ad invértirsi ed un mo,·imento di rinculo s'inizia nel contenuto liquido dt-lla \'ena. clte i· atrestato dallo spiè~amenlo completo delle 'ai''Oie. Ora è a pensare che sotto l'azione continua del peso delle zone periferiche della colonna san~ui,!(na , e degli urli ripetuti Ji esEa nei mo' imenti di rinculo. le ,·airole qua i per un lento lavoriG di decubito s1 tti,integrino nella loro costituzione anatomica e finiscano per usurar:'i e stomparire. Restano così a lollare le sole pareti. per loro .:onformaziooe inadatte ad oppl)l'Si al rigurgtto, ben presto esaurite nella loro contrattilità ed infine un po· pt•r volla alterate. Allora la -vena si trasforma in un 'ero tubo inerte nel quale la massa del sangue <Jnasi non ad altra forza ubbidisce che a quella di gravità- allora il rinusso é generale e non si produce solo nei grCissi tronchi ma lìn nelle più piccole


Sl"LL.>.. RESE:liO~R E LEG.Ul"RA

\'ene trihutarie di e::ose. li Trendeleoburg (l} dimostra ques~ condizioni c-ni seguenti esperimenti : l., Tenendo coricato un varico~o se si ~olleva l'arto infer·iot·e, le vene si svuotano rnpidamente. e può vedersi la pre::sione atmosferica accollare la pelle assottigliata alle varici. In tale posizione facendo solleYar·e il busto. in un soggetto magro sarit facile constvtare cbe la replezione delle vene corri~i)C\nde quasi al livello del cuore. ~e risulta che la \'ena cava, la iliaca e la safeoa si comportano come un sistema di vasi comunicanti. l nolLre acl!anto alla pressione atmosferica bisogna considerare quella endo-addominale: il livello del sangue della s:.fena oscilla con questa come può vedersi facendo tossire, sospirare l'infermo; anzi il fer.omeno è cosi sensibile da renderst appariscente per la semplice pressione di un dito suJie pareti addominali, funzionando cosi la safena da vero manometro annesso alla cavilit àddominale. ~o Facendo passare l'infermo dalla posizione orizzontale àlla eretta il sistema deU~ safena si riempie rapidamente fino alle sue uiLime diramazioni e la replezione avviene, piu che per affitlsso periferico, per rigurgil-o : infatti essa si . compie lentamen.Le se con un dito s'interrompe il lume dei canale.

* *

'

Se dunque l'azione meccanica è tanlo prep~hderante Mila genesi delle varici e dei disturbi inerenti ad es;;e, è naturale che la cura ne debbs essere essenzialmente meccanica. L'istessa cura palliatiYa con le calze e lé bende

(l} TRBNDI!LENBt;BG. /Jrill'llg :::. kli11. Cilir. 'l'ubingen. 1890, t. 7°, p. lD!I.


DBI.L\ SAFBNA l~TER'A, KCC.

959

elastiche ~ d1 indol13 meccanica. È quindi da aspeuarsi che un atto operatim, che è eminentemente un allo meccanico. dia i migliori risultati. Or come agiscono le allaeeiature e le estirpazioni ~ Si ritiene in massima che esse sgravioo i territo1i ,· ,scolari sottoposti dal peso della colonna liqu!da sovrJ,..taote, che con la vena iliaca e la ca,-a misura pilt di un metro di altezza. Bisogna però convenire che questo è .;olo in parte vero, specie quando la insuf6c1eoza valv-olare sia abbastanza diffu~a nelle ramificazioni collaterali della sarenJ. poiclu! per mezzo di esse la pressione non cesserà di gra' ilare sulle p iii periferiche arborescenze. Solo può ammetter$i che dopo l'atto operativo la gravità ngisca io modo indiretto e piu lentamente. A noi pare però che questo non sia tntlo e che coefficiente più o meno larglf del l:iUCcesso operatorio si,\ un altro faLlo. Con IJ legatura, e meglio con l"esurp.u:ione, si è notato che gran parte delle çene sottoposte si tr.t::formi io cordoni duri e l-romhotici. c Sopprimendo. dice il Ueynier, la cih'olaziòne della vena safena noi sopprimiamo non soltan to il dipartimento vaicolare ore ~- a prende diretl-nmente origine, ma ancora un gran numero di circolazioni collaterali e per conseguenza noi tendinmo verso questo fine, l'atrofia di una parte del sistema veno"o li ( l ). Ora uno degli osl-acoli alla circ~la­ zione di ritorni) negli arti inferiori è rappresenLato dalla ricchezza delle vene. barrando una zona della circolazione çenosa sollocotaoea i!: come restringere l'alveo di un:~ conduttura e noi ~appiamo che a parità di condizioni la corrente "i fa più rnpida in un letto piit ristretto. È con questo

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(lJ In CORr•EDART. 1't"lulem.ml de varieu d de l'ulcir~ varique~~.:r du mma&re fn(èrin~t·. Th·"'~ de Parh {893.


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SULLA RESJ:ZIOS& E tEG..\TUII:A

altro meccanismo cbe noi crediamo la circolazione di ritorno dopo l'operazione possa restare agel""olata e far§i più rapida.

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** Tutti i metodi operalorì duO(JUe ·• propon~ono rocclasiooe di un tratto più o meno largo del circolo venoso. La provocazione di una flebite adesiva mercè l'agopuntura, la valvano- pnntut·a, le iniezioni coagulanti peri ed intraveoose di percloruro di ferro, di alcool, d'idrato di cloralio, di ergotioa ecc. costiJuisce uo processo spesso insuflìcioote, a limiti non determinahil i, cieco e non di rado gravido di seri pericoli: flemmone, flebite parolenla ecc. La legatura della vena spogliatasi di toue· le complicazioni operatorie di una volta (legatura sottocutaoea, perculanea) e pr-.ttkala a cielo scoverLo, riesce per Jo · più insuflìcieole a cau.sa della poca o nessnoa Lrombosi che Si stabilisce in grazia del melodo an~isettico. Essa può ser•ire come mezzo susbitliario dell'estirpazione. A di~truggere un segmento venoso, abbandonatosi l'uso dei caustici, ed anche la denudazione di un tratto di vena (Rigaud) - processo !fon sempre rispondente allo scopo e grav:~lo anche e~so di esiti letali - la gran mag~ioranza coooorda. dovendosi operare, nel dare la preferenza alla escissione, estirpazione o. resezione che dir si \"Oglia dei vasi varicosi. Questa operazione, come abbiamo di ~ià accennato, praticata dagli antico i, fo richiamata in ,;ta dal ltima di Yenezia nel f 857, ma definitivamente riabilitata dau·antisepsi. Le prime os ervazioni ci vennero dall'Inghilterra nel io per opera di SLeele, )far-


DiLLA SAFB~A l:'it'DcSA, ICC.

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-.hall ( 1). Da\'ies. t:olley (2), cui si aggiunsero qu~lle d i Ilo\\ 5, (:3). .\.nnandaJe (i). Ouno (5) ecc. In Germania 5r.nrke (6). Schede. lladelong ecc. se ne fecero fautori . lo ~'rancia mentrP lo Championnière pel pr·imo nel 75 ligava In safeoa interna. ed il RigRnd (7) contemporaneamente comunicava alla società cbirurgica il suo processo di denucJ,,zionP. lo Schwartz fu forse il primo cbe pi'OCiilmava nell' ;; l'utilità dell'in.erYenlo e dPIJ'e.;tirpazi()De delle '\'ene varil'ose ripor·tando nell'87 alla ,,lrietà di chi rurgia i risultati fa\ore,·oli dei primi tre casi dr estirpazione (7). ~el 90 il Trcndelenburg ( rìaffermò il \alore di que l:l operazione fc1Cer11fola praticnre -.u stesso per enormi >arrci che gli rea.Jemno impossibile l'esercizio professionale e pubblicando :-ull'ar·gomento nna interessante memoria. Dal90 in poi anche in Francia l'operazione gundagna terreno e vi contrihuisr,ono lo Srh\\artz stesso, il Re~nier, il Rem). il Ceroé. il Ht· tarcl ecc.

• *• Quale è il uilancio di questa operazione1 Innanzi tutto le O$serrazioni concordano nel coslntarne la perfelta innocenza, llen inte,o eircondando]a delle più scrupolose misur6 anti(t) l.n,.cal ts;:~. l'li r;a!J'• h.t11p. l/'7'. f8i:i. 31 Gt~!l• lto1p. Rf1/. 187i. (l) 1Jr11. l'lt4. JOUrn •• t8i9.

SaEnt·Barlhol. ho<p. R•p. !879. 6) Congr. d~ t_/Ururgh• WtuJU, 1884. ••• CRUI\ADt D• 1,1 Ugaturt et de la réaulton de la t:tlne laphbu inltrllf - d'""'" traatement de variuSc-TMso de Paris, 1892.

UH S()c. de mèa, et (/llr. 11rati']ue de Parli. i Cevr. 1893.

81


SULI..\

llESEZIO~It

E L[f..\TURA

selliche. ~otevole fra tulle è la casuisLica dello Schwartz che su 50 operati non ha avuto a notare alcuno inconven!ente e nemmeno lot piti piccola suppurazione. Un caso di morte io una vecchia settanLenoe avvenuto repenlinamente lre settimane dall'operazione ed a repet·to anatomico negativo, pare indipendente dall'allo operativo (l). · Quanto agli eiT-3lli utili sono le complicanze che più spiccatamente ne tra~gono giovaml'nto. È chiaro come l'emorragia per perforazione sia radicalmente scongiurabile coo l'asportazione del focolaio emorragico. H.imarchevoli$sìma è anche l'azione curativa che spie~a :>ulle ukera~.ioni Yaricose. Senza voler entrare a disculere la patogene:.-i t·ompleta ~i simile complicanza. è certo che coefllciente imporlnnte di essa ò lo stato varicoso delle vene. Ulcere che hanno resistito a lutti i mezzi ter11peutici, compresi i eh irurgic i. ce,Jono se m. pre, ed a \'olta come per incauto. alla re$ez!one veno'la, purchi•. s'intende, ,-iedaoo nel comparllmenlo del vnso. ~ote­ vole a qneslo riguardo è la osservnzione !l" raccolta dalla clinica dello Schwartz nella Lesi dello Charrade: un'ulcera recidivante al di :>opra tlel malleolo intemo, della grandezza di un pezzo di 5 franchi. persistente da 6 mesi, ad onta di tutti i ~ratlameoti, il J'iposo compreso. g11arisce rapidamente dopo 1'opet'8.zione in 17 ~iorot. Ed a dimostrare clte l'azion'& raliva ò dovuta e:;clusivamente all'tulo operativo lo Scb\\a ha potuto in certi casi nei quali la lesione era- hilate~Aie dimostrare la guArigione rapida dal lato opel'UIO. mentre essa non si avverava od in modo stentato daJI'altro IaLo benchè medicato in egu&l modo. Sul valore Jella guarigione posioperatoria dell'ulcera è bene iotender,i. Col riposo io genere

-------(t) Re~ue gétt. de ell11. el de thér. N. SI, maggio t893.


D&lLA '.-\FE'\" A !~TERSA. ECC.

~ 000 le mcdicntur·e anLisetuche

ç,63

non è sempre difficile otteflerla, ma una yolta ripreso il lavoro, la cicatrice si riapre e l'nlcera è bella e ricostituita. Dopo l'operazione invece la ;guarigione è duratura e le ulteriori osservazioni diruostreraono for:ia permnnente. ~ olevole io questo punto è il caso del quale tratta lo SchwarLz ('l), che riguarda una donna, -c 11o,•a di professione. aiTetta da un gomitolo varicoso, dolente. al ~i u occbio ~ da un'ulcera aJia gamba, che guariva .bensì' col ripo..;o ma si riproduceva non appena la pazienle riprPnd~va il suo mestiere. Or bene rivista dopo 8 anni dal~·operazione si aveva riproduzione di un nodulo varicoso al .di s;•pra del punto operato, riproduzione limitata di varici .alla gamba nei tronchi non escissi. ma gu ari~iooe persistente .dell'ulcera. lJn'altl'a comphcanr.a che cede mirabilmente all'operazione ./!.la forma dolorifica. Le r:\suìstiche delle operazioni sono ri~he di ' imiti ri·ultati. Nella seduta del 18 ònobre 1893 alla ocietà di ehill'llrgia di Parigi il Reynier lesse un'osservazione inviata da lseb-Wall relativa ad una resezione della safena per· un caso .di nrici ('{)Dil nenti infiammate che avevano determinato fenomeni emboli.:i riprodottisi più giorni di seguito con esito .di perfetta ;.:uarigione. Un'analoga os~ervazione ricordata in quella saduta dal Reclu, fu rrportata dal Rigaud nel 77 e d'altra parte il "Terrier riferi che nella S('OOia di .\lfort, in casi di flebiti inlettive della giugulare nei cavalli in seguito a salassi, ha fati<> la legatura e resezione della vena per arrestare la propagazione dell'infìnmmnzione settica, operazione eseguita anche

.{l) Ruve gin. lk cli11. à lllir. loco citato.


964..

SUI.LA RESEZIONE E LKb-ATURA

nell'uomo pet fenomeni di llebite infettiva consecutiva a() otiti medie. Tutti rtuesti fatti provano il valore dell'operazione nei casi di flebile varicosa e come possa soffocarsi ne~ suo focolaio di origine una piemia incipiente. I:e moiLeplici comunicazioni der vari rami della rete Yenosa souocntanea della gamba tra di loro, allaccianti i.compartimenti nelle due s~fene e le comunicazioni di esse con le reti profonde rendono possibile l'integrità della circolazione anche dopo una vasta resezione. tomnnque agisca !"operazione. dopo di essa il deflusso del sangue si fa regolare come è dimostrato dalla scomparsa più o meno rapida ecompleta dell'edema e del senso di pesantezza, non che della difficoltà al cammino. Ammalati che p1·ima dell'operazione non potevano camminare resistono dopo senza alcun disturboa lunghe marce. Non pochi riformati per tali motivi dal servizio milita1·e, han potuto riprenderlo dopo. È notevole a tal riguardo la osservazione 13a della tesi Cor·debart in cui il sof(;te,tto 4i 23 an11i operato nel novembre 90 dnl Remy, arruolatosi nella legione straniera dell' esercito francesescri>e nel novembre 91 dt~II'Algeria al Remy « Yons m·avez. « opere de varices eo 1890-91 el je suis très bien guéri. c: .J'avai:i été reformè et maiotenanl je suis soldat: je fais da «: ma•·ches de 20. 30 jours et 30 kilomètres par jour et ayeo « le sac eL LOUl (sic), Je ne ressens pas de fatigue. » SpessiSsimo gli ammalati si mostrano incantati degli effetti dell'operazione. Il Remy stesso riferendo nel 6° congresso di .chirurgia a Parigi nel 91 su moltissimi casi di resezioni della safeoa, afferma di aver·ne ottenuto eccellenti risultati non soltanto nei casi delle ulcere ma anche dalle varici semplici. Nè i henelìcì sono fn~aci: le osservazioni contano in genere intorno ai sei mesi dall'operazione, ma ve ne sono di più an-


DELLA SAF&.'U I~TBJ\\.~, ECC.

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tJclae. come la osservazione t• della te ·i t:harrade in cui la :.(uariéone ~i maotene•a dopo 6 anni. • 000 sempre così buoni i risultati! Sono rar·t 1 casi in ~ontrnrio e le discrepanze. Co~i nell'osserva7.ione 14-• della tesi t:hnrrnde l'ammalata guarita dall'nlcera e dall'eczema rivi,aa dopo • a;;- mesi dall'operazione si stanca facilmente nel c~mminare, e nell'ossen·azione Hj• dell'istessa tesi l'ammalato affetto da dolori violenti loo~o la gamba ed all'inguine, :.i lamenta dopo l'operazione di soffrire ancora all'in,gnine, sel.lbene in tenue grado e tale da permellergli il lavoro che priuHt aveva dovuto interrompere. TI Ricard nella seduta del :1 febbraio 93 alla società di medicina e chirurgia pratica di f>ar·i gi riferendo su l O casi di resezione della safena prati~ati dal 90 al 91 non si mostra mollo soddisfatto dei risultnli. l'ili ri$ervate sono le opinioni sulle recidive. r>i r·ecidi\·e parziali ahhiamo accennato io qualcuno dei casi surriferiti. Esse in l!enere si v-erificano nei tronchi Yeoosi lasciati iotatti: il J.an~eobel.. però avrebbe visto la formazione di .nuove 'ari ci al lh·ello stesso dei punti escissi a spese delle "·enule ,·icioe. f.onaetanrlo quale può dichiara• si il valore dell'operazione! Per quel che rignard1 lo stato anatomico della parte e'sa può dirsi un'operazione radicale Asportando on gomitolo v:tricoso in imminenza di perforazione si allontanerit delinitivamente la possibilità dell'emorragia : resecaodo un .compartimento in pr~da alla flebite si sopprime questa complicanza con le sue conseguenze. Le strette relazioni anatomil'lte delle varici con le u.lcerazioni e coi nervi implica una ~ura pressc.chè radicale delle ulcere e dei dolori. Asportando <OD le \'arici dei focolai d'irradiazioni flolgisliche e degli intoppi circolatori per i vasi attigui, si previene ed :mesla l'e-


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SULLA RBSIZIONE B LEGATURA

Jefantiasi, ~l i eezemi cutanei, la miosite ecc. È chiaro però> che nei rami venosi residui sotto l'influenza delle stesse caosemorbigene, specie se riferentisi al trofismo generale, può la malattia recidivare, o continuare revoluzione se giil jnizrata ed il valore dell'oper~zione da questo punto si ridurrit ad essere semplicemente palliativo. Dobbiamo per questo decider·e J' iorer\ ento sotto l'imperio delle semplici corupHeaoze! ~o i crediamo di no. ~on potendo sempre in ciasca.. caso valuLare i singoli elementi patogenetici, noi non· possiamo pre\edere in ogni sio~olo caso quale sarilla portata dell'operazione. Certo, in quelli in cui la genesi della malauia appare io relazione di semplici cause meccaniche, i risu ltati potranno spararsi più duraturi e l'osservazione protl'atta dei casi già operati potrà dir·ci quanta e veramente l'inlluenza curativa dell'operazione. Ma data pure clte essa debba esserelimitata, che nuove varici abbiano in prosieguo di tempofatalmente a costituirsi. In tregua lunga conce,:sa all'·•mmalalo sarà ragione sufficiente ad intervenire: nessun altro mezzo potrebbe darla cosi completa e protratta~ la malauia sarà ritardata nella sua evoluzione e menomata nelle sue ulLime conseguenze; infi ne niente si opporrà ad una seco operazione qualora ne insorga il bisogno. Qnanpo si pensn alla tenacia con la quale s'intraprendono vaste oper;\z· pericolosissime di vita in malauie, quali i tumori malign • nelle quali la guari~ione definitiva è presso che una ct1irue~ e la tregua spe.>so presso che nulla. si resta sorpresi nel rjlev11re la riluuan.ta ad addivenire io simili casi ad una ope· razione benigna ed il più delle volte feconda di risultali favorevolissimi, per lo specioso motivo che non si può raggiungere una cura radicale. Noi rileniamo dunque che l'io.· dicazione possa estender:>i anche ai casi di semplici varici,. sempre quando si stabi liscano seri disturbi funzionali , specie


967 quando questi ledono la posizione sociale dell'infermo ~ con In ~eh\\ aru cooebiudiamo che sempre che la safena sia neL· tamente vi·1bile. dilatata, insufficieo~e e e3gione se non es.;lusiva almeno prepunderante della ~enesi dei fenomeni morbosi ~i debba attendere huoni risultati dull'operazione. at

** Fr.1Uanto ecco la tecnica operatoria. Quaotlo il trallo da resecare t' breve. potrà proceder~i con la semplice anestesia cocain1ca, avendo speciale cora a che l'iniezione non capiti nel lume della vena: in contrario si avrr1 ricorso alla narcosi cloroformic.a. Il Trendelenburg OS<l produrre J'ischemia deiJ'arlll, nel 1fUal CaSO per l'afOoSCiamCntO •IellE' vene, ~ Lene designarne sulla pella il percor.:o con tintnra iodica o nit1-:1to d'argeuto. Lo Scbwartz infece fa .:amminare l'infermo suhito prima dell'operazione e mantiene la replezione \·eno.-a mercè un laccio a valle. C:on una inci"ione di 'ar1~ lunghezza, a seconda il tratto da resecare, sr .;egue la direzione gener·ale della ~ena. Es~a può riuscire perciò tortuosa e, •tualora vi è a t'aggiungere tTualcbe diramazione a troppa distanza latet·ale dalla linea d'operazione. meglio è, piuttcsto che produrre troppo larghi scollamenLi cutanei, procedere ad altro ta!-(lio in opportuna direzione. l n corrispondenza delle :>acche varicose :;i procedt·r;·, all'incisione cutanea a man sospesa per non aprirle. L'i.;ol:unenlo comincer.t sull'estremo superiore che sarà tagliato tra due allacciature e seguito in Lutto il tragitto desi~nato su lotta la periferia del raso per ben scoprire ed all<ll'ciare In anastomosi. Esso Lerm inet·à con la sezione Lra


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SULLA. RESEZIO~E B LEITATI!RA

due allacciature corrispondentemente al capo iof~riore. Il lr:tllo resecato J·ag~iungerla coi suoi dne estremi i punti del vaso che si ritengono sani o quasi. Se avvi~ne d'incidere la vena. una pinza emosLattca accluderà la perforazjone. Il lavoro di dissezione sarà fatto a preferenza con la guida, le forbtci c~iuse ed il dito. Si avrà speciale riguardo ai tìletti del safeno interno specie nella gamba, ove, come si sa, dal condile interno della tibia ·al malleolo costeggia il vaso ed in qualche punto lo avviluppa in una rete plessiforme. In ~o di tessuti sclero:sall, la ' ena è friabile. la dissezione è più diflicile e non potr~ procedere con molto metodo. L'operazione termina con la sutura dell'incisione cutanea e l'applicazione di breve .drenaggio se vi fu troppo scollamenlo. tn atto complementare di (Juesta operazione, quando la safena SU tutto il perc~rSO è dilataLa, è l'aJlacr.iatura MI UDO o piu punti. Essa va eseguita a cielo scoperto, e con resezione di un qualche centimetro di vena non essendo la semplice legatura un mezzo sicnro d' interceu~renro cit·co· latorio. L'occlusione infatti di una vena, secondo alcuni, avverrebbe per semplice piegheuamento delle tuniche veoose ed accollameoto delle pareti con consecutiva trombosi. ora il coagulo potrehbe canalizzarsi ed il lume della vena rifarsi pervio; seeondo altri per rottura delle tuniche interna e media che potrebb~ non riuscir completa e permettere il riattivamento della circolazione. Ce1·to è cbe il ripristino del lume vasale nelle arterie dopo un' allacciatura i! stato di già osservato, esempio un pezzo presentato dal professore Tillau\ io uno dei sooi cor5i di medicina operatoria, nel quale l'arteria femorale allacciata dal Brun nel canale di Honter, per aneurisma popl iteo aveva riacquist.alo com-


DBLLA- SAfiiU 1"\"DB~A, ECC.

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plet<~ la :-ua permeabilita (1). i a~~iun~a che dalle i:nportaoti esperienze di )1 ick~l ic~ . (l ) risulta ch_e ~~clte. n~lle _all~c~ dature ri)D sempl i~e lDCJ;,tOne della contmn tta puo r tcostttul rst il lume del raso e che solo la resezione sufficientemente estesa tra due legature può mE~ttere al sicu ro dal ritorno dP.Jia c1rcolazione nel segmento di vena trattato. Per tutte que,.te ragioni adunque anche nelle allacciature si procederà alla reci::.ione di un trallo di vena di un •tualche centi metro.

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** Jlo,·endo da Lati principi credetti intervenire nel seguente caso. ~eri Luigi. gionne a 26 anni, soldato richiamato della cla,se 1862 entrava nell'ospedale mil itnre di Perugia il :li Rrto-.to l S93 per varici alle gambe. L' atie~ione ern più visto ...a a destra ove il lato mterno e posteriore della Jramba. verso il polpacc-io mostrava3i solcat{) da cordoni .oero·l•laastri. !'erpi)!inosi. i più grossi della s pess~zza presso a poco di nn mi!Znolo. Al lato interno del ~inoccbio notavasi un gros~o gomitolo varicoso del volume di una noce, con pelli! a~sottiglinta. Niella coscia il decorso del vaso era al· quantfl piu del normale appariscente. tn leggiero :,:rado di llehectasia ~i riscontravn nelle radici della safena verso il piede. Accenni di dilata~ioni venose vedevansi anche nella rete perimalleolare e·teroa. La cute del polpaccio mo-.trava inoltre delle piccole_nricosità capillar·i. Tutta la gamba era ingrossata di volume e tumida specie verso i malleoli. Non

(l) r. n •tttiADE. Dt l(J IÌ{Jalur8. et.:. Tbt~se 4e Pari;, Oi.


970

SULL.t, RBSEZIO:\"E E LBtaTUR.\

vi erano dolori ma uo senso di pesantezza ed impaccio nella stazione eretta che aumentava coll'ingrossare dell'arto. La deamlmlazione era diventaLa peno a e non potE'va essere protratta. Sulla gamba sinistra si notavano anche strie bluastre. non spo•·genti sulla cute e poco voluminose:' l'arto non ingrossa\"a nè da't'a· fastidio nel cammino. La pre ente malattia datava dall'età di :li anno. era cominciata durante il servizio da be•·sagliere, si era manifestata con appariscenze çeoose ed aveva cominciato a dar fastidio serio da qualche anno coll'ingro~sarsi delle vene. Il paziente aveva tentato im·ano l'uso delle calze elastiche riuscitegli anzi d'impaccio. E~li tornava da ~izza ove faceva il mestiere di garzllne di boulangerie, pel quale e1'8 costretto a stare in giro tulto il giorno, ma negli ultimi me·i aveva dovuto abbandonarlo. IL giovane, di bell'aspello. t-ra di robusta costituzione, con sistema arterioso periferico sano e senza precedenti morbosi tlF riliero. Aveva in famiglia un fratello sofl'erente della stessa malauia. Jl 4- senembre procedo all'operazione. Procurata con la posizione elevaLa dell'arto uca media deplezi()De delle varici l)tfingo col laccio di Esmarcb al quarto inferiore della coscia. Con nn taglio obbliquo che interseca alquanto la linea flessuosa della safena incido la cute da qualche cenlimPtro in sopra del glomerulo nricoso fino a metà polpaccio. Disseco, isolo, e taglio tra due lacci la vena al disopra di esso, e proseguo giù fino ai grossi rami del polpaecio. P,arecchie allacciature su collaterali. li glomerulo varicoso si rompe in vari punti allagando di sangue il campo operatorio. Getto vari lacci il piti che possibile giù sui molleplici tronchi del polpaccio che non perseguo molto in basso per non produrre troppo scollamento cutaneo o moltiplicaJ'e tagli. Sutura della cute senza drenaggio. Fascialar:t espul-


DELL1 SAFENA I~T&RNA, ECC.

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siva della gamba e compressiva sul campo operatorio per pro,0care l'accollamento llellacule: immobilizzazione io posizione elevato dell'arto. Guarigione di prima senza alcuna reazione nè locale oè generale. Al 11>0 giorno l'ammalalo mette il piede a terra senza fastidio. L'effetto dell'operazione apparve bell•ssimo. i ebbe la completa scomparsa dei cordoni bluas[IÌ. e delle dilatazioni varicose: nella paJ'te inferiore del polpaccio si palpavano delle Yagbe durezze cordoniformi. Sulla cute della gamba anche nella stazione eretta non si yedeva dì anormale che la linea cicalriziale del taglio. l\tnoisco r;ofermo di una benda di flanella elastica che raccomundo di ndoperare aù tualmente. Occorrera conoscere l'elreuo lontano dell'operazione ed in data del '7 giugno 189i a nore mesi cioé dall'operazione, il ~indaco del comone dell'operato (Citerna) m'invia, a richiesta. gentilmente la seguente no.ta: « Il soldato Neri Loigi ~uari perfett.•mente delle var~ci ~ana:tgamba destra sen1..a cl.tr. sa ripetessero affatto, quantunque non continuasse ad adoperare la fascia elastica. Potè calllli1inare senza ftlSLidio e senza gonfiore di ·orta in guisa che la fattagli opera7.ione fu l'unico rimedio ai suoi mali, da rimanere riconoscentissimo alla S. V. ~La parola degl'infermi, scevri da ogni preoccupazione doLtrinale, è la più. esatl<l misura del risultato di un trattamento .• i manterrà la guarigione? Il tempo solo potrà rispondere a questa dimanda. Frattanto il •·isultato ottenuto m'incoraggia ad allargare l' esperieoz~. e moltiplicare la casuistica sempre che mi si presentino le occasioni. Perugia. li i luglio 189.i-.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

·S postamento dell'ottuattà. secondo la posizione nel versamenti pleurittoi. - ARNOZAN. - (Journal de Médecine et de Chirurgie, maggio1 189~). ll prof. Arnozan ha richiamato l'attenzione, negli Arehioes Clir.iques, sull' importanza di questo segno. È di regola, egli dice, nell' ascite, ricercare attentamente se 1' ottusi t&, corrispondente al ''ersamento addominale, si ~posti quando il malato cambia di posizione, e se essa sf trovi sempre nel punto piu declive, a cagione delle le{Z'gi della ~ravità. La rice•·ca di questo stesso segno. non è ancora entrata nel quadro abituale di clmica delle pleuriti. Esso è però tanto utile quanto facile e può fornire indizi precisi. Quando si fa Ja percussione ad un pleuritico affetto da ver.,amenlo di media grandezza e coricato nel decubito dorsale. si tro,·a in avanti, sia il rumore di Skoda, sia una sonorità netta in tre o quaLtro spazi iotercosTali. Se si fa allora serlet·e il malato e si percuole di nuovo in avanti, si constata che la zona sonora è più piccola e che l'ottusità comin.cis due, tre o quaUro centimetri più in alto che precedentemente. Il fstlo si spiega con lo spostamento del liquido che ha seguito le leggi della gravità e viene in maggiore abbondanza, nella stazione assisa, a mettersi a contatto della parete toracica anteriore. Per la constatazione di questo segno si devono prende•·e due precauzioni: la prima, si è di evitare che il malato non si appoggi sulle sue braccia, potendo la contt·azione del muscolo grande pettorale dar luogo


RIHSlA 'H!Dlc_,

Nd un'ottusità ingsnne\'ole; la seconda, si é ·li non fare la percussione che a tre o q uatt~o cen~im~tr1 all' infuori tlel mar2'ine ,Jello sterno, potendo •' respmgJmentu del polmone ,er!"O il med1asLino cagionare il mantenimento di u 11n zon& sonora assai estesa n(' l senso verticale, io vicinanUl di crue-

sfosso, Nel caso di diagnosi dubbia, la constatazione d1 questo in un caso recent" o-c::ervuto dell'autore, la conservazione delle ,·ibraziom locali, l'a~senza di e:;fofonia, la presenza di alcuni rantoli !'-otto-crepitanti, mentre che tutt1 l!li altri segni del 'ersamento (otLuc::ità, l'()(lìo, pettoraloqmo afono) esiste"ano, rendevan(l la d•agnosi incerta. Lo spostamento della lmea di ottusit& era molto netto; si fPce la puntura e si polè estrarre circa un litro di liquido sanguiuoleoto. Questo smtomo non può ritenersi palognomonico : ec::so può mancare nei versamenLi encistici od anche quando un indm•amento polmonare, lubercoloso od altro qualsiasi, sopprime in avanti la sonorità not'male; ma se esso esislP, ha molta impl)rtanza. ~"e~no può esser molto utile·

Apoplesd& s.tertc&. - BISCBOFF. - (Wien med. Woeh,, 3 maggio 189.1- e UJ!. sanitario, luglio t89~). Des:crive il seguente caso: un uomo d1 2R anni, cu·ca due ...... ltamane clopo &\'8r subita una ''iolenta emozione, di subito perdè la coscienza. Il mattino seguente riprel"e 1 sensi, ma ~i tro,-ò completa emiplegia ed emianeste;:Ja (compr~a la congiuntiva a sinistra, deviazione della lingua a destra, afasia, e lor·pore ed irregolarità nei mo,·imenti dei muc:coli fftciali. Non v'era accenno di spasmo nella faccia. Il giorno uppresso si noto ehe i movimenll dell'occhi() :.iui~lro erano lh;sai limitati. n riflesso piantare era assente, ed il patellare sioistro piu debole del destro. Al settimo giorno l'infermo ricadde in uno stato comatoso, che durò due ore e mezza. Il gior·no S~'~uenLe si noklrono spa<'mi clonid nei muscoli p~:~llìcciaio ., sterno-cleido-mastoideo. Successivamente l'io-


91i RH" h T.\ fermo _ua.lagno nella motili~. ma non nell'an~les.a e nei disordini oculari : ma poco dopo ìl braccio sini~tro s' indebolì di 11\lùVO e si fece manifesto il restringimeuto del campo '\'"isivo. Questi sintomi, per allro, a poco a poco ~i dileguarono e l'infermo fini col guat'II'C del lutto. L'A. osser;'ll come la partecipaz1oue ·iella faccia e della lingua in questi ~~~i 8ia rara, e come l'esempio at~uale non analori l'affermazione di 'cbarcot. che le Jesiom istcri<·he nella regione della faccia regolarmente si mostrino sotto forma di spasm1. La natura isterica del caso risulto evldenle al terzo g1orno per l'emiplegia sinistra con deviazione della lingua a de!i<ll'8, per l'afasia senza a!!Tafia, per remianestesia in-çolgente le mucose, e pel re<:trinpmento del campo visivo. È da not.are cl1e nell'isterismo il d1<::turbo lei linguaggio suole ~plicarsi col mutismo; mentre nel caso attuale l' iofermo emetteva i suoni, ma non poleva articolarli. Quanto ai sintomi oct4lari, non era possibile darne un11 !<plegazione anatomo-patologicn. L'A. ritiene che in questo CI:ISO l'emiplegia sia stata primaria e la perdita di coscienza secondaria, e che esso non «i possa ~onsiderare come un esempio di stupore isterico seguito da paraltsi, ovvero di isterismo complicante una lesione organica.

Cara della v•~• dl • émère. x. 13, 189i).

(Progrès .\1édical.

Da tutti si conosce il trattamento ideato da Cbarcot nella Vertigine eU Méniére. Suo scopo era quello di sosliluire ai

rumori intollerabili che formano il sintomo principale per-

nuznente di quesl.8 malattia, i fenomeni uditiTi che produce !"impiego prolungato, a dosi crescenti del solfato dì chinina. Questo trallameoto ha reso dei not.evoli vantaglti a gran numero di malati, e l'autore dichiara di averne ottenuto o una guarigione completa o alm~no un marcatissimo miglioramento in una dozzina di casi.


liEDlCA

Lo cale!<'O aveva inspn·ato Itarn. sessanta anni fa io un caso speciale. ~ ciò ~~ rtleva dall'elogiO pronunctatone all'Accadern~a .ti Medicina d11 Bouc:quel ne~ 18-tS. • Trallava~i oli una donna, a cur lo spavento ,li un 1ocenrlio c produ:;cte ronzii d'orecchio continui. Dopo aver consultato • inuulmeotP parecchi medici, essa v<•lle st:lnttre anche 1tard• • il qual~ vide subito c11e il ~enso uditivo si la"C•ava ingan, • oare dall'imm&giDazhoe. E!!li in,'ito lA sua cliente a pren• der dtmora nttla masstma vicinanza di una officma, nella c speraou che l'orecchio a8salito da nzwçi rumori, rren• trert'bbe ot>ll' intej:!rita delle sue racoltà per la rorza e con• rut>ione ste,"a delle sua Impressioni, il che appnnto sue-

• c»deUe. • L'&ulore a;rstiunrce filoc:oficamente • È cosi che per estinguere una passione, la saggezza pr escrive talora di accender ne un'altra. • Senza rile,·are questa rifl.es."'ione a naloga al vecchio srmUro sirniUfms curantur si può notare r interesse pr-a·ico della citazione che perm1se all'autore di ricordare il trattllmeuto più facile e raziOnale del CharcoL A. C. Jl'ota .,.Ua b&tterlologta delle fe ot Della cU.saeDterl& oroDiO& eD4emJoa dei p&eat oaldt. - L. E. BERTRAND,

med1cu capo, e

BAU(.RER,

farmacista principare della

marina rranc~.- (E tratto dalla Gttaerce ltebdomadaire de mfJdeeine et de chirm·gie, aprile 1891}.

QueMo studio anahlico è un corollario di aJtro la•oro denli <>tessi autori "ulla baUeriolo;::ia delle feci nella dissenterla no,.trale ep1dNoic.a, pubblicato suUa m~desima Gazzetta nell'otLobre del decorso auno. Da CJll"!ilO nuovo studio gli autori deducono come conclusione che la microbiologia delle feci dà dei risultati molto analn;hi nella ciis.,enteria nostrale epidemica e nella rorma cronica della dissenteria endemica dei paesi caldi: le ~ole diJ:'ferPnze da not~trsi ~ono le seguenti: ~ella dissenteria nostrale, affezione acuta, il microbo predominante è il bacillo piocianico. Nella dissenteria cronica


976

RlY ISfA.

dei pae~i caldi $embra elle sia l'influenza del coli-bacillo, più o meno modificato, che predomina. La !>coperta degli !<lreptococchi esige più ricerche ·nella dis;oen~ria noslrale che in quella dei paes1 caldi; il contrurio di ciò cht> aceade pei vibrroni. La p&t"le de:zli slafllocchi é quaE<J uguale nelle due condizioni palolo~che: sembra, in altri termini. che nella d•sSPnLerut nostrale e in rtuetla dei paesi caldi i microbi siano gli <>tes'li, ma che essi aa-iscano aggruppati e associati in modo diverso ne1 due ca~1. Quanto alle amib~> di Kartulis gli autori oon banno n_ulla da drre a propf)sito della dissenteria cronica dei paesi caldi, non avendo e;.perienza personale su questo punto. Le hanno fo rse riscontrate, se e pP.rmesso di inscrivere sollo questa rubr·ica delle grandi cellule irregolari, ci1indroidi, rotonde, oblunghe o fusiformi, con un punto centrale nucleolato e dei va cuoli, immobili e senza pseudopodi.

G. Alcune rl1leaalonl •ulla pretea& sterilità c1el pus JlegU aaoeBBi del fegato. - Doll. L. E. BERTRL..,.D. medico capo n~>lla manna francese.

In questa nola, che veuue letta all'accademia di me licina dr Francia, si rifer•isce la storia clinica di uo caso di epatite suppurata con esito di guarig1one in seguito ad opportuno intervento chirurgico (aspirazione prima, indi incisione). Del pus, raccolto con lulte le dovute cautele, venne praticato l'esame balteriologico il quale diede il seguente risultato: t• Stafilocoeco pio[Jene, colle sue tre varieta: aureus, albus, cilreus; 2" Bacillo di E&erth; :~ Un alt1'o bacillo morfologicamente eguale a quello di Eberth, ma ancora indeterminato. La causa più probabile di questo ascesso epatico fu la dissenter ia acuta che colpi l'individuo in esame quando era al


}[JilllCA

9i7

Touclnno, poichè non s1 può farla dipendere .:fa una febbre tifoide ;;off~rla dieci unoi prima, quantunque l'esame bRtlcr:iologico abbia fallo rilevar e l'e"it=;lenza rli nn micro!Jo in ttlllO c:;imile a quello di Eberlh. L'autore melle in rilievo la r-icchezza battertcl\ di •rueslo pus, che anebbe dovuto essere .;,Lerilt: se le conclusioni dt certi lavori scientifici rispondec:;sero alla reall8 dei ratti. So~­ ~iun!!e però che non sarebbe da meravigliarsi se !11 ''Ìrul••n7.n olt>l contenut.o microbico foc:;se anche note,·olmente diminuita. e le collure a·•essero dato ri"ullalo ne~Xalivo.poiché può a,·,·enire negli ascessi ùel legato ciò chP avviene in una coltura •rualsia;:i, nella quale a lungo andare i microbi peri~cono. uccisi dalle f.ossiue cbP. ess1 fabbricano. Conclude quindi elle la allegata c:;ter•ltlà del pus epatiCil iu pìu di un caso è stata più appar ente che reale, e che "'" anche le colture riescono infeconde non si può da cib al'rerrnare che il pus s ia stato primitioamen.te sterile.

G.

BIVlSTA CHIH UHGICA

Tuue:-; filA L. P leurite e polmoni~ tt&u.matloa.- (Der Milttiirar;t. ~. 3, 1894). l~ da un gt·ande interesse il fatto che un colpo oJ un urlo portato sopra le esterne pareti Lo••acJche pos:>8 dtveolar~, solto certe circostanze. la causa di una polmonite o di una pi~UI'llè. Tubeothal pubblica due Cll!'\1 illuslralivi di quesl.u. eztnlog•o. Il 6 ottobre i893 sei pionnieri fut•ono variamente !'>!ri ti da una mina scoppiata anzi tempo la cui caricA et'a di 21 chilogrammi di polvere. Uno dei ferìli si trovava

62


9iS

RlVISH.

un· ora più Lardi in uno st.alo di profondo shock ; alltt regione del dorso all' aHezza della 6·8 costola sensibilità alla preS"IOne, la pelle io quel punto era un poco gonfia ed arrossata; la percul"siooe normale, ad ambed11e i polmoni rantoli a medJocr1 bolle. Al secondo giorno si riscontrò una polmonite destra ac<'.ompag.nata da febbre alta, ed al quarl <• giorno 'i si aggiunqa una pleurite destra con!lecutiva; quest'ultima recidivò dopo puoz10ne ed estrazione di 500 graronat di essudato torbido, sanguinolento. Solo diciannove giorni dopo il trauma il pazien te si riebbe, finalmente venne a guarigione. Circa alla eziologia è da notarsi che il paziente era stato lanciato dalla miua a cin tue metri di altezz3 e quindi con tutlo il peso del suo cor·po er a caduto baltendo a terra il dorso (fortunatamente sopra terreno molle). L' autor~ rirerisce ancora su di un altro caso analogo per le sue conseguenze. Un cannoniere l'iceveva il 17 settembre 189::l un calcio da un cavallo nou rerr·ato, alla regione costale infe1·iore de::tra; cadde a terra ma si rialzò !lubito, un· ora dopo si s~oprr su di m1 tratto dell'estensione di otto centimetri, in corrispondenza della ·s-8 costola del Ialo destro un'area arrossata, gonfia e dolente alla pressione. Al leno giorno febbre u pleurite destra con essudato rapidamente crescente. La J!Unzione esploratl\·a dtede a ricono-.cere 111 p reseozll di un li<tuido trasparente, rossaslro. Guar·igione quattro settl(nane dopo l'accidente. L'autot•e raccomanda che i casi traumatici che abbiano una etiologia analoga a quella dei surriferili debbano essere per lungo tempo aUent&meate sor vegliati, altrimenti il medico si espone a delle spiacevoli sorprese.

Proat&Ute aouta.; tn.ttamento oon l' acqua o&l4&. ETtexNE. - (Journal de M~decin e et de Chirllrgie, aprile 189i).

L'autore ha riferito un caso in cui questo modo di cura gli ha permesso di ottenere ura guarigione rapida e di evi·


CUIRURGICA

<tare ht suppurazione. Il fallo è importante, perché se nella blenorrai!ia ~i notano ca~i di P''ostatile acuta leg~iera, nei ~ali la ri!"oluzione !'i effellua ser.za il soccorso di alcuna medicazione, ve ne sono altri in cui la morte è sovente resilo pn.i o meno immediato. Ad una compljcazione cosi -grave, il chirurgo potra opporre un intervento rapido che ..e,·herà for:;e al malato delle raccolle purulenti, ecc. Ma non -s e sempre liberi. di mte1'venire nel momento voluto; l'intervento non t>\·ita ~empre la t1ebitè dell' infezione purulenta, ecc.; inoltre essa è per sè stessa pericolosa. Dopochè P. Reclus ha proposto nel 1866 di curare le pro-statiti àcute con le ini~zioni d'acqua moltocal da, ti medico possied... un trattamento che diminuisce notevolmente la ATavnza della prognosì di questa complicazione Basandosi sull'aziOne favorevole esercitata dall'acqua calda in certe 4llceri, ecc., P. Reelus applicò alla prostatite acuta il processo dell'aCilua calrla Egli ha citalo tre osservazioni di guari&rionP ra ptda. E2li ha consigliato di mantenere sul per ineo dd!•• compresse spe~!<e immerse nell'aCf[Ua a 55° e di (are al malato due o tre clisteri al giorno. La cannula deve esseri': introdotta oon prudenza; il rubinetto non rleve essere -a~_:et·to che a metà per modo da non determinare sforzi espul ..id del relto. N· l ca«o li EHenne. m cut la temperatlll'a ollrepac:;sò i W", ~i ottenne la ~-tuarigione in meno di olto giorni coll'indicato processo. che e facilmente applicabale ed alla portata da tutti.

Contlulone dell'addome (acoldente d'equftadone . - L&pa.rotomJa •egulta da morte. - (Cen tralblatc fii,!' Chif'urgie, N. 22, 1 8~~).

lDc•RANGE. -

TraUasi di un caso abbastanza raro cioè di lacerazwne Jei due ureLeri per contusione dell'addome. Qu~~>sta lesione av,·enue 10 que~ta singolar maniera. t:n giovane soldato del treno mentre si esercitava al volteggio sul cavallo, nel saltare io groppa al medesimo che andava -81 galoppo e nell'atto di passare la gamba destra sul dorso


980

RIVI"TA

del cavallo, per un im'prOVl'ÌSO salt.o delt"animale ur·tava violentemente due volte contro H pomo della sella colle paretil addominnh prima a destra e poi a sinistra. Sintomi unmediati del trauma furono \:Omrli, vrvissimi dolori, lumera~ion e del \entre, rolso piccolo, frequente. irregolare, abbac;samento di temperaluea, sete, stupore, stitichezza, ed anuria coJDpleta. Il ca !eterismo praticato più volte restò senza effetto . .\l quarto ~iorno, suppooendosi rolla la ves •ica ru decisa e praticata la laparolvmra. Dopo evacuato due litri di un liquido sanguinolento con odore orinoso si constatò Lanto la vescica che l'intestini il· lec;ì. La caYità addominale venne sC'iacqunta con soluzione calda di acido fenico e poi chiusa con sutura pl'evia applit;ttzione di groc;so tubo di fognatura Due giorni dopo il pa. :dente mori. All'aulopsia si trovo che lutti e due gli ureteri erano Incerali io vicinanza alla loro origine. I reni contusi, con em 1idronerrosi bilaterale mollo più estesa o s inistra dove si trovò raccolto un litro e mezzo di oriua songuinolenta. < L'Autore crede che in questo caso esistesse già primal& iJronefrosi bilaterale senza nQtevoli mauiiestazioni QlOJ'bose. Però si c.:oooscono dei casi an cb e ù'rdronefrosi puramente tradematica e rJU6-c:f.o potrebbe esserne un nuo,-o e~empio.

se-

MoRZIP:NOWSKr. - Del oa.al dl reaeztl)ne del ~lede concio Wladtmirow-Mikalloz. - (Centralblati tzir Chirurgie. ~- 8, 189~). L'autore ci rtrerisce sopra ser resezioni alla Mlkulicz pra· ticate per tubercolo!.'i nel riparto chirurgico del doti. Krajewski. Dei sei pazienti due morirono, e precisamente unoper tubercolosi generale, l'altro per vizio carJiaco non compensalo. In ambedue si era anche manifestata la recidh'a locale. Gli altri qual1ro pazienti furono radicalmente guariti. Tre di questi camminano senza bisogno di alcun so-


CHJIWRGICA

98f

-ste•,uo, il 11uarl.o. nel quale non è avvenutala consolidazione .os::~ ha bisogno di apparecchio protetico. In lutti i casi si tl"attava specialmente di avanzata distruzione delle ossa, cosi che l'incisione anterior·e qualche volta -si dovette praticare in corrispondenza del wrso. L'ope razione fu compiuta cillQUe volte con processo tipico, ma• nel sesto caso fu tentata una modificazione prendendo cioé il lembo d'unione dalle parti molli interne invece che dalle anteriori comprendendo.,.i l'arteria tibiale posteriore, e questo processo modificato ebbe buon esil.o. L'autore descrive così quest ultimo processo : una incisi<'ne trasversale parte dalla base del melleòlo interno, passa sopra alla superficie antedare delfastragalo e corre posteriormente fino al margine mediale del tendine di Achille. Dal punto di partenza di {{U~ta incisione vien tirato un taglio laterale fino alla luherosità dello scafoide. Una terza incisione va dall' estremità del taglio trasversale al margine interno del lendine .di Achille '}Uasi perpendicolarmente in b11sso decorrendo cosi solto la pianta verso la tuberosila del quinto m etatarso. Quindi le rslremità libere delle due ullime in.cisioni vengor.o ~ongiunte cou un taglio trasversale antéhore decorrente .dalla tuberosita dello scapoide alla lnberosità de( quinlo metdlarso. In ')Uesto mòdo v'iene risparmiata l'arteria tibia le posteriore. L'autore è di parere che l'operazione Mikulicz cosi moditieata ~ì potrà praticare ancora in casi dove per la distruzione di parti molli anteriori, sarebbe impossibile attuarla .col processo prim1livo. Egli crede anzi che avendo ora la ~cella per la conservazione del lembo anteriore o interno il cbiru,·go si deciderà più volentieri per quest'ultimo stante che l'arteria tibiale posteriore ha dimensioni più voluminose di quelle dell'anteriore.


982

RIVlST.\

LAWI~Kl e Ro;s. -Sulle emorragie in seguito &d utra-

uone di denti, e sali& loro cura. Chiru,.gie, :--1. 9, 189~).

(Centralblatt fù.r

Le ,·arie cause di ostinata emor-ragia che si osserva: talvolta in seguito ad una estrazione di denti sono diligentemen.le passate in rassegna dagli autori unitamenle ai tanti metodi preconizzati per frenarla. Non è senza interesse r i levare la circostanza che nella scuola odontoiatrica di Varsavia fra 1732 estrazioni praticate nel periodo di 16 mesi~ rurono ootaLe 10 gravi emor rngie secondarie. Però il caso illustrativo riportato dal t.awicki dovrebbe e~<;ere un casodel tutto isolato ed unico. Una signora di 33 anni, di debole costituzione si fece estrarre parecchie J'adici di denti del mascellare inferiore da un dentista che accidentalmente trovovasi in ~ua casa. In mancanza di altro strumento, l'eslràzioue venne praticata con un escavator e ta gliente che s i adopera di solito a raschial'e la c.lentiua. Jmmedialamente dopo roperazi<>ne si mostrò un tumore sul paYimenlo della. bocca, crescente a vista d'occhio, bluastro trasparente~ moli~ ed invadente quasi luHo il pavimento della bocca ed estendentesi dai ·denLi anteriori tino quasi alla base della lingua_ La lingua era spinta tanlo in alto ebe ta paziente era minacciata di soffocazione. Sul punto più elevato rlel tumor~ fu praticata un'incisione da cui flui in abbondanza sangue puro. Il tumore si abbassò immediatamente, ma dalla ferila conti:nuò l'emorragia che non si poteva frenar e non ostanLe l& dilatazione pr aticata per la ricer ca dei vasi da leg-arsi · Persalvare l'ammalata che era quasi esangue si vepne alle legatura della carotide esterna, in seguito alla quale cessò ogni perdita sanguigna. Parrebbe che in questo caso rescavalor e sia scivolato sull"alveolo e sia andato a ferire !"arteria sublignale. P er le gi'tlVi emorr-agie provenienti direttamente dal · l'alveolo Lawiki l'accomanda fra ~li altri mezzi il tamponamento con garza medicata con antipirina. A questo caso può far riscontr o quello, pure singolare, descritto da Ros e di una grave emorragia consecutivaad estrazione di denti~ però causala Ja anomalo decorso dell'ar ter ia


CRlllURGICA

983

Jentalo, Jo quala unitamente al nervo mauclibolar e entra\"& nel canale perforando una radice dell'ultimo molare. Nella ,._trazione di questo dente fu lacerato il vaso Pd il ner vo. L·emorragia fu frenate con tampona mento m ediante un cuneo dt su~be1·o con iodoformio, e l'anestesia che immediatamente :-i era manifestata si dileguò poco a poco spontaneamente.

PBI'IG~I E7. . -

n tetano e gll &11tllettlo1. -

(Centralblatt

fi'ir f:t.ir urgie. N. 49, 1899.

:\leutre rautisep.si jnfluisce cosi felict>mente sulla frequenza delle atl!·e comf•licanze chirur~i che, sul tetano imece questa henefictt uJtluenza non si è ancora osser,·ata. L'autore, a dJmostrare •t u«>~la sua lesi compiiti un qnadro sinottico dei ca«i di tetano verificalisi in Parigi dal 1865 al 1889 e da quPIU !<i vedP. che la malattia é diventala più frequente, anzichò p1i.l rara e<,l progN!dil"e del lernpo. D1 rronte ad un numero complessivo di t28 casi negli anni t865-70 sta un totale d1 l 4 ca ... , negli anni b8i- 9. All' incontro ue:;tli ann i 1eceuti h'OTiamo abba""ata la cirra della erl"ìpela e 1355 casi nt>gli stl!q!=:i periodi di tempo. A questi daU clinici corrisponliono le :ricerclu~ batteriolo~ch~ dirno:>trando esse rruale enorme reF~I:o.tenza presentino le spore dei bacilli del tetano all'azione dei no:;tr• antisettici ed anche all'azione dei più elevati gradi di teml'eratura. 11rdiuariamente i bacilli del tetano si trovano nelle ferite in compa!:nia di altri micror~anismi ; ed assai spesso coi di' «>re; i nùcrococchi del pus. Questi ultimi, secondo l'opillJOne li~u·auLore, favoriscono l'azione dei bacilli tetanici in (ruanLochc offrono un diversi,·o ai fagociti, i quali senza quei Ultrrococdti andrebbero a dh-orare 1 bacilli del tetano. Mentr-e nm cogli antiseLtH~i combattiamo vitloriosamente i micrObi pio!!em, indireltllmenl.e inftnenztamo, è \'ero, anche i bacilli del tetano. Ma osssi !=:pesso questi ult1mi, come egli giusla· mente ra notare, spi,.gano pure la loro deleteria azione senza la c'lrhpagnia di altri batteri, e tutti quei momenti che valgono a menomare.nell'orgsnismo il polet·e dl resistenza fa-


98i

RIVISTA

voriscòno questa loro azione; tali momenti sarebbero i tr·aumi. Je operazioni, le iatossicazioni. malattie intercorrenti, influenze alrnosfedcbe, ecc.. e per dimostrare il suo a:;serlo l'autore riferisce numerosi esempi Lralti dalia clinica e da! la fisiologia sperimentale. La sola anlisepsi è iueflìcaee; il lral lamento interno come pure la sieroterapia ci hanno dato finora risult.ali .mollo ip~erli. Perciò come unico mezzo veramente utile l'autore consiglia una opportuna trasformazione meccanica della ferita. Siccome i bacilli del lelano sono anerobi, tutte le ferile, specialmente le ferite contuse nelle quali havvi la possibilità di &v venuta infezione dei bacilli del Lelauo devono essere cosi trattati col coltello, colle forbici o col cucchiaio tagliente, che raria vi abbia libero accesso,[o che po!'lsano essere allontanati tutti i tessuti infetti. Ben roteso che questo trattamento puramente locale deve considerarsi come essenzialmente profllattico ; esso però può esser'8 attuato con vantaggio anche nell'invasione della malallia durante la manifestazione dei suoi sintomi iniziali. L'autore eitiene non necessaria r amputazione dopo manifestatosi il tetano e crede che un lo~ le trattamento energico della i.f_rita ioC~tta e delle parti ,cl}6 la. circondano condotta nei modi• suindicati potrà avere gli stessi effetti della demolizione dell'arto.

BEct>:. -

L'emplem& ed n suo trattamento. (Centralblatt

fii.r ( hirurgie. N. 5~. 1893).

L'unica cura razionale dell' empiema é certamente la resezione di costa, ed in quesi.S sua affermazione l'autore non trova molli oppositori. Però r indicazione pt·incipale di questo atto ope1·ativo non consisterebbe già, secondo Beck. uella necessità di un ~ufficiente drenaggio, nell'avvicinamento rèciproco delle costole e nella retrazione delle pareti toracichc. come è creduto dai più, ma anzitutto lo scopo che si vuoi raggiungere si é di aver la possibilità di introdurre le dita nel cavo pleurale e di esplorare la pleura. Questo sarebbe il solo processo conosciuto che ci f~:~rebbe con sicu-


LHlRli.RGICA

za conoscere r esista!'za di ma~~e fibrinose o ca,-eo~e r-ez adcrenli alla pleure e ci mettere bb e ·m gra do d.1 1·mmed.la ta mente allontanarle. Egli asse!!na una grande Importanza al rnodo di attuare questa operaziOni' ed hu anche flitto cogtrmre uno speciale cucchiaio ottuso col quale si tolgour• i proJolti morbo~! ade~uti alla pleu_rP. .È da notarsir cl~e egli <".oosi~lia di Hsteners1 dalla na rros1 aLa quale pre.er•sce la eterizzazio1e locale collo sp,·ay Parimenti tralascin di introdurre subito dopo roperazione il LUbo da drena~gio, poiché ellli cun quest.o mezzo ha veduto provocare molla •rriftJzione e delle emor ragie ; ma invece unisce la pleura costale <:Oila pelle ed introduce una strisciA ùi garza iodoformica, e solo dopo tre g ior ni, in sos tituzione a questa, applica un gro~so tu bo a drenagg io. In quanto ai risultati; si contarono 12 decessi sopra 112 operazioni. La dorata della cura sarebbe in media di cinque settima ne. T otli i cosi del'ti e mpiemi putriùi finirono colla mor te, e di cmque empiemi bilater ali tluattro gua rirono. A nche due ca~i 111 cui si era constatata la presenza del bacillo tubercolare guarirono perfettamente. In base a questi r i<~ul tati Beck con!i~lia di venir·e immediatamente a lla r esezh:fne tosto che si e accertata la presenza di pu!> nella pleure, sia vi o no as"'oeiata la tubercolosi.

FRtSCH. -

Balla rempola della ve•oloa urlnarla. - (Cen-

tralblati jii f' Chif'ut'. , N. H , J89~). È ormai un fatto universalmente noto che l'eri~ipt>la può iulere,-t<are non solo gli es terni integumenti, ma anche le sìerose e le mucose. Molto rara ~~ invece l'osser,·azione di uua eres ipela della ves cica urinHria . Uu uomo di 2:) anni affetto da cr onica pr ostaUte e che 20 anni prim11 aveva sofferto di una gonorrea e di <'Onsecutivi &!'!cessi multipli della prostata con passa11gio del pus in vescica, e ciò senza con seg uenze apprezzabili s ul suo benes!'ler e :;tenerale, ammalò tutto ad un LJ•alto g ra vemente con


!l86

RlVISU

febbre elevata, brivi.li, tenE>Smo vescicale e dolori vescica. ~ei 7 giorni consecutivi ~i mantfeslarono ancora due brividi con elevazione di temperatura intercalati da giorni di apiressia; all'ottavo giorno sopore, febb re alta, brivido, lenesmo vescicale dolprosissimo, tumot·e di milza. Al decimo g iorno di malallia comparve una risipo!a migrante tipica ad una estremità inferiore. Si stabili quindi la diaEtnosi probabile di risipola della muCO"& vescicale. All"1Jo gtorno la dia::tnosi fu confermata dalla cisto:ocopia. Tutto l'interno della vt>.scica presenta'a una ~c:>lorazione ros_~ intensa, in parte paonazza e dapertutto piPghettata e tum•da, qua e là con ecchimosi :Jtsseminale. Progredendo la riStpola cutanea i fenomeni vescicali cedettero con eltminaziooe Mbbondante di epiteli ve"cicali, mentre l'orina indicava una forte desquamazione della mucosa. Questa, esplorata el :22• giorno si mostrava ancora art•ossata ma del resto quasi normale. Frisch q11alitìca il caso come risi pota di vescica. Egli riuscl a rare colture ed innesti di streptococcbi col materia!& JOtP.gregato dalla prosLala e quello tolto dall'urina.

lfuovo metodo dt out. 4eU'l4rocele. gagni, 1894).

Rt\ A. -

(Mor-

Il metodo di cura dell'A. consiste nella lavatura apneumalica della vaginale del tosticolo, mediante a cqua distilla ta, semplice, sterilinata; i risultati ottenuti sono bellissimi e sempre sicuri. Per la piccola operazione è utile avere l'apparecchio dall"A. proposto per la lavalll1'a del peritoneo e ùeUe cavità io genere, appal•ecchio che come aspire\ors e lavalore nulla lascia a desiderare; ma può beoi$::;im•> esser sostituito, con poche aggiunte, de un tr equarti di Polain, od anche (ma meno bene) dB un trequa rti semplice. ~il.alo ii liquido d'idrocele, mediante l'a pertura del rubinetto d'immissione si riempie la vaginale di acqua sterilizzata; indi questa


CJURCRGlC\

9 i

, j e:" l<'lle. pP.t' riempi~ di nuovo la caYitit sierosa con nuo,•a

BCLJUB, e co.!'i \i&

via (tre o quattro voll<') fino ad ottenere

un liquido di la' aggio mterameute o quasi dealbuminalo.

Fatta rultima lavunda si toglie la cannula, si <'ltiuùe la pic· cola ferita con una goccia di colloJion, e lutto e fiuito; utile e però aggiungere una leggera fasriatura compressiva dello scroto e tenere l'iufermo a letto uno o due giorni fino a tanto che l'li& flnito ogni sinloma di it'r1tazione; giacché, mal· grado !"apparente innocenza del liquido di lavaggio, i fenomeni 1rritativi sono qualche volla re1alJ\'&menle ' 'ivL L'acquA da mietl.are deve essere di fresco bollita e lasc1aLa ratfretldare fino 81 ;lS". Que;;lo me-to.Jo di cura risponJe hrillantemente anche nei ca~1 di idroceli antichissimi. L'allo operatorio é di una semplicilé f;traor.iinAria, J)UrchA SJ bad1 a non lasciare distendere troppo la sacca durante la iniezione e s'impedisca che lo scroLo, ricco come è di eleme1lti contralLili, relra~ndosi piuttosto vivamenl.- quando si ;:;, uoLa, non faccia uscire l'estremo della caunuln dalla ca,·itil, e~seudo chiaro che in questo ca-.o il liquido i n iettalo detPriOIIl8 un Pdema artificiale dt>lla pa1-ele dello scrolo.

lhlle albrasloDl 41 resbte.ua del 1l1l aterilluaU ooll& bollitura. - (Ga;ette des 1/òpitn,u:r, N. 91, 1893). l prore~sori Forgue e Moussèrei hanno fatto delle ricerche moHo iulere$santi sulle alterazioni prodotte dall'ebollizione sui ttlì dt seLli adoperali in chirurg•a per la legalUI"8 dei vasi o per la sutura d~i legumenti. Ecco 1 ri!>ullali ai quali sono arrivati gli sperimentatori : t• La resi<>t~;nza diminuisce in ragione della durala dell'ebollizione: 2" La re$istenza diminuisce secondo la natura della ~o­ !"lanta adoperala, nelrol'dine seguente: aetrua, sublimalo, carbonato.


988

RIVISTA

I l sul>Hmato altera la solidilé del filo più delr acqua, ma però mollo meno del carbonato. Di più, questo sale ha il g rande inconveniente di deterioral'e molto pr esto gli islruroenU adoperali pet· la bollitura. P er cui, a cagione di questo inconveuie ole ed anche dell'aJtera2éione che esse comunicano ai fili, gli espe!•imen!Qtori riconoscono alle soluzioni di sublimato un'infet·iorità rronunciata sull'acqua. Devesi rigeltare il carbonato? Dale le alterazioni manifeste che esso cagiona, non si può far troppo calcolo sulla solidità del filo. anche di for te calibro, quando esso abbia bollito per un cel'to tempo in quella solu2éione. Himane l'acqua !JU1'8: da ciò che si conosce sperimeulal· menLe e clinicamente della sterilizzazione eoll'acqua in ebollizione, siamo aulot·izzali a rilenere che essa è suftlcia'Ote. In una delle loro esperienze gli a utot•i hanno visto brodi di cultura rimaner e stel'iH dopo essere staLi seminati èoo fili bollili nell'acqua, d urante otto minuti solamente. Ora questi tll1 erano stati immersi nel pus dt flemmone. Ecco le con cl usioni molto pratiche alle quali ar rivano g li autori: No o ''i ha alcun vantaggio manifesto aù adopet·are soluzion i a rttiseLLìche çd alcaline per la bolLitura dei filj; le gal.'anzìe di sterilizzazione non sono 'llOtevolmeote aumentate, perché è soprattutto per il suo valore termico ehe il bagno d·ebollil.ione a gisce, ed i pericoli di fragilità dei fili sono ai.JmenLati i n una importante propoi.'Zione dopo cottura nei liquidJ alcalini.

MANLEY. -

Operaslone lncruenta. delle emorroidi. - {BT'ic.

Med. Jou,.n., 10 mal'zo 189! e Boston Med. Jou,.n., Cebb., 189~).

Mauley ha esaminato il retto jn un nume1·o considere vole di casi in cui l'inlesLino era t'itenuto immune da etnoroidi ed ha notato come esistevano in non meno del bO 0 /o. Egli considera le vat>ici emorroida rie come una degenerazione


CHIRURGI C\

989

fi..:iulogica n~u·uomo, e che p01 possono costituire una \'era c propria lesione patologica. Questo suo moJo ui vedere è confortato dal fallo eh,.. l'aspnrtaz.ione. In legatura. le iuiez1oni, non guariscono $ernpre e in tuLti i ca«i la malattia. se e richie~la un'operazione, il Manie) raccomanda la !'leguente: l'intestino è vuotato con un purgante dato la sera precedente e il mattino del giorno dell'operazione. la re,:rione anale è complelameJ?le resa asettica : una iniezione •pod<>rmica di C()C8ina la rende indolente. Lo sfioter e e allora .hlalato coi mezzi ~o)ili e le mas~e emorrOi·iar1e c::ono accttratalllenle asciugate. Ogni varice è afferrata separs!Jlrnente, alla sua base, e strettamente dai polpustrelh del nollice, indice e medio: e~sa é pl'ima completamente gtiraln, 11oi attorcigliata ed infine si forlemenl~ compre"S8 da ridu r c::i a una specie di poltiglia ricoperta sol della. membrana. rnucoc::a. Ciò fatto. tutto è respinto di la dallo sflnlerP, ~·iAtro ­ lluce nPI rello un suppositorio oppiato, e con una convemenlf.' fasciatura l'ammalato é r icondollo a letto. Insorge un'alltvti mliammezìone e nello spazio di d ue o Lre sellìrnane dell•' varici emorroidarie non rimangono più che i loro 1\Y~I?.Zili mooconi. Con questo melodo il Manley ha tr·att.ato 3~ C8"i di emorroidi. Lutti con risultati soddisfacenti. Kon c::i è avul8 rec;diva l ,·aota~gi dPI metodo Mrebbero i seguenti: 1) esc::o può ese~uirsi con -un minore numero dj asc:istenli ed ba una t"'cnica molto semplice; 2) poiché non v'è ferila dei te!:»uti, il pericolo d'infez1one, ulcerazione e fistole i'> evitato ; 3) non v'e pericolo di,_ «>morragia immed•ota o secondaria.


!)!lO

RIVISTA DEllEMALATTIE VENEREEEDEllA PEllE

Un' lnob!eda a mericana sullo ata.to dell'uso del merouriaU nella cura della ldfUlde. - LAvAr WoLn·. - Statt!8 of lite 1/gpodermie Use ol M1!7'f'lt r ì.rtt•' itt the Treacment o} Syphilù~. - PhU.adelp!tia, (Ga;::etta Jfedèca Lomoarda, l 94. 26 giugno).

Con questo l•lolo il dollor L. Wolff leggeva il 25 scorso alla Società medica di Filadelfia i risultati del!' chiesta da lui falLa a tale scopo, riguardo in modo pa lare all'Europa. L'A. già in una precedente lettura alla detta Società aveva dello che a tra i metodi te estesamente usati sul continente europeo, ma che trovò cbi<>~imi seguaci nel continente americano è, senza uuJJuu:~• la cura ipodermica della sifilide ». Tali parole relative r &urora iRcontrarono una rorte opposizione, vennero mente di~cusse ed il doll. J. W. \\'bile (1) in un suo tentava conrutarle. Di Calto egli cilava l'opinione di 32 malologi e sifilografi americani, tra i quali solo lre si mevano in senso faYorevole al metodo ipodermico, gli altri erano piu o meno contrari; affermava ancora m Germania tal uni lra i migliori specialisti si pronuncia contrari, e che di questo parere erano eziandio Fournier Franc•a P.tl Hulchinson tn Inghilierra. l n settuilo a lutto questo il Wolff venne nella del~erlmìrla•; zione di fare, per conto suo, un' iocbìesta più generale eslesa a tutta r Europa, e ciò a sostegno della Sllrrirerit.a asserzione. ~ella relaz•one egli spiega e considera nel ~IlO

(l ) Or. J . W. \Vuml, Tht Prmn' Po&ltlOil o( the lfypodermic 'flreatnltnl

Syphllit.


RllJST.\ DELLE n.U.ATIIE VENER&E E DELI.A PELLE

!)94

giusto ,-alore il metodo ipoderrnico, paragouandolo agli allri met()di di cura; lo difende con buoni argomenti dagli attacchi piu o meno fondati a cui venne fatt.o l'legno; lameut.a che i medici americani si oceupioo troppo poco della lelleratura medica che non sia in lingua ingle!>e , dice cJJe in Europa la medtcina ba due grandi scuole, la francese e la tedesta, grandemente di>erse lra loro nelle dottrine come lo sono per la lin5Wa : afferma essere Vienna il più gTan centro ~i sifilologia de:r Europa tedesca e r if...risce infine le !'isposte fatte al questionario da lui proposto a1 sifìlografi di tutte le nazioni, per avere cosi un consenso generule d1 pareri. e non giA quello di un sol paese o di una sola !'Cuoia. Gli interpeJlali, tra pratici e professori delle princi pali Universibt d'Europa, furono 4i e tra gli italiani figurano il Pellizzari di Firenze, il Campana di Genova, 1l Breda di Padova, il Gamberim di Bologna, lo Scarenzio di Pavia, 1l Ferrari di Catania ed il BarJuzzi di Siena. lJ que~iti proposti erano dieci, ed erano cosi concepiti · Primo: Usate la cura ipodermica per la sifilide ? Ora su H~ 36 risposero affermalivarnenle, ,:tli altr1 otto in modo negali\"O più o meno reciso; sicché nelle successive risposte hiqogna calcolare sui soli 36 firvorevoli. Secondo: Quale dei mercuria11 usate principalmente ? Risulta dalle risposte cbe il più usato è il subllmato1 quind1 il calomelano e poi Jecresceudo il salicilato, l'ossido giallo, il !"ozojodolato e l'olio !!rigio. nal itr;;o: Quali dei mercuriali prererile : i solubili CJ gli in ..olubili? si rileTa che 20 stanno pei primi, 11 pei secondi, uno è indeciso, due indifferenti e due a seconda le indi··azion. l"on ottenne risposta abbastanza cate~orica la quarta que!'llvne cost espressa: Quale, secondo la vostra opinione, é d'azione piil rapida e d'effetto più duraturo 1 Di fallo selle ri~posero in moJo e~asivo e dubbio, nove però preferiscono 11 calomelano, mentre due dichiarano essere pii1 rapido il ~ublimalo, ma più duraturo il calomelano, gli altri diedero ri~;po<>le diverse. Alla 'Jttinta domanda· Usate il meLodo ipoùermico come


cura generale olt>.lla sifilide ? ben venlisei dspo.,aro a tivamente, iJ reqlo m modo evasivo o non completo. Il s!sto quesito era : Quanto tempo in media continuate cura ipodermica ? Qui è molto dtffidle riassumere le t i« poste, ma la rna~gior parte riferisce che usa la cura a scomparsa completa dea sintomi. Alle settima domanda: Quali inconvenienti e dannosi feW, se pur OP. avestE', vi ha d~to il metodo ipodermico vostra pratica ! la maggior parte (23) rispose di non avuto sia coi salt soiubili che cogli in!i=olubilì; allrt invece pot•lano casi dt ascessi. stomatiti, entPro-coliti, ecc. Invece all' ottaoa questione : « ~e il metcJdO ".\nnA ,.,,...... s;ia ben stabilito • <tuallro l'ispondono evasivamente, uno risponde, e tre credono non lo sia ancora, ben veotolto spondono Psserlo fermamente. :Vono quesito: Credete voi che tal modo dPbba continualo oli al>bandonato quale cura regolare della lide ! Trenta danno una categorica risposta in ::>enso fa revole, !!li altri sei o non l'ispondono o lo fanno in inMcìso . .\Ila decima l'!cl ntlima domanda: Credete Yoi che tal lodo abbia di gr·an lunl!a superato l'amministrazione del curio per bocca nella cura della sifilide? Ventitrè rtsD•ost~I'Ol si, cinque evaSIY&mente, menlre sette non lo credono. Dislribuendo geograficamente le risposta avute, J4 nero dall'Austria, 6 dalla Germania, ~ daiJa Russia, 1 J'Olan la, 7 dall'Italia. 2 dalla Svizzera, 5 dall' lng ........n•~• 2 dal Belg1o ed l dall'America. Risulta poi dalr esame esse che l' ìmezione ipodermica è poco in voga in logh terra ed in Franc1a, fatto do\'uto, secondo il Wolff, all' fluem.a del Hutchinson per l'una e del Fournier per La ~c uoia italiana segue sempre il metodo Scarenzio, mentre che i russi e glJ olandesi sembra che seguano i pratici manici ed austriaci, i primi I.J'a i quali sono fa\'Ol'evoli metodo ipodermico, mentre i secondi non ne troppo caldi sostenitori. In aeguito ai suespo:::ti risultati dell'inchiesta


o.u.E UL.\T'IlE YE:U:BU E Di.LLA Pnl.B

!)9:l

quindi ti WoHT a'•wrizzato ad enunciare le ~e~uenti c'lnchl"JOIII •

1• 1: u-<•) ipodermico dei mercuriali é largamente u--ato per 111 cura della sifilide nelr _Europa conlmentaiE', eon probalule i'"clu<>i<1118 delhi F ("ancia f1 t 2co Mentr ~ che lutti tra i var1 prepa rati UlPr curiali "' .. ano per questa cura. il preferito é il sublimalo; ,-engono 0 8 ppre'"'O il calomelano., quindi il !>allcilato, ~e.!!ullO clalr o~­ ido s;nallo, dul sozojodo1alo e dall'folio ::!n !:rio. Gli Alli'Ì ~o­ dono p r ~f,..renze individuali. :i" Y' ha una spit:<.:ala preferenza pt.>r i 11reparati c:olulnli contro gli in-.olubi!L ~· Come r api lità d"azione e ùurata d'etTelli 11 calomelano pare teng11 il primo pòsto (.'lletodo Scarcn;:ìo Smi rnqff>. :;• Pst·e ac.cerlato dall' iuchit~sta, chE' nella precilala p.,rte ,Jel ~onlinente Europeo il melodo ipodPrmico (vi si comPI'Pil!h' Anche l'iniezione inlramuscoltH·€) é preferibihnenle u>;ato per la cura della sifilide. ~~· Il periodo Ji t-empo pel f!Uale la cu ra ipodermica de\f' e"~>re coultnnala non si può stabilire in modo preciso, ma IQ "Ì farà fino a che sieno ;;;compar"i tutti i !"tntomi. -;• Le opimoni dei corrispontlen!i riguardo gli inconvP.uenli ed effetti nocivi della cura dimostrerebbero che qu ...sti uon sono C0'-1 frequenti e cosi seri come venne supposto ~ cb <:ono piu frequenù colle preparazioni insolubili e colle "olub1 i. Pa•·e anche essere opinione generale della ma?gtorauza ile• rorri>'p<~nd-enti che si possono evitare .,erie r..ompll<:aztont con cure arlatte e puli:tla. La tesLimonianza rh i ochi 111di\'idui pat·e sotto questo rappot·to molto io conlJ'fldJizione <'<'Il" esperienza dei più. Gli accidenti che pos'-'Ono derivAre dall'uso di tutti 1 metodi di mercurializzazi nP, non ~i possono aLtribuire in ><pecial modo alla cura 1podermica.

l) IJvJIO cllu 8.1lzo•r pr.>pose e-d adopero quale mM~lruo tlllì sali utereuriali IIIMJiullih, l'ul1n di vaselin~j., lo speciale metodo ac:qulstò ancho in Francià nokl ult! •litTusione.

Hl


Rl\ !SIA.

s- La questione se il metodo ipodermico sia po~to su solide basi ottenne una risposta affermativa quasi gE-nerala. ~ Il consenso delle opinioni dei corrispondenti se il melodù ipodermico sia da continuarsi od abbandonarsi, quale cura regolare, della sifilide, è pressoché universalmente espresso dal desiderio che tale metodo venga continuato, per quanto una debole minoranza vi imponga talune limitazioni o restrizionr. 10" Pare quindi fuori di dubbio, dalla natura delle risposte ricevute e citate sopr·a, che I"A. era giustificalo nell"affermare tempo fa che nei principali centr1 medici dPlr Europa coatmentale si somminist.rano internamente piccole o nessuna dose di mercurio per Ja cura della sifilide " ma che nel suddetto coolln~nte la cura ipodermica ha superato di gran lunga l' ingeslione orale. G. BERCONZO'Lt.

'l'.rattamento delle ulcerl moW ool calore. (Brit. J.fed. JorLrnal, 11 novembre 189:3 e Wien. Woeh.~ X. iO, 189:3).

LORA."'O. -

11 Lorand descrive la sua maniera di tratlare lt~ molli che egU ha '"'"to seguita da \Velander a Stocolma. Essa é fondata sulle osservazioni di W. Boek e ùi Aubert, il quale trovò 0he il pus ulcerato riscaldato a 10• C. di ve !-Lerile. Il metodo ùi \Velandet· é il seguente: un ~e l'hattOil!)• di ram~ pieno d"aC(Jua condottavi da due tubi, di cui uno per la calùa e l'alt!•o per la fredJa, é tenuto ad una tem ratura di 50" C. roedtante una lampada a gas. Dal "o' ua'"''"· l'acqua è portata mediante uu tubo di gomma ad un tsno di piombo e da questo cola mediante un altro tubo gomma. Se l'acquR del serbatoio è tenuta ad una '""n"''""~ tura di 5()o, quando ha raggiunto il serpentino essa ha quel di 41" C. e non devesi permettere che essa scenda al di questo grado. Le ulcere sono medicate con batuffoli cotone bagnali d'acqua calda. Uno strato di cotone


D&I.LE JUL.o\TTlE VENRRER lt DELU PEI.LE

99))

-è avvolto intorno al pene e su questo s'avvolge il tubo di

·ombo 111 cui ~i fa circolare l'acqua. Un aUro strato di co-

~ne ~pre 1t lubo di piombo e tutto l'apparecchio è avvolto

da gut.tftp~;rca in fogli. La medtcatura si cambia tre volte al giorno. Lorand vide 29 casi, in parecchi dei quali le ulcet·i -e1'8n O numerose e larghe, Lraltali in questo modo. Nella mag,gior PRrte si notò che dopo due giorni di trattamento, le ulceri ~rano deterse e ~he la loro secrezione non era più ino.culabile. Le soluzioni di continuo guarirono più rapidamente ooll'n~o del dermatolo. La statistica di Welander mostra che nei f1s indi>idui trattati precocemente col suo metodo non :Si mostrò akuna te n Jenza al' a formazione di bubboni

RIVISTA DI TERA PEUTICA

--

Oura dell& uevrtte periterlo&. klin Wt.ch .• :-\. 20. 189i).

LEYOES. -

(Berliner

Rias!'ume in questo lavoro i doti della sua esperienza circa la cura della nevrite perirerica. Egli riti.me che in casi di malattie infett1ve acute si possa .evitare lo sviluppo delle nevriti consecutiv~C>, rivolgendo, durante la convalescenza. le cure opportune all'alimentazione, e raccomaudaodo il riposo a letto e la tranquiJlita p1ù assoluta A malaltia sviluppata, la cura eliologtca (a1lontaoamenlo della causa) nelle nevritì da alcoolismo, da saturnisrno, -«c. e la cura della malattia primaria nelle nevriii diabetiche hanno grande importanza. Non v1 ba rimedio specifico per 1a nevril~> multipla, e, del resto, la cura medicinale ha su di «'!sa un'mlluenza mollo secondaria. Tenuto conto del fallo


lilVISTA

che il reuma~ismo non di rado rappresenta logiro, si sono usati il salicilalo di sodio ed altri l81'm111Ril auti- reuma,uci; ma., neiJa mag;.;ioranza dei casi. senza risulta lo. L'ioduro di potassio rende servigio in qua!che ca~or il mercurio è di dubbia utilità L'antipù•ina, la fenacelina., l'esalgina, l'euforbia eJ Jl bleu di metilene riescono qualrhe volla proficui ad attutire il dolore: ma spesso non bastar~ o. e convien ricorrere alla morfìno . al cloralio, al solfo-

na.le, e~c. La stricuina, un lempo adoperata largamente ma poi caduta in disuso, merita di essere tentata. Accrescendo reccitabitità dei muscoli lesi, essa ne f!ivorisce ti t•itorno alla normale nutrizione e funzione . Vi si deve rièorrere segnalamenle nelle forme progressive, in cui sono minacciati i Jlluscoli della respirazione. L'A~ preferisce usarla per iniezioni ipodet·mirhe, alla dose di 1/s-2 milligrammi, due volte al giorno. Il massaggio ed i bagni sono potenli coadiuva!lLi, indicati specialmente nelle fasi tardt\"e della malatLia. Molta importanza ha put·e la cura igienica generale. Nelle prime ra-.i e da consigliat•si H ripo~o a letto. Ne1le fJl§Ì tardive, giova svegliar~ le energie latenti dell'infermo, incoraggiarlo $1 moto allivo e sot.topot'lo ai movimP.nti passivi, e corroborame. l'orgaÙismo Còn un'opportuna alimentazioue. L"eleUricità, un tempo usata troppo, oggi è usata .troppo poco; ma la sua ulilità é grandemente limitata dal fatto che io molLi casi il dolore da essa prodotto è cosi \"ivo da non permeltere che se ue continui l'applicazione.

E1l'ettl terapeutlol della. elettrizzazione diretta dello atomaoo. - M. ErNEIOR;.;. - (Detd. med. Woehens. e Centralb. fii r die med. Wissensch, N. 9, 1894). È dimostrato che 'la eccitazione diretta dello stomaco con la corrente farsdica di regola detet·mioa un aumeaio della sect-ezione del sugo gastrico. Per esplorare l'effetto fisiolo-


or TERAPEUTlCA

!l97

~i co .della cOl'l"enle !!&h anice n..lo stesco u~odo applicata

l'E. ba ìsl1tuito divr.rc:i sperimenti, e innarzi tutto su persone ~enza alcun disturbo gastrico. Su (rueste i risultati ottenuti

non fur·ono di alcun aiuto a l'i!'olvere la 'IUeslione. Nelle persone che soffri\1HIO di d1sturbi dtgest1vi resuJl6 che la gaJvani1.Z8ZIG08 dir~tla Cl)ll l'appJicezione de) polo negativo su!Ja parete interna dello s tomaco nou solo non aumentala secrezione dt>ll'acido cloridrico ma d'ordinario la diminuisce; però anche 1ui i ricullati furono troppo incostanti per po~roe dP lurre conclustoni definitive. come opera la faradizzazione diretta dello stoma co terapeulicemenl.<! l L' E. l'Il a usato a scopo di cura in 29 malati, ~et quali c:offrivano: 12 di ireracidiht cnn dilalazton e (dei quali :l con ' 'iOiente .gastralgie nd 1 con ipersecrezione continua): l dt RtiPrenza gastrica; 3 d t ,. omt\Ur1zione (atonia del cerdico ?) : 4 di ga,.tnt~ glandolare cronica: !l dr ga"tl'tle ~landolare cronica con difello dell'ac•Jo clocidrko libero, incipiente atrolla della mucosa gastrica; l di anadenìa dt>l ventr•colo {atrofia della mucosa gastrica); 5 di o<otinate J!&!'lralgie (e fra queste, una con !!"8Slrosuc.eareo cromca coot111ua). l cast Ji iperaciJità furono quasi sempre favorevolmente influenzati dalla <l1relta elettrizzazione dello stomaco. Alcuni .dei C8"i di semplice catarro cronico dello stomaco e di quelli -con incipiente atrofia clelia mucosa ga~rica mostrarono sotto -<JUèt>lo trattamento una remrssione od anche la completa -scomparsA dì tutti i s;ntomi subietllvi, mentre altri, parli-colarmente quelli che erano complice ti a osti nate gastralgie, (urono ,.o1o \eggermente mig-liora ti. Al contrario in questi ultimi casi ne1 quali la faradizzazione diretta fu senza r csultato, la diretta galvanizzazione dello -stomaco fu spesso .molto proficua.


998

RlVlSTA

Trattamento delle •oottature con L. FtLLSUL. -

(Journ<J.l de Médeeine

.maggio t~i). L'autore, dopo aver passato in rivista e discusso i vari melod• di cura adoperati contro le scottature, conclude ~ dire che i vantaggi della medicazione con l'acido picrieopqssono essere cosi riassunti : t• Essa é molto sem_plir-e da applicare; 20 E una medicazione poco costosa; a• Può rimanere per mollo tempo iu sito~ 4° Le soluzioni si preparano facilmente (ebollizione, turazione), estemporaneamente; 5° Non produc" ah:un accidente (eritema od zione); 6° È analgesica, antisellica, e per nulla caustica. Fa d'uopo aggiungere che essa è indicata soprattutto scoLtaLure localizzate o estese superlìciati: Più la scottatura é recente, più la medicazione é appr con successo. Ma nelle scottature antiche suppurate è aHcora. soprattutto ~e esse sono ~uperficiali, molto indicata Iavorevole alla cicatrizzazione rapida ..e perf~tta. Se si tratta, al contrario, di scoltalur~ profonde ed i si potrà ancora ricorrere a questa medicazione, ma dop& aver deterso precedeolemente la piaga con antisettici !JOlenti:. l'acido picrico non avrà più allora altro valore ebe di un anti.seUico astringente, ma dimiouiril. in modo vole la durata della suppurazione. Ecco come F~ll~ul descrive la tecnica della medicazione:. Se esistono già .flicleoe, si dovrà aprirle con precauzion& senza lacerarle per dare esito alla sierosilà. Quindi, lavata. la plaga, se essa è sporca con le soluzioni antisetiiche luaU, il chirurgo applicheré la medicazione picrica. Egli adopera la soluzione satura d'acido picrico òttenul& a ggiungendo all'acqua bollente una certa quantità'. di acidopicrico di cui separa l'eccesso per decantazione. Si otl.iene: così una soluzione di un bel giallo dorato che si può lasciare-


9Sl9

Dl TERAPEUTlC.~

raffr~>ddare in un vaso chiuso con ovalla : que8ta qoJuzione

può quindi essera perfettamente asettica. La debole solubilil8 delfacido picrico (al 20()o), raqqenza

di tos"icità nel medicamento, l'essere priva di pt•oprietà cau::tiche.. mfìne la facilità con la quale il pt•atico puo preparare e~lemporaoeameute senza pesata, senza pro,·ette ecc. la soluzione satura. rurono dall'autore ritenuti argornen~i ::urtìc•enti pt>r adottarla. Compresse di tarlalana precedentamente bollila. ed in caso d'ur:::eoza tualunque biancheria, purchè sia pulita, tmmersa nell'acqua bollente, seno imbibite ùella soluzione picri •a di cui -.i 8preme l'eccesso Le compres!>e !Ono allora appli~le in più strali, come in u••a medicazLne umida, quJia superlicie •1ell'arlo bruciato, oltrepast'ando ll.'gger·menle i limiti •Iella scottatura. Il membro è allora lasciato a riposo e la medicazione é lasciata in sito, e non é punto necessarro rinnovar·la so venti: se la piaga si ma n tiene asettico, la me•hcozione sarà cambtaL8 raramente. In generale si potrà cambiar la in principio ogni :3 giorni, 'IUÌndi Ogni 4, 5. 6 l{iorni o più ancora se l'epidermide ~>d il derma sono bene imb vuti d'Acido picrico.

D NcaO 4l l•oe eletuioa. Rundilehar,, 15 3prile l8.qJ). ~ ..condo

KùB:o~ER.

-

(bttern. l:lin.

rA.. cbecchè se ne sia dello ùa altri, il basmo di luce

ri~Uriea l:;piega sol

nostro organismo e precisamente <>ulla respirazione. circolaziont>, secrezioni ed escrezioni, un'atti\Jia parj a quf:-Jla del baKno a vapore. Egli ci du sulla recente applicazione let·apeutica dd bagno dr luce elettrica i seguenti particolari : (jna camPra di poco più di un metro quadro di superficie E>•l alta due metri e mezzo circa, cosi che una persona può comodamente resLarvi seduLa sopra uno sgabello. con la quattro pareti rivestite da specchi, viene illuminata da cir ca .w o 60 lampade incandescenti (glìthlampen). In alto ed in


tOOO

1\fflST\

b$Jsso della cameretta vi sono finestrini per il rinnuo"amento dell'aria. Il malato si pone nudo nella camera da bagno e Tiene co~ 1 investito da ogni parte dai raggi luminosi, che si rifiet.1ÒÌu) dalle ·pareti ·Iella camera. L'intensità dello stimolo luminoso può regolarsi a piacer e, chiudendo nel circuito un numero mag:.ttOre o minore di lampade. Qualche volta la disposizione della camera da ba[.!no è falla in modo che il malato può rimanere colla testa fom•i del campo illuminalo, servendosi di una dispos1zioue analoga a quelle che si Yeggono adottate per 1 bagni a vapore. La temperaLura della camera da bagno si eleva per effeHo òelle lampade accese, e questo aumento può facilmente r egolarsi come la luce; si può a~ere in bre,·e t.empo una temperatura di i8- 45 C. e piu ancoro. La durala del bagno é di t5- 30 m'. In questo bagno abbiamo l'azioue dello stimolo lumino~. cbe specialmente per gli stuùii sulla fl"iolo~a delle piante, sappiamo di quaultl importanza sia per lo accresciment() e ricambio materiale dei corpi viventi, ma più anrora abbiamn l'azione della elevala tempe1•stura in cui si trasforma la ma::tgior parte delta corrente eleLlrica (92- !18 p. 100), mentre solo uua par·te piccOlissima (5 -8 p. 100) si trasforma io luce. Co.<>t, d1ce r A., il ba~no dt luce elettrica si potrebbe con ragione chjamar e bngno caldo. ba.tno a vapore, e di questo ultimo haguo ha le m d~~me mdicaziooi lerapeuticbe-. Il bagno di luce elettrica può applicarsi anche sopr a parli limll8te del corpo. •

Del 8011llO artUlolalmente prolnnpto nella cura dell'anemia, clell' isti!rla, deU'epue..la e dell' tatero-epUessla. - (Zeituhriftfii.r Rgpnoti!~mat~).

\Y t;TTEHSTR.um. -

Mentre Liébault, Bernheim, eec. fanno della suggestione l'elemento esseuziale del trattamento ipnotico delle nev ro~i e concedono pnca azione al sonno per sè stesso, W etter:slr&nd di Stocolma crede all'incontro, che si possano gran-


-t 0(11 dem-"ule mialiorare questi stati col riposo che procura un l:'onno pt'Oiun;.:ato durante più settimane. Questo sonno P. seoza inconvenienti o i malati non domandano di meg-lio che <li sollopor'\i~i e atroccorrr<?nza più a lungo ud necassarw. Occorre rar sorvegliat'C rinrermo tla lina persona ::irupatica. che gli amministri il nutr·imenlo bastante al tempo vcluto. senza svegliarlo e cbe si guardi di conversare con e:;so. Quanto eli' e,·acuazion~ si nltenstono racilmente al momento che si fissa colla suggel:'tiooe. \Vetteri'traod riporta qualeuoa delle sue os$ervazioni. Una <lonna di 38 anni aveva da lrt-ùici noni degli accessi quoli-dldui caralterrzzati ua <.:eralaJgia, iocapscilà al }&\'OrO, impotenza, mutismo, spesso sonno; restl\va parecch1e ore prrma ,Ji tornare in pns::o.esso di sé slèsss. Ogni cura, e la stec::sa "uggestione ipnotica. aveva fallito. Wetlerstrand la po;:e 111 istato dt sonno provocato dal 13 ottobre 81 20 no,·embre 1890 con bre''' inlerr·uziom. Questa donna si sv...gliò guarita. Dìsgrazratamerile in giug·no 189'2 mori Lasica. Una v.-do\-a di 3r. anni nn:,·a da 7 od 8 auoi ematem~i e regole doloro~e e pl·ofu~e · era so~getta ad acce~sr convulsivi -ritor nanti qua<:oi ogni tre settimane. Jpnohzzata H 3 &::-ennaio 189-2 non ~>i risvef!liò che il 14 gennaio e d' aJiora fu eompletam~>nle ~uarila.

Una ra~ana da 24 anni aveva da 10 ann1 parecchi acr"te•·o-epileLliel per se~timana. Mantenuta in istato dJ sonno ipnotaro dal 5 mnrzo all'S aprile t>i S\'egli6 guarita. l n uomo òi 40 anni 8\'eva da li anni attacchi di epilessia idiopatica. pea quali diversi medici !tli avevano falto prenode~ del bromuro da potassio. Fra gli altri, l' a,·eva curato W estphal di Berlino. \Velterstrand lo curò lungo tempo cor1 la sugge5thlne: l?li accessi divennero meno iotens , .ma 'ultavia per:<i~tevano. Il malato fu addormentato dal 5 al ~t marzo.•\1 2 c::PUembre non a,·eva più a,·utì attacchi e non gli sopravvenivano che leggere vertigini che l!n sonno piu prolungato avrebbe senza dubbio ratto scompaPire. c~i


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RIVISTA.

La oun elettrica clegU undaU. - Doll. F. !". SooaBO. - (Rivista clinica e terapeutica, n. 2, t89i). L' idea di questa cura e dovuta al prof. De Renzi il quale oltenhe risultati meravigliosi nella pleurite essudaliva e in un caso di pericardite pure essudaliva. Si fa uso della corrente galvanica applicando larghi elettrodi l;Ulle parti laterali del torace, l'anode sulla parte afl'elta. Siccom~ l'applicazione deve durare per un'ora ed in media a 50 M A d'intensità (qualche volta si raggiunsero anche i 100 MA), per evitare razione locale della corrente si pone al polo positivo un cuscinetto di bambagia bagnato ,in una soluzione di bicarbonato di soda ('10 su 100), e al polo negativo un altro cuscinetto bagpato in una soluzione di acido lart.aJ·ico 5 su 100). l n tal modo i maiali non soffhmo di leswni cutanee, e sopportano bene la corrente durante tutta l'applicazione. Gli ottimi e relativamente rapidi r isultati ottenuti dal pror~ssor De Renzt prima e poi &nche dal Walker in un caso di ascite, incoraggiano molto a generalizzare l'uso !iell'elettrico Mila cut•a degli essudati.

G. Cura della goti& acuta. -(n ""\1orgagni, 9 giugno 189i).

No-rHN'AGEL. -

L'A. dà alcttni l'Onsigli sul modo con cui regolarci davanti ad un ammalato che sia stato colpito per la prima volta da nn accesso di goUa. L' A. suggerì va al suo ammalato di « superare il dolore con uno sforzo intellettuale • · Ma questo in pt'atica non basta: e Jal medico si pretende nn qualche conforto più dir etto. L.$ cura locale è facile. Basta ravvolgere la parte dolente in cotone, ed immobilizzarla in una posiz~one ~levata. Si possono rare applicazioni di un unguento composto di una par te di cloridrato di cocaina, sopra sessanta di vaselina e di olio di mandorle i oppttre di una solttzione di quin-


DJ TERAP.EUTICA

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dici rarti di mentolo sopra cento v~>nti di cloroformio. È stato anche raccomandato il collorlion iodorormizzato. Vi ò poi Ja notare che o~nuno di quesli medicamenti può l'iuscire iueftlr•ace in un caso, e corri~pondere invece in un altro. All'interno, se i reni sono ~ani, Il miglior rimed•o ,, il colchico: però 11 paz•ente non deve mai pr·eodere il colchico senza la prescrizione del medico, giacché in dose eccessiva può r1uscire venefico. Il salicilato di sodio non dii mai i buoni effetti del colchico, e talora ò male soppor·lalo. La litina uon è indicata nella gotta acuta, perché la sua azione e mollo lenta. loollre 1 Cara prendere ogni maUina un leggero purgante ~alino, e duraoLe la giornata acque alcaline 10 ahbon':laD1.a (Vals, Contrexevlile, ecc.) Se 1' accesso è accompagnalo da febbre si daranno 25-40 centigr. di solfati) òi chinina al ~iorno. Se il dolore é eccessivo H può ricorre•·e aù una iniezione di morfina. L'alimentazione deve e!"~t~re assai le~goera; in qualche cAso si può arm·are alla a::tinenza. Il r1poso vA continuato ane!Je dopo la ces~azione del ùolore pe1•chè un esercizio prematuro può rinnovare facce::.so. t importante ricordar, di uon f11r mai uso di sot1razJou· san..:uiS(ne locali, della tintura di iodio, de• vescica nti, delle apphc8Zioni di acqua fredda e dell"antipirina al· l' interno. S1 deve poi colla piu scrupolosa allenzione investigare lo l!Lat dei reni, sia r1guarJo alla p1·~enza di calcoli, reneUa. ~ome 01 una eventuale albuminuria. In tal caso bisogna re· f!•llar~i secondo le indicazioni presentate da tali affezioni.

Truporio 4e1 meta.lll mediante le oorrenti 4l alta trequusa e 4l alta teuione. -M. OuoJN.- (Progres Médleal, X. 1 i del 189i). 11 sig. Oudin avendo constatalo che una superficie cutanea colptta per flualche secondo dalle scintille d'un apparecchio a cot·renti alternate di alLa frequenza e d1 alta tensione acquista un odore metallico per sistente suppose che questo spo~t.amentil eli metallo degli elettrodi fosse un fenomeno


400-i

.RH'1STA Dl TERAP1tliTJCA

costante nelle scariche degli apparecchi a correnti altemalive di una potenzialità sufficientemente alt~ , e pensò che potrebbe ulilizzarsì questo fatto nella terapia, e specialmente nella d~rmatològia . Egli riferisce in un lavoro che fu presentato alla società francese d'elettro- terapia le sue esperienze fatte in proposito, le quali dimostPano che i metalli penetrano con t.al mezzo nt>llo spessore della pelle, solto l' epidermide di cui sorpassano lo strato corneo, e le goccioline sono cosi adel'enti che col lembo di pelle-rivoltato e scosso violentemente esse non s_i distaccano, anche dopo un anno di conservazione nelraciJo picr1CO. L'ouLore ri<.:ei'e&. presentemente il rnoJo di Lrar partito da questo tatuaggio in lerapeutica e descrive un eleltrode specialmente co:::truito a questo effetto A. C.

RIVISTA" DI CIDMJCA E FARMACOLOGIA Contrlbmone &11& farmaoologla dell'argento. MOJLOFP. -

A. SA(Centr-a/b. rur die medie. w;ssenseh., N. 10,

1891). P e1· i suui sperimenti f1llli neH'IstiLuto fa1'1llecologico dì Dorp1:1t, il S. U"Ò ufla combinazione dell'acido glicirizzinico eon l'argento ottenuto sciogliendo l'ossido d'argento di fresco precipitato nel ~licerizioalo di soda. QuantHà di questa combinazione che conte11gono 13 mg. d'argento uccidono le rane solo clopo k o 5 giorni Gli animalt Jopo appiicazione sotloeutanea acquistano una colorazione scura della lingua che a poco a poco si dilegua. Se a un animale curarizzato si allaccia l'esofago e si inietta quindi il preparato sotto la cute,


RIVLSfA lll ClllliiCA io: HR li ACOLOGIA

too:j

la hngua ,i carnl•a •n un !':&CCO che e riempito lino a es"eru~ te.,&. da una materra bruno nera. Il liquido che ì· fatto uo::cirt! dalla !in~ua contiene numerosi leucociti nerr pieni di ar;::Pnlo r•dolli. L argenl·> ·~ quindi separato dalla rana per la lingua. Il secreto è inghiottito ed eYacuato per l ano. Nella pat·ete inlestinule non si trova argento; ~i trova però nel re;.;ato i cui cspallari sono piem di granuli finamenle divi ..i tl• leucocriJ. Anche uegli arumalr a sangue caldo la. mtroùuzione ciel !!hcea·iair aw ,. r!!enlo per iniezrone inlravenoc:a conduce allo sle~c:o risult.ato di far trovare l'argento uel fegato come pure nei r Ili H neri mento dei glomeruli). Mentre la irueLi ..me wtra,·enosa uel prt!parato d'argento uccide gli animali per progre:;sivo abbassamento della pr•essione sanguigna, mv~re, ìutroJollu uello stomaco. é senza azione.

Sal don.mento dell'uoto organtoo ool metodo di B;jelctalll. - );ot.a di E. Bt RCKEA, farmacista pl'incipale i t • cla «c;e, prOft!ssor e a Val- de-GrAce.- (Arch. de mMer.. 't de pharm. rnilitaire , marzo 189i, Pari~). Il me1oJo Ji Kjt:l.!ahl pel dosamento dell'azoto or~anicor douo le motlificazioni che vi furono apporlnle in t{Uesti ultima anoi, tende "'empr~ pru a r mpiazzart! ne1 laboratori i JU&I!o di Wifl e \Varrl'ntr•app, Slil ouale presenta il vantaggio d i una ma; ··ore semplrcit~ tl <:peditezza. J·Ur esscnd<> ugualmentP esallo. E<:so. inoltre. pE>rmelle di eseguire pii1 do '&menti dd un tempo. Il metodo di Kjeldahl riposu "ul pr·iucrpio :-~egueote:

• L'a.oto delle n1nrerie '>r ,aniclle ~i cra!~(orma in tUOEO amm.oniacal•• sot(o l'in.fluen;;a dell'acido so/jor ico concentrato e caldo in f'resen~a di uA corpo o~sidante, come il solfat() eh rame aui iro, ti mer curio metallico che s:i converte in c:olfato, ìl pel'manaanato dj potassio, ecc. •. Si puo tare a rn~uo dell'mten·ento di questi os~idaoti ..e in\· ·ce d«>h a =ido ,olf• rico c.mcentrato. si a.iopra uoa me~ ::ocoiauza dr eSStl con acido fosforico; oppure, ciò clae è an-


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RIVIST\

cora meglio, se lo si sostituisce coll'acido solforico fuman:.t ùi Nordhausen. ' ~eila reazione, dall'azoto organtco, si forma del solfato <li ammoniaca che, in seguito, si decompone con uu alcali mettendo in Hberté l'ammomaca, e raccogliendola m una soluztone litolata dt acido sol!orico. St termina poi il dosamento come nel proces~o di \Vili e Warrentrapp. L'operazione "i effettua nel seguente modo; In un pallone della capacità dt 200 a 250 cm.' s'introducono gr 0,50 a gt•. 2 della materia da analizzare, secondo che essa é più o meno ricca di sostan ze azotate; sopra vi si versano circA 20 cm.3 òi arido solforico fumante di Nor~ ­ hausen: oppure, altrettanto di acido solforieo concentralo-e puro, cui si dovrà aggiungerd pres;:;o a poco quanto un !Jramma di mercurio metallico (1). Con una piccola ampolla munita di un prolungamento che entra nel collo del pallone, se ne ottura l'ot•iflcio; quindi il pallone si colloca su di una tela metallica, o in una capsula di ferro guarnita di amianto. inclinato per modo da evitare le perdite per proiezione, e si riscalda mediante la fiamma di un becco di Bun~en.· prtma blandemeote, poi più forte, in ~uisa da ottenere un·ebollizione moder,.ta; la quale si donà mantenere finché j} liquidO sia diventalo perfettamente limpido. Non ~ necessario ti completo scolorameoto; la sola limpidezza é sufficiente. A questo liquido, dopo il raffreddamento, si agstiunge. poco per volla e colla dovuta cautela, tanto di acqua disttllatl\ da pr1rlarlo al volume di cit·co 100 cm.•;- si agita per disciogliere il sale di mercuno, se si è operato col secondo metodo, c si travasa integralmente tutta la mescolanza nel

Cl) A principio Kjeltb.hl adopera<a come ossidante il permanganato di poa perdite dl azoto. Tuttavia il suo unpiego tornarn Y&ntagg1oso in ciò che da e!so viene nettamente indlcaUI il termine dell'operazione per via della colora1.iODP violetta che il Jjqoido a.~sume in tale istante. Nulla per altro impedisce di po· tercene ancora valere a troesto scopo racendolo inlerrenile vtrso Il nne della operazione. ta<~io; in segu1to si venne a conoscere che qoeito sale di lnogo


DI CHilrJC.\ e F.\R'If \COLOGIA

IUilì

pallone dell'appar•ecchio disti!.la torio ti i ~chlresing_, o in Ilo dell'apparecchio di Aubm a serpentmo meLalltco. que l . . m. Ciò fatto si versa nella mesco anzu, e 10 copta su tc1ente per avere 'reazione alcalina una s oluzione concf!ntrala di soda caustica completamente sbarazzaLa di carbonati P di nitrati mediante bollitura con idra to di bario; quindi, adatta quanlita di solfuro di sodio_ pe~ precipitare ilt~ercu!"i O, e un po· ,fi granuli dt zinco desltDIIh a pro lurre dro~no, che gwverà a regolarizzarc il successivo !'volgimento dell"~m moniaca. TuLta questa parte tlell"operaz10ne va roudotta il ptù rapidamente possibile. si procede finalmente alla distillazion~o. est raccoglie rammoniaca m un volume noto di una soluzione titolata di aciao solforico. Operando col mr•todo di Kjeldahl t! assolulamente necessario che la sosLanza da analizzare sia in ogni sua minima parLe imbevuta dall"acH!o solforico prima di passare allo !'lcaldamento. Sonvi malet·ie 'Vegct~li che, ridolle in polver~. formano dPi grumi che l'acido !=<Olforico difficilmente riesce a peneLrare; imporla r im3diare a tale inconveniente, e 'i ~i peniene insulllando nel pallone un po· d" aria umida pr1ma d'wlrodurvi la sostanza, e imprimendo poi al pallone ste!ll'O udatlo movimento di r·otazione perché la poh·ere ~i di~tribuisca in sottile strato uniforme s-ulla parete. Quando la ~o~tanza oltre all'azoto organico. contenga azoto nitr1co, questo ne può essere eliminato scaldandola con protorloruro di ferro e acido cloridrico, nel pallone stel";oo in cui si farà pot l'attacco solrorico. Per tale trattamento l'azoto nitrtco si elimina sotto forma di biossido di azoto, coll'avvertenza di mantenere lo scaldameoto fino a che più non si svolgano vapori acidi. È bene poi as!:icurarsi cb.~ l'acido solforico non contenga eom(Ylsti ammoniacah t> nel caso. che è mollo rrefJuente. determinare una volta per tutte. mediante un'operazione falLa in bianco, la proporzione dell'ammoniaca. tenendooc couto m ciascun dosemento. Il metodo di Kjcldahl ba subito altresì parecchie modilì·


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RIVISTA DJ CBillii;A E FAU.i,COLOGU

cazioot ano scopo di generalizzarne l"impiego al GIJ:o·lt:nenu•• ,Jelrazoto totale delle maleri"' azotate. Una di esse ideaa. da Fodlbauer, è specialmente lestmala al dot-amento dello azolo nitrico e, conseguentemente, a quello dell'az.,to totale. contenuto nei r.oncimi. Tale modificazione si fonda sull'impiego succes~vo dell'acido Cenilf';olforico e dello ziuco. L'acido solforico ingenera dapprima c-ol fenolo un rnononilrofenolo cbe lo zinco trasfOI'rna in un composto nmidalo. All'uopo s'introducono nel pallone Ju ~r- 0,20 a ~r. 0,50 1tella materia in esame fìnam<?nle polverizzata, 20 cm.• di acidn soiCorico concentralo, 2 cm.• di acido fenil59lforico e 2 a 3 gr. di zinco tn pol\'et·e. Si tiene il j)aUone -per que o tre ore in bagno freddo, nel JUal tempo la reazione • compiuta; quindi si termina l'operazione nel modo superiormente descrtllo pel dosarnento delrozot.o organico, e cosi ottiensi l'azoto nitrico sotto forma di ammoniaca. L'acido fenilsolforico si prepara dissolvendo 50 gr. di fenolo nell'acido soll'orico concentralo e puro, e in proporzione sufficiente p~r a ,·ere 100 cm.• di prodotlo.

RIVISTA DI TOS~I~OLOGIA RMIWICINA UGAU: Dlaposl delle ernie lnguluall artltlol&ll. - ScaLLTz. (Joumal de Médeeme et de Ch r urgie, maggio 1894).

Il dottor Schullz ha pubblicato oel Vrafsch dei particolari interessanti sopra un processo adoperato qualche "olla dai coscrilli .-us!Si per e\-:ilare il servizio militare. T ra quelli che desiderano essere esentati dal Sèrvizio militare e che scel-


Rl\ h f.\ 01 TOSSICOLOGI.! R lU"OJCt:H J.Ef.AtE

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~Zonr 8 que~to <~copo r~rnìa. 'e n'ha d t d ne sor(a ·gli uni l-imulano un'ernia, gli altl'i l'hanno effellh arnAule, avendola ar;Jui~ilu m una tnttniers artificiale. l pr imi non possono ìn-:annnre t:ht> i p1•ofani. perdH! i mezzi di simulazione "Ono troppo a••I) ...!'Olani . .,.. Il piu "ovortl~ si vede nella regione inguino-l"crolale renJisemu <>otto-cutaneo, provocato dall' in<:ufllazione di rria o di acido carbonico. QU!mtunquH l'St'tll ~i span.Ja molto r àp!· demente uel t.•,sulo cP11ulaJ'8 .li tutll i lati, mulgrado la crepltat.ion<> allo pt·essione del dito. r indtviduo in questione c:j oc.tintt a npE.tere che rer nia esiste in lui fin dall'infanzia. Co rnas,.:•~gio non vi re~ta più nlcuna lrar.cia dell'er nia dopo 2~ ore. lnollre nella partP inferiore dello scrolo " . può sempl'e rnnslat are un piccolo se:zno '" punlura raua per pot~:t· utlrolurr~' il tubo per insuffiare. La tumefazione resta per molto t~>mpo e la erepitaz10ne non " cosi netta, se i gas non «ono int;nfflati nel tessutCJ cellul&I'P, ma nella va~inale comune al te"-tu•olo eJ al cordonE' l"perrnatico. Ca«J c Hl"irnlli J:;Ì \"E'nono rarissima mente; tulta\<ia Sdwllz lta v1~lo un Cll'-O in cui la vaginale era talmente distesa che il tumore ra.::sorntdiava ad on'idropi!':ia del cordone: ma e"-M eru da una l<'ggerezza !':traor,Jinaria e ron lo r•unlura espio· ralr1ce non w• <>orti cJt~ aria C'On rumore. In luogo d'aria v.~ngnno tah olia introd oLI i hquiòi indifferenti che ~ono prP.slo as~orhi ti od anche <>ostanze irl'ilanh che provocano infìam. ma1.inn ... erl<>ma. tumefazione clello S~: rolo e dell'irwuine, fenomeni cht! dtwno l'apparenza di un'(•rnia. Quanto alle t.>rnie vere, ma provoca te o rlifìcialmcnte, Schultz o!ire dw le conressioni di tulli i contlaunati per questa frotle c:ono ()Jlnsi se111pr-e le stesse: 'i o l) mesi pt'li'D8 di rispondere alla ctunmata ed in un !"Olo ct}c:o appena chiamato in ser \ t zio, tutti lumno ..ubito la c:egu..-nle operazione. Gh operatori, armali di uo tslrument.o simile. '<laodo alle loro asser7.10nl, a l un •ltlalalore di guanti (in 7 casi in forma di pinzetlP, 1n uu altro in ro.rma di cono). l'introdnce,•aoo rapidamenta atlaver<:o lo scr-olo nell'ingnJOP. Premendo foJ•temenle nell'inguine pPr il ventre, &!':si vi rompevano flualche cosa, c dopo ciò l'opPI'Szione e1•a considerata l

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tf)JO

RIHSTA DI TOSS!COLOGlA

cotne flmla. Ma la rottura non si faceva sempre co11 la raptdtlÀ, per cu1 l'istrumento veni"a inlrodotLo piit \"Olle. i r\olori durante C dopo ratto operativo eranO COSI forli la maggior parte perdevano la conoscenza. L no di essi · clte SP. egli a,·esse avulb cognizione delle ~otferenze a e;.:!i sarehbe andato incontro, t1 vt•ebbe preferito fare due il !"6rvizio militare che subire roperazione in f1SCOrso. dolore dclringuine e nel testicolo corrispondente persi~le per mollo tempo, nella rna::rgio1· parte ùei casi, un anno ci Quanto alla comparsa di aq, lumore erniario, si nola va dopo l'opet·azioue la for lllazione di una sporge11za nell'i ~ dopo i o 3 mes1 si aveva un'ernta nella. l ulti gli (IO\evauo, pet• consiglio degli operatori, eseguire lavori d ficili, camminare, sallare, fare sfo1•zi, malgrado' il dolor e. Pare che gh operatori arditi conos~oo beue e l'ez delle erme e ranatomia topografica della r egtone tO:.<u.•u~"'" L'analog-ia nei mezzi di produrre l'ernia e nei risùllali nuh dimostra che uu operatore ha 1mparalo da un ai cho vi ha, in una parola, una ~cuola speciale; ciò che è provato dal fallo che la maggio1' parte d~Jie ernie nn11u:u•n si o~enano a destra e ~lamente nell'iuguin~. Ptlt·chè le er111e nou SI fanno che nell'inguine ·t Ciò si s con l"e::;perìenza dei n•aeslri che hanno per i primi in!=:~'<nlAIII <Jue,..rarlr. È evidente rhe essi conoscevano la superiori quanlilall\a Ielle et·oie inguinaH in g~nerale, e delle de.co in pat·ttCI lare, come pu1·e la causa di questa fr~quenza. N formazione naturale delle ernie inguinali, gli orifìci cauale in!!;nmal .. con lo sporgenze del perttoneo e le fu:-::;elte anatomicùe esercitano la parte principale. La zione anClrmale dell'ot•iOcio inguinalo es'ernc con la dimin zione ·l• resisl •tJZi:l •lt>i lc,s,;ul• che lo compongono, niauo e lo chiudono è la condizione predisponente che duce 'Jll8"1 inrallibih1,ente alla rorma:tione 11i un'ernia. rwsceodt• •tue::;lo !'>ecrelo della natura, e già facile. oon 11 dcsulcrin di for·mat·e un 'crnitt, penJ>are ad una for;.ala ddl'anello inguinale, e di là non vi ho cbe un passo 811'invenzwne df>lrislrutnenlQ ne~essari,o. :\la la .Jilalazione del canale inguinale: o. più precisamenley


E l!EOICL.~A LEGALE

-della sua estremità inferior~, nou è cosi semplice; l'autore almeno nelle esperienze sul cadaYere non é riuscito iot'on1ane11te a dilatar·e l'orificio al grado necessario. È probabile che i dilatatori Ji guanLi siena modificati alquanto per l'ope-razione. Probabilmente essi sono fatti di legno duro o di acciaio ed banno un manico più lungo ed un uncino ,.0 rto. perché la le~a del dilatalore dei guanti é tale che non è sufficiente allo sviluppo di una grande forza necessaria alla dilatazione ed ali~ roltura ùell'anello inguinale. Si può in tal modo agire l'resto, sicuri del successo, quantunque "' rimanga ancora an ostacolo, costituito rlalle pieghe della pelle dello scroto sp.iota nel canale al davanti dello strumento. Benchè questa pelle sia estensibile, questa estensibilità ha un limite, ed é per ciò che questo traumatismo è inevitabile; altrimenti non si r omperebbe l'anello. Ma questo lraumalrsmo delia pelle non si può paragonare a quello prodotto dalla dilat.azione forzata dell'anello che si deve lacerare, e non solo dilatare, per ottenere il risultato "V<)luto. percbè dilatalo solamente, esso può, grazie alla sua elaslicilà, rìlirarsi nuovamente. E quanto devono essere ~ompressl e contusi il cordone ~permatico ~d i tessuti circostanti durantP l'allontanamento delle branche fino alla rottura dell'anello. Per cui non reca meraviglia se Ja maggior parte degh individui hanno perduto la conoscenza. l n qual modo que~ti operat.ori r aggiungano il loro scopo, non servendosi che di un dilatatore cilindrico aguzzo, é difficile immaginarlo. Schnltz crede che non si possa agire col <lilata.· tore che quando l'anello é già dilatalo. Il !reumatismo deve essere allora ancora pitt forte. Se ora noi ci rapp•·esenliamo in una maniera a stratta i ronomeni consecutivi al traumatismo prodotto, avremo le seguenti modificazioni anatomo-patologìche e dioiche. la cui durata dipende dalle particolarità di ciascun caso. Immediatamente dopo l'operazione si produce una reazione locale. Nel luogo d'applicazione delle pinzette sullo scroto ili ra una emorr·agia, ,.i ha edema delle borse il testicolo e il rordone spermatico si tumefanno, s· iotiam~ano; nell'in-


iO l? ~ume, all'estremità inferiore del canale si formanù una lOJmefazione ed un rossore. Il malato se~Jendo 1'01·dine dell'operatore non osa alle''lare le ~ue soffereuze ; egll fie,e, al contrario, lavorare, camminare, fare sforzi. Il proces:;o infiammatorio non F'UÒ, in queste condizioni, estendf!l·~i rapidamente ; il ristabilimento •lei tessuli ad iotegrum d&YP farsi molto lentamente. Durante quel tempo, la parete tndebolita ha subito la pressione intra- adtlominale, tra i mat•qini della ferita dell'anello ioguinale e re,..pansione aponeno-teodin0!08 del grande obliquo fa irruzione nel peritoneo -con la fascia trasversale, diseoCJando così i margini che non possono più riunirsi. Con la diminuzione dell'infiammazione il peritoueo discende sempre p1ù; non risconLrandrJ ostacolo. questa sporgenza diventa r>empre più sacoiforme, e tosto o lardi l'ernia é formala. Quale ernia'? Sempre ingulnale iulerna o mediana, mai ~~teroa.

Il pr;ncipale segno differenziale delle ernie artificiali ~t In forma dell'orificio erniario. Xell'uomo normale l'oriflc;o ~sleroo ha quasi sempre la forma di un o,·ale appiattilo, d relLo obliquam~nle \'erso la linea mediana: più raramente una forma triangolare, a bal"e inferiore e ad angoli llrrotonditi. Xell'ernia ordinaria, i contorni dell'anello !:=i modJflcuno un poco: es~• ~i avvicinano ad un cerchio completo. c-onser vando raramPnte la forma di un ovale, siLuato allora trasvel'~almente . Nell'ernia arlirìciale l'orifieio non ha a~petto­ regolare. A cagione delle lacerazioni prodotte si avrA un foro la <'Ili formatione presenta qualche regola rità_ Cosi la rollur& non é mai dirella in dentro o in basso. perché i DlU!'Icoli rello e piramidale d'una parte, l'os!'O pubico J'altra parte, presentano un ostacolo in~upPrabile; al contrario es..a si dirige là ove la resistenza é minore, vale a dit·e in alto e in fuori. In fJuesta direzione ~i riscontrano tre ~orta di rotlure, le quali dipendono, probabilmente, dalle divers e densità ecl elaslicilà delle colonne e delle flbre cbe fol'mano e circondano rnriflcio esterno.


E l!EDIC!~.\ LEG.\T.&

IO l :l

se r~ nbre tra~ver:;ali sono dt!boh e pocl'> sviluppate, ed d pilastro esterno >'Oiidf'. l'anello s roropera nelras,-e superiore dell'ovale, e la rotlura sarà dit·etta obliquamente in .alto. ro altri cast. pPr cause uppoo;:te, si rompt!ra il piJao;:tro esterno. e c::i avt'à allora urt foro neiiPgamento di P oparzio o;:tesso o immediatamente a l oli sopra e parallelamente: uoa è raro vùdere 1uesto fllro cosi largo da lac;ciare pas.,.o.re Hberamenle lre Jita. Infine. 111 un terzo gruppo ùi casi. le due rorme precedenti si combinano e J'oriflcìo pr ende una forma del tutlo irre~olare; talvolta in questi casi si VE•dono tra due r ottur <l una terza lacerazione, per m odo che l'oriflci~ .ac•1uìstn a metà la fot'ma di una stella. Schullz ha prodotto sui cadu veri q neste r otture. Vi !<Ono dncora altt·i segni diffet·enziali lauto più factli ad .e-.«sere riconosciuti 1uanto piu i casi con cut si ha a fare sono recenti. Primieramenle quantunque nelle emie ordinarie si abbia ne.Ia r11a~zior part · del tempo un indolenzimento dellu regione ingmnale e del testicolo corri~pondentt>, c1ò è un nu la .a conrrouto del dolore che risente il malato artrficiale quando lo si ··:>amina. ~ bensì vero elle l'operatore gli ha ordinalo di n or: accusare dolore, per cui il malato tJiù spesso non se .ne lagna, ma lJS!-'ta zettare uno sguardo sulla fisonom1a ,Jel malato m••uLra ~~ esamina pe1• velere l'e:>pt•essione 1lelle '()rrib1h ~t·fferenze che egli prova: gli occhi sono semichiusi, ti ''so pallido, le labbra compresse tra i dt>nli; egli Lt·em'l m>oloolanamenle, a vvicina le coscie ed istintivamente sfuEtge ~l dito che lo palpa. Questo doloee persiste pPr molto tempo; ~i puo constatar~ anche un anno dopo l'operazione. In ....econdo luogo, ciò che r1salta agli occhi, è l'assl'nza di rapporto fra il volume dell'ernia o piulloslo tl'a la ~por­ genza del periloneo e la larghezla dell'oritlcio emiario Ciò sì comrren,}e. Mentre nei casi orJinari l'ernia dilata essa stessa progrèssivamenle l'anello, nel caso in discorse) av\'Ìen~ tl rontrar io: l'ernia si forma io conseguenza della Jilatttzioue rorzatll dell'anello. Questo rapf orto può ce!'tamenle modificarsi col tempo; l'ernia aumenta sempre e può <liventare un'errlia inguioale ed inguiao-sct'olale completa.


10U.

R.IVCSTA DI TOSSICOLOGTA

Ma questa epoca non sarà maì raggiunta daJ malato, perché> l'operazione si fa sempre poco tempo prima della chiamata: se essa si fa dopo, il malato si contenta di un po' di S?Qrgenza del peritoneo per dichiarare la sua ernia. Riassumendo, ecco tre segni differenziali princjpali dell'ernia artificiale . 1 • Irregolari lA manifestf (sporgente) dell'anello inguinale (ed anche dell'orilkio erniario); 2" Non corrispondenza del volume dell'et·nia e dell~am­ piezza dell'anello inguinale; 30 Dolore molto intenso nella regione inguinale, nel Lesticolo corrispondente e nel cordone spermatico.

RIVISTA D'IGIENE La. contagiosità. del canoro. - (Reoue scieniifique, i4 luglio 1894).

La quesUone 'delta natura parassitaria del cancro, è sempre in discussione. ~on solo infatti non si sono ancora potuti isolare e coltivare i pretesi microbi del tumore, ma i micrografi e i microbiologisti non sono ancora arrivali a mettersi d'accordo sulle forme delle cellule cancerose, poich& i primi affermano che i coccidii, che i secondi credono di vedere nell'interno delle cellule, non sono che delle alterazioni de~eneralive. Checché ne sia di queste discussioni, l'osservazione diventa giorno per giorno piu favorevole alla dottrina della lrasmissior:o, o per lo meoo delle natura infettiva del cancro. La localizzazione della malattia in località contenute in 1imiti ristretti costituisce un potente argomento in favore di quesla ùotlrina, e ciò che riferisce la Médecine moderne: circa le case cancerose è sotlo questo punto di visla emin enlemellle dimostrativo.


101:; U rlultor Arnauùet, di Cormeilles, ba tichiamolo per il primo, 0 uno dei primi, l'attenzione sulla ft·equenza del cancr·o io certe località ed anche in certe delermtnate case. lìuo t.le~li esempi più notevoli di questa predilezione locale del CBIIl'I'O è quello di una strada di Cormeil:es, nella quaiP, "'li ;; ~ case, r; furono colpite dal cancro, fornendo in 4() anni 21 ca~i di cancro, di cui 15 negli ultimi :'W annt. La malattia ~ come concentr·ata verso la metà della strada. vero nit.lo di cancri, dove quasi tuLle le case cler due lati '-embt-ano c:ont.amiuale: •ruivi si trovano H cancri '"Il selle ca'"e, e c1uesto all'il'lfuori dell'eredità, io persone c::enza çarentel~. 110 n aventi c.oi malati nulla di comune se non l'aver abitato !'UC<'<.'"'"''"amente o contemporaneamente lo ~tesso locale. La casa di Lione, di cui parla il dottor Molliére in una opera Jel dottor· Fabre, sul contagio del canrro, è onch'esl'a un'esempio lipico. :'Ilei IR7:J il proprietario, dell'età di 80 anni, abitante al t• piano, mori di un cancro allo stomaco. Quattro anni dopo un Mrto ùi i'- soni che occupava il mezzanino, mol'i pure di cancr·o allo stomaco_ Il portiere. uo ex-mililare Mll'eta di 55 11oni, «occoml>elte a sua volla in capo a tre anni alla stessa affezione localizzata ancora allo stomaco. Finalmente un uomo di 35 anni abitante al 20 piano, fu colpito, due anni dopo sa morLe del portiere. dtt un cancro delle glandole cervicali, che lo uccise in un anno. Cosi nello spazio di W anni non vs furono meno di 4 casi di cancro in quella ca!>a. Esi;tono dunque delle case cancerose, comP esi«tono Jelle ca8e difteriche e wbereolose. Il dottor Fies!>inger', di Oyon· nax, ha perfino dalo il tipo fisionomico di •rueste coc:e ma\ leolette. ::>econdo lui é una casa isolata sulle riVI.' di un <'O~o d'acqua n di un la..;o, in "\icinanza -li un bosco di una pnlude, poiché, egli dice. il tumore mali~no è amico della Mli· tudine e prererisce i corsi d'acqua. La casa ùi Lione ri~ponde in parte a questo tipo, essendo situata ~ulla riva della Soono, m n le cal'e di Cormeilles, agglomerat-e nel rentr o ste:.-!>0 drlla cilt8, non vi corrispondono affatto. Falli analoghi sono stsl.li segnalati in Iughilterra. 11 clotlor Shaltock ha riferito nei Saint T!wmas lloS{Iital reporls (Vol.


10 16

1\1\'ISlA

XX pag. 2:J:{) la storia di una casa dì Ashburt'1n, nel v(Jnshire. l 11 •JtH•sta casa. umida e triste, 4 persone, che non 8'evano lra di loro nessuna r elazione di parenlela., fu successìvamenLe colpi~ del cancro nello spazio di H a nni. 11 dottor Clelllenl Lucas (Lnncel, 1887) pubblicò ross~>rvR­ zione di un lll81at.o, operato nel lR~H e nel 1~~ per ull ul~ro roditortl dtolle palif!bre e della fronte. La mo!:!!ie da questo malato ebbe uno st>irro al a mammella, operato nel 188\: una terza pers:ona. che aveva ~empre ,·issuto coi rlu 6 maiaLI nella !-!lCS.."8 casa, fu colpitn da uu epitelioma della lin~ua.

Il dollor W\ ulet· Blylh (PulJ/ie H ealth. Vol. l, pa{ 12!J) ha rifet·ito 11 cac;o di 3 inquil111i successh·i di una casa di Buckland Brewer, che mori rono di caucro. Una signora che faceva sp••sso delle vi;;ile all'llllimo tnquilino, dl'l quale del res to non ora pnrNlle, fu colpila in seguito da uo cancro della mammella~~ del polmone. Fiualmenle la nipote di questa signora. giovarwtla di 14 anni, elle dormiva con lei ebbe pure un canct·o Jella wammella. Il dollor D'Arcy Po'' er ha fallo conoscere r ecentetnenle nel B r rtrsh medicai JOIIrnal (!l giugno) una serto anal o~a. La :;:i!:!nOr tna IL ... dell'età di 45 anni abtta~a da 1!l an ni uua ca1>a dt>Ì !-Ohbor~lti di Londra; essa mori di un can~.:ro allo stomaco ucl 18Ht La ~i~norina T .... òelretà di i7 anni che abitava uclla ca:;a sw><sa da 20 anni, le succ<>s,.e ed ne..: cupò la ,...ua •·Atner<t ds. letlo. Es!'a mor·i di un cancro al re. gato udl'ulloJ,rP. 1f!S.; La ::.i!!uora .J.. ... delrela di 67 anni ed. abitante nella :->te!-l>S e«sa da n auui. pre:e la carnern da l ello successi,·ameute occupata dalle l"iguor·iue B. ... (' 1' ... Anch'essa mor1 di un cancro alla mammella ed all'ut.ero nel 1~3. Ognuus d1 ljUI'!>te persone risulta che gode ttero dt una pt>r(t>Ua -.aiuto fino nl giorno in cui ~i succedellero come d trrllrici nello slaùtlrmcnlo dove 1!\Cvano vissuto per tAnto tempo. Non vi et'a tra di loro ne~sun legame òi parentelo . :\on si puù nega r e che, per rinlerpreta.zione dei falli Mpra esposti l'ipote~>i del couta~io da malato a malato, o pet· lo meno quella dell'tnfezione iu Urt a mbie nte contaminato, Stono le Bnle che si possano sÒl'tenore. •


101'7

n'tGllt'iE

H.

KOI tJ. -

n colera in Germ&nJa nell' inverno del

1892-1893.

-

(Berlin.er

ldirtiJJefte

!Vorhettsehri t'l.

N. N. 1HI3). La epidemia posteriore di Amburgo, wmostaute la ~na piccola estensione, dette occasione ad alcuni:' tilllus1oni del colera, alla manifestazione di esso in Altona e in :'\ieUeben. Queste due ultime epidemie invernah, pt>r iu,·.to del )iìnil'lero prussiano del culto, furono slud1ate ed analizzate con le necessarie ricerche nell'Istituto per le malatlie inretlivc. e i risuUali non sono oi poca importanza l"Ome sarà dimostralo in que~to riassunto..Ma prima é ueressario Ji dire qualche cosa sulla eridemia ~uccessiva in Amburgo. Nonostante che la durata delle due epiùemie 1ti Amburgo sia stata quasi la stessa, doè di circa ph.t di due me:;i, la dtfferenza numerica dei malati fu grandissima. l\l~>nlre nella pl'ima epidemia si ebbero 18000 malah con 8200 mot•li, uel!a seconda non se ne ebbero che G4- malati con 18 morti. Questa differenza non si spiega nè con la stagione dell'anno, ué con la popolazione arnbur~hese tlutluunlc. Piuttosto sono da riconoscere due tipi del htllo diversi tlelle esplosioni del colera : 1° decorso ad esplos1one con il lato dellrt curva che si solleva rapidamente sino al vertice e di::.c~ude nello stes!"' modo e oPI 2" la rappre,..enlaztolll g r "tìt'a rapprecoenla una curva che di poco si eleva sulla linea .ii base. 11 primo tipo si manifel"la con impro\'visa ed \wiforOJe ditru~ione dt>l materiale infezioso 111 un luogo per mezzo di qualche cosa. cl1e può ap-ire nello ::-tesso tempo su lutti di abitanti, come aria, suolo, cibi. aeo,ua. Jn consider azione c da prendere solamente l'acqua. È naturale poi rhe nou lulli gli uomini, i quali fanno uso di acqun inquinabt cadano malati di col.-ra, poiché di,·erso e il grado di diffu~IOne ~e1 germi colerigeoi nell'acqua, diverso J'u!'n iu fJU&II· lllà ch~> ne fanno gli uomini, divet·s:a la loro diRp05=izione speciale. ~el secondo tipo, oltre la forma particolare della ('Ul'Va , l' caratlerislica la manifestazione di !iingoli rocolai i ~olal_i. nei quali non scoppiano improvvisamente molti casi, ma s1 osservano specie di catene con immediata connessione delle singole malattie.


1111 '

RlVlST\

Dal primo focolaio pos~ono, me iiante trasporto, nascerne altn ~on !'i deve però pensare, che in questa catena ogni singolo membro sia riconoscibile, poiché è noto, che esi~tono casi di colera lievissimi, i quali, per regola , rimangono sconosciuti. l due tipi possono naturalmente combinarsi l'uno all'altro in tutli i modi pos~ibili e tr\~formar·si a vicenda fra loro. Anche la forma della curva in ~enso assoluto non può da sola farci sempre riconoscere la prc-;enza dell' uno o dell'altro tipo. La epidemia estiva di Amburgo, nella prima parte sppar·tiene e«clusivameot~ al primo lipo, verso IR fh~ dell'epidemia dominò il secondo tipo. La epidemia invernale da Amburgo per tutta la sua durata decorse quasi esclu..i'arnente nella forma del secondo tipo, prese la tendenza alla formazione di focolai; un focolaio si formò in :-l'eustadt, un secondo nel quartiere S. Giorgio, un terzo in S. Paolo. f!: "erosimile che i due primi sieno stati deri vazioni della epidemia estiva. l malati della epidemia posteriore appar·tengono senza eccez.ione agl'infimi slrati sociaJj. Una cou!<a comune, come l' inftusso del sùolo, dell'acl}ua o di cose c;i mili. può in questa epidemia essPrr: sicuramente esclusa. piuttosto a'"sat pilt probabile ,., la propagaz•one della malaUia da uomo ad uomo. L'andamento del colera ricorda quello osservato sulle navi di emigranti. Allo svilup!)O del colera fra la ciurma di due navi ancorate ner porti di Amburgo, l'acqua ebbe indubbiamente la sua parte. Il vapore spagnuolo M11rciano era ancoralo ad A.siaq11ai in vicinanza di una lalt ina pr·obabilmenle usata da un operaio malato di colera. Il giot·no H gennaio ricoverarono all'ospedale due marinai malati di colera, ed accurale l'icerche fecero riconoscere allr·r 4 casi di colera. Disinfettalo a Strandhafen, il "apore JJurciano ancorò vtcino al ,·apore Gretchen Bohlen, dal quale lopo lre giorni entrarono 6 maiali di Cl !era nell'ospedale. L'infezione dello prima nav~ è solamente da spiegarsi con l'uso detracqua del por to. la quale verosimilmente conteneva batteri del colera, dun~ua I'Jllesla epidemia ebbP- analogo r·iscoutro in quella estiva, che si diffuse nell'acqua del porto insudiciata ed infettata ad A me~ rilwquai dagli emif!ranti russi.


1019 La p1ccol~t mortalila deìl'epi le mia iO\ ernale, '18 ·;..

spie-

~ata abbastanza dal fatto che per la prima volta la stali;lic·a fu compilala su i casi di colera non osservati sola-

mente clinicamente, me baltcrioscopicamente, e in tal modo iurono con$hlerali come colerosi anche coloro i quali non prt!~llutavan o .:o.iolomi cJiniri, ma avevano germi c:olero~i nelle loro tJe1e.zioni. Il fattn, chP 10 una grande riunione di uomini, cbe rurono esposti all' mfezione del colera, le malattie che ne risullano per lulla la serie, dalle forme gra,·issirne e rap1damenle JelaJì. alle forme lievissime, che soJam~>nte po~<~ono riconoscer1'i per mc:zzo della rice1·ca batterio~copica, t> d'importanza capilale pel colera asiatico tanto d31 IaLo pratico, quanto da quello teor1co. È import.anle dal lato pratico. perché se r isolamento e le disinfezioni m una !!l"ande popolazione l:i pongono in pratica solamente pei maIali di colera cliniramente dP.ter minati, nel maggior numero Ji casi non si riuscirà a domare l'epidemiA. Sono appunto i cas1 liev•s,..imi i più adatti per diffondere il colera per ogni do.,.l.', ~ebbene talora sia diftlc1lissimo e quas1 1mpo.,:sibile ~gui rne le tracce. Il tigoroso 1solamenlo di tutti gli indi~idui, che iu un modo qualunque ebbero rapporti con malati e r accurulo e::ame batterio,-;copico delle loro de1etioD1 può !>Oiamente re:.ll·ingere il campo d'azione dell'epidemia. Teoricamente è que&la cognizione importante, in Jmmo luogo percl ... C(}!:,J cessano tutte lo diftìcoltà, che finora sono sl.ale mes;;e innanzi, sostenendo cùe il commercio umano può diffondere il colera anche senza persone malate, ed mollre perchè ci ftwni--cono i mezzi p r giudicare le el:perienze per r mfezione arlifici~le nell'uomo, le quali hanno dalo pure un importantissimo contributo al modo di azione dei balleri del cole1a e nou una smentita alla loro azione inrettiva, come pensarouo coloro cbe l'intrapresero. Anche l'epidemia invernale di Amburgo dette luogo a propagazione di casi in Sci,,r-•rtn, Elms/lljrn, O~do,.f, in Seuhof, presso Willtelmst,ur(l, Sl'/111/au e Wedel. Ma in queste località H male non ;;i diffu:=:e molt<J, eccettuato in Allooa e in ~ietleben. Mentre durante la epidemra estiva in Altona la massima parte dei casi d' inrezione derivavano ùal territorio d.i Am-


10~0

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Rl\ISTA

hurgo. l'epidemia invernale allu fine di dicembre non ebbe tale Ol'iginP. Si ammalarono t.li cole1·a individui eli lutle le parti, i quali non erano stAti in Amburgo, il tipo d<'ll' epidemia era del tutto diYPrso. el'M fu probabilmente cagionala datracqua dell' Elba. Per le prccole proporzioni di que<>ta epidt>mia 1'11 po!"srbile di studiar bene il modo tdi ditru«ione dei singoli cast. Riuscì al Koch di potere abba!:tanza ben distinguere le infezioni secondarie dA quelle dell'epidemnt prodotta dall'acfJUtt potabile. lo tre luoghi si manifestarono gruppi dr mulalhe nell' interno di famiglie. una pure nf'll' ospedale; tuttavia il più inleressanlo gruppo second~:~rio di malaltie &\'venne in un complesso di case nellu parte della ciUa di Olt<'nseo, al langen Ja11wrer. elle n< n r• (\}rnllo lì acr1ua polabtle municipale. Queste ca"-e, ab Late da cu·ca 2i0 uomini, attingono· la lot·o acquA in un pozzo situato nella parte più ha<~;.a della lot'O contradA; per l'allontanamento delle feci c;Prvono latrine con brJltini. Il suolo e il sotloe-uolo non sono per nulla diversi da quelli della parte ,;cina delia ciUà. le osciLla zioni dello struto i' acrmu soLlerraneo corrispundono in generale a quelle o~ser"ate 'luasi dappertutto al no1·d dt>lla Germania. Dur·anle l'epidemiA esllva si manife1>larono al langen Jammer due casi di colero, che non deller·o luogo a diffusioni. Nell'epidemia successiva poco dopo il princ1pio di essa si svilupparono in questo qua rtiere no,·e ca1:'i dt coler a. K och e di a\· viso che il colera sia !<Ialo propagato dall'acqua {ji uu pozzo in cui si tro,·arono i g"'l'mi ddcolera. Chiuso il poz7o sr ebbero ancora casi d1 colerP, però entro il periodo del tempo d'incubazione, cosicché può r1teoersi che l' iufe· zioue si sia diffusa con l'acqua di •tue! pozzo. Non l• facil e determinare com·~ ti colera sia penelt·ato al lanyen .Jammer. L'epid~>mia succe!Ssiva di Altona comprende 47 malati con 26 morli; la morlalilà media fu dunque di 57,-i "/o, mentre in Amburgo, come fu detto, la media fu del 28 o o. Sembra <!he, a parità di condizioni, il colera propaealo con l'acqua prenda una forma assai piu p~1·icolosa Anche lo epidemia nel manicomio di Niel!t·ben presso Halle deve essere considet·ata come una propagazi011e della


iO~ l

epidemia ~u.·cessiva di Ambur;.to, !>ebbene non sia possibile dimo.:.trarlo. Una dei"ivazione !:'lraoiet·a dalla Russia o dali& Francia per ta natura dei!CJ i<labtlimento é qulisi imposl'ibile. ~ieUeben riposa sopra una r occia di porfido, 30 metra sul livello me.iio della Saale, ha dirupi da ogni parte. Fu edificato nel 1 W e da 10 anm è pr·owisto di acqua potabile; ai due lat 1 dello slabilimenlo l'i tro,·ano campi d'irrigazione. Lo stabilimento costrutlo per 600 malati, ne ha ora 800 e col personale relativo circa LOOO persone. Nel1850 e 1866 ru già sede di c.>pidemia colerica. E.pidemia del 1893. - Dal 3 al 26 ottobre 189"2 si ebbero 73 casi di diarrea; il U gennaio 1!-t93 si osservò il primo caso di colera ; 11 malato morì nell' ìslesso ~i orno; il15 ~en­ naio !."i t:bbero 6 casi di colera Lutli mortali, il 16. 11 casi ron 8 morti. Questi 18 cast non avevano alcun legame fra lol'o ; tipo ••piùemìco a{! esplosione. Eliminate tutte le altre cause d' infezione; non il suolo perché roccioso, non gli a limenti perchè gli stessi malall della clinica di Halle non risenl•rnno alcun effetto sinistro, non rimane che l'acqua poLabile. L'a\!f}ua cattiva pei campi d'irrigazione, i filtri che non funzrona,ano affatto bene dettero facilmente pa~~g~.rio ai g<>rmt del colera. che si trovarono nella sezio!Je delle donne : nell'ocq•Ja sudicia prima del suo ingresso nel terr·eno d'irrigazione, nel terreno d'irrigazione stesso e nell'acqua, che u!'lch·a. attraverso il tubo di drenaggio princip«le. dal <-.ampo d'irrigazione : nella parte degli uomint nel liquido all' ingresso e all'uscita cl al campo d'irrigazione; nell'acqua <Iella Saale selvaggia sollo l'm1boccatura della Sava, nell'acqua filtrata del filtro ~. IJ e in un raggio di acqua di un rubinetto nell' inleroo dello ~labilimeoto. ~fa l'infezione anche qui non segui esclusivamente la "ia dell'acqua, ebbero luogo anche infezioni secondarie da uomo; ad uomo; in numero minimo ùet maiali con relta di t• e 2" cla<>se. Un padiglione donne, in cui l'infermiera non fece di!>lribuire che acqua bollila, rrmase del tutto immune. }\on i· facile eli determinare sicuramente per qual via il malel'iale Ìllfellivo sia penetrato nell'acqua. Forse fu im-


1\IVlSTA D'IGrE:'iE

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porlalo da 'lualcuno dei nuovi inservienti pro,·enienli d& Amburgo. Nella estate del 1892 per pr~cauzione si be,eva nello s t.abilimento acqua bollila ; in seguito se ne fece m~no uso. Allo scoppiare dell'epidemia fu r ichiamato in vigore l' uso d"'l1' acqua colla. Depurata, r acqua potabile diminuì il numero dei malati, l'ultimo dei rruali si ebbe il i2 febbraio. l malati furono isolati, lo stabilimento posto in una specie di quarantena e coloro che ne usci,·ano o vi entravano furono sottoposti a vigilanza tanto per parte dello stabilimento, <Juanlo per quella della citta di Halle. Dei sospetti furono analizzate spesso le fec1 ed anche fra e~si si osser varono casi, che clinìcam~nle sì ~arebbero presi per colerina. I n due convalescenti furono trovati nelle deiezioni germi di col•'l'a cil·ca. :l setllmane dopo il principio delia malattia. Le feci furono disinfettate, la biancheria e gli a biti pure disinfdta ti nell'apparecchio a va pore. In a ppresso furono i locali di«infeltati nel modo noto. Anelle la conduttura dell'acqua polabile e i campi d'irrigazione fur ono sottoposti a disinfe:done, la prima fu riempiuta per 2i ore con soluzione di acièo feni·!O al a p 100, i secondi con grandi qua nlilA Ji Ielle di c"lcè, per tanto tempo flno a tanto che il liquido del condotlo d'uscila Jetle reazione rort.em~ote alcalina. Le acque infette ddla Sa,a, pt>r le deiezioni dei colerosi ver<>ate in esse, diffuset·o probabilmente il colera in altri luoghi come a Trotha, a Wettin, a CroUwilz, a Letti n. Dopo W eUin cessò la diffusione perché in quei dintor ni la Sa,·a ricev~ un piccolo effluente. le cui acqne contengono il IO p. 10·1 di cloruro di sodio. Per tal motivo le acrrue della Sava non sCioo piil usate ,Jagli abitanti. perchè la grande •ruantilà di sale non le rende più pot$ili. Kocb, in opposizione a Pellenkofer e Liebreicb, dimostra quale importanza abbia avuto l'acqua potabile nella diffusione del colera.

c. s.


10~3

CONCORSI

conoorao al premio Zannetti. - L'Accademia medico'fisica e la Società filoiatrica di Firenze rondarono un premio iJUmquennale di lire 500 per favorire il progre:.so della chi· rurgia in Italia e per onorare e pE'r peluare la memoria delrilluslre professore Ferdinando Zannelti. 11 tema designato è: La chir r1rgia del cercello, del midol'o sptnale e delle loro meningi. Nell'ordine logico della chirurgia questo argomento là seguito a quello della trapaoat.ione del cranio, sul quale il prof. Zannelti rlopo un assiduo lavoro di oltre diec1 anni, nel 1877 srrisse un'opera stupenda, incoraggiando i cbirut'ghi aù a uno studio di cui es~a (la trapanazione del cranio) an· <:ora abbisogna. diretto a r1conoscere i casi nei quali debba considerarsi quale atto operatorio di assoluta urgenza; · cr cosicché la clinica non po~sa e~sere accusala di avere l'e· cr spinto un compenso chirurgfco razionale e pr,)ticuo ad -e impedir<! un esito fatale •· (Vedi Prefazione a detta opera). Qua..i che queste parole dell'eminente clinico di Firenze a,·cssPrO avuta un'eco lontana. 1n Inghilterra e in Gern111111a 1tlcuni valorosi chirurghi hanno preso a coltivare questo studio; e le vittorie da essi riportate in questo campo autorizzano gia a presagire che anche in esso la moderna chirurgia t'arA grandi eonquiste. ::-lon essendo stato conferito 11 premio nel precedente concor,..o. e.c::so si intende nuovamente aperto, delerminan lo per il .u luglio 1895 il termine utile per ht present~ione delle opere manoscritW. /legolamenlo: Art. L È aperto il concorso al premio IJUinquennale di L. 500 istituito dalla Accademia medico fisica e (.)alla Società filoialrica fiorentina col ltlolo Premio Zannetti. A r L Il. Saranno ammessi al concorso soltanto i lavori di aulot·i italiani.


l Oli·

CO"\CORSl

AL'l. III. 11 premio sarà conferito llalla Accademia medico ' llsica e dalla Sociel& tìlofatrica riunite in seduta plenarie, !eLlo, discusso ed approvato il rapporto della Commis~ìone esaminatrice dèi lavori presentati a concorso. Arl. IV. Detta Commissione sarà composta di membri. scelti nelle due Società ~ cioè di due Membri della medico fisica e di uno della fìloialt'ica. Ar t. V. La presidenza della Accademia medico fisica' annunzierà l'apertura del concorso un anno avanti il termine utile per il conferimento del pr~mio. Art. VJ. Il termine utile per la presenlazione dei lavori scadrà il :H luglio 1895 ed i lavori dovranno essere diretti, franchi da ogni spesa, alla presidenza della Accademia medico nsica via Alrani :i5. \rl. Vll. Tutti i lavori presentati a concorso diverranno proprietà delle due Società e saranno conservati in Archi,·io. Art VIII. Quando entro il termine di un anno L'ttulore del lavoro premiato non l'abbia fallo stampare per propri() conto, le due Società avranno il diritto di pubblicarlo nei loro alti. Art lX ~el ca·so che nessun lavoro fosse presentato a concorso o cbe non si [acesse luogo al conJerimenlo dd premio, le due Società provvederanno subito a riaprire 11 concorso.

11 Direttore

Dott. Sntr.ANO RttGIS colonnello medico ispeltore. ll CollabOratore per la R .• Maru~a

Il Redattore

D.r TEODORlCO ROSATI

0. 7 RlDOLFO Lrv1

J/td"o dl 1• ela~at

Capitano medico_.

NUTINI FEDER ICO, Gerente.


L'IT'l1IOLO XELL.\ CURA DI ALCUNI jfQRBl OCULARI E SPECIALMENTE DELLA BLEFARITE CIGUARE

Per il dollure •·· ft bo, me tieo di prinn cl3•'>(' nrll3 n ~ra marina.

~ono~t.wte

le e~aget·azioni i ne\ ital•ili per ogni rimedio uUO\ ''• è l en meritata la rapida fortuna che ha a>oto l'ittiolo nelle mani .!Pi .:ine.:olo!i e dei dt>rmatfllo;.ri, i quali per alcune malattie hanno lrOt'ato in P~·o nn el'eellenle se non :;orrnno ""''iclio terapeutico. Date pQi lt> sue proprietù anakt·sidte. ischemizzanti. ri"olventi e hlnndemente a.ntisefliche, ,j t'apisce come abhia pcltutu troYa t·e CJualcl!e utile appli~ozione anche fuori delle "tloiCcennate ~pecialità e_quin1li la i:ua giitt'O:-ì ricca letteratura ~i uwlttplwhi -empre piu. Tuuarill. dte io mi sappia, que:;to rimedio non è ancora -t.tto applicalo in oculistica. come appare dalla monografia del I'NI'IIt, (li in eu; sono pa,;;ate in r'vista tolte le nppl' nl!OIII Imo"(. mediocrt e calliH•, che ha amlO finora.

l l'ET '·'·~ - L'illi.Xo Cl i suoi usi tn·,•pmlicl. Il J' • rc,/o ,. 1ltlla R. ,J/arlna, g,·nnnlo iS91.

f;·,

r;ioruale medico dtl


1026 t'tTTlOLO "&LLA CCRA. DI ALCr~I MORBI OClJI.AlU

'

e ne è riporta la tut.ta la biiJiiogralia. Eppure, appare ovvin la sna applicazione nella IJlefarite cigliare, ~e si bada che tali) affezione è più che altro unn malallia della pelle. localiz· zata al margine delle palpebre: la truale, nell e sue forme più lievi, si riduce arl un eritema con bmcior·e, pizzicore e prurito, e. nelle sue• forme più gravi, è contrassegnata rlall'apparizione eli pustole d'at~ne, con tutte le lesioni consecutive, per la delicate-zza della pane e della mucosa vicina. Orbene, fra tolle le malauie della pelle è appunto nelle vane forme di acne e in t.aluoi eczen:U che l'ittiolo da i più brillanti risuJtati. Goiilalo da questo r.onceuo, usai per la prima volta l'itliolo nella ~lefarite cigliare in un paziente: che ne a veva. giit soiTerto altr;a volla in forma leggiera, e nel qnale il nuoYo e più grave attacco semlwava fosse sostenuto da unn forte cura di joduro polnssico, che aveYa pure determinato insieme la comparsa di una discreta acne jodica. Oeci orni li per li. adoperai una pomata all'illiolo al 10 p. i 00 che -servi,•a al nostro ambulatorio nelle occorrenze più comuni. La g•tari~one fu cosi rapida, che io non potei a meno di ammeller·e che essa fosse dovut.a non tanto alla sospensione della cura jodica, quanto all'etlicacia della cura topica. l ncoraggiato da questo caso, applicai la stessa terapia o~ ni t[ual .volta mi avvenne di curare una blefaritE'. i l che mi accadde parecchie volte nel corren te anno scolastico come medico della R. Accademia Xavale. Si sa come '!~le­ sta malatti-a incol}?a speciaìmente giovaoeui di abito linfatico e che ::.i applicano a la•ot·o assiduo e minuzioso, come av•iene io rscoola e nelle sale di studio atl'ollate e ripiene rlelle emanazioni di tante per:;one e di tanti lumi: io poi l'ho incontrata spesso ne~li adoTeseenti affetti nello stes o tempo da acne grnvanile.


a:; ,P!CULll8\1E OEI.L\ BLEI'ARITE ClGLURK

l 0?/

11 ca~o più importante ha ri;1oardato l'allie\'O Te~dio del ;;• corso. giuvane di medio.-re coslltuzione ma di temperamento linfatico. con copiosa eOlo re. cenza di acne nel ,·olio e nella :;chiena. ~all'infanzia ha sofferto altre volle di mafauie oculari; la blefarite in Accademia ha cominciato tre anni fa e non fu mai debellata, anzi con successive riacutrzzazioni, stancando paziente e medici. sembrava di\'"entat.t incurabile. Con l'esposizione al sole, al vento ecc. nE'II"oltimn eampagna di mare, le cose erano andate peg~ior:10do. l margini palpebrali erano edematosi, escoriati e qua e là ulcerati, cadute molte ciglia o sostituite da peli deboli e lini, specialmente nella palpebra inferiore. La pomata di Pa!-!eosteclaer ed t~ltre aOini. a base di prevarali mercuriali, suggerite anche da specialisti a cui aveva ricorso il paziente nelle yacanze, averano dato sempre scarso o ne~sun risultato: alla fine facevano piiL male che bene, conde il ~iorane scora~iato ~eguil"a In cura di mala vo~lia. \"olli allora ricorrere all'iurolo e, con sorldisfazione d"ambo le parti. in meno ,Ji venti giorni le lesioni principali erano interamente rip:u-ate. l'edema e le crosticine alla base delle ciglia scomparse, la pelle non più fine, sottile, arros~ta. JJicerata. ma provvista di un buono ~lrato epidermico normale; dopo un mese non SI ebhe più accenno a recidi\'"e; rest.W<\ la congiuntivite concomitante che fu più lenta a migliorare. ma che fu vin-ta anch'essa. nli allrt casi riguardano dtte marinai ed i seguenti allievi che nomino in ordine decrescente dell'impor·tanza che ebbe la blefarite: Ascoli. IJi omma. Fanelli. Stanisci. l'atadioi. lo tfltti. sotlo J'azwne dell'illiolo. si constatò una rnpicla migliorta e si consegui la guarigione anche piit presto che nel Teglio. In qualche altro caso in cui l'affezione era appeno iniziale e non venne nemmeno computato, due


l Q~g t.'ITT!OI.O \'ELI..., CURA 01 Ai,CU~I "ORBl Q{;ULARI

,

o trè applirazioni hanno ha~talo a ricondurre lt; cose alla

norma. Si ~ ~empre lid4Jperata una pomata al l O 15 p. l 00 di ~olfoiLLiolato ammonico. u::.ando come eccipiente la lanolina. uue~ta. es::endo densa- e vis.chio<:a, non ha come la ,-asellina ed altri ~ras$i l'inconveniente di struggersi e colare lno~o le ci:{laa e nel .;acco cool!iunti,·aJe. con noia delj)azieuLe e irritaz.one della muco~a piu semil1ile ( l). ' on ra hi::o~no di a~giuogere che l'azione dell'iuiolo nella l•lef rit~ t'a coadiuYata. come nell'uso di altre pomate. wu nnn congrua cura della con,!!iunLivite che accompagna l'affezione e t•on un'accurata pulizia dei margini palpebrali, il che si ouieoe rammollendo ogni mattina le cro~Licioe e ie )Oerr.•zioni, depositate.~i alla base dei peli, con piumacciol i di ncq un horica tiepida e IOJ.!l iendone i re.sidu i corL adatle pinzette prima di applicare il rimedio. Questo. quando le ,.,,,e siano hene avvrate. lta~terà applicarlo solo alla sera. Benchè i miei ca-i 111)11 siano mollo numerosi, ho potuto .·onvincerma con e~~i che l'illiolo nella lllefariLe presenta vanta~gì non lievi. di fronte alla scat·sa e soventi nulla azione dei metodi antillo~i'lh!l e ri!::olotivi sin •1ui preconizzati. L'illiolo come anai;;Psico e ri-olulivo i! superiore all'olio di cade ··he "i aJ:plica com11oeruenle nei pt·imi stadi della

l) Xon ho o~••rv.lto mai f!ll lncoo~eni•nti lamentall d:tl Pol'acco (JPr la la· nvUn.a ll'ulia'tO, NuOl'O COIIIrlbiAIO allo #llldio dtU'itl. in gin,col., .~rna. di O$ld. r. yantGC~I, 189~ /. R quriiO diprnd" Cur'" tla ri" cht! la pomata nella blefJrile non 5i den• n~ si puv usare l'"" frizioni, ma si applica solt~nto e ,; lascia in flOSto. 0~1 rrsto e 'flresumillilt! che l'irritazione cutanea. o>servnta f!al SliCI'ilatu autore~ si debba non tnoto n Ila Inno Ima quanto alla soven:hia quan· ti!~ di tllioJQ a~'!Orloilo con le frizi.>ni per opera d• que>to eccipient.:, chP e rìu diiTu~ihil" della vaselina ; onde par~hl.e si pos..o:a in tali c.'lSi rimcdin re all'ìneonvenieote con uua dose piu tenne o con friz;o:,l meno energirhe.


E SPRCI!UfEXTB DELL..\ BLY.~'ARIT& CH~LI\IIK

Jl)l!)

hlefaritt>. quando non si nota nncor·a che un rossore per:oi,teote. con prut ito, pizzicore ecc. In ljUnnto alle pom H e in uso. ·ono wtte n ba$e di astringenti antiseuici, ,·aie a dire di ~'Ili organici ed inor~anici di metalli pesanti. i ì(Uali cume st sa formano de~li aii.IUminati insolubili coi littuidi dei te,-,;uti e per t;d molil"o resta menomata la loro azione astringente ed antiseuìra. Lo stes:-oo dicasi degfi ahri ingredienti rhe da :,oli o mi:;ti r.oi precedenti si applicano con le pomate in u:-o a ~copo rj,oJnti,·o; essi :.i riducono ad ossiJi di metalli pe·anli. specialmente di mercuri(l, che pure si scompon~ono in rontaltn dei liquidi e delle :ecreziooi lisiologicbè e patologiche. lascinndo un residuo di mercurio metallico o degli albuminau insolubili del!o stesso corpo; onde la loro azione riesce !'OItanto »U perflciale e passeggera. Quando poi i mar~ini palpeùrali s(lno ;:iit esforiati o diventnno :-ede di piccole ulcerazioni. i corpi !(r·assr. chE' rimangono in sito dopo la scomposizione flrgli altri ingredienti. sono assai mal tollerati e liniscono per far peg(!iorare ozoi cosa. Si ::u~le allora ricorrerP ad altri espedienli. ,·nle n dire ad accurate disinfezioni con ~oluziuni deholi di nitrato d'argeolo o causticazioni con la matita m•ti~;\la rH ' nitrato d'ar~ento. neutralizznndooe l'ecces::o con ~•equa salata: però la parte malata ... i la~cia neces~ariamente SCI•perta e esposta all'azione nociYa deS!'i apenti esterni. Tutto ciò richiede un'attenzione e una cura non comune da p trte del medico come del malato e. se peggioramento suole avvenir~. {o si attribuisce, più o meno a ragione. non al tntttnmento eire può essere talvolta inade~ualo. ma all'espot·st a cause irr-itami. al genere di Ja,·oro e di occupa7.ione. all'ambiente, al regime alimentare ecc. Orbene. tutLi questi inconvenienti sono evitati con la cura illìolica.


l 030 L'l'ITtOtO M.LLA CURA DI .\LCU~I MORBI OCULARI

Unna ha dimostrato che a dose debole l'ittiolo ha un:• azione 1° superficiale, per CUI prOVOCa UD cam()iament() dello strato corneo che diventa piu spesso, pill compalt() e più duro; 2" profonda, perchè penetrando nei tessuti produce un permanente restringimento dei vasi c.apillari~ con meccanismo analogo a quello cheratoplasico dello superlìcie cutanea. In tal modo si raggiunge per la hlef~ri te il desideratum cioè: in primo luogo una cute pio forìe e •. resistente, e in secondo luogo l'impallidim6nLo della parte arrossata, la diminuzione del calore, del torgore e del dolore, io altri termini di tutte le nole classi~he della flogosi: senza contare l'azione speciale analgesica sedativa, da toLti riconosctuta e subito avvertita dal malaLo stesso. Quando poi si ha già in corso la formazione di pustole d'acne e di t*erette, oltre a Lutti questi vantaggi, non Jil bisogno dimostra1·e come sia preferibile l'azione antisellica ( l) blanda ma continua dell' iltiolo in pomata, a quella più energica sì ma momentanea, delle pennellazioni o quella addirittura esca~:otiea delle cansticazioni al nitrato d'argenlo. Ria~sumendo, la cura itliolica nella blefarite ciglial'e~ 1° offre il vanbtggio della ~emplicità e dell'uoiciLà in tntto il decorso e in tnui gli sta dì della malattia; 2° è di facile applicazione e alia portata di lutti, anche del malato; 3° è assai piu rapida e soddisfacente che non le altre. Onde il malato che di giorno in giorno sente e constata il migliorameot(l, vi si assoggetta volentiet·i c, mentre prima si mostrav<l svogliato e scoraggiato e ricorreva saltoa!'ia-

(t ) L'azione ant:isettita dell'ittiolo é slllta dimostrata da L.~ TTECX e da ABEL. le coi esperienze son citate in quasi tutte te note di terapia e rarmncologia. soWargomento.


E :'I'Ll.I.\IJE'T& DEJ.Lj. tiL!FAIIITE ClliLlAIIli:

l 1131

mente alla cur.l, ritorna fìducioso a voi esi ~endo quello e rifiutando ~li altri medicamenti .

••* La -<le~..;a semplicissima medicatura con pomata ittiolica giova pure - ~ome ho potuto accertarmi in parecchi casi negli onaioli e soprattutto in coloro che hanno una predi:'po· sizione per questo piccolo inc&modo, presentando ricadute frequenti l> r:n vi.:inate.

••• Huidato ùalla stessa azione fisiologica e ter.1peutica dell'il· tiolo !-Olia pelle e le mucose mliammate, e specialmente dalla sua efficacia ove esiste iperemia e clilatazione dei capillari, ho \Oiuto tentare la prova d t colliri di iLtiolo all'l -2-:l p. l 00 in acqua clistillata e ,teriliz?..ala. J.'ittiolo si u<=a già con buon successo per iniezioni e lavaodP nella ltlenorragia acuta, ,.ub-acuta e cronica aJ pari delle vecchie inrezioni al solfato e solfofenato di zinco e di altre iniezioni pure antisettiche e <Htringenti. E poichè quesLi ullim i fat·maci si usano al tresi ron le slesse dosi nelle allèzioo i délla congiuntiva, non mi pareva per analogia. potessero esistere delle controindicazioni oculari per l'illiolo. Infaui da pare~clti mesi lo slo aJ.operando con buon risultato nelle t'•mqi,ulliriti catarrali, tanto comuni fra la gioventù studiosa e fra la gente eli mare esposta all'azione irritante del vento, della luce diffusa e del fumo. Ho con 1ata1o una tollerabilità molto varia nei diversi indi'""idJi per la soluzione piu forte al 3 p. l 00, che in alcuni provoca un hr·uciore piuttosto forte e iwistent~; mn la soluzione all'l '/2 e 2 p. 100 t'• benissimo tollerata da lutti.


fO:li L.ll"ClOLO ~HL.\ CUIH DI .\LI:U~I 'lfO!IBl OCt:LAlll, KCC.

Que:.ta fu adoperata per isbaglio dall'infermiere and~t• in un caso di congiuntiritr Jlittenttlar( o.;corso nll'alliero .\l arlor~lli, il qu:~le ave,·a pre:-eotato parecchie reiterazioni della malattia anche ne~li anni scorsi. renin prinm sempre curato, e con successo, mediante iosulllazioni di calomelano: ma, dopo cbe ebbe pro,·ato l'iuiolo. non volle sapere piu dell'altra cura . Infatti. ll paritit di risultati, è questa una meitiratnra molto più comoda. giacchè con la prima Ù m:\· lato, dopo qualche minuto dell'iosulllaziooe, de,·e sottopor3i ad una minuzios1 e noiosic:sim:t operazione, per farsi to~liere con pennellino inumidito il calomelano raccoltosi in filamenti nel Ciii :1i sacco congiuntivale. Usato in altri due casi simili. questo collirio ha dato gli stessi buoni ri~tlllati.

Gna più larga e competente esperienza potrà 8:"~'-roar€' i limiti e le forme del suo oso, meglio di quello che abbia fatto io, in seguito ai risultati che l' ittiolo ha dato nelle mie mani . E~si del resto non dofe,·ano fallire, date alcuni' proprieta indiscotibili del f-lrmaco; il quale son convinto anche io oculistica al.lbia dirillo ad avere il suo posto, per quanto modesto e limitato possa e~sere il campo della sua prati~t applicazione. R. Accademia navale. luglio. 189i


103:J

LA CURA . MODERNA DELLA BLENORRAGIA KSPEIUEJlE COLLA CAnULA MAIOCCm

L' ide:: di la rare l'nretra allo scopo Ji curare le affezioni urt>trnli non c nuo>a. Dagli apparecchi primitivi del !\Jorgan e del Ounham, che usarono, il primo una bottiglia chim1ca :.pingeurlo per mezzo dell'in::ulllazioni il liljuido entro il canale uretrnle. e l'altro un iniettore a bolla di caoutchou u~ualt> a qu ell~ usate per iniezioni ntginali, -.j arri>a sino al l $:1 nel q naie 3D no Holhrook-Curti · (l) u~ò le laralure uretrali aiJborulanti ~ su larga scala serl"'endosi di un apparecchi·· composto di un recipiente di vetro ciJe terminaTa in un tulto di ~omma alla cui estremità era innestata una sonda molle. t:on apparecd1i analoghi praticarono le lavature ùeiJ'uretrn. \ ander, Proel, Halstead, lke\\er. Cloquet, randenahat<le. ll itln~. Reverdin , Lav,lUx. Oesuos, Finger ed altri. ~la chi ha usato qnesto vecchio metodo con intendimento n•ramente srientifieo e sotto il controllo di un analisi chi· rniea ed istohalleriologica minuz:osa. t: stato lo J anet (t a!l'ospedlle :\ecler di Parir!i neUa clinica di GU\' OD. t llt•ltNI Ruord. - .o\prite 1883. lt l ,f,woltJ des mal. àu org. r;in-urin, 18~ -

14 Jan' icr t q93

Sèmaine medicate. -


103~

l ! Cl:RA LitODEJL'\.1 DRLU BLE~ORR.\GU

Molti furono gli istrumenti per !arare l'oretra. Prima si usarono le sonde molli del Nelaton; piu Lardi il Yilliams (l) ed il Cottere]l (2) idearono allo stesso scopo sonde piullosto complicate, ora in disuso, rosi pure il Balzer (3) i.l Lavau\ il Pezzer (t.}, ed anche in Italia il professor )laiocchi (5) nel 1885 usò nn· ordinaria siringa metallica a doppia corrente per la lavanda vescicale da esso rpodifi cata nella sua estremità infer·iore sotto forma di lteccu~cio conico e r·idona nel miglior modo possibile allo scopo pel quale doveva funzion11re. Però tutti CJUesti strumenti che presentavano il vantaggio di ottenere un lavamenlo completo e perciò molto utili, e coi quali si poteva e:;egoire la lavatura in molti individui in uno .>pazio brevissimo di tempo, davano luogo ad inconvenienti gravissimi: l • la loro introduzione era spesso ~ssai dolorosa specialmente nei casi di blenor·ragia acuta: in cui la mucosa nretrale è di -ovente molto Lumefuua ed infiammata. ~o Era possibile portare3 i germi infetLivi nell'urelra posteriore, quando questa era sana, anche avendo la precauzione di eseguire accuratamente la lavatura dell'uretra anteriore prima della loro introduzione. 3° Se l'islromento non e diligentemente disinfettato, si rischia di portare entro 1' urerra H germe di noa nuo\'a infezione. 4° Cogli islrumenti di gomma molle non si ha gene-

(l) .Veclical 1\'twl, i893, pag. t 5. 1!} Brituh mtdical }ou1·nat, t893, pag. 19.

(3} Re:u. ge11.. de çlin. tl de thérapeut., fSS8, 17-18. (4) Congrès dt chil'urgie. - Paris 1891. (5) PoUd:niço JV. 11. - 1.5 maggio.


1.~ t; L lt:\ JrODEliN.-' OELL \

BI.EXORRAiiiA

l 0.}1:)

ralmeote l'tnconrenienLe del gra,·e dolore nell'introdurli, ma ;. poi ne~e~sario spalmarli di un corpo gra~so il quale andando a deposilat·i;i sulle pareti uretr·ali, ostacola. l'az1one del u•JUido di~infettante. Per tolle que)te ragioni h~ sonde furono abbandonate, ed 0 ,rui le htvature si praticano senza sonde. '"{, Lantu\ (l) impiega un appareecbio che egli chiama tllluraJ.ore Jel rneato; è nn piccolo cono di caoutcltou indurito v11oto, lungo tn· centimetri, del diametro di un centimetro Jalla parte piu grande, terminato dall'altra da nn piccolo ri·,ooliamento d1 i- millimetri. l)oe,;to otturatore ùncal)tra ad " 110 mandrmo metallico~ Lubulato, di :3 cm. di lunghezza che ~i innesta .. Jtut.o di gomma dell'imgatore. L'ottut·atore, essendo mohile, ciascun malato può avere il proprio. Ralzer lta fallo costruire un imbuto di caoutchout: indu rito d'un ~olo pel..Zo, t} un imLuto cilindro- conico tubulato, lungo .;ette cenlimetri. la parte conica tre, con un diamt>tro ma-:simo di noYe millimetri, e termrna con oo leggero rigonfiamento di i- millimetri perforato da un orillzio di due millimetri. Questo imlmto intr·odouo, tre centimetri nelrureu a, permette d1 ollurarP completamente un meato di dimensioni rom uni . .Jaoet (t) u~n unn cannula di sua invenzione, è di vetro :t ~rosso "ecco ~o nico presentante un orifizio di due millimetri ·li largfjezza, ha •l grande vantaggio di pen etrare poco nel me~to tu·inal'io e di assicutame l'ollurazione completa, poi ··o.-ra poco e può perciò essere cn mbiata ad ogni malato.

l ) WNQrS clt 14 tCIIIt SGIU Ul"t. -

:!) Ri(orma llltdico, IIS~, pag. Q67.

l'aris ISiS.


f 036

..

L.\ CCR \ YOO&It\A II&LL.\ BLHORB.\CIA

n modo con cui si deve eseguire la la>alora dell'uretr., con questi ouurntori viene descritta dal Delaroche ( l) nella sua belli:;imn tesi pel douornto. Si introduce l'istrumeoto nel meato lino ad otturarlo, si lascia scorrere il liquido il quale riempie ruretrJ e la distende: la mano :;inistra rhe tiene la verga. n rq ui~ta facil mente la nozione del momento in cui l'urelra è snllicientemeote distesa e in cui lo $1lotere è sul punto di e~-;ere forzato se la pressione è sufficienttt. A questo punto la mano destra premP.ndo sopra il tu!}o. interrompe la corrente nello tempo rhe ritira In cannula dutl o tre centimetri e d allora il IHJuido che ha riempito l'uretra esce; si applica di DOO\'O l'otturatore per ritirarlo a sua volta quando l'uretra è di nnol"o piena. llipetendo più Yolte quMt:\ operazione .. i oniene la lavatur·:1 dell'nretra. Questo continuo applicare e I'ILirare l'istrumento dal ml'ato urinario riesce di fre<ruente mollo doloro~o e as3ai mala,:evole se l'ammalato non ~ trnnquillo. per cui ad onoiure questi incònvenienti il Kiefer l~) ha immaginato una ~an­ nula la quale può rimanere applicata sino alla fine della lavntura. È composta di due Luhi di caoutchouc indurito. libt.rt da una parte, rinniLi dnll' altra io una e-tremiti• olimre. l due condolli restano separati all'ioLerno della ca nnula e si apr·ono con due orifizi ine~wali: quello di sortita è pia grande di quello d'entrata perchè si possa compiere me~ lo scol(l del liquido. L'e:~tremitit hhera del lnl'o afferente :-i atlnlta al tubo di :xomma dell' irrij!atore, ~i introduce la cannula

(I l Traitemenl dt la liltnnorragit P•lr lt• lllt'uges. ree. - Tlt. " '-' P~.;, ttil. (2) Mt dical I'Uonl. - Aprilo tSS7.


1 \ Cl:!t \ 'f0DER \ \

OEI.I.A Ili t \ORRAGB.

l 031

• maoteuendolà IÌ:o:.a con una mano: ~i la~cia scorrere il li,1uido mentre con un dito si rhiude il tubo di uscita fino a che l'uretra è piena; qnando la distensione dell'uretra è sufficiente, si ritira il dito ed Il liquido scorre immediatamente, ~i ripete roperazione .;ino a che ht lavatura è completa. 11 )Jaiorrhi ( l), d ireuore dell.1 clinica dermosiOiopatica di Bologna, ).!iudicando che questi metodi n'irrigare l'uretm wert'.è una cannula semplice non potevano dare una lavanda aoti5ettica continua e delicata P perciò non erano applicahili nei ~i di blenoJ ragia acutissima fece ricorso all' irrigazione a doppia corrent-e e a tale scopo pensò a costruire una cannula colln quale si potesse ottenere il rinnovamento continuo 1lel liquido dentro l'm·etra necessitiL questa assoluta pel huon ri$u(talo della t•ura e che solo ciò in parte era possiùile nw·r~i colle cannule precedentemente descritte ritirando o~ni t.tnto 1.1 cannula dal meato uretrale. infatti pe1·chè ti liquido dte si u.;a per l'iniezione pos~a maoife:;tare le sue proprietà antibatteriche è necessario che non ''eoga io alcun modo :dterato quindi è ind1spensabile che sia di frequente l"inno>ato. poichèla sua dimora a lungo in presenza di so stanzeorgani ch1~ o di proùolli di M'erezione ne modtlh:a le 'loalità terapeotidte; et>~i ad e'empio: ~e usando il permanganato di potassio se ne mietta una cinta tJnantilà .nell'uretra e lo si lascia dentro per podti ~e~ondi, dopo se si fa orin<lre l'ammalalo il liquido emes~o imece di essere di un bel colore Tioletto 1'• .:ri~io I'O:'S:lslrO ::>porco rl che \ UOI Ùl1'6 che il permanganato si i!. 10 pre"e~nzn di sostanze 01·~anid1e. trasformato in ma n. ,.;auato t pero,.si•lo di manl?anese. quind t ht 'Ua az!one paras -

UJ l'ullclinicll. • Lo~. eit.


1038

l.\ CURA \IOJIERU DELLA BLEXORRAGI~

siticida si è in lH·eve e:<aurit.t e il medic-amento st è cvnvertilo in sostanz t pressochè inerte (l). La cannula a doppia .-orrente ideata dal prof. Maiorchi cosi viene descritla dall' :tutore (~): f~ di cristallo, ha una li~ora ad \: ;. costituita da due tubi saldati :tssieme per due terzi e pii• dell:t loro lunghezza e mentre nel terzo superiore si biforcano in forma di \ ad an~olo pii.t o meno ncnto, nell'ewemilil inferiore vanno uniti a terminare in un heccnccio or.t soltile e di varia lun)!hezza, ora conico con rigonfiamento olivare o piriforme per adat· tarlo alle diverse dimensioni del meato ur·etrale. \1 isura in lun~hezza dal punto O\"e si ltiforca :11 heccuccio CÀJtu/n doppi;) di n"Jolt;/!o centimetri 9,o:; a l O e an ~rossezza per lu lf'lwi.ro o d~p,. COI'rtlll~ dt/f' OJtt,.. 1~ millimetri. O~nuna delle due bi rior< tkl Pro{. M<N<>Uh rorcazioni misura centimetri \.,03. La cannula viene innt>:>lata al tubo di gomma di un irri~atore per una delle due biforcazioni che può essere o l'una o l'altra e quest:t co~titoi ce la corrente d'afllusso o d'ammi,.sione, l'altra biforcazione invece o si lascia libera oHero ,j inoe~ta ad un altro tubo pur esso di gommà che ·v!! a pe.•care io un recipiente e que·to coslitui~ce la via di deOusso. L'applicazione delh1 cannula per la sua facilità~ può e:;,...ere fatta dal paziente ~Le::so, il quale mentre colla ~ ano destra -#rtlrtJ

(i) liAnçcco. - Op. c!L. (t • Pùllclinico, tl!9~. pag. 20i.


LA Cl' R.\ M:OOER~A DELI. \ RLE"ORIIAr.U.

1039

l'introduce nel meato uretrale pel suo beccuccto tenendorela fissa , colla sinistra sorregge l'asta in direzione della cunnula stessa. Allora. aperto il rubinello. il liquido scendendo pel tuLo d'aftlusso penetra nel tratto nnteriore dell'uretr.t e trovando un ostacolo ad noa maggiore penetrazione (verso il bulbo) torna indietro ed esce per la 'ia rli minore re-.i~tenza cioe dall'altro tuho della cannula per modo che ;;i viene a stabilire una doppia corrente di alllusso e di denusso da cui si ha la la\"aoda completa della parte malata. Che con questa cannula :"i ottenga: 1o che il liqnido iniettato per il meato penetri 'eramente entro l'uretra e la per~orra tutta fino al bulbo: ?• che il li•ruido penetrato si rinnovelli rontinuamente e si ottenga cosi nna "Vera e completa lavlltura dell'uretra: ce lo ha provato al llaioccht ste-.$0 con esperimenti 'ul vivo e ,.ul ead:were. Poco dopo il \ angbelli. nssistenle alla clinica dermO -$ÌIil(•patica tli Panna ha falto costruire una ca nnula di \'etro a doppi~ corrente cbe co~• e·so ~tes·o descrire ( 1): l a cannula il di vetro e formata di due pezzi riuniti fl'a ltli'O d.1 un ~ro~~o tulm di gomma rossa la cui ela... ticita loo.!itndinale Yiene Ult!Ì7.Zata per l'apertura e chiusura della rorrenle. 11 pr·imo pezzo fi un toho di vetro dirillo operto aU' estremità de-.tinata a riunirsi al tubo dell' irri~atore. rhius1 d~ll' altra da un piccolo tappo t'Otondo òi gomma ed :n·ente da un lnto un'apertura pel passaggio della corrente. li ~eCùndu pezzo i• un tubo piti lar~o dentro ·1 •JH<lle entra il primo ed e slrou.ato e pie~alo verso In sua metil. :\ella sua porte fallo n. campana penetra l'estrem itit

(t) lll{ormu mtdirll, t S9$. pag. 41i .


J 010

l•.o\ CURA MOOER:O.A D!LI.A :BLENO!l.R.o\GlA.

del primo pezzo munita di tappo, il •Jnale. cosi. ne ollula il lume premendo deltolmente contro la strozzatura di es~o per "' lorza eJa ... ti~a dd tubo di gomma ro~"a. mes . .o leggermente stir.ltO. 1." ~.llra pane fallll :\ he~..:u.:d~ e •composta Ji liuP. tuhi ono dentro l'altro saldati in ...ieme, ma di calibro mollo differente. L'interno che serre 11er la corrente di nfllussCl tet·mioa < con una piecol:l opertor<l, l'e~terno che :;erve per' il rellni\:'O termina naturalmente con un foro più granàe ed è fo~ginto nel modo migliore per penetrare di alcuni millimetri nelJ'n retra. li tubo esterno o di reflusso ha un heccu~cio al I(IUtle si adalla A O<n"'ul~ o doppia t:Orrtnft p irrig~i arttrali. è<l un tubo tli fOJ.(D:ttura più o meno [)otJ. G. l"cagluUi. B Sa~ lo,;gi!ud.Wù.t <l<ll4 rungo secondo l'occorrenza e sen-e ea..-14·~ tanto a di ligere lo scarico durame le irri~azioni anteriot i •1uanto a regolare la minzione (preYin chiu,ura 1lella éorrente) durante le irrigazioni posteriori o totali. L t corrtlnte re,;t.\ continuamente chiosa. e non :-i :~pre se non •1uando, impu~n:~ta la cannula si spinge in 1lnnti uno o due millimets i il pezzo anteriore per mezz~ del pollice ed indire della mano de~lra; ~~ando questa pressione la corrente viene richiusa nutornaticamenle. Questa rannula Ì' molto i n ~egno$a e r.on essa si dl3ve ese · guire a mernviJ.:Iia la lavatura detrm·etra, ma fino;·a mant;ano e::;pcrienze in proposito, ad ogni modo offre notevoli vantaggi come la grandissima taciliti1 di apertura e chin-


1 \ CUBA Il lDEit'"A DELB BI EXORII,Gl\

IHll

, 11111 11nmedi.1ta della corrente, la po~sihilrtà di pronto ricaml!io. :;montatura e disinfezione e che può essere C()rn ~ pletumente manP.g!!iata con una mano sola ·~ou h.t mas--ima nettezza per l'operar ore. tJhimamenle il Barucco di Boln)!na. hn costruili> una ;.irin}!il molto giadizi(lsa ( l) elle olTre due correnti di :Jftlu-c:o ed nna di cletlasso e perciò denomin:ua n trivli··'· Wrri'Oie e t•he dere servire per la l:lYalura ~Oil­ t~mporanen clell'nrP.Ira. anteriore. po;;leriore e dPJia ve$tica urinaria. t,JueE-t.a ~iringa, quantunque abbia r incorn enien:e di dover e~~ere introdotta in v~:>cica e 'luindi ,;ia cansa di dolore wh·oha molto 'Ì''o all'infermo. pure credo -;ia di grancle utilit;\ dovendosi con essa ottenere una l<lvaturn ffi(Jito perfetta specialmente del!" ur·etra posteriore e della ;e..;cic.t l'antore in appo:)ita puiJhlicnzione ( l} co::i la rlescr·ive: È una sirin:ra che ha rappareuza e-.terna di un,. :';l'in,:a a dupp:a corrente c·omnne e piu precisamente del p-.icroforo c) <onda refrigerante del Win ternitz ad eccezioni' di nn 1hwnrìameoto elle offre subito al de sopra della curratur;• clal lato convesso e di dieci fori lun,;o la ca nnula. dei quali tre inferiormente sulla meile;;ima l'oea al terzo super••Jr~ della curvatura, tre io corrispondenza del rigonfiamento anche ·ulla mede~ima linea e t]ualtro n 5:pirale lungo il 11-nllcJ retto della siri oga. Essa pre·ema tre apPrture. due snperiori A-~1 ed una inferiore B ed ha una. ltm~rhezza "' di :10 cm .. dt!i quali 6 cm ...ono dali dalle due hrnncl1e

t • l modtrnl criteri s~tenlì(r<i n t/la cura l•>calt d ei pruuu1 blttiOrrii!Jid

ru. - liolo:;na, 189,, l'li


l Ot.~

L.\ C:UltA lfOHERH DEI.I.A BLE~ORBÀGU.

fino ali<~ loro tnforcazione. l i dal l ratto retto un souo la sporJ,renza e i dalla parte eu r' a. la s1rint-:a internamente i• divi5a da due camen", camera ... uperiore ed inferiore, ;;epnrate da un diaframma subito al dt<;opra del ri~onlia m ento: la ~n· per iore è .;eparat~ da nna ,;olt1le cannula cne sbocca nel1.1 camt?ra inreriore. e tJOe5ta i· :Htrave1-sata da altra sottile caonuh che sbocca nella camera soperioie, di modo che la camera superiore e la in· reriore sono alfauo separate e ( indipendenti l'una dAII'nllra. \ L' istromento si applica come per penetrare in vescica, fermandosi quando una forte resi:'tenza ci avverte che il rigonfi:uneoto della caonuflt l.· arrivato contru il bulbo, allora la parte r.urva corrisponderti all' uretra po<>teriore, il rigonfiamento al hnlbo SiriJÌg!l o tripla ((Jrrffl.tt' e la partt> retta della sirinj.!a nl.U! J»tt. s. l!<>~ ruretra anteriore. ln 'fue ... te condizioni il liquido iniettato dal pumo A sbocca nella camer:o. inferiore ed esce in parte dai :~ fori del ri~onfiamento. in p;trte dai tre fori della porzione cuna. li liquido rhe e-.ce dai Ire fori del rigonfiamento entra nell;:~ parle bulbo:.a dell' 111·etra anteriore, cui esso corrisponde, e non potendo passare nella porzione memhranacea in \'irtìt del comprrsxur l/l'l'trai' contralto C è cosu·etlo ~~


LA CURA JIODBRU DEI,L\ BlJ~OKUGIA

t 0~3

·rt::-alire per l'uretra anter1ore scorrendo tra la mucosa e J,l parete esterna della sirio~a. Lno~o il suo corso incontra · •1uauro fori disposti a Ji,·ersn ahezza in ordine spimle. penetr·a per essi nella camera superiore e si versa liberamente all'esterno per l'apertura M. Un' altn-. parte del liquido iniettato per l'apertura A è penetrato nella camera inferiore, esce invece dai tre fori inferiori della porzione curfa la quaJe ~iace nell'oretra posteriore. Il liquido che qui penetra non potendo passare nell'uretra anteriore per la forte contrazione del compre~sot partis membranarPe i> co~treuo, scorrendo Lrn la parete della mnco. a uretrale e quella e.terna della porzione curva della siringa, a pas~are in ve~cica. TI liquido ra~olto in certa quantità in vesricn in virliL della sua pressione rinforzata dalla contrazione tonica del detrusore è obbli~ato a passare per f aperto m B lun~o la cannula ~ouile inferiore della camel-a "uperiore rleUa sirinjta, donde in unione all'altro li· <ptido prnvenienl~ d; tr nrt>tra anteriore ~i versa all'esterno per l'apertura -'1. Come facilmente ·i comprende dalla fatta descrizione, fnso di •1nesta siringa non è indicnto anzi é controiodicnlo nei casi di Ul'etrite anteriore mentre deve dnre vant aggi con· :'iderevoli nelle uretriti totali o posteriori e nelle cistiti. J[o voluto portare per esteso la descrizione anche di queste due ultime cannule perchè presentate al Xl congre~so medico mternazionale furono accolte molto faYorMolmente nella sezione dr dermosililopatia e credo debbano riuscrr& a'-":Ji utili nelle dh·erse applicazioni pratiche.

l


•l 044

LA CUrtA llODER~A DEl.LA BLBSORRAGIA

Liquido pe~ lavaggio.

Cartis (l) Bre,\er {~) e Krause (3) raccontano d'aver ottenuti splendidi risult.ali dalle luvature con gt·andi quaotrtà (2 o 3 litri) d'acqua calda eiP.vando ~radatameote la tempe· ratur.t. HaJstead. Vander Proel O·L Oiday (5). O~snos (6} e .Kcpp (i), h&nno usato soluzioni di sublimato corrosivo a una dose varin tra 1/ iJOOOO a '/i.OO<l· ~eisser (8) preferisce il nitrato d'a r~ento in soluzioni ';..,l00·'/ 2\!0(t, Jadasshon (9) ha ottenuto vantaggi assa1 considerevoli dall'uso dell' itLiolo in soluzione acquosa all' 1/,oo, vantaggi che sono stati anche ultimamente confermati dal Colombini (IO) che l'ha usato per comunicr~zioni; e .Barucco ( Il) riferisce d'a\"er ottenuto risultati assai soddisfacenti coll'acqua di anilina preparata secondo insegna _la tecnica microscopica per la colorazione dei batteri. Lo .ranel ( l~) in parecchie pubblicazioni ha vantato gli

Il) .1/.:dical Ruurd, ~m. aprile. ·~) Jou..rnal o{ cul4tteout att4 genìto-uriMrg àisea-su, iS8:".

3) .1/ìiltelumer mt/li(i111$ùae Wochen$c11ri{t, 1&.!0, pag. l~. 11 Jltdltal lltcord, 188&.

• t5J Lyol• médical, f884. (IIJ Ga::;. méJ. IU Parl$. 189:!. (i l .lfiirtc1ww· m ed. lVocll. tli90. 18} Co11grél Ile ritnne, t89t. (9) n eut&càe fltedlc. '\Yocll.tiiS. l89~. - :ç_ ~-29. ({0) Commtntario clìn~o del!f malattie eulanee e. genito urinarie, -

1893,

Iasc. 5-&-7. (Il) s.u.uoco. - Op. CIL. (l:!) Ann. dtUt mal. degli org. geni!crur., 1.89i -o Simaine méà., fS!14,

H janVier.


1..\

(:[IU. 'lOOEB'\A DELLA BLE~ORBAGIA

104!)

utllmi effetti del perman$!anatQ di potas5a e dc po dt e,~o t o hanrro osato il Balzer ( l), il Uelarocht' (21) ed ultima-

mente il 1\l ante~za (3) nella cl10ka dermosilìlopntu:a di Firenze e tolti con eccellenti risultati. l'Aibert Te~oo (i) che l'ha usato nella cura delle ortalmie blenorragiche ne "anta le proprietà nnti~onococchtche e lo Srhmied-Rimpler (5) nlTerma che il pus blenorrn~il'o perde le sue proprietà infetti le oelr<•cchio con una soluzione 1 "'• di permanganato potassico e per· ultimo il Ti'teron (6) in qunllro ca!'i di endometrite blenorragica ha sperimentato le lavande uterine con 500· 1000 :zr· di soluzione al perman · gannto 1 1ooo-' ;;00 ed ha ottenuto in brev-e la scomparsa completa del gonococco. Ed ora in seguito :~i brillanti risultati ollennti da tanti autorM·oli esperimentator1 il pennangannto di potassio è u.-ato in ,.a!:ti,sima !H.'ala nel trnuameoto della fa:>e ;!ODtlcoc('hica della blenorragia. Serondo lo .Janet ~·7) il perman~nnato di potnssa non :~:ri­ ~ce per la sna azio-ne puramenttl an~iseHicn che specialmente <tlle do ..i usate i.• ass:11 piccola. ma :-iboene per una renziooe ~•e rM:I che determina so tolto lo ~pe sore della muco;:a urelnlle ;endendola edematosa. Qoe~ta reazione caralleri·tira del perman~anato. congiunta all' ahbondanre essudazione tli siero!òità e di !òecrezione ~laodnlal'e di coi t- sede tutta la mu ·u-..'l dell'nrelra. o--tac.oln lo ~"ilnppo d~l gonococco indu-

('fl. rit. Id. itl. (3/ Spn-imntlale, firenze, 189~ . (il l ··~Il. à'opMalmogit. t893, ottot.re. {:tJ B«RSATztr. t> Voun. - .lfmwafe dì •matena med&ea. (6) Riforma mt<ltca - ll)c. cit. ·7) S.;maine mhliçale - loc cit. (l) 01UR0t.;IIE -

W

l


HHt;

u. CI1RA l~ODER'A DEI.U Bu~ollR.\Ga

rendo modi6cazioni profonde nel suo mezzo di coltura mentre elle l'edema provo~tovi seml•ra dar luoxo ad una '\era e propria distruzione dei gonococchi anche profoodam&rlle situati. l risultati ollenuti dai diver~i osser·valori colla lavatura ai perman~anaLO di potassa, sono stati as~ai soddisfacenti. Ralzer· {1), usando l'otturatore del meato di Lavan,, sopra venti casi di blenorragia acuta, l:) che datavano da l l o giorni j.luarirono io 16 giorni: e :; da IO a 15 )!ioroi ~oa­ rirono in 15 giorni. Ropra l O casi di blenorragie ~ub-acute, 6 guarirono in meno di l O giorni, e .i. in Il giorni, e sopra l casi di blenorragie croniche. 6 .;he datavano da "2 a () me~i guarirono in l O :;riorni, una che datava da 6 ann1 guarì in tre giorni. .Janet (j) sopra ;.o casi ha ottenuto :li successi i quali comprendono 7 uretriti anteriori che datavano da 7 giorni a 8 anni, J'uretra fu disinfettata in • a i lavaggi; :30 uretriti totali di cui 3 acutissime disinfettata l'uretra in 8 lavaggi dopo un mese e cinque giorni di trattamento antiflogistico; '- acute di cui una con orclli te e cistite disinfettale in 8 n Il lavaggi dopo 8 n l 5 giorni di trattamento antiflogistico; 16 sub· ncute disinfettate in 4. a 9 lavaggi e 8 croniche datanti da 5 a U. anni disinfettate in 8 a l O lavaggi. ~ei tre casi di insuccesso $i trattava. in uno di una infezione j{Onococcbica della vescica che continnamente reinfeuava l'uretra; nel ?"di un ind1vidoo affetto da ipospadia

a

(l) DEL..IIIOCBE -

op. Cit., pag. 50.

t~} Sèmaine mèd.icale -

3 t893.


L.\ t;UIU 'IIODER:\.\ DELU 01..8\0Ril \GU

l 0 }7

col meato irregol~rissimo e difficile a di rofeuare; nel ;J•. do,endo l'ammalato abbandonare presto Pari;!i, la cura fu attirala troppo e sopra~giuoo;o un'epididinlle per la quale non potè ottenersi la guarigione prima che il malato abbandonasse la città. Delat·oche (f ), sopra 1O malilli di blenorragia acuta; in :l t:he d;tta\"ano da l a ~ giorni. ha ouenuto la disinfetione clell'urelra io un tempo vario tra i e IO giorni e 1.1 I!H ~n,.:ione Ira 8 e 13: io i- .:asi che data,·aoo da 8-16 ~iorni ha visto scomparire il gonoeocco, in un tempo variu fra :J e l~ giorni ed oueonta la ~uari;?iooe tra 6 e l:.; giorni: nell'W caso che dataça da :} giorni dopo !6 giorni tli lavatura, l'ut·eLra non em disinfellnla; rnn si trattava di un indinduo con un meato mollo stretto e che per di più ::.i pre.;Lava ma le nl trattamento curativo; nel 9° caso che d,llaVa da t:J giorni, dopo 2f giorni di laVature persisteva il gonococeo. e ,;i trallan di un mnlaLo eh('! faceva la cura irregolare ioterrompen•lola e riprendendola più volle. •~el 111° ~!he datava da R ~iuroi l'ammalato abhandonil la cura dopo 6 giGrni senza essere ~uari to. In r}uatlro ··asi di blenorragia ~uh-acnl.il. in tre che da· ta\.tno d.t 1 me.:e a l mese e mezzo il gonocott!O è scompar,o dopo :3 a l l giorni di cura e J.t guarigione fu ottenuta dopo IIH 7 gior·ni~ nel 4- 0 caso l'ammalato abbantllJnò la crfra al :.;• giorno -.enza essere )toarilo. Sopm X casi di blenorragia ~ronica in ;; che datavano Ja ~ mc~i e mezzo a tre jJ J,tooococco ~ ~romparso àopo ~ .t ~o !-!lOro i d i cura e la guarigione :.i ;. a mta dopo 1o a 2!l :giorni.

Il) DCI.Aftii<.IIP.. -

ù~•. cit., pag. 51.


l 04-8

LA CL"llA •oDER:H DELU lli.E~ORtL\~1.\

l o tre casi che datava nn da 8 mesi a t anno l'nn~ tr-a era disinfettata dopo ;{ a 'IO giorni e ~uarita dopo 4 e 1'2 .

••• Convinto della razionalitit del melodo di cura proposto l1o voluto io ~tess9 esperimentarlo ~opra parecchi ammalati. sciegliendo come liquido di lavaggio ~oluzioni acquose di perman~anato di potassio diversamente titolate e come strumento la cannula del .\1aiocchi, che per la sua semplìcità. economia e facile disinfezione si prestava megl io ad un primo studio sull 'ar~om ento.

••todo di oura .

Pt·ima ùi m~uere in auo qualunque trattamento. d(lbbiamo l\empr~ assicurarci se fa blenorragia è o no prodotta dal gOUOGOCCO. A tale quesito risponde il microscopio, se però il niicrobo è raro, un primo esame sp63So riesce ne~ativo. allora si ricorrerà alla reazione del nitrato d'argento. IJuesta consiste nel fare una lavatura ureLrale con circa mezzo litro di una soluzione acquosa 'l,ooo di nitrato .i'argeoto, la quale per l'irritazione ct.e provoca, determina la rapida com- • pat·sa del g~nocor.co se questo fol'se latente. ~e esso inve~e è dissimulato nel mezzo di un'ahbondante infezione mista si userà una lavatura di sul.llimato corrosi \'O 'l.oooo la quale farà sparire le infezioni secQndarie e renderà ma= nifesla la presenza del gonococco. Causando tali pro\'6 dolore assai vi>o ai malati, Dela-


L.\ CUU lfODBR:fA Dr.LLA BLL"'O.RRAGU

Hl~{!

roehe ( 1) preferisce consigliare loro di her·e alla sera qualche bicchiere di birra per far comparire al mattino un le,z:ero ~colo e con esso la ripulhllazione del gonococco. In secondo luogo, cerchiam•> di limitare l'e'tensione della malattia o in allri termini cerchiamo di diagnosticare 5:e si tratti di uretrite anteriore o posteriore e qui ricorriamo ,olom ieri alla prova di Thomr.:on o dei dur bicchieri. Si consi;.!lia al malato di non urmare per qualche ora prima ddl'esame e poi si fa orinare io due bicchieri. Il bicchiere S. 1 contiene l'urina che ha lavato l'uretr.t ed ha portato con st:· tuue le secrezioni accumulate luol(o le pareti del canale e quindi deve es~ ere torbida. Il bicchiere ~. i contiene l'urina cbe ba attraver·sato l'uretra {.{ià pnlita per cui deve esser chiara ~e ::;1 lralta di t1retl"ite nnteriore. Se la malallia invece ba invaso anche l'urerra PO'lt'rior~. allora l'urina emes"a nel ~ bicchiere è por t''':l torhiJa ed essendo che. come lo banno dnnostrato lt' e~perieoze tlel Dirla~. del Casper. dello .Jsmin e del Finger. i liquidi che si tro,·aoo ncll 'oretra posteriore. possono pa"· sare indietro nella ,·escìca ma non in avanti perchè trovano 11stacolo nelln muscola tura della porzione meml!ranen. cosi l'intorbidamento dell'unna deve es~ere prodotto dal materiale di secrezione che dall'uretra posteriore è colato in vescica. f)oindi in caso di urelrile posteriore, l'uretrit.e del 1" bic· rhiere sarà torbida, c1uella del ?0 bicchiere sarà por e:-:.a torbida ma un po ' meno. Tale intorlJidamento è costante al multino, ma non lo

(Il DELA~He. -

{)p. cit.


LA. ..:URA JIODER:iA O.ELLA BLENORRAGI.~

è .:empre nelle allre ore del giorno ad eccezione della forma acotissJma nella quale l'iotorbidamento è continuo. La ragione per la IJnale nelle forme acule; sub-ncute e croniche la seconda porzione dell'oriua è ~pesso chiara, ::.eco odo il Barocco (l) sia in ciò che essendo assai frequenti durante il giorno le emissioni di urina in cau:'a del teuesmo: . la pircola quantità di pus che si rn:cco~lie nell'uretra non ha tempo di passare in vescica e l'urin.t in questa contenuta non viene intorbidata. ()oesto fatto di aver la ~· urina ora chiara ora intor•I.Jidata nel corso del giorno. rimanendo costante l'intorbidameoto nel mattino, ù uno dei sintomi più caratteristici rlell'uretl'ite posteriore e ci ~erve come elemento prezioso di dial-5nosi nel differenziamento dell'uretrite posteriore dall'uretro-cistite e dalla cistite, nelle quali, producendosi il pns nella ,tes a vescica non si potrà mai avere la seconàa urina ch iara. Stabilita la specilicil}t dell'ur·etrite, diagnosticata l'estensione del pro~es ·o, ·'i n:·omincia subito la lavatura col permanganato a meno che non si tratti di casi iperacntissimi nei quali si fa prima precedere un trattamento antìtlogitico e non ~ono da considerarsi controindicazioni nt! lo scolo troppo allhondante, nè la complicazione di una ci~tite o di una orehite a meno che non siano nello ~talo di loro mag~iore acutezza. Sr farit la l.lVaLura della sola uretra anteriore se l'uretrite ~ anteriore, delle due uretre se è posteriore o totale, •1uantunque comt> niTerma giustamente il Delaroche {2) non

l) BAlli!Cto. -

Op. cit., 11ap t9.

l'l DBLAl\OCI!S. -

Op. cit.


l.\ CURA XODER:'\., OEI.t \ BLE'\ORRAI,JA

,.j corra ~rao

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pericolo a Ja,·are anche l'ureLra po:;teriore

~" J'ureuite ~ 5olo anteriore, perchè il lavaggio di tulla

l'uretra i• preceduto dalla minzione e quello della porzione po•leriore è preceduto dali<~ lavatura dell'anteriore e poi anche .. e le ~ecrezion i della p rima porzione dell'uretra fossero :;o<:pinte rìoo veriiO la vescica, esse :;ono frammiste a tale e tanta qonnhiir di liquido anti:::ellico e vi dimorano per ~o·i poco tempo che non sarebbero affatto temibili. ~i· prima. nè durante la cura è nece·sario usare meJh~amPDii inlerni percbè inutili ~~e, ·ser · ni· somministrare t.ica1 honato di soda percbè nociro (Finger l infalli, a)calinl7.t<llltlo le urine favorisce lo sviluppo del gonococco e precipita i fo~fati <;he incagliano l' uretra rendendo così malagevole l'esame delle orine. g miglior consiglio fuso dei bagni prolun~ati (.lanet) lJililllÒo l;t reazione permangaoica è troppo violenta cosi pure i~ rP~ime alimentare abiLuale.

Apparecc:blo p er la l avatura.

finf,!er $-Ì serviva di un recipiente cili ndrico :n'cote la l.'apacità d1 :)00 eme. monito superiormenle di un stantutro, nH I!Ui pi.tuo gr-a"itano pe3i d1versi (3 a 15 l.g. ) inferiormente di nu tubo di gomma il quale termina c6o una ··anoula li punta piriforme per adanarl<~ :~1 meato urelrale . c\perh> il rubinetto della cannula già imme~sa nel meato, i pe,i gravitano · olio stantuffo. ~pingono il liquido entro ii '''ho e da questa entro l'uretra con forza varia ma ~empre in ragione del loro numero. t:on ')n~Lo :lpparecchio, la forza viene graduata esaLta·


f 05?

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Cl.'RA. lfODKR~A DELLA BI.E~OitUGIA

meate secondo che trallasj di urelrrte clCilta, snb-acuta o cronica, ma non è molto comodo nell'eserciziO pratico . .Tanet :lil'ospedale Necker {l) usa un apparecchio elle comprende: l o un mezzo elevatore capace d'innalzare un recipiente ad nn metro e 50 cm. al disopra del piano immaginario cbe passa per la Yerga dell'ammalato: un recipiente qualsiasi ed un sifone di caoutcbouc con. rubinetto e cannllla. t'upparecchio elevatore consiste in una mensola fi::sata ad una catena che striscia soprn una colonna. sulla qua le sono segnate d i ·l O io 1O cm. le di ver,;e altezze fino :l due metri. Tirando la catena come una corda a pesi degli amichi orologi a pendolo. si riesca a stabilire la mensola all'altezza che si desidera . Sulla mensola sj posa il recipiente conlenenle la soluzione di permanganato di polassa pal'imente tilolalo secondo il .giorno di appìicazione. 2° Un sifone che comprende una ùranca corLa limitata da una c.annula dt vetro a form:'l ài \ ed ona hranca lunga di m. ~.50 sopra In quale si trova sitoalo un mbinetto di cnoutchou indurito 11 30 cm . dalla sua es~re­ milft inferiore. 3" La ca nnul a speciale ideat.'\ dall'autore e che lw precedentemente descritto. Alcuni usano un comune enteroclisma Cnntan i inlisso nel muro nll'nltezza di m. l :,;o ma non è comodò perchè per l'iempirlo bisogna continuamente salire sopra una ~eilia. Io per avere un apparecchio semplice e nello slesso tempro comodo e praLico bo fatto tl$sare nel muro all'altezza dì m. 2.50 dal suolo, un ritlo di ferro che sporge da11a pa-

,. CII (;uuNO. - C.i>uis(Jond. da Parigi. Riforma <medica, 3nno 489~. png. 666.


L.\ CURA llO.DEG.'\.\ OELI.' BJ.E:.:'iORRAGIA

1115~

rete per ~ir~<l z5 cm. Termin~ in un J?ancio al. quale Ì' a~­ ta~~ata una carrucola che sosllene per rne1.zo dt una funt'ella un comune enteroclisma della capaCIIà di z litri. Tirando ed allentando la funicella sr porta l'enterocJi<;ma aù alte 7.ze diverse che sono segnate da una scala apposita dipinta lun~o la parete. Al recipiente dt vetro è unito un tul1o di gomma lungo ~ metri nel lJUale ~i trova situato un rubinello di caoutdaonc indurito a circa 30 cm. dalla sna estremità inferiore o\"e ,; innesta la cannula . .·Wt.:.:a. -l'el lava~gio dell'uretra anteriore ho .;.itu:tto !"apparecchio ad un 'altezza varia tra metri O, i 5 e 1.00; pel l;naggio dell'oretra posteriore a metri l ,50-.2,00. Uq~tido. -Come liquido per lavaggio ho usato sol nr.ioni \ariamente titolate di permangonato di potassa. lJo:>i. - Lna deiJe difficolt(t ma~giori di questo metodo .-uratho .~ rapplicazione giu'>la ai singoli casi della do~e I'On\"enitmte. .Janel usa tre soluzioni, l p. 4000 l p. 1000, l !J· l 000, raramente l p. 300. 'laior.chi nei casi acuti usa una soluzione l p. .i-000, ma trovata la tolleranza ele,·a la •lo'e sino a l ' ,- f p. l 000. E:.wali dosi ha usato il 'l aote,.;azza nella clinic.1 di Firenze. lo generalmen~e ho usato la •lose rii l p. i-00() quando la muco.;a del meato è rossn tumef.rtta, la secrezione abbondante e l'ammalato prova dolori abbastanza vivi nell'orinare. Sono andalo man mano ··resceodo la dose non oltrepassando però mai quella di l p. l 000. Quando però la tolleranza è manifesta è meglio a:.l.'endere rapidamente all'ultima do'>e di f p. l 000 colla quale 'i Gtteogono i migliori ,-anl:tggi. Lo spazio di tempo dte deve correre tra nna lamtora è un'altra sarà di 1z or·e nei casi acuti in cui sì Yoglia tentare un trattamento qnnsi ahorli vo~ e di 24 ore negli ~Itri casi. Jo generale i lavaggi


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LA Cl' R.\ l!OOER'\.\ OELU BI.E'\081\AGlA

saranno tuntu più rrequenti quanto più acuta è la bl~morra­ ~ia e in ogni raso senza alcuna interruzione, la IJUale condizione t! a"solurameme indrspeosal•ile al ba.on esito della cura. Tempautum. - Ah:uni autori consigliano liquidi tiepidi (Oelorme), altri temperatura molto più elevata (Curtis). però J a n~t e Neisser li usarono alla temperatura ambiente e in vel'ità. io stesso non ho potuto conoscere la necessilìt di portare i liquidi ad una ~emperatura maggiore di quella dell'ambiente perchè non ho mai riscontrato neppure la più lieve intolleranza da parte dei pa1.ie!lti. f)uantilò . lo ho usato generalmente una quantità di liquido non superiore ad un litro per ogni lavatura, alcunì ilutori consiglin•·ono quantità molto maggiori (2-3 litri). H tempo impiegato nella lavatura varia fra i 3-5 minuti.

Teollloa della lavatura.

..\ ll'nmmalato. il quale sarà stato almeno due ore senza orinare. si ordina di emettere l'orina e poi si dispone pt>r la lavatura. Posi.~ion' tltl malato. L'ammalato può essere in leuo specialmente se è pusillanime percile meno racilmente s.trà preso da deliquio. Può mettersi l>eduto sopra il hcmio di una sedia a schienale inclinato, infine può rimnnt>re io piedi. Jo generalmente prererisc_o quest' ultima posizione: racc~ rimanere il paziente m piedi , po~giato contro un tavolo colTe gnmbe leggt>rmente divaricatt>, e solo due volte ho dovuto sospendere la lavatura e far coricare l'ammarato perctu> f11


L! CURA •ODERNA DELT.A BL.E"'OIU\Ar.IA

1(1:):)

preso da deliquio che in tutti e due i casi fu però di hre' i~:-ima durata . L'ammalato stesso potrebbe rarsi la lavatura. ma ~ mi~lior co:>a ven~a ese~ila dal medico. La cannula, immersa in una soluzione antisettica, viene tolta e i noe~tnta al tuoo di J!Omma dell'irrigatore per una hranca qualsi:l$1 e tenuta ferma col pollice e coll'indice della mano destra immediaLamente al di sopra del punto in cui ii i nne~ta al tubo in modo da poter esercitare l~gere pressioni ~ul tubo stesso e poter co~i interrompere momentaneamente la corrente IJUando si crede necessario senza ricorrere alla chiusura tlel rubinetto situato all' estremit;'t libera del tubo dell'irrigatore. Col pollice e coll' indice della mano sinistra si tiene il glar.de dell'ammalllto in modo da non MPrcitarP '"'1'nna 1l1't'.~­ sionP ...u l canalr uretrale e di nwntmi'TP hm te.vrl la t'l'rga. Se il liquido stenta ad entrare si chiude pel primo momento il foro d'uscita della cannula. se penetra con troppa ,·iolen7.a e l'ammalato accusa sofferenze troppo vive 'i !llrin~e moderatamente il mbo di affios.so. l ncominctala In lal'atut-a, si pror.ede senUl ioterruzìon& ;;ino alla linee dura p-enernlmente 3 1> ~ minuti. f.)uando si fa la lavatura defl'nretra po$Leriore è utile la~ciare in vescica rultima parte del liquido iniettato come con siglin il Oelaroche (~ ) poichè il ,·ero sfintere uretrale della n~t'cica e sendo la porzione membranu:'a dell'uretra ((;u~on) l'urina a ciascun bisogno di orinare penetra nell'nretra po . ..:eriore per e.:;sere poi risospjnta io ha so quando il bi ·o;.:no non f> sul•ito soddisfatto. Cosi se si lascia una certa quantità 1li liquido anti~eLtìco io vescica esso viene a quando a quando


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LA CC~U MODER.\A DILLA BLE~ORRAGlA

,..pinto nell'uretra posteriore €' poi rhospmto io has::o e la sua azione terapeutica e ~.:osi prolun)!ata sino alla primn minzione. La lavatura nei casi ncuti viene fatta alle 8 del mattino ed alle 5 di sera nei casi comuni ::olo alle 8 del mattino. Il numero delle lavature neces:;:nie e diverso nei si.ngoh ra!ii ~~·neralmente l 0- 12 lavature ·ono sullìcienti, altre volle oe occorse un numero maggiore (30-40). Jn ogni cnso però la ri:>posta spella sempre al micro,;copio. Quando in npetut• e,-ami non si nscoutrano gonococchi si se~oita ancora per •Jnalcbe ~ioroo a Lire le lavature e poi si tenta la prCI' a del nitrato d'argento o della birra e se anche que~te riescono negative solo allora si può dichiarare con sicurezza l'ammalato guatito e lll blenorragia specilìca terminata. ~pe~se YOile resa sterile l'oretra, pershìte ancora un poco lli s•~olo allora ci troviamo di fronte al periodo postspecilìco ÙJ .laoet nel quale aueccbiscono facilmente le infezioni !->6 • coodarie. "i trana di una Sl!crezione il più spesso mucosa IUa talora anche pnrulenta, chimieamente asettic~ piit o 111eoo abbondante, dovuta alle lesioni anatomiche che il gonococco ha prodoLto nel suo pa:'sa:zgio (.Janel) (1). In (Juesti ra~i si ricorre alle comuni iniezioni astrinJ,!:enti e tra queste preferisco quelle faue con soluzioni all' 1-z p. 100 di alum- • nolo che ono nello ste5so tempo amingenti ed amiselliche'(t) oppure si fanno Ja,·aLore condeholt soluzioni di nitrato d'argento l p. 2000- 1 p 500 o di solfato di zinco l p. l 000 o di sublimato corrosh·o l p. 2000 o se si tro"a l'azione di altri germi infettivi rhe non -iano gonococclli.

(t) Se~tlai•te médicalt. - Op. cit. (l!J G. GuiCCIARDI. - L'alumuolo nelle Jll!tlattic oe1teree. - G&ornale mtdicCI del R. HserciLo e della R .11ari11o, !894.

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I.A CliRA liOD.EJl~-" D&JJ,-\ BI.& \ORIIAGlA

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Serio endo il trattamento ora de~crllh•. ho curato 2 l ammalali dei •JUali IO affetti da blenorragia acuta. -;da .:nbac:ula e ~ da cronica. Dei l O casi di blenorragia acuta in ~ ho ri:;conlralo la scomparsa del gonococco dallo scolo dopo :J a :) giorni di cura (osl>ervazione VI, \'Il, lX, X), in quallro dopo 6 a 8 (osservazione 111, IV , V, VIU) e in due dopo IO a 13 (osservazione l, Il) e lo guarigione complei.J si é ollenuta, in cinque Ira 6 e 8 ~10roi (osservazione Y, Yl , \"Il. 1~ . X), in Ire Ira IO e l~ (ùs·ervaziooe III. l\. \' Ili) e in due tra 16 e 33 to,.:Prvazione [,Il ). Dei selle casi di blenorra~ia sub-acuta io qoauro l'nrelra er;a disinfettata dopo 3 a 5 gior·ni (osservazione ~1. XIY. X\ l. 'X\'11: negli altri tre dopo 6 o 7 giorni (osservazione XII, Xlii e XV}; e completamente gm11·ita in due dopo i) giorni (osservazione X\"1, XVU) in quattro dopo 9 giorni (o~,.;enazione Xli, Xrlf, \IY, ~V) e nell'ttllimo dopo l O ,!iorni (osi'ervazione Xl'. ~ ei t}'lattro casi di bienorra}!ia r.rouica si è a>oto la "COmp:~r:; t del gonocoeco io .S. o 5 ,!io mi e la goarÌJ.!ÌODI! ID 'etle (o~sen-azione X\ lll. XIX, xx. xx.n. J ri,ullati ottenuti sono stati Yeramente ottimi solto lullt i rapporti, ma credo che pel'fezionando$Ì nella tecnica del J O.\'<l~J.:iO ed addestrandosi maggiormente nella giusta applicazione della dose ai sio~oli casi. riesdt'anoo ancora migliort. del r.he ci renderemo facilmente ragione osservando i ,eguenti specchietti nei qnali ~uhilo si nota che tanto la s •omparsa del gonococco quanto la guarigione completa de lo ,colo :;ooo anenuti Ì!l lempu .;empre piti brefe avv:d nando~i alle ultime esperienze.

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105~

LA CURA MODEll'A DELI..\ BLENORRAGIA Blettorrft{Jil' acuie.

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Giorni GIOllli impiegati lmpie::,'llti a dasinfo~ttart> ;•er la goaril!ione l"uretra completa

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LA Cl' l\.\ lfODER..'U DELLA BLE)ORRAGH

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Dalle osservazionl personali fatte in questo periodo di esperienze bo potuto convincermi della utilità della cannula del llaiocchi e della bontà del trallamento curativo adoperato. ~elle numerose lavature eseguite ogni :dorno. mi .;ono assicurato che colla c31lnnla )Jaiocchi : 1• Si lava a meraYiglia tutta la parte anteriore delt'uretra, il che venne dimostrato dalle ripetute assicurazioni degli infermi che ~enti vano il freddo del liquido fino in fondo 31 canale (come solevaoo essi stessi esprimersi) e dalla mnncanza che essi provavano di questa sensazione quando a cAso o deliberatamente non si tenevo la cannula io continuazione diretta colla ver!!a e il getto andava ad urtare contro la parete urelr.lle: oppnre l'asta non era tenuta ben elevata e tesa e formava un angolo o alla base del ghiande o verso la sua radice: inoltre ponendo un dito lungo l'andamento dell'nrctra anteriore, di leggieri si anertiva il passaggio del liquido e si sentiva sotto le dita stessil gonfiarsi il canale uretrale. A ciò si deve aggiungere come ultima prova che non di


f 060

LA CURA }160ER.~A Otl:LLA BLESORR.:lGU

rado gli ammalati sentivano duranl~ o dopo l'iniezione il bisogno di orinare. Tuui questi fatti portati dal prof. ~1aioccbi in prova alla bontà del suo strumento sono stati in og.ci caso esattamente contr·ollati e sempre da noi riscontrati esatti~simi.

2° La lavatura è sempre l'iescita delicata e mai si è :a,·uto la forzata e brrrsca immissione di Jiquidi come éogli ()rdinari schizzetti, ed eccello che un dolore talora vivo nei tasi <lCuti al primo momento della lavatura, mai ho dovuto lamentare inconvenienti nella lavatura deU'oretra anteriore e colla pressione comunemente us~ta. 3° Il liquido rapidamente e continuamente si rinnovella entro l' uretra avendosi cosi noa grande quantità di liquido :antiseuico sempre nuo\'O che spazza la part>te urelrale esereilando su di essa la sua azione antimicr·ouica. i,• Oltre ~he nel l:wa~gio dell'uretra anteriore, mi è riu· sc.ita di Yantag~io la cannt:.la io discorso anche nella lavatura dell'urett·a posteriore cbe si eseguisce facilmente elexaodo l'apparecchio e otturando per un momento il tubo di cffiusso pe1· la qual cosa il liquido liberamente penetrava fino in vescit:<:l Ja quale poi veniva senza dillìcoltà vuotata otturando il tubo di affiosso e lasciando libero quello di effiusso. e tollo ciò senza spostare la cannula dal mealo uretrale e senza mai rncootrare veruna diaìcoltà; solo in due ca~i però molto acuti nelle prime lavature gli ammalati caddero in deliquio; ma si traLtava di indi vidui molto sen:>ibili e pusillanimi e poi la pres&ione del liquido era 'maggiore Jovendosi in essi lavare anche l'uretra posterior·e (osser. I , li). Quanto ai vantaggi otlenuti eomplessivamente dal metodo esperimentato, i prioèipali sono i segueoLi: 1° Uopo 2, 3 lavature, le erezioni dolorese, il forte brucior-e nell' uretra, l'insonnia durante la notte e io una pa-


U. CUR.~ lllODERN.\ DELLA BI.E'(ORRAGIA

106f

rolr. tutti 1 fenomeni generali scomparç-ero, o almeno dtvennero piu miti anche se ert~no dapprima molto violenti {osseryazioni l. III, Y, IX, X, X\', XVI. XIX) e co:;ì dica~i dei fatti infiammatori lo.:ali. 2• 11 liquido penetra nell' uretra e ne lava tutta la ~u­ pertifie senz.'l mai produrre lesioni sulla mucosa e solo in due casi ho osservato una lieve uretrorragia e anche in questi casi la pressione del litluido era mnggiore dell'ordinario do· vendosi io essi J:nare l'uretra po;;teriore {os$erv. 1. Il l). ~ Riono,·andosi continuamente la ~oluziooe :mti-tllica entro l'uretra esercita il suo potere per un tempo lon~o e non interrotto sui microrganismi che sono situati entro il rana le e -e anche la 5ua :~zione è debole, \'iene seguita e~ualmente da buon effeuo grazie la lunga permanenza del Ji(JUido sopra la superficie mucosa. i-• Sempre in forza della pre:0siooe che può >enire aumentata ~ vulontit il liquido agiscP profondamente, po1cl1i> di:<grega le cellole superficiali dell'cpiLellio e nttraversando il corpo papillare della membrana mucosa va a portare i ~uoi eiTetti :~ntigonococchici lìno allo stato piit superficiale del tessuto connettivo ~uhepiteliale ultimo rifo!!io dei gonococchi quivi orJinati in forti e tondegginntì colonie (Uumm . .:'\ei ~ser. Finger). Infatti subito do{){) pochi lavaggi lo scolo diventa sie ro~n ed i ~onococchi sono assai spesso molto diminuiti. ;)" I risultati ouennti, furono egualmente buoni in tulli i periodi della blenorragia e se nella blenorrng1a aratissima la guari~ione dei primi casi (osserv. I, Ul non fu ahbasLnn:r.a rapida. lo si d~ve allribuire unicamente alla poca esperienza nella pratica del metodo od all'impiego di dosi troppo leg~ere, o non del totto adatte ai singoli casi perchè, come in ~el-(uito mi sono dovuto persuadere. è meglig usare dosi piuttosto


406~

IN'. CUR.\ MOO!R~A DELLA BLESORRAGIA

forti sino dal principio o incominciando con dosi lievi, àrrivare r-apidamente alla dose di 1 p. l 000 che io non ho mai creduto necessario di oltrepassare. 6• Le complicazioni della blenorragia con questo metodo di cura se non sono ·comparse, sono divenute almeno moltt> rare. In ventun malati di blenorragia, in nessuno si è dovo!() lame01are una complicazione di qualsiasi genere e neppure i'impiago delle dosi piir forli adoperate in periodi relativamente molto acuti venne mai seguito dalla comparsa del l'epididimite pur tanto frequente nel trattamento 01·dinari() dellrt hlenorragia. Questi risultati sono assai più attendibili di quelli che si possono ouenere negli ospedali, ove appena un ammalato comincia a m i~liora re cerca subito di abbandonare il luogo di r.ura o cessa di presentarsi al dispensario quando forse la guarigione non è ancora del tollo avvenuta o non completamente Hssif.m·ata, m~ntre la maggior parte dei nostri ammalati li abhiamo tutto il giorno sott'occhi e con frequenti· 'i siLe, ripeto te a volontà, possiamo assicurarci della realtà della loro gu:~ ri gione.

OSSER V1ZlO~I L - Bluorrqte acate.

Us.verca..ione ~ ·. - Tortorici Pietro è affetto da blenl!'l·ragia acutissima che data dal giorno l O aprile 189+. Si è presentato il giorno 15 con uno scolo abbondantissimo purulento , giallo carico, esteso anche all'oretra posteriore, con dolori uretrali vtvissimi ed erezioni notturne dolorosis-


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CuR.\ "OOER~A DELLA BLE\ORIIA,I:IA

l ()t)3

sìtne. ~umerosissimi gonococchi si riscontrano all'esame microscopico. 15 aprite. -Si eleva l'apparecchio all'altezza di m. l ,:.>o. ~ lavature alla ~taio-rchi con permanganato all' l p. 4000 anche all'uretra posteriore. La lavatura è molto 1lolorosa e dopo poco tempo. l'ammalato è preso tla deliquio clte dura pochi minuti: dal!'uretra scolano poche goccie ùi "augue. 16 aprile. - l dolori ~ono diminuili, l'ammalato dorme trantJuillo. Si prose~e nella rura. 19 aprile. - La secrezione è diminuita in •Juanlità e in densità. I gonococchi sono scarsi. 19-l!l aprile. - Si seguita la cura e la secrezione ~iìt scar~a rimane stazionaria. 24. aprile. - Sopraviene non si sa per qual ragione una t·ecrudescenza nei fenomeni blenorragici e causa l'irritazione viva si usa le lavature all' l p. uOOO, due lavature nelle n ore. ?6 aprile. - La secrezione è quasi sierosa, si ritorna alle la,·atnre colla dose primitiva dell' l p. S-000. ?8 aprile. - ~oo si riscontrano più gono•·occhi e si sospendono le lavature n5ando iniezioni di alu moolo ~ p. t 00 ;i al giorno. l mag:liò. - Si sospendono anche le ioiezioor. 4 maggio. - E~ce dall'infermeria. 16 maggio. -Si riveJe l'ammalato, In goarigiooe si mantiene. OsNerr:azione IJ. - Gemetta Giuseppe, soldato di fanteria ì· atTeno da blenorragia acuta che datà dal giorno aprile. i è pre enlato il giorno 15 con uno scolo abbondante, denso, pumlento. Gonococchi in discreto numero. Oistorhi su bbiettivi lievissimi. l iJ-19 aprile. - 2 lavature alla )faiocchi l p. 4000.


11)64,

LA CURA MODERNA DI!LLA. BLENORRAGIA.

19 aprile. - L:1 secrezione è assai diminuita. ~3 aprila. - La secrezione è quasi sierosa. 25 aprile. - Senza gonococchi. z6 aprile. - ~on vi ba qullSI piò secrezione. 'n aprile. - la secrezione è scomparsa del tollo. '?8 apt'ile. - Si fanno fare all'ammalalo tre iniezioni al giorno di resorçina. 2' ~ p. 100. . 1 maggio. - t:; ricompar·so di nuovo qualche poco di secrezione siei'O-purnleota però senza gonococchi. Si ripetono le iniezioni di resorcina 2'/, p. WO. 5 maj!gio. - Si sospende la resorcina perchè appare in ~uificien~e e si r;corre all'alnmnolo 1 p. l 00. 7 maggio. - ~on esce qua.'>i più nulla. 8 maggio. - È guarito. l i> j!ingno. - Si rivede l'ammalalo, la guarigione s! è mantenuta. Osserra;;ione Ifl. - Cinquemaoi Francesco soldato di fanteria, è rt1Jetto da blenorragia. acutissima che data dal giorno 14 aprile. Si è_ presentato il giomo 18 con uno scolo abbondantissimo) denso, purulento, esteso a lotta l' uretra. Bruciore e dolori vivissimi nell'emissione delle urine. erezioni dolorose, insonnia completa. 18 :~pri le. - Si eleva l'apparecchio a m. 1 ,50. Due !aratore alla llaiocchi all' 1 p. S.OOO anche dell'uretra posteriore. Oopo poco l'ammalato cade io deliquio e vi rimane per poclti secondi. Dnll'uretra sc~lano nlcune goccie di sangue. ' • 19 aprile. - I dolori sono diminuiti e te erezioni meno dolorose. 21 aprile. La secrezione è diminuila, i disturbi subbiettivi quasi scomparsi; ::i usano le lavature ' p. 4:000 2 al ~i orno.


I.A. Cl aA llOOERNA DELLA BLIXORRAGIA

~ ~ -~;j aprile. b

1065

secrezione i.• siero purulenla. Si seguita

nelle lavature. 24. aprile. Poca secrezione. 26 aprile. ~on vi sono piir gonococchi. ?X aprile. ~on si Ila. più secrezione. È guarito. Si fanno per tre giorni iniezioni di alumoolo al1'1 p. 100 e si dimelle dall'infermeria. o.~erra:ionr I r. - S ... Gustavo, musicante. è affetto da blenorragia acuta che data dal giorno ' O di maggio. Si c presentato il giorno 17 con uno t>.:Oio abbondanti!, denso-cremoso contellt'nte molti gonococchi. Fenomeni 1-e · aerali lievi. 17 mag~io. L;oa lavatura 1 p. 4000 ogni giorno. Hl maggio. I di~tmhi :mbbiettivi souo quasi scompar.. i. ?Oc:z3 maJ.!~io. La secrezione i> quasi sil•rosa. i i ma~gio ~on vi sono piir ~onococchi. ~5 ma~nri o. Non si ha !(nasi piu secrezione. 26-~9 mag~io. Si seguitano le lavature l p. ~000 . ?9-3 1 maggio. la secrezione c scomparsa, $Ì u,:ano le la · vature f p. 2000 e due ioezioni di alumnolo ' p. 100. •• giu~no . L'ammalato ò guarito. o.~8trca;ione r. S .. Giulio. operaio. è aiTeuo da Lleoorragi:a acuta che data dal 10 giu~no. "i è pre~entato il giorno l:; con uno scolo nbboodantP, denso, cremoso ~iallo rnriro. Dolori :tlla minzione, insonnia, erezioni frequenti e dolorose. abbondanti gonococchi. t:; ~ugno. Due lavature al ~iol'flo all'l p. i-000. l ti giu~tno. Si ripetono le due lavature nelle 24 or·e. l l l--'ÌUJ.:no. l renomeni generali $Ono quasi scompan. ·. La .-ecrezione è diminuita. Si fanno due lavature al 2iorno 1 p. ~000 .


1066

1

U

GURA MODERNA OELLA BU"\ORRAGIA

~t9, 20 giugno.

i ripele una lava:t..u.ra al giorno all' l

p. 1000. 31 giugno. La secrezione è quasi C{lmpletamente scom-

parsa. Assenza di gollococchi. · Si ripete la lavatut·a .. 2z, 23 giugno. J,a secrezione è scomparsa. Si consigliano le iniezioni di alumnolo l p. 100. 3 al ~iorno . ~4 giugno. Esce guarilo. l O luglio. Si rivede l'ammalato. La guarigione si è mantenuta. Ossel'va::ione l'l. - G... F... è affetto da blenonagia acut;;. reeidivata che data dal giorno l i aprile. Era guarito completamente e da ci1·ca .15 giorni non aveva scolo di sorta quando dopo una lunga marcia il giorno t O maggio si è di nuovo ammalato e si è pr·esentàto il giorno •t t con uno scolo non molto abbondante, denso, di colore biancogiallastro con lenente discreta quantità di gonococchi. Il maggio. Si ripete lalavnturaaUa rtfaioeehi all' 1 p. iOOO coll'apparecchio alto circa un metro e mezzo. ~ell'eseguire le lavature il'liquido arriva in vescica e finita la lavatur-a invitando l'ammalato ad orinare il liqQido emesso è quasi in totalità permanganato di potassio. 12 maggio. lo scolo è di nuovo quasi -compar$0. t 3 maggio. Non vi sono gonococchi. 15-17 maggio. Non vi è piti secrezione alcuaa. Si fanno Lre inezioni al giorno di alumnolo l p. l 00. 18 maggio. :ioo vi è seerezione, l'ammalato esce daÌJo infermeria. Osservazione VII.- F... G... , sergente di artiglieria, è affetto da blenorragia acuta che data dal giono 12. Si è presentato il giorno l 8 con uno scolo discretamente abbondante, sie1·o porulento hianco- grigiastr•), contenente di. screta l)uantitil di gonococchi. ·


L\ CUBA

~60Bftl'U Df:LLA BLE:'iOIIR~I>ll

l 061

IX giugno. Due laYature alla Maiocchi l p. 4000. H) giugno. Lo scolo è diminuito. ~0-~.2 giugno. Due lavature l p. tOllO. L:~ secrezione ~car,_i.,sima i} quasi sierosa, as,;enza completa di gonococchi. 13 giugno. ~on esce più secrezione. t.t giugno. Esce dall'infermeria guarttu. fiHI'Tra::ÌOnl' rJ/[ - )J. hÌU:.epp6. UllìCiale di ranteria, i' aiTeuo da blenorragia ~cuta che data da 8 giorni. Si è pre,entato il giorno 6 l!iugoo con uno scolo abl.londanle, denso giallo ,;porco. Disturbi subbieuivi lie' i. $ ·~tr:>i gononococchi. cì :;iu~no. nue lavature al giorno all' 1 p. i-000 nelle .H ore. i giugno. l lievi disturbi sono scomparsi. Si ripetono le lava1ure. ,.. )liugno. Due lavature al giorno all'l p. ~000. La seaezione i• diminuila. ~)-1 t ;tiugno. La .<;ecreziooe è qua;;i scomparsa. Una sola lavatura al giorno all't p. 1000. l!l ~:ÌUJ;tno . .\lancanz.a di gonococchi. Si ripete la lavatura. H. t:; giugno. La secrezione è scompar-a. si ripete la lavatur.L l 6 ;;iuJ.(nO. L·ammalato è guarito. 08srrra::wne IX. - · Locate Ili Luigi, oldato del distreuo militare è alfetto da blenorragia acutis·ima che data dal ti giugno. 5i è presentato il giorno 12 con uno swlo abl•ondantissimo bianco-denso w n abbondanti ·simi gonococchi. tlrnciore Yivo nell'orinare, erezioni dolorosil'sime. :!3 giugno . ljna lava:ura al giorno di permanganato all' l p. .t-000.


.f 068

LA CUR.\ llOOKISA DELLA. BI.I~ORRAGI \

24 giugno. Lavature alr l p. ~000. lo ·colu è meuo denso i fenomeni diminuili. ~5 giugno. ~on avverte più dolore nell'nrinare: il d.olortl delle erezioni però è solo leggermente diminuito. Ln,·ature all' l p. 1500. ?6 giugno. L'ammalato non accu~a nlcun dolore nè ùn· rame il giorno, nè durante la notte, n(• nell'orinare. Si fanno 9 lavature all't p. 1500. 37 giugno. La secrezione è asllai diminuita. Due la,·atore all' l p. l 000. ?R giugno. ~on esce quasi più secrezione, l la>atura nll'l p. l 000. ~on si trovano J,tonococchi. 29 g~ogno. Per aderire al desidrrio del malato :-i fanno ancora 21avature all'l p. fOOO. 30 giugno. Non esce pilt secrezione. 1-3 luglio. Si ripete una la\'alura al giorno. Esce per· fettameme guarito. Osserwzione \. Petrella Michele, soldato d'arli);{lieri:l è (!lfetto da blenorra:.:ia acola cbe data dal IO luglio con due giorni di incubazione. Si è presentato il giorno 12 ln!!IÌ(• con uno scolo abbondantissimo, den<;o. bianco, dolore e hruciore vivissimo alla minzione. erezioni dolorose. moltis:;imi gonococchi si o·~en·aoo nel pos l ~ luglio. Due lavature nelle ?.i ore di soluzione di per-. man:,:anato l p...000. Al primo momento avverte dolore vho che gradatamente scompare. 1:l luglio. Due lavature l p. 3000. l'ammalato è stato megliu, i dolori assai diminuiti. l i luglio. Lo scolo è diminuilo in quantità e in deos·tà. Oue lavature atr l p. 2000. l:; lngli(l. Lo scolo i> quasi sieroso. nue lavature 1 p. 1000.


LA CURA. MODEJL'JA DEI.LA. 81..BNORRAGI.A

l 069

lo. luglio. La dose usata nel giorno precedente non è hen tollerata e si è manifestata un poco di irritazione per I!Ui si ripete la lavatura all'i p. zOOO. 17 luglio. Lo scolo t' quAsi :;;;eroso, r.on si riscon!rano gono·occhi. 1n ln~lio. ~o o s! nsserva più scolo. Si seguitano ancora per «Jilalclle giorno le lavature all'-~ p. l 000 .

slal:l

D . - Blenorragie aub~aoute.

Osserr:a.;ionr Xl. -Levi G·iolio, è aiTetlo dà blenorra~ia su11-arnta cbe data dal giorno 1O aprile. Si è ::>rasentato il gio,·no 15 corrente uno scolo siero-pJruleOLo poco abbondante. All'esame mi~ro~copico, si notano gonococchi in Ji,,.reta quantità. l :;- 18 aprile. ~ lavaiUre al giorno di soluzione di p~r­ manganato •l p. 4000. 19 aprile. Non esce quasi più secrezione. Si seguitano le lavature una al giorno. Son si riscontrano più gon.:;coccbi nella secrezione la quale e sierosa. 21 aprile. Si sospendono le lavawre e si fanno tre iniezioni al giorno di resorcioa 't p. ~ 00. ~3 apr·ile. :Non ,; ha più secrezìonP., e l'ammalato esce dall'Infermeria. O.~$trrazioM YII. Ba1·badoro J>aolo, soldaLo di fanleria, è affeuo da blenorragia sob-acnta che dala dal giorno ~ ap1·ile. Si è presentato il giot·no l!) con uno scolo sieroso poco denso e sca1·sissimo con poch issimi gonococchi. 19-23 aprile. Dne lavatm·e al giorno con soluzione di permanganato l p..i-000. 24- aprile. La secrezione è assai scarsa.


l 0/0 ~5

. LA CUBA KOtiSR\.\ DELI., BLI~ORR.-\l;lA

apr•le. ~o n vi ono p111 gonucocebi. • ~6-.t8 aprile. ~on esce che qualche poco di secrezione spremendo replicatamente. , i ces!-ano le lavature e SI praticano a ioiezioui al ;.:•orno di resorcina 2 p. 100: 28 aprile. È guarilo esce dall'infermeria. 30 maggio, Si rivede !"ammalato e la guarigione si è mantenuta. 08Sn-r:a:ione III!. - S... ~ . .. furier maggiore dt artigliet·ia il alfetlo da blenorragia sub-acuta che data dal giorno ::ll aprile. Si c presentato il 28 con uno scolo poco abllondante, siero-purulento con discret~t quantità di gonococchi. 28 aprile. Lna lavatura di permanganato di potassio 1 p. 4.000. 29. 30 aprile . Si sono sospese le lavature perché vennero a mancare le cannule. ~ -3 ma~gio. Si riprende l'uso delle lavature a11'1 p. 4000. ·• ma~gio. La secrezione è molto diminuila. ·5 magg1o. ~on esce quasi più secrezione e non si ri ~contrano più gonococchi. t> maggiu. Si sospendono le lavature e si fanno :1 iniezioni al giorno di alumnolo l p. 100. 7 maggio. L'ammalato è guarito. Esce dall'infennet·io ~ 3 lnl;lio. Si rivede l'ammHiato e la guarigione si é mao tenuta. (}ysrrro:ioM .:n r. - L... (~... allievo sergente di fanteria i> aiTello da blenorragia sub-acuta recidivata che data dal giorno l O aprile. El'a guariLo completamente t> <hl ~-l O giorni non ·aveva ptù scofo tluando dopo una lunga marcia il giorno 30 aprile si è di nuo\'O ammalato e si tpresentato il giorno 1• ma~gio con uno scolo discretamente


LA CUh XODIRNA DELLA BLUfORRA.GlA

l Oi l

abbondante :'iero-pnrulento contenente pochissimi gonococchi. 1-!} maggio. Cna lal"atura al giorno di permanganato di potassa 1 p. ~000. 6 mag~io. Si sospeendono le lavatur~ e si usa l'alumnolo 4 p. 400 dut> iniezioni al giorno. Non ,.i sono più gonococchi. i maggio. ~on esce quasi piu nulla. tt ma2gio. ~on n e più scolo affatto. n mall:~io. Esce dalriofermeria. :l lu~lio. Si rivede l'ammalato e la gnarigione si è mantenuta. Os.)·erra:ione xr. -- R... Enrico, impiegato, è affetto da blenorragia suh -aeuta che data dn un mese. Non si è curato, oppure malamente senza consiglio mediQo. Si è presentato il giorno ~9 giugno con uno sc•)IO non molto abbondante, ;.-rinllo sporco. bruciore piuttosto intenso nell'urinare, erezioni rare. ma as,aj dolorose. Gonococchi in d·,cretn •1uantita. t !l :.!ÌU)!no. Due luature all' l p. ~000 nelle 2i ore. :lO giugno. Il bru-ciore è già diminnito. Si ripete la la· ,·a tura. 1., l11glio. La secrezione è quasi scomparsa. ~ -i. lu~lio. Una lavatura al giorno 1 p. 1000. 6 lu~orlio. Mancanza di ~ooococchi. 6, ~ lu~lio. Secrezione scomparsa. Si ripete ogni giorno la la\'alnra. lu~lio. È guarito.

- S ... c; ... musicante è affetto da blenorragia . ub-acuta che data da dieci giorni. Si è pre· ~E'ntato il giorno 19 giugno. fh·wrr11::iont XT7.


f0ì2

L! CURA lfODBRNA. D[LLA BLE~ORRAGIA.

Lo scolo è quasi completamente sieroso, di colore biancogrilliastro. L'ammalato accusa ùruciore nelle minzioni e dolore a tuuo il membro. l gonococchi si riscontrano in piccoli~ima quantità. 19 giugno. Si fa una !aratura l p. 3000. ìO giugno. to scolo è d1minuito subito. ~~ giugno. 11 dolore ed il bruciore sono scomparsi, non e.sce quasi più secrezione alcuna. ) lancanza di gonococchi. !3 giugno. Non si ha più secrezione. .3.~ giugno. È guarito. 15 giugno. ~oo si è presentato. 36, 27 giugno. Fa ancora nna lavatura al ;!iorno aiJ'I p. 1000. ~8 giugno. Non si ripre:;enta più. l O luglio. L'ammalalo viene a farsi visitare. La seerezi.one noo è piò ri~omparsa, la guarigione si è mantenuta. • Osser-vazione X VJI. - N... Renato, fu riere di cavalleria è affetto da blenòrragia sub-acuta che dala dal 6 giu)'!no, si è presentato il giorno 2 1 con uno scolo non molto abbondante bianoo-sporco cotuenente disueta quantità di gonococchi . 2 1 gio~no. Una lavatura l p. 4000. 2~ giugno. Una lavatura 1 p. 2000 . ~3 giugno. La seereziooe è quasi SC()mparsa. 24- :;::iugoo. Lavatura all' 1 p. 150l). Assenza di &ono"' .cocchi. ~5 giugno. La\-atura all'l p. 1000. ~on esce più se~

~rezione.

:26 giugno. Hipete la lavatura. Esce dall'infel'meria guarito. 8 luglio. Si rived~ l'ammalato e onora la guarigione si è maDlenuta.


LA CURA MODERNA DEI.LA BLENORRAGIA

l 073

m . -Blenorragie croniche.

o ,.w•rra:;iow YJ'Jll. - S ... R... :-.tndente. è affetto da blenorragia cronica che dala da 8 mesi, tJUasi mai curata, sl!olo poco abllondnnte, qual ~he goccia llianco-sporco durante il ;!iorno. ma più specialmente il mnllino. ~e:;suo disto• ho, qualche gon•>Cocco ma scarso. 7-1 o giugno. Una ltwntura all' l p. zOOO ogni giorno. Il !!l<l~no. La secrezione è $COmparsa. assenza di gonococchi. l l -14. giugno. Una lavatura al giorno t p. l 000. è ~uarilo.

8 lu11lio. S1 m·ede il malato, In guarigione .' i i· manlentlla. o~s··rm:;iont> XIX. - N ... ~-·· urlicinle di fnntcria è affetto da blenorra.:ia cronica che data da un anno. si presenta il 13 maggio. Lo scolo è di:;cretamente abbondante bianco-'<porco. L'amm~lato ar.cusa dolori nell'orinare. Scarsi !!l'lnococchi. t;; mnggio. llon laulura all'l p. 4-000. Ili ma~gio. ' ripete. L'ammalato orina senza tanto dolore, lo scolo è ùiminnito. Il m .u~gio. una lavatura all' l p. .2000. l R-~0 mag~io. Una lavatura al giorno all'l p. l 000. ~oo vi è più secrezione, assenza di gonococchi . ~l maggio. È guarito. si consigliano per quale he giorno lP iniezioni di alumnolo all' l '/, p. l 00. lre al giorno. 2~ gtugno ..~ i rivede l'nmmalato. la secrezione non è piu ricomparsa. L


J074

LA CUllA M"ODER\A DELLo\ 8LENORRAGJA

Os!)t>rca.:ione \'.L - S ... ~rcoh, operaio, è affetto da blenorragia cronica cbe data da circa IO me:-i mal curata. Si è presentato il 1<> luglio con qualche goccia di secrezione di color bianco-sporco nel cor~o della gioruala. Jes ·nn disturbo :;ubbieHivo, scarsi gonococchi. 1-4 luglio. Due lavature all't p.2000 nelle 2i ore. 5 luglio. la secrezione si può dire :)CompJrsa. solo spr&mendo ripetutameote lungo 11 canale uretrale appare al mealo qualche poco di secrezione. A:Sseoza di gonococchi. ti~a lavatura al groroo all'l p. 1000. 6, l luglio. Sr ripete la lavatura al1'4 p. l 000. 8 luglio. È guarito. l O loi!lio. Si rivede il malato e la secrezione non è ricompar·:;a. Ossm.Ja:rione XXI. - C... N... è affetto da blenorragia cronica che data da tre mesi e mezzo. È stato di\ erse volte curato e in apparenza guarito ma per incuria del malato e forse anche ad arte per esimersi da qualche servizio In blenorragta Ì! .apparsa diver~e volte. i t! presentato il giorno 15 luglio con uno scolo di:)cretamente abbondante, densoJ di color giallastro contenente discreta quantità di gonococchi. 15 luglio. Due lavature l p. 1000. 17 luglio. ~on vi è qna:;i piu scolo. 19 luglio. Son si osserva che nna piccolisstma goccia ,al mattino spremendo replicatamente il canale uretrale. zO luglio. Non si osservono gonococchi. ~0-~3 luglio. St fanno la,•ature 1 p. f 000 di solfato di zinco, lo scolo è scompar:;o.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

.RIVISTA MEDICA

~aute della nefrlte ol'onloa.. - PENZOLOT.- (Munch. med.

Wochenscr. e Centralb fur die med. Wissensch., N. 9, 189i).

La incertezza delle nostre cognizioni sulla ca~sa del mag~ior numero di casi delle infiammazioni croniche dci reni de-

ri,·a dalla dif.tìcoltà di diagnosticare il primo inizio di questa -affezione. Poiché nell'esaminare le orine, si incontrano spesso casi ùi albuminurie leggi ere ordinariamente passeggere senza altri sintomi di malattia renale, cosi ne segue che le cause -debbono rieercarsi in piccoli nocumenti che agiscono continuameo~ e \ aooo lalora aumentando, segnatamente di natura aHment~re. Si domanda se questi sieno casi di innocua albuminuria fisiologica o se si Lratla del principio di una malattia renale. Per risol\'ere siffatla questione, il Penzoldt ha fatto ricerche sui sedimenti orinari su f>IS persone ~ane dopo forti fatich*' corporee. E resultato che io seguito a forti movimenti del corpo, i leucociti che si osservano nel sedimento normale appariscono più spesso e più abbondantemente, che gli epiteli norma.fmenle esistenti, i cosi delli epiteli re.nali sono più frequentemente e in maggior quantita distaccali, e che possono ancora apparire Cilindri prima non esistenti, cilindri In parte ialini, in parte epiteliali, una volta anche uno granuloso; non si trovano mai corpuscoli rossi del sangu~. Poichè tutte queste persone avevano pure fatto 7


1076

RIVISTA

uso di bevande alcoliclte, co~i jJ Penzoldl cercò anche di ~coprire se la ~compar!"a di questi dementi figurati coiucides~e

con disturbi delle vie digestive. Gli sperimenti eseguiti sopra un medico ùellero p:r resultat•.J che in conseguenza dell'uso eccessivo di certi c1bi o di cer ti condimenti (sparagi, rafano, thè, caffè, senape uon solo comparisron~ nelle orinè cpilali e leucocili ma anche corpuscoli ro~si del sangue. Da ciò il P enzol H, pur riconoscendo la necefsilà (H una òisposJZioue individuale, trae la conclusione che com& razione delle rammentate sostanze nocive produce una legtzi~ra tr ansitol'ia Irritazione dei reni. così l'accumulo o l'az1one continua ùi queste so~tanze può cagtonare una permanente cronica malattia dell'organo. Dal lato dia gnostico importa quindi considerare che i corpuscoli rossi nel se.:!imento dell'orina sono sempre da r iguardarsi come un elemento morboso, laddove pochi leucociti e i così detti epiteli renali ed anche cilindri possono comparire nelle persone affatto s~n& o dopo piccoli disor dini (esercizi corporei, uso di bevande alcoliche), e '!Uindi la p!'esenza lor o per una volla non è-segno di malattia permanente dei reni. Ma indicherà una infiammazione dei reni, quando si riscontrera per a lcuni gioMi, Q.Onostante il più rigoroso riposo cor poreo e l'astensione da tutti gli alimenti e le bevande eccitanti.

8op%& UD aegDo cll propoai delle malattie del cuore. la bra4J4Jaatolla. - HocHARD. - (Jour nal de Jlédecine n de Clururaie, giugno J<mi).

Il doll. Huchard ha de;ocritlo un segno che egli considera come mollo gravP nella- pro~nosi delle malattie del cuore: Si sa che il ritmo del cuore comprende la successione regolare di tre periodi: t• la sistole auricolare; 2" la sistole ventricolare; :}o la diastole generaJe o riposo del cuore. Ma, dal punto di vista clinico, il primo periodo della ri voluzione cardia<'a comincia ùalla sislole Vt!nlr1colar e coi suoi due ru· mori dell'inizio e della fine. Il secondo periodo, du rante il quale si fa la ri pienezza del ventricolo, è silenzioso, e que-


IIEDICA

1077

sto arao silenzio eguaglia esattamente la durala del primo rumore. del piccolo silenzio e del secondo rumore. 11 prolun:raroento della diastole si osser,•a comunemente flell' msurtlcienza aortica, nel restringi mento mitrale, dopo ia sommioistrazione della digitale ad alta dose, in lutti i casi di polso rallent.ato (bradicardia), e? infine in una maniera temporanea, alla ri\""oluzione cardiaca che segue un' in· termittenza. In questi casi la bradidiaslolia è poco apprezzabile all'ascoltazione e non presenta carall~re prooo<~tico. Non è la ste5sa co~a quando il promugarM~nlo cono:ide· reçoJe della pausa diastolica si presenta con un numero quasi normale di contrazioni cardiache (per esempio 70 a 90 per minuto) Allora, il riimo del cuore presenta qualche ~sa di ~peciale che l'ascoltazione permette di constatare facilmente. I primi due rumori sono mollo anicmall, separati appena dal piccolo silenzio la cui dut•ata é moHo diminuita, e si sarebbe tentati di credere che sì abbia anzt lachicardia. l\la questa è soltanto appa rente, ed il ~rande silenzio ba guadagnalo in durata ciò che il piccolo tltll•nzio ha perduto col primo e col secondo rumore. Que3ti, e ::-~o­ pr atullo il primo rumore, presentano anche un carattere di rutidezzs molto nello, rurlo precordiale ha le apparenze della forza. e tutti i clinici hanno do,·uto osser\"are cas1 tn eui la ruvidezza della sislole da l' illusione di contrazioni car.liacbe ancora l'igorose, anche quando l'esito fatale è vicino. :\fs, in questi casi, se i due rumori SI rav ...idnano, e~si sono molto allontanati dagli altri due rumori della rivoluzione cardiaca che sussegue. ciò che t' dovuto al prolungamento ei alla lentezza anormale della d1astole. Si osserva questo ritmo particolare in quasi lutti gli stati coma· tosi, nell'emorragia cereb:-ale P sopratutto nelle cardtopatie arterio!:>e. Quando si tratta d1 un· insufficienza aortica d'origine arteriosa, il prolungamento della diastole non ha una grande importanza, fìnchf> le fibt•e del miocardìo non sono molto alterate ed hanno conservato sufficiente resistenza ed elasticità per ritornare su se stessi e cacciare nella sistole -eusseguente la troppo gl'ande abbondanza di sangue che il


10i8

RI\'JSTA

ventricolo ha rice,·uto durante il periodo diastolici). Ma,. quando il muscolo cardiaco ìn"·aso dal tessuto scleroso non può piu reagire sulla massa saoauigna, e~so si lascia dilatare di più in più, ed è io tal modo che la bradi,liastolia diviene un segno premonttorio di dilatazione cardiaca. Alla ststole successiva, la contrazione ventricolare si farà ruvidamente e rapidamemte, e questa ruvidezza è essa stessa un indizio della fatica dd cuore. Ed è in tale maniera che la bradidiastolia diviene un segno premonitorìo della cachessia ultima, della trombo;,i car<r,aca e talvolta anche del ritmo doppio del cuore. La conoscenza di questo nuovo segno ba quindi una grande importanza pratica. Per il suo meccanismo e per il seguito delle co!ldiziont nelle quali essa si presenta, essa permette di prevedere ed anche di prevenire la dilatazione progressiva delle cavità cardiache; essa ci indica ancora che la digitale deve ess.er& prescrilla con moderazione; eo.;sa ci dimoslra che le due indll.:azioni terapeuliche principali consistono nel combattere con un salasso di buon· ora l'ingombro sanguigno delle cavità Yentricolari~ nell'eccitare il miocardo iodebolit.o con la. • stricoioa ad tdta dose ed aoch~ con la caffeina.

Dlagno11 del tumori del cervelletto. - V JGNOL. - (Jour nal de Médeeine et de Clìiruruie, giugno 1894).

Da uno studio comparativo fatto ùal dottor Viguol, medico. militare, sopra ;}7 osser,•aziooi raccolte nella letteratura medica risulta che le lesioni del Cel"'.·elletto ritraggono la loro sinlomatologia dalla compressione degli organi ,·icini. 1 soli sintomi che sembrano avere un· individualità propria, di e~­ sere legati per conseguenu aUa lesione cerebellosa stessa. sono i disturbi della Yi>'ta ed i disturbi dell'equilibrio. Questi ultimi sono troppo classici perchè !<ia necessario insistervi. l ~intomi oculari sono meno coooscmti. Essi consistono in sh•abismi ed in disturbi trofici della cornea e dell'iride. GJ• strabismi cerebellari avrebbero per carattere speciale di.


UD1CA

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e~"'ere doppi ed asinergici. vale a dire di rompere l'&$SOciazione normale dei movimenti dei due occhi ; ciò costituirebbe una forma di incoordioazione motrice solto lo t<tesso titolo della Litubazione caratteristica della marcia. Tra le lesioni lrofiche dell'occhio, l'uulore riferisce un'os· servazione inedita d' irite sviluppata in uno degli occhi moUi me~ i prima della comparsa di qualsiasi altro fenomeno mor· bo~o. Si trattava di un' irite dello sles~o andamento di quelle triti inttitliose segnalate per la primo volta da Hutchinson alla Società de~li oculisti inglesi nel 1888, e sulle quali Pane~ ha 111 seguito richiamato l'tlllenzione degli oculisti. Quanto alla questi:one di localizzazione inlra-cerebellosa, essa è ancora mollo incerta. Tuttavia non e impos~ibile. in certi casi, di determinarla, in un modo approssimativo, ~tu· diando attentamente l'ordine di comparsa dei diversi ~intomi. Se, infatti, il quadro clinico deRnilivo é sempre identico a sè stesso (compressione geM!'ale degli organi della lop-gia cerebellare), l'evoluzione cronolopica dei fenomeni non è in· variabile. Questa dipende fino od un certo punto dalla posizione del tumore, cominciando l'irritazione di vicinanza, ciò si comprende, da cJuegli or~ani che sono in contatto immediato col tumore. Questa localizzazione non i! evidentemente !i'U~ceuibile di una grande precisione, ma essa ba p~ Luto una volta guidare il chirurgo in un intervento operatoriO. Il tumore venne esportato; però l'operazione troppo tardiva nou ba poLulo salvare il malato.

La 41l&tasione lne.-uale delle pupille come aepo dell& tuberoolo•l polmonare . - DESTn~;E. - (Journal de .\1édecine er de Chirurgie, giu~no J89i).

Il proro>~ore Destrée ba fatto o,rsrello dj studio un ~intorno che egli considera come mollo frequente nella tubercolo'!'i polmonare e che consiste nèlla dilatazione ineguale delle pupille. Questo fenomeno si riscontrerebbe in quasi tutti i casi, ma esso può mancar~ durante un tempo piu o meno lun~o. L'esam~ q:.totidiano ùel malato lo pre~enta appari-


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RlHSTA

scente nettamente in certt m.,meuti, a 'eouante:o! in diLri per scomparire per un tempo piu o meno lungo e ricompar ire più larJi. Per spiegare 'lUEslo sintomo, Deslrét> ammelle l'azione trriLante dei ganglii bronchiali aumentali di volume e comprimenti i filamenti del plesso simpatJco, opinione confermata d'allroude da un gran numet•o dt autopsie. La dilatazioni' ineguale delle pupille. constatala in un paziente all'infuor i di un' atTetione del ~istema nervo;.o centrale o di un'affezione qualsiasi gastro-intestinale o genitale, per e::empio, potendo cagionare il fenomeno per via rifle!"sa, è quindi un seg-no interessante a segnalare ed a ricereare, perché è la manifestazione deU' adenite peribronchiale lubercolosa. Le r1eercbe recenti hanno dimostralo moiLre cbe i ganglii sono infetlali in un' epvca mollo vicina all'inizio, soveati a nche primitivamente, e si comprende fin d'allora I' importanza di questo segno non soltanto in un periodo pni o meno a\·anzato della malattia, ma anche in un momento in cui la diagnosi può essere del tutto precoce, ciò che è di un· importanza capitale per i l trattamento. Destrée ha raccolto nove osservaz:oni in cui Ja dilata• zione 1neguale delle pupille. esistente all'infuori di qualsiasi causa apprezzabile, annunziava che la tubercolo!-i era latente ed in cui gli avvenimenti sono po1 venuti a confermare quell'avver·timento. In cinque di fUei cas~ la tubercolosi e comparsa nello spazio di sei mesi; in un ca!;O, nello ,;pazio di diciotto mesi; in due altri es~si essa tardò a comparire quasi tre anni ed in un caso infine, la dilatazione ineguale delle pupille fu constatata cinque a nni prima dell'infiltrazione del lobo superiore destro. A fianco di que~li casi Destrée ne segnala allri quindici io cui i soli fenomeni appre2.zabiU erano dei sintomi dispeptici ed in cui il segoo della dilatazione ineguale delle pupills lo indusse a praticare un trattamento antilubercoloso oon un r isultato molto vanLaggioso.


MEDICA

Em.atomteUa. 189!)

MINO!\.-

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(Ga::ette des Hopital':l:, N. 5ì,

)Jinor ha comumrato alla Società di psichiatria e delle malattie nervose di i\losca. tre casi di ~>matomielia. In uno dei :ouoi rnalatr, in seguito ad una caduta da un luogo e1e,·ato, sopragi!iUn~ una perdita d1 conoscenza pPr la durata di una mezz'ora, pescia una emiplegia sinistra ron paresi dell'arto 1orerrore destro, anestesia termica che cominciava in avanti alla seconda costa ed in dietro all'angolo inferiore dell'omoplata, analgesia bilaterale ùe~li ioguin~ sen:.oihilila del tutto conservata in tutto il corpo. Durante l' C\'Oiuzione della malattia. i muscoli splenio ed il piccolo dentato del lati) destro si ~ono atrofizzati. Dopo due mesr, la sensibilitil é completamente ricomp9rS8, come pure la forza negli arti; ma per::.iste'a I'11Lrofìa. l n conseguenza del decorr;o rapido, della differenziazione dei modi della sens1bilit8, Minor r·itenne trattarsi di una ematomielia; la lesione delle corua anteriori spiega le alrofie, quella delle posteriori, i disturbi di sensibilitil. In un altro malato, si constata,a, in seguito ad una ca<lula, una riu;1dezza del collo, con tumefazione alla sua parte pol>teraore. miosi ed sneguaglianza pupil.are, perdite semicali nel primo giorno, quindi una paralisi floscia del braccio sinistro, una paresi dell'arto inferiore sanislr'l) e tlt atcum muscoli del braccio destro, perdita del riflesso rotuleo ed infine abolizione delle sensibilità al dolore ed alla tempera· tura della metà sinistra del corpo con conserçazione della sen~ibllita tatlile. Nello stesso tempo che i movimenti rilorna\aoo, i mu~eoli della mano sinistra si atrofizzavano e la J1•ro eleltro-contrattililà diminui,'a. Nel terzo caso, si not.avano, oltre i detti segna, ineguaglianza pupillare e l'iteoz1one delle materie fecali e delle orine; l'atrofia muscolare era più e.stesa. Minor osser va che casi analoghi possono facil~ente essere confusi con una siringomielia; per· facilitare la diagnosi, egli propone la seguente divi:;ione (cominciando dai ca~i piu semplici): 1• paralisi a tipo Brown-Séqua rd: atrofia


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RI\"ISTA

muscolare di un lato, disturbi di sensibihta dell'altro; z• atrofia de1 muscoli degli arti superiori, disturbi di sen«1bilità a partire dalla 2" e :1• co::ta; 3• ratrofla e raneste!;ia occupano i due arti superiori o anche un solo arto superiore.

' l sintomi faringei della vera tabe. - ALPH. MAGNAN.(Journal de JJédeeine et de Chirurgie, giugno 189i). sintonù faringei della tabe riguardano la sensibilità o la motìlità. l primi possono consistere nella perdita completa della sensibilità della faringe. Que!>to fenomeno, che però può scomparire sotto r influenza della cura, é probahilmen!e mollo più frequente di ciò cbe non lo si creda, ,.. se ·esso non l• sovenli segnalato, è perché vie.1e cercato raramente. Essi sono d'altroncle associati soventi a disturbi laringei. L' iperestesia si riscontra alla mucosa faringea come alla superficie cutanea; all'opposto dell'anestesia pare che es!'a risieda più frequentemente in corrispondenza della farin~e che sulla pelle. Essa può variare in certi periodi della malattia e scomparire anche per ricomparire più tardi. Mentre • l'ane~lesia pare che produca più spec1almente la disfagia. l' iperestesia determina piuttosto spasmi farin~ei. Si riscontrano anche uei tabetici delle pare.'1lesie : sono disturbi della sensibilità generale della farin§.!e che si pro.!ucono 1!olto forma di sensazioni anormali non giustificate tlall'esame Òbiettivo clelia regione; i malati !'li lagnano allora Il più spesso di una sensazione di secchezza, Ji solletico. di pizzicore, di male alla gola, anche di scollatura. Ma s1 possono pure osservare in corri~pondenza della faringe dolori ''i\'Ì che rivestono sia il tipo folgorante, sia il tipo continuo o persistente. Questi differenti disturbi della sensibilita della faringe s1 ri~conlr~no in tutti 1 periodi della tabe dorsale; il più spesso si notano durante il periodo di stalo, ciò che venne chiamalo il periodo atassico della malattia; altre volle «i con statano durante il periodo preatassico; ma la scarsa frequenza di questi disturbi sensilivi non permette di utilizzarli


»EDICA

tO 3

nella diagnosi precoce dei casi dubbi, ed allo stato attuale l'li dovranno considerare come una delle complicazioni cosi muHiple nella tabe e non come un segno eli malattia: non 51 farà diagnosi di tabE', nei casi in cui ess1 esistono, cht! cJuando vi sia coincidenza d'altri disturbi indicatori dell' afrezione t~belica . 1 disturbi motori consistono in paresi, paralisi, spasmi faringei e vere crisi faringee. La paresi si maToifesta. con una certa d1fl'lcoltà della deglutizione, con rigetto delle bevande per il oat-~o, ma senza introduzione degli alimenti nella laringe. Ma ad un grado più avanzato, quando la paralisi succede alla paresi, quest' ultimo accidente si produce Cacilmente e ciò può essere una causa di morte, sia per soffocazione, sia per polmonite consecutiva. Un'altra manifest.azione d'ordine motore osservata qualche volLa in COI'rispondenza della faringe P. l·> spasmo. Nelle osservazioni citate, l'esito é stato il più soventi funesln: nella paresi o nella paralisi dei costrittori faringei l'alimentazione, se è difficile, è però ancora possibile; nello spasmo ('ssa diventa impossibile, e per di più allo spasmo faringeo succede soventi, lo spasmo respiratorio della asfissia finale. Ecco come descrive Magnan gli accidenti che egli ha o~ ­ ~ervati in un malato. Da tre giorni il malato non ha potuto inghiottire né alimenti solidi, né alimenti liquidi, e l'aspetto del malato é poco rassicurante; si constata una costrizione intensa dei mu~coli della faringe al collo al minimo contatto della mucosa boccale o del velo del palato con un corpo qualsiasi: una goccia di liquido cagiona questo spasmo, la cui produzione ~ istantanea e che ~!i produce un dolore molto violento. Durante lo spasmo il malato ba i lineamenti alterati; la sua fisionomia subisce urr' alterazione spaventosa; egli si agita, si dimena, emette gridi di sofferenza; nell'acme dello spa-,mo l'angoscia è note~ole, indescrhibile; il corpo si co1·re dt sudori per alcuni istanti. Ciò non o~tantt', il malato ottenne un miglioramento dalla sospensione e non soccombette in seguito a quegli accidenti.


108i. Infine, l~ contrazroni della faringe invece di essere tonich~ possono essere- cloniclte. Ne r·isulta allora ciò che Oppe. nheim ha descritto in una osservazione, unica fino ad ora, sotto il nome di crisr faringee, criSI che sono carallt-rizzate da movimenti di deglutizione incessanti che rassomigliano a vet•i crampi con pr()uuzioue di un rumore stridente. o·una gravezza pronostica re lati vR, quando essi si producono nell'inizio della malattia e si rivelano unicamen~e con la drsfagia, i disturbi rorrngei, quando si presentano in pieno periodo di atassia. r·h·elano allora la maggior parte del tempo la partecipazione del bulbo e possono a\'ere un esito disgraziato: in tutti i casi, essi occupano quasi sempre in questo momento un posto importante, sia per le sofferen~e che essi cagionano al malato, sia per la denutrizione 1la cui essi sono minacciati, conseguenzll inevitabile dell'impossibiliLà di alimentazione per le vie digestive naturali. È quindi conveniente intervenire e favorire la nutrizione del malato, sia usando la sonda esofagea, sia con l'alimentazione reltale; ma si comprende bene che questi mezzi sono faltizi e che sarè dirtìcile, auche con il loro uc:o pru melodico, di ritardare per qualche tempo l'esito fatale. L11 cocaina localmeute può riuscire utile; il bromuro di potassio inler namentt> ed infine la sospensione prattcata con precauzione banno dato in certi casi buoni risulfati.

Ball'auede•la gattrlo&. - FliRBRINGe: R. Médecine et Chirurgie, maggio 189i).

(Jou rn.çtl de

Fra i sintomi svariati che si presentano all'o:;senazione del mt-dico come espressione di semplici disturbi funzionali dello stom·aco, Fftrbrin~er ne ha osserva .o uno che non fifl\l ra ancora nei quadri attuali della nosologia. I malati che presentavano questo sintomo avevano per la maggior parte da 48 a 50 anni, ed appartenevano alla clren lela pr h·ata. Tutti avevano conservato un eccellente appetito, ma lutti però si lamentavano di dolori allo stomaco.


:VEDICA

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Que~ dolori nulla aoçevano di com_u~e con la sensaziOne ben cono:!ciula Ji pesantezza che SI r1 ~ente, anche allo stato

sano in ~eguito aJ un pasto copioso. E,-si non rassomi..,.liav~no neppure alla cardialgia, nè ai dolori parossismali della gastroùinia. Essi si potevano paragonare alla senMzione che prolluce una piaga a vivo o quella che provocherebbe un animale rodente le carni. E ssi si estendevano a tutta la superficie dello :"lomaco. Questi dolori di stomaco sono in un ra ppor to diretto con ringestione di certi alimenti, di certe bevande, e seguono da VICinO •)UeSti. Se non rosse stata la loro breve durata e la possibiliLà di evitare il loro ri:;ve~lio, essi avrebbero avvelenato l'esistenza dei malati. Questi si rendevano conto, d'altronde, che i dolori persi~Levanl' fino a che il corpo del delitto non avesse abbandonato lo stomaco. Ciò avvenuto, il loro stato ridivantava normale e si manteneva tale ftno al giorno in cui glì inùìviJui facevano un nuovo disordine nel regime. :\elrinlervallo di qu~sti accessi dolorost, i maiali non avevano cattivo gusto nella bocca, non rigurgiti, non pirosi, non repu~nanza per cerli alimenti, per certe bevande; non nau<:ee, non vomiti, ciò che è di regola nei dispeptici. Si constatava pu1·o tn essi un'assenza da dolori al'a pressione delrepigaslrio, l'assenza di punti dolorosi. di costipazione, di llatulenza, di coliche. Però •1uando i maiali spingevano all'estremo l'abuso de.gli alimenti provocatori di 11uesli accessi dolorosi, poteva derivarne una vera gastrite manit'estantesi con anoressia, con vomiti, con disturbi dello stato gen~>rale, con febbre. l._lue,.la astenia gastrica si manifestava d'altronde durante .::h .nt~r\'ulli di questi accessi dolorosi, quando i malati stavano apparentemente bene, con un·intolleranza per certi alimenti che ,..ono ben digerili nelle circostanze normali. A capo di •Juesli alimenti figurano lo zucchero e gli alimenti m 11lo 1ucchermi, ingeriti mentr.;o lo stomaco è allo stato "' vacuita. Poscia \'engono il grasso e gli alimenti gra"·i. ed in Lerza linea gli amilacei, i farinacei principal-


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RI\"IST.\

mente. Per contro, le earni magr~. e le uova son~ molto bene tollerate dai malati in discorso. l ntìne, un contrasto evidente si manifesta dal punto di vista della digeribilità, lL•a gli alimenti ben masticati e quelli che lo sono insuffìcientP.mente. In faUo dì bevande, la birra ed 1 vmi leggieri sono b~ne sopportati, com~ pure l'acqua, contra riamente a ci<l che ha Juogo per il caffe nero. Assai spesso l'iogeslione d~ acqua calda o di zuppe poco dense è stata sufficiente per troncare gli accessi dolorosi. Questa a:Sienia gastrica non è insomma che una mod11lità della dispep~ia nervosa: essa é caratterizzala da una su~cet· tibilità conosciuta dei nervi sensitivi dello stomaco, al contatto di certi alimenti, senza aumento né ,diminuzione ...oncomitante dell"acidità del succo gastrico. La sua eziologia é molto oscura, ma cerllmente questa astenia gastrica non é una manifestazic·ne della neurastenia. Pare che l'influenza abbia una parte impor tante nell'eziologia di questa aff·,_ zio ne. Pare che 'luesla sia mollo tenace. Tuttavia è molto fac•le prevenire il rttorno di parossismt dolorosi, sottoponendo il malato ad un{l appropriata pr'ofilasst. Si tratta semplicemenl~ di proibire al malato l'uso degli alimenti che risvegliano gli acces~i e di prevenirli contro gli eccessi alimentari. È necessario preoccuparsi pure di rialzare il tono deilo stomaco. Un cambiamento -:!i clima, un so2'giorno in uua stazione marittima oJ alpestre producono spesso risultati molto benefici. Pare che né gli acidi ne gli alcalini esercitmo un'influenza accentuala sull'astenia gastrica. Quasi lulli i rtmedi energici producono un aggravamento; il loro uso prolungato può anche produrre alterazioni gravi. Le preparazioni di rabarbaro, di 8corza d'arancio, associate ai vini di pepsina a piccole dosi a ppol'lano sovenli un miglioramento. La ero· nicità dell'afft~zione controindica l'U!O:O dei narcotici. Le cure alle stazioni termali, reputate efficaci contro i disturbi del sistema nervoso o contro i disturbi ga!>lrici, sono egualmente indicate. Si possono pure ritrarre buoni


MEDIC.\

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r isultati dall'uso degli agenti fortiftc~ti il sistema nervoso, bagni fepìdt. mas:<a~gìo, eletlricita. E pure neces..~ril'\ agire sul morale d>'i roalatt, assicurandoli che essi non llanno ne ulcera s ... mpltce. nè cancro dello stomaco.

IDAaeua degU odori salla vooe. - JO\L. Médectne el de Chir!Lr[Jie, maggio 18!Ji).

(Jottrnal de

Joal ha fatlo oggetto di studio una que$lione iole.ressante dal punto 1h vista degli artisti, degh aHocati, dei professori e di tutte le persone, in una parola. che fanno della voce un uso professionale, ,·aie a dire se l'azione degli odori, dei profumi, dei fiori è suscettibile di determinare disturbi vocali in certi individui. Per mollt a rtisti, il fallo non é dubbio, ed un buon numero di essi hanuo cura dì evitare qualsiasi specie dì profumi. principalmente quello di violette quando essi devono cantare. Tuttavia non erano state pubblicate fino ad ora os~ervazioni precise a questo riguardo. Joal ne lta raccolto un eerlo numero, accuratamente studiate dal punto di vista dell'esame degh organi della fonazione ed anche della spirometr ia, le lJ..uaJi permettono dt conchiudere che oltre ~li accidenti già segnalati dagli autori; emicrania, vertigini, l"Ìncopi, svenimenti, spasmi, convulsioni, nausee, vomiti, palpitazion~ cardialgie, gli odori sono suscettibili di pro"ocat·e alt~razìom della ~oce. I disordim possono risconlrarsi sulle differenti parti dell'organismo umano, elemento risuonante, elem~nto v•brante, elemento motore; eù ecco come si possono spiegarli. L'impressione olfattiva da luogo ad un primo l'itlesso che determina l'orgasmo del tessuto erettile del naso, e l'eccttamenlo dei filamenti del trigemino, d'onde un riflesso c;econdario che dà luogo a manifestazioni diverse: a) disturbi vaso-motori della mucosa nasale (raringite, laringite per propagaztone); b) disturbi -.aso-motori della mucosa larmgea (paralisi consecutiva dei muscolt costrittori); c) tosse ner-


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RIVISTA

vosa (congestione vocale consecutiva); d) spasmi dei muscoli bronchiali. Questi accidenti riflessi ha ono per effetto, sia di modificare il timbro della voce, di rendere le note elevale meo'? facili, meno limpide; sia di produrre> Ja raucedine, rafonia stessa'; sia. diminuendo la potenza respiratoria, di diminuire l'intensità, il volume. la durata dei suoni, o di esaurire rapida· ·mente le forze del cantante. Queste alterazioni si osservano di preferenza nelle persone nervose, con sensibilità ecces-.iva, e soprattutto nei nevropatìci -arlritici. Una condizione di predisposizione è egtlalmenle creata da una lesione ipertrofica della mucosa nasale. L'uso della cocaina :>otto forma di applicazioni intra-nasali giovera molto ogli individui affetti. Le suscettibilila particolari esercitano un'azione cosi importante nell'azione degli odori sugli individui che è tnolto dirtìciJe stabilire una regola generale relaliva a questa azione. Joal nota a questo riguardo che egli ha inteso ~oventi nel mondo degli artisti emettere l'opinione che la violetta era, • di lutti i fiori, quella che rend~va più faciJmente fioca la voce, P. che per altra parte la rosa e soventi considerata come inoffensiva. Queste sono, a parere dell'autore, opinioni erronee; se fosse possibile classificare i fiori sotto il rapporto delhi loro nocività vocale, la violel!a non dovrebbe c~rt.amente essere messa alla sommità della scala. Vi sono altri fiori, il cui principill odorante, forte e peneLranle, agisce pili vivamente sulla membrana olfatti va. Egli non ammette la credenza che le emanazioni della violetta impediscano alle corde ,-ocali di vibr&'e liberamente. Per aHra parte. numerosi esempi dimostrano che la rosa non è coropletamente inoffensiva; gli odori che essa span.te banno azione nociva uguale, per lo meno, a quella del giglio, della tuberosa, della gardenia, del lilla, della violella, del garofano, della mlmosa, dell'eliotropio, del mughetto, del gelsomino, del reseda, del narciso e del giacinto. Del resto, nulla di fisso, di regolare, negli eflelti prodotti


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ll.EDICA

ao que'-ti differenti fiori: razione sarà accentuala o nulla !:e· ..:•Jrt•lo la su,c;cettibiltta individuale di ciascuna persona. Un individuo risentirà razione rlel lilla, un altro della mirno!lO, goden 11o di una c~mpleta immunil.à per ri ~uardo ad altri profumi ~ella ste~sa !?Ui!'a. si "edono individui cbe non o:ono incom daìi per nulla rtai fiori, dal IJlu<:chio. clalrambra. dAl!e d•' er--e pre(larnzioni ·Ji t. •e fetta, e che <;ono Cl)!ti da curizo, du raucedin... d'l opprPssione. pet•cependo ;.!li odor i t'be ~pandouo i grassi, gli olii, il corno c•m lA combustione che ,..,IJJgono srli stabilimenti in cui si conciano le pelli, o dov"' ~~ fubbrica la birra. E molto difficile spiegare queste particolurita, queste bizLarr·,e, e noi dobbiamo conteo~rci d1 di re che lutto riò è dovuto a J idio'>iocrasb oJrattiva. Ad ozni modo non é discutibile che 1Zii odori diano luogo aJ occ·adenli va riati, a distur bi vocali, sopr·atlullo nelle per·· l'IMI~ <'0n temp-r arnFlnto net·voso, con sensibilità ecces~iva, I'On rl!azione rifles<::a pronuneiata.

La oomprealo.ue del duocle.uo. - BRO:'II. .\-fl!dlcin~ er. de Gllirru•f1ie, giugno l&!a).

Journal de

IJopo..:he la laparotomia é diventata uu· operazione u uale la dl&· gu()"'j dei casi nei quali e;<:;:a può intenemre utilmente a~ ­ "Uffi" un inlt!resse sempre piu grande. l falli di compreso:rone del duodeno entrono Hl IJUe:;ta categorw. Le ca use della compressione del •luoùeoo sono multiple; 11 p1ù spesso è dovuta a tumori di vic1nanze, il cancro del pancreas ad esempio ed allora quaJsias1 intenento è inutile. ~f a In compressione può e!'sere cau<>ata tla briglie filtro"e, do ci..,ti idatiche, da flemmoni, da tumori delle \'icioanze operabJli o infine da tumori fuori di posto come il rPne od anche il fegato. In questi casi l'inter vento puo essere utile. 1!: quindi opportuno fare la ùiagno"i al piu presto possibile. l:iron insiste sopratutlo su certi fenomeni che presentano r• c•Jrath·a in un !!ran numero d'affezioni dell'aJdome,

(i!J


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alcunchè di particohlre dal punto di "i~ta della dla..:r.·v.i in quella forma di compressione, e specialmente i vomtlì. Compaiono n1lusee, rigurgili, e ciò generalmente presto, probabilmente fin dai primi fenomeni compressivi: i detti sintomi scompaiono frequenlemenl~> per ripresecnlarsi più tardi, accompa~oati da vomiti, i quah presentano par•menti un notevole carallerP di renilenza. Essi sono oslinali, ed assumono frequentemente un decnrso incoercìhile, che si può prolungare lungo tempo. Essi ricompaiono alla minima ingestione rlì alimenli, ma anche nell' interv:~llo de• pasti, in :;eguito alla fermentazione dei pt•odolli ingeriti. Essi sono piu o meno intensi, l'intolleranza è piu o meno assoluta, secondo il grado dell'ostruzione. Sovenli pero i vomiti sono mucosi ; ma ben presto essi cambiano di colore e di nalut•a : vi fanno la loro comparsa il succo pancrea.lico e la bile, non potendo più questi prodotti oltrepassare il punto compresso, ed essendo vorsa ti nello stomaco. Infine, i vomiti, senza divent.are mai veramente fecaloidi, finiscono per presentare pPrò un odor e del tutto particolare, che ricb.iama totalmente quello dei vomiti fecaloid.L Questi vomìll, P,ersisLenti e prolungati congmnli alla dilatazione defio ~tornaco sono uno dei migliot·i segni dello compressione ùel duodeno.

Afuta tranattorla Della polmoD1te.(8rii. M ed. Jou~. geo. 189~ e Bull. et Mém. de la Soe. .

CHANTEM.ESSe. -

A1etl. 22 dic. 1893).

Lo Ch. ha osservato fenomeni afasici più o meno pericolost nella polmonite ed in altre malallte infettive. Alcuni sono dipen•ienti da alterazioni aoatomo-patologiche facilmente dimostrabili, p. e. meoingite, rammollimento cerebrale, ecc. mentre altri, non possono farsi dipendere da alcun"alterazioue del sistema nervoso. Quest' ultima classe di fenomeni hanno una dtslinla fisionomia cltnica e si notano ordinariamente alla fine del 2° e 3° giorno della polmonite. L'afasia


li E DICA

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\nsorze r ··pentioatnsnte, ma alcuna volta é preceduta da speciali sensazioni anormali al capo. La coscienza può non perdersi e l'intelligenza può non ~boltrsì, ma alcune volte si ba un vero colpo apoplettico. L'afasia è identica a quella che si produce per lesioni della 3" circonvoluZione frontale ed in breve spazio di tempo l'intelligenza ridì,•enta nor·male &iccbè r ammalato può con .gesti indicare quanto gli occorre. La parte inferiore del Iato destro della faccia é alcuna volta paralizzata e la lingua -devia a destra: l' emiplegia può essere completa ma ordinariamente essa é lrmitata alla faccia, alla lingua ed alle ~tremila superiori. La seusibilitA e i rifiessi tendinei sono ordmarrament.e poco alterali ma i fenomeni vasomotori -quasi mai fanno difetto (rossore, edema. elevazione di lem · peratura delle parLi paralizzate). Gli epifenomeni paralittci non influenzano per nulla il corso della polmonite n!' banno .alcuna sip;nificazione pronostica. La durata dell'afasia u br·eye, alcune '·olte di poche ore ~llre volte di quattro o cinque giorni e più. La paralisi facciale scompar~ ordinadamente unitamente all'afasia ma i'emiple;ria dora p1ù a lungo, alle \'Olte alcune settimane. Due sono l'Ipotesi emesse per ispiegare questi fenomeni .afasici: io •1na s'invoca l'azione che hanno i microbi tos'tllci, sui centri nervo::;i nell'altra tutto infine dipende dallo 'Spasimo dell'at·teria silv1ana e suoi rami e dalle consecutive anemie dei centri nervosi cui quest'arteria si distribuisce_ <:hantemesse propende per quest' ultima ~ Vlbrlolll delle aoqae e l'etiologia del oolera. SANARELLt. -

Prof. G. (Ri-r1t$la d'Igiene e sanirà put>blica. N. 3,

1.89\).

Gh io,egnamenti speciali cbe si possono ricavare dai ri-sultati delle importanti ricerche eseguite dall'autore, mentre ~a un lato ci conducono a modificare note,·olmente te nostre altualì conoscenze sulla microbiologta del colera, d'altro


RIVISTA

lato rischiarano più Ji un punto nmasto ,. nora alquanto (,scuro nella storta epidemiologica dt 'Jttesta malutlia. Eccone il riassuuto : t• Il concetto morfologico unitario dei v.brioni devo""!3ere abhl\n1ona lo. esistono Ielle varielu di ,jbrioni morrulogicarnentl:l distinti gli ur11 dagli altri, ma capaci ùi determinare nen·uomo e negli an11nali il medesimo quadro morboso, clinicamente identico. 2• La diagnosi bacleriulo~ica del colera, come fu :.-taùilita rerttnlemente da Koch, non corrisponde nè a ll'ideA dt un rnonomorfismo t·istrelto, nf> all' accettazione ùi un lara:o polimorlismo di \"tbr10ni, perchè alr mfuor1 di o~roi proprietd specifica possono trovarsi nelle acque contaminate di qualuoqud provenienza, dei vibrioni patogeoi presentanti tutti i caratteri ritenuti specifici dei vibriont di pro-venitmza esotica. 3' Oltre a questi nbrioni patogeni, assolutame nte analoghi ai vtbrioni di ptovenienza intestinale, esiste nelle a cqu& un numero mollo abbondantd di altre varietà non palogene~ ma i cui punti di contatto con i p rimi appari~cono cosi evi._ denti, per cui debbono considerarsi come altrettante varietà originariamente patogene, e quindi capaci, in talune circo~taoze di ridivenirlo. ~· La costante presenza di vibriom patogeni in tutte le acque di ritìuLo, dimostra la g rande importanza che ha la contaminazione delle acque nella origine e nella propagazJOne del colera. à• Fra i vibrioni delle deiezioni coleriche ed i vibrioni delle ac.,ue di rifiuto esistono dei legami cosi s tretti l:iOllo ogni riguardo, percui risulta e,·ideote o molto probabile la loro arigine comune. 6• l vibrìoni che giungo11o virulenti nèlle acque non vi conservano a lungo questa proprieta : a poco a poco e:.-;o& va disparendo insieme all' aflìe'""olimento di altri caratteri propri dei vibrioni, come il potere riduttore dei nilraLi e la pr·oduzione dello indolo. Mal,2"t'Hdo ciò i vibrioni non muoiono, ula si adattano a vi\""ere a poco a poco nelle acque. nt>lle quali possono segurtare a moltiplicar~• allo stato saprolìtico. 7o È del lutto sconosciuta la origine dei vibrioni che ~i


l! ID I CA.

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tro,·ano nelle acque, ma e suppon bile ch'es~a debba ricer~ar~t nelle deieziOni inLe~trneli dell uomo e forse di alLrì ani-

mali. La presenza di vibriont nelle acque contaminate dai rifiuti della viLa anima le e la. presenza di vibrioni ~egnahtta nel contenuto int~stinale delruomo <:ano, giustificano in parte la pos~rbilita di una tale provemenza. G. ~IDi

tentativi 41 pne'IUDotoraoe artUiolale nella tlsi polmonare - Prof. CARLO FOHLANI:-<r. - (Ga.aetra medi a li Tormo. N. 20-21 del l 9~).

L'auLore ritienP che la distruzione del tessuto polmonare ehe "' il ratto anatomico culminante e il più caratterizzan te della lisi, non s,a il portato della involuzione del prodotto tubercolare, ma tiebba essere riferito pre.sMchè esclusivamente ai prodotti r-econdari, di associazione. Se •fuesli prodotti che. al parr d1 quelli del bacillo, 9Ì possono ritrovare anche in tutti ~li altri tessuti del corpo, det er minano nel polmone la caratteristica distruzione dell'org a r.o che non ha alcun ri..contro l'llrove nell'organismo. ciò dipende esclusi,amente dal fatto che nel polmone esistono ~etermin~.é circostanze di funzione prettarnente meccaniche, eh<> pure non hanno ri~conlro alcuno negli altri organi. Quando queste circostanze vengono, non imporla come, soppre-.se, il proce!!-"'0 dh:truttriYo si arresta (> la malattia può a:uarire: un poeumotorace e del pari un versamento pleurico soppr imono le circostanze di funzione del polmone prettamente meccaniche so .ra accennate. Naturalmente non si può produrre il pneurnolorace che da un lato solo e quindi perché ~i possa a vere un r isultato terapeutico ~ ne ~essario che la lesione sia monolaterale, o, <JUanlo meno. che nell'altro polmone sia appena iniziale Giù da circo dieci anni l'autore fece la proposta di pro,·o-care artilìciaJmente il pneumotorace nella lisi: tradusse in ~tto il "00 disegno e ora riferisce le sue osser,·az•oni che suddivide in due parli. La prima comprende la storia di due ti<~ici zuariti per la comparsa di un pneumotorace seguito


RIVJST.\ 1094 poi da empiema · in ambedue i ca~i, sebbene la dispnea to8156 minacciosa, l'autore ha insistito perchè il ""ersamento rossa conservato e non più eslrallo colla toracenlesi come ~>ra l>lato fatto in precedenza. La seconda comprende i primi tentativi di pneumotorace artificiale: ma siccome non h& osato finora di applicare questo trattamento che in casi disperali e con lesioni bilaterali, cosi il risultato finale non ru favore\'Ole, ma raggiunse lo scopo importante di studia re la tolleranza dell'ammalalo per il pneumotorace provocato metodicamen~e e la sua miglior~> tecnica operativa. preparand«> m tal modo il terreno per altri spE:r imenti in avvenire. Il problE-ma pratico r1chiede : l• di penetrare fra i roglietli pleuric1, ermeticamente combacianti senza ferire 11 polmone : una ferita del polmone anche in parte sana importerebbe un passaggio di mat.t>r ial& SE'ltico, un' infezione della pleura; 2• che il pneumotorace, l' aria venendo prontament& riassorbita, sia conservalo nella misura e pel tempo voluto. S'evita, nel modo più sicuro, di ferire il polmone, penetrando in corrispondenza dello spazio ~omplementare: qui,. ,.e anche Io strumento passa il segno. la sua punta penetra uel diaframtpa Ecco la teenica se!JrWa dall'autore: Un comune ago dì Pravaz è raccordato con un tubetl() di gomma ad un vaso ui vell·o graduato contenente aria filtrata ed in discreta pre~siooe per mezzo di un batl~n te di acqua di parecchi centimetri. Determinata la zona della mob11ità a ttiva del mar gine inftoriore del polmone nel punl() dove lo spazio complementare è più ampio, cioè vicino all'ascellare anter iore, vi si infigge un po' obliquamente l'ag() e lo si approronda con cautda. Finché la finestra dell'ago sta nello spessore della paret~ toracica i tessuti la chiudono ; non appena supera la pleur& parielale esce aria nel ~ecco pleur1co e un assistente lo rileva sul vaso graduato. Passati da 200 a 250 cc. si chiude l& ferita, onde impedire che pei colpi di tosse esca l'aria e s i spanda sotto la <'Ute, con un batuffolo di cotone C<lmpress«> ed una fa scia per la durata cl'uu paio d'ore.


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llEDICA

~ei a 1orni successivi si ripete r operazione finche lentamente il pneumot01-aee ba ra~giunlo il ,·olume che si reputa comenienle per il singolo caso, e poi In si ripete ancora di quando in quando, secondo il bi!::ogno, per sostituire l' aria che viene assorbita. Le couclusioni desumibili dalle indagini dell'autore !'Ono . l" la pleul'8. tollera in modo perfetto la presenza delr11t-1a; non l'i è mai osservato, anche in pneumotoraci con<>er\&li parecchi mesi, il più Jie,·e se~no di raccolte e di r~:~tti lrritalivi della pleura. oe.~orre appeua dire che l'ac;epsi dev'essere inappuntabile; z.. le pleura assorbe rapidamente I'Ol>sigeno dell'aria, più lentamente l'azoto. Per qu~:~sto, ùopo le prime prove, l"aulore !>l e sempre servito di tuoto filtralo attraverso cotone sterilizzato; 3° ra<~sorbimenlo rapido da principio si va la{!endo semprò più lento, probabilmente per moditìcazione di struttura ùella plPura. Da principio jl pneumotorace deve essere rifo1·nito di azoto tutti i giorni, più tardi anche ogni due, poi ogm SP.Uimana o più. In un caso l'i conser\'Ò per tre mesi ; 4o le aderenze pleuriche limitano il volume del pneumotorace a quindi il suo valore curativu : fu però osser,·ato 10 qualche .uso, insistendo, scioglierl'i delle aderenze; 5o •Juantlo Il pneumotorace è prodotto con lentezza, sia J::h or!!ani circo!c'tanti che l'orgunil'mo per una' serie eli adattamenti (chfl del resto si osserva anche nei versamenti che si producono con lentezza) non ne soffrono. Par·•· adunque ragionevole la spPranza che la cura che l'auto1·e propone, possa, per certi casi df-terminali, trovare po!':lo nell'attuale suppellettile terapeulica, vasta, vt~ria , ma anche labile e deficiente della tisi !JOimonare. Per intanto rimane ~empre u!! fallo degne, della nostra meditazione questo, che una pura azione meccanica, affatto all'infuori d'o~ni intluenza direttaineote inibilr1ce della vita dei palogeni della lts:1, ·valga ad avviare un processo di guarigione e, 10 'ID&Iclw caso, a comr;irlo.

G.


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RIVlST .\

EJJRLICK. KosSEL e WAS:-'~:RMAN:-1. -

Sul modo di ottenere e di as&re U •tero utidltterico -Sunto del :;ib. Kuhler di Berlino. - (Cen.tralblatt jL' r Bakcerwlogre une( Parasicenkunde. Vol. X\·, n. 23, H giugno 18!>~).

Gh autori, ~e;;uendo iJ metodo di Behrin11, scelsero per anunale da Immunizzare. invece dfl:a vacca, la pecora , c:h~ è p!U sen ... 1bile al veleno difiel'aco e pau re~istente aa processl necessari per attenerne l'immunità. O!Lre il siet·o, fu trovato pure il latte degli animali immunizzali di .,.,rande azmue curativa. L'immunità si ottenne inoculando nej:tli animali dosi d; mano in mano crescenti di colture di difierile dapprima attenuate, in appresso virulente. L'efficacia del siero fu ~(Je­ rimentata mescolando una determinala quantiaa di esso (0, ~-0,2 grammi e meno) con 0.8 cc di un ciru8 ottenuto da v~:cchie colture di difterite con l'aggiunta di 1/, p. 100 di fenolo, la cui minima dose letale corri~pondeva 8 o.:~ per 1000 grammi di peso dell'animale. Questa mescolanza unita a corrispondente quanlit& di soluzione fisiologica di cloruro di sodio, fu inoculata solto la cute di cavie nel volume di 4 cc. Dall'azione che spiegò negli animali nei primi due gìorni fu possibile determinare se, ed iu qual grado esiste!'lse l'azione antidifterica. Secondo Bebring deve r itenerl>i per normale quel siero, che nella quantità di cc. 0,1 ha potere dt neutralizzare completamente una dose venefica di <:c. 0,8. ruu ~ci agli autori di otlenere un siero antilossic~, la cui efficacia corr ispose a 60 unita iromuniz28nli. Con le miglior i qualilà di siero furono intraprese le cure specifiche nei bambini rico..,.erali negli ospedali ElisabeLh, La.;arus, Friedrichsham, M oafJit ed l'rban e nell' T~til ulo per le malattie mfelti,·e, senza alcuna srella di malati. Su 220 bambini {di cui 61 tracheolomizzali) 76,4 p. 100 ~uari­ rono, mentre 23,6 p. 100 morirono. Di G fanciulli sottoposti a cura al pt•imo giorno di malattia guarirono nella proporzione di 100 p. liJO, di 66 nel secondo giorno !l7 p. 100, di 29 nel terzo giorno 86 p. 100; di 3!) uel quarto giorno i7 p. 100,


liEDICA

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e di 21 nf 1 punto aio r no 56,5 p. 11)0. Secondo gli autori, d• 7:! fanciulli sottoposti a cura n~i primi due giorni sola mento due mor rono. mentre una !<latistrca anteriore corrispondente e fimitatB ci(ualmente a 72 ca~i senza la siero Lerapitl, '" mor· alita ra!!giunse 3L7 per cento. Dei 5~ ranciullr morti durante la cura furono cause cletPrrumantr. la sepc:.i 12 ,oJ:e. IB polmonite 30 volte, mala llie succe~~ 1 ve come nefrilt> e f'feho1ezza cardiaca 8 volte e IR tubercolo.:;i miliare 2 voiU>. LR morte an·enne in 6 casi nello ~tesso giorno rl' ingresc:o del pazienl<>, io 12 nel prlmtl, in 8 nt>l secondo giorno. L"esito infau~to in alcuni dei rimanenti 26 casi, secondo gli autori, si ::-ar ebbe forse potuto evit.are l:'e si ros"'e potuto inoculare maggiore quantità di ~iero curutivo. In molli casi non iu inoculata che una sola dose ùt ~j.:ro Ji 1611-200 unita Immunizzanti. Dopo le imezioni non :.i mantfestarono mat t>fretll "Piact>· '\OIL Inoltre solamente le lhrli dosi (sino a 4 iniP.zìoni di 11>0-200 Uhlla 1mrounizzHnli nello ~k~so !!ioroo) ~pu.>garono In loro azione sulla temperatura dPl corpo e sul poll'O. In ~~ casi 1 quali, nel!" ospedale Elisaberh e nell' Istituto pt·r le malattie infettive furono curati con replicate inieziont, av,·~nne soltanto quattro volLe la morte. l n tre dj questi r11si tPrminah "On la mot•te, all"autopl:'ia si osser,·ò olluramento df'i bronchi prorondi, nel quarto caso polmonite da strer lococchi e ~epsi da str~ptococchi. Gli autori emettono le conr lusiooi se~enli : 1• La sorte dei ranciulli da sottoporsi a cura sarà deci!'a nei primr tre ciorni della malattia. Pt>rciò il siero deve e'~ere iniettato al p ù pr~to pMsibile; 2' Poichè deve ttversi di mira d' inlr otlurre in eccesso r anti\oxina nei corl'i dei fanciuUi maluti, cosl, secondo gli autor i. nei casi le~giert bisogna jntrodurne per dose iniziale slmeoo ~ unita immunizzanti, oei casi gravi e in tutti i tracbeolom izzanti 400 unita immunizzanti; 3• La cura col siero rleve continuarsi nello s tesso giorno o in qu<'lli successivi. t:econdo il deco rso della febbre. del polso e di'i fenomen i locali. Le quantità totali secondo la gravHà del caso possono giunf!ere a 500- 1000-1500 unità iromnniz7.Rn" C. S.


~098

JUTISTA UDlCA.

L' a.UmeDtazlone clei bambi.m . Journ. ; 20 gennaio 1894).

Buon<.

(J:Jrit. M ed<

Budin insiste sul valore delle pesate sistematiche dei bambjni poichè esse costituiscono il miglior mezzo di controllarne la nutrizione e di determinare il diverso valore della alimentazione. Jn ogni circostanza si nota nei primi due o tre giorni della vita estrauterina -una diminuzione del peso. e ciò deve rit1-1nersi fisiologico finché la seerezione !aLlea non si stabj}isce regolarmente al :l' giOI'no. Essa può esser resa minore dando latte sterilizzato e ciò dovrebbe essere la regola nei bambini deboli. Paragonando l'aumento di peso nei bambini: 1° che succhiano; 2• in quelli che succhiano e l:;Ono nutriti artificialmente, e 3° in quelli che sono solo nutriti artifìeìalmente, si trovò che nei primi dieci o dod1ci giorni della vita l'aumento medio del peso fu nei bambini della 1' categoria circa il doppio di quello della 3' . Se si prende come ter· mine di comparazione il primo anno di vi!a, l'aumento di peso procede più regolarmente col l&tte di vaCCl:l che con quello di donna. La quantità di latte a darsi dev·essere regolata in m_odo che il peso· diventi doppio nei primi cmque mesi e lriplo nel primo anno. L'insufficienza del !alle materno vien dimostrala dall'arresto dell'aumento ùel peso oppure da una reale diminuzione. Ciò può essere ovviato dando latte sterilizzato. La diminuzione del peso accompagnala da vomiti può esser segno che la quantità del latte é troppo grande: così un bambino di tre settimane cui si davano 2l 1.~, once di latte cominciò ad aver disturbi gastrici : essendosi ridolta la quantità a 17 '/, once, cessò il vomito in due g:iorni; e il peso ricominciò ad aumentare il 3• giorno~ BudiÒ si è prima servito di latte sterilizzato allùngato con acqua, ma poi ha accordato la preferen:1.a a quello puro. Egli lo sterilizza risealdandolo a 100' C.


1099

RIVISTA CHIRURGICA

Stato attuale dell' enterora1ia. - (Brit. Med. Jou rn., 27 gennaio 1894 e Journ. of the A me-r. Med. Ass.,

SENN.

1893).

Senn constala che malgrado l'attenzione e lo sludjo accurato e continuo di cui è stato oggetto J'enteroratla non ancora si è rag~iuola Ja perfezione in questo allo operativo. Il voler trovare nuove suture o sostituto di suture è la prova sufficiente di questa asserzione. Il vero progresso è staLo ritardato dall'aver abbandonato i principi stabiliti dal Lembert e dall' aver adoperato come mezzi d' unione delle sost~nze estranee <'apaei di causare cancrene e dj costituire pel loro volume una ragione intrinseca di pericoli. Senn cool!lata che nelle ferite trasversali incomplete o nelle longiturunali la sutura Czerny-Lembert fornisce i migliori risultati. Se il tempo rosse un fattore importànte una fila semplice di sutura alla Lemhert, risponde bene allo scopo. ~i rea sei punti sono necessari per ogni pollice lineare. La fila interna di suture deve comprendere tutte le tuniche dell'intestino tranne il perilon~o. la fila esterna invece tutte tranne le mucose. La fuoruscita dei materiali dall'intestino durante la sutura si previene nel miglior modo o colla compressione digitale o con quella elastica dei due moneoni dell'intestino. In caso di divisione completa dell'intestino, la riunione di esso può far.si col massimo grado di sicurezza o coll'enterorafia circolare o coll' invagioaz.iontS eseguila col metodo ben noto dall'autore. Questo non può applicarsi nei casi ùi restringimento poiché qui il moncone superiore è più largo dell' inferiore in cui deve avvenire l'invaginazione. Prima di applicare i punli, ciascm~a estremita dell' intestino dev'essere


HOO tagliata a sbieco a spe~e del Jato convesso. La lendeoza alla cancrena ed alla stenosi è cosi ridotta. Se le estremità dell'intestino r edso non hanno Ull diametro eguale, robltquita dev'essere maggiore nell' eskemila più stretta. L' inneslo deu·omento è ritenuto mollo efficace nelle suture circolari. Questa protezione a•ldiziona le contro le perfcrazioni e le perilonile é specialmente indicata quando i tessuti su cui debbono cader·e le suture, sono andati soggetti ad alterazioni anatomo-patolo~icha cAusate da ostruzioni intestinali o infiammazioni. Una striscia d'omenlo IE1rga circa un pollice, e lunga in modo da circondare lulfintorno l'intestino, è usata a questo ~>copo. Pr·ima d. impiantare ·l'innesto, la superficie_ sierosa dell'intestino a meno pollice sopPa e sotto delle linee di suture é scarificata e la superficie inferiore dell'innesto è lrallal.a nello stesso modo. L'innesto a derisce molto fortemente nello spazio di poche ore. Il Senn considera i sostegni metallìci delle suture come pericolosi. Le obbiezioni che si fanno agli ainti meccanici non possono far~i con eguale forza ai tubi, ai bottoni ed alle placche di ossa decalcificale. All'anastomosi laterale é riserbalo un brillante avvenire. In questo process~ il Seno è ~empre fedele alle sue placche· ossee, le quali mettono in perfetto contatto lar ghe superficie sierose e servono in pari tempo come sostegni della parte ferita. Cos i esse servono al doppio s:copo di suture e sostegni. Senn non dubita punto che ulteriori esperimenti provocheranno la scoperta di altri e pii! sicuri apparecchi i quali saranno di f!r-a u lunga superiori agli esistenti e che, sP non aboliranno completamente, limiteranno grandemente l'uso delle suture intestinali. Innesto cutaneo alla Thlersch ln oasi di strappamento della cute del oraulo. - (Br it. M ed. Journal, 20 gennaio 189~).

R IEGNER -

Riegner r iferisce· un caso della quasi totale n,·ul,oione della cute del ·cranio in un giovinetto dell'eta di 16 anni, in cui il metoèo di trapiantamenlo di Thiersch fu praticato con risulta ti molto buoni.


CHIRURiriCA

1101

La volla Jel cranio fu scoperta Jalla raJice del naw e delle sof racciglia alla tuberosil8 occipitale ~sterna e lateral· mente fino alla squama del temporale. Le re~ioni anteriori, superiori P laterali dell'enorme ferila furono coperte con striscie 01 pe le t•lll~ dalle co~cie del paziente e le rimanenti parti con pelle tolta l alle braccia. L 'estesa perd1ta di sos-tanza tu riparata nefl<> spazto di quattro mesi da una cicatrice morbida, insens-ibile la quale, benché contrastasse molto a principio colle ragioni non lese, del colore della faccia, acquistò ::!radatameute l'aspetto e il caraltere degli integrumenti nor1~rui. ~el .!J~Ylical Record del 16 dicembre 18.93, Pond rirerisce un caso di ferite del cranio trattate anche coll'innesto cutaneo alla Tù.iersch. Il paz1ente, un bambino dr 8 anni, capiti sott.. la sua cura dieci ~iorni dopo raccident~ in cui la cute nel cranio ru strappatn unitamente ai capelli i quali eransi attorcigliali attorno all't~lbero d'una ruota idraulica. la maggior parte dell'osso frontale, parietale e parte delroeciptlale rimase allo scopet•to. Il pericrani•l, dove e.Sil'leva. e.ra as<:JUllo come per!.!:amena. La superficie delle ossa era t!'un colt>re grt~iastro " ba~oava nel pus che gemeva dalle circo$tanh granu1t~z.iooi. Dopo una accurata pulizia delle fe· rite e della cute arliacenle e l'a~portazione delle granulazioni. furono praticate ventiqutHLro perforazioni con una le-;ina a tnano atlraverao il tavolato estern<> fino alla d1ploe. Poche slr iecie di oute furono tolle ùalla coscia ~inistt•a rlel piecoìo pa;'.i.. nte e applicate sulla fronte e il muscolo temporale "'ini"lro. Ciwtue giorni lopo, si ese~uirono aUri cmJUanta fori «ul tavolato esterno del cranio e gl'innesti cutanei presi la altro indiviuuo furono applicali sul muscolo temporale d •,..tro ~ sulle regioni fronlt~le ed occipilale. Ognuna di •JU~lè 0[18i8ZiOni fu seguita da febbre. L'operazione fu rit etu!a ìre•JUentemenLe durante t tre mesi seguenti con ri"ulta:i 1100 soJdi:sface3li. Il paziente rimase pet· alcun tempo 'u btalo di molta debolezze e soffri di accessi febbrili. La IU&!!giiJt' parte degli innesti, specialmente quelli pre.<:i Ja oltri indivtdui. o non uderirono o l'i ulcerarono rapiJarnente. Dopo altri tre me~i 11 bambino migliorò e lo ~lato del cranio rli vt>nne eccellente. poiché un terzo della SIJ O n 1·ea


t 102

RIVISTA

ru ~verto di innesti vitali i quah aumentarono rapidamente in superficie. Ma a questo punto il paziente ru affetto da difterite della faringe e della bocca e ne morì al quarto giorno. BA R~ETl'. -

Clati 4el p&noreas - (Brii _'1-fed. Journal. 20 gennbiO 18()i e Sew Zealand Med. Jou r nal, ottobre, 1893).

Barnelt riferisce questo caso percué esso serve 1° come esempio tipico di errori e di d1fficolta della diagnosi della cisti del pancreas; 2o come esempio dì diagnoSI prima della laparotomia e 3• come una dimostrazione delrinsuflìcienza della paracen~esi e dell'efficacia della laparotom1a con drenaggio. Il paziente era un agricollore dell'età di 2i anni, il quale dopo una grave Je~ione (l'essere stato preso tra le ruote aun carretto e paracarro) divenne magro, debole, di<tpeptico. ~ove settimane dopo quest'accidente ricono~iuta la presenza d'una recc()Jta nella cavita loracica la quale giuogsva fino aJrotlava costola sinistra, il B. attraverso le parti moU1 della regtone infra'scellare rece l'aspirazione di un liquido oscuro e torbido che ru ritenuto come un tipico essudato pleuritico. Una settimana dopo si osservò una piccola prominenza rotondeggiante nella regione epigastrica elastica ed ottusa alla percussione. Essa aumentò rapidamente di volume e tre giorni dopo fece l'aspirazione, mediante la quale si ottennero 300 once d'un lif]uiclo torbido, con reazione alcalina contenente albumina. La tumefazione ricomparve e nel corso di sei seUimane fu do,·uta vuotare due al\re volte. Dopo l'ult-ima aspit•azione si fece l'analisi chimica del liquido e vi si notò la presenza d'un fermento che agiva sull'umido. Eseguila la laparatomia, si riscontrò una voluminosa cisti al disotto ed a destra dello stomaco. Svuotato del liquido che contene,·a, il B. introducendovi le dita, notò come essa si estendeva indietro fino alla colonna vertebrale ed a sinistra più di quanto egli credeva. Insomma egli potè sentire il fegato e lo stomaco e sotto gli intestini.


CBTRCRI:ICA

lt03

E"so corrispondeYa esattamente ad una volumin0$8 cisti che dic:teode\1~ la retroca\;ta dell'epoploon. La parete peritonea!e della cisti fu fìs~ala al periloneo parietale mediante suture e i mar_aini dell'apertura do>IIP cisti saturate alla ferita e!'lterna. ~elle cavita fu inll·odotta un tubo di dreoagg•o del N. 20. L'ammalato guarl perfettamente dopo 5 mesi e ripre~e il su, peno8o mestiere. OELORME. -

Del ginocchio a • oatto. -

(Archioio di Or-

topedia. t~H.

L'A. comunica alla societa di ch1r urgia di aver osc:ervato recenlementP un ammalalo affetto da una lesione del ginocchio caratterizzata da un bt·usco scatto aUa Rne dell'estensione, che renrie l'incesso difficile; e che per l'eccessiva rarita, per l'oscurità della patogene~i e per la difficolta del trattamento mertta una seria attenziou~>. Si tratta d'un caYalier.e. che per uno sbalzo da cavallo fu '(eltal•> a terra sul fianco destro e trascinato per dieci metri sul suolo. Rimonlù a ca"allo e potè rientrare in quartiere. h-i !'ti con:-~l.atò l'~istenza d'un'idrartoc:i acuta che lo costrin e a letto per quattro mesi. Quando si alzò ebbe a notare de~li scro~d netrarticolazione e non potè riprendere il suo SP.r·,izio. Ciò accadevA nel 1891. Un anno fa s'accorse dell'affez1one attuale. Durante il cam· mino. quando .,. appoggia sul membro destro e fa passare r arto dalla llessione all' estensione, si produce un brusco ~catto, il quale si osserva quando il ~inocchio è 1Jesso a l SQ-; f> brusco e si comunica a tutta la coscia, quindi il movimento d'esten!!ione si fa piu ra.pidamenle e non v'ha arresto. Questo fatto .,·accompagna a dolore della faccia posteriore dell'ar· ticolazione. Non si riproduce nei mo''lmenti io senso in"erso, •· lo slesso succede nei mov1menti pas~ivi o quando sono l ..nlis..imi. Il malato prova un impaccio forte; senza ginocchiera non può fare che qualche passo, mentre col suddetto apparecchio può camminare per un quarto d'ora. Il ginocchio non presentà alcuna alterazione apparente; non


110i

RI YJSTA

v'ha ispessimento della ::;iooviale: r condili remorali pre~en. tano una perft-tta regolarità. Durante i movimenti si sentono degli scrosci nelr articolazione. Nell'estensione oompleta vi sono movimt-nti molto spiccati di laleralili.l. Il tricipile P atrofizwlt~. Quale può essere la roalura di quesL' affezione? L'A. pensò dapprima ad una sublussazione in dietro del femore che si riproducesse a ciascun movimento del camminare, dovuta ad una rottura dei legamenti crociati. Ma dovette abbandonare !"Ubilo quesr ipotesi in presenza dell'impossibité di riprodurre ()uesta sublul"sazione per pressione diretta e di constatarne l'esistenza durante il cammino. Meno ammissib1le gh parvP. l'ipotesi d'una lussazione delle cartilagini semilunari. non esistendo alcun sintomo di questa lesione. L'analog111 che questa affezione presenta col dito a scatto gli fa avvicinare la sua patogenesi a quella di quesL"ultima affezione. Tra le dJverse spiegazioni invocate per quest'ultima si possono elimiuar·e su~ilo le diverse alterazioni dei tendini e della sino viale, non trovafldone traccia. Bisogna con Poirìer cercare nelle lesioni delle superfici articolari la spiegazione dello scatto 1 L'A.. ammette che in certi casi lesioni delle superfici articoljiri diano luo~to a scatto durante il cammino, mo nel suo ammalalo gli sembra difficile che sia cosi. All'esplorazione tullo è normale; d'altra parte come !:li spìegu che lo scatto non si produce e be durante il cam mino'J Resta un'altra ipole~i amme.,c:a dall'A. eJ invocata da Carlier per il dito a scatto e s:ostenuta tla Verneuil: l'e~i­ stenza d'uno spasmo fun zionale. Tutto parla in suo favore: lo scatto aumenta colla fatica; è seguito talora da tremi lo e la "'COSM si trasmette in tulta lo coscia; ~~a completamente quando si paralizzano i muscoli della coscia colla fascia d'Esmareh, ritornando dO?O la rimozione della fascia. L'atrofia del trir.ipile ra pensare che lo spasmo risieda ptullosto nei muscoli flessori che distruggono l'azione antagonista degli estensori. Se si fa passare lun~o il tricipite una corrente interm1ttente, lo scatto scompare quasi completa. mente. Di più se durant~ il cammino ~i palpa la coc:cia si sente che il tricipite è floscio e che 1 flessori sono duri. Tutti questi se~ni parlano in favore dello spasmo funzionale.


CBJBURGICA

1103

11 $!IOOCC •iO a <>calto è un'affezione rara. Il suo traUamenlo Pi Je~ume direllamente dalla patogenesi ammessa. L'A. nel suo ammalato, si propone di adoperar·e l"elellricJt8 faradica " conlinuH. Fara uso aHresi della fal'lcra d"E,morcb, non cii· menticando d'impedire l'alrofia del lricipite. Cosi pure rarA .,~.,IZUir,.. 11 letto energici movimenli pa:;~ivi. Sd questo lrall8mento n n gli apporterli buoni rr~ullat•. rrcorrerà_alr unmobilizzat.ione del ginocchio con una ginocchiera elaslrca, oppure ad una re~ezione ancbilosanle a cui l'ammalalo è dr"po'to. tanto e desideroso di sbarazzarsr di questa affeziontl. L'A. uon ha troYalo alc•mA osser\'azione simile a11a preFente; le c::ole indicazio'li cb~> ha potuto raccoglit>re sono quelle di Poirier JIPlla l"Ua memoriA "111 dilo a l"Catto, dove drce che "• può applicare lo patogene<>i del clito a scatto all'affezione simile del ginocchio. Tillaux ha oss.~r\'alo il ginocchio a scollo in un collega di pro,in~'ia che ebbt• una precedente IU!'!"azione. Non ha po-· lutn pero nelle sue ricerche rsrs1 un concetto della natura dell"afl<•zione.

La .tertllua.zloDe del canale uretra.le. Ft--KK -

JA\IES PoRTER

(.lletlical Record).

L'A. partendo tlal concetto, che è vano rendere asettici ~li .... trumenti per una operazione chirur gica se non si prov\'ede altre~• preventivament.e alla asepsi del campo operativo, so~ti~ne r.he anche nella pratica chirurgica intrauretrale è nece'"::ario, per quanlo si può. praticare prima la di'Sinfezione ~· -·anale. ~ec:"uno o~erebbe affermAre che il meato urelrale, , suoi ,.r ~tlorni e il glande sieno, chirur~icamente parlanòo, netti, e che quindi la introduzione di una sonda non sena a Lra"purlur~> nello iuterno i germr di uua rnrezione. Anzi a questo propo"ilo sar ebbe ioteres~anle conoseere quanti casi della c05tdPlta rebbre uretrale dovrebbero essere atlribuili al pas711


1106

RTYISTA.

saggio di strumenti sterilizzati sopra pat'ti e altraver:,o un canale non re~ aseltici. Che esista. dice l'A., una forma òi shok in seguito alta introduzione dt sonda nell' uretra, è beo conosciuto; toa io credo che ,.i sia uoa l'orma di febbre uretrale non dovut'l a infezione in seguito alla iutroduzione di strumenti chirurgici. Questa infeziOne può seguire per istrumenli nou sterili, per il canale uretrale 0011 netto, o per il fluire dell'urina sopra un'abrasione prodotta dalla sonda o altrimenti; •na l'infezione precede sempre la vera febbre uretrale. U passaggio d'istrumenl.i, in special modo dilatatori, divulsori ecc. produce quasi invariabilmente delle lacerazi(}nì o H>coriazioni della Jelicata muèosa uretrale, e quindi Cocolai d'infezione dentro il canale; se poi vi &l'riva un qualche germe infeLtivo trasportatovi, si lw una favorevole occasione per l'a:;sorbimento e si può anche 8\'ere il punto di parteuza eli un'ulcera urelrale, di linfang:oite, di uretri(e acuta, o di febbt-e uretrale. Per cbi sia abituato ai metodi asettici, il prendere le precauzioni necessarie per rendere asettici il passaggio di uno strumento nel canale uretrale, è cosa semplice. Una caLinella, una siringa, qualche pacchetto di cotone, una soluzione calda di acido borico al 4- •t.., e di sublimaLO all'uno per 2000, è tutto il uec~~sario. Un asciugamano sterilizzato, o bagnal1 ndla soluzione tli sublimato all'uno per duemila, deve ravvol~ere il pene e coprirne le parti cbe lo circondano: l'i oLero pene c lo scroto debl)ono essere bagnali di soluzione al sublimalo. Quindi dopo di avere introdolta la soluzione borica nell'uretra, ripetendo l'operazione, si pbssouo passare nel canale uretrale gli strument-i sterilizzati. Se per la introduzione si sospetti elle sia avvenuta una lacerazione e necessario ripetere la lavanda con s()luzione borica allo scopo di detergere. Supel'fluo dire che è necessario tener questo sistema sia nella semplice introduzione di una !'Onda, che in altri atti operativi. Invece della soluzione satura di acido borico, si può usare con perfetto successo una soluzione di perossido d'idroge~o (1 a 4)


CHI RURG-ICA

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-o UiìS c;oluzione di acido ft>nico, o ancb.e una soluzione di liodoformio in olio di uhva, che é ad un tempo lubrificante e a ntisettico.

R.

'Trattamuto ohirargtoo dell'emplema.- (Associ<Uione eh t· r urgica americana, Med ieal Record, giugno 189\). li dottor Ashhurst trattò l'argomento domandandosi anzitutto: è l'operaziOne a3solutamente di urgente necessil8 in ogni caso? Crede che la sola presenza del pus non giustifichi J'alto o~rat,·o, il 1uale al contrario diviene urgente ~uando sieno falliti tutti .!lli astenli ~tedicamentosi, o quando a lcuni sintomi, come ad es. la dispnea ecc. si rendano imponenti. In molti caost ~ impossibile raccertarsi dai "egni ~sterni che Yi sia presenza di pu~. L'oparazione non si deve praticare quando non s1 sia certi della presenza del pus e vi sieno :>Ìntomi allarmanti. ~n SI)Stener ciò l'autore pone la pos:>ibihta che. nono«tante gli odierni meni di disinfezione, 11na raccolta ...ierosa si cambi in purulenta, e si appofrgra a lla s11a propria esper ienza. L' A . con"iglia quindi m ogni caso I'asptra:,one per aceet·tare la diagno...i, e potchè con l~ Sl'rupolosa anti-epsi non vi é differ.,.nza fra reffelto di un ago introdotto sollo pelle e un a ,.p[ratore, egli raccomanda nel ca~o spectale quest'ultimo.

Quanto al punlo di introduzione dell'ago l'A. pref.,-risce il sesto spazio intercostale e non come altt i YOrrebbe 1l quarto ~ 1l nono, per~hd oel primo caso e reso difficile il COIDf•leto sv11olam1•nto, e nel secondo si può correre ri~chio di interessare 11 diarramma, il (tuale. se rispettato, favorisce con i 8Llùi movimenti l'uscita del liquido. Se il liquido tr>nde a riprodursi. come avviene quando es~o è di natura purulento, I"A. consiglia di praticare un'apertura t nsieme e stabilire un drenaggio, il quale in questi casi e ~r tamen te di migliore effetto che non le ripetute e fre..qlienli punture, che menlre esauriscono le forze del pazienle


l tll8 non dànno un sollievo permanente o sono precariamente efficaci. Si deve fare una o due aperture? Si ottiene miglior drenaggio praticandooe due, una piu alta ri;opelt.ivamente all'altra e facendo pa"'!>are il tubo, che sia piuttosto groc.so, Jalruna all"ellra. Per ben~ Introdurre il lubo è necessario intaccare IR costola. - Altri 11$8 un lungo tub"'' in modo che un estremo dt es"O pec::cht 10 una bottiglia contenente liquido antisettico. Alcum chirur~i it1oltre consigliano al paziente di soffiare entro una bottiglia, ritenendo 'lUeslo mezzo efficace a facilitare lo "COpo del drenaggio. Anche differente é l'opinione dei chirurgi circa il lavagg1o della cavità; l'A. si loda dell'uso di una soluzione leggiera di acido borico, ma egli stesso cita la pratica del dollor Berk di New Jork ìl quale non uf'a lavaggio di nessun genere dopo l'operazione, eppure ha una larga slalìslica e mollo favorevole ùi operati. Man mano cbe il liquido va scomparendo, è mestieri raccorciare il tubo di drena~~io fino a toglier lo allora che l'a pertura sia.chiusa. IJ raccorci'.l~nto del tubo insomma, deve essere gradualo e in rdaz1one allo scomparire della raccolta liquida e del chiudersi dell'apertura. La resezione delle costole non dovrebbe operarsi che quando il polmone, per aderenze formatisi, non possa più espandersi e minacci rinfossameuto del torace e l'aderenza tra le faccie clelia pleura. Molli vorrebbero variare il meto.io classico dell'Eslliiuder, ma in verita non se ne vede la ra~ione, salvo che essa non dipenda da necessità del C9.so indh·iduale su cui si deve operare. Anche da ciò dipende il numero deUe costole da risegare, le •1uaJi possono e se re .Jue, lt'e o •Juattro. L'A. prefer1sce di aspor tare da due a quatlr o pollici di ciascuna costol a. L'asportare tutto il tessuto della parte toracica, come vorrebbero alcuni, è, secondo l'A. un rendere più difficile l'allo operativo senza alcun reh.Livo vantaggio. L'operazione all'Eslliiuder non pare all'A. nece:;ssria cosi !.'Ovente come altri cr•ede nei fanciulli, perchè in essi la pa·


CI:IIRl'BI.ICA

1109

rete toracica e rla~sibile, si espande facilmente, e nella magg1or parte dei ea::-i non vi è nece<lsit.S J1 m;egare le costoltc". L"e'<JSLenza della tubercolosi non u certo una condizione (a\or~vole per questa operazione, cne anz1, s ah·o i cas1 111 cui es;::a non "Ìli giustificata per ridurre in certo qual modo la Ctl\ ila può essere piu nociva che altro. waesL'operazione dà quasi sempre risultato fayore,..ole, e ::.e talora non costituisce una cura essenzia le ed assoluta, conduce non foss'akro a solleYare di mollo le grav1 condizioni del paziente. La percentuttle della rnortalita e sempre limrtati~"ima. e questa per gran parte non ,, do•uta all'operazione. 11 dottor :\anckeJe osser"a che non compre!lrie raspiraztone come attu operati\·o assolutamente preliminare quando es,..ta indubbiamente del pus, perché m taJ caso gli parrebbe p1ù convenient.. continuare l' a~pirazione fino al completo ~vuotamento, ~·l in o~n• caso tenersi pronto per praticare subito il taglio e 11 drenaggio, se raspiratore non è sufficiente. Crede anch·egli rhe a meglio far funzionar·e il drenagdo sia indicata una doppia apertura. e pa-;;sare il tubo attomo ad una o piu costole. Ritien~ che, se non vi sieno controindicazioni. in \"&rii casi giovi lo asportare una certa po~zione di parete toracica. e non crede che l'asportare una pwcola por zione di cosl• •le con osrni precauzione antisettica, po~<;a recare alcud <fanno, mentre av\"antaggia lo svuotameolo del pus. Quanto al liquido da. usare nel lavaggio del.a cavità r A. non erede niente sia superiore e più vantaggroso delracqua ster rliuala. Nt:'ll' operazione alr Est!under il doltor Stoue riconos('e la nece::-sita di 1·imuovere la co:.tola non già tanto per la depressione toracica, quanto per operare un fa•orevole e pui appropriato drenaggio della cavità. Qu~to è sempre bene pratiearlo, sebbene si citino dei ('a;;, in cui e,-s~ f~ rtconosciuto non necessario, come ad esemp•o quando s• s1a asportato nn po:zzo di costola. Ritiene buon ql!ltema operare tale asportazione quasi u~ualmente per evitare un secondo atto operali\O, e piuttosto che rimuover~


t110

R!TlSTA

in :nas:::n parte della parete toracìca, egli crede

asportare due, tre o quattro costole. Il dottor Prevoìt rit1ene un'ojJerazione innocua affallo r a. spirazione, se falla con ogni precauzione anlisetllca la ritiene etficactc:;sima nei bambini, nei quali il pus non è mai co~i deo;;;o come negli adulti, il elle fa s1 che essa basti da sola per apportare un& completa guarigione. Il dottor Wlilard osserva che ne1 bambini essendo :;:li spazii intercoslali molto ristretti, il tubo rimane ~pesso strozzato fra le costole, e perciò, ad oLtenere un facile e appropriato. drenag11ìo, é necessar.o risegare la costola. Aggiunge che se il drenag;io é ben fallo si ottiene la guarigiOne senza Javagg1, i quali talora por tano più danno che giovamento,. spècie se ratti con liqu1di f.>rtemenle aolisettiei. Il dottor Titlaoy di Baltimora dice che la prognosi ùipende dal.a natura del pus. Se esso contiene coccbj p1ogeni, la morte i> quàsi inevitabile; se lralt.asi di pneumococclli o s tafilococch•, non è necessario praticare lavaggi; ma se esistono l:-lreptococchi è pratica necessaria la ~sezione e il laYaggio. Secondo l'A. quindi una pre,·enliva aspirazione e un esame batteriologico sono ru somma importanza, perchè dl!termina ndo la natura del pus, riescono una guida quas i sicura alla diagnos1, alla prognosi e sopratutto alla speciedeiJ'operazione· da eseguire. ~oo é certo sconoscJULu ai nostri l~tt'.lri come questo argomento fu umpiameole trattato anche nell'Xl CongreS-..~ me.tico mternaziona.te e discusso dalr autorevolè parola de• Laa<·he, del Bozzolo, del Dinami del \ Veber ed allri. Il Laache si disse fautore della reseziooe iu primo tempo. di una costola; ma intrattenendosi poi sulle possibili complicaztODI, concluse con le parole del Oupuytren, che, ammalato d'empiema. preferì morire oaturlllmente anziché permano del chiru1•go. Il Boz.z.olo associandosi alle vedute cliniche ùel Laacbe , rigettò anch·egli robbiez1one che la coslalomia sia una mutilazione; peraltro afferma cb e gli empiemi pos.sooo guarire anche con una sola a,pirazione, e, nel caso si pratichi l& coslatomia, consigliò lo zatfamento con abbondante garza.

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t;HIRUJilolCA

11 H

· b" il r 0 ,.,08 mento Jel cavo pleurìt:o, a vendo riconosciuto '' <" • • • per propria esperienza che ~u.el s1stema rresce m~glio a favorire ed oceel13 rare la guar1g1one. Dinami !>Oslenne la preferenzu della pleurotomia alla coc:totom:a, specie pet evitare l'anE-stesia gener~le, e propu!mò la fo~tnaturn c,,n un tubo, ùa lU! ùelto misto, cioè ìnlerco~tale t"t!Jido eJ ewJ.ocoracit!o morbido. - Q11esta cannula uon t' che ·~oa modificazione •li quella di Fraenlzel. 11 Buhurolel', trattando dell'empiema nella tubercolosi, riconobbe speciali indicarioni a seguire, e r ilenendn <'he la cmnpressìo r~e sul polmone può avere favorevole azione sulla tubercolo~~. sostenne la necessità ·li un pronto intervento c.bil·urgico quo ndo esistono cocchi piogen i, var ere questo che non s1 concilierebbe jlran fallo con qneUo riportato p1ù !<OPI'& del ZiHauy, il quale ritiene quasi inevitabile la morle quando nel pu" si r.~contrino eoceld piO{/eni. Weber infine confer mò, per personali esperienze, le asserzioni di Beumler e KtH-schmann che il processo pieuraco determina una miglioritt nella tuber·colosi pulmonale. allZJC •

R. L '•Jt08lsiODe all'..teruo 41 organi malatJt od operati. P r or. hBoLl.... Y - (Lqon. médieal, '\. (.i, 189-t). L'autore~ d'avviso che la chirur gia vìscerall! in presenza di , .. ~iom non cancerose, e per loro nall!ra non minaccianti la v1ta, debba essere conservotl'ice preferendo po~ibilmenle tJUea ~-rocessi che non sacrificano degli organi la cui fun zione é utile. E in b&!>C a •1uesto concetto che l'autore ha sp~o-!·imenlulo eon Luon risultato il suo proces~o cbe consiste nel lìra•·e alre~teroo glt organi maiali e conset·vurveli colle dovule ca utele fl11o a che il b isogno lo ricl11ede, rimettendoli qu111di al loro po,.to normare. ~dca"i, ad ~-:sem!JiO, di fibromi uterini multipli egli estrasse l'utero dall' ad·iome e, dopo ao,:ere enucleali i tumori, lasciò


111~

lUVISH

l" utero alr C$terno fino a che fosse ces,;ato o;;na

stWicitlio dt sangue inlraperiloneale. Nella ist.essa ,;Uts& trattò twcbe dei aro:.si lumori dell'utero, lalvolla senza bi~ogoo di e:>lirparli, delet·rninando"t la loro atrofia pel ratto Jello spostamento. Curò pure delle salpingo ovtmli incidendone gli ascessi o le ti~ti, rimettendo in cavità il visc~re a guarigione ottenuta. Più importanti a cono~ce t•si sono poi le app!icazwnt questo metodo in alcune all'ezioni delle iut.estina e della roiùe. 1° lr..cestin.a.- L'autore é convinlo che l'eviscerazione essere il vero trattamento della peritonite fll'rulenca rali.uala, coclro cui sono insufficie nti gli allri mezz1 di disponiamo. E, cosi dic~:ndo , egli non si riferi-;ce svio eviscerazione transitoria durante J' allo OperatiVO !:.Ull' 10 stiuo (cosa che molti chlrut·~i hanno praticato) ma ben!:>l evi~cerazione totale perman ente~ mtenzionale di anse purate e agglutinate o che racchiuJauo fra loro degli Cl"''""'~~,~• e ciò nelrintento di ottenere un drenaggio ed uno ~colo ~>terno che la sempltce laparotomia non assicura. Le do' rebbero essere fatte con un liquido di una densità riore a quella de l pus, a11if?chè possa essere ~caccia to anf,.alluosita e sostttuito Ja questo liquido, col 1uale pure esser e imbevuta la roedicatura involgenle. 2° Co rpo tiroide. - Nelle opera zioni sulla tiroide mie parziali, e nucleazioni, estir pazione di cil:>lt) r~ulore sempre prefer ito di lasciare feri~e larghe ed aperle, tanlo per avet·e lo scolo sang uigno posl- operaLorio all'e.ctlento e non nei tessuti del collo, quanto pet· evitare gli accidentt dt asfissia che tal\·olta diventano ra piJamenle g ravi. E provato che i gozzi si alrofizzaoo per il solo fallo loro esposizione all'esteruo per un tempo s ufficien te. Questo meLodo quindi può coslltuit·e: un' opera.sion.e d' u.raen;;a nèl ca::.o ùi gozzi soffocanti; od un'operazione curatioa per la maggior par te delle vaneta anatomiche dei gozzt. e.J anche pel gozzo esonalmico; od tnfine il pPi mo tempo d'una ra:;ione radicale, per esempio una enucleaz.ione che non verra


CIHRG!lr.ICA

111:.1

rana che dopo ottenuta robtiterazione ddle grosse çeue tiro!dee al che !iV\'iene abitualmente t-nlro otto giorni. Con~Judendo, rautore nlien~ cbe, al d renaggio nella sua pau \1lSl4 apphcazio~~·.l'isot amenlo dalla vicinanz~ di orcam perìcolo:.'1ì per- la facJitta a~ •_nfiamrnar::a ed ~ r~ag1re, la pos· slbilità di fare con semplicata delle operazaonJ complementari eù infine la guari;.done di neoplas1e <J. tessuto benigno, co~:ituiscsno un complesso noteYole dJ vantaggi ottenibilr colla esposizione alresterno Ji organi ammalati. e che perciò qu~':>to metodo riesce troppo vantaggio!;O al malato ed al chirur·~o perché non debba in an-enire e~sere a Joltalt).

G. R

VJRCHOW. -

Sulla mloalte ouHloante progTeutva. -

(Berliner 1.-linische Wochenschri{t, ~. 3~. 18!H).

In un indivi.1uo rumeni), dell'età ùi 29 anni, che l'autore prt!seota all!l !>OCietà medica dJ Berlino, si osserva questa rualalha, la quale tormenta il pazient~:~ da circa diec1 anni. ~ ella sua famij:!lia non e;;i,;;tono prece lenti ereditari. All'etA di 1!1 anni, di primavera. fu rmprovvisamente assalito da ;tra~i-sima al'ft>z one. che o\'a, e di pref~:~renza I'artico'azi '"e de~tra dalla mandibola e le parli vicine, nonché il bracdo de,.tro, oc;tend~oJosr di pm po~ter1ormeote in direzione della sp111Ja. Tutte queste part1 erano molto ùolorose. Io tempo r elativalllenle corto, in corrispondenza delle parli dolorose e mediocremente ingrossate cominciò Il processo di O!-lSifica:o:IOne Le parti divennero di mano in mano sempre più dure, tìncl1» alla fine io certi punt1 la mobilità cessò de! tutto. Speciaìmente penosa era per lui la lesione, che aYeva consid .. rt:volmente invaso le articolazioni deUa mascella alla parte anteriore. Da quel tempo il male ha fatto con:.idereYoli progres~a nelle esacerbazioni annuali. che J)Oa' lo piti aVYengono io aprile, durano sino al giugno ed invadono nuo,·e parti dal corpo. Per tre anni l'ossifìcazione si è diffusa di preferenza lungo la parte destra del corpo; in appresso i' i é estesa a


l l li

!U\"l~TA

quella l"inistra ed ora si può affermare che non e;,;i!=tl8 parte del suo corpo, in cui non se ne o.::sernno tracce. :-:all'orga nismo delr infermo, alquanto dimagrato, si veggono prominenze in varratissnne direzioni, in parte in vicina nza di articolazioni, et! in porte anche in sedi lontane ua esse. s~condo !"autore, si tratta in quest'infermo di manifestazioni complesse di exostosis lu.rtLrians con predilezione Ili sede in vicinanza delle regioni articolari. La malattia ~i propaga quasi per contagio alle parti vicine. ~eJJ"alluce del piede srnistro di quesr infermo l'esostosi & co~1 sviluppata, che, a primo aspetto, sesnbrerebbe che "Ì trattasse di una doppia falanJ;e. Nell'inrermo la lesione ba già invaso a destra il braccio sino a11"articolazione del gomilo; l'a,•embraccio e la meno !"Ono liber i. ~ella mascella infldr ior·e il processo é tant0 avanzato e.l esteso, che l'infermo non la può muover~;~ affatto e per nutrirsi è s tato costretto a farsi estrarre parecchi denti. introducendo il nutrimento attraverso la corrispondente apertura. Nel braccio destro l'eso!'lto~i comincia all'a~ticolazione dfllla ~palle, donde SI estende alla parte po~teriore del tronco, ~eguendo le varie direzioni dei . muscoli che appartengono alla spalla. Alla par te sinistra, ove il proce!>so é cominciato da tre anni, le lesioni sono quasi ~immetriche a quelle del lato cl,.,..tro. Al dorso le lesioni delle due parti ltmùono ad intrecCiarsi fra loro, ma la linea media na del dor;:;o é finora rimasta libera. 11 processo morboso si estende quindi nella mu~colalura dei lombi e del bacino e raggiunge la pat'te pol"leriore delle articolazioni dell'anca. Nell'articolazione del ;.rinocchio sioislr.> SI osserva una grande ma~sa òi proliferazione, che a poco a poco ba prodotto un·anchilosi. Il ginorchio destro è ancora mobilP, ma anche ivi trove,.i una ,;rossa massa, la IJUille tende a infiltrarsi nella muscolatura del polpaccio. Riepilogando, si può dire che relath·amente liber o, ed ec· cezione Jelle articolazioni della mandibola inferiore, é rimasto la maggior parte del volto e del capo. Ma gia alla


CHIRURGICA

11 15

recione della ouca ~i è manifestato il processo, che ba in-

•aso lateralmente le parti posteriori del tronco, in corrispondenza delle part1 laterali del torace, donde si congiunge con i corrispondenti processi delle regioni dei lombi, del bacino delle articolazioni delle spalle. Le sole parli mobili rimaste 8 all'iorermo sono le mani ed io parte i piedi. L'infel'mo in ogni esacerbazione primaverile soffr e molti~t-imo; nelle altre stagioni sta abbastanza bene; inoltre non 8 ,,,•erte molestie negli organi interni e sebbene mollo diJll8So!rato non sembra mollo grave.

c. s.

RAYSAl D. -

tllltloo. -

Frattura apoDtall8& 4elle COStole IJl DD sl(Brit. J.5ed. Journ . 20 p-eno. 1894).

Raynaud riferisce un caso di frattura spontanea della 9" e 10• co~tole lungo l a linea ascellare destre, la quale avvenne mentre il pAziente si voltava uel letto. Si notava dolor e ta nto olia pr essione quanto ne1 movimenti e scricchiolio si aD' ascoltazione che aUa palpazione. l l paziente, individuo ,.jgoroso di U anni d·elà, aveva c:offerto fU&ltro anni prima di gl'8~i manift-stazioni di sifìliJe secondaria e di qualche ·acces::oo t.l'il>tcrismo, di congestione polmonare e di intense ce falee nottur ne. E gli aveYa tendenza all'obesità ed era dedito a ll'ab..,inthe. Quantunque la sifilide sia le più frequente cagione di frattura spon t.anea, pur e ciò avviene specialmente nellu ossa lunghe delle m em br a ed é stato r arame11te notata nelle costole. Due soli altri casi si sono raccolti nella letteratura !:lenza J'jolervenlo di trauma. Nel caso di cui é qui parola, non ''i era tumefa zione nel sito della frattura, la quale, seconJo Re~ naud pare dovuta ad infiltraz1one gommosa delJ'o-., o.


1116

R.IVISTA DI ANAT01II! E .FISIOLOGIA NORMALE E

PATOLOGICA

Sulla permeabllltà della parete dell'1Dtestill.o e dell& vesoloa orluari& vivente per l ga•. - F. 0.BER~AYEI\ J. SCHNtTZER. - (Centralb. fur die med. Wissensch ., N. 29, 1894). l}; ben cono~ciulo il fatto che i gas sono assorbili in gran quantità dalla cavità peritoneale e pleurale come pure inteslini. E: anche dimostrato dagli spel'imenti del Bouillaud che attraverso le membrane animali umide ha luogo una vivace, rapida ed energica diffusione, àiversa pei diversi gas. Anche gli .sperimenti del dréhaud hanno dimostrato che attraverso la superficie pleurale dei polmoni distaccati ha sotto certe circostanze uo vivo ricambio ga ssoso. Ora i dottori Ob. e Sch. comunicano i loro sperimenti, quali risulta che i gas pos:>ano passare attraverso la vescica orinaria e le pareti intestinali viventi dei conigli, dei gat&i 'l dei cani: 1• sperimento. Piccolo coniglio maschio. Tracbeotoroia; introduzione di una cannula di vetro. Furono inieUali per. rurdra. n~lla vescica ci1'ca 1.0 cm• di gas idrogeuo solforat.o e quindi legata rurètra. Dopo appena 2 minuti sospeosio del respiro per circa 30 secondi, quindi alcuni movimenti respiratori terminali pei' i quali fu cacciata spuma nella cao· nula. QuesLa spuma anneriva la car~a saturnina. L a sezione eseguita immediatamente dimostrò la ''escica piena di gas. Essa spandeva, prima che fosse aperta, intenso odore d'iJ ro-


BJVIi'TA DI AXHOYI.-\ B FISIOLOGIA

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!leno !::Oll'oralo. li contenuto dei vasi sangui~ni della vesc1ca orinarìa era colorato in azzurro cupo. un ,:econJo ~perimento fu eseguito in moJo s1m11e. Dopo ~ minuti il respiro divenne piu superficiale, comparvero convulsiont generali, quindi sospensione del respiro e la morte. Fu aFer·~ la cav1ta addominale. La carla rea~ente di piombo tenuta sull9 vescica circa tre minuti dopo la morte si ann.>n. l vas1 sanguigni della ,·escica erano cc.lorati come nel primo sperimento. Il risultato di questi sper imenti dette a pen:;are che un cosi rapido effetto letale dove~se e:sse1·e avvenuto pel diretto passaggio del gas dalia vescica neiia ca"VIta peritoneale. È inf11Ui provato dagli sperimenti deiI'Uschinski che l'idrogeno solforato iniettato nella cavitil periloneale ba effetto venefico tanto rapido quanto il gas introdotto direttamente nelle vene. E questo concetto era ct•nfortato dal fallo che anche in questo ~econdo sperimento la carts :::alurnina tenuta sulla vescica non aperta si anneriva. Que!ti sperimenti furono quindi eseguili su animali o pareti ve;.cicsli piu spesse. Dapprima in un cane di media ~ros­ "<'zza appena morto fu iniettato per l'urelra nella vescica itl r('lgeuo solforai.O', ma in quantità cosi piccola che la ve"cica non ne Cos«e distesa. Già dopo uo m1nuto la carts «aturnina sosp<'SS sulla vescica era annerita. Jn un altro '-perìmento, in un cane di media grandezza in istato di narcosi cloro formica, fut•on iniettati nella vescictl 25 cm' di idro~eno "Oiforilto. Dopo 4 minuti fu aperta la ca,•it.é ventrale. Sub1to dopo rapertura del peritooeo, era molto manife<~lo l"odore del sms solfìdrico. l vasi san~uigni serpeggianti sulla vesc1c& erano linti in nero. La carta saturnina ::~ospesa sulla vP-;eìca si anneriva. ~ell'aria respirata dopo circa -; minuti era dilnostrabile 1! gas soltìdrico. Dopo (}Uesti sperimenti non 'i e1·a più dubbio che la vescica orinaria vivente dei cani, anche non molto distesa, sì a cavirà addl)minale aperta che chiusa é permeabile all'idrogeno solforato. Si potrebbe creder-e che l'Idrogeno solforato come gas vdenoso danneggi in guisa la vitalità della parete vescicale rla poterla attraversare come una membrana morta. Perciò


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RIVISTA

fu ratto uno sperimento con l'acido carbonico. Gatto di mediOcre grandezza. ~arcosi cloroformica; nella vescica vuota furono iniettate circa 5 cm• d1 anidride carbonica; e l'urelra legata. La vescica era posta m un ,·aso pieno di ossigeno puro. Dopo 10 minuti in questo ,·aso era chiaramente dimostrabile con l'acqua di .calce la presenza dell'acido carbonico.. Jn .tn secondo gatto t'Il eseguilo lo stesso sper1menlo pochi minuti dopo la sua morte. Lo stesso risuttato positivo. A simili speri manti fu sottoposto il tubo intestinale: a un ~alto ucciso da cinque minuti, essendo aperta la cavitA aJdominale ru iniettata per l'ano una piccola quantità di gas soltìdrico. Fu dilat.ats solo una piccolissima parte e,·itando la so~erchia distensione. Tirata fuori un'ansa intestinale di circa 20 cm, fu introdotta in un vaso di vetro io cui si trova,·a della C4J'ta saturnina umida. Questa in capo a 5 minuti. si annerì. In un altro sperimento a un gatto in istato di narcosi clorofor mica fu per mezt.o di un catetere iniettato per l'ano nell'intestino dell'idrogeno solforato. Dopo 3 minuti si rece la Iaparotomia. ~essun manifesto odore di idrog:eno solforalo. La carta reagent_e tenuta sopra il cieco annerl intensament!. Fu aperta la cavitA pleurale destra. In ques ta non ei'a dimosLrabile l'idrogeno solforato. Anche in f{uesto ~perimento la tensione dell'intestino era molto piccola. In un altro sperimento ancora, ad un gatto narcotizzato con l'etere fu introdotto per mezzo di una cannula nella ca,;t.a ventrale una asper3ione di magi!i'tero di bismuto, evitando lo introJuzione dell'ar ia. Quindi rurono iniettati pel retto cii'ca 20 cm• di idrogeno solforato. Dopo 30 secondi, il gas solfidrico era dimostrabile nell'ar ia espirata. Dopo un minuto con,·ulsioni e respiro affannoso. Dopo 5 minuti sospensione del respiro. Subito aper tura della cavità addominale, mentre ancora il cuore batteva con forza. L'intestino non era ~onfio . MAnifesto odore di idrogeno solfort1to, la aspersione del bismuto era anner ita. La car ta reagente di piombo tenuta al disopra dell'intestino subito annerì. Pei' rispondere alla possibile obiezione che il risultato positivo d1 questi sper imenti fosse la consestuenza delle anormali condizioni cagionate dali apertura del ventre, furono


01 A~HOlll.-' K FISfOLOGI.\

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fulli sperimenti iniettando l1drogeno solforaLo per l'ano a ventre cbiu,o Anche 1uesto sperimento non era al tutto 1 :>!CurO rogni obiezione, poiché la prova del passagf,!iO de l'H' s poteva aver3t solo dopo l'apertura del peritoneo. S• poteva quindi obbiettaN che qu1 avesse avuto effetto uu pn•cesso di ditru~ione fra l'acia atmosferica e i gas intestinali, quindi 111 conoizior.e div~rsa d~ quella dello stato normale. V€ro e che anche con questa obiezione la permeabilità della parete mteslinale pel" i gas sarebbe in certo modo ooncessa. Ma l'ultimo sperimento ne ùette la prova incondiziont~ta per lo stato normale Anche in questa ru usata come indice una sospensione di bismuto, poichè un altro precedente sperimento una soluzio te di acetato di piombo in egual modo in iettaLa delle risultato posi li vo, Hia danneggiò anche la parete intestinale. L"uso nella aspersione di b•smulo sembra quindi esse&'e del tutto esente da o~oi obiezione. Potrebbe 8nche pensar "i che il gas dimostrato nella ca'rità addominale uon ci giunge'<se dieetlamente attraverso la parete int~lioa!e, ma che Jal:a muco"a intestinale passasse nelle vie l:>angui;.rne e solo da •1ueste fosse poi versato nella cav1tli perJtonale. Ma contro tal dubbio vale il ricordato '"perimento con l'apertura delh:t cavità pleural~ che si riscontra priva di H' S. Da qu~li sperimentt risulta quindi dimostrato che, come la parete delle vescica orioaria, cosl ancbe quella deA"li intestini dei mento,·ali animali, a cavilà addominale aperta e chiusa, è permeabile ai A"8S. Trovandosi nella vescica dP.i gas velenosi potrebbero questi l-ipieg"are azione gen~rale; e •ruesto potrebbe avere QUalche importanza per l'ammoniemia. Vediamo ora come ·il fallo della perme:abililà della pare!.& inlP!'tlinale pei gas si accot'da coi falli dinici. Non puo mettersi in dubbio che ~li ascessi '-Ìluati in vicJoanza degli inh"!!'ttini conten~ono gas. Ciò potrebbe anche spiegarsi con la possibilità che i batteri inte<::IJna 1 sieoo emigrati nello a<::cesso eJ ~tbbiano provocato lo "viluppo gassoso. La mancanza di gas liberi nella cavita addominale r .:m e un"opposizione coi ri,ultati dei jescritti RperimenLi, poiché é conosciuto che i gas sono assorbiti dal perìtoneo. Ora riJea accettala dagli autori di una timpanite


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RI\'IST.,

periloneale senza lesione d1 continuo dell'intestino, dopo gli sperimenti dei dottori Obermayer e Schnitzler, non sembra più cos1 insostenibile come ora s1 è inclinati a ritenere.

lDDerva.stone del cuore. - TH. W . ENGELMAN.- (Pjlitger'!t A rc/1. e Centralb.fùr die .\ledi(:. W issen.sch., N. 2~. 1894).

L'antica dottrina che la causa della intrinseca attività del cuore e del ritmo cardiaco sia da r1cercarsi nel si:::tema uervoso proprio del cu,.,r~ è stata da qualche tempo scossa da diverse osservazioni : l' i movimenti periodici dell' uretere avvengono per la eccitabilità automatica delle fibre muscolari e non sono cagionale da gangli : 2• la contrazione del cuore, eccitandolo artifìcialmeote, comincia sempre nella parte direttamente eccitata. Tagliando il veotricolo cardiaco io tnnli pezzi, ogni pezzelto !>i comporta sostanzialmente verso la eccitazione artificiale come il ventricolo intero; 3o la eccitazione e anche r ?nda òi eccitazione elettrica ~i propaga nel cuore dal luogo dell'eccitazione verso tutte le direzioni. Questo non potrebbe spiegarsi per via dell'eccitamento nervoso, ma solo ammettendo che la eccitazione si comunichi da cellula muscolare a ceUula muscolare. L'E. pone di nuovo la q11esliontl se le vie che conducono la eccitazione sono le fibre muscolari o le fibre nervose e cerca di deciderla con la misuraz.1one diretta della velocità 1li conduzione. A tale scopo forono eccitate le orecchiette a distanz.e diverse dal veotricolo ed ogni volta fu misurato il tempo di latenza per la sistole veotricolare. La durata della latenza do,·eva crescere molto seos1bilmenle con la distanza del luogo eccitalo se la ecc1tazione era condotta per l~ fibre muscolari, poiché la velocità di propagazione della ecciLazione nelle fibre muscolari del cuore della rana è cento volte pui piccola che nei nervi motori. Ma se la conduzione rosse stata operata per la via delle fibre nervose, per le pi~cole


DI

A~ ATllJUA E FISIOLOGL\

drmen--~.oni deJI' oreccbietta non ne "'arebbe potuta

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derr var~ apprezzabile ditlèrenza. Ora negli ~perimenti ris ultò Il l'aLto elle la ~istole del ventricolo cominciava più tardi quando la orecchietta era eccitata a maggior drstanUl dal •entricolo. Dalla drffereoza di tempo ~i calcola che la velocità di propa&f&zione ò per l'orecchie lLa di !)0 mm. per ~econdo. Questa é u118 ,elocilil 1 propa$!azrone 300 volte più piccola di Quella, a con.ltzioni P.~nali, dei nervi molorr della rana. Da queste misurazioni scaturisce quindi la seguente conrlusione: rr La eccitazione cbe procede dalla orecchietta veri' o il ventricolo e melle questo m conlruzione si proraga netr interno dE>lrorecchretta pt>r la via delle fibre muscolari e non dei nervi •. L' [<;. crede ancora cbe il passAggio delia eccitazione al r,onfint> ieJ Y811l ricolo dAJr oreC~'hleh.a al venlricoiO !'Ì8 e(feltuAtO .Ja fasci muscolari anatomi"amente dimostrali. Finalmente l'E. dimostra che è possibi le, facendo rigonfiare nelracqua la orechietta, far cessare completamente il suo fOtere ''' contrazione senz1 Jannegg•are la !'lU& conducibilità per la eccitazrone. In questo caso i fasci muscolal'J clelia or ecchietla perdono ~ il loro carattere come muscoli e mant.en!!ono la loro funzione ·~ome ner\'J motori del ventrrcolo :.. E ssi cor:ducono a questo ultimo, non ostante la completa cessazione della loro contrallililà, la eccitazione motrice, e la cclOducono con la stes!'a ,·efocitù come quando é mantenuta la loro faco.Lu di accorciar~<. Kronrcker e Scbmey Iran no trovato che il ventricolo entra in convul~ione {Jbrilla r e e cessa di batlere quando si punge con un a~o il "ello interventricolare fra il terzo medio e !"Uperiot"· ed hanno asc:egnalo a questo luCJgo un centro coordinatore. A quest~ opinione si è opposto il Porter con una "'erie di esperimenti, allacciando uei cani il ramo discendente della arteria coronaria srnistra o •l ramo del setto. Gli aormali soprav,issero nllo operazione da" or e a 14 g1orni. Nella maggior por te degli sperimenti il setto era in parte ed in uno completamente pieno di infarti, cosiccbe era esclu~ la nutl'IZÌOne. Gli !:'-perìmenti permettono di concluoiere che non esiste ii


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RI\'ISTA

alcun centr o di coordinazione. nel senso ordina rio di un ri. stretto accumulo di cellule nervose sia nel setto, sia in qualun'lue allra par·te della parete ventricolare.

Prof. H. 0Pr·E~REI~l. - Sull' anatomia. patologica. della ta.be dorsale. - (Berlmer klinist:he Woclten.sckrift, N. 30, 189}). Controversa era l'opinione che le primitive lesioni della tabe dorsale avessero sede nei gangli spinali. Nel 1885 rius1!i al Siemerling c all'autore di o~se rvare iu lt'e ca~i di tabe dorsali importanti allerazioni nei ganglt spinah. Da lali ricerche risultò che non solo era atrofica la radic~ posteriore, ma che le :>lesse fib re midollari di sostegno nel ganglio E:rano quasi del lutto degenerale. Perciò fu dimostrato che il processo di degenerazione della tahc non e ra limitato al ganglio spinale. Le alterazioni delle .cellule ner·vose del gauglio (pigmeolezione, inlorbidamento e spesso ancbe corrugamento) furono t11nlo dagli autQri, quanto ùAI W ollemberg CO'lsiderate come passeggiare ed associate alle gravi alterazioni delle radici posteriori e della midolla spina le. Molli autori moderni come Leyden, Redlich, Pierre Marìe, Rabin~, Marius Carrè e d altri concor dano in generale nel parere che le lesioni dei ~angli e specialmente di ttuelli !:'pinali sieno la sede morbosa primaria della tabe dorsale. L' aut.ore tino dal 1889 de~crisse un caso di tabe dorsale, in cui esistevano considerevolì disturbi sensilivi nel campo del Lrigemino ed all'~utopsia, oltre rorJinaria degenerazione della radice posteriore del detto nervo, osser vò atrofia tanto del!~ fibre quanto delle cell ule del g anglio di Gasset•. Ciò è di grande ìmportaoza, perché. la radice del trifZemino denominala ascendenre, realmente è discendente ed ha origine dal ganglio di Gasser. L e cognizioni acquistale in questi uHimi anni dimostrano: che la tabe opera quale agente generatore sopra i oangli spinali ed i loro omoloohi, nuoce ad essi, sen.:a modi.fica_,e


Dl .\. u:rOllU E fJ~IOLOGf.\

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(Il principio la struttura, questa lesione basta per deLerminare atro.fia nelle fibre ,ensitioe originanti da essi nella m idolla spinale, nella midolla allungata ed alla perifer ia i n principio nei loro punti terminali; quest'atrofia ascende di mano 1n mano, cioé si acanza sino ai gangli spinali, finalmente inoade anche questi, almeno le fibre inlr fl(Jannlionari. Se 11 processo ùura lungo tempo anche nelle cellule possono tro'"arst i segni della dej:tenerszione.

RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE EDELLA PELLE (Jur& del babbolll a.loeratl col ra1oh1amento e la. sut ura. Immediata. - ~fER.\IET. - (.-lrch. génér. de .\fédecine. ~. :>. 189i e U.U: Sanita rio, luglio 1894). ~el riparto dd dotlor Balzer all'ospedale Ricord di Parigt,

1' A.lla srerimenlato con buon successo questa cura, la quale,

fra gli aJtt·1 vantaggi, ha quello di non uscire dal dominio della chirurgia minore e dt non richiedere altl'i str umenti che nn paio di forbici, un bisturi, un cucchiaio tagliente e -qualche pinza. D'ordinario, pure, essa per meHe di fa re a m~uo dell'antslesia clororo,·mtca, bastando all'uopo l'anestesia lacsle col cloruro di etile o di melile. Quanto ai suoi risuttati, essi sono eccellenlJ, giacche questo metodo misto abbrevia considerevolmente la guarigione dei bubboni ulcerosi, che con gli altri metodi é bene spesso lunghissima. Ecco come si procede : Ra!"i i peli tuU'intoroo alla soluzione di continuo ed eseguita ranli~epsi del campo operati,·o, s'incidono col bisturi 'Sulla !'OOda scanalata i tragtl~i fistolosi del bubbone, in modo da metter~ a nudo tutta l'estensione della superficie suppurante. Poi col cucchiaio tagliente si tolgono i bottoni car-


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RIVISTA DELLE MALATTIK "VENEREE X DEl1.A PELLE

nosi ed i tessuti di cattiva natura, 1ìnchè si arriva su di un tessuto di apparenza sana. Si abradono, quindi, i labbri dell'u1cerazione con le forbici o col bisturi, avendo cura di escidere per una certa estensione la pelle accartocciata ed assottigliata, in guisa da ottenere una soluzione di continuo eliLlica od ovalare, il cui diametro sia perpen(licolare o parallelo all'asse delrarto e le cui due superficie saof(uinanli possano essere facilmente affrontate. Ciò fallo! si tocca la cavitii ganglionare con acqua fenicata al 5 % o con soluzione di cloruro di zinco al IO ·;., avendo cura di far penetrare il liiJuido in tutte le anfrattuosità dell'ulcera. Quando, per effetto di questa applicazione, i tessuti hanno preso una tinta biancastra caratteristica, -si lava la cavità e poi si procede alla sutura, per la quale si adopera del crine di Firenze, a punti distanti fra loro 8 a 10 millimetri, e cbe si passano nei due labbri cutanei, cercando di afferrare i11 pari tempo, nella profondità della ferita, un punto sO'lido intermedio, appartenente sia alla zona infiammatori& o sclerotica periganglionare, sia nell'aponevrosi d'iovolucrv dell'arto inferiore. Il comprendere nell'ansa àel filo di r iunione un punto profondo contribuisce notevolmente au•obliterazionA della ferita cavitaria. Terminata l'operazione, si applica una medica tura alla. garza jodoformica, occlusi va e lievemen le compressi va. L'in· fermo rimane a let to per qualche giorno, tenendo rarto inferiore in e~tensione. Il quinto o sesto giorno si tolgono i fili e si applica una nuova medicatura compressiva. A questo modo si ottiene una riunione immediata del bubbone ulcerato nello spazio di otto giorni io media. La cica· trice· che ne risulta, invece di essere deforme e retralt!le eome nei bubboni guariti spoota-oeamente, è lineare e rego· la re; cosa non priva d'importanza, massime o elle donne.


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RIVISTA DI TERAPEUTICA

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BA YET. -

11 .r&llonolo nelle psorla.t. - (Brtt. Jfetl.;ourn.,

16 dic. 1'-!13 e 20 gennaio 1894). Ba~ ~L ba eseguilo una serie di esperimenti col gallonolo nel tt·AlLamento delle psoriasi. Il gallonalo, 11 quale è ;;Ialo raccoroanddlO la prima volla da Cazeoeuve e Rollel (L qon med. V aprtle 1893) é ranilide dP.I!' acido gallico ed ha la st-gu~nte fot"mola:

H ) C.,. A1 H. C' H' (OH}1 , • ) 2 H! O Es!<i impiegat-ono il gallonolo sotto forma di polvere mi:<ta a Lalco e sotlo quela dt pomata alla vaselina (1:30; t :IO; 1:\) in parecchi casi òi psoriasi, eli eczema cronico ecc. . e con~:~taLarono cbe esso ha tutti i vaulaggi dell'acido fenico C'

e de l pìrogallolo senza averne i difetti. Cazeneuve. Rollet e ~icolas , Lvon. .\led. 5 novembre 18<l3) hanno dimostralo che 11 ga llonolo po~siede proprietà micr obicide. Bayet 11a trovato che e«so proJuca realmente buoni eftèlti nelle psoriasi diminuPndo il rossore e l'infiltrazione delle placche e deter minando delle guarigioni lA ove altri mezzi erano rimasti ineflicaci. Questo medicamento non ha gli svantaggi <lell'arià.o crisofanico; non macchia la biancheria; può applicarsi alla lt!sla e alla raccìa e non lascia dietro il suo u~o 3lcuna colorazione della cute. L 'azione del gallooolo è più debole di quella dell'acido crisoraoico, perciò esso si raccoma nda. in ·quei ca~i in cui l'acido crisofanico, può riuscire troppo irrilunte. Il ~allonolo è un medicamento ridultivo più efficace del nartol Joannes Gonnon ha usato il gallonolo in 20 casi di psoria~i e di eczema. Tuhi i casi di quesr ultimo mi!.!liorarono

a.


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.RIVISTA

in un tempo relativamente breve. Il primo effetto del trattamento fu quello di calmare o diminuire il prurito e poi quello di far cessare o diminuire l'essudazione. Alcune volta si produsse una le~giera irritazione, ma qu.::sLa, ~econdo G<lnnon é da ritenersi un vantaggio come quello che accelera la cura. Nell'eczema preferisce !"uso del medicamento solto forma di pomatA (•,50:1; ed anche 1/ 1 gr.: 30 di vaselina). ~elle psoriasi il gallonalo è roolti;.simo efficace nei casi di media gravità. Esso è specialmente uLile quando la dermatosi ba sede al cuoio capelluto, alla faccia, al collo. Il miglior modo di usarlo è sotto forma di pomata 1 o 1,50 gr ~ 30 vaselina oppure incorporato alla traumaticina. Xei casi antichi mollo ostinali, il gallonolo è meno rapidamente efficace delle crisarobina, ma va esente dagli inconvenienti derivanti dall'uso di quest'ultimo.

01llndrurta e albuminuria. nella. cura. merouriale. - E. WELANOER. - (Arch. (iìr Dermat. und Syphil e Cen.trc.llJ. jur die med. Wi$senseh., N. 30. 189~) .

ll Welander trovò nei sitìlitici sottoposti alla cura mercuriale, molto ft•equenlemen!e una cilindruria, la cuì dipen~ denza dal trattamento mercuriale è provata da ciò che e-~a aument~t co:--rispondentemente al progredire d,i quello fin<> alla fine e dura anche un certo Lempo dopo. Se la comparsa dei cilindri nella orina stesse in rapporto etiologico con la sifilide, dovremmo naturalmente aspettarci che non alla fine ma al principio della cura rosse più chiaramente manifesta e che nel corso del trattamento diminuisse di pari passo col miglioramento degli altri renomeni sifilitici. Tra 100 sitìlitici esattamente esaminati 8.3 non avevano avanti il principio della cura mercuriale alcun cilindro, 16 ne avevano alcuni, 1 pochi; alla fine della. cura solo 3 non presentavano nell'urina nessun cilindro, 17 ne ave,·ano alcuni, 30 pochi, n molti, e 33 moltissimi. In quei malati che poterono anche successivamente essere osservati, con la graduale eliminazione del mer curio, anche i cilindri andavano scomparendo,


DI TERAPJo:liTlCA

li.~ i

e que::.ti erano scomparsi dalla orma anche prama del mercurio. Il Weland~r c~mclude da rruesli fatti che la eliminazione Jel mercurio per i reni mollo spe~so, e forse di regola cagiona una irritazione di qut>sto organo che si rende rnanifrJsl8 con una pnl o meno intensa cilindr uria. Sulla ~ua produzione ed intensità influiscono certe circostanze, come la costituzione, l'età del paziente. la gravezza della sifilide, specialmente le forme terziarie. la maniera di intrudu1ione del m~rcurio; ma sembra, come la stomalito mercuriale, eh•' dapenda specialmente dalla disposizione individuai<'. Ollr~ Ja descritta ciliadruria, il \Yelander osser ,·ò anche una albuminuria che si manifesta,·a nel corso della cura e tlura\'a qualche tempo dopo. anche questa da riferirsi senza dubbio alla eliminazione del mercurio allt•averso i reni. E!.!li vide 18 di questi casi i quali tutti avevano questo di parti<~ol are che l'orina, in confronto della quanlitùsempr~ moltopic· cola della albuminuria, conteneva molti cilindri, evidentemeule perchO:• l' albuminuria erosi manifesLala dopo che ;,:ià ur·osi sviluppata una rilevante cilindruriR mercur iale. Non r·ar·a.men te poterono essere dimostrati cilindri granulo!~i t•d rpiteliali, ma per lo più erano solo cilindri ialì111. Ln irr·ilazione renale provocata dal mercurio non sembr·a esser causo ni malati eli durevoli danni; tuttavia il ' Velander· tron'• in un C'al"o anche IO settimane dopo il termine del lrattarnentll. nl· burninuria e rile,·ante cilindruria. ComuntJue ~ia, l"l dnnì'bl>e in u!!ll& caso di ener;::ica cura mercuriale invagiJare co,i accuratamente l'orina come le gengive e il canale inte"tinale, e specialmente quando si manifestano cilindri epatelinli e~sere cauti nelle ulteriori dosi del med1camento. Piu particolare attenzione naturalmente deve essere data ai malati che già c::ofTron~> di nefrite cronica. Astone della podo1Ulotosslna. - SPt:-oot.ER.- (Ga::ette des Hopicau~,

N . 57, 189.\).

Spindler l1a studiato sull'uomo e sugli animali l'azione della podofìlotossina, estratta dal prof. PodvJssolski dalla podoflllina. Le esperienze sugli animali hanno dimostrato che


1ns questa sostanza é eliminata, senza alcuna modificazione, per le feci, es,;:a non aumenkl il peristallismo intestinale eJ &(.1· partìene al gruppo dei purganti energici che conj:festionano la mucosa inteslmale. Amministrala a piccole dosi, la potlo· fi lot.ossina non C8h'iooa alcun f~nomeno inquietante. A graude dose, essa cagiona nei cani vomiti un'ora e mezzo o t!ue ore dopo rammullstrazione; ma mezz'ora dopo evacuazioni dapprim~t normali, poi diarroiChe. ben presto mescolate a sangue, fJUindi di sangue puro; compare una grande debo lezUI, paresi delle estremità, un tremore di lutto il corpo ed infine sopraggiunge la morte. Coll'aulopsill, si constatano emorragie mu!Liple all' intestino, gracile e nefrit.e parenchimatosa, ma nulla allo stomaco. La podoflllotossma non discio~lie le emazie, mA ha un potere considerevole di trt~sformare l'ossienoglobina ìn melemoglobina. Negli affettLi di stitichezza, 2 a 3 centigrammi di podofillina in pillole (contenenti 20 a 30 per 100 dt podofillot.ossina) presi alla sera , oppure la soluzione !ilCoolica all' l per 100 di podotìllotossina alla dose di 20 a 30 ~occie (l milligrammo) producono scariche normali per oLLo giorni, e raramente fa d'uopo r ipetere la qose. È quindi un buon lassativo, dolce. che non cagiona coslipazione ulteriore. ma che non può es· sere adoperato come purgante energico.

Aasorblmento per la vi& retta.le del medlo&mentt in solunone concentrata - Co:-<DAMIS.- (Journaf de M édecine et de Chirurgie, giugno 189-l). Il dottor Condamin ha recentemente proposto di ::,ostiluire io certe circostanze alla via i(JO<Iermica o ga<>.lrica, per ramministrc.zione di medicamenti, la Tia rellale, e •ciò per tutti gli agenti mediet~mentosi solubili nell'acqua eJ llventi una solubilità sufficiente percllé la dose atLivu poM:a es::.e1'e sciolta in alcuni centimetri cubici pi liquido. La proprietà del metodo è infatti di non iniettare che una quantità minima di liquido che il molato può sempt·e facil-


DI TERAPEUTlCA

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mente trallenere e che non nece~sita l'ammiuistrazione prt•· cedente di un clistere evacuaot~. Il dollor Gascon ha s,·iluppato i vantaggi di quPSlo metodo che sono principalmente la rapidit.A mollo grande di assurhirnento; la tolleranza perretta per il retto, nei casi d'impossibilita materiale di far prendere per la bocca Il medicamento. nei ca~i di iperestesia dolorosa della mucosa gastrica, di disp .... psia dolorosa, di ripugnanza del malato per certi odori o certi sapor1 : la persisteoza della prop1•ieta assorbente del retto per tutto Il tempo che si vuole, cio che non :;i può ottenere coi clistel'i medicamentosi e ciò cbe permeLle di intraprendere. e di seguire un trattamento lungo ed energico; la persistenza degli etretti t.erapeutici, con un'iotenstlà minore forse che con r iuiezioue ipodermica, ma per un tempo più lo n go; la faCilitA più grande del modo di amministrare la morfina, l'anupirina od altri medicamenti, permettenti ai malati di farsi essi stessi le loro iniezioni ed in pl'eseoza della diftìcollà di t ,iettare nel lessolo cellulare delle dos1 ele,·ate Le o,;~ervazicmi di Gascon riflelt..ono l'uso della morfina. detrant•pirina, del salicilato soJico, del liquore di Van Swieten e dellittuido teslicolare. La tecnica iel processo è molto semplice; si può far uso della s1ringa Pravaz e <li. una semplice sonda di gomma. Ma è prefArlbile usare uoa cannula quasi filoforme che Cl)ndamin ha faLlo costruire e che non lascia sl'uggird alcuna parte del liquido. La sua imboccatura si adatta sUa siringa di Pravaz ed alle altre pi!l grandi destin~tte alle iniezioni ipodermiche. Essa é l<>rminata da una estremità oh vare che impedisce di ledere la mucosa retlale nel momento della sua inLroduczwne. Per la morfina, la quantità di ~ostanza atti va deve essere c•rca il doppio di ciò che essa sar ebbe per un'iniezione •; •odermica. Quanto al >eicolo, esso non deve oltrepassare i 4 o 5 centimetri cubici, perché si sarebbe esposti allora ad a•ere un assorbimento più lenl~ del medi·~mento.


11:30 Gn.a&RT 189-i).

RIVISTA

L'eurofe11e -

(Brii. Jlcd. Journal, 13 gennai()

n Gilbert l'i decise, do. scettico, a fare esperimenti coll'eurofene tanto lodato per sostituire il iodoformio. L'usò sotto rorma di pomata dai.'J al 5 •;o in casi di ulcere varicose e altro. in scrofolodermi, in una grave scottatura e in ferite con perdite ùi sostanza. Le ulcere varicose erano io uno stadio molto inoltrato e mediante l'uso alternato dell'eurorene in polvere ed in pomata aJ 2 ·;.furono guarite in circà tre settimane. Nello scrofoloderme, numerose ulcere profonde si notavano al collo e esdi angoli della mal'cella inferiore; trattate nello stesso modo ~uar1rono in poche settimane mentre erano state ribelli al iodoforrnio, al nitrato di argento ecc. Il Gilbert conchiude raccomandando caldamente di proseguire gli esperimenti coii'P.urofene, il quale sembra non uvere proprieta tossiche e con~1gliando di usarlo !'Otto. forma di polvere e di pomata a "ece alterna. LEO LEJSTIKOW .:...._ n jodaro dl rnbldlo J(Jurnal, 13 gennaio 18!H).

(Bril. M edica.t

Il L. descrive 1a sua esperienza fatta, <>ul joduro di rubidio. il quale molt-o si accosta al joduro di potassio per essere fa~ cilmente solubile, senza odore, di sapor·e amaro salino e mollo stabile. Lo usò in soluzione acquosa al 5 o/o alla ciose di tre cu~chiai da tavola al giorno in otto ammalati, sPi dei 'JUali er ano affetti da varie leswni siflliliche terziarie. Su uno di essi il trattamento fu sospeso per l'insorgenza d' una congiuntivite. l rimanenti casi erano a) una poliartrile blenorragica e b) una gomma alla lingua: in quest'ultimo la corizza prodotta dall'uso del joduro polassico scomparve col nuovo trattameut0. Tutti i casi tranne uno solo, guarirono, almeno a pparentemente, dopo una cura di due o quattro settimtlne. Non si notò a lcun disturbo gastrico e il nuovo medicamento fu beu tollerato da un ammalalo affetto di cardiopatia.


DI TERAPEUTICA

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Iniesiooe tntravenoaa d1 aoluziooe d1 aale nel colera a1tattoo - (Brit. .\1ed. Journal, 13 gennaio 1894).

D EEUO -

1 Dehio sperimentò gli effetti dell'miezione inlravenosa di sale nel colera a~iatico. Egli ronsidera questa iniezione preferìbile all'ipoJermoclisi ùi Sa.."nuel e Cantani. Ha praticato trenta iniezioni in ottanta colerosi con varia fortuna e classillca i suoi r 1sultati sotto quattro capi. Solto il primo. egli fa menzione ùi cincrue pazienti i quali furono ammessi all'ospedale senza polsi, in istato di collasso, comatosi. Ciò nonpertanlo l'iniezione rece salire la pressione del !'angue e rece ritornare in sè alcun poco !!:li ammalati. Ma cJueslo lieve m•glioramento non durò più di tre o sei ore e gli ammalati ricaddero nel coma, dal quaie non polerono esst>re tratti con una secondA iniezione. Migliori risultati Sl ottennero nel secondo gruppo di ammalali i quah pre~enta,ano anche collasso Dopo l'iniezione della soluzione il cuore cominciò a battere più for temente e la temperatura delle estremita si elevò: me anche questo miglioramen to fu di breve durata: poiché dopo 10 o i2 ore ti pol~o ridivenne impercettibile e ricomparvP. il collasso e la cianosi. Una nuova iniezione fece nuovamente migliorare gli ammalali ma la morte non tardò a venire. In lulli questi ca~i l'anemi<l fu persistente. Il 3° gruppo é costituilo da cinque ammalali i quali furono tenuti in vita durant~> il periodo algido, secondo Debio, evidentemente dall'iniezione iotravenosa: essi però morirono per i postumi del colera. In questi i sintomi del periodo algido non ricompar\·ero e la guarigione sarebbe stata definitiva se le condizioni dei reni e degl'intestini l'avessero permesso. Finalmente egli riferisce tre casi in cui la :.marigione fu completa. In uno furono iniettati800 cm• della soluzione fisiologica nel2" 1200cm• e nel :r 950. Secondo Dehio la morte nei primi tre j:truppi fu causala àalle tossine che venivano continuamente riassorbite dagl'intestini. La soluzione di sale non ha azione su queste tossi ne perchè nf> le neutralizza nè aiuta l'organismo


l 13~

BlVISTA

a liberarsene. La soluztou~ dt l:ale può salvare la vita solo in quei ca~i in cui ravvelenamentl) non è mollo grave e la debolezza cardiaca non molto accentuata.

La resorblua, nuovo eoolplente - (Brit. Med. Journal, 10 marzo 18!H).

Ll'iDERMANN -

Il Ledermann dà i seguPnti <.letu.gli su d'un nuovo eccipiente da lui introdotto in terapia a cui ha dato il nome di resorblfl.a; la quale è stata anche esposta all'Esposizione internazionale d'igiene io occa~ione dt>l Congresso medico. La resorbina risulta di purissimo olio di mandorle emulsionato, con speciale apparecchio, in aqua distillata, con ag-giunta di piccole quantita di cera gialla, gelatina e sapone. La sua coneistenza finale è data da un poco di lanolina. Essendo in uno stato di finissima suddivisione, essa è perfettamente adatta a penett·are nella cute metl1ante una forte strofinazione e ne basta una lievissima perchè ne penetri nella cute una gran quantità e con essa le «ostanze medicamentose incorporate vi. Ess~ è io licata: l) in tutte quelle forme di dermato~i in cui si desidera che uoa ,:rran quantità di grasso penetri attraverso l'epidermide come nella psoriasi, nelle varie forme di pitiriasi, nell'ittiosi, nell'eczema seborroico. nell~ sclerodermie, e nelle dermatosi artificiali specialmente quelle dovute al cambiamento di temperatura con tendenza all'edema, all'ulceraz.ione e formazioue di r11gadi; 2) come eccipiente é indicata nel trattamento delle psoriasi col pirogallolo e colla crisarobme, in quello del lichene rosso colla crisarobina, in quello dell'eczema cronico col calrarn(', della prurigine col nallolo e !'pecialmente io quello della scabbia col naflolo e balsamo del Perù; 3) come mezzo d·inlrodurre nell'organismo dei medi<:ameoti e specialmente del ruercurio col mel.odo endermico. Adoperalo come un'emulsione mercuriale al 33 1 , of, , il mercurio è rapidamente assorbito sol che sì facciano lievi slrofìoazioni e per breve tempo sulle parti spalmate. È privo dello spiacevole odore delle altre pre-


DI TER.-\P.EUTICA

1133

parazioni mercuriali: ~~ .dev·~ssere _ adop~ralo ~n riguardo :;:tante J"e~trema raptdila ln CW 8HJ60e j a<:sorbunetll.o del mercuriO. Valertauato di a.mUe - (Brit . .\1ed. Journal, 10 marzo t89i e Rer:. de Tfu:r. Méd. Chir., dicembre 1893).

Bt.ANC _

11 Blanc descrhe il vaJerianalo d'emile che é il principio aromallco delle mele. J1 sidro che si ollìene dalla fermen tazione delle mele é swto ritenuto come abbastanza efficace contro 1 calcoli epatici e ciò sembra dipendere del fatto che realmente il valerianato di amile possiede una certa azione sulla colest.erima. Esso è un li·lutdo inodoro, di piacevole sapore preso in piccola quaotita. Si può ottenere artificialmente racenrlo agire l'uc. valerianico sull'alcool amilico. 1 gr. di coestet·ino é scioIlo da .4 11, gr. di valeria nato di t~ m ile alla temperatura di 37• C. e di 3 gr. di esso alla temperatul"a d• 4()o C. La sua azione fisiologica rassomiglia a quello rJell"etere, ma piu di questo esso ba un'azione eccitante e sedalive nei casi di colica epatica. Esso non solo ne inlerr<>mpe $l'li eccessi ma anche ne previene le recidive. Se lo !<tornaco é irritabile bisogna prima presf'rivere l'etere e lJUindi due o tre capsule di 15 ctgr. runa di valerianato coll'inter vallo dì mezz"ora fìnchi• la crisi non sia passata. ~ei gior ni successivi se ne continuerà l'uso, ma a più lnoghi llllervelli. :\'elle coliche neirjtiche, questo medicamento agisce solo come antispasmodico ed eccitante dHfusivo, non possedendo alcuna speciale azione contro i calcoli renali. Nelle di;;menorree è mollo vantaggioso: nel reumatismo muscolare spe<>!':o produce buoni effetti. La sua azione sedali va è molto ellicace nelle manirestazioni bleriche. Poiché le sue propriet.a tossiche sono molto miti, esso può prescriversi al'a dosu di 5 o 6 capsule al giorno: ma é da star premuniti contro i disturbi gastrici.


f 13}

RlVISTA

lD1lueDSa dei b&gll.l oaldl •all'ellm.lnaslone dell'uoto nell'uomo. - FoRMANEK. - (Gcuette des llòpitati:J!, N. a7, 189~>.

Questo studio sperimentale sull'influenza dei ba!lni di vapore caldi sull'eliminazione dell'urea e dell'acido urico non è, secondo Formanek, ancora complelamenle dilucidato, e le opinioni deglt autori su questo argomento sono mollo controverse. Barthels. Nauge, Koslinrin, e molli altri ammettono l'aumento dell'urea eliminata; Koup e Senator non trovano al· c un cambiamento; Koch, Simanowsky, Makoviecky banno con!"lalalo una diminuzione deh'urea solto l'influenza dei bagni di >apore, Richler ha tro>alo, nel cane, un aumento notevole. Formanek ha fallo ricerche sopra sé stesso e sopra studenti di mediciua, ed ha determinato in modo preciso la quantità d'azoto dell'alimentazione d'una parte, ed ha analizzalo. per allra parte, le orine molti ~Jorni prima e dopo il bagno caldo. L'autore insiste sopratullo sulla lunga durata e sulla temperatura elevata del bagno. La temperatura del corpo si eleva,•a sovenli a 390 e 40-. Formanek é arri, vato alla conclusione che, in queste condizioni, vi ba aumento notevole della quantil& d'azoto ehminato. Le contradizion i dei citati autori sarebbero dovute ai metodi insufficienti Iii r :cercht>, alla breve durata del ba~o. alle differenze costituzionali degli indi,·idui sottoposti alle esperienze. :'\elle sue ricerche concomitanti sul sangue, Formanek ha potulo conslblare un aumento del numero dei leucociti dopo il ~agoo. Prima del bagno essi erano nel rapporto colle emazie come 1 a 1000; immediatamente dopo il bagno come t n iOO.


DI TERAPEUl IC.\

113!}

Sn.PP. - Trattamento dell' ulcera dello •tomaoo. (Brit. .lfeJ. journ ., 27 gennaio l~'l~).

Slepp descrtve un metoio che egli ha ~eguito con successo netrl ultimi yuatlro anni, il cui scopo é di pre,·enird lo= fermenl.aziooi uello l;lomaco t.> dì esercitare un'azione tor.ica suJI"allerala sna superficie. Egli ha ottenuto quanto desidera.va mediante il frequente uso d'una soluzione acquosa al '/, p. 100 di cloroformio aJdizionato di magislerodi bismuto quantunque l'azione d1 quesf ultimo sia da r itenersi di secondaria importanza. La soluzione è somministrata alla ùose di due o tre bolliglie al gior no. Stepp dice che il cloroformio pre;:oo internamente non h11 propt·ielil anodine o narcoliclle ma piuttosto toniche astrin· genti ed anli~ettiche . Egli riferisce pochi casi nei quali H sono mostrati i benefici di questo trattamento. Se esistevomito ed ematemesi, il clororormio ra cessare l'uno e raltra. Una sensazione di br uciore accompa~na o principia r uso del cloroformio, probabilmente causata dall'azione di esso s ull'ulcera, ma questa sè!n~azione scompare dopo otto o dieci giorni. Xon si notarono spiace-ç-oJi <'Onsegueoze; a nzj la lingua "i puh e l'appelilo aumentò. Alla fine della 2 selli man~ l'amministrazione del beertea divenne possibile, neU11 .a• !C'i poterono aggiUngere le uova e piu tardi cibi scelti alla primiliva alimentazione.

ME!liNG -

Due nuovi &Dtlptratlcl. -

(Brit. M ed. journ.,

20 gennaio !894). T . v. ~l ering de<-crìve clue ~o~ t.a oze le quali posseggono marcate propriets antipiretiche e antmevralgiche. Una di esse è chiamata empiricamente neurodi na e chimicamente acet1l-p-ossifenilurctano e risponde alla formola: OCH C~ H, ~~ OC NHCOOC, H,

..


1136

Rl\"ISIA

Questa sostanza è sotto forma di cristalli, incolori, iusapori e molto solubilr, i quali non producono alcun effetto quando sono somministrati al coniglio alla dose di 2,25 gr . Dopo altri esperimenti negli animalJ es~;o fu amministrato come antipiretico in 24 casi e come antinevralgico in 30. Nei primi la dose fu di circa W cenligr. e la temperatura e:j abbassò sempre di 2°,5 a :i' C. !>pesso gradatamente ed eccezionalmente rapidamente con profuso sudore. La temperatura si elevò in seguito nuovamente alcune volle con brividr. Sono riportati alcuni casi di nevralgia in cui furono dali ì5 cenligr. la prima e lulL' al più la seconda dose si mostrò efficace. La sciatica e i dolori dovuti a tumori cerebrali non subirono alcuna modificazione. Non si ebbero a deplorare effetti spiacevoli. Alcune '"olte la neurodina si mostrò più efficace della fenacesina e può alternarsi con questa e darsi contemporaneamente. L'altro antipiretico é la termoclina cioè il p. etossifenilurelano colla formola chimico:

c. H, l ~g,o~'a, cooc, H, Esso si mostrò efficace come antipiretico ma non come antinevralgico. Come la neurodina la termodina è costituita da cristalli incolori e quasi insapor•i. W centigr. ne vennero dati in 50 casi di malattie febbrili e produsse un abbassamento di temperatura di 2• a 2',5 C. che avvenne gradatamente e senza sintomi spiacevoli. Le piccole dosi sono raccomandate nelle lisi.

-n cUaftolo. - (Brit. Med.journ.,27 gennaio1894. e Lyon Mérl. 7 gennaio 189i).

GuJNARD.

Guinard fece una comunicazione su questa sostanza nelle $eduLe di dicembre della Societa delle scienze mediche di Lione. Essa è chiamata da Merck cltinaseptolo e il suo vero nome é acido ortochinalinmetasolfonico: il nome diojlolo è slalo proposto per la sua analogia coll'ossichinaseptolo che


DI n:R.\PEli liCA

11:n

,. ddt. > 81 ·he .ia lerina. De.:cri\'e i suoi carutteri • le r~a­ zioni chimu·he che valgono a farlo riconoscere. L'azione batl~riciùa del diaftolo non è grande ma essa aumenta •tuando In si scio;.:lie in soluzioni alcaline t1·asfos·mandosi cosi sn un iia it. lato. Uua ~oluzi,.ne di dtallolato di soda é limpida e Jì colore ~iallo: dopo un contatto d1 tn•utacinque o CilHJUaota mi11uti nl bacillo J•logene feLid•J e collo "tatìloeocco JIIO!?ene ossa ucci 1lt> qne!'>li mìerol·gani"'rni. Una diluztone Ili liaf10lo 0,05 gr. p. 100 attenua la rnlturn del bacillo del carbon 8 chio; ma quella al O.lO gr. p. 100 In dbtrug~e. Gli etrettt tos:.ici ne sono lievi: un eane di Ili kg . .lopn l'snieztone oli a gr. non ebb~ alt1·i disturbi che un lieve abJ,assaruentn t!ella lempPrat•trs . L'orina contene\'a gran perle <iel mctticamP'lto: aYeva color ~ialf.) e reazione nou ac ,a, Quesi'orinn "i snantenne parecchi giorni senza pulrefar~i e neanche andò soggetta alia fermentazione ammomacale anche quanùo essa fu me:.:colata al micrococco della fermeulazione amm· •niacale Ln dose le tal~ per un coniglio fu di iSO cc. d'u na soluzione al 2 p. 100 iniettata nelle vene, 11 che è e:male a III,SO :::-•·· del med•~'amer · l e a :uo cr. per kz. di r.oniglin. Il fegato del coniglio CO!>t uv\'elenato <:i maulenne quattro !• 'lllfUe dor m se07.8 r)e nmporsi ancbe !".6 tenuto in u na stul'u a :35 C. Il ùiartolo ~~ fucilmente tollernto dallo ~·omaco e dall'intestino ed t- pc••cìr forse deslioalo a rend~>r.e 1mpor lonli ~ervigi nell'antisi'psi ;.!'astro- enterica ed in Juella dell'appor ccllio !:!'en to-urinario. poi ·1w é cr1c.i poco tossi<' l, po-...-io:de ,.umcieoli proprtel~ antiferrnentative c l ,. eliminato m ma<>sa e senza decompor~i dall'orina. 1

F RASLR. -

-

n midollo delle 018& nell'anemia. pernlclosa..

(Bril . .'v/ed. Journ.., 2 giu,1rno 1 9i).

11 p rof. Fra~Rr riferi<:ce un caso d'~nemia perniciosa guarila me liante l'u~o del midollo Jélle os;;a di ma nzo e di ,.J tello. Quantunque ess"O sia un1c0 p:H'e se ne possono rtcava re ulili insegnamenti. Il pozienle, un giar diniere dell'età d'anni 00, entrb nell'in-

72


113X

Ili V! SIA

rermeria reale il :m setl. LS~l3. l sinlvllli che pre"e11ta va erano: vom1LC>, diarr~\, edema ai piedi, modica ed rrrogolare f~::bbre,ambliopia, emorr·agia retinica, anoressia, di!:pnea, ed infine completa proslt·tu:ioue d1 forze. La malallia dat.ava di circa 4 me!"J. Benche il prof. Fra::;e•· desideras!"e cl"mcomiociare ~ubito Il tt-alla1111mto col midollo delle ossu, pure lo stato dt>ll'ammalato era rosi !!T&\ e e i risultati lin qui (•t· lenuLi da rp.1esto metotlo erano cos1 COiclraddillori, che e~li credette uppor tuuo d'u"ar prima i S<!hli rimedi consi~liati conlro l'anemia perniciosa. Dopo aver provato la lor·o inefficacia, si spurirnent.u il llliclol!Cl. L'inlP.rCl trattamento fu diviso nei seguen ti otto per·iodi : Primo periodo. Due settimane, nessun trattamento medicamentoso. l globuli rM•si o<>cillavano tra 1,800000 e 1,i600UO per· mc' e l'emoglobina tra~~ e 30 p. 1()(1 il peso specifico d~l 8angue era 1038. I globuli erano deformali e non formavano pile. Emorragia retinjca ad ambo gli occhi. Secondo periodo. Due settimane e mezzo, cloruro ft!rrico 6 a 12 grani al srwrno. l globuli ::>i ahbassarono a 900ouo per m<-o~ e l'emo~lobinA al 20 oJ,. Peso ~pecifico t!el s angue 1036. Ter~o .Jwriodo. Ollo giorni, il liquore arsenicale (15 t' ;.;(l goccie al di) fn aggiunto ai 12 grani dt cloruro ferrico. Il numero delle emazie si abba~~ò a 8~3000 e remoglobma al 18 p. 100. Il peso speCifico lei sau!!u~ l'oi manlenne a 10313. Ql'arw per tOllo. Tre ~elUruan e. fu continuato l'uso dell'at·"enico e del ferro m11 vi aggiunse il midollfl delle o:.-1-'a .ti manzo, crudo, alla dose di :J once al ~ioru o. L:n unmedinto miglioramento fu notato alla fine di 'lue,..tn periodo; e il numero degli emocili si elevò a JSOOOOO, remo~lobina al =~• p. 100 e il peso specifì ~o a JOiZ. Il paziente cominciò a ri&etJuislarc le for·ze: 1 olè rimanere molle Ot'e fuori del letto e l'appelilo fu mollo miglioJ•ato. Quinto periotlu. 26 !.fiOt'ni, midollo d'ossa di bue, arsenitX•, salolo ( 15 11 30 grani a l giorno). Il miglioramento fu continuo. L'eruasitl st aurnenlarono a 24ì0000, l'emoglobina 1-'.Sh al 55 p. 10t) e il peso specinco a 10-H. Il paziente ~i sAntiva molto più forl(l, la l!:Ua corua~ione divenno rosea a\'endo


11 :19

Dl TER.\PEUTIC.\.

.perAulo l'originat·io colt~rito giallastro. Si notò anche aumeuto ~i peso.

.

,

.

. .

Sesto 11eriod.o. Mtdollo d ussa d1 bue e dt \llello e ~alolo

(t:. a 30 zrani al !!iorno). Il numero dei alobuli rossi o~;etllo

tra un ~assimo di i-J3fi()()C) ed un miniu.o di 3WOOOO l'c!moglobina tra 75 e i'O p. 100 e i~ peso specifico ra!tgiun~e 10.\8. Le ema.sie erano più re~olart od a loro forma, e formavano belle pile. 11 paziente pote,·a eseguire piccoli lavori nelle sale !"enza risentire stanchezza: erano scomparsi l'edema, i do~ori nevralgici, la cefalea e 1 soffi venosi al collo. Settimo periodo. t.:n mese, midollo d'o!'~a di bue e di vitello e cloruro ferrico (6 a 12 gram al giClrno). Gli emociti rimasero, sah·o piccole oscillazioni, a 3400000, l'emoglobina a 70-75 p. 100 e ti peso spec1fico del sangue a 1059. Il pazi•>nte esefruiva lavori più gravi come p. es. trasportar legna e carbone su per lunghe scale: rimane,·a tutto il giorno fuort del !ello e non preseutava più alcuna traccia tli emot'ra~ia relinica. rwaoo pPriodo. Non ultimato quando questa comunicazione fu falla all'Xl congresso medico; midollo d'ossa di bue, i'erro e <>alolo. Il miglioramento ru costante : i ~lobuli ro!'l'li 88livano a j.()()O()()(), l'emoglobina 1111'85 p. 100 e il peso spPciflco a 1060. L'amma lalo abbandonò l'infermeria il Hl ma![pio 18fl4 in condiziotli taa da fur .ure a lui 5t.es~o che sentiraai rifatto. Le emazie erano 39000o() per mc', remoglobma si elevaYa al 7~ p. 10tl e il peso specifico a 1058. l globuli rossi ll\'e,·ano un a'"petto normale, solo alcuni di esst presentavano co·le: mancasano i megalocili: non vi era eccest>o di leucociti o dl J•ia5lrine del sanguP. È da notare che qnesle erano -completamente mancanti anche quando l'ammalato prende,·a grandi dosi dl ferro e arsenico mentre <'he appena dopo l'imz1o del trattamento col midollo delle osS<a cominciarono ad oqservarsi prima in eccesso e poi man mano si ridussero ad un numero moderato quando il sangue acrJuistò unA con<Jizione quasi normale. Quantunque unico, il caso surrift>rito ti molto istruttivo e ..


1 fi.O

RIYI~T.\

dimo-.tra eh~> se non iu tutti almeno in alcuni ea:;;i dJ anemia perniciosa progressiva, il midollo d'o><,a può dar ~ eccellenti ri"ullati.

J. St\10~. - Tt'&ttamento delle oonvulaioni nel bamblDi . (Brit. Med. Journ, 2 giu~no 189~).

Il prot. Simou din::le ti trallamento 11~11e co·tvnlstonì nei bambiui in -~ periodi : 1) In primo luogo il canale alimonta re dev·e,.!'~re vuotato poichè i ' '• dd casi dipendono èa iudige-stione o da cnc::ti!>azione ostinata: un clistere caldo e da usarsi con oiJO, glicerma o !'18le. 2) l'et' calmare il sistema nervoc::o possono far!'i inalar e alcune gocce di etere 9' clorofm•mio: avuto reffeUo del primo clistere se ne può fa re un alt.ro contenente clor·atio e muschio (8 grani di cloralto ad un bambino da 3 a 6 me~i. i l arl uno ùi 9 me..:i e 15 ad uno di un anno con 20 go1•ce di tintura oi muschio) in tre o quallt'O volle per ass:curare ch'osso sia r itenuto c assorbilo. In a ggiunta st può pt'escriver e una mi~tura contenente I·ic-· cole lo::-t di Lromuro potassico e tintura di muschio da dat·si ogni or a o ogni mezz'ora. 3) ~ e i casi oslinati ùebbonp usat•sj i riol!!ivi cutanei come bagni <:enapati (rla uno a tre) o un ,·escicsnte alla nuca. ~ Nel ricercare la causa delle convulsioni, se non esiste un'indi~eslione, coprostnl>i <l'd enterite, fa d'uopo .,..edere se non esistono scottature. corpi estranei nel naso o nell'or ecchio, eroi•>, testicolo iodisceso, rilenzioni d'orina od uremia. Se v'è sos petto di quest'ulltrna allora bisogna produrre una controirritazione sui reni me l ante bagni ad aria cslJa, sanguisughe alle masto~<.li è sala!'so. CessaLe le convulsioni, il bambino non deve r itenersi fuori pericolo ~e prima non ha orinato liberamente.


Dl TE.RAPEUIICA " _ La plpera;zlna.. - (Brit. Med. journ., 16 giuGon 00 ·'·

gno 18M).

Il Gordon ba fa~to un lungo studio sulle proprietà dissolventi che ba la piperazina sull' acido urico. Usò calcoli di acido urico, renelle e acido urico ollenulo artificialmente. A drtfareoza ùegli allri i quali esaminarono l'azione della piperazina sull'acido urico in presenza dell'acqua, egli nei suoi esperimenti si sern deirorina per mettersi, per quanto l• po$sibile, nelle condizioni di citi è sottoposto alla cura di questa sostanza. Ln piperazina i· una doppia molecola di spermina avenle la formola O H'• N' e perciò vien anche detta dispermina. Si prerara facendo agire del sodio sull'idroclorato di etilendiamina o sugli acidi der•ivali dall'elilendiamina. Questo é il pt'ocesso usa to dalla Casa Schering. La piperazina forma m asse crisla llinP, delicruescenli Le quali all'aria assorbono acido carbonico. È molto solubile in acqua e la soluzione~ fortemente alcalina. Ba sapore fresco, salino e amaro. Ha debole odore ammonia!!ale. Si scioglie pure nell'orina normale formando a principio una soluzione linlpida: dopo poch1 secondi si ha la precipitazione dei fosfati. ~eli' or ganismo la piperazina non si trasforma in totalità poicbè essa !'i può dimostrare nell'or·ioa mediante il ioduro bismutico polassico. Con questo reattivo si poté costatare elle in un individuo il quale prendeva 2 gr. di piperaziua al g•orno, almeno 0,30 gr. di essa eran passati inalterati nell'orina. L'uso 1Li questa sc}slanza non ru mai accompagnato da fatti spiacevoli. L'autore si propone di dare uileriori raft· guagli clinici. Dai numerosi esperimenti istituiti, il Gordon si crede autorizzato a lraroe le seguenti conclusioni: Jo La piperazina oon si lr·asforma tutta nel corpo di quelli -cui vien sommi-nistrata. 2° La piperazina io soluzione alJ'l p. 100 nell'orina normale lenul~ alla temperatura di 39<> C. (temperatura del corpo) ha la pr opdetà di sciogliere per fa massima parte un framwcnlò di calcolo di acido ul'ico .


RlVJSTA -

3° Che quanto piu l'ÌCca e la soluzione di piperazioa ndrorina (al decuplo del i ,5 p. 100, tanto più presto comincia l'azione dissolvente e l.anlo piu pr~stamente essa l!.i complet~.

4° Che ciò nonostanle, le più forti quantità di piperazina non banno proprietit solventi che loro corr ispondono in t'apporto alle piccole. 5° Che l'azione dissolvenle deUa piperazina è maggiore di quelle delle altre sostanze adoperate oorne paragoné ciae borace, citrato di !ilio, carbonato di sodo e citrato di po tassio. 6° Ch~ la piperazina in soluzioni deboli o forli oell'arina~ converte le parti non disciolte dei calcoli in una massa molle granulare e polligliosa. i° Che in idenliche condizioni ne il borace, il citrato di !ilio, il carbonato di sodio, né il citrato di potassio ramrnollirono o resero g ranulosi i frammenti di calcolo.

ROSENIJEJM.- Alcuni uuovJ meto41 di cura delle m~attle

ga•tro-lnte•ts.uall. - (Brit Med. Journ.al, 9 giugoo)89ie Berl. Klin.ik, maggio 1894}. Il Rosenhein discute in primo luogo dell'efficacia de:Ja doccia gastri~. Egli fa uso d'un tubo con numerose apertu re lateran e una larga terminale. lmpiegando una certa pressione l'acqua esce da lutti questi orillci e lava Lull.e le parti dello stomaco. La doccia s·usa mattina e sera. Con questo metooo si evita una rorte azione sulla parete ed usando la docci1:1 a s tomaco digiuno la digestione non viene iu1luenzata. La doccia é m eglio sia fetta dal paziente stesso. L'acqua deve essere calJa e può esse1· semplice o pm-e oontenere sal di cucioa, clorofor mio o nilrat.o d'argento (l p. 1000) La doccia é utile nella dlspepsia nervosa, nel catarro gaslricocronico e nelle gravi affezioni dell'apparecchio sensorio e secretorio come nella gastralgia e nell'ipersecrezione del muco e del succo gastr ico. L'aggiunta all'acqua di clor uro sodieo aumenta l'acido cloridrico, e quella del nitra to d'ar gento lo


1u.:J dimioui><ce. nopo 8\!el' lavato una. o dtle volle lo ~Lomaco, "i ,i ,-er;;a Ja soluzione di nitrato d'argento e ,; si lascia ,.tare mezzo minuto. Ciò non produci! alcun denno purch~ il piloro non sia insufficiente. Quanto alla correnLe elellrica teoLo la sua indicazione quanLo la sp~cie ,:ono ancora subjwlit:e. Per l'insufficienza motrice, il \'1\lot·e t.lel lrallamento elettrico é fuori IJUislione. Parla in <>eguilo della gah·anizzazione retto addominale nei casi di paresi mteslioale. Cita un ca~o in cui l'efficacia delt'eleltr·icilil si mostrò chiaramente anche quando i sintomi irritativi e 1 dolori gastrit•i ernno Jnvuti a malat~ia organica, rorse ad un'ulcera cieatriz1.ala 11 RosenlJeim discute in se~uiLo deltraUemento dell'ulcera ~astrica colle g randi dosi di bismuto. Egli prescl'ive 10 gt·. di l:'Ottonitralo di bi~muto in 200 gr. d'aeqna al rnallino e a .:;tomaco digiuno: 50 gr. d'acqua si soprabbevono un po' più tar.Ji. Tralla infine il Rosenheim del trattamento della costipazione spastica mediante grl\ndi clisteri di olio: ~00 a 500 grammi d'olio puro sono iniettati facendo seguire, se neces· sario. un clistere d'acqua; le iniezioni si fanno a principio •)~l'li giorno lo appoggio dei buoni J'isuJLuti da quesli vari metodi Ji r.ura il Ron~eheim cita vari casi clinici.

-n para-ed ortoolorfenolo Delle tuberoolod.. - (Br itish _\Jed. journ., 30 giugno tS!H. e Wra·

:'\. StMA"0FF~I.

·eh. ~- 8, l~IS).

Il Simanoffski ha u,ato delle soluzioni di mouoclorrenolo in c!Jeerioa al 5, 10 e 20 p. Hlo e ra notat-e uno speciale t•n,•attere di questi molLo polen ti dismrettanti che essi non irritano le 111ucose anche se impiegali in sCJiuziont al 20 p. ltiO, che non formano combinaziom stabili coll'albumJDa dei te!.'!'>Uti e che essi penetrano nelle profondità dei tessuti stessi CQII qrande facilità. I casi di tubercolosi trattati erano molto avt~nz.atì con gravi lesioni della laringe e difficcìtA nella de· ~l11lizione. In un caso, oltre a questi sintomi, esistevo anche un'ulcera alla radice Jell~ lingua; in un altro un'identica ulcera occupava tutta Ja parete posteriore della faringe e parte


li H

RJTIST.\

della regione nasorariu!rea. T ulti i ca"'· senza eccetione, ed anche qnesrultimo, in Clli coPsi~>te,·a ~1:1 agra'e a1Tezso11e polmonare, migliorarono rapidamente col trattamento locala ul monoclorfenolo: le ulcere si deter:;ero e i sintomi concomatanti scomparvero. Parimenti buoua risulta ti si ollennPro dalle medesime soluzioni nel tralluwe nlo delr ispessamento eò iper plasia delll'l mucose. Suuanolf-.ki crede che i mnno<'lvr feooli lroverannn un Yal'<to campo d'applicazione nella difter te ecc. ed efili f:enza f'siltlrf> li ract:oaoaoda nella pra tica laringologica a preferèoza dell'iodoformio, del mentolo e della pioclauina a nche perchè essi po~;ze~.rgnno proprielà anestelicht!.

J. K. MaTCHELL. - Il ma..aggio e 11 sangue. - (Br it. Med. journ., 21 luglio 18!H, e A mer. Journ. or J1ed. Se., maggio 18!1l). Il Milchell descrive !rli eiTetla del massaggio sui num~r·o e ~ulle emoglobine dei corpuc;coJi rnssi del sangue. E..:li e-.rtutiuo il sangue di lrenla iod1vidui prima e- dopo il ma!-~aggio. La durala di questo ru almeno di un' ora. Delle trenta persone esaminate due erano sane mentre le altrE! soffrivano di anemia, denutrizione, disturbi nervosi ecr.. Un considerevole aumentù dei globul i r ossi fu sempre notato dopo il massaggio, ma l'emoglobina non aumento rn proport.ione. Considerando che i ~lobuli rossi non possont• rormarsi cosi ra pidamente e in cosi gran numero come !'<i osl"er va dopo il massags!io, Milchell opina che queslo abbia i l potere di Yet·sare nél lorrent~ della circolazione dei globula i quali si sotfermano nelle var ae parli del cor po. Crede anche che questi globuli addizionali sono differenti da~li altri e piu poveri di emoglobma e cosi si spiega il piccolo aumento di questa ri~pello al numero dt>i p;lobuli stessi. lale aumento e indipendente dalla natura delle malattie da cua l'indi\ iduo è affetto. Mitchell è di par ere che il massaggao può impiegaa•si s enza pt>ricolo negli a lti gradi di anemia . Il masf:limo dell'aumento nel numer o ùei globuli rossi si nota


01 TBBAPEUTIC.\

un'ora dopo la fine del masss:r~io. ~elle sue ricerche Mit· chell r imane meravigliato di trovare che il sangue ùi pazienti apparentemente anemici poteva conltmere un numero eli fllobuli rossi mollo maggiore clt quello che i trattati di fisi olor!ia asse~nano io media a!lli individui sani.

J. PA L. - L'idrato eU cloralio nell'emottlal - (Brtl. Jled. jour n.., H luglio 18.tli e Cen.cral . .r. d:e aesantm. Tll~r. l u~lio 18!)i).

Pal ricorda in primo luogo i due aoliehJssimi mezzi con· sigliati gié da lppoerate net casi di emottisi cioè il s~lasso e la legatura delle estremita. Lo scopo di questi mezzi é di scaricare il sistemà venoso pur permettendo il liber o cor~ uel sangue arlf'rioso. Parecchie volte egli all'insorgere d'unA emollisi legò le quattro membra el di sollo delle a~celle e al ·li ~npra delle ginocchia rispetli\'am<>nlc (lltenendo sempre buoni r1sullati. Pertanto la lt>gatura può durare al più unA mezz'ora e. a meno che non si mella molta cura nel di ..cioglif'rln. può avvPnire che i tromòi polmonali ~i distacchino per l'aumentato affi11sso del sanl-!ue ''eno!'o. L'autore pere1n si rece a provare il cloralio idrato rlal quale non pote'-·811(' attendersi i medesimi s vantaggi d'ordine meccanico. Quindici ammalati furono assoggettati a questo trattamento iniettandosi nel retto da 15 a 25 g r. di cloralio l benettci efft>tli si ottennero in uno spazio di t~mpo che vario da mezz' ora a tre quarti d'ora. L'autore raccomanna di continuare f!li e$perim~>nti.

Ttntar& comporta di oatrame. - (Brii. Med. Journ., 2 giuL!flO 1 9i e A mer. Journ. of .\led. Se., maggio 18tH). Il pror. Diihr ing ha eseguito una serie di esperimenti assieme a J. M. Baer, farm acisti, per ottenere una tintura di catrame che avesse proprietA terapeutiche e farmaceutiche uniformi. Egli trovo eh~ la miglior preparazione è fatta colia


l l 4.6

RIVISH.

tintura di quillaia. Questa tintura si olliene macerando le corteccio di quillaia nell'alcool a 95 per lo spazio di 2~ ore e poi fillraodo: la proporzione della corteccia all'alcool deve essere di 1 : 4. Si fa digerire in seguito per alme• o 8 giorJti, J p. di catrame io 6 p. di tintura agitando frequentemente e poi si filtra. Il prodotto che ne risulta è un liquido limpido bt'uno-uero, il quale coll'aggiunta di acqua forma un' emulsione giallastra. La tintura è eccitante e può essere prescritla con IO a ()() p. di acqua c.ome lavanda. È utile dove è indicato il catrame come in cerle forme di eczema, p~oriasi e prurito ed tn e ltre malattie infiammatorie dèlla pelle. ~ spesso più utile impiegarla diluita che allo stato naturale. '

Per preveDire l'lodbmo. - (Brit. M ed. Journ. 9 giugno l89i e Int. Med. Mag.). Il dotL H.. M. Speneer raccomanda di prescrivere il ioduro potassico nel modo seguente preconiLzato dal prof. Hardaway: la tendenza alla corizza è distrutta dalla noce vomica e il cilralo ferrico-ammonico e la china prevengono la depressione: loduro polassico . . oncia me;za Citrato ferrico-ammonico dram. uno Tintura di noce vomica » due Acqua . . . . . . . . oncie nna e me.ua Tintul"a di china composta q. b. a far ooce fJuatiro. S. Un cucchiaio da lbé in mezzo bicchiere d'acqua dopo i pasti. La quantità del ioduro può essere aumentata come si vuole aggiungendo la necessaria quautilà d'una soluzione satura.


1U7

DI tEttAl'EU'[ICA

Fo.a.MULA.ttro.

Coutro l audorl u.otturD.i del tialot. - Dal Bernlteim di Parigi è aa~ai commentata la formala seguente.

Acido salicilico . a··qua distillata . Alcool . . . . Glicerine. neult"<•·

~rammi

2

lU (j

.t

Pt!r miezionl sottocutan~e. unn o due alla sera. Oppure: _-\ciJ•l salidhco 1 uro . . . . llrammi 1,50 S. in etere solfl.lrtco . . . . ;-1 Fillra e ag. olio di mandol·le dolci 10 Da iniellat·ne 2- -i c. m. c. ogot sera. Contro il sadore dei piedi. Secondo recenti comunicazioni sarebbe assai raccomandato l'uso dell'acido cloridrico comune ùa usarsi nel modo se;;ut>ole. St metterebbero i piedi, immergendo prima il calcagno, io una catinella contenente tanto dell'acido cloridrico che basti a coprire la pianta. Dopo questo bagno, da far~i alla sera, si lavano i ptedi con acqua saponala. È solo :la flll'e attenztooe che 1 piedi non s:eno escoriati, nel qual ca;;o è bene cospargere per ollo giorni, IH'iwa di intraprendere la cura, le calze con polvere militare di talco (arn1do puro, laico veneto, polver~ ana grammi 50, acido salicilico grammi 1-10). Se l'acido cloridrico provoca dolori, é necessario allungarlo con acqua nella proporzione del 25 °/o. -In otto o diec1 settimane di qoeslo trattamento usato due volte per settimana, si ottereebbero risultati efficacissimi.


Il i

RIVISH DI TEBAPEI,;TICA

A fiT'eoenire {lli accidenti dell'anP.<uesia cloro.formica. Solfato neutro di sparleina . ccnli!.mni :30 CloridNllo da morfina. . . . W .~equa 8teril1z2ata g. 6, per una -"oluzion~ di 1fl cm. c. S. Per iniezione ipod. uu quarto d'ora prima d~lropct·a-

ztone.

R,

R l\~ I STA D'I GIE ~ E

R EICH. - Un'epidemia. dl tlfo addominale ln segnlto .ad uso dl latte non sterlllz.zato. - (Berliner klinisel"' Wochenscltri(t. '\. 30, tl4!H). ~folli osservatori nel decorso degli ultinu anni l•anno riferito che parPcchie malalLie infdlavt>, come tifo. colero, scadattina, diflerile, tubercolosi e<'c. possono essere propa;tale dal latte. I n Inghilterra 24 anni f<i, fu per la prima \'Oila descritta un·epidemia di tifo t'O' uta al !alt.>: in appresso si fecero purecchie osser,·az.ioni analoghe in America; negli ullimi anni r elazioni simili furnno falle in !svezia, loghillerNl e Germania. ~pecialmenle io Isvezia A lm(Juist ila pubhlicato le a·elazioni di 5 epidemi"' di tifo, le f!nali si manifestarono ùal 188'l a l 1888 e che con grande prohabililù furono propag-ate clal luUe. Lilll~j ohn uell'autuono ed in,·<'rno del IR90 ebùe l'optJOrlunità di studiare una grando ep•demia di tifo in EdimhurRo, in cui più della metA dei cac:i sarebbero stati prodotti dall'uso del hllle. Yon Mering- ha descr1tlo un·epidemJa di tiro, manifestalasi nel 1800 m due prigaoni di Stra~burc:o e propagate dal Ielle, n cui era stata aggiunta acqua irtffJtinata con ger mi di tiro.


11 ~n 1 ·eviJeruia tll L1fo, 0:<3Prvata dall'autore nell'anno 18!H nel ri 1·tondario di Oelc:, ~i sviluppò in una lalleria di OberSchmollell e in altl'e laller·ie ù• villa~od vicmi. Quesl'epide0110. la 'luale colpi 92 malati di cui Il m(lrirono, fu con Lulla probabilita ca~•onata dall'uso del latte non sterilizzato. I ~ermi infettivi J•Otrebbero anche es'"e•·t• giunli nel latte mt'· diaute l'eC•'{Ua d1 pozza non polab1h~, che sen·i•a per lavare 1 l'ecipienti relativi. Un'ep'dPmia di lifo, a forma esplosiva, quando cioè con lPmporaneame•:te SOOll COlpiti lUOili individUI, e speSSO dovuta all'acqua potabile; se invece s1 Lt·alla di casi sporadici, mat ifestanti~i 111 luo..:l•i ,jj,.er,-i, 1 cu1 alJtlanti non Ltl,·onn la ste,;sa al"qua di pozzo o di sorgentP, allora può sospeltar~i che il latte sia il mezzo di diffusione. È perciò sempr e pru· tlt•nte di bevere il la!l6 ,..terilizzato. C. S.

VARIETÀ Cdetoforo Colombo e l medlcl. - (Brii. Med. Jol1 r n., 16 !!iugno IS!H e Journ. Q( tlle 1t m. J!ed. :! ss., 5 ma{lgio 1894). Il doli. A. M. Fernant!ez ile Ybarra ha Lr•ultato in modo molto intt>:·es5anle <h·lla stor ia me.aca di Colombo e della parte pr esa dai medici nella scoperta del nuo,·o mondo. Pel piccolo equipa~gio 1:!0 uomini) che sr.l"ompagnò ·1 j!ranc!e uomo nel suo pr•m o via~gio, facevnno parte due flsict o dlir•urghi, Mastro Aloozo a bordo della cara vella Sa11ta .\faria e \!astro Juan a bordo della Ptnla. Quesl'ullimo r1· mese al ror le di ~avidad quando Colombo l'ilot•uo in I spagna e ru uno dei :38 uomini massacrati da~!' indiJleni di S. Domingo. l medico capo della l'econda spedi1.10ne composta di 1500 nomini che lasriò Cadrce nel settembre del 1493 fu il dott. DiPgo Alvarez Chanca, di Siv1glia, medico ordinario del Re e rlella Regina di Spagna. Parlando di lui nel memoriale spedito a Ferdinando, Colombo scr isse: • Voglio informar•o


1150

\'ARIF:TÀ

le LL. AA. del continuo lavoro cui si è sobbarcato il dott. Cbanca a causa del t~rodigio~o numero degli ammalali e della scars,..zza clelle pronigioni: ciò malgrado egli La dato prova del maggior zelo e bontà in tutto ciò che si riferisce alla sua professione. Poiché le LL. AA. mi hanno incaricato di fis~are lo stipendio che gli si deve dare (benché sia certo che egli non riceva né possa r icevere nulla da chicchessia che possa paragonarsi a ciò che riceverebbe CO!<tà) ho stabilito per lui all'anno un credito di cinquantamila mararedi (c. 3600 lire) ». Il dott. Chanca salvò la vita a Colombo quanuo egli fu pr•e;;.o da una longa e g rave febbre e scrisse la primo relazione scientifica sul Nuovo Mondo sotto forma d·un rapporto diretto al Consiglio municipale di Siviglia. Ritornato in Tspagna scrisse un Commen .. t~lflt nornm in. Pa raùolis Dioi Arnaldi de Villanooa, che fu pubblica to a Siviglia nel 1ot4. Da Paolo del Polzo Toscaùelli, famoso medico e astronomo fiorenti no ebbe eccellenti consigli sulla possibilità di recaesi in India dall'O,esl éd una carta ùella rolla che doveva seguire. Un altro medico che ebbe molta parla nella sua carriera fu il dott. Gar cia Fernan.-'ez che esercitava nel piccolo villaggio di Palos de Moguer nell' And&lusia, nelle cui vicinanze lro"avasi il con'ento ni Santa Mkria de la Robida in cui Colombo affranto dalla fatica e dalle soflerenze una volta chiese ed otlenne ricoYero. 11 priore pt•endenJo per pazzo il suo ospite chiamò il doll. Femandez, il quale discorrendo con lui di cose astrouomiche e geogra fiche riconobbe l'uomo di genio e non il pazzo. La chiaroveggenza di questo umile medico di villaggio salvò forse Colombo da una miseranda fine e il mondo della perdita d'uno dei più g randi uomini. Rig uardo a Colombo stesso il dott. de Ybarra in opposizione a tutte le aut.or·ili:t storiche classiche, ritiene che egli morisse non in seguito a gotta ma in st>guilo alle complicazioni car·diache d·un cronico r·eumatismo. Ques ta diagnm;ì sembra rondarsi principalmente clal fatto cile le persone che videro Colombo neWullimo mese di sua vita ricordavano che il suo corpo era straordinoriarnente gon/ìo dal pello in giù.


1151

N OTI ZI E Sooletà 41 anuopologia cll Padgl.

Questa società ha nell'ultima sua adunanza nommuto il colonnello medico Guida comm. Salvatore a rnembro ac::sociato straniero, ed ba pure promosso a tale categoria il membro corrispondente, capitano medico Livi cav. Ridolro. Tah nomine furono fatte in considerazione del saggio, compilalo dal dottor Lh·i, e presentato dalla Xl V seziOne al cons.rresso medico inlernazior.ale, sui rrsult.ati otlenuti dallo spoglio dei rogli sanitari, dei quali rl colonn. Guida fu il promotore e il fonda tore. Oongreao lllternaslon&le di igiene e demogra8a dl Budapeat.

.\ rapprec::enta1·e ilMinisterodella guerr11 a questo congresso. che !:;i inaugurò il 1° ssUembre, ru dec::tinato il maggiore m~>­ IUCO ca,.. Claudio Sforza, insegnante d' i~iene alla scuola d'applil:azione di Firenze. Il Mirustero della marina delego a "uo rappre-.entante il mediCQ c.li t• classe cavaliere Tend.,riw Rosati. nostro collaboratore.

NECROLOGI A

-

n maggior generale medloo Peooo. Annunziamo col più Yivo dolore la morte del generale me. dico iu posrzione ausiliaria, Comm. G1acomo Pecco avvenuta l'&;>t<ntinamenle in Torino il 22 settembr e. L'e~ser~i pervenuta questa notizia quando la composizione del giornale era già te rminata ci vieta di parlare a lungo


:\ifHOLOt~IA

come vorremmo di qne;:.to ''eneranùo Jecano del corpo 1:'8· nitario mìlitare Uella sua lun~a e meritoria carriera militare demmo gii.t uolitia all'occal!ione del conre•·imento fattogli della Medaglia ~hlu• ·izian~ 1:' del suo ritiro dall'allivita di servizio (1). Dopo 11 r.onsegUJmento del ben m~r.tato riposo il generale Pecco si era stabilito in Tormo, tlo,•e tmpiegava lutti i suoi ozii in pazienti ricerche storiche ;:.ull~> antiche vicende del corpo e ser,·izio sanitario militare. delle quali i nostri lettori hanno già veduto qualche frullo nel nostro giornali!. 11 f!eneral e Pecco, malgrado i suoi ;2 anni (era nato il t5 marzo ts~a). ~-tode,·u ancora della p1ù perfetta salute, e integrita di corpfl e di 10ente, quando la morte lo ha fulminalo sulla pubblica via. l fune1•ali ebbero luogo lunedì 2} con intervento di lar· ghissima rappresentanza militare, e di numeroso stuolo di amici, eslt•ema testimonianza ùell'oredilà d'affetto lasciata ùal defunto. Per espresso suo desiderio Ja ~alma Yenne incenerila nel crematorio municipale. All'unico lìgho, ai fratelli, e specialmente al comm. Alel"· • sandro. chimico farmacista ispeltore, le oo~tre sincere con· t!o;;:lianze, cb e certamente sono dh•i!"e dall'intero corpo sa· n ilario. (l) \'. t;wruolt medico dd R. Ettrcito 1891 n•. l! e 189! n•. t.

11 Dlr<.'tt.ore

Ooll.

TEFa."\O R&c.rs coloooello medico ispettore.

:lColle.borat.ore per .a R.• :Marlna

Il R edat. t.o re

D.r TEODORICO ROSATI

D.r RIDOLFO L!Vl CapitoM medico.

XediGQ tU t- cltJU t

N u TtNI

FEOERtco, Gerente.


MEMORIE

OR. I GIN A L I

CISTI DERDOIDALE CONGE~ITA ALLA REGIONE TE~1PORALE DESTR .~ notevole pel sno prolungarsi sino alla cavità orbitaria attraverso un anomalo canale fra le lamine dell'osso frontale.

P;er ll dottor Calabre _.e c.-a v . Fraoc.-e.. ~o medito •:apo di~ cl~•se nella B. rrlrlrl!Ul.

Tizzone Giuseppe da Castiglione (Cala oia), ,·enten ne, di ouim·t co--tituzione organil!a, senza prer.edeoti morbosi c!e ,!Di Ji nota. di wndiziooe pastori!. arruolato l' I l marw cJel ~·orrente anno nel 9° re~gimento bersnglieri, presentam uu' intumc~cenza alla rossa temporale destra e propriamente al ~egmento posteriore del frontale, che fa parte •li tiella regione. r.' intumescenza, al tlire del paziente. e.;isteva fio dalla. nascita, e. mentre per lo pa.;~ato si rnantene'a nelle proporzioni di un grosso cece, con l'u:;o del ·~'lrr·ello regolamentat·e si era anòato aumentando di volume {1) . .\.llorchi• il Tizzone entrò all'o~pedale dipartimentale della \la,ldalena ( 17 aprile}, il tumore a,·eya la grossezza eli una c:~-;tagoa. Ricoperto da cute sana, esso si m o~traHt di (l) Hi<ulta ••virlente l'esagerazione gu:Ul•lo si ~onslderi che il •oj!geuo eru ~ult~rllo \1:1 110co piu di un mese in servitio.

;:1


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1154

CISTl OEIUtOI DALE LO~GE~IT A

forma globosa. cd alla p<~lpa~i one si sentiva alquamo molle ed t>laslico. non aderente alla pelle. ·~on la sua base poi di circa ~5 rom . di ò.iameJ,ro. appariva allo~ato in un infos.-amemo !>peeiale della regione. ben delimitato da nn rilievo o'seo periferico. r eruna mole:;tia. nè alcun disturbo vi::.ivo Teniva allora accusaLo dal paziente. Falla, pertanto. d,a;.(nosi di cil>ti con!Jn1ila. si vole\a enucl eare la neo-formazione; ma il Tizzone vi si oppo::e. adducendo che nn medico del suo p:t~se lo a>ea consiglialo di non fa rsi mai operare per non incorrere in allerazioni dell'occhio destro. Jn vista di ciò, egli venne rimandato alla ~ede del hattaglione nel medesimo slalo in cui era venuto all'ospedale. J(.

* * l)a li a qualche giorno p er altro. il 5 ma~gio cio~, il predelLO ber ·agliere fu di n~(}vo ricoverato al riparto di r.hirur;:!ia, a cagione di un traumatismo subito nella loea· lità del tumore. La sera innanzi, in "ero! trasl ullando~i con un compa:.,'llo, ricevette da cosLui una C<Jpata sn l'intumescenza della regione temporale : per la cui azione ebbe immediatamente un molesto perturbamento del capo ed un'abbondante fuorinscila di liquido, Lenue, incolore. a form a di rivolo, dall'occhio corrispondente. In pari tempo. la neoformàzione parve quasi scomparsa: talchè il suo compa~tno, non pago della sofferenza prodoll<sgli, gli sopgiunse, come coda al cattivo gioco, che meritava un compenso per averlo liberato incruentemente del piccolo tumore. A questi primi fatti segui nel corso della notte una notevole tumefazione della regione dell' ocr.hio ed un dolo l'di


Al <.A REGIO~E TEMPO IlA LE D&STRA

Il:;:;

~apo cosi ,-iolento che non perrn• e alrmfermo di prender

:'onno. Però. t:~li abnormi maoife~tazioni l'indomani ro· minciarono a decrescere, mentre tn cambio prese a riapparire l' tntomescenza alla regione temporale. ~el raccontare alla nsita mattutina del G magf.(io quantu i· 'U riferito, il paziente disse pure che si era accorto òi non 'federe dall'occhio destro: e. dietro relativa dimnnda. ri,p 0 ..6 dte non sapeva asser·ire se la vn;ta esisteva o meno prima dell'azione traumatica, non :n·eodo mai a,·uto per lo innanzi occasione di esaminare separatamente lo "-lato funzionale dei suoi occhi ( l ). All'osserYazione obbiettiva si notò che effettivamente ti tumore della tempia destra era meno protuber·ante della prima 'olta, e che la palpeura superiore - quale residuo della tumefazione nei tessuti peri-oculari - offriva ancor-a una cel'ta pt·omi nenza e l'apertura palpebralc n'era ahha:;tanza limitata. Premendo ,;ull' iotumescenza. rtuest-t si redeva ridursi. e l' iofer·mo >eniva colpito da un peso assni doloro:;o sul· l'o:duo. l.ootemporaneamente, la tumidezza della palpebra :iumentala, e talora anche il ~lobo oculare facera lie,·e sporzenza. Nell'atto della pressione, inoltre. col polpa:-trello imme.sso sotto il mar~ine sopra-orbitale si an-ertivn non di rado un senso di spinta. \ iceversa, ingiiingendo al paziente di $lrio~ere fortemente le palpebre. ovrero esercit1ndo con le dita una pre~::ioM su l'occbio de.stro, il tumore alla tempia rresce\·a . ensiLilmenle di volume. fn un punto del rilievo osseo che circondava la hase (IJ Anche nell'atto dell'arruolamento queot'e>ame non sarebbe ~Ialo rrali<.1LCI; " da. che trov:H•asi in servizio non a.ncor.1 aveva preso (lnrttl o.l ber~~glio.


CISTi DERMOtD.\U: CO~GI'\lH

dell' iotumesl!eoza, e propriamente in l• bSO ed in dentro tlella neoformazione, quasi al couline fra la regione temporale e 111 frontale, si toccava una piccola depressione come nn'inci"ura: dalla quale una perpendicolare tirata in has,-o mggiongera, a _.:} mm. di lunglll'zza ed a Jj\"ello dcll'an~olo palpebrale esterno. il lato temporale del contorno orhitario. Orhene, .;e su questa inci,ura poggiavasi fortemente l'estremitit di un dito, la riduzione del tumore con le sue conseguenze li:;iche e sul>biettive Yeniva ostacolata. tino a che la forza premente su di e.s~o (tumore) non :.i rendesse vieppiù rilevante. L'occhio sioisu·n era emmetrope ed :1veva norm.1le la "ua acutezza vi~i,·a: laddove quello di dritta. dall'esallle con Je scale tipografiche. non funzionava che assai parzialn•ente. L'infermo, in altri termini, mo:;trava di non veciere con esso se non nel solo caso che inclinasse fo rte· mente il capo snl lato temporale e ri,·olgesse il bulbo l"erso l'angolo estero•>. Ed anche in questa particolare po::izione egli di~tiogueva appena gli ottotipi di :l cm. cii altezza a circa ~ metri di distanza..\la, come meglio si didt in seguito. pure l'occhio destro appariva sano; nè alcun cbe di ~peciale ~i nota,·n n~l sacco congiuntivaJe. Dal momento che ~otto la pressione il tumore diminuiva di rolume, era evidente che parte del suo contenuto do.,-esse ril1uire in altro luogo. 01·a, questo luogo non poteva trova•·si in mezzo ai tes-suti epicraniensi, visto eh~ veruna nuova bozza si rilevava all'esterno: nè fra le maglie della vtlpebra superiore, dove il lieve crescere della prominenza non era punto in rapporto di ~rado col vuotamento cistico. Si a;.rgiunga che nel caso affennativo non sarehbe mancato di vedersi la progressione del liquido lnngo lo spazio chP sep:1ra le due regioni. li turgore pnlpeltrale, inoltrr. an-


Al L\ REt.!OXE 11011'01Uti. D!:Slll.\

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ziclu! parecchie ore dopo quale effetto realliro. ~arel•Le sor~o immediatamente al lraumatismo, al pari della scomparsa dell' intumescenza temporale. Per l'opposto. ti senso peno~i,.,simo che l' infermo n,-ertira sol globo oculare quando si preme,·a ·ul tumore. la spinta al dito esploratore sotto l'arcata orbilarin e la pir.cola :;porgenza del bulbo che avevano luo~-to per la medesima azione, e poi il rnpido protnberare dell' intumescenza temporale nella pressione dell'occhio: costituh·ano t-'e?oi non du bhi che il prodotto della cisti penetras e nel ca•o dell'orbita. Anzi, a>nto rigu:trdo alla disposizihne della capsula di Ténon - la qu:1le. dopo aver involto da per ogni dove la ponione sclerotiden del bulbo, va ad inserirsi al contorno orbitario - il liquido cistico doveva E'Ssere accollo nella lo;!g1a posteriore di eNI c:n ità. lla •JUale 'ia ~eguiva nel suo moV"imento alternat ivo il contenuto della neofo1·mazione ~ Si all'erma che i tumori della regione temporale possono impeg-narsi nella fenditura sfeno-mascellare e penetrare nell'orbita; rome ::o,·enti voJte. per la stessn comllnicazione. alle conlus,ooi delle tempie co ose~ uo no sug~ellazioni otto 1.1 congiumira. Però. nel ca5o di cui è parolt~. la sede della oeoplasia era relatin1mente lontana dalla :;cis."nt'a infra-orbilale: senza dtire che per tro,·arsi tale fenditura nell'an~olo inferiore ester·no dell'orbita. il senso di ~ pinta neU'allo della compr63siooe del tumore, non si sarebbe rilerato infossando il dito fra il huJbo ed il contorno superiore del cn\"'O oriJitario. TI sito io cui si perrepiva quest'ohimo sintomo.. faceva inrece argomentare che il prodollo della cisti sboccasse nell'or· hita alquanto indietro del margine sopra-orbitale. D'altro lato, l'ostacolo che la riduzione del tumore in-


11 :;s

r.ontrava quando si premeva so l' iocisura oss~a (notata immediatamente in bas"o ed in dentro dell' intume:.cenza) rendeva certi che quella pit:~ola depressione del riltevn os!ieo periferico, qunsi al confine fr:t. la regione tempornle e la frontale, costituisse il punto di partenza del .:ootcnuto neoplaslico nel suo movimento di discesa. Ammessi, cosi, i due e'<tremi òel rammino tenuto dal li•)Utdo ci~tico) e non es!iendo plausibile eh· esso perveni~~"' nell'orhita allraverso la cavità rt·anica. risuJta,•a con tutta probabilità cbe la sua conduzione a,-e.:.se loo)?o per un r.anale os.;eo, più o meno obliquo. S•'a\'ato fra le lamine llella porzione lìquamosa del frontale. ~aturalmente questo canale non poteva e5sere sorto che nel periodo di ossilicazione e doveva essere der.erminnt() rlalla presenza di un prolungamento della neoplasia, estesB .,ino all'orhir.a. :';on t-ssendo;;i mai avuto protrusiooc del bulho ocular~ de.:.tro. nè alcuna sofferenza relati\'a a~li elementi della cavità orhitaria. prima dell'azione traumatica suJia tempia corrispondente, era logico ritenere che per lo innanzi non ,j ros::e e;;ercitala verona compres5ione so rJuegli elementi. ~ dtf.l in conseguenza il prolungamento ci~tico, anzichè a sdcenccia piu o meno >oluminosa, terminasse nell'orhita a semplice cui di ~acco. \ vanti il traumatismo. inoltre, la tensione del corpo della risti nou subiYa oscillaJ.ioni di ·orta. il suo contenuto c1oè non presentava segni di movimento alcuno: e messo dt) in rapporto coi fatti anteriori, chiaramente emergeva che l'e,;tremttà a cui di sacco del prolungamento neoplastico, integra dapprima. fo:;se scoppiata per· la propagazione nell'urlo •iolento doYulo alla capata. ed avesse lasciato efTonder·e il liquido del tumore !Ili i tes,uti della loggia po~tr-


ALLA RBI:JO:\"E TE~JPOR \),g DESTRA

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riore : dore la Jassezza del con nettivo iovol~ente permette Ila trui In istnntanea delumes~enza del neopla~ma, e da tyui purr- quali effetti di pressione ,;u gli or,.laoi orbitari - il pertnrbamenlo immediato del t•npo e la consecllliva cefalalgin e tumidezza congiuntivop.'llpebrale. natrorhita il con Lenuto llell:l cisti non poteva pa~::are oltre: pllll:hi·. sia per la soa non notevole qoaotilà. sia pe1• non e~sere un prodotto di llogo;;i, non aveva forza ,J; 1ensione sufficiente a viot.:ere la re::-istenza dei ltwoti l'!tt> normalmente olturano le aperture di comunicazione con la ca~ità cranica e con la fossa zigomatica. Ed anche •1oando si spi o~eva in d1etro il glotto oculare. cote,la resi!\lenza non doveva alternrsi ; trovando il liquido d'ltCO, nella scontinuità del rol di sat·co, facile via a riflnire .lll't>sterno. a ritornare cio•'• sul suo r.ammjno. ~·a d'uof•O rammemare •lte fra ~~~ eiTelti immed;ati del traumati ... run fuv,·i eziandio uu'ahhondame fuoriuscita di t:more. tenue. incolore, a form.L dt m•olo, dalf'occùio de'lro. 'ifTatto li•Juido - 1:1. ··ui copiosa emissione fu anche afferuwta ùa alcuni presenti al f.llto - veniva dagli ste:;st. spel'ie per la contemporanea dept·essione dell' intumescenza, ioterpetralo come proveniente ùirellameote dal tumore. )Ja per~ h··· •;o ·i fos~e. il contenu1o neoplastico effuso nella ca' ità orbilaria, avrebbe dovuto pet·forare la capsula di Ti·non e la •'OOgiUntiva. eiò che in reallà non esi-leva. Si repuL:n·a t1nnqu.-. ~oddisfacent~ il concetto che il liquido predetto ro~se m cambio costituito d1 ::;ole lagrime, escreate in ~randc •1uaotilà pel repentino aumento di pressiont' ,ul parenchima lle~la glandola. Higoardo infine alla pretesa alterazione visiva, si ritenevn che essa - se effettiva - fo~se preesistente all'azione trau~gli , 1 r~wl'ii Ji espandersi.


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CISTI D~IUfOIO.UE

CO~l:.'\JTA

matica, ovvero fosse con maggiore probabilità l'esito transitorio dell'abnorme compressione esercitata dal contenuto cistico sul nervo otlico e sul gloho oculare. In I(Uesto stato di cose. il paziente, !ungi d<tll'oppt",rsi all' interrento chirurgico. diceva di aderin·i di uoooa vo glia, perchè i!perava di ottenere la completa funzione dell'occhio. l,reso quindi il divisamento di enucleare Ja cisti, s1 procedù all'allo operativo il 44 maggio con un taglio a T rovesciato. Pet• mettere allo scoperlo il piccolo tumore fu mestieri incidere pure l'aponevrosi temporale ed-il muscolo dello stesso nome: e. senza dire delle piccole noie domtéal 53.0 ).,'118 spicciante da p~reccbi Yasellioi, bisogna Dotare che lo scollamento del sarco si accompagnò ad estrema diflicoltit per le salde ader€<nze che esso aveva contratto col periostio della region~. ~el giungere, :tnzi, a livello del l' incisura ossea piit volle cil:~ta, le ulleriori pratiche per porre fine all'enucl eazione. fecero scootinuare la parete della cisti. Però. secondo si vedra, non potera accadere altrimenti. Quella specie d' iocisura era convertila in forarne da tessuto fihroso, e, come fu chiar-i to da caule esplorazioni specillat·i, dava origine nd nn canale a pareti dappertutto resis l~oti , dure. liscie, senza scabt·ezze, con direzione obliqua dall'al to in basso e da destra a l'inistra, e con terminazione a lquanto indietro e verso la parte mediana del margine sopra-orbitale: canale pel quale. in .seg1;1ito a compressione del bulbo. venne fuori una polli~l ia hia nca simile a quella della sacMccia es(erna. Restò cosi pienamente w ofermato .che la cisti si prolungava di fatto fino alla cavitil orbitaria, allraveno un ano-


Al,LA R&l~lO~R UJIPORAJ.R OE~TRA

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malo canale osseo. sc.'lvato fra le lamine della porzione squamosa del frontale. ~ 0 rse l'idea di ra::-cbiart' delicatamente l'interno del canale per distrugger~ ~l prolungam~nto de! sac_c~: ma t~mend~ Ja po~sibiJ i tà di un mtensn reaziOne, dlfTusllllle aglt or~an• vicini, si preferì di limitarsi alle solr iniezioni di acqua borica, che si ripeterono lino a clte non si ebhe il con' incimeoto che nessun :residuo del contenuto cistico esistesse più nal cavo orbitario. Imbottita poi di garza al iodoformio la soluzione di continuo, si rimandò alrmdomani la rwnione de'relativi margini: la •1aale, preceduta da nuove iniezioni alllisellicue, fu praticata con vari punti di sutura . Il contenuto della cisti era - come si è al}cennato piuuosto den:-o e bianco; ed all'esame microscopico e:>eguito dal collega lt Marantooio, risultò for10ato di colestearioa e di abbondanti cellule epiteliali. li sacco che avea l'a,petlo ordinario delle pareti delle cjst• in genere, apparve prevalentemente costituiLo di tessuto con o etti~o poco Y3'\Colariz7.ato. con un rivestimento interno fallo da parecchi ,;tr ati d t cellule epileliali piaLLe; di eu i i più ~uperficiali , !'fald:~ti, ùavaoo raJ?ione della copiosa quantità delle medesime cellnle trovate nel contenuto. Non ri si rin~enoero pelt. nè ghiandole sudorifere: ma n\'uto riguard<' alfo sviluppo con· genito della neoformazione e considerata la ricchezza di elementi epiteliali che il tumore - senza essere in comunicazione con la cute - possedeva nel ~uo in\'olucro e nel sno contenuto. la natnra dermoidale della cisti non sembrò dubbia. Tr.aone. intanto. un modico grado di edema palpehrale e di dolore nelle pertinenze dell'uccbio destro, nienle altro di anormale sopra!{giuose durante la riparazione de'tes;;oti.


CISTI DERMOIDAtE COJ\G.E~ITA

•ìuestì fatti, sedati con l'uso del ghiaccio, iioirtlllO ben presto, ed in capo a dieci giorni dall 'atto opel'ativo la guarigione era già al suo termine. ~

* * Con l'asportazione della cisti , per altro, e con la successiva eicatrizzazione della parte, la facoltà visi va dell'occhio destro,. nulla. secondo il paziente, aveva guadagnato. Egli continuava ancora a dire di non vedere da quest'occhio, se non parzialmente e nelle condizioni dianzi citate. inclinando cioè il capo sul lato dritto e rivolgendo il bulbo verso l'angolo esterno. Nondimeno l'es&me dell'o.cchìo in questione non avvalo · rava .·iò. La pupilla dest1·a, invero, anche tenendo chiuse le paJpebre di sinistra, reagiva bene all'azione del!a luce~ Veruna deviazione strabica si scorgeva allorcbè il paziente fissa va con ambo gli ocehi un dito che lentamente v.eniva accostato al suo naso. Egli, nella ·speciale posizione del capo che permetLevagli un limitato t>isus, manifestava normale la percezione dei colori; e vedeva nettamente, ad eguale distanza, tutti i gruppi di linee in vario modo disposte. Nessun miglioramento ri.eeveva dalla lente stenoreica o dalle lenti sreriche e cilindriche'. Inoltre, l'illuminazione lateralE~ e dir·eua e l'esperimento delle immagini catottriche, escludevano qualunque traccia di opacità dei mezzi diottrici. Cosa . più rilevante infine, all'esame oftalmoscopico non ~eniva . -dato di scopr·ire alterazione alcuna del fondo oculare. : ~aturalmente, l'esito di cotali osservazioni, cosi lontano dallo spiegare il preteso disturbo vis!vo, fece nascere fon·dati sospetti che il Tizzone simulasse. Si pensò quindi d'im-


ALLA REGIONE TEMPORALE DESTRA

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piegare dei mezzi di sorpresa, allo scopo di smascherare la sua malafede e di dimostrare anche l'acutezza visiYa dell'occhio destro. Si usò dapprima il metodo di Graefe, collocando davanti all'o~hio sano, mercò un por-talenti, un prisma di IO gradi; ed obbligando poscia il paiiente a guardare su di un cartoncino hinnco, nel quale era tr·acciato un disco nero. Interrogato, egli rispose di vedere un disco in su ed un altro in basso; e siccome la diplopia - dovuta alla deviazione ·~he il pr·isma imprime aj raggi luminosi - non si percepisce se l' allro occhio non funziona, cosi fu chiaro che l'occhio da lui detto difettoso era realmente buono. Ciò venne pure confermato dall'esperimento di FOJltorbe~1ichaud. a norma dt>l quale, messo un vetro rosso avanti l'occhio sinistro. s'iogiunse all'osservando di leggere delle lettere tracciate in nero e rosso su fondo bianco e fatte in gui:;a che sopprimendo l'asteggio rosso, risultavano altre specie di lettere. Per la proprietà che ha il vetro rosso di annullare la percezione dello stesso colore su fondo bianco, egli avrebbe dovuto rilevare modificate le leuere, se l'occhio dritto fos:;e stato davvero arnaurotico. Invece, le lesse immutate e ne distinse anche il diverso colore, mostrando ad evidenza che Yedeva pure con l'occhio sospetto . .\la la prova migliore si ebhe con uno dei procedimenti suggeriti dal Baroffio. Invitato il soggetto a leggere la scala murale con occhiali, forniti di semplice vetro a destra e di una lente sferica di forte potere rifrangente {15 diottrit>) a sioistr~, egli, a capo dritto ed alla distanza di 5 metri, de.;ifrò, senza indecisione alcunaJ anche gli ottotipi di mm. 7,5 di altezza. Così, tenuto conto che l'occhio sinistro, emmetrope, era incapace di leggere truei cal'atteri, risultò irre-


4 IIH CiSTI O&R~IOID.\L~ CO,GE~!U ALLA REGlO:SE, ECC.

frogablle che il demo non :;olo funziona\"a regolarmente, ma a\"era pure un'acutezza v1siva del tulto normale. i: ,uperlluo poi dire come e IJuanto rimanesse male il hersa~li,•re, allorch~ immediatamente dopo. arulo l'ordine di ripetere la lettura col tener chiuse le palpebre di destra. si accorse di non poter distinl!uere \'"eruna lettera tipograiìca con IJUell'occbio (il ~inistro ) . col quale innanzi as::eri'"a òi avt>r letto la scala murale!

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CONTRIBUZIONE

ALLA CCRl DELLEFISTOL~ TORACICHE Pel dottor G . <.u erra mNiOO ea1-o di l• da.-~e uelia Il. marma

La persistenza deUe fistole toraciche ~ residuatc .1d nperazioni di empiema, è dovuta, come è noto, alla mancnta a'lesione delle due pagine pleuraJi, a causa della perduta torta ~"J':lllsiça del polmone, 11 quale fu precedentemente cumpres.;o dal ver,amenlo nel caro pleurico. Oeriva da cio ··he tanto più dillkile dh·enta la guarigione di tali tistole. per quanto piiJ langamente agì .sul polmone la causa comprimente; come pure. che le alterazioni anatomo-patologiche, cui soggiacciono le lamine pleunche ùiventaoo tanto pi1i ;:ra~i. per 'Juaoto più a luo~o persiste la snppurazione, e il cav•• rim.me in comunicazione coll'esterno. E lJUesto comJJII!""O di falli costituisce naturalmente un o·t.acolo sempre m.t,.!)!iore pel salùamento delle superficie pleurall e per la oltliterazione del cavo suppurante. \ vendo il polmone perduto permanentemente la sua forza ~>spansiva, e venendo meno anche le altre forze, dirò, di ~~o mpenso li'iologico, che tendono a fare avvicinare le superlicie libere della pleura, col concorso anche della colonna


CO:\TIU8t'ZIOY& ' lli6 ''ertebrale. è necessario trorare un mezzo, mediante il quale il fogliello parietale pos~a avvicinarsi al riscerale. Oru. secondo r opinione di tutti i chirurgi, siffatto scopo non si può olleoere cbe accorciando la lunghezza delle costole, diminuendo cosi il loro raggio di curvatura, onde eliminare l'ostacolo cbe impedisce la coattazione e i"adesione dei foglielli pleurici. Da ciò l'inrucazione di praticare estese demolizioni di ~o­ stole. come non ha guari. propose Estlander. resecandooe Lulla una serie; ovvero di render mobile una parte della p1rete toracica, asportando solo dei cunei dn due punti di ciascuna cvstola, per modo che ne restino sdoppiate cinque c. sci, come ba praticato Ssubulin; od infine ot:erando alla maniera di Schede, il quale ha proposto di resecare, non le cnstole sole, ma la parete toraci ca nel suo spessore, rispettand<• la sola pell e; volendo con ciò ottenere clie la cavil;'l dell'empiema si coorerta in una specie di conca aperta, e la pelle conservata possa sen·ire a coprire la perdita di SO$tanza, saldaodosi in sé~oito sulla pleura polmonare. Dai tanti metodi proposti per la cnra delle listole in pa· rola. emerf!e chiara l'importanza dell'affezione non solo. ma anche, e più specialmeme, la difficoltà del trattamento. Non v'a dubbio che ciascuno operatore vanti dei buoni risullati ollenuti col proprio metodo; per-ò non si può del pari negare cll.P. tulli i proces5i operati\'Ì messi finora in alluazione presemino tale graviti1 da impensierire seriamente il chirurgo per In vita dell'infermo: specialmente se si consi deri che i malati dì fistola toracica sono già profondam€'n le deperiti, e presentano quindi una resistenza oqzanica assai debole ad nn traumatismo certamente non lieve, qut\le r qnello elle si pr-oduce per alluare uno dei processi operativi or o1·a accennati.


.ULI\ Cl'R.~ OI.LI.K fiSTOLE. rOR .\ClCHE

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·e l'empiema, come lo de6ni·ce il Griui, nc•n ~ che nn a:.ce,;.;o ~#ante della pleura; e se la ~u nri~ione degli asces.;' in gt!nere è dovuta al rico~marsi del cavo suppurante di Les!'lllO da nuova formazione, che dallo stato di granulazioni ~• trasforma poi io connettivo compauo. ne consegue che sulla superficie libera della pleura. date alcune condizioni, po":-ono ~orgere, come !'O qualunque altro tessuto. granulazion;, ltl ,1uali. subendo in progresso di tempo ulleriori fasi. potranno dar loo~o al consecutivo ricolmarsi del caro di quel 1e,,;nto conoeui,·o che. come amene per tutti gli altri cari a.;cessoidi. ("obliteri completamente. Intendo dire cioè che t; possibile ottenere la chiusura del!a cavita suppurante anche sen1.a il completo ravvicinamento delle lamine pleuriche tra loro , sempre quando, s'intende, In superficie di queste non ahhia giil subito tali processi degenerativi da rendere impos:'ibile 'lual,ia"i oeoformaziooe di tessnto. P:\rtendo da .;iffatto principio io ottenni la guarigione di una fistola toraci~a di antica data, in per,.ona di un giovane marinaro cannoniere. senza asportare molte co-tote. ma resecandone una sola per un tratto di tlieci centimetri. ~>c·one in succinto la storia. Starita l;eonaro. cannoniere nel corpo reali equipa~;{i. matricola :lfl521, di anni 21. giovane di ''alida !:ostituzinne fisica, ,·eone ricoYerato all'ospedale percht'• da ouo me;; i era alfello d:t fistola pleuro-cut.anea al . ellimo spazio iotercostale de$tro. sulla linea papillare. IlaIle notizie anamnestiche raccolte risultò che non si em mai conta~iato di sifilide, e che non a,·eva soJTerto altre affezioni importanti. eccetto nna pleurite purulenta a destra, cir~a dieci mesi prima dell'epoca attuale, a causa della quale nvem subito la toracotomia al settimo spazio. cui era infine residnnta una fistola permanente.


CU'\TillBI:llO:'ìE

Lo stato ~enerale dell'infermo era ooteYolruente deperito, la suppurazione pi•1ttosto abbondante, la febbre continua remittente, con piressie oscillanti fra i :~8 e i 39 ·~en tigr·adi. All'esame del lato destro del pello notavasi una forte depre ·si one di tutta la regione mammaria destra. etl immobilitit delle co~tole negli atti respiratorì; fremito-torace-vocale rinforzato. ipofonesi marcatis::.ima , mormorio vcscicolare spento in quasi tuao l'ambito polmonnre. Sondando collo -.pecillo il dotto listolo~o s1 l'ilevaYa che esso aveva una direzione in dentro e in aho. allraversando obbliqnamente gli strnti della parete toracira, per poi penetrare liberamente nel caro pleorico . .\ sinistra, eccello un·a~prezza del mormorio vescicola•·e, null'altro notavasi di anormale. Introdotto un tubo da drenaggio attraverso il seno fistoloso, di lunghezza sufficiente per poter penetrare profondamente nel Ca\'O pleurico. praticai per qualche giorno delle lavande wn aoa soluzione ~alicilica al mezzo per cento, ed ouenni con ciò nna leggiera d•minuzione della suppurazione, ed un m•glioramento nelle condizioni generali dell'i nfermo; però, visto che la febhre non accennava a scomparire, e convinto del resto che cui mezzi palliativi non si sarebbe potuto ollenere mai la chiusura della IÌ·Hola, stabili d' intenenire ~hirur~icamente nel modo che ~ej!ue. Eseguita ona rigorosa antisepsi della par·te e cloroformizt.ato l'infermo, praticai un'incisione di circa dodici centimetri lungo la settima costola destra. profonda fino. all'os ·o, fra la a'cellare anteriore e la parasternnle; con altra incisione e,;egnita ,;ulfa .;onda ·canalala, che. partendo dall'apertura fistolo-a si ·~on~iuogeva aHa e3lrero itit interna della pr1ma, mi~i allo scoverto tutto quel tratto del dotto fistoloso che percorreva lo spessore della parete toracica. Scoverta poi la costola


At.I.A dJRA DKll& FISTOLE TOR.,CICIII'!

l f GU

e stal!•;atone il per·iostio dalle due facce, ne resecar colltl fort.ici os~ivore un segmento di circa dieci centimetri~ dopo di che alla~ciai rar'lerin sottocostale corrispondente e •ltltllclte altro pic··olo ramo che dava .:angue; incisi iolint> 1'apt rwrro ...i torac·ca interna e il fogliellO pleurico parietale, eh~ trovai ao;c:ai i-=pe 'ito e di consistenza pre·so che cartilaginea. Potei rosi esaminare l'apertura interna del douo fistolo~o, e t!onstatai che veniv.1 a eorrispondere presso il punto sternale dr re ·ezione della co3Lola. Pr-.1ticui allot'à il raschia mento rlelle pareri della fìslòla, che, come ho accennato. a\ eço me-..:o precedentemente allo <:COl'"erro. e, toccata la c:uperli ·re col cloruro di rinco al l O p. l 00, ocdo.:i il Lotto con su tnra a strati falli con seta. nivaricati poi ampiamente i bortli della ferita, per· modo da poter dominare perfettamente la cavità pleurale, ne rn,;chiai awir:llamente le lamine parietale e viscerale, e le roccai colla stessa soi ozione di cloruro di zinco. ~ettato ed as,•ingato bene il C3'fO con batuffoli asettici. lo z.t!Tai con bende !li garza all'iodoformio, introdocendone gratlatamente circa qui nd ici metr·i. Riunii finalmente i bordi della ft'il'ita r·on sutura a strati dei tessuti profondi. e.:J :lltor·i)!liala della wte, lasciando L'loto tli apertura quanto ne rit,'nni sulliciente per poter praticare lo zaffamento con·e,·ntivo. fin dal J.{iorno snccessivo all'operazione le condizioni gener·ali dell'infermo migliorarono in modo sensibile, pel fatto sperialmenLe della scomparsa :Iella febbre e del ritorno dell' •ppet:to. Himos.;a la prima medicatura dopo due giorni, trO\ai il cavo perfettamente asettico, la garza quasi asc:intta, e i hordi delle ferite io via di aderire per prima. Rinnovai la stessa medicatura; però dopo poche ore fui obbligato a to· gliere prontamente la garza perclrè si erano manifestati sin7i


Il iO CO~TRIBUZIONE ALLA Cl' BA DBLLE HSTOLK, BCC.

tomi ùi aYYelenamenLo da iodoformio. D'allom in poi introdn.ssi bende di ~arza idrofila sLerili7.zate nella stufa, mer cè le •1nali non ebbi a deplorare più almno accidente . .issai scarsa fu la suppurazione che si svt.lse in secondo tempo. e rapidissi mo fu il mi~lioramento dell'infermo, sia nei fatti !ocali che nelle condi1.ioni f!enerali. Scomparsa 1.~. febhre e ritornato l'appelito, 13 nutrizione si ristabili ben pre~to in istalo lìsiolo,{iro . Il cavo andò diminuendo )!f<ulaLamente. e in quarnota giorni linj per chiudersi del l allo. residuando al p.osto della incisione cutanea una cicatrice sol ida e depressa, la quale non da,·a alcuna molestia all'individlHl. Rividi lo Starita dopo due mesi, e const.atai con soddisfazione che $(Odeva perfetta salute. L'allo operativo sopraccennaLo non presenta in sè stesso alcuna importanza, peroccbe si riduce presso a poco ad on=.l pleurotomia retro-costale; si ~~omprende . quindi di legg1eri che i, motivo che mi ha indotto a puublicarlo devesi ricercare unicamente nel successo ottenuto con esso, laddove si sarel>be r iteonto indispensaltile. per l' esten ~i one dell'atelettasia poimonue, resecare cinque o sei co$tole, in omaggio ai metoèi operativi sopra r iieriti. [n clinica tolti i mezzi curativi sono buoni CJUnndo menano alla guarigione della malnHin. che è lo scopo principale di tolte le mediche discipline; raggiungere si!Tatto scopo con mezzi relati vamente semplici, e cagionando il minor danno possibile al malato, ecco l'ideale della ter:~ pia; la mia breve Nota vaJga quindi. come una modasta contribuzione pel conseguimento di siffatto idenle. Castellammare, li l i agosto 18!H.


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RENDICO~TO CLI~ICO l•IL

t• SE~!ESTRE 1993

DEL RIPARTO DI Cffffil1RGTA DELI/ OSPEDALE MILITARE DI TORl10 i>er c:ur;a •1··11 b>istente !lottort T .•4.. Turina, tenente ml'i1iro

Il riparlo ùi clururgia dell'ospedale militare di Torino nel t o ::-emestre 1 !l:J ha ricoYerato :l8i indh idui, e benchi> i cast

elururgici presentatisi non sì allon-tanin{) ~ran che del quadro ordinario delle forme morbose che siamo soliti ad o~ser,·are nei soldati, !:'i ha però avulo campo di notare parecchi fenomeni inerenti alle speciali condizioni epidemiologiche del momento, e di raFgruppare un discrelo numero di casi, anebe dei più comuni, la cui giusta considerazione però, sia nell'andamento t:he negli esit1, torna !:'empre utile, a chi deve ad ogni momento trovar!:'i di froolu ad essi. Ond'èche., per consiglio del signor maggiore medico Favre dottor cav. Giovanni capo-riparto, ho intrapreso questo breve resoconto del lavoro compiuto sotto la !'.Ua direzione e in dl•lti sei me!:i.


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C\PO.

Ferite n. 7 - Tumori n. l. a)FBRITI.- Cinque erano ferile delle parti molli. due complicale da frallura ossea. Le prime guarirono per prima. con una degenza media di l Ogiorni. Delle altre una fu complicata da f&sura del fron<ale per colpo di sciahola-baionella: suton del perioslio e delle parti molli. ~uarigione in t7 :,!lOrDi. L'altra seguita da morte. fn un caso rli suicidio: qui la ferita di rivoltella al capo che intere::sò il chirurgo. per l'esito però passa in seconda linea rispetto ad ur.a seconda feriln toracico-addominale. Il t• proiettile dopo perforato il pavimento della ltorca, la base dell:\ lingua. il palato 0"'l'O ed il parimento dell'orbita. perforava il bulbo dell'occhio e venin ad impiantarsi nel bordo sopraorbitale del frontale. Le condizioni ~(>­ nerali del poziente nelle prime2~ ore si mantennero discrete onde si giuùicò opp«Hluna l'l•strazione del t• proiettile e renucleazrone dell' oechio rhe $t esegui col metono del Tillau'. Il 2° proiettile, penetrato nel ti 0 spazio inlercol"tale sull;l linea emicJo.,·eare sinistra. riusciva sulla linea scapolare nell' 8° spazio P \"eniva estratto colla semplice incisione della cute: non l'i ebbe dapprima s.intomo alcuno ni• di lesione polmonare nè addominale: ma dopo 48 ore comparim pneumotorace e consecutiramente fenomeni pro~ re:>si,·i di peritonite con cui saccede,·a la morte. All'autopsia si riconobbe che la palla era scirolata sulla (accia inferiore del diaframma perforandone la cupola con foro fortemente obbliquo e aveva attraversato il lembo del


RE~DlCO~TO

CU\ICO

loho polmonare inlenore ,;mt.-tro a Ji,·e!lo ddla linea scapolare. ~ el o;r.1 n10 ~Ì OSS~l"\'3rOnO perforati e,auameote il valato osseo e il pavimento dell'orbtta. mentre mancava ooa lar;.,ra scheggia al bordo tlriJit.ariu :-uperiore. e:;portata dorante l'enucleazione tlel bulho p'r rendere possibile l'estrazione del proii'llile. b) TuMORI. - Lipoma del Les,nto t:ellulo-adiposo souocuLaneu Jella gr•H~ezza d'una noce. fnn clt>aztone - (~uarigione p~r prima inLenztone.

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ORECCHLO

n. t. - b) Jnfìammazioni acute n. 56. c) lnliammnzioni croniche :'i. !3. a) FERITE. - Oistacco a tutta sotanza del padiglione del l'orecchio ''uistr() Ila colpo di ~ciabola-baionetta. - Di·Hnfezione dtlla fenta - doppia sutura cutanea - medieazio n~ - ;!uari~ione per prima. - Degenza 13 giorni. l•) l wiA "" \ZJO~t ., ct:n. -:56 casi di otite pnculenta. E's' eostituiscono una delle note caraHeri~che dell'annata, e:;sendosi .;volta questa forma morbosa io modo veramente epidemiru nelle truppe tanto da arrivare al 2 p. l 00 dei ca.,i di malattia e al ~8 p. 100 di}i ricoverati nel rip:trto. Di es~i 26 furono casi genuini di otite media porulenta acuta, 17 s• as~ociRrono a polmonite lobolare, l a morbillo, l agli orecchioni, 7 si complicarono con ma:;toidite, &. con asce~si Jnetasl<Hici vari ; la più parte con una così comple::s.'l renoa'\ Ferite


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&~IESl'llE 1803 Nì-1. HlPAIITO, Et:C.

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meoologia elle credetti opportuno d' tllu~trar·e questa forma elioic.1 nelr archivio .speciale di otologia italiano ( 1). Dei 7 casi operati di trapanazrone dell'epofì:.i ma,..roide 0 6 ca~i si applkò l'ordinario metodu dello Scll\\artze: in 1111 ,;olo ,, dovelle ncon·ere al metodo del Ber;.rmann. nel ra•o cioi• del ,;oldato C:ozzulino HaJl'aele dell'8 llersaglier·,, in cui alla manifestazione ehi:na deU'otite media soppot-ati\a precedette per ~ giorni uno sl.ato di stupore e di mutismn a,;solulo che a tutta primn si snrebb.6 ~i':tm­ hiat•J per una osti nata simulazione. se unico sintomo di una tlnalche lt>sìone magari solo fnoziooale òei centri nen-o:o.i non fo,se :)lato un polso raro, 50-5:,) balliti al minuto prì mo. Avvenuta la spontanea perforazione della memhrana rlel timpano. non cessò il mutismo, rhe solo cedette il lo(Ì•1rno in t;ui, pr,rticata un'ampia comunkazione, fra ca<:~a hl antro In pt~ssibile una lar~a irri;.rat.·one di suhlimatn all' l p. l 1100 dell'appuato uditn'O. ~e,;li altri cast ha:;tò la semplice peoetrazioue nell'antro m:t~toideo, t.:no successi>o dreoa~gio. lo media si ottenne la ce"azione della suppurazìone della ca sa 10 lo )!ioroi ,. l:t chiu~ura della ferila in ~:j. t') I.wtnll:\ZIONt CBO\ICHE. In tulli e :re i c:>si. di 11titt> media crontca ;.:ià degenti da parecchio in riparto al l, ,:ennaio, caratterizzati da profusa ,-uppurazione: diede t,Jon nsultalo la i rrìg<lziuoe abbondante con ·oluzioM calda di --ublimato al!ido al 2 °(00 e la ·uc-:es'i"a medicazione ~oo .;Licerina ~atura di iodoformio.

11) -~r<hìr.io italiano di Ototogia Rtn. e Larillg. V•JI. Il tasì'. 1 ;;ennaìo V4. Complica:ioni pitfllithe in u11a (ONJia d& otitl mtdia neuta con coratttrt tPi· dtmacQ. V ..... TCR1~4.


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III. -

Cl.l:'f!CO

F:\CCI.\ .

a) •·erite n. 8. - b) lnfìammnioni acute n. 16 c) lnlìammazioni croniche n. 1. a1 F!turE. - :; furono delle semplici parti wolli, :l si complicr~rono a frallura. Di queste merita di essere rit"ordata quella del soldato S. Giovanni del 3" reg~irnento ;tipini. ''aveva una frallura del mascellare inferiorP. situ:lta :;nJia linea mediana, complicata da un'ampia ferit:J. del pavimen:o hoccale penetrante nel focolaio della frattura e nella cavità della 1)occa, e da un forte spostamento del fra)!mento . inistro con lu ·sazione dell'artiwlazione temporo-mascellare dello stesso lato. Ridotta la lussazione, pPr la contenzione dei frammenti si applicò una sutura metallica tBando il perforatore del Middeldorf ; si lasciò aperta la ferila della regione sopraioidea percl1tl :•~e'"asi vera perdita di sostanza e per permettere il deflusso dei liquidi boccali. Dopo ~:; ~iorni ... i toglierano i punti metallici. l)opo S.~ giorni era chi osa totalmente la ferita. Degenza 2 mesi. b) h'nuWAZIONI ACUTE. Quasi lotte furono {lmtmoni della faccia da cu?·ù• dentale, ~uarili con opportune inc;sioni e con l'e:-traziooe dei denti cariati. Degno di nota è il ca o del vice-lwigadiere Rrs Paolo. cui si dovette esportare, lasciando intatto il peri<•:<tio. tulla la branca orizzontale desu·a del ma:;cellare inferiore ne· crosata. la quale si rico~tmsse però re~olarmente e solidamente; onde con l'applicazione di un adatto r~pparecchifl di protesi dentale si provvide e:!regiamente alla masticar.ione. Oegenza 80 lliorni.


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c) I~Wf\JAZJO!{t cRO~tCHK. Alliev1> sergente f>eleani Auilio. O'teite tubercolare del mnscellare inferiore. Seqoestrotomia. Medicazione nl iodoformio. ~utura dei lemb1 della ferita quando si l.• deterso il fondo della pia~a. Degem:a 23 giorni. f.,re ~uarilo.

IV. -

COLLO.

a) lnliammaziooi acute n. 3?. - b) Infiammazioni croniche n. 18. - c· Tumori n. 1. a) l~Fun.uto~t ACt;TE. - Yespai n. %. Ad~noflem­ moni della reJlione solto mascellare da carie dentale n. io. flemmoni ò1ffusi del collo n. 3. Flemmoni faringei n. ~­ Adenollemmoni solt()mascellari o. 21 •

;\ ulla di ... peciale per i due primi ordini di forme m.lr· bost>. Oei flemwmi dr/fusi del colhl. - \·a !"icordato il caso del soldato l"rè$citelli Yinrenzo: individuo roba lo. ~enza precedenti morbnsi. ~iene portato all'ospedale il l i aprile in :;tato !.tra,·i$simo mentre non sono che 12 ore darchè si e Iniziato Il fatto morboso. La regione periorbitaria destra la guan~ia. e la r·egione sottomascellare dello stesso lato c;ono fortemente te·e. livide. quasi fredde. Alla palpazione si nota per tulla l'esteusione una distinta crepitazione da l'nfìsema sottocutaneo. l>alla Locca esce un icore fetentis:.imo: orto]Jnea. temp~ratura iO• 8. Praticansi tosto due incisioni. ciascuna di 6 centimetri di lunghezza, l'una parallt•la al condotto ~teno niano. r altra a roncarità in alto eirro~crifente la ~hiandola sollomascellare che -riene memt allo $roperto. Fuoriesce un gaz fetidissimo. e poro li-


1178

RE_\DICO\'TO CLL'\ICO

qua me siero -san~uinolento: la ghiandola sottomascellare il tfUasi necrotizznta. Impacco al sublimato. l aprile. Stato comatoso e delirio: nuova incisione am~ pia attraverso a tutta la r~ione sollomascellare; aUra\'erso àlla prima incis;one della guancia. si penetra nella caviW. boccale riemptta tolta dalla lin!!ua in preda ad nna inlìammazioue pareochimatosa. Abhondanti laV<lcri con subtìmato aw- ~ p. l 000. /9 april.r. Condizioni generali assai migliorate; si esportano grossi cenci necrotici dalle incision.i praticate. Dopo 8 giorni il processo settico ha finito il suo ciclo; comincia nna rapirla det-ersione del fondo delle ferite: la ghiandola sollomascellare si è in parte staccata a mo' di seqllestro. J)alla ferita fuoresce un tenue pus commisto a saliva la quale continua pet· molti giorni a gemere direttamente dal parenchima della ghiandola, ritardando il processo di cicatrizzazioM. I l giugno esce ~mar-ito. Bei flemmoni {aringt'i fu notevole quello del soldato P. Lorenzo per l'importnnlefenomenologia propria dei Oemmooi relrofariogei risolta mediante un'ampia incisione dello strato mu~oso-muswlare del faringe. Degenza 16 giorni. Guari~ione.

l ~ l casi di adenoflemmoui soUomasceUari vanno regi:>!!':! li per questo

fallo singolare, che essi cioè si · vilup· parano tuUi fra la fine di marzo e la r· metà di maggio in modo qnnsi epidemico. In tutti la pronta incisione del focolaio piogenico re,;e rapjd\ssima la guarigione onde non ~i t>hbero degenze oltre i 20 giorni. IJ) (JiFLUIMAZIONl CRONICHE. - Qui si comprendo110 17 casi di lin{oadenite tttu('rcola?·e ed un caso di adenolin(oma maligno. ~ei primi si ebbe per norma di operare subito con lar.~a breccia cutanea asportando in primo tempo il più che


DEl .j pott!,.~e

1° SUE5TRB 1893 ~EL RIP/.ti:TI;. ECC.

11';9

de~li elementi ghiandolari de~enerati non ;,Oio

mn pu 1e delle parti perigbiandolari inlihrate. ~ ou ~i ~hhero latnentare incidenti operativi e i buoni ri:-ultati otlenuti 3 e il ~oadagoo di tempo per arrivare alla guarigi ·ne ci dimo•trarono es~ere di gran lunga preferibtlt! un pronto e radicale tnten·eoto a una cura aspeltante e ri,;olutiva.

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CO LO~~A

YERTERR\LE.

f'ari(' ddla 2" t 3• tertebra lom!Jan• po .~tumo di un !JI'aileoti{o. - Larga incisione paraver·tebrale come per la nefrectomi:t ; e:;po1·tazione con sgorhia delle apofisi "Pi no~ee trawerse delle dae vertehre, raschiamento dei corpi. LP.nta eluninazione dei residoanti se•Joe:;tri e t:hiu·ura rlelrnmpi:l saeca. J)pgr.nte nl l o luglio. ris~inw

n. -

fRIJ.X CO.

a) Traumi n. 5. - b) fo fiammazioni acu tt\: empierni n. +-c) I oli::tmmaziooi croniche: o,;.teoroieliLt tuLereolari o. ") TR.\t;Kt. Furono cinque ca-i di co n tu~io ne del tor.lce, in tre da calcio di cavallo, 10 due da cadota. ~olia dr. ,:no di menzione speciale. IJ) EMPLE){J. - ~onostanle le cond izioni miserande in cu r vPn1vano ricoverati questi j nfer mi, si ouenne in tuili rapido miglior:lmento e guarigione dopo l'allo operativo. Tn un caso

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H80

BE:\OlCO~IO

CLINICO

in cui si sarebhe potuto dire tli operare on cada vere, dopo la pleurotomia cadde la ~ebbre. cambiarono rapidamente le condizioni generati, con rapida occlusione della cavitil nsces · suale. l<:rnno emp;emi metupneumoniri. c) hHAl\fMAZioxr CRO...,LCHE. - D tle casi di carie ro3lale. SPI'Jneslrotomia. Guarigione.

\'II. -

AODOME-BACINO.

Traumi n. t. - Infiammazioni n. 3. THU!lt. Contusione nlla re~ion e epigastrica da e-aldo di cavallo: schok di breve dur:.1 ta . Laudaoo e vescica di ghiaccio. Guarigione. Degenza 6 ~iorni . l ~FrAmrAzwxr. - Tre casi di adenoOemmoni iliaci, per fusione tubercolare dei ~anglii del plessoiliaco. rncisiooe come per In le;.mtura dell'iliaca interna. Accurata Loelella della s1ccn m~rcìo;Sa. llrenaggio con garza nl iodoformio e medicazione con glicerina al iodoformio. Oe~e nzn media 3 mesi. i~ua rigion e .

Ylll. -

l'EHI~EO·ANO .

a) Infiammazioni aotLl~ o. fl. - b) Fi;;to!e aoalì n. 7.G) Emoroidi n. 1. a) LNFIAMlfAzrONT. - li soldato L. Andrea entra il t ~ \lpril& con ampia piaga al perineo con numerosi semi fistolosi · pin,geDiisi sollo le hone e verso il r.a\o ischiorettale: adatte incisioni - med icazione al iodoformio - ~ua ri~io n e - de-


DEl.

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;en~a ?i ::iorni. ~otevole in questo individuo era una dege· ne razione 0 ..tt>ttica del primo e secondo adduuore della cosc1a de ..t1·a: que:>ti due muscoli di volume nn po' aumentatt in eCJnfronto ;l qnelli Jel lato sinistro. si prt>::enLavano di una durezza lapidea tanto che ahbrucciali col palmo della mano .si ln~cinvano spostare le)!germente in ma sa sui loro punti d'in-.erzione ma nel ventr~ del muscolo non cedevano allriment: che quelli di ooa st:1tua. E quello che import3 si e t:he l' ndivduo non en mai montato 10 sella, mentre per ,••,ntro vuol.si allrihuire tale de).!enPrazioDI' de~li adultori al Junrio usu tlel cavallo. Asces8i flerin~•.ali. - Sei casi. - f!',truncoli J){•rinl'ttli. Due o:a,;i. - lo tnlli guarigione. fJ) FJSTOI.S ANAt,l. - Hette casi. Si operarono ordinariamente ··ol ltistut·i ... u}la ~uida dt'lla sonda, raschiando in .segntto il tragillo col cucchiaio del \'ol~mann e causticando nelle prime medicarioni con nitrato d'argento. C"htarigione in tuili i casi. degenza ma--sima IX ~iorni. ~) E~tORRutot Go ··a:;o ~ur·ato ··oli' ignipuntura. Guari ;ione.

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t~} TrJumi

ORGA~l

GENITALI.

n. :l. - h) Infiammazioni a~ute n. ~. c) lnlìammazioni cronichç n. ~- - tl) Idroceli n. ~. - ,..) Fimosi n. ~. a) TttAU~t. - Furono tre ra-.i Ji contusione dei le~ticoli contro la sella: de~enza media H giorni. 1·) I:ntA»Yuto~t ACUTK. - Due casi: l' : Sold~to P. Paolo l'ipOrtò due mesi fa una forre contusione nl perineo cadendo


IUl~OJCO~TO

Cll)i!C'O

sopra una spranga di f~rro, deri\·aodone una "asta ectlumo:-i allo scroto ed alla ver$!a, che scompan·e lentamente, rimanendo nel decorso dell'u:elra spugnosa, pochi centimetri uvanti al IJulbo: un tumore durissimo a limiti neui. poco diJ· leme, della grandezza di una noce avellana per cui entrò allo spedale il 16 gennaio. l i rtennaiu. - lncisione lungo· il rafe dei comuni Legomenti e della aponenrl)si d'involucro dopo di che si armil nel tumore che si gindic<1 nn ematoma in avanzata metaml)rfosi connetlivale incislidato con membrana propri:-~. L'enucleazione l'ie~ce con qualche diflìcol til per le fitte aderenze di essa con la faccia inferiore dell"uretra: sutura dell'inrisione, guarigione T>er T>rimn. 2°: Soldato S. Antonio, individuo robusto dice di aver riport~ to giorni sono una lieve contusione ai teHicoli contro la sella. Tre giorni fa fu collo da brivido di freddo, f~IJbre alta e rapida tumefazione dello scroto: alla sua eotrat'l in riparto, il 18 aprile, la borsa di destra è di volume triplo del normale. cianotica; la Lumefazione si estende lungo il cordone spermalico lino all'oritìcio interno del canale inguinale e lnDJ?O il lato destro del perineo. Temperatura 39.k. 19 up1·iLe. - Lar·ga incisione dell!l h~rsa destra prolonganlesi luO)!O il cannle ingoinale corrispondente cbe è ripieno di pus. La lamina parietale della vaginale si estrae colla pinza in lar~hi cenci necrotici. - Incisione parallela al rafe perineale in modo da determinare un'ampia via di deflusso al pus. [l testicolo destro liberato da una spessa pseadomembrana si presenta di volume doppio del normalt-, mollastro, di color violaceo. Abbondante irrigazione con sublimato all' ·l p. l 000. - Iodoformio. 20 apri/P. - Condizioni generali a5sai miglinrate: sieslrag·


DEL

l 0 SL'IESTRE 1893 ~ltL RIP.\RIO, ECC.

Il 3

gono an.:.ora aJ,bonòanti cenci necrolici della va:::inale dt>l runicolo. 30 •1prilt. -

Il fondo deJra:npia ferita l- Lolalmente d&-

ler~o: il te ticolo è coperto di Jnssurel{t::ianti granulazioni.

t n 11111ff9io. - Rap1da ricostruzione dello scroto, ebminatosi rn gran parte per necrosi. -15 ma~gio. - La ferila è cbinsa completamente, lo scruto si è ricostrouo integralmente, restanllo pero aderente al te,ticolo . .i yiuy11o. - Esce ~marito. r) h rtuuuzt08t c ao~J CBE. - Soldato ~- Pasquale Tubercolosi del testicolo destro e della vaginale: ca trazione. accurata esportazione di tolta la vaginnle, sutura, guari;:!ione per prima , degenza ~ 8 giorni. d) l onocELl nELU VAGI~ALE. - Se ne elJhem quattro casi Lutti ··urati collo svuotamento attraverso ad un trequarLi ed iniezione successiva di una soluzione di acido fenico al :; p. ton. - f ~nnri gione radicale, deaenza media l O giorni. , ) FJ\lO,J. Dei due casi >a ricordato quello del soldato B. c ~iuseppe in coi il prepuzao e,-uberante di ~ cm. oltre il gll iande \i forma'fa un luogo canale appena sondabile con un linissimo specillo, ed a trarerso a cui uscira a goccie l'urina. - l:irconcis!one col metodo del Tillau~. - Gua- · ri~ione.

X.- YIE IJRl~AlUE .

Heslringimenli urelral i da blenorragia o. 7. In t> cosi bastò la semplice dilatazione ~raduale progressiva, in sedute a giorni alterni dappri ma colle sonde del


RE'IDlt:i>:'ìTO CLI\ICO

Guyoo, in seguito con quelle del Beniquet. Trattando~; di t·e,tr·npimenti non an,ora troppo antichi, ~i potè io tolti rclP•damente progredire nella dilatazione senza ~be mai $'aodas5e inconu·o a spiacevoli complicanze. Caso degno tìi menzione è quello del lJrigadiere di finanza 1\. ..\n ton io 1li ann1 ~'?: in seguito :~d una baldoria ùa nnlato tumefazione dello scroto. del perineo, della verga per ca1 'ieu condotto all'ospedale il .2!) dicembre 18U~. Condizioni ~e n erali gravissime, la pelle del pene. ùi tutta la re;ione ipo;.:astrica. delle horse e del perineo, è in lJieno :-.farelo: geme orina dall'uretra spugnosa l cm. avanti alJ'an~olo del pene. Lretrotomia interna. ampie incisioni nIlo scroto, al basso ventre, ai lati del rafe perine.ale. Cateter ismo permnnente con catetere Nelaton N. 12. IO gmnctio. - Il vasto campo dell'infiltrazione urinosa è l[Uasi dett>rso: i due testicoli sono completamente allo ~co­ perto: la pelle del pene e della regione 3oprapubica è anJata pre~~ochè totalmente di~trutta. 20 ymnttio. - ' i rende e' ideo te il punto di lacerazione rlell'uretra spugnosa a ~- cm. avanti l'angolo del pene. 23 {~'bbraio. - Buone granulazioni ricoprono la piaga. Si fa uo primo tentath·o di plastica per chiudere la listola uretrale con risultato nnllo, stante l'ampia dist1·uzione delle parti molli. uecessivi tentativi di plastica non danno alcun rì·ultato. TI pt>ne però per il coartarsi delle cicatrici è ridolto a un moncone nel IJUale permane una piccola lìstola urinosa in forma dt una ipospadia anteriore. - Esce il ~• ;.;iugno.


DIU.

1° .,f'lfE5TRE 1893 "\El. RIP.\1\TI), ECC.

\:f. -

REGJO~E

IJX!)

GlXTE\.

a) Traumi n. ~. - b) loliammniooì acute n. 6. fn.\Um. - Si ebbero due ca~i di ferile eli coltello penetranti a totlo spessore nella ma-.. a !!lult•a: in entrambi 1 c:1si si ebue soppurazione e si dovette slmgliare in secnnùo tempo la piccola ferita cutanea oude pro' \'edere il ddlns...o del pu~. invadente il tessuto cellulare lasso fra grande e 111edio. medio e piccolo gluteo. h) h l'f\\HHZIO~t ACUTE. - Ho creduto wnveniente di distinguere a parte la regio!le glulea per cinque casi di n.:,•es~i metastatici svoltisi in es~a nel decorso di nna poimonito e sostenuti ùal diplococco di Fraenkel e da un ùiplo... trepto~o~co. l n tuili qne:;ti ca:.i si t·iscootrò una doppia forma barterica ma .·on c:.ralt~ri morfologici identici ,, quelli riseontr::~ti nelle ntiti metlie acute. e con ~ui ebbero comune il tatto di n.:.;ociarsi a po1mooit~ loholare td a raccolte a.;ces.:uali metn ... tntiche (l J. I ,Jue ordini di forme morbose cost ttoit ehllet·o pertanto una "ola entil'"t patologica, una diplostreptococcoemia con vnrie manHestazioni cliniche a seconda della localizzazione dt-ll'agente patogeno. il quale per quanto risulto a roe e conformemente all'idea del Bordoni-t:tTredozzi e del Gradenigo nnn -arehhP altro che il diplococco del Fraenkel auenuato. \ qne-;ti ast·essi della regione ~lutea dohbiamo aggiun1%~1'~ 1111 ,;esto sroltosi nel soldato P. ''ito in !ieguito ad una 11 )

(Il Verli Archivio /tal. cl'Oio!. Rin. e l.aring. , vol. eililto.

i5


1186 cura aotisifilitica .;on inieziona intra~lntee di sublimato all'l p. l 00: è da notarsi l'e~trema lentezza del processo nparatore malgrado la adatta cura praticata. Tuili questi ascena furono medicati inçece che c.on iodoformio con aLwnMl sulle cui proprieli• diremo in ultimo •Jnanlo ,;i t- a~sernto.

Xli . -

ARTI ~(PERIORL

a) Traumi n. 34. - L) Infiammazioni acute n. 2R. c) ro liamrnazioni croniche n. •12. a) 'f!IAUMI. - Contt~sione: G casi: nulla di speciale • Distor-sioni. - 6 casi tutti dell'articolazione radio ca in uno complicato a distacco dell'apofisi stiloide del cub Nei primi casi massaggio: in questo bendaggio gessato i primi '20 giorni, e poi massaggio. Guarigione completa tutti i casi. Fn·iv. - 11 casi: in tre si doveuero disarticolare tlt cui non era piu possibile tentar la conservazione. il principio però informi• sempre Lulle le nostre medi~>cU•vo.l.l In un ~~--o 10 cui si dovette allacciare la cubitale, e turare il tendine del cubitale esterno, si ottenne per prima, e re.~tituito ad iotegrum della funziooalita della parte. Degen7.a media di 15 ~orni • . cottaturr.- Un ca·o di t 0 grado al dorso deUa mano e dell'avamhracciu. Medicazione ton vaselina borica e ma· gistero di bismuto. Degenza 15 giorni. Guarito. tussa.:ioni. - 3 casi, due di lnssazi!)ne sottoacromiale della testa dell'omero. Si riducono preyja narcosi , col me-

..


OKL Jo :i&lfESTRi

18\)3 ~El . RIPA !HO. J o;c.

l 18ì

toùu di Kocher, applicando~i io seg11ito no henda;gio di semplice contensione. Frattur(. - 7 casi: due del terzo e.3terno della clavicola contenuta con beodagf!iO alla Oeseaull guariron? con callo poco deforme: 3 furtlDO fraHure dell'estremo uticolare inferiore del radio da caduta. In una di queste, tollo il bendaggio immobilizzante dopo ..:!O ~>iorni si r iconobbe la presenza di nn callo notevolmente deforme a rlorso di forchetta, onde cloroformizr.alo l'indi,·iduo si compiè la frattura manuale del callo e applicaLo un nuovo bendaggio si ouenne la regolare consolidnzione della frauura. h) l~ FJAU.\ZIO.'il ACUT&. - Si ebbero n casi di flemmOiti della mano e dell'avambraccio; 9 volle da gelone ulcerato. ~ da ferite settiche della mano, ed 1 Ila callo suppur·ato. Furono tulli ma specialmente i primi nove casi molto Jlravi percllè mandati lardi all'ospedale, !fuando gia l'infezione settica era diffusa al dorso della mano ed alla ratlice dell'avambraccio. ••, Il sistema da noi tenuto nella cura di •1ue:oti llemmoni i.'A~nsistelle nello sbrigliameiito precoce amplissimo delle parti infiltrate, cominci:mdo le incisioni io un punto dove l'infezione non era ancora arritata. "olo con qltesle incisioni ~i r1uscì ad arrestare l'estendersi del flemmone: cht\ nei casi m cui credemmo sufficiente l'incidere sulle parti malate. se ne ellbe diffusione fino alla regione deltoidea, come succes~e nel soldato N. Bachisio. Degenza media 6~ giorni. f.uarigione in tnlli i casi. Admoflemmoni. - 7 casi: 6 ascellari, l epilrocleare, provocati ordinarf~menle da punture settiche delle mani, in un caso dall'innesto vaccinico. Ampie incisioni adatte. Zaf-


KE\llll.ONTO

CLr~lCO

famento del ravo asce~,uale. immoLilizza"Zione del Guarigione. Degenza meJin ~O ;rioroi. Pnterecci. - 9: in due t:,u:i si do,-eue procedere alla disarticohziont> della .2· falange del pollice, io uno alla disarticolazione del mignolu, per l'avanzata necrosi os·ea ~;ià determinata al momento dell'entrata degli infermi nell'ospedale. ~et restanti () non mandati troppo tardi in riparto hastarono adalle inci ..ioni praticate con l'ampiezza e profontlit& richieste dal caso; e in 4uesli si eYitarono fastidiose muttlazion• e si ottennero anzi rapide !!o1rigioni. Degenza tnedia lR giorni. c) L'I'FIAllllAZlO~I CRON JCHR. - Sinomte (nnyoso della !flutina dei flessori del diLo medio destro nel soldato l>. Giacomo: apertura delltt gttainn, raschiamento delle fungos ita ··oJ cucchiaio del Voll.mann. ~ledicazion e al iodoformio. Dopo R ;!iorni satura qell'inci"ione. ITuarigione. Degenza ili 2:; !!'iurni . .tdeniti lt•brrcolusi ,f,•Jl'asulla. - 9: cloronarcosi, ampia incisione parallela al decorso del fascio nseolo-nervo~o; S\'uotameoto del ca' o dell a~cella delle ghiandole fuse e tlegt>oerate mediante l'u'o delle dita o di forbici chiuse o dt pinze Pi-an per lo sbrigliamento delle -aderenze; raschiamento delle pareti asce~suali, za!Tamento del cavo ascessuale ,·o n garza al iodoformio, immobilizzazione dell'arto. ~on el•himo mai emorragie inquietanti nè altra complicanza llu · rante l'alto operatiro. Guari!!ione in tutti i casi. De;:enzn media di i-0 giorni. trtrite tubPrculQ1·~ t/el pugno. - Immobilizzazione della parte con bendaggio gessato, fenestrato; applicazioni locnli di pennellature di tintura di iodio. Cttra intema con olio di fegato di merluzzo e sciroppo


DRL

l 0 SBll.S::.TBB 18!):) ~EL RIPARTO, ECC.

11 8\l

di ioduro di ferro. Dopo l? giorni d'Immobilizzazione ,.i ri,. ·ootrano scomparse le fungos11a della sinoviale: onde :;'invia il soldato in licenza di convalescenza, flmta la quale riprende completamente il suo ser\'izio .

.\JIL 11) Tranmi i>z. -

ARTI T.XFERIOIH.

!J) Infiammazioni acute 18. - c) fnliammazioni croniche i6. 11) Tn.\U'II.- rontusioni. - 4S casi qur.si tutti del ginocchio da calcio di cavallo o da caduta. In tnlli i casi :;i ebhe ~uarigione completa e la cura consistette es. enzialmente nel massa~gio che diede pronti e brillanti risultati per sr :inlo. /listorsioni. - Furono 2!1 rasi; \. del gi nocchio e ~:; dell'a rrit:oli1zìone ti bio-tarsit:l . .Xt>ll~:: distor:.ioni del piede usammo iullllt'diaUllltml•· il ma~sa~:rio, anche nei: casi combinati n frattura da strappamento dei rnalleoli. D~geoza media 25 ~dorai. Fralttrr''· - :) casi : 3 della rotula, uno delle due ossa della Harnba. uno della tibia. Le trl! fratture della rotula tutte e tre trasversali, causa le 11111e da caduta, curammo medi:mte l':tpplir..azione d1 un ùenda;;gio a cifra 8 eon liste di :-paradrappo americano. llot~o ~:; giorni tollo il bendaggio, si riconobbe io tutti e tre i casi la :;aJdatura completa dei due frammemi. Si applirò in :;egullo il massag;,!io. ~ egli altri due casi di fr·aunra di tibia e perone da caduta. e tibia per calcio di ca•allo applicammo bendnp-gio f!essnto. f'mt(JI'itl mento. Se n'ebbe un caso nel soldato ~1. Doffi('Hico elle ~o l finire del norembre t 8fl:J in un' escur:;ione


tl90

RL~DICOXTO

CLIXICO

al Colle <~iul ;auo renh·a colto da congelamento di ambi alluci, per rui entrava all'ospedale il 1° dicembre. 2 !Jfflnaio. - Presenta il piede destro tumido. >iolaceo, indolente. con dae piaghe a livello delle due prime articolazioni metatarso-fal:mgee da cui geme pus ed attraverso a cui si penetra nelle ri"pettiçe giunture. Il piede ha una forte posizione nro : la sensibilitit tallile termica e dCJiorilicl\ l! di molto ridolla specie sul dor,;o t:lel metatnrso. ~on e'i• febhre. Higorosa u~ep ... i del piede: bendapgio immobilizzante con una lecca del Dnpuytren. ;u [Jt'nnaio. - Ncn si t:bbe mai febbre, non mai dolori: tolto il bendaggio si trova un'ampia raccolta di p u~ tanto al dorso che alla pianta del piede: si pralicnno due am incisioni parallele all'asse del piede, una al dorso, l'al alla pianta e si di1 esito ad un pus tenue, gialliccio inodoro. Le articolazioni metatat·so·larsiche sono pressorhè tut aperte. ~Jedi cazion e giornalier.1. 20 {t bbrmo. - Il fondo delle incisioni è sempre torp· indolente per alterata io oervazione trofica. ~onostaote che ~iano ampiamente aperte le ferite e articolazioni si cominciano sedute di massaggio e ùi applicazioni faradiche a corrente intensa con successi>a correzione della po-.izione varo del piede colla slecea del Oupu~·t rc o.

l marzo. - Le piaghe si vanno deter.gendo e coprendo di huone granulazioni. 2.'i mar.:o. - È cessata ogni suppurazione; le articolazioni sono chiuse completamente con anchilosi però delle due articolazioni mNata rso falangea degli alluci . Esce il 4 a]! l'ile in licenza di convalescenza proposto ai fan·


DEl. J0 SEliBSTRB

J893 ~EL RlP~\IITO. t::CC.

J f 91

..bi ci' \r.cpli. La funzionalità del piede è discreta. e c'è a pro~o,ticare un pressochè completA:> ritorno di essa ad uno allo st.alo normale. / ) ['\FJAli\UZIO~I ACGTE. li Casi: ~ furono ig)'Omi 1 .t<Uppurnli della borsa pt·erotulea tre \'Oite, e della borsa :erosa della zampa d'oca nel 4° caso. Incisione ed e.'cis10ne 5 delle p:~reti della borsa: sutura della feri la a punti interd-.i. Bt>ndal{gio immobilizzant~ leggermente compres,ivo. Guarigione per prima. Oe~enza media l U ~ioroi. ti furono {lemlll(mi diffusi della coscia e della gamba curati c~on incisioni e medicazioni adatte. 3 furono cnl'i Ji triJ/tlllosl 8uppurflft della vena femorale, d i cui merita special menzione il caso del scldato C. t:arlo. Individuo di gracile costituzione, da parecchi ~ioroi ha •lulori lungo la coscia ed il polpaccio con tumefazione di tullo l'arto. fehhre remillente al .oauino. 12 11Jn·ilo>. - Si pratica un'incisione lon~itndinale all'interllO del sarlorio fra il SUO 3• medio ed il 311 ~uper iore : si ":osL'\no indentro i mu~coli addutto1 i e si c~de su dì un.\ mc~olta marciosa che dall'anello crurale ::.i spinge fino all'anello de:.rli adriouori: emosL:1si, zaiTamento della camà. 20 nprile.- Il pu· sempre abbondante riOuì~ce d·,l tl'ian,!ulo di SGarpa e dall'anello de~lì adduuori. onde, eguendo il lascio nerYeo-Yascobire, si prolunga il Laglio in alto e in hasso mettendo allo scoperto la vena crurale trombi1.zata in tutta la sua lunghezza ed in parte di ·falla. 'incide pure il ~a\O popliteo 1ino al 3° superiore della gamba. l' maggio. - Le ferile hanno pl'eso un aspeuo IJUono, ma il pus è sempre abbondante: e noterole è l'infiltrazione •lei l~ ·uti per la grande dirlìcollà al ristabilirsi del circolo colla Lerale. 15 maggio. - Sutura delle incisioni.


II!H 0

IIE.'tDJCO'HO CLI~JCO

Le ferite son chiuse: rimane ona ··on de revo l • tumefazione del piede ~d una discreta rigi<11l,1 lnlte le giunture dell'arto. De:,!ente il 30 giug-no. Esc~ guarito. il ì sellembre per recarst al deposito dt ronvalesftE>nza di )Joocalieri. Quattro ca:;i di unghia inrnrnata furono operati con l'estirpazione dell'nn!{ltia e con recentazione della malt·ice. c) htJAY~.\Zl0'\1 l.RO~ICHE. - _(denili lllbercolnri. l :j casi. lutti oper-ati ron enucleazione toLale del pacco 3hiandolare degenerato, ci confermarono nel concello che vale assai meglio. e per· l'infet·mo, e per l'interesse stesse• ùell'o·pedale. il radicale intet·wnto chirurgico, che non le ru~ dicazioni rivnl:-ive, ollenendolii una piu rapida e complf'la guarigione e metlendoci al copot'lo da recidive locali e da una infezione generale. ~ei casi di adenoflemmoni in coi non fu pos~iliile la completa ahlazione delle parli ghiandola:·i e perighiandolari in!ìltrale e in cui pertanto non fu possibile suturare in primo tempo u:;ammo spol\·crare aLbondanlemente il fondo dell'incisione con iodoform io o con alumnol e zaiTare poi con g.trza• .\vendo a>ntu occasione di operare:; casi di aden ite tubercolare snppurala hiinguinale. a titolo di confronto medicammo una fenla ,·on iodorormio, l'aJtra con alwnnol, sul cui cunlo per parte nostra pos-.iamo dire arrr esso sul iotl<>{nrmio tfu,. ,·anlag!]i, quello ciot) rlt I'N~er inodoro, e quella di scior1lirr~i '~''' li1twli t/,·lùt {rrit11 e Mn co~tituir quindi quella -"/'((:1~ di cro.\ta c!tr per noi ;. il ma.~simo inconrtnienw del io./o· forltlio: ma rl' altro canto notrunmo che le (t:ritf medicfl!t' coll'alumnnl grannleggiavano tl-Ysai 1nt14l rapidammtt eh, w• si usa il iodoformio, chr (tn:l lle ti erano buone gra11nla::ioni CS$e inpurcittirrmo, prmdn~rlo un aspl'tto come dz /

!JiU!Jno.


o.KL

JO :.Eu.€ TRB 1893 ~EL klPARTO. ECC.

J J!l3

cr/ldiwt; ondt· in fin dei COilli è preftribil~: di molto ancor11 . . . . . il iodoformio wm ostantt l s11.0t tncvnrementt. Artriti tube-rcolari. - ~ casi: l di CO\it~:~, 7 di gonite.

9

Il caso di coxite si ehhe nel soldato Lovito Rocco, il quale dopo due mes1 di de~enza all'infermeria di Exilles >iene inviato al nostro o~pedale il l marzo per essen-i operato . .\!l'esame della parte si riscontrano le note cliniche caratteri~tiche della CO\.ite: l'articolazione dell'anca è notevolmente tumida. con senso di profonda fluttuazione da raccolta pnrulenta endocapsuiJre, la cui esistenza viene accerLaln mediante puntura esplorativa. 10 marzo. - Clorooarcosi. inci,:;ione di l 5 cm. partentE' dalla spina iliaca anteriore inferiore e scendente lun~o l'a:-se della coscia all'interno del muscolo sarto•·io: inci sione dell'aponeurosi onde rendere possibile un forte spoilnrnento di dello muscolo che tende ad incrociare la linea del taglio. lnci,;ione della capsula articolare con cui si di1 e:.ito ad abbondante quant1t.t di pu.; tenne e fetente. Esplorando lo stato cieli'articolazione attraverso l'incisione delle p:arti molle si riconosce che la testa del femore i• 1JUa5i disLrulta dal processo di carie. come pure cariosi sono il collo, buona parte del gran tronrantere e tuLLo l'acetabolo. Fatta la tu,.. .... ~:t.ione della testa iemorale, e scollato sufficientemente 1l periostio, IJatlando a manteneroe la continnità colla capsula artit·olare. dopo mutili tent1tivi di far passare la sega a catena solto il gran troc.:aotere, col maglio e collo scalpello =-i reseca tnllfJ l'e tremo ::rticolare del femore come pure l'acetabolo. Si riempie in seguito l'ampia cavità residunta con glirerina al iodoformio. la si zaffa con garza e si applica l'estensione a pe.;i. Decorso apirettico: le condLdoni ~enerali prima miserrime dell'inùividu.o, vanno rapidamente migliorando. ,. april1•. - Si rinnova la medicazione, buone granula-


~19-i

zioni riempiono il cavo articolare. Si applica un bendaggio fenestrato al silicato di potassa, mantenendo l'estensione a pesi . .\ledicazione ogni 4-5 giorni . 21 aprile. - La posizione dell'incisione non ostante l'addetto drena~gio con garza non permette un conreoiente denusso del pu,, onde si pratica un'ampia incisione sul bordo esterno del gran trocanLere in modo da drenare bene lutti i recessi della cavità ascessuale. 15 mafJ!JiO. - l a prc.liferazione del tessuto osseo si compie ottimamente: preswchè nulla la suppurazione. 1 giUfJIW. Le ferite sono chiuse: si imprimono lieri movimenti pas,ivi all'articolazione dell'anca. 15 giugno. - L'ammalato comincia ad alzarsi. 20 .~ettemb1'P . - Le ferite sono completamente chi use : l'individuo si trova io buone condizioni generali. Si ha aecosciamento dell'arto di 5 r .m. L'ammalalo cammina rol semplice aiu~o di nn bastone. Benchè l'e;;1to sia stato buono, tullavia per la ma~giore dilllcoltà dell'atto operativo e del denusso che il metodo di Schede pre$enta, credo sia da preferire il taglio di Langenbel-.. Per i casi di gonite tub~rC()lnrt, credo dover accenuarè breremente la storia di alcuni, per l'interesse speciale che ùa que;;ta forma morbosa in rapporlO colla vita medica militare e colla meaicina legale militare. 1° Caporal maggiore Cerini C:iuseppe. Degenza H novembre 1803 - 6 marzo 1893. È individuo di gracile co~tituzione: l'atrezione si snluppò lentamente negl i ullimi mesi dello scorso anno. l g~naio. - Esiste notevole inspessimento della sinoviale, abbondante idrartosi, un forte scroscio nell'esten· sione forzata dell'a1·to. Dopo una set·ie di fasciature com-


DEl. l 0 ,BfiSTBB l 'H3 l'\EI. RIPARTO, ECC.

l 195

pres:>ive con scarso risultato si applica un hendaggio gei:sato ti 7 gennaio. s {l•bbraio. - Tolto il bendaggio si trova ridolla l'idrar·tosi, meno in$pessiti i recessi della .;inoviale, si rinno' a il hendaggio. 6 mar::o. - Esce proposto pei fanghi d',tequi. 3o tiuardia di finanza Fortini Pasquale. Degenza ti gennaio - 30 giugno. È individuo senza precedenti morhosi . Pare che la sinovite fungosa del ginocchio sini:5tro •la cui i> affetto, ripeta la sua ori~ine da una contusione. Gennaio. - RirnlsiV"i cutanei ed immobilizzazione dell'atto: J'inpe'simento fungosodella sinoviale ra aum~ntaodo. Fehhmio. - Si mantiene io permanenza un henda~gio ~essato: tolto il quale si trova il ginocchio nello stato tfil"

anit' •

.-J mar:o. -

Si tenta il metodo sclerogeno del lanoe-

loo~rue in:eu.ando ~U goccie di solozioae di cloruro di zinco

all' l per 10 in dieci puntt periferici degli sfondati della ,-ino~iale. Viva reazione dolorosa. Temperatura sera 39,2. I O mar::o. - Si ripetono le iniezioni di cloruro di zinco: identica reazione dolorosa e febbrile. 22 mnr::o. - Il ginocchio è molt'l gonfio, li'ido, doloroso con eçidente fluttuazione: coll'aspriratore del Potain si estrag~ono 200 gr. di liquido siero emorragico ori~i­ natosi prohauilmeote dalla peoetrazione di qualche goccia di soluzione di cloruro di zinco nell'interno dell'articolazione. \Itraver-so la sl~a ~nnula dell'aspiratore, invertendo l'azione della pompa, si inieltano e si e"traggooo 600 gr. di ,-olul>ione d'acido fenico al :j p. 100 llnchè il liquido esce pulit'> : le superfici articolari si ric_onoscono profondamente er·ose: havvi amp!o movimento di lateralitit degli estremi


-fl 96

articolari: iniezione di 50 ;.rr. di ;!licerina JOdùformizzata-: immobilizzazioue dell'articoi3Zione cnn stecca e Lende amidate, apires~i:l, ~rnrsi dolori. J aprile. - Si ripeti' la "te~sa abbondante !aratura del ca\'o articolare con :;oluzione fenica al 5 p. 100 cui si fa seguire la stessa iniezione di glicerina iodoformizzata. 11111nl1i immohilizzazione permanente . .i gi11!JnD. - Tolto il bendaggio si riscoutr:t an-eonta una solida anchilosi dell'articolazione . .')() giu!fnO. - Oa parecchi giorni l'ammalato é in ultime condizioni generali, si alza coll'aiuto di un bastone, c pre:;to sara in grado di uscire. :jo Soldato Telti Domeoicf•. He~errza 30 ollohre n~ 22 maggio 93. l~ all'etto rln nrtrite tubercolare del ,l", '?0 a :ja metatar,-o e da nrtrocnce del ginocchio si nistro. :\olia ai polmoni. IO gt'llnaio. - Resezione del :.>o metatarso, rascbiamentc• dei eni lhtolosi e scnrchiniamento dei seque~tri o~~ei. Benda!!!(O immobilizzanle del 1!inocchio. 5 frbbraio. - Lo ,-riluppo delle funl!osita nella ~inn­ viale del ginocchio procede rnpidamente. Iniezione di cloruro di zinco all' l per· '?O :'econdo il metodo di Lannelongue: immobili zzazione: intensi dolori: reazione febbrile vivissima . 15 (Pbbraio. - Tolto il benda!.!gio immobilizzante si riconosce atl(Jrno ai pnnLi d'iniezione nessun.1 reazione infiamma toria, tranne in un pnnto a li,·eflo del condilo interno o'e ~i ebhe ri_gurgito di alcune goccie di liquido inietlato mentre la punt.'l dell'a,!.!O·cann ula era in contallo diretto del condilo. Il zinocchio però è molto gonlio, tlolentissimo. Si ripetono le iniezioni come nel giorno :1. l ma r ~o . Le condizioni (}el gi nocchio non sono punto migliorate; cosi dica~i del piede, oude si add iviene, pr·evia


Of!l,

l" '&liE5TRE J"i!l:J ~81. HII'\RTO, ECC.

f 1!17

narco ..1• all'amputazione della co~cia al :<oo 3° inferiore, metodo leml.to anteriore. 1 muscoli della coscia :sono in :l\ anzata degenerazione rr;ts~nsa. L'articolazione del gmocchio, esplorata presenta al ~glio una lllfiOViale quadrupla eli spe~sore per l'esistenza di uu allo strato di tessuto Jardaceu, auraverso cui le gorcie •li cloruro di zinco hanno ·lf>terminalo lt\nli piccoli focolari .:>morragi~i. i quali, all'esame miao~copico, presentaosi ·m~ondati tli una infiltrazione di gionmi cellule. dando co~i J'iden t.l'uo processo di elilllinazionP d'un 'equestro: d'onde ... 1 pu ·, dedurre che nei te:':-uli in a' anzata degenerazione raseosa non ,., più possibile nn lavoro crcatriziale succeden · tesi ad una periarterite circumamhiente, ma si provoca imece una più r•apida necr·osi dE'i Lessuli morb()si , acce~ Jerandost la necessità di un inler·venlo cuirurgico (il che puil co,tilurre nn lato utile del metodo'. Jo mnr::o. - Condiz10ni g~>nerali del paziente assai mi;lrurate. cessati 1 sudori nollurni: drminuita la febbre ... e, otin:~. fl.tlla ferila però geme al,hondanle pus. '.!IJ mu1·:u. Diminuita la ::mppurazione, cominciano a f1rst lt~tone granulazioni. 'iO nprih•. - IL monco ne è del tutto cicatrizzato: le comlizioui generali si son fatte ottime. 't~ llll.l.flftin. Esce guarito. 'egli altri tre casi di sinovno fuDJ.!O'a del giooerbio Lutti 3\"entt lJer ••an~a occasiooaJe una COOitbione si limitò il no'-tro inlenento alla sncces-;iva applicazione di bendaggi .!e--ati ron cui :'i ottenne un con,.iderel'ole miglioramento. _ Us.:irono per una lunga li ·enza di ronrale:'cenza. O~t··itt l1tln·rcolari; 3 casi. - 11 Osteite della cresta della ti bia de.;tr.\ : incisione del tragitto fh;loloso. sequestrotom ia,


1198

JlK..~DJCO~TO CLI~ICO

rascbiamento delle p:ueti dell'asces~o tubercolare. Medicazione all'iodoformio. Gnllrigione. Oegen7.a 30 giorni. 2" Osteite del 5° meLatarso sinistro Cl)n diiTusione all'articolazione metatarso-falnngea del 5° dito. Dopo inutili tentativ-i di arrestare il processo con iniezioni sclerogene alla Lanoeloogoe, si pratica la disarticolazione del 5° dito e metatarso con metodo ovalare. Decorso posi-operativo normale. Ew~ gu::~ riLo per recarsi in congedo. 3° Osteite del calcagno sinist·ro. - TI soldato H.izzi ~icola, con precedenti di tubercolosi in famiglia, da un mese nota il lento sv11nppo di una tumefazione al lato interno del calcagno sinistro contro coi a nulla val::ero 1 varii rivulsivi impiegati. 28 ntm·zo. - Clorooarcosi : incisione curva a concavita antero-superior·e che partendo ad 1 c. m. '/. dal margine posteriore del malleolo esterno arriva ad l c. m. dietro In testa del 5° met:1tarso e si approfonda fino aJ per·iostio: si sguscia la lnberosi~ posteriore del calcagno dal periostio e da Lulle le parti molli, staccando il tendine d'Achille: resezione con maglio e scalpello della tuber·osità posteriore, con che si melle allo scoperto un focolaio fungoso occupante tuua la porzione spugnosa dell'osso, onde non rimane del calcagno che il guscio della porzione articolare. L'astrJgalo è ancor snno. Rigorosa, esporta~i one delle fun gosità periarticolari. Incisione al lato interno onde permettere un buon zaiTamento della cavità ossea. Medicazione; immobilizzazione del piede. 31 mar.:o. - Si rinnova la medicazione riempiendo la cavità ossea con glicerina e iodoformio, applicazione di bendaggio gessattJ. IO maggio. - Tolto il benda ~gio, si riscontrano chiuse


DIL t• gJD[ESlRE 4893 >'i&L RIPARTO, ECC.

1199

le ferite: la tuberosità calcaneare neoformata ha una discreta resistenza. L'ammalato comincia ad alzarsi. 5 giugno. - La funzionaliti• del piede è completa; indolente l'appoggio sul ulcagno neoformato: Esce per recarsi al deposito di Moncalieri, essendogli s&ata concessa una licenza di convalescenza di un nnno.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA

~1EDIOA

:XORTHRI,;PE CRA:-.DALL.- Lo •corbuto n el bamblnl.- (Brit.

.\fed. Joum .,

Jt)

giugno 1~9i e _\,-. r. ~!ed. Joum., 26

maErgio 1MH). S. e C. danno i particolari di 36 casi di scorbuto nei bambiui ril"eriti da vari osservatori. Riguardo alla fre,~uenza della malattia essi r1cordano che alla riunione dell'accademia di )Jeclicina di Nuova York te'Juta il 15 febbraio 189i furono annunziali HlG casi dai \"ari oratori. Tra i 36 casi summentovati vi sono rappresentate llulle le clas~i sociali con leggitll o predominio dello ricche. Ciò è dovuto al fatto che la C811'8 prmcipnle dello scorbulo r1s1ede nell"uso esclusivo di alimenti palcnt.ali o d1 latte sterilizzato o crema. La dieta esatta era conosciuta in 3:3 casi: di questi 13 furono nutriti con alimenti patent.ali e~clusivaroenle, 6 con latte conden"ato o crema e :{ con una combmazione di questi. Hot ll>l CO:,tlatato che in tre g randi istituti di :\uova York in cui i bambini sono nutriti qua;;i esclusivamente C•m laLte sterilizzato non si t, manireslalo alcun caso di scorbuto in cinque anns. Un'abbiezione non e stata finora fatta al latte pasteurizzato. Ollr'c a ciò una forte dìluzion~ del latte puo essere cau~a dello ~corbuto. l sintomi di questa malattia nei bambini sono: 1) anemia; 2) dolore nei mo"imenli; H) tumefazione ~ dolorabilita dE'gli a rti inferiori ; 4•) gengive gonfie e fa cilmentè sauguioanti se i denti sono spunta li; se i denti non sono ancor nati, le gengive possono essere poco o nulla alterale. La tumefazione delle membra é di norma dul'S e splendente e spesso di color rosso o livido. Non vi si for ma


RJ\'ISTA '!EDICA

Ho l

è uu'emorraJ!ta ... _ · La lesione carallerisltca . . fo,e.t a Il o Pr""srone ·0 .1.,8 che può essere complicata ùal dr~tacco dt'lle .:oUop.-rr ' " _ . "fi - L"em~rraaie dei muscoh. Mila cute porpor11. p~lecepr r•r. ·· o chie ecchimosi l, tielle mucose occorrono dr fr·e·1ueute. Mo lti - ono complicati a rachitide ma non pare che vr sta ne ......o cast" tra e ùue m11laLtie. La mag!!iOr parte se non tulli 1 ca:.-i di ra<'hilrde acuta sono secondo •....-. e C.. casi Ji rachitrde comlicl·la a -corbut.o intercorrente. L' et1:1 in cui lo scorbnto 018 _, più spesso è quello tra i !l e i H m~>--i. Qu~'l'utr.nior e può e:.s,re iaeilmen_t~ s~a~bia~ col reumatil'r~<'- '-llreoma. colla !<Lomatite. rachilrdete l osterte e, facendo SI rmporre dalrunrnobilitti delle membra causata dal dolore, colla paralisi infantile. Abbandonata a sé stessa t• molto grave ma può ,:uarirsi r·apidamente colla dieta di lutle fresco, col succo di •·orne e col succo di arancio. Il !alte, se necessario, puo es~..;rc diluito con acqua d'orzo e nella stagione calda pasleur·izzalo e Rte:-ilizza to p~r brevE> tempo.

!,

EuEIIOBLS

-

Dla.gnosl dell'&ppendlolte -

(Brit. .~.\led.

Tourn., :23 .!liugno 189i e ..-tm. Il. Med. Se. magaio 189i-). EJebohls os--er,·a che di regola gli i> l"tato possibile di palpare l'appendice vermil'orma sane e nei!P. croniche intìamrnazioni di f>'"sa r•conoscerla sempre. Egli crede cbe nei ca o::i cronici non devesi procedere all'operazione ae pr1ma ratrelta appendic~ no a è chiaramente palpata; cosr pure nei cac:i nculi l'operazioue de'\''e..:;sere r imand11.t.a se non si palpa primu il tumore formalo àall' appendice infiammata. ~el­ l'appendicite acuta soiLanlo previa anestesia puo eRgere po~­ sihrle il localizzare l'appendice. Per trovare que<>t'or~ano le ,grn(•cchia del paziente debbono essere moderatamente tler;se e le rhta della mano del chirurgo sono s1tuate in vicinan:ta dell'•lmbehco. Le dita sono pian piano spinte dall'ombelico ver;;o la spma iliaca antero-superiore, aven.do cura di premere rorternente sicché la parte addominale posteriore e la cresta iliara possano distintamente essere avvert.ite. L'appeudice è C'Mi sentita come un nastro so è sana, o come un organo più o meno roton<.leggiante o consistente se é 76


1?112

lUVISU

alfella da acuta o cronica infiammazione. L'appendic·· "ana non ha soPciale !'Pnsibililà, ma quando è mfiammala lllU o mer.o dolente. Il priucipio 1h e~sa ,riace p-ener almeule a un pollice o un poJiice e mezzo ~tlr esterno delr l:lrteria i11aca l.'ic ·hè la linea di qu.:-sto vaso (dalla sommità dclr ombelico al mezzo del pr1nle dt Poupart) forma un'utile guiJa di ritrovo. Le O$servazioni di Edebohls caddero quas1 esclUSI\'&• mente su donne: in quasi Lultc le persone esa minate il cieco era vuoto. Egli ha controllalo le :;ue osser\·&zioni durante le laparatomie. C~RTER. -

Azione antipiretij)a. delle a.ppllculOD.l eaterae del gua.laoolo. - ( Brtl. Jfed. Journ 7 lu~lto l&H •.

Il pror. Carter di Bllm·nghum ha fatto degli importanti esperimenti s ulrazionr- unlipireli<.'a del guaia colo. Usato la pr·ima volta dal dott.. Sciolla esso fu in seguito impiegato e cou successo da Bllrd, Guinard, Robillard, Solis-Collen, Lépme, Slolzeoburg, Da Costa, Limosier, Lanuois, e da altrl sicche al di d'oggi é r itenuto come uno dei più efficaci anti· pir elici che pos"iede la tera pia. li Cat·l-èr l'ha adoperalo ili volte in J:l pazienti. La dose var iò da mezza a d una dramma: il luogo d'applicazion.: ru ~empre la regione ascellare in cui ~i facevano delle pennellazioni verso le ore 5-6 pom. L'abbassamento di L~mperatu ra ottenuto variò di ;Jo a (;o sem!Jre maggiore che col creosoto ut>l qua le l'abbassamento voriò di 2o a 5°, 2. Quel't'abbassamento cominciava subito con im· piegare un tempo da 1 n 3 ore per raggiungere il suo uta~­ simo. Di regola. la temperatura è i prima rag~iunto il f; UO minimo saliva di nuovo rapidamente 13lla primiera allezta. Su c!ue casi di lisi la temperatura media gior naliera si mantenne persist~olemente ridotta ad m uno di ess1 si coo::~~ r"ò normale coll'uso conlinuato del guaiacolo. Altri fenomeni accompa~navano l'abbassamento tli temperatura. Il sito d'a pplicazroneo, di \·eniva punto dr pat·lenza d'un senso clt piZzicore e d1 bruciore alcune volte molto inLenso. Questa sensazione cessava or dinariamente nello spazio d' un'ora ma quando le applicazioni erano ripetuto producevasi una secca der·matite


llEOICA

1203

.., ta do )leve desquamazione. l di':'-l.urbi infiammatori veri -::~e~ 01 t· e Jropri erano affatto eccezione 1 e cessavano col sospend.r~tl le:! penndlazioni per uno C• due giorni. L·abbassamento di ~emperatura era accompagnalo anche da profuso ~udore 11 collasso ;;i manifestava quando la temperatura sc.;ndeva al Jisollo della normale: solo una volt~c~ esso raggiunse un t:rado allarmante. r\el r itorao della temperatura alla prima altezza uotavasi sempre brivido, il rruale era tanto più prolun::ato ed int.enso quanto maggaore era stato l'abbassamento della temperatura. La frequenza del po!~o e della respirazione andava di par! passo colla temperatura. La quaolil.à delforina ~~a aumentata con diminuzione d~l peso specifico e delle sost.l'lnze solide: ritornando la febbre, l'orina riprendeva i pri· mitivi caratt~ri. Lanoois e Lioossier fanno notare che in se~uito alle applicazioni di 2 gr. di guaiacolo, la sua elimiu~ione pe1· 1 l'ani comincia nello spazio d'un quarto d'ora raggiungendo il suomassimo in 1 •;~-'* ore. lo capo a 21vrc era scomparsa ogni traccia del medicamento nell'orina. Come ~i ~piega l'azione antipiretica del guaiacolo? A questa domanJa non ~i può per ora rispondere m modo soddisfacente Pt!r quelh che come Bar.i e Guinard non ammeltono ras~orbitncnlo di •Juesla sostanza !>ple~ano i suoi effetti ricorrendo all'azione riflessa che ptor mezzo ddle terminazioni <iei nervi periferici es...--a esercita sui cenlrt nervosi. Essi dicono che le applicazioni dell'olio essenziale di senape hanno la mcdrsima virtù. Questo modo di creder·e non sembra corretto poiché non si saprebbe spiegare per•chè il creosoto che è mollo piu irritante del guaiacolo non ha la medesima efficacia e perché quanto più puro e quindi meno irritante è il guaiacolo tanto più esso è efficac:e. Sembra quindi piu giusta l'opinione del Lannois chea llribu.isce l'azione del guaiacolo el !;UO 8"'~orbimenlo nel sangue Che e .. ~a poi si eserciti dir~~ lam~nle sui centri nervosi termo~eni o indirettamente su di e"'~i ntlntrilizzaodo gli effetti delle lossìne pirogeoe, ~ ~ncora sub-judice. I'\on si può neppure 1nvocare l'azione puramente li!lica dell'evaporazione d~l sudore; poichè non vi è alcuno. relazione tra esso e l'obbusamento della temperatura.


Rl\'JSIA

11 prof. Carter conclu.Je rosi il suo scritto: 1) Il guaiacolo usato io ']uesto rnoJo è uo efJicace e re-

del-e antipi relict~ et.! esso offre molti ,·antaggi ~u gli altri con. generi; 2) che per• virtì1 dei suoi effetti diuforetici può essere utilmente impiegalo p~r elim1nare dal corpo sostanze tossiclle: :3) che a cause delle sue propri eta antimicrobicbe e della gran quantit.a che può inlrodut-sìnelfot·ganismo può ren•lere dei ser v1gi come un antisettico interno specialmente nel trattamento rlella lisi.

. llhtedem& e tr&ttamento tiroldeo. - (Br ir. Mld Journ, 30giugno 1891 e Amer. Jl.o.fMed. Se, maggio JR.qi).

CLARY. -

11 Clar~ passa in rassegna i var1 sintomi di questa malattia. Egli creda cbe il lermioe mixedema congenito U'-&lo per cretinismo da un più vasto campo di classificazioni e la diagnosi si poggi sulle medesime manifestazioni che lòrma ae~[uisita degli adulti. Egli r ivolge speciale alla d agnosi differenziale colla malaUia di Bright; comun; queste sono l'anasarca, la dispnea, la ceralea, le occasionai! delle varie mucose, anche l'urina può presenta un basso peso spacitlco, una bassa percentuale d'urea e ~iori o minori quantità di albumina. Caratteristica del mi clema sono invece la durezza dell'ederoa, l'arìdezza della eu l& caduta dei peli, la disfagia, l'abbassamento della Lem ratur-a. il modo d1 parlare ~d il louo della voce. L·autor:• 111 seguito uno schema del lrallamento liroideo da lni 1 tuito. Egli impiega un estratto alla glicerina di tiroide n~neiiL Dà i particolari di tre casi di mixedema i quali mi· ::liorarono a:randemente in seguito a11'uso delre!<lrallo S(l m mmistrato per bocca. L'autor~ opina che se si abbandona l~a parola cretinismo e si fa maggior alteozione ai sintomi del nuxeùema, si trovano molti casi d.idiotismo, imhecillismo i quali sono Jovuti all'inazione delle glandole tiroidee e che perciò possono migliorare ed anche guari re col trattamento


lfEDIC.\.

1~0:)

tir·ortleo. Gh• effie tt'1 di questo trattamento sono cos ricapitùllltt: 1• elevazione della temperatura; ~ aumento dell'appttito: :,o perdita di peso~ 4• aumento dello scheletro nei giovani ; ;lo mi~lioramento delle condizioni somatiche e mentali. DA ~H -

La. temperatura nell' apopleaa1& oerebra.le. (Brit . •'\!ed. Journ.al, U luglio t89i e Am. 11. Med. Se. !!lUgliO l~ 94 .

11 Dana ra osser\·are che per regola ~-tenerale la temperatura retta le s'innalza in seguito alla distruzione apopltllica della sol'tanza cerebra le e mai in seguilo al rammollimento da ~mboli o trombi. Fauno eccezione i casi di embolismo molto esteso come d'un intero lobo, del ponte, del midollo allungato o IJU&ndo la lesione e d'o!'igine settica. Egli lroYò nei ~'asr letali che la temperatura <~'innalzò raggiungendo in medra i tot•;; F. il giorno dopo l'accidente e che invece si tibba<>sò nei ~si non i mmediatamenle mortali. l disturbi unilaler·oli della temperatura si osservano nei casi di apoplessia da emorragia e non in •fuelli da rammollimento. La temperatura del lato paralizzato era di circa f o F. più alta di quella del lato sano Queste osservazioni concordano con •1uanto s1 osserva in seguito a lesioni chirurgiche della corleCCJ8, in cui si nota un progressivo aumento della tempe· ralura. L'aumento può es,er proceduto da un lieve abbas~ameoto. Dana trae arromenlo dalle sue nole per discutere l'~:si5tenza di centri speciali regolalori del calore animale e \'iene a concludere l'he l'aumento di temperatura può piu fa cilmente prodursi in seguito a lesioni del ponte che di altre parti del cervello: loro tenQ:ono dietro quelle della corteccia di natura emorragica.


120ti

runsr' XEDICA

KLE\JPERER. - lmmUDltà naturale contro U colera. _ Brii. Metl ./Oltrnal, .JI) t; u6 no E!lie Daus. -'led. ll'o~. l; maggio 189i). 11 Klemperer ossep,·a che la causa dell'immuo. tA natut'8le non risiede soltanto nello stomaco e nel succo gastrico. ~u­ merosi bacilli del <'OIPra ~i sono osservati neUe feci di coloro che vanno in mezzo a colero~i. Cosi gli intestirù debbono po!"sedere un potere protettivo. La mancanza deJrepJlelio é ,:empre notata ne:IIi iule~IJOi d(>i colerosi. È da supporsi qumJi cbe il meccani~mu di protezione risiede nelle cellule epiteliali. La difficoltà tli rendere colt;rose le ca,·ie è l•en nota. Anche quando 11 succo gastrico é neutralizzato e la peri~tal<>i intesl.ioale é paralizzata coll'oppio si richiede uo·e. norme quantità rli bRcilli per diF<truggere l'azione proteltr-iee deJ:(l'intestini Gli esperimenti dell'autore dimostrano che tra il sangue e il contenuto intestinale esiste una barriera che il bacillo non può superat•e che solo con gravi diffkoltà o nulla affatto. Stando alle sue esperienze neli'uomo e negli. animali, la mucosa inte.:;linale pt·otegge l'individuo conlrr, tr veleno del bacillo del coler·a. La reazione coi tre colori di Ehrlich sembrerebbe rar credere che il nucleo delle cellule Ppileliali è costituito da un cor po acido. Lilienfeld separò con speciale proce~so dalla mucosa intestinale d'un YiteiJo della nucleina in modo da acqUJstare la convinzione che es:;a trova~i neiJ'epitalio in istato (aciùo) di non combinazione. L'autore ha faLlo degli ei>pel•imenti con questa nucleina: uua soluzione neutra di essa fu trovata alla ad uc<'idere il bacillo e ad alterare il veleno da renderlo innocco mentre per"JStono le sue qualitA protettive. In una soluzione alcahna di '(uesta nucleina i bacllh crebbero rigogliosamente. L'A. spiegherebbe l'immuoitA naturale attribuendo all'epitelio la propriela di trattenere il veleno del colera e alla nucleina qu~lla di convertire la sua azione da tossica in prolelliva. Queste sostanze protettive esistono in grandi quantìta nel ~angue di coloro nei cui i:1testini i bacilli sono passati senza determina re sintomi colerici. E compito delle cellule viventi de~l'intestioi di manlenero la nucleina in islato acido.


L~Oi

BI VISTA CHl RUHGlCA SrEVE;\"'o.s. - Ferita prodotta dal proiettile del fuoUe Lee- •efford. - (Brii. M ed. Journ., 2 giugno 1&14). 11 doHor Stevenson, vrofessore alla ~cuoia di u1edicina militare di NeUey, ha a vuto occasione rli sperimentare gli etretli lei proiettile Lee :\felford su d'una aamba appena a mputala, contro cui tirò alla distanza di 50 yards (circa ~ m). In <JU8<:le condjzioni il proiellilo doveva t~vere una vt>h>cttil Ji 200<1 pie.Ji ali' (circa liOIJ m.}. Il proiettile· traver~o rarlicolazione tiliio-aslragaliC8, al Ji scpra della sup<"'r ficie articolare dtll'as!ragalo col calcagno passando pel collo rJell'oso:o. Le ferile culane1} er11no molLo piccole: fJUelle d'entrat.n un po' minore dPI diametro tlel proiettile e qneiiP d'uscita un po' piu piccole delle prime. Dissecate le parti, ~~ lrO\(J che il proielWe aveva altrave~ato l'astragalo circa '/, pollice a. disotto della sua suptlrfìce artic<•lare colla tibia. J'uttu l'osso, ad eccezione della testa, et·u ridotta in minuti frammenti. L'estremità infet•iore della tibia presenta"a r~~~ure in molte direzioni et! ers commlllulivamente fra.Lluraln per unA cPrta estensione, quantunque il proiettile non aves$e direttamente toccato l'osso. La causa di que~ta Je:-Ione è da riporsi certamenle nell'esplosione dell'astragalo tenuto fc:rmo dai maJieoti, i tJUah non pres~nta,·auo lesione alcuna: ~e l'uno o l'altro di essi avesse ceduto, le fessur·e della libia <:Arebbero state minori o fot•<>e anche nulle. Le ,Je~C"rilte lesioni danno l'opportunità di for le segnent i considerazioni. Gli orifìci d'entrata e d'u-scil8 erano delle punlur~ (}UIJ~i insignificanti : all'ispezione, le ossa non sembr a-vano spoii'tate ed alla palpazione non avvertivasi alcun serie-


1?0

mnsr \

chiolio. Sapenòo le gravi lesioni esser prodotte da proielliU animati da !ll'&nde velocità, il prof. Stevenson credetti' per un momento che il proiettile era pas..-.alo aura\'erso l'arllcolazione senza causar alcun guasto; ma la dissezione non avvalorò il suo sospetto. Le le!'!ioni prodolle erano dovute lilla struttura molto areolare dell'osso e alla poca resistenza da e"so opposta. L'osso era r1dotto in minuti frammenti spmli in rlirez1on~> \'erticale al lri~gillo del proiettile: m"•~uno rh essi vedevasi all'orificio cutaneo tl"uscita. Lesion1 eosi gravi che sono mascherate da lesioni cutanPe cosi mSignificanti impongono categoricamente ~ti ch•rur,;o di pt·ocedere ad un'accurata esplor87.ione di tutte le r~r.te proriotte dal proiettili di piccolo <'alibro. le liUali hanno ~edi in re~noni in cui un osso fi''Ò essere stato leso, e per giun~ere ad una <lia~osi precisa dalla quale per lo più dipende il lratlam~ nto. r~ da notarsi inoltre che lievi ferite cutauee, il niun spostamento e l'assenza dello scricchiolio non garantiscono l'as.,enza eh una frattura anche mollo estesa. Gh antichi cinrur~hi militari cons•glia,·ano di aslf:nersi, do,·e possibile, 811 Of!ni esplorazione delle ferile d'arma da fuoco. Essi a vano imparato da un'amara e~perienza che le ferite specillate peggiot·avano semore. Ma ora che siamo al tempo delle laparatomie esplorative, le qua h non a~giuogononessuna gravita alle fer1lè originarie, uuo od anche entrambi gli oriIlei çutanet prodotti dal proiettile debbono essere dilatali p~:-~ procedere ad un accurato esame del tragitto della ferita !<pecialmente là ovP ~i SOl"peHa quall'he lesione ossea. Quel'IO procPdimenlo, !'e condollo colle re~ole delle moderna chi· rurma, non può tn alcuna guisa aumentare la g ravita de Je lesiont es~o. solo può indicare il trattamento da IStituir~. Se la ferita sudJescriLLa fosse avvenuta nrl ,.i,·o e iltrattumenlo si fosse faLlo dipender(: dall'apparema si sarebbe comrnes~G un gra\'e errore e i risultati non potevano e!'o~ere ~he ~favorevoli. Due sarebbero !;lati i metodi tt seguit•e o la rest:zion.e articolare o rampulazione della ~mba. Se le circoslanze di ~uerra non erano tali che obbligassero ad una pronta evRcuazione d'un simile ferito. la resezioue avrebbe polulo avere un bel risulta lo, in ca;;0 oppO$lO l'amputaz•one sarebbe stata l'unica ancora di salvezza.


ClllllURGJCA

i?09

w WHtTF.. -

La castra%lone nell'lpertrofla della pro. •tata. _ (Brit. Meri. Jottr'll • 23 giu:;rno l89i).

~el dicembre 189-2 il prof. White dell'università di Filadelfia incaricò uno dei suoi assistenti, il doLL. Kirby, di eS('· ~uire una serie di esperimenti sui cani per determinare il ~rado di alrofia che avr-ebbe appor tato sulla pro!Ot.ala la castrazione. A ciò ellli era ~>lato indotto dal paragone che prima Velpeau e in seguito Sir Henry Thompson avevan 1 fatto tra i fibromi uterini e i prostatici. La 1• castrazione della sel'ie fu eseguita il 27 gennaio 1~'<9:!: allre seguirono a pochi giorni di distanza. l risullati fut•ono qtJali si pre,-ed\lvano, si ebbe prima atrofia degli elementi glendolari c poi muscolari e furono co 1 decisi~ che in<lussero iJ prof. White a pubblicare uno ~cri tlo in cui raccomandava la castrazione in molti casi di ipertrofia proEttatica. Già Giovanni Huuter e A l'\'en a>e,·ano faLto delle investigazioni sul volume della prostata d1 molli animali primn rlurante e dopo l'epo~a degli amori. 11 G-rirftths confermo qu~ste inve~til!'azioni : egli dimostrò che la prostata è nn or~ano genitale e non orinario e pubblicò lo stato della prol"Lata negli eunuchi. Harrison ha fatto notare che in easi di ~terilita masclnle, Js. prost.ata e1·a atrofizzata. Dal t• giugno 1893 giorno io cui il Wbile lesse il suo scritto all'associazione chirurgica america na molti ~i sono occupati della 'Juest10ne. Il primo ad eseguire questa operazione in Europa è stato il Hamm di Chl'istiania e il dott. Fl'8nci,t L. Haynes d1 Los Angeles, California, in America: il 1• su due casi ed il 2' su Lte. Entrambi ebbero ~::<plendidi risultati. Nella settimana d~J Natale 1893, il While operò un individuo affetto da enorme iper lrofia pl'ostatica. Era un caso disperato JlOÌI'hè yj Prcl CiStite e UO principiO d'uremia. Il fmZìente quindici seltimane dopo l'operazione aveva guadagnato un peso di ~ libbre ed erano scomparsi i sintomi della cistite ed o~ni altr o disturbo orioario. Egli orinava liberamente e fisìolo.g icamente. Il 31 genuaio di quest'anno i1 White operò un medico, dell'~:là 1i 69 anni, il quale aveva la prostata che


t:! IO

111\'IST.\

t·aggiungeya il volume di qt.:asi m~zz·arancia, e che Ja anui non poleva orina1·e senza l'siutCJ del catetere e la cui orina era torbida per mUCO·pu~. fetida e qualche vo)tasanguinolenta. Quattordici sell.imane dopo l'operazione, benchè non ancora orinasse sponlaneamente, la prostala era molto ridoLL& di Yolumo tale che ei poteva conside1·ore come normale. 11 cateLere che prima ~i dove\·a int•·odurre per 9 1/ , pollici: ora penetra in '"~~CIC8 dopo b polli<.'i. L'introduzione di esso ~ facile e non piu dolorosa: t'l)rina può dirsi normale. Da due mesi non vi si vede più sangue. Sono oJUesti finora gli e~;;empi di questa opel'8zione e "ambra che autorizzino aù e seguarla più eslesamenté. Mc Bun/la::Y. - Frattura dell'omero lussato.- (Br il. Jled. Journ., 1G giu~no J8iH e A nnal,<t uf Sur[J. , a prile 1894).

Mc Burney d~scrive un nuovo metodo di riduzion"l nei casi di lussazione dell'omero complicata a frattura del collo e delle parti adiacenti. In simili casi è chiaro cbe la prima ~osa a rare si t> di ridur1·e la lussazione. La difficoltà clelia riduzione dipende dal piccolo volume del frammento superiore. A vincerla t>glt propone il seguente nuovo metodo. Il 17 ,2iugno 189,3, un signore delretà di anui 45, di alta statura e corpulento, saltò di carrozza e cadde probabllmente sulla mano de stra. Si alzò con difJicoltà e s'accorse che il traccio d~slro era reso impolenle. La natura della lesione ru subito diagnosticata dal medico sopracchiamalo. ma i potenti e prolungati sforzi di riduzione da lui falli non ebbero l'llcun successo. Il giorno "'egueoLe i tentath·i nuo,.amente falli avendo lutti lo stesso infelice risultato fecero si che si decidesse di a spelbtre la guarigione della frallura e poi ritentare la riduzione della lussazione. 1126 giugno, nove giorni dopo l'accidenLe, il Mc Burney esaminò attentamente l'ammalal9 aneslesizzalo coll'etere. Il capo deU'omero pole avver~rsi distintamente al di sotto dell'apofisi coracoide e sulla rraUura non cad Je alcun rlubbio. Date quesl.e condizioni, la lussazione n.Jn poteva essere ridotta senza un atto operaLivo. Il Mc Burney propose il seguente piano: si sarebbe falla


CHIKUIIGICA

1~11

• • , ~ «ul frammento superiore praLJcando un foro, 'i 10 1 ~ ::at·ebbe introdotto un forte uncino col quale si sarebbero 1 potuto ~,.eguire le trazioni in modo approprialo. Co~ì fu fall<>. L•• ~ror 1 o richiesti) fll veramente considerevole e la r iduzione si ottenne al primo tentativo. L'ammalato guarì senza serl,ar traccia della lesione patita. ••

Ull UICI~ .,.

Bosc. - La. malattia di Moxton. - (Brit. .\{et!. Journ., :H luglio l~!H e A rch. Gen. rli M ed. luglio 1894). so~c fa uno <>tu lio di ')uesla nevralgta metalarsica. E"'sll del piede e ttlle arlicolazioni

t! limitata alla perle anter iore

metalllr<>-ofalangea, ordinariam~nte del quat·Lo dito. La malatlia coo ..isLe in acc-essi dolorosi, generalmente localizzati nell'aJ•ticolazione, ma che possono ir·radiarsi nelle parti adiacenti. L'aecesso incomincia improvvisamente e il dolore è !>i acuto rhe l'ammalato é obbligato a toglier$i le scarpe. La deambulazirne El resa impossibile e la ~amba é flessa. Il lol(•re ordinat·iamenle CPssa subito col riposo, ma si rinnova non appena il pi~>de si pog{!ia sul suolo. Gli acces~i hanno varie durote, da puche ore a-i un giorno intero. Si r ipetono o lun~ht intervali oppure ogni du~ o tre giorni. Xegli acce:;si poco dolorosi la deambulazione é possibile, ma la gamba è fez!:termente tra,.~ioato. Ne!di inter\'&lli il dolore può continuoJ·e tue sordamente e può esistere una note,ole ipereslesia cutanea. Gli accessi possono reagire sull'intero sistema nervoso: ìl pa;denLe diviene triste e si preoccupa vivamente cl• po::;Hbilt nuo\ t acce~si. La malalUa non ha sintomi locali obltiellrvi. In un caso riferito dall'autore esi;;t.eva pero un certo ro~~ore sulla superficie pfantar·e dell'articolazione metalar"o- fAian!!ea e la pressione qui vi t>ser cilala det<!rminava il .tolore Rottur& dell'aretere. - (Brit..\led. Journ. .. J ~ luzlio l 'l~ , e .4.n.n. of SuriJ., mas.r~io t 89H .

PAGF.. -

Page ricorda il caso d'un bambino di :) anni il quale fu lraYolto da una le~giera vt>Hu ra. Sembro a pr incipio che non


RIHSTA

vi fossero ~ravi lesioni e il bambino fu inviato a casa. nue giorni più lardi i suoi genitori a\'endo notato la presenza da sangue nell'01·iuR lo recero ricoverare nell'ospedale. Il barn. bino accu<:ava dolore alla rossa iliaca destra. StelLe bene per ctrcu venll giorni •1uanJ.o improv,·isamenle si aggra,·h e ... dectse di operarlo. Aperto l'addome, si tro,·ò un tumore molla fluttuante del volume di mezz'arancio. Questo venne ioe~qo e ,·uoLelo: il rene era basso e non si ritenne opportuno fare ricerche prolungate pPr iscoprire una possibile rottura del· l'uretere. Quattro jrlornj dopo l'operazione, la medicatura ru lro,·ataimpregnata d'un liquido di odore chiaramente urinoso: la temperatura s'ele"ò e vi furono segni di setlicoemia non dubbia. Poiché sembrava che non operando le C(lnd i;r.ioni 1lel bambino dovessero maggiormente aggJ'avarsi, !<i decise di asportare il rene destro. Ciò fu fatto e il bambino guarl per-feLlamenLe. MvwrER.- La trapanazlone nelle ai!eziolll del oranio (Brii. Med. Journ., 23 giugno e Annal.~ oj Surge r!J, tna~gio l 9~). ~lynter riferisce la sua opinione su questa operazione dopo aver avuto occa~ion~ •li praticarla 27 volte negli ultimi due anni. Qui n lici casi erano di frattura del cranio: quattro eh· bero 8$Ìl0 mortale poiché ec::tste•a un'estesa ff'altura d••lla base. Cinrrue volle trapanò per E-pilessia traumatica · •tuallr.:> individui migliorarono crandemente: in uno di essi gli accessi epilettici notLurni cominciarono sei anni dopo r acddeole. L'operazione lo J.tU&rì ben presto e potè ritornare al lavoro: gli acces"i dllegualisi per li me~i t·icomparvero colla medesima intensi~ di prima . Fu nuO\'amente operato e uuo,·amenle guart : dopo sei mesi di assoluto riposo, ritornò 11) lavoro apparentemente ~uarilo. In 5 casi si esE>gw la era· niectqmia lineare per microcefalia complicata ad idiozia ma senza alcun miglioramento. Un ammalato guari dopo la trapanazione dell"emort•agia subdurale con afasia ed emiplegia. Uu caso di ascesso del cervello guarit-o colla trapanaz10ne non


CRilU!RGIC.\

l ~13

r~senta\'a alcun segno di paralisi quantunque es!':O era siruolo in prossimità dell'area motrice su cui doveva e!':ercil8r!! una gl'su comprl!ssione La diagnosi di esso fu ratto teuendo conto della depressione delle facoltà mentali e del l"o>!eYazione dell<l temperatura del corpo.

RIVISTA DI ANATO~llA E FISIOLOGIA ~ORM •.c\.LE

E PATOLOGICA

A. G. AuLJJ. -Sulle alterazioni eU atruttura dell'enflaema

veacioolare. - (The Lancet, luglio). ::;i ritiene comunemente che le lesioni occorrenti nell'cnlì...··ma sieno di carattere degenerativo ed atrofico, e secoudo J • rice:-che di Rainey, '\Valers, Rindtlei!"cb, Eppinger si riJur•·ebbero ad una degenerazione con perJiUl di ela!=:tiritu delle tìbr~ elasL1che, alla distensione dei capillari, alla degenerazione ~ranulo-~rassosa de~li elementi connett.h·i e corpuscolari delle cellule aeree. alla consecutiva perrorazione delle pal'~:~ti alveolari, che conduce aJia rus1one delle ptccole ca,·ità RerS<'. ad un'ipertrofia delle fibre muscolari rit:ordanti le aperture mroudibolari. '-Vooduead considel'a le les10ni dei cap1llari come primitive e le rihene causa delle conseguenti allt•razioni uutt·itive, Hertz e ZieEl'ler pen~ano che le pr1me a eomparire sieno le alterazioni delle pareti cellulari, e che le IPsiom vasah ne sieno la conseguenza. Secondo le osservazioni dell' autore, nel corso della malaltla vt sarebbero due stadi distinL1, l'uno reallivo ~ produttì"o, l'altro degenet•ati\O ed ah'o.fico; le alterazioni di o:trultura sarebbr.ro pl'imiti ve, l' atl'Ofia va scolare sarebbe secondaria. In un Jobulo polmonare eh~ diviene sede di respirazione


li H compensante. si verifica ùa principio una :.renera.le dilatazione della parte , ed una riùuz10ne nella Yelocita e "·oiume clelia circolazione san,:ruigna La dilalazione ">i estende ai bronchioli, 81 dolti alveolari, agrinfundi!Joli ed sile cellule aeree, che si ,Jistendono unirormemente in tuUe le tlivision• . . e la circolazione sanguigna diminuisce e si rallenta per la òiminuita vis 8 tergo, p~>r l' influenza impellente delr aria compressa. per la dir<tensione dei Yasi, e specialmente dt quelli che circondano gh ostii ah·eolari. li primo effetto delr aumentala tensione deU' aria e una relazione th compenso negli elementi respiratori, ed è uu errore il pcn~aN che e!>."i si sottomettano imme.lialamen\ all'influenza deleteria. Le cellule connettivali ed epiteli~ li s'in!Xt'O"sano, e molte di esse si dividono, come fann o i nuclei muscolari det:tl'infuodiboli. Villemin, Klob e Wunderlich cons•der·ano come infiammatorio e non connesso all'elevata p1•essione almosf~rica l'aumento de' nuclei dei capillari nell'enfisema, ma il t'ènomeno che rauloredes~rive è un fenomeno di compenr<a1.ione come quello che a-vviene in certi casi di ateroma, nei quali l' aum~ntata tensione vasale conduce al rigonfiamento eù alla divisione dei nuclei dell'intima. e come nell'ateroma. l'alterazione dei nuclei è accompagnata dal rJgontiamenlo del lessulo areolare. Il I'i"ullat'> di simile alterazione è un allargamento d~He m;~glie dei capi'lari, con as:::olligliamenlo delle loru pareli, un ius.rrossamento der nuclei endoteliali producente una per.manente costrizione del lume vasale. L8 r~azione delle cellule re.,piratorie non dura a lungo, esse entrano presto o tardi nella fase degenerativa. il protoplasma si fa qranuloso e grasso, i nuclei si "acuolizzauo e si f•·ammenlano, e la ''escicola aerea si dilata permanentem»nte per l'atonia dt>lle fibre elastiche, le piu fini delle quali si mostrano ~ranulose, con fibrille ridoUe do rosllrio. Dei pi'?coli fo ri app:liono nel protoplasma g ranuloso, che presto si allar~ano, ed in questo modo molti setti vengono distrulli. I capillarr f'Ubiscono i seguenti ulteriori cangiamenti: le loro pareti !ti assottigliano, e la pressione esèrcilata dai


Dl .n.Uolll.\ E FISlOWGI \

nucle• endoteliali ostruisce la circolazione in molti punti: i r u,coli ro,.si si allungano, eJ alcuni d1 essi ~ubiscono la co ·11 · · òc reoerazione g rauulosa : mo1· Li ca~·l ar1 appa1ono com6 sl~--cc bia.ncbiccie, cue. nelle loro magli8 unprigionano la ::,o-.tanw granulosa. Frankssobn dice cùe. i vasi sono chiusi da lrorobi bianchi falli da cor puscoli circolari, lesione che comincier ebbe dalla metamorrosi g ranulosa dell'endotelio va.,ale, e verrebbe dimoc:trala dalla refratlariela dei corpuc::coli lrombizzanlì a tinger,i col nitrato d'ar gento; ma $i ,.a troppo oltr e quando ,. yuol a:;l:'erire che questo sia l'unico modo di ostruzione 1 dei CSJ'illari, per ché spe$50 si vedono interrotti in punti Del quali non si tr<.~vano che corpuscoli r ossi, t]uiodi r autore ritiene che l'interruzione avvenga nel modo da lui de.,crillo, r.ioc\ per mezzo dei nuclei endoteliali.

Contrlbu:zlone a.ll'a.na.tomia. patologica del cuore nella. difterite. - (Centralblatt fii r die medici-

B. Hr:ssr-.. -

nisrhen. Wissen.<;chaften, X. 39).

L'.\ulore studiò il quesito, se le alterazioni anatomiche. clte -.1 troçano nei cuori difterici. sieoo baste,·oli, per ispìegare la morte improvrisa dei fanciulli. Egli esaminò in lotale ~~ cuor1 di fanciulli, che erano morti per difterite, di cui :; col metodo delle sezioni in serie proposto da Krehl. Il r elntore o::-Mrvù la degenerazione albuminoitlea e gras~a d~>lle fibre tnuscolari del cuore, de~criUa da Vircho'"• in tutti i ranc.iulli morti nei primi stadi della malallia ; la degenerazione parenchimatosa era al massimo grado nell'intervallo compreso fra il 5° e 8" gior no; nei fanciulli mor~i più tardi, nelle convalescenza, era forte solamente in una parte dei ca"i, in un'altra parte, invece, di poco rilie\O. Aocbe quando le sin~ole cellule erano poco alte rate, il più delle volte !l pt·oce'!so era esteso a tutto il cuore. In tutti i cuori dillerici Lt•ovò l'Autore il lef"suto connettivo intersliziale molto ricco di cellule; ma solamente in i rasi la rorma caratteristica della miocardite intersUziale: cioè piccoli e g c·ossi cumuli di cellule rotonde tipiche pi(t o


1~16

RIVlST\

meno densamente disposte lt' une vicino alle allre, per lo più in forma raggiata ed irregolarmente accumulate intorno ad una piccola arteria quale punto medio. Le cellule rotonde ~i spingevano fra le fibre muscolari, ma non erano mai cosi ~trettamen le compresse da produrre, per compressione, atrofia delle fibre muscolari. Mas~ima era r inlìltruione eli cellule rotonde ai confini del perkardio e miocardio. Tutti questi 11Uattro cuori p:-ovenivano da fanciulliJ in cui la malattia aveva avuto un decorso eli :~-i settimane. Nei nervi e nei ~angli del cuore non tro,·6 l' Aulot•e alterazioni importanti. Più costanti di tutte furono le allerazioui dei "8sellini del cuore, particolarmente tlelle arterie: forte dilatazione e ripienezza di essi, edema da trasudato, tumefazione della parete \'asale, emorragie p~;;rh·ascolari. vicino ad esse necrobiosi cellulare poterono e:::.~ere osservate in lutti 1 period1 rlella malattia. Le malattie pareochimatO!Oe ed iulel'stiziali ebbero, qut~ndo si lt'ovarono nello stesso cuore, ti più delle volte la loro sede in di\'erse parti di esso ; il "enlrtcolo destro fu il piu delle ,·olle più fortemente colpito dalla degenerazione museo! il sinic:tro più fortemente dai p roee~si iotersliziali. Da •)uesli repe1•Li, come pure dalla rara manif~tazione soprallutto totale clelia miocardite interstiziale, deriva che ambedue 1 proce~si sono inclipende.nli l'uno dall'altt•o. ~essuno dei due processi, nè l' iolerstiziale, nè il chimatoso si trova adunqutl, per ciò che fu detto, costante· mente all'autopsia del cuore difterico; le alleraziom chimatose furono trovate s•>slanzialmente nei primi stadi, le inter~lizialt negli stadi ulteriori della malattia di fan· ciulli morti. Per l'incocstanza delle alterazioni anatomiche l' Aulot·e uon reputa ammissibJ!e di spiegare con esse il collasso del cuore. :Ma anche le costanti alterazioni vasah non sono, secondo r Autore, la causa della paralic:i carJiaca, poiché con o:rni buona analog1a esse possono es~ere rileoule 'lUAli stadi infiammatorii iniziali, che sarebbero su"c·ellibili di scomparir e, se ti cuore rosse in grado di resistere costantt>menle alla malattia. Non rimane perciò altro che dtenere come un puro avvelenamento del cuore l'azione della difler·ile sul muscolo ca!'diaco. C. S.


111 A.'\.HO~IA & FlSIOLOI>L-\.

121i

Bulla sluon& - c. s . u.KOWSKJ. - (\Virchou;'s .{rei. ·r. e ('en tral'•· liir die medie. W issellaclt., ~. 6, 1 !H). Per la l::òinovia. ili un-i articolazione del ginocchio soggetta a intiammazione cronica, la quale sinovia aveva l'espello òi un liquido color giallo miele e chiaro, falt9 astrazioue dai c 1·istalli di colesterina che contene,·a, e tfUindi poco differb·a dalla sinov•a normale, il Salkow!'ki trovò la seguente composizione per 100 _gra mmi · ~ostanza mucinoide 0,:375; ~!tre so~tt~nze albuminoidi 4.82't ; aJ'II"SO 0,5282, lecitina 0,011; colesterina 0,569; sali inorganici o,. ~!l; a cqua 03.08~. Fu aUenlamenle eMminata le sostanza mucinoide precipilabile !all'acido acetico riguardo alla •tue~tione se ella sia una nucleoalbumina o una mu•·ina. l.a prova del fosforo rimase neqa.tiva, IJUindi va esclusa la oucleoalhumina; ma da altra parte, anche facendola bomre con l'acido cloridrico diluilo, non potè ottenersi alcuna sostanza riducente, o solo una minima traccia. IJ'onde emtlrge che, ollre la mucina e la nucleoalbumina esi<>le una terza ~pecie <li corpi albuminoidi simili per le loro proprietll fì<~iche colla mucina precipitabile t.lell'aciclo acelico e neu ...oJubili in un eccesso di f-!q<>o la quale differisce dalla mucmn pd suo diverso modo di comportarsi vPrso gli acidi minerali. Il S ha falLo ricerche su allre qualita di nucleina, ha e!<Hmcnato la caseina, la vitellina e la nucleoalbumina della o••iua t·ispetlo ttlla separaztooe di sostanze riducenti per mezzo dell'acido cloridrico, e nulla di simile ha potuto osJ>en·are. 1D1luenz& della compressione del nervi sulla reazione elettrica. - R. GEIGEL. - (Deui. Arei!. fii.r klin .•"J"ed. e r e1 tralb. fiir dù~ medie. \.Vissensc!t., ~. 10, 1<9-i). Il Geigel, dm "UOi sperimenti coulla influenza della compressiOne ,Jei nervi sulla reazione elettrica otl.enne i -eguenti risullaL' L Se uuu estremil8. di persona sana è stretta ir.torno per mezzo eli un l.uòo elastico, la J'eazione elettrica. al disotto del

..


121~

RlVlST;\

uervo compres--o palbce una ulkrazione h·lla legge n male di contrazione, inquttnloche le contrazioni d1 aot~rh·•...: provl:lno un ttumento; più la contrazione di aperluJ'a del Lode di quella delranode (reazione di compressionf:) 2. Per ora non ,..j può decidere con ::;icurezza se compression~ dei 'asi o la pres.,ione sul nen·o, lu della alterazione della reazione elettrica del nervo. 3. Al di sopra dd nervo compresso non ~i trova alterazione della fol'mula di contrazione. ma un indebolimento della eccitabilila. •i. l i fenomeuo della r~>azione di compressione trova la piu semplice SJ •e:razione nmmetlendo che il nervo 11 la compre>'siono acquista l'attitudme di cadere Jnt)llo damente e molto fortemente in st.sto di elellrotono, in da di,·entare sovraeccilllbile già con debole e bre,·e t'./\lr .......... per l'apertura della correnle di egual dir·ezione. Il trotono a~sce per tal riguardo più fortemente clell'at troiono. i>. ):eUe malattie nervose si trovano taloru tleUe della t1pica rdazione di compressione, le quali però ancora bisogno di un più esatto studio pPr potere rav un "igniticato etiologico. 6. Parimenle non può essere che una semplice "•"~n.,..u-' zione la speranza che la elell•·oterapia possa tr-arre qua vantapgio dalla circostanza che il ner\'O al disotto del di co"trizione ::-i lascia con grandissima facdjtà e nizzar.... D nitrato d 'argento i.D.lstologia. - H. RABL. ftir diP meclic. Wissensch., ~- 10, 18fH}.

Il Rabl ba osservato che le soluzioni di nitrato d· .. ,.,......... . lasciano dei depositi stralificali sopra i tessuti con esse trattati e che questr renomenr, e queste apparenze essere, e spesso sono steli, causa di errori. A tali depositi stratificali il Rabl altribui"ce raffel'mazione del Fromm~tn sulle strie trasversali del cilindro asse. Jn particolare i1 R6bl ha O.:lser,·ato quanto seguo.


01 A~UTOMIA E FISIOLO~IA

1~19

~ell'avventizia dei "\"asi sanguigni, dopo il trattamento col nitrato d'arp;ento e bicromato di potasso si osservano delle ,strie trasversali che consistono in anelli neri completi, o formano delle linee corrispondenti ai diversi fasci fibrillari del tessuto connettivo. Nel tessuto conneUivo Jei muscoli, nella eap~ula connettivale delle glandole, nella soltomucosa degli intestini dell'uomo e degli animali si producono delle manifeste striature trasversali che somigliano in lutto a quelle note uei nervi. Sono di due tipi; in parte si presentano in forma di nastri giallo bt•uni apparentemente omogenei, in par!e si compongono di molti piccoli globelli rotondi a i colorito nero e di varie dimensioni. Nelle cartilagini jaline i depo!>iti stratifìcati di nitrato d'argento appariscono in forma di nastri che furono sorgente d'errori, essendo stati causs.~ che si allrrbuisse alla cartilagine una forma lamellare mentre ~i trattava nei ca~i prima ricordati di un artifizio. Anche fra le cellule adipose avveogcmo depositi d'arger.to che simulano una st.rialura trasversale. Io lutti i casi si tratta di una combinazion~ dell'albumina col nitrato d'argento. Da questi fatti resulta èhe non si sara mai abbastanza cauti nel giudicar e del significato di queste forme micro~copiche che si producono usando la ~oluzione di nitrato d'argenlo. Queste forme potranno soltanto avere un valore •JUtmdo altri metodi di colorazione abbiano condotto ad eguali o almeno mollo sim1li resultal-i. Tolte le ricerche che si fondano solo sulle forme ottenute col nitrato d'argento debbono e3sere considerate di molto dubbio significato.

:Embolte d1 oellule p&t'ellohlmatose. - O. LABARSCR. (Porsteltr. der M ed. e Cen,trdlb . .fii,r diemedic. Wissen,sch ., ~. 4, l894).

U Labtn·sch offre io questo lavoro una dimostrazione rias~mntiva delle embolie di cellule parencltimatose finora cono-

sciute. Sono quesle la embolia di cellule epatiche, la embolia di cellule placentali e la embolia rla lui osservata, tli cellule giganti della midolla ossea. La embolia di cellule epatiche è traumatica o la conseguenza di intossica-


RI\"JSf.o\

ziom o òi malatlle in(ellhe. Il L. riferi::;ce un ca:;o prima specie. pelfJuale fut•ooo t·tsconlrate embolie di epatiche non '>Olo nelle vene riel fegato. nelle Arterie neri, ma per la superstite apertura del forarne ovAle, nelle arterie del regalo e dei reni. La seconòa specie <li bolie di cellule epatiche ~i lrova. più frequentemente eclampsia puerperale, nella quale riscontrassi nelle epatiche. fNquentemente anche nelle vene polmonari, r> vece solo due Yolte nelle at·terie epatiche e nella vena essendo aperto il forarne ovale. Anche nella corea donne inclnt.e con recenle endocardite il L. lr'O't't'l em eli cellule epatiche nelle vene epatiche, nel cuore d~..stro e arterie polmonari e in que!':te ultime anche cellule tari alterate. Inoltre in uo caso eli scat•lattina con ne acuta che morì per acuta periocardite, si trovarono em ·li cellule epatiche nelle vene eputiche, nelle arterie renali in un ramo delle arterie coronal'ie del cuore sinistro. Il vat·~i queste embolie nel sistema a rterioso si spiega per per"istenza della apertura del forarne ovale. Solo nel si trovarono embolie ùi cellule epatiche negli ascessi re!!alo, nelle gomme del fegato e nella tubercolosi del :zato, noo nella stesi epatica. Le embolie furono ravoritc• J..oreceùenli emoiTagie e dalla nect•osi della sostanza del gato. Oltrechè nella vena epatica, nel cuore destro e arteria polmonare, s.i po~sono trovare le cellule epatiche oltr~ vene del corpo per la corrente s anguigna rellua (e ~clamp.,ia) e nelle arterie del corpo per l'apertura del (oram~ ovale (embolia pAradossa). La opinione dell' Jùrgens che clalle migranti cellule epatiche possono rormars[ dei tumori non è accettala dal L. Le rellule già. alterate avanti rl trasporto possono conservarsi !1&,•ondo la sua esperienza, per ll'e s,..ltiJnane, ula dopo due me~i e mezzo sono sicuramente distr utte. Le cellule migranti del regalo non hanno nulla che rare con la etiologia ùella e"lampsia, ma la formazione dei trombi è, almeno in ~rll n parle, loro opera. La embolia di cellule pl1òcentali scoperta dallo Schmorl, e riscontrata finora soltanto nella eclampsia, s i trova nel mag-


DI A~ATOlllA B FJ-.IOI.OGIA

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!:ÌOI' numero dei casi nei ~pillari dea po~oni. u L. l'Ila ~ssernla anche nel soprartcot·dato caso di corea delle srra-

\!ene ut.erine. ,,"de. Queste cellule sono slate. osser vate nelle . el cuore destro e nelle arterae polmonara; esse procedono uer la ma~gior parte dai villi, ma il L. ha trovato vaganti ~oche cellule della decidua. In queste embolie cellulari non è da ricercarsi la causa della eclampsiA, esse sono anzi la conse~uenu delle convulsioni. t:na emboha delle cellule giganti della midolla ossea fu tro•ala da L. nelle arterie polmonari di un uomo morto dopo la resezione dell'articolazione dell'anca. con fenomeni di setticemla, combinala con la embolia graS$osa. Lo stesso ru trovato in una infiammazione tubercolosa delrarlicolazione delranca. Sul moYlmelltl 4ella llllgua. - F. LANGE. - (A rclt. ,fti.r !.fin. C11ir. e Centrali.J.,fùr die metli~. Wissensl"h., :1\. 4, l~H)

Sulla runzio:Je dei singoli muscoli che compongono la lingua. il L. ha ratto sperimenti nei cani, avendo prima stabilito anatomiC8mente e descritto il corso delle fibre dei diversi mu~lt della liniZua. La disposizione dei muscoli che dalfesterno entrano a far parte della composizione della lingua e la struttura della sostanza della Jiogua sono sostanzialmente le stesse nei cani che nell'uomo. Propulsore della lingua è il muscolo ~enio -glosso, ed opera questo movimento prevalentemente con quelle fibre che entrano nel terzo posteriore della lingua. l n piccol ~rado può muovere in avanti la lingua anche il muscolo genio-ioideo. La lingua è tr atta indietro dai museoli iocondro e sliloglos!:'o. Là pre::.<>ione della lingua sul pavimento della bocea è effettuata per le parli situate sulla linea medianA dal muscolo genio-~losso, laddove le parti laterali della met.é poster1ore della lm~ua S!)llO abbassate dal muscolo ioglosso. La lingua ~'!\ sollevata e ~uindi avvicinata al palato d uro dal muscolo m1loio:deo. inuer valo dalla terza brauca del trigemino (per


I.H~

RIVISH DI A\ATOU'- E FISlOLO<irA

pre.;sione dal basso) o dal palatoglosso e dallo stiloglo~~ fper trazione in alto). l movimenti laterali della lingua, specialmente la inclinazione della punta verso il lato opposto sono eff~ttuatt dal muscolo genioglosso per mezzo di quelle sue fìbre che entrano nella metà anterio1·e ·.:!ella lingua. Il muscolo genioglosso piega la lingua lateralmente solo quando es;:a & stesa in avanti; nell'interno delln bocca questo è etfelluat•> flat muscoli stilo-io-condro t• palA lo~! ossi; fra que8Li IJUello che a!!i'ice con maggiori l'orze è il muscolo sliloglosso. Un allro movimento lllterale ,Jt!lla lia!!•ra, quando la punta viene a situarsi dietro l'ultimo ùeute mobile, accade, come si può ·ìrmo::trare sperimentalmente, per r azione contemporanea •lello stilo-glosso di un lato e del genioglosso dell'allro lato. Se la lingua (col taglio di ambeJue i nervi ipoglossi) t'· la~ciata esclusivamente alla az..ione dt!lla graviti~ e della elasticità, essa giace (nei cani) fto,..cia sul pavimento della bocca e forma come una lastra larga e sottile. Le numerose fibre intrinseche trasversali operano il rimpicciohmer~to Jella lJOgua e il ~uo ispessimt>nlo; essa diviene arrche piu ;.;pe~sa per la contrazione della muscolalura longiludinale e in pari tempo si accorcia. Se si contraggono solo le fibre del muscolo longiludinale superiore, la punta della lingua è incurvata in alLo, se solo le fibre del muscolo longitudinale ioferior~, è curvala in basso. Per la sola azione dei muscoli della lingua, l'uomo può solo formare con la sua lingua un cucchiaio piano. Il muscolo genioglosso abbassa le parli della lingua che sono più vicine alla linea mediana e le a v. vicina al pavimento della bocca: sono le fibre anteriori e medie d·ambedue i genioglossi che compiono questo movirnenl<> mentre le fibre posteriori t rano la lingua io avanti, ll muscolo Jongitudinale superiore porta la punta della lingua in alto, e i due stiloglossi sollevano il margine laterale.


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RIVISTADELLE MALATTIE VENEREE EDELLA PELLE --~C><~~>C>----

Dbt1ll'bl vl•lvi n ella :stfillde del •bt ema. n ervoso centrale. - W . l..iliTBOFF. - (o. Griife'.-: .4rch. ji1.r Oplttlt. e CPntrr.lb. j1ir die med. ll'i~~rnl<e/1., ~. 3 ~·

L'Uhtholr osservò 100 casi di sillhde cerebral~ con disturbi ,i,-h·i, dei t]Uali li fu('ono solloposli a sezioue cadaverica. fu qut>c;li ultimi si trattò più frequentemente in (12 casi) 1 proceR<:I gommosi meningilici della base. In tr e soli la meninfo{iLe gommosa clelia base era senza complicazione, tre volte sì trovò complicata ai processi di rammollimenlc del cervello e crnque \'OILP- esistevano in pa ri tempo allerdzioni ~lìhtiche nelle arterie cerebrali. In un caso la meninè'ite ..!OOliD!'l!>Q oleJia base, circoscriltaJ ~ra complicata di lumore !!'ommo"o, in dne cac;i a tumor·e ~ommoso con malattia delle arterie cerebrali, in un caso ru trovata la meniogite !!Ommo;oa della con.,.essita, in un altro un focol a io di 1'8mmollime nto Jel c-ervello con malatti9 delle arterie e insieme de[!euerazione gommosa del tronco inlracranico del ner"o ottico sini~t•·o e della metà sinistra del chial>ma, e nell'ultimo alterazioni s1fililiche della midolla spinale e solo lievi aller azioni del cervello e delle art~ri e cerebrali . Il tempo della infezione sifililica pt•ima della comparsa della afft!zione centrale potè essere e<:attamenle stabilito selle volte, t! Cu fra quallro e dieci anru; io un case la sifilide era congenita. E<~1stevano alterazioni anatomiche del bu.lbo ;::olo fu Jue ca~i, in uno di ir.ite gommosa florida e in uno di iridocoroaJite già decorsa; invece fu molto frequentemente malato l'npparato ''Slscolare del nervo ottico, cioè 1 ~ volle. In quanto alle al terazioni morbose òella papilla si presE'nlò la for ma tipica della doppia stasi pa pillare due voltE', e uno volta lA unilaterale, mentre esisteva nell'altr o occhio la neurite


RIVISTA

sernplice con esilo di atrofia. Due volle si riscontr(\ la neurite ottica, una volla atrofia neuritica. tre vclte atrofia semplice e cir111ue volte la papilla aveva aspetto normale. la ~mbcdue 1 casi di doppia stesi tipica della papilla si trov" una volla roanift!sta idrope •Iella guaina del uet•vo ollie<• con alterazioni perioeuriltche ; nell'altro caso non vi era idrope, ma nello spazio intervagioale si trovava 11110 strato di tesl>oto granuloso di nuoYa formazione. Le alterazioni erano solo nella parte anteriore del nervo ottico. ~elltt stasi papillare unilaterale si trallave di un processo neur•ilico e peJ ineuritico discendente, cùme in ambedue i casi di neurite ottica e nei rimanenti casi di atrofia oeuritica. Benché negli altri cinque casi non ~i rinvenisse alcuna alterazione intraoculare, tullavia in due casi si osservat•ono allérazioui atrofiche nella parte orbitale del nerYo ollico. Il troncv ottico intracranico mostrò una distinta predisposìzione per i processi patologici. Solo in crnque casi, quelli erano <::ani, nei due casi di stasi tipica, della papilla, in un caso di lue della midolla spinale, in un caso di meningile della convessita e in un caso di rammollimento del ponte e arat·noidite cronica fibrosa. Negli altri dodici casi, due eccettuali. esistevano con<::iderevoli s pessimenti del tronco ottico che sempre terminavano nel canale ottico. Il cbiasma fu mollo frequentemente il punto di part~nza della malattia gommosa. mentre le bandelletle ottiche erano di rado relativamente tratte in compromissione. Alterazioni vascolari sifilitiche nel territorio della retina e dell'orbila esistevano rarAmente, ma altrettanto spesso al coutrario fu rono riscontrate affezioni specifiche delle arterie cerebrali della base. Alterazioni anatomiche degli oculomoLori si osservarono nei 17 casi dieci volle, sei volle in ambedue i lati e quattro volte in un solo. Il procel>sO si diffuse sempre dalle vicinanze sui nervr e produsse in parte una neurite gommosa. Solo in tre casi furono compromessi gli adducenti, ed eravi allora una meningite gommosa della base. Solo una ''olta il lrocleare. Tre ''Oite si riscontrarono altaraziooi anatomiche nella sostanza stessa dei muscoli oculari che erano provveduti dai ner vi paralizzati, sotto forma di proliferazione del tessuto


Olti.LE ~UUTTIE VENEREE E DELLA PELLE

1-!~:)

iut..rstiziale e di degenet·azione di alcuni fusci mus<'olari . Solo tre \'Oite furono o::;ser>ati fenomeni morbosi nella sfer~t del trigemino e sempre da un solo lato, una volla completa anestesia nella sfera della prima e seconda branca con cheratite oevroparalilica, una volla parastesia ed una volta iperestesia. Io tutti i casi si trattava di estesa meningite gommosa della base. H. LoHN:sTEtN.- Balla. our& meooaDica dell'uretrite croDloa oou ln1lltrameutt. - (Berliner klinische Wochenscltr(ft, N. 46 e 47).

vari processi aoalomo-palologici della mucosa uretrale prodotti dall' uretrile crontca, possono essere riuniti in due gruppi: J alterazioni dell'epitelio della mucosa e delle gian· dole; 2o alteraziom del tessuto connettivo sotto·epileliale e pertglaodolare. Con ttessun melodo non é stalo possibile thwra di curare llPII' !stesso tempo le alleraziom superfiClllli della mucosa, più ditl"use e le aJt.erazioni profonde piu ci!'coscrill~. Allo ~copo dì r·isolvere tale dirtìcollà, il rela•ore ha ratto costruire un particolare dilatatore. mediante il quale é possibile di curare le allerazioni superficiali e profonde oii qualumtue porzione urelraJe e di qualunque specie. Lo i!'trumento è stato fabbricalo dalla ditta Vetler e Liicke e C. di Berlino. Il vantaggio che l' islrumento ha sugli altri dilatatori finora non si pale'-a nei restriogimenti a forma circolar~. ma in quelli a forma circoscr·itta. Per lo scopo pratico t> necessario pos~eddre tre ''ar-iet.à del dello i-;trumento, cioè la prima per le alterazioni urelrali in vicinanza dell'oriflcio esterno, la seconda per quelle della porz1ooe pendula e la terza per quelle della porzione 111embranoS8. Ad ogni seduta, cbe si 't'Ìpete ogni 2-3 giorni, i·r.,ceJu!a e susse~uil8 da irrigaztone antisettica, si ottiene una dilatazione di :J-4- numeri della scala e in colldiziooi fa,·orevoli, dopo 4-5 sedute può ottenersi una dilatazione ma~ ~ima \J0-40 CharTiére). La disinfezione dell'i strumento si o t• tiene con una soluzione <.11 soda all' 1 p. 100, alla temperatura delr eboU1zione. Per irrigaz ooe l" Autor e usa racilltJ


RlVlSTA

borico al 3 p. 100, il permanganato di potassio all'l su 5000, l' itttolo in soluzione all'i p. 100 ecc. Questi liquidi sono iniettati alla le~peratora di 45-SOo C. L'Autore fa uso di quest' istrumento da circa 2 anni in tutti i casi di uretriLe cronica ed ba curato con esso 86 pazienti. In 12 di essi la sede dell' infiltrsroento era ii~ vicinanza dell'ori1lcio esterno, in 16 nella parte media della porziene pendola, io 26 in vici-nanza del bulbo dell'ut·etr·a e della porzione membranosa ; in 32 casi si trattò d' infilkamenti della muco!'la urelrale in diverse sezioni dell' uretra. Nella maggior parte di casi si trattò di rorme di uretrite, eire corrispondono alla uretrite cronica periglandolare ipertrofica di Oberlànd~r. Le t'on:ne follicolari, sottoposte a cura fUI'OOO l5. Degli 86 pazienti, 74 ,guarirono definitivamente. La durata della cura oscillò fra :l settimane e 3 mesi. Recentemente l'Autore ha usato il dilatatore anche in casi recenti di gonorrea in una grande serie di casi, ed ha ~pes.so ottenuto la guarigione dopo 2-3 sedute con 5·6 giorni d'inter\'allo. Conclusioni. 1., Col processo dell'Autore è pos~ibil~ la dilatazione della porzione intìltrata dell'uretra senza contemporanea dilatazione della parte non infiltrata ; è inoltre possibile la cura combinata delle alterazioni superficiali della mucosa uretrale, molto diffuse, come pure delle profonde circoserille; 2o il processo curativo è meno irritante di quello con le sonde spalmate di unguenti; 3• la forza di dilaL:azione dell' istrumento fatto costrurre dall'Autore, che nello stesso tempo può eseguirsi sscondo quattro ditezioni, é maggiore di quella dei dilatatori bilat~­ r-ale, finora usati ; 4° le complicazioni si osservano nssai più di raùo di quello che non avvenga eseguendo la cura con le sonde medicate; 5° questo processo permette l'utilissimo impiego del calore, che promuove il riassorbimento.

c. s.


DELLE llAL.~TTl.E \'ENEREE E DELLA PELLE

l ~?J

JoH"- - Sopr& un ouo d' lrl4o-~orolcUte &outa, purulent&, metubtio&, quale oomplloazlone della gonorrea, terminato con la gua.rtgtone. - Sunto del foti. Lsscb. - (Centralblatl fùr BaktP.riolO!tie und Par asirenkunde, Vol. X IV, N. 20). Jl relalore, ollr~ 5 ca~i d' irido coroidile purulenta regislrall nella lettera tura medica, quali complicazioni della gonora·ea. ne ba o~servalo un seFt•'· prodotto da gravP melastasi, (1uattro settimane. dopo l'infezione dr un· intensa gon•wrea, accompagnata da emorragie e catar·ro della vescica. La guari~ionc si ottenne dopo quasi quatlro m•·~i di cura. L'autore spiega nel modo seguente il processo morboso: • 1 J,ronococchi cagionano neiJa muco"a ureh·ale un processo infiammatorio, il fJuale apre ad essi la Ylll di penetrazione nelle '·e ne o nel sistema linfaLico; quindi ~i ungono al cuore; •fUÌ ti.rmauo l1'0mbi da ~onococchi in una valvola cardiaca t! c-agionano un· eodocardrle leggera poco manifesta; 1 cui prodotti. oppure le or iginarie masse del tromb.l giur.gono nella corrente arteriosa sanguigna e ~o questo nelle di·v ~ r,.e par li del COI'pO e Si f~rmano la, ove trovano un adatto l~rre no nutrilr·:o. Tostochè hanno Iii. spiegalo la loro azionP inliammativa, sono ùist rutli per fago~ilosi o per islolisi, o p~r altre cau-.e, perciò la ricerche nelle tumefazioni arlicolari ecc. riescono per lo più negative ». La ~ravita iel morbo può es-;ere determinata dall'esame batterioscopìM del pu~, ottenuto med1ante puntura.

c s.

RIVISTA DI TERAPEUTICA

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Il sal&oetolo :nelle diarree ertive e oolertforml. - (Brit. ;\1erl. Jou r n.).

B '>\ RGET - -

Il Bour·gel, dopo ave r lodato i molli vantaggi che offre 11 l'lllolo in molle circostanze, richra ma l'attenzione su di un nU•lvo composto di ac. salicilico e acetone, che ha esalta mente le medesime propriet8 chi m che e fisiologiche del sa.


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IUrtSl.\.

lolo. 11 nuovo m"' licamenlo tl .Id lo !!ala~etolo e forml.l tnta polvere bianca cristsllioa, in~olubile nelfacqua. conteneut~ il75 p. 100 di ac. l'alicilico (il :;alolo ne contiene 60 p. 11JtJ). E~'~u altra,ersa inalleralo lo stomae<>. ma giunto nelrintestiuo, per la presenza dei succhi eulerici alcalini, lentamente a bbandonal'ac. salicilico, e l'acetolo ~i tra~rorma in acetone e 'a t-ne cosi eliminato. L'ac. saliciltco comparisce nell'orina mezz'or·a dopo l'ingestione del salse ·tolo, e una dose di 2 fl'rm. f. com. pletameote eliminata in 2i ot·e. Il modo d'amministrare questo medicamento h:. una parte importante nel detet·minare la rapiJilil del suo assorbimento. Sembt·a che esso sia meglio · as::orbito e meglio eliminato l>e \Ìen dato iu un olio pUrfraIÌ\'!0, come p. e. l'olio di ricino. l risultati ottenuti sia nella praticn osr-edaliera, che in quella privata. mostrano clw il salacetolo dalo a questo modo è molto utile nelle cliarree coleriformi e nelle anezioni aflini. Il B. in Yista dei van· taggi del salacetolo, ha abbandonato i rimedi fin qui u"a l1 (oppio, bismuto, e'!c.) A Yvien~; rAramente che esso debba ripelersi nel giorno succe"'"i vo: ma se ciò è necessario nes!'.Uil Janno può derivare all'ammalalo. P er l'assenza del fe· nolo, il salacetolo è meno pericoloso del salolo, del qual~:: po"siede tutti i vantag~i con pC~.:: h i dei :;ouoi difetti Es~o :le' .. ...amministrarsi a digiuno. G. G. P OE HL

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Bpermlna -

(8r il. Metl . ./ollr n

Il doLI. P oehl enumera le parli del corpo io cui la spea·mina si lrùva norcnalmentt-, glandola tiroide, timo, rnllza. o'aia. sangue e testicoli. E stata estratta da queste parti sotto forma rli fosfato im-olubile cristallizzato, tonosciUlo e<>l nome d• cristalli dì Charet l Leyd••n . Egli r itiene elle la spermina .. una leue<>maina. ciot: un prodotto rh metamorfosi re· gressiva dell'a lbumina. Come tale es<>a é uno dei costituenti e fo rse il principio attivo del succo testicolare di Brown Sèquard, quantunque non al.>bia dalo i medesimi risultati. Riguardo alla sua azione fisiologica, il P oehl ritiene che essa i· un potentissimo ric~ll!"Liluente della proprietà O!.'"idanlP


01 TKR:\PEOfiCA

del sangue. Questa sua opinione é confortala dal fallo che una piccola quanlita di spermina può ossidare grandi quantità Ji mangn1ese metallico, •lal suo potere vivificante nelravve1enamento per cloroformio, ed io •1uei casi in cui per lesioni del midollo spinale avYiene una riduzione dell'ossiduzione inlraorganica. 1nollre il Poehl cita delle osservazioni allo ~copo di dimostl'at'd che gli effetti della sperroina ~on più sensibili in quei pazienti in cui esislono simili processi, come le varie forme di anemia, il diabète, il dimao-r11menlo ecc. nei quali le autoi11tossicazioni sono manifes-te ~uali t-fretti dell'accumulo di prodt•tli l"irlulli,·i. Infine egli ha notalo. come effetto costanle delle iuiezioni di spermina, raumeuto ùelle materie azotate emesse dai reni. Gl:i effetti osservati receulemente sul bacillo del colera sono anche citati IJer sostenere l'opinione che razione tonica delia spermina è il risultato dell'au.mento dei processi d'ossiJazione intraorganica. Poehl Lratla in seguito la questione perchè alcune volle •yuesto risultato manca; e riguardo a ciò accenna a casi descritti da vari autori. i quali in determinat-e condizioni palolodche osser ..-aronc un'escrezione tli fosfato •ii spermina atlrl\verso varie mucose. Questi sono da lui spiegati coll'ammetter~ che la diminuila alcalinità del sangue fa precipitare la sper mina sia sotto fOI'rna tli cristalli sia so.tto quella di fostato amorfo: le sue propriela vengono cosi sospese. Questa diminuita alcaJinitu dol sangue é stata osser vata in varie malattie in cui è fattore importante anche la diminuzione dei processi d'ossidazione intraorganica. Ciò spiegherebbe i benefici effetti della spermina in certi casi d1 nerraslenia in cui l'alcalinii.S del sangue sarebbe pa· tologicamente diminuila. In prova di ciò é stato osserYato che una cura di acque alcaline aumenta gli effetti terapeulici ,Iella spermina. H Poebl conchiode che la spennina Mn l>. uno specifico contro una determinala malattia, ma deve considerarsi come un mezzo alLo a promuovere le ossidazioni nell'inter no de l corpo: d'altra parte, tenuto conto della sua idelllità con un nor male costituenle del cor po) il suo uso non può presentar pericoli. G. G.


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111\'iSTA

WoLKowrrsca. - n aalolo nel colera. - (Brit. Jifed. Jou rn.. Il ùoLl. insiste sulla necessità ùi trattareimmediatamenteogni caso di colera. A sostegno di ciò egli rila 100 casi suoi pt'ùpri in cui si potè far molto dopo l'insorgenza delle diarree e pr·ima di quelle dei sintomi generali. Durante un'epiùem1a di COlera egli traUò fin dal principio tutti i casi di diarrea (circa 200) col salolo. Ec;so fu dato ati ammalali di ogni età e ralmenle negli adulti la prima dose fu di 30 grani e quella gior naliera di 2 dramme. Un notevole caugiamento nella consistenza delle feci si palesava nelle prime 12 ore e dopo altre L2 e 2i ore si aveva la prima scarica normale: cessando in pari tempo le MU«ee, il vomito ecc. Se la pr im1l cartina era vomitata, se ne somministrava subito sep;uila da Lbè caldo, del quale il Wolkowilscb faceva tinuo uso af.lo scopo di arrestare le nausee ed il vomito. Olll'e a ciò il letto er a tenuto caldo. T ranne alcuni sionali sintomi soggeUi,·i da parte dell'udito, nessun venienle s'ebbe a notare e il risull.ato fu completamente vorevole, quantunfJue alcuni pazienti aveasero soffer to qualche tempo di diarrea e il trattamento fosse in ciato quando i sintomi generali et•ano in alto. Il \Volko attribuisce il successo di questo trattamento al flllto che i pazienti erano i:1 grado, al delle diarree, di cominciarlo. G. G. C A.lRD. -

Alimentazione lpodermloa. - (Br ii med. Journ.

l1 dott. Csird (Edinb. Med. Journ.,) riferisce un t•aso di estr ema debolezza et! emaciazione d ipendente da stenosi esofagea per tumor e maligno, in coi fu JaLto un len lati~o di alimentazione per via ipoder mica, allo scopo tli migliorare lo stato generale del paziente per polerlo poi operare. A tal uopo si praticarono delle iniezìoni intramuscolari di olio olivo sterilizzato. Nel corso di una settimana se ne iniettar ono nella regione glulea 3 a 4 once. 11 paziente ne ottenne tali \'antaggi che potè- esse r sottoposto a ll'operazione gastrostomia, la quale per altr o fu seguita al 6' giorno


DI TEiiAPIWT!CA

improvviso e letale coUas"'o Secondo il Ca1rci non c'era limite nella quantità d'olio che il suo ammalato poteva ricevere. Qn••slo lirJuiùo non dette mai Juo!!o ad inconvenienti, neppu1• dolori, e 1 siti nella puntura non reagirono mat. Qualche \•olta l'oljo era mi~to a zucchero. Secondo lui, questo metodo puu usarsi i•l molli ollri stati patologici e, nnclt~ s'inietta unn o:;ostanza alimentare blanda e previarnenle s\eriliuala, non si può anjar incontro a pericoli di sorta G. G. La ou.ra del dl&bete melllto, speolal· meaate nello atadio ptù avanzato. - (Tite Laneet).

K;t,RL Gauae. -

Dalla propria esperienza su 187 ammalati di diabete, e da quella del dotL Scbmilz su :lOOO casi, l'autore c iodolto nella c0nvinzione che nei casi gravi nei quali il coma diabetico é imminente. sia assolutamente neces<~aricl dar cibi che contAna:an•J 2ranJe tuanlita di carboidrati. - Infatti, ,1 àott. H1rschfeU provò sperimentalmente che l'acetonuria puù e~ser proùolta in individui snni arnmini~trar.do loro cibt coshtwti da ::;ola albumina e grasso. e cbe può e"ser soppres~a con l'ag~unla ùt carboidrati, i quali, amministrati in suflicientl' quantitù, J>Ossono prevenire la comparsa dell'acetone nell'orina durante le alle febbri. La presenza dell'acetone e dell'aci.lo diacetico nell'orina de' diahetici gr·avi si spiega col fatto che gl'idrati di carbonio sortono inalterati dall'organismo, perchè i tec;suli han perduw la racoltA d1 oc;sidarli, onde il diabetico può esser conc;iderato come un uomo vivente di solo albume e grasso. L'unico modo quindt di prevenire l'acetonuria che divien troppo intensa e finisce col coma, é d1 salutar l'organismo d'idrati di carbonio. Un uomo di 39 anni appartenente ad un'intera famiglia di aiabetici, era da due anru assoggetLato aUa cura ortodossa, vivenrlo esclusivamt>nte di carne, pesce ed uova, ed era ridotto a tal runlo di debolezza da non poter camminare. Aveva edema ai puwi, rossore al vi'lo come i tisici, alito fetido di acettJIH', lingua e labbra escoriate, sole ardente, secchezza


RiVISTA. 1232 delle fauci. L'esame dell'orina sve•a\"a la presenza del5 p. lOO fli glucosio, e grantfe quantità d'acetone ed acido diacetico. L'infvrmo era s lilico da 4 giorni e sonnacchioso. L'aut.ore, vedendo imminente il coma diabeLico, prescrisse una diet.el.ica con poca ~rne o pesce e niente uova, e patate quante Pinfermo ne desiderass~, con uu po' di pane; acqua di Neuenal1r, 20 gocci~ d'etere nitrico in un po' dì vino o whisky tre vo1le al giorno, ed un clistere al rnallino. Si esaminarono le orine dopo due giorni. e si trovò il 6,3 p. 100 di glucosio; ma pochissimo acetone. e non p1ù acido diacetico, la sete era divenuta meno ardente. la lingua meno arida, il caLLivo odore dell'alito era appena per~ettibile, e continuando l'infermo nella stessa dieta, ma riducendo Klla metà la quanl.ila di pa ne, poi riprendendo kl dietetica azo tala con abbondanza di paLate, in tre settimane la quantit.a dello zucchero scese aH'1,1 p. 100, 1' infermo potè camminare per mezz'ora al giorno, e dormir profondamente nella nolle s.e nza esser disturbalo dal bisogno di emettere orina. n dott. Scbmitz s ostiene che quando si ordina una diete. tlca assolutamente carnea per lungo tempo, r infermo se ne stauca., e se ne allontana di troppo, quindi è meglio concedere una piccola quantil8 di carboidral~ ed insistere s trettamente su q11ella piccola quantita. La sua esperienza e quella dell' autore, concordano in ciò, che l'uso del pane bruno e biscottato è più nocivo del pane bia nco, cbe l~ frutta son veramente nocive, che le patate si possono molt& vo1te concedere. L'uso della saccarina come sostitulo dello zucchero è ritenuto dalra.utore come innocuo, ma l'abuso produce facilmente ìndigestioni. Il glucosio è ritenuto il miglior sosliluto dello zucchero, uLilizzabile da un organismo diabetico perché nutriente, mentre la saccarina non contiene priocipii nutritivi. De' rimedi preconizza Li contro quesla malattia, nessuno, secondo 1' autore merita considerazione speciale. Alcune acque minerali, specialmente alcaline come quelle di Neuenabr, Carlsbad, Vicby, diminuiscono alcune sofferenze dei diabetici come la sete e la secchezza delle fauci, ma non s~


D l TER \PEUTlCA

ue ;;lotrebl:l dire 'l perché; forse, secondo Schmitz, favori$C0;1o l'ossidaztone de· carboidt'8li. L"e,;ercizto corporeo è una vera necessità nella cura del J,abete, P Jt.:ando l'io fermo non può muoversi ùaUa debolezza, bisogna ricorrere al massaggio, specialmente all'unpastamento de' museo!~ che mira a diminuire la quantill:ì dt ;.:Iuco~io nelle orina. Quando però vi sieno dolori neuralgict uel tronco o nelle merob~, il massag~rio deve risparmiar Je parti dolorose. ed é utilo> allora ricorrere ugli antineurall!ici. ed anche alla corrente galvani~H o t'aradica. È un !Zt'Oflde errOt·e. secondo rautore, $!Uardar la cut·a d~ l diabete dal solo l~tto della scomparsA dello zucchero, J"unpot·tante non è di escludere gl'idratt di carbonio dalla dietetica. rna li ridurre l'organismo aù utilizzarli di nuovo.

Aziolle del aelenio e del tellurlo aul oorpo allimale. - F. CuPcK e I. WEtL.- (Arelt.Jti.r e~pDr. Path. und Pharm. e Centralb. fùr tlie nw.J.. Wi.<Jsensrh., N. 5, t89i}. ll selenalo ùi soda anche alla dose di 1 mg. provoca nella rana stntomi di pat'alisi centrale .. la morte per arresto dia~tolico 11el cuor••. L'atropina, nel caso dei fenomeni card1aci non determina alcuna alterazione, la digitalina e la fisosligmina 1nducono nel cuore già arrestato nuove contrazioni, P con <.,,, è dimostrato che l'arresto diastolico del cuore deve r1f~r'ir:::~t alla paralisi dell apparato eccitomotore. ~egli animali a .::angue caldo osser·vasi ambascia, vomito, frequPnte diarrea, tenesmo dispnea e morte dopo convul!'ioni generali. Xell'apparato della ctrcolazione si hanuo gli elf~>lli rli un pro~ressivo abbassamento della pressione sanguigna rhe ha per causa una paralisi del sistema vascolare pertfPr·co. La :c:ezione cada verica mostra costantemente 5rravi alterazioni della mucosa intestinale, come iper·em1a, edema, de;.quammazione dell'epitelio villoso. Gli · ·retti venefici del teUurato di soda !<Ono molto simiti a quelli <lei selenio. NeJia rana, oltre la forma di avvelenamento sopra ricordala, si os~ervano anche contrazioni mu>'colari lìbrillari e un~ ùiftusa colorazione grigia di tulli gli 7~


1\lYlSTA

organi pel t.ellurio metallico. I: aria espirata lof:li animali a sangue caldo dopo la sommmistrazione del lellurato rh sodu, pochi minuti dopo che l'hanno preso acquista un disgu:;toso odor~ aglittceo. L'acido teUurico mostru inoltre nei gal~i una manifesta azione anliid.J·olica, azione che ha cvlnune con l'arsenicato d1 soda. Del re:,to i sintomi 80no e~uali a rrueiJi del ~elenio: solo il tellurio è quantilativameot.e meno attivo. Come resulta da quanto ru detto. i mEtuili selenio e te1Jur1o stanno, per la lor'O azione, vicini all'arsenico e all'antimonio. Roux. - La cura della cllfterlte umaua col ldero anttdl fterloo. - (R1•oue scienttjlqu.e, 15 ~elt.emhre 1~!11). Fino dal 1891, Rome proseguiva iu unione a Martin delle esperienze su questo soggetto; e i loro r isultati furono conformi a quelli dei lavori anteriori di Behring. Ebrliclt, Boer, Ropel e Wassermano. .Ecco •Ju&l"é secondo Roux la tecnica della preparazione del siero antidifterico d la. pratica dellu suu amministrazione ai malati. Gli animali che devono fornire il siero an1ilo'!sico sono prima immunizzali contro la difterite, per mezzo della t.osSJna difterica. Questa immunizzazione si fa 11el seguente modo. Si comincia prima coiJ'aLlenuare l"atlivilil della to!:'~ina per evitare gravi e pericolosi accidenti. Per ciò fart' Rou:x prefer1sce l'uso ùella to~ma jodata, già u:oata da lui uelle sue ricerche sul letano, perchò meno pcl'ico!ose. Si aggiunge alla t.ossina un terzo del suo volume di liquore di Gram. e dopo alcuni istanti si inietta il miscu;rho solto la peJJe. Un couiglio ordinario sopporta ci'emblée mezzo centimetro cubo ùi questo liquido: dopo a1cun1 giorni si ripete l'iuiezioue e "'i continua cosi per ({•Jalche settimana: allora si può o aumentare ht do~e della tossina jodata oppure diminuire la proporzione dell'jodo. fino ad arrivar·e alla t.o:c<sina pura Bisogna ben sorve~liare gli animali ed interrompere il trattamento quando diminuiscono di peso. SelLe cani immunizzali contro la difterite hanno fornilo un $iero molto attivo:: montoni e specialmente le capre sono invece molto


01 TERAPEUTlCA

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~ ... r,sibìli ul veleno, e percio 111 loro immunizzazione ricniede

oolla prudenza. Co~"'i dicasi delle vacche, il cui latte pw) 1 diventare una sorgente molto importante di antitossina. :-.ra di tuLtì gli animali che possono fornire grandi quantitn di ;::iero ti cavallo è il più facile a immunizzare, per la sua alta tolleranza. ~on è raro di trovare cavalli nei quali 2 11 5 centimetri cubi dì tossina pura non provocano. anche ,,. orima volta. cbe una febbre passe~gera e un edema locale eh~ presto sparisca. Ammettendo con Behring che uu auimale fornisca un siero tanlo piu antitos~ico quanto è maggior~> la sua sensibilità a 11a tossina, la scelta del C8,·allo potrebbe sembrare maJ falLa. Però Roux !lCelse il ca,·allo perché il su() !iero anche a dosi considerevoli é IOoffensivo e per gli animali di laboratorio e per l'uomo. lniellalo sotlo la pelle esso e 8SS()rbilo in pochi istanti senza alcuna reazione. Aggiungasi la raeililà estrema con cui si può salassare il cavaJlo (alla giugulare) Il poler·e immunizzante del 5=if"ro equino è aUualmenle vicino a iOOOOO, ed é facile aumentarlo ancora. Un altro vanLaggio che offre il cavallo t> l« rapidtta con cui lo si può immunizzare. Infatti Rou"C. e ~Jarlin, in 2 mesi e 20 giorni hanno potuto, Cl•minciando con delle dos1 di 1/ 1 di c. c. di lossina joJala a 1/ 10 , arri vore a dosi di 250 c.c. di tossioa pu1·a senza inconveniente alcuno Per meglio conservare il cavalli) il procedimeot<l piu comodo é dì inietLare la tosSina nel momento stesso in cui si Ca il salasso, e di lasciare !'animale in riposo per una ventina di giorni; però è più efficace l'inieZione di piccole dosi a brevi periodi. Quali sono le proprielà sperimentali del siero antiùiflerico? SI! si aggiuo~e Ji questo siero alla lossina difterica, questa ùiveola inoffensiva. e questa azione non si verifica soltanto in. oicro, ma anche nell'organismo. (.;n porcellino d'Jndia che abbia r1ce'\•uto una conveniente dose dì siero S<>pporterà poi indifferentemente una quantità di lossina che U<'Ciderebhe immancabilmente un porcellino non iniettato. L·l stes:-o risultato si l1a iniettando prima la tossina e poi il siero. Il siero é inollre pre!lervativo e curath·o non solo contro la tossina ma anche contro il vir:.1s vivente. Queste


RTVJSTA

proprieta furono scoperte da Behrin~ e sono la base della cura della difterite. Esse sono do\'ute a una sostanza speciale chiamata antitossinA, la cu1 n~tlura é pe r ora sconoSCIUta, come quella della tossina !<lessa. Gli animali immunizza 1i coll'antitossina di \'6ll la no refratlal'ii prestissimo alla malattia, ma questa 1mmunità non dura piu Jì qualche giorno o seltim!tna, molto dillerente in ciò dalri•nmunilà acquiSitala colle iniezioni graduali della tossitJII. Per apprezzare rattività immunizzanlii del sier·o, Behrrn ;.: per il primo ha proposto di stimare la forz.a di un siero dalla quantilà oecessarul per immunizzare un ~rammo Jel peso di un animale contro un volume di tossina sicuratnente mortale, e iniettato 12 ore dopo il siero. Così si dice che un siero è a 1/ 1. , quando un grammo di questo siero immunizza un chilogrammo d1 animale contro la dose d• tossina rbe è capace di uccidere. In seguito questo metodo di calcolo é stato sostituito da fJueilo ùi Ehrlich, secondo il quale l'unità 1mmuo•zzante è rappresentata da un decimo di centimetro cubo d1 un siero che, mescolato con '/10 di LoSl>ma normale, la ueutrahzza al punto che il miscuglio iniettato solto la pelle di un porcellino d'India non produce alcun edema. Checché ne sia basterà dire che la tossrna adopHJ'al.a da Roux uccide in 48 ore alla dose dì 1/re di c.c. un porcellino di :)1)() ~r. e che, mescolando 1 •• di c.c. di siero antitossico con 1/ 10 di questa tossina, non si proùuce sul!'unimaJe traccia di edema. 11 potere prevenJvo del siero si marufesla anche quando fò si introdut:.e pr im!i deUa tossina. In questo caso gli animali resisll)nO sèmpre se la quantità del siero è proporzionata a quella della los~ma. Basta che un porcellino abbia ricevuto 12 ore prima l/100000 del proprio peso di siero, perchè resrsta a una dose di tossina che uccide in 5 giorni gli altri porc~lhni. fnlroducendo invece la tossina per la prima è nec-essaria nna tanto maggior qua ntita di siero quanto più tarJ.i si intervienE>. Mentr•e dopo 6 ore sono ancora efficara delle iniezioni a 1/1000, queste non lo sono più dopo 12 orP Però dopo]l'inoculazione soltocutanea del bacillo òifter ico, l'intervento è ancora attivo dopo 12 e 18 ore.


DI TEilAPJWTlCA

f.?3i

Studiata c~ i sperimentalmente la questione del ~iero antìdil\erico, Roux, Martin e Challlou, lo banno sperimentato nella difterite umana allo spedale des enfants maladett. Dal 1" febbraio al 24 l• glio 1~9i entrarr1no 448 bambini al riparto dirterici e fornirono una mortali lA di 109 ossia del 2i.3:l p. 100. ora questa mortalilà ru dal iSOO al 9~ del 5 l ,71 p. 100 sopra 3971 bambini. Il beneflz.io por tato dalla nHova cura ~arebbe dunque clel27,38 p.100 Nello stesso periodo di tempo 500 bambini entrarono per difteriLe allo spedale Trousseau e ne morirono 316, vale a dire il63,20 p. 100. Tale é la slalisLica bruta; ma per ben giudicare la questione bisogna, dai 418 bambini levarne 128 r.he non risultarono, all'esame batteriol::gico, effeUivamente affetti da difterite. Bisollna levarne altri 20 che morirono prima che si rosse iniziato trattamento di sorta. Restano co~1 300 ca:si precisi di difterite vera. con 78 decessi, ossia 26 p.100, menlr.-e una statistica precedente, stabilita c-olle steqse condizioni, dava una mortalità del 50 p. 100. Il siero adoperato (equino) aveva un·auività compresa tra ::-:tO,OOO e 100,000. A lutli gli entranti si davano sistematicamente m una sola in1ezione 20 cc. di siero sotto la pelle del fianco. L'iniezione non è dolorosa; e t-e fatta asetticamente, affatto innocua. Venliquatfore dopo la prima se ne raceva una seconda di 20 o 10 cc. " queste due iniezioni ba!>tavano per produrre la guarigione; ma se la temperatura $i manteneva alta s:i faceva un'altra iniezione di 20 o IO cc Gh accidenti consecutivi alla difterite diventano più rari dopo la cura col siero; però si osservò qualche paralisi. ~fa per giudicare del valore terapeutico del nuovo rimedio è bene fare una classificazione dei casi curati. Bisogna prima distinguere le angine d&i croups. Tra le an!rlne bisogna distinguere quelle dineriche pure e quelle associale ad altri microorganismi. Le angine pure sono state 120 con n deeesc:i. 7.5 p. 100: dei !l morti, 7 non sog~iornarono che 2i ore aJio spedale: non computando questi, la mortalita de1 casi rimanenti è di 1,66 °(.; e si noli che dei 2 malati che soccombt>Llero uno aveva contemporaneamente peritonile tubercolare, l'altro un morbillo mollo gra,·e: da ciò si pott•ebbe


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IIJ\"lSTA

concludere cJ1e qualun•fUC anl!ina pura dc,·e guarire 8C curata a tempo. Lo stato generale è rimasto eeceUeote. Ld false membrane cessano dj aumentare in ::H ore; dopo :~, 48 o :-2 ore al massimo s1 distaccano . Sette 'o!Le soltanto resisterono più a lungo. La temperatura si abbassa e bruscamente, spesso fin dalla prima iniezione; nelle angme gravi persiste. e non cade che alla 2• o :l• ini~ztone per lisi. anche l'albuminuria pare cbe non sia così rrr<]uenle, tra i curali col siero. come lo è nei dìfiericì curati all"antica. Ben t~llrimenti si !'ono comportati i casi di ougiua con associazioni microbiche divet•se. Le angin e associatld col piccolo cocco (9) sono tutte guarite, come pure quelle collo stafilococco piogene. Le angine associate allo st~ptococco, di cui è ben nota l'e!'llrema gravitA, sono state 35 e di queste 12 terminarono colla morto, ossia il 3-i,28 p. 100; mentre la tr..ortalil.à abituale è dell' 87 p. 100. J croup~ vanno poi distinti in croups opQrati e in non opera li. Furono curali 10 casi non operati con un decesso solo. e fu un caso dj laringite diCLerica con associazione di streptococchi. I croups operati furono 121, con una mortalità di 56, eioèdel46,28 p. 100. A.uche tJUi ~iova distinguere i croups difterici puri, dai croups a associazioni microbiche. Tra i croups operati puri. su 49 casi si ebbero 15 deces!>i (:m,6t p. 100); ma togliendo i ca«i Iii morte avvenuta meno di 2i ore dopo ring res....~, ~~ arriva ai2"2,.Up.100.Tra i croups a associaziOni mìcrobiche 11i trovano 9 casi associatt al piccolo cocco con l de~so; Il casi con stalilococco, con i morti, cioè col 6:3 p. lOO (5np. 100 se se ne Lol~ono :l ùecessi a,·vf>nuti meno di 21- ore lopo !"ingresso); 52 casi d1 croup eon slreptococcbi, con :13 mor•i, cioè col 63 p. JOO. Sebbene questi risultati sembrino di già bene incoraggianti, Roux pensa però che se ne possa ottenere dei mi'l'liori; specialmente migliorando l'igiene. Isolando meglio i malati si arriverà ad evitare una delie più frequenti cause di morte, il contagio secondario nello spedale. l nt'atti, oltre al morbiHo. alla scarlattina, sono da temersi Je infezioni d'ogni specie, e particolarmente la streptococcica.


Dl f.ER.APEUtlCA

Infine J-,j,..ognerebbe istituire In cura più presto che po--sibile. A quanti bambini non !>i eviterebbe la lracheotomia, •1ues1.8 porta d'ingresso dell'infezione, se il siero rosse amminic::Lralo suhilo ~ Aggiungiamo che Aronsoo di Berlino b&, come Roux. at.lo· J>erato siero di cavallo. Su l!t.2 tlifierici (controllati batterioJogicamente)ebbeunamorlalitA del H p.100; ma, lolti i trasportati moribondi, resla una wortaiHAI'Ii 11 ,:1 p.lOO!>U IG!>cac::i. In quello stesso spet.lale la mor'talilà era !>lata nel 189L '-'11 20:3 casi del :l2.5 p.100: nel 1892 su 34 t ca c:: i del :i'l,i-; nel 1893 su 426 ca'H del 41,8 e nel 18~i, prima d1 cominc1are la nuova ••ura, t.! el H,8 p. tOO. Aronson ha anche usato rJ siero antidifterico per immunizzal'e 1 bambini delle famiglie in cui vi furono c.tsi rli dinerile (1 cc. di siero è sufficiente). Su 130 bambini curati 2 soli fu rono colpili da difterite molto leggera. Dal punto di vista pratico aggiungiamo che il siero er1uino si conserva senza alterarsi tenendolo a ll'oscuro in bottiglie c::terilizza le, ben piene, seuz"altra a ggiunta che un po' di canfora fusa. Il siero disseccato nel vuoto [Juò trasportarsi dovunque; e riprende le sue proprietA se lo si sciotrlie uuo'"amente in 8 o 10 ,·olte il suo peso di acqua pura. Perb 'lU~~ta soluzione dii una piecola tumefazione locale pac::qesruera, che non è prodotta dal ::::iero naturale.


RIVISTA 01 TOSSICOLOGlà E ~IWI('I~A LEGHE L'ouloefag ta, na. frequeus.a nel des-eneratl. -

BÈRtLLO"'

- (Journal de M edecine et de Chirur(1ie).

li dollor Bérillon ha pubblicato un curioso studio sull'abitudine che hanno di rodersi le uugllieungran numerodiind1vidw, dimostrando che questa onicofagia si r u•conlra frequentemente ne1 degenerali, e che essa è susrelllbile. in certi ca!'i. di essere guarila con la suggestione ipnotica. Ecco alcune mdicazioni su questo argomento. Quando si s~udiano le condizioni io cui ha potuto nasce1·e una tale abitudine, si é immediatamenle portati a lrovat·e una spiegazione più o meno soddisfacente nell'istinto che porta il ranciullo. fin dalla nascita, a succhiare, o piul~sto a poppare in una maniera riflessa gli oggelli che sono messi in contatto con la sua bocca. È verosimile che in molti onicofagi, rabiludine t> la continuazione, per semplice abitudine, d1 un'impulsione primitivamente istiolh•a e la t.rasformazione di questa impulsione in un allo automatico ed inconsClen le. ~fa è raro, cercando bene, che non si trovi ne~li ascendenti o in coloro che circondano ~li onicofacri delle persone avenli la stessa abtludioe e che loro banno dal(l il catth·o esempio. In quasi Lulte le osservazioni raccolte dall'autore si tro· varono associate l'infiuf!uza dell'eredita c quella dell'imitazione. In una famiglia composta di" sei fanciulli, lutti e sei ~<i rodevano le unghie. 1l loro padre alcoolico, ave,·a tra::<me~so loro la degenerazione. Egli dava loro inoltre resE>mpio di questa cattiva abitudine. Di più. ronicofagia è spesso legata ad altre manifet>taziont della degene1·azione, come l'incontinenza notturnt~ cforina, le tendenze impulsive, i terrol'i notturni, il sonnambu-


RIVISTA DI TOSSICOf.OGI.\ E ~EDICr.iA U:G.\U

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Jismo, il sonniloquio, le balbuzie, la pusillanimità, i di~turbi morali. ronaoismo. Gh esami cimici !)r&ticati su molti onicofagi hanno dimo· strato in un modo ind1scutibtle che se, in molli casi, l'iruitazione ed il contagio dell'esempio hanno potuto costituire lo stimzllus indi~pensabile per dar ori~ine a qualsiasi impulsione automatica, la degener·azione ereditarit. non vi f> meno il fattore !>ÌÙ potente nella comparsa dt:ll'onicofagia. È possibile d'altronde rendersi conto dell'importanza della questione colle statistiche ritletleoti fanciulli appartenenti a classi sociali mollo dillerenti. Le primericercbefuronofalle dall'autore in una scuola comunale maschile di Pari;:n. Sopra!!65allieviesaminati,furonolro· vali 63 fanciulli che si l"Udevano le unghie in un grado molto pronunciato. Nella stessa scuola si tro.,arono 53 rodtlori di penne. Dalle ricerche fatte in varie <:lassi di un liceo di Pa· rigi è risultato che il numero de~li onicofagì era sensibilmente lo stesso negli allievi dell'msegnamenlo secondario eù in quelli dell'insegnttmento primario. In una maniera generale gli onicofagi t><>no in uno stato d'inferiorità mollo apprezzabile, sia dal punto di vista dello sviluppo intellettuale, siia dal punto di vista della sensibilità moralt-. Xel tempo di una visita fatta recentemente dall'autore io uoa cla~se di ranciulli di sei a otto anni, sei a1Jie,·i, giudicati dal maestro come i pii.t cattivi dal puolo di vrsla della disciplina e del lavoro erano stati isolati dagli altri. Quando si esaminarono le mani di questi indil'ciplinati. ~i constatò che sopra sei, cinque si rodevano lE' unghie al piu aiU> :n-ado. Questa dimostrazione impreveduta veniva inopinatameote a confermare rasserto dell'autore. Del resti), in molti paesi, il sentimento pop()lare ha fallo agli onicofa~i la reputazione di essere dotati di un carattere difficile. ~on è soltanto in Fr-ancia che infìerisce l'onicofagia. In certe scuole d'lngbillerr-a essa fu constatata in un gran numero di fanciulli. Cosi. in tre classi formanti in totale di 33 aUievi che appartenevano a famiglie agiate, si ri!"cootrarono 16 roditori d"U!l!lhie. L'onicofagia, designata in lnghillerr'u


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JUVlSTA DI TOSSlt;Of.OGIA E MEDICIX.-~< LEIJ...\t.E

coJ nome di nail-bitinq, si è consideraLa come una abitudine molto noci\·a. In cerl~: scuole le mani degli a11ie,·i SOM l'oggeLlo di frequenti ispezioni. l roditori di unghie sono se-

veramente sgridati Tuttavia pare, ehe in Inghilterra non più che in Francia, le punizioni non abbiano per effeUo di guariee l'abitudine.

RlVISTA DI TECNlGAE SERVlllO ~WlCO MILITARE Ce:anl ani fnnzionamento del aervlzlo sanitario militare per la cura del ferltl nel combattimento eU Agordat. - (Colonia Eritrea) del 21 dicembre 1893. -Estratti della relazione del 20 aprile 1894 del maggiore medico L. Gol· tardi, dìrettore dei 8ervizi sanitari in Africa. La r elazione si compone di due parti, la prima riguarda l'ordinamento del servizio, la seconda alcuni cenni sta~isLici sanilal'i. L

SoccoT'Iro immediato, sgombero rki jeriti, m~..i di traAl soceorso immediato dei feriti tu provveduto du· rant~ i due primi giorni, 21 e 22, dagli ufficiali me ìici addetti agli stessi ripsl'Li di truppa J'opet-atioue, coi materiali, ch-.·:ssi av&vano in dotazione. Dura nLe il comballimento oou fu possibile prestare altro soccor~o ai ferìti, che con calmarne la set~, somministrare qualche ristoro, praticare fasciature, lampnoamenti, medica· zioui, ridurre le fratture ed applicar·e apj)arecchi provvisor i e di ripie-.:,"'0, e soprattutto col trasportart~ il più presto possibile tutti i feriti trasportabili, che non pote~ano cammiuàr-e, su nel forte, dove poco prima era sta to impiantato il

Sji(Jrto. -


RJ\"IST.\ DL TEC\ICA l SBUVJZII) ».EDICO ~lLlHRE

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po-.1, i muc.licaziooe. o coJ sorr~~g~re ed avviarvi quelli che s• so-.L•·ne,·ano J a sé. 11 tra!tport.o :=i t'ece sui rnuletll oppure a braccia. o colle barelle, o cogli angareb dai commilitoni st.essi. Ltl rice••ca dei feriti e il lraspo1·to di essi al posto di medicatione anzidPtto continuò, dopo il combattimento, per tutto il resto ùi quella giol'nata e le altre due successi\'e; durante le rruali ultime e i giorni appre!<M t-~i ebbe pure cura di seppellii-e o bruciare qll8nti più morti Fi potevano. In tutto i feriti delle regie truppP. risullarono n. 12~. Lo !>~ombero ds. quel posto di medicazione alla infermer1R d1 Cheren fu fatto in cinque carovane. La prima di queste ru inv1al.a la mattina del giorno 23, composta eli Lutti i fe riti che, a ca,·allo di muletti od a pied1, potevano resistere al viaggio lungo 'luasi 90 chilomet1·i e di::agevole in alcuni tratti, !ìpecialmenle. nel dislivello ripido di cìi'Ca 500 m. da Ad-Agad a Cheren. La !ìeconrla carovana ru spedita il giorno successivo. :H, t;ompo~ta di n. :m feriti. che non erano del Lutto 1eggieri, m-t tuttavia non avevano bisogno d1 !'pedienli speciali di lra"porlo e ·J er~nn in istato d1 l"Ostenere il "'iaggio sui mulelli

--enza inronv~nienlt> . LA tena, partita la mattina tiel giorno 25, ed arrivata a Cheren Ju sera nel 27, fu accompa~nata da uo ufficiale medito, ed era composta dei due urtlcJali, del :t>ottufficiale e Ji tutt1 gli al~ri feriti, àscari e graduali indigeni delle regie Lrnpp~>, i più gravi. . Quest'ultimo trasporto venne fatto mediante le barelle, ma per lu massima parte per mezzo degli angareb, csrieati fllcuoi, come al solito usano legarh 1 csmellieri indigeni, con funi •·esistenti di corteccia di ba'l&ab (adansonra digitata), tra\'ersalm~>nte sui cammelli; altr1. i più gravi o fratturati furono pnrltlti su~li angareb a br~tr.<'ia od a $palla cla portatori indtl'(eni. Cn medico elle per la prima \'Olta abbia occasione di su· pera•·e certi pa;;saggi, che tuttavia in quelle regioui si denomiueno, e sono realmente, le uniche strade, non può non rimanere impressionato nel rartl~urar!li le difficoltà, che quei


RIVISTA DI TECNICA

passaggi debbono presentare per un trasporto eventuale di reriti. Ma, se gli arrh·a roccasioue di dovere assistere a questo tr-asporto, egli ha modo di sperimentare col fatto, cbe tutte le difficolt.a che prima aveva immaginato. vengono notevolmente scemate coll'approfiltare prima di ogni altra cosa delle r isorse locali; mediante le quali j} trasporto dei feriti, siano pure gravi e fratturali, si compie molLo piu facilmente. che con mezzi artificiosi e complicati; i quali ultimi ~ono per giunta, sconosciuti dagli indigeni, dai quali dovrebbero essere adoperati. Tali risorse, veramente provvidenziali pet• quelle regioni, consist.ono nel muletto abissino, nel portat_,re indiger.o e

,

nell'a~tga f'eb.

Quest{) cnga,.eb che come tulti sanno, è l'unica suppellettile del tugurio degli indigeni, e che, oltre costituire il letto migliore, anche pet' gli eur·opei, quando però non sia popo · lato da parassiti, viene adoperalo se occorre da divano, da lettiga. da cataletto, ecc., è uo mezzo veramente comodo, robusto, adat~o e sempre pronto in ogni villaggio per trasportare malati e feriLi; ed <·~ il migliore per s uperare senza danno di questi le difficoltà che presentano tutti i dirupi. :rli sccscend.imenti, la strettezza delle strade, gli ostacoli delle boscaglie ecc., che si incontrano per via. E d'altra parte esso i\ anche l'arnese che l'indigeno adopera sempre per i motameoli di dimora che fa di frequente neila sua vita uomad~. o per trasportare parenti o ,·icini malati o morti. Esso viene portato in vario modo. Con due st.anghe, passatA per il lungo, sotto al telaio della lettiera, e legate alle quattro gambe; e queste possono essere mantenute rivolte all'ingiù, oppure all'iosù; e in quest'ultimo caso esse si prest.ano q uali sostegni ad una s~eie di baldacchino o tenda piana, formata da un telo, !a .futa mdivisibile ed unico indumento ordinario degli indigeni. disteso >.>opra e legato con corteccia d'albero, per proleg,qere il malato ùal sole o dalla pi<>ggia. Oppure ranga,.eb viene portato sen1.a s langbe colla gambe all'ingiù sulle spalle da due o da quattro portatori,


E SERVJZIO )IIW!CO MILITARE

che fanno presa sulle gambe dell'anvareb; essi camminano Jee:li col loro carico, come se nulla rosse, e vanno a piè nudo su per i grep[Ji angolosi e tagHenli con una agililà e sicut·ezza da destare meravigliA, senza che il ferilo risenta alcun nocumenlo; e :si ricambiano poi ad intervalli piu o meno lunghi, secondo la dirficolta delle straùe, e il numer{) dei por tatori di riserva. Sgombrato il posto di medicazioue di Agordat dai feJ'iti delle re~e truppe, vi furono radunati i 5i feriti prì!!ionieri dervisci, raccolti sul eampo di combattimento; e dopo Le prime cure, il giorno 31 Yennero anch: essi inviali con eguali mezzi in due carovane alla infermeria di Cheren ; una di n. 50 meno gravi, e l'ultima di n. 4 dei più ~ravi, accompagnata, questa, da!l'ufficiale medico, che dopo il combalLimenlo era rimasto presso quel distaccamento. :Nel modo suesposto tutti i 178 feriti, vale a dire, 2 ufficiali ed un soUufiìcia!e, 121 ascari indigeni delle regie truppe e n. M dervisci, furono inviati dal 23 dicembre al 1° gennaio da Agordal a Chereo. J:Jez11t di ricovero.- Al posto di medicazione, las~:ù entro il t'orte, fu opportunamente assegnala una capanna composi~ di t'ami, stuoie, e paglia, che prima serviva da magazzino rli orzo e dura. Qut:l ricovero ha corrisposto abbastanza bene. attese s'intende le circostanze di tempo e luogo, allo scopo di fornire il riparo. la <tuiete, il riposo e i primt e più indispensabtli soccorsi ai ferili. Quivi, sommmist1·ato un ristoro, un calmante, qualche eccitante ecc. secondo esigeva il caso, estratto fJualche proieltiJe, ricomposlè le frattu re ed applicat.i gli appat·eccbi adalll per tt·asporlo. fatte le medicazioni ecc., vennero pure ricovet·a~i provvisoriamente i feriti più gravi per lutto fJuel dì e i due altt•i successivi. l feriti meno gravi invece e quelli Leggeri, dopo esservi anch'essi slati medicati, furono falli ricoverare nelle capanne Jell' accampamento sotlost.ante, e protetto dal forte della compagnia indigeni del distaccamento. Nella infermeria <Ii Cberen i feriti indigeni furono ricove-


1\lf!STA D! TECSTCA

rati in due capannoni, una piccola capanna (lueul) e una tenda Roma. l due ufficiali furono allog~iati in una camera della palazzina in muratura del comando della Zona, ed il soltuftìciale fu ricoverato nel locale, pure 10 muralura, della infermeria presiiliaria. Locali questi che per ogni riguar.:ln nulla lasciano a desideraFe, quali si possono a'"ere per una infermeria io Europa. I due capannoni sono erelli quasi nel centro della vasta coMa pianeggiante a S. E. del colle Algadonai, su cui si erge il forte; essi sono a breve distanza fra loro, press·a poco sulla stessa !oogiludinale da levante a ponente, a circa 400 rnetri dal forte, ossia a poco meno di metà della strada dritta, che va dal for te al villaggio ed alla missione cattolica di Cheren, ai piedi del monte di Zebao. Prima servivano runo per la truppa indigena e rallro per infermeria di questa. Essi sono rettangolari, cosLrulti mewaole tronchi e rami, stuoie e paglìa, a letto bipiovente, come quelli degli arabi. e ciascuno della capacita di circa 45 posti da letto. La piccola capan na è una delle solite circolari, a telto COil!CO, C{)strutta con rami, vimini e paglia, a pochi passi dai capannoni, capace rti tre posti da lello, che riesci oppor· tuna per la segregazione di un (erito. La tenda Roma, elle pdma e~a occupata dalla truppa ita· liana deLla Tappa, è una di quelle ordinarie, a sostegni in gh1sa di forma conico- ogivale , eretta nel recinto della Tappa e del tr1bunale d'Arbitrato, a circa meta strada fra i rapannoni ed il forte, capace di circa 22 leLLi. I pa,·imenti sono costituiti dal terreno· stesso argilloso, ben battuto, su cui sono eretti tali rico,•eri. Come facilmente appare, tutti quei tuguri non dovevano presentare certamente, come in vero non presentano, nella loro sempUeità di costruzione, forma, aspeUo, ecc. le garanzie che un igienista, ::.ia pure di manica larga, ricùiederebbe allo scopo, cui furono provvisoriamente destinati. Epp ut•e, prescindendo dalla neces!'ilà che imponeva di adattaPli alla meglio per ado~erarl i alla lesta, e prescin-


! S!R\"'ZlO liiDICO lriLITARE

dendo dalla considerazione delle condizioni favorevoli del clima temperato di quella zona, delle Abitudini degli indtgeoi ricòverati. delle disinfezioni pt>evenlive state fatte. ece. e!>!':i hanno corrisposto egregiamente per ogni verso. eziand10 dal punto rli vista ùell'igiene. Di maniera che, bene considerando le cose per ogni lato. :bi~gna con\"enire cbe quei luguri, quali mezzi di ricovero eo;temporaneo e cii riptego nei <'a si d'urgenza, com~ fu quello, !'le non ci fossero, converrebbe fabbricarli apposta; dappoiché, si può ritenere non senza fondamento che essi non dPvono essere stati i fattori di minore importanza de~li ottimi risultati, che si sono ottenuti dalle cure. Non i>. mancata. senza dubo10, in quelli 1Hnhienli l'areazione continua e moderata. quasi imperceUibile, a tra..-erso llli spiragli innumerevoli e sottili$Simì, che stanno fra pa~dia e paglia, né la ventilazione periodica dur"ante la giornata pet· le porte e per le finestre aperte, né la possibilità dt mantenere la netLezr.a, la di.sinfezrone, ecc.; ment.re i ferili la solto aodevano di ~ioroo un fresco ricreante. ed erano la notte e<mvenientement.e riparati dal freddo e dalla umidità. RiguaFdo poi alla economia, alla facilitA e rapidità òi costruzione. è un genere questo, ch'é di gran lunga preferibile a cruello, mollo più costoso, delle baracche in legname. In •Juanto che il materiale per le capanne si trova dapperluLto, sul ~ilo o nei dintorni, ••d ogru asearo n'è un abile costruttore, mentre in,·ece il legname per le baracche costa molto e bisoana imporlanelo, e portani anche gli operai europei o siriani capad a costrurle. Al giungere delle carovane in Cheren, i feriti venivano loslo ricoverati, ristorati, classificati, medicati e messi a posto, secondo la gravità loro. 1 ferili indigeni delle regie truppe meno gravi, furono collocati nel capannone E"t; quelli gravi nel capannone ad Ovest; nella tenda Roma i più gravi; ed infine nella piccola capanna fu segregato un ferito al piede destro, ch'era stato invaso da. gangrena traumatica.


1248

RlYISTA DJ T.ECNICA

l feriti pJ'igionieri dervisci furono raccolti solto tende coniche pre;,;sQ la lenenza dei carabinieri reali. Vennero formali in tutto N. 4 riparti di chirurgia. Diseemirtazione dei f eriti. - Fino dai pr imi di, essendosi verificato un notevole miglioramento in non pochi feriti, s i è potuto intraprendere la disseminazione di essi; e ciò, tanto per prevenire le conseguenze dannose che poteva no derivare da l loro affollamento, quanto per soddisfare al giusto desiderio di molti di loro, di tornare, cioè, alln sede di prima, èove erano rimaste le loro rispetth·e famiglie. Scelti quindi diligentemente i meno gravi. furono mandati q uelli che potevano camminare o cavalcare sul muletto al seguito delle rispettive compagnie, che tornavano alle loro sedi di Az-Taclesan, Asmara, Saa ti, ecc. Di mano in mano poi che gli altri mi~lioraYano ed er ano ir> istato di fare il viaggio, si mandavano ai loro reparti, dove furono cu1•ati dagli uftlciaJi medici locali. Di maniera che, continuando uel diradament-O dei feriti secondo permetteva il loro miglioramento progressivo, in br eve tempo non rimasero in cura in quella infermeria , compresi i due ufficiali ed il solturficiale, che una cinqÙantina fra gJ'aduati ed ascari delle regie truppe, che vennero riuniti nel capannone Ovest e nella tenda Roma; e i ferili der ~isci, che furono lrasferiLi nel capannone Est, formando due soli reparti di chir urgia.

..

Il.

Cenni statislico-saniLari. - Il nemico, da quanto risulta dalle relazioni ufnciali, lasciò sul campo del combattimento più di '1000 morti; e lra ferili, mancanti, ecc. ha perduto circa 3800 combattenti. ~on si ha nno dali positivi per calcolare il per cento di lutti i feriti_, il genere delle ferile, ecc. : per ciò la relazione per i N. 54 fer iti ùer..-isci ha dovuto limitarsi a riassumer e senza comm ento dagli elenchi nominativi le varie le!:'ioni nelle tabell-e allegate Abts e B bis.


Jt SERHZIO lUWICO )IILITAR.B

Le per.lite "Ubile dalle regie truppe rurono, sul numer;) tolaie ·ii 2t8J dei eombalteoLi: di tOS morii e ~- 12.-i- ferili. Vale a dire non si ebbe che il 5.6 per cento circa rli f.:rili. E la pro!JOrzione fra 'luesli e i morti fu di J,l i: L cioo> una propot·:.done mollo :;uperiore d1 morti rispello ai feriti, di ruella che si è rilevala nelle guerre d'Europa. comprese le napoleoniclu.•; nelle '!Uali fu in medja di 2 fer1U per un mot·t.o; In quella di Crimea di 4 r~rit1 pet• un morto, ecc. (l). Bit<ogna notare perb, che quelle slali~liche si riferiscono r 1.. pettivamenle a p ·rJile dt tulla una intera campagn~ di ;.:cerr·a; menlr•• la statistica che ci occupa non rl!~uarJ.a che le 1 erdite d'un solo combattimento decisivo. rra i Hl l'el'ili, fra italiani e indigeni, sono pure com~ p r~--ì ~- 2:~ rndigeni, le cui cur~ furono di nessuna e ntità, e c.ae dopo la prima roedicazione non ebbero u.terior~ bi~•>gno di cure di inferme ria, di modo che non fu rono r~>­ gi~trati.

Per cui i feriti ai quali. dopo i primi soccorsi, "i é dovuto rurono che N. JOI; e cioè, :\. 3 italiani, di cui 2 ufficiali e l sotLufflciale, e N. 98 di tt>uppa indigena. o: Ire a 1ue:>Li ferili ùelle regie truppe, il sel'\'izJO meilico militare ebbe in cura pure 1 N. 51- ferili der\'isci, di cui pure abbiamo dianzi acctlnnato. Pr imieramenle dobbiamo notare cbe, in complesso, nelle (erit•• rileval<· in quel comballimenlo la ::zravità è stata m inord R eonl'ronlo di fJUella ~tali\ r iscontrata in seguito a rer ite delle armi da fuoco che 5 (J lustri fa si usavano nelle a-ue•·re d'Italia (2). In<fuanlochè non fu vist.o per avventura. Ira i feriti cii A~::ol··lal. nes!'un caso, che con le a rmi rli vecchio modello erd piuttosto frequente, di devastazione, d1 laceramenti e spappolamenlì di parti molli, di fratture comminutive con S• ..:uitare la cura non

, I l T<~'l, Gicrn lntd. ece. :-.. ; , 18!14. l:!) 01~endu noi • uro1i modemf • non intendiamo parlare ;Jel!e recenus~ slm,~. ne tlel cos••letto proiettile umanitario, eho non subirono ancora la proHI lO g11~rra, ma tH'nSI di lfuelle n retrocari(a a confronto dell'avancarica.

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13:)0

Rln~L-\.

DI lEC'ìlC.\

estese fenditure di o~sa lunghe, dì le~ioni vìscerali, vaSCD·

IMi, ecc. che erano pi'Odolle non solo da proiettili di ~rO:t-"t> bocL •e da fuoco, ma ez.anrlìo da quelli delle armi da (u{)C(I port.alili. Ma, aelrazione falla da tutto ci6, la preponder anza ru delle r~rìle leggere, o per me~dio dire 110 0 g ravi, e laJi le!!'ioni furono prodolle quasi tutte da a•·mi da fuoco purtalili. Quelle poche ferile cl'arma bianca che si ebbero da curare furono, eccello in un dcrvisc, di nessuna entità, ed erano state rilevate in soggetti che erano uià stall feriti da arma da fuoco. Si ebhe argomento per ritenere clw il fatto delltl uotevf\Je prevalenza delle ferile d'ar·rna da fuoco portatile, in confronto d1 quelle d'al'ma bianca e da bocca a fuoco state curale, Jton si debba :zià riferire di primo acchito alla circoslanZ,a che l'arma bianca e le bocche a fuoco non abbiano agito in quel combattimento, e non abbiano anch'l>sse ottenuti i loro effetti più o meno ~ravi ed eziandio esiziali; ma si deloba piuttosto attribuire ttd un cumulo di vari~ e di'\*erse circostanze. l n vero si seppe che la colonna dei dervisci, forte di 12000 U')tnllli, condotta in buon ordine a quel combattimento, era armala per circa 2/3 d'armi da fuoco; rra cui le carabine Retuin:rton egiziane e mosclu~tti a retrocar1ca, che eranCJ in maggior numero, 1 fucili du caccia ad una o a due canne, a l a ''ancarica e a retrocal'ica, le colubrin ~ da elefanti. piu o meno gt"IJSse, con cavalletto o senza, e due mitragliatrici inglesi a cmque canne con cavalletto e ruote; e di appena 1[.1 òi lancie. Le lancie dei de r visci, comE' si sa, s1 distinguono dalle allrc per essere lunghe, larghe, pialle, bitaglienti ed aguzze. Xoi sappiamo però, che mal=rrado ftli indigeni abbiano 1m· parato già da tempo ad apprezzare l'efficacia dell'arma da fuoco, pure essi, non essendo in generale mollo destri nel puntamento e nel liro, e ciò probabilmente per la prevalente rif•·azione ipermelropica dei loro occhi. tengono a non abbandonare le loro armi antiche da punta e da laglio, ~ia


l

~ERJIZ10

li!WICO liii.ITARI

per difesa personale, che per• simbolo o se~nacolo \'isìbile della loro superrorrhi. personale. Così noi veJiamo che, tanto per l'attaccamento alle antiche costumanze, quanto perché si riconoscono inreriori nell'uso dell'arma da fu oco. o per l'insieme di tutto ciò e dt altre circostanze, glt tnd igeni io generale, e i sudanesi come i dervisc m particolare, si tengono pure armali. al pari der montenegrini e degli albanesi, delle loro armi bianche e (fUBsi stavo per ùire nazronali, e segnaLamente del coltello corto a lingua di serpe, bitagliente, e dello spadone ad elsa crociata e a lama bitagliente e lanceolata in punta, ornata talvolta di leggende o versetti del Corano, incitanti alla pugna, ch'è portato mediante corr·eggiuole a spalla, ad uso fucile da caccia. ~è gli uomini delle bande, né gli lUleari delle regte truppe erano sprovvisti della loro baionetLa corta a lama rruadranf,{olare in dotazione, ne dello sciabolonc abissino, !'Ìcurvo bitagliente, puntulo, che essi portano non senza prosopopea sul fianco destro, alla romana. Cil• considerato !i comprende facilmente che, malgrado la prevalenza delle armi da fuoco portatili che abbiamo visto dianzi, la massima parte dei ferili mortalmente, sia d'arma bianca che da bocca a f<Joco, abbia dovuto presumibilmenlP rimanere sul campo, e i ferili teggeri all'incontro, siccome al solito succede, non abbiano frapposto indugio a ritir·arsi o da soli o sorretti dai propri compagni, per mettersi in l"alvo: come !"i ebbe campo d'osservare nel 66 a Custoza, nel curara i Cerili pr1ma nell'uno, e ptil tardi nell'aJtro campo nemico. In Agordat poi, bisogna aggiungere che il combaLlimenlo fu a distanze brevissime, e talvolta anche a linee confuse, come non di rado accade f•·a le file dei combattenti nel furore della mischia; oltre a ciò è da •!Onttiderare che gli indigeni, quando arrivano ad atterrare il lot·o nemico, d'ordinario non lo Jascrano se non l'hanno massacr&to, per avere a~io, SP non altro, di spogliarlo comodamente e portarne to!"to al loro capo un qualche trofeo. Un a delle tante prove di efferatezza Ili que!Sto genere si è


lllVISTA DI

TK~~ICA

"ista in un caso, comeché non ùei più gravi, tra i ferili dervisc. Egli ~bbe salva la vit.a per rinlervenlo d'un ufficiale, mentre un'asearo, l"flt~ndente di quec:to, lo slava ammazzando con reiterati e poder<>~>i fendenti di sciabola. È un bel colosso di sudanese, che in seguito a tali fendenti riporlò quatlro vast~ ferite ùa taglio, tre delle quali 1\lla regione scapolare sinistra, lunghe quasi Om,20 e protonde fino all'osso, in ùirez.ione longitudioale, di cui una lunghes~o il margine interno scapolarE', p••ofonda fino alle coste, di maniera r.he la scapola in dati movimenli della spalla, usciv!l in parte dalla Jerit.a cutaneo-muscolare a guisa d'un'aletta scapolare del dico mercurio. La quarla feritA. che avrebbe potuto riuscit•e fatale, se fosse stata un po'più profonda, era costituita da un largo e pt•ofondo lembo nellà r egione occipitale e nella nuca. di forma pressochè Lriangolare. coll'apice in alto, tagliato a spese di lulli i tessuti molli e in parte ossei, che daUa sommità deUa regione occipitale arrivava in basso fino all'apofisi prominente della 7• ,-erolebra cervicale ed alla sommità delle spalle. Cosi che, fJUHI vasto e profondo lembo comprendeva sulla linea mediana della superficie cruenta una calloLla ossea del tavolato esterno tlell'occipitale, larga circa 0"',045, e la quasi totalità delle apofisi spinose delle vertebre 4\ 5• e 6" cervicali. ~on sappiamo omettere, prima eli finire questa furse troppo lunga digressione, che, sebbene si fossero tosto sYiluppali su (Juelle piagbe i caraLteri della incipiente gangrena, pure anche quel f~rito guarì come gli àJtri. In seguito a tutto ciò che abbiamo suesposto, non possiamo escludere in modo assoluto senza htmefìz.io d'inventario, che le rerite d'arma bianca, o mollo leggere, oppure gravissime e micidiali, nou siano slale prodotte nel combattimento memorabile d'Agordat; e che, d'allra parte, avendo operato contro le stesse orde selvagge dei dervtscJ put'e N. 8 bocche da l'uoco, non siano stali caus»li anche da •1ueste ef'feLli m ortali. I cJali numerici delle statistiche hanno di mostrato che, fra le fe1'ile avute in cura, quelle che furono rilevale dai dervi~ci erano in maggior numel'O e più gravi, fallo confl'onto


B :.IRVlliO UliiCO liiLI!ARE

1?53

con quelle $lale curate nelle regie truppe; quantunque del resto sia le une che le altre abbiano presentato un percento di casi gravi inferiore di quello ch'é risultato ìn se~uilo alle f.tuerre di Europa. 1nquantoché, se sopra X. 12~ feriti delle regie truppe nun si ebbe che pressapoco t/6 di casi gravi, vale a dire la metà del percento dimostrato dal Longmore, sui :i. 5i dervisci stati raccolti, risulta invece circa 1/4 dt feriti gravi. Tuttavia, malg1'8dO l'esaltezza inappuntabile della statistica, male si apporrebbe chl riten~se che realmente la cosa sia andala co~i, e volesse trarre illazioni sugli Pffélti differenti prodotti da un di verso armamento delle due parti. Bisogna con~iderare che mentre tutti indistmtamente i reriti delle regie truppe fecero capo al nostro posto di medicazione, compresi i casi leg~ieri o di nes-.unn entità, dei reritt dervisci invece non rimase a noi da curare. che o •tueJ pochi leggeri che non hanno voluto scappare assieme ai "ani, oppur~ quelli che, per sede anatomo-fisiologica o per gravita della lesione, dovettero rimanere loro malgrado snl campo, ed obbet·o la sorte di non essere poi massacrati dal nemico. Di ferile da proieLtile da bocca a fuoco, non vi fu da curare che ~ualche caso nei dervisci, non ~ra,-e; sebbéne rappresentato da escavazione e da la.!erazione irregolare delle parlt molli della coscia, prodotte presumibilmente da frammenti e proiettili da shrapnells delle due batterie operanti. FPrile delle l'arti molli. - Xelle lesioni di qoesle parli ~i ,-. ris •ontrato in generale i caratteri ordinari delle ferile che sono prodotte dai proiettili delle armi da fuoco portatili a brevi distanze, mentre cioé tali prOiettili conset·vano ancora gran parte della energia impulsiva iniziale. La forma et·a la sohta a canale piuttosto stretto, e in quasi tutte completo; quattro a canale a fondo chiuso e due ~ol­ cature. In queste ferite. all'infuori di alcunP scbeggie ossee. non si è trovato altri proiettili indiretti. Le deformazioni dei proietWi diretti non ~i rilevarono fre-


RI''ISTA DI TEC:\1CA

CfUPnti, e soltanto in alcuni Jei ca~i. in cui le ossa erano frlll~urate.

In comple:;.so, tacendo il confronto fra le le~ioni dei tessuti molli, che furono riscontrate nella camp~gna del186tl, e nel 6i nei ferili di :\fentana, causate da proiellili ogivah, ma più grossi e p.esaoti e con un incavo che faceva slabbrare l'orlo posteriore, si deve dire che quelle di Agordat, prodotte da armi più moderne, furono meno gravi, e che da questo lato si é progreditf> sulla "ia del mi~lioramenlo, dal punto di visltl umanitario. Generalmente il buco d'entrata era piccolo, rotondeggiante, beante per la perdita di sostanza, qua"'i come fO!>Se stato tagliato fuori da una verrina, coi margini regolari e col segni della contusione. St vedeva naturalmente in questi casi, che Il proietliiP. aveva attraversato i tessuti mo)li in direzione normale alla superficie di es.. i; mentre all'incontro in allri casi, dove l'ori· iìcio d'entrata aveva la forma ovalare o semiJunare o d'untt solcatura, la incidenza nel colpire i tessuti ed altraversarli doveva esset•e stata più o meno obliqua. Il tragillo delle ferite in generale, sia a fondo clùusu clte a canale completo, era stretto e r~ttilineo: ma non sono mancati i casi in cui il tragitto era curvilineo, delle vere rerile circolari o contornanti. Fra i quali casi, due esemplari spic('atissimi di questo genere si offersero. Uno in un buluc- basci, in cui ti proiettile a,·eva girato attorno al torace a sinistra; il foro d'entrata er·a neUa regione petlorale sinistra e quello d'uscita nel punto quas• diametralmente opposto orizzontale della regione infra~caPQiare; senza. febbre e senza che il soggetto presenta<;-.~, all'infermeria di Cheren. alcun fenomeno morboso statico e funzionale da parte dell'apparato respiratorio e del cit·colo, nè nelle condizioni generali. L'altro caso, in un ufficiale, in cui il proieWle penetrò a cir('a un dito solto la meté della spina della scapola sinistra e ne usci nel bel mezzo della regione deltoide&, a circa tre dita solto l'acromioo, senza ledere l'articolazione. Ebbene, in Agordal durante Il primo esame, questi due


H SERVIZIO )fEDICO MILITAR~

c8 ,.1 a,·evano presentato IÙcuni sintomi per i quali era lt!,.ito presumere, da chi ebbe la prima cura, che si trattasse di ferite penetranti e perroronli attraverso le r ispetlive cavità. Qu&sli fallr, del re~to oltremodo chiari, spiep:ano in qualche u1anìera, come, sec~)lldo il diverso stadio ìn cui lu ferila ,-iene diagoosltcala, abbia potuto accadere che etiandio da alcuni autori, fra cui il Baudem=, il Marcleod e vari altri, non sra stata ammes~a la possibilità di tali ferite circolari o contornanti con vroiettili cilindro- conici. ~e fossero mancate le occasioni 111 passato da rascolltrar·e un certo numero di questi casi, anche più caratteristici ed ic:truttivi, e se non fosse eziandio agevole il comprendere a prtori, che per la piccolezza dell'angolo d'itwideoza. la l!roduale diminuzione dell'~nergia propulsiva nel proiellalt<, mentre questo attraversa i tessuti molli, per l'incontro di supet•tìcie dure e levigate e lubrificate, o per un dato atteggiamento della pat·te nel momento che questa rice"e il colpo, o per certe altr~ condrzioni, analomo- fisiologiche, ecc. tale l'orma conlnr nante di ferile è per lo anello possib1le, si avrebbe avuto anche nella occasione dei feriti di Agordat le provo. peruntoria, se mai fo<t!>e per avventura pe1· qualcuno ancora nece!>saria, a persuadere gli increduli ::;u •1uesto .argomento coi casi surt•lferiti; in uno dei quali fu estraUo mediante inci-.ione del canale cl1iu~o il proiettile, che conservava ancora la sua torma ciliudro-conica, sebbene un po· deformala. Il foro d'uscita era g••neralmente più gr~mde di quello dt entrata, come t.li solito si vede, a guisa di una dilacerazione d~lla cute, a margini irregolari, s'ènza perdita di sostanza e senza s~oj di contusione. Solo in CJUalcbe caso, dove presumibilmeJJte H proiettile 8~aralo a breve distanza, doveva a ..·ere conservato anche nell'uscire grande energia pt•opuls~va, anche ti foro d"uscita era piul.tosto piccolo, rotondo e bea n Le, e quasi come quello t~· entrata. In alcuni altri casi, benché l'orifizio d·entrata J'osse unico, quello d'uscrta all'incontro era multiplo probabiJmeotP. per di-


RlVIST \ Dl TEC 'i l C\ vi~;ione di proiettile, o per l'aggiunta di

proiettile indiretto,

~piolo avanti da quello.

In qualche caso, specialmente fra i dervisci. si è osserva lo presso il buco d'uscita una escavazione alquanto profor~tl<s a spese dei Lessuti molli, cellulo-adipo~o e muscolare della coscia, ma nessun caso, ripetiamo, s é pre:--~ntalo dl deva:c-tazioni estese nei muscoli e tendini e vasi CJ nervi, co•ne ~ì sono visti in altre occasioni. Si è veduto talvolta, nei feriti di AEforda~. cìcalrizzare il buco d'entrata e ì1 canale da questa parte, ben prima che ci fosse indizio di cicatriztazione dalla parte del buco d'uscita. La difficoltà nelle condizioni anatomi •llt> locali. o specrnli da parte dell'incuria od altro del sog~elto, dr fare agire con· venientemente l'anlisepsi da questa perle del canale, può 8\'Ct'e influito a dar luogo a quell'andamento non ordinario. Tn conclusione, torniamo a dire, ~be le fe1•ite delle parli molli non furono gra,•i, e non si é presentato alcw1 caso eli d'interesse ~pecia1e da meritare di essere particolarmente ili u"lra ln. Lesioni del sistema osseo e articolare.- Le lesioni occorse di questo genere furono, come dimo~L:a fa tabella B annessa. 10 N. 25, sui N. 12~ ferili, delle r. truppe e tutte complicate dalla ferila da arma de fuoco, comunkanle nel focolaio della fraltUI'a, che l'a\'e,·a prodotta. 11 r apporto •Juindi ru poco meno di cinque ad 1 sul totale di ~- 12i ferili; OS"'a circa il 20 per cento. Come si vede dunqut>, «Juesta proporzione uon è guarì lontana da quella ch'è data dalle statistiche, compilat~ ~u gran numero di ca~i di lesJoni simili, avvenute nelle passate f(uerr o d'Em·opa e d'America; poichè soppiamo cbe in Crimea. pt!r esempio, si è pure avuto il quinto; e nel 70-71 il 2lt•er cento di lesioni ossee-articolari sul totale dei feriLi. Bisogna notare ez•andio che, prescindendo dal fatto che 11ei ferili d'A~rdat non era da aspettarsi alcun caso di fra('.assamento e spappolamenlo di membra, come quelli che sono prodotti dai grossi proiettili d'artiglieria, il numero dei fer·iti graYi, anche per le~ioni ossee, é ~lato mollo limitatt•.


E Sl!llVIZIO BlEOtCO MILITARE

Questo ratto si può interpretare in vari modi Può essere derivato dalla grande 'i'Ìcinanza, che presentavano ,·iceod~volmente i bersagli umani. Per questa può essere accaduto che le perdite siano state superiori per le morti. che per i f~rili; oppure che, in seguito alla stessa vicinanza, ne•le les10ni di questi, per la coefficienza dei fattori che tnfluiscono sulla velvcilà iniziale maggiore dei proiettili lungo la traiettoria, 111 forza impulsiva e rotatoria o di penetrazione mag~iore abbia contribuito a fare penetrare più a~volttlente i protetlili oei tessuti molli senza frammentarsi e senza produrre fracassamenti o lanciare avanti a sé proiettili indiretti, e senza ledere vasi e nervi od altri organi importanti. Ju appoggio a queste interpretazioni st j>reseula il fallo clinico interessante, stato riscontrato da tutti coloro ch'ebbero a curare i feriti, ed é, che mentro la direzione fittizia interposta fra il buco d'entrala e quello d'uscita del proiettile a\'rebbe fatto supporre di primo acchito resistenza inevitabile d'una frallura ossea, od una le~ione di grossi ...-asi e ner,·i principali di una data regione anatomica, la mancanza det smtomi a que!>la relativi, il risultato negativo dell'esame tl~•co accurato dalla pal'le. e l'andamento del caso. mostra"ano chtaramente la integrità di tali organi imporl.anti; i quali doveano e~sere st.ati ri$parmìati per il tragitto cun•ilineo as~unto attorno ad essi dal P.roiettile, che Luttavia dovea e~­ sere stato sparato a breve distanza. D'altro canto, pure esistendo le s ummentovate condizioni favorevoli circa i proiettili, bisogna considerare eziandio la po!;S:bililà che nel campo dei der,·isci un cerlo numero d• lesioni ossee leggerò, o per sede anatomica o per poca o nessuna gravità, abbia permesso la fuga a i ferili sulle cave calure od a piedi, 11 che inoltt•e, sia nell'uno che nell'allro campo, un numero anche maggiore dllesioni ossee e vascolari gravi abbia faUo tardare oppure impedire lo scampo ai feriti, i 'Jil8li forse erano in vìll di ritirarsi, come pare cl•e cio sia successo a due nostri ''alorosi periti sul campo. A corroborare tale supposizione, oltre a questi ratti, abbiamo i dali statistici, dai quali si rile ,·a (v. tabella B) una


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111\'IS fA DI n.:CSU:A

certa prevalenza deUe lesioni ossee articolari, da noi curate nelle reg!e truppe, nelle ef!tremilà superiori a confronto di quelle nelle estremità inferiori ; e ciò nel rapporto di 14: 10; vale a dire, è prevalso nei nosll'i curati il numero di coloro, ch'ebbero conservati sani i mezzi nalur·ali di locomo;tione. in modo da potere direndet·si e ripararsi, talunt anche da soli, al posto di medicazione. Comunque sia la cosa. tanto nelle lesioni delle parti molli, quanto in <JUelle ossee. non sono msncali, in generale, come abbramo ''i<~to sopra, le nole carallerisliche delle ferite d'arma da fuoco portatili, prodotte a piti o meno grande vicinanza; in maniera che '~Ì ~ono riscontrate in alcuni delle semplici perrorazioni nette, regolari a~ll'açerso le parti molli, in taluni allri Rnalo:;:he perforazioni semplici, senza scbeggielure o fenditure di sorta, allra,•erso le diafisi e le epifisi delle OS...'S lun~he; condizione favorevole, che, a dir vero, non l'li era visto in altre ocrflo;ioni cosi frequente. Non si è riscontrata alcuna lesione ossea nelle regioni del collo e del tronco, eccetto una sola superficiale alla lesta; LutlA le altre furono alle estremità. In quanto alla frequenza, per regioni anatomtche, si ha in ordine decrescente, come risulla dalla suesposla tabdla B. N. 5, rispettivamente tanto al braccio ed alla mano, quanto al piede. 4, all'avambraccio. » s, alla gamba. • 2, alla coscia. 1. alla testa. J)

Tali rapporti non sono mollo lontani da quellr dimostrali rlalle statisticl1e delle guerre d'Europa e d'America; dappoichè la frequenza in queste fu, secondo le statistiche, nel seguente ordine decrescente; me !.acarpi, gamba, co~cia, a,·ambraccio, omero e piede. Una mag~iore differenza con le statistiche delle guerre an· zidelle si rile"'a nel rapporto delle lesioni delle ossa lungbecon quelle delle corte sul totale delle fratture per arma da fuoco; poiché nel caso nostro queste lesioni delle ossa lunghe per


E SERVIZIO lrEDICO 'liLITARE

arma da fuoco oltrepassano appena la meté; mentre che dt1i tlah stalislici :suiudic:ali risultano circa i ' f •. Higua1·Jo poi alla pt•eponderanza, che si è osservata quasi co!'lante e pet• Jir cosi neees-.aria, fatal e. delle l..sioni delle estremità, su quelle delle altre regioni del corpo, G che non mancò nPmmeno sui fe rili di cui ci occupi~tmo, biso~na consi terare alcune circo<~Ltmze, che in fJualche modo danno ragion~ della sfavorevole pr.erogativa, che pare quasi che abbiano le membra del corpo uml!no, sul tronco e la testa, di al~rarre di preferenza o di cercarsi in guerra Je lesioni. In vero. quantunque le membra, per la loro minore gros~ezz&, offrano una supel'l1cie assai più strella di hersaglio, u r.ont'ronlo di quella di lutto il resto del corpo, possono al contrario trovarsi io un tempo dato, medignLe i loro esle~i e rapiò• movimenti, attorno al cor po, su di una superficie dt bersaglio assai più va<~la di lJUClla delimitata dalla lesta e dal tronco; pure non ;:i può ammellere che la sproporzione delh~ lesioni suaccenoat.e dipenda esclusivamP.nte da quest'ultima condizione. l o qua nlo che, in scf!uilo ai dati statistici relativi alle perdi le riscontra l~> nelle guerre c• late, è da ritenere eziandio che, t:nn essendo in ogni caso morlclli le lesioni delle eslrernjté, ed ammettendo per ciò in un gran numero di casi il soccorso efficace ai ferili, avvjene naturalmente che tali casi aumentino, come per le cure. così per le t>l.atistiche, la med•a percentuale delle rerile alle membra a confronto di quella delle lesioni del ll'onco e della testa; roenLI'e all'incontro l~> ferile della testa e del tronco si limitano a mettere fuori ii comballimetJlo, e rendere suscettibili di cura i fer1li in un numero più ristretto, essendo in generale più o meno prontamente mortali sul campo; e perciò un maggior numero di stlfalle lesioni è sottratto naturalmente dalla statistica e dalla cura. Circa le varie regioni anatomiche e ai lati del corpo stati rolptti complessivamente così aie parli molli, eome a queste unitamente al sistema osseo-articolare, risulta, come si vede dAlla tabeÙa A, che nei feriti delle regie truppe, furono: 1 sulla linea mediana a~li or~ani ~enilali esterni; 6 alla lllsta,


noo

RI\"ISTA DI

TEC~ICA

di cui 3 8 destra e 3 8 sinistra; 2 al lulo sinistro del collo; 9 al tronco, di cui 7 a del"tra e 2 a siru..,lra : 45 alle es tremiti!. superiori, di cui :H A destra e 2:3 a sinistra, e inllne 57 alle estremità inferior1, di cui ;{~a destrd e 24 a sinistra. Lesioni nellt:l diafisi delle os~a lunghe, sen1a interruZIOne di continuità, oppure di lunghe fenditure longiluriinali nou se ne rile,•arono. Di lesioni episifarie e periarticolari, ~enza apertura della ca'ita arlicolare, se ne è avuta una di poca enlità. Si ebbero due casi di qualche importanza di lesioni di capt articolari, colla squarcialura estesa della capsula e apertura qu;nùi dd la cavità articolar.,; uno nel senso lras,·ersale al gomito e l'altro semiluoare esterno al piede. Vi fu l'inchiodamento o incuneamento d1 proiettile du·ello fra le ossa del larso in un caso; io cui dopo alquanli g1(•1·ni dalla lesione fu possibile esportare ugevolmente colle pinzette comuni il corpo estraneo anzideLlo. Il corso io ~enerale delle le<:<10ni osseo·articolnri fu. •Juaatunque comph<:'ate da'lo ferila d'arma da ruoco comunicante col focolaio della frattura, abbasumza bt-eve, con andamento regolare, a!>ellico, senza ,·eruua complicazione d'indole dlv~rsa ; se se ne toglie un caso di gangrena Lraumali<:'a. Fra gli esili dobbiamo notare una pseuùoartrosi del braccio, che probabilmente rimarra, malgrado ogni allenz.ì ou~ e cura dei medict cura.'l ti, in un indigeno abissino: cht: 110n ha mai voluto prestarsi ai metodi europei di cura, preferendo la daua (medicazione) del paese, e che non volle assot:rgeltarsi ad alcun atto operativo dt sorta. Circa la mortalità, anche l'esito delle cure tlelle le~to·u ossee- ar ticolar•, come quell~ delle parti molli, non poteva riuscire più favorevole. Infatti non sì e per·dulo che un caso ùi gangrena t raumatica; ed anche in quPsto non ultima causa di lllle esito fu il malvolere del ft!rito, il 1uale troppo tardi si dedse a lasciarsi opet•are. Guardando a dietro ai tempi pass1li. e non molto lontani. prima della generalizzazione dell'antisepst e d et vari e divt!rSI mezzi semplic-1, facili ed estemporanei di coslt•uzione d'apparecchi provvisori, ecc., e io una parola ùei progres~i al-


E SKr.VIZIO :U:OICO Mll.llAII!

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tuali indi<;culii.Jili della chirur~ia moderna, la roorlalilà òei curati per fJUe<;t.e lesioni arriva\"& in generale ad una cifra non indifl'ere1 te. Oappoiché in Crimea, p••r esempio. nei l'eriti nelìe varie mrerm•~J·Je per lesioni ossee nelle estremita superi•Jr·ì, \'Ì fu il 1:~ p. 100 di morti; e Jl 26 p. 100 in quelle inferiori. Nella gu~:n•t•a di s ecessione d'America la mortalità in se· l!Uito nlle ~tesse lesioni fu del1!) p. 100 per le e;;trerolla superiori. e nella franco-germanica, del IO- ii, fu deU'11 p. 100 per J.. superiori. e del 20 °to per le inferio1·i; vale a dire il rapporto della rnoJ•taliLà fra le e~tremilà !tuperiori e le infe1·iori fu in mP.dia di l : 2. Complica::oioni. - JnloJ•no alle complicazioni, sia immeliale che mediate o secondar1e delle ferilt>, dobbiamo dire pure, che non s· è •islo mai rortun~:~ta menLe, come nell occasione dei feriti d'Agordal, tanta favorevole scarsità. Non vi fu veruna lesione viscerale, nè spinale, né di nervi, né di gros!>i vasi principali, se si eccettui un solo caso di una vasta ferita d'arma da fuoco alla gamba e al piede de>-tro, con frallura comminutiva e le!>ione dei vasi principali. cb" P. stato seguito da ganF(rena, e~sendo stata r1flulata, come si ~ dello sopra, rampulazione primaria. Per rapporto alla immun1là che c:i é t·iscontrata di alcuni gro"-si va~i principali, alla •1uale in gran parte i soggetti devono la ,.,ta, v1 furono esempi assai curiosi ed istruttivi. lu una rer1ta al collo, per esempio, come fu annotato odia raccolta delle osservazioui cliniche, dovuta aHa dili,2'ente compilazione del capitano medico dott. Pimpinelli (1), un piccoln proieltile da pistola potè penetra1•e alla meta circa del mar~ine mterno del muscolo ster nocleidomasloideo sinistro, e c:pmqersi, girando fra le parti molli di f(lle!:'la regione pericolo::a, fino a conficcarsi profondamente nella regione inrr·ascapolare, senza ledere né la carotide, né alcun nervo o altro vaso importante, dimostrando così anche una volta come il :oi!'tema naturale di protezione muscolo-aponeurotico che.

(t ) Cll: 3i è ~ost~etti omettere per ragioni di spazi().


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III\'ISH DI TRC~U;.\

come in altre r~g.oni, iu quella pure, copre e custoJis.:e il fascio nerveo-vascolare, ~:ia in dali atteggiamenti del collo veramente efficace a difendere in conHim•li casi organi la11lo imporLanli per la vita. In un caso di frallura comminuti\'& al :~o medio del braccio, complicala dalla ferita d·arma da fuoco a canale complew, da cui fu pr·odolla, colla scomposizione notevole dei frammenti e di gro~!':òe scheggie ossee. non vi fu emorra~i11 importante, nè primaria nè secondoria, nè altro sintomo che ùenotasse la lesione dell'arteria omerale; e ciò malgrudo il fel\ito si lagnasse di dolori, che avevano i caratteri d~lla nevralgia radiali! di quel lato. Citiamo ioo1tre un altro t'a~o di frntwra comminuti va della eslremita articolare iuft:· riore dell'omer(\, t'omplicato dalla vasta ferita d'arma .la fuoco, che aveva pure squarciato rarlicolazione del gomito. sertza ledere l'arteria omerale alla piegatura. N(~ questi furono i soli casi, poiché allri consimili, sebbene me11o gt·avi si rilevar·ono in cui rarlet·ia omerale rimAse $alva. E cosi dica~i in pii1 d'un caso per r arteria femorale. In uno p. es., si è os..ervato, che un proieLtile di carabina Ri!· mìngton ba lasc1ato illesa l'arteria remorale, comechè s1a penetrato preci~menle all'apice del triangolo dello Sc!lrra a clestl'a, producenJovi attraverso il vasto buco d'entrata, prorondo ed irregolar·e, una ferila a canale chiuso, che, girando terminava alla nat•ca de$tra, da dove con una incisione fu eslrallo Il proiettile notevolmente deformato. l n un altro la stes!"a arteria fu sal va poco prima della sua entraLa nel canali' muscolo- tendineo-aponeuroLico del terzo adduttore; benché il proiettile, penetrato verso il limite estet·no della piega glutea destra, andasse ad uscire fra 11 terzo superiore e medio della faccia antero-interna della cosci~ del!o stesso Ialo, proprio sul decors(l del eletto va'"O più importante della re!!ione. L&onde, in seguito a tali fa•ore,·oli circostanze, non !òi ebbero complicazioni da parte di emorragie imponenti. come si disse, nè primal'ie nè secondarie da disturbare l'and11-


E SERVIZIO ll&DICO JUI.IT.\RE

mento delle cure, ma soltanto I')Ualche piccola e in~i~nìfi­ cunte emorragia immediata e secondaria di nessuna .. ntità. Le complicazioni relative alla esistenza del proiettile diretto, o 1.h qualche frammento di osso nella ferita, od emi~rato in altra regione anatomica, o di altri prOiettili m.iiretti, ollre le scheggie ossee, stracci li' indumenti o·t altro, si rile,·arono in pochi ca~i , di poca o nessuoa importanza; nei quali senza alcuna difficollà furono più o meno prestamente el minate. A Lutto ciò pat·e uon sia estraneo anche per questo ri~uardo i1 fatto gio,·evole della riduzione della massa o del volume con aumento relativo dell'energia penetrante dei proiettili modernr ; per cui accade ben più di rado quanto all'incontro si potè riscontrare sovente nelle ferile causate dalle armi da fuoco del vecchio modello, che il proiettile, cioe, o si frammenti o si deformi o trasporti seco altri corpi estranei per entro il aaoale della ferila. ~~ si ebbero a curat•e compUcazioni dipendenti daUe ,. ;nfeztoni batteriche, le cui conse!:llenze morbose un tè.&po coslitui-.·ano un vero flagello castrem:e; il quale per le inf··rmerie e gli ospedali na campo porta\'a talvolta una strage non inferiore. per rapir!ita e numero, a quella che era pro· dotta dallé armi. Non si ebbe quindi alcun caso di resipola, di flemmone, d'infezione purulenla, di tetano, di gangrena nosoCQmiale, ecc. n•'· di malattia endemica o epidemica d'altra natura. Ha \'Oluto soltanto fare eccezione il caso suaccenoato di gangrena traumatica al p1ede e alla ~amba destra, in un asooro, <'Olui che prima della invasione della gangrena rifiutò recisamcnte l'amputazione primaria. Questo caso di gangrena, che cominciò dalla cute e ùalle parti terminali del piede, fu causato dalla vasta distruzione diretta delle parti molli ed ossee, ma particolarmente dei vasi e dei ner,·i principali ; ru un vero sfacelo in un ·colla f1·altura comminutiva da arma da fuoco Per cui sarebbe stato vivo desiderio .Jegli ufficiali medici di subito amputare in AgorJat, ma il f~rito, come si disse, non ha voluto assolutamente.


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IU\"ISIA DJ TEC'\ICA

Al 6• giorno della lesione e Yerso il 4° della invasioue delta gangr ena, rruesta non era ancora arrivata alLa metà della gamba. La perle presenta' a i caratteri ordinari di una vasta pinga sanio~a. emanante anche ad una cerl:s distanza il fetore cada,·eri.::o caratteristico ; circoscritta aLlorno alla 1-!atnba da una linea irregolat·t! di demarcazione, di colorito grigio-verdastro della foglia tnflrta, screziato di color rosso-cupo, con gooflen.a erlemato~a del rondo e d"lle parti circo!'tantr, anesl.esta, analgesia, eJ abba ..samenlo della temperatura locale; la febbre era poca e remilt~nte; il malato <'offriYa d' inappetenza e ~e le vi va. L'anamnesi prossima metteva fuori di dubbio la poca rapidita relativa d'invasione e di diffusione, che presentò il processo; inollt·e mise io luce il modo col quale principiò; cioé dalln cute e dalle parti t<>rminali del piede, e il modo relativame~te lento del corso, e la mitezza relativa avuta tino allora dei fenomeni morbosi generali. Si escluse pertanto la forma costttuzionale dell'intossicamento ~enerale primat·io, di cui la gangrena locale uvrebbe allora dovuto essere la manifestazione sintomatica, e dove l'atto operativo non avrebbe offerto che ben poca o nessuna probabilita di successo. Si ammi~e quindi in seguito a lutlo ciò la diagnosi di cangreoa lr8Ulll8LiC8, e l'mdrcazione della amputazione, ra.tta pet•ò secondo 11 nolo precetto del Maisonneuve, Tale a dire di essere più pronti nell'operare, dt quello che non Caccia la gangrena nel dilfont.lersi. Ma invece, é succes~o che mentre i medici face>ano iJUesli conti, 1l ferito e la mat.lre di lui, una vecchia bilena, ne facevano bllri alTallo contrari; per cui, malgrado l'insistenza di qnelli per persuadet·e questi della necessità di fare presto, si t~>rgiversò ed aspettò tanto, che il malato non si decise, che rruar1do era ormai piuttosto tardi e non prima del settimo giorno della invasione clella gangrena. La quale come si disse, ebbe per avventura tanta poca celerità, nel diffondersi localmente, da non arrivare che poco sotlo il ginocchio; dove si era circoscritti\ da una solca.tura


E SERVIZIO UDICO MILlV.RE

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a Jimiti irregolari, con striature di colore rosso-cupo lungo linfatici superficiali. Oltre a ciò la febbre .continua oscillava da 38° 6 ai 39• -;, i) respiro eJ'8 alquàoto corto e frequente. Il polso piccolo e rt•e•tuente e la sete ' ' iva. Di maniera che, non si potevaescluderein modo assoluto che almeno un principio d'infezione seltìcoemica non fosse in alto. Mal~rado ciò, e considerato ez.iandlo che le manifestazioni locali della gangrena erano ancora limitate al disotto del ginocchio, che mancavano assolutamente e la forma ~asosa locale e l'elevazione considerevole, o l' abbas::samento della temperatura generale, e ogn'altro sintomo d'un collasso, e placche gangrenose o infiltrazioni gasose lontano dal focolaio, e altri sintomi di una grave e profonda setticoemia, si e creduto bene, almeno quale cura morale, di accondiscendere al vivo desiderio, destatosi in quel malato, comechè alquanto serotino, di essere amputato, onde non togliergli l'unica àncora di salvez-za che gli rimaneva. Perciò fu dal capo riparto amputato col metodo circolare, a mRnichelto muscolo-cutaneo, fra il terzo inferiore e medio della coscia, onde avere la sezione sulle parli sane. Durante le prime 24 o le 36 ore tutto in complesso pro· ceJe'"a bene, in modo favor~vole per ogni riguardo. Ma poi in,•ece, 48 ore dopo, sopraggiunta la diarrea colliqualiva, la febbre continua elevatasi sui .tQ• con subdelirio e Lulli i sintomi d'un'acuta setlicoemia, l'operato cessava di vivere. E J'u l'unico morto avuto su 178 reriti. Trattamento e cura dei feriti. - l primi soccorsi poterono essere per buona parte immediati 1 per la grande vicinanza e la sicurezza del posto di medicazione. Da~he è vero, com'é ormai fuor di dubbio, ehe dalla prima medicazione adatta sul campo dipende massimamente, ~e­ teris pariùus, l'èsito finale delle ferile; e come quest'esito riuscl in mod(• insperato, bisogna dire che f}ueUe medica:doni, che furono compiute durante il combattimento e nei primi giorni dagli ufficiali medici mediante i mezzi del .materiale sanitario di mobilitazione regolaJllentare, che avevano j} corso delle vene e dei vasi

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Rl\'ISL\ Ol TEC'ilC!

11 loro di!>p.: !\'azione, devono

es:;ere state inappnntaòiJi per ogni riguardo. Per rapporto al vitto, alla infa1·meria di Cberen fu di~lri­ butlo gioroalmente da principio a cia~cun ricoverato indi~eno pane, vino e 30 cente~imi in contanti. In seguito fu distribuito aa mn~ulmaui i tre quarti ddla razione comune da ospedale, ed agli abissini un paoe ùa munizione e mezza comune, perchi• non tutti i ferili indigeni secondo le razze e le religtoni diverse, per abitudine o per pregiudizio religioso. si adattano alle diete J' infe rmeria o di o~pPdale. Quando poi cominciarono i feriti a progredire nel rnir.tlioramento furono fatto; distribniona due o tre di Ja l';eltimana Iii qualche capretto e montone e pom vivi, perché fossero macellati dai singoli correligionari, maQmettani o abissini corti; onde non ostacolasse alla nutrizione di essi il nol(l pt·ep;iudizio religioso di quelli indigeni, cioè, di non dovert> man~iare mai carni, che sappiano, ben inteso sappiano in moc.l<.. da poterlo credere senza smentita da testimoni, essere impure. vale a dire macellate per mani rispettivamente di infedeli. Altre disposizioni amministrali ve Curooo regolate, per ren•let•e il meno possibile onerose le cure dal lato economico ai feriti. Per riguardo alla cura medica, bisogna notare, che la medicina interna ebbe sui ferati ù'Agordal un compito assai ristretto da eseguire. Non vi fu in vero alcuna malattia interna locale nè j:tenerale, né endemie né epidemiP da combattere. Tulle le suppellettile farmacologica adoperata »i ridusse quindi alta sorominislrazione di qualche ristoro, o eccitac.te, di qualche calmante, tonico, o antipiretlico, del laUe, delle uova ecc. durante il primo :>Occor~o, o in seguito, secondo l'andamento del caso; oppur·e di ~ali di chinina per bocca. o per iniezione ipodermica, o del joduro potassico in casi di reli'}uati d'infezione palustrP o sifilitica ecc. Cos1 pure l• medicina esterna ha voluto essere molto semphce e riservata nelle sue applicazioni.


E SE!IVlZIO JIEDlCO MlUTA.RE

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Atlesochè la chirurgia operativa, che pochi lustri or sono si vide ancora tenere disp(lticament.e il primo posto fino sul campo di ba~t.aglia, sui feriti d'Agordat invece ha dovuto rimanere pressocbè inoperosa, pur anche nella infermeria di Cheren, che funzionò benissimo da ospedale da campo. Non occorre dire certamente la ragione di questo fatto, oltremodo giovevole per ogni riguardo: dappoichè sono noti ormai anche al volgo i progressi fatti in questi ultimi anni dalla clinica chirurgica e chirurgia di guerra; e ciò specialmente dopo che si potè oUenere facilmente d'impedire o di arrestare lo sviluppo di'Ile colonie balteriche, che una volta determinavano e mantenevano piti o meno lungamente la snppurazione, e da\'ano luogo alh~ infezioni. Basterà accennare soltanto, che rantisepsi, che fu a dottala scrupolosamente dalle prime medicazioni e mantenuta fino al termine d'ogni cura, non può non esser stato uno dei più alti coefficenti dei felici risultati che si sono ottenuti, sovraf.utto mediante la cura conservativa. Di maniera che, sia per la ragione talvolta di necessità, poiché gli indigeni abborrono più d'ogni altro di rimanere mutilati, sia pel concorso dell' applicazione rigorosa della medicazione antisettica, e d'ogni regola fondamentale di cliniea e dell'ig~ne, il metodo conservativo ebbe campo di dominare SO\'rano nelle cure. In effetto, di tutto il ricco repertorio delle operazioni atte alla demolizione parziale o totale, di cui la chirurgia dispone non si è adoperato nei 178 feriti, che si ebbero in cura, che la sola amputazione circolare alla coscia per gangrena, che si é visto di c;opra; più qualche inci~ione per estrazione di • proieltill o sc!Jeggie ossee, qualche s brigliamento aponeurotico-muscolare per favorire lo scolo, applicere fognature, od altro, di nessuna entità. Nelle stesse esplorazioni, che f'urono fatte , nei casi dt assoluta necessità per rettificare o definire precisamente la diagnosi ed avere la indicazione curaliva esatta. per la ricerca 1ei projettili dalle ferite, ecc. si i: sempre usato di preferenza il mezzo più semplice ed efficace, qual'è quello <!el dito, l'lf'nza specillo od altro strumento.


RIHSTA DI TEC:iiC.~

Del resto 1a cbirur;•a conservativa a quesl"ora non ha più bisogno certamente di essere volgarizzata od illusLrata ron nuovi falli per mostrare con quale e quanto giovamento ~ia d1 gran lunga supAriore a quella della demolizione, quando ~ia giudiziosamente trattata; dappoichè da se stessa ormai si (~ unposta mediante i mezzi, di cui la chiJ·urgia moder na 1.1uò disporre. Le statistiche delle ultime gaerre, basate su di un numero considere,·ole di casi, ci dimostrano che la cura conser vativa prima ancora della generalizzazione della medicazione antl~ettica. otteneva J!IH una media percentuale di mortalità al'luanlo inferiore dell'altra. lnv~ro, a confronto della amputazione, che dava nientemeno che il 52,9 per cento di mortalità; e della disarticolazione, che da,•a il 25;1 per cento; e della resezione, che dava il ~pe r rento; il metodo conservativo invece, comeché desse in allora Il 19.5 per cento, mostrava d"avere ollenuto già un notevole vaot.aggio sulla medicina operatoria. E cosi pure se si bada alla percentuale comparat1va , ri>:pello le varie reg10ni del corpo. Per non dilungarci troppo nel continuare cogli esemp1, ap-giungeremo soltanto ciò che riguarda le lesioni del piede; !e quali, come si sa. danno una notevole mortalità. La mortalilit dellaresezione, p. e. oscilla attorno al 19,3 p. 100; equella della disarticola tione var1a attorno al15 p. 100; e ciò senza c•mtare il bisogno eventuale di riamputazione non infrequente; mentre che la cura conservativa, oltre a risparmiare tali <;favorevoli eventi, non dà di mortalita che circa il 4 p. 100. Ciò con buona pace di coloro, che nelle frallure complicate del piede ritenevano ti mi~liore presidio la disarticolazione; perché, dicevano, il metodo conservativo non davA buoni risultati. Per finire circa a questo argomento soggiungeremo, che nel caso nostro, due fratture commioutive del collo del femore, l'una a destra e l'altra a sinistra, complicate dalle rispettive ferite d'arma da fuoco, che l'avevano causate, comunicanti col focolaio delle fratlure, erano giit nel mese di marzo in via di guarigione per anchilosi, senza bi ~:ogno di


E SERVIZ10 lrKDICO KIUTAR&

alcuna operazione, all'infuori di qualche sbrigliamento per estràZione di scheggie ossee. Mentre all' incontro fino a quest'ultimi tempi la demolizione della intera estremita era, quale regola indi:::cutibile, ritenuta in tali casi assolutamente necessaria. Nell'applicazione dell'antisepsi, non si è usato della medicazione classica speciale lìsteriana e dei suoi più o meno scruQolcsi volga.rizzatori; uè furono adoperati apparecchi speciali più o meno complicati; i quali se banno utilitil in clinica e sono convenienti a recare lustro mirabile nei ga-binetti e negli armamentari d'Europa, diventano all1nconll'o, oltrecbé inutili, d'ingombro fra le suppellellili che si debbono trasportar e M I materiale sanitario di mobilHazione. R specialmente in Africa, dov'è suprema legge di guerra, che i corpi d'operazione tengano il più costantemente possibile nelle marcia la formazione in quadrato, ed abbiano la massima mobilità, bi5ogna, che ogni impedimento sia ridotto al minimo di tutto che sia strettamente necessario. Da questo punto di vista, gli esiti felici che si sono ottenuti pei feriti d. A.gordat, hanno provato, che per l'applicazione delrantisepsi i mezzi semplici e comodi ordinari, facili al trasporto, cbe non facilmente •si ,ruastano, cùe sono in dotazione per le regie truppe d'Africa, hanno bastato quantitaLivamente e qualitativamenle sia sul luogo del combattimento, che più tardi presso le infermerie presidiarie, dove i fer1ti furono curati. Oltre l'antisepsi applicata nelle medicazioni, ha contribuito più d'ogni altra cosa la rigorosa osservanza delle norme ordinarie d'igiene, stabilite dagli allegati relativi al regolamento di disciplina. l ricoveri e il terreno tutto all'intorno furono diligentemente disinfettali. Dalla maniera di costruzione delle capanne in paglia e delle tdnde si aveva l'aereazione impercattibile naturale, oltre la ventilazione che si desiderava attraverso le porte e le finestre. Si è osservata sovratutto la nettezza scrupolosa, t~nto dei locali quanto di una zona di terreno d'attorno, delle suppel-


~270

.IUVISTA DI TEC.'-,ICA

lelLili, degli oggetti leUerecci e di \'esliario dei feriti, e degli addetti; la ui~inrezione dei locali e delle robe usate, ecc. Prima d'ogni vi!'<iLa e medicazione si usarono i sohti lavact·i antisettici de tutti coloro che intervenivano in tali operazioni. Mediante irriga;uom e la vacri antisettici si manteoe,•a nella massima nettezza la rerita e Lutta la parte ch'era da medicare e all'occorrenza tutto il membro o Lutto H corpo, secondo richiedeva il caso. Fra le soluzioni enliseUicbe si usarono a preferenza quelle d'acido bor1co, o fenico, ma 1•1u di tullo, quale piu sicure, quella d1 cloruro mercurico. Sulla ferita d'ordinario si applicava il jodofot•mio. di cui non s'ebbe alcun inconveniente, e la solita medtcazione colla garza e la falda di cotone e la tela impermeabile o la guttaperca laminata e la fasciatura adatta; a meno cbe non fose:e occorso in qualche caso applicare un pezzetto di tubo da fognatura od allro. Nelle lesioni ossee ed articolari si é provveduto di dare e mantenere alla parte fratturala e all'intero membro la irnmobililà nella posizione, che doveva riuscire poi, compatibilmente con gli esili, la più adttiLa alla funzione d~lla estremità ferita. Dimodoché, per le lesioni alla spalla, al braccio, aJ. gomilo ed all'avambraccio si adottò la posizione ad angolo dell'avambraccio sul braccio più o meno marcata; per quella del piede pure ad angolo neJJa flt>ssiooe di questo s ulla gamba; e si tenne la postzione della completa estensione dt'll& intera eslremita inferiore. Per questa immobilizzazione sono bastati efficacemente i meui semplici, leggeri, comodi e di facile trasporto, che sono in dotazione regolamentare per la costruzione degli apparecchi. A.ppareeehi. - Questa perLe di tec~ca chirur~ica, <.-he costituisce uno dei faLtori più impor tanti dello sgombero e della disseminazione dei feriti, tanto giovevole sia alle cure, che a tenere libero dagli impedimenti illealro d'operazione, ebbe la sua applicazione nel modo più completo ed eftlcacè.


E SERVIZIO MEDICO MlLlT.-\1\ E

l~il

A.Irinfuori di quRicbe apparecchio speciale improvvisalo) quale la lesione particolare del caso richiedeva, non fu adoperato che le ordinarie st~ccbe di legno, le tele t• reti metalliche, che sono nelle borse, nelle tasche, e nei t'Ofani di sanità, che in quantità più che sufficiente erano a disposizione. Questi mezzi tanto semplici, ma altrettanto aJatl1 allo ~copo, !':pecialmt>nte in mano di chi li ~a a1loperare, hanno ser vito ottimamente a costruire nel po<~to di madicazione apparecchi provvisori tali, che permisero di trasportare da Ag-ordat a Cheren, per la d1stanza ùi ctrca 90 chilometri, p~r una strada che in certi tratll é disagevolè, tutti i frattui·ali, compresi purtl quelli dei dervisci, e non esclusi i due casi gravi di fratLura del collo del femore. E non solo fu possibile questo (e chi conosce quella strada tl la necessità di ottenere negli apparecchi di frattura la massima immobilità dei frammenti, non Lt·overà certo che sia cosa di poco momento) ma si é ottenuto eziandio il fatto di rived~re tutti i fratturati arrivali da AgorJat a Cbert~n coi loro appHrecehi provvisori, di reti metalliche e di ~tPcche ancora intalti, e tanto bene aggiustali e conservali a posto, che non tanto non fu bisogno rli 'non rinnovorli s ubito, roa si i! imposta anzi la indicazione di non toccarli fi no a tanto non si presentasse una qualche rat:tione. Per riguardo a quel materiale debbo aggiungere, che si e visto eziandio in questa occasione, che tutte le ~tteccbe n'ogni sorta, siano queUe in doUizionP., che quelle che all'occorrenza s"improvvisaoo, non hanno perduto. nè perderanno mai il pregio reale, che da secoli remoti hanno sempre consen·ato, per la ~ostruzione degli apparecchi di fratture, s1a c;La.bil1 che provvisori. Sicuro, che a.l pari d·ogni altra cosa, questi mezzi non sono anche scevri di diCelli e inconvenienti. In un trasporto lungo e disagevole per es. come quello da Agordat a Cheren, é facile comprendere che un apparecchio provvisorio, costr utto d• soli fanoni e stecche, non può dare la sicurei7.a, che abbia da corrispondere sempre così bene in ogni caso; po1chè le stecche, facilmente spostandosi, talvolta non mantengono


1~72

RIVISTA 01 TECSfCA

la immobtlizzaziooe costante cb' e necessaria: e d'altra parte un appare<'.chio cosi faLt.o non sempre è possibile adattarlo in modo da poter sorvegliare la parte offesa come ~rre, specialmente nei casi di fratture complicale da ferite d'arma da fuoco. In ogni modo però le stecche furon(' trovate ottime. specialmente per gli apparecchi proV"•isori nei brevi trasporti durante e subito dopo il combattimento, per la loro applicazione pronta e facile anche fra le file dei combattenti, dove il tempo stringe e )"apparecchio non ha lo scopo della consolidazione definili va della frat~ur·~t, ma soltanto quello di mantenere provvisoriamente i frammenti nella immobilita il più possib1le completa. Le stecche ordinarie hanno servito inollre a dare maggiore ::solidità e rigidezza, applicate in aggiunta agli apparecchi di tela metallica; oppure altre stecche speciali fabbricate apposta, adatte al caso, hanuo corrisposto mirabilmente io ap-parecchi definitivi; dove, p. es. nelle Crallure del collo del femore o della gamba o del piede, bisognava ottenere, colla massima immobilit8 dei frammenti, un certo grado di estensione e controestensione, secondo l'asse del membro, e libero campo alle medi~oni senza rimuovere l'apparecchio. P er questo uso servi l'antica ferula del Desaull alquanto modificata mediante piantare fis.<>o, finestre e incavature ~e­ condo l'occorrenza del caso; oppure una stecca lunga laterale interna, munita pure ili piantare fisso, che servi ottimamente 10 un caso di fraUura comminutiva, complicata da ferita d'arma da fuoco alla faccia esterna della regione tibiolarsica; e in un altro caso di frattura, pure complicata da arma da fuoco alle ~amba, fece oUima prova una stecca simile fino a che !a rerita non fu cicatri:ueta. Oltre a ciò, furono adoperate le stecche palmari e le plantari in dotazione, e in un caso un palmare lungo, fatto a pposta per· !"avambraccio e la mano. Fra 1 materiali in dotazione. deslin&li a costrurre apparecchi mod~Uabili sulle parti fratturate, quello che riuscì il più semplicè comodo e pratico per ogni riguardo, fu la tP.Ia o rete metallica.


E St:.RVIZ10 llEDICO lULlTAR!

Questa, oltre avere le prerogative importanti di conservarsi racilmeotect~n un po'di vernice, di pesare roco, occupare poco

spazio e d·e!'sere di facile trasporto, ba pure quella di essere per così dire plastica nell'adattarsi a guisa di maglia metallica attorno le parti fratturale e fornire al tempo stesso un'adeguata solidità all'apparecchio. con le tele metalliche si fecero sGitecitameute apparecchi provvisori mollo adatti, e cosi pure apparecchi sl.abili a guisa di quelli amovo-inamovibili, con o senza finestre, od angoli secondo il caso, e pArticolarmente nelle fratture dei gomiti e dell'omero. Si è applicata come si usa comunemente, piegandola in forma pres1;ochè cilindrica, e modellata prima sulla re~ione omologa sana, scambiando naturalmente alla fllccia interna il margine destinato a quella esterna, e facendo tagli o meglio ripiegature adatte per conformare, se occorrevll, il semicanale che ne risultava ad angolo, secondo il grado sotto cui si '\'Oieva riman~e immobilizzata un'articolazione. Ora nel porre termine alla presente rivista, verremmo meno nella parte, diremo cosi, geniale del compito nostro. se mancassimo di fare rilevare ciò che nella relazione statistico-sanitaria è ricordato, ed è stato eziandio segnalato dalla superiore autorità, a decoro del corpo sanitario militare, riguardo ropera lodevole compiuta dagli ufficiali medici, dal farmacista e da tutto il personale di sanità nel prestare le cure presso a feriti.

l


1274

ltiVJST.\ 01 TEC~IC.\

TABeLL A

A

Ferit(' d'arma da fuoco nelle regie truppP, dirise per regioni e lati.

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17 12 29

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1~1 5

E SERYIZIO MEDICO MIUIARK TABELLA Abts

Frrite d'arma da fuoco divi.ye per regwni e lati

ui Dt r,;isci prigonitri.

riportalP dai

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B. - 'fabiJtla imdù:ante le le.~ioni del sistema o.wwo e m·ticolM·e peq· a1·ma d(t fuoco pM·ttttile ?'ipo7·tate dai 54 J)ertlisci pfigionim·i.

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!lEGIONI

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·l Osso r,·ontale, ma· scellare int('rna

C)l Omero . :j r.l)rnito .

Cubito . Radio . Ca1·po . . . :{ Metacal'po . Oita . . .

·t Femo1·e .

4 Tibia . Tibio-astragalea . Tarso. . . . . 4 Metatarso . . . Dil.a

161

Totali

A NNOT AZIONI

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2 Tutte duo couunluutivc, complicato mlna -articolari drl

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collo. 9 Tut«~ duo nella thnOsl, eli cui 1111:1 comminullvn e con lrsiono del rase.lo ner,•o-vascellRrc. 1 Scheggi!Ltura nii 'CJliflsl ~upcrìoro. 1 Comminutlvn.

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Tibia . ~ Tibio-astr·agalea. 'L'arso . . 5 Metatarso

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ferita d'arma da fnQrO. 4 ll'ratturn eomplica.ta tutta nella tlla flsi, di t·nl una commlnutlvn, 1

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1278

RIVISTA D'IGIEKE 8ull'tnftuenza del latte e dell'abitazione nello sviluppo del ba.mbbll allevati arWlolalmente In Llpd&. - (Zeitschrij"t fu r Hug~ene und /nfeetionskrankheiten. Volume 1:)..., fascicolo Jl).

PLA.UT. -

Conelu8ioni. - l. Il !alle, che il popolo di Lipsia acquista su i mercati, in alcuni 'luartiert della città, non è adatto per l'allevamento artificiale dei bambini. Come cause sono da indicare le seguenti: a) Il sudicio maneggiamento del latte nei negozi ; b) Il trasporto del latte non più allo stato fresco. Quindi il giudizio sul latte nei negozi non dovrebbe essere limitato solamente alla composizione chimica per dedurne il suo valore, ma sarebbe pure necessario d'investigare come è diretto ed ordinato il negozio di latte. n latte, cbe in estate i> trasportato da lontano nella citlà su carrozze, deve essere immerso nel ghiaccio appena munto. Il latte, che non soddisfera a questa condizione, dovrà essere escluso dall"allevamenlo artificiale dei fanciulli. 2. t da ritenere che le prescrizioni sulla sterilizzazione del latte neliP case sieno state bene eseguite, percbè in generale il !alte, dopo che fu introdotto nelle case, non subì alterazioni ulteriori. Il. Abita;ione. - Siccome le ricerche numerose eseguile banno dimostralo cbe la casa ha una parte mollo importante sullo svilupp<> dei bambini, così neU'affidare questi all'allevamento artilìciale, bisognerebbe assolutamente preferire truelle nuLrici che banno casa ben adatta e sana ; mentre le altre che hanno casa insalubre, dovrebbero essere punite con la perdita di pagamento della reUa, se non cambieranno casa con altra migliore sotto il punto di vlst.a igienico. C. S.


RIVISTA. n'IGIEXE

L'aUmeut&Zione che produce il massimo dl calore e dl fon& muscolare, tutellettu&le e morale. -GALLAv A RDL'I. -

\

(Gazette des Hòpitauz, N. H3).

11 dott. Galla\•ardin ha pubblicato su questo argomento uno studio interessante che egli termina con le se~uenti conclus.ioni. Per aumentare il nostro .calore organico e Je nostre forze muscolare, intellettuale e morale, noi dobbiamo abituarcì, fin dali" infanzia. a digerire H meglio possibile : 1• Tutle le materie grasse: latle, crema, burr·o, ciocco· Jatlo, cacao, grasso di carne, midollo delle ossa, olii vegetali ed animali; 2· I reculacei, particolarmente f!Uelli che contengono maggiori quantità di materie grasse o zuccherine ; 3• Le differenti materie z11ccherine, miele., confetture, frutti zuccherini; }° Consumare il meno che si può di carne; sotto questo rapporto, il prof. Boncbard prupone l'esempio dei fanciulli inglesi, dei quali, dice egli, ralimentazione si compone soprattutto di Lhè, di latte~ di burro, di patate, di ft•utl.a; la carne ~ Jata una volta sola al giorno e mE-i un fanciullo inglese mangia carne dopo le due pomeridiane; 5• ~on si deve rigettare in massa tutta la carne, perché questa contiene due parti aventi lJI'Oprietà differenti ed anche opposte. la parte magra e !a grassa Il grasso della carne contiene. come il burro, 83 per 100 di materie grasse, e la mjdolla delle ossa contiene, come l'olio d'oliva, 96 per 100 di materie grasse. Per cui il grasso della carne e la midolla delle ossa dovrebbero essere utilizzati dagli er bivori come i loro equivalenti, il burro e gli oJii vegetali; 6• Le materie grasse, fecolacee e zuccherine, sono le tre specie d'alimenti costituenti i veri alimenti di risparmio, poichè, pur aumentando il calora e le forze, essi rallentano, diminuiscono il consumo dei liquidi e dei LP-ssuli dell'organismo; 7° Non si dev(}no escludere dall'alimentazione dei paesi caldi le materie grasse, perchè esse producono calore che


1280 i loro abitanti hanno io eccesso. .Ma é tutt-avia vantaggioso

che essi ne consumino, quantunque in più piccola quantità, perché esse producono consecutivamente della forza, e perch.è esse calmano la fame e la sete. Pare che gli indigeni dei paesi caldi abbiano fatta quest'ultima osservazionA. Cosi, il fellah, in Egitto, non avendo burro né olio a sua disposizione, si nutrisce sopratutto di gran turco, che contiene quattro volte più di materie grasse del frumento. Per altra parte, nei negri dell'Afr ica equatoriale, il caloulou, piallo nazionale del Dahomey. è costituito da dieci s pecie di piante mescolate all'olio di palma. Inoltre, gli abitanti dei paesi tropicali fanno un gran consumo di gée o burro conservalo. Humboldt poi ha notato che il gran turco (di cui si raccoglie un miliardo di ettolitri in tutto il mondo) è consumato soprattutto nei paesi caldi, come in Egitto, in Italia, nell' America tropicale, ecc., forse perché, sotto un minore volume, esso calma la fame e la sete. D'altronde, le materie grasse, che costituiscono un alimento preservativo ed anche curativo del rachitismo, possono essere consumate con vantaggio in questo scopo. anche nelle contrade le più calde del globo.

11 Direttore

Dott. SnFANO RBGIS colonnello medico ispettot·e. U Collaboratore per la R .• Marina

n Redat.tore

D.r Teoooruco ROSATI

D.r RIDOLFO LIVl

lfetiieO di t> cltuu

Capilat10 11ledico.

NUTINI FEnER ICO, Gerente.


MEMO:R.IE

OR.IGIN.ALI

OPERAZrONI CIII BUHGICHE STATI PRATJi' m NEGLI SHBILIYENTI ~.\SITARI ~ILirARl D[R!STK L'ANSO l ~\12

J•remesso che an.che nella presente rivista, come nelle precedenti, non vennero compresi i più minuti atti openltivt che giomalmenle occorrono nei vari riparti di ammalati. si uota che le operazioni clmurgiche state praticate ne~ li 'tabilimenli sanitart militari. tlurante l'anno f 89::?, furono ahhnstonza rilevanti non :-olo per il loro numero. ma eziandio e sopr;ltullo per la loro importanza. Ln mag~ior parte delle operazioni l'pella naturalmente n~li o'pc:dali principali e sncrt~r,ali, ma an~:he in parecdtie infermerie di presi!lio ~i ebho un discreto numero di operati, 1li cui taloni pure import;\1111. Ri part.itamente per ogni ;;lnhilimento sanitario il .numer·o clegli operati, compre:'i ~li ulliciali ed i non appartcocuti ~ti Re~io esercito. è c1nt>llo che ri~ulta dal se~uente pro•pello, anertendo d1e da e.-so <:ODO esciiiSe le riduzioni delle rratlure e delle lu._sazioni. delle quali sarà fdllo renno in apposito capito!·'· • 1 nota r.he ;:li operati non milit-:ri <~ppartengono per la ma~sima narle alle ~uardie c] i linalll.il. 81


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OPERAZlO:'il CHiRURGICHE \

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18 Aquila .

Bard Alessandria . Casale .

2 Firenze

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23 Livorno

151

l[ Novi Ligure.

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Savigliano

15 Cagliari

16

Milano.

38 Perugia

l Brescia

18 Ttlroi

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7 Napoli .

59

Cremona .

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Rocca d'Anfo

1 Gaeta .

Piacenza

:22 Salerno

11

Parma.

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Pavia

12 ~océra. s. Bari .

Genova

38 Lecce

Savona (Reclusorio) . Verona

3 Catanzaro. i!l Reggio Calabria

Maniova

J Palermo

241

Padova

6 Girg~nti

Il Venezia

18 Trapani

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Ancona

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Roma

Civitave~cl~ia

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STATI PRATICATR DURANT.K L'A~O 1892

OS!lEOALI EU ~FER~ERlE

OSPEil.,LI ED L.'\FRR'.IERIE

jiColonia Eritreo..

MPssina

11 C&Lania.

:3 ~fassaua .

Sirttcusa

t 1 Asmara

l

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Keren

l

TOTALE

.

1~83

l 1~1Jl 2

TOTALE

2

Nel seguente speecbiello sono indicate le diverse operazioni eseguite negli staùilimenti sanitari militari, con jl numero deglt esiti letali spettanti a cia...'Cona di e.~se; e dal deLLo specchietto si può facilmente rilevarne non solo la già notata importanza, ma eziandio i risultati abbastanza favorevoli che se ne ebbero, come meglio risulterà dalla circostanziata esposizione dei fatti piu salienti riguardanti i pr·incipali operati.


12ki

f)PER.\liOSI CIHRL"RGIC BE

J:'iOIG_\ZlOXE m:u.~ OPERAliO~I

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di coscia di gamba

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Amputazioni

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di avanhroccio di metecarpo . di falan;i

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Totale

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di omero . . . di ossa metacarpee Disarticolazioni

dì piedE.> (parziali) . di ossa melalar·see di dita (totali).

. .

di dita (paniali) . . .

2lì-

\ di dito S11pranumerario

1-

Totale /di mascdlare inferiore

Resezioni .

.

. as

.=.j

3

1

di clavicola

1-

di scapolo .

1-

di apofisi Yertebrale di co:;lol~

i

di omero

l

di olecr ano di capi ar·Licolori del gomito \di cubito

. . .

.

JLI

~,=l. .'l 1,-1


l~OICAZ!Ol\"'E DELLE OPER.\ZI0:'\1

Resezionì . .

{ di me~acarpo (parziali) . . .

2-

1 di femore

....... .

1 -1

di ~ pi articolari MI ~inocchio

J - 1

di libia .

2

l

.

.

.

.

.

. .

. ·.

1

di perone

-1 l

di malleolo

1 -

dì capi articolari del piode .

2-

dì melalarso (parziale)

l-

di falangi .

6-

. . Totale

Tracbeotomia

Operazioni \ Toracente~i . suJI'apparalo T~r~cotomia . respiratorio Polipi nasali .

1

Totale / Tonsillotomie Erniotomie . . . \ Ta.x is semplice O f)ei'8ZIODI sull'apparato Fistole anali . chìlo-poielico E morrot.d.1 •

l

ParacE'otesi addominali \ Laparalomie . . Totale


H86

fl

OPERAZIOXI CHlRURGICBl.

l.'\DICAZIONE DELLE OPERAZl0:'\1

l Fimosi-Parafimosi Dilatazione graduale ùell'uretra . Operationi sull'apparato genito-orinario

l

'>1-

CiE~lotomie .

ld.roceli . . Orchiectomie .

2:3 -

Fistole orinarie .

1-

10-

Totale ' CheratoLomie. . . . . lr•declomie Operazioni sull'organo dello visla

9-

Uretrotomia esleroa . . . . . , (i~ ­ Uretrotomin interna . 2 -

:lu.l l

..·l

. . . . . . . .

1l-

\ Esenteratione del bulbo oculare. 1 l Er.ucleazione del bulbo oculare ·1 Cateterismo del condotto lagrimale 1 -

11-

l

4-

Altre operazioni Totale

Miringolomie

.

Il Operazioni \ Trap~nazione del processo masrill'organo dell'udilo

sto1deo . . . . . .

19 -

Polipi del canale uditivo

4-

Altre operazioni

. . .

3-

Totale

. 29 -

l

- ~-


li'\OlCAZIONE LIELLE OPERAZI0!\1

~l ~... ' -o "' o

~

Q.

::l

---------------------------------~~

Allacciature di arterie Operazione di labbro leporino

Operazioni var·ie

Cheiloplastie . . . . Paracentesi particolari Artrectomie Tenotomie .

·l

.~-

1-

2l

1:1 l

l'l

~l

1

1

Sindactilie . 94 Aspor tazione di unghie . Operazione di tumori diversi . : Aperture di ascessi profondi . . , 19 Estrazione di proiettili Altre operazioni

2~ ~Il

. 31-

2

·1 27._

Totale Totale complessivo

l_

·---, . ,~~i~l

. :H.'l

4j


lt8~

OPER.\ZlOXl CHIRCRt..ICB.t:

IXLHC.AZIOXE DE'LLE OPERAZIOXI

Colonia Eritrea. Ampulazioui di coscia

Amputazioni dt gamba

' Disarticolazioni di omero . .

Operazioni varie

l

Dlsartieolazione di dita (Lotale)

11-

Disarticolazioni di falangi . .

2 -

Resezioni del ginocchio . . . . AUaccialut•a dell'arteria omerale.

) Tonstllotomia

. . . . . . .

111

l -

1-

Asportazioni di Lumori

5 -

Operazioni di fìmosi .

a-

\ Estr-azione d1 proiellili

:J -

Totale

. 20

1

- -1 .~mpataslonl .

A mpuu.t~ioni di C()sàa. - Gli amputati di coscia furo no 5. dei !Juali 2 non appartenenti all'esercito. Fra i militari, i fu operato nell'ospedale di Torino, per· gangrena lilla gamba, consecutiva ad allacciatura dell'arteria femorale comune : l~ operato morì nello stesso giorno dell'operazione, per esau-


!iUT& P1UTICATB DURA:~U L.A:\~0 l X!)~

l zX~

rimento. (Operatore ma;{giore medico Randone). La seconda ampuwzione di coscia fu praticata nell'ospedale di Piacenza, per !!ra' i·sima ferita lacero-contusa di tnlla la gamba. con lacerazione dei muscoli e frattura delle ossa; l'operato gua n. 1Operatore mag~iore medico Go1.zano}. l n terzo militare fu amputato di coscia nell' infermeria pr·esrdiaria di Girgenti. per ~angreoa della gamba, con sintomi di incipiente infe· zione: l'operaio guarì. (Operatore capitano medico Vita). Fra i non militari amputati di co~cia ,.a specialmente no· taio un fuochista di un piroscafo inglese, che, sorpreso da un treno, ne ebbe ,;chiacdate entraml•e le gambe: ricoYe· rnto ali" ospedale militare di Genova, fu amputalo della coscia de~tra due giorni dopo che era stato amputato della gamba sinistra: l'operato guarì. (Operatore capitnno medico Zunini). L'altro non appartenente all'esercito, amputato di eoscia fu un timoniere della Re~ia marina, ricoverato all'ospedale di llologna. per sinovite fun~o:)a al ginoccl1io, l'operato gnau. (Oper·atore ma~giore medico )losci). tmputa::ioRi di ynmba. - Gli amputati di gamba fnrono 9, di cui l non militare. Negli opcr·ati militari, l'amputazione fu moti'fala in 7 da sino'fite fungosa dell'articolazione del piede, in 4 da carie delle os~a tarso·metaLarsee ed incipiente sinovite all'articolazione del 9iede. co~&uenza dr traumalismo. TntLi gli amputat: di gamùa guar·irono. compreso il non militare, che si riferisce al più sopra notato fuochista inglese, che fa amputato della gamba sinistra. Le amputazioni di gambe Yeonero praticate: ~eli ' ospedale di Torino 2, in uno dei quali era già stnta praticata la resezione totale del piede, nell'altro la resezione del malleolo esterno, ma senza risultato. (Operatore ma~giore medico Randon~). ~all'ospedale di Alessandria l. (Operatore maggiore medico Bocchia). ~eli' ospedale di Yer·oua 1 con am-


l i!l )

III'Eil.\ZI0'\1

t tllltl' tiG tCHE

putazione sopra malleolare. (Operatore maggiore meùico Carabba). Nell' ospedale di Roma 2. (Operatori ma;.rgiore medico Panara e capitano medico Bonomo). Nell' infermf'ria presidiaria di lecce l. (Operatore capitano medico Carbone) . .Xell'o~pedate dt Palermo 1. {Operatore c~tpitano medico Degli l"berll). li non militare fu operato atro~pedale di Genova dallo stesso capitano medico Zunini, che dopo dne ~iorni lo amputò pure della coscia (~ià ricot·dato più sopra) . .lmputa.:ione di ln·accio. - Le amputazioni di braccio furono 2. Una si riferisce ad un ufficiale superiore delresercito. che ricoverato all'osped:~!e di Roma per accidentale grave ferita d'arma da fuoco all'antibraccio e pnrte del braccio, fu <lmpnLato del braccio al terzo superiore. L'esito fu la guarigione. {Operatore maggiore medico lliancl1i). La allra amputazione di brar.cio fu praticata nell' infermel'ia .:.peciale del reclusorio di Savona. motivata da artrocace del gomito; anche questo operato guarì. {Operatore capitano medico Ciampini). · Jmpttta:ionl' tli arambraccio. - Anche le amputazioni dell'avambraccio furono 2. Una fu praticata nell'osped:-.le di Alessandria, motivata da carie diffuse del metacarpo, con si· novite granulo-fungosa dell'articolazione radio-carpea. L'antibraccio fu ampul.-~lo nel suo terzo medio, con e·ito di guarigione. (Operator·e maggiore medico Corva). L'altra amputazione di avambraccio fu praticata nell'ospedale di Roma, per ferita d'arma da fuoco con parziale mutilazione della mano. L'anlibraccio fu amputalo nel suo terzo inferiore, e l'operazione ebbe esito di guarigione. (Operatore maggiore medico Bianchi). Amputa~ione di o>)sa metacarpei. - ~e fu. praticata una sola nell'ospedale di Bologna, e fu motivata da cada del


<:;TATE PR.HlCHR DGR!..'\IE 1.'A '1'i0 1892

Jl91

dito pollice. consecutiva a patereccio. Fu ampntnlo il primo meracarpo. ad un centimetro e mezzo sopra l'articolazione metac:11·po-falnngea. asportando contemporaneamente il corrispondente dito. L'operato guarì. (Operatore maggiore medico Pabi:'). A mputa~ioni di falangi. ~e furono praticate 5 distinte come :'ej:ue ; ~etl'o5pedale di Torino 1 di falangetta del pollice. per oecrosi. {Operatore maggiore medico Randone). ~ ell'ospedale di Bologna 3, delle quali una della seconda falange del mignolo, per frattura commiouti\'a : l'altra della seconda falange dell'alluce e falan:.tett.a del :'econdo dito di un piede, per necrosi da progressa gangrena; la terza della seconda falange dell ' indice per carie della falangelln e di parte della seconda falange, da sofTerlo patereccio. (Operatore maggior·e medico 1\fosci). ~eli' ospedale di Caserta l della seconda falange del mignolo, per· frattura complicata del dito. (Operatore capitano medico Gandolfr). Tollt gli operati di cui sopra ebbero esi to di guarigione. \

Dbar11eolazloal .

Disnrttcola:rione dì omero. - Nessuna ne fu praticata nei militari; quella segnata nello specchietto si riferisce ad un borghese ric~veralo nell'ospedale di Palermo, per grave feriLa da punt1 e da taglio alla regione ascellare con lesione del fascio nerveo-vascolare ; fu dapprima operato di legatora dell 'ascellare in alto della regione sott ">-clavicolare; però dopo due giorni si dovette procedere alla disarticolazione dell' omer·o, per sopraggiunta gangrena dell'arto. L'operato guad. (Operatore maggiore medico Alvaro).


Ol'ER \ZIO~!

Cllll\t:R~>JCHE

Di~>articola:ìonl' di 11iedl' (pur:iale). Se ne t'l1l>e una sola, e fu praticata nell'ospedale di Piacenzn, per· carie delle os-a del tarso e del malleolo interno. reliquato di periostile. Fa disarticolato il piede rol metodo del Chopart. alquanto modificato dall' operator~ mnggiore medico Goz~ano. L'accennata modiCicazione non i: specificata. l.'oper,llo gnnr·ì. nisnrticola;riont> di melacarpPi. - Xe fu praticata una sola nell'infermeria presiJiaria di Ber;?amo. o..-e per ferita d'arma da fuoco alla mano destra. fu praticata la drsarticolazione del primo metacarpo col pollice corri:>pondente. L' e~ilo fu la ~arigione. {Operatore capitano medico Gilberti). lJi.~articolazione di metatm·.iei. - Xe furono pratkatc ~; una nell'ospedale di Caserta, asporrando il quinto metnt.arso col dilo corrispondente, per carie da periostite luhercolare: l'operato guarì. (Operatore r.apilano medico Gandolfi). L'altra nell'ospedale di Yenezia, con asportazione del primo metatarso, per osteo-periostite granulo-fungosa. L"oper11to guad. (Operatore tenente medico Giacomelli). Di11rtrticola=iont tli dita - La disarLìcolazione di dita ttotale) furo no 6 dei quali l non appartenente all'esercito. ~ei militari le operazioni in parola for·ono praticate: Nell'ospedale di Torino 1 con disarticolazione del pollice sinistro, per necrosi delle falangi. Nell'ospedale di Brescia l del polli~e destro, per carie delle due falangi da patareccio. ~ el!'ospedale di Yerona ~ di cui l del dito medio della mano sinistra, per osteo-periostite rarefacente; l'aUra dell'alluce destro per osteo-periostite suppurata. ~ell'ospedale di Roma l . del dito medio del piede sinistro per ferita di arma da fuoco. Il non appartenente alresercilo fu operato nell 'ospedale di Gaet<1, con la. disnrticolazione dell'intero


STAT! PR.\TIC.HE DUR.\\T! I.'.H~O 189~

1~!1:3

lito medio della maM de5lra. per ferita Incero-contusa. Gli operati di cui sopra ebbero tulli tlsito di guarj~ione falla eaez1one del df,articolato dt alluce destro nell'ospedale di Yerona. nel quale si ebbe ripetiziOne del processo al primo metalarso. Disarticoln:ioni lli falangi. - Ne furono praticate 2G, deiiP. quali .25 alle ma ni, ed l ai piedi. motivate la mas,jma parte, cioè 19 da cnrie e necrosi, e;;iti di osteiti e con:;e!.!uemi carie e necrosi. e ì da traumatismi. In un solo caso st praticò la disa1 ticolazione multipla. cioè in due dita contemporaneamente: in lotti gli altri la disarticola1.ione fu limitata ad un solo dito. e tulli gli ur.erati riescirono alla guarigione. /)itosopromwmerario.- ~~ e ll'ospednle di Caserta venne pure asportato uu dito soprannume•·ario al piede destro, con esito dt ~uarigione. (Operatore capitano medico Gandnlfi ). 1

B esezlo ol .

Le t'e5eziooi praticate furono al delle quali ta1un e di non lieve importanza. esse vanno distinte come in appre,;so : /Ji masc·llnr, inferi()re .:J: tlelle quali una fcr pratkata nell'ospedale dt Roma, per frallnra comminutira e "Uccessiva necro.;i dell'osso. da ferita d'arma da fuoco. l?u rcsecato porzione del mascP.IIare (non ~ indicato quale). e l'ammalato. giit rrecedeotementc operato di enucleazione del l.lulbo per elfeuo della ''e~sa ferila, morì dopo due rnest (operatore capitano medi co Bonomo). L'altra resezione


1294

OPERAZlO:\l CHIRURGICHE

di mascellare inferiore avvenne nell' O~J?edale di :'\apoli, motivata da periostite: ne fu praticata la resezione parziale, con risultato nullo; l'operato fu riformato (operatore maggiore medico lmbriaco). Una terza resezione di mascellare inferiore fu praticata nell'infermeria presidiaria di Bergamo, per frattura comminutiYa dell e ossa mascellari, prodotta da c;olpo d'ar·ma da fuoco; previa asportazione di frammenti ossei. si resecò una porzione di ambedue le branche orizzontali del mascellare inferiore con successiva cheiloplastia. L'operato guar·ì e fu riformato. (Operatore capitano medico Gilberti). Di clacicola l. - Fu praticat~ nell'ospedale di Torino, motivata da callo defvrme con sporgenza di frammento; fu resecata l'estremità sporgente, con esito di guarigione. (Operatore maggiore medico Randone). Di -scapola 1. - Fu praticata nell'ospedale di Caserta, per carie della spina; questa fu resecata, con esito di gnarigione. (Operatore capitano medico Gandolfi). Di apnfi.~i rerleb1·ale J. - Fu praticata nell'ospedale militare di Torino, per caria di apofisi trasversa della 9" vertebra dorsale; I' operato guarì e fu riformato. (Operatore ma);!giore medico Randone). Di coste 4 (compreso 4 non appartenente all'esercito); dei militari, nno fu operato di resezione parziale dell'8" e 9• costa, per osteo-mielite tubercolare; esito di guarigione, con conseguente riforma, ospedale di Torino; (operatore maggiore medico Randone). Nell'.ospedale di Verona si praticò là resezione parziale della 9• costa, per nscesso osteo-patico con cari6; l'operato guarì. (Operatore maggiore medico Carabba}. Una terza resazione di costa fu praticata nell'ospedale di ~apoli, per carie della 1• costa; la resezione fu sotloperiostea e per una lunghezza di nove centimetri. L'operato


STATE PRATICATE DURA~TE L A"iXO 189.2 1

·129;)

auari e fu riformato. (Operatore tenente medico lastaria). Infine nell'infermeria presidiaria di Lecce, si praticò la resezione deJI'8• costa, in una guardia di finanza, per erupiema cronico con sen() fistoloso; l'operato morì per tubercolosi. (Operatore capitano medico Carbone) . .Di testa dell'o mero .f. - Fu praticata nell'ospedale di Palermo, per osteo sino,·ite fungo~a dell'articolazione omeroscapolare; ebbe esito letale. (Operatore capitano medico Scald11ra). Di capi articolari del gomito l. - Fu praticata nell'ospedale di Roma, motivata da osteo-sinovite dell'articolazione; l'operato guarì e fu riformato. (Operatore maggiore medico Panara). Di olemano 1. - Nell'ospedale di Napoli, per gomma suppurata al gomito destro, in individuo non militare, fu praticata la resezione sottoperiostea dell' olecrano, con esito di guarigione. (Operatore capitano medico Baldanza). Di cubito /. - Praticata nell'ospedale di Alessandria, per caria fungosa del cubito, di cui venne resecata la metl:t circa; con esito di guarigione. (Operatore maggiore medico Corva). lJi metacarpo (par.:iale) 2. - Di cui una all'ospedale di Livorno, con resezione della metà superiore del primo me· tacarpo, per ferita d'arma da fuoco; con esito di guarigione. (Operatore ten-ente medico Pucci). L'allra nell'ospedale di Roma, con resezione del secondo metacarpo, motiYata da osteo-mielite. Si ehhe la guarigione, ma incompletn. (Operatore capitano medico Bonomo). Di femore (diaf~i) l. - Praticata all'ospedale di Torino, per osteo-mielite del femore sinistro. Si resecò l'osso nella diafìsi, consdrvando il periostio, l'operato gu;rì; fu riformato. (Operatore maggiore medico Randone). l)


OPEII.\Z.IO~

CHIIIURf.lUIE

Dt crzpi rtrlicvlar: del ginocclao l. Per sinovite iungosa dell'articolazione del ginocchio, si fece la resl.'zione completa dei capi articolari: l'e~iLo fu la guarigione. ,·,Jn conseguente rifor·ma. L'operazione ebbe l uo~o nell'ospeda le di Ca:>~rtn. {Operatore capitano medico fTandolli). Di tibia 2. - Delle quali una all'ospedale di avigliano, molirnta da carie; st praticò la resezione parziale della cresh della tibia, al terzo medio; ('O D e~ito di ~uarigione. (Operatore capitano medico Rosso). L'allr,l reseztone di t1bia fu praltcata nell'ospedale di Palermo. in un caso di frattura aperta dell'osso di cui fu resecalo il !rammento superiore, fuoruscente Jalla ferita. L'operato guarì. (Operatore c.api tano medico Lombardo). lJi perone 1. - Sottoperioslea, praticata nell' v"L•cuiue , di \le~sandria, e moti,ata da carie fungosa dell'osso: l' perato mort in seguito per pleurite LoiJercolare. 10peratore mag.:iore medico Com\). IJi walll'nlo l. - Pr·aLicata nell'ospedale di Torino. per osteo-artrite fun~osa del piede. Fu resecato il malleolo esterno con parziale svuolnmento dell'estremità inf.:~ri ore della tibia e dell'astra..:nlo, e con esportaztone della c.'lpsult~ articolare e dei li;,!amenti òe..:enerati. L'esito fu nullo, e dopo un mese si è dovuto passare alla arupulaziùne ddla gamba. (Operatore maggiore medico Handone). Dì capi ctrtirola1'i di'l pil'l(e 2. - Delle lJUD.Ii una nell'u:;pedale eh Torino, moli \·ata da o:;teo-artrite fungosa òell'articolazlone del piede destro. La res~zinne fu totale. ma senza risultato, poicbè l'ammalato venne più tardi amputato della gamLa. (Operatore maggiore medico RanMne). L'altra resezione dt-i capi articolari del piede, pure totale, fn motivata da carie dell'estremità inferiore della Lrbia, del perone e dell'astragalo. L'operazione ebbe luogo nell'ospedale di


SUTB l'BATIOTB DURA:-iTK t'A"\ \0 189~

J ~9/

Caserta: l'ammalato ~uari e ro riformato. (Operatore Ca!JÌtano medico Gandolfr). JJi m~:tatarso (par;;ialr) l. - E fu pmticata nell'ospedale ,li l dine. re~ecando Il fJUinto metatarso, con asp_ortazione del dito corrisponrlente: l'operazione fu rnoti' ala da osteo-artrite tubercolare dell'articolazione metatar.;o- falangea, l'operato guarì dell'opemzioue. ma dopo quattro mesi mori p~>r meningite tubercolare. (Operatore tenente medico Chini). IJJ {al<Jngi 6. - Delle quali 5 alle mani ed l ai piedi; motiute da cane e necrosi dell'osso. fatta eccezione di una all'indice. dovuta a "cbiacciamento. Tutte ebbero esito di ~uarigione.

Allaeelatora dl arte rie.

Artuia a~c~llnr,. l. - lu indiridno non militare, ricoverato nll'ospedale di Palermo per !!rave ferita da punta e da wglio alla regione ascellare. fu pmticata l'allacciatura dell'arteria ascellare, in nllo della regione sottoclavicolare. \fa dopo due j!iorni si manifestò la gangrena del!" arto, pe1· tui ,;i è dovuto pa5sare alla dis4rLicolazione dell'omero. L'operato ~uarì. :operatore ma~~iore medico 11varo' . .t rteria femo?·all~ 1. - Nell'ospedale di Torino fu praticata l'allacciatura dl'll'arteriu femorale comune, nel IUO).(O di eleztone. moti rata ùa emorragia per ulcerarione dell'arteria ~Les~, consecutiva a processo suppuratiro tnbercolare di gan~lii linfatici della re~ione. ~l a anche in questo operato sopraggiunse la gangrena della gamba, per cui si è dovuto amputare la coscia. L'operato mori nello· stesso 82


tzns

OPER.\ZI0'\1 CB.lRt:RGICHE

~!i orno per esaurimento. ~Operatore maggiore medico R.nndon~>).

1rtain cubitali' l. - l n indi\'iùuo non militare. rico\'€ro.to nelro:-pedale ùi Caserta per ferita da taglio e da punta all'antibraccio con recisione dell'arteria cubitale, ~i t. praticat:t la ler:atura dei capi rec·isi. L'operato guar1. (Operatore capitano medtcct GnndoHiL lrl. rtfl CI:Jll.lllt'raL> tlell'wdiv. 1. - .:\elr infermeria presidiaria di E\illes, in un caso di ferita lacero·contu~a dell'indice, riportata da una guardia di finanza. ru praticata l'allacciatura dell'ar-teria cullnterale, ~on !!Sito di gont i~ione. (Operatore non indicato).

Operazioni

~~o~ulf :lpparate

respiratorio .

Trncheowm1a 1. - Praticata nell'ospedale di .\apo1i. col tr.trheotomo Rizzoli, e motivata dn edema della glottide. cousecuti,·o a tonsillite flemmonosa: l'ope•·azione ebbe esito ra,·orerole. (Operatore tenente mediw Lo Scalzo). Tm·acMte.~i ':!05. Gli operati di toracentesi rul'OOO in complesso :!0:>. t•ompresi i. non appartenenti all'esercito; la massima ·parte delle torace ntesi fu moti \'ili a da raccolta siero--a. che io taluui :;i comertì poi in sieru- purulenta; e 'loa~i tutte furono praticate coi dtversi aspiratori ; ~>Oio in pochi casi si c fallo uso del tre!1uarti sifone del Lènenle ~~oloonellu medico )lonti, e di quello del Friienzel. In qnalehe ospedale ~i usù di rare preredere all'operazione una puntura esplorativa colla siringn del Pr:m1tz. Gli esiti delle praticate toraceotesi fn:-ono i seguenlt : J.!Uarili od in>iati in licenza di convaleseenza 1-i:t, riformnLi


snn: rn\TICATE ouantx L',,·, 'iO l X9t

1?99

3~.

morl ~~- rima~ti in cura 8. :\ ~>qa maggior parte dei casi segui ti da esito letnle. ltt morte avvenne per tuùercolosi. Sa nola per ni l imo c!Je alle O!Jer.•zioui di toracentesi concoN~ro tuila ~ii ospedali militari. e buona parte delle infermerie prt>sadiarie. e Hnno specialmente :;e;.ma1 1 ,!l" ospedali di 1'1serta, Torino. F r~nze. \f aiano. Homa, .\apoli, P iacenza. 1\lotivale nella mnggior parte da Turncotomie 21. raecolla purulenta primitiva. le toracotomie vennero ese~nite col solo ta~lio iuterco;;tale, ed in taluni casi con succe,~ha applicazione di app1reccbio ad irrt;.:azione permanente. Il m.e~gior numero ùi operali lo d1ede l'ospedale di Torino . i ebbt•ro 5 esiti letali. e 16 di g-uarigione : ma di questi 13 dovettero essere riformati. /1oliJIÌ nasali 4. ·- Di essi 2 si presenlnrono all'ospedale d1 Torino: l all'ospedale di \'eronn, ed 1 all' infermeria presidiaria di Nocera. Furono operati coll'esmione pre' ia trazione. L'esito fu in tutti di guari~ione.

Operazioni sull'apparato ebllo•puletleo.

Tunsillvtomie 25. - Fra le quali l in indi>iduo non milnare. L'operazione renne, nella maggior porte dei casi, praticata col tonsillntomo di Fanestok ; fu aocue usato quello del Liier. L'a:,portazione delle tonsille ru in parte doppia, in pane unilaternle. 11 ma~gior numero di operati di Lonsillotomia Io diedero gli ospedali di Xapo1i e di Catanz1ro. L'esito fu in tutti la guarigione. Emiounnit· 3. - Per ern1a in~oinale strozzata furono praticate le seguenti erniotomie : Xell'ospedale di Ales-


1:~o o

OPBRAZIO'ìl CHII\URGICBB

sandria l , con esito letale, per consecuti>a pet·itooite da perforazione intestinale. (Operatore maggiore medico C:orva). ~ell'ospedale di Piacenza l. con esito di goari~ione . {Operatore maggiore medico Gozzani>). :Xell'ospedale di Verona l , con e~ito letale per successiva entero-peritonite. (Oper:llore maggiore medito Carabha). 'l'rt.ris .2. - lo due casi di ernia inguinalo 1\lrozzala si potè ottenere la l'iduziooe mcdtnntl' il semplice taxis. di que ~ti l si t: presenta•o all'ospedale di Jlilano. ·e l'ernia fu riùoLta dal maAgiore medico C:tlrlerini : l'altra all'oc;peòale di naeta, e uc fu operatore il maggiore medico Pranz~taro. Entrambi gli ammalau guartrooo, ma. come è di legge. furono riformati. Fisto/1• mw~i J /. - (t;ompresi 1 uffìciale e 2 non appartenenti :tll'esercito). Delle accennate fistole S:.> erano complete, e 16 ìncomplete. La maggior parte furono opemt& coll' incisione. previo il completamento delle incomplete ; in pochi casi l' incisione fn seguita da cauterizzazione col lermo·cauterio. l o alcune l'operazione venne ese6uita secondo il proce~o Desault. in altre mediante la legawra ela:;tica. Tntti gli operati ebbero esito di guarigione, fatta eccezion~> di ono che morì in -eguito a tubercolo;.i : fra i guariti, uno dovette essere riformato. t'umori emorroùlal'i 3. - Gli opernti di emorroidi ful'Ono solamente 3 e l'operazione si è pl'aticata io tutti colla J e~atura od escisione; l'esito fu la guarigione. Parncentesi a.(ldominalt> l i. - Dì cui 4 non apparteuenti all'esereilo. L'idrope asçite che motivò l'operazione fu per la massima parte conseguenza di cirrosi epatica; io due soli casi era doYuta ad altra malattia, cioè a nefrite parenchimatosa in uno, cd a cachessia palustre nell'altro. L'ope. razione si è in tutti praticata col metodo ordinario, ed in La-


ST.\TE l'R\TICATE DURANTE L'A~~O '189.2

1301

!uni ammalali si è anche dovuto l'ipetere parecchie volle; fra queslt m segnalato un soldato recluso che nell'ospedale di Napoli fu operato 36 volte. Jn quanto agli esiti, due soli degli operati furono dichiarati guariti, i morti furono 5 fra i quali l non milita1·e ed il recluso surnmentovato. Laptt1'otomi~> l. -

~eH'ospedale

di Roma fu praLicata una laparotomia esplorativa, per tumore addominale, rivelate• per un sarcoma dello stomaco e del duodeno. L'operato mori cil·ca un mese dopo l'operazione. (Operatore mag~iore medico Hianchi).

OperazloJJI s ull'appa rat o uro -poletleo.

61. - (Dei quali 5'; fimosi e 4- par.,fìmosi). I fimosi erano per l~ maggior parte congeniti, e taluni accompagnnti da ulceri od altre manifestazioni veneree. ~all'operazione del fimosi f11 di preferenza usata la circoncisione, sebbene anche il taglio dorsale ne abbia av11te un buon numero. Tutti ebbero esito di guarigione. 1 parafimosi furono ridotti, previa incisione, e non ebbet·o conseguenze di sorta. /Jilata:ioni d'urltra 9. - (Fra cui l ufficiale) In alcuni restriogirnenti uretrali fu nsata dapprima la dilatazione forzala col dilatatore del Corradi o del Ilolts, stlsseguita poscia dalla dilatazione g1·aduale ; tolti ebbero esito di jl:uarigione. in ono però incompleta. ln alcuni altri la cura si iniziò e si compì con la sola dilatazione graduale. Nell'ospedale di Palermo, in un caso di stringimento oretrale con grave jscuria, la dilatazione dell'oretr·a fu preceFimosi-Para{tmo.~i


i30?

OPiR.HI0\1 CHllll'RGlCIIE

dutn dnlla puntura capillare d<'lla rescìca. con esito 1li guarigione. (Operatore cnpilano medico Scaldara). CrttrMomù '· - (rompr·esi 3 non appartenenti all'esercito). ~eli' ospedale di Torino fu pt·aticata una urctrotomia interna. motivata da <>tringimento uretrale con infiltrazione urinosa; l'operazione fu preceduta da larghe incisioni de1 tessuti circostanti gnngrenati. L'operato è rimnsto in cura. (Operatore maggiore meùiro f aHe). l'n'altra ur·etrotomia (esternal fu praticata nell'o~pPdale di \ erooa. per stenost uretrale con lì~tola orinaria , r he lar:.:nmente spnrcala: l'oper·ato guarì . (Operatore ma medico Carnbba). Altra urelrotomia iuterna fu praticata n l'o,;pedale dj Ca:.:lrari, per r~trin~imento nreU<1le or!(a · l'esilo fu la guarigion e. (Operatore tenente colonnello dico Lai) . l e altre cinque uretrotomie furono praticate l'o:-.pedale di ~ar.oli, coll'uretrotorno di Maisonneuve, t motiYate da stenosi uretrale. io uno complicata da oriuoso, che è rimasto io cura; gli altri eLbero C$Ìto di rigiooe. (O per:~to ri ma;gicre medico Jmbriaco. e ca p medici Baldanza e Cacar.e . CiSkJtomi,. 2. - Delle qualr una per;neale pratica la l'ospedale di Torino, per estrazione di calcolo v"...,.,..,.,,.. (Operatore maggiore medico HandonP). L'altra soprapubica senza sutura della vescic:t, prnticata nell'ospedale di per estrazione di calcolo vescicale. (Operatore maggiore dico Panara). Entrambi gli ammalati ebbero esito .di rigione). Oltre i calcoli vescicali che motivarono le surriterite cistotomie. nell'ospedale di Genova ru esportato mediante incisione perioeale un calcolo arrestatosi uell'uretrn. (Operatore ma~giore medico De Prati' ; e nell'ospedale di l erona fu estratto, mediante sbrigliamentù del mento orinario. no


._T.\TE PRA.TU.:. \TE 0('11.!..'\'T.E L'A.:\"\0 189?

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calcolo arrestatosi nella fossetta navicolare. (Operntore maggiore medico Carahba).

Idroceli 23. - {Fra cui 1 non militare). f!'urono tutti operati colla puntura e succe:.siva iniezione di tintura jodica, nella maggior· parte dei casi; in pochi altri alln tintur·n jodicn fu so,;titnito il cloridrato di cocaina. l'acido fenico, od il ciOI'ario : in un ca:;o furono fatte lavnture alcooliche. L'a~portazione della "~l:\ginale fu praticata in un solo caso. Tutti ~rli operati ebb-erl) esito di gunrigiooe. Orchieclto~nù> IO. Fm·ono praticate: nell'ospedale di Torino 2 delle quali una per· sarcoma, l'altra per Lubercolo;;i del testicolo. (Operator"i ma~giore medico Randone e capitano medico \taccagno~. Ne!l'ospedale di Pa!'ma 1 mo· tivata pure da sarcoma. (Operatore tenente medico Palombo) . .'iell'ospeùale di Genùva '2 entrnmbi per tubercolosi deWep]didimo. (Operatore 1naggwre medico De PraLi). ~eU'o~pe­ dale di Bolo~na l per tubercolosi del testicolo. (Operatore maggiore medico Pabis) . Nell'infermeria presidiaria di Aqui:a l pure per tubercolosi del testicolo. (Operatore non indic31o) . ~ell'ospedale di I\oma 2 dei quali uno per epididimite, l'altro per orchite (Luhercolure). (Operatori capitano medico Bonomo, e ma;,r>1iore medico Panar.•). ~ell'ospedale di Ralerno l pet· orcbite (senz'altra indicazione). (Operatore mnggìore medico Sciumbata}. Per quanto risolta la malatLin fu io tul1i gli operati limitata ad un testicolo. e oonseguentemente l'orchiectomia fu par·z1ale. L'esito ftt per tutti la guarigione. Fistola orinari(t t. - Nell'ospedale di Salerno si ebbe un ammalalo di listola orittar·ia, segnatl> come operato con la spaccalttra e controapertura, senz'niLra indicazione. L'esito fu nullo.


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OPEitAZJO~I

CIIIRURGJCHE

Operazloul snlforgaoo 'VIsiYo.

Cfteratotonue l - '\ell'o-.pedale di Savi~llano. per ferita della cornea destra, con penetrazione di una $CI1eggia di ,;ralpello nella camera antenore~ fu praticata la cheratotomi::~ ,uperiore ed estratto il corpo estraneo. L'operato ~wari, ma con sensibile diminuzione del 'l'isus. (OperaJ.ol'e tenente medico ·F('Ia). E,.;mte.ra:sione del lmlbo l. - Fo praticata nell'o ·pedalt: di Parma. per panoftalmite dell'occhio destro. consl'cutin\ a ferita penetrante. L'operato guarì con moncone adallo per la prote,-i. e fu riformato. L'operazione fu eseguita col metodo di Graefe modificato . (Operatore maggiore medico Yinai). Enucleazione drl bulbo l. - ~eiJ'(lspedale di Homa, per ferita d'arma da fuoco alla te~ta, con lesione e consecutiva cecità dell'occb:o smistro, fu praticata l'enucleazione del bulbo, col processo Bonnel. All'operato, come si i> gia notato, per effetto della stessa ferita si doveue in seguito resecare parte del mascellare. inferiore. lOperatore capitano medico Bonomo). b·idectomie l . - Praticata nell'ospedale di Caserta, nel luogo di elezione. per maccbi:c corneale centrale dell'occhio destro. L'operato è gua l'ilo. (Operatore capitano medico Oe Falco). CatPteri.~uiO delle rie lagrimati -t . \ ello stesso ospedale di Caserta fu praticalo il cateterismo del eondotto nasolagrrmale per dacr·io r.istite con stenosi, fu usata la sonda del Bo\\'m.•n, e l'eitito fu la guarigione. (Oper.tlore capitano medico De Falco).


SUTE PRATICATE IIURA...'i!E t.',\:\:\0 H<~~

l :10:5

..\Ile operazioni di cui sop•·a, Yanoo a~giunti due e!'>tra· zioni eli piccoli frammenti di ghisa e di pietra, rimasti intì5si nella cornea. ed, alcuni colazion palpebrali, operati in parte con l'estirpazione. in parte con lo ·vootamento e 5UCces~h·n c:mterizzazione: tuui ebbero esito di guarigione. Operazioni •nlfor,.aoo udiUvo.

Tr111uma.::iow dtl mastoùfe l 9. - Praticate quasi tt1Lte ( 17) nell'ospedale di Torino, nei casi di otite media suppurata, con dilfnsione all'apofisi mastoiden, aJ1rendo la comunicazione tra l'antro e la cassa. ed asportando all' ocrorrenza le parti ~uaste da carie. L'operazione ebbe in Lulti (WT risultato la ;,ruarigione, ed un :;olo operato na do· , uto in seguito essere riformato. (Operatore maggiore modiro ltnndone). Lt• altre due trap1nazion• del mastoide furono praticate nell'ospedale di Rom:t, moti\'nte anche q ue~te da otite ~upporata con comitante ma:ltoioite: entrambi ,:lt eperati ebbero esito di guarigione. (Operatori maggiore medico Panara. e capitano medico Bonomo' . JJi?·inyotomie 3. - Praticate : nell'infermeria presidiat·ia ili ~ovi Li$!ure l , per otite media secreti,·a acuta, con esito li 1-(unrigione (operatore non indicato) . ~ell'ospeda:e d1 Ca~erta 2. motivate una da ot.ite media secretiva, l'altra da Pmorragia della ca$sa del Ltmpano con stenosi della tromba di Eustachio: entrAmbi gli operati guarirono. (Operatore r.apitano medico De Falco). Si praticarono pure 3 incisioni del Wilde, delle quali nna nell'ospedale di Torino, l'altra nelro,pedale di ~avi­ ~liano, la terza nell'ospedale di Alessandria. (n solo degli operati .!Uari -.enza reliquati. degii altri due_, uno fu riformato, l'altro fu in segui to operato di trnp:mazione del mastoide.


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Pal1pi tl··l canal(.' wliliro 4. - Dei qnali uno nell'ospedale di :\apoli. ed uno in quello di Caserta, esportati con la pinza a lorzione; due altri nell'infermeria presidiaria di '\ori Li~nre, e~porlali mediante il serranodi. Tuili ebuero e;;ito di l!uari~ionl'.

Operazlool ..-arie .

Cht•ibpla.\tù· 2. - t:na fu p.-atic:1ta nell'ospedale di Torino, per ferita d'arma da fuoco alla fo:~ccia. con esportazione dr porzione del ma-;cellare inferiore e di tutto il labhro corrispontlenLe con le parti molli del mento; preria sutura dei l'rammenti Òssei rimasti, si pr'lHicò la cheiloplal'ìtia con proces~i combioati di sçorrimento ed a lembo. L'operato ~narì, e fu riformato. (Operator·e maggiore medico Randooe). L'altr'a operazione di cheiloplastia fu ·praticata nell'infermeria presidiaria di llergamo per un caso quasi identico. cioè per squarciamento ed esportazione di parte del • supcrrore ed inferiore. con fraLLura comminutiva labbro delle ossa ma"cellari, conse~uenza di ferita d'arma da fuoco (Veuerli). Pre,·ia resezione delle branche orizzontali del m:r scellare inferiore e l'a5portazione di alcuni frammenti o'sei, fu praticata l:t cheiloplastia superiore ed inferiore, e l'operazione ehJ,e esito di guarigione, con conse~l'n te ri(nrrna dell'oper·ato. (Operatore capiLano medico GiJberti). Innesti t•pirlrrmiri 1. - Sella stessa infermeria di Brrgamo, per 'asto llemmooe gan~renoso all'arto superiore, limitata la ganrirena. per farorire il processo di riparazione della laqm piagn rurono praticatr innesti epidermici. e r:on buon risultato. (Operatort:l capitano medico GilherLi). Labbro leporino l . - ~all'ospedale di Livorno fu pr-a-


'STATE PRATICATE DURA;\TE 1.'.\:\:\0 1892

ti~ata

l :~Q i

l'operazione di labbro leporino, ron completa scompar:::a della e>i~Lenle deformitìl. (Operatore tenente medico Pucci). Paract"nl-!si articolari 13. - Tu tte al ~inoccltio: moti,·ate in Il ca~1 da versamentt> SH'ro:;o. in l da r-ersarnento purulentQ. in l da versame:Ho ematicu. Ripa1titamente agli o~pedali in cni vennero praticate. le paraceote.->i articolari ,anuo distinte come segue: Xell'o,;pedale d1 ~ovara l (opet·atore capitano medico C.iuliaoi): nell'ogpedule di )l iln oo l [oper31ore ma~giore medico calderini ): neiJ'o--pec.hlè di r~­ rooa :! Jelle quali una per emartro \operatore ma~rtio•e me· dico Caraùba); nell'ospedale di \'enezia t (operatore ma~­ giore medico Giacomelli}: nell'ospedale di Firenze l (operatore maggiore medico Yolino); nell'o~pedalo di Jloma 3 (opet·atore mnggi()re medico Panal':l); nelJ',)spedale di ·"apuli l (opol'atore ma:,!giore medico lmhrinco): nell'o~pe­ ,)ale di Caserta :J. delle quali una con raccolla purulenta (operatore C'llpitano medico Gandolfi). Per le suaccennate operazioni si è u~ato l'aspiratore del Potain o del Oieulèfoy ed in parecchi casi allo svuolamento segni la lavatut·a con 'O~lanze amiselliche. •tuali il suLiimato o l'acido feniru. 'ulla di specialè Yenoe segnalato sugli atti operatiri prallc.'lli. i fJoali ebbero tuui esito di gu:~ri~ione, con due "uli casi di cooSècuti'fa !"i forma . .lrtrfclomie ."i. delle •toali 2 all'arlicolnziooe della mano, l a t[uella del gomito, l a quelln tiel ginocr,hio, l a quella del piede: motiYaLe tolle da sinuYite granulo· fongo:-a, tJi cui una tubercolare. Esse vennero praticate: nell'ospedale di Parma l all'articolazione del piede, con escis:-iooe delle granulazioni fungose; l'operato guarì, ma fu riformato (ope· ratore maggiore medico \"in<li}; ncll'o~pedale di GenvYa l all'articolazione del gomito, con mschiamento della cnvila


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OI'SRAZlO.'H CB Rt:Riìii:HB

col cucchiaio di Yolkmann; l'operato guari: ma con superstite semi-anchilosi e semi-fiMlosi, per coi fu rifor·mato (operatore mnqgiore medicd f>e Pr<Hi): oell'o5pedale di 'erona l per gonartro-sinovite tubercolare. con esportazione di enormr masse caseose e con :-uccessiva medicazione antisettica: l'operato mori per tubercolosi generale (operatore capitano medico Silvestri); nell'ospedale di \ eoezia l all'articolazione della mano, con r-aschiamento e successiva medicazione antiseuica e drenag~io: l'opernto ~mari e fu rrformato (operatore maggiore medico Giacomellil. ~ell'ospedale dr Firenze 1 all'articolazione delh mano, con e=-portazione delle ma,.~e fnn~ose e ra,.,chiamento delle o,;~a del carpo; l'opcratoguari. (Operatore maggioremedieo Yolino). Tmotomie l. - Fu praticata nell'infermeria speciale del redu~orìo militare di Swooa. per retrazione del tendine di .\ chille. reliquato di frattura dell'estremo inferiore della Libia, la sezione del tendine i.• stata falla con rnci~ione ~ouocv ­ t·mea, ed ebbe esito di guarigione. (Oper.1tore capitano medico Ciampini). Sindactilie 1. - lnteressante il dito medio e l'anulare. praticata nell'ospedale di Livorno. con il distacco delle due dita e successiva sntora della ferita e medicazione antisellica: la guarigione fu completa. (OperatorE~ capitano medico \l ichieti). E~tra:io-ni di proil'ttili 3. der qnali l in Ì•ldividuo non milil:tre. Nell'ospedale di Cagliari fu estratto un proielltle di arma da fuoco (rivoltella) penetrato dalla regione del condilo i oterno del femore, ed arrestatosi nella pane posteriore. terzo superiore della coscia. L'operaio guarì. (Oper.1lore capitano medico Falconi). Nell'ospedale di Caserta fu estrailo un proietlile d'arma da fuoco arrestatosi nelle masse muscolurì dellu natica, l'ope-


STATE PR.\TICATE OUltA ~TE L'A:'iNO 18\J';2

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rato guaii. (Operatore capitano medico Gandolli}. ~ell'ospe­ dale di nenova ad nna guardia di ciuà ferita al ginocchio .;on arm:.t da rnoco (rivolteii3J fu estratto, mediante contro apertura, il proiettile rimasto nella feriljl. L'operato guar1 . (Operatore maggiore medico De Prati) . gsporr.azioni di scheggie e sequest1 i ossei. - f'urono parecchie. e le principali si riferiscono: all'esportazione di segmento c>sseo, per necrosi del pollice (ospedali di No\·ara e Milano): di frammenti del mignolo , per frattura comminutiva (ospedale di Brescia'; di fr·ammenti dei due mnscellari, wn ~uccessiva cbeiloplastia, per ferita d'arma da fuoco (infermeria presidiaria di Bergamo); di scheggia del mascellare inferiore. per fer·ita d'arma da fuoco al mento, riportata da una guat-dia di linaoza (infermeria presi diaria di n occa d'Anfo): di piccolo ~e<tuestro dell~ os.;a nasali, per carie (o,;pedale di Verona1; di parecchie scheggia di ossa metacarpee. per ferita complicala alla mano (ospedale di Bologoa); nell'ospedale di Roma, pet· pseudartrosi da frattura aelle os~a dellu gamba . fttrono esportate, oiLre al callo fibroso alcune schc~2ii:' isolate co1 :1brasione delle parti necrosale, indi sutura di frammenti. Nell'ospedale di Ca"'erta, per neerosi del palato duro, fu esport.ato un pezzo d'osso necrosato: e per ferita lacero-contusa alla fronte, fu esportalo un seque·tro osseo. Nell'infermeria presidiaria di Lecce. per fr.1llura complicalA. comminutiYa del femore, furono esportali alcuni frammenti essei del moncone sporgente; l'operazione r·ìpetula in segÙiw con nllre esportazioni ossee, ebbe esito di guarigione, ma con notevole aecorciamento dell'arto. I summenzionati opet-atì ebbero tulli esito di guarigione, fatta eccezione di quello dell'ospedale di Roma, rimasto in cura; e quello dell'infermeria di Lec.ce. che fu riformato. Opt!ra.:ion~> di twnori. - Le opernzioni state praticate


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OPKRAZI0:\1 Cli'RORf,ICflE

sui di' ersi tumori. tenuto solamente conto delle pr,ncipa!i e più import:mti. ~i possono rhssumere come in appresso. T11mori cùsti.-i .'J2. -La ma~gior parte awraoo sede al ~opracciglio, nlla faccia ed al capo, furono nella grancle maggioranza esportati, previa enucleazione, taluni ecl·ezic.oalmenle operati colla spaccatura e svuotumento. Tutt1 ebbero esito di guarigione. Linjoadenoni 169.- Di questi, 126 erano ioguinali, 3 1 cen·i· li e l? a--cellari. Furono tuili operati coll'e•portnione mediante enudeazione ed in taluni coo suet·essiva ra.;chiatura del ('avo. lo due ca::i occor:~e di do,ere allacciare piccoli rami arLerio'i ~tali recisi. Uno deglt oper·ati nell'ospedale di S tvigl;ano mori per consecutivo llemmone tlifTo~o; lltlli ~li altri furono segnati carne gn 1riti. :-;alvo ~ rimasti in cura. En atomi IO. oltre dì l ematocele del testicolo. De~li ematomi "l a,·evano sede nella reg1one lombo-dorsale, 2 nella coscia, :l nelle ginc>rch ia e a nelle gambe. Per· la cnra, alcuni, compreso l'ematocele. furono operati con la tnci,.ione e lo sçuotamento .. Itri con rontura ~ouocotanea . L'esi lo fu pe1· liiLli la guar1gione. L1pomi /3, dci quali 2 itlla regione pettorale, ed ' alla cosc1;1. Furono tolti E' tre operati mediante r e,;portazionl-!, con e'ilo di ;.:uarii!ione.

lgromi \. 1lei quali la maggior parte (4.) prepatellari. Cno di ifUe:<ti, 11101to >a'-tO. ~mari mediante lo schiacciamento sottocut.tneo (ospedJie di \ erona). Tuili ~li aliri i~romi furooo r·u1·ati con lo svnotamento med1ante l'aspiratore del Potain o del Dieulafoy ed ebbero egualmente es:to di !!Uari~ione. r.aw1li 2, dei quali uno al tendine del bicipite crurale (in un ufficiale). l'altro ai tendini della mano. Entrambi


SH.'U. PR.\TJC.UE UUR.A'ì'TE t'.\~:\0 189?

1:31 1

rurono operati e guariti con lo svuotamenlo mediante a:>piratore. C/u•loitlr l. - Situato alla ref,rion~ la! ero-cervicale del "Volume di rma mantlorla, ne venne praticata l' e,;portazione med. tute ·nci~ione eliuica e riunione della cute con punti di sutura. L'operato guari. fthromt 2, dPi qual i uno al labbro superiore. l'altro all'occipite. Furono entrambi esportali, ed ebbero esito di guari;.!;one. Sr~rmmi 3. dei quali 2 al testicolo, il terzo alla natica. I dne primi. come già si ·~ notato, moLÌ \'arono la sem i castrazione. qnello nIla natica fu operato mediante a. portaziooe, t> l'ammalato ~owari (ospedale di Napoli). (Operatore ma~)!wre medico lmbriaco). :'lcll'ospedale di ~apoli si ebbe un tumore alla eo.scia. di J•ngnosi inceri:.~; inci~a profondamen te la cute in nn con l'aponeurosi comune. si rileYù un tumore ;.doboso fatto spe· cialmente di fibre muscolari iperplastiche. Si esportò il tu· more {diagnosticato ernia muscolare del medio adduttore). .'1 sulnrò l'aponeuro~ i col catgut e la cute con ~eta, indi medicazione antisettica; si ebbe guarigione di prima intenzione. (Operatore capitano medico Baldnnza} . Omchù - Cnghil' incanttll•' fU . - l n due ca..;i di onicbia rn prii!Ìcala l'estirpazione totale dell'unghia: la stes;:a e·l.irpazione toLale o parziale fu praticata nei molteplici casi di unghia incarnata che si presentarono a cura. Tutti ehbere. e~ito di guaril!ione. l\ell'ospedale di Piacenza venne estrallo un pezzo di carne muscolare. del peso di circa SO grammi. rimasto impe:!nato tra l'esofa!O ed il farin~e di un :-oldato. L'e'tra zione venne prat1cata mercè la pinzetta per l'estrazione dei proiettili , introdotta nelle fauci sulla guida. (Operatore maggiore medico (~ozza n o) .


l :J l:!

OPBit\ZlONT CliiRUR~J G HS

~ell'ospednle dì Ca~erta, in un caso di catarro \!astrico cronico, fu praticata la !aratura dello stomaco mediante la sonda del Fouche1· con esito di ;,tuarigJOoe. (Operatore c~t­ p1tano medico Oi Falco). OpPra;ioni di aset~si profondi 19.- Dei quali 8 nella fossa iliaca; ~ nel cavo i:;chioreuale: 2 nella p:1rete addominale; ? nel caro sacro-r~llale : 1 nel fe~ato; i retro farin~ei: 3 perinefnlici. Detti a~cessi furono operali parte con incisioni a slrnli, parte con la puntura mediante L'aspiratore. e di e.;sì vauno specialmente notati i seguenti : rn ascesso di fegato. (o~pednle di Savigliano) cJ1e fu opemto mediante incisione a strati all' ipocondrio destro: l'ascesso fu svuotato, ma l'ammalato morì per consecutiva piemia. (Operatore capitano medico Gassi) . Un ascesso della fossa ihaca da osteite tubercolm·e in jndividuo non militare, (ospedale di Torino) operato colla inci~ione sopra l'arcata del poparzio ed arrirando all'ascesso con lo scartamento del peritooeo e dei visceri addominali. Yuotato l'ascesso, fu raschiato l'osso col cucchiaio di \oli..· mann , in1li medicaziOne antisetti.-a; l'operato guarì. (Operatore ma)!giot·e medi~o l\andone}. rn :'IS•'es,;Q retro fariO:.{eO stesso o~pedaJe di Torino) da probabile osteite vertehrale. ru operato mediante incisione lungo il IaLo esterno del mnscolo sterno- cleido-ma<;loideo: spo:"talo il musrolo, ~l ùà esito alla rac.·oiLa purulenla; rorerato guarì. (Operatore ma;.(giore medico RaodoneJ. Un altro ascesso nella fos~a iliaca (~tesso osped~Je di Turino' fu operato med•ante puntura coll'aspiratore del Potai n per la. via del retto. L'operatO fo riformato. (Opera101'11 maggiore medico Randone). Due ascessi perinefritici. di cui uno in ufficiale, furono operati nell'ospedale di ~apoli mediante incisione longitu-


"IH& PRATJCATE.DURA~TE L.\'i:\0 J8H~

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f!inale sulla regione del quadrato dei lomhi, nnivando a strati sal focolaio porulento; uno dei due operati mori per sopraggiUnto iuero hrra>e. (Operatori capitano me:liro Ualdaoza e tenente medico Lastaria). Un ~sces•, iliaco. nelr o;;pedale di Bologna. fu oper.1to (preria puntura e;;plorativa) con uu'incisinne al disotto tlel Je!.!amento del poparzio. dando uscita ad una ~rranùe JUnn· titil di pu; proveniente dalla regione iliaca per una pro· fondili! di Il ('entimetri. Fu applicato il d rena,.!~io. L'esito fu io,·ompleto, e l'operato fu riformato. (Operatore mag){iore medico .\losci 1 • t'n ascesso congestizio snh-fasciale della fossa iliaca da osteo-m1elite della cresta dell'osso iliaco, nell' ospedale di 1\avennll, fu operato mediante incisione della paret E' adùominale lungo l'arcata ingninale; scollato in <t ito il pCl'itoneo, fn inc1sa l'aponeurosi iliaca, e vtlotalo l' a:;cesso, rasrhiati \'ari punti della cresta iliaca co.ri:tti . L'operato ,!Ilari. (Operatore capitano medico Ca~azocra). Due asce:-;si profondi delle pare~i addominali. nell'ospedale di Roma. furono operati incidendo a .;trati le pareti :.dtlominnli. al di.-otto della cicatrice omhellicale e ra!!~iun ­ gendo la raccolta di marcia ...otto i muscoli retti: entrainhi ~li open!ti guarirono. (Op~ rato ri magMiore medico Bianchi. e capitano medico Bouomo). ~ ell'ospedale di ~apoli fu pure operato un asces~o della fo,,a tliac:t aderente alle pareti addominali, mediante inCi!\ione a cinque centimetri dal mar5!ine del muscolo retto anterior·e e tre dita trasverse al disollo della cicatrice omllellicale, interessando Lutti i tessuti molli sino al connettivo peritoneale. In un altro ascesso della fossa iliaca, con:-.ecutiva a fehure tifoidea, in un ufficiale ricoverato nello ~te:.so ospedale ài Napoli, fu praticata una incisione lungo ~3


OPEBAZI0:\1 CBIIlUIU:tCHE

il mar..!iue esterno del muscolo qu tdral.1> lombare penetrando nel tessuto sotto-peritoneale della iossa ileo-.:ecale. gnLJ ambi gli operati guarirono ma con resiòoo di piccolo seno fistoloso. (Operatori capitano medico Baldanza e magJ.{iore medico Imlmaco). Nell'ospedale di Torino, io un caso di SlJ·umite suppurata met.,~tatica. si diede I'SIIO alla raccolta purulenta IDtldiaote nn•t iot.Jisione lun~o il bordo interno del mu~colo ~teroo-cleido-mastoideo sr•llo l'osso ioine; e di' is1 colle forbici gli strati aponeurotici e mu--eoltri. fu messa allo ~co· perlo la glandola tiroitle= ell inci~o cui bistori l'asces--o. <i:ll qll'tle u:;cì j!rande qnanlitit di pu.;, l'operaLO guarì, e fu inYiato io licenza di convalescenza t.li un anno. (Operatore maggiore medico Randone). Seni {tstolosi. - Ne occorsero parecchi, ma nessuno che meriti "pec1ali annotazioni ; furono di ma:;sima curati colla :>paccatunl, in alcuni sussegu1ta da rascbiature e da rauterizzazinne: fu anche usato la legaLUra. Riasci1·ono in mag..: ·ror parte a ~'tlari!!ione. Sutllrl'. - Le suture di ferita furono molte, e parecchie non senza imporl.anza: fra queste vogliono specialmente essere ncord1te le seguenti: 'eli· O!>pedale di Torino, 10 un caso di frattura comminutivlt t.lel ma::;cellare inferiore (giit rit:ordato più sopra) fu praticata la sutura metallica di due frammenti ossei, cou esito oli gnar·i~ione, ma con ~~onseguentc riforma. (Operatore rnag~ìort> medico H.andone). ~ell'ospeùale di ~le~-.andria. per postumi ùi ferita d'arma ùa ruor·o alla mano. fn praticata la sutura (t:mlh·a) dell'abduttore e llessore proprio del pollice. l'Oli esito di ~uarigio ne ma incompleto. (Operatore c.apitano medico t:ameui). ~ell'ospedale di \'erona. in un caso di ferita cotoplicata alla mano, fu praticata la sutura dì tendini e di aponeurosi. con esito di guari-


STAI,E l'RATICAU Ol.RA.XTE L'A\'0

IS!H

1315

•ione. (Ope1·atore ~~api tano medito Silvestrì). ,:'\ella infer;eria dell'l scuola militare di }fodenn. in no caso di ferita 1la taglio nl dorso della mano. con recisione dei tendini estensori dell'anulare e del mignolo, fu praticata la :::utum tlell'aponeurosi ra:.entando i lati dei moncooi teodinci, con e:;ito di guarigione comfJietu. (Operatore capìtROO medico Carratu). Nell'ospedale di Caserta in nn caso di ferita da la~lio all'avambraccio con recisione dei muscoli, fu praticata la sutura muscola1·e, con esito di guarigione. (Operatore cavitano medico Gandolli). ~el:e infermerie del reclusorio di !faeta, iu un caso di ferita di ponln e da taglio penetrante nella ca>ità addominale, l:on fuoruscita dell'epiploon fu praticata, previa riduzione, la uinra delle pareti addominali, con esito di guarigione di prima intenzione. (Operatore capitano medico Giorgio) . :'feli'rnfennel'ia presidiaria di Calania, io uu caso di ferila da taglio al dorso della mano con recisiooe dei tendini estensore ed abduttore del pol~ice, fu praticata la sutum dei tendini recisi; l'operato (ufficiale) ~uari. (Operatore capitano medico Rainieri).

Colonia. eritrea..

Le principali operazioni chirurgiche state praticate nei presidii della Colonia Eritrea. compresi gli assoldati indi geni, furono le seguenti: .impttla::ione di wscia. l. - .Nell'infermerìa di Asmara fu pratjt~aLa ad un Ascari l'imputazione deUa coscia, nel suo terzo suporiore per· caogrena rlella gamba consecutiva a fe· rita d'arma da fuoco al ginocchio, con framrra commiuutiva dei condili femorali e della rotola. L'operato, al quale erano


1316

OPERAZIONI CUIRURGICBE

stati due giorni prima resecati i capi articolari del ginwchio, mori. (Operatore capitano medico Tur 'ini). A mpntazione di fJamba. l. - :\"ell' infermeria di Cb ere n. per fel"ita-frattm·a d'arma da fuoco al piede sinisii'O, venne praticata l'ampuLazione sopramnlleolare della gamba, con esito òi guarigione. (Operatore capitano medico Vigliardi). 1Ji.~a1·ticolazione dell'mnero l. - Nella slessa infermeria di Cbe1·en. ad un indigeno borghese colà ricoverato per ferita frattura d'arma d& fuoco alla spalln, fu praticata la disarticolazione dell'omero col metodo a racchetta. L'operato gunrì. (Operatore r.apitano medico Y1gliardi). Di.~artic.ola:ionr tii dito (tntale) 1. - ::'\ell'iofermeria di Asmara, 'pe1· ferita da scoppio d 'arma da fuoco con lesione grave del d1to anulare, fu disnrticolalo in totalità il dito stesso: l'operato guarì. (Operatore capitano medico 'fursini). DisarLicola:rionc di falangi .2. - Tutte e due pratica te nell'Ospedale di Massaua, per ferita lacero-contusa, con scbiaccinmeolO dell'ultima falan~e, dell'indice in uno, del medio nell'altro. Entrambi gli operati guarirono (operatori capitani medici Bellia e Gristina). Rese;;ioni 1 . - Come si è più sopra notato, nell'infermeria di Asmara f11 praticata la resezione dei c-api articolari del ginocchio ad un Ascari delle bande Abissine, per feriLa d' arma . da fuoco, riportata dodici giorni prima; l'operazione fu senza Ti sultato , poichè dopo due giorni si è dovtito procedere all'ampnt.azione della coscia. (Operatore capitano medico Tursini}. .Allacciatnra delL'art-eria omP.rale l. - Nell'ospedale di ~lassaua , io un caso di ferita d' arma da taglio al terzo inferiore del braccio. con recisione del fascio nerveo-'l"ascolare e dei muscoli Licipile e brachiale anteriori, fo praticata l'allacciatura dei capi dell'arteria omerale recisa.


1

-.TATE PR.HII AU DGR.\'\TE L AN~O IS9~

L'oper:~to guart con

t3ti

residuantesi pare... i dell'arto. (Operawro mug~iore medico Gnttardi). E.'ltra::ioni tli pi'NI'itilt .'J. -Tutti in iodi;.:eni. e state vraticate nell'infermeria di Asmara; di esse nna si riferisre ad on I.Juluk Basci. cui per ferita d" arma da fuoco alla parte 10fer:iore della co::cia, venne estratto il proiellile rim:tsto nella ferita. con varie ~cheg~ie os ·ee. L' operato guarì, ma con residuo di due .seni fistolosi. L'altra estrazione di proiettile fn pratrcata in un Ascari, per ferita d'arma da fuoco a proiettili mollipli. alla regione ~steriore , 11 perior,.. della cosrra; il proietlile çenne estrntto mediante contro apertura alla regione interna, in mezzo agli adduttori; l'operato ~uari. La terza estrazione di proietule, con e:'ito di j.!narigione, avvenne io un'indigene uor·ghese, ricoverato all'infermeria di Asmara. per ferita d' arma da fuoco al poplile col proiellile rima:;to incuneato tra i condili del femor~. Operatore Capitano medico Tur:.ini. Tonsillotomie 1. - Fu praticata nell'infermeria di Asmara 11er wa'e ipertrofia di ambedue le tonsille, che vennero recise co!le forbici. (Oper·ntore capitano medico Tursini). f'imO:>l 3. - ~ell'10fermrria d1 Asmara 'ennero praLicattJ tre operazioni di limo~i. eon coe.sistenti ulceri ,·eoeree. In due s1 é praticato il laglio dorsale del prepuzio. nel terzo la circoncisione: ,:li operati ebbero tutli esito di guarigione. (Operatore caprtano mediro Tursioi. ·fspul'tazioni di llunori J. - Oei 1prali :} in indigeni. ~ell'ospedale di .\Jn,~aua ,·ennero asportale mediaute esterpazione ùue grossi adenomi , uno alla regione in~oinale. l'.1hro alla regione crurale. con esno Ji guari~ione. tOperatore capitano medico Orefice). Nell'infermeria di Asmara fu praticata l' asportazione di glandole inguinali moltiple mediante escisione :ed un soldMo ammalato di adenite strumosa. La stessa operazione Yeone praticata a due Buluk


1:318

OPERAZI0\1 ClliRl:Rf.ICHE

Basci per grossi adenomi inguionll. Per uhimo nella 'k"sa infermeria di lsmara Yenne esportata, mediante enuclearione ona grossa ci:.ti "iero~a del ca\·o popliteo al) un Ascar:. Tutte le suindicall' operazioni ebbero e:-ito òi guarigione. (Operatore capitano medico Tursini). Suturi'. - Anche nei presidii della Colonia Eritreo. vennero praticate parecchie suture, fra le tluali vanno :;e)!nalate le seguenti : Nell'ospedale di )Jassaoa per ferita gia notata più :-opra d'arma da taglio al terzo inferiore del lJraccio, con re.cisione di. muscoli uicipite e hrachiale anter iore fu praticata la sutura dei muscoli recisi. L'operato ;.:unri, ma con residuante parziale retrazione dell' avambracrio. (Operatore maggiori' medico Gottardi). :\:ella infermeria dt Asmara per ferita d'arma da fuoco alla mano, con t.azione del pollice e del metacarpo, fu praticata la riuni della ferita con 2z punti di sutura. L'operato ~uari. Ope tore capitano medico Stciliani. Frattur e e Lussaa:ienl .

Durante l'anno 189~ entrarono negli o·pedali militari, nelle infermer ie di presidio e speciali N. 26 t ammalati per fratture (e.sdnse quelle d'arma da fuoco) e N. 103 per lussazioni; compresi (oltre gli uomini di truppa) nuche gli urticiali, gli allie,·i di istituti militari, ed j non appartenenti aJI' esercito. I detti ammalati vanno distinti come in appresso: Fratture

Cfficiali

Lu:l<'azauni

:i. 3 ~ilitari dj truppa » :t50 Allievi dì Istituti milttal'i )) 3 ~o n appartenti all'esercito » 5

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103

TOTALE


F ratture

In ordine alla sede ed ai loro esiti, le fratture v.10no riporlnlfl come appresso: .o\ mmalati

Frauure di ossa craniane ~Jd. ossa mnscellari » lù. altre ossa della faccia » lò. da' icola » l ù. scapola » Id. co,tole » Id. omero • Jd. olecrano. » Td. mdio. >> Id. cubito » hl. ;1\ambracrio (compl.l • Id. o-~a della mano » ld. os:>a iliache » Id. fewore )+ r,J. rotuJa ,. Id. tihia . » ltl. perone ':t Id. ;.:amba (complete) , l d. rnalleoli . » Id. O:i:ìa <lei piede. ld. non specificate.

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Le ,;unnotale fratture fur·ono tutte, previa riduzione, curale con i consueti mezzi contentivi ed immobiliuanti a ~econdn dei casi. coadiuvali in talnne eccezionali circostanze colla trazione permanenLe mediante apparecchi a pesi. l risultati furono abbastanza soddisfacenti, Lenuto conto


1320

OPRII.\ZIV~l

CIURURGICBE

della imporlanz~t numerica, e sostanziale delle lesroni; occorre però ·di notare che parecclri ammalati di frattur L furono inviati in licenza straordinaria di conrale.scenza. per alcuni della durata di un'anno in ~eguito a rassegna di rimando. Ciò lascia credere eire i reliquati delle sofferte fratture fratture fo,.. ..ero mollo grari, sebbene ritenuti ancora suscelti bili di scomparrre col tempo; di tJnesti convalescenti non si ebbero ulteriori dati, ma è molto proùabrle che per taluni di e:;si la sperata scomparsa dei superstiti reliquati non .:iasi pienamente an·erata. e che perciò. ullioula l• loro licenza. ahbiaoo dovuto esser·e riformati. I due deces..;r awenuti in seguito a rrattura, sono dovuti a concomitante commozione cerebrale in uno. dei visceri alidominali nelr altro. Lu•sa•ionl

Le lu saziotJi furono l 03, ed in ordine alla loro sede ed esiti vaooo rrpartiti come se:zue : Ammalati

Lus..azioni di clavicola Jd. omero Id. cubito l d. radio Jd. gomito Id. mano (totale) Id. o:;l)a della mano !d. femore Id. ginocch10 Id. p11lde (totale) ld. ossa del piede l ù. non specificate Tor.~LE

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STATE PRATICATE DUR.~T.È L A'f~O 1892

l3.21

Per quanto risulta, tulte le suonotate lussazioni furono

convenientemente ridolle, e riuscirono a guarigione senza apprez1..abili reliquati, falla eccezione di 1 di omero, e di 1 di gomito che motivarono l'invio in licenza straordinaria di convalescenza, in seguito a rassegna dJ rimando. Colonia E r atrea

G!i ammalati entrati nell' ospedale e nelle infermerie militari della Colonia Eritrea, per frattura (escluse sempre quelle da arma da fuoco) furono 7 e quelli per lussaz1oni furono 2. Essi vogliono essere distinti come in appresso: l\Jilit.ari di tt·oppa italiani )) ~ indigeni ~oo militari T orALE

Frattura

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In ordine alla sede ed ai loro esiti le suìndicate lesioni traumatiche Taono ripartite come segue: Fratture

Frattura deUa claricola . Id. t·adio Id. gamba. TOTALE

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Ot•ERAZIO~I CUIRURGI Cfl&, ECC.

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Lu~sazione del

;!Omito . Id. di metacarpeo l d. Id. TOTALE

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Anche per questi trnumatismi. i mezzi di rali furono gli ordinnrii bendaggi conlentivi Jizznnti previa la occorenLe riduzione, a saconda dei e che potè sempre essere effettuata e mantenuta; fu pér lutti la completa guari~ione.


13~3

mto nsmm lllltm snu srm1

PAZZIA MORALE, SIMULAZIONE. MANlA Relazione di periZia mc lico>·le,;ale ,ft Le•nardo <'o::;ne tci d e :Bartiill mc•htu capo di '!" ela~<P

E. Geo., furiere della regia marina, (letenuto nelle Cllrceri militari della Spezia sotto l'imputazione di diser·zione e truffe a danno dell'amministrazione militare. il :26 fehhrnio del '!H. dal medico addetto all.t ,-; ·ita de' carcerati, fu sorpreso a~girantesi per la cella con J.[li occhi "ltarrali o lacrimosi, con lo sguardo liso nel YUOLO, lamentando:>i ad alla \OCe della maledizione impt·ecatngli dalla mu lt·e. l 'illustrissimo av·.-ocato fi3Cale miht:ue, informato di tal ratto di~pose l'im io del giudicabile all'ospedale dipartiutentale. per esservi tenuto :o osservazione: e invitò la direzione a riferire poscia sullo sldlo mentale di e--so militare. Aveudo avuto incarico di esamm:1re la sintomatologia che SI venne svolgendo m Geo., ebbi ugio di t'Acco~liere i dati per la pr·eseute relazione peritale.


l ;J:?4

PAZZIA \fORALE. SnfULAZlO~E, MANIA

r. Anamnesi. Dalle informazioni state assunte è l'i->ultato che ~I. Geo., padre dell'imputato, mori pazzo nel manicomio del sig. Fleurent a Sapoli. Ln madre T. Oi L.. di temperamento eccessivamente nen'oso, come tulli i consanguinei della famiglia cui appartiene, è isterica, e a volta le sue soll'erenze si sono ~­ gravate al se§.tno da l'ìdurla in fio di vi la. Essa m~tdre ha asserito che il Ciglio E., quando viveva pre~so dì lei. era colto da convtllsione se preso da dispiaceri. L'iof,,nzia di Geo. deve e:;sere ~.ala burrascosa. a giudicarne da quanto c stato possib1le appurare da lui stesso. )Jorto i l padre, Geo. venne aflìdalo alla non na paterna i n Afe., poi nd uno zio a ~ap. per continuare gli studi. Ualle scuole ginnasiali pas~ò alle tecoiclle, per ritornar~ poi alle prime: nsserisce di aver ottenuta a 16 an ni la licenza ginnasiale. ~ell'aprile dell'89 si arrolò mozzn io marina. Xel gennaio del •go fu promosso furiere e nel luglio del '9 1 classificato rur!ere scelto. Dal 2:5 giu~no al 28 agosto del '91 rimase ricoverato all'o· spedale diparLimenlale della Spezia perche affetto da catarro gastro-intestinale e da adenite all'inguine sinistri): fu operato ili estirpnzione glandolare, e poscia, guaritosi anche del disturbo catarrale nelle v-ie digestive, ottenne una licenza di convalescenza per Or. d'A te., suo paese nativo. Oovetle essere verso la fine del '99 che Geo., lrovaodo3i a :'\apoli con la madre, s'innamorò di un'artista da teatr·o a nome Anna, onde piati e disgusli con i suoi.


:rAZZI.\ '\IORALK, SllfOLAZIO'IK, )!A'\'IA

13:?:)

11 1° febbraio del '93 fn dichiarato disertore a ~apoli. perchè, dow•ndo p.trtire per la Spezia la ~era del 2i genuaio, ,.j 0 nto nlla staztone ferroviaria si era dnto a fuggire, ne\ più l? :-•era re~tituìto in caserma. Il 2 fehhr;lio fu arrr~lalo a ;\a poli in un •tlhergo della vta Forìa. Proces~ato per diserzione o ap· proprir~zione indebita a danno dell'lltnministrazione militare. fu coothnnato a l i. mesi ùt reclu,.ione milit,rE', P quindi mriato a Portici ed incorporato nella 2• compa ~o ia reclthi. ~el luogo di pena indicato tenne condotta lodevole. Di mal ferma ;:nJute. non potendosi rica\are da lui altro lavoro. f11 addetto alla scrillurazione. e disimpegnò sempre con buona v~lontà e auenziooe l'inc:wico avuto. Compreso nell'amnt,tia del re.!io decreto ~2 aprtle '93, t>bbe ridott:t di ' o me:>i In pena. L\ el tlicembre del '93. tronndo11i in licenza a Or .. il ;riorno l n. mediante falso tlocumento compilato da lui ste.;..;o, solt{) il finto nome di }lario lvaldi, riuscì a carpire lire 6:;,:;o i111'autorilil municipale di Car. pet· indennil:'l di vi~ggin a sè e a la marlre finn lllla Spezia. Il 3 ;.:t-nnaio del u~ ri~co~se lire l 6,90 dal municipio di ~uc. per presentnrsi in ca:-ct'lna a ~apoli. Il 6 dello ste~ ...o mese. ns ...ereodo di aver perdula la richiesta per il J,iglteuo ferroviario lino alla Spet.ia, documento che poi ~li fu trovato ad,losso, rilirù io caserma a ~apoli !tre 11.30. ~on e ..,endosì pre:reotato nlla Spezia, e dicltiarato tli,ertore, il ':.Hl :!enna io fu arrestato io via Foria a Nn poli e posrin tradotto 'l Ile careen milit:u·i della .. pe1.ia. Fra le note relative alla condotta, :lll'islruzione e alle qualità fisiche e morali de: foglio matricolnre e caratteristico di Geo. si trovano le .-,·~menti: hen presto mostril cauiva condotta. òa dover essere sonegliato: intelligenza svegliata.


l :32!6

PAZZIA \!ORALE, i<lliULAZIO~E, ll..\SI.!

E tr·a le mancanze. che moti,·arono punizioni da. Jui subite, sono notevoli IJUeste: non restituire a· compagni oggetti avuti in prestito; mancare all'onore appropriandosi temporaneamente denaro aitrui; darsi titoli falsi, attribuzioni non sue, far::i credere innnente per parentela alta . e lJHindi capace di procurare favori e facilitaz10n;: simulare infermiti1.

n. Contegno dell'imputato all'ospedale. ll ~i orno d'entrata all'ospedale Geo., cor·icatosi, assunse la posizione supina, /lesse le braccia e strette .al torace, contratti i muscoli degli arti e del col lo, fiso nel vuoto lo sguardo, sbarrati gli occhi e ampie le pupille in.erti alla lu.ce, in continuo movimenlo le labbra biascicanti parole incomprensibili, indifferente agli astanti, muto alle domande, ripetente di tratto in trallo e a voce nassa: - «Povero me, mia madre mi ha maledello. ~ - La sera ebbe febbre a 38~ 51 , pa~st'> insonne In nolle. La dimane riconobbe un compagno, cui disse ooo sapersi dar pace perch~ lo tengono le~alo da non potersi muo>ere, cl! i uso nella cella, digiuno: aver quindi fame, . e proYare tlesiderio di andare a passe1giare con i suoj cavalli. 1ccusò sua mad1·e di averlo maledeuo, la disse infame per aYer fa llo mo1·ire m una pazzeria il padre ùi lui, e per desiderare ora a lui stes:;o identica morte. Cantarellò canzoni napoletane. ~otle insonne: ogni tratto leYan dosi a sedere sul letto gridava: - « Quell'infame mi ha maledetto . .. mi vuole morto... ; ma non è min. la colpa ... quell'infame ... maledeLto ... maledetto .. . »


PAZZIA KORALE, Sl\IULAZIO~ Y., ~ L\U

.! mar:o. -

t :H/

(( \lene la carrozza ... Oa due mesi mi tiene •JUi perdaè mi ha maledetto .•. 3lia madre è ad Or ...• Po,so pigliare la c:1rrozza fino ad Or .... ! Ha deuo che deYo fare la stessa morte ùi mio padre, per Yia di IJUell'rnfame che mi ha maledelt<> ... Sono da due mesi che mi tiene qui legato e digiu no. • - Ft! tranquillo nella giornata. Dopo aver p.ranzato si levò d• letto. e comiar.iò a passeg~iar·e, don1lolandosi sulla persona e c .nLarellaodo. Cbiese la carrozzn essendo p.-onto a partire. Domandò se le cin~bie del letto di sicorezza fos· :'ero le .;taiTe per ::tare a canllo. e !'i di,.,e disposto a partire anche a c;mt_llo. se gli dessero frustino e ~peroni. Dormì poco. 3 lllltt:o. - Ride delln propria barba, osservando: « Sono l'uomo del bosco. »-Ha scrillo l'au~obiogralia, ma poi ne ha lacerato i fogli. Sonno interrotto. 4 mnr:o. - All'ora della visita mattutina è già in piedt: hn io testa il cappuccio del cappotto, e passe~gra intorno al letto. Fermato, dice: - a PerchC non mi fa partire. che ' mi tiene :;empre di~iuno? )) - l)nanti anni avete'! ~r. 2? ....\li fa partire stasera? ~ - J>o>e :;iete nato! - " \ Or... , vicino Cas ... 1> - \'ostro padre di che malalli ~t morì'! - < Lo fece morire mia madre. lo fece morire. Lo chiuse nelh pazzeria >). ~el pomerizgio se la prese con la sentinella. « Chi n la t ··o,a ftle li? Andate \Ìa. Io .:olo debbo stare fpti dentro, non voglio ohbligazion&, andate via, anllate 'ia. :. - Hl i fu sommini~tr·ato un grammo di solfonale, ma dormJ poco lo stesso. :> 11111r.:o. -Quanti anni di servizio aveto?


l :J~S

P \ZZIA \lO!VILE , "D!ULAZIO'"f. !I.A~H

- ;( Cinque, cm Jne anni. cinque ano·. cinque:. . - Prima di \"enire in sen 1zio che co~a facevate? tt Studiavo a ~apoli. Ho fallo il ginnasio. Ho fatto pure le tecniche. La maternalir.a non mi piaceva e pas~ai un'altra volta al ginnasio ». IO mnr:o. -A domande rh·ollegli risponde: - ~ La mia innamorata si chiama .~. B. di Napoli e mi ba fattn maledire da mia madre. - Feci 8 me~i di reclusione a Portici, perchè poi ebbi la ~razia . -...: )lia mndre i! vedova e \ecchia. - .\lio fratello T. è maeslm di musica ad .\fr. -Ho 3 so1·elle. una maritata e con un figl io, due in colleg·o a ~ ap . dentro J'edu· candato di S. F. - ib.biamo i fondi a Lec .. tult:~ la proprietà no3tra e là. >> Invitato esegue bene a memoria i facili calcoli aritmetici che usnalmenteocco1·re praticare. Sorride e osserva:- « .l lo facctamo l'arìlmeLica. » 12 nwr:o. - Dove vi arrestarono t -«)li hanno attaccato e mi hanno portato qui ... Da quando mia madre mi ha maledetto ... Al processo a ~ap o li mi difen· dera mio zio T. C., C., C... Sono stato un anno imbarcato so Ila Città di Ge-norfl. Sono ,;talo con mia madre che non mi ha potuto mai vedere. Sono "lato con mio zio giudice a studiare a Napoli. - Mia roadr~ uon ha poLuto vedere mai nes· suno, ma1 nes· uno, mai nessuno ». \ella ).!'iornata r:10tarellò spesso. A nn Lrallo si mise agri· dm·e alla seo tinelln: - « Mascalzone, cosa fato li t cosn volete~ .lodatnene al diarolo, o vi rompo qualche cosa sulla te:;ta. Sono a r.asa mia. non voglio nessuno che mi rompa le Lascbe. .\.ndate, andate via vi dico, mascalzone, impertinente. • Al ·olito ha dormito poco. 13 marzo. - S a pet~c> perché _siete qui ? Dicono che siete un pazzo,


PAZZI.\ \IUIU.LE, SL\IULAZIO\E. 'fAi'! l\

1:J,:?9

_ c Io sto bene, mi fanno stare sempre qui. :Xo, no, io sto hene. Sì. pazzo 1 quesL'nltro ci mancherebbe! Questa è una bestemmia di quell'infame (.)"i accendt in riso); ma la sbaglia. ~li \"ool far morire r.ome è morto mio padre ''· - )Ja Yo~tro padre è morto pazzo'> _ • ~o ... quello lo fecero chiudere loro ... Quello stava bent>. 'tara bene ... )Jta madre lo f4'ct' chr udere, lo fece chiudere o lo i'ece morire lìl dentro. Si lameuta der topi rhe lo di~Lur·hano. - ({ Sono piccoli e ros~r. raono a due a due. \"o~diono ,aJire sul letto, e dormire con me. Io ci do da mangiare, e stanno tranqumi. >1 In ptazza d'arme presso J'o"pedale ·nona la banda. -Sentite? - « Sì, vanno alla guen·a ». - Come dormile? - « La nolle dormo bene. La sera tengo ~li amici che mi ,·en ~ono a trovare, un sacco di topi. lo por ci consen-o un po.:o di pane. Quellt veg~ono il pane e se lo mangiano. Si afferrano alla coperta. Ci meLLo H pane, e se lo mangiano. Sono tanti topi piccoli piccoli e helli "·- ~leOLre fa tale racconto è di buon umore e ride. - State bene qui! - « Io non do conlidenz~ a nessuno. non do confidenza ;t

De!>SUDO )) •

- ~iete reli;;do5o ? - « ~o n credo a' pt'eli. che sono tanti impostori; ma bo un principio. Chi non ha un principio non hn bene. Da quando ' morto mio padre non si è aruto mai bene in casa mia ,. . . ollecilalo a re~itare le orazioni che '>fl, riesce a dire per mtero soltanto il Gloria Patri; e osserva sorridendo: c ..\des-;o diciamo la messa. n - « Chi fece cadere malato mio padr·c fu mio zio giudi~e. Si


1331)

PAZZIA 'lu11.\LE1 ::.DIUl.AZIO\B, ll.\..,IA

che gli fece fìrmare una carta, e poi gli fece la causa. Il presidente disse: - ~ oD faLI:l più il giudizio. se no se ne va in ~a­ lera.- \ re\a fallo firmare una rart~ falsa, e l'aveva spogliato di tuuo. - Fratello a mio padre. e non c morto ancora quello li! Ma deve fare una hruua One quello li. Ha sciupato tulta la roba nosLra per una donna che tiene in ca:s:t >•. Scrive a suo fratello: - \( Rispondo suhito alla tua con la_quale chiedi mte nuo\e. - Cosa vuot che 11 dic • - È da due mesi: daccbè :-ono stato maledetto da tua madre per quell'infame che non posso trovare più pace, sempt·e perseguitato: attaccato. digiuno. costretto a morire in una calla mortuaria e cau$a di tollo ciò ne i· quell'infame che mi ha fatto maledire da mia madre. - ::;e tu sapessi come sono ridotto, o caro fratello, senza avere alcuna colpa, perciò mandami a prendere perché quell'infame aspella che io fo la stessa morte di mio padre. » Si nuti che non :n eva ricevuto ne -;una letlera dal fratell o. La sera parlò con i topi, e poi, sedutosi sul leuo, r~itò diverse poe~ie italiane e qualcuna francese. 14 mro·.:o. -Avendo preso un topo con la trappola, grida e si rallegra come uu fanciullo. - «L'ho preso quell'mfame. Ora lo fucileremo. Eccolo. eccolo in gabbia. » -Quanti ne abbiamo oggi del mese1 4< ~OD lo so. Qui non c'è nirnle. Se qualcuno viene a vi · sitarmt lo debbo far ,-edere a terra, lo dehbo far sedere. Sono ridotto co:;i miseramente. Qui non ci sono mobili, non c'è niente. Ci vorrebbe un calendariO. IJualclte cosa ci vorrebbe li. - E i topi t - ~~ Ci -"iamo contnl~tati. Yole' ano venire n letto C(\D me quelle bestie ,·oJ~'"ano venire. lo non mi sono ammogliato per dormire solo. e quelli vole>ano venire a lello con me. Non r.i vediamo piti ».


l'.Ull.\ HOR.\U:, SnlLLAZlO'-t:. ;\!\:\lA

1331

.\Ile~- uaendo la s.dva per la gala della bandiera (nascita

di s. )f. il Re), o~,;erva che fan no la ~uerra . e recita i ver·ai seguenti : Il btan~"<> m·>$lra cl•"ella ~ bianca e plll'8. Il ro<so ct1e col :;angoe .., a pupnar prè,la, E qut'll'<l lr rolor che \l s'innP,Ia. Cbe 013i manru h S'peme alla Yentura

E poi continua: - c Questo sarà che ranoo la guemt. )la a noi non c'è pericolo che ci vengano a pigliare, sempre chiu .. i qui dentro. (;u~rra con la Franr.a. Dice Leopardi: \Ili m~ quante rerit~. Che lh·idor, che san!tuel

Citi sa quanti po,·eri pgli i mamma muoiono adesso. ,. Dorante il giorno scrisse diversi fogli clte poi stracciò. :\otte quasi insonne. 15 mar.:o. - ~ on vedendomi io gran divisa come nel !!i~>rno preceJenLe os·er\'a: - -< Ha perduto le medaglie. l) }loi mi avverte: - << Ieri ho preso un prigioniero. )) E realmente un topo era capitato nella trappola. D11rante il giorno fu inquieto, e se la prese con il frntello che non viene a toglierlo dall'ospedale, minacciando che se questi non si affretterà n liberarlo. egli si brucerà le cervella con una carabina o con un revol\'er. La noue dormì poco. fu marzo. - « Bi;ogoa manaare n chiamare subito mio fratello, perchè qui non si può più stare. Yengono tanti topi t·o~si, a migliaia, e vogliono salire snl letto. - fo non ho fatto niente. Quello i• che io stavo al Corpo. Quando mia madre mi ha maledello. mi hanno attaccato e portato qui, dove tullr mi perseguitano. Qui e nn alTare serio. - Biso:.roa scri'~re al procuratore che mi mandi i sigari. lo ho la roha mia. Bisogna nomioarlo, il procuratore. 11


~

3.n

PAZZIA \JOitALE, Sllll L\ZlONE, y,u;tA

17 mar:o. - È tnquieto. Dice. agitando:oi. che anche nella cella ove lrovasi ora c'e l'infame che lo perseguita. e iodi..:a il nome di ..\SU scritto a matita :.ull'imLottitura chtl riveste le pareti della camera. Scrive &l fratello: - (( l\Iandami sobito i .~iyheri e vienimi a prendere perchè qui sono sempre perseguitato per quell'infame che mi ha fatto male· du·e da mia madre. lo non posso tromre più p:~ce Yieni su· bilo. altrimenti pi~lio il re•olver e mi uccido, perchi• qui c'i• anche l'infame che mt perseguita e aspetta la mia morte. Vieni subito non ti dimentil:nre r mandami i siyhrri. • Ha pot sempre conunoato nello ...tes,o modo. dando della bestia a suo fratello cl1e non viene a prendel'lo. e scrivendogli parecchie tenere. nelle qunli con petulante costanza torna sempre a dire dell'infame che lo ha fallo maledire dalla madre, e adoper·a le stesse frasi, e a volte ancl1e le medesime parole. Il giorno che gli si prendono le misure antropometriche scrive al fratello: - • ~1 io zio ma~giore (il medico capo-1"1'parlo) mi ha preso la misura per farmi fal'e la cassa mor· tuaria e la nolle vengono i preti a migliaia per prendermi. » ..\.1 solito gli si raccomanda per i sigat·i, e lo aYYerte che gli manda la l>Ua tomba. , otto la firma segna cimtue croci; poi. contornala da un ramo con fo~lie intersecate da croci, la seguente dicitur;~: «Qu i giacciono le ossa di Geo. E. che all'età di :?? anni moriva in una cella mortoaria per un'infame elle senza colpa lo faceva maledtre da sua madre, inventando sempre bugie, sempre bugie. » Persiste verboso. inquieto; dorme poco; s'arrabbia col fratello, coi scri,e:- u Tu sei una bestia) sei morto e non mi vieni a prendere ne tampoco mi mandi i vighe1·i. Cerca di "enire subito percbè qui per quell'infame che mi ha fatto maledire da mia madre, appunto per farmi ll'OI'ire qui in


PAZ71.\ .llOIULE, SI \lUL.UlONF , \l \~lA

1333

que~ln cella mortuaria . \ieni subito perchè i topi rossi hanno

fatto rompere le statTe della mia carrozza fle cigne dtllrlto di sicuu:::a nrl qunle rlor111e) e se non vieni snbilo prendo i[ re>oher (la bntliglin per l'acqtw) e mi uccido. Qui quella bestia. (un compagno drl rfpartn, 1m mnlincflnico che si man· lime in nstinato mutismo) m'in~ulta ed è morlo e ade~ so 'uol far morire :~nche me. tanto che ho dovuto metter~ il miele vicino alle mani (ptr sosperto di scabbia gli \i praticarono fd:wni tli pomolrl rmtipsorica) per quell'infame che senza colpa mi ha fatto maledire da mia madre e mi ba rauo perdere la mia pace. sempre pcr::;eguilalo, sempre attaccato, sempre digiuno; ma quell'infame deve fare la morte del re ~i Fr.mcia. - Ti rim etto il figlio di mio zio maggiore (u na Jìgul"ina di 8. Luigi Gon:aga) che ...i è me~so a fare il carhonaio. T1 aspello in giornata . immancabilmente. )) Souo la firma ,-ono sej.!nate otto croci. Il ral!azzo, che secondo (;eo. si è messo a fare il cnrhonaio, ,., nn moreu.o adottalo come lìglio da un ,;ollullìciale ricov-er:.to nello stesso reparto: tale rnoretto l'eone più volte a trorare il padre, e così Geo. ebbe agio ùi rededo . Per,istenza di idee funebri. un giorno disegna fra tanti ~ruppt di c1·oci h lomha de· topi. Io ciro:\ al fo,l!lio ., se guente rico1·do: c Disogna dre scriva al mio procur:~tore perchc in giornata mi m'lndt seoz'altro i sightri, i fiammiferi~ un orologio e un calendario. • Più sollo scrive i seguenti çer,i: • Mont•llo hai l'occhio acnto lla hvido e ~paroto Il ,·ollo. Poi sei !'porco Da d•-~ra•larne un J>Orco. 'ial :~~alzo se:nniciato Forse non hai manglnto E ruroi un mozzicone Anu h ruml pt>r Dio lempo e polmone •.


133~

PAZZIA 1!0RALB, SDlUI.AZlO:O.E, llASIA

Coltiva poi l'idea della sua tomba, e sopra un foglio, contornando l'iscrizione con un ramo frondoso. scrive: «Qui << giacciono le oss:l di (;eo. B. - cbe maledetto da sua (( madre per un'infame, senza anrne colpa, moriva in una ~ cella morluari:l dove fu ;;empre auaccato e perseguitato « Pre~ate per l'anima sua l\. Qoal~he giorno dopo ripete la stessa iscrizione. a$!giungendovi un nastro col mollo t<:i Fu. e cambiando l'ornato. Vari giorni appresso dà as~etto ùeHnitivo all'idea di do\"er morire. In cima al foglio scm·e io hel carauere nome e ca:>ato, tontornandoli con due rami riuniti superiormente io una croce. Di Ialo al foglio drsegoa nn ramo sormontate da croce. e nello spazio rimasto bbero scrive in bella calligrolia a ~ tampatello: e: Per un'infame che senza alcuna «colpa lo face'a maledire da sua madre, ces~ava di vi« vere - E. Geo. - Fu giovane di esemplare vi!'lit. dt (( forte carattere, òi nobili sentimenti. - Ebbe il ~ul to « della patria e della famiglia e nessuno fu più di lui clevoto < alla religione del sacrifizio ecc. >> 1 giorni pa,:sano inYariabilmente uguali, le nolli qua!)i sempre 1nsonni. Si giunge cos1 al o aprile, quando nelle ore pomeridiane esplode un tentativo di suicidio. Le..;ato all'inferriata della finestra un capo della benlla che adopera,·a come cigna per sostenere i pantaloni, e rauo all'altro capo un nodo scorsoio, pone in questo il collo. e si abbandona in dietro con tutta la persona, facendo forza sulla benda stirata : questa si ~pezza ooo resistendo : ma il collo rimane strello nel nodo. Soccorso a tempo, si dileguano i sintomi della cominciata asl.i~ia .. ul davanzale della lìnestra si trovano le due lellere seguenti: Al medico capo-reparto: << Non pt·eslate fede allt~ bugie « che va inventando quell'infame per farmi andare in ga-


PH7.1 \'tORA! E. "I'IGIAZIO~E. 'l \\T\

f :l:J:l

• !era, io :;Lo bene e per q11el rigli.•cco di mio fratello che « non mi viene n pr·endere, ho deciso porre fine alla mia c nt'l. Perdonatemi e addio ~\1 fratello: « Per quell'infame che ''a inventando uugie, « 1!110 zio ma~~iore (if 1111·dico capo-repttrLo) ha detto cl1e « mi luolc mandare in galera. Ttt $ei l'uomo più vigliarco « del rnondo percht> se tale non fo:;~i mi verresti a prendere s,.nza a;:.pettare che pPr <)uell'infaml:' che mi ha fatto « maledn·e dn min mtulre io debba morire in questa celh " rnurtnari1. ~o, io prima che quell'10fame ahbia il piacere e: di .::eutire rhe io per le sue calunnie sono morto in questa « cella mortnaria voglio rl:1 mc. colle mie mani porre lìne ,, alla mia vita. Se non sei tanto YÌ!.!Iiacro. cerca che le \\ mie O!-~a non rim:mgano rn tfue~La cella morlnaria ». [n, 1riah'lmente dorme sempre poco. Lo sguardo permane li:;so nel vuoto. Di giorno passeggia intorno alletto con le lahi.J•·:l iu routinuu moçimeulo, quasi ripelenJo t[Uello che gli passa per la mente. Se la piglia con l'infame che l'ha fauo m:~ledire dalla pr·opria ma,ire. e con la I.Jest:a del fratello rlle non viene a pren ledo : dÌI t lella bestia a tuili . L11 ~era. :.edolo sol lello, canta 1; .nzonr n:~politanP. o impre·'l :-ll'inf:~me . ;; aprile. - Gli s'instilla il rollirio atropinico in amho gl' O•' •h i per l'e$:t1Ue nftaJmoscopÌ~'O. Il !!ÌOrno se~Ul·Oie nsserva: « Mi ha cecqto quella hesLia. qnestn è una co~a < 'eria, io non r1 'edo più l). l J aprilP. - li tempo si dispone alla pioggia. Geo. è incyuieln e di c.attivo umore. Rifiuta la eolazrone mallnt•oa di ·~all'è e lane; ma all'ora cìelln visita. dCipo ioginnzioni faueg!J, mangia la sua zuppa. l fi apri/P. - È alle;zro, ,·erboso. Ripete al solito le sue


l :j:1t)

PAZZIA ~fOR.\U 1 ::-l'II.:L.\.ZIO:\"E, -'IA'oiA

querele: la malediz'one ddla madre. la persecuzione dell'infame, l'abbandono di suo fratello. E da notare cl1e ne1 numerosi .;crltti di l~eo. non ,.j ti'O\a mai la data. fmportanti. per il coufronto tra :.fii ste:'si, riescono i t1·e fo61i di autobiografia scrilli ad inten·nlli lunghi. Dopo pochi giorni di dimora all'ospednlr, dietro invito fatto~li. scr·isso dr sè in quesli termini: - l mie1 ii anni. - Xa(':qui ad « Or. d'A L da ricca famiglia. ma delle ricchezze io non c n/! ebbi a godere percbt> ancora gio..-anetto perdevo mio << padre dopo che per le ~u~ s\·enture sciopù 1ut1o. Himn-s « allidnto alle core di mia madre clte nou faceva nltro elle (( pet"eguitarmi essendo io l'un1co che mi oppone'\"a perche « lei aresse contratto nuovarnente matrimonio. Yistomi duo« tJUO alla dispe{'azione, non perchè mi fosse mancato qual<< che cosa )!iacchè colla proprietit nmastami da mio pad!'e « potevo vivere, ed anche colla speranza di progrl'dire « m'ari'Uolai in marina do,·e ebbi a >-Offrire nn mondo di « av,·er:'ita. ed in ultimo per un'mfame fui maledello da « mia madre mentre non aVC\' O alcuna colpa e costretto a « :;tore sempre attaccato, sempre di,!iono e ciò coo:oeguen1.a « della maledizione materna, ma l'infame che ne ha colpa {( donà fare una brutta line. lo prima slava tanto bene « sempre in dive1·tirneoto semp1·e a ballo e canto ed ora < per· t(uell'infame che mi ha fatto maledire da mia madre « sono co:.Lretto a mMire io una stanza mortuaria. sempre « atlat:cato e persegullato dn tutti e costretto n fare la stessa <l morte di m1o padre m:t l'infame do..-rà fare la morte ~ del Re di Francia percbè :.enza colpa mia m'ba fatto ma<< leùire da mia madre . .\ndai in marina dove al p1·incipio (< la vit..'l mi fu nn po' aspm ma in appresl->O mi ci abitu::i c e qnindi ,; stavo bene. Quand'ecco che l'anno 180:2 fui


PAZZ1A \fORAr.E, SniUl.\ZIO\E, 'U'-U

f3!lì

« colpito da forte malanno per co1 fui operato in segu1to « ad avermi cloroformìzznto e cosi mi estirparono delle w ~landole e tullo ciò a\'veniva all'ospedale principale del li. t• dipartimento dove alla tabella col mio nome si leg~evn la « diagoo,i. Febbre malarica. Catarro inle·tinale acuto ed u adenite ingnJnale. A compiuta guarigione ouenni una « lunga licenza che fu causa della mia perdizione. Durante c la licenza m'incontrai con J'inf1me che un giorno prece« deotemente m'nve\'a spinto al suicidio ed ecco che M« minwu ad amarla di 11el nuovo. Terminata la licenza c ritornai al corpo da dove pochi giorni dopo fui mandato l< a prestar serviziO al d1~taccarnt!nto di :'\apoli e là comin« t'lai atl essere perse:.wllato dai miei perchè a tntli i costi « volevano che io lasciassi qttella relazione, basta, seppero « tanto fare e dire elle 1l distac<'arnento ~apoli mi avviò al c corpo, u10vimento che io non effeuuai 5olamente per " stare a fianco all'infame e per coi fui condannato. nu« rante la mia e~pia z iooe di pena l'infame mi dimemi~·.·, « ma esprata la pena mi sepFe attrarre. nuovamente per u rui fui maledetto da mia madre senzn poter avere pni « hene sempre perseguitato da tutti. sempre atlaccato co« stretto a morire ÌJ\ una cella mortoaria e fare la slessa c morte di mio pr~ ire per la maledizione di mia madre c roenLre la colpa noo era mia ma dell'infame che mi aveya « fatto maledire da mia madr·e. reùete dunque come sono « ridotto, prima stava tanto bene ero amato da tutti pel'ch(o « facevo il mio dovere e quindi ero sempl'e in festa, sempre c in alle~-:ria. con carrozze. con cavalli, ed ora mi tocca • stare sempre attaccato. sempre di~iuno e perseguitato « perchè per un'infame fui maledclto da mia madre n. \vendogli dato a credere che il suo scl'illo s'era. perduto e invitatolo a ricompilare l'nutobiografia, il 25 mar·zo scrive:


133H

PAZ7.1~ lJORUE, Slllt;LAZIO"\"E, ~AXIA

La mia ,,la - Ancora bamb1no perdevo m1o padre in uo « manicomio per molte sventure Loccatc~li e delle quali ne c fu colpa un suo fratello il •Jnale per solo capriccio lo faceva « rinchiudere in nn manicomio. Povero padre mio, sarcLhe c stato molto meglio se In falce inesorabile della morte c ave~se troncato gli anni miei. ~osi non avre1 pas:;ato una t. vit~ così dolorosa la quale poi sono andata a finirla in « una cella mortuaria per un '1nfame che senza colpa mo c faceva maledire da n1ia madre e mi andava calunniando c per farmi -empre per::eguitare. attaccare e 'tare di~i uni c mentre io sto bene e sono sempre perse;!uitato anche « dai topi rossi. - Ho frequentato le scuole ginnasiali che • dovetti poi lasciarlr a causa di quel f"ile di mio zio r.he «mi bastona\a continu:tmenle e tanto che fui costrello aìl « ucciderlo ma non vi riuscii, sarebbe stato molLo meglio c percht: così adesso :>arei morto e quindi non sarei rioc chiu~o in questa cella morLuaria dove quell'infame che « mi ha fallo maledire òa mia madre, mi perseguita sempre c aspellando che io fnussi la stessa morte di mio padre. « e quella bestia di mio fr;~tello che è morto e non mi c viene a prAndere nì• tampoco mi manda i sight7i. (( ~l i al'ruolai in mal'ina a scopo di progredire nella. mili· (( tare carriet·a, ed infalli vi slavo bene, i superiori mi c volevano bene; daquando poi conobbi quell'infame. perc detli la T•lia pace. perseguitato da lutti sempre attaccato e < persino maledetto da mia madre in conseguenza di r.he c mi tt·ovo rinchiuso in questa cella mortnaria dove flehbo (t

{t

deporre le mie o".;a

c+++

++ +++++++ ++

:t.

Avendo riconosciuta come sua la calligrafia del falso documento con cui frodò il municipio ili Car., si cerca di fargli esporre le vicende del :~econ do arresto, e poi invi-


PAZZIA lJ(}R.U f!, SBlULAZIO,-z, '1.\ ~lA

J3:J9

rato a ,cr·,·ere •JUlloto lt:t narrato a \OCe. compila un'altra parte di autobio~rnfia . « Durante la mia permanenza a « Por .. ginrai a mia madre clte mai più anei guardato « quell'infam~> che dopo avermi rovmato mi aveva tradito. « r st:iLn da Por. il mio primo pensiero fu quello di nn« dare a trovare '(nell'infame la quale seppe tanto fare che c mi .\l tiro nuo\ amen le a ~~. e ciò giunse all'orecchio di « mia mndre che essendomi recatn a visitarla mi cacciò di \( ca'a maleJiceoùomi dicendo che non dorevo arere più « pat:e P che non le era tìglio. \ Il ora mi recai in c~a di « quell'inf.tme per vendicarmi con lei della scia~ura tocca(( t.tmi. cio._-. la maledizione materna, ma quell'infame seppe « dtrmene tante che io seguitai ad amarla. :\fa l'infame « non contenta d1 avermi rovinato, dì avermi fatto maledu·e d.1 mia madre, per sbarazzarsi della mia relazione ~< che la uupediva a far;dicne lenere alt t e: seppe inrenlare •• tante bu){ie, tante calunnie. che mi fece attaccare emi fece « portar.. in questa cella mortuaria do re per quell'infame che mi ha fallo maledire da mia mndre. lto perduto la pare mht « sempre perseguitato costretto a rnorire in t{ltesta cella mor· « tuaria; perù quell'infame non l':n rit questo piacere perch~ ~~: prinHt che dore,yse giungerle all'orecchio eh!.\ per le sue ca· 1c lunnio infami sono morto, mi ur.riderò con le mie mani. « Prestaro ~ervizio al distaccamento di ~apoli quando mia ~ m11lre per fare finire ogni mia relazione con qnelrinfame ~ si recò riai comandanle del distaccumenlo perchè mi avesse < m n•lnto a pre,-tar sen izio a Spezia ed infatti il comttll« dante di,pose ((Uel ID(IYimento dte io non eiTelluai per c sentire i con:;igli di quell'infame che dopo a"\"ermi rori« n:;to, mi fece arrestare mentre ùormivo in un albergo. « .\ne5tato che rui mi condussero in caset·ma da dove mi « mandarono al Forte Ù\'O, e quindi per quella bestia ùi 4(


13i0

PAZZIA MORALE, Srllt.:LAZIOXE, liANU

« mio zio che non seppe dire quattro parole nel difendermi, « fui cundannato n quattordtci me5i che li espiai a Portici. « Hurante la mia permanenza a Portici, l'infame non si « fece piu vedere anzi mi tradJ ed io giurai a mia madre « che mai più avr11i guardato quell'infame che dopo a,·ermj i rovinato mi a\eYa tradito. Tale gmramento non fu da me c mantenuto per rui min madre mi maledisse e d:tl ~iorno « della maledizione materna che meritai per quella inf•1tne, « c:enza che arp-;,j a'Vuto alcuna colpa perdei la pace mia. q; l'sello da Portici mi recai a Spezia per prestarvi servizio, c m:~ la mnledi1.ione materna mi aveva colpito, mentre , Lavo « con la mia quiete, non so quali calunnie nbbia potnlo « inventare quell'infame che mi attaccat·ono con una corda « al collo e nti portarono a finire i miei giorni in quesLa c cella mortnar·ia per causa dì quell'infame che senza L'o lpa « mi faceva mr.ledire da mia madre. Però essa non avrc& c q ue.~Lo ptacere perrhè io prima che essa dou.ne godere c della mia morte, mi ucciderò con le mie mani ».

III.

Esame fisico. Giovine di ~t an ni. :'latnra m. l ,63 ' ,. grande apertura delle uraccia m. 1.66. peso del corpo kg. 56.i011. Cranio dolicocefalo: in·iice ceralico 75; capacità cranica probabile minima c. c. l :233. Cicatrice all'ingui ne destro. In un'orbita fisiologica si svolgono le funzioni degli organi Loracicì : per 'luelli addominali si è notata uo.a certa procltvitil alla diarrea. Circa le funzioni di relazion e, cioè sens1bilità e moLilità.


l'AZZL-\ MORALE, SIU OLAZIO~g, llfA."'HA

1:H J

l' verificato uno sviluppo fisiologir.o tanto della "'enst bdità ~enerale (topografìca. termica, dolorilica, tatlile). ,103 oto dei sensi ~pecifici (vista, udito, olfatto, ~usto). le pupille perman,.:ono u"ualmente ampie, ma reagiscono heoe allo stimolo luminoso: con l'e·ame oftalmoscopico si è rile\ato iperemko i' fondo dt amLo gli occhi. ~on :.t :'ono osserrati disturbi nella motilità: soltanto si l' nol,tto un certo torpore nel riflesso cutaneo addominale ed in qnello cremasterico. La tt!mperatura ascellare varia tra un minimo dt 36° z' e un massimo di 37° 5', senza però apprezzabile differenza tra i due Iati. Dinamometria: ~1. D. kg. ~6 di pressione, ~1. S. 2.2.

51

lV.

Esame psichic o. Fenomeni p.~ico.rt>nso1·ii.- É soggetto a illusioni: le cinghie del leuo sono le staffe della carrozza. la pomata aotipsorica è il miele. la camera nella quale è tenuto c una cella morluarta. il nome ..\~~A cbe ha scoperto scritto a matita soiJ'imbottirur.t della camera è l'infame che lo perseguita, i segni della cro~e di G:netra (distinti•o del personale sanil2rio) sono i topi rossi, il capo reparto è lo zio maggiore, il moretto è un car bonaio. Esistono allucina::ioni: c tenuto legato e digiuno, i topi ro .. i. i preti apparecchiantisi :~Ile esequie, tutti suoi persecutori, tutti be.stic. ldea.:iont'. Corso delle idee. - Fncile il çorso delle idee: non sono mancati scatti d'impeto, pigliandostla cou la sen tinella. L'ideazione pare sia io un · lavol'io incessante indieatf) dal contintlO movimento delle lnhbra. L'idea della


l :H.t

1'\ZZIA \fOR-AlE,

1\Jt:LAZIOXE. MA'H\

maledizione matero:1 si è re~a coatta, e intorno ad "~~:~ turbinano quella dell'infame. origine d'ogni suo male, e rahra della persecuzione da parte di tutti. li processo associnti,·o ~ turbato, quindi fallace il giudizio: tuui ,.uno be->tie. suo fratello f> morto perchè non viene a prenderlo e libe rarlo. ecc. Circa la diserzione dice - « non effettuai quel l'orùine ». - Chiama bugie le recenti imputazioni. Jmmayin(l::ione. - Appare 'iva clai dis"~Di ese~uili: le direrse iscrizizioni per la propria tomba. la lignra del ~e­ poiCI·o dei topi, gli esempi di calli~t·ntia. tln cer·to colorito artisti··o, che a volla dà ai suoi scrilli. conferma io lui la •iv.,citù delle immagmi. J[('/IIIJrio. - )Jenlre serh~ r·icordi di falli antichi e recenti, di date, di circostauze, e c;ta ver.;i, e recita intere poesie. vorrebbe far creder·e di non serhare punto memot·ia delle trofTe commesse: ciò che può essere indizio di simulazione, come ~i vedrà. in seguito. \ ttribuisce alla seconda diserzione i fatti inerenti alla prima. anzi le confonde enLramhe in una sola. ~ rtm:ione. Pare sempre concentrato in sì> stesso, come in continuo colloquio col propr·io io: ma .;e tzli si ri\·olge il discor·so, presta bene aLLenzione, e risponde lo· gico.mente. 'oltanto se si accenna alle tr·utTe perpetrate, dice che son Lulte hugie calunniose dell'infame. e conchiude con la maledizione materna. Smti111enti. Umorr. - Serio e trJnquillo. ma prodife all'allegria. (n giorno, imprecando furiosamente contro •1uelli che lo perseguitano dileggiandolo, usò frasi roventi, conc:landosi forlemente, e fini col pianto. A.ffrtto t;nso i .moi. - Non ne ba punto. Sna madre, l'ha maledetto: suo zio giudice, un birbante che ro ~inò il pndre, e che ùaslonava lui; suo fratello, una bestia che è


PAZZIA llOil.I.LS, <;tllULAZIONR, llA~l.\

135:3

morto. ~ai una parola car 1 per nes~uno dei suoi. Tutle le lettere scritte al fratello hanno movente egoistico: venrrlo a prt:odere, man largh i sigari. Sentimenti 1·etiyiosi. - Dice che ha un prindpio, per·cbè 000 ... , può vivere senza principio; ma non crede ai preti. l'oll.::imu ,. istinto. Carutt!re e socierolt.:::a. - l:sualmeute ~ docile; ma ha scatli d'impeLo impulsivo. Egoista, non ,, ~ aiTez1ooato a nessun compa.::no del reparto, e disprezza tutti. Dà della bestia n piene mnni qu:mdo parJa. Cu~rim::a. Dice che è in una cella mortuaria per la maledizione ddla madre e per le persecuztooi dell'infame. Assicura di sentirsi bene, e insiste che lo si mandi a casa. L in ~ttag!JÌ(I r .sr-rittura. - r erboso. spe.-so ·ripete più volte una fra~e o l'ultima parola di essa. Non ha difetti di pronunzia. Scrh·e con bella calligrafia. Fisottonlitr, mimica. - Ha lineamenti re~olari: ma lo sguardo fisso nel vuoto gli dlt una ceT'la al'ia di stupidit.ù. Gesti-ce quando parla. Incesso un po' da \'ecchio. Sonno e ,~o!fni . - ~ei pl'imi mesi elle è. rimasto all'osp~ dale non una noue ha dormito in continuazione: per lo pin era sreglio~ e parlava della sua maledizione, delle persecuzioni cui è soggetlo; o recitava canzoni napoletane. Recentemente si è fatto più calmo, ed ora dorme abbastanza bene e a lungo. :\on pare proclive ai sogni. ensibilissimo alle depressioni barometriche, sicché i cambiamenti del tempo lo rendono triste e a~gres~ivo.


\'.

Considerazioni e giudb:io. È fors e nel grecizzante cognome simbolico dell'imputato

un elemento storico-genetico da a'"er:>i in considerazione, accennando a probabile i U e~iuimitit del capflSLipite. i aggtunga la pazzia paterna e ti nervosismo materno. e ce n'è d'avanzo per la de~enerazione della prole. Dalla serie poi di lutti i fall i esposti, e che sono di specinle importanza, per caratterizzare la lìgura psich ica dell'individuo, sorgono due ordini di fenomeni psichir.i: l'uno costante, im mutevole e che costituisce, per cosi dire. il fondo essenziale della conformazione psichica di Geo., !"altro incn-tf). e forse anche tra1!.$itorio. sovrapponenLesi al pt·imo, cercando quasi di velarne e di confonderne il tipo. rno zio di Geo. ha chiamato questi disonore rlt•luL famiglia, senza sapete che dnm cost del nipote la più esaua definizione, perellè la nola princtpale delrimputato è l'assenza di quel complesso di affetti costituenti jJ cosi ùetto smtimento morale. 11 Si distinguono due forme di coscienza: una intellet~ tuale e una morale. e questa seconda comprende la co• n.Mcen.;a dell'immoralttà di un'azione e il sentimento di <t e.;sa immoralità. Con la prima l'tndividuo sa che una data « nzione non solo è dannosa agli interessi altrui, ma che c dalla società in cut vive. è ritenuta come riprovevole e « condannahile: col secondo sen te un'istintiva ripugnanza a « commellere le azioni che sa essere d ~lla società riprovate e • condannate. Di norma, nell'educazione civile dell'indh·idoo


PAZZIA .llORAJ.E, Slllt;W.ZIO'ìt:, l!ASI.\

13~:)

~rr..;i"tono

l'uno e l'altra. !'ebbene ioYero ;;ia da r.tener . . i « che Jl sentimento della moralitiL succeda come effetto della 1 conoscenza di essa . e ri"pooda, nel suo contenuto, alla , nawra di essa mede~[ma. )ia è pos~ibile che qne~ta esi.;ta « e non abbia avuto potenza di formare il sentimento della ~~: moraliti1. Ciò nel!li stati di aoomalta dt formnione della 41 personalita spirituale; ne'{li stati opposti di decadenza può c essere residuo il sentimento morale, mentre è dileguata, i< altet·t• ta ed oscurata •a rooosceoza della mot·alità: o vi' cerer·sa può questa rimanere. mentre il sentimento della c moralità può essere perduto. od attennato, tl1 alterato. c Tuui e due po-souo anche essere non formati, o male , formati, o decaduti, od alterali ».- YE:iTURJ (l). Oru, da quanto si i· potuto o~servare. pur esistendo io Gt'O. la conoscenza del bml} e del ma lP, mancn in lui ogni smtimmto di moralità, rimasto in lui oris._,rinnriamente as....,nte, in lni rerrattario a~li sforzi educati\'i intesi ad instillare tale sentimento. Quindi discolo nell'infanzia. quin li dtsertore una prima ed una seconda >olta, quindi falsario, frodalOre e simulatore. c Colui che è privo del sentimento morale, sebbene a vero c dirf' non sia propriamente pazzo nl> generalmente imbecille. c si d1mostra. lulta>ia discosto da quel tipo di meòiocre mora"' lit.t ~u cui è foggiata la maggioranza de~li uomini civili. Gli c stes,;i piti comuni e piu facili tra i doveri imposti dalla le~J.te < monile, c.ome la deferenza ai genitori, il ricambio dei piccoli 1< senizi, il rispello alle altrui s~fferenze, non trovando l'eco « di nlrune simpatie nella sua coscienza. gravano 5UI paul) « morale come altreltaute noiose limi1azioni della libertà , 1

li) ~. G. llu~<CBI. -

P•S· LIWII e> seg.

8.'1

Il roman:o di un dtlbHl.UIIIt Mio. -Milano, t893


43~Q

PAZZIA MORALR, SBIULAZIO~E, }fA~L\

« personale: e non appena gli si rizzano innanzi.

« forma di un osracolo concrPto al 11 terminati o pur !ieri appetiti, trorano un animo ioc;:pace « di tollerarli e una volontà ri"oluta ad infran~erli. Cosi il ~ prtZzo mortle, nato in mezzo ad un ordinamento « aJT:~tto d1sarrine ai suoi istinti, tende, per legge necesc ;o;aria d'organica costituzione p,-ichica, ad eluderne la « setplina col delillo. Questo, piuttosto che dall'azione c pa~~ione veemente, ma pas..e;giera e apparen Pmtonita."~~• « fortuita, sorge allora come un 'e.:;pressione spontanea « eviùeotemenre ne~:es~aria dell'ordinario carattere « lnfaui. il passaggio dall'indifferenza pura e sempl « rhe rappresenta uno stato negativo, al sen:imeoto cc dell'odio e della ''eodeua, si rende presso che inevi « per· la reazione che il contegno del folle morale « nell'ambiente che lo circonda. Yedendosi << nella propria insoiJerente autonomia, aizzato nei suoi (( so;!ni, il pazzo mor·ale ricorre nece$sariamenle alla ~< lJelltone, alla ''iolenza, e siJfa delinquente». - TA~Zl ( .\ correggere il giovinetto iodocile agli a\'Vertimenti, f:notglia indusse Geo. ad arrolarsi mozzo. EJli, cresc· d'intelltgenza. ma rimasto moralmente fanciullo. nella vin ha trO\ alo mal!_giori ostacoli ai sentimenti •tuindi si è riuellato ad ogni disciplinn, e òis~rtò una prima volta. -'el reclusorro rimase t'ome on rero fancinllu n~li· gente. Uscttooe. ripiglia 16 relazioni con l'artista, e pur di soddi,fare ti suo egoi$mO: torna a disertare, c ricorre a falsità ed a frodi; e. cume un fanciullo, chiama non elfnnw.r• un ordini' il disertare. bugie i reati commessi. E 1.1 J;u& scu~a appaga la sua coscienza, puntellatasi sulla maledizione materna. come origine di ogni male per luj. (l) Pazzltl morale neli'E•Itlclopedia .lledica Italiana.


PAZZIA MORALE, SllluL.UIO'i!, \fA~!\

4:li 'j

La rartitcì- Scoiir.E ( l) -di farsi credere per$0na inOuente, l'a~tu:;ia - KnH'Ft-EalsG ( l ' - adoperata nelle frodi. il poppagallismo - .B.uni.O.'it ( l) - dei suoi scritti. la :>imula:ione - Ui.un ( l ) - sono Lulli coefficienti che sug"ellaoo m Geo. la pazzia morale « vale a dire quell'indo,. ~ mah'le perrertimeolo di carattere ed iot:rilabtle teodcnla c al male, che pur ~i accoppia con l' iote;trità derta rac gione, e coesiste coa l' es.atta coscienza del bene e del c male J. - TAXZI (2 ;. fjuesle erano le condizioni psichiche di Geo. all'epoca dei commessi reati. che lui giudic<\Va come tali. ma contro i quali non avf'ra frent da opporre per a;tener:;ene, perch~ nei folli morali c ti reato si pre« senta qoa~i in form~ di funzione fisio-patologica d' on or« gani~mò costituzionalmente criminale; è facilissimo a ri« produt·si, aocbe senza alcun concot·so di stimoli straor « diuari; e rappresenta perciò una reazione necessaria, « quasi automatica, as!'ai meglio che un'azione veramente « libera e volontaria ~. - TA:'iZI (~). « l pazzi morali D:l· c ~cono naturalmente plasmati al male ~. - LIVI {3). Insomma. all'ingrosso. Geo . sa che cosa s'intende per bme o per male; m'l -per la morbosa costituzione psichica che gli ~ pt·opria, non lo sente: « onde nei continui rap« porti della vita non trora in sè freno alcuno· a tratte« nersi dal compiere quelle azioni che, beochè cattive o «anche delittuose, valg~no ad appagare i suoi ba·si istinti « del momento che corre )t. - BER:URDI'il e PKTtt.UZHI {i ). « Perch(• mancano in lui «quei p teri inibitori (controU) C. l.on11oso. - L'uomo dtlinqtmtte. - Torino t~. ,·ol. 11, pag. 61!1, 607, 601, 61!. C~) llnriclopedi<l Med.

• St. Loeo eitato.

l') C. LonRoso. - Loco citato, pag. 61&. (l) Rlv. Spet. di Pren. e Jl~d.. Ug, t 893, ras. 1\', p. 7H.


1348 PAZZU. MORALE, Sllit::.Lo\ZIO~B, llAXL~ « motivi) che trattengono l'uomo sociale dalla inconsulta « soddisfazione delle sue immediate tendenze egoistiche.» -

Knnr&LL-.. (0.

Come osserva LOMBROSO (2), « l'astuzia fu ben delta lo • scudo con cui l' uomo difende e nnsconde <lD fondo di " debolezza intellettuale )), ed all'astuzia è ricorso Geo. tanto pet• commettere le frodi, quanto per giustificarle, ed egli ha finilo per credere vero un sistema di difesa da lui stesso inventato, altra caraueristica dei pazzi morali. KRAFFT-EBING (2).

Tutte bogie dell' iufame le accuse elle ot·a l' oppt·imono; quindi dimenticanza dei falli attribui tigli, quindi confusione Lra le due dis.>erziooi. quindi simulazione. ~la la stessa simulazione, da cosciente che era al principio. è poi dhenota incosciente, e si è trasformata in abnorme e persistente stimolo eccitatore della psiche. Quindi le illusioni, le allucinazioni, le idee coaue (l'infame; la maledizion-e materna); quindi la fallacia del giudizio; quindi gli scatti impulsivi (tentato suicidio); quindi l'insonnia. È risapuLo ch\3 la follia morale, malattia cronica, spesso am~i congenita, dà luogo a congestioni ~ercbrali, e perciò a compljcanze maniache. « È un fungo, sopra cui nasce «un altro fungo, parassitario, ma eLle non toglie che il « primo sia il punto principale di partenza ». - LoMBRoso (3). E questo è accaduto a Geo., il quale, simntalore prima, ora trovasi di fatto ad attraversare un periodo maniaco, che lo Lrascioa al delirio di persecuzione. Perciò in lui l'auuaJe scorrere delle idee ed il senso vivo di benessere. 188:1, pag. 30!. Vol. n, pag. 361, 607, 604. \'ol. ll, pag. 631, 607 e 60!.

(t) C0mptrl4io di psicJUalria. (~) Opera citata. -

(3) Opera çilata. -


rAZZU. .VOR.U.B, SiSULAZlO:'!E, lU.'HA

l 3i-9

Tale stato può essere semplicemente transitorio, come semùra probabile, o invece precipitare in un delirio sistemattzzato. lla quanto alla follia morale tn sè !>tessa, non è a spera!'oe In p-uarigione in Geo. , sostenuta <·ome è in lui da congenita degenerazione per psicopatica ereditarietà paterna. E venendo ora alla respon!'aùilitb di esso imputalo. i• da con~tderal'e che «.fondamentale, nei rapporti della re« ;;ponsabilita legale degli alli commessi, è la cognizione <t del fallo, che mentre non può e--~el'\'i sentimento della « moralità, senza che ne sia preceduta la conoscenza. la « re~pon sa!Jilità legale deve necessariamente presupporre « la conoscenza della mol'alitil. come co-ndizione sin,. qua « ?W1t. e graduarsi, per tale rispello, nei rapporti non « ~olo della intensità di essa, ma della esistenza più o «meno comune e normale del sentimento della moralità:.. « Ora la legge scritta intende che siano condannate le c azion• commesse soltanto in conrlizioni di coscienza io« tellettuale, o intent.le, con la parola generica cosc1enza, «. che si ''o~lia ;:~ n ch e la coscienza morale? ... e si esige « anche il consenso di qo e~tn è evidente che la vorrà con« forme a tfuella clte è patrimonio comune della società « :;ann e n ormale~ e non quale può scaturire come pro(( dotto di morbosi antecedenti spirituali; e senza dubbio c deve la le~ge e igere anco la esistenza della coscieo1.a < morale degli aLti proibiti, che si commettono perchè si « dtcltiarioo delitli; poichè ti fondamento naturale, pre<' supposto di O!!Di le~~e è, in un popolo libero. la con« vinzione diffusa ed accellata dell'utilità morale di essa l> . -

YEUURl ( l ). {l) A. B. BtANCilt. Opera eita!a, pag. LX\"IIt, r.'l:tl e srg.


i 3:.)()

PA ·ZL\ .liORALE, SniULAZI0:\"2, JU~IA.

Conchiudendo ~i riconosce Geo. affetto da frenosi e quindi è da ritener'i completamente irresponsabile reati romme,-s•; ma per tutela ddla società, è mestieri esso vengn permanentemente custodito Spezio. giugno 1894. lo base alla pre~enle perizia Geo. è stato prosciolto l'<~zione penale e riformato dal servizio militare.


13:SI

DUE OASI DI

FERITA D'ARMA DA FUOCO Per H dottor GiWJeppe Forti, maggiore medico

Le dilficoltà che ancora oggi si incontrano· nel fare una diagnosi di sede nelle ferite d'arma da fuoco, la loro grande importanza militare, ci lianno consigliato di illustrare due casi di oici otTertisi alla nostra osservazione nel reparto chirur}!ia delrospedale militare di Napoli, casi clinici, i quali hanno un alto interesse. e dal punto di vista della. loro rarità, quanto per la diagnosi di sede. e fortunatamente ancor-a per l'ouenuta guarigione. Abbiamo credulo opportuno occuparcene, rilènendo per fede che l'azione indagatrice del chirurgo non deve solamente sospin~ersi nei morbi per i quah ha in aiuto la potenza della terapia, ma de\'e ancora tendere attivamente a smdiare quelJi nei quali la terapia quasi impotente fa d'uopo sor·pl'enda e sottostia alla ntHura che lavo•·a e lotla per la sua restitutio' ad integrum. Narreremo in bl'eve le due storie cliniche, felici di potere da questo momento dict:iàrare che i nostri infermi, ora cercano l'oblio del loro infortunio accidentale nella dolce pace ed aiJegria delle loro famiglie.


DUE CA"I

I. Castrignani I;nazio, carabiniere a piedi deUa lej:rione di Bari. classe di lel""a 1810. col n. li/2 di malri ola, é indi•iduo di sana e robusta rostrtuz10ne fisica, ~enza pr·en~denti morLosi degni di esst•re ricordati. 11 gior·no 9 feburaio ora decorso, alla stazione di Fuscaldo in Calahria. mentre sta' a riponendo la propria pil'IOia nella fondina, per·chè comandato di :;er·vizio, l'arma glt cadde a terra, ed e3plnse un colpo ferendolo alla g:.mba des ra. :tledicato opportunamente dai ,anitari del luogo. il ~(orno :-ucce:;<:ivo fu tral'port.llu con prro~rafo a ~apoli. e ttnindr riwrerato neJI'o,;pedale. Rimo~sa la medicatura si o.;serva al quarto superiore della gamùa destra pane laterale interna, ed aoterrore, al"' di soLto della tuberosità della til1h un forame a contorni alquanto frasta gliali . e dE!IIa ~randezza di circa un centesimo. L'.e. plorazione di detto foro constata nn canale che si dirige un poco in alto, ed all'interno per 'Illasi sei centimetri, ma tantu nt>l fondo della ferita, come anche nei dintorn• dell'r, rticolaziooe del ~i n occhio, e nel polpaccio della S!~mha, non ~i rie~ce col pii• minuzioso esame a o:entire la presenza di corpo estr·.1neo. 11 Minoccbio è alquanto tumefatto, ma uniformemente. 1.1 cute che lo copre intej.!ra. ed un poco calda. 1 movimenti dell'articolazione del !{Ìnocchio sono pure limitati: l'c~tensiooe cioè è completa, ma la flessione ùella gamba snlla cvscia, non arriva eire a formare anS!olo relto. e se la lles,.ione viene es~>gu i la con e~agerazione. o bruscamente, il ferito risente dolore ah!Ja· ... tanz1 prononliato nell'arllrolazrone, dolore che si risr-e •lia, sebbene più lie\e, colla pressinne sul )linocchio. L'infermo i• apiretico, e non accus1 cbe pesantezza di capo. ed aLhattimcnto morale per il caso occorsogli. Oisinfeuata la ferita, ed i suoi dintorni con irrigazioni di 4


O! ~&RITA o'.~Rll.\ DA FUOCO

su!Jlimnto al mezzo per mille, si applica una medicatura d~oro~.1mente antisettica all'iodoformio. "i fasch J'ar·ti··olnzione del j.:inocchio in modo da immobilizzare l'arto nella sua compll!ta estensione, e po:-tolo in un canale d1 Iii• di ferro. si colloca sul ginorchio una vescica di ghiaccio. ~e• l!iorni segoent1 il quadro sintomatico non subi5ce mutamenti: l'infermo è mantenuto ad opportuna dietetica, t: :;i ver~iste nell'applieazione ùel ghiaccio ~nlla parte. 15 febbraio. Si rinnova la medicatur·a. e si riscontra che la tomefaz·one nl ~ioocchio i.· scemata, che nl forarne della ferita è caduta l'escara, e che si inizia il processo di ricatrizznzione. l ~) febhraio. La tumefazione al ginocchio ~sensibilmente diminuila. l'infermo non accu~a più dolentia all'articolazione: si toglie la vescica col ghiaccio, e si mantiene la fa5ctalura unmob1lizzante . .22 febbraio. R1nnorata la medicatura, la riparazwne della ferita progredi$ce, il ginocchio t! ridotto quasi ul suo ,·olume normale. l" marzo. La lenta prose~ue nel suo lavoro di cicatrizzazione; il ginocGhio è r-itornnto allo stato normale. '7 ma1-zo. La ferita è completamente cieatrizzata. Nell'articolazione del ginocchio, per l'iner·zia cui fu condannato l'arto nel corso del male. si trova uon marcata rigid'ta. Cominciasi il massaggio locale, con balsamo d1 Opodeldoch, ed un'appropriata ginnastica. t• aprile. La r1gidità all'articolazione del ginocchio è ttnasi del tutto scomparsa; i movimenli quindi di estensione e flessione del ginocchio sonosi ristabiliti in pressochì• la loro totalità. Si ripete uo11 minuziosa palpaz10ne sa Lnlla la parte, e Yicioanze, ma l'isulla sempre raegativa. ~essun indizin di presenz.• di pro1etlile.


DUE CAS:l

l~ aprile. L'infermo

un poco deperato nel geuerale esce dall'ospedale per recarsi in licenza di conralescenza di giorni se,;sanla, in attesa dei bagni tenno-minerali d'lsch 1a ai quali i• ~tato propo,-to, atlìne di riconrlurre l'arlieolaztOne del ginocchio al ~ uo pristino stato fisiologico, e restituirle la sua norma!,, lonicità. l I. Brantegani Luigi, soldato nel l O rej:gimento bersaglied classe 18n, col o.• 1721 di matricola: è individuo di sana e huona co<;tituziooe li~ica, di temperamento misto, n pre· Yalenza linfalic". Il giorno 2;> febbraio u. :.. era seduto presso un tavolo nel Castello dell'Ovo, e scriveva una lettera. li "UO Ialo de::lro stava rillo in piedi un altro soldato, il quale esaminara una rivoltella che tenera tra le mani. ed esternava il desiderio di acquistarne una eguale. All 'i mprovviso, e per puro caso accidentale, l'arma esplose, ed il Brantegani si senti colpito dal proiettile alla sp:~lla destra. Ricoverato all'ospedale militare, all'ispezione si rileva poco souo il bordo della spi na della ·capota destra, presso la metà della della ~pinn: 1° un'apertura di fo rma circolare della larghezza di una moneta di un centesimo, a contoa·ni regolari, contornata da un alone rosso per circa un centi· metro, e che nel suo centro appare di un colorito bruna· stro scuro: :zo una discreta tumefazione in tutla la regione della scapola, sino alla rnlonna >ertebrale, e che si estende in basso alln regione dorsale. ..\.Ila palpazione si ba note''ole dolentia in tutta la paa·te tumefalla, dolentia che si rinnoYa, ed aumenta coi movimenti del braccio destro. i quali però passìTamente sono tutti po~sibili quantunque in modo relath·o. Nt}n si riscontrano segni di frattura della scapola, t> neppua·e delle costole, o della spina dorsale, nè -.i anerte in un pnnto qn:.lsiasi del dorso e dell'ascella la presenza di un corpo estr~:neo. Lo specillo introdotto nelh


OI FERIU 0'.\RlU. DA FCOCO

ferita. non penetra che per ci rca due centimetri obliquamente tlall'alto al bas~o, e dall'esterno all'interno. ma senza percepire l'incontro del proieuile. Oa pa1 te dl'lrapparato respiratorio nulla <-i nola di anormale: del pari normale è la temperatura del corpo. Il ferito viE'ne medicato con rigorosa fnsciatura antisettica 1mmohJiiz?.nnte, prer-ia a'pe1·:-;ione di iodoformio sui mar;{ini della ferita, e dal giorno successiço fino al 3 marzo la temperatun oscilla fra 37,5 al mattino. e 37,9 alla ...era e dal tre marzo al 12 dello me~e fra :JG .!l e 37.:j. l o marzo. La ferita alla spalla si Ya denudando dt:ll'escara. la tumefnzione. ed il dolore l!ono diminuiti. Havvi qualche raro rolpo di tos:e, ma l'esame del pello è ne~a tivo. z mano. ~ el lato destro del torace po:o.Leriormente, ed in ba;;.-o si rtleva otto,ità, srompar~a del mormorio ve~ci­ colnre. indPholimento del fremito tor-aco·r-ocale. 6 mar;-;o. l ~e.:ni li ici del versamento nel cavo pleurieo destro sono sempre limil<lli alla parte inferiore. 8 marzo. Si vanno dileguando i segni fisiri del versamento endop!eurico. IO marzo. L'infermo continua a migliorare sia nei fatti ~enerali che loc:~li. ~ei moYimenti del lronro, specialmente curvandosi in avanti il paziente avverte senso di lieve dolote nella regione clorsale sulla doccia verleurale destra. ove una accurata esplornzione riesce negativa. 16 marzo. Esi:.tono .segni di cat1rro gastrico. l'al\'O è chiuso da cinque giorni. Viene .;omminislrato un lej!giero ecoprotico, e si modet·a la dieta. 18 marzo. L'infermo ba pas~ato la notte in a;;itazione. ed oltre a quello del dor:;o accusa dolore ezinndio alla regione epatica. parte antet·iore, specialmente nelle ore noLturne, e ~otlo la pressione esercitata presso l'arco co-


13;;6

DO& CAST

stale inferiore destro, e nelle profonde inspirazioni. L'esame lìsico delhi località non riscontra alterazioni. L'infermo non ha evacuato l'alvo da due giorni: temperatura normale. z1-2:3 marzo. Continua il dolore alla regione epatica, !lebl•ene alleggerito. Ebbe scariche al vi ne. z:> marzo. La ferita alla spalla è pressochè cicatri zzata. 'iei movimenti del tronco l'ammalato anerle sempre un leve dolore alla colonna rertebrale, re~ione dorsale tnferiore. 18 marzo. la notte trascors:'l fu continuamente tr··va~liato dalla tosiie. ~, ha nuova ,jhiusura dell'alvo da cinq ue ~iorni. L'esame obbiellivo non rileva che respirazione aspra alla parte inferiore, e posteriore destra del tot·ace. ove è ancora lievemente scemata la sonorità. l o aprile. la cicatrice della ferita alla sralla è completa. L'infermo accusa ancora la solita molestia alla re~ione eparca, durante le profonde inspirazioni. 5 ap!'ile. Ogni disturbo nel cavo toracico. e nell'addominale c scomparso. Si ·pt·atica. una novella ìodaj.!ine. m is(}('cie alla gronda rertebrale. ma non riene dato di ~:on­ »talare la pre$enza dj corpo estraneo. i aprile. L'infermo esce dall'o~pedale completamente ~uarito, e :)Oio alttuanto deperito nel lisico per la de~enza ospedalicra. Gli viene perciò accordala ona licenza di convalescenza di g10rni ses~anta.

Que$Le .,;ono le dtte storie cliniche narrate in breve, e fedelmenLe onda potessero ~uidarci nell'inlerprelazione dei sintomi presentati da~l'infermi e pervenire possihilmenle


DJ P!RI'fA n'AR\IA 0.1 Ft'OCO

1::157

lld una approssimativa diagnosi di sede dei proiettili. Xon

mancammo in tale ctrco~Lll nza di consultare le ope~e dello Strome~er. del Pirogo[, del Bach. del Fisclter , del Ri~bter. rna ciò nullameno noi siamo rimasti nell'incerteua, po'chè in caso dil'erso non anemruo mancato di procedere a qualsia'i allo operati\"O, ove ne fosse sorta la preci'a indicazione. La prima ferita è prodotta da un proiettile di rivoltella di prescrizione militare. L:~ distanza tra l'arma esplodente e la parte colpita t' hre,·issima. meno di 50 Cf'Dtimetri. La pal!a deve avere colpito la tibia al di ~otto dello. sua tuherosttn toterna. È possibile che il proiettile per la resistenza 1ncontrata po;;.i>a essere riuscito per lo stesso forarne, ipotel'i che sarebbe avvalorata dalla f01·ma irre~o ­ Jare. e frastagliata della ferita. come succede appunto nei fori d'entrata delle ferite prodotte dallo s~'oppio di :?ranata o di mitraglia? A questa interpretM:ione si può muovere l'ohhiezione che in tal cns;o la palla avrebbe dontLo rinYenir~i presso il ferito, e nt:llo stesso nmhiente, nel quale :'Ì trovava all'allo dell'accidente: nè vale il dire che forse nessuno, compresi i tre sanitari che ebbero per primi a visitare il paziente, pensò a fame rìcerca, nella per~oa 5io ne che il proiettile fosse rimasto nella ferita. Eppoi noi sappiamo che le palle, specie se dotate ancora cii una cerw forza d'impulsione, a!Jorchè incontrano ostacolo, ordinariamente deviano alle parti circostanti, e difficilmente rinculano, e percorrono i~n primo tempo il tragitlo ~ià fatto, come ·e cade,o;ero per proprio peso. Non ::;i può ammettere che il detto p1·oiettile fosse potntco arrinre nell'articolazione rlel ginocchio, poichè fino dal primo momento i movimenti dell'articolazione sono possibilt, l'esplorazione del canale della ferita, e la palpa-


DUE CAST

zione esterna. sono negative. 11 Koenig, a tale· proposito nel suo ~andioso lratlato di chirurgi::.: parlando delle articolazioni, si esprime a un dipresso cosi: non vi è punto piu sensibile del corpo umano alle vulnerazioni quanto le ::uticolazioni, qnivi le flogosi, ed i loro processi consecutivi tronno più che altrove terreno propizio. Se noi ''ediamo che un trauma quaLsiasi , talora anche le~giero, apport.a spesso fatti infiammatori. e suppurativi. quali e qnanti guasti possiamo immaginare che ci avrebbe certamente prorocato un proiettile che con nna dala violenza fos:-e penetrato in delt:1 articolazione. Anche a voler prescindere dalla sua piccolezza, ed a roler ritenere, se.·ondo le moderne teorie, che il proieuile pe1· il riscaldamento della combustione della polvere, fosse asettico, non si puo ammettere ehe una membraua sinoviale possa l'imanere indifferente al conL'lllo del medesimo, specialmente al gioocehio, ove J'al!rito per la deambulazione è forte e continuo. Che se il proiettile girando allorno all'articolazione fosse scivolato nel cavo popliteo, o tra le masse muscolari de1 polpaccio, noi avremo dovuto assistet·e a fatti di reazione e di compressione locale, che assol11tamente hanno fatto difetto. La stessa mancanz•l di infiammazione reattiva locale, il decor:;oyanquillo, e la pronta guarigione della ferita ci auto· rizzano ad escludere che la p:llla abiJia potuto conficcar·:;i nella Luùerosità delkl tibia, sapendo che l'osso pet· , la sua natura spon)!iosa in qnel punto risponde a simili stimoli quasi sempre con processi lenti e distruttivi. ~on rimane dunque cbe ripolesi la più probabile; che la pnlla si sia incuneata, e poscia incapsulata nella parte dura dt>lla tihiu, al di solto della su1 toberosità intero;~: ed io qnesto concello in mancanza di altl'i dali positivi ci con forta il decorso benigno del morbo, il nessun riscontro


Dl l f RITA D'.UUJA DA FCOCO

ùel corpo estraneo in altro punto attiguo. e la restituzione Jell"art·rolaz one al :.uo prisLino ~tato integrale. Anche nella seconda ferita. in quella cioè dE'l bersa)!liere Bl'aotegani. la distnnza dall'e~plosione •' l.revissima, il proiettile e di ri>ollella. il foro di entrata è regolar·c, con bordi :~pprofoodata ,td imbuto, la specillazwne i> ne~tiva, ed il u·;tgitto cbe si può percorrere brevissimo, non rag~iunge i due centtmetri: oegati\'a è pure la palpazio11e pratic t la non solo 'ti tutta la regione scapolnre. ma ezhndio sulle circostanLt; nè e~istono :,.egni di frattura, e fntti :wormali da parte degli organi contenuti nel cavo torncico. In primo tempo siamo costretti perciò a Ya~are nel carupn ipotetico. per riguardo al punto di fermata del proiettile. ~on potevasi accettare l'idea che il medesimo fos~e scivolato nella doccia superiore alla spina della scapola, poichè in allora tanto ),t ,;pecillazione che la palpazione nM sarebbero rimaste negative, poichè anatomicamente noi sappiamo che in tale regione non vi ì: di rilerabile per volume cbe tessuto adipo3o, ed i due muscoli trapezto e sopt-asptnoso. l:guali ragioni militano per l'esclusione dell'arresto del proiettile nella fossa 5ottospino"8.. poichè per giungere allo schelelf·o scapolare non si incontra che scarsi tessuti molli. La mancanza di frattura della scapola, e la libertà dei movimenti della stessa, e del braccio corri::;pondente ci autorizzano del pari ad escludere che la palla praticando un foro neLLo nelrosso per la >icinanza delresplosrone fosse arrivata nella fossa sottoscapolare. E da ultimo la perfeua funzionalità della colonna vertebrale, e del suo contenuto. noncbè degli organi toracici, ci poterano assicurare che le dette parti non dovevano es· sere state minimamenle offese dal proiettile.


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DUE CASI

All'insorgere però della pleurite es..;udativ'l destra. comincia a prendere consistenza il concetto che i\e il cotpo tstraneo non era penetrato nel cavo toracico all'atto del· l'accidente, avesse potuto :.civolarvi in seguito dopo es~ersi fermato tra qualche spazio intercostale: od almeno era logico il ritenere cbe esso proiettile si fosse collocato in qualche punto, e per legge di contano avesse suscitato la flogosi plenrale, ed i relativi disturbi respiratorii. Stabilita questa co111plicaoza, le previsioni progoostiche si fecero serie; e fu solo dopo l'arresto della secrezione del liqurdo nel ca,·o pleurico, e dopo la com par')a del dolore nl!a r·egiooe dorsale inferiore, ed alla regione epa-:tica; che noi potemmo modilicare in meglio le dette previsionr, e farci un quasi esalto concetto del cammino percorso dal proiettil e e del punto probabile nel quale doveva essersi arrestato. Esclo:;a eidea che rl curpo estraneo fosse penetra to nella cavità toraci ca, o tra qualche spazio inlercostale, poìchè. data questa contingenza, i fatti pleurici avrebbero certJlmente pre~P.ntato una fase più intensa e durntnra. ed avremmo anche probabilmente nruto come reliiJUato delle ne\'Titi iodomahili. noi tenendo stretto calcolo dei sintomi morbosi presentati dal ferito formulammo il segueme conceuo. Il proiettile, perforata la rute ed il muscolo deltoide. ha strisciato in bas~o sul muscolo sotto spinoso, e proseguendo il suo cammino lra il romhoidale ed il gran dor~ale si i- insinua<o nella massa mu scolare del lungo dorsale, e del sacro lombare. e si è arrestato nella gronda formata dalle apoli$Ì trasverse e spinose, risvegliando per contiguità dorante l'assorbimento dell'escara da esso proieui le prodoua nel suo percorso, !a pleurite tranm:ttica e·sudativa, e su~ttando poscia nel suo successivo incapsulamenttl, ed arresto !lefintf.ivo, il


Dl FKIIlTA D'AIDIA DA LIUOCO

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dolore alla parte inferiore della rP:.!tone dt>l dorso. e per compressitJne su qualche ramo nervoso spinale, anche quello riferito dall'infermo lungo l'arcata co:;tale infenore, con trradiazione alla regione epatica. Che le nostre ricerche poi. per il ritrovo del dello proiettile :.ieno riuscite vane. e che il mede:;imo possa talune fiate rimanere tra pnrli molli anche non mollo spesse senza che lo si possa riconoscere non deve recare meravi~lia. :-;, poLrebh~ro in proposito citare molti fatti, ma ricorderemo solo quello \'eriticalo~i pochi mesi or sono qui in ~apoli ~opra una nota persona popolareferitaal collo da un proiettile di rivoltella. La palla, dopo il decesso del fer·ito. fu rinvenuta dtetro il muscolo ,lerno-cleido mastoideo. mentre l'infermo in vita areva pre,:enlalo sintomi da fat·e assolutamente ritenere che fosse penetrata nel cranio. ~ oi non dohùiamo dimenticare che oggi, colle armi moderne, i proiettili, specialmente delle armi lunghe, se per la loro piccolezza, per la forza di propulsione di cui sono dotati, :;'insinuano io Lutti i meati, penetrano in ogni anfraunositn. e per l'espansione dei lit1uidi dillìcilmente perforano con nellPzza le os"a, possono però nasconder~i ed incaps.ularsi come per il possato di~tro la parti molli, in modo da neUiralizzare, e rendere assolutamente sterili gli sforzi cui il chirurgo ::i abbandona nella ricerca dei medesimi. DnOI(UC. concludendo, nel primo ferimento noi creùiamo cl1e la palla possa e~~ersi incuneata nella parte dura o diafi-.i della tibia, e che nel secondo siasi arrestata nella mas:;a dei muscoli situati nella doccia Yertebrale e:-.terna. Al ritorno dalln licenza del bersagliere Brantegani, non mancheremo di riesaminarlo, af6ne di riconfermare le nostre vedute. E tanto t[uesti, che 11 Castrignani, salvo il caso di


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DUR CASI DI I'ErtiTA D'AR)U. DA FCOCO

migrazione del proiettile. riteniamo non avranno per r· tunio di cui furono pns,ivi, a soffrire molestia qualsiasi l'anenire. Selle risorse terapiche, noi aLbiamo seguito il precetto 4r tutti ~li antichi o moderni tratlatisti delle lesioni viol ..u,....... iovigilare ciot\ coadiuvando il benefico la\oro della natura mirabilmente suiTra~a l'uomo. ~on essendof"i emorragie frenare, frammenti os~ei da :!:'portare, ci siamo attenuti leggi SO\rane delrantisepsi, e 1:1 nostra terapia si ri perciò alla medicatura antisellica. ed al riposo def!l'i


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

S ulla reazloo.e di degenerazione. - RE\HK. - (Oeutsche med. Wochenseh r . e Correspondenz-Blalt fu r Sclurci;. A Pr :t t>, l 9 t).

L'Erb deflni come reazione di degenerazione un dislurbo della eccitabilità elellrica qualificato dalla diminuzione e dalla perdila della eccitabilità galvanica e faradica dei nervi e della eccitabilità faradica dei muscoli, senza infievolimento e talora con aumento della eccitabilità galvanica dei muscoli, IJUesta però alterala qualitativamente, in moJo da effetluarsi lentamente e con inversione della formula di contrazione. X ella reazione di degenerazione parziale spari~ce la eccitabililA dei nervi, e quella faradica dei muscoli non completamente, ma é solo più o meno diminuita. La vera reazione di degenerazione non accade mai con la muscolatura islologictt nor•male e deve essere sempre r iguardata come un segno di all-'razione istologica muscolare. Col tempo la de"crizione delrErb ba sofferto alcune molificazioni che sono state raccolte dal Remak in una nuova definizione della reazione d1 de~enerazione. L· aumentata eccilabilit.a della con~razione gal· vauica muscolare, che fu tenuta come il principale criterio della reazione di degenerazione, si osser\•8 solo nei per1odi a'anzali della paralisi dègeneraliva, manca per lo più nei primi tempi quando già !lli altri sintomi sono manifesti. Parimenle la inversione della formula della contrazione non é costante. Talora nella confermata reazione di degener·azion~ la contrazione di chiusura del catode può esser più forte di quella di cl1iusura dell'anode, e può anche ot>i muscoli com-


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RIYISTA

pletamenle sani la contrazi·>ne Ji chiu ~ura dell'anode e:sser fnrte della contrazione di eli iusura del catode. Solo il terzo terio, la lenleua t! ella contrazione che è graficamente dalla poca ripidtltl e grande larghezza della curva é ~.a~t:a~;.,..,.. Ler tsltca per la renzioo.e di degenerazione gal vani -.a. Xon e parimenl-:! e!<elto il concetto che ne.la lenta raazione di generazione sieno necessarie Cùrrenii di lunga durata far tornare la eccitabilita per la cor rente galvauìca e la eccitabilità per la far·adtca . Nella completa reazione di genarazione ~i r iesce aocot'ò ad eccitare il muscolo con corrente faradica quando nou s i er.cita con scosse sw:·ce:aettt~• lisi rapidam'.!nle, ma con una sola scossa di un fort-3 paralt> d'tndÙzionc. Allor,l si os~et·va una lenta con del mu<>colo, e il più attivo deve essHe ranodo. Dopo tu le eccitazioni pre<>to si esaut·isce la contrattilità del.uu:s~Xtn. Sul fondamento delle sopramentovale o:.servazioni, il pone le seguonti quattro proporzioni come caraltet della reazioue di degenerazione: l. E prova della degenerazione muscolare la ri dimostrazione della degenerazione gah·ano-mu-;colare; 2. Sicuro cl'iterio di questa non può essere la invl~r<iiil>lill della formula di contrazione, ma solo la lentezza della trazione; 3. L'antica opinione che il differente modo di compor.,o, tarsi d'3i mus~oli degenerali ver so le eccitazioni galva'""h_., ..tl faradiche dtpPnde d-illa lunga du rat~ deìle prtme nop h piu sostenibile. Anzi sembra che la de~nerazione del mo!.'co!o alteri il ~uo meccanismo dì contrazione in modo eb6 quanto piu forte è la sua degenerazione tanlo più lenLameole reagisce ad Ol{ni forma di eccitazione elettrica unica, e tanto pitì forlo è l'esaurimento di questa reazione per le r ipetuk:eccit~zioni;

4. La lentezza della contrazione nella eccitazione fara· dica diretta può indicare la reazione di dP-geoerazione quando orsservasi in pari tempo nella eccitazione galvanica direlta.


liEDIC.~

1111 caso d'afasia post-epUetttca. -

::\h::L0:-1, mM•cin de 1,.. classe. - (.-lrehioes médieales belrres, juiJiet).

Un !'Oidalo. dopo una corsa d1 cirea un ch1lomelro. è prec:o .Ja violenta crisi nervosa con movimenti disordinali degli arti, ed incontinenza d'urina. a cui sucet-de stupnre prorondo, eon in~~osibJlité generale, abolizione dei ritte«<::' : dopo ttuulcbe ora. 1·itorna m s~, r iconosce le pe r~one, ma non comprende lo domande direltegli. - Il multino successivo estli -i alta e può camminare bene: la sensibilità é ritornata; 1100 vi ha reazione febbrile; gastricismo, pol~o lento e irregolare. ma normale. Ma non può par lare: cnlre!<pressione della fì.,ionomia indica che comprende le domande dir•ettegli; ma nou può r1spondere: i movimenti della lingua, la ma<:l!· cazione e la deglutizione si compiono normfllmente. Verso mezzogiorno egli può scrivere qualche parola· alle :~ pomeridiano può 1·ipetere seguendo il movimento delle labbra del suo intel'locutore il proprio nome: alle 5 pom. parla Sp:(lntaneamente; e la sera alle 8 può rispondere bene. Il maltino successivo pienamente rimesso riferisce, lra allr1 partico1ari. c hP, poco ab tuato a bere, aYea l'an ti' i~ìlia a sera inghi 1llito s,..lte grandi }:licchieri di birra catli\'9, po1 compiuto la corsa per non rientrare in quartiP.re in ritardo. 81 trattava di un accesso di epOessia belt caraite,.i:;:ato I"Oil (l(a~ia [.OSl-epiJf!LCica: le cau:.<e di produzione SOnO pnr~c­ eh;P, l'emozioni, la fatica, l'intossicazione: ciascuna di esse potrebbe for se produrl'e tah·olta da sola un primo acce"::;O; riunite l'ono t·iù che suffieienl1 a determinarlo Le t'mozioni hanno una gran parte nella produzionP desli acces'-i er-ilel tici: in 'oodo pt>rò se ne é mollo csa_gerala la nfiuenza diretta, immeJh>la, pc·icbè e~c:e sono la caratteristica dei temperamenti nervosi. La fatica fisica, lo strapazzo agiscono pure talvolta come eause tleterminaoti: Ferè ne cita un cao::o. L'alcool, o meglio le sostanze contenute nelle bibite alco<>li~'he ciel commercio, a!!iscono spesso come causa determlllante dalraceesso d'epilessia a tutti i ~radi. Da~onel dice che rossono uversi violenti attacchi epilettiformi dopo


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Rtnc:n

l'in:.reslione anche &c<'idenl.ale di ;?randi quenlità di alcoohche, massime se di cattiva qualita. Dart>lla, nel trattato sugli alcool e l'alcoolic:mo, nota sovratulto l'i ca:trone protroua dallo b1r re di cattiva •rualila, e ritiene che i <·a~r di epilessia che si riscoutrano negli ospedttli militari sono spe~so di origin~ Alcoolica. Laborde, in una comunicazione all'Accademia medica eli Parigi, ottobre 1888, insi~l& sull'azione convulsive di certi prodotti naturali o artilìcrali che entrano nella composizione di Yarie bevande distribuita in commercio, e che sperimentale da lui iniettandole neUe \'ene dei cani <let•·rminarono \'eri accessi epiletlici. ~el caso presente r A. r rheue che l'accesso debba attribuirsi ad un eccesl<O eli bibita Alcoolica, mentre 1a fa fisica ne aumentò gli eiTelli: fu una epilessia tossica: l'alcool. o meglio i prodotti di Cal'<itlcazione a~giunti all'alcool furono la causa occaswnale ùell'accesc:o in un individuo Cl)e doveva grli teners i come sospello per taluni inditi o anomolie gnalate già come più o meno COl'alleristiche di tale a m~·z1o,nA:~·· 1. l'atrofia di una metà della faccia assdi frequente 'luasta nevrosi; 2. l'asimmetria di colore d~ll'iride; la cromelerop:sia :Yalgat, che però è assai rara (25 per 100•; 3. L'ioeguaglianza pupillare (nel quinto dei casi); 4. Le pupille più dilatate o dilatabili del normale. Gray lo da come segno patogriOrnl)nico ùelrepilessia: :\!arre e ~!osso col pupillometro di JJutchinson hanno ottenut<> rì!'!ulLalr invece contrari. Studiando i casi in cui si pre ~enta t'afasia post-epiletlica, l'autore nola cha in essi o pt r:sislono disturbi della ~ensi­ bililà generale in una rc>gione determ nata, o è colpito ur: senso speciale. Fino a pochi anni fa non si era perfettamente d'accordo sul significato preciso della parola afasia; la perdita complelà. o no della facoltà del hngua~gio. Intende per linyua!J· gio Lulli i segni rappresentati"i dei pensiero, linguagt-rio articolalo, linguaggio scritto, linguaggio mimico: questa è una facoltu cerebrale, specialmente motrice, che spesso si confonde con quella della m~moria delle parole, da cui va com-


liEOit:.\

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pletamente dislinla. e della quale studia tl dimostra il r isveglio graoluole t> succes~ i vo nel suo malato. Qut>slo presenta dapprima ìnco~cienza assoluta, poi si sve~lia, r·iconosce le persone, senza compr enderne i discorsi, 1yuind1 mO$lra colla espr essione del volto dì capire, ma è 10capacc rlt pensare per se stesso: piu lardi ricorda i fatti, mo. non le parole per espt•imerli, annesia cerbale; quindi ricnr,lt'l lt' parole, ma ron può associarle, logopatia. rn seguito nAscotH> idee spontanee, ma non le puù coordinare; si enh•a nt>lla vera ojasi'l che giunge fino al diHil(rbo nella eoordina::ione delle irlee. L'in,lividuo combina delle idee ma non le t>'-'prime - 1llinguag!)iO inter no- poi l'ammalato si espr ime con :-o!!ni, in sef!'uito ripete le parole veJPndone la m1mica est•;Iuita da altri, e finalmente può pArlare c scrivere liberamente, t·iacquista cioè l'integrità delllt funzione. 1 di!'\turbi della parola toccano a nn dato momento assai da viciM quelli del l'intelligenza, lu tron~Gzione ne é imperreltlbile, e la linea di sepm·a.ziooe quasi impossibile a stabilir~: ,, spes--o gli uni si accompagnano S!:tli a'tri. Bouillau i c.lic~ che ..,i tratta di due fii collà dblinte che dobbiamo !rooril&r<'i ,tal confondere. mo Yi ;.ono <·a,..i in cui é assai difficile d1r"' quali delle lne •• alterata. Urli Lullt 1:1ono d'acl'ordo con BoUillaud e Broca nel lo··a1izzarl3 11 centro coot·dinnlore dello pat'olt~ nella ter sa cirr:onl'olu::ione frontale del lobo anteriore tlef eeroello, :;peciahno-nte nel l'\UO terzo poslerior o>. I ra tti dimostrano pure che solo l'emisfero sinistro esercttn questa funzione che nel de;;tro è allo stato latente, e ~lo vi ~~sviluppa o nei mancini, n in v;a supplementar e. Le d1wr...e maniere di manifestazume del pensiero pos::.ono eso:~r les~ s1a isolatamente che simultaneamente. Le facoltà di parlare. di lezgere, scriver e, fat•e segm, ~on o facoltà conneo:s ~ Ira loro. ma inJipendeuti. Ciascuna poi di tali racolt.A n~ rmcbiude a sua volta par ecchie altre che hanno esse pure un t'erto ~raJo d·indipendenza Non si <'onosce pero in quale misura le parola, la scrittura, il linguagg1o mimico sono solidali: quesL'ultimo, e specialmente il sot•riso, rimane leso meno frt"'luentewente, o ricompare più pt·esto. Quésto ceutt·o


RI ViSTA

delle immagint motrici ftrafictae non é hen conosciuto: es~o viene loca lizzato nella parte posteriore .della seeonda crrconuoluzione j'ronzale sinistra. A . C.

Sintomi oculari nella meninglte oerebro-splnale. - (Brlt. Med. Journ., 2-l sell.). 11 tlott. Randolph (Bull. John. Hopkins Hosp., giugnoluglio) richiama l'attenzione sul uumero delle affezioni oculari che possono occorr ere in questa rnalatLia. Tt•a esse sono a notare, congiuntivil~, modificaz10ni dr>lle vupille, pus n~> lla camera anteriore, cot-oidiLe, irile, ctclite suppuraliva. pAnoftalmil>.!, retinite, ne' •·ile. ecc. I. fr•tl'lo oculare neve ~e m pre esaminars1, giacche esiste comuni<·azione tra lo spazio araenOldale e i tes~uti profondi dl'trocchio auraver:::o lo ::-pazto intraYap-inale. R icot·da brevemente 35 ca~i in cui e~li ha esaminato gli occlli Di e!Ssi, 21 furono ltllali. Specinle menzione fa d'un bambino di 20 mesi iii cui esisleva trom bt•SI della vena centrale e relinite cmm·raf!ira. n fondo oculare era norlll81e in <-oli 7 casi e di qutl t1 i, 1 a'·e va ~lrabismo rlh:ergente e pupille dilatate, 1 notevole nistagmo e un altro pupille fortemente dilatale. lu G casi esisteva oev rile ottica ed in H) forle slasi e torluo,.ila e con~estione delle pupille. Dei 3 indtvidui in cui era completa l'assenza di siutomi oculari due guarirono e uno mori. il RRndolph crede che un·LJI· l••riore esame tnrebhe fatto rtlevare auche in quesln delle alterazioni oculari. J ut i i casi di "'lrabtsmo (8) erano divergenti e l'occhio de!'lro era !'~mpre quello atlelto. Se ~rl'indi­ ·vidui con nevrile ottica non fossero mo.-ti, il Randolph erede che vi si sarebbe residuala un'atrofia. Egli giudica i cast con lesìouì oculari, specia lmente del fondo, come mollo !!ravi. G. G. Dla.beta e olrrosi epatica.. -

(Brtl. Med. Journ . .

11 dott. P alma Ber l. Klin. Wochen.,chr, agosto) descrive d ue casi di que,.to genere osser vati nella clinica di v. JakRCh. 1° lJn uomo di i 8 a nni, aveva <:Offerto di debolezza tz.:nerale s~mpre più. crescente per 1R settimane. La c ul'' era


MEDlCA

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di colore brunastro. Vi era considerevole ingrossamento del fe:;rato e della milza: L'orina conteneva molto zucchel'O ma nou pig-menti biliari. Que!'llO caso fu consideralo come cirrosi ipertrofica che passa 111 atrofica. 2o L; n uomo di 4:l anni comincio a <::offrire quattro mesi pr•ima di le:r~:era itterizia. Due mesi più lardr, l'addome co· mwcin a gonfiarsi pPr idrope ascite. Il fegato e la milza nou si potevano palpar e. L'orina conteneva zucchero e qualche volla arPtone <'ome pure prtl'meoli hihari. Un mese dopo la sua ent!·ala in clinicn mori Il fegato, all'a.utop::;ia, fu lr ova.lo cit·rotico. 1 reni et·ano ingro-.sati e il pancreas nello stato no['rroale. Il fea-ato solo conteneva piccola JUantita di gljcogeno. In ·1uesh casi o la runzione glicogenica del re~to è aumentata o esso non é in p·alo di tra<>formare il zucchero m gllcogrno. Merita considerazione ancha la glirosuria alimen· t 11 r~. In questa, il limile dell'assimilazione degridroCilrburi i• rliminuito e put'l derivarne una {!licoc:;uria permanente. Il Palma rt!rma l'attenzione sulla pigmentazione ossenata nel ~uo ca"::> e la riporu1 al diabete bron;;ino. Ez:i conchiuùe facendo nola re: t• Che la coesistenza di queste due malattie é mollo rara. 2o Che la malattia epatica non può ora considerarsi come la cau!'la del diabete, il quale può esser•e un'a.ccidenlale complicazione. :3• Che il nome diabete bronzino non òe,·'essere usato perché io •Juesli casi il pi~mento può far dif...lto negli organi interni c pr:rchi• nelle crrrosi or dmar1e senza diabete può e">bler<' anche quesraccumulo di p~gmento. G. G. Artritlsmo e diateal nervosa. - D. M. (d'Atene). - (Progrès médical, N. 42).

S AKORRA PR OS

L'autore pubblica i ri~ullali di qualche os~ervazjone eh• ì"a personale, eli tabe, ch'egli consid •ro come espressione clinica di a r lrilismo, poiché una scler·osi comune non differisce solto l'aspetto anatomo-patologico dalle altre sclerosi dei diversi or gani.


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!UHSTA

Esaminando tali malati, che portavano le noLe cliniche dd. 1'arlrilismo, egli nota la frequente comb-inazione delle malattie artritiche con quelle nel'vose ed inelina a credere clte le due diatesi non ne formino che una sola. Questa questione delle diatesi era e rimane sempre assai complicata. Nei lampi antichi la p1ù parte delle p1alatlie croniche formava una diatesi: altri invece riunivano molte di esse soLto una tliatesi comune: menlre la sifilide, la scrofola, la tubercolosi, il cancro si ritengono formare delle diatesi speciali. Lugo! considera invece la scrofola come l'origine di tulte le diatesi, e con nurnerosi esempi e citazioni dimostra esset'si rilevato frequen tr~mente dagli autori passati gli stretli vincoli che uniscono le diatesi artritica e nervosa. Spesso l"i conslalò l'isterismo combinato colla tubercolosi, la tabe col diabete od altra malattia artritica, la ~oUa colle differenti nevrosi o psicosi. È maniresta la natura arl~itica di molti di quei quadri clinici che si associano a malattie nel·vose e che finiscono nellol'O lenlo e progressivo decorso alle grandi nevrosi o psicosi. L"eLiologia delle due diat.e.~i è comune. La sclerosi dei viscer>i ha caratteri identici a quelli delle sclerosi sistematiche che si riscl)ntrano ai centri n ervosi. Non vi & quindi ragione per cone:iderare questi due stati m01·bosi come aventi ciascuna una propria enLità: e Charcot... pure disse che si possono considerare come due alberi viventi sullo sl.esso terreno, comunicanti colle loro radiei, e con relazioni tanto intime da crear e il dubbio talora che non formino per caso un albero solo. L'arLritico è sempre un uevropstico dal principio della sua malattia fino alla fine. Solamente, per dire il vero, i ""fenomeni nervosi gravi si peesentano nei periodo di stulo, cioè quando compal'iscono i grandi disturbi della nutri zione~ e questa è la ragi<Jne, secondo l'autore, per cui il dlabe.te, la gotta, ecc. si LroYano associale per lo più alle malattie nervose gravi. Anche i sinlomi che cal'8tterizzano il primo pt>riodo dell"ai·Lrttismo, spa,;;rr:i, COJtvulsioni, prurito, orticarHt, ee(}. indicano a sufticienza elle principalmente il sistema nervo&o è


llEDICA

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deviato dal tipo normale e presenta disturbi dei nerv1 sen~'òllivi, vasomotori, ed anche nella sfera psicbica. ~ei fanciulli oru.."'nati da par~>•lti artritici o con que.la tarA ere,Jil8ria, si notano spessQ gié gravi disorrlini nervosi, che li ìanno talora ritenere, a torto, c<>me i:.<tPrici : più tarJi. in et!\ p1ù o meno avanzata, quando compaiono i òislurbi della nutrizione. quando apparisce l'arlet•io- sclerosi con localh~­ znziune nei var1 organi, allora l'origine uervo"a dell'atlr•ti:rno ... i fa più rnunifesta. E.l è appunto m •1uesto per1odo, che rautore chiama periodo eli scato dell'artritismo, che com· periscono le lel'lion i nervose multi pie. La diatesi nen·osa non sarebbe, secondo lui, che la continuazione dell'artrilismo, e rappresenterebbe il >-UO periodo d• Jec naziont>. L'andamento tlell'artrilismn vA diviso io tre A"randi per·indi: Periodo dei dìsltlrbi dinamici, carallerizzato J a falli palolof!ici leggiel'i e fugaci sollo l'aspetto clinico, e che non •a.,,•iano traccie ilP!•rezzabili solto quello ano.tomo-palolo~tco, ,·orne sarebb<>ro ~li spasmi loCllli, le con,·ul;:;ioni, l'incontir euzu notturna delle urme, ì leg'1!1eri di:,turht psicbici. Peri()do dei grandi diswrln delta nucrùione, che abbraccia tutte le malattie des~rille dal Bouchard ~ollo il nome di malattie per ralleOlamenlv ùella nutrizione: l'arterio- sclerosi, che è l più ;.rrave disturbo nutriti\'(, '"a classificala in lJUC!;\11 cate!!or.a. Periodo della tfP!Jene ra~ione inclioidu.ale (ISterismo, erilessia. tlemenza, ecc.): in questo per iodo specialmente ::-i hanno le malattie nervose pure Il cammino dell'artriti;;mo ,, lento e prO:!res~i,.o, e n<lll finic;ce che ùopo lunghi anni, colla liatesi nerv< sa: anzi. ,..[ccome la Tila dell' ìnùìv.ùuo nuu basta per J'~voluzioue di '1uesta malallia, essa si trasmette per eredilu. Come l'esempio rimar chevole di osservazioni portale su alcune ramiglie per lt·e !!enerazioni consecuti\'e dimostra, "i ~wol!!e in molo pt·ogressivo se n'ln è interrotlo nella sua e,·oluwme da cause perturbatrici. S e l'unione si effettua tra due persone che portano la cara 'rcdtlaria, esse daranno or igine nu esseri che erediteranno o lo stesso l(uadro clinii'O


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RTVISTA

dea loro geniliJri, on·ero, ciò che è !JÌU comune ancora ed ab tuale. uno slato patologit:o anche piu pronunciato. Il Dieulafoy rimarcò l"antluenza della eredita nella produzione dell'emora agia cerebrale, non solo, ma trovò che i discendenti sono colpiti ùalla malattia ad una E'tà assai meno avanzala di quella dei loro ascendenti, cto che dimo,.tra in que-;ti figli una resis!Rm.a molto minore alle cause J'Slologiche, ed una vitatilà meno energica delle cellule comronenti l'organismo, conseguenza dell'ereòit&. Questa nuova rozza s·andebolisce, invf'ccrua più presto, Jl che apparisce nei grandi 1 :o-turbi uella nutrizione, e si spegne d'ordinario per proc~s~J i>Clero-..i di natura distrc fica, O per Je8001 p~1cbichf". Si può set:nure il corso @"raduale della diatesi artr itica che Rni~ce colla diatesi ner,·o:=:a nella raua israelilica. Gli ebr e•, per la loro reh::rione, si maritano fra loro. Essi coono pt-r la mo.ssima pari e artritici: il diabete, la gotta, le nevrosi, e le psicosi sono comuni assai fra di loro. !.'aumento ùell'ar·li·i· tismo può essere alteralo, modificato da una unionf', in cui uno uei due g~neratori non porti que~la tara pa!ologiea: nllora la nuo,•a genero.zione non pre~enter<l, o solo ad un grado minore, la distrofia. Anche le mis.ure igieniche prese abbastanza per tempo bastano tah·olla per arrestare o mo lifìcare 11 corso fatale della malattia: la questione dell'ambiente è quindi mollo importante. L'eredita nor•male essendo unica, anche !"eredità palologica, la quale non é ~e nM una semplice deviazione dal tipo nor· male, deYe sl:'guire le st.esse leggi ed essere parimenti unira. Dicendo che un individuo ., c;croroloso o arlrilJco o nervo:<o, si ha l'idea di una eredità patologica, ammes~o che tutte queste malatlie sieno ereditarie: ora. se si accetta !"idea che tutti quest.1 !-lati morbosi coono ben distinti ruoo dalraHro, s.i !<llrt:bbe condotti a c(lroprendere ed acceltar.! parecchie eredità r>a tologiche. :\'elle affezioni acute si veJe pure una stes~ malallia ~otto aspetti e con dei tipi differenti. a seconda iell'eta. della <~o::-tituz!one, temperamento, nutrizione dell"individuo, e non per tanto toi ha sempre l'idea delrunitò. Perché non dovranno


'fEDI CA

agire le stesse leggi per le malattie dialesiche, e non potranno tutte 'lueste variet<i di forrnf· morbose essere l' espre;;sione di un unico ~lato patologico e di una unica diatesi ? r-;ou è facile il dire perché un individuo diventa piuttosto golloso o diabetico, od obeso, o tabelico, o con paralisi generaJe. La clinica e ranatomia patologica <:i conducono solo a que~ta conclusione: n ella prima categoria di malattie vi ha eccesso di materiali p.er difetto della funzione normale della nutl'izione; nella seconda vi ha un di~turbo mollo più profondo, indelebile, la. sclerosi che é dovunque idsnlica. Cosi se un iodtviduo nalo da geuitori artritici, diventalo arterio-sclerotico con localizzazione ai reni o al cuore, è considerato come artritico, un allro individuo, di eguale provenienza in cui la sclerosi si localizza nel midollo spinale o nel cervello deve pu!'e es~ere considera!o come tale, e non essere battezzalo come nervoso, se con tale espressione si ha Mila menle l'idea di una diatesi a parte. L'etiologia si riscontra pure nell'alcoolismo, ed inditidw nati da alcoolici ereditano H piu spesso delle malallie ner""ose, cioé di quelle che si osservano neH'ullimo periodo dell"artrilismo: l'alcool non solo precipita l'andamento delrartrili->mo ma benaoche lo fa nascere dove e.s.so non esiste. L.. diatesi alcoolica presenta tali punli di. identità coll6 aUre diatesi che è lecito domandarsi s.e questa intossicazione non fini~ce per diventare una identica diatesi co.l.le ultre, malgrado le contestazioni di taluni autori. Si può dire che rartrilismo, e con tal nome \"& compresa put•e la diatesi nerrosa, rappresenta in certo modo la razza umana in decadenza, ed è l'indizio del termine delle generazioni, esattamente come una malattia acuta melle fìo·e alla vita di un individuo. L'arlritisroo non è altro che una deviazione cronica e durevole del tipo normale riella nutrizione. L' OJ'ganismo intiero é scosso da questa perturbazione, che sul pt•incipio non è -abbastanza forte da distruggere la. vita di un iudividuo. P0co a poco l'organismo si abitua a questo modtts oìoendi; l~ cellule che lo compongono, e fra esse lo. spermaloZ•)ario e l'ovolo, s i alterano e questa alterazione, perdu-


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RIVISTA

rando per lungo tempo nell'organismo, diventa una abiludme un modo di essere, e come tale si trasmette per via dell'e-' redità. Inoltre l'artrilismo es,endo una malallia nervosa, è a lla , come tale, alla trasmissione ereditaria. A. C.

RIVISTA CHIRUHGI CA E. :\IA:\GIA;-;Tt ed A. PASQUALlGO . -

L' azione Vlllner&nt. del fuoUe modello 1891 . - (Rivista militare italiana Disp. Xl v. 16 luglio 1894).

Col titolo su enunciato la Rivista militare italiana del 16 luglio 1894 11a pubblicato una relazione del capitano medico ~Iaogianti e del capitano veter inario Pasqualigo, designati nel novembre 1893, dalla presidenza della commiss ione per le armi port.slili ad assi;;;tere quali periti ad una serie di tiri con il nostro nuovo fucile, contro cavalli viventi. Gli autori poi fecero esegui1·e io tale circostanza un'allra serie di colpi pure suì cavalli u con rintendimento precipuo di raccogliere c ulteriori elementi atti a servire, sommati con i primi, ol" treché all'inLeresse attuale ed avvenire della chirurgia mi· « lita1·e e veterinaria, come complemento, occorrendo pure • come conlrol!o, delle consimili e non lontane esper ienze «che allre nazioni compirono ugualmente con i nuovi fucili c e da pochi anni adottati ». Siffalto proposito é di cerl.o lodevole ed opportuno, poicbè mentre molli dei iucili di rec~nte introdotti negli altri ese1·· citi, iurnno oggetto di numerose e diligenti prove s u cada-veri umani e su animali viventi, per opera degli sper imenlatori cita ti nella detta r alazioae e di molti altri, ìra cui non


CHIRURGICA

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si puo non ricordare il Delorme e lo Chava-.~e in Francia ~d in modo speciale il von Coler e lo Schjerning in Ger· mania, ed il Demosllum in Rumenia, 1 cw lavori occupano oggi il primo posto su tale argomento, razione del fucile italiano moù. 1891 non era per anco s tata spet·imeotata su bersagli ~:~nimati pt·tma delle prove fall» dai d." Man· gianti e Pas JUeliqo. E cOU\iene notare che gli esperimenti col proiettile del nuovo fucil e it~liano tra(lftono una speciale importanza dal suo calibro di 6,5 mlll. inf~riore quindi di circa un millimetro e mezzo al calibro delle altre armi· da fuoco portatili, falll:l eccezione del fucile 1·umeno; il quale per a!lro, pur avendo il calibro d1 mill. 6.5. differisce per molte e non trascurabili qualità balistiche dal nostro. E~h è perciò che noi non solo abbiamo letto con partico· lare attenZJone il lavoro dei signori ~angianti e Pasqua· lif!O. rna abbiamo altresì reputato conveniente, trattando"i di un argomento che riguarda così da vicino la chirurgia mililare italiana, farne una ri,·isla pei no"Lri lettori.

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Furono eseguili :H liri , la maggior parte al poligono di Ponte Taro presso Parma, in due giorni, il primo giorno contro tre cavalli, il secondo conlro un cavallo solo. Si sparò alle di:olanze di 1200, WJ, 300 e 100 metri. Venne adoperata la cartuccia a carica intera contro i ca\·alh vi,'i ed a carica ridoua contro i cadaveri degli stessi cavalli alla distanza di 10 metri circa . Le cartucce ridotte avevano velocità iniziale. non già velocit.A restante, eorr1· spondenle rispettivamente alle velocità restanti della car· tuccia ordinaria per le distanze suindicate. L'esame delle lasioni venne praticato per una gran parte jmmedi4lamente dopo il colpo. per altra parte al Lermine di tutti i tiri disse· zionando i cadaveri sul luogo stesso del bersaglio, e per un'ultima parte, cioè per le ferite di maggiore importanza, nei ~iorni successivi sopra pezzi anatomici trasportati a Parma. A breve distanza dietro i cavalli stavano generalmente


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RIVISTA

bersagli a telaio o tavole od allri schermi eventuali alti inrì1care pet• $Olito con fori, il procedere del proieLti.e dope aver ferilo l'animale. l risulbtli delle esperienze sono esposti io un quadro, nel quale gli autori designano la distanza di ciascun tiro, le specie della cartuccia - se ordinaria o ridotta - Jo stato del ca,•a!lo e la posizione di esso rispeUo al tiratol'(>, la lesione ri{'orlata e l'eft"eUo di questa in rapporto colle esigenze ffiilitari, lA qualilà del tiro - se di lancio o di rimbalzo, lo stato e la posizione del proiettile dopo il colpo. - In uno specchietto. che fa seguito all"anzidetto quadro, sono riepilogati i colpi. Ne emerge che su 34 colpi 15 furono sparati a distanza normale e su cavalli vivi, 19 a distanza ridotta 6 di essi soltanto 3 su animali viventi. A 1200 metri si lir•arono 14 colpi di cui 8 con cartuccia ordinaria, ma a 2 soli venne attribuilo un esito utile; 8 colpi furono sparati a 600 metri e di essi 4 con carica intera e clon 3 esiti utili; 7 a 300. metri dì cui l con cartuccia ordinaria e con esito utile; 5 a 100 metri dei quali 2 furono tirati con carica normale e con esito ulile (1). Quattro soli coJpi furono riconosciuti di rimbalzo ed alla sola disbtnza di 1200 metri. In un altro spee.o chietto è riassunto lo slalo dei proiettili, 8 dei quali furoM trovati nel corpo dell'animale, 4 intatti e ~~ deformati o in.o franti ; J i designati colla locuzione proiellile inoHraLll, od avevano perforati gli schermi od erano rimasli contìtU in essi; gli allrt andarono perduti, per la massima pa:.-te nei liri a 1200 metri. Ses:tuono talune osservazioni sugli effetti del proìeltile1 le quali, dicono gli autori, « ci sono apparse comuni alla maggioranza delle lesioni ... Tali os~;ervaziooi si riferiscono: al· l'azione stupefacente di alto grado, esercitata dal colpo ~ulle parli lese e sull'intero organismo; ai caratteri dei fori di entrata e di uscita neUe ferite di lancio, l'uno s empre rotondo e di un diametro sensibiJmenta inferiore al calibro

(t) Nel quad ro delle lesioni figurano a !00 metri 3 tiri con cartuccia ordinaria ; perciò l colpi a distanza normale sarebbero stati· realmente t6 non 15.


CHIRU8CHCA

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del proiettile e raltro ui consueto pre~sochè eguale al primo ma a bordi più irregolari e leggermente estroO ssi. tah·olta anche tagliato a mezzaluna; al ca nole dello ferita, che uelle parli molli e cedevoli, come cellulare. ~a~i. muscoli, ~ì pre<;Pntò con poca perdita a pparente di sostanza. rettilineo e strt>ttissimo; all'attitudine de1 tendini a far deviare 11 pJ•oiettile ed a r esistere CO'l'l.ro l'offesa. cos1cchè ne1 les.;uti tenJind furono os~I'va te deile intaec.alure. •{ualcht> lie'~ lllceraziooe, ma solo una perfor·az10ne e non mai gt'Sntli ~quarci; alle lesioni dei Yasi san~ui!:ni. riYelaw .!al l're IUE"nte 1-!ClCciolare del sangne dalla ferila. dalle carallr>ri~tiche. e costanti diffusioni ematiche e lalo•·a vere vaschelte apopletiche attoruo al tragitto delle fer•le sulle parti molh, dagli imponenti s tra vasi cavi lari e da una 'era emorragia arterwsa per Il taglio netto di una piccoltl al'terie; alle lesioni ossee, le quali furono multifor:ni. e di vario graùo tanto !:u ossa spongio;:e che compatte ed a disuguali di~tanze, senza che l'e;:ame ordinato delle lesioni abbia potuto con<lurre a distinzioni apprezzabili anehe approssimativamente; alle offese prodotte io numero non scat·so - 6 casi - cor.tro la superficie conves~a degli z.occoli, mentre la patologia chirurgica e 1uina, notano f!li autori, non registra alcun caso di t'eritn penetrante della murazlia nello zoccolo dei cavalli per opera rlei prt!cedenli proiettili di guerra, nè lol'o risulta che nelle prove da altri es:eguite con il piccolo calibro s1ensi mat prallcate simili esperienze ed osservazioni. Dopo ciò i signot·i Mangianti e Pasqualigo coutrapponendo ~~~ upvrezzameoti che credono di poter trarre ùalle loro esperienze, a quelli derivanti, a loro avviso, da Cf)nsimill prove praticate in altri paesi, concludono: a) che la forza di peoetraziooe del proielti!e del noc:tro fucile di piccolo calibro è notevolmente supe•·iore a quella nei vecchi proiettili, e (;iò sopratlutto per i sorpr endenti risultati dei tiri sugli zoccoli e per i rag~arJevoli pe1·cor:.i nel corpo degli a nimali; b) che non è da amme ttersi nel nuovo fucile un accor eia mento della zona esplosiva, avendo gli autori rilevato effetti di scoppio anche oltre i .iQO metri;

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J378

!ti VISTA

c) che la deformazjone della pallottola si é verificata solo di fronte a resistenze imponenti; d) che banno anch'essi osservato lesioni atte a meUel'e fuori di combattimento i cavalli a òiò;l-anze superiori ai 500 metd, sempreché erano colpiti gli organi ca vitari vitali op. pure quzlli della locomozione; e) che per l'elevata forza di penetrazione e per la possibilita conseguente di colpire con nn'unica pallottola, secondo la distanza, un numero variabile d'individui mes3i in ltla, l'un dietro l'altro, nelle guerre future si avrà una proporzione di fJrili notevolmente superiore a quella delle guerre passate; fJ che per contrario, tenendo calcolo della variata e gravezza delle lesioni ossee e della frequenza maggiore delle emorragie immediate per lacerazione nella dei vasi, le ferite non presenteranno una minore gravità proporzionale di quelle cagionate da ~rli antichi proiettili; g) che infine il nostro fucile modello !891 ha dimostrato nelle attuali esperienze di spiegare una imponente azione vulnerante sino a 1200 metri e di lasciare fondatamente presumere una sufficiente efficacia anche a ragionevoli distanze superiori.

..•.. Senza entrare _in una minuta disamina del lavoro. la quale ci porterebbe nostro malgrado a dissentire su qualche punto dagli egregi autori non possiamo esimerci dal fare qualche considerazione generica. Notiamo anzitutto come allo scopo _prefissosi dagli autori e da noi esposto colle loro stesse parole, sieno inadeguate le esperienze da l(lrO eseguile ed insufficienti i pochi ed incompleti fatti raccolti. A convincersi della giustezza di questa nostra affermazione basta por mente alla larghezza di mezzi che i preceaenti sperimentatori si procacciarono, al loro rigoroso e minuto metodo d'indagine, alla gran copia di materiale che accumu-


CHIRURGiCA

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arono, prima di venire a rlelle conclusioni intorno all'azione vulnerante del rispettivo fucile e d'instìtuire conrronti con altre simili o rmi. E di vero, per non ricordare çhe gli studi piùrecenti, quelli fatti dal Demostben e dal von Colere Sch)erning ( i), è noto che questi sperimenta~ori ol~re a non pochi tiri su oggetti vari per sa~iare la forza viva e di penetrazione, il grado di riscaldamento e la deformazione. dei proiettili, eseguirono numerosissime, prove sui cadaveri e. sui cavalli viventi Per studiarne le lesioni. Il Demosthen spal'ò su 30 cadaveri ;,ivestiti del loro uoi~orme di guerra e pos'ti spesse volte l'un dietro l'altro alla distanza regolamentare {ÌÌ 50 centimetJ·i, e su 8. cavalli viventi, produ~endo così 66 ferite, H sui -cadaver-i umani e 22 sui cavalli vivi(:!) .. Jl von Coler e lo Schjerning, sparaodo per lo più su cadaveri umani o su parti di questi, poterono riunire non meno di 900 osservazioni e fai'e 1000 preparati, che sono conservati nell'istituto Federico-Guglielmo di Berlino. Ancor essi disposero i cadaveri ed i pezz-i su cui dovevano cadere le esperienze, od in fila o l'uno dietro !'.a ltro dopo ~verli avvoiti in stoffe di varia natura, ed..ebbero in oltre !~avvertenza di pre. pararli prima con speciali iniezioni intravasali e sottocutanee per riprodurre nei limiti del po~sibile la natur ale morbid.ezia dei te!;suti e tensione idraulica dei vasi. I colpi furono sparati sempre a distanza normale ed a carica intiera, dal DemosLhen alle distanze fra 5 riietri e 1400; dagli sperimentatori tedeschi fra 50 metr i e 2000. La dissezione delle parti lese, diligente e minuzrosa venne sempre- fatta dallo sperimentatore rumeno alia scuola di medicina dì Bueatest per i cadaveri, ed a quella di veterinaria per gli animali; ed il von Coler e lo Schj.emiog ebbl}ro anche cura di ricorrere alla congelazione per l'esame ordinato e miriùto di di':ersi {!) DB»OSTHEN. - ÈJ:uàes expérimtntaJes sur l'àctioJ.t àu pr.o jutile cutras~è. àu (u$it Mijnnlièht-r, nou•veav.cmodeu roumain. de 6,,5 mm. Bucarest, l894, . . Von COun ET ScuJe\\NLNG. - Les etrets des nou11elks armes a teu portatives et leur importance pour la chirurbit militaire. Berli n, t894. (2) Non sono comprese altre tS ferite sui cadaverj, ottenute in un'ultima esperienza a 50 ~ tOO metri per studiare :gli el:fe~ti del 'Pro~t.tile sugli indu-

menti del solclato.


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ltl\' ISH

pezzi anatomici e di r tempire i can&li di 1llolte ferile col tallo di 'Wood per ottenere una fedele impronta pla..tica tragitto scaYato dal proiettile. A compiet·e le e~s;erienze tanto a Berlino che a con i corrispondenti bellis~imi a tlanti delle figure delJ,> le~ioni, occorsero circa due anni. Da que!:li brevi r icorJi emergono le piu rilevanti e verameute sostanziali discrepanze fra gli esperimenti degli autori e quelli dei nostri. l quali pr imieramenle, tiraMIIf) soli an lo ~u ca\'alli; c tocchi> po>r molli riguardi e "agnatemente per la maggiore resistenza delle ossa, non é dr ~116 la "lessa cosa che ltrat•e "UI corpo umano. In secondo luogo, 1 liri furono limitati alla distanza di n tetri con un fucile la cui graduazione massima dell'a lzo :;:iunp;e i 2000 eù a cui i: allrtùuita una massima gillata :1200 metri. Ricordiamo in proposito come uno de~li &P!Ptlllt.~ giustamente fatti al Demo~then sia stato precisamente cllli~.-. di non a ver esteso i tiri, nelle sue esperieuze col fucile meno, oltre i a oo metri ( 1). Furono poi spara li 3~ colpi, dei quali solt.anto 16 a ·ctaetali intera e su cavalli vivi, con 9 esiti qualificati per utili, con !l lesioni veramente importanti. Si trovano bensì altre 19 rerite (in un <'a~o - al ~ . 32 - sono descritte dU41•M ,;g r ite per un sol colpo); ma queste si ebbero a distanza e carica ridotte, metodo ormai riconosciuto ines.allo e che trebbe avet· valore solo qusndo s i instiluisse un fra le lesioni cosi prodotte equ~>lle derivanti dai tiri a disumu;-~ "normale. Si aggiunga cl•e buon numer.:~ delle lesioni per or o sede e per le parli ofl'ese potranno forse a ,·ere impol'-! tanza per la traumalologis equina di guerra, ma presenlaDo ben poco v~tlore per quella umana. :'\è l'e~me anatomico delle ferite fu rauo colle s1e114t n<1rme degli altri sperimenlatori. Per averne una prova bes lerà riscontrare lé descrizioni precise e minute che singole lesioni danno Delorme, Brnns, Habart, Demostbeop "on Coler-Schjerning ed altri.

d•

(l) Det4tscht miU16'rarztliche Zeit~ehrl{l. J uoi t894, pag. :m.


CBlRUllGICA

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Con ciò siamo Òen lontani dal \'O)er fa1•e addebtiO a!di egregi autori dello:: lacune rilevate nelle loro esper ienze. Che 80zi Jobbiamo esser loro grati di avere fatto nncbe presso ~i noi un primo saggio di ~Ludi, che sono d'altronde per se stes~i complicati e d!Ificih e che pe1• riescire a r isullali 'eramente soddisfacenti hanno d'uopo cii un largo corredo <li rneui e di circostanze fa,orevoli. Semb1•a in ogni modo fuori ~ ubbto che. ~ssendo tanto di'"ersi i termmi da confronto, gli elementi che provengono dalle espPrienze ratt.., siano ben roco alli a servire di complemento o di contr ollo, s iccome propunevansi gli atJlori, 8 consimili esperimer.ti praticati pure con i nuovi fucili preeso 8llre n8zroni. Pt•r le stesse ragioni suespresse e sopratutto per l'esiguo numero rli flilli che i nostri sperimentalori hanno potuto raccogliere, mauca, pare a noi, uua base sa1tla a molte delle loro conclusio:1i. Essi sanno meglio di noi cl~e in que!;LO !,!e· nerP d'indagini le cause di errore sono COl-i Rvariate e molt eplici, come s\t8riatc e molteplici sono le ùifferenze che i tec:suli ed organi su cui si esperimenta, prt>sentano nelle <iiver;-;e specie e nei di,•ersi indi vidui. 1~: solo dal cumulo ~tegli ec:pea·imenti, dalla r ipetizione delle prove, cLe sì pos!:'OnO de!òum~t'e giudizi positivi ed esalti. Ora, crediamo di non -.bagli8t'e affer~ando che le conclu<.:ioni dedotte dalle ttltuali esper1enze sono r ie"'cite spesso indeterminate e talvulto anche affatto diverse da quelle che emer gono da consimili studi di altri sperimenlalori. :\01 abbiamo premesso elle non Yogliamo fureun·aoali~i particolareggiata del lavoro; e perctò unicamenU, a conrerma di ~1uanto abhiamo testè asser ito ci limitiamo 8 qualche bre''*' nota. Anzitutto, credia mo noi pu re cue la forza di peoetrezione <iel llOSirO r·iccoJo c·alibr{) sia superi01'6 8 fJ.U •Ila c.lei Vf'CCbÌ prorellili: ma di quanto è d essa super iore? Gli egreg1 autori non hanno potuto dircelo. A vendo dovuto desumere rl loro giudizro solo dai r i:;ultali dei tiri sugli zoccoli dei cavalli e dai percorsi nel corpo degli a nimali e negli scherma l"ttuali .<fielt•o di que<.:ti, sono stati costrelli per necessità a ricorrere ad ec:pressioni "aghe intorno alla forza viva e dr penelra:zione d~l proiettile che et·a oggetto delle loro pt•ove.


138~

Rl\"JSTA

Conveniamo inoltre cogli autori cbe il proiettile di pteeo~~ contundere ed a lacerare complelamente i vasi, abbia piuttosto quella a produr\•i 1 netti e decisi; ma ciò che deriva dalle numero!!e osservazioni concordi su questo punto. dei loro predecessori, essi fondano essenzialmente sopra una sola osser vazione dì una emorragia arteriosa proTenienle dallaf!ìio netto di un'ar teria

~libro anziché la teodenza a

di mediocrissima entità.

Notiamo intìo9 come ratrermazione dei nostri sperimentatori circa le lesioni ossee, che " l'esame ordinato di es~e cc lesioni non ha potuto condurli a distinzioni apprezza" bili, anche approssimaLivamenle • fr·a le offese delle ossa spongiose e quelle delle OS!la compalle, è in opposizione con i t•isullati di lutti gli altri simili esperimenti ed a nco de lle osservazioni cliniche, da cui emerge in modo non du bbio che gli efteLti del nuovo pt•oieltrle sul sistema osseo variano secondo la struttura anatomica ed i caratteri fisici e vitali delle os~. Analoghi rimarchi si potrebbero fare intorno alle ronCiu. sioni relative all'abbreviamento della zona esplosiva, aUa deformazione della pallottola, alla propor;~,ione dei ferili ed alla gravità delle ferite, le quali conclusioni, conformi o disfarmi che siano da quelle degli altri, o lascia no pur e de$iderar& una maggrore determinatezza o non derivano str~ltament.e dai pochi fatti raccolti degli autori. E ciò è ma ggiormente note\'ole nell'ultima conclusione, la quale, rirerendosi all'azione vulnerante del nostro nuovo fucile, ossia alla sintesi di lult.e le indagini fatte all'uopo, avrebbe dovuto essere espressa in ter mini ben precisi, lasciando da parte le presunzioni : ovvero. non consentendo ciò gli elementi r accolli:, sarebbe stato meglio, a nostro avviso, riservare o sospendere ogni qualsiasi apprezzamento. È pertanto più che mai desiderabile che anche in l Lalia si facciano su vasta scala esperimenti completi, nei modi e con tuUi i mezzi necessari, quali rurono concessi agli sperimentatori più volte cita~i di Bucare!>t e di Berlino.

P. h iBRU.CO.


CHIRU IIGICA

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1. n" BAR r. - Sistemazione del prlmo aoccoreo aal campo eU battagUa, avuto rlguudo agU eseroltl moderni ed alle anni. - (S:yslemi::.trung .Jer ersten Hillt>leistun~ auf d~>m Schlachtfelde. mil Ri1cksicht auf dìe heulijlen Heeresma.;;sen und auf die W aiTen}. - (lV1ener TiLerlit:inische Presse. N. 37, i8!H). Con questo lilolo 11 chiarissimo medico c:li reggimento nelJ'e!;ercito oustl'o- un~arico, dottor l. Habart. docente di chirurgia eli guerra all'univt>rsi!à di Vitmna, faceva un'important" comunicazione nella sezione cl'agiene militare del YIIT Conll'resso iuto>rnazionale d'igiene e demografia, a Budapest. ~e riportiamo le co:tclusicmi. Le pet·dile sul compo di battaglia, per l'armamento a ripelt;w~ne iegli eserciti attuali, saranno maggiori che in passato. Pert'l coll'aumento delle lesioni in g~net•e, mentre eresceril il numero dPi morti. la proporzione dei rerih lef!geri sorpasserti quella dei fet·iti gravi. Ciò non solo si devo alla più graMe ùoUizionu di munizioni che si da al soldato, ma pec:ano allresl nella coppa della bilancia la pio elevata rorza di percm•"rone tlPl proiettile, la maggior sicurezza dei urr per effello della UJfl.!giore raù.:nza. ed c pure da meltere in linea di conto la circostanza che la zona dei colpi mor·ta.li l'i ec::len•i•· a \5()()-:)ooo metri. Nella pratico dei primi soccorsi sul campo dr baLtaglia tocca al vincitore pure il compilo òi racco!tliere e- mellere in salvo t caduti delnemrco; anche perciò nella. sistemazione lei t-ro' 'edìmeoli ~an ilari ioc::or!Zorw delle difficoHa clte non é po~>sibtle pr·eveJer·~ in precedenza. Per pott>r so ldasrare Abbac:tanza a lulle lt" esigenze de!l'umanilà sono da adottare le seguenti misure: 1° hevisione della con•enzioue di Ginevra per eliminare da questo paLlo inlernazional~ ogni qualsiasi equivoca interprelaziorw. 2° Organizzazione del soccorso sanitario in guerra, uftìctale e YO!ontario, sulla bac::e dell~ allua:i masse combattenti e delle preveJibili perdite. Un proprio personale sani· tar1o dì soccorso con relativo materiale~· da ac;segnarsi anco

alle truppe •Ji artiglieria c di cavt~lleria.

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RI\"IST\

:l• Poiché in tutti gli SLali è aumentato il rer:;;onale M· nilario di as"islenza e di soccorso. c:;i çlonà per tempo rivolgere una particolare cura a lrislruzione teol'ica e pratica di questo personale. A ciò non bastano più i regolamenti e l~ istruzioni l'&nilarit>, ma sono put·<' necessari esercizi pratici nelle ;!randi manone de!Je truppe, ,~:iaccbè ~~>nz.a un persona le austllario bene istruito o~ni opera medica re~ta sin da principio paralizzata. Su queste basi è fondala altresì la creazione ùi un personale sanitario superiot·e di soccorso. }<> Potche solto il fuoco ra pido Jelle armi a r ipetizione lo prestazione ciel soccorso e inatluu!Jile, questa per lo più «i pralicht"ra nelle ore della sera e. della notle. E perciò dt ur.rente nece<~<~Jtà l'impianto di appa recchi d'illuminaroeut.o. Il primo '"Occorso dlj parte del pet•sonale austhario deve l1mitarsi a ri ~lorare e portare in luo)!o sicur o i feriti. 5• La granJe gittala delle nuove armi ha per conseguenza il trasrerim('nlo dei posti di mediCl:lzione a 2;;tllh3000 metri daetr-o la lmea di baLtaglia. Con cio il trasporto dei ferili ;ravi diventa assai difficile, e CJnindi, ollr e> le bar ,>lle da campo, sono da prendere in r.onsideraz;ooe a nche le beslie da ~oma e le barche. Gli attuali poslt di soccMso !JOssono \'Slet·e semplicemente come stazioni di riposo e di r1storo (Rasi uncl Laùestationcn); mPnlre due posti di medicazio~e di brigala ed un'ambulauza sezione di $8nilà cort·ispondcno a Jovizia allo scopo cui a,pirantl i rro' vedi menti aUuali per 1 re riti. dacchè entrano 10 attività ~h ospedali da campo parimente in dotazione alla prima linea. 6• Sulla sorte ùei feriLi non decirle la pr ima medicatura, rna il primo trasporto. per la c ui alluaziooa \'amministrazion,· sanitar·aH .ufficiale e voloot.arta trae partito da tutti i possibili r tpieghi. Quindi oltre i carri per r~riti, già preparati. sono da utilizzare i car r ....;.{gi da provtanda e quelli bm·gbe.si adultali colr impron-isazione,le piccole fet'rovie da campo, e nelltt guerra di montagna i f!Uadrupedi da trasporto e le colonne di pot·tatori; però lungo le linee eh tappa sono da impìegarP 1 tr r.ni sanitar-i o le ambulanze na"igabili.


ClHRURt~JCA

1385

7' Quanto alla grande massa di feriti leggeri. tocca agli ospizi ed alle infermerie di t·icoverarli, affinchè oon ingombrino gli allri stabilimenti sanitari e dopo la guarigfone possanl\ age,·olmente essere rimAndati nelle file delle truppe. go Al ricovero dei feriti nelle ambulanze e lazzarelti da

campo !"Ono par ticolarmente adatte le tende e le baracche provvt::=orie o lrssporla.bili, inf1uanlochè un impianto così iuienicamente conveniente non si potrebbe trovare sul teatro o della ~uerra. n• Tranne per ne~essita nelle ferile gravemente sang~ nanLi e nelle fralture, allo fiCOpo di renciere possibila il trasporto- specie nei reparti staccati senza medico- i portaferiti non devono a pplicar e alcuna medicatura, e dev'essere loro inse~nato che il toccare la ferita colle mani o cnn stoffe non pulite é cosa rlannosa per i feriti. Al contrario l'applicazioll e della prima medicatura prov.isoria è un obblig() del medico militare. ed ha tuogo al po,to di m~>dicazione. 10• Qui sono da raccomandare unita ripiche <li meaiea· tura ;:!il:i :sterili.""4afe. di varia grandezza. Per il L1·asporto delle pro vvigioni abbisog-nevoli di materiale di medicalura e di conforto, sùlla prima linea, !>Ono adatte delle ceste impermeabili, che possono essere allo:rate nel carro- medicinali ài battaglione e più opportunamente anche nel caereggio della sezione di sanita- Sanitiit&- De-

iachement und Ambulancen.. Ambulanze volanti con completo corr edo di materiale sa· oitario per la prestazione del primo soccorso nel senso di Reyber, Billroth e Tos3. devono essere considerate come l'ideale nella sistemazione del servizio sanitar io in campagna. P. ht8RIACO.

medico. - Di alcuni particolari della carte costale. - (Giornale intern,. àelle scien::e medie/te. Anno X VI. Napoli).

LASTARIA. capitano

Nella storia clinica della carie costale som·i dei particolari inter~ssanti !'lpecie rispetto all'atto operati 'io; scoprendo


13 6

!11\'1:-\T.\

inflitti la costola diagnosticata ammalata la si

all'esterno perfetl.amenle inlogra. Esplorando allora con diligenza, in prossimità di uno dei bordi, si può scuoprire un foro granulante, attraverso il quale penetrando con lo specillo si penetra in una cavità r·etroco. ~tale e si può avvertire la rugosilà patologica dell'osso. Ciò dewsi al perc!Jè l'ulcerazione era situata più o meno !<ulla faccia posteriore della co<:tola e la raccolla dei prodotti morbosi si era falLa dapprima nel connettivo peripleur•ico, donde, aprendosi un varco mercé quel foro allraverso lo spazio mtercosl.ale, era passata nel connettivo periporietale, costituendo cosi uo vero 8"-Ce"'so a bottone di camtcia. Il foro granulomatoso é dunque la sicura confet'Ula di un processo carioso della costola precedentemente diaguo..ticalo e la ~uide al focolaio mot boso. Un altro elemento che vale a ber. individualizzare la costola ammalala et! a determinarne con precisione il tratto all'etto è costituilo dalla estensione della dolorabiiità alla pressione precedentemente esplorata. In tre casi dr carie costale l'A. ha ri:icontrato due ,·olte l'ulcerazioo~ sila sulla facc a po::-teriore della costola. E' facile ottenere io questa operazione la guarigione d11 •; ma forse questa ritarda il pr\Jcesso di solidificazione clelrastuccio periosteo concentralo. DAi pochi casi osser•ati inoltre l'A . è indotto a C'radere elle la ubicazione più frequente della carie costale sia il quarto anteriore dell'osso e elle esstt ne colpisca sempre Lulto iuler·o fino alla cerlilagine l'estr·emo anteriore. LAATMUA, capitano medico. -

Sul trattamento ohtru.rpoo dei varloooel e. - (Giornale incerna:aonale delle scie n~ medieh~ Fase. 15-189i. ~apoli)

E' ritenuto da molli che nel varicocele allora solo si debba intervenire quando vi sono comp!Jcanze di dolori, di atrofia del leslicolo o di perlurbamenli psicLici. Se si considera r.be oggi l'operazione può ritenersJ del Lutto innocente é lecilo di mollo allargarne la stera di indicazione ed avuto riguardo


CHLRURGICA

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che ratrotla detla ghiandola è l'e~:tilo costante del proces~o varicoso, mter\·enire sempre 'JU&ndo il varicocele e beo sviluppato. Di presente si preferisce operare direttamente. sul pacchetto venoso che viene allacciato ed anche resecato. Siccome pet·t'l con tale metodo vien quasi sempre sacrificata l'arteria spermatica, alcuni temono, poggiandosi su qualche ricerca sperimentale e t·ari ca~i clinici di :tecNsi del testicolo, della vitalità della ghiandnla stessa. La g ran maggioNIDZ8 delle osserva1..ioni cliniche dimostra invece che la su p· pienza della d~rerenziale e della funicolare é sufficiente. Comun 1ue, io America, in Inghilterra, e specie in Francia si va accreditando un metodo che si limita a resecare lo se rolo. Iu tal moJo sollevando e sostenendo tl testicolo non che comprimendo il cordone sper malico le val'ici si arrestereb· bero nel lot·o sviluppo. Tale metodo, e videntemente p~:~llia­ tivo, è dubbio possa bastare, in modo definitivo allo scopo terapeutìco. L'A. ha praticato nell'ospedale militare d1 Perugia secondo un metodo misto, cbe soddisfa alle vt~rie indìca7.ioni date dallo stglo morboso delle parli. resecando cioè lo scroto ed il pacchetto venoso, qualtro voll~ l'operazione del varicocele. In tutti i casi ba ottenuto la perfetta scomparsa dei disturbi morbo~i, il ritorno dell'attiludine alle lunghe marce, ed in nessuno é comparso il più lontano segno d' iperlrofJa.


13R8

RIVISTA DI ANATO~HA E FISIOLOGIA ~ORM.4..LE

E

PATOLOGICA

D elrortgine del neopluml ln generale, e del canoro ta pattiool&re - A. WAS!'.JLtEFF. - (Proares mtJrlit•al, N. 12 lll 22 ùel 18!H). In queslo inlerr·essantf' erl elaboralo studio, l'autore e..qamioa la <tueslJOn" d~>ll'origine dei neoplasmi nelrorganismo animale, e pat•lil·olarmente nell'uomo, valendosi di copioeo mater·iale:di osservazioni pr oprie ed altrui, convenienteaHmte scelto ed allatto a comprovar e la propria tesi che l't.utol'& l'lle~so accenna a riassumere in un c~rto numero di pun\i. principali: 1° Cna le.qge generale dell'l riprod~ione di quttlsia.i materia oioente. che l'autore dichiar a di essere il primo ad enunciare in moùo nello e formale, e che sarebbe 'luesla: La materia oirente si riproduce tanto piet per ,1 uanto piti es.~a materia ~ inferiore cioè a dire meno complicate di composizione e di .<:trultura. 2' Una teoria aenerale dell'origine dei neoplasmi reri o ja:s;: teoria che si riassume in questi termini: Un ncoplasma. ~'Omparisce, sotto finjluen;;.adi un'azrone locale eoadiurante, sopra un tessLtlo i eui elementi sono tlcC'enfiiii inferiori; ciò che i1 earatter,:.::aw dalla p resen za in eccesso nei two' elementi, di una sostan:a speciale a etaS!:Una speci~>.

Queste teorra presenterebbe, sola finora, il vanta!!C"io di dare una base YPriflcabile e verificata e di aprire all'e&perimentazione una nuova via nettamente tracciata e ben de· fini ta, e di dare unn spiegazione razionale a molti ratti rimasti finora inesplicAbili.


RlrlSU Dl A'\ATOllJ..\ E FISIOl.Olil.\

J3KH

La sle>~sa teoria per·melte di dire non solo che l'appltca·ione clel metodo sperimentai" é pogsibile; ma benanche elle La predisposi;.ione a questa forma palolo,s:ica, la compur·«a d1 neoplasmr, sembra docer eJJS~>t'e rieonosctula ed amMessa, che la cerapeutiea cb e li r1guarda ha orar"a' uno scopo nettamente determinaLo; che infine anche per questa malallia la pro!illssi pare t'eali::r..abile. • A. C.

lntlaenza. della. luce sul corpo animale. - H. QuJ:-CKF.. (Ptlttger·s Arc!L. e Cen_tralfJ . .ftir m.ed. WissPnseh., N. 3o, JSM).

Il Quiocke ha osservato che per influenza. della luce ~olare è uumenlata la ossiòazrooe nelle cellule animali. Se ne ha la prova nella alt.er·azione di colore che subiscono il sangue o il sollonill'alo di bismuto a contatto specialmente delle cellule pmutente. Il pus di ascessi da poco vuotati o ùi essudali pleurici fu me::colato <:on sangue defibrinato e con Unft sospensione acquosa di sottonilrato di bismuto a 1/,, fino a 1/ 1• ,Jt•l loro volume scuoLendoli bene insieme. I miscugli posti in vetri Ja reaj:!"enti o fra due vetri d'orologio, ambedue i ,·etrì ron la convessità in basso, o in forroa di preparati micro""copici, erano e-.posli alla luce; un preparato di conCronlo era Lenulo nella oscurità. Cosi facendo si osserva che i miscu~li contenenti sangue, esposti aJla luce, in pochi minuti a.,sumono colore venoso e la stria dell'ossiemoglobina sparisce; anche nella oscuri la questa &llerazione avvrene ma molto più lentamente. Ugualmente procede lo sperimento c:ol sottonilralo di bismuto, anzi annerisce !'Oio la prova esposta alla luce, non quella mantenuta nella osct:rita. La luce diretta del sole agisce molto più lentamente che la luce diffusa del giorno. Si domanda se anche in altre cellule del corpo animale, ollre che nei leucocili è aumeotata la ossiùazione solto la influenza della luce. Gli sper imenti con organi di animali appena morti hanno dimostrato che per la maggior par-te degli organi esaminati il consumo dell'ossigeno é aumentato


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RIVISTA DI ANATOMIA E FISIOLOGIA

dalla illurnioaz.ione. Gli organi coLti reagiscono molto lenta. mente alla luce del sole, moUo più lentamente e incompletamente che allo stato fresco. Il fegato indurilo nell'alcole .~ inattivo el sole pel soltonitrato di bismuto. Il siero dell'idrocele, il siero del sangue, il siero della suppurazione nott anneriscono il bismuto nel sangue. La forte riduzione che mostrano il tuorlo detruovo e gli organi contenenti bile sembra dipendere dalla nucleina. Gli sperimenti sulla nucleina del lievito non -ebbero risultati costanti, LuLtav1a ru osservata la riduzione del sale di bismuto che ~~essa va nella oscurità.

RIVISTA DELLE MALATIIE VENEREE E DELLA PELLE

--

Scoll ure~l'all peralltenU. - (Journ. of. Cutaneou..s-and-gen.ito-urin. Disea.ses, giugno e lu&:l io 189~).

FuLt.ER. -

Fuller riferisce 22 casi di s('.olo uretrale persistente. Dallo studio di questi casi conchiude che la sperrnalocistite è la causa più frequente deJ:di scoli ur elrali cronici e che molle volle l'infiammazione delle vescichelle seminali è di natura tubercolare. Egli dice che i- mollo imporlante distinguere i casi d'infiammazione semplice da quelli di natura tubercolare a causa della diversa pro gnosi e del di \'erso lraUsmenlo. Nei casi infiammatori genujni la prognosi é favorevole a meno clte il paziente non sia in avanzata. H trattamento consigliato da questi consiste nello spremere le vescicbelle seminali mediante l'indice introdotto nel retto. Ciò deve eseguirsi ogni cinque o seLle giorni: maggior intervallo tra una seduta e raltra deve concedersi n.el caso in cui insorgano segni di riaculizzazione del processo dovuto alle manipolazioni. La durala del trattamento varia da un mese a sei

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RIVISTA DRI.LE lhLATTIB VEl\&R!E E ORLI..\ l'ELLE

l :J!l l

,eLtimane nei casi <>.ubacuti e .pareccht mesi ed anche un 811 no nei casi molto crouici. All'inizio del trattamento le parti sono ordinariamente molto sensibili, indurite, disle'-'e. se la cura è favorevole questi sintomi diminuisr.ono mao roano e scompaiono del lutto quando .. , è ottenuta. la rilSOlu7.ioue dd p roce-;so. Lo scolo uretrale per lo piì1 cessa priroa che le vescichelte siano ritornate nelle condizioni normali. Xet casi tubercolari, la sensibiliLti. dell" vescichelte e i il loro indurimento non e maggiore né minore cbe nei casi semplici. Se la tubercolosi non è a principio diagnosticata gli efleLli del trall.amento la s,·elano subito, poiché esso aum~:~uta Il Jolore, r indur imento delle parti e lo scolo urelrale. ~tollt casi di natura tubercolare diventano quiescenti in seguito a lrallamento interno e a misure igieniche. G. G.

RIVISTA DI TERAPEUTICA n tanntgeuo. - (Br ii. M ed. Journ.., f • settembre 1 \H e Deut. meri. Woch ., 2 agosto 18!li).

l\leYER. -

Il Meyer ha cercato di ottenere un derqvalo dall'acido lanniro il quale non fos~e attaccato dallo stomaco. Nellannigeno sono presenti due gruppi dell'acetile e tre dell'tdrossile. Esso st pr·esent.a solto forma di polvere grigio-giallastra solubile in acq:.ta senza sapo1·e nè odore. È anehe prontamente incol·porata dal fosfato sodioo, dal borace, dalla calce, ecc. Negli animali non produce perdita dell'appetito. Una certa quantità passa nelle feci, anche se preso in piccole dosi. Può anche uc,arsi per \'ia ipodermica (5 p. rento in soluzione di borace). Mitller l'ha sperimentato principalmeotQ nelle dia rree. Nel piu dei casi 2 a 5 dcg., tre volle al di, bastarono, ma le dosi


RIVI'> fA

anche di 3 a 4 gr. oon hanno t1·isti effelli. ~ella diarrea nica produsse subito miglioramento: un po· di lentezza sua a210ne si noLO solo in qualche tisico. Può darsi per tìmane inlere sanza accidente alcuno e senza produrr~ alli. tudine. Nelle diarree acute sembra meno efficace, così pure in quella dei bambim, ma ciò non deve recar cneravig~ja poiché in qul:lsli la diar rea non va trattata cogli astringenti. Può sperimeutarsi ne1 casi subacuti. Fu usato anche nP.lle C'roniche infiammazioni del naso e della s:tola. Dr.uscHLE. - I l trl onal e. -

(Brit. Med. Jou m .,

189i e Cnlur,~.bu..o; .\Jed. Journ .• marzo 1894).

Il Deuscble ha usato rr.olto estesamente il lrìonale nelle l'-Ua clinica e ha notato che esso agisce molto meglio e con mìno1·i inconvenienti di ogni altro ipnotico. Rireril!ce vari cal'i d'insonnia in malaUie mentali ecc. in cm ha imn.........~.""' con buoni effelli illriooale alla dose di i 5 a 20 gra ni. Le dosi 25 a 30 grani pr·oducono ordinar iamente obesita al CS!JO: mconvenienle si osser·vò anche una volta con una doi'e grani. L'uso del trionale alla dose di 1;> gran1, tre ' 'olte giorno, fu seg-ui lo da buoni t>isultati in casi di mania e di lamento maniaco mentre altr i calmanti erano stati ·ftft'""-·--= l l Deu ..cWe non ha notato, dopo l'u!>O ciel lrionale, alcun bo nella digestione. nel ln circolazione o nella respirazione. sua ma~gior solubili'là rendo la sua azione più rapida •1uella del sulronale: il suo effetto si avverava in 10 minuti. Come 11 sulronale esso é insa pore e può esser in zuppe calde, nel caffè, ecc. ma è da prererirsi ad un po' di whisky o di vino cui deve aggmogersi 8CfTU8 calda quanta è necessaria alla perfetl.& soluzione. Valore • Umentare del ferro. - ( Br it. Jou rn., 25 agosto H~!).J e Deut. med. Woeh., i2 luglio

KosERT. -

ll Koberl comincia col delet>minare la quantii.A dt ferro elìmìoato ~iornalmenle da un adulto: essa ammonta ad 1 per 3 kg. del peso del cor po. Egli s tima che il bisogno


Di TERAPEUTICA

naliero as~ende a 7lO m!!. Dà iu se;.''tlllO a pro porzio n~ d i f~>rro contenuta nei vAri a limenti : 1) Alimenlr vegetali; quP<~Li po~<~ono bastare ai bisogni dell'indh·iùuo sano: é molto 1mprobabrle che nelle malattie del sangue. la emoglobinn pos"a formarsi coi veaetali cosi rapidamente come co!!li alim~ uti d'origine an imale. 2) Alimeuli d'ortJ.!ìne anim1.1le: s più unportanli ne sono si latte, le uova, si fegato, il sangu~. Quanto al Ja tl1!, é dimostralo che gll albumtnoidi contenenti ferr•>sono diflicilmeute intaccall dai succhi diger enti. 11 latLP. pul\ raramente supplire alla mancanza di r~ rro in ca~o di malattie. La combinazione di ferro contenuta nel tuorlo dell'uovo ... senza dubbso la sorgente dell'emoglobina del pulcino. Ss é dimostrato che il consumo anche di 39 uoça non ha fatto aumentare la qoanli'à di ferro contenuta nella urina. Il parenchima epatico, privo di sangue, contiene ferro sotto for ma di una combina zione mollo stabile della epatina. J! Koberl tratta in seguito dell'uso delle combinazioni ferriche de l c::aogue nelle malattie di questo. Parla dell'emogallolo e dell'emolo, due sostanze ottenute dal sangue meJia nte l'azione di a genti r iùultorì. Questi <~ono gli unici preparati di questa specte utili in pratica poichc sono facilruent~ assorbiti, 3) Alimenti artitkiali: questi sono ~tali preparati con zucchero, mannite, destrina, albumina ecc. Fra le com· binazioni albuminoideelrovasi la ferratma eli Marfori eSchmie· deberg. L'autore ritiene elle essa può essere scompo5tta dallo s tomaco e che sia dsfferente dall'epalina. G o TTUEll. -

Petrolio e ploo1anlll.a nella cUtterlte. - (BrLL • .Vfed. Journ., 1• settembre i89l e Wrateh., N. 23, 1894).

Gottlieb leva a cielo le statistiche di Kostenko relative ar brillanti effetti del cher osene nella difterite. Egli riferisce cinque casi oes quali i ,·ari altri meloJi spes·imentati avevano dato un completo insuccesso. Le pennellazioni di petrolio fatte quattro volte al giorno produs"'ero rapida guarigione. E ~li stima che il petrolio guarisce la maJattia sia distru~­ J?endo i bacilli, sia d is~olvendo le pseudo membrane. Quest'ultima sua proprietà è molto marcata poiché fin dalla t• ap-

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IUYI~T.\

plicaz10ne il pennello si riveste di depositi !:;angu òi membrane disgrt?gale. ~uJia di tutto ciò ha o~~rvato

in seguito alle pennellazioni falle con una soluzione all'l • di pioctanma, anzi gli sembrù che esse aggravarono iu u~ caso la lesione locale, t·endendo più spesse e confluenti le pseudo membrane. Le pennellazion1 st fecero tre o quattro volte al di per i primi tl"e o quattro giorni della malatlia. F. H. BARESOT. - n g&llonolo nella paorlatd. - ,Brit. J1ed. Journ.., 15 setlembre 1 9\ e Licerpool Jfed. Ch, ,.. Jou.rn., luglio IR9i).

Bar·endl riferii ce i suo• espc.>rimenli falLi col gallou'>lo nel lralt.ameoto della ps~>rtasi. Gli ammalati furono o bambini o giuvani ed in tutti la malattia era di media mtensita cioè le efflorescenze non et·ano confluenti ma del tipo guttato quantunque occupasser·o lulla la superficie del corpo. ltl niuno dei casi si ebbero etlelli sptacevoli sia generali sia !orali. Di norma egli usò come ecctpiente la sugna benzoata e "i fece scioglier·e a caldo il medicamento pr·ima nella proporzione del 2 p. lOOe poi del12 1/ , p. 100. ::\elle singole placche psoria!licbe i· meglio far uso della lraumalicioa della farmacopea tannica · 11 cloroformio s1 evapora e rimane una peli di guttaperca contenente iljitallonolo a contatto dell'eruzione. La durata media dt:l Lraltamenlo fu di sei settimane ed eseo non fu coadiuvato da alcun medicamento uMto internamente. Il procedimento seguito da Barendt è il seguente : sapoue verde la nolle in sostanza: se l'eruzione è al capo o alla laccia con lo spirito saponalo alcalino di Hebra col quale •• strofina11o le parti per cinque minuti mediante un pPzzo dt flanella : queste vengono in ~eguito lavate con acqua calda ed asciugate. Se le squame ~ono mollo spesse, si usa la polassa caustica all'ora della visita e per la nolte :;i ordina il sapone verde. Il giorno seguente si da un bagno ~a ldo e dopo due ::: tre notti dt unzioni di sapone e due o tre bagni caldi le squame ordinariamente cadono. Ciò avvenuto, le elllorescenze sono unte ogni notte colla pomata al gallonolo: ogni quar to giorno si prescr ivè un , bagno cahlo. Se


DI lERAPW fiCA

rammalalo accusa molestie, il che raramente 8\'Viene, le parti ven,:ono spolverate con talco, OS"-ido di zinco e amido 8 parti eguali. Scomparsa rerutaone c:i sospende l'm•o del ~allonolo e si rn usare invece una pomata al 2 oJo dì acido salicilico e di (\nafl«•lo 8 causa delle loro propri~là anlisettiche ed antiparassitarie. A rruesto punto s1 ordina l'arsenico per lP sue note ''ìrtù e lo si fa cooliouare per un certo tempo.

RIVIST.\ DI TEC~lCA t: SERYiliU M[DICU MILITARE E. FoRGUF. - Bull'&DU.epsl. ohtrurgica nelle tormuiolll sanitarie 4ell'&vveD1re. - (Archiues de Médecine et de Pharm.~ie militaire$, !:\. 5, 189-i).

In ~uerra nor. è possibile th seguirè le regole esatte della medicazione chirurgica antisettica. Molto diver!'a è la chirurgia del campo di battaglia da qtaella calma e Lranquilla delle cliniche universita1•ie e degli ospedali. Ai medici militari occorrerà spesso di provvedere alle difficrli ed imprevidìbili circostanze della tolta, non solo con risolutezza e r~rmezza, ma anche con intelligente iniziativa d' improVTisaztOne. Sebbene non sra possibile al:-segoare norme direttive per lulle le circostanze di guerra, pure gioverà accennarle e riunirle in rorma di guida. l. Servizio di reggimento. - 1• Dalla linea di battaglia: al posto d i soci'Orso. § l. Il .ferito clece essere al piti.. presto raccolto e trasportato: il trl1$porio prectda la medicatura. - Auree sono le espressioni del Percy " Non si riptllePe mai abbastanza: il .. primo soccorso e la prima consolazione che de,·e ricevere • un ferito è di esser e sollevato prontamente e comoda-


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RlnSTA Dl TEC~JCA

• mente. • Spetta ai portaferiti in generale il compito raccogliere i feriti, ai medici quello di medtcal'li o di dirigerne la medicat.ione. La prima medicalura determina la sorte del malato e da. cide del decorso della ferita (\'olkm&nn). Ammesso pure che sul campo di battaglia possa giungere materiale da me. dicaziono antisettico, manchera l'allt•a indicazione maggiore: rast psi delle mani. l portaferih riusciranno diffieilmente 11d avere mani antiseltiche e se anche vi riuscissero non potrebbero conservarle tali sul campo di ballagli&, ove non 6 possibile disinfettarle per mancanza di acqua e di lt!mpo. 1.e gravi lesiont d'arma da fuoco, come fratture comminute, feri te per iscoppio di gro3si proiettili, lesioni del ventre o del torace, possono essere mqumals o peggiorate dai por'laferili. Questi devono limitarsi a trasportare rapidamente i fertti gravi ai poc;ti di medicazione, fermando all'occorrenza le membr8 con mezzi semplici e ricuoprend•) le ferile con compresse al sublimalo, senza palpa menti od esplorazioni di sorta. § II. Condotta da tenere in easi di emort>agia graoe. l proietllli moderni di piccolo calibro e di grande velocita cagionano con le ferite frequenti t>mor·ragie. E' necessa!iO quindi insegnare ai pot•taferiti di frenare le emorragie s-enza inquinare le ferite. Compilo arduo, che richiede ~rande esercizio, specialmente per la necessita di ottenere l' emos lasia con mezzi e con istrumenti sterilizzati direttamente sul campo, se dovranno esse•·e in con tatto delle ferite. ~ III. Ferite leggere e medicature semplèci. Il portaferito potrebbe riuscire a medicare bene ferite semplic~ come qoelle a setone delle parti molli, colpi di sciabola superficiali, ferite senza gra\'ila di armi bianche, ma cost tacendo perderebbe un tempo prezioso a danno certo dei ferili gravi. § I V. Casi in. eui il trasporto immediato è impo&~ibile. ­ Le grandi manovre non ci danno ueppnre una pallida idea di quello che avverra in guerra, ove spesso ai portaferiti non sarà possibile di cont10uare il trasporto dei ferili, pereht piu o meno esposti al fuoco nemico. In queste circostanze,


E SEII\'IZIO MEDICO lJILITARE

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cercalo un riparo. p1lranno i portareriti con l'aiuto di acqua b,Uente. che i> facile a vere, eseguire la prima me.licatura con materiale 8terile od antisettico. 2• A l posto di soccorso -§I. Dispcsizioni qenerali.- Secondo il regolameut<> francese i po li di soccorso devono ~"ere a r rea tOOO mdri dalla lmt-a di fuoco, a 2:200 metrt circa dell'artiglieria nemica. QuPsti posti di soccoreo non devono essere mollo mobili, nò scelti con pr6<'ipitazione per oon perder tempo prezioso e percbè la mobilità non è compatibile con la medtcatura antisettica. Io sul principro sarà più prudente usare il pa cchetto di medica7.ione del soldato eo il materhtle dei port.aferili, anziché il materiale proprio del posto di soccorso. Di capitale importanza è un a!tro precetto, cioè che il medico capo abbia la direzione sur rema del personale e di'l materiale del regg1mento. § Il. Funzionamento del posto di soccorso. - Scelto il po:.to di soccorso a distanza regolamentare ed a r iparo dal fuoco diretto dal nemico. il me,lico capo ordina che sia posto in ordine il materiale c provvede che l'acqua non facCia difelt<'. A tal uopo, ollr·e quella ~he porta seco, inYia militare idoneo in esp!or·az1one per altre provviste successive di essa. a) Allestimento di un fornello di campagna; sua utilità pel' l'asepsi del materiale. - Di grande necessità è l'arqua cal.la, per c•tlenere la qu(lle, i militari costruiranno tre o 1uallro fornelli da campagna e porteranno 10 ciascuna ,·ettura di battaglione una piccola provvista di legna e di rami secchi. L'acqua riscalc.lata sino alla ebollizione in una o in due grandi marmitte., servirà: 1• al neUamento delle mani e della regione intorno alla feriU!; ::• ulla preparazione dei tamponi: 3• alla prepat·nz one dei liquidi anti~ellici; ~· olia irrigazione delle ferite inquinate. Con l'aggiunta di un pugno di sale per litro, dopo un quarto d'ora di ebollizione, l'acqua diventa c;terile, mentre con l'acqua comune occorl·e mezz'ora per ottenere lo 8tes;oo risultato. In u•a'altra marmitta si fAranno bollire una ventina di grandi compresse di tela, che set·viranno per vari usi chir·urgici:


J398

RIVJST\ DI TEC~lfl

U na gamella da campo SCI'\'iril. per far bollire i ll~r,1 di ovatta, che occorrouo in gran numero, i fili da s utura i tubi da fo~natura. Un coperchio di marmitta da s ervirà per ister ilizzarc gl' istrumenti m etallici nella soluzione sodica. b) 1\ie~Pssita di un esatto riparto delle altrèb~ioni. _ Ogni individuo deve e~sere addetto ad un servizio speciale· sono necessari inoltre il silenzio e la calma. Con tali nonne• l'allestimento sara simultaneo. senza confusione e !lenza per dita di tempo. c) Improooiset~ion.e di uM taoolu di mediccuione o pe,. chir u rgia urgente. - Se esi~le un fos50, si collocherà Ja bart>lla su1 due margini, o sopr>a uno di essi e discendendo l'operatore nella escavazione esegui1•à piu comodamente ~ med icawra dei feriti. Oppure si farà pr eparare sopra Ull r ilievo di terreno, con pochi colpi di zappa e di altri uten ... sili una specie di tavolo improvvisalo per adattllrvi nna barella in mlldo, che q11esta con le:~ estremità anteriori lro-q a ppoggio nei grarhni incavat.: nella parte del terreo,, gliula perpendicolarmente e con le estremità posteriori ne1ua:• escavazione di due rami a rorcells, conficcati in parte suolo. Sarà anche più utile di •mirtl alla vettura reggi tale no ad~Uo sostegno metallico per teoe1'e sollevata barella. d) Classijicazione del materiale. Sopra una sollevata fra due ceste, ~ar~nno ordinatamente disposti gli utensili con gli occorrenti materiali ed i liquidi da medicazione.. l:ì Il I. - Aup$i del chirurgo e dei suoi aiuti. - Reeipjenti semplici, ad esempio gamelle gr·andi da campo servivano ver contenere acqua e liquidi antisettici pel nellamento ddle mani e per la. disinfezione di esse, secondo le regole chirurgiche Basterà solo in questa circosf.bnza l'insaponala caloia con s uccessive lavatu1·e con a cqua pura e con $0luzioni ei sublimato o meglio di acido fenico. § I\'. Asepsi del materiale. - Con l'acqua contemporanemenle in alcuni r ecipienti da campo in marmitte e gamelle, si dis1nretteranno i vari mater iali ed i vsri oggelli di medicazione.


E SERYllll) li:EDICO lfl Lll ARR

compresse e tamponi. - Il materiale anti<>Pitico al subiimalo potrà essere aJoperalo senza altra <,:lerilizzazione. mentre le compr etise di tela, l'ovatta comune saronno re!';e asettiche. Jstt•umenti.- Tn casi urgenti saranno sterilizzati con la fiamma ad alcool. Se il tempo lo consente si sottopongono gri"lrumenli all'o:bollizione nell'acqua alcalizzata con l per iOO di carhonato di soùio. Se gristrumenti hanno manico di legno. bi"ogna ~>tropic­ ciar e le lame tenute nettissime, con compresse imbevute d i :;oluzione fortP d• acid o feni co e ricuoprire il manico con garza asettica. V. Ftcn~wnam.ento chirurgico del po;slo. - Ordine, calma ed esalta ripartizione clel lavoro sono le condizioni neces<~orie pe re~olare funzionamento del posto. a) Ferite leggere. P otranno disìmpegnar·e il servizio relativo inrermieri e musie~~nti in una, due ed in alc11n~ circo<>tanze aoch~ in lre squadre. ù) Fratture Sl'n;-a complica~ione.- Una o tlue squAdre medtcheranno con occl uc;~ooe a ntisettica quec;te ferite c;otto la Jirl'Zion~> •li un medico ausiliario o di un aiutante di sanità. Rare saranno le la''dture antisettiche, perché il sansrue delremorrttgia COslìluisce la mÌ!?Iior diresa dell'organi~mo. La roedicatur-a asciutta con iodoformin e materiale asellico corri~ponderà meglto oli O:!ni a ltra . e) Opera-sioni u.rgen.ti. - Per le operaz:•)ni occorrerà un mediC11, tre aiuti e un portAferiti. Bisogna però tener pre;:enw che quest.a chi rurgia di prima linea deve avere per ~copn ('riucipale di por re in {!Nrdo i fe riti di rat/fJÙLn!Jere solleeicamente rambulan;a. Le lesioni piu comuni per questo gruppo saranno le fra~ture comminute gravi con grandi 1erite od emorragia. P O"":biJmente le emorragie saranno fr·enale con legature a regola d'arte e, se.cic\ non sarà possibile, si farà r ic >rso alle compres~>ioni temporanee direlte e J mdi r ei Le. Cauti devono essere i risconlrt di rerite in cavità importanti. Alle amputazioni primarie si. r inunzierà, a meno che non lo imponga la natura della lesaone. P·~r meùicalura conviene quells asciutta e quando sarà

s


H OO

RJVISTA Dr T.EC~IC.\

possib1le e necessario. si netterà ~ d1::-iniettera COD solUZioni antisettiche la ferita. ~1edicalure asciutte; medicature rare. Il. All' ambulanza - ~ I. Disposizioni generali. L' am. bulanza presenta condizioni faYorevoli per un· antis+>psi regolure e completa e per op~>razioni cbirur·gicbe ili uua certa Importanza. La sede regolamentare dell'ambula!lza e n 1800 metri c1rca dalla linea del fuoco e a 3000 me tri t:WI'arliglieria nemica. ma in dale c1rcostanze può anche essere pC'Ista mollo più innanzi. § II. Fun.;ionamento dell'ambufan.;a. - Possono presenlnt"Si due circo~Slanze diver:e, le quali trovano riscontru in due disuguali comod1 tà ùi or gani:czazione. a) Utili.un:ione dei .focolari efttstenti od improorilla:ifJne dei fornelli. Prima ipotesi. - SP. può di~por~i di una casa in muratura, allora il compilo del chirurgo (asepsi completa per ebollizione òP! materiale ch1rur:nco ecc.}, di verrà piU semplice e p1i1 facil.-. Seconda ipotesi. - Se invece l'ambulanza ::;i dovra portare in prima ltnea, t~llora le condizioni rlell'ambulenzn sa ranno poco dive rse ùa quelle dei posti di soccorso. ad accezìl)ne del materìalt>, che sar à in maggiore abbonda nza. b) Proco;sta di neqna. E necessario dr iarM possibili p1·ovvisle abbondanti sol luogo, perch1' l'acqua è necessal'ie per ,·ari usi. c) TarOll da oper a::ion• e da medieature. - Per la\'olo d'operazione ser·virl;i qu.-llo regolarnenlare: tanlo per oper·azioni che per me.:licazioni :::.erviranno bene ta,·ole comuni di legno e in mancau7.a di queste, ba relle sorrelle cou mezzi improvvisati. d) Forma:ione tli gruppi e ripa r ti::tOne del materia/•·. - Il medico capo di\'iderà il suo persona le tec nico io trtl gruppi. Il primo si occupera del ricevimento, della ~t'ella di fùriti e delle rnejic11ture semplici; il secondo, delle opera~~oni chirurg1che d'urgenza imml!diala; il t.er-to, di medicalure com plicale con l'applicazione dei necessari a pparecchi d'ull· mobilitazione. An lise}li completa sar a scrupolosamente mesM iu pratic~:; per lemaru, pel m alerialech•rurgico di ogm E<pecie, 1er tutti gli o~getti a i mezzi di medicazione.


E St:nnDO lLEDICO \flLIHRI!

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~ Ili Asep~i del chirurgo e dei .woi ainti Ve~li complete od incomplele nettissime, asep!ti delle man1 dea chirUI'f{Ì sono condi~ioni assolute pel buon andamento del lavoro. § IV. A....epsi del materiale. - a) Recipienti. - Tul~i i recipienti saranno sterilizzati in modo semplice e sicuro con fiamma ad alcool. b) Istrumenii. - Se t'Ono f01·biti, ù facilo di renderli a~elti r1.

importanza clel loro ncttamen.to meccanico. - Senza nettezzamassimadegrislrumentichirurgici non è pos~ibile alcuna sicura asepsi. Alla nettezza succeJerA la la val~.:ra co:>. alcool e 1 1l bagno per alcuna minuli nella soluzione sodica. F amma. - Per rose di poea importanza gl' istrumenti pnlranno es<~ertl sterdiz.:ali diJ·ettamente con la Ramma ad alciJOI per pochi istanti, avendo cura che l'acriaio non perda il ~uo splendore. Bollitura nelle liseioie alcaline, - Cou l'ebollizione degli h·trumenli cbirua·gici nelle soluzioni d1 cdrbonalo d1 sodio all'l per 100 per dieci minuti si ollieue una sterilizzazione completa. Jnv..:ce del carbonalo di 8odio si potra nncbe usare il borato di S(ltlio, od il li!Juido di liscivia di •!eoere di legna. c) Compre11se-spugne. - Le compresse di garza di varia forma, volume e grandeua sono da preferire alle spugne dt assai difficile sterilizzazione. Le compresse divengono t>terili f~tc<>nJole bollire nell'acqua per mezz'or-a o•l un'ora. d) Tamponi di oratta. - L'ovatta chiusa entro una comp1'6'5S8 a forma di tampone, sarà resa asettica con la ebol· liziooe. e) Comp resse di iela. - Le compresse di tela di diversa t!randazza, saranno pure rt:ISe asettiche con la ebollizione. Pet• la ster·ilizzazione degl'istrumenti chirurgici e del materiale li medicazione serve bene per le ambulanze e per p:li ospedali rla campo l'appa recchio di Schimmelbusch moditì~to dall'autore. f) Fili di seta. - l fili di seta, avvolti in un oaspo, diverranno sterili dopo trenta minuti di ebollizione e si svolg•'ranno dal naspo di muno io mano che sen·iranno.


H-03

RIVISTA Ol TECNICA

~) Crini e fili metallici. - Tant.o i crini, quanto di argento saranno r~i sterili con la ebollizione. h) Cacuut. - È difficile di ott.enerne l'asepsi in guerra ed è meglio perciò sostituir lo coi crini e fili mel.allici. i) Tubi ·a fognatu t>a, sonde e Ja~re per l'emostasia. _ Si renderanno sterili con la ebollizione, ma 1e sonde di gomma si guastano presto con la ebollizione. j) Soslan;e antisettiche. - lodofoi"miO, acido fenico e sublimato sono i tre antisettici, che bastano per la ehirur~ia di guerra. § V. F un:ionamen.to chirurgico deU'ambulan;a. - a) SU4 organ.i:o:oa::ione. - È necP.ssario che tanto le prime operazioni, assolutamente necessarie all'ambulanza, quanto quéUe succeséve sieno eseguite con ordine e saggia circospezione senza inquinamenti di sorta. L'inl~rvento operat~rio è tongiunto all'esame: ::rli sbrigliameoti, le asportazioni di schegge costituiscono già un intervento e sarebbe dannoso interrompere il lavor·o per farlo continuare da un altro. Ciò aumenterebbe le sorgenti d'infezione (Demmler). L'autore è invet',e di avviso cbe la divisione d-el lavoro sia guarentigia del suo buon esegui mento. b) 1\t!edicature semplici. - Come ai po~ti di soccorl'o, occlusione semplice con medicatura ovatlata al iodoformio. c) Nettamento della regione ferita. - La lavatura e la disinfezione delle regioni vicine a quella ferita pt)trà eseguirsi con le stesse norme delle cliniche chirurgiche, avendo pure cura di cuoprire la ferita con una adatta. compressa sterile. d) Regolari;.za.ione antisettica de' focolai di frattura. - Qui saranno indicati gli assennJti sbrigliamenti per espio· rard esalta.roenle una frattura comminuta per una regolarizzazione antisettica dei rocolai di frattu-ra, per togliere le anfraLtuosHO., per ridurre frammenti. Non si estrarranno in generale che i framm enti del .tutto privi di per·ioslio. Le ferile profonde saranno costantemente esplorate e lavat~ con soluzioni antisettiche. 'elle fratture comminute, ben medicate e disinfettate, il processo di J'lparazione sarà .genet·ttlmente attivo e polente.


E SEHV!ZIO MEDICO N. ll.lTAIIE

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e) Antisepsi d'1lle .ferite articolari. - Le ferite articolari. '"'plorate e medicate cautamente. saranno mollo ben<> intluenzale dalranlisepsi primaria e dalla succe~siv:1 fas<'iatura ocrlul"iva. · f ) F;moslasia. - Le emostasie temporanee del posto di !?O:cor"o sarar:no possibilmente can~iale in clefiniliçe operando d rettamente sui ,·asi o:anguigni. ~) Traclteocomia. - Nelle ferile della laring..- la tracheotomie sarà un'operazione saggiamente pre,·entiva, talora ur~ente. La tra !heot..omia di prer:iden::a nei ferili da tra:-porlare, soprattutto quando manife:-lano dispnea prngressiva, ha grande valori~. . u) A lire ope!azion.i nraenli. - Polra E-ssere ur:!Pntc, sotto rantisepsi. inlt•odurre una sonda nella v~cìca per evitare rinfìllr-az.ione di urine in CS!'<i di ferila urdrale; di curire una ferita clelia vescica; di clliudere una ferila del venlre. e di cucire un'ansa intestinale; rli t•egulerizzare una ferita del cranio con schegge, di c:olle"are un f&·ammento infos;oat-.. di frenare un·emorrag:a delrar·teria menin::rea meJi8 ecc. Le operazioni ~ravi :iella le'>la e del ,·entre non possono essere eseguite all'ambulanza. 111. Ospedale da campo. § I. Orga.,niz.;azione dell'ar.lì$epst. - Si eseguirti. rantisepsi cùme all'ambulanze. Il servizro c:arà organizzato pure come all'ambulanza per lutto ciò che si riferisce alle medicalut'e, all'a~epsi e aJrantisepsi. § Il. Fun;ionamento chira r~ico dell'ospedale rla campo. - Giunto un convoglio dì ferili, si fa f..o<:to una scelta <li essi, secondo rurge~aza e il molo di soccorso che reclamano. Le squadt·e addette alle medicalure r111novano gli a[>parecchi Allraver~ti dal sangue. quP.IIi cbe pt•ocurano sofferenze o che sembrano lroppo ;:trelli. quelli che si sono sposlalt e che non chiudono p1ù completamenl.e Ja ferita. Le ferile infe tte o sospette saranno disinfdlal~ e meJicate secondo le vorie indicazioni chirurgiche che presenteranno. Qui poLranno trovare applicazione rirri::raztone continua. il bagno cai.Jo an&isetlic.o, la nebulizz:azione continua per le disinft!ztoni di alcune ferite, ~pecielmente del perineo, del collo e della lesta.


l .\.04. RIVISTA Dl TeCN1CA & SRRYIZIO lf&DlC.O MfLITARE Saranno riveduti ed occorrendo sostituiti gli apparecchi d'immobiliuazione posti al1'ambulanza. Saranno all'occorrenza e~eguite sequesll'olomie secondarie, operazioni economiche, resezioni parziali, disinfezioni prolungate di fratture diafisarie e articolari. L'antisepsi, che rit.arJa, attenua e sopprime spesso le complicazioni· inl'eriori, gioverà a con~ervare feriti e ferite, per più lungo tempo che nnora neL periodo di aspettazione. ~on si può dare norma esatta sulla chir:.Jrgia del cranio e ,Jei •isceri all'ospedale da campo. Ciò dipenderà dalle circostanze e dagli uomini.

c. s..

VARIETÀ

ANUREW \VrLSON. -

La 0&111& determin&Dte del 181110.

- (The Lancet).

In una pubblicazione pr·eceùente l'A. aveva annunzialo la !'>Ua teor·ia della determinazione del !.'esso secondo la maturazione dell'uovo al momento del concepimento, stabilendo che l'uovo fecondato premestrualmeote, essendo più valido e vitale, dà sviluppo al sesso maschile. mer.Lre quello fecondato ùopo la mestruazione, avendo perduto alquanto della sua vitalità dà origine alla femioa. Questa teoria trova riscooteo nel fallo elle meoLre negl'in· vertebl'ali e nei vertebr&Li d'infimo ordine La femina è più forle, nei mammiferi è piu grosso il maschio, quindi occorre un uovo piu vigoroso al quadrupede per il concepimento di un maschio che per quello di una remioa.


li-05 Noi non conosciamo la parte che compie l'elemento maschile nella fecondazione, solo ~appiamo che esso è tanto n~ce>'s:-!rio quanto l'uovo stesso; ma ciò che si può sostenere con l'appoggio dei falLi, è che data la fecondazione, quella chE:' decide il sesso del risultante embrione è la nutrizione e la ''ilalilà da parte dell'uovo. l due se~si si svol!!01111 da un tipo comune, l'embrione segue il suo sviluppo ~r un certo tempo, q11inc.li devia verso il sesso maschile o fe.mminile. L'impul.so a questa deviazione è dalo, secondo l'autore, fin dall'inizio dell'esistenza allo slapio d'uovo fecondulo. Più rilat·da il compimento dopo tl distacco dell'uovo tiall'ovaio, più facilmente lo S\•iluppo di quest'uovo devia vet'SO il ·sesso femminile e vice,·ersa. L'ermafroditismo sarebbe il prodotto d'una fecondazione che si avvera in un'epoca di mezzo fra il periodo premestruale ed il postmestruale, quando l'uovo lr>ovando:;i in uno stato di equilibrio, tendea svilupparsi verso il tipo comune o doppio dell'ot•ganismo. tieoege Abbol riferisce nel M edieal Reeord del febbraio 1893 d· avere assistito aJ· parlo d'una donna maritata appena da nove mesi, subito dopo il periodo mestruale; questa donna partorì una bambina. Un anno dopo la signora del doUor Abbot a ~sislò alle nozze di una signorina che era uscila appena dal periodo mestruale, e dopo nove mesi ne nacque una bambina. In 40 anni di pratica lo stesso dottore ha potuto rilevare molti falli, se non cosi distinti, indicanti però la facilHà d'una concezione maschile nel perio.io premeslruale. Nello stesso giornale dell'agosto 1893 il dottor Carney scrive che esaminando una ragazza, apprese essere appena ce~;;sato in essa il periodo mestruale. La ragazza andò sposa il giot•no seguente, e nove mesi dopo partorì una bambina. Il D. Kovv ha raccoUo eJ inviato all'autore una memoria comprendente diciotto casi, nei quali dopo matrimoni solen· nizzati in periodi premestruali venne alla luce un maschio, e viceversa, e l'autore raMomanda ai pratici la soluzione di questo dift1cile argomento non privo di valore nella questione sociale, potendo ~olo la clinica osservazione rare accogliere o rigettare la sua leoria. VA.ill&TÀ


H06

VARIETÀ

GU stucll me41ot In China. - (Brit. _'vfed. Jcntrn., 15 "'ett.embra 1894).

Ora che la guerra tra la China e H Gtappone ha richia mato l'attenzione di tutto il mondo su tutti gli ordinamenti di 4ueste nazioni, le seguenli notizie sugli sforzi del gover no cinese per intro lurre la medicina europea non saranno I•r ive d'interesse. Tra le prove che il vtct>rè Li Hung Chang ba dato del s uo spirito illuminato e veramente liberale, non piccola e $lata l'erezione dì un collegio medico a Tieutsin. Il vicerè stes...«o é il presidente dE'l collegio e i vicepre!;iùenli ne sono Sheog Taolai, Lin Taotai, Loh Feng Lvb Taotai e Mr. A. 11"\\·in, membro Jella soc. chir. d'Irlanda. Gli ultimi due ~no anche i direttori del collegio, coadiuvati dal dott.. Li Leuo Fai, direttore assistente. Scopo del collegio è di propugnat·e nell'impero cinese le C!'gnizioni della medicina e chirurgia occidentale nel mi~lior modo possibile, il quale çonsiste ~econdo le persone più competenti nell'istruir e al,'europea dei giovani cinesi. Per questo scopo il chirurgo capitano F. S. Heusoon F. R. C. S. l. dell'esercito inglese é stato nominato quest'anno proressort-: è coadiuvato da tre istruttori chinesi dott. Kin, dott. Chow e Mr. Li. \ Uno studer~le prima di entr:a t·e nel collegio deve subire un esame di cultura generale. Il cor.so medico dura quattro anni ed ogni anno si subiscono gli esami delle malerte inSPgnate. Ogni anno di studio comprende due sessioni - au• tunno e primavera. Gli studenti sono obbligati ad assistere a lmeno ai due terzi delle lezioni cbe si danno. Nel 1° anno si sl.udill anatomia pratica, chimica teorica, lisiologia e botanica. Nel ~ anno lo studente è obbligato a frequen tare un os pedu!e e a studiare nel collegio anatomia, tìsiologia,istologia , materia m. dica, cbimica pratica e chirurgia ~el 3<> anno r..ontinua la frequenza dell'ospeJale come pure lo studio dell'analomiJy fisiologia e chir urgia; vi si a ggiunge quello della medit!ina e dell'arte di ricattare. Nel 4• anno la fre'luenza dell' ospe-


VAIU.ITÀ

HOi

dale obbliga all' osser,·azione quotidiana di ammalati di roorh1 mretlivi ed allo st11Jio del trattamento delle malattie degli ct~·chi e dell'orecf'hio, sulle quali l'li fanno delle leziow sistematicfle nel collegio. L' ostetric1a, le malattie delle Jonnè e de1 bambini e l'igiene formano oggetto di speciale studio Si continuano nel 4• anno le t.:zioui di medicina e di chirul'gia. 1 loeuli ùestmati al collegio sono corrispondenti allo scopò. Altualtrlente e.o::so accoglie venti studenh. "celti tra i gio\'&ni d1 Shanghai. i quali hanno per qualche tempo studiato l'insrle .. e.

RIVISTA BIBLlOGHAFICA Compendio di patologia apeclale medio& e terr.plr.. - Napoli, V. Pasquale editore. L. 10.

DoR:-IIlLvTII' -

~es!'un lusso di erudizione, nessuno sciupio di parole, di digressioni e di Leol'ie, ma fatti molti e chiaramente esposti sono i pregi p1'iocipali di questo compendio, in cui tro\'asi conden ..alO quanto di semejolica, di patologia e terapia speciale medica l' strettame nte necessario nella pratica. Non ~i potrebbe consigliare allo student~ guida più ulilt1 e più sicura pe!' orizzoot~rsi nel mare magnum delle scienze mediche e per fissare le cognizioni r1chiesle negli esami, ed 11 professionista vi troverà aocors, con risparmio di studi e faLiche, una sintesi limpidissima delle nozioni fondamentali indispensabili per riconoscere e curare ogni singola malattia. Accurata la traduzione e nitida la stampa, come del resto non poteva essere differentemente visto che la pubblicazione viene da una Casa Editrice di iocontestabile notorietà.

R.


RlflSIA BlBLlOGJL-U'lCA

TttberkUlose uud marlne. - Von Dr FELICE SANTI:-o-r. _ Vienna i894, (estratto dal Militarar•t, o. 18·20, 189i).

E un riassunto della comunicazione presentata dall'autore al Congresso medico internazionale di Roma (XlV Sezione), L'autore si occupa prima dei mezzi con cui si può e si deve impedire ai tubercolosi di entrare nelle file dei marinai a contaminare i sani e ad aggravare essi stes.si il loro stato. Dà all'uopo consigli pratici circa le · cautele da adoperal'S( nel reclutamento dei marinai e nell"esame r igorooo, faUo a frequenti periodi, di tutta la truppa gtà solto le armi, affine di scuoprire coloro che dessero il menomo sospetlo di malattia Lubercolare, per quindi, a seconda dei casi, soUopor li tosto all'opportuna cura ovvero eliminarli al più presto dal· l'ambiente marinaresco. Nella seconda parte tratta delle cautele i!;{ieniche necessarie nei luoghi di cura per impedire la propagazione della tubercolosi. Entrare in ilettagli ci st· rebbe impossibile io questo cenno, essendo l'opuscolo st6$so efficacemente stringato. Siamo lieti di aver veduto l'impor· tante lavoro Os!Jilato in lfO autorevole giornale estero.

11 .Direttore

Dott. STEFANO lùGIS colonnello med.ieo ispeltot·e.

ll Collaboratore per la R.• Marina

n Redattore

D.• T Eoooruco RoSATI

D.• RIDOLFO LtVI

.II«Ueo di l& clG&u

Capilau ~.

~UTL~I FEDERICO, Gerence.


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R.I. E

OR.I.GI. N

A L I.

S OPRA UN CASO DI

DELIRIO ALCOOLICO E DI SETTIGOEMIA Lellnra ratla ulla eonft!rcnz:. :oeieutiOca del 4 llllrlle 4894 nello SJiC•1ate militare di l'adoYa d~l olott. Calore $ ioYanni . teoente Dledlco

Lo tenente del 7° re)o!gimento alpini, di pns~aggio per Pado' a. rico,erava all'ospedale io una serata fredda di no· vembre 1893 e precisamente il lv. alle or·e 19, condotto io carrozza da nn cameriere d'alùergo, perdu\ in due giorni eli permanenza avea f11 uo capire nn che ai pmfani essere s<Juilibratt• le so e fal'Oità mentali. Bel ~iora n e, aitante della per:>ona, di "tatura alla, in lodevole stato di nutrizione. sviluppava una parlantina inesaurbile nella oarrazrone dei suoa mali. confusa. incerta, con idee aberranti, male potendosi sceverare in que::to caotico racconto quantu era tla attribuirsi alln forma morbosa che l'alllr;~ev-a e quanto a •1uel fondo Ji nevrosismo acqui· sito. che p·u tardi potemmo con sicurezza rilevart>. Premettiamo rananmesi che rire,te nn tnLe1·esse alttssimo e che sar·a la I!Uida migliore per le po~lume corh;iderazioni. lodividno forte, robusti:'simo, beo nutrito. d'anni 36 :;enza precedenti gentilizi, contrasse a 2::? anni la sililide; d'allora ~!)


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OPllA UN CASO

cominciò una lunga serie di sofferenze estrinsecatesi con adeniti cervicali, a~cessi endouoecali, bubboni :suppurati agli inguini dall'84 all'87. A. suo dire, non fece una cura ordinata e regolare dell' infezione celtica . .Xel giugno scorso gli furono praticate due inci ioni per bubbone suppurato all'inguine destro, da allora mai completamente cicatrizzata. In questi giorni l'adenite inguioate destr-a, per l'uso violento e continuato di locomozione in bicicletta, riacutizzò cosi, da portare dolori acuti al paziente e dar luogo a copiosa essudazione purulenta. Fu per 6 volte a Salsomaggiore per la cura termale da!l'85 al 93. Condusse vita lahoriO:>issima e disordinata, ~ssendo urficiale nel corpo alpino dall'85 . Beve del vino in quo.ntita giornaliera superiore ai du litri quasi abilualmente ~ qualche bicchierino di forti licp:u>ri . Dal giorno ·15 del corrente mese avvertì malessere generale, brividi, anoressia, ce~lea gra,'ativa frontale, stipsi.. Esame obbiettivo : Ai taLi del collo e nelle regioni sottomascellari cicatrici irr~golari da operate enucleazioni ghiandolari; pupille regolari bene J·eagentì alla luce, congiuntive rnieltale. ila temperatura fehbrile (39) polsi frequenti ed irregolari compressibili e sfuggevoli (100 al minuto), respirazione regolare a tipo prevalentemente addominale, sobdelirio, IOt[uacitiJ. esuberante con facile scambio di idee e proteiformità di eloquio; lingua paniosa, arida, mucosr labiali asciu lt~; negativo l'esame agli organi del torace e dell'addome, perchè il f6gato non ..deborda, la milza è normale e sebbene accusi qualche borborigmb il ventre t> indolente e trattabile; orine scarse e torbide. Constatiamo


Dl DILIRI O ALCOOUCO E DI SETTJCOEMI.\.

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.all' 111 gui{}e destro un tumore ghiandolare linfatico. della >,rro~~ezza di un )'ugno, duro. dolente, non spo~Labile con due soluzioni sulla cute, della longhena di due centimetri ciascun~ . gementi pus fe tido. La ~el'él della sua acceuaziooe nell'ospedale respin~e la e 01 1ltcazione, il mallino successivo si lava. si disinfetta il rat'O asce~su·1 le e si medica opportunamente. ~ cl pomerig~w del 18 ha a,·uto r ipetuti conati di vomito e vomituraziooe di sostanze mucose e saliva. vomiti prean0011ziati da sali\'azione amara. Temperatura: manina 38,9, s· ra 3 ,2. Diario del 19: Le pupille rea~riscono pigramente alla luce, polsi deboli e frequenti. Persiste assoluta anoressia. anzi avversione al ci ho. Temperntura: mattina 38,5, sera 38. L:t medicazione non è mac.:hiata e non puzza. G10rno 20: ~otle inquieta e delirio continuo; ·i è strapp.na la medicazioni.' all'iU6Uine; la secrezione è fetentisSÌill3, il paziente ha delle allucinaz:iolli, vede immagini sacre, t.,.rgeui strani, le persone gli paiono colorate in giallo, o~tni tanto scor·Jle degli anirnali scendere dal soffitto della stanza e li s~>nt.e correre pel letto. y-aniloqu·o e delirio durante la visita mauinale. Temperatur.l 38,9 .Eo er~ica di~infez·one della cavita ascessuale con r.loruro di zinco, medicazione al sublimato. L'irrequiet~zza del paziente con:Jnua durante il ~!iomo e si ncceotua nel pomt?r'•tgio. Temperatura: 39. Due piantoni lo sorvegliano. ~ ella notte del 20 in preda al delirio. che si va caratterizzando come alcoolico, urlando e gesticolando contro nemici immaginari , J>lr ppa la medicazion~ e balzato dal letto. tenta ~etta rsi dalla finestra ripetute volte. ~ella lotta che comballe coi piantoni, i quali cercano trauenerlo rompe un vetro, un bicchiere ed altri oggetti; si ferisce alla fronte, alla testa, per·


cotendo violentemente il capo contro il muro; al e,1stale sinistro con una lesione di continuo lunga rt centimetri e profonda due, ferita questa inferta~i ~ 00 pezzo dr vetro. L'intervento del medico di guardia pone une alla tumultuosa scent.: ~li ,·iene applkata la camicia di forza . Il manino del :31 è portato in sala d'opérazioni in preda a ~·o Il asso. Ora è sulla natura di ~fue~lo delirio che si è affermata la doppia es'stenza di una ~etticemia ~raYe e dell'alcoolisme che corr-e-rano parallelamente. ~on ,-alse poi a dissuaderci dal ritenerlo tale la negaaa ahitudine all'ubbriachezza; informazione questa categoricamente a~sunLn. Se D(!i con:.ultiamo le classiche lezioni di Bilroth al '-Mtr-·,.!IM Lolo della seuiro-pioemia, egli accenna all_e forme der ma non parla mar di allucinazioni uè tampoco di periodi VIOlenti tli eccitazione consecutivi; è un delirio tifo,o. nooiiillli1l•~ stato dr torpore fisico ed intellettuale che dislin_r:ue nli aài~j;l malati preda di un proeesso d'avvelenamento uatterico ptomainico, fa eccezione il Bilroth per· la peritonile ~etlit.t. e la difterite che pOS$ODO acrompagnar"'-i ad esagitazione od acce~si maniaci. Se d'altra parte rammentiamo tialla nerropatologia l'ab· bo1.zo del tll'lirit(tll tremm.~, come splendidamente lo d~scri Ye il Mtibiu.-. non iocontr·eremo difficoltà ad ammellere che il deliriullt scoppia violentemente nel decorso di altre ma· lattie intercorrenti o dr ferite. Dice il 'Hibiu·: !!li ammalati sono affatto fuori di s~ e non conoscono nè il luogo, nè le persone: h11nno numerose illusioni dei sensi (numerosi animali grandi e piccoli, .ragui e insetti sulla cute. fuoco, nemici t~he incalzano, minaccia di mori«>) con predominio di visioni.


DI DELIRIO ALCOOLICO 8 Dl SETTICOE\JIA.

14.13

Alcuni giacciono tranq111llt sognando e a$!ilando silenzio· (carpologia); altri sono straordinariamente ~:;tali, an~osciati da spa \'entose allucinazioni e spinti ad alli di d1fesa pericolosi. Uopo io media unu settimtlila gli ammalati, fino allora iu~onni, cadono in sonno profondo e si s\egliano poi pa:>· 5:.b !mente lucidi. L'as~uozione quotidiana di forti tptantitit di vino l!ener••so. rome ;.'u~a nelle fredde Alpi. analornta da •·Itri alcoolici già ricordati nella storia porta direllamente nll'alr.oolismo: non c'è ne·sun clinico però che ne..(bi bastare il ~olo Yino per trascinare a que.;ta forma morbosa. \ulla manca di questo quadro tanto breve, ma cosi elo«Juente nel nostro ammalato, e notisi bene cbe questa espio· ~ ione tli furibondo delirio originava precisamerte dal fallo di volere difendersi eh oenùci immaginari ehe cercavano rineorrerlo. 11 no,tro .;onceuo ùia~nustico si compendia dunque così: sellicemia da adenite ~an~renosa io soggetto alcootista e sililnico. Fissata preventivamo:>nte la diasznosi. il procedimento logiro che ne scaturit"a era semplice: sopprimere il focolaio d'infezione e curare la profilassi degli accidenti . ~oo si usa cloroformio, non permettendolo lo stato del paziente. i procede all"atto operativo : lnci,;ione lunga dod1ci centimetri all'inguine d~stro a ~irat1, secondo l'asse del corpo; enucleazione delle masse gang-renose. delle ghiandole deJ!enerate aderenli ai muscoli dell'addome - raschiamento profondo di tulli i tessuti lino ad artivare sul sano - si mett9 così allo sc-operto il pieeolo obliquo dell'addome, etl il ponte di Poparzio: disinfezione eon cloruro di zinco all'8 p. l 00 - tampon:1ggio ~:unente le mani


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-.OPRA U:-t CASO

con garza nseltica . SuiUra con seta della feril1J. al costale ~oistro - medicazione delle contusioni muiLiple al terzo medio della gamba sinistra, alla regione parieto-temporale sinistr·a, al gomito destro - iniezione .sottocutanea di un milligrammo di stricninu. Se cruel delirio costituiva l'indice d'una setticoemia era da a~pellarsi cbe Lolla la causa, sparisse l'effetto e che col migliorar·e di questa dovesse parimenti auenuarsi: invece il delirio ba continuato incessantèmente, violento, seguito sempre da tentativi di lesioni personali, di offese agli astanti - fu giocoforza sottrarre il paziente e le persone di servizio al pericolo applicando a permanenza la camicia di forza e le balze ai piedi. 1L riordinarsi delle facolta mentali è pt·ocedu to lentameate e quantunque il tenente già fin dal 29 novembre si co~ servasse costantement~ apiretico, nuJiosLante nelle ore ~~t~,.; turoe persisteva immutata l'idea delirante, lauto cnel fermiere di guat·dia era costretto spessissimo a l'iordin il letto cbe egli scomponeva per immabinarii pel'icoU, cero' cando di àllontanare con gr·ida ed aLLi le figor·e minacciose che lo ci1·condavaoo, t-l"acate dal malato pensiero. Turbinavano in quel cervello le memorie delle Alpi tare, i fo rtilizi mercè sua eretti, i suoi soldati, i suoi amici; sogoavu auacchi, vittorie, sconfiLle e tutto questo allo stato di dormiveglia. Tali condizioni mitigaotisi progressivamente dorarono fi no alla (ioe di dicembre. Noi sappiamo che ad una malattia infelliva possono seguire delle follie acute, non -però alle infezrooi settiche, ed in snggetto afebbri le non seguita mai unto tempo tale subdelirio io cui dominavano il campo le illu$ÌOni dei sensi. Da q'ueste considerazioni brevement.e ~sposte e che noi facemmo a noi stessi, si potè trarre la ragionata con-


DI UEURIO AlCOOUCO K DI SETTICOE'llA

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se:.tuenza che il paziente era un alcoolista, e che la cronica intossicazione saldamente stabilitasi esplose con un accesso di delirio acuto. in occasione della insorta sellicemia; con,·iozione in noi radicata e che ci fu di guida nel trattamento i~eoico dell'ammalato. Al11uadro fenomenologico citHo non mancarono il vomito, nè le diarree colliqualive cou perdita involontaria di orine e feci - le urine albu· nunose e cariche di urati. Seguitiamo il resoconto clinico: Dopo tre giorni si medica e si r·iconosce che la ferita al torace s'è fatta )!angrenosa con ampio scollamento e sfacelo di tessuti molli, tale da mettere allo scoperto il costato nello "trato muscolare: pare\'a un'accurata preparazione anatomica, cbe permetLeva di osse1·vare le digitazioni del· l'obliquo dell'addome, tlel gran dentato. gli intercostali : scopertura dell'inserzione costale delle false costole con una rhìaz.za dì necrosi ampia quanto una moneta da cinque centesimi; la punta della l o• costola era interamente stac· cata dal bordo. Aperture, cootraperture, drenaggi, disinfezioni nl cloruro di zineo- si succedono a ~ioroi alterni : finalmente, doma l'infezione, possiamo con flducia guardare all'avv-enire. La cicat:-izzazione procede regolnt·e, il pniente si nutre. etl il 17 ~ennaio l'ampia c.wilà dell'inguine che ospitava un pugno è riparata con solida cicatrioo non presentante aderenze profonde, nf- ostacolante in modo alcuno i mo' imenti dell'arto. L' este~issima piaga rle! torace con notevole perdita di ~o~tanzn richiede naturalmente un tempo più lon6o per h riparazione: è necessario anche asportare col cuccbi:llo i fo,·olai necrolici : solo al principio di marzo trova"i ~a.n.llo anche il torace.


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SOPRA

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C,\.SO

Con la stes:a intensità ma con estensione minore il prn. cesso si ripete alla gamua sinistra ed al gomito destro : alla gamha basto l'ordinario trattamento coudiu\ato da generosa cootroapertura e fognatura di ~prza : e la lesione dcatrizzò il 20 di ~ennato. Cn lento ascesso :;'è poi formato alla testa, che si estendeva fin sono il temporale scollato in pnrte; provò disturhi nella ma ·ticaziooe e nel meccan~smo di chiusura delle palpebre. Anche ques.to pericoloso a 'ce,;so goari in j.!ennaio. L'arto superiore destro notevolmente atrofizzato nelle masse mu:.colari e deformato al gomito, presentava in della re~ione posteriormente un piaga fungosa, della superficie d'una moneta da cinque lire, con un focolaio di necrosi ossea nella por;~,ione olecranica per l'ampiezza d'nn t,mghta, t i belle a Lulle le cure: i.• d'uopo pensare aù un radicale trattamento. Si decise, con il consenso del paziente, di procedere a quell'atto operativo che In necessità a\'esse ina1t-'~lnl calo durante l'esplorazionè, non potuta praticare in anleccdenza per la squisita dolenzia nei mo•imenli, che erano pressocbo interamente aboliti. Il .13 !.!eonaio f89i- nelle ore antimeridiane, previa profonda cloronarcosi. si pratica l'inci::oiooe al:a Langenbeck e ,-i mette allo scoperto l'intero focolaio necrotico: constatato non interessare che delle lamelle ,;u.perliciali dell'olecrano, si scolla perifericamente il periostiu. si disLaccano coJin scnlpello delle lamelle ossee tino al tessuto sano, si raschiano i tessuti molli. le granulazioni fungose vegetanti perifericamente, si recentaoo i margini della piaga o ri~ri n a ria, . i sutura la incisione chirur~ica aLtra>ersante la piaga, meno il p1ccolo tratto della perdita di ·ostanza. Qtten:amo gua· rigione per primam, andamento regolare perfella mente asettico del focolaio osseo.


DI DEL. l RIO ALCOOLICO E Dl SKIDCOKlfl.\

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:\'ella prima meHt di Uarzo ricatrizzazione completa e ,oliJa ..\la~a~gio dell'articolazione e dei muscoli. ipotrofìci per il lungo non uso. &ce il 2~ dello stesso mese con ridonata completa la funzionalità del braccio. La cicatr1ce t·aggiata al torace è aderente in un punto solo al !tordo co3tale. nè ostacola menomamente i moviroen li respiratori. Quando fu licenziato ottime erano le condizioni general i, era ben nutrito, rtposa\ a tranquillo la notte, :n·eva memoria lucida, percezione vivace e pronta. La restitutio ad inte~rom della funzione mentale s'è onenuta lentamente, soltoponendo il paziente esclusivamente ad igienico trattamento: le' cure farmaceutiche forono solo di giovamento nel combattere l'insonnia, che ha durato lungameute.


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L'ASEPSI E L'ANTISEPSI NKLLA

C H I R URGIA DI GUE RRA

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del dolt P . lm.,riae•· lll.:lgltiore medico incaricalo dt>U'In..~oam"nlu •h traomatolo~ di guerra alla seunla d' appliea_z•ooe d• ll:lnita militare di . Firenze

La questione dell'asepsi e dell'antisepsi nella pratica charnrgica di guerra merita di richiamare tutta l'attenzione di coloro che si occupano di chirur)!in militare.- Infatti anche facendo astrazione dngli interessi amministrath·i ei economici che ,~j si raonodano, basta per mi,urarae l'importanza chirurgica ricordare il noto apoftegma di ~u.;sbanm e di 'Volkmann « la $Orte, aozi 1a ~ila di oa fer·ito sta nelle mani di chi lo medica la prima volta ». ~è manca di essere pure una questione, come suoi dirsi, di altoalità; dappoicbè, mentre nella pratica ordinaria non pochi chir urgi vnlenti, fra cui lo stesso Lister. malgrado i progressi del metodo asettico, non sanno peranco staccar·-. dall'antisepsi. nella chirur~ia di guerra s1 può recil>nmente affermare che \< lis tulhuc sub il«lic~ pendet »; e for·e non sarà possibile comporla definitiYamente .:'e noa in seJ!oito all'esperienza di una J!rande goefra. In ogni modo, parmi non inutile prendere io esame la questione per vedere se da Lnlo esame emergono delle conclusioni ~he possano servirei di norma nélla pratica.


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Al pari delle idee sull'inquinamento p•rtrido delle ferite per l'influenza dell'aria o delle i\OStanze .:terogeoee io l'ssa contenute, l'oso di rimedi antiseuici rimonta ad un tempo assai remoto. lppocrate, Celso. Galeno. i chiror~i del medio evo adoperarono -vino, aceto. balsami, resine nel trauamento delle sol uzioni di cominuo. Poscia furono iotrodonr. co.-i nella pratica civile come in quella lii guerra, l'alcool, il perm:Jnganalo di potassio, l'acido fenico. Ma l'u"o di agenti anti·euici. non fondato su principi ben deliniti, non era il metodo nnlisettico e non poteva dare risultati ''alevoli a favorirne ed assicur·arne la diffusione. Epperò questi rimedi adoperati empiricamente, senza norme tecnirhe fisse e senza conoscerne il valore e lo scopo cui dovevano mirare, rimasero per lo più come semplici teo · tativi non oltrepassa nti i confini della pratica di chi li 3\"evn fallÌ. Il metodo ~otisettico Yenoe piit tardi e precisamente dopo la dottrina scientifica dei germi, fondata come è nolo snlle l"i<.erche di Schulze, cll\~ann, Tyodall e soprattutto sulle celebri esperienze del Pasteur. Fu appunto in seguito a tali sludi che Lister concepì l'idea di tener lomtaoi dalla ferita gli eccitatori della sepsi e d'impedirne lo -;viluppo nell'organismo. - E~ii coordinò tutti i suoi sforzi n questo :;copo, ed rl risultato pratico fn la conferma della teoria della pulrefazione e nello stesso tempo la più splendida e la più benefica applicazione di essa. É noto come da 1aluni esperimenti fatti nei dintorni di Carlisle per la disinfenzione delle acque delle fogne, sia


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L ASEPSI E L'A..\"TISgPSI

:;t~ta richiamata l'attenzione dell'illustre chirur~o ~cozzese l'-ull'acido fenico. - Le prime prùve vennero f •tte nel 186i:> nell'ospedale di (~las~ow sopra sei casi di fratture aperte - Mn fn nel 1870 e più precisamente nel 1871 ( l) che la medicazione carbolica, per i perfezionamenti introdCIUiri e pe•· i ~uccessi ollenotine dal suo autore • assunse Yeramente la fisionomia ed i caratteri di un mehldo ~peciale di cura ch irur~ ica. È inutile ricordare che il metodo di Lister incontrò •prontamente il favore dei eh irorgi, ed i suoi meravigliosi tnonfi gl1 assicurarono una larga e rapida diffusione dapertutto. Ma sor·sero <"~nche hen presto le opposizioni: tecnica troppo complessa e costosa ; agente antisettico instabile, ir1·itnntc e tos:;ico; etlicacia non costan te. Epperò non tar· darono n comparire le modificazioni, e lo stesso Lister non cessò di studiare :~ILeriori perfezionamenti. Ed o~gi dopo l'adozione dell'iodoformio e sopratlutto del sublimato. che fece hen preo;to passare in serooda line,a il fenolo, del metodo listeriano tipico non rimane veramente che il glo· rioso ~d imperituro ricordo. enoochè. mentre il Lister è tenace delle proprie coo' iozioni sull'aoti~epsi ed al rongresso medico ioternazio· n:&le d1 Berlino comunica uuol'e ricerche e racromanda nuovi rimedi. un'altra tendenza si va da qualche anno io qua affermando: l'asep<:i si fa strada a fianco dell' antisepsi e contrasta a questa ogni giorno più il terreno. - 11 movimento era già preparato: poichè non per racido carbolico, per lo spray, per gli otto strati di garza. ma per la

(11 lE~vrtl rttmit• de J. l.t$T!:R. Trad. GUST.Ho BA.RGINOll, Pdris 188t.


N"ELLA. CHIRU RGIA Dl GU:iRRA

lUI

netlezza .:;cropolosa, per la diligente emostasia. per l'assiliquidi dell.t ferito, per l'e::.al ta riunione e per gli e\" itati insuJti di es:>a, si credette Ja molti che il nuovo metodo gio\"'asse, e ~peocer- Wells, Lawson-Tait, ~ euber ed ahri a\"'evaoo dato di ciò anche la prova clinica. P~rò il più valido ed efficace impulso è pnrt110 t·ealmente d Ila clinica di Bergmann, ed in grazia dei brillanti succes!'i i' 1 conseguiti dall'asepsi. questo metodo ~i è in breve dif· fuso in tutti i paesi. compreso il nostro, dove da 'ari anni molli dei più reputati c!inici lo adoperano ron felice risultato massime nelle ferite chirur~iche. Ilo \Oiuto premettere questi pochi cenni, ancbe a costo di ripetere cose a tulli note, pel' poter coordinare colla e\·oluzione storica~dell'antisepsi e dell'asepsi nella chirurgia onlioal'ia, i passi che esse hanno fatto nella chirurgia di guerra. ~.1rato deflusso dei

*** ~elrepoca della guena franco-germanica, sehl1ene il me· todo la Lister non fosse peranco noto in tutti i '001 particolari, tolla,·in dalle numerose pubblicazioni dell'autore (l) se ne sapeva già abbastanza, specie in Germania. per poterne apprezzare l'alto \'"alore. - Era naturale pe-rtanto eh~ i chir·urgi militari tedeschi non esitassero a profillaroe, pur contentando-i di un'applicazione imperfella e linlitata, nt>i soli ospedali. J huoni risullali otten oli io quella campagna~ soprallutlo i triooli ogni giorno più sorprendenti del metodo di Lister

I l) F. GRos,. - Il mtlotlo anli.$ellico tli L._<ltr - (Ciinira, conlrmp. /lat.

e 1trcm. cMrurgia).


nella pratica civile non potevano non richiamare EU di e~~ l'attenzione dei chirurgi militari, per studiarf' il modo di introdurlo largamente anche nella pratica di guerra, 11 problema si presentava in termini precisi: in qual modo i soldati caduti sul campo di bauaglia potrebbero f1·uire dei vanta~gi che tmgf,!ono òal metodo antisettico migliaia di feriti ne~li stabilimenti ordlnan di cura? Però le difficoltit dPJia solnziont: non erano pncbe nr lievi. e;;seodosi ben presto compresa la necessità non solo di praticare l'ami-epsi negli oc:pedali, ma di portarla attre:'i sino :~i posti di soccor"o piu 'ir.ini aUa linea di fuoco; poiche erasi fio d'allora veduto qualllo sia difficile rendere asettica una ferita già infetta. Ora l'attuazione del metodo tipico di Lister con tnlle le compl1cazioni e. le mi nutl'zze ond'era cirrondato, doveva per forza essere giud1cata poco meno che impossibile. nelle prime formazioni sanitarie d1 campngna. (( Chiunque ha assistito, scriveva il 'fac Cormac (l), al triste ~peLLacolo che tieo dietro ad un grande comùallimeoto, chiunque ba vi~to i po'"eri feriLi privi dei -.occorsi necessari, l'insurficienza degli aiuti, l'esiguo numero dei chirurgi, la mancanza di apparecchi al momento del bisogno, si formerà facilmente un'idea delle difficoltà che può incontrare la strella applicazione del metodo antisellico sul campo di balla~ lia >~ Longmore, Thiersch, E~rnarch, ~ussbaum, Fisciler. si espressero nello stesso senso. Eppure l'anlisepsi primaria venne praticata ni posti pii1 avanzati di cura e sul campo dt bauaglia, col più lnsin;(hiero succes"o! Al Bergmann ed al Re) ber spetta il me:-ito di ftl Mmu~l de chJrurgù a111tsephque. -

pag. i93.

Trad. de ranglni:;. Parh 1881,


NELLA CUIRURGlA Dl t'lUERRA

avere superato per i primi. nella ~oerra rosso·~orca, le ~randi difficoltà cbe vi si opponevano. Quando scoppiò questa ~uerra Esmarch aveva ~à stabilito il principio che. \tst.t l'impossibilità di praticare l'antisepsi col metodo rli Lt~ler nei luoghi di cura di prima linea, si dovesse ivi chiudere la ferita con un tampone nnttsettico, di cui egli ~te;;so a,·eva pres:entato un modello - Ebbene, Lnlloch~. come è noto, nella guerra del 18/8 le condizioni dello ssrombero dei feriti dalla linea del fuoco a~li ospednli dt campa~na ~ di ri~erl'a, fossero as·ai sfavorevoli, pure le ferite che sul campo di battaglia erano state o;clu,:e antt~etticamente. furono trovate ne~li ospedali o di già cteatmzate o bene nHiate a guari~ione. - Reyher nelle fert te articolari per arma da fuoco ebbe solo il 13% di decessi: invece quelle curate solo coll'antisepsi secondaria dettero una mortalitit del 6?%: e Dergmano su 15 ca~i di ferite gravi del ginocchio ottenne 1:; guarigioni, mentre prtma la mortalitit per tali lesioni in guerra sorpassan\ ti <J:)% (1). Non meno importanti effetti seguirono alla pralica antisellica pl'imaria nelle guerr& succes ·i ve, compresi i fatti d';'lt·me delle nostre truppe in Africa e l>ègnatamente quello dr Agordat, dopo il lJDale i nostri medici ebbero a curare l 18 feriti (2). SriTaui risultati al cui consej.,'Uimeoto contribuirono senza dubbio i perfezionamenti e le semplilicazioni dell& tecnica

llt ScBillli8LBGSCB - . lnltltung zut tUepti$cllm Wundbtllandlung. &rllo, Ili?~ p ~· fiS. (~ t.. GuTTABDJ.- Cenni sul runtaonameoto del ser.-ilio sanituiomilrtare per h cura del feriti nel combatlim~nto di Ag\lrd:.ll.- Gtvrnaltmedtco dfl

Il. Eurcilo e dtlla fl· Marina. 1894 - ptag. Uii.


e prin_cipalmente gl1 ,;todi di Esmarch, Bardeieben Be~ mano, Port, Longmore e di tanti a!tri per sp1an11re la Tia all'attuazione dell'antisepsi in guerra, hanno luminosa4 mente provato che, a preserrare dall'inquinamento le ferite da proiel11li, non è necessaria sol campo di battaglia ed ai primi posti di soccol'so una medicatura longa e complicata, ma basta la semplice occlusione antisettica. Sobordioatameote a questo principio si è cercato in tutti gli eserciti di migliorare l'allestimento del materiale, rra4 zionandolo in :.ruisa che - senza contare il pacchetto individuale da medicazione distribuito a tuui i combattenti- ne :,ieno largamente dotali e ne possano essere con facilita riforniti anco i reparti sanitari più a'fanzati; e probabilmente si verra all'adozione dei modelli di medicatura preparnti in pr~eedenza, giusta la proposta fatta dal Berg• mano al con~resso medico internazionale di Berli no e petuta daii'Hnbart a quello di Roma ed all'Ylll ron d'igiene e demogralia di Budapest. E cosi le difficoltà. che dnpprima si opponevano all'al· Luazione pral1ea dell"antisep,ì nelle singole formazioni sanitarie di campagna, possono dirst, se non totalmenttl~ 10 gran parte appianale.

)la oggi la questione è entrat·l in una ra~e nuova. dopo il credilo e la diffusione sempre maggiore che va assumendo il metodo aseuico nello pratica chirurgica ordinaria. Si cerca di vedere se anche nella chiror~ia di ~uerra non convenga anLE'porre l'asepsi all'antisepsi, od in altri termini, se all'attuale materiale di medi calura pre-


:'\ELLA CHIRURGIA DI t.Uf.l\RA

parato a base di sostanze chimiche microbicide, non sta meglio ~oslituire al materiale l'emplicemente stenlluato. La proposta d·introdurre !"asepsi nella chirurgia di guerra parti pure dal Bergmnnn. il quale nel summentovato congresso di Berlino del 1890, sostenne la convenienza di adottare per i bisogni della chirurgia di )!uerra oggetti di medicatura ~lHrilizzat i, perchè colla sterilizzazione si sarebbe ovunque in grado eli procurarsi buona medtcazioni anela(' cun un materiale non buono e si potrebhe agevolmen te ouenerc la uniformità internazio· naie a ragione o~gi desiderala eh molti nei sen·izi di 1• linea, non solo del materiale, ma anche della tecnica. ~ello stesso congresso allri pure si pronunciarono a favore dell'asepsi in guerra, e specialmente il Régnier, il quale, avendo adoperato nell'ospedale di ~an cy . sempre senza il menomo inconveniente, le filacciche sterilizzate in 80 gr·andi operazioni. raccomandava di tenere presente questo abbondante e poco costoso materiale, che potrebbe rendere Luoni servizi in determinate contingenze della pratica chiruqzica di guerra. ( l) Più tardi il Neuber, nel congresso dei chirurgi tedeschi del 18n. mostr11ndo come anche in guerra si potrebbe. con una sturr. sterilizzatrice di Scbimmelbusch o corl.altri semplici~ssimi mezzi, disinfetta re i.;truroeoti e materiali ed allenere acr1ua bollila per la nettezza delle mani e della parte ferita od operanda, insistette ~ulla opportunità d'introdurre il metodo asettico nelle formazio01 ~anitarie di 1• linea. '\.,Ila ;s• conferenza iaLernazionale delle Società della Crore Ro<-.,a. tenutasi a Roma pnr~ nel 1892. il Comitato unghe( t ) .rfw:ug cmsden Verh1Ul4lungtn d.tr (aeh.tzeh/lttll) Ablhdlung {iir .VIIiliirsanltcillwesen au X Jntunational Aleàtctrliso1ltn Km1greues zu BerUn 1890.

90


H26

L'ASEPSI ,l<; I.'ASIISEPSI

rese pose la questione den·asepsi e dell'antisepsi io guerra, proponendo non sollanto alle SocietJc~. della Croce Rossa, ml altresi alle amministrazioni militari l'adozione del processo di sterilizzazione e l'esclusione del processo d'impregnazione chimica del materiale da med icatura, e raccomandandone la applicazione anche ai posti di soccorso di 1" linea. Il delegato del governo francese dottor Lemardeley, opponendosi a siffnlla pr{)posta, concluse che sar·ebbe una grande imprudenza rigettare l'uso dei processi antisettici, i soli atHìzzabili in tante circostanze e segnatameote ai posti di primo soccorso. (1) Questo giudizio raccolse la maggioranza dei voti. La discussione però sì è fatta sempre più viva, specie fra i medici militari, ed ha motiYalo la pnbblicazi,)ne di molli pregevoli lavori: Io devo !imitarmi ad nn sempllce cenno di alcuni di essi. Il medico mili~are belga Gr.selynck, in un accurato studit sulla medicatura antisettica ed asettica$ dopo avere enumerati i vantaggi dell'asepsi,. si domanda se sia utile abbandonare intier<1mente la medicazione antisettica nelle ferite che non sono asettiche sin da principio, e conclude che l'azione permanente degli a.genli baclericidi in contatto colla ferita presenta ancora seri vantaggi: occorre però, egli S•J~giunge, che il materiale nntisettico, pe1· on·rire garanzie reali_. sia preparato con stoffe sterilizzate (2). Il Bem mler ed il Forgue, enlrambi medici mililnri francesi, banno pure esaminata di recente la fJ uestione, concludendo

(t) Cinquiime con{irence inlernatwnalt des societés dt l4 Cmi.l! llouge, ten11~

à RoTTU du iH au 27 avril 1892. (Jl GTSBI.T ~c... - Ot$ pan.stmmfl alllmptiquu elmeptfquu. - f Areltìv. JM4. JJtlgu, llOOL tS9!).


~'ELLA

CBliiURGIA DI GU.RRRA

il primo decisamente per un'energica antisepsi nelle forma%ioni sanitarie avanzale {1). e l'altro per un metodo misto: in coi accanto all'acqua boii1La ed agli oggeLLi sleri1i2:zali estemporaneamente, figurano le soluzioni di sublìmato e di acido fenico. l'iodoformio ed il materiale antisettico già preparato. (2). Un lnoro molto notevole è quello del Wagner, il quale volle anche raccogliere il parere di molti fl'a i più eminenti chirurgi. Dalle risposte avute - per la più gran parte favorevoli all'antìsepsi nella , .. linea ed atrasepsi negli ospedali di campagna e di riserva- noncbè dai dati desunti dalle più recenti pubulicazìoni, egli viene alla conclusione che sulla linea di combattimento ed ai primi luoghi di cur-a la medi· cazione asettica non è praticabile; ivi donanno essere adoperati oggetti impre~onli di sostanze antisettiche. A tale uopo si potranno pure utilizzare, speeie sul campo ài batt.a~lia. i pacchetLi da medicazione dei soldati, purcbè preparati an~i­ setllcamente e rinchiusi in involucri impermeabili. ~egli ospeclali di campagna invece può essere attuata la medicazione asettica. (3) Ma colui che ha studiata veramente a fondo la questione e ton .quella v9stilà di ùollrina e larghezza di vedute d1 cui aveva gia dato pro"Va nei suoi precedenti lavori, è slaLo l'Unbarl. :'\ella relazione iuviata al congresso medico internazionale di Roma intorno al tema proposta dal Comit~to ordinator&,

Clm~aliom 111r lo ehlrur~ d'arma. -

(l ) DliliiiLSR. -

Gazdl4 del

1/òpilatu. Dee. !893. (~) FoAGUE. -

De t"onlisepsil!' ehirurgicale dans les (Of"matiOII~ sanil4iru

" l'tWa11t. - (Arc/11:11. dt méd. et dl Phar. ""''·• Mai t89~}. (3) V. W AGNER, - Dit JsepUJ; in der Krit{lt·chirurgi&. (Sammlun.g klmi-

teher Vortràge v. Votkmann). -

Lelp~Jg !893.


14'28

« ferHe prodone daUe nuove armi eJoro eura ìn campagna;

egli si dichiarava recisamenle per l'asepsi sul campo di bu~ taglia ed ai primi posti di soccorso. (l ) Inol tre all'\lU con. gresso internazionale d'igiene e demografia. tenut{)si a Ba. dapest nel passato settembre, fece due altre imporlanti comunicazioni, nelle quali con nuove idee e con nuove proposlé ricon(ermò lo stesso principio. ('2) Le principali conclusioni sue si possono riassumere Bel modo seguente: 1• Proruucvere la guarigione sotta la crosta delle ferile da armi da fuoco in guerra. essendo la più parte di esse aset· ti che. 2° Far uso nella prima medicatura di posti piti avanzati di cura. ed anche nelle ambnlanze, di tipi di medicazione di varia gt·andezza, sterilizzati in precFldenza, i •Juali oltre.a presentare Lutti i vantaggi della medicazione ~Ltica, si cq. servano e trasportano con faciliti• t·inchinsi in scatole meldliche o di cartone, e si prestano bene per una mediC8ZI~me uniforme internazionale. 3° Piultosto che servirsi di un materiale prepard.to tOil sostanze antisettiche, il qual_e al momento del bisogno non ba piu atcun'azione battericida od è già inquinato, è preferibile praticare con materiale soltanto sterilizzato anco là prima medicatura delle ferite sudi·~ie e sospette, la cui disinfezione si r·imanderà alle formazioni sanitarie situate più indietro. 4.0 Attuare sia l'nntìsepsi che l'asepsi negli ospedali di

li) F . HAll ART. -

Da& KldncaiUier ttnd ate .Bthandlung der SchuuiOPdlll

in Ftlde.- Wien t894. (S) F. HABART. - Syslemisirunq der erstm OU(el'tl8h'ntJ au( dem ScW. ell.t(tldl ecc. - ( Wiener mtdiZin.i$clu Prnse n. 2 7, 1894). F. RABART - Dr!-1' ente Yerband aut dem Sehtachl(tlàe. - Wien t896;


\ELLI. CHIRURGIA DI GUERRA

ca!Jlpagna, come in tutli ~li stabilimenti samtari dj za lmea e di riserva, e perciò proYvedere tali stabilimenti di appro priati apparecchi di sterilizzazione. o' 11 primo soccorso ai feriti dev'essere diretto in guisa da evitare ogni cootallo della ferita con mani e materiale , dici. Perciò: divieto ai portaferiti di e:;eguire medicazioni, 0 tr3 00e in casi urgenli~s.imi e nell'assoluta mancanza del med 1co: obbligo ai mediei di praticare anche la prima me· dicatura sempre colle loro mani. A tnle scopo metit dei medici delle truppe dovranno accompagnare il personale ausiliario c:ul campo di battaglia. 6° Regola generale della p:-ima cura chirurgica in !uerra de•e e3sere J'antisep~i per le mani , e l'asepsi per le ferite. Al congresso di Roma la comunicazione di Habart, non faLLa personalmente dall'autore, non diede luogo a quella targa discussione che meritava. Invece n .Budapest le proP•l;te di lui suscitarono un vivo dibattito fra molti valenti medici militar·i di tutti i paesi, n finirono per e>sere in gran parte accettate dalla maggioranza dell'assemblea. Dopo tutto ciò, mentre a prima giunta parrebbe risoluta 1:1 ctnestione. in realtil essa si presenta ancora più comples;;:a; poichè al punto in cui è stata portata. vi si rannodnno altri problemi non solo termici. ma anco di ordine amministrativo: che sono per ora allo stato di proposte. Non è pertanto inopportuno il quesilo a eui noi - las··iaodo da parte per il momento tutti questi altri problemi - semplicemente \'Ogliamo limitarci: si può o~gi accettare senza alcuna riserva In proposta di sostituire l'asepsi alJ'aotisep'i nelle varie co ntio~enze del -.ervizio chirurgico di ~uerrn e sopl·attutto in quello di 1. linea r


L'ASEPSI E L' A~tJSEPSI

1430

Come ho già accennato, il metodo antisettico non è · muoij da inconvenienti. Ciò non si pnò negnre, quando lo :.i considera in rapporto colle e~1genze chirurgia militare. Anzitutto gh agenti chimici ant•··-·~·c-<-; e fra questi il più energico erl il più in uso, il l>•~•r•rw--~ di mercurio, sono irritanti della ferita. Irri)::rmdo con lozioni di sublimato od altre simili, i te~suti lesi, 0 nendo io contatto con questi tessuti gli o:.rgetti di calura preparati con farmaci antisettici, conseguesi scopo di uccidere in primo tempo i bacteri ; ma solto prodotto dal trauma si aggiuo~e quello cagionato l'agente chimico, il quale, nlterando e mortificando i li rende atti a prestarsi, alla moltiplicazione dei potrebbero secondariamente pervenin-i dàll'e:-teroo o la via del circolo. (l) Tali agenti chimici adunque. ad ostacolare direllamente la riunione immediata delle rite, promuovono le secrezioni sierose ch e sono un te~ favoievole di coltura dei microrganismi. Ciò ha avuto anche la conferma sperimentale. Il l{outschewsl..: ha fatto detllt ricerche per determinare quale dei due modi di mt'Ciicazione condncr, più presto alla guarigione. eJ. ba lronte. che tolle le fasi del processo di riparazione sono CODJ~­ derevolmenle l'itardate nelle ferite trallale cogli antisetliei. Mentre la cicatrizzazione delle soluzioni di continuità corata aseuicamente era completa dopo otto giorni m quelle lrU-

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CBU\URI:IA DI GUERRA

H31

tate col sublimnto la trasformazione del tessuto di granulazione in tessuto connettivo non era per aneo cominciata. Inoltre, gli antisettici chimici producono non raramente fencmeni di intolleranza, caratterizzati in particohu- modo da eruzioni cutanee diverse, le quali costringono il chirur ..ro a rimuovere innanzi tempo la medir.atura. se non vuole che la strappi ,·ia lo stesso ferito, con e-ridente pericolt> d'inquinamento del focolai•) t1·aumatico. l)uel che poi più importa è che tutti hanno pptere tossito, compreso l'iodoformio. che l\lo~etig- M oorhof, Billroth, :Sussbaum, Lister ed altri. per i suoi caratteri fisrci e per il modo suo speciale di spiegnre l't~zione disinfettante, vollèro considerare come un antisellico particolarmenle adt>tto alla pratica di guerra. E questo potere tossico, se è talvelta un ostacolo all'applicazione dell'nntisep-;i nella chirurgia ordinaria, può costituire oo incom eniente grave in quella di eampa~oa; ove l'addensamento dei ferrti, richiedente ~pesso un lavoro affannoso e precipitato, e la scar::-ezza del personale medico non permeuono sempre una :.orveglianza assidua ed oculata, dal cui difetto tante volte derivano i casi di attossicamento non solo nei feriti, ma anche nel per~onale di assistenza. l! n altro addebito è che il metodo antisettico si presterebbe meno di quello asettico per la medicazione asciutta delle> ferite. Ed è nota la ~peciale importanza che siiTatta medicazione asciutta ha in guerra. massime ner riparti sanitari più avanzati; dappoichè ravorisve la ~uarigione solto croHa a ·euica, non solo, ma per la speditezza della sua applicazione e per la sua loug.t durala porta un risparmio molto rilevante di tempo e di lavoro. )fa un inconveniente d'interesse si può dire esclusivamente militare, proviene, dicono i detrattori dell'rtntisepsi,


L' ASEPST E L' A.NTJ ~EPSI

dalla preparazione lunga. ;A>mplicat.:l e costosa del materiale di medicatura e dalla imperfetta consen-azione. per effetto di cui al momento del bisogno quc,to materiale od ha perduto il potere germicida o si è reso addirittura infetto. - Dalle ri~erche del Geffert 8 risultato come sia nece,;,ario lasciare il materiale da. medicatura m contatto molto prolungato con nna soluzione di sublimato piu forte di quella d'ordinario adoperata, per potere avere garanzia che sieno stati di!'trutti i microrgaoism1 che vi esistevano. Scbimroelbosch poi ba notato che nelle stoffe i micror~"'Ulismi si possono ioniccbiare in involucri di grasso o di sostanze albuminoidi, contro cui la ,oluzione antisettica non l1a presa. Ciò dii ragione del fatto che nei prodolli di molte fabbriche" si so11 trovati quas1 sempre bacteri. E ~e si r.onsiderano i pericoli di una nuova infezione deri,·anti dal diseecamento all'aria libera e dai maneggi cbe occorrono per le operaz1oni complemeol:lri e per· la conservazione~ e si agbriuoge la circostanza che le sostanze antisettiche si decompongono e si trasformano in prodolli inerti, si vedr·it, dicono i fautori del metodo asettico, quanto sia difficile ottenere delle preparazioni non solo aoti3eLLiche, ma sterili, e più ancora che si mantengano tali per lungo tempo ( l }. Il metodo asettico va senza dubbio esente da queste mencle ed accuse. Adoperando acqua bollita ed oggetti :,leriEuati coll'alta temper·atura. l'irritazione locale e l'intossicazione dell'organismo noo sono possibili. Il materiale aseuico prc.:tegge la ferita passivamente colla sua sola presenza, soddisfacendo cosi al precetto fondamentale della medicina te primum non nocere )). La preparazione del materiale è

((} GY~IILY!ICI'. -

Looo citato.


NELL.-\ t:UIRURr.a DI GUERRA

quanto mai sped1la ed economica: una pentola smaltata per la hollitura dell'acqua, una stufa sterilizzalrice - e ve ne Ila delle semplicissime- od anche un f01·no qualsiasi, potreuhero bastare pe1· la disinfezione degli oggetti da medicatura e degli istrumeoti abbi~ogoevoli. E si noti che non occurrebbe neppure essere troppo scrupolosi nella scelta del materiale, il quale <:enza alcun danno si potrebbe ~teri­ Jiz.zJre vili volle, e si potrebbe puranco ritornare alle tilncciche - di poco felice memot·ia - raccomnndale dal Re:;tnier 1o b:He a~ l a propria esperienza. Ne il matel'iale sterilizzato, soggiongono i sostenitori della rnedicatura asetlic:a. corre gli ste5si pericoli d'inqnin:~rsi di nuovo prima di essere adoperato. ai quali va incontro quello preparato con sostanze antisettiche. l mperciocehè in molli casi ;e ne può fare le sterilizzazione t>slemporaoea, od anche •Jnando lo si do,-esse preparare 10 precedenza, come per i biso,;!ni della ~hirurgia di guerra di 1... linea, il suo diseccarneoto an-erreLbe nello stesso apparecchio sterilizzato, e la scatola metallica. o l'altro qualsiasi involucro impermeabile destinato a custodirlo. si potrebbe sterilizzare insieme con esso. e\ itando cosi ogni contallo per l'impacchettamemo. Infine, tagliato io pezzi di variedimensioni, prima didisinfel· Lario. potrebbe costituire quelle unità tipiche di medicazione, di cui abbiamo par·lato innanzi e che veramente, per la loro sempltcità e facilità di traspot·to e d'impiego, si presterebbero assai bene per la prima medicatut·a delle ferite in ~uerra. )la. amme"~i pure tutti que·ti vantaggi, po~siamo noi approfittarne sul campc di battaglia e nelle installazioni sanitarie più avanzate. così come se ne trarrebbe e -e ne trae partito nella pratica ordinaria od in un ospedale t


L'ASEPSI E L'ANTISEPSf

Poniamo anzitutto in rapporto coll'opera c~irur~iea ;.., r..ampagna le accuse che si fanno a.ll'.mtisepsi. Si dice: :;\li antisellici irriLnno le ferita. e promuovono lUla secrezione liquida. che è no buon terreno di coltura dei mìcrorgaoismi. 1:1ò è vero ; ma l'irritazione dev'essere necessa.. riamente in n giono diretta della superficie di contatto e del ~rado di conceou·azione della soluzione antiseuica o di umidità degli elementi della medicatut•a. Ora, in 1.. linea non si adùperano soluzioni antisettiche e per norma dovranno farsi medicazion i asciutte su ferite con orifizi cutanei stretti e sovente turati da coaguli sanguigni. Quindi evidentemente mancano le condizioni pet· un'azione irritante atta a di:>tvbare il processo di cicatrizzazione. Con ciò vien meno altresì la. condizione per favoril'e lo sviluppo dei microrga.. nismi, la cui presenza. d'altronde. o :mtecederite o ~nsse­ guente alia medicatora, costituisce per se stessa un'indica-, ziooe dell'amisepsi. Dopo tutto, è notn come i veri e pr~ irritanti temibili delle ferite sieno i germi d'infezione cbe 11. penetrano. Gli effetti degli agenti meccanici e chimici, tante temuti dagli noticbi chirurgi, sono in minime proporzion~ come è provato tanto dall'osservazione clinica illuminata. quanto dagli esperimenLi di Ruys, 1\.napp, Tricomi, Hamilton ed altri. )folto meno deve imporre il pericolo di avvelenamento o à'iotolleranza, il quale, mercè i perfezionamenti delta tecnìca~ reso ormai mollo lontano nella pt·atica ordinaria, non può essere serio sul campo di batlaglia e nei posti di primo soe• corso, ove, ripetiamo, non si ricorre qoasj mai ad antisettici in soluzione, e le superfici assorbenti sono di solito assai limitate. · ] è si può sostenere che il metodo asettico si presti ~lio per la medicazione a secco, essendo slala questa ~iii lar~


NELLA. CHiRURGIA DI GUERBA

;.:amentt• praticata in eampa;ma. dalla guerra rnsso-lurca

io po1, con quegli splendidi successi di cui ho già fatto ~e nnn.

lnfine, a parte la ragione economica la quale non può avere se non un'importanza secondaria quando si tratta della vita dei feriti sul campo di battaj.tlia, e poi sarebbe discuubilo. almeno per il primo impianto, ora elle tuili gli eserciti, sono largamente provvisti di mat'!riale antisettico, non r1mane che l'ahima obiezione quella che concerne la conservazwne del potere germicida nel materiale preparato sin dal tempo di pace. l)uando era in uso il fenolo per le preparazioni antiselticbe, l'mconveniente di non conservare a lungo l' az1one dìsinftJllante era molto positivo a causa della grande volatilità delracido fenico. l\Ja non è co:;i og~i che per· tali preparaziuni st è generalmente adolt.llo il bicloruro di mercurio. ~ondimeno anche il sublimato non darebl•e snitìcit!ote garanzia ed il m lleriare prep:u11to con esso. sarebbe di dubbio valore antisettico ed asettico, specie dopo una protratta permanenza nei depositi sanitari; ciò secondo Laplace, Schlange, Schimmelbllscb, Eiselsberg. Ma le numerose prove chimiche e batter-ioscopiche cui fu sottoposto il materiale anti ettico dell' esercito germanico, specie per opera di Liibbert Pfubl, Lehro becher ed Hartmann, mostrarono che nelle preparazioni recenti avviene bensi una ridnzione abbaiòlanza sensibile nella quaotilit del rimedio, per la parziale trasformazione sua in calomelano ed io soltossido di mereurio: però dopo un certo tempo - un anno circa- la proporzione del sublimato raggiunge un limite di stabilità, cbe più non si modifica, se il preparato è hen conservato. Quel che impol'ta si è che non vi fut'ono mai trovati mi-


c•·organi:;mi ed era ben conservato il potere antisettico anche nei pacchetLi d11 medicazione e nella mussola, preparati 18-'20 mesi innanzi ( l). Ilisuhati non di:-simili ebbero le r·icerche in,tituile dal Giar.Jina nel gabinetto di batterioscopia della ~cuoia d'applicazione di sanità mihtare, sul materiale antisettico dell'esercito italiano (2) e quelle fatte al Yal-de-Gràce sul materiale france..:e. In ogni modo tante opposizioni sal'ebbero smontate, se alle più rigorose cautele nelle operazioni di essiccazione e d'impacchellnmento si aggi ungesse la sterilizzazione delle stolTe prima di sottoporle all'impregnazione chimica. Si Yede adunque come le principali accuse scagliate contro il metodo antisetlico perdono molto del loro valore, se si mettono di fronte alle condizioni speciali del servizio chirutgico di guerra.

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P•·endiamo ora in e$ame colle stesse norme l'altro termine della questione, ossia il metodo asellico e precisamente le due condizioni fondamentali per la sua utile auuazione= J'a.~~p.\Ì delle feritt 1: l'a~rpsi de[ matlrialt di m.edica,UrQ. Quanto all'asepsi delle ferite. Bergmann, chlan~e. Sebimmelbuscb sostengono che colla medicazione asciutta e colla soppress1one detto in'""iluppo impermeabile di e!'sa. :-i può impedire la mollipJjcazione dei bacteri anche nelle ferite infeLLe. venendo a mancare un elemento indispen-

(l DeuUcll.e amtOrlir~Uulle ZtUKhri(t, Hetl. !-4 1890. Rlcerebt! battiorologìche soJ ma1enale~ medieatora in uso nel R. 'Esercrt.o. Giornale mtctìco del R- E1ereito t delta R. Marina. Anno 1890, pag. H59. (!) G. ~IAIIOINA -


!\"ELLA CIIIRURGIA. DI GU&IU\A

1}37

sabile alla lot·o vita, qual è l'umidità. Inoltre I'Hahart afferma, in base ai I:J:vori di Wagoer, Gra~itz, Zil'gler e Reicbel. che il decorso asettico delle ferite aUora P veramente molto minacciato. quando penetrano nel focolaio traumatico microbi infettivi in una certa quantità ed in un grado par·ticolare di virulenza; perciocchè l'or·ganismo possiede nel sanlolue fre·co. come di recente banno dimoc:trato Buchoer ~ Wsssokowitsch, nn mezzo di protezione contro di essi. {1) Secondo tali principi non si dovrebb'c~sere troppo esigenti nel ricercare la sterilità perfella della soluzione di continuo, per praticaroe la medicazione asettica. E veramente nn decorso asettrco delle ferite in genere e di quelle per armi da fuoco io guerra, fu osservato anche nel periodo preaotiseltico. tromeyer, Pirogoll, Langenbeck. Yolktnann, Fischer riportano non pochi casi anche di gravi fratture da colpi da fuoco,. del femore e di grandi articolazioni, che decorsero senza suppurazione, come se fossero state fratture soll.ocutanee. )l a quanto non erano più numerosi o piti frequenti i casi di llemmone, di risipola e di altre complicazioni infetli\""e 1 Guardiamo quel che avno>.ne anche .o~gi negli ospedali di lesioni traumatiche, dove spesso non si riesce neppure coll'aotisepsi più energica a rendere asettiche taluoe ferile che contene\"::OO germi infetti\ i. D'altra parLe. se nella clinica di Bergmann, colle rigide cantele da cu1 l: ivì cireond:Ha la pratica del· l'asepsi e colla perfetta tecnica, si ottengono delle j!uarigioni di ferite giit inquinate, ciò non si potrebbe preten-

(Il F. ILuuT - Dtu Kfd~tr und dit &Jumdln"P dtr Sdau.urrvnden

im Ftl<ù, pag. 37. Dn· crste VerbamL av.r d ~m .SchlaQht(eltJe, pag. 7.


H38 dere sul campo di hallat!lia ed ai primi posti di soccorso impiantati sovente in località improprie, non bene al co·' perlo dal fuoco nemiro e non poche volta maochevoli delle condizioni e dei mezzi più nece~sari. Vi si opporrebhe del resto. la rorma ste:>s:~ delle ferite, ~iacchè, lJur occludendo con materiale asciutto ed asettico le loro aperture cutanee, nulla impPdisce che nei lunghi tra~itti scavati dai p~oiettili muderni si formino e rist~anino delle ~ec rezioni atte a co.;ti· tuire un terreno di coltura dei microbi. alla cui eliminazione resti impotente il potere igro~copico degli elementi della mecliratura. per IJnanto ~rrande esc;o sia. Circa il grado di concf'nlra~ione e di ,·in1lenza neces«ario perché l' nfezione si determini e circa l'azione proletLrice del sangue contro di questa, notiamo rhe se ciò può dar ragione del decorso asettico di tante ferile abbandonate a se stesse o mal curate, non vale a dispensarci dalla disinfezione di una ferita inquinata o sempltcemen1e sospetta. È bensì vero che si sono abbandonaLe le irn~aziooi amiseuiche e lo spray nelle ferite d'r1perazione, perchc dice lo stesso Lister (1) , i rnicrohi attenuali dell'~tria non trovano nel l'iero del sangue un terreno favorevole di cultura ed il cor·po V!Yente pos~iede dei poteri difensit"i contro di essi; ma possono essere tanti i modi di penetrazione dei bacLPri patogeni nelle ferile accidentali, .opraluUo in ~werra, e cosi vario il loro ~rado di concentrazione e <li virulenza, che n voler prendere per not·ma di cura gli accennati principi, si correrebbe peri· colo di anelare incontro alle piu grandi delusioni. Malgrado ciò. HnbarL, ctll suo spirito riformatore. propone che anche le rerite sudicie e sospeue sieno occluse Cl) Lt~TKft . - Il trattamento antu~Ltko dtlle (triU (V. Jrcllive-;

belges, 18!13 T. t•, pag. lt37).

médica'-


~ELLA

CBillURGlA DI Gl'ERRA

:oemplicemente con materiale ~erilizzato sul campo di bal · ta~lia od ai primi posti di ~occorso , sah·o a òisinfellarle poi allungo di cura piu prossimo - sezione di sanità - ~la qoe~ta che sembra una proposta di ripie~o o, se voolsi. di nece:-;silil, percbè si nppoggia alla presunzione che il matt>rinle preparato per l'anti:>epsi primaria non abbia più :~1 momento del bisogno alcun valore nè :~ nt isettico oè a~el­ tico. non ba un saldo fondamento. Infatti , noi abbiamo visto rhe le numerose prove cui questo materiale venne sottopo~to, hanno mostr.1 to Ct>me esso possa con!'ervare pressoch& intatte le sue qualità. al pari e forse me~lio di quello oolt:lnto sterilizzato. ne~La pertanto ferma la prima condizione per la retta attuazione della medicazione asettica nella chiror~ia di campa~na: l'asepsi delle ferite. Ora senza conlat·e le ferite da arma bianca, 1e quali sono in minima propor-lione. ma devonsi considerare per la piu parte infette, vediamo se quelle per arma da fuoco sono tutte asettiche. l.n questione dello stato asettico od infetto delle ferite di guerra per armi da fuoco fu oggetto di molti e diversi studi e ricerche. Uopo i successi dell'occlusione antisettica primaria delle ferite nel!e guerre del 1878 e del 1885, Bergmann, Reyher, 'toselig-)loorhof, acquistarono la convinzione che lari ferite fossero ori;zinariamente asetliche e che ciò fo::se dovnto al riscaldamento del proiettile la cui azione ~lerilizzante si esercitava sul proiettile stesso e sui brandelli di stoffe Yestimentarie che con esso penetravano nei ressuti. Vennero perii gli esperimenti batteriologici di FrànJ..el, di Messner. di l.ng·trde, dai qoali risultò che la temperatura dtlla pallottola non basta per uccidere e nemmeno per impedire lo sviluppo dei germi che eventnalmeòte s: trovas$ero sulla super-


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L'ASEPSI B L'A\!lS~Sl

ficie della pallottola stessa; ma la maggior parte dei p essendo sterili, anche la mag~10ranza delle lesioni che Prtlda:~·sJ cono sono a~ettiche. ti Wuhl por instrtui delle ricerche intorno agli inòomemi del soldato atlraYersaLi o spinti dalla palloltola nelle ferite. e ne òeduc:se cbe oè il contatto delle soluziorq di conlìnoo cogli indumenti, nè la penetrazione di fraa.menti di stolTe nei canali delle ferite. sono gran fatto pefico.,; !osi dal punto di 'i sta dell"infezione traumatica; giaeebi pezzi di uniforme ~pioli dai proiellili nel corpo degli animali non destarono proces:;i settici se non quando erano stati artificialmente ioqumati con colture di batteri viroJetui. I o line Habart e Faulhaber ripetendo gli esperimenti dt~li autori succitati, hanno trovato che, quantunque ferite lera.mente nelle nel più rigoro.;o senso baueriologico di rado avvengono. quando :;on colpile p1rti del corpo rivei>t1le clecfi abiti del soldato (1 ' pnre facendo atlraversare da proiètti& oròioar·i delle nuove armi, scatole dr gelatina sterile, •tneaèl rimase sempre stertle. Per ;~ ltro. i proiettili attuali c:ompaiJi e lisci. gli orifici cutanei delle ferite strettissimi, i tragill[ regolarr. co~titoiscono uc'jnsieme di condizioni sfa\·oreyoli all'inquinamento. Se poi st considera che nella cute. provenire i germi infellivi, gli ordinari cocchi e bac illi, secondo le ricerche di .Jaffè e ~iJ..ol sJ.i sono innocui e solo eccezionalmente si potrebbero trovare e progredire germi d9in• fezione, e che l'infezione per mez20 dell'aria a cielo aperto od al riparo delle tende di medicazione non è temibile; se si tien conto, dopo tollo, cbe è necessario un certo grado

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(t ) J. HABABT. im Felde, pag, 3t.

0<U K~it1ealiller und du Beho.ndlung der Se-'Ila~


NELLA CIHIIURGIA DI GUEilR.\

J.HI

concentrazione e di nrulem~a de• batteri per rie~cire nocivi, sì può concl udere, dice Habart, con llerhrmann e Langeoùncb, che le ferite recenti per colpi da fuoco in guerra possono in generale essere ritenute come non infette (1). ~on resta che ti pericolo derivante dal toccamento con roani non nette e dall'apposizione di oggell1 di meiiicafura sudici. Onde le due proposte, giit accennate, r.he la prima m•dicatnr1 sia fàtta con ma:eriale st-mplicemente aselli o, e che il compito di applicarla ~ia devoluto sempre al medico. non mai ni por'taferili. )la neppure la sue,po-.La conclostone si può, a mio avviso, accettare senza qualchl• ri.;erra. Primieramente convtene tener como dei corpi estranei pni svariati che possono penetrare nella ferita o col proiellile o da soli, come proiellili 10direlli, e che naturalmente possono 6$"ere \eicoli ùi germi patogen1. Oltre a ciò le condizioni del festiario del soldato dopo sellimane e mesi di crmpagna, esposto a tutte le cau~~ d' insozzumento inerenti ai bivacchi. alle marce ed in breve a quell'dbbandono delle cure della persona a cui difficilmente si sfu~ge .nella vita di guerra, non sono di certo quelle delle stoffe che furono o~geu.o de~li e~perimentt batteriologie·. Lo l'tesso dicasi ùella pelle fra le cui scaglie epidermiche rimaste' i accumulate da ta nti giorni, il sudore fissa la polvet'e delle ~traùe e con essa i microbi che conteneva. i quali vi trovano quel terreno propizio di coltura che non trovarono negli esperimenti del ~ikolski. Per tali ragioni, le ricerche batteriolo~rìche !'Ugli indumenti milital'i e sui batteri cutanei perdono molto del loro va· lllre. se si mellono in rapporto collè condizioni del vestiario e della pelle dei solllalt in guerra. Som i poi due altre (!) B.unT. Der erslt l"trbanct auf IUm :>cltlatltlftkù, p~. i.

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L' ASBI>Sl E l'ANTISEPSI

circostanze dj non minore rilievo. {;oa riguarda le ferit.& di talune parti del corpo esposte in modo speciale all'in~ quinamento per la vicinanza di orifìzi naturali o dell'aper~ tura artificiale - prodotta dal proiettile - di cavit!t 0 di organi cavi, da cui emanano sostanze non sterili o molto soggette all'infezione - ferile delle narici, boeca, farinae l' • tubo intestinale, organi orinari. L'altra derira dalla tendenza istintiva, direi quasi irresistibile, che hunno le persone da cui il ferito è a~tornialo ed il ferito stesso, a porre le mani sona ferita ed a cercare di medic.arla sia pure col fazzoletto o con altri oggetti ancora più sudici. Questa c i r~ costanza è tanto più da tenersi presente, quanto minore è l'importanza che generalmente vi si suole annettere. E non è, soggiungo per incidente, l'ultima nè la meno forte delle ragioni per cui l'idea, teoricamente iooppugnabile, di volere che le ferite di guerra ricevano la prima medicatura s~mpre dalle mani del medico, vien considerata anche oggi dn molti sperimentati medici mmtari come una bella e generosa utopia. Emerge da tali considerazioni che la prima condizione per la buona riuscita del metodo asettico. l' asepsi d'lla ferita_, spesso fa difetto nei lraumatism1 di guer·ta. Occorre perciò che la chirurgia militare sia provvista di mezzi per praticare J' occlusione antiseltica nei primi luoghi di cura e quando è pos:.ibile, sullo $tesso campo di ba·ttaglia, e per eseguire al più presto l'antisepsi preventiva delle ferite so~ spette {1}. {!) Uno dei più autorevoli fautori del metodo asettico, Schimmelbuscb, al XXII congrpsso $edt:~eo di ebirurgia. comunicava che, iooenlando materi11 settiche nell'estremità della eoda di conigli e dl topi, egli non riesct mal ad ar~ r<lStare l"mfezione, nè con antlsettitl ebimicl né troncando la coda anel•e solo dopo !O miontl. Ma queste esperienze se provano ancora una volta che ad on ta dell'n~one


:\ELLA CHIRORGJ.' DI GU.BRRA

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Oirò poche parole sull'altra condizione relatira al matet·iale. Sul campo di ùauaglia ed ai posti di medicazione reg~unentali o di baua;rlione uoo si avrebbe nè 11 modo nè il tempo d1 sterilizzare il mate•·iale di medicatura, anche adoperando il processo più semplice, I'P.bullizione; dappoichl' pur potendo imptnntare un tale processo - ciò che non sempre sarebbe facile - mancherebbe il tempo per l'essiccazione degli o~geui, con ~rave danno del loro potere a.s~orbente, se veni-sero usati umidi, e quindi della riescita della cura. )lolto meno si potrebbe riconere ad ono steril izzatore, sia pure del piti semplice sistema. La grande mobilità di quelle formazio ni sanitarie, la sped1tezza non disgiunta dell'ordine, con cui deve procedere il loro funztonamento, si oppongono a qualsiasi preparazione di medicalura ~uf pos:o: ttttl() de o' t>ssere stato allesttto in precedrn.:a, alJrimenti fallisu lo scopo del pr1mo soccorso chirurgtco. Tale verità è s1ata J.\erfettamente intesa dagli stessi fautori dell'asepsi, i quali, anzi hanno proposto delle unità tipiche d1 medicatura per ciascun ferito, ~ia sterilizzate sin dal tempo di pace. 'lu a me sembra che si sia andati troppo oltre nel pretendere che si pos:.a manLenere asettico un materiale pr~:r­ parato molto tempo innan?i, ·ia pur custodito in involucri solidi e resistenti e chiusi ermeticamente. Se si sono elevè\ll

mtrrobiCJda iocontestabile degli antisettici chimici, molte volte non si arriva ad arresta~ l"tnfeziono, non depong~no. a mio av\1'10, contro l'uso di tah anu,~tticì; rendono in-reee •empreppiu e"dcote il bi••.,gno dt atbceare i germi mrett1 \l la dove ciò si può rare con maggiore speranza Ili sur,cc~. ossia sulla

loro porta d'ontrala nell'or~anismo, accludendo la soluzione di continuità np· punto con m:tteriale da medieatura hnpregoato dl SO$lanze anli$elticba.


tanti dubbi intorno alla possibilità di conservare il potere antisettico ed asettico degli oggetti di ..me<licawr·a impregnati di sostanze chimiche, come mai potrà essere pii! fa. cile ciò in un materiale che non ha in sè alcuna virtù microbicida? O che forse il mezzo di consen~az,ione che si propone, ossia le scatole metalliche, hanno la prerogativa di resistere alle ingiurie tlel tempo ed a quelle ancQra più gravi cui sono esposte per le vicende della guerr~ 1 O che forse il materiale sterilizzato, toccato da mani non nette ed esposto, anche per poco, all' intemperie ed alla polvere, non resta più facilmente contaminato di quello antiseuico <t La risposta a queste domande non è dubbia, ed io mi astengo dal darla. È lecito dunque affermare che anche l'allestimento degli elementi detla medicatura asettica nelle formazioni snnilarie a\'anzate di guerra, urla contro difficollà che meritano il più accurato studio da parte delle persone tecniche e delle amministrazioni sanitnrie militari, prima di adottare sitTatta medicatura in cambio di quella auualrnenta in uso. Con ciò io non intendo da!'e l'ostracismo al sistema asettico dalla pratica chirurgica di campagna. Du bito solo delta sua attuabilità e della sua eflìcacia nel primo tratta· mento delle ferite, pel quale trattamento parmi offrano maggiori garanzie g_Ji agenti microbicidi a gli elementi della medicatura preparati con essi. Forse l'esperienza an-enire mi darìt torto, ed io lo spero, perche non si può negare cbe l'asepsi rappresenti l'ideale del trattamento curativo chirurgico. Sono inta1rr~o sin da ora convinto che questo metodo associato all' antìsepsi potrà rendere utiJissimi ser~igi non soltanto negli stabilimenli curativi di 2" linea ~ di riserva,


:\F.LLA CHIRURGIA DI fiUEI\RA

IU.ij

ma altre:-i oe~li ospedali di eampa~na più avanzati e nelle stesse sezioni di sanità. Ed tn ciò sono pienamente d'accordo coll'Hal.lart, come nel df'siderare una conveDtente dotazione di apparecchi sterilizzanti a qnesti stabilimenti (1). Ne~li ospedali di cam pagna il metodo aseLLico può e deve avere larga npplicaziome sia nelle ferite chirurgiche e ·e~uatamenle nella la parotomia e nelle operazioo i delle altre grandi cavità del corpo, sia nelle ferite accidentali prtmiti ramente aseuiche o rese tali mediante l' antiseps.i preventiYa o coratira. Colla introduzione e diffusione del proces.;o di sterilizzazwne si otterrebbero poi altri non meno notevoli vanta.::ri dal Jato economico ed amministrativo; in qu:~nto che esso pennellerebbe di utilizzare qualsinsi materinle assorbente anche il più comune : stoppa. fìlaccicche, segatura dt legno, iuta, ecc.. ecc. E cosi h pt·eparazione del materiale da medicatura sin òal tempo di pace potrebbe es· sere più limit..'lta: e ne sarebbe meglio assicurata l'utilità. poiebè, anche in caso d'imperfetta conservazione, si potrebbe ~empre sterilizza re al momf'nto del bi. o~no usando lo poscia come materiale asettico. Giova in fìne tenere presente che og~i la stufa 3terilizzatrice non può non prender po"to nel corredo degli ospedali di camp:~gna, essendo il mezzo più pronto, piu erfirace e più .:;kuro per rendere innocuo tolto ciò che proviene o che t' stn to in contatto con malati di morbi contagio~i. e quindi per opporsi alla diffnsione di questi morbi.

et) v. lliBIIIACO. SuJlll cura d'Ile {er&le mllt o-~rrt pGS~aU t mllt !JUt!T$ (t.ilure. Giorna~ med~o del R . Estre&lo t dtlh R•.tfarina !894. pag. 6! .


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·14 i-6 L'ASFPSJ B L'A~TISEP5 l 'iKLI.A. CffiBURGIA DI GUER!l.\

••• Dallo studio che abbiamo fatto derivano le seguenti conclu ioni: ~o Alla prima medicazione delle ferite sal campo di hattaJZlia ed ai luoghi di cura più avanzati è meglio adatta l'occlusione antisettica. che quella asettica; 2° È utile l'introduzione nel materiale sanitario di mobilitazione. di mod-elli di medicatttra antisettica, gi à p1-epa. rati , ed adattabili, per le )Qro diverse dimensioni, alle varie ferit~. Con ciò si renderf'bbe più spedita l'opera chirurgica nelle prime formazioni sanitarie di jZuerra e si potrebbe anche reg~lare il primo trattamento delle ferite con non tecnica uniforme interonionale; 3" Una gradazione di questi wJdtlli o unitd tipit:le ili medicatura dovrebb'essere il pacchetto individuale • medicazione, che è beoe conservare come un materiale ai riserva, per proYvedere all'occlusione non di una sollaa10 ma di due ferite; 4-0 Negli stabilimenti sanitari di 2• linea e di riserva nonchè negli ospedali di cnmpagoa a"ranzati e nelle sezioni di sanità dovrebbe essere praticata , insieme coll' antiseps·. anche l'asepsi. Epperò que.<~ti stabilimenti do\·rebbero essere convenien· · temenLe forniti di me1.zi e di apparecchi di sterilizzazione ade~ uati alle condizioni della maggiore o minore stabilità ed ai biso~ni del funzionamento di ciascuno eli tali luoghi di cura.

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7 iNnH, dicetJtlJre 1.894,


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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St:K.>. TOR -

tro1loa. -

Sulla cirrosi del fegato atrolo& ed tper(Berliner kliniselle Woehenst:hrijl).

È difficile, sotto il punto di vista anatomico, differenziare le diverse forme di cii-rosi del fegato. Talora il processo morboso ha origine dalla vena po1·ta e produce una proliferazione dominante del tessuto connettivo peri-portale. Regolarmente rirritaztone è cacionala dalralcool. Altra ' 'olta lo ~llmolo deriva dalle vie biliari per cause meccaniche o per mieroparassHi. Il processo infiammath·o si svolge d1 preferenza nelle v1cinanze delle vte biliari. In terzo luogo la pr olift!raziooe del tessuto connellivo può avere origine dalle vene epatiche per lun~he stasi (vizi di cuore non compensati, enfisema e condizioni analoghe). Si forma rinduramento cianotico, che nello stadi() avanzato rende difficile oli impossibile distinguere questa forma dalle altre infiammazioni interstiziali. In quarto luogo un'infìammaztone interstiziale del tessuto connettivo può essere successiva ad una periepatite cronica da infìammaziono del rivestimento sieroso del fegato (perjlonile tubercolosa). Dal lato clinico sono da prendere in considerazione i 4 punti seguenlt : a) il volume del f6l!ato, b) la presenza o la mancanza dell'itterizia. cì la presenza o Ea mancanza dell'ascite e di altri fano-


tu.s

RIVTSTA

mem dr ~lasi nel territorio della porta (dilalazinoe delle vene • della cute dell' adtiome e dell'inte:;tino). d) la presenza o la mancanza dcll'in.grossamento della milza.

L'A. ammette e de!"Crive 1e forme ~egueoli di Cirrosi: 1. Atrofia granulosa del fegato da origine della vena porta (Laenncc). L a. Cirrosi del fegato da origine della porta con iper. trofla. 1 b. Cirrosi del fe!.!ato da ori~ine della porta con itterizia. 2. Cirrosi del r~·~ato biliare con successiva atrofia. 2 a. Cirrosi del fegato biliare con aum~nto di Yolume della milza ipertrofica di Hanot con lterizia. 3. Cirrosi del fej!8to. Qualche volla la forma è genuma, altre volle mista con pr·edominio dell'una l'lull' altra ;ler cau~e complesse . In alcuni casi è assai difficile di far·e uua clas'l!tlcaziooe esalta. È "meglio allora content.ar,..i d<:Ila diagnosi : Cr ciel fegato (epatite cr·onica interstiziale) con o <~enza eromca. Prognosi. - È f!Uasì sempre infausta, eccettuali casi dipendenti da calcoli delle ' 'Il:' biliari. Pessimt sono 1 casi congiunti a drminuztone di volume del fegato; poi ventzono quelli combinati ad aumento di volume della milta. Terapia - Sono più susceltibìh di cura i casi di origine della \'Cna porta. Utile e la puntura sollecita dell' ascite, e l'aumento della funziol.le intestina!., (rlerivazione) e renale. A tal uopo r autore raccomanda il calomelano con Ja digitale (ana grarnm• 0,1 in capsule: 3 volte al 'tiorno). Dopo 10 dosi si fa una lunga pausa e quindi, se nece!'l,.ario, s'iucommcia di nuovo. Xelle forme biliari (2 e :l) u~a volentieri l'enteroclisi con un litro di olio unito ad un poco di sapone od 6 soluzione di saliciJato di sod1o (1-2: 500) o di benzoato di sodio (2-4: 500J; inoltre raccomanda accurato massaggio del fe~ato e di quando in quando coi'Sgoglù ad esempio calomelano, podofillina.

c. s.


MEDICA

E. SoxNE!'ffiUR.G. - l:Tu oa.so dt malattia dell' a.rtloola.zloue della. s palla da gUoma.tosl del midollo splllale. - Berliner klinische Wo chenschrift, n. 48. Le malattie articolari neuropatiche dipendono da lesioni del roidollC\ spinale. L'aut.ore fino dal ·t88~, espresse il parr>re che tali lesioni non dipendevAno da cause esterne, ma interne, come re~perienza ha in appresso C<'nfermato. Anche oggi però non è posslbile delérminare in che consista l' in1iuenza òella malattia del sistema nervoso centrale sulle affezioui articolal'i, le quali rassomigliano all'arthritts deformans. Le atropatie dipendenti dalla Lahe non si differenziano da quelle cagionate dalla siring-omielia o da gliomatosi del midollo spinale. Le deform:itlt articolari siringomielitiche si sviluppano per lo più spontaneamente (senza trauma) e spesso irnpron•isamente senza febbre, senza dolori, ma con tumet'azioni articolari; ora si manifestano articolazioni tremolanti ~ lussazioni, ora neoformazioni osteofitiche. Come nella tabe, si osservano due var·ìeta, runa rar'a atrofica, l'altra, più frequente, iperlrotìca; neH'ultima, fuori della capsula, ha luogo formazione di osteofHi. Graf recentemente hn osservato in un caso dr siringomielia notevoli deformila delle falangi. Siccome la gliomatosi ba seJe nella midolla spinale e più specialmente neUa porzione cervicale e dorsale superiore, cosi si sp.ega come le malattie articolari si manifestino lille estrt>.mil& superiori, mentre nella Labe sono più frequentemente colpiLe le estremità inferiori, perchè le alterazioni cominciano nella porzione dorsale e lombare della midolla . Sono sintomi caralterlsLici per la diagnosi della gliomatosi, l'atrofia muscolare, l'anestesia dissociata principalmente, clelia lempel'atura e J.el dolore. Roth da le regole seguenti per la diagnosi delle artropatie dipemlenti da tabe o da gliomaJosi: t. Termoanestesia parziale e sintomo caratteristico di atrofia del midollo spinale (da parte degli occhi, perdita del riflesso tendineo patellare, dolol'i, atassia, ecc.) diagnosi tabe: 2. TermoanesLesia parziale e (o) analgesia con locallz-


RJ\'ISTA

zaz•one caratteri!"tica (mela superiore del corpo, for ma em;.. ple~ica. distribuzronl' regionaria, ecc.) ed assenza dei s 1ntorn•. che sono necess ari perla diagnosi della tabe. Gliomatosi d~>l midollo spinale; 3. Anestesia tf'rm•ca delle estremità inferiori, senza altri fenomeni da parte dell'apparecchio motore e sen2a sintomi di tabe. Diagnosi dubbia. Nell'osservazione riferita dal t•elatore, la m'ilatlia si manife:>lò nell~articolazione della s palla smistra. Eccone in sunto la storia clinica. L'infermo, suonatore di organo, ha 50 anni è affetto da demenza senile. Non pre~enta alcun sintolllO' di tabe. Invece nPII'estremità supel'iore sinistra la tempeperalura e la sensibilitA dolorosa !'lOM diminuite. La termoaoestesia, oltre l'e"lrt>milà superiore sinistra. si ec;ten.Je ad una perle del collo e del petto. li senso del tatto e della pre~sione sono couservati. l riflessi cutanei e lendinei DOD sono considerevolmente alterati, l'estremità super iore destra, come pure le esl.remità infe1·iori non presentano alcuna anomalia. L' infermo -.i lamenta dr disturbi prodotti da un dolore medio, o~tu~o, nei movimenti dell'articolazione della spalla sinistra, la quale è chiararoenl~> appianata e s ta aJ.. quanto più io ba~so della destra. I muscoli dell' estremitl sini,;Lrll, specialmente nel bt·accio, sono fortemente atrofte~ quelli dall'omoplata meno. La superficie arti~olare della scapola si sente chiaramente e sembra vuota ed appiattila; l'apofisi acromion è più corta a piìl ba"sa di quella del lato oppoc;;l.o. La estremità dell'oroero si palpa ch1aramente un poco sotto alla cavità glenoide, è del tutto mobile, ma non p1ù larga, anzi forse un poco più sollìle della diafis1. Il capo delromero non ba più nulla 1.h caratteristico. è molto arrotondato e del tutto atrofizzato. Le altera zioni jeJI'omero sono analoglle a quelle descritte dal relatore nei malati di tabe. Anche qui l'osso ha la forma di una bacchetta di tamburo. Il capo dell'omero, rappresentato dalla estremitè arro1oodata dell'o~so, può metter!'• a contatto con la cavi&a glenoide, mé lasctalo a se stesso, discende sotto la clavicola (lu~atio subcoracoidea) o nel cavo dell'ascella (luzario azillaris). I movimenti attivi della spalla sono molto diminuiti,


D DICA

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quelli passivi possibili ia tulte le direzioni. Non si risconll'ano neoformazioni osteotltiche, le articolazioui del gomito e della mano sono normali. Le articolazioni delle dita. per la dilatazione delle capsule, banno movimenti possibili anche al di là del normale. Sul pollice della mano sinistra si veggono alcune cicatrici. Si lratta in conclusione di una l'&r'a forma d'infiammazione articolare atrofica neuropatica, prodotta da gliomalosi del midollo spinale.

c. s. DcnLER. - Due ca.sl dl fiemmone acuto lnfettlvo della farl.Dge. - Centralblatt fù r Bakter iolooie und Para:Ji-

Lcnkun.de. Vol. XIU, fllSC. 11 - 12. In due casi òi flemmone infetltvo acuto della faringe riuscì alrautoN dì coltivar e tanto ùal sangue, quanto da efflorescenze della Lr icusptdale e dal sangue della milza, streptococchi, che si r assomi:;?;liavaoo io tutt.o a quelli della ristpola (Fehlei~eo . Poiché clini('am ente si cerca di distinguere i flemmoni della faringe dai processi erisipelatosi, cosi rA. discute tale questtone ed è d'avv1so che le due affezioni dal lato eLtologico, siano da ritenersi mollo affini fra lor o. Anche ropinione emessa da Senatot· sulle differenti lesioni della fa ringe, cagionale da fiemmom, non è divisa dalrA. Questi riferisce un caso di acuto flemmone faringeo io un fam:iullo, in cui e~li osservò streptococchi e corti bacilli e lo paragona, lauto per la somiglianza ùei sintomi, quanto pel decor so morboso, all'angina Luùovici, la quale anche dal Lud\\ ig fu ritenuta in principio per un processo erJsipelat.oso. Da ultimo l'A. riferisee sopra un caso di micosi di leptotri:-= della faringe, della laringe e dell'esofa!2;o, osservato in un fanciullo di 8 mesi, il quale ammalò di tosse convulsa e mort per bronco- polmonite. Fra gli strati epiteliali sup&r:ori si trovarono abbond&nti filamenti di leptotrix, negli sLrali profondi ammassi di sottili bacilli colorabiH col processo di Gram.

c. s.


RH'lSTA

La peste a Hong Kong. - (Br,t .•\fed. Journ, 25 agosto 189~).

JA\IE'' CA.NTLIE. -

Il Canllie ha rutto le seguenti interessantissime OSSl't'\'8:uoni sulla peste che ba infierilo nel sud est della China 8 speci!llmente a Honsr- Kong. Il periodo d'iucubazione di I]UesLo p-ravis!!imo morbo dura da 5 a 8 giorni; però in un caso esso é durato uon weno di 12. La malattia comincia subitaneamente con marcati •listurbi febbr·ili. La cefalea, la vertigine, i brividi, i dolori nelle membra. il vomito e la ~enerale spossatezza obbligano l'ammalato a metter:::i sub1lo a letto. Il volto s'arrossa, la pelle ~i fil cocenLe e arida, le mam e 1 piedi di\'entano freddi ~ la :-ete intensissima. ! 11 due o tre ore, l'ammalato di,iene apatico ed indifferente in appsrenz~ a quanto lo circonda. ~on infrequentemeote egli abbandona la sua camera per la veranda o esce di casa e vaga per le strade come ubbriaco o !'(j trova giacenle io qualch~ rigagnolo. Smlomi. - Vedendo un appe~tato poco dopo (4 ore) l'mizio deJia malatl1a, anche 11 medico può in~anna~i ,;ulla sua gravità, perché la faccia ~~ tranquilla e gli sembr a •faver a fare piuttosto ~n un ubbriaco, t3olo g!i atti del pazi~> nte ~~ ra<>somigliano a quelli di questo. L'ammalato ot·dinariArnentè giace a letto -<upin<J, co~h arti inferiori Bessi: questa pos•zioue è senza dubbio provocata da l voler egli dimiou1r<> Il dolor·e che gli cagiona 'Hlgorgo delle glandole ioguiuuli. Alla se111phce ispezione, un altro sintomo che ~olpisce l'attenZIOne del medico è il C<llorilo rosso o giallastro del vo.lto o la tinta ros"a e ~ialla dd le congiuntive. L'aspeUo smor·to delle <·ornee aulllenta raria apatica, llldlfferente dell'ammalalo. La lio~:ua nelk• pr·ime 2i ore è corrugah.1, impaniata, giallastra sul dorso e arrossita ai borJi: essa, come anche la ca vitA orale. ~i mantengono aride per tutla la durata deUa malaltia. Al ao ~iorno o anche prima la lmgua, p1ù arida ancora, diviene p1u dura al tatto e più cor rugata ed actJUÌsta un color mogano molto caratteristiCO": Le labbra sono l:l"'Ciutte, qualche \'Olta !'lcrepolate. La sete quantunque intensa non corrisponde allo stato della bocca . Il vomito è frequente nel pr imo "tadio:


UDICA

,.;:co ordinariamente inizia la malallia ed è o bilio~o o di color cioccolata, s~>nza mai raggiunff"re l'aspello del vom•to nero. V1 è costipazione ed alla fine della prima setlimana noLasi anche diar•rea, Ja quale è con~iùerata come un sintorno di buon augurio. Le feci sono dure, intensamente gialle 0 brune oppure di color senaP.a; frequentemente si emettono involontariamente. I bubbon1, cbe ban dalo l'appellativo alla malattia, consistono in ingorghi delle glandole linfatiche, acc..ornpagnati da iulAnso dolore. La loro relativa frequenza é cosi stabilila: a) !XIandoiEI crurali ; b) glandole ioguinali ; e) a~cellari: d) cervicali Qualunque altra gìau,Joht può per tanto e~3ere affetta come le olecrauiaoc, le popbtee, le ihache, le lombari e mollo eceezionalm,.nto le meseraiche. L' in~orgo ~landolare può apparire nelle prtroe 24 ore, può mostrarsi solo al 3<> giorno e nei casi acutissimi l'ammalato muore senza alcuna manifestazione glandulare. L'ingorgo, al suo inizio, ha aspetto amigdaliforme nelle glandole ioguinali, globoso nelle altre. Più glandole sono affette contemporaneamente, ma distinte; si convertono in seguito in una ma$S8 a causa del rapido sviluppo dell'edema periglandolare. Ne.v:li uomini predominano arin~orghi crurali, nelle donne ~tlt ascellari. La tumefazione aumenta rapidamenle di volumf\ ~i fa più molle, meno definila ne• suoi confini ed in capo a 5 o 6 giorni essa consiste (alla rad•ce della coscia) in una massa rilevata, pastosa, quasi circolare con un diametro di cirra 6 pollici. La cute soprnstanle è d'un colorito li vid o e quq e là presenta degli infos<~amenli a seconda dello stato deiiP :;rlandole. La pastos1t8 fa credere alla presenza di pu<~: alcun~ volte questo si forma realmente, ma per lo più la fluttuazione e illu~oria e rmcisione fa uscire solo un po' di liquido siero-sanguinolento. Al ta~ho 1 tessull '<ono duri e corJI'ICer, e si deve giungere a ~nnJe proronditil prima d'incontrare la ;daoJola. il cui conteuulo rassomiglia alla polpà "<plenica d'un individuo morto in seguito a malattia iper-piretica. L·incis10ne apporta sempre sollievo al paziente e deve quindi sempre pralicarsi, si trovi o no pu~. La fer1ta oper atl'>8 guarisco rapidamente, tenuto conto del grave stato generale. Certo volle, e specie nei casi


RIVISTA

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rapidamente morl.ali, le glandole cerçicali assumono un lume enorme occupante lutto il collo. Sembi;a che la Yirnll!uza della malattia si estenda ad un sol gruppo di glandole poiché solo uno di esse é fortemente ingorgato: gli allr 1 lo sono poco o nulla. l sintomi generali son quelli ò'un roOt·bo iperpire tico. La temperatura si eleva rapidamente e in due o tre or e raggi unge i 105°-1.08° F. Dopo :36 ore la temperatura rimette e ne• casi :-apidamente mor tali può non innalzarsi nuoYamente. Frequentemente pertanto, senza ragione ev!dente. la temperatura, dopo un graduale abbss;.amenlo per 3 o 4 ~iorni e anche più, può subitaneamente ascendere a 11l5<>- 10ì• F.~ e caò senza aggr-.:lvare la prognosi. Ne• casi cile tendono a gultri;:rione la temperatura s· ttbbas~a g-radatamente e diYitlne subnormale dopo quindici gior ni. Può risa lire nuo vame nte ed alla fine della quar ta settimanal'insor~e re di n uova febbre non Il infrequente. - 11 polso varia nella forza , frequenza e carattere. Nei primi stadi della malattia si ha nno 85-HO battiti al minuto negli a•1ulli. 1 movimenti dell'ammala to non hanno alcuna influenza sulla suo frequenza nè esiste marrato dtcr·olismo. La forza del polso varia mollissimo: alcune volte ec::"oémollee comprensibileoppu•·e duro e pieno, ma giarnma1 compre~sibile. Questacondil~rone varia evidentemente più p erni la l')uantita del sangue atlluente alle piccole a rter ie cbe per lo slsto delle arterie stesse. l toni <.'ardisci non sono gr'8ndemente alterati: non s1 ascoltano nè rumori né soffio. - Le emorr agie si sono verificate in più del 2 p. 100 de i casi: la più frequente di essa è la nasale: non mancano però le emottist, le ematemesi ;e le enterorragia. Le emor ragie cutanee sono rare eccetto nelle immediate vicinanze dei bubboni. L'apparecchio respirator iO c::i mantiene perfe ttamente immune. - Degli organi addominali, la milza è qua si iovari~t• bilmente ingrossata. I suoi bordi sono duri e acuti e sp,~ r~ono dall' arcata costale. I confini .lei ft:gato sono ben detimti, Il che indica ingorgo, ma non grande aumento dell'aréa . L'addome non è prominente. - L'orma r imane intJ.Ilerata nd nel peso specifico, colore, nella quan tità e compos,zJone chimica.


Prognosi. - La prognosi della peste bubbonica è estremamente grave: nè età illè sesso ne vien risparmiato. Gli eUI'opei godono nell'estremo Oriente uoa quasi assolut-a irumunitil: infatti di dodici medici inglesi addetti al servizio de~li appestAti nessuno ne venne affetto, mentre ne furoo con•.agiHti tre dei nove medièi giapponesi. - La mortalita è la più elevata che si conosca: essa var1a da 80 a 97 p. 100 La prima cifra si ha negli ammalali curati all'europea, l'altra in quelli curati alla chìnese. Con.lagiosita - li contagio diretto da uomo a uomo non sembra vero; per lo meno non é quello che Ila mag~ior estensione : esso •embra che a\·venga per mezzo delraria in cui si propaga dal suolo. Esso att!!.r.ca anche animaH io quest'ordine: galli, gallinacei, capre, pecore, vacche e bufali. Secondo i chinesi quest'ordine è determinato dalla varia statura degli animali e poichè l'uomo è il più aHo cosi è l'ultimo ad essere affetto! Anatomia patologica. - Le autopsie non mostrano nulla di caratterisltco: le lesioni aoat.omo-patologiche sono quelle comuni a tutte le malattie infettive. Anche i bubboni non hanno nulla di speciale. Caratteristici debbono ritenersi quelli mesenterici, st:ante la mancanza di lesioni intestinali. (Il CanUie ha inviato a Londra dei pi"eparati, nei quali s i sarebbe consta tata la presenza d'uno speciale bacillo). Trattamento. - Il trattamento efficace di sì grave malattia è ancora da trovarsi: quello istituito dai medici chinesi è addiritlura immffic1ente e lo pt·ova l'alla mortalità, cir·ca il97 p.100 degli a_ttaccali. Uno di essi offrì al dott. Canllie, perché lo sperimentasse, uno specHico risultante dalla miscela di 53 so"tanze, la cui pa rte principale era pol'\·ere di perle. Mi,:t1iori risultati ba il trattamento europeo. Questo s'inizia sempr e con UnA dose di 10 frt'8nì di calomelano, cui si fa se~uire un purgante salino (solfato magnesico 2 drm. mattina e sera), specialmente flUendo esiste tinta ittl'rica della cute. li tener aperto l'al vo ha a nelle l'indicazione di liberare l'organismo dei bacillì, i quali sì contengono in gran copia nelle feci. Alcune volle però i purganti sembrano accelerare l'esito fatale. Ollre ai pueganti bisogna dare all'infermo so-


JUnSTA.

stanze che ne aumentino o ne sostengano le forze . L essenza di carne di Braod era presa molto ~olontieri. ~ella convalescenza si può passare ad a limenti soliJi. 11 medicamento lungamente usato fu la tintura di digitare: essa e sempre indicata, ~?iacchè le morti improvvis~, anche in piena convalescenza, per paralisi caroiaca sono frequentissnoe. La tintura di sLrofanto, <.JUanluuque utile, nou ha la medesima efficacia della digitale. Tra gli eccitanti il muschio non è a dimenlicar~i. n Cantlie lo ha dato alla dose di 5 grani in pillole ogni a ore. Altri medici verso la fine dell'epidemia prescrivevano : carbonato d'emmoniaca grani 5; decotto di china composto once 1 ogni 4 ore. Contro l'altissima wmperatura nessun aolipiretico si è mostrato utile; il cbjnino poi non solo è inutile ma Hddìritlura dannoso. Esso però dà buoni risultati nella convalescenza. Dell'alcool. come er.citanle diffusivo, fu fattd larghissimo uso e con ottimi risultati anche negli indJgeni chine;:L i quali erano proprio restii a prender lo. l bubboni debbono incidersi precocemente poiehè ciò apporla notevole sollievo all'ammalato. Oltre a ciò vi si possono pratica l'e delle iniezioni parencb.imatose, sia con sublimato corrosivo misto a ioduro polassico (come si fa w ll'ospedale Alice) sia con acido fenico. g noto dalle osservazioni di Kitasato che i bacilli risiedono principalmente nelle glandole e le loro vicinanze, e che essi sono uccisi in pochissimo tempo da una soluzione di acidù fenico all'i p. 100. Al delirio :;i provve.Je con spugoatura tepida del corpo, colla •e~cica dJ ghiaccio al capo e con larghe dosi di bromuro potassico. Tra tutti i m·e dicamenti merita piena fiducì~ l'ioscina io iniezione ipodermica (1/s m g.); il sotfonale e la para!deide non dettero risultati positivi~ l'idrato di cloralio fu completamente scartato a causa della frequeòte pal'Biisi cardìaca negli appestali. Questo è quanto dai nuovi medicamenti e dai nuo•i metodi di cura si e ottenuto in questa malattia Ler ribìfmente / fatale. G. G.


MEDICA ~fAX RoTH'l•N~. -Ceoltà tra.ndtorl& nell'uremiL -

.\fed. Juurn., 8 selt. 189i e Bet'l. kl glio 189\).

(Brr t .

Woch .. 2:J lu-

11 Rothmenn l'a o~sl' rvarA che la cecità subitanea é uno d ...i piu infrequenti "tnlomi dell'uremia: in ca~r molto rari, e"stl può formarne r unico !>Cgno. ~ per lo pi(I brlaterale. L'esame otlnlmoscopico è per- lo più negativo: alcune volle lf' arterie t'i'liniche suuo !->Ollih o esi"le rttinile albuminurica. Se durA lunf.!O l~>mpo può prndune l'atrofia del nervo ottico. Se pt>rsiste la reazione pupillare, la pro~no!>i é lieta. L'autore rammenta l'identica perdita subitanea della vista m seguito ad emorragia. io cui si sono trovate lesroni nel nervo ottico. Ricorda in seguilo un caso in cur all'autopsia si ri"cootrò nefrile e in cui il paziente due mesi prima era stato preso da improvvisa e temporanea cecrtil, pr·ima nell'occhio sini"tro e poi nel destro. e poi nuovomenle 11el sinistro. La causa della morte ru la ltsi Luberrolare. Le fibre dPI nervo ottico eran s,_ne, ma la guaina era rnspess•la unitemente ai vasi. Quantunque il ra~o non sia assolutamente tipico, pu1·e l'autore ritiene r amuuro$j dovuta alr uremiu. L'autore <'O" l conehiude il suo scrillo: 1) nelle gravi nefrrli può aversi c~>cità con "O senza altri sintomi uremict · e~sa è causata da edema della guaina del neno ottico; 2) la rea·zione alla luce può persist~re, essere diminurta o totalmente abolita; :~) la pro:.rnos:i della reazione abolita non è assolu tament•! cattiva ; 4> ritornata la •r..ione, le tllire ner,•ose possono essP.ro intatte oppur·e degenerale solo perifericamente. G! G. Le temperature ba..e permanenti. - GASTO'f .MATHIEU. (Jour nal de .\lédecine ;>t de Chtf'urgie, luglio 189i-).

L'auLore ha consacrato un iutert:s"aute studio a quei ca"'i n('i quali lo temperatura resta dirmnuita in una maniera contrnua; l'ruteresse pratico di tali ricerche con"isle nel fatto clH•, oltre gh stati patologici dei IJU&Ii una temperatura sub· normale potrà rar suppor re l'esistenza, può accadere che

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lali so!!geLli, affeUi da un'affezione intercorrente, non presenteranno, A le$ione eguale, una temperatura co«i elevata com.- quella degli ìntiividui o. reg:olazione termica normale. St pos~ono considerare come cast di temperatura bast!e permanente quelli m cui la temperatura rellale non oltrepas~a mai :n... Ora r1uesti falli non rono mollo rart, perché :\latbieu ne bu.raccolte nuove ossenaziooì in un'annata nel riparto del pror Tet«sier. Si oc;ser\•erè che rru ·sli so~gelli hanno ben So\:ente le apparen~e della c;aJute o che sono tutt'al piu considet'ati come oeurastenict. l:: necessario ricercare questo sintomo per lrò''arlo, percbè ~::sso potrebbe, senza di ciò, pas-.c;are completamente inavvertito. I falli osservati da Malhieu si rifel'iscono a tre tipi ùilferenli; lipo net•voso per lesione organica, tipo tossico, che puèl essere d'or1gine gastrica, renale o microbica. e tipo dialesico (at•lrilismo). Come esempio del primo tipo, egli cita due fatli; l'uno é relativo aù un fanciullo di l~ anni, con testa grossa ~ ch8 aYeva sofferto per l'addietro convulsioni, ed e1·a cloro-anelOtco; la sua temperatura reLtale non ha mai ollrepa~!!ato !li0 ed è discec::a qualcbe volta fino a 35°. L'altro riguardava una donna atassica, la sua temperatura oscillava generalmente Ira :l5•,5 e 3u•,7. In altri due malati, a ppartenenti al tipo tossico, si constata \'a dilalaztone dello stornaeo, un"int.oUeranza ga~trica estrema un 'tpersecrezione stomacale considerevo!f•: si può allora -.piegarel'ebbas:>amentu deUa lemperalura con r1potesi di una intossJc.•azione dovuta al riaswrbimento rl i prodotti LoS$ki fabbricati nezli stomachi dilatati. Al t1po t.os!:uco d'ol'igine renale si rtferisce l'osservazione di una mal~ la effella da una nefrite artica di natura malarìca. Il fallo ~i ,:;piega assai facilmente. perch~ si sa cht> tra i uumero"'i vele11i conl.enuti nell'orine (e che negli affetti dalla malattia di Bri:.wt non sono più eliminati come Io dovrebbero) alcuni di essi agtscono sui centri nervosi calorigeni all~lu· lamenle come la digitale agtsce sul centro del pneum•1g&• iSlrico, e ve n'esiste uno che i> chiaramente ipolermizzante.


H 59 Al tipo toc::c::ico d'oritdne micr obica si riferisce un ratto 0 c::scrvato in un jndivrduo che dopo uo"influeuza rimac::e neura~l.enico e nosornane. In qne;;to mdi"<iduo la temperatura rHtt~c::e co~lanlemenlE' al disoUo di 37°.

Infine, gli Krlritici po.,sono presentare in un modo costante ipotermia. ~lathieu ha pubblicato a questo ri&.:utu-do 41 un ratto mollo intere.,sante, perchè riflette un sriovane di cOStituzione robusll', ma di famiglia art.rilrca e che non pr eseutava come sintomi morbosi che emicranie e un po' di cianosi alle estr-em là Ls sua temperatura, es1.1.mioata per tuo.to tempo, non ba c::uperal.o 36°, 5, restando quasi ~ .. mpre (rA ::;6o, 1 o 36' :t Ed il ratto data,·a da molto tempo, poiché quattro anni prima, nel corso di un"influenza abbastanza intell"a, il termometro sPgna va appena :36•, 5; e per questo motivo il malato non fu ricevuto allo spedale mil tare; uoo vi fu ammesso che quando fu riconosciuto mollo più soffereulP, e ciò non per·tanto la temperatura non c::uperava 37, :1. È de;.mo dt nota che nei malati di '[uec::to gent>l'E', il solfato eli chinino aumenta la tt>mperatur a in,ece eli abbsssarla. u~c::ta

CompUo&donl respiratorie dell& va.rlcella; va.rloeUa della laringe. - BoucHERO~.- (Journal de .\/~decine et de Chiru rgie, luglio 189i).

Le rornplrcnzioni lar·rng:ee della varicella non sono slote se!!nHiale dagli autori classici. Solo Lori ha veduto in certi ca"i qui!"ta f•>bbre erulliva orovor-are in corri~pondeoza della fnrmge una leggiera iperemia. e talvolta anche una o cluE', IDA mai pii.t di tre pust~>l~', guar-ite pochi gror ni dopo lu Jt,ro fo1·roszione. BoucbeJ·on riferisce un·osservt:tzione, unìca nella s··ienza, sn cui reruzione varicello"a. ess~ndo!'i pre.,enl.81a in corri.,pondenza della laringe, cag1ooò acddenti morlalr. S1 lrallava dr una fanciuJia, la quale, nel cor so di una iperto..se, cl1e avo>va già d~to luogo ad acciJenli bronco-polmonitrei, facilmente scongiurati, fu colla il 20 febbraio rla una pt·ima eruziOne di varicella, susseguita da va rie altre. Dopo UIUt dozzina di giorn1, la respiraz1one nac::ale si oslt' ul, uello $lesso tempo che il nttso, pieno di croste, lasciava sfuggire


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un liquido sanguinolento. 11 9 marzo comparve bruc:cam~:nte un violento acces..:o d t sofJ'ocazione: la sougua <.'.alJa pa«'"ata al davanti della laringe la trauquilliuò, ma nel ~iorno susseguente la fanciulla mort improvvisamente iu mezzo ad un nuovo accesso. All'autopsia si constatat•ono, oìtre a ]e~ioni di nefritP. parenchimalosa ed alcuni noduli bronco-polmonilici in via di risoluztone, dìsc:eminati nei due polmoni, alter~tziooi caratterisch~ della laringe; non vi era edema della glottide; la mucoc;a rossa presentaTa suggellazioni san~ igne pr incipalmente in corrispondenza delle corde vocali inferiori e '"Ulla faccia posterio!'e del1'epiglottide ; in dietr-o, tra le due aritenoiòi, io vicinanza delle corde vocali, e sopra queste cot•Jc stessi? esistevano piccole vescico-pustole, analoghe a quelle rhe erano comparse sulla pelle; esse non d~ter­ minavano che un'er osione molto superficiale. Riassumendo, la morte è s tata causala in questo caso da uno spAsmo gloltico pt·ovoc.ato dall'eruzione varicell08e sulla mucosa laringea.

Influenz& delle bevande aloooliche sull& tuberoolost. LEONCE A;\IAT.- (Joa rnal de Médeeine et de Chr1'llrg~ luttho 189H.

n tlott. Lancereaux ha richiamato da mollo 'Pmpo l'attenzione sul fallo t'he oou solo l'alcoolisrno cagiona d•sordini neiTo!'li che armientaoo le nostre principali facoltà e tìnisoono sovente con la morte, ma che esso costituisce sopratulto una pNdispvl:il:t.ionc considt>r evole alla tubercolO!'i, e ehe •!ll"'~ta uccide il rnaf!~ior numero degli alcoolici che non soocombono alla loro inlossil·azione. Uno dei suoi allievi il dotL Arnat. "i •' occupato nuo,·amente di questo fallo e l ba nunito in un suo lavoro un p;t·an numero dr osservazioni. L'influenza disa"trosa ùelralcoolismo è d'allron<le riconosciuto dalla matt~ior parte degli autori. Ma si deve t'are una disti tzione dal punto di vista eziologico fra le diversejorme d'lllcooli .. mo. Si devono distinguere infatti la tubercolosi .,j. nica od etilica, dovuta a~li eccossi del vino, la tubercolosi alcoolica propriamente, dovuta agli eccessi d'alcool (acqua-


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-.ite, rhum). e la tubereolosì essenzìca dovuta a tutti i liquori vermouth, amari, vulnerarii ecc.). La meno frequente è senza dubbio la tubercolosi etilica: roa Amat protesta conlt•o l'opinione assai diffusa secondo la ~aie l'abuso ciel ~ino. se esso è puro, non produrrebbe l'aleoolismo. Senza dubbio il be\'ilore di ''ino naturale mellPra più lempo a dh-entare tubercoloso del bevitore ùi vino fab· bricato da un merc;ante troppo blion chimico, ma egli lo diventerà. È d uopo ricoo0scere però che i bevitori di vino sono meno predispO!<li alla tube!'colosi dei bevitori d'alcool; ma è a:;ssi c.<~mtule l'osservare in essi la coincidenza della cirl'osi e della tisi. Questa coincidenza esisterebbe nel quarto dei casi cir~, e la localizzazione bacillare avrebbe allora tendenza a farsi uon solo oei polmoni, ma anch.e nel periloneo e nelle meningi. Il bilancil) dei bevitori di vino si può stabilire t~ol seguente modo: minori probabit:ta degli allri bevitori di diventare lubercolotici; maggiori probabilità di diventarP. ~rl'otici; una probabilità su qualtro di essere contemporaneam';!nte cirrotici e tubercololici, ed in quest"ultimo caso neUo stesso tempo della tisi polmonare, di presentare peritonile e meningite Lubercolosa. L'alcool e l'assenzio sono cause infinilamente più rrequeuli .di tubercolosi del Yioo solo: Ja loro azione <>i manifesta nor' solo con la produzione delle lesioni polmonAri, ma con l'e~istenza di disturbi nerçosi in rapport~ <'On questa causa particolat·e. Ma indipendentemente dalreziologia, si banno nella storia di C(ueste tubercolosi fatti molto interessanti da segnalare dal punto di vista clinico. l11 primo l~ogo la sede di questa forma eli tisi. Lancereaux dice infatti che nel bevitore la localizzazione enatomka si presenta con cal'alteri distinti da quelli che si osservano ne1 sedentari che vivono in un'~.trìa confinata; che nei primi questa localizzazione si stabilisce all'apice <k!stro e !'<i estende in dietro più che in avanti; che negli nlli1oi essa si presenla all'apice sinistt'O ed in avanti. ~n essenza (assenzio,


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Questa r egola e confet·mala dalle osservazi•·ni di E«<>a è susceUibile senza dubbto di ecceziom, ma 'iUC!' ~ ee. cezioni sono troppo poco numerose per p re,·alere conLro dt ~a. Quando, in un bevitot·e, la lorahz1azione avviene a ~ini~tra si è che altr~ cause tntet·ven~ono: l!l sedeotartelà, il dif••lh) di aet•eatione, la mancan:ta di nutrimento, un'aff><zione gra•e qualsiasi, un lraumatismo ec::. hanno pt>eparalo il polmone sinistro a ricevere il ba<'tllo prima che l'alcool abbiu !'Om-. piulo la pre!J&razione del polmone destro. P er aiL1·a purte, neg1i alcool!ct la forma della tisi e di regola genet•ale (ma non as~olula) la granulo:.a; corut'l la easeosa e quella delle per::;ooe c:edt'nlarie. vivcmlt in un ambiente in cw l'aerazione e difettosa, aventi un'alìrut:ntaztone in.;ufficienle, sovra aflàticalt iutelletLualmenle o fisu~a mente. P erò, le ~ra nulazioni non E<ono i->olate, e non è raro di constatare elle esse coincidono coi lubercoli e con le caverne. Frequentemente si l'i scontrano macchle pigmentari.. <nL·un-~ all·~ g ranulazioni. macchte che sono prodotte daU·enrlCiji!'IO·bi116'1ti e che SOltO una trtl•' cta dell'intiawma.z ione cùe -.i è p ·od•o&lli't'~ io ql.leslo punto. Dal punlo di vista dell'ana!omia patologica, è nece,sano aggitmger~ che jf cuo1'eé quasi ~empre sovraca.rico 1li gt'8..SO, floscio e friabile. llfegato é quasi sempre auml'otato di volume ed ollrej assa le ft~lse coste di più dtl.a Lrasverse. E:;so è spc:s~o gt·anuloso. tal volta solamente alla !:'Ua superficte, alLre volle Hl lutto jl suo spessore. Il suo tessuto, di colot•azione giallastra, l· l'riabile e gl"8SSO"O n vino e l'acquaviti!, il vino sopratulto. mollo p!U delra•· seozio, deter minano quelle le~ioni dtl fegat.o. e de Ht•Jenda aveva molto giustamente chiAmale epar.iclte le tic;t d1 quelle pe~ne in CUi la passione per 1! vino e per J"acqUiiYÌLO 6 incr .?dibsle. Queste lesioni sono molto meno accentuato nella

tubercolosi da a~l'r.zio. La milza è sempre più o meno iperlrofica, molle e·dirilnente. l T"eni, immersi in un'almosfet·a dt gt·asso, possono pre-


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!>enlare t.!ranulazioni tnbereolose, ed avert' il loro volume mod1tlcato. Si riscontrano ancora nell'evoluzione della lisi dei bevitori car-atteri mollo importanti. E~sa compare in generale tra i :lO ed i 50 an m, in iodnidui soventi 'igo rosi fino a quel momento ed essa assume frequt>ntemenle la forma :rslopp:lnte In tutti i ca<>i, e~sa non ha la clurala della tisi ordinaria E!l~a non impiega mai molto p11'1 di sei mesi a comptPro tutte le sue fasi. Cosl. distinta dalla tisi ordinaria per Ja sua localizzazione nt>ll'mi.tio, per la sua forma granulosa e pE>r i suoi puntt pi!!lllt>nlari, la tubercolosi polmonare d~i bevitori se ne di· ~tingue uncora r ~r la sua durata. Inoltre, net suo decorso si osser,•ano delle l"Oste dovute all'inlermittenza delle spinte ~raoulose, rlimorlo che, se dopo la prima, la seconda e for-s'anche la terza spinta che sembra non siano elle avvertimenti ripetuti dali dalla natura, il malato t·inundasse agli eccessi di bevanda, e;:cli avrebbe tutte le prohabiltlA di ..ruariroc>. ..;l rlt!,·e ancor11 notare elle il dimae:rimPnto lento. progrel'>· s,vo, put' n1ancare nei tubercc>lotici al ·ooli<'l. Alcuni infatti conser,ano lungamente un buon stato d1 nutrizione in complt:lo Ùl!'aCCOrJO COi SPgni che rivela 1'8"CO)tazione. Que<>t.o ~tAlo di Luona nutrizione scompare poco tempo prima ùella morte, bt·uscamenle e rapi.Jameute, di modo che essi arrivano al termine nello !;lesso stato di cacht>~sia degli altri che hunno dimagrito lentamente; questi, gradatamente denutriti, perdono a poco a poco il loro g•·asso ed i loro muscoll ofrron<> l a~petlo dPL tubercoloso ordinario. Ancbe i sjnloml locali non sono in rapporto coi segni generali, e pertanlo la tosse é penosa, le emottisi sono più freqtu~nti, la febbre è più forti! e più prPcoce. È d'uopo perO riconoscere che l'juesta forma di tuberco· lost •· curabile, se il malAto ritornA ad C!:;Sere sobrio. se sì sollomette uJJe r<lgole delrig•ene e ad un trattamento convenJt>nl•·. Ma è necessario che il bevitore rmunci alle sue abitudini ~~ che egli vi rimedi per tempo.


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D ba.olllo della peste 18 agosto 1894).

CANTLIE. -

(Brit. _\fed. lourn.

Il O. Caollic, durante l'epidemia da peste cbe ha intìerito a Hong Kou~, ba fatto dea preparati clte ha fatto esaminare del O. Woodhed, il quale ba redatlo d seguente ranporto: «Gli P!lemplari mandahmi in e~aroe !lODO preparati ~i­ crosCIIpici del regalo e dl>lla milza d'un topo inoculato col sangue dalla parte centrale d'un bunl>one femorale. Luo di essi é già «talo c;olorat.o con soluzione acquosa d1 '-'loleLto di genziana. ~-tli altri lo !>Ono stati da me con solutione glicer·o-alcoolica di fucsina. Ilo tr ovelo organismi, i tJuali all'obbiettivo ~- 8 Zei!l!; e all'ocularP ad immersione ad olio Leitz ra<~ ..omigl•ano a diplococcha mclusi in una delicat.a capsula ed a corti bacilli aJ estremità ar rot.ondate: nel loro centro esiste un tratto o spazio chiaro: mA la forma predominaute è un diplococco irwap!'ulaLo o corto bacillo. La grandezza loro varia con!=!ider·evolmente a !leconda del metòd""ò di colorazi;l0eimpiè28to: e~,.[ semb~iù-pi'èrofifil'iiiia soluzirme acquosa di violetto genzian a che in quella ~tliceri­ nica di fucsina. ~el vreparato fallo colla polpa :>plenica si ba una cultura quaRI pura del bacillo; le poche cellule sparsevi $Ono piu fortemente colo•·ate e sembrano ~tl­ cun poco guntìe: ciò però dipende evldPntemente dal modo della prepar·&zhne. f: PYideule che il diametro della C.1p .. ula e la sua capacità ad esser e rolorata varia molto ed " perfettamente possibile che quPst'apparenza di capsule ra<~so­ migli a quella che alcune volte si \E'dl• attraverso ~1 bacillo dell'antraCI' quando è colorato con spef'iali soluzioni. oppure può essere ~"mplicemente una retrszione dell'albumina dovuLa al rag;!rinzamenlo del bacillo delerm1nat.o dall'es~tc­ camenLo o da altri processi di preparazione "· I n una set!uta dell'Accademia delle ScieuzP di Parigi, il Ouelaux comunicò una lettera del D Yersm assi~trnt~ di Pasteur, ìl quale ai princ•pJ di giuf!OO fu imiato a HCUlg Kong in mrs,.iooe scientifica del ~lini ..lPro delle eolnniè Jl D. Yersin afferma d1 aver è rsolato nei tessuti degh appestali un piccolo bacillo difficile a colorarsi coi comuni reat-

•t.,

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lfEDICA

f4.6i)

tiYt ma facile ad essere collivalo su a;ur a!!ur·. Que;:oto micror~an1smo abbon.ta specialmente nelle glandole inguinali,

il cui ingorgo forma le lesione carallE>rislica della malallia Il bacillo è facilmente inoculabile nei ratti ,le roortalità di que~li rosicaoti è ~lata notevole durante l'epidemia) nei topi e nelle cavie: luth questi an imali muotono rapidament~> in ~e~uito all'inoculat.ione. L'alimentazione fullo per mezzo di parli d'organi tolti da individui morti di peste è anche rap1damente fatale. Il O. Cilantemesse armunztando al Comiklto di Igiene le scoper·te di Yersin, fece nolo che questi ho. spedito al dottor<' Roux dell' lstiluto Pasteur un certo numerù di preparati e di sezioni rappresentAnti il bacillo descritto. G. G. Del fattori dell'anemia nelle malattie delle vie re•plra.torle. - DrJlt. FsL.lc:E CHABORY. - (Pror1res médical, :\. 2l del 1894).

L'autore, stabilito che l'apparecchio respirCilorio quale organo dell'assorbimento de,ro-"sigeno. ne fornr~ce all'or!!anismo la quantità indispensabile alla completa evoluzione del globulo rosso, e constatato che nella mAggior par te delle malalhe delle vie respiratorie si riscontr·s una anemia evidente e costante, cerca di analizzarne le cau~e che la det.er·minano. Fattori principali dr que~ta anemia sar<.>bbero secondo l'autore. i s4>guenti: La dtminu;ione del ealibro àell~ oie cond,Uriei delfaria. - Questa causa è ùimoskata dalla anemia dei fanciulli che hanno l'1pertrolìa ùel e amigdale patatine: i fibromi nasofaringei che riempiono ta faringe retro-na«ale, l'ipt>rlrofìa ton!'illnr e cbP diminu•sre la cavita della farin~Xe retro-buccale, lo c:tringimento dell'orifìcìo super10I'e lal·m~eo, le s!eooc:i della glottide, la diminuzione di calibro della li-achea e dei bronchi, soo tutte cause che riducendo la quanti!.a d'aria portata a contatto dt•lla massa san...::ui!!na polmonare tinisenno col determinare p1ù o meno prontamPnte J'jjnemia. Anche se la resrirazione buccale supplisce a lla r espirazionA


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na~ale, retf~tto, la conseguenza sarebbe la medesima) poichl> hr·ra portata ai capillari della prccola circolazione"; giunge troppo bruscAmente, troppo .U·eclda, troppo secca, troppo carica eli pulviscolo, determinandovi fenomeni spasmodici e c0 0 • ge,..uzii, l'S:;cndo inll!le un alimenlo mal preparato. Le dtminu;ioue della supertlcie d'assorbimento delraria e i disturbi nella piccola cirl"oltUione. - Diminuisce la quan. hl.ti di os::1g,.no che penetra nel 51\n:zue. se si tro,·a dimi nuila la super·lìcit: d'as:sor·bimento, se il filtro è ÌD!<pe!>s•to 0 modrllcaln nella sua struUura. o l"a ne i'< disturbala la Cli'CO· laztone d~i caJ.ullari: a~1~cooo in tal guisa la bronchite coll'rntiltrazrone Jella muc •sa. e la secrezione che la r iv8$te, l'asma cor suoi drstur·bì vaso-motori, la conge;.tione e l'edema colla compr·essione degli alveoli, e lente altre atfezroni che si localizzano nell'appar·alo respiratorio, ma più che tutte la tì~i cornuoe, la Lisi ulcerosa che riunisce b ..:~termina quaai lu l te le ultl'e lesioni. fulte le malattie J~ùùrtli delle oie respirat<Jrie l'OliO accompagnate o ~eguile da una anemia piu o meno grave e prolunElala in rapporto colla iulensità e la durata della febbre, sintomo della mrezione. La bronchite infettiva specifica del morbillo, del grìppe, ecc. sono focolari infian.matori e di ìn'eztone che a!::'..!r~tvano l'anemia dipendent.e da queste meluttie iuf~lttve. NPIJa tubercolosi il pronostico è più grave e l'auemia 111ollo più pronunciata nelle forme febbrili cl1e in quelle apirellrche, e la composizione del san:zue é liv":rsa e as..a: più alterata in querle che in queste. Le n.eoplasie sia beni(lne e/re maligne dell'apparato resoiratorio. - Qualunque specie di tumore, pl'OY()(.8 l'anemia diro nuendo il calibro delle vie respiratorie, ed il campo delrew~:~losr.

l t• em.orrar;ie clelle vie respiratorie sono. come qualunque altra emorrazia. cau"a di anemia di gravità proporzionata allll perdtla avvenuta.

Le secre:aioll.l' patolOfJlChe della mt,tcosa respir ator i a. membrana di rivestimento, che dalla piluitaria N est~nde fino all'epitelro delle maglie esistenti fra i minimi capillt~ri del 1>icculo circolo, é di una grande estensione e le Que~l.a


UGi suP ~aerazioni, minime allo slalo normale, si fanno ahbondantis«ime io laluni stati palologtci, in cui essa diYenta una Yssla raccolta purulent.a ollre che focolaio d'infezione p~:t· se st~s~. sorgente d'impovPrimenlo e spoRiiazione per Lullo l'organismo. Ogni suppurazione è accompagnala o :<eguita da anemia tanto piu pronunciata quanto piu est-,.a è la superticie suppurante. Secon.lo Lépioe e Hamburger il peso medto d.-Jressudalo nella polmonite sarebbe in media di 600 gr , in certe fot·me di bro nchiti purulente si ha talora una 8!>pettorazione, quasi purulenta, òi mezzo litro nelle v('nliquatlro ore. Distur&i negli altri or[Jani, prococali da oif'e•ioni de/lP cie 7"CSpiralorie e cause d·anemia. - Le malellie cr·oniche dei polrnon•, enfisema, asma. tubercolosi por~.ano la dilalazioue del cuore destro, la sua degenerazione grAs~. dislurbi cir,~olalori e conc:e)luente modificazione nella composttione del sangue. l distut'bi digestivi, complicazioni frequenti ed ostulale delle affezioni delle vte t'etipirAlorie, come i fenomeni nervosi, tosse, cefalea, insonnia, depressione, ipocont!ria snno del pari ft~ltori i m portanti di anemia. Dalle rrcerche e'"eguite da vat·i autori nellt! oliver-:e affezioni polmonari è dimostrata l'alt~"razione della compo~>izione del ~oaogue. specialmente la diminuzion~ notevofe dell'emoglobina. Il la"oro é chmso dall'autore col ri portare di\'erse auali~i di Qumquaud, Last>~ue, Hay~m, rane sul sangue io varie affezioni croniche polmonar i, eJ in particolar mo.lo nelle forme tÙb••rcolari, ed in cui le 8\'tdenti fa,·orevoli moditicazioni risu .,tault da uo trattamento coll'o~;;;tgeno ven~ono indirettamente ad appogg.iarò l'idea delfaneroia per· dìrcllo di o<:~tdazione del saugue. A. C.

Para.U.l reotdlvante del terzo palo. - P. DARQUH:R. (Journal de .\1èdeeine eL de C!tirurgie, luglio, 189i). Questa am~zione singolare, che ChaJ'COL ha chiamata anche emicrania oltalmoplegica, é mollo raramente osser·,·atu io Francia poiché all'iufuor·i di una prima osse!'VazJOne dovuta


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R1VISTA

a Gubler, non ne esistono che due, una di Parinaud e M a. rie, e l'altra di Charcot. L'Autore, avendone osser\'ato un caso, ha fatto su questo argomento uno sluàio molto intet•essante in cui La riunito t.ulte le osservazioni conosciute, in numero di venliselle. In tuLle queste osservazioni si sono constatate le paralisi oculari, interessanti il terzo paio, senza cbe gli arli. né gli altri ner•vt craniani (sal vo qualche eccezione) partecipassero alla paralisi. Questi fenomeni sono consociati a dolori ed a vomili; poi, dopo- una durata variabile, tuUo ritorna allo stato normale, fino a che un nuovo accesso simile al precedente venga ad alterare lo stato di salute del malato. Ecco caratterizzata io poche parole IJUSsta affezione ~r Ja 'fu&le sono sta!i propostt nomj differenti: paraùsi t·ecidi''anli del motore comune, paralisi periodiche, o ad esacerbazioni periodiche, ed infine emict'ania ottalmQplegica. L'eziologia è quasi sempre uegativa : si notano sovenli antP;cedenti nervosi er·edilari o personali ed un grande prelominio nella donna. Ecco come generalmente il malato racconta la -sua storia. Da vari giorni egii soflre di dolori violenti locsUzzali in una metà del cranio; questi dolori sono c:oosoctali atl un malessere generale constderevole, a stanchezza, a vomiti: poscia dopo un lempo variabile, la paralisi si stabilisce e non diffet·isce in natura dalle paralisi ordinarie del motore comune, quando- tutti i suoi rami sono interessati, ,·aie a dit'e elle vi h a ptosi, strabtsmo ester·no. midriasi, pa ralisi, e dal punto di vista funzionale una diplopia incrocia ta. Il dolore è costante e caratteristico: però due osservatori non lo menzionano; un altro ha constatato la sua assenza. Esso è ~eoeralmente molto intenso, nettamente unila terale o per lo meno col massimo laterale. e risiede dalla parte dell"occhio che è o diventerà paralizzato alcuni gioroi dopo. E-sso presenta irradiazioni ioconstanti verso la uuea. 'lerso la parte superiore del collo. Nella regione sopraorbilale s i ha abitualmente il massimo ~el dolore. la alcune osservazioni i punti di emergenza del tr igemino erano dolorosi: nella grande maggioranza dei casi essi non lo er a no. N!;llla ma-


llEDICA

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lata Ji Pat'inaud- Marie il dolore era intenso al mattino, rag~pungeva il suo ma~simo a mezzogiorno e diventava un semplice senso di peso alla sera. Nel caso di Wladswoclh il dolore compariva a mezzogiorno, cessava alle ore tre, l'l compariva verso le cinque e persisteva fino alle nove. l n un accesso, il dolore precede sempre la paralisi; soventi esso persiste dopo la comparsa di questa, ma in un gran numero di casi la paralisi, comparendo, dà il segnale della scomparsa dei fenomeni dolo1·osi. La durala del periodo doloroso varia da un malato alrallro ed anche nello ste"l<O malato. La durat.a min01·e é di 3Q ore (Hiode). Charcol ha polat.o uu mase e tre seltirnane negli accessi successivi. Tra quesh due e:stremi !i'i tengono gli altrt casi ; nel mal'àto di Darquier la durata era di qual· tro giorni. A fianco del dolore conviene porre un sint.omo la cui costanza è quasi altrettanto grande e che ha una importanza considerevole dal punto di vista della ricerca della patogenia, vi é il vomito. Però in alcune osservaztoni il vom1l0 ha fatto diretto.

Quest1 fenomeni dolorosi, questi vomiti cagionano uno stato di malessere considerevole; ì maiali sono abbattuti, rifiutano rl cibo e presentano spesso uno slat.o generale re· latìvameoLe grave. l rl due casi eccezionali (Joachim, Canta· Jamessa) la malata aveva perdut.a la couoscenza e faceva sentire di tant{) in tanto un lamento soffocato. Tos~o si stabilisce la paralisi ; talvolta mollo rapidamente, in una notte ; altre volte più lentamente, in tre o quattro giorni progressi\'amenle. E~sa l'isiede sempre dal lato in cui sono localizzati i dolori. In li casi la pal"alisi era a sinisLra, in 8 a destra; in 3 malati i due occhi furono interessati, sia :;imult.aneament.e, sia negli attacchi successi ,.i. Il primo fenomeno che colpisce il malato é la pt.osi, e quando egli si fa esaminare si com;lata una paralisi dell'oculo motore comune interessante lutti i suoi rami mterni ed e~ler·ni; questo fallo é d'una costanza rimarchevole, poiché oon vi ha che un'eccezione, il Ca!:IO di Parinaud-Marle


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JUVISTA

nel quale l'elt!valol'e Jella palpebra era intatto. Si dovranno fjuindi conc:lalare plo!>i, strabic:mo esterno, rnidriasi, e da) punto di vista runzionale disturbi nei movimenti di adllu• zione, di abbassamPnlo, di elevazione, infine una diplopia IIICI"'Ciala.

Il più spesso la pat•ali-i è incompleta; i movimenti non Rono t.otalmenle abolili; la motihtà delrocchlo é nott?llolmente d iminu i ta~ mn i mo,·imenti sono ancora abbozz:aU. Tali sono i tr • <~in lo ui più costanti de,t'affezione; a fianco di essi si possono porre a ltri segni meno frequenti, ma che furclOO ri~contrali in alcune os:::ervazioni: tali sono certe alterazioni del fonùo dell'occhiO: pupilla mal limitata, vasi dilatati; c:o,•enli diminuzione delracutezza visiva del lato maJato; restrig-imento del campo visivo ecc. Pare che la malallia si ioizii fra i cinque ed i dodici anni. ti n fallo degno dj nota é che in un gran nutr...,:-o di casi si è visto J::er mollo tempo esì$Let•e. il dolore ed esserecousociato a vomiti senza alcun fenomeno oculare. Dal punto di vi~ta della riproduzione de):!li accessi e degli intervalli che li separano vi sono tante variPtà quanti sono i ma1ali: si può anz:t cl ire che nello stPsso so~getlo non si couc:lala periodtcit.è. Un ~olo caso, molto notevole, quello di Von Ha~oer, sembra offrire una base alla prete.c:a che a re,•aoo certi autort di chiamare queste paralisi periodiche. Gli aeces.::i cominciarono a 13 anni, prima della mestrua:.:ione. furono menc:ih prima della sua comparsa e conlmua· rouo ad e~~erlu in "~'~uito. B quasi sempre lo stesso occhio che e preso negli acce"!"i succe.... i,·i. Pare che la malatlta, sa si omettono alcuni casi eccezionali, duri tutta la vili! e cbe 1'infermo sia fata1ment~ d"sLinato a '"eMrt>, con intPrvalli più o meno eguali, riprodut~i t:li acce::;si. Per altt·a perle l'affezione è sopportata m<•llo bene; i malali sollrono, sono in uno stato rei ati ''am.. ute gr·avé, nel periodo doloroso; ma negli i_nLervalli la ma~gìor parte degli osservt~tori banno notato che la salute del !oro so~~etto era fiorente, l'appetato eccellente, e che lo stato generale non ne risentiva. per nulla ùel periodo acuto.


:lUWICA

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E siccome sulle 27 osserva·doni pubblicate, tre soltanto hanno avuto esito letale (tra esse, un solo dececM tfeve essf' re atlr1buito direttamente alfa_ malattia), il pronostico può esset·e considerato come benigno. Re.,terebbe a determinare la natura di questa "in,:rolare malattia: CharcoL la considerava come un'em1crania. Senator arometkrebbe: 1° un gruppo in cut,. i'ollalmoplc:z1a !'>at·ebLe neUamente emicranica, d oamica; 2° un gruppo in cui e~i<sle· rebbe un tumore, una neoplasia qualsiasi, e che s1mu:erPbbe in una maniera qua:oi perfetta l'affezione emicranica. La cura ha consistito soltanto n~ll'uso dei calmanti (iniezione èi morfina) e del bromuro o del joduro di potassio . U:-qsCHULD.- Diabete. -

.(Brit. M e4. Journal11 agosto 1894

e Berl. Klin. Woeh, luglio 189i:).

Un!=<chulrl richiama l'attenzione dei pratici su alcuni sintomi poco menziOIJSli del diabete. Cita un certo numero di casi in cui questa malattia era mascht>rata di sintomi dispeptici nervosi, dia~noslica li per nevrastenia ecc. C~>rle volte il diabete può essere soprav,·eouto in mo.Jo lutto accidentale. In questi casi la l'ete e l'abbondantP diarrea po~sono far difetto. Fre({uenlemenle gli ammallllt ~i lamentano di crampi tti poloacci: rruesto è un sintomo cui finoc·n si é dato poca importanza. Dnranle gli ultimi otto anni e~li lo ha nocato in non meno ùel 26 "'• dei suoi pazienti. Nel 1891 egli J'o;;serv6 33 ,·olte in 109 ammalati. I crampi occorrono per• lo piit al mattino, ma qualche volta anrhe la nolle. Se unitamente ed el'si l'ammalalo accusa clebolt'zza e ~tanch"zza devecc subito procedere all'analisi dell'orma. Qu~!<ti cr1unpt esistono in tuue le forme del diabete tranne in quell~ acme dei ;?iovani. Il massag~io e la deambulazione ordinariamente producono solltevo all'ammalaLo. La loro patogene~i é o!lcura: fOt'M' Pssa deve riporsi nelle tossine diabeliclle. li rilevnt'e re.,i«tonzA di questi crampi può molte volle co011urre nlla diagnosi pt·ecisa del diabete. G. G.


H.

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lUVISTA MEDlCA

Valore diagnoatloo d ell& reastone dtazotca. (Br i t. M ed. Journal15 sel.teiJÙ>re e Jahr. fii:r f(indheilk, Bd. 38", 2 e 3 ja.sc.).

NrSSI'!:N. -

Nis!"en ba studiato questa rt>azione in 462 bambini afi'et.ti da diverse malallie per determinarne il valore diag nostico. Egli ha trovato che essa esiste sempre nella febbre tifoi dea, nel morbillo e nella lubercolosi miliare. Occasionalmente trovasi anche nella polmonite acula e cronica, nella pleurtte, laringite, difterite, erisipela, carie deiJe costole e nella metà circa dei ca~i è feequenle nei primi due giorni deUa scarlattina. Egli op1na che nei casi dubbi la sua presenza debba decidere in favore del morbillo, poichè essa non é stati) mai notato al di la del terzo giorno nella scarlattina. Quanto alla febbre tifo1dea, eglJ slima che la reazione pUò menare alla diagnosi di casi r1ei quali i sinl.otoi non sono ben chiari. Se, ,ill u11 caso dubbio, essa non si ùa alla fine della prima o tult' al più al priOciiJiO della seconda seUimana, o probabilmente non tratLasi d i tiro oppur~ é un tifo molto leggiero. Durante questa malattia la reazione persiste finché la Lemperatut•e è elevata. lu caso dì cronìea infìariuna. zione polmonare, nascendo il dubbio della tubercolosi, la r eazione milita in ra,•ore di questa e quanto più essa è persi~l.ente lanto più seulo ed e;;;teso è il processo tuhereolare. Molto valore le attnbuisce anche il :'\issen per la d'agnosi della meningite. Se la diagnosi non è sicura tra la meningite e la febbr e tifoidea, la reazione deve far decidere per quesl'ullima. Se il tifo devesi assolulamente escludere, allora si deve ammettere una meningite Lube,·colare e la progno::.i é cattiva. La mancanza della reazione in una malattia che ha tutLQ l'andamento della meningite non deve rar escludere alcune forme anomale di questa: ad ogni modo essa forma un elemento di favorevole prognosi. G. G.


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HI VISTA CHIBUHGICA

Elettroll•l del oalooll urlnari. -M. YvoN. (PrO{Jrés Mé· dica/. N. 2~ del JS!a).

L·autore riusci a complelare una esperienza, !Zià da Jut ideata dieci anni or sono, e che permelle d1 disciogliere un calcolo urinario mediante la corrente elettr·ica. Se mediante elettrodi in platino si fa pa!:!sare una cor rente voltalca io una soluzione aquosa di solfato di soda si sYiluppa, al poro positico, acido solforico ed ossigeno e, al poli> nega~ tiro del sodio che per azione secondaria genera soda caustica ed ic~rogeno. Su una placca di rame in rapporto col polo posili vo di una batt~ria Trouve di 6 elementi al bicromato, I'Yvoo pose una capsula di ~Ialino contenente un piccolo ~!colo di acido u1·ico immerso in soluzione aquo"a satura di s• lfato di soda: su questo calcolo poggiava il tllo di platino cbe a gisce da elt>llrode negativo. La resi~tenza della soluzione é grande, la distanza fra !!"li elettrodi è la massima sul princip10, per cui la corrente passa con diftìcolta. ma appena la superficie del calcolo comincia ad intaecarsi l'azione SI fa più rapida. il filo di platino, su cui deve esercitarsi una pressione Jeggi~ t·a ma continue, si aff.:mda. ed w un'ora o due, secondo il volume del calcolo, questo è d lotto alla semplice coccia, e quasi interamente di::;cioito. lo stesso risultato si ottiene su1 calcoli di rosfalo :oemplice o terroso, solo invertendo la sede dei poli perché la mat~ria venga disciolla dall'acido solforico nasceute. 9~


RIV ISTA L'a~; lore riconosce gli ostacoli cbe si presentano, (irrita. zione della vescica pel ca.l ore sviluppato, e pei caustici prodotti dall'azione elettrolitica) ma nutre la speranza ~he il metodo possa riuscirsi ad applicare anche all'uomo. Mediante una specie di litotritore appositamente da lui costruilo l'esperienza fu ripetuta in t'ecipiente di vetro chiuso, e riuscì completa, sebbene piu lentamente. Egli lascia ad altri la cura di applicare, se possibile, l'elettrolisi al trattamento della pietra; avendo solo voluto dimostrare col suo lavoro la possibilita <li sciogliere con essa i calcoli urina ri. A. C.

GU a~esal del setto delle fosse nasali. - A . MORAN. (Journal de JZfédecine et de Chir urgie, luglio 18!H). Questa affezione pr esenta sopratutto un grande interesse per il fatto che essa lascia come consegueW"a, se n<:>n viene curata a tempo, una deformazione considerevole del naso. Di tutte le cause che determinano gli ascessi del selto, la più fr equente è senza dubbio la contusione del na so. Ma si osser vano anche ascessi conseculiYi a coriza cronico od a malattie infettive come il vaiuolo, il morbillo, la scarlattina, la febbr e tifoidea, la morva, la risipola della fa ccia ecc. Altri sarebbero gli accessi ossifiuenti originati da neerosi o da carie delle ossa proprie. del naso o dello scheletr o del setto. A questa ''arieta si può dare il nome di ascessi sintomatici. Vi sono ancora ascessi che si potrebbero chiamare asces~i per irritazione e ~be sono prodoll1 da erosioni della pituitaria prodotte da unghie malproprie. 'Infine in certi casi la causa può essere semplicemente il freddo e si P\lò anche notare la comparsa di ques ti ascessi se.nza alcuna causa apparente; è probabile che siasi là prodotta un'invasione micr obiana il cui inizio è sfuggito all'analisi. Vi sono due sorta di ascessi del setto, gli ascess i CP.Idi o acuti e gli ascessi freddi o cronici.


CHIRURGICA

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r sintomi differiscono secondo che si tratta degli uni o degli allri. Negli ascessi caldi, ordinariamente consecutivi ai traumatismi, i fenomeni infiammatorii compaiono ordinariamente .alcuni giorni dopo la contu~ione. Vi ha cefalalg:a, lagrimazione, talvolta anche fotofobia. Pochi giorni dopo il pus !:'i forma al di~sopra della mucostl per detèrminare in generai~ dae tumori da ciascuno dei lati del setto. Questi tumori .ostruiscono più o meuo l'f!pertura. delle narici, distm·bano dapprima la t'espirazione e finiscono per renderla impossibile. Se si esaminano le fosse nasali, si constata che la mucosa è rossa, secca, gonfia; anche il naso è gonfio, doloroso alla pressio.ne, e la pelle è rossa, te~a. Alla palpazione, si constata generalmente fluttuazione netta trasmeHentesi da un tumore aWa·l tro in conseguenza della distruzione rapida della car-tilagine del setto. Questo earattere é quasi costante e gli ascessi unilaterali sono molto rari. Quando la distruzione della cartilagine del setto è molto avanzata, si constata l'appiattimento del oaso il cui dorso si deprime facill.l)enle in tutta la porzione cartilaginosa mentre il suo diametro trasverso si allarga proporzionalmente al volume dei tumo~i. QQesti possono fare sporgenza all'esterno delle nari9i o restare nascosti nella loro pro.fondita. Non è raro che questi ascessi aculi sieòo consociati a t"eazione febbrile. L'infiammazione, in alcunì casi é così violenta che si può pensare ad una risipola o ad un flemmone -del naso. Ciò si ,.eritìca s..npratutto nei casi in cui rascesso è- éo-t?-secutivo ad un'irritaziorye della mucosa provocata da~le .unghie malproprie. La sinlomatologia degli asce;;;si. freddi e diversa. Essi co.· minciano insidiosamente, il loro decorso è lento, essi non sono dolorosi, la mucos.a non cambia di c.olorazione. Ma essi hanno la stessa forma, lo stesso volume de~li ascessi, acuti e determinano glì stes!:'i disturbi funzionali. La respirazione è diffiwHata, la .voce cambia di timbro, l'odorato si perde', il gusto stesso "'è alterato. In ql.Nsti ascessi freddi ~i risc.o ntrano pure la perforazione del setto e la trasmissions. della fluttuazione.


RlVI:,TA

Ad ogni modo, sieno acull o cron1ci, qcesti a~ces"i hanaao la stessa sede cbe è la parte anleriore ed inferiore del seUo ciò che é dovuto !';enza dubbio Rlla lieve aderer za della tuitaria in quel punto, eJ al fallo che in quella porzione è oiù esposLa del r1manente ali e contusioni ed irril&Zioni esterne, e ne risulla frequentis.,imamente non solo la perforazione, ma anche la distruzione ddl sello, ciò che produce la deformazione consecutiva. E quindi molto importante di faro(, pr esto la diagnoa~ diagnosi che è sovent: molto èehcala, perchè que;,ti asceqj si possono confondere coi polipi, una pericondrile sieroea. un tumore Jinfatico od un emaloma. Non si deve dimenticare che si ha un eccellente mezzo di diagnosi nella puntura esploralt"ice con un trequat"li fino o con la siringa di Pravaz. App.•na la presenza del pus é constatala fa d'uopo e'acuarlo: io generale, l'Incisione unilaterale può es...<oere :.eguila da recidiva (salvo nei casi rari di ascesso parimenti unilaterale), mentre che r10cisione bilaterale, t seguita, sopratLutlo quando é precoce, da ~uarigione rapida e redicald. TuUav1a quando la comunicazione fra i Lumori è larga. e per conseguenza il pus dell'uno può evacuarsi perfettamente per raperLura falla all'altJ·o, rmcisione unilalerale 6 suf'lcieole per pOI'lare la guarigione. Si faranno pure lavature ed iniezioni anliselliche con insulllazioni di iodoformio. di resorcina ecc; e nei casi di asce;,so freddo si curerà pure lo stato generale del malato.

pi=

I. HADAII'r -

n piccolo caUbro ed u trattameuto delle,.. rlte per arml da tnooo sal campo dl battaglia. - < Da• J{lemcalif.Jer und die Beha1~dlung der Schu.'l8tounden ilA Felde. - Wien 1-'9-i).

Di 4uesto la"oro, presenlato alla XIV sezione dt>ll' XJ congresso medico internazionale 10 risposta ad uno de1 temi dati dal comitato ordioelore, furono to:iA suc.!inlarnenle pubblicdte le conclusioni nel nostro giornale (1). ( t) Gwrna/e medico dtl B. &ercfto e delta R. marina N. 3-4 marzo, aprtle 1894 pas. 501.


CBIRURGJC.\

U.iì

Nondimeno per r imporlanza della pubblicazione del prof. Habart, nella f1Uale sono contenute idee e proposte mer.tevoli di essere prese in ses·io esame da chiunque si occupa dt chirurgia di guerra, reputiamo opportuno farne un bre,·e sunto riportandone integralmente le conclusioni. L'autorE', dopo alcuni cenni storici intorno alle armi a ripetiz!one e di piccolo calibro, e dopo avere esposti in una tabella i principali dali di costruttOne e balistici relativi ai fucili oggi adottati negli eserciti europei, ra menzione delle esperienze fatte sulla forza di percussione e di penetrazione dei proie-ttili di piccolo calibro e rive!"titi, fino a quelli recentissimi di C,5 e di 5 m m; i quali ultimi con velocità iniziali e restanti più alte - labella Il - possiedono bensì una maggiore rorza di pPnt-trazione, ma conservano una forza viva minore che i proiettili di 8 mm. Mostra poi come pP.I' diver:.oe circostanze la proporzione per 100 des colpi utili sarà più elevata nelle guerre future. Indi, ricordate le principali teorie intorno al meccanismo di produzion<> delle lesioni e retto un raffronto generico fra l'azione dei proiettili attuali e quella lei proiettili di piombo molle e di grosso o medio calibro, descrive, così come emergono dalle osservazioni cliniche e dalle esperienze ~ue proprie, i caratteri dea fori cutanei di entrata e di usctla. le Jesiona del muscolo cardiaco, dei polmoni, degli organi addominali, del ~i$tema osseo e le forme varie di perforazione degl' indumenti. Giova qui notare come l"f-Iabart, per bene valutare l'azione dea proiettili moderni ;,ui diver<>i berstJgli creda opportuno raccomandare ancora la divisione dt>lla traielloria in zone, alle quali egli assegna i !'leguenli limiti: aJia 1" zona o delle brevi distanze - zona esplosi va - 500 m.; alla 2" zona o delle dastanze medie, da 500 a 1200 m.; alla J' zona o delle grandi di'\tanze, da 1200 a 2000 m.; il lralto che resta della traiettoria è compreso nella 4• zona o zona delle di!'ltanze delle arliglies·ie l rori cutanei paragonati con flOelli prodotti dai J·roiettili <li 1.1 mm., sono sopi'allullo caratterizzali dalla poca conlu· srone dei margini e dal piccolo diametro del loro lume. il 'Juale facilmente è occlu,;o da coaguli. In generale poi le


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lUfiSTA

dimensioni di q\lesli fori non permettono alcun retto apprez. Utmento cir~ la qualità e gravezza della lesione PI'Q.ronda. Contrariamente Il quanto si era credulO ~in o a poco tempo fa, cioè che i canali ciechi siano in avvenire da annovererai fr~ le piu ~randi rarita, l'aut.ore deduce da molteplici os~r­ vazioni ed esperwnze come, oltrechè n et colpi lontani, i proiettili altuali, potendo atlraver-sat•e più individut dello ste~so reparto, come p. es. nei tir·i contro grandi ma~se di cavalleria, rimangono non in frequentemente nel corpo. Pa:·imeute possono pet",·Poire con ractlttà nel cana le <.Iella ferita pezzi di uniforme e corpt estr·anei ùtvet·~i e CO'il peuetrar\'i diwrsi germt anche iniel\ivi. L't~ulore ricordtt in propo"ilo lo sviluppo del tetano in sef{uito e ferile con cartucce orJmarie da esercitazione, e ciò a causa della rimanenu• dello slOppaccio di carta o di pezzi d'indumenti nel tragitl.odt>IJa ferita. Coi prç>ietlili attuali le pat·ti molli veogooo nettamente divtse; e perciò nelle ferite db.i va"'i t·imane impe,iJla la formazione del trombo, e ne può seguire la morte pet• emorragia interna od esterna. Secondo le esperienze dell'autore i vasi sanguigni ed Il tubo intel'llinale non possono sfuggire, come una volla, ai cc)pi radenti dei proiettili moderni, ma ne restano nettamer1te aura''ersati. Il muscolo cardiaco od é nellamenle p~>rforat.o, ovvero vi si determinano i !>ìntomt dell'azione esplo~i.,a, se c'Ul'aole la d•astole vengono aperti i vemricolt da un colpo a breve \lastanUl. Nei polmoni avvengono lt'SgiUi o~::Lli che ùi solilo uoo mostrano alcun lume; La l volta hanno luo.;o fen i tur · J iii o meno estese o fer1le a doccia a Reconda dell' inciden~ del proiettile. Sono ral'i gli effetti esplosiv1; frequenti invece sono le raccolt.e copiose di sangue nel cavo della pleura. Le feritedegli organi addominali si dovranno clas~iflcare anche in avvenire fra le pn:t gl'avi; ed a ciò non fa eeC'ezione neanche il piccolo calibro di 5 mro. Gli effetti dei colpi da Cuoco sul sistema osseo dipendono


CHIRURGICA

dalla cosliluzione anat.omico-islologica ossia dalla struttura dell'osso colpit.o, dalla forza d1 percussione o dall'energia di movimento del proiettile ed anche dell' angolo d'incidenza solto il quale l'osso é colpilo. Entro la zone esplosiva av,·en1!ono sche.srgiamcnli P sminuzzamenù estesi nelle ùiafi~. L'!lul.ore vide scheggiamenli in tale zona, dell'estensione di 15-16 centimetri. Questo gruppo, e$-tli dice, rapprec;enla gli effelti della maggiore radenza entro determioale distanze e non tr0\'8 aoalog•a nei bersa~li inanimati. Quanto più il colpo si allontana dalla parte media del Luoo osseo e si avvicina alle apofisi ed alle epitì!'i, tonto più piccoli e limitati !<OliO gl.i "cbe~t.riamenti e vengono in campo le perforazioni più o rneno nelle e regol11ri. Nella 2• zona si verificano ptu·~ degli schPI?giamenll, le scheg~e però restano più fa ciln•ente aderenti al perio .. tio, sono più grosse e presentano minori spo;;lamenll. Nella 3• :wna l'autore. in pieno accordo col Delorme, trovò lanLo nei cavali•, che uet catlavel'i umani gti effetti dei colpi da fuoco sulle o~'>a tubulat·i mollo piu estPsi che nello 2• zona, ed anche la le grçn•i fratture comminuti\'"', sl"Jlza di..locaz:one dei frammenti forma\'ano la regola. Si vede pure nella a• zona dell11 sabbia o~sea nel canale della feriLa. ed il proiPllile a mantello se battP contro una sporgenza ossea dura res ta rac•lmente schiacciato o fendul.o e può rimanere tn parte oJ io totalità nel tragitlo formatol"i nelle parli molli. od in mezzo alle schegge. In questo reperto sta un'altra parlicolarilà importante dPlle nuove armi in confronto con quell(l di 11 mm., le quali alle distauze della 3a zona d'azione dei proielliH di picco!> calibro, per lo più erano inatli\•e ov\'ero agivano solo con forza morente. Quanto alla ~· zona, Habarl osser\'a che possono av,·enire penetraziom delle oc::sa a 2:250 metri, ed anco a maggiori distanze - 2503 c riù - con i proieltih di 6.5-5 mm. Lu perforazione degl1 indumenti varia secondo la forma del proiettile, la ve:ocità del colpo e J' angolo d'incidenza della pallottola, come pure sPcondo la qua1ita della stoffa YfSiimenLaria. In oppos1zione col ri.,nl!ato delle osservazioni precedenti


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RIVISTA

intor no alla pene trazione der corpi estranei nei canali strew delle ferite da armi da fuoco moderne, T autore giunse in base alle proprie esperienze, alla conclusione l'be un tragitto Ji Lali ferite affatto libero oost tuisce una grande rarità e che in sen~o batteriologico rerrte veramenta nette in ~enerale non si verificano, sempre rruando sono colpite dal proiellilc parti del corpo coperte dall'uniforme. Le f\Sperienze di tiro esegu ite dali" autore insieme collloltor Faulhaber, su scatole di gelauna, mostrarono che la ~e­ Ialina sterili"zala, anche in seguito al passaggio del proiettile, rimaneva immune da germi, allorché il pr oi-ettile e la scatola di latta erano sterili: ma che invece, nei c&!'"i in cui la f'allottola spinge~·a iunanzi pezzi di uniforme onero attraversa~·a stoffe nrliO.cialmenle impre~roale di colonie virulente. sr trovavano nella gelatrna, nel primo ca~o, fili di lana, fibre di cotone o di lino e var ie forme dr funghi o di muffe, e nel seconòo, t ger mi pato~eni adopera ti. Malgrado però che que:;ti esperimenti - in armonia con quelli di altri baller iologi - mo!"triJJI) come mediante r introduzione nella rer ìt.a di particelle di uniforme o di altri corpi Pslranl'i, la ferita pos-sa fa cilmt>nle rimanere infetta, pure ti piccolo calibro offre d"allra par te ben più favorevoli condi7ioni per l'a!'"epsi. che non t proieLLili precedenti; poicb& glt oritìzi cuta ner più piccoli lasciano meno facilmente passare cor pr e"traner. eJ i canali <~trelll, lisei e regolari possiedono maggiore tlisposizioue a restare asellici, cbe non le pareti lacere delle antiche fer .te dr guerra. Siccome è eempre soltanto il contatto della ferita con i cocchi della suppurazione quello che disturba il .suo decorso verso la 10rU8• r igione, cosi i S<Jltili frammenti della montura minacciano meno il decorso aselltco della ferita stessa, quando non contengono in grande quantità tali bacteri; e qui I"Habart oppor·tuna rnente ricor·da C'be l'or~anismo possiede n•·l sansrue fre;:;co un mezzo di protezione contro di essi. L'autore m~ntre . in seguito ttlle sue ricerche ed a quelle di Lagarde e di ,Messner, ritiene che il proietlile artifìcralmenl~ infettato possa sen;faltro inquinare il canale della ferita, non ammeUe, quel che prima molti erede \'ano, che il


CBIRUAGICA

Ji.8 1

riscal<iamenlo della pallottola valga a dislru~gere i get·mi d'infezione. Per altro, non si può negare che i proiellili· a maulello lisci e massicci. anche per la loro ronna e"terna s1 prestano a rallenere srermt d' mfezione assai meno delle antiche pallottole di piombo mnlle colle loro cavitA d'espansione e colle loro scanalature, e sono quindi ii regola, irnmuni da germi rato~eni. Si aggiunfra che due delle Fecipue cause d'infezione prim&r a delle ferite di guerl'a - la penelrazione di bacteri patogeni dalla superficie cutanea circostante e dalle stoffe del vestiar io - hanno un valore molto relativo. Imperciocché, anzitutto i bacteri orJinari della cute sono innocui prr le ferile e \"i si annidano raramente bacteri palogeni, e p •i i microbi io a:eoere non vi trovano ravore,·oli condizioni di vita e di sviluppo; e, per ciò che riguarda gli indumenll, P. stato t>sagerato il pericolo dell' inquinamento per loro mezzo, siccome è dimostrato da lle e~perier. ze di Pruhl, di F rUnkel e dll quelle di controllo dell'autor e, ed é confer mato dall'o~­ serçazione cliniea nel campo .Iella chirurgia dt guerra. In conseguenza si può affermar e con ,. . BPrgmaon che l' infe:::ione primar1a delle ferile per srmi da ruoco non A cosi lrequente, come taluno ha creduto e che perciò queste ferile, in gene,·ale. sono da r;guardarsi come non infette E poichè d'altra par te colla sotlMzione dell'nmidita o meglio col disseccamento completo la moltiplicazione dei microrgsmismi è paral1zzata o del tutti) soppressa, appai'JSCe chiaramente indicata per tali ferite sul campo di batta~Tia rocclu"ione primaria asellicu con un mater iale sufficienLPmente asso1·bente. Pertanto Habarl r espinge la prima met1icalura col pacchetto da medictlziooe antisettiCO, ed in genere r occlusione antisetLica , cui vuole sostituita la medicalura <'OD mater ia le sterilizzato. Si possono ottenere sul campo di battaglia con semplici mezzi i più fa,•orevoti Tisultall. purché i feriti ''engano trasportati a tempo oeg!i ospedali di campagna. Sulla "orte delle fe1·ita da a r mi da f'uoco decide oggi lo !'tgombero sollecito del campo di battaglia ed un pr onto e riguar dosv tra-


H8:? ~porto d~i feriti

JlJ\"ISTA

negli ospedali di campagna provvisti di tutti i mezzi moderni per l'asèpsi e per l'antisepsi. Epperò lo ~ludio di ogni amministrazione sanitaria militare deve mirare a che questo tra~porto indietro sia reso taci! e e spe.. dito mediante un personale q11alitAtivamente e quantitativamente adeguato al bi<;ogno, mediante mezzi di trasporto di ogni specie, aumentati secondo il tempo; e mèdiante l'installazione di ospedali da campo in t• linea, secondo la forza ossia secondo il numero presumibile di feriti. Negli ospedali di campagna l'opera chirul'gica assume la piu grande importanza. Qui vi richiedono uil interveot{) operativo senza indugio tutte le ferite penetranti del ventre con emorragia minacciante la vita e con apertura ovvero prolas!'o di anse intestinali; le lesioni del cranio con partecipazione del cervello ed emorragia inlracranica; la parzi8 ie o totale divisione .di vasi o di nervi con grave pericolo di emor·ra)!ia o con sintomi di paralisi; infine tutte le V•sioni in cui si presentino/ segni di soffocazione imminente o di minacciante sepsi. Dopo ciò l'autore viene alle seguenti conclusioni. to Le ferite cagionale dalle nuove armi da fuoco portatili presentano di regola piccoli or·ifici e canali lisci; perciò si av,icinano alle lesioni sottocutanee e si possono considerare nella maggior parte dei <'asi come asettiche al mom~>nt.o di loro produzione. Quindi in campagna si deve anzitutto procurare la loro guarigione sotto una crosta a· settica. 2° È .dubbiO ,.se sotto l'azione delle armi a ripetizione si possa appli<'are la prima medicatura sul Ctimpo di battaglia; perciò conviene adoperare la più grande cura durante le sospensioni del fuoco a mettere in salYo ed a trasportare rapidamente i feriti ai posti di medicazione (alle ambulanze), ove saranno provvisoriamente medicati da mani e~pert.e. L'applicazione di medicature non sarà permessa al personale ausiliario che in casi eccezionali ed urgenti: emorragie, procidenza dell'intestino, fratture, per rendere pos~ibile il trasporto. A questo personale dev'essere insegnato che è pe-


CHIRURGICA

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ricoloso toccare le ferite colle mani non pulite e ricoprirle con oggetti di medicatura sudici. 3° Poichè un gran numero di ferite da armi da fuoco sono asettiche . e restano tali durante tutto il loro decorso, la meJicatura occlusiva sterilizzata è qui bene a posro. Per poter poi provvedere alle grandi masse di feriti si racco· mandano dei modelli eli meclicaturo già preparati, di 'diffe.:. renti dimensioni, analoghi ai campioni pr~sentati Ml 1890 da v. BeJ'gmann al X Congresso medico internazionalt>. Essi si sterilizzano con facilità e sicurezza e contengo{IO ìl nec~ssario per nna medicatura individuale. Tenuti in istato di moderata compressione, occupano poco volume e possono essere trasporlaJi io gran numero dai pottaferìti, sulle barelle, nel~e vetture dei corpi, ed ln quelle delle ambulanze divisionali - sezioni di sanità - sono inoltr.e semplici, soiidi" di poco peso, poco costosi sterilizza bili, a più riprese, senza dar~no; forniscono dei pezzi di tarlatana che oltre a poter esser advperali in uria medic~zione protettrice o compressiva. sono ulilizzabili per la f~~n&tura in seguito alle operazioni come éompresse per gar·entire il campo operativo e.d anche come tamponi. Sono inodori. non irritano la ferita, non provocano secrezioni esagerate e non disturbano il pr.o~ cesso di riparazione; pqssono essere introdotti nelle cavilà del corpo senza pe1•icolo di ·intossicazione. Sono pure adatti a formare pacc!JP.ttj da medicazione. 4° Og~i le medicature sterilizzat'3, composte di tarlatana di~ras5ata con o senza l'ag~iunta di ova~ta di legno del Bnms -e di fasce di tarlatana o di mussola, c.orrispondono benissimo alle esigenze dell'asepsi, perché offrono il materiale piu assor·bente, che senza difficoltà si steriiizza e si conserva immune da germi nel cartone, in scatole, .di latta, ovvero pei' le ferite estese e gravi (del torace, del ventre, delle ossa) in convenienti involucri metallici; e cosi po.ssorto esserò ancbe impa~cate in grandi' quantità nei depositi degli ospedali di campagna. Per la loro semplicifà ed l!niformìtà sono oonissimo adatte per una medicazione di campagna, internazionale. Questa _spe~ie di medicatura può essere preparata con i


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mezzi piu <~emplici in ogni tempo e luogo, malgrado le neC<?$silit della ~uerra, pur rapprt>sentando una metiicatura di camp11gna retta a regola d'arte. 5° Poiché il materiale prepa rato per l'anlisepsi primar·ia sul campo di battaglia, al momento del bisogno non po!tsiede più che un'azione bactericida problematica o nulla ed ha perduto anche nella pratica rli pace la fiducia che ave,·a inspirata, sono sufficienti le unità di medicfJ:ione sterilinate nelle rormazi(lni. sanitarie riù 8\'>lnzat.e, anche per le ferite sudicie e sospeltt>, la rni di<~inrezione ai luoghi di cura l;;Ì· tuali più inrlielro - sezioni di sanità ecc - non prr~eota alcuna dirtlcolla; f.!iacchè tanto nei reparLi di medicAzione •1uanto in ·~u!'lli di operaztoni, ollrt> il !"&pone e le spazzole, non manca una p('ntola per la ster ilizzazione degli istrumenli ed un rectpiente colla soluzione di !!'Ublimato per rlisinfeltare le mani degli operatori cd il campo d'oper·azionP. Jn questi casi s i può anche cospargere la ferila di plllvere di iodoformio, elle é una ~oslanza anlisellica adottata ormai in tutli gli el>erciti. 6° Tranne per le emorragie e l'asfissia minacciose. non vi hanno altre indicazioni operative a t posti di medicazione ed alle ambulanze. lovt>ce si dona ivi concentrare l'alleo· zione ~ulla cerna dei r..-rili, l'appliCflziooe di m edicature pmvvi<:ode, l'immobilizzazione delle fratture ed i !;occors• da dare ai ferili gravi: co~s ~i favor1sce l'asepsi ul!eriore delle ferite e "Ì prPdispone bene 11 lavoro dell'ospedale di cam· pogno. Un cl inico esercitato può in queste formazioni sani· Larie, se il numer o dei fe rili che vi affluiscono è piccolo e le altre condizioni sono propt:z.ie, procedere ecceziOnalmente anche alle laparolomia. i 0 Per il "Ollecito ri~vero ed il trattamento efficace dei rertl•, gli ospe1iali di campagna devono es!!'ere sempre in conletto colle ambulanze per soslttuirsi ad esse a ll'occorren7-S, od accogliere o curare i fPriti provenienti direttamente del campo di batta~lia. ~ necessario che queste mobili formazioni i:'l&nitnrie di P· linea si::mo dotate di tende per feriti e d1 baracche tra~portabili, che se:zuono le truppe combattenti. ma~sime in quelle regioni che non offrono affatto o


CHlRURGICA

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soltanto mancbevoli risorse. Qui sta il più proficuo campo di attività per Je soci~tà di soccorso, di cui oggi nessun ese1·cil~ in campagna potrebbe rar sen~a. s- Negli ospedali di campagna può essere praticata l'aotisepsi nel senso clinico. Dovranno quindi essere adoperale le debite cure per l'attuazione di es....«a, come per lo sgombero dei ferili, affinché questi raggiungano rospeJale abbastanza in tempo pe1· potersi in molti casi continuare con successo il trallamento asellico, ovvero secondo le condizioni della ferila r endere pii.t completa ed avvalorare rasepsi con mezzi antisettici od {lddiriUura so:.>lituirvi l'aotisepsi. Questa pratica combinata presterà notevoli servigi negli stabilimenti sanitari di 2• linea, come pure in quelli della base delle operazioni e dell'interno del paese. Essa richiede l'iuvio di apparecchi di sterilizzazione agli ospedali di campagna ed alle grandi forma~ioni sanitarie del raggio tii ripartizione dei malati. 9'> Negli ospedali di campagna sotto la protezione del.rasepsi e dell'antis.epsi e con una rigorosa osservanza d~lle norme igieniche di guerra, sarà esercitata in larga estensione la chirurgia conservativa. Nei co! pi da fuoco del ventre, nell~ lesioni della testa con sintomi di compressione è imposto urgentemente l'intervento attivo. La presenza di corpi eslraoei in grembo alle ferite per armi da fuoco non esercita sempre e costantemente un'influenza noci\"a, ed all'insorgenza tardiva di CX'-mplicazioni si può on•isre coll'anlisepsì. l modelli preparati di medicazione asettica in combinazione coll'ovatta di legno o la polvere di torba come medicatura durevole, e col concorro di farmaci traUi dal gruppo degli antisettici, possono in ogni caso offrire la ptu sicura garao~ia per il conseguimento di favorevoli risultati nella cura delle ferite e nel[e operazioni chirurgiche. 100 I fucili a lunga gittata nelle mani di milioni di uomini moti'veraono sosta nziali moùificazioni cesi nel campo della tattica come in quello del soccorso e del trattamento dei feriti in guerra. P br poter soccorrere a tempo le vilLime delle battaglie è indispensabile una direzione autonoma del servizio sanitario in guerr-a, alla quale fosse subordinato


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Rl\'1 T.\

lauto Il ~ocror~o ufficiale, che ti volontario. La re VIstone della con,·enztone rl1 Ginevra n~l senso di Bireher; l'illuminamento del campo di ballagl1a secondo Mur.dy, e la cr emazi•tne dei morti sul campo secondo le basi stabilite dal Virchow per lt> epidemie. sono problemi che merita no la r ìù aecut·ata dtsamìna.

P . bt BR IACO.

La Ohll'tl.l'gla di guerra In rapporto al nuovi prolett111 dl piccolo oallbro. - Dolt. Lu cr Fr RRERO or CAVALLERLr.o-te, ma!:!'giore medico. Fr~t

i sagyi di chrruraia pubblicati pel' le onor anzP al pr of. Lorenzo Bruno nel ~uo giubtleo di laurea fu compreso • anche questo pregievole lavoro rlel maggiore medico Ferrero di CllvaiJ,.r leone, il quale l18 volt\to molto o pportunamente dìmoslt•at·e in lal modo la stima e l'a ffello che conserva pel suo illustt·e mAestro. P remesse alcune noziom rii balio;ttca, trsU.a detta~liata­ mente clegl1 efft>lti dei proi.-ttili "<Ui varii tessuti ed Org'ani. Per quello che t'i:!uarda l'adozione dei fucili a piccolo calibro ed a rip~>tìzione l'A. r itiene cheavr•emo: Jo celerità eli tiro p ù che raddoppiata; 2o traiettoria più lesa e perciò più estesa la zona baLLuta; 3' tiro erticace a distanza mollo masrgiore potendo riu· scir~ mortali onche i colpi oltre i :!500 metri; 4• pns!'ibrlilà di lful~gtor dotaztone ai soldati di proietltli per il loro minor peso, e quindi aumentato di molto il num.- ro dei colpi in una giornata C'ampale: 5' '•'~ioni gravi, spectalmente del e ossa, assai più numero ..e anche a j!randi di-tanz"'; ti0 emorra:.rie piti fa.;ili e più imponenti o meno Crenabilt. L'autore è cfAvvi-:o che 11 tempo impiegalo dai portflfE'ritt a med1core malamente unA rer•ta vA Lutto a scapil o rl~>llavoro dt trA!'pcll'lO. Tranne cAsi eccezi()nali in cui il soccorso si impone imnwdioto pl'r parte di chiunque, come nelle gravis;>ime emor-


CHIRURGICA

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t'8srie, o in mancanza di medici, il portoferito irfl3portt ,z ferito. r/ medico lo medichi. E P'"r c1ò occorre che il medtco sia fra le linee dei combattenti ~e il suo soccorso deve Lornare efficace. Co~! i meòici potranno anche sorvegliare e dirigere meglio essi stessi il servizio dei portaf~riti e impt>dire che si fac· c1ano tt·o ... porta re feriti che sono in grado di recarsi essi ~tessi alle seztoni di sanita Ai portarer1ti basterà insegnare a mettere un laccio nei casi di emorragie, e improHisare apparecchi di immobilizzazione delle frallure, mai toccanrlo la ferita. L'opera stes<>a del medico sul <'ampo di battaglia non do•nà essere del re~to che più attiva sotto l'aspetto chirurgico. Il numero dd ferili che dovrà soccor1-ere serA tale che egli dov rà astenersi in modo .assoluto da qualunque atto operativo, tranne da quelli eccezionalmente richiesti da per•colo di vita e da necessita di trasporto. Anche nei casi l!ra·vi di emorragie per ft>rila di jlrossi vasi egli non dov1·a tentare l'allacciatura sul sito dei capi rec1s1, praticare legature nella continuità del vaso, ma semplicemente applicare un laccio od uo lorcolare e fare uu oppor· tuno lamponamento. Di tuli.P. le ferite egli farà una semplice meJicazione I er occlu<:>ione col materiale preparato as..uico ed tmlic::ettico, lavanùole soltanto fJUando esse saranno "'rorcbe di terra od altt·o, e solo quando ne avril ragio completo. E non diversamente agiranno i medici nei [08tt di medL· ctr:1one refrg-imenLali se questi sar anno tnantenuli, o non ~ubiranno quelle modificazioni di materiale e personale che ~ono richiec::te dalla nuova tattica come venne per l'appunto proposto dal C• lonnello medico Tosi al con!lTesso internazionale d1 Roma. Questo sarà il modo migliore per fare dell'asepsi o del· l'au li--epst. P1ù che l'opera del chirurgo, sul campo di bAttaglia avrà importanza l'opera dei pertaferi li pel trasporto immediato dei colpiti ai posti di medicazione reg-gimentali ~e occor1·e, e da quelc<ll alle sezioni di sanità. Disgraziatamente ciò ogg1dì colle


RIV ISTA

nuove armi sarà cosa ben d1ffic.Je a rag!!iungPl';:i. Mentre prima infatli si calcolava che la sezione di Ban.ita in ma~­ sima. per trovarsi al coperti) del liro della fucilen a, Jovesse esser·e posta a 1500 m. a ll'incir ca dietro la propr1a linea d1 fuoco, ora colla portata di gran lunga maggiore dei fuciLI a piccolo calibro dovrebbe. per raggiungere lo stesso intento tenersi probabilmente Pd una distanza di 2500 m. od anch~ più, :l500- 1000 m. secondo il Demosthen, a meno di r•pari naturali od accidentali, per cui 11 luogo di stazione de1 carri cbe ;:econdo le vigenti prescrizioni deve ess~re in un punto mtermedio tra la sezione di saml.a e la linea del fuoco, verrebbe cosi a tr ovarsi a 1{;00 m. alJ'iocirca da que!jLa. Cttlcolando pertanto che occorra all'incirca un'ora pe) trasporto su barella d• un ferito dal campo di battaglia alla stazione dei ca1-ri a simile distanza, e pur supponendo appena la percentuale 3 °/o di colpili per ogni ora di fuoco, 51 comprende quanto tempo e quanti uomini sar ebbero necessar i per e::;eguire sollecitamentd il trllsporto dei feriti grav di una di\"isione impegnata, cbe sarebbero non meuo di 200 per ogni ora, eliminandone altrettanti fra mor ti e feriti leggeri- Indispenl'abile Jun1ue d1 aumentare quanto più "8rà possibile, compàtibilmente colle esigenze dei combattimenti, i mezzi di tr asporto ed il numero dei porl.aferili, e c-ercare di moblhZlare molto più le stesse sezioni di sanità in modo da por tarle quanto più si potrà prt!SSO alla linea di fuoco, dividendole e suddividendole secondo il bisogno cosi da ~<ò­ stiluirle qua"'i ai p~ti di meJicazione re ggimentali. L·autore poi è d'avviso che le laparatomie sono da condannar;:i nelle sezioni di saniUi, in I'JUanlo che le stali-.Liche anche più recenti e quell~ raccolte dal Nimier sul Tonkino dim•>l'ltrano come nelle ferile dell' a ddome il traltamtmto aspetttJote è forse ancora preft'r lb.le al tra ttamento op•·rati v o, e il Richter osserva per di più giustamente elle sarebbe un vero delitto il voler spreca.t·e con danno non piccolo due or e 1n una laparatomia, men tre nello stesso l~mpo si porta aiuto ad una ser ie di feriti e si possono s ah'sre le lor vite. Al più, quesle operazioni, come lulle quelle in genere che


Cl!IRURGICA

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si praticano oggidì sui visceri dell'addome, quali gaslrotomie, gastr oenterostomie, ileocolo.stomie, resezione delrinleslino, colecisletenrostomie, ecc. ecc.. si potranno eseguire negli ospedali da campo, quando questi potranno venire piantati in ottime eonduioni ed i feriti non saranno troppo nume-rosi; ed è perciò che si deve cercare di portare queste unità sanitarie quanto più sarà possibi le vicino al campo di haltaglia, mobili~zandole maggiormente, in modo che possano c~diuvare vaUd~mente le sezioni di sanità fin dalle prime ore, durante l'azione stessa, nel .soccorso dei feriti . L'autore propone iuflne di aggiungere nei uostr lpaeehèt'ci di m edictuione fal.li con garza al suhlimato, oltreché l'occorrente per due medicazioni anzich~ per una, come !>ropose il colonnello Tosi, anche pochi grammi di iodoformio per spolverare Jeg~<ermen te la ferita. conservandosi Ja sua azione antisettica maggior tempo che non quella del suhlimat~. come è oggi riconosciuto quasi univet'S81mente. P er queste prims medicazioni l'inconveniente che giustamente si riconosce alla polvere di iodoformio di formare crosta cogli essurlali delle pisgbe diventa esso ste'sso un vantaggio, poicbè si avrebbe cosi più facilmente 'Ja guarigione per prima, sotto crosta, delle ferite. G.

BERGMA.NN. -

Sulla. trapauazlone nelle ferite cl"a-rma 4&

tnooo. -

( Deutselle .l1edicin. Woehenseltrift, N. 27).

Sotto flli8Slo titolo troviamo riportata s ul rapporto di una seduta alla società medica dì Berlino una interessante conr.,renza del prof. Bergmann, in relazione ad un caso -operato da lui stesso di trapanazione per rerHa d·arma da fuoco dtl crMio e presentato alla società 14 gior ni dopo l'operazione. Secondo l'opinione del chiaro professore, le feriw da revolver meritano in modo s peciale la nostra attenzione non solo in causa <iella loro frequenza, ma anche perchè la costruzione del revolver è presso a poco analoga a qllella !H


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l:li\'ISTA

delle altre armi portatili da guerra, epperciò not ci lroviamo in grado di applicare alla chirur gia di guerra quella esperienza e dottrina che acquistiamo colla pratica giornaliera in tempo di pece prendendo pure in considerazione la dirferPnza della celerità del movimento del proiettile del r e"olver fa e della sua fisica costituz1ooe. Egli r icorda come degne di menzione 25 osservazioni f.alt<;, ne~tli ultimi 9 anni, d• ferite d'arma da fuoco del cranio, e su di esse le seguenti considerazioni; Il tyuadro cli.nico off ertoci dalle ferite d"ar ma da fuoco del cr anio può esser differenziato secondo una migliore direzione. Ad una prima categoria appartengono quei pazienti che "engono portati all'ospedale pr ivi di coscienza e di movimento, di u1oJo cln~ non :si può conoscere se esistono paraJi..i. Questi pazienti soccombono "otto crescenti fenomeni di compression e cer ebrale, per lo piu coi s intomi della respirazione di Cheyne-Stokes, oppure sin dal giorno SUcces!ivo si slabitisce un mighoramento conlraq"egnato dal ritorno della coscienza. Molli di questi feriti si salvano. Nella seco.1da cate~oria s i comprendono coloro nei quali non "i è per dita di coscienza, o per lo meno essa non è completa; all'incontro si vedono convul!"ioni locati·zzate, emiplegie, monoplegie e contratture limitate. Nella terza categoria manca ogni sintomo e può tutta,·ia trallar!"i di una ferila penetrante del cranio diagnosticala in base alla direzione della ferila, mentre s i sa che l'esplorazione colla sonda é 8!:!S01ui.amenl~ controindicata. Tutte queste tre categor ie di sintomi diedero un determinalo quadro anatomico degli effetti di questo genPre di lesione. Xella p1·ima categor ia lrattasi per regola di lesione dei ven· tricolt laterali con stra\"aso di sangue neUe meningi. Secoorlo poi cbe que::;li slravasi copi""ono gli emisferi o sono semplicemente localizzati ai ventricoli, si regola il pronostico. Nel secondo gr·uppo vi è sempr e una lesione della cor teccia ~o­ vanti o di dietro del solco centrale. Nel t~rzo gruppo esiste lesione del lobo frontal e o parielal.e dei quali possono 11ndare perdute porzioni più o meno grosse senza un ragguar-


CHIRt:RGICA

H9f

.Jevole danno. ~ei due ultimi gr uppi, secondo anatomiche ricerche, traHasi di determinate for me di !eaione corticale. Il proiettile ùi ì o di 9 millimetri può non penetrare a ~ande profondità ed allora s i ferma subito sotto della corteccia spe~so anz.i sotto la dura madre, ma esso ptovoca a seconda della sua superficie estest rocolai d1 contusil'lne oet"ebrale e porzioni delle ossa craniche specialmente della tttvola vilrea sono sempre spinte nella cor teccia c~rebrale. Ma anl'he nei proiettili penelrali profondamente troviamo le scheggie ossee sollanlo nella corteccia. Dobbiamo no1 nelle ferite d'ar ma da fuoco del cranio lrapanare pe1• allontanare proit>tlili e scheggie? Oieffenbach lrapanò in una frattura del parietale destr<i. Ne segui guarigione che Dieff~nbach allribui all'atto opentivo. ln appresso lo stesso individuo ripo t•lò fra ttura del parietale siniqlro e guar1 senza lrapanazione, però D ellenbaeh sostiene che l'individuo I!Ual'i quPila secouda volta perehè non fu falla lu trapanaz1one. Allora non !':i cono!':ceva bene il vero andamento della contusione Ct>rebrate. Ora si 53. ~ tale le~tone non sempre conduce a processo l'Uppurnllvo. Se questo ha luogo, in,..orge la menin~Z•te purulenta .ad esilo le~le. Se non avviene la suppurazione la lesione <:erebrale si comporta come un rocolaio ap(lplelico ìl cui e,;ito è o uni$ cicaLri -e pigmentata, uoa cicatrice co1licale oppure un rammolli menlo gìsllo; (ruinrii i nostri srorzi nel trattamento di tali lesioni devono el':>ere dirtilti ad ottenere una cicatrice senza suppurazione, e questo pr m•'lpio è .gi8 ae<:eltato in pratica da 20 anni a questa par'le. P er la pr ima volta <.laii'Amel'ica ci ~no per venute relazion i (·li Andrew) secondo le tuali fra i:l casi se nP tro varono :n io cui il corpo ostraneo restò defìnitrva menle nella fer •ta eicatrizzat.a, l'enza l'uppurazioue, e -.e pure H soli possono reggere ad una sev,..ra critica s&rebbe questa una c1fra abha,-tsnta eloquente. In segu•to qu~ta prova ru portata innanl:i da molli ed uUicnamente da Kohler. Dei ,·ent•cinque 01si d1 ferite d'arma da fuoco del cranio curali da Ber!.:'mann in questi ultimi nove anni, quindici sono guar1 i, e la guarigione fu confermata più L11rdi. Sopra tre di questi pa-


RIV ISTA

zienti fu praticata la trapanazione, si trattava in essi di llrav i~sime lesioni; cinque pazienti morirono entro i primi cinque g1crni; in es~i si è tro\'ata l'opertura dei ' 'enlricoli laterali Uno mori per ascesso di un lobo frl)nlale. l primi progressi nel trattamento delle fer ite d'arma do fuoco in generale datano dalla (o{Uerra i870-71 e':l al medico roihtare Wurlemberghese Ott andiamo debitor i della prova che le ferite d'arma da fuoco delle parti molli guarivano !'le i loro fori venivano ben chiusi. Il dott. Otl ba veduto ~uari re senza suppuraziooe 1596 ferile c.lelle parli molli Come c'io"e:.tnano le moderne dotlr-in~ ~ulla suppurazione, secondo le quah il processo suppurativo stlrebbtl prodotto da qualche co!>a chE' viene dall'estet•no, le O!'l"ervazioui di Otr .sono accettabili55<ime, nè deve sorprendere alcuno, poiché appunto la Sle"5a piccolezza dei (or i delle moderne ferite costituisce una protezione dagli agenti infettivi estranei. Una infezione pt•imaria delle fe1·ite non 1• infatti co::-i frequente, allr tmeoti neanche prima d'ora si l!a· •·ebbe mai ottenuto una guarigione per prima intenzione. ctu cile non é vero; l'infezione e ra per lo piu di natura seCOIId&ria e precisamente per la manovra che era tanto raccomanJala, d'introdurre le dita e gli s trumenti nelle fer1te a scopo di e.C~plorazicme ed estrazione di proiettili e di schegaie. Perfino le più gravi ferite articolari po~sooo guarir-e senza suppurazione. I l J>I'Of. Bergmann ba pnbblìcato una memoria sull~ ferile d'arma da fuoco del ginocchio osservate nella guerra russo-franca, e da essa risulta che sopra J8 casi solo uno terminò colla tnorle in seguito aù ampul.azione secon !Aria. n ue di quei pa;.:ienti moriroao per dis~enleria alcune settimane dopo che erano guarili delle l"ro rerite e l'autopsia diede a constala re la consolidazione di lutli . . . i frammenti e d t un legamento croc1alo senza suppursztone. Le ferite del cerve llo adunque per la piccolezza dei loro fori ,;ono suscettibili dello stesso tr attamento come le ferile del .::inor-ehio, trattamento che deve consistere essenzialmente nel proteggere esse ferile dall'azione nociva degli agenti infettivi. Perciò nelle ferite del cer vello che si sono ascritte al terzo

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CHIRlJIGICA

gruppo non sarebbe ~iuslifìcalo un inter·vento chirursico. Per quelle del primo struppo con ,:rra\•i sintom1 il'l'ital1vi si deve sempre fare rl tentatiYO di allontanare da esse i corpi estranei. N~lle ferite del secondo gruppo con fenomeni di ir·ritazione !>ecoudaria sarebbe da sconsigliarsi ogni opera:l ione. Cerchiamo d1 r·euderci ra~ione del modo con cui insorgono questi fenomeni ir·ritalivi. l n torno ad ogni focolaio di contusions si forma un locale disturbo d1 cir('olo, questo di:ctturbo, a cagione delle particolari condizil)ni di circolo del cervello tende ad assumere grandi proporzioni, e senza suppurazione conduce ad una tumefazione progressiYa concen· lrica per il qual processo banno luogo poi determinali dis t~lrbi funzionali delle regioni cerebrali interessate. Questi tlislurbi di circolo si dileguano dopo un certò tempo, e con e,;:si sp11risce anche una perle dei fenomeni irritati"i, cioé quella che non era dipendente dai distur·bi circolatori e uon dalla presenza di corpi estranei. E cosi fu del ('aso presentato dal pror. Bergmann, nel qual caso non si è trovata alcuna suppuraziooe, e le cvnlratlure e lt> paralisi che vi ~i erano man1festale sparirono ben"'ì dopo la tr·apaoazione ma non immediatamente. Quindi non si può <lire con p rec·~ione $e alla scomparsa di quei fenomeni abbia influito principalmente la eslrazic>ne del proiettile, poicbè ~appiamo esse1•vi stali ca~i in buon numero con fenomem coo\"u(siVJ i quali pure cedeLlero in !'eguito senta trapanazioue. La loro scompars'tl anzi avviene per processi indipendenti dai corpi estr anei e tulL'al più si potrebbe far que~Lione !'6 dopo l'allontanamento del corpo estraneo tali processi s1 compiono foree con più celerità. Adunque al quesito che ci siamo proposti sul modo di contenersi nelle ferite d'arma da fuoco del cra nio possramo rispondere che n~>i casi in ClJi immeiliatamenLe dopo il ferimento venJZono in s-cena violenti fenomeni irritatrvi, feoomem chr si crenono dipendenti dalla pre~enza di corpo estraneo, si procede alla lrapanazione aprendo una ar~a breccia e si allontana il proiettile. l fenomeni irriLativi $(\m igliano a quelli della epilessia jar.k::miana, pt>r cicatrici cistoidi dei cervelli Noi col rimuovere rl cor·po estraneo otter•remo una cicatrice miglrore. Una seconda indicazioue pe~


U.94

RIVIStA

un intervento pratico ci é offerta da un esleso stritolarnent. di OS!.'8 e di parli molli Qui abbiamo spesso da pratiee.e delle operav~oi plastiche. In lulL; g:li altri casi SJ protegge la ferita astenendoci da ogni intervento alti vo. KJKuzr.-Sulla medto&slone ool oarbone d1 paglia.- <eeatralblalt jur Chirurgie, N. 29, 189~). Kikuzi si é occupato a ricer<'ar e un materiale da medicazione idrofilo ,di poco cosln, facile a trovarsi ed a dismrett.ersi il quale appunto per queste qualità sia !!pecialmen1e appropr1alo per la chirurgie di ,zuerra. EgiJ riuscì a trovare un maleriale che pos!.'iede tali qualita e sarebbe il cal'bone d1 pa~lia. Questo SI ottiene coll"abbrcciare incotllpletamenle la paglia solto scar:;a corrente d'aria. l fuscell1 t-.o.l carbonlzzati sono mollo idt•ofìlì e se sono preparat~ di recente oppure conservali in scatole di latta corrispondono a tutte le esigenze dell'antisepsi. H massimo vantaf!gio si ottiene col rinchiuder e meliante cucitur a il carb.:.ne d1 paglia in sacchetti di tela ed applicarlo sopra le ferite. 1..8 superiorità 1ìi questo mat~riale da medicazione riguardo alla facilita d• procsec1arselo si fece palese ~pecialmente quaudo rautore ~>bbe oceasione di curare 1600 feriti dal terremolG-di Mino·Owapi, nella qual circostanza per l'avvenuta interruzione della ferr·ovia era impos-ibile p,. curarsi l'ordinario materiale ùi n1edicazione. Il poco costo può con diritto considerarsi la qualità t~ua più pr eziosa poiché 2276 chilogrammi di paglia di riso cost~ allo•·a nel Giappone quattro franchi, e fu sufficiente per 1000. feriti. Il dott. Fischer ad i sta 1z9 del prof. Bruns ba .speJ'imeulttl& l'utili là òelle medicazioni coa carbone di paglia di r is() .impiegando, invece di paglia di riso, la paglia delle specie analoghe che si co1ti\"ano in G~rmantaJ come orzo e a vena,seflal a ece., queste piante "i mostraron<• meno produttiTe io carbone della paglia di riso; m luogo di un terzo del loro pe~o non rimaneva dopo la combustione che un C)llintc, di par li solide. Negli Stati europei in genere il prezzo di com-


CIHRURGlCA

pera della paglia è mollo più elevalo che nel Giappone, quindi da no1 ti pregio del poco costo ne sarebbe alquanto menomato. Il Fischer in base ai suoi sperunenli nella clinica di Tubinga ritiene il carbone di pagha un utile materiale da medicazionee le esperienze di Kikuzi hanno questo òi pregevole che esse hanno reso noto un nuovo materiale meritevole di e!'\l?ere prescello lra quelli di r1pil'go nella chirurgia di guerra. Ferita penetr&nte dall'addome 4& •clabol& baionetta 41 tuone Lebel modello 1888, guariglone .enz~ aootdenU. - (Centralblatt fir Clururoie, 'X. 30, 1894}.

:\1 \HTtN. -

Un soldato, cadendo andò a ferir!! i contro la baionetta di un compa;:tno, l'arma gli penetrò nel corpo; la ferita d'entrata si trovava sulla lin~a alba dm: centimelt·t al di-;otlo delrombelìco, quella d'usl!.la alla re~ione lombare sinistra nove rentimetri irtfuuri del prccesso spinoso della terza vertebra lombare ed un centimetro sopra della cr(>sta dell'ileo la linea retta di con~iunzione delle due aperture cor·risp(lndenf.e al canale della fertt.a era di venlun cenllcoetro, il ventre si fece timpanitico, ed anche la regione del fegato rendeva suono timpanico, con lutto ciò il decorso della lesione fu assai beni~no ed il !'~!rito si ristdbilì in lre settimane. Martin sospetta cbP l'insorto l1mpanismo sia stato sintomo di una lesione intestinale. In un esperimento fatto nel cadavere con riproduzione della stessa le ... one med1ante la stessa arma si sono trovate due anse inteslinali ferile . Secondo il parere dell'.autore l'attuale sciabola-baiont>lta francese mod. 1886 penetra più rarilmente e più profondamente delle baionette u..--ate fino ad ora e le fertte del pello proJolte daUa baionett.a moderna sarebbero plù gravi, quelle ~l ventre meno gravi ed a decorso favorevole.


14-96

RJYISTA

Pt.ACB.- L 'operaslone r&4loale 4ell'•mta ~ .... condo U metodo Buanl ~aell'ospeclale mfilt&re 41 ao~eredo.- (lViener MPd. Woehens., e Central11 • ./ùr Chir. N. 30, 189i).

Oelle nove op<!razioni elle furono eseguite su quell'ospedale miltlare, cinque furon praticati sopra ernie congenite uue su ernie voluminose, antiche. inguino-scrotall, le altr; su ern•e più o meno recenti. Si ottenne la ~uarigione in otto CAst, SPlli soldati guarirono riacquistando l'attitudine al ~er­ vizio militare. Nel nono caso la operazione fu seguita da morte, ma indirettamente (•ielirtum tremens) ~e~li estti felici la guarigione "'Ì stabili rro i dieci ed i venticinque morni tra le complicanze deJ,;ne di menzione va notata una forlP aderenza del ""acco ernario, un diverticolo deiJa vescica etl un lipoma. Oltre a queste O]ll'r81:tOne praticate sopt'a soldati l'autore ebbP occasione rli eseguirne altre cinque nella sua pral.ica prtvata, alcune di Queste anche in condizioni esterne a"!l&i sfAvOr4>voli, e non ebbe A deplorare che un dec.:esl'o. in una verchia di 83" anni con ernia c:.trozzata. Per le ernie crurali nelle quali non è punto facile la !'Utu-:-a del le.zam<>nto del Pupat'Zio colla fascia iko:pellinea, Il mPlodo di Bassini e meno approprialo. Qul l'eslirpazume del sacco erniario dovrebbe aver·~ gli stessi vantaggi.

L 'ane.tellia looale come guida 41 111&polli nella lealone dell' eatremltà. Inferiore del 1Dl4ollo spln&le.- (Centralblatt .fii.r Chirurg., N 12, 189~).

ALLE:-1 STAR. -

L'autore passa io esame dodici osservazioni trotte dalla IPtteralura chirurgica tedesra ed inglese , riguardanti le le,.ioni dell' uUima porzione del midollo spinale lombare e della coda E-quina. Parlando dal cono midollarf' e pro· ce1endo in allo l'autore troverebbe da st.abilire setle zone principali, le quali corrisponderebbero nel modo seguente alle superfici sensibili della cute e delle mucose.


CBUW RGICA

t~ 97

1° Una zona ovale esigua che comprende il per ineo, la parte pm.-tcriore dello ~eroto nel!' uomo, la '"agina nella

donna; anche la mucosa dell'intestino reLlo vi compartecipa. . 2° Una zona a forma di cuore coJr apice d1reLto io su; esQa comprende tutto lo scroto , la pa r·le posteriore del pene e la mucosa ut·etrale nell'uomo; tutte le parti genitali nella donna fatta eccezione per le supHOcie esterne delle ~randi labbra e del monte di \'enere (cono roidollare) e 4<> e 5° se!lmento della coda equina sacrale 3° Que-;l.a zona comprende una ~an parte delle natiche e si estende fino alla super-ficie posteriore d· ·Ile coscie; es~a ha la forma di sella e corrjsponde al s·, 4• e 3• segmento sacrale della coda equina. 4• Una zona circoscrivente la zona prPcedentemente descritta ed a quella uguale nell a forma, solo con due lal'llhi pr·olungamenti sulla *'upertìeie po!>teriot•e delle coscia flno quasi al cavo popliteo; corri>:ponde al 2° e 1° segmento sacraJe della coda equinA 5° MetA esterna ùeJie superfici ant~>riore e posteriore della gamba ~ioo al piede; s• segmento del midollo lombare. Go Questa zona corri:::ponde al 4• e~ segmento del midollo lombare. l territori cutanei :::.ono: httla la superficie posteriore della coscia e clelia gamba; parimenti la loro ~uperficie anteriore, eccettuato uno spazio imbulirorme che ~i estende dall'alto in basso colla parte più ristretta in basso alla tibia ed aJ piede. 7° Se ~ono lesi i quattro se~menti inferiori del midollo lombare, la zona interessata comprende le ~guenti regioni cutanee; pr•ma tutto il tratto appartenente alla 6' zona> inoltre lo spazio imlmtirorme che è libero alla 6• 1.ona. Posteriormente r altezza della zona insensibile corri<.tponde a quella •Iella se.ie ddla lesione. A.oteri•)~ente essa calie in ambo i lati a Il vello de1 legamento di Poparl.io. La cute delr eddome é interessata solo quando lu lesione corri:::ponde alia prima vertebra cer\'icale.


RIVISTA

A 'INEQUr.-<.-AeoidenU prodotU dal fulm.lnato eU lll81'01lfto. - (Arch. di med. e Cent ralblatt.fw· Udr .• N. 36, 18~4).

Bencbè il fulminato di mercur•o allo stato !-lecco esploda con t"lrema facilità, pure le lesioni da es::>o l'roJoUe son,1 alquanto rare. Annequin ne osservò un esso. Un sergente del genio manegg•ando un grammo e mezzo di mercuri() fulminante senza le dovute precauz1oni riportò lesione grave di ambidue le tnani, che tuttavia terminò colla guari;:rione nel corso di due mesi. L'autore approfiltò di questo caso per fare uno studio completo E-uile propriehl tìsico-chimJCht: del mercurio ruln.inaute. delle quali le più importanti sono la rapidilA dell' ~~'plos•one e l'enorme prt-:;!'>ione rhe òa questa è prodotta, ed moltre !>ulla ror·ma d1 lesioni ragionate dall'eS\plosione stessa. Queste lesioni 81 differenziano t>s~wnzial­ menl~ da quelle prodolle dall'ordinaria polvere pii rea. La forma caraueristica del tumore si rend~ P•ù SJ:.ICC&Ia quando la quanlit8 delre~plodente è poca, p. e. tul grammo e mezzo e che esso tro,·asi in conlatlo immed1alo coll 'org~t· nismo umano. Ciò premesso si pos~ooo dislio~uere specialmente tre zone d• le~ioni, la 1' é quella del completo slrtlo· lamento; essa si estende solo da due a tre centimetri ; mancano fenomeni di ustionP, la superficie della ferita è molto sanguina nte, la 2• zona è quella dt>lle !'tU.pertlciali contusioui es:::-a raggiunge se1 od ullo centimetri. la a· zona mostra l'azione dei frammenti solto forma di piccoli scoppi nella pelle erl ha una estensione òi 50-60 centimetri. La !JrO~nost i· ravor evule. ~on ~i osserva una ripercussione sul sis tema nel'• voso centrale. La vitalità dei l.e>'suti sulla ~upertlcie lijlera della ferila è danneg~iaLa in modo assai lim1t.ato. In queslò geuer e d1 les1oni è indicata la cura conservativa. Traum.a.U.mo e4 aneurltlma tn:a.maUoo dell'arteria vertebrale e loro ohlrurgloo trattamento .- (.-! n· n.al$ oj Surgery e Centralblatt fur Chir. , X. 26, 189~).

M AT AS.-

Il dottor Malas potè condurre a guarigione un aneurisma traumatico del ·arteria vertebra1e nel triangolo ~ottoccipilale


CtHRURGlCA

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insorto in sea:uito a colpo d'arma da fuoco, es~endo egli passato ali" al~ operativo dopo di avere inulllmenle tentata la cura per due mesi colla compres$ione e l'elettropuntura. Mediante un Lagho crociato fu messo ano ~copet-t() il secco aneurismatico, il quale faceva !-:porgenza fra l'apofisi lrasversa dell'atlante e repi~trofeo, e misurava cinque centimetri di dia· metro. :\Ientre col dito si esplorava, il tumore scoppiò mandando un forte gello di sangue che però fu frenato colrintromissione successiva di piccole spugne aselliche ~pinle profondamente sino tra le apofisi lrasverse, sopra le spugne si applicò garza al jodoformio. Sopra queste {legui la ~utura con fili d'argento df>1 lembi muscolo- cuta nei e sopra ancora una medicaz1one al subHmalo; finalmente fu copt>rlo il lutto con fascia ela"lita con Jliri intorno alla fronte ed alla nuca. Non comparve emorragia, all"8" gior no si cambiò la medicazione levandosi solo tr~ spugne e lasciando in pos~ quelle cacciate Lt·a le apofisi lrasvet·~e; 'JUeste si ~taccarono poi durante 11 processo di granulazione. Dopo 1 t giorni la guarigione erA"i compiuta, dopo 11 mesi non s1 vedea alcun segno di rccidh·a e la cicatrice appariva molto solide . Dalla letteratura chirurgica rife1·ente$i a que$lo argomP.nlo l'autore trae poscik il mal~riale per compilare e metterei solt'occhio li'e l~belle di cui la prima rappre..enla undiCI casi di aneurisma intraeranico dell' arteria verlebrale, la seconda veoli aneuri!'lmi traumatici e la terza comprende venlidue ferile ed aiLI'e lesioni non aneurismatiche della stessa &rteria. :\tentre nella prima serie il decorso è sempre mortale, la se~onda Cl dà sei guari~ioni, la terza due. Egli pa~sa in .sèguilo alle seguenti conclusioni: o) Per ~li aoeuri~mi: 1) l n C<lndizioni favorevoli (2 casi) basta la quiete, compressione diretta. e il fr t>ddo senza operazinne. per abol1re il circolo sanj!uigoo entro il tumOI'P. 2) Generalmente però ,j è tendenza nlla rottura, la quale di solito avviene nel punto p1ù cedevole. durante il decorso della lesione. 3} Questa tendenza v1eoe di mollo favorita quando in seguito ad erronea diagnosi si é praticata l'allacciatura della


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RlYrSTA

carotide; l'errore si può evitare facilmente comprimendo ad intervalli la carotide. ~) I tentativi di legare l'arteria nel sito dell'aneurisma andarono sino ad ora falliti, un caso solo eccetluato (Fen~r) e ciò per effello dell'imponente e minacciosa emorragia cba obbliga l'operatore a tamponare immediatamente il sacco. 5) Ma il 1amponamento dà buoni risultati se si pratica dopo di avere sufficientemente dissecalo e messo allo ~co­ perto il tumore .. 6) Le iniezioni con le sostanze coagulate sono da rili{ettarsi. 7) N<>i vur1 casi di anellrismi idiopatici e negli aneurismi traumatici situati mollo in alto, colJa legatura dell'arteria affepente secondo Hunte1· coadiuvala dal freddo e dalla compressione si può sperare ip un buon effetlo. potendo il contenuto d••l sacco c~oagularsi prima che si formi il cir·colo collater ale per mezzo del circolo del Willis, il che pero potrebbe anche farsi con molta celerHà. R) Negli aneurismi situati profoudamenl.e il metodo di Hunter, se si teota di praticarlo in ono dei pnnti classici. dovrebbe cambiarsi con quello di AnliUo, perchè sarà impossibile raggiunge1•e il lronco arterioso senza comprendere il sacco nell' incisione. 9) Se l'aneuri~ma giace molto in alto e se si adoLta il Dletodo di Antillo. che è anche più sicuro, si farà bene di legare l'ttrteria verlebrale sotto il tubercolo anteriore della sesta vertebra cervicale e farla comprìmere da un a~istenle immediatamente prima ciel suo ingresso nel forarne, e I'JÒ .per diminuire l'emorragia quando si apre il sacco, senza i pericoli l"econdarii i.li una allacciatura. In ogni caso 'lerò sarà bene asportare collo scalpello le apofisi trasverse di una o due vertebre cervicali per poter poi os$ervare l'arteria sul punto del suo ingresso nel sacco. IJ) Trattamento ùi una ferila d'arteria recente. 1) Anche qui sarà oecessa1-io procedere alla diretta r iceJ'ca ed allacciatura della verlebrale sul sito della lesione, nello stesso modo ora descritto per gli aneurismi. 2) Talvolta questa ricerca è impossihile,specialmeotenelle


ClllRURGfC~

4i) Of

ferite per arma da fuoco quando il proiellileè penett•ato per la bocca ed il sangue fluisce nella faringe e nello spazio retrofaringeo. Spe:>so sono lesi insieme rami della carotid.a o la stessa carotide :nlerna, ed allora remorragia é rapidamente mortale. In ogni caso non è opportuno indugiat·e per fa re una diagnosi d i ff~renu'3le e si farà bene invece ricercare l' in~resso della vertebrale nel sesto forarne trasversale e comprimer l'arteria come pure la caroticle comuue e quindi proceder., alla legatura delrun vaso oppure dr enlrambr se si Lrova necessario. 3) Nelle ferite alla ~ezione superiore della faringe con lesione della giugulare interna, l'emorragia é !o'empre rapì· damenle morto.le, e parimenti nella fertla della ~ezione Inferiore dinnanzi all' ingr•esso del sesto forarne vet·Lebt•ale, doTe appunl•) possono essere facilmente le!>i contempora· neamenle gli aUri grossi vasi che scorrono a ridosso di quel punto. M e'YER. -

Ipertrok della prostata. - (Br ii. Med. Journ. 18 ag. i89i e Annals of Surgerg, luglio 189-i).

Meyer descriYe un caso _d' iperlrofìa in cui allacciò le due arterie tliache interne (metodo di Bier). Tratlavasi d'un uomo di 55 anni il quale da piii di quattro annt soffriva di di:;turbi urinari e la cui urina era purulenta. Dodici ore dopo l'operazione l'ammalato orinò :-pontaneameole, cosa che non gli era avvenuta in sei mesi. E~isleva notevole atomia '·escicale. La proo;lala dimioui di volume e la lunghezza delrurelra dt 2.3 1r2 cm. l>'abbassò a 211t:? cm. nello spazio di sei mesi. Fremorfl-Smitb (tbid.) riferisce un grave caso d'ipertrofla cb' e~li curò col metodo della castrazione preconizzato da J. W. While. ~ella settimana che segui l'operazione l'ammalalo fu cateterizzalo due volle al giorno: alla fi ne di questo tempo egli potè orinare c:pontaneatnenle e il catetere fu usato più volle la settimana, solo allo scopo di determinare la quantità dell'orina residua. Scomparve la febbre, rilor-nò l'appetito e il peso aumentò. Non si ebbe più


liJOl

RIVISTA

r itenzione d'urina nè att.aecbi dì cistite acuta. La quantilil d'urina residua dìminul gradatamente e quindici settimane dopo l'operazione, l'ammalato stava bene. G. G. Ea.STMANN. -

SterUls~a.zione

4•1 o&tgut. -

{Annats oj

Surgerg, luglio J89i). Eastmann affer ma che la ste?ilizzazione de! catgul mediante il ealore é t>iù efficace di quella otlenuta per mezzo di agenti chimici. Da una serie di esperimenti da lui i:.llLuiti conclude che: 1" Il calgut può essere ster ilizza to facendolo riscaldare per 3 ore in olio di oliva ad una lemperaLura di 1000 C. ~ Questo è un metodo molto economico e rapido. 3• La qualità del catgut non viene allePata, anzi es!>o ~ più forte e più piegbeYole di quello sterilizzato col pl'Oeesso all'alcool, etere Il bicloruro di mercurio. 4o t;na temperatura superiOJ e ai iOO" C. non solo non è necessaria, ma altera il ea lgul. Repin (A nn. de rIn8t. PQ3teur marzo 189i) consiglia il seguente metodo: 1° Si tolga tutto il grasso mediante l'etere o il solfuro di carbonio e lo s i formi a gomitoli. 2° Lo si essicchi perfettamente in un'incubatrice, la cui lemperatul'8 si porta gradatamente a 110• C. :~~ Ciò fatto si proceda alla sterilizzazione. Lo si ponga in un forte recipiente contenente piccola quantità di alcool assoluto, il quale, chiuso er·meticamente, è introdotto in un autoclave. La temperatura del lutto é portata a 120° C. E' CQ&i si mantiene per la durata d'un'ora dopo di che. la sterilizzazione é completa e il calgut può essere usato. G. G. W.EI.R. - Esclalone della veaolo& per epitelioma. - ( Med.

Ree., ll ag. i89i). \Veir riferisce u n caso di resezione esterna delle pareti vescicali per epilelioma . Il paziente, un uomo di 55 anni,


CHIRGRGIC--\

1511:1

aveva sofferto per 18 mesi pareechi attac<'lli di ematuria. Oiec1 me!;i prima di e~s~re v1sitalo dal Weir, egli aveva subito, mediante la cistotomia soprapubica, l'asp01·tazione ùi due tumori dalla ve~c1ca. All'esame si trovò sulla parete addominale ìmmetliatamente al disopra delle siofìsi, nella ci<'alricP. della precedente operazione, un tumore del -çdume d'una noce, prominente >-ulla circostante cute, a superficie ros~a ed a base indurita. L'e~ame CISlOsropico rivelò l'esistenza d'un lumo.r e nella parete postero-supAriore della vescica. Le glandole in,ruinali erano lumefatte. Sollevata la vescica col pallone rettale e dislessia con 6 once della soluzione di Th ier~ch, si praticarono due incrsioni verlicalj curve sulla parete addominale in modo da comprendere fra loro il tumore, il quale fu agevolmente separato dai muscoli lranne, per una sua parte la quale aderiva alla somtUita della vescica. Il pel'itoneo fu al101'11 distaccato dalla parete p<IS~eriore della vesdca fino alla pro,.,tata e lateralmente fino alle vescichetle spermlltiche Tutta la porzione CO@l denudata della vescica fu asportata unilamente all'inclui'o tumore papillomalOl"O ed a quella che si elevava datla sommita della çescica. La !'ezione delle pa· reti rli qu~~ta avvenne da 1/ 1 a s;, di poli ire al <li la dell'i m· pianto del tumore. La wscica fu ricucita dal fondo con sutura intercisa al catgut, là quale ad nrte compr~se tutta la membrana, e per ma!!gior s icurezza in uno o due punti ''i· cini alla sommit.à si r.-ce uso dd crine di Firenze passato attraverso la luaica mu~colare. Una piccola apertura fu la!;Cillla sul pube altraw·rso cui s'introdu~"'~~ un doppio tnbo di drenaggio. La feritA adrlominale fu zaff~tta <'On garza iodoformica e superiormente fu unita con rru1e di Firt>oze. Il lullo fu protetto da una tnPdicatura sler·ilrzzala. La ferita ~U8r-l 8JI'Olla'1'3 SPtlimana e l'ammalalO pnt.è tenere i"Ortna per tre o quattro ore. Le glando!~ inguinali furono a sportale due l"ettimane dnpo la lll'ima operazione. Il We1r ha eseguito la mPrleFima operazione in un altro indrviduo affeLto da Ppilf>linma della parete po~l.,riore della vescica. L'ammalato andò bt'ne per un C(•rto tempo, ma per ~rave eresipela morl ~eue settimane dopo l'operazione. G. G.


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RIVlSH.

E4em& •4 elef&ntlald persistenti 1n Mgulto aU'eaUrpaztone 41 gl&ndole llnfaUohe. - (A,.clt. f; la in. Chi,.. vol. ii. p. 3 e 4).

RJEOEL. -

Riedel fa nnl.ln'e come raramente si sia fatto memione di casi 111 cui aJ1'e~lirpaz one di glandoh~ tinfalicbe siano "eI:!Utli edemi ed elefantiasi permanenti. Egli opina che queste ~uccessJoui morbose non siano mollo rare, poiché. egh sles, 0 le ba osservate tre volLe. Una prima volla le osset'Vò in' u 11 ragazzo di 12 anni, IO CUi l'edema di lulto il braccio e della mano tenne dietro all ' ~tirpazione delle glandole soua...cellat•t aseguita tre anni prima. Il ~econdn paziente fu un giovane di apparenza robusta dell'dà d'anni :{0. Alcuni anni prima egli contrasse un'ulct•t·a molle, cui segui suppurazìone delle glandole dell'inguine ~i­ nisLro. Da allot•a le glandole rimasero molto cagionevoli s1crhè si gortlia vano dopo aver camminato e per ogni escoriazione del glande. Riedel e$tirp6 le glandole e le trovò corrose di piccoli ascessi. La ferila operatoria guari bene per s~conda intenzione, ma os~et'\'alo due anni dopo. il paziP.nte fu trovato affetto Ila elefantiasi della cote di entrambe le C<•!:ce e della parte inferiOrrl del tronco: 8\"eva pure ingrossatne nto delle glandole della &!';cella destra. Il terzo paziente ìu un giovane robusto di 30 anni. Una ul~ra molle conh·alla nove me!>i prima cagionò suppura· zioni e «eni tì«tolosi ribelli nd ogni trattamento. Riedel estirpn '"' glandole tn,;ruinali sini:>lre e sei mesi dopo si s~iluppò un'elefantiasi d~>lla cute Jella coscia. Tanto nel ~ecoodo quanto nel terzo infermo l'elefantiasi era associata ~ attacchi dì eresipelo. In seguito a questi falli H Riedel t·ilienu per lo meno dubhia l'utilità dell'estir pazione completa delle glandole inguìnali in simili casi. G. G.

Dlvlalone della scapola oon an. colpo 41 solaboia. - (Bril. Jled. Journ., H g iugno 1894).

OGILVIE - -

Il dott. Ogilvì~>, t~nente medico nell'esercito indiano, rirerisce il caso d'un sepoy il quale ebbe divjsa la scapola da


CWRUR&lCA

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un colpo di sciabola, infertagli da un ghazi (fanatico rnaomettano). H sepoy usciva dal eorpo di guardia, la cui porta un po· bassa lo obbligò a curvat·si un poco. Il gbazi l'lllva a destra dalla porta e a tre o quattro piedi da essa. Il fenJenLe cadde sulla spalla destra e dopo aver reciso lo spe~so panno della tunica, il panciotl& dt lana, e la camicia produsse una ferita che si estendeva oialla spina all'angnlo della l'ICS· pota. Il dolt Ogilvie visitò il paziente tl'e minuti dopo l'secaduto e trovò che il fendente aveva diviso la scapola gmsto nel mezzo dall'incisura s oprasea.polare all'angolo. A. causa d~lla contrazione mu.<>colare Ira le du~ metà dell'osso esisteva una distanza di circa un pollice. L'emort·agìa era ab· bon•lanle, ma non tanta quanta poteva aspettarsi in una !'egione cosi vascolarizzata E-ssa fo domala colla pressione senza alcun altr o adiuvante. La ferila g-uarì per seconda intenzione, ma il braccio rimase inutilizzalo. Al ghazi fu immediatamente tirata una fu<'ilata. Il proiellile penetrò giu<~to dietro il gran trocantere sinistro eJ usci un pollice al dn~opra della spina destra del pube. L'ar ticolazione coxofemorale Sinistra fu frantumala, !'ioteslino tenUP (u per foraLo e questll uoitamente aU'omento protruse dalla ferila ù'uscita. Oltre a ciò un po' di fttngo penetrò nella cavilli a1Mominale perché il gbazi dopo la ferila ca.Jde bocconi al suolo ed in questa posizione ricevetteancora parecchi lOipt di baionetta. Malgrado tutte queste ferile egli per mollo tempo contiuuò a cantare e a parlare con molta ,;vacità senza dar segnt di sofferenza alcuna. Tren~aseì ore dopo e~li mori i•t st>.guito a peritonite l"ellica. Il colpo fu sparato con un fucile Martini- Henry alla di~tanza rli circa La metri. JAconr. - La or&Dieotomi& nella m.lcrooef&l.l&. Med. Journ., 9 giugno 189i).

(Brit.

11 Jacobi (tV. Y. Jfed. Ree. 19 maggio 189-i) dit una stAtistica di 3:l casi in cui fu esegwta la craoiectomia in individui affeltt da idiozia o microcefelia. In lutti e~lt est>gui un' accurata inchiesta sugli operator i, sulle con•lizioni degl'infet·mi pr ima dell'operazione, i risuLta li e sulla opinione dei vari

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1506

RIVISTA CnlRUllGIC.\

chirurghi circa il valore di quest' ope1·azione. Ne1 33 casi ruron praticate i-l operazioni: 14 operati morirono. l!l 1:uar irono La morte avvenne per lo più subito dopo l'operazione in ;,e1 operati nel primo giorno. La causa d'essa non sempre fu •lichiarata: in un caso e~a fu dovuta all'anestesia su alcune (lpereti la temperatura si elevò fortemente io modo inesplicabile anche quando la dura madre non fu lesa . :\Itri morirono in seguito a shock poche ore dopo r operazione. Il l'isullalo finale fu il seguente: ignoto 1. nessun miglioramento ;, lieve mi~liorameolo 7, '}ualche mi~lioramenlo 1, gran miglioramento 2, incerto L Il pror. Keen da una esperienza di U casi ha potuto const.atare che la mortalità è molto elevata €' il guAdagno molto lieve. Il Wyetb, il quale ha e=s~~uite operazi()DI, dice che esse sono cosi pericolo"e cbe ~olameole post<ono esl'er giustificate quando esiste un alto ~rado di microcefalia e non dubbi seani di compre~sione cer·ebrale. Jacobt conferma l'opinione dr Bourneville che la craniectomia può produrre eventualmente una riduzione e non già un ampliamento della capacità cranica. In un caso in cui la morte segu\ alla seconda operaùone, tutta la superficie mreriore della prima et·a ìnspessita da un tesslllo di nuova formazione duro e resistente che comprimeva il cervello. In questo caso la morte avvenne 6i giorni dopo l'operazione. Sulla qiJtSlcone quando l'operazione è p:mstifìcata, il Jacobi e:.-pr1me il parere essa può eseguirsi solamente nei casi eli os~ificazione prematura sen~!l compi cazioni delle suture ~ delle fontanelle. In uo caso tipico di questa specie lo svìlupp'~ del bambino è normale tanto psìchicampte quanto somaUcamenle per i primi mesi della nta. La chiusura del cranio succede tra ti 5° ed il 100 mese invece del 150 e il bambino di,·enta cosi procli,·e alle canvul~ioni che possono riu.,cir fatali, a contrazione nelle e:;1.rem tA e ad altri c;inlomi d' irril.abililii. In molti di tali casi la tendenza alla ossifìrazione prematura può osservarsi anche io ullre ossa. Il bambino può stare nella posizione eretta precocemente e la mascella s uperiore essere specialmente afTetLa. I denti pos~ono nascer molto per tempo e nella mascella superiore per la prima. G. G.


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RIVISTA Dl OCULISTICA

.Altera'doDi del oorpo olUare dopo la pa:ntura della oamera anteriore. - R. GRéEF. - (Ar·ch.fii.r A«{Jen.hetlk. e Centralbl.fur die med. Wissensclt. l\. 11, 189i). ~neontransi nell'occhio due specie di umore acqueo; la prima, la normalt', non contiene albumina né fibrina, e non è coagulabile; la seconda, che producesi dopo la puutura delhJ. carnera anteriore o una per forazione patologica contiene molta albumina e flbrìoa e si coagula ç;ubito dopo l'evacuazioni! in una mas"'a gelatinosa; somiglta molLo per le sue propr1età e per la sua composizione al siet·o del sangue. Da ci<> d• riva la conclu"ione che dopo la puntura, il deflusso .e la rapidn so~tiLuzione dell'umore acqueo. nei luogh1 in coi l'umo1 e acfJueo è separato si costituiscono delle auo r· mali condiZ!Oni per cui una materia, che prima della l:'eparazio'le dell'umore acq•teo era trattenuta nella linfa, rlopo passa nPII'umore acqueo. Questa proposiz.ìone ~ dlmost.rnla dalla "eguenle <n;servaz•one micrO$COpica: Subito che in un occhio é aperta la camera anteriore si Cormano in lutto il lf'rrilorio del processo cihare molle ~rosse ve ... ci<"he che avven!!ono pel sollevamenlo del rivesliroe,:to piteliale del processo. Sotto le ve-.ciche c..tanno del!(~ maMe coagulate, come piu tardi dopo la puntura c;;e ne tro,.ano nell'um ..re a··quPo. Le ,-escicbe sono ::sollevate dalla -cort•eute del liquido che si !'epara, la quale dopo il vuota · m".. nto è aumentata dalla pressione neaallva esi$lente nella camer~<; floalmentP le vescich~ si aprono e versano il loro eonlPuuto nell'umore acqueo. La formazione della flbr.na e la coagulazione dell'umore acqueo accadono pure perchè.

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RlnSTA. DI OCULISTJCA

dopo l'alterazione dell'epitelio nel lu.:>go della sec~zione sono portati direttamente dal sangue nell'umore acqueo materiali albummoidi e i generatori della fibrina, che, a epitelio inlalto, sono da quest• trattenuti.

RIVISTA DI TERAPEUTICA B W. RICHARDSON.- Proprietà del vero anUplreUoo.(Brit. Med. Jou rn., 22 settembre 189~).

Il Ricbardson dice che una sostanza che si deve usare per abbassare la temperatura deve soddisrare alle se~uenti condizioni: 1) deve essere a ntisettica ; 2) dev'essere volatile; :i) dev'essere non troppo solubile nel sangue. Se non esntisellica ha un'azione negativa: se non é volatile, essa si aecumula oel sangue e nei tessuti, agisce quindi come corpo estraneo tossico e produce effèlli secondari che sono inutili e I·as«in irritando unporlanti organi d'eliminazione come i reni; se è molto solubtle nel san~ue e n~i liquidi parenchimuli, essa non rimane nel corpo il tempo necessa,'io percbè po-;sa agire. - L'ammoniaca possiede tutte e tre .4tueste proprietà, é uno splendido antisettico, è volatile. ma e fin troppo solubile ed é un !"Oivente troppo efficace. Data in dosi sufficienti ad abbassar la temperatura, essa dissolve i globuli rossi, previene l'assorbimento dell"os"igeno e colla sua presenza nel sangue pre viene l'osSJdazione dei tessuti. Il cloroformio é uno splendido antisettico; è volatile e poco solub1le uel sangue · non produeè alcnn determinat.o sintomo to~sico nè disturba gli organi eliminatori a meno ('he non sia dato a dosi anestetiche. L'autore lo ha usato come antipiretico per più di quaranta anni e con molta sua toodd•sf•


RIVISTA. 01 T!RA.PEUTICA

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2ione, ma le difficoll.à d'amr!'linistl'arlo a dovere gTielo banno quasi ratto abbandonare. L'idrato di. t:lor olio è più maneggevole. È antisettico: si trasforma nel sangue in cloroformio e formiato di soda e Cfllindi è volatile e eli provata eliminazione e n()n è >eleno10o dat.o a closi convenienti. Nelle sue pl'ime osservazioni fatte su di esso immediatamente dopo la sroperla delle sue proprietà ipnotiche, Ricbardson ne fece notare la potente azione antipiritica e fece osservare che esso cagiona la morte per notevole abbassamento di temperatura. Da allora egli lo impiega regolarmente come antipiretico e i I'isllltati che ne ba olleouti Rorpassano tutti gli altri R. così concbiude il suo articolo : esso é, adoperato convenientemente, un eccellente rimedio contro la febbre e nell'ileotifo é il migliore di Lutti. G. G. SzliU~'>. -

11 p&!'a.olorfenolo. - (Brit. Med. Journ.., 25 agosto 18!)4 e Ga::eta lekar8ka. N. 12, 189-i},

Lo Szmurlo ha sperimentato il paraclorrenolo in 26 casi tlì malattie del naso, della g ola, 10 di ipertrofia dei lllrbinali, 2 di rìnosclet·oma, } di fal'ingile cronica granulosa, 1 di epitelioma del~ corda vocale sinistra e 5 di tubercolosi Jaringea (ulcere con infiltrazioni). Ne~li ammalali di tubercolosi le parli furono pennellate con una soluzione al 25-50 p. 100 menlre in tulli gli allri il meiicament.o fu impiegato puro. l ris11ltati otlenuli dallo S. differiscono grandemente da quelli t'i feriti da N. P. Simanowsky di Ptetroburgo. Essi sono i seguenti: 1) Il paraclorf.,nolo non possiede le propriet.a analgesiche del fenol{), mentre il suo odore e il sùo sapore disgustosi costituiscono un incon"eniente alle applicazioni locali nei morbi faringo-lariogei; 2) le pennellazioni distr uggono il rivestimento èpit.eliale e producono una violenta reazione locale, l~ quale è spesso seguita da suppurazione e quQlche volta da retrazione dei tessuti con tutte le sue cf'nseguenze. In somma 11 paraclorf~nolo nelle affezioni non tuberoorari è eli gran luoga inferiore all'ac. crornico, tacendo della g~tlvaoo ca ustica: 3) nella tubercolosi larlngea esso


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RIVISTA DI UBAP&UTICA

pr..>duee edema locale ed un acuto persistente dolor e DoD ost.snte la cocaini.z.zazione; glt ammalati perdono l'appe\ilo e diventano deboli ed irritati. In s mili casi quindi esso, .. non del tutto inutile, è mollo iuft>riore all'ac. lattico, al renolo ed a! menlolo.

G. G HuGEL. - I l Dj&mboe. - (B ,.it. Med. Jou t'n. e .Vtmch. med.

Woch., 17 luglio 189i).

Bugel descrivd l'Impiego di quesla pianta (corl~ccia e roglie) quantunque le piccote 11os• (0,30 gram.) sono effl~p pure le #Z1'9Ddi (0,50 gram.) non presentano pericoli. S'usa principalmente nella diarrea dei bambini. In parecchie centinaia di casi di ~astro-enterite, il Yomito e la diarrea migliorar ono rapidamente. In cinque casi di grave gastro-ent rite in adulti con vomito, d1ar1·ea, abbassamento di temperatura e crampi sacrali, piccole dosi di calomelano !!eguite dal djamboe produssero un rapido mi~lioramento. In ci~ 25 casi di diarrea nei tisici fu usato con benefici effetti. ln tlue casi di questa natura, esilA rimase inall1va e jn due·allri agi solo uruto all'oppio L'infuso di djamboe è più con,·~nienle nei bambini, mentre l'estrallo fluido s'adùict; me$tlio agli atlulli. G. G.

l

RIVISTA Dl TECNICA RSERVUIO ~ffDICO MILITARI BserottuloJll speoi&U 41 aervlslo aaDita.rlo. · Riassumiamo dalla Reoue du Cere le militaire il seguente programma delle esercitazioni d1 ser,.,izio $anilarjo d1•l go-


RIVISTA Dl TECNICA E Sf!RVIZJ O VE'DICO )(JLITARE

J,) JJ

"eroo mihlare di Parigi, che hanno avuto luogo quest'anno a Yel'Sllillt!s e nelle 'idaanze all'8 al f2 ottobre. Le manovre si fecero sotto l'olia direz!one del generale comandante la 3" br·iga.ta d'artiglieria, e sotto la direzione tecuica del diretlot e di sanità d~l :3• cor po d' armal.tl. Ecco intanto, l'ordine del progra mma. LuNF.Dì 8 OTTOBRE. - A l mattmo : òimostt·azione del marer·ial~ leCOlCO e dello provviste che erotrano nella composizone delle dtve~ formazioni sanitarie, cioc del materiale presso i corpt, dell' ambulanza divi~ìonble, dell'ambulanza d• cavalJer·ia. dell'ospedale da campo, dell'ospedale di sgotUbro e ,Jei treru samt.ari impro,•vtsaLI. La confer..:nza fù falla da un medico per il mater'altl lecntco e da un ufficiale del treno per ciò che riguarda il carreggio. Alla sera: conferenza sul funzionumento delle formazioni sanitario avanzate. ~fARTEDl V OTTOBRE. - A l mattino: conferenza fatta da un ufficiale superiore d':trtiglieria circa giJ orJir1i di movimento. l'esecuzione delle marcie, l' installazione degli accantonamenti e dei bivacchi, le regole tattiche di un comballimeuto - con applicazione di ljuesti dati al servizio !"8nitar.o. Alla ser a: conferenza sulla mobilitazione: misure-da prendersi dai medici ca p1 dal loro arrivo s ul luogo della mobilitazione fino alla loro partenza. Mencor.F.oi 10 oTTOBRE. ...,.- Manoora. Il tema ebbe per og· getto la mat'Cta di una divisione di fanteria da Versailles su Pa1·igi. Spiegsmento della aivisione. Combattimento contro nemico figuralo. Rttirata su Ver~illes. Durante la mano,·r~t si ebbe: marcia 1..11 rur mazioni sanitarie, funztooamento di posti dr ::-occorso e aell' ambuJanza divisionale che fu poi r ilevata dall'ospedale da campo. G IOVEDÌ 11 OTTO:BRE. - Al mattino: evacuazione dei malati ùell'o<>pedale da campo sull'ospedale di sgombero installato in una s laztone e funzionamento di que~>lo ospedale. A lla sera: formazione di un trono sanitario improvvisato;


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IUVISTA DI TEC:'\ICA E SRRVJZIO KEDICO IOLIT.\llE

applicazione deglt apparecchi per la sospensione delle ha. reIle. VENERoi 12 OTTOBRE. Riassunto t'ritico delle operazion 1 compiute, fallo dal medico incaricalo della direzione tecnica di questi esercizi speciali. Come negli anni prece:feoli i medict di riser'\'a e della milizia territoriale dorn'ciliati sul territorio del governo militare ru Parigi, furono ammes$i. io divisa, a stoguil'9 tutte le parti dj questo progr9mma.

G.

RIVISTA DI STATISTICA MEDICA Carta della m&larl& tn Italia, pubblicata daUa direzione generale della Stati<>l.ica del Re~rno, Roma, J89i. Abbiamo rice-n1to questa splendida carta, che serYe a fa r conoscere in un solo colpo d'occhio il grado di iofe?.ione malarica di qualunque paese d"llalis, essa indica con 10 )nle i ~rradi di mortaUt.a per infezione walartca, secondo le osservazioni raccolte dalla statistica delle cause di mor te p~r i tre anni 1890. 189l c 1892, in tutli i Comuni del Regno. I morti per febbri da malaria e cacht-ssia paluo::;Lre furono ne1 l•e anni presi insieme, 49,407, corrispondenti in media a 54 all'anno per 100,000 &bit.anti. ).fa questo rapporto a lla popolazione varia fra limiti mollo este~·. Nei Comuni con· Lt•assegnati nella ca rta con tinta più carica la media ar. nuale dei morti per infezione molarica a rriva ad R per mille.


RlflSTA DI S'I..\TISTfCA. MEDiCA

Siccome la cat·la fu costruita sulla statistica dei morli per rebbri da malaria, senza riguardo ai casi di malattia non segullì da morte, ne avviene che le regioni nelle quali le febbri sono benf>i frequenti, ma non assumono che raramente una inten«ila cosi grande da causare la morte, sono indicate con tinte chiare. In queste condizioni si trovano molti comuni della parte bassa della vallala del Po, falla eccezione del terrttorìo Verone«e e del Cremasco. Per la stessa ragione &Yviene che lalun comune notoriamente affatto immune da malaria, appare nella carta come le~germente infetto sol perchè vi fu qu<llche morto per febbre ~alarica contratla altrove. Cosi molti paesi dell'appennino toscano "~Ono per esempio coloriti nello stesso grado delle parli basse del 1fantovano e del Ferrat•~:>se, in grazia dell'emigrazione temporanea vPt·,o la maremma. Malgrado questo le linee generali sussistono indiscussr'. Lung-o la sponJa del Mediterraneo si osservano centri di endemia malarica mlensa nel Grosse la no, nell' .\gro Pontino, nel S&lernitano, attorno a Pesto. ~ella ciltà di Roma i cas• di coorte per malaria sono venuti rapidamente scemando di numero dal 1880 in poi. :\el 1881, si ebbero in Roma 650 morti per febbri da malaria, nel 138-2, 505; e nel 1832 soltanto 139; nel 1893, 189. Più ìoten<>a .; la maJaria nell'Agro Romano. Sul "erc;ante Adriatico troviamo una zona fortemente colpila, che comincia di sopra al promontorio del Gar~.-ano e scende per il Molise, la Capitanala e la Basilicata fino all'l onio. Anche maggiormente grave è l'endemia nelle isole d i Sicilia e SarJegna. Gli ef'feLti oolla malaria sulla morLalità della popolazione si sono mantenuti presso a poco costanti nella cifra di 15 a W mila morlì pel' anno. dal 1888 al 1893.


151 i

VARIETÀ

VARI ETA

ID.fl.uenza della stazione eTett& nUo sviluppo del oorpo umano e •peolalmente del cervello. - (Brtt M ed. Journ.).

RuuERT MU!'."l\0. -

Il dott. Munro tenne una conferenza su questo ar~omento al Congresso oell'a~sociaztone britannica per l'avanzamento delle scienze. Do~ aver (alt~ alcune consi-:ieraz10ni sullo scopo delraolropologia, proseguì trottando i seguenti punti: 1° Vanta~gi meccan1ci e fisici della po:::.lziol'e t!t·~t. ta; 20 Differenziazione delle membra io mani e piedt; 3° Relazione lr'a la più perfetta condizione di questi or· ganr e lo sviluppo Jel cervello. Il 1" obbtetto della locomozion~, egli disse, è quello di render po3sibile all'organismo di cercare il aulrlmeuto in un più vasto l:<pazio. Nei verlebrati superiori questo si ottiene mediante 11 noto meccanismo delle quattro membra atte a sostenere e trasportare gli animali Appena questi animali quadrupeJi diventano più fortemente differenziali in virti.l della lo~ per rcsi~tenza e Je necessità dell'ambiante, le membra St modi· fie~ no in varie guise, st da reoderst nlle alle varie speci~ ~i locornozione e ad ellri scopt dell'economia. Le membra anterior i specialmente sono andate soggette f\ tali cangiamenti; ma solo l' uomo ha potuto compleLamentu s tornar1e dalla prrm1tiva funzione. Ciò é dipeso dall'aver egli Q!':~unto la posizione arella, il c he ha necessitato una completa divisione del lavoro lelle membra; il paio anLerior"' si è limitato ella funzione t.ullile e prensile, quello ~steriCire ba continualo l'originaria fun zione locomotrice. UnìtaroerHe a queste nole vole differenziazione nella funzione delle membra, un nuo,·o


1515 campo di progresso ru aperto all'uomo, in cui r iot.elligenza e l'abilità meccanica divennero i precipui fattori dell'ulteriore suo sviluppo. La posizione eretta del corpo ha necessitato grandi cangiamenti nella sua slrutLura e non solo ne] sistema osseo, ma anche nelle parti molli; i più notevoli di essi si sono avveraLi nelle partì più perirericbe delle membra. Le moditìcazioni che J1a subllo la mano sono in verità molto radicali e tali da rendere possibili i più inlriceli e de-licaLi movimenti di preensione. li possesso di un si perletto meccanismo, come è la mano, all'estremità d'nn br~ccìo mobile attaccato alla parte super·iore del tronco, rende l'uomo superiore a lutti gli aHri animaJi nelraltacco e nella difesa. Egli inoltre possiede ii potere di eseguire un'infinità di movimenti e di assurnere attitudini e posizioni eminentemente aùane alresercizio della sua a):lllila me~anica, per cui egli è io grado di controbilanciare J.a forza brutale dì gran lunga superior·e di molto dei suoi Bntagonisti. Tutte queste partico]arila morfologiche si sono avverale senza la distruzione di ne~suna primaria e tipica analogia comune a tutti i verlebrati supedorL Pertanto, sono le manifestazioni intellettuali e psichicbe del ~erve Ilo - organo del pensiero- quelle che dà n no alle funzioni della vita umana la loro più notevole caratt.erislica. Not ~iamo coStretti a ritenere che la sensazione coll'ciente ha luogo invariabilmente med)ante le cellule nervose, la cui attività funzionale IJa bisogno d·essere alimentata nello stesso identico modo della forza muscolare. Il cervello è organo <luplice con doppia serie di j:tangli distinti e connes$i per un certo trallo mediante un completo sistema di tessuti nervosi noa solo tra loro, ma anche colla sede centrale della coserenza o della volontà. Nell'atto riflesso, l'onda cenlJ·ifuga è spes"'O solto il controllo della volontà, la quale può impedire al movimenLo di originarsì e può produrne uno identico senza l'ìntervento di imprescsioni esterne, ed è stato provato che lo stimolo volitivo, che regola 1 movimenti del corpo, parte da parti ben definile del cer veilo. Ciò mostra che l' omologia, la quale caratterizza le strutture dei corpi animali, si estende anche alloro cervello, e la legge che dir-


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fAIUE'Ù

ferenzia gli animali in conformità della maggiore speciahzzazione ùi funzioni ha lA sua controparte nel cervello; un aumento d1 sostanza cerebrale è naturalmente da aversi li O\•e l'aUivila funziOnale d'un organo specifico è più e!'.tes 8 . .E noto che ti cervello umano e l'intelligenza sono in correlazione. Una f)uestione Ji molto interesse è .{nella di spiegare la e,·oluz.ione di un et> nello cosi ~rande sotto r influenza delle forze cosmidte. Il dott. Munro espresse r opinione che ciò è il risultato eli legtti na.lurah e che uno dei principali fattori della sua produz1one era la con '·ersione delle membra superiori in mani ve•·e e proprie. Vi fu un momento in cui l'uomo riconobbe il vantaggio di usare una clava per attaccare la preda e difenùere 8è stesso, ed allora fu dalo il dirello incentivo ad un piu allo sviluppo cerebrale. La conoscenza dd poter·i meccanici ddla nslura si accl'ebbe ~~·adat.amenle e allora vi fu un corrispondente SYi luppo della facollà di ragionare. Particolari suoni si usar0no a rappresentare speciali oggetti, e essi di•ennero 1 pruni rudimenti del linguag~io. Tutle queste operazioni ment.ah poterono aver luogo solo meJiante cellule nervo:-'8 addizionali: perc16 il cervello divenne p1ù voluminoso e complec;so nella suo "-lrullura. Sulla quistione se la selezione naturale sia slala sufficiente a !òpiegaJ·e il grande sviluppo ùel cervello umano, ruron d1· scus"'e le opinioni di Iluxley e di "\VaUace e se. ne CB\'Ò la oonclu~ione che il piu alto sviluppo dell'umanità non P. allro !18 110n il prodollo graduale della facoltà di ragionare. LI) facolta di ra~ionare l' v•rtualmente una più alta intelligenzA, la r}uale ha in certo qual modo sorpassato le leggi d.;olla ::~e­ lezione naluJ·ale. Si dimostrò cbe il selvaggio trovasi ora in condizioni di dt>~enerazione ma~~iore di quella dei suoi pro· ttemlori, i quah originariamente acquistarono !'iù elevate qualità mentali solto l'infiuenza della !'<elezione naturale. Ciò ~piegherebbe il falto che il selvaggio ha un cervdlo superiore ai suoi bisogni. Nell'ipotesi che l'evoluzione della mano dell'uomo e lo sviluppo delle sue pil't alle facoltà sensoriali furono contempo-


VARIBTÀ

1517

rant>i, sorge naturale la domanda, quando. tloYe ed in quali circostanze cio ebbe luogo. Per quanto imperfetti siano 1 materiali esistenti per rispondeni. pure le ossa fossih trovate indicano che durante il periodo quaternario egli ave..-a giA assunto i caratteri umani. La costruzione del corpo dimostra che egli è passato attraverso un periodo in cui le membra erano adatte a farlo ''ivere sugli alberi. Nel graduale abbassamento della temperatura subtropicale che si a'•verò nell'Europa centrale e nell'Asia durante l'eocene ed il pliocene, e ehe ebbe il suo massimo • -rrande penodo Q:laciale, si trovano tali condizioni quali sere ero state necessarie per produrre H cangiamento di questo vivere sugli alberi e della sua forma. Durante tJuesto periodo primitivo e transitorio la forza era diritto, sia che essa provenisse dalla robustezza del braccio o dell'abilita della mano o dell'acume dell'ingegno: i deboli dovettero soc.combere e in ullimo dovettero sopravvivere solo ,quelli che potettero G. G. sostenersi.

RIVISTA BIBLIOGBAFI CA Trattato 41 patologia apeotale me41oa e terapl& ad aao degU atudeDtl e del me41ol, pel dott. T&MtSTOCLE SANTOP.\ORE. -

{Editore G. Bresciani, Ferrara).

Abbiamo ricevuto i primi rasc.coli di questa nuoYa opera e dR Ila lettura di questi ci è facile arguire che il Lavoro inte1·o riuscirà importante ed ulìle. In que:;.te prime pagine ~ono \rallati con ampiezza, ma nello stesso tempo senza inutili frondosila it morbillo, ta scarlattina ed Il vajuolo. L'opera in· tet•a si compo1·rà di iO volumi in 8• divisi in fascicoli non infe1~ori a pagine 48 ciascuno , al prezzo di L. Una.


15 18

RIVISTA BIBLlOGRAF1CA

C AitRA1-ù, capitano medico. -

L& oara. dell' ileo-tifo. Modena 189i. (Eslralto dalla Rassegna delle scien~e mediche}.

L'autore riferisce su quaranta casi di ileo- tifo da lui curali nella scuoJa di Modena, e nei quali olt.enoe per tulli un esito f~vorevole. La cura &·lottata consistè di regola in: dieta liquida rigOl'0$8., piccole dosi di chinino e nanol, proibizione assoluta del ghiaccio pe1·cbè inquinato, ma fr~uenle ingesfioue di acqua tenuta in bottiglie in mezzo al ghiaccio a piccoli sorsi. Non a pphcò ma i 11 bagno freddo generale. Nel principio della cura gli ammalali erano pur gati con olio di r1cino on calomelano.

Josf.: EvARISTO DE Mo"RAES SA"RMENTO. - Sopra un'epidemia In Llabon&nell&prlma.vera 4ell893. Tesi inaugurale. - P orLI), 189~. La malattia ru importata a Lisbona al principio di dice~bre del t89i; cominciò a ser peggiare con casi isolati. e final mente scoppiò nell'aprile 18!-14 sotto Hra forma di epidemia colerica. L'autore d1scute con grande assennatezza 1a qu3Slione del colera lanto dal lato etiolog1co, quanto da quello ballerioscopico e clinico. Passa in rassegna e critica con discei·nimeu~o !e varie opinioni scienWìche rdalive e giun,l!:e tAle seguenti conclu ioni: r}epideroia di Lisbona, della prima vera 189.}, è uù'e pidemia di colera contagioso, sotto forma di colerina. La causa principale per la propagazione dell'epidemia fu acqua potabile inquinata. Il vibrione isolato dalle reci dei colerosi non è u~uale a quello d~serilto tla K0ch, co01e causa del colera a<>ialit'o. Il vibrione di Lisbona non appartiene ad alcuna delle val'ieta di vibrioni colerici, scoperti e descritti in altre epidemie.


lii\'ISI'A BIBUOGRAFICA

t 519

Il Yibrione di Lisbona costituisce una nuoYa varieta di vibraone colerico, cbe deve ~sere collocalo fra il oibrio romantu ed altre varietà aotentic.Re descr·itte. C. S.

Annunziamo con piacere che col gennaio del 189:>, "edrà la luce in Roma un nuovo giornale, cbe ba col nostro ~rande aflinilA ·li scopo e di indir izzo, e che a vrà per trtolo: :\n· nall di Jfediein.a .Yacale. Questo giornale, pubblicato col palrocrnro del Ministero delh:1 marina, conll'rrà. ollre ad una parte deslmala ad accogliere le memorre originali degli ufficiali m~dici della marina, una rivista sui più importaob lavori iLAiiani eJ esteri, scelti fra quelli che possono aver piu allmenza coll' eser•cizio della medicina a bordo dellt< navi, ovver·o colla patologia esotica, colla climalologia, colla legil"lazione sanitaria mar·ittima, tutti argomenti per i quali mancava ancora in Italia un organo speciale. Gli AnnaLi pubbli· cheranno ancora all'occorrenza, Le relazioni dei medici di bordo relative a viaggi in lontane regioni v~nendo <'OSI a fondar •• un repertorio di cognizioni medico-geografiche ricco, importante e nuovo. Il gior·nale uscirà a fascicoli mensili di circa 5 fogli di sLampa. Per quest'anno sappiamo che ec:so offre in dono agli abbonati un importante libro del DotL Rlw, ben noto aucùe ar lettori dd 110stro git>rnaJe, sulle malattie dei paesi caldi; di quest'opera saranno di~lribuiti i pr1mi due Cogli unJtamenle alla prima dispensa del gior·nale ed all'annuario degli ufficiali metJici de11a ma rina. Il prezzo delrabbonamento è tls~lo in L. 12. Hen •bé la fondazione del nov~llo 1 eriodico sia come il preludio dr un prossimo necessario scioglimento di fJuella, per noi groditi ~ima, comuna nza durala dieci anni lra il corp 'sanitario marittimo e quello defi'eser..:ito, nella comptlazione d~l nostro Yecrhio giornale, mandiamo con tutto il cuore al nuovo confr atello un saluto pieno di simpatia; e, piuttosto che uu au · gu rio, esprimiamo la· convinzione che esso vivrà prospero e rigoglioso e pt•enderà tosto una tJi,.,tinta posizione nel gioi'· nalismo medico italiano. Ce ne affidano i nomi degli egr·egi che lo dirigono, il medico direLtore cav. Scrofani ed il nostro


15~0

colle!;(8 di redazione cav. Rotaati: ce ne affidano l'alto valore scienlifìco degli ufficiah del corro sanitario marillimo, \ft· lore del quale, d è grato l'affermarlo, il no!;ll'o giornale ha pet· lungo tempo avuto l'onore di fornire al pubblico la più larga prova. LA. DIREZIONE Unloulque 81l1llD . - Nella rivista sulle operazioni chirurflìche state praticate nes:lt ospedali militari durante ti 1832, inserita nel fascicolo d1 novembre anno corrente, a pallina i295 ru scritto, per !'emplice s"i"ta. che la resezione della diafì«i del femore praticata~i nello s:pedale militare di Tormo fu operala dal ma!.!giore medico Randone. Invece quella operat u effeLtivamente praticata dall'allora capitano medico cav. Bobbio. ~imilmenle, a pagina 1305 è detto che le trapanazioni dell'apofisi mastoidea dello ,;pedl:lle mililllre di Torino furono tutte praticate dal maggiore medico Randone. Invece due di esse furono pure praticate dal prelodato dott. Bobbio. tutte e due con estlo di guar igione. La Reduione..

EBB.A. T A-CORRIGE AI FASCICOLI DI otTOBRE B NOVE}[BRE

Pa:,:. 1222, verso 12, io vece di: dente mobile legga si· rlente molare. Pag. 1223, versi 7 e 8, invece di: in (12 casi) i proces11i le~gasi (in 12 casi) di proc:es~i. Pag. 1301, verso 11, invece di: uropoietico, leggasi : gcn.itourin.ario. Pag. 1319, verso 17 (fratture ùi femore), aggiunger e: riformati f : mor ti 1. V~r~o :H (fralLure non :suecificale) aggiungere· r ifor7ifflli 1. . Pa!:. 139'2, verso 17, io,·ece .1i: obesita. leggasi · Mtmtira. • P a~. 1395, verso 11. irn·ece d t: dell' tUJoenir~. le~:.:asi: aoan.ate. Il D1rct.t.ore

Dott. STEFANO lhtGIS colonnello medico ispettore. llCC>lla.borat.oreperla R.• Marina

Il Fted.attore

D.• Teoooruco RosATI

D.• RrDOLFO L1v1

.1/edi&o IU l" tl4au

Capiltmo t!Wdaco.

NUTtNJ F EDERICO, Ger~nfe.


15~1

IND ICE GENERALE DELI..· E

MATERIE PER L' AXNO 1894

MEMORIE ORIGINALI. ABIIAIIO,DI LCIGI, medico capo di~ da.sse -

Uo ca ;o dt Sllllide cerebrale

precoce • . . • . . . . . . . . . • . • . • . . . Pag.

t "9

AIIIAliO~bt 1•. ,

medico eapo Ili !' classe e CaPoi.LOliE 1.. T. medico dì t• cl~<·t - Un caso d.i anemia da anehilo Ioni* duo l~nale con presanza Ila !Jnf' dt dattero •Sa~phaga Haemorroad:tiL~) . . • . . • •

AIELLO 5UV4TOIB, sottotenente medico dei5T- l'eitj;tDlent.o C.-oteri:i -

tributo alia patogenesf della porpora emorrat(te.l.

~3

CoD-

. . . • • • 8t1

ALYARO cav GtVs&PPE, maggiore medico- Legatumtldl'arteria ascellare

in alt•l pPr r~rfta d'arma da punta e t.,glio e consecutiva disarticolazione s~:apolo-omerale • . . . . . . . • • . • . . • • su C.u.Ann&se eav. FRANC&sco. merlieo capo di t• classe nella n. marìna CISti tlcrmoido.le congenita alla regione tempòralc destra, noteYole pel suo proluo~ar:.i sino alla cavilu orbltana altra' erso un anomalo canal~ fra le lamine dell'osso frontale . . , . • . . . . . • H54 C.-LOII& GaovA:.sl, tenmte mediro- So(•ra un ca..;o dl delirio atcoolieo e d t seti ic•.k!lllia • • • • . . • . • • • • • . • • • • • H09 C.IIA"O Gtù\AIINililtclfli:L&. teoente coloonl'llo medaeo, dtrettoredell'ospe· dale ID•Iatare ili Geoo•·a - ~uo"o mew.Jo t!! cura deUa to.bercolo~

polmonal'l! • • . • . • . • • • • • • • • . • • . . • • 3!4 CoosETTI Lt:v:.u~to. medico capo di ~ cla>.>e nella n. m:uina- Paranoia primi l" a cronica (Cll.'juistica) • . . . . • • , • . • . . • • l LS Co<.:o~RTTI Lit<>NAROO, metlieo eapo d• !" cl&~se - Pazzia morale, simula· ziono, mania . . . . . . . . . . . . . . . . • l~3 CoçiiKTTI Lt>ONAIIoo, medico eapo di !" clo~Sfl - l disturbi visivi degli el>llertlrl . . . • . • . . . . . . . . . . . . • . . . • 65t FoRTI GIUSIPP&, maggiore meùieo - Uoe ca, l tll rerit.a tJ'arma da fuoco • t 35t


1522 GunRA G., medico capo d t t• cl:l<;.& nella Rrgia Marina- Ernia in~ulnale con!!eruta operJt3 col metodo Rassllll, ~~llita da inOueoza.. Gn:u'l. . . . . . . . • . . . l'dg. 683 giooe • . . • Go!l<tl,.\ G., meJieo capo di t• clas~e nella R~la Marina - Osteomtt>ltt~ del femore con~rcutlva ad analogo proee,so della tilila con ìutegrita del gìnoçl·hio • . • • • . . . . • . . • . • 811 GtERU G., medi.:o r 'lpo th t• clu~ nella ~ia )farina - (:outribuztone alla cura delle lhto•e toracicbe . . . • • . . . • . . • • • HGS GnCGto\ftllt GtOHI'I'II, tentnte medico- L'\ luomolo nella cura delle malattie veneret> . . . . . . . • • . . • • . . . • . . . • ~ GC'tcct.t.lloJ Gton~<NI, t(n~nte medico- l.n cura moderna d.-Ila blenor• 1003 ragia - Rsptr trut> c.~lla cannula Maio ...,.lu • . . . . . • . hiBRuco PtKTRo, mll!,:iore m~ico addetto alln •tuola d'applicazione dt san!ta militare di Ftreoze - Sulla cnra tlt Ile reril11uelle guerre l)M· sal.(> e nelle guprre roturtl . . . . . . . . • . • . • 36 hreat,.\CO PtsTRO, maglftore meJko. - L'asep•l P. l'antlsep,;i nella chirurgi3 ;!i :rul!l'ra • • • • • • • • • • • • . • • • • • • • • H 1~ I.ASTAIU.l fRAl>~O. tenent>' med•eo- Snlla c nr:t dPJie adeniti ingu.nalt

suppuranti e sulla possibtltl:t di oltenrrne h guaril)ionc per jlrtma lnt ruione • • , . • • . . . . . . . . . • . . . • tt9 r.uT.usLA -co, rap1tano me.iìco - ::;u la n·~o>zione e 'entura delta sarena interna wl traUam• nto do:Uc 'arlrt . • . . . • • . . • 943 !d.lOIA GIO:SI!rPB', tt•ncnte me«ico - Contribo7.lont> allo studto delle ferii~ d'arma da fuoco 111 capo. • • . . . • . • . . . . . . . • 317 M.lSE:LLI P.\S!lllALt>, sottotenente medico- l.:n caso di polmonite crupale ton con:;ecutt~':l ll'lllomenin.:tlte r•nenmocu<"chica. • • • . • • • 538 P 'l'()CALE ALESSA:SDkO, medico di t• classP n•lla !legia :\larìna.. Ricerdr<' ~ul colera del f6'3 nel secondo dipartnrtt"nto militare mar•ttimo • • 897 I'&TI!I.L.t. GIO\'.\IiNt, mc hco di t• tla;se nella Jt~~la .Yarioa - L'ittiolo o i suoi U<i ter~peuliri . . . . • • • . . . . . • . • • • l't<POLt ll.t.PPAt:J.LO. tentntt> medico - (n nDO\o appareceWo a corr~nte .:ont•noa per la lavnlllra dello stomaco • • • . . . . . . • S'l fitto F., medico di t• cln~~o nella ne.;ia Marina - L'ittiolo nella cura ili alcntìi morbi oro lari e specialmente nell:l hlcrarile cigliare. . . " t•l:!lS SAIIÒLI Ptnao. mellico di t• clu,;e nella Regia ~arina- Det caratteri ,,,f. copaticr deli'epilessta <1/1 • • • • • • • • 53! sroau CLAL"l'lto, m:~og.:iore moo•~o - Sulla t•ronli\.<~i della tubercol~i negli «>serciti . . . . . . • . . . • • . . . . . . . . • U3 To-. F., colonnello medH·o - L'uione l'nlnfrante delle armt da fuoco di nuo-ro modello B il servizio sant&ar;o lll•lit.\r" di prima linea. . • no Tntcc.l Y A., teneu~ medito - Rendiconti) dioico dcl t• o;erot>Sire tsn tiPl rtp3rto tJi thirnrgJa detro~pertale miltlare di Torino . • llit Il nuovo ospedale mllltar<l \li Roma. ol Monte Collo. • . . . . . . " ::1:>7 La medidllll italiana all'Xl Conl':resso medico iut<•rnazionale . • . 436 e 796 Upl'r.tztom chtrurg•che 1tate praticate ne;rli ~t.Jb•lrmenti sanltan mihlllln dorante l'anno 18?!. . . . • . . • • • . . . • . . . . • t!Sf


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI. RmSTA lltDICA. .\f;\~ia transitoria (l 'J t'lP i fumatori. - l\ c ne Choreau Pag. 8:11 Afa<ia tran~itOria Dt>lla Tolmonil~ - (;hnnt.cmessc • ii»> U·.sia uu "JI'O d') po-t-. •(lilettica - !IMon , 13M .\ oiDI!'Dtuione 11'1 diii I\'11T1hini - llu•ltn • t~ \llaçbest"'Ì• 0') - Gral n~er Ste\\'3rl • 543 Anemia !Del fattori dell'l nelle mallllt•e llelle v•e re.,piratorio - Felice Chabory . • 1465 ,,h!'Siesia (.;1111') i!'!Sirtc:n - Fùrbrin;:t>r • • 108! .\neurisma t'lell'aorl.:l oe ~r.<)"ie trarhPah nell') - ~lin-Ourr • !134 'l•ople;;si3 cere!Jrale (la lemveratura nell') - Dana • 4105 At•or•les~ia isterica - DbrhuJJ . • !173 \pf'Cod.icite (•tial!no-i ti~a·, - E- leb·•l•b . • 1~•1 .\rtr.lismo e •llate-i neno-a- D ~l S.okorrapbo- llf.\tene) • 13119 .-\tHo-iofeziooe 1•1-lt'l tubt>r~'OI:tr~ - l.ef~hvre. • N~ nra!licardia ISulln) del couvalèscenli - K. Oehio . • 69t llra•llrl~stolia (sopra un se;:no -di vrognosi dello mnlattio del cuore, la) Buch •rd • IOiG f'..eoLi l.ran'itC)l"la ntll'urem~a - lla:t ft.Jihzmno • Ul7

Cenellett..J (•h~.'!lo" •l · tumori d~h- Ytgool • ll~8 C•rrosi del r~gnlo (Snlla) :•trofka et1 lpertroftca- Senator . " I U7 O•lera (gangrena romJ•Ii••:u•te ib 71 c:olem a iattco , sopru nn ril'il dii l'et lnfeziouu contratta in 13boratorloLazaru~

Cc..!• ra li Vilmoni ti~IIe acque e I'I'IJI)Io~ta del) C11lrra (ìmruunita nntural<> contro Il)

<'..Oh(a epatiCl (C't:a~mo-i O:wa d~ILt)

t>ror. G. Sanarelli

Klempcn>r G. Gerhar•ll

• HS • 1091

• l~ • :>47

Colonna ~erll!l·rale(l~ 'emeioticadellem..LlttiP <lelbl- Ho\\ ani ~ush

"

Colpo di ,.altlre •~nlla ~u,.,tngia ,1,.1) - fto,•bach • C<•l(•o ,-jj c;~lore (cura d··l) ron la narro<i clorofor1nie.'L - Korl<'r. Cuore (:>ui movimenti rlella sovr•rllrio !lrl) - Potaìn

• ll!4 •

185

c:uot'P (~ulle nfoformazionr lei) - l'.ovlo•ki . llc;;•ocrazione (sulla re:a1.10ne dit - llemak • lliabete (il) della prima t'In - DnOO<:'l e t>aoehez. lkol..ete e ein·•»l epatica

'~:S .~.s

" 13113 • ti& • 13~

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• U 7t

D1••enter.ia rrouica eo.Jculie:L (aot:t sulla. batt..riolO",cia delle fel:i nella) de1 pa~i .-ald.i L. F.. ~rt.rand, <' ll:mrher • \175 O••o•leoo ;la eomprl">ione drl} - Dron • • . • IOd'.l Ematomieha - Minor . • 11161 Erncrragic ga,lN·inte.s~inali (le) nelle e.udiopa.tie - :iUII a.ux En·locardite ut·~rath'a acuta p-ro·lotta ·hl bacillo •l.tnerico- Ro'iiard

• U9 • 18il

P.nt•'rile mettlbr:lllnc-a (-ull' - RothUIAllll . Eut~rite C•oll'l da amebe - R.. QuJDrke ed E. Rooi

• 111'1

t!:;sudati 1deur•ci pul~uuU .

• G% " il


15?4 Febbre (contributo alla rlsiologia della} - Tho>. G. Stevens • Pag. l8t Febbre tifoidea (della coesistenza della) e della tubereolosi polmonarc Loisoo e Simonin • 4'St Febbri malarlchc (,;ulle) e.!th'o-autunnali dl Roma - c. Golgi . ,. G.» Fegato (sulla Cuntione dello stomaco nelle UlalaLtie del) - l. Lella . • 4S:1 ~·.. ~ato lakunt:> rilles:<iool sulla prete.a stPrlliti del p~ negli aseeosi •lell

- L. E. Oertrand

• r.s

Flemllll!lle acuto ioCeUIYO della far:ill;:e (Due casi di) - Ooblec. • lll J Genio epidemico (sulla wnosceoza dei) - Laoz . • t81) Gliomatosi del midollo spinale (Un caso d1 malaltla dell'articolazione della spalla da) - E. Sonnemliurg • •"g Guaiacolo (~tzlone aoliplretlc:a delle appliculnna esterni'! del)- Carter • 1!0~ Illuminazione elettrica dello stomaco • 4t'il) lodizestione !acc:ldeoli tl'ret.rali gra.-i netr 1 - Cortial. • 1a tnfezlonB urinaria (ricer.:hll batteriologiche ~ull'l - KroJ:rios • liT Mt!ningita cerebro-spinale (sul significato del!" • Herpes labialis • nella) -F. 1\l~mJ)('rer. • t7& .Yen ebro-~pioale (-iotomi ocuLari ntlla) " tlGS llixeJema e trattamento Uroideo - Clar} • Monan (mal:ttlla di) - Ei<cnlohr . • . t!B Nelrite .cronica (cause dell~J - Penwldt. • 107$ Neuralgie del trlgemino (soliti etiologia dt'll~) - H. Boennccken • 4\$ :'ieurastenia c.rcolare - Paul Sollier • s.:>c Oreecllioni "'ltomaseellarl • 4:i6 Orina (proces.>O rapido e •icuro per la ricerca delralbumi.na e del glucosio oell") - O. lknoo L:J.quec ;~ Orina (ricercn del peptone nell') - ProC. E. Salkow~Jci. • 6!" l'eritooite (trattamento della) - Treves . • su Pe>~ (La) a Ho11g-J.:ong - Jame; Cantiht' U~ P1'3le bacillo della) - Canlilie Pleurite {della congestione polmooare della) - Co ITer . ,. 8SG Pneumotorace nrtillciale {flrtmi tentativi di} nella lisi polmonare Forlanina. ton Polmone (le raverne ""'Il hMc del) e loro diagnosi - Jaec~ud. • ~'~ Reazione di~1.oiea (la) di Ehrlirh • 5'8 Reuione di.AzOICa ' Valore diagnostico dP)la) - :-asse!) • • ua RPomati3Uio a.rtic.>lare crnnito (ricerche ~ulr~tiologia del) - li. Schtilltr. • u& Paralisi reeidh'&D.te del terzo paio - P. Da.r<Jwer. ,. 1467 Scarlatlio:t negli adulti - Gimmel . ~ Srorbuto (lo1 nei bamhlnl - NorLbrupe Crandall. • hl» Sensit..i11La (della) eotora1.1. - O. Le Dantee • l& Si~ro aolldilterlco (~ul modo di ottenere t' di U<are il) - Ebrlick, ROS>l!l Kawrm.ann. .. f095 Siftlide (so.lla conoscenza di malattie del sistema nervoso ce.Jtra.le c P~'riCerlco ~uccessive a) - Diokler • 176 Slomaco (nuovi sintomi della dalat<Woue di) - AoCreebt . • tn Stomaco (soll"autointossiCaJ.ione nelle malattie erooiebe dello) e degli int.!~tinl - A. Katz • -. Slrt>ptoe<M;co da Fe.hlelsen (sull'associazione d••llo) e del liaciiJo tilico nell'uom~r e negli animali - Vincent. • n Tahe (i sintom! raringfli della vera) - Alf1h. Magoan • • fOft TNano (coo lri huzione allo studio del) - Rous c Vaillard . • t~

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1525 'Tebno {un nuo'"o ca;o dL guarigiolll! ds. • .Pag W T•- con• ulsa (so Ila cllf3 delia) wn la c-hanma - P. BJ.ron • 687 TempetalltN basse (Le) p~rmaneoti - Ga:;ton Uathreu • U~i '[&aiJercoiCl>l (lnnuenza drlle bevande :&koohche sulla) - Leonee Amat. • U60 Tubercolinn (~uii'&BO della) i1t c:~.sf avnuzali di tub~rrolosi- Thorner • t87 Tohacolo~l muscolare (sulla) ematogena - Lanz, Ollo e de Quervain, Jlr&IJ: • 4J! Tu.ber~olo:~i del peritoneo e dci gangli mcse.uterìcl; laparotomia, miglioramento - Picqu~ • • 683 T11hereolo,l polmonare {la dilatazione lnPguale delle PUI•ille ~ome s.Jgno della) - Destroie. • l079 Tubcr.:.•l<~<i polmonare cronica ,rieerrht sulle caruo della) nell'uomo h:o•ter W. - Sunto di E. Rolh • ~6 "fri$010 •le& n~natl curalA> cotrantitos,lna di Tiuo111 - Escllmc • òn Varac<'lla (C?mplicuiool re3J)irator&e dPilal B<~urheron • HW Ver~mentl pleuriticl (spostamento dell'ouosita secondo la posizion~ nei) - Amoz:an. • 9a VetS:~~mPDU plt.urillel (edema della parete toraelca nel) - Cnlft>r • 850 Vertigine di &fénie re (cura delLl) • 9a Voee (inftaeoza de.;ll o.lori snllal - Joal • 1087

BIYIST\ CHtRIJRGIC.\. Addome l•lell'rnten ~nto chiro rgico nelle lesioni !!r.l\1 tlell') - Sieur Pog. 50\ Ane>ll'~h (:;ull'l per Ul«>no dell'etere - \'alias • ~65

Aoe.;lesla locale (L'l come guida dr diagno:;i nellit le-Ione dell'estrtmlta anteriore del midollo spinale- \ Uen Star • U'l!l .A.neurt-ml losset'"auoo.l pror:rie ;opr.a gl d ·Ue esrrt'mlta e del collo lllllrolh " 86S Aoeurlsml (~Il) dJI!usi compli.cantl le lrollurtl della gamba - Monrret » 1~ Aneurlsmr (eslirp:uione degli) . • 4i! Avcta (compres.o;Ione d~<ll') . • 4i6 Art<>ria ,·ertebrale tsoll"allacdatnra ddi'J, ·~ont1o Il processo d~l pror. tlclterieh - 6ohn • :Iii Arteria "Crtebrn!o (Traumati:smo e l :wcurismn traum:ttico dell') ~ lor o chirurgico trattamedto - llatas • USI) Oiciplte (l'mUamma~ione acuta dd lungo te01hn8 dtll nella s\13 gua malflli'IIPD.

568

Uromoro oh etile lriJ come anestetJco gtlt<>rale - H&rtmalUl e Bourbon :;ss CamJI'• dt battaglia, t•islemazione d~l rnmo -;oecoNO -uf) uotO ri;uardo agh I'•Pr.:itt mo:Jeroi ed alle :tr mi - r. nab.~rt • • l3b3 (}arlxlno di pa~lia (Sulla medica~onc col) - K•kuzi . • H9' Can:tle &w•tnle Ila sterlllz:z.azionc del) - James Pvrter Piste • H05 ~ti~ co-t..le (di alcuni particolari d~lla) - l.a$Urta . • l3Sl CarotiJe e.,t~rna (!~tura della) - Lrpps • 817 Castrniono (fa) ncll'ipcrtrofta dPIIa pros tata- W. White. • 1!09 CisLr d••l pancreas - Dnrnett • H~ -C:l.l!! <ll (Sterilizzazione del) - E::utrr.:~nn. • 1501


Crnnit,clomia (l al nella m1rtoet>falìa - Jacohi. Pa{!. ti!Q:S Compressione cerebrnle lalc•Jni sperimenti >lilla)- .\lberl e S•hn•tzl~r > u., COnto~tonP dell'add"im~ taeeidcnte d'c Jn•talJone). t..ararotomi~ srgo•ta da morte - Dorang<! Corpt e.strUJei .:Iella silO\hle deg.i e-ten;(>"i deUe dita MI pr~·ll -

• 9;9 To:.::i-

~~

~-

1..\wacki e Ro,,•

• 08!

Cranio (la trap:uuzlooe nelle affezioni MI) - :Il} oter. • 91~ Echinocoeeo (sull') dei reol - Kare\v,kl . • 46~ Et.lemll ed etcraotillSi pPr:;rstenU in se;;ulto nll'e,lirpalion~ 111 l!lantiole lmfatìche - Riooel • • :so' Elettroll~i nelle anchilosi Obro"e- G\\yer • t()l El ..ltrol•<l li ti relle nuhttie rtet oa.-o e della gola -TI llPf} n::: • 4;'1 E•o:tl.l"vlt<i th:i calcoli orinari - .\l. Y•on • il7l Emorra:;te (sulle) b ;;egoJto a•l e;tr:uton • d1 denti. e sol h lo•. , rura Emorroidi (opPrazione incruenta delle) - Mauley. • g:;s Empltl!Oa Cl' l ed il suo wmamPnto - Becl. • 984 Empirttl3 l . amento etunmrico dell'l . • tllli Entt>rò altaal: •lf"l • - Selln . • l ,h Ernia crurale (cura rndu:..1le dell') - Fabrirtus • 878 Ernia lnl(u:lnal6 (L'operazloa.e radicala dell'l secon•lo il meto<f<> Ra•~ìni nell'ospedale milìlar,• fii RoYerc<lo - Plncb. • 11!16 E<po~izioue all'esterno (l') Ili organi wal.1tl, od op~rati J>rofe>3or Lal• .,tJ;l\ • • UH Fl.'rìla al capo (grol\'eì con perdita del •eliSO mn:;eobre - Lay~ocll . • ~ Ferita ~Mirante de'l'a1<:1 'ne Ila oc.abola t03lo~tta di C•Jc:i1e Lebel modello 1886. guari~onP senza acc•denta- Multo. • H~ Fili su-rlliz.nli (delle altPrnioni eli re,istenza rleil colla bollitura • 9Si Fosse na.;ali (Gli a:.ce-.~i del selto delle· - A. Mornn . • !47$. Flemmone ~ottolinguale (o!Pll detto anr;ina di Lu•iwig - Ga;ton Lcter·

ra-r

, 5&t

Frattura $pootaoea rtenc costole in un sllllillco- Raynaud • ut ; F'r.>ttur( (nuovo metodo per IL;~re i frammenti dr composte e non consolidate - S<!nn. • .~ . . • • • . • • • ~JO Fn ,·ile l.t-e-3letrord (ff'ritn promta dal proietti!" rlt!l) - StPven,.on • • I!OT Fuerle modello t S91 (l'aztone vulnerante del) - ~:. Mangianti e.J ... Pa~•tllnll,:to • l3a Fucùi .<ugli eiTo>lti dei nuO\'t) e loro imrort.1nu o·lla chinlr~h m1hL1re - Coler e Sdljernmg. • ,;!)? Folmin~lo di mercurio (A«itlent.. prodotte ffaiJ - Ann"Qnin • li!IS Gan~lir (opentziùne dci) - Muti n JorJ.ao ~~ Ginoo-hio a catto rdel) - llelorme. ~ tllll hlro~<!lt

nu?l o m•todo 111 cnrn dell') -

RhB

,

980

Innesto cut:Jnco alla Thtorscb io casi di strajlp1mPnto rl~lla. cute d~l cranio - Riegner > nre lD!eilino (sulle ferite d~ll'l pPr t..1lcio di un r&l'allo - H. Siuuer • 7!! lo.JoJormlo (u111 delle m~hori apr•licuioni d.:ll'l tn cbiror.;ta - "\r .u:b.n •l Lane Lat•a.r.ltomi:~ (e.~ trazione per) della piu groisa pietra Il nora r.,·or.Ja.ta

IIPrbert \lilton .

i~

" 4t»


liH7 Metodo sclerogeno. Sua applicatione nel trattamento della osteo~artriti tubereolose del piede-- Poux. Pog. li69 • 19!1 Milza {sul pronostico P tròttamento delle rotlllre della)- D E. Vincent Wosite OSSilicant!' (sulla) _progressiva - 1\. ,-!l'ehm\ • tH3 ltorle ap,parente per corpo estraneo; trazione delta lingua- Laoorde • li:>$ Morlon (la malattia. di) - &osc. • ~tu Omero (frattura dellì lussat.o - Mc. Burney . ,. t2W Paorreas (asce$SO del) - Watell • 5~7 f>ancreas (note sulla cllirurgia ùel). - Emorragie, llSCessi, can.greoa Nìm1er. • 839 P•ceolo calib.ro tll ) e•l d lrattamenlo delle ferite per armi da fuoco sul campo di bol!taglìa - l. l:labart • H;G P1ccolo calihro (L:l. chirurgia di guerra in. rapporto al nuovi proiettili tiiJ

- Lnagl Perrero

• HS<i

Pleurite e polmonite tr~mmaU~a - Tu.IJentbal • 917 PruiettJie (estraJ.i~me di uu) rlalht cavità oa.~te - F. Oppeuheimer • • U> l'roiettile eet"anato del fucile Mauolicher (stadi sperlmenlali sull'azione del1, oou\O modello .rumeno di nun. 0..5 - A. Demostheo. • 4i3 Pro;;tata (lpertroOa lleUa) - ){eyer • 1501 Prostatite acuta; trattamento con l'aeq•~'\ cnlda - Etìenoe. • 9tll Resezione tiel piede (dei casi di) secondo Wla1imirow-Mi.kulicz. - ~or-

zienowski

.

Sd•iacciamenLi dl membra (lratt:lmenlo dei grai<i) - Reclus Scaf!ola (Di çi~wue della) coo on ~lpo dì sc;iabota. - O;;ih·ie Stle (per estllll!nere hl ne,!!"li Optmlli ~·u ll'adffome - CAihr.art •

!'lriQga (una nuo~a) <Dtratimp:wim - lhllì!!:am . SOnda iìl permnn.eoza cd infezione urfMria - Félix l.egueu

• 980 • 8i6 • I.!Sò~

" 555 • 301 i!l

SotuTa d~i tendini (nno\·o (lletodo di) - Wilson. . Tetano (il) e gli nnll>ell.ic• - Pen~niPz . Ti m palle (nuo~o) - St.et'enson. Trapanaziooe (Sulla) neUe ferite d"armn da fuoco- Bergmann

• 553 • 983 • 877 c 1489

Tu.bercolosi ,!ella \"er:za -

• i'.tl

Yaleeot .

Ulcera rotonda dello stomaco (trattamento chirurgico delf) liretere (rottura dell') - Page . Varicocele (sul Lrattaulento chirurgico del) - Lastaria

Barfing • !".36 • I..!U ,. 1386

Vescica (trattamento c:ltirargieo deJJa rottu.ra della) - Sieur Yescica urinaria (~ulla res~pola d~lla) - FrHch -

• 87:2 " "JS~

V~cica. (Escisione deUa) per epitellom:~ -

• W~

Vena femor:tle (In le$jOne dell~) comune !ùl',a reata di Pnp;~rziQ, suoi erreui e -ruo lr~Ltam~rlto - l\iebérllall . • 8~3 Weir .

RIYIS1".... OCOLlSTICA Coroidea f!lllloenza oella) miia nuLrllione della relin:t- C. ,\damllk Pag . i>1i Corpo ciliare (altern7.1ooi del} dopo la puntu.ra della camera antt!riore -

n. Greer Emeralopia epidemica - O. Walter Sldero>i del bulbo (sulla) - E. V. Wppel

• tioiO • 881 • 576


RJVIST.\ DI AN.\T0\11.0. l FISIOWGIA :'ivRliALE E PATOLOCICA.

Carcinoma ttl eosld~tll) protozoo. para$llieo del) - Herbrn Sno" . Pa·1 s;& CompreNODtl dt'i nem (inOuem'l t.lella) sulla nnione eleUrica- R.. Gl'i·

sei

- ttu

Corpo tiroide Ila ~r,cre~ione d el) r.ome rettore del gozzo esottalmioo Georgelturray . • 571 Olrtente (contrlbnzione all'anatomia patologica dt>l cuore nella) - B. tles<~• • ,. IUs; &mt.olie dJ cellule parench1mato"' - O. f..a!Jar--tb • ttl9 Ea!hema •e$C1colare {sulle altPratiom di strotlu.ra dell')- A. G. Aald • l!U lnnervnione •IPI cuore - Th. W En~dman . ,. tifi) Intestino (,uJia permea.bllil2 dPlla parelPI e della >'esclca orinaria l'heavo per l ps- F. Oberma\er, J. Schn'tter " 1116 l.ln·m • C-oi moHmeaU della) - F. Lan:t& • U!l Lur.e (tn •Ila) o;ul corpo anilll.'lle - H. Qolncke • t3S'J NPoplasmi (del origine dei) m generale, e del cancro in particolare - .A. WasSiht!T . • l388 Nervi perlr••rici (sulla <'legcn~r.lZIOOe c rigeucrazione di} dopo le~ioni trnumatlche - Stroebo . , , tlO • 1218 Nitrato n'org~nto (Il) In l<tolog:a - Il. Rubi . Stnovia (~ulla)- C. Salkowskl . . ,. l!li Tal>e dor·~IP (sull'nu:uomin patotogira della) - Pror. IL Oppeobelm • H:H Tra.;forml~mo e oliscendenm - Ro•lotro Virrho" • !<l! Veleni hattulci ,. contravveleni - Buohner . 111 Rf\.ISTA DELtf. ~1.\L,TTIE \"E~EREE E DELLA PELLE menorfllj!ia ~<Ulla olurat.. d'mcubalione •f~lla1 - Lanz. . PaD. ~l! flltoorrea (Contnburion • al1'.1uatootla t•atvlogica della) dell'organo se:;, .. , l~ masrhile. - L'ur~tr~ cronica po:>Vrì•m~ e la prostatit•• rronoca - Finger • !Il llnblJOul ulst•rnli (cura dci) eol ra~~hiarueutu e la sutura immediata ~Prtll< t ~m:t dell'or<'«h•o lcurd t!eii'J -

> ~~~

• 5i9 • ;:!3 !rp4'te r,·t•dhante (l') - Fourowr • Uomme multiple ~•lllillchP della lm~tua !un c.lSO di) - L. Philtppsiln • S.~l lri·l~orot•hl,. acu:.a, !SOPra un .:a.<o d'} puroleota. metastatica. •Juale compliea11noc della ::!••norrea. laminato co o la guari;!i?n·~- wct• • t !ti Malattia rutanea !noo~al arnoe all'o~tu:uia e.\ all'e1ìtema - Ram>a~·!'mtlh • • '" Yen•n11o-mi~hte sullluea (•Iella) - Bcnrl Lamy . • ~•.;t ~erconal1 (un'mchi·>~la americana sullo ~taio dell'uso ipodermico del) n~lla cura delltt. stllllde - La\lrenee Wolrr . 9~ Orcl•lle !Iii ral~l nor.nmont' semplice e profondo delle borse. - BrauiL • ~H Orchi te ncutn (LmUamenLo rlell') c" n la polveriT.zazlooe fenicata- Thi1;ry O FOSS<'

ChaLPiier

12~

Slflllde (distu r bi vlsi1•ì nella l del s•stoma nervoso centrale- W. UhLholf • ll!J'I


1529 Scoli uretrall persis!i>ntì - Fuller • . . • . . • . Pag. t3!10 Sitilide ereditaria tarlli•a (snlle manifestazioni della} - Fouroler ~ Sf:::! Sìfllldi grnvi preooci (le) - F-Ourmer . . . • • . • 1!6 Ul.:eri molli (sulla cura defle) per mezzo del calorCJ - Welander • ~6 Ulrerì molli (trattam!lllto deOe) col calore - Lorand • • 9'J4 Uretr~ (effetti della dhuJsione dell')- l obo Homans. . . • $SO UretriU! cronica (soila cura met"..can.ìca delr) con inltltramenti- R. Lohn-

stt-in

• itl3 RIVISTA DI TOsSICOLOGl! E MEDICINA LEGU.E

Angina coteunosa provoe.ata - Perrin . Dolori simulati ..(Wl metodo sempli,;e per diaguost~t•are iJ -

. Pag. !27 ~1\!ller

• 89\

Ernie inguinali artificiali (dia.~osi dellel - StbuJtz • 10011 Onleofagia (I'J sua frequenza nei degeneraLi - Bèrillon • !'.HO Stomaco Cnn caso di dilatazione di) con esit,1 letale In un simolalore Spruyt " 895 Testicoli in un individuo ritenuto per donna - Kochcnbu.rger. • 8!15

Rl'VJSTA TERAPEOTICA. Aeifio cromico (sull'impi~go di una soluzione di} al 3 p. iOO contro In. suppurazione cronica dell'orecchio medio- L. Kat~ . . . Pag. 2!3 Acido fenico (trattamento delle affezioni reumatiche ed in :renerale •lt>lle aO'ez1onl doloro$e con le iniezioni sottocumnee t.li) - André Martin • 73~ Acido pi crico (trattamento dette scottature con l'l - 1.. Filleul • 998 .(crdo Sltlicilico tapplicazione e:.-rerna dell') nel reumatismo orlicolare acuto - Revillind • !!~ Aconitina (aziono dell') nelle nevralg'e - (lelmi!l • 609 Aequa •alata (inìe'lione d') oell'anenJia acuta - Cestermann • 600 .\llmenta.tione ipodermica- Caird . • t\130 Alopetia (trattamento dell'} .a.reata - ferraton . • 61)3 Anemia pemlcio,;a (Il midollo delle ossa nell')- Fraser • U 3i Aolipìret.icbe (nelle maf:\ttie da infezione :;pie-113no le sostao70 me.lleamentose) l'azione òUI esse attril.llila' - Tmss . t> l Antipiretici (due nuovi)- Meriog • • Hl:> .Anllplret!co (Proprieta del vero) - B. W. Bìehanlson • lS(•S .(ssorbimento per la >ia rettale dei m edicamenti in ~ohlzione COIIcentrata. - COntlamln • t tjS ~ui caldi (influenza dei} sull'eliminazione dell'azoto nell'uomo - Formaoek • tts~ msmuto {il) nelle malattie dello stomaco • ns caffeina (la) nelle malattie del cuore e dei reni - L. Pawinskl . • :199 Ca!Tetna lsolfàto di} come diuretico- Heinz e l.iebrecht i~ Cancro allo stomaco Y (come curare nl . • 885 catrame- (tint~ra composta di) • 114li ClornliO (l'idrato di) nell'emottisi- J. Pal . . . • U4i; Convulsioni (trattamento deUe) nei bamblni- J. Sfmon • tUO • Ml> Creosoto (a lcune osservazioni per fa conoscenza del} -L. Frfetlheitn.


r:;:lo Cura mercurialc (dhn<truria 'l :~lhominuria nella)- Welandt'l' . Pag. 1116 lJoahe Le melhto (la cura d.,J;, ~J •e<:l3lmenle oel\o ~tadio piu avanu.to Karl oruiM> • 1:31 U1aflulo (il) Guin:~rd • ttU niurterioa (Stlll'n7.1onr. nntioott~ri!·a e sull' 11~10ne rarmacologlca della) h~

· m

ll l ~bi l.lJie:l -ull;a t. ·rar>a lf'lla, -llanud>Ohn • • '!11 l•J ombot' (il) - Hug,•l • • tMfl llo"eia (notn .sulla) della gola a getto, sue mdicazioni e manll'm di ap.plirarln - lleviltet d'A 1J~1•ard 86 EIPllrizzazione (tlTetti terapeoticl della ) dlrella dello stomaco Einhorn • w.lG Emolo . 11 .1 Ep1td10ID:l (trattamPnto d<!ll' ) dt.'lla faccia - llirier 8\ Eresoprla ltrnltamento dt>ll' ) - Kuster . • oo; l':rcsipela (Lr~:~tt.,mcnto d~ll') Fchcnthat • 731 ~:~•ud · ra elettrica degli) - F. P. Sgohl•u • Il))! E,trauo ili ohle (tolluenza tlell') ~ulla nutnzione della cute - B)TOlll Brnm" eh • C.Ol t:nrofeoe Il'•- Gil!Jert • 1130 F~nocolta (l' hirocii.U".tlo ùi) nello f~bhri di mt~laria - LllrRl Longo !l(J r~rratin:t - SchmiCil.,bcr!::' , Gll!l FE·~ (.-alore alimentarr ùd) - Kobert . • 1:19'! r.~ Inno!•> oli) uella p~ori:l.:.i - ll.l~et • ti~ lìa •· nolo 111 n.•ll~t psoria•ì- f'. H. Bareno! l • u~' G,~tro-inte>Unali (alcuuì IHHl\i metodi d1 cur., delle malaltie) - nosenhelm • 114! • 100! Gotta aeura (cura della) - ~othna~f'l r.rlnJelia •-ob•ul~ (\Biort' Lelaft~nlieo della) - ~ Jasie\loics • .,'l!! 111 li;mo per pr,·,-enire l') • 11411 ll"'ulk traU;a.menlo dell'l - »ori<on . • 00! La• aLura (la rl,.l QWIIO di!::'e.«tivo rllactisma)- Gen,;ericb e ~ . l. Oauriac • 590 Liquido tostlr.otnre (trenta ca.,i di epilessia trottali collo ìmetioni sottocutnnet• •li)- llournavilh' , P. Coruet • &% luce eleUma (il l ~no •11) - Kulloer . • WJ ll.:llle•:l:l (d"ll'o<tlf!Pllt\ per d'"IUIOSi d la moro"a w:; '' ·''~~o (il) ,. Il !'.,nzoe - 1. 1\. Milchell llot Mctnlli (tra.,porto dei) mC<'lianLe le corren~l dl alta Crcttucozn o d 1 alt.n tensione - M. Ondin • 10113 ~hsr:mina - 0\'l"l'lach • eo& \lo>rlina (3:111:1 eliminuione. med1ante la liilll'fa della) totrod<~tla ~ iniezlon~> sottocotanca - J. Rosentbal • • 598 :'\~vrite per•f•'W:I (eu !':l dPll:~l - J.eyden • ì)9~ 0<-lchi1133e(1lOIO - Stemmt>n • • 1101 f'l\paina - S1ttm:mn • 87 Para t1rl ortodorc~nolo (il) nefl,, tnbercolo,;l - l'i. SimanoiTsld • tl43 P~:~rndorfenolo 01 - Szmurlo • • IliO'.! Perdoruro Iii lt>rro Il OP!ra d n..rite - BraUDI • G9l Petrolio (ìl) nella lliflf'rirc . • 73! l)urroUn e pioctMina nell~ difterite - Got tlicll • 1393 Pichl (il! nelle aJTt)zioni g~olt.o·urinarie . t!S


Pioct:tnina 11:1) nella dìfleritc- Horlr•l!' • • Poo. 603 Prpcrnina t;ordon • • UU Podotlli.:.:o.>s<rn (azione deUa 1 - 't·ioùler • J 12; • Ull:t RP•orbina (la) IIU0\0 c'etipientP- Ll'dermann Ruhidio (il jo<luru eli! - Len LPi'iliJ.ow . • t 130 S:llacetolo (lll n~lle diarree eslhe r> coleriforml - Bourget • U!7 Solle (ini!'zion~ ontra\"enosa d1 •oluzo~o~nP d1} nel eolera asi3tico- Uohlo • t 131 Salieilato di lòodn t•oll'uso del) - U~>lmis • liOO Salolo (Il) nPI rolom- \Yolko\\ it~rh • 1!30 Selenlo (azione rlt>ll e del ~eUorlo sol corpo a!l.imn.le- F. Czapck a 1. Wéil • t!33 Sièro antidirteriro t l• ccrra dt>lla llifiPrite umnna col) - Roux • • 1!3~ S"nno t olei) arlinrialm~ote pr •lungato nelJa. cara .t eli' anemia, de!l' i>ltria, ùell'epll•"'<l.' e cleU'istcr.rt('ile,>i:t - Wettl'r~tnan•l • 1000 Sp.:rmina - Poehl . . • • • U!'l :5u.Jori oottunai (contro i) 'dei t1ski . • 1Jl; Tannigeno (ih - ~leyer • 1391 Teuerinl (la) - \fn~etig<lloorhor • ;31 Ti<~ci febbrictl.'llltl (.;olia eura dei) - Petroschk~ • ~t7 Trio~:al~ {il) - ~II>CIIIe • 139! Tobucolina bu 14 :;:n;uiç.'"ioni d~tlnlllve di t'~i po!moDMe tn se~ot.) a cara con) Kntrer • ~18 Tubercolina ( rico•rcho speri montati balleriologirlu.' .~ulla azione della) -

<"l -

A Klein l'lcera dello ~tuma~o (tratlameulo dèll' 1 - Sterr Yaleroall3to Ili am!IP - S!aoe •

• 92&'1 • ll33

•tl33

liiVISfA DI CIIIYIC\ E F.~R~IACOLOGIA A~t?nU> {COiltri!Ju7iOn•• alla fam•atolo~ia deii'J - '· S3mojlotr . Pag. 1001 A7.0to organico ('ul rlo>amento d~ll'l t<~ l metodo do Kjfldahl- E. Burct.:er • 1005 Rurn 1: margarina - ~ De Ri•l11t·r • li!U

RI\'ISTA DI TEC~IC., k: :iF.:RVIZJO ME{)(CO lliLIT\RE

.-\nhJep;i cbiror;.:ie.' (sullì nette formazioni san1tarie dell'avanti - E.

Forgoe CrOC:<' Ro,;sa (la' 1n G·•rmania •

. p,,g. t39S

• il& p ,.·.-olo calibro 111 e-1 il soc.:or<o •lei r~rHi .sul C'ampo - 8ab:ut .. 6tl SeM·izio >anil4rio mlluare lc.Junl ~ul fnnzionamroto ·1el per la cura rf,.i ferito nel comhattimento di AgorJat. - 1-. Goliardi . • un Seo·vizio sanitario (esorci!azioul ~vectall d i) • UIO Sospemiont> della. bnr•·lla muovo morlo d•) per Ll m~n:la in tern:no aeei· dentato- Ramtlli H.. • 611 Sçol,!imeato s?mmarto dei temi Ptr l'e'IJ.tne verb3l~ -ull'ammi:usttaZJOne e sol sen·izt.., $1nìtano iD guPrr;, rresentti dal ~ s delle oonn~ Ili rnlbsimn Jltr gli es:1rni di :I\307.amento, •ICI Signori A. Ral•lini e

M. cusan1

!l~, ~tS. 477


Tenda ricoYero ad!lttata dall'e>ere~t.o .\u<tro·UDI!V•CO P<Jg, ;;o fra<[•Orlo dAi m:alati (nota sull'or;l<llltZL'I<tOD• d'un ~nizio di) a Lione 1•et mn~o di nna vettnra-tramv.ay- Ch. Vtry , 103

RIVISTA D'IGIENE .\hm·•nt.aztone (!') che pr.>duee il 1113S•illll) •h calm·e e di forza mu3colar~. Intellettuale e morale - Galhl.\ar.Jìn • . PoJg. 1'17? Aria espu·ata rricerche sulla vjruleou dell'l - Bauer • !15 Can•ro (la cootagie»;tà del) • lOti Clortlformio CJel valori' aottsett!~o del! e d el l'acqua c!oroformita - R~nrot.ay • • Ui c..t.·u m:t>rttle sulla diauliont oi•i blçolh dt\) mcdi'llll.e le eorreJU di aria -

William .

• iU

C<•lo>r.l (Ili in Ge;mania neU'inçerno d•'l l'.IH8:l3- 1\. Koth.

C·Mra (la Oltr.llione dell"acqu3 ed Il) -

ll~pura7.iono dell'acqua di uso dome3llc•>

R. Kc;r-b

• lllH

~:$so~ze (&ul valore anti$o:ttieo delle) - t,ucas-Championnière

H!

• i41l • '14'.

Fehhre urolile (dirfluio.n«< di tl"t'eph.lornln !li) a gran distanza per metzo dell'aria - Froidbi:~e • 741 lnf••lth ila tlel s.'lngue (sulla• dei bovini tuhe:colosl - B<!llinger • 7*!1 l.1LW (sull' innuenz:a del) e d~l'allil3Z t>U" nrllo svllappo dei bambini al· le1:aU art:ilcialmenl.e in Lip,il - Plaut • UiS M ~eroH (meni di d:fe--a ~n·orgwhmo contro Il dopo la 'aeeinazionc e nella gtUr,gion~ - Saoardl • • ll6 ~~-che e tt.Cfn<looe dPI eoler.1 - Sim&Yiln 1< • ti G

p.aeu:IIQCI>'CO (eontri&ozio:~e allo stu1•~ dtll'tmmunita acqQÌ3Ìtaeon\ro tll-

J,-aerr . • !U! :;puti (:mila •!i >infezioni! de;:;In - L. ll~r l. M. K•rcbner, B~im • • ;u T ~h~-.co (inOUP.Dta de t) sJi bJ.eilll d~lla tuber<'->I05i - Kerez • • iH Ttll.liiO (~tu l io sperimentale, cllnlo:o o terarwuLI•~o sul} - Teissier • !38 Tlll:\ '10 (ricerche sul veleno del) - t .. nrleger e G. Cobn . • 7H Tifo (-!Ull:l 11r-etesa origine del) d~llìl a.èti ue d'l rrlgazione - Virchow :&\0 Tifo addominale (un'epi<lt>mia di) in ~~~ulto al.l nso di latte non stel'iltz· Z.'\10- Reicb

• 11\8

Thi (tr •ttamenlo igieruco dell:al - "•cai·c Tul.l('f'Olo~ (,;ulla pro!Ha~l de'la) • eon·lu<iODi

So~man.l

To~rcoto,f 0 t'OO;;n'SiòO ,._-r lo stoJao dtll.l)

• ti~ Villemin. Cornet, • 106 • 61.,

\'acctoo f<ulle colture por~ di) e sulla todoa 'l'acciniea- Buete eil Eno· • tll RlVISTA DI :)TA rt~ FIC\ ~EmCA

~lal:~rla (c.1rta della) in Italia

P11~. 151 ':1

Noto lllu~trallve sulle malatUe vl'norce o t-l:lliticbe nell'esflrcilo e ncll'ar· nlll.tn durante n ventennio i'\73-1892 . • ~~'


\"ARI ET., Corpo ~ilario militare {il libro d'oro dPI) -Giacomo Pecco . Pag tt.i, 7:.0 C"Jrro •aoitario ameriea.no rùJ - La nuo1.1 •çoola del sertizio sarul.3rio m•litrue di Wasbingtoo . • tli Cmtoforo Colombo e i medici • . . . . . . . • • !149 Stuione er~tta (innueoza della) $UIIo sviluppo del corpo umano e •Pecialmcnte tlel cervello - Robert .Munro . • !:St4 .S~sso (la causa determinante del} - Aodrew \Vi lso n • .1401 Studi medici (gli) ln China • !l406 RIVIST\ BIBI.IOGRAFlCA Col~ra (5opra un ·epidemia di) in U$loOna nella pmn.nera del 16!13 -

l o.;.è . Pag. Ul8 • Hli7 '"om StandpunU dtr Ge..-undheitspllege aus

EvariSto de Woraes Sarmeoto Compo:ndio d1 patologia speriale medica e tl'rapla - Dornhliith

Gamf;onbe..<ehreibungen,

aur.:e-tellt . Jfeo-tlro Ua cura dell'l - C:ll'TatU • 1.3 salute del soldato - E. Mangianti

• ;G; • J:;ts ,. l ti • tU • 63!!

Lcs maladie3 du solo.lat - o..-\.. .Varvaud Oft.almolatria (compendio. di) - Paolo Sllex Serviclo dc sanldacl del t>jercito en lo Ropublica Argentina - R. Cabrai • 768 Soopirl IJ t'lari - R. Gigliarelli • • ttt Tratt3to di patologia speciale medica e terapin ad uso degli studenU e del medici - Temistocle Santopadre . • 1617 ru~rkulo~e und mnrine - Felice Sanliol • 4408 CO~GRKSSI

:ti ron~r~;o medico interoaziooale. XIV ~100e. Medicina e chiturgia '

m•hlare .

• Pag. tU, !l9, 4!? CO~CORSI

ConcOT$0 al premio Zanoetti

• Pag.

000

NOTIZIE

Congreuo intPrnazionale di Igiene e l'!emogratla di Budapest Società di antropologia di Parigi

. Pag. lUi • U~l

NECROLOGI.' Ballrolh Teodoro • Jarrin cn. Fnneesro

Pecco (il maggior genuale medieo)

.P• '1.

~

• !>13 • lUI

Erraa-com~

Pag. mo

Jndatt'l g~nerale tklle materie per l'anno 1894 •

Pag. 15tt

Elenco dei lavori scientilìci pervenuti nli' lspettornto di sanità militare durante l'anno 1894 e tloo ad ora non pubhllc:~ti Pag. 1!!34


ELENCO DE!

lavori scientifici pervenuti alrlspettorato di Sanità Militare durante l'anno 1894 (1)

Abiti\ tlotr. ••rRneeseo, sottol~>ne oto mctlico di complemento - Sulla 'l~rl­ llzzn.zirme rlel lalle nell 'os(lcda.le di Torino. ·'"',"'" dotL; oonaco, capitano medico - ContriiJuzione al nuovo metodo di curo Caro~~;o. Aiello tl<ltt. Sah'aCol'e, sottotenente mrdit-o di cllmplemento - Rir<>rche r linicb,. sulla rt>atione dialo-benzoica nell':urna. \iello •1oU. 8al\'aCol'e, <10Uotenentc me.lico ùi complémen to- llorfblogla e tiologia del ~ibrione dì 1\cY..h. - Teoria t!tl colera, e diazno;t loattf'nologlca di esso.

•\mace doli. ~ieota~conio, ~oltohtn~ote mOO!co di complemento - ~n di un ca'o flt Cll'ro•i l'(l:llica diagnosticata al taHl:o anatomiro co1nt'! df>gl'ntraziooe gmsa. &r.. uro dott. lll'ranee11eo. wt tot.~nuote modico di comi>lemento - .\lttnu cenn• 5ulla ''~nrOrazione neuro-patologiea d tl riO...s•o pupilla n. Bernardo dott. Lul::i. caplllll!O mc.l1CO - Gna rara malattia dd P"h del balli. ai ..et":tlie dotr. RJeearde. rapltaoo medico- Sulla dottrim della t:tiolo;;m d ..i tiro, colb dr raziOni storico-critiche. Druai dott Denu~nieo, sottotrnente ml'dico di romptemento - Gb s!o:>rzl mu~colarl nella patogenesi delle malattie c;anharbe. ~·al ore doli Gio,.anni, t~nente medico - Cirea un caso di stenosi eo;of:\!lel d:~ corpo ~tranicro'. ~·nrratù dott. f'ele8tino. mf)tlano ow1iro - Cnr<~ dell'ileo-t ifo.

(t) ~on sono corn!)r!lsl In IJUC!iln , l·•n~o i lavori gia pub blicàli nel giornalu


c:ar-ratia dott. CleJe8tino. eapìtaoo medito - Con-ider;moui arca b l•!Orlt della porpora emorragaea. C:eY&aehi don Catuno. tenente med•co - Sopra uo llpo !'{'eciale Ifa rebbre. f'bialebia .~ndrea, farmacista mmto.re di t• eia-•~- .\nalì~• di ne;p1e ,,.,_ lahiU della ru.-i ·ione di Perugia e relatno o-~n a t ioni. Gr...,...o dott. 8al'l"atore. rottotenent~> ml'dlco di C'OUipltmcnto - Sulh ~­ f.}l!~i della al t•umlnlll'Ì2 colrrita. fòre;Or!U!i dott. Pier Sieola. setlotenente medlro di romp1Pmooto- Tetano ,. bacillo tetaniro -Xotl' dmiche Jil!rrm~ntali. Gulla.'Oardo dott. Giu seppe. sottoten~nt.e mediço •Il eomj>lrm~nto - S!lpra UD ClSO di Arta Celsi. Lo'!clti .lc>lt. Piet ro. tenf!Tlte medico - l'o caso dJ llltnln::tit~ cerebro·srl~lc in •ozgetto aJTt>Uo rla blltnorra~'ia. l.ueeiola dott. Giacomo, capitano medico - La sindectolllla, Il ptu IJ!ennorragico ed il Je<JUlritiy nella t~rnpeuLlca oeul3ro Con t ribo.to clinico. Maioraoo dott. Gabri e l e. $0ttotenPnte .medico 111 eom!'l~mento - l'rotilassi e terapa genemle delle malattie inrettne. lfao:;anie llo dott. .Raffae le, sottotooente ll'l.t>dieo d• romplemento - n~l uom~ o cancro acqu~Lìco. Man,;ani e llo dott. aatraele, sottotentnte medi~o rll cvmplemento - Ud mass:1ggio con spll<·iale consl·lernzlon•' rlga.a.rtlo> olia -oa

at•Piicaziooe nelle di<torsiooJ. cooto.ìonl P. fr.\llnrc. 'Wan;;alliello dott. aatra e le, sottotcONlle medico di wmplemcntP- Cnr:\ aborti.-a. !iel flemmone con iniC1.Inni !11 sublimnto cor-

rosho. M"a!t!!lari ololt. .ftlebele.soltoten"'lte m~olico di COWJ•IP.~OtO - !,f\ SOttroJ1!10RI sangui::me ia UJI3 rorma epilett11:a per ·l~ahN gotlo'-'1. Mollti lfolt. Boberle, t~nente e lonnrll·) ru~dieu - l'rrcM ss muol'tl ds coll'ra!- Bifiasoronl f.n<tu.mt< sul {rammtralo }'atlJII)o qico di ~ e sulla cura ~peçaOca del colera dc:l

dott. Tnnisi. lfo.-eno <!Qtt. Giu"eppe. '<Oltotenente m<'da•o •h romplf'llleoto - L'o ea•o d1 <110Jlpi3.mtD.to t.!elh cosoeoz1. -A ter.u10nl c '~01'" piamento dPJia JHr,o0111ita. erlando dott. F.druoncto. sottott>neole medìro di (UUljJ)Cmeo to - Ufl raro caso di tubercolo>f cuunea

O"'lino dott. Gieu~.nni. tenente ruedicv - Sal mort~lto. l"arme,.""!;lani dott. Pran«!leo. sottoteneote me.1iro tli complem••nto - 'opr.t nn di mPningo-encefalil~ 'ubacnla c;reo>cntta: t•a.. ebctlo dotL.I!'erd iua.. cto. tenente me<lll!l)- S!RIIdfl 11PI siol.l'ma ner~oso. Pa't'one dott. ~ieola, sottoteneote m~dreo oli comvlerufntu - L'oloo f'"t'nz•ale rli menta peperlta per via interna e per •n:tluloni nella tnLereolosi polmonare Pt.'llat,to r i ,Jotl. Egidio, e.10itano mP~lico - Alcuno e~~n•lder~zionr Intorno ati una epidemia di pneuiJ'lnnili.

=


153G Paaaio dott. JFraa~~-. sotto tenente roesdeo d• complemento- Sulla cura chlrur~ea della tubere.:~lo•l del peritoneo. a o b e rt l Gi . .eppe. rarmaei<~ m•htare - Sulle alterauoni dei •oluti di su-

blimato torros1vo. aotontJo dott. Giu s e ppe. !!Ottott•n•·nl,. med&co rll eomrJJemento -lbmre..~ta zioni tnberrohri primule del lar iuge. Frequen7.a tlJ!ra~ita. -lmportau~'l chagnostica nella pralica mlhtnro, Hanlero dott. Giu.eppe , tenenl~ mt•dico - Un caso d• angina diltt•rlta trattato tol siero anUJfit.trìeo del ~hring . filali• dott. &ad:rea. tent'nta merlko - Amauro,i t.ila~rale dlpen•lrnte da silllid~ ~bra le - Cootributo alta eora della 5ìllli•1e colle ifuezlon• I!DdoH•.oose di sublimatll. 8teraai dott t:al>erto, ~ottoteneote medico di romplant>nro - D1 un caso di atrolla glaUo-a~:uta del fegato. !lltrati dott. . .aeai_, lenente mediCO -Sopra 110 ca._.;o di emiNtgla e di emi·anestoesb eonsecutin a pleurite. fhua~ri dott. F..-eeaeo, ~ttotenente med•co di complemento - Intorno ad un caso rari~Mmo di un grosso sarcoma tlt'l grande epiflloon. lllu•t'• dott. Wito, maggior!} medico - Accampametl ti - Aecan tonamPnti Bivacchi. Tro ..aet'lli dott. Lwc-i. sottot'-ntnte medico di eomplemt>nto- Sifilide della bringo. Yallil'elli dott. Aa&oDio, rapltano medico - Sulla eliminazione degli ln:13· similabil.i tlell'~rCJto.

lloaeatla •1oU. Aca&ouio, teoente lll(!tdreo - u :Sieroterapia. lliaplu dott. AcatoaiJ:ao, ~101'8 medico - Dl!lta iol&ione U!o'l& nel· l'SO" 1aQter1a In uLttmt~ ed ottobre l~.



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13min
pages 380-384

RIVISTA DI TERA PEUTICA

7min
pages 377-380

4464 RlVlSTA

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L'ASEPSI E L' ANTISEPSI

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E L'A..'HISEPSI

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L'ASEPSI E L'ANTISEPSI CHIRURGIA DI GUERR A

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RIVISTA DI E FISIOLOGIA

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pages 317-331

RIVISTACHIRUBGICA

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Considerazioni e giumi o .

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RIVISTA D 'IGIEKE

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RIVISTA DI TOSSILOLOGIA R

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RIVISTA DI E FISIOLOGIA

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pages 233-241

RIVISTADIGIORNALIITALIANIEDESTERI RIVISTA

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RENDICONTO CLINICO

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RIVISTA

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DELLE MALATTlE VENEREE E DELLA PELLE

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RIVI STA DI E FISIOLOGIA

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RIVISTACHlRURGICA

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RIVISTA

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CURA MODERNA DELLA BLENORRAGIA

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LA CU:l.\ DELLA BLEXORRAGIA

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RIVISTA D'IGIENE

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998 RIVISTA

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RIVISTADIGIORNALIITALIANIEDESTERI RIVISTA MEDICA

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LLA RKSEZIONE E LEGATURA

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page 107

966 SULLA RESBZ!ONE E LEGATURA

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Per Alc!'!!!aDdt·o Pal<<toale. medico di t• class" nella R. Marina, professore pareggiato d'igiene nella R. tnìversita e soeio onorario della reale Accademia msdiro-chirorgica di Napoli

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RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE EDELLA PELLE

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pages 59-66

876 RlrlSTA

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OSTEOMIELI TE DEL FEMORE CONSECUTIVA

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'IEDIC(NA !!:CC,

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.LA MEDICINA

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pages 16-22
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