OPERA
Tutti i di ritti di trad uzione e d i riproduzione (anche di semplici brani, uasmessi a me.:w di radiodi ffusione) sono riservati per tutti i paesi, compresi i Regni di N orvegia, Sve-zia e Olanda.
AVVERTENZE
Il segno ( +) indica ·o miu ione, I numeri arabi fra parentesi tonda fodicano le pagine alle quali si rimanda per opportuni confronti o per maggiori particolari.
G li scritti anonimi contrassegnati con (g) sono pubblicati in : Scritti e diuo,si di Benito M111solini. Edizione definitiva, 1101. X II - Ulrico Hoep li, Milano, 19;9,
Il numero di seguito a lla lettera indica la pagina del volume ne lla quale si trova l'attribuzione,
Gli scritti anonimi contrassegnati con (w), (w J), (ww), (ww bis), (wwww) sono di Benito Mussolini, come risulta da lla Condu1ione Dindle-Su1me/1 pubblicata nel t'ol XXVI d ell'Opera Omnia (pagg. VI-IX)
Gli scritti anonimi contrassegnati con (z) sono di Benito M ussolini , cqme risulta da : GmRc 10 PJNJ - Filo diretto ron palazzo V errezia - Cappelli, Bologna, 1950. Eccetto un «cappello» ed un commento, s i tratta S(fflpre di corsivi anonimi apparsi sulrultima colonna deUa prima pagina del Popolo d'I1alù1.
li numero di seguito alla lettera ind ica la p agina del volume nell a quale si trova l'attribuzione.
Gli scritti anoni mi contrusegnati con (zz ) sono dì Benito Mussolini, come risu ltà da: G IORGIO PINI - Op. cii. e d ai Testi di « Bibliografia Pasdlla » Si tratta sempre di corsivi anonimi apparsi su ll 'u lt ima colonna della prima pagina del Popolo d'Italia.
Il primo numero di seguilo alle lettere indica la pagina del volume ne lla quale si trova l'attribuzione; il s econdo indica il numero del testo contenente la stessa.
Tutte le riunioni del Consiglio d ei ministri di cui a l presente volume, s i tennero a Roma, al V iminale,
Tutte le riunioni del Gran Consig lio de l fasci smo di cui a l presente volume, si tennero a Roma, a palazzo V enezia.
ABBREVIAZIONI USATE NEL SOMMARIO CRON OLOGICO
= articolo.
= comitato (j)
cc = comitato centra le.
d e = deputato
di. = dìch iara.zioni.
di = disegno (i) di legge
= ita liano (a, i).
m. = messaggio.
= na zionale.
odg = ordine del giorno
po. = popo lo
pr. = presentazione.
pref. = prefazion e.
= riunione
ra. = rappresentanza ( e).
se = senatori.
SOMMARIO CRONOLOGICO
( 10 Maggio 1936 - 30 Settembre 1937)
AITIVITA SCRIITA
I NTERVISTE OQVI P! "' :?) ,., J28)
D ICHlAll.AZIONI
prefdto Pola (289)
Stgnalruiont (I)
Sti:n11/azloru(5)
, al glomallstlfra 11:8) m J(7)
Adogfo, pottal (9)
presidente scnJ.to(273)
presidente senato(27J)
J{ prcb/rm u dd iangut{11)
Visconti'dlMo,. dronc (289)
,qulpagglo rcgla nave Ar· mando Dlal (289)
a. L a mi:;::.ìone
•storl,11• dtlr Awtrla (18)
{Oman (22)
Rlstossa dtmo- De Bono (275) grafita in Oertnania (35)
Cencclli (275)
Rava (239)
De Bono (275) Gllmb6, (290)
stgretarlo le• duale MIia no (290)
Schuschnlgg
( 290) : lbn
Saud {291)
governat orle n uovl co sultoci ur bc(40)
361•r. (41)
dL chlusura lavori ci:.. 1erenu Stresa (54)
fond a.zlone Guido (57); centro spcrl m1 tale a er onautlta. G dnnla (!IS)
po urbe (58)
r cc cOfporat!vo
ra. gollard!che lnteT!I tlon;tli {60)
r çç corporativo (~
- -lf-- - - --t
362• r. (61)
Roma pr dl. (69}
Roma pr dl .(70)
provvtdlmentl f av mercat o grana rlo (l
La ,m lla (75)
De Bono (276)
Sangiol'l:1{292)
Dc Bono (292)
Crtpuscala 11,1 l'o homoaconi,. mlcus • (82)
Oc Bono (293)
Dc Bono (293)
Balbo (293)
lr provlnclt afrlcam (84)
iJ r c. pcrmaMnlt g1a (87)
36J•r.(S8)
28 _ Bo1:uii;i:,bio, Boreo Vodice, Sabaudia , Lìlloria, Roma
Borgo Monten~ro, I Bor,i:o H ennada,
Lido dl Roma, Salerno, EOOli, dlea del Sele, Puuum, Rom•
termlne t re bblatu r11 no Borgo Pasublo (I
giorna listlcst,rlaL torla (101)
qua ttro battaglioni micie nere partt Africa Orientale e b:1t1aglione trent~~~ 1ima fanteria (1 02)
prima r. corporatl oltaria ( J04)
(3'8) (34S)
De Bono (:276)
---presidenlt[!t-
nato (277)
Dt Bono(293); De Bono(294) ; DeBooo(294)
Altro tht cam• blar , tdt ...• (105)
De Kerillis (106)
11.ll , da 10, lrrt/u tabllt (110)
De Bono(294)
Graziani (295)
n dova Rana (29:;,)
ATINITA ORATORIA
c.o, u llAL lU At,,U~·1U
-·1------1----1- , ---,
;;ilcunì rt part l prima c visione camicie ne XXII I mo,:, 1ttt part ir e Africa. Orienti ( 114)
d ivi$lone camicie ne XXVIII ottobrt atte part ire Af rica Orienti (114)
Roma 13 Roma _,_____,____ ------------,,------17 Roma , lst mi1, l ongano, Pellorantllo, Santa Maria e Olacom o, Benevento 18 Benevent o, Roma 20 " Rom a Roma
avanguardisti , glo tu d sll ,piccolcegio1 !tatlane all'utero (t
lnauguru!ont nuovt COO$iglio superiore~ culone n. (1 21)
prtf. Par flit al cotonlall ( I IJ)
Dt Bono (277)
Dt Bono (295)
EOROl,.I on G1011i,;o
811istrocchl (277)
Dt Bono (295)
prtsldenteçon&tgllobelga (296)
commluarlo prdcttlzlo Roveret o (296)
prtsldt nle 5Cnato(278)
Malin (130)
Marnlrit Posi {139)
a Pn u dt nf/ e doti di /0110 (149)
a S/no o,11ondo? (I~ )
ATIIVITA SCRITIA
De Bono (296)
pmid,nt e se- De Bono (297) nato(278)
Umberto di Sa· voia(297)
De Bono (297)
m. po. polacco (323)
pre1!dente stnatci(278)
De Bono (297)
De Bono- (297)
De Bono (298)
•- Diritti di un popolo ( 157)
De Bono (298); D'Annuntlo {298) ,
-1-----·1----
Roma po.urbe{l70)
Roma Roma 157•r (182)
Roma
Roma
Ro ma
Roma 370• r.(185)
IMI• r. ( 184)
Roma componentl DONI quattro c provino femminili mai;lrl e dove caduti gn gueru ( 19 1) -1-
Roma Roma Roma
31l•r.(19J)
R om a
<IL contro p<tlltlca uniionl5ta (1 00)
<11 ,contropolillca sanzi onista ( 199)
parole dopo commemorutonlmlnlstrlRazi a e Rocco t~r pr di.
Dc Bono (300)
Oc Bono (30J)
Gb.rdlno (303)
Badoglio (304)
Badog llo (304)
Badoglio (304)
BatloglJo (J0.4)
Badogli0 (30.5) ;
(305)
Oru !anl (JOS)
A 'ITIVITA SCRI'ITA
INTEll:VISTE
Badogflo (311)
Badoelio (311)
Pisonl (311)
Badoglio (311)
a Apprfla O f /f studmtl d //ulta Eurepa (22 )
presidente senato(285)
Badoglio (3 12)
a.Nt uu ruJmu11/atlont dt l· l ' lmpur, (229)
Lavai (285)
Badocllo (312)
vedova Valcaanghl (312)
prdetto Torino (312)
Baclogl!o(JIJ); Pi,pafo d' Italia (3 13)
Badoglio (313)
Roma
" ' MINISTRI 374•r.(232)
Roma 375• r .(2Jij) 1
Roma parole dopo cammemonzlone de. Posiiglione (238)
R oma parole dopo commemorationl alcuni se. scomparsl(239)
Roma
p arole dopo commemorazlon~ de. Leoni (240)
OISCOIISI
----·1----1-------- - - - - -----
---- 1---- - - -- - -- -----1---- -
---,--- - ---- ---- ---,, -----
Ronia
- 1-----·I--- - ---- - --- ---,, -----
-1-----·1---- ---- - - -- ----1-----
-1-----1 -- - --------1----IO
noma Roma
ATIIVITA SCRITIA
COLiOQUI
1NtE•v1su : ' D!CHIAl.l'UONt ART ICOLI I! P ~El'AZIONI
prd. Vomut t 5pada(239)
C,frt (248)
Francesco Giuseppe d'Absburgo (314)
Mehdl Fr asheri (JU )
Bado&llo (31!1)
Badogl!o (]15)
Badogllo (J l !I); Badoglio (31 5)
Badoglio ( 316)
Ora1laol (316)
Badogllo(317); Bado&lici ( 31'1)
o,azlanl(JJ7); Puri cel!I (Jl 7)
Badoglio (318)
l O(,.UtJ. ( ONSIOLIO " ' COl'fSIOl lO
, A$Clh1(1
ATIIV!TA ORATORIA
CM1\&l'I,. ... DIPUTATI
po.urbe(2S6)
t ondulone April!a (257)
-1------1---- ------------11-------' 26
consfglloammlnistrnlo-; n eeco11e,:tosfndaca11, 1 adenda m inera li mftal I/cl I. (258)
------, ra. eon~i:llo n. confede.J railone fascrua Javou , I
t ori commercio (258)
commemora re Fuad. {263); p arole circa prossimo annuncio po. i. occupa,:lofle !. Add!s Abeba (26-1)
premiazione p rim i eia$- : ilncat lterzoconcono n. • londutone Arnold~ I re',~~~2~rt fedeli alla 'I oltrectnlomll.tdonne!, (266)
lNTtRVrsn: U.O~UI t Al'lT/tOLt t PM t P,\ZIONr
ATIIVITA SCRITIA
a. V r rso Addis A brba (2.59)
pr,~ld, nt, scnato (288)
Badoglio (3 18) Badoglio (318 )
Bo (288)
Badoglio (319); Graziani (319)
Umbtrto diSa· vola (319)
Gruianl (319)
Grazl,nl (319)
Maher Pascla (320)
8 adoglio(J20); Badoglio (320)
D aily M ali (2tl2)
Badogllo(321); Ouuon l (32 1)
Badogllo(321) ; Lessona (322)
Badoglio (322)
Badoglio (322)
DALL'INAUGURAZIONE DELLA PROVINCIA DI LIITORIA ALLA PROCLAMAZIONE
DELL'IMPERO
(19 DICEMBRE 1934 - 9 MAGGIO 1936)
PER LA l'ONDAZIONE DI PONTINIA*
Il DtJce anmnrzia, con voce afta e mauhia, che il ;omnne di Po ntinia sarà ina11g11rato il 27 ollobre de!J'ànno XIII; che, 11ello steuo gio rno , saranno posJe le fondazioni del q11arto amume, che 1i chiamerà Amonitt; e che1 ad un anno di dfrtanu, sarà fondato il quinto comune, che si chiamerà Apri/id. (Le parole del D11ce 1ono sft!11tate da una /1111ga acclamazione).**
SEGNALAZIONE
Il l ibro di Aldo Valo ri la condotta politica della g11erra costituisce il tredicesimo volume della collezione della « Storia della guerra italiana», edita a cÙra della Casa editrice milanese Corbaccio.
Questo del Valori è un volume di quattrocen tocinquanta pagine, che si leggono con in teresse intenso e crescente anche da parte di chi abbia avuto il grande privilegio di essere stato in qualche modo protagonista deg li eventi storici svoltisi fr a il 1915 e il 1918, dalla dichiarazione di guerra alla vittoria. Chi non fu protagonista, allora? Tutti, perché tutto il popolo italiano fu impegnato nel d ramma, ma noi:1 tutti gli attori fu.
• Dopo aver pernottalo a Littoria (XXVI, 459), la mattina Jd 19 Jkémbre 1934, ndl' Agro Pontino, Mussolini in izia la fonda zione <l i Pontinia, tena città della bonifica. « Mussolini si avvicina al masso della fondazione, su cui sono scolpite le parole : "Opera nazionale combattenti fondazione di P ontinia 19 dicembre XIII era fascista". L'on. Cencelli rivolge un breve ind irizzo al capo del Governo, promettendo che l'opera sarà ininterrottamente proseguita sempre con la meJesima fede e con la medesim:i tenacia, fino al suo rompimento. Successivamente il vescovo di Terracina, impartita la benedizione alla terra e a l blocco marmoreo, esa lta la continua e vigilante attività dd Dure J:>er la salute del corpo e dello spirito della popolazione della terra pontina, cui egli ha restituita la vita. Il vescovo conclude con il" Saluto al D uce!", cui la folla risponde con un entusiastico "A noi 1" ». Indi il capo ·del Governo pronuncia fe parole qui riportate in riassunto (Da Il Popolo d'Italia, N. ~01, 20 dicembre 1934, XXI).
•• li pomeriggio del 19 dicembre 1934, Mussolini rientra in auto' a Roma. (Da J/ Popolo d'l1itUa, N. 301, 20 dicembre 1934, XXI).
l, • XXVII.
rono all'altezza della situazione e anche il coro, cioè la massa, ebbe momenti di grave incertezza, dovuti alla mancanza di guida daJI'alto e alla eccezionale durata e portata dei sacrifici . L 0esamc che il Va]ori fa dclJa condotta politica della guerra, cioè dell'opera d ei Governi che Ja prepararono, la condussero e la conclusero a l tavolo verde (Salandra , Boselli, OrJando), è molto severo, ma è altrettanto· obiettivo e quindi giusto. Il Valori si pone, sul piano storico, al di Jà di queJla che fu la polemica contingente e riconosce alcune attenuanti agli uomini stessi che commisero errori gravissimi, che potevano anche diventare fatali. Erano gl i uomini di un determinato mondo, di un determinato tipo, di un determinato temperamento; erano, salvo le sfumature, politici del mondo d emoliberale; tutti quanti malati di parlamentarismo e refrattari all ' impiego della « maniera forte » necessarissima in tempo di pace e di guerra. Uomini e ambiente si condizionavano a vicenda e il risulta to non poteva che essere questo: una co ndot ta della guerra che, volendo essere eccezionalmente indulgenti, si può chiamare « inadeguata e . infelice ». Non ci eu·dolo e meno ancora tradimento : ti fu una talora veràmente tragica insufficenza. La condotta della guerra fu infelice sotto tutti gli aspetti - diplomatici, militari, finanziari, interni, spirituali - e iJ Valori lo dimostra. con analisi documentate e perciò irrefutabili. la vittoria venne, perché, dopo l'ottobre del 1917, le forze vive della nazione presero il sopravvei:ito e imposero al Governo una condotta di guerra migliore deJla precedente. Il libro del Valori è istruttivo, perché ricorda moltissimi dati e fatti fors e dimenticati nel turbinoso svolgersi degli avvenimenti successivi, ed è educativo, specie per la classe politica odierna: intendiamo parlare delle generazioni fasciste, le quali devono conoscere e impa ra re dalla storia di ierì quello che si d eve fare e non fare , di fronte aJle eventualità di domani.
Da li Popolo 'd'lrali<l, N. S, 5 gennaio 193", XXII (wl)
ITALIA E FRANCIA*
Signor Presidente!
L'Italia e il suo Governo sono lieti di salutare in Roma, dopo molti decenni, quale gradito ospite, il mi nistro degli Affari Esteri di Francia, g ià capo del Governo di Francia.
• Già con l'aggressione del cÒnsolato italiano di Gondar (4 novembre 19'4) e con quella di Ual-Ual ( 5 dicembre 1934), compiute entrambe da armati abis-
La vostra venuta, signor l a,•al, rappresenta un concreto segno di riavvicinamento italo-francese, che il vostro illustre predecessore e voi d a un lato e io dall'altro abbiamo a lungo perseguito avendo di mira alcuni scopi comuni, i quali, trascendendo Ja sfera dei rapporti italo-frances i, assurgono a un significato più vasto in senso europeo. N oi abbiamo lavorato avendo come meta una sistemazione di questioni contingenti che concernevano i nostri due paesi e anche una consacrazione di quei valori ideali che ci vengono dalla comunanza de lle origini e di cui i po· poli hanno massimamente b isogno in epoche di disagio e di incertezza come l'attuale.
Desidero in questa g radita occasione precisare in qual modo questo nostro incontro riafferma alcuni p rincipi di ordine generale, ai qual i la politica ita liana si è costantemente ispirata in questo ultimo decennio.
N on si tratta, per quanto si riferisce all'Europa cent rale, d i rin unziare alle nostre rispettive amicizie; si t ratta di armonin.are nel bacino danubiano gl i ·interessi e le necessità vitali dei singoli Sta ti con q uelle che sono le esigenze d i ordine generale ai fini della pacificazione europea.
Da questo più ampio angolo visuale, io credo che voi, signor ministro, converrete con me che i nostri accordi non possono né d evono essere interpretat i come contrari o anche semplicemente esclusivi nei confronti di altre potenze che desiderino aggiungere la loro collaborazione a quel l'opera che noi intendiamo di iniziare.
Coll'augurio che questa intesa fra i nost ri G overn i possa presto vedere attuato in ogni suo particolare il contemperamento delJe·esigenze della Francia e dell0 Italia e rappresentare il primo punto di incontro delle politiche di due grandi paesi, levo il bicchiere alla salute del Presidente sini , sì era profi lata la ve rtenza ita lo-etiopica. Alla richiesta italiana di scuse e r iparazioni per il (atto di Ual-Ua[, !"Etiopia a veva opposto una do manda di a rbitrato sulla respons;1.bilità dell"ind<lente, in base all'articolo 5 del patto del 1928. Oe,ciso a ricorrere ad operazioni militari contro l'Etiopia, il 30 dicembre 1934 Mu:>5oli ni aveva redatto personalmente un pian9 d 0 uione, che e~ stato distribuito in sole cinq ue copie, una delle qu~li al generale Emilio De Bono, designato a<l a5sumere all'Asmara la re-sponsabilit,i." della preparazione. Nd contempo, preoccupato dalla nece-ssità che durante l'impresa n on si fossero verificati pericolosi 11.vvenimcnti i n Europa, aveva favorito lo sviluppo delle tra ltalive in a no con la Francia. Tali t rattative g iungono ad una fase risolutiva nei primi giorni del 19}5, con la venuta a Roma di Pit-ne lavai, ministro desii Affari Esteri fra ncese . A pab. u.o Venezia, la mattina de l 5 gennaio 1935, Mussolini ha un primo colloquio con Lavai (327). Alfa sera, sempre a pal azm Venezia, offre un p ran zo in onore dell'ospite. Allo spumante, il Presidente del Consiglio pronuncia i l brindisi qui riportato. (Da l i Popolo d'Italia, N. 6, 6 gennaio 193S, XXII).
della Repubblica, sig nor Lcbrun, alla vostra, sig nor ministro, e a.Ila prosperità della Francfa..
* Il ministro Lavai risponde con il seguente b rind isi. :
« $ jgnor Presidente 1
q Jo vi ringrazio delle vostre parole, che s usciteranno in ' Franda un'e<o p rofonda .
« Jo vi porto jJ saluto del mio paese. Sono felice che le circo5tanze mi ab- ' biano permesso di farvi questa visita d i cui av~ o - voi ve ne ricorJatc - già concep ito il progetto nel 19H. ·1! la voce del mio eminente pred ecessore, Luigi Barthou , che voi avreste dovuto ru;coltare oggi ; ed è con emozione che io evoco iJ ,i,ordo di colui che è caduto serv('lldo la nobile causa che ci unisce.
« A lcuni giorni addietro, dina nzi a l Senato, io ho proclamato la mia fed e ne l buon sul"cesso dei negozi.ali che avevamo intrapresi. L'accordo J ell'Ita lia e della Francia era necessario . N o i sri:uno pc-r sa ncirlo, per il magsim bene dei nostri d ue paesi e nell' interesse della pace del mondo.
« N o i abb i.amo voluto regolo. re J elle q ues ti oni che ci sono proprie Noi ab· biam(t wluto anche ricercare l' armon ia J eUe nostre vedute sui principali pro· blemi d ella politica generale. Il mondo ha seguito il nostro sfono con un iote· resse appassionato.
« T utti coloro che sono animati d a un'id ea d i pace hanno o~i g li occhi rivolti verso Roma. N essuno, infatti, poteva ingannarsi sul vero s ignilioto · Jdl'nione ne lla quale ci siamo risolu lamente imp egnati.
« lo parlo in nome d ella Francia, che non persegue nessuno Ko po egoistico Essa ha la preoccupazione legittjmà d ella sua sicurezza, ma. essa inten<le as:.umcre la sua parte nell'opera necessa ria. di riconciliazione <lei popoli.
<1 Voi siete il capo di un grande paese, al quale avete saputo, con la vostra autorità , d are il posto legittimo che g li spetta nel concerto delle nazioni Voi a"ete K ritto la più bella pagina d ella stori.t dell'Italia moderna. :Mettendo il vostro p restigio al servizio ddl'Europ2, voi por1cre1e un concorso indispms;i.bi!e .al mantenimento della pace.
· « Re,cen temente a G inevu dei pc~icoli di conflitto sono stati eliminati, ma la p2ce resta precaria. Essa rich iede le nostre attente cure. I popoli non vogliono p iù attendere. Essi vivono ncll'incercczza e troppo spesso nella miser ia.
« O,s:nuno di noi h a il dovere di d ifen dere i nnanzi tutto la sua pal ria, di vo lerla pi ù forte e più bella Ma non è trad ire l'amore che si de,·e a l proprio paese il faz-gli assumere il suo dovere di solidarietà internaziona le.
« So che questo dove1e è talora d i ffici le a compiere, ma il coraggio s i i mpone a coloro che hanno la responsabilità del destino dei poPoli
« Noi abbiamo fatto nasccre una grande speranza N oi non la deluderemo. la p ace d e ve essere mantenuta, (01JS0 Jid at,1 L,1 nostra civiltà non p uò ·scomparire Ascoltiam o la Je2ione della storia: è sempre nella guerra che sono sommerse le civilt à.
« Saremmo noi in un momento della storia dell'uomo· in cui, rnn b. su~ mano btutale, egli pcriserebbe a dist rusgere ciò che il suo geoìo ha costruitO? ,
« Di nanzi alle vestig ia di Roma antìca, facci amo insieme il giur:1.mento di noo lasciare l'umanità r icadere nell'oscurità che tanti secoli hanno conosci uta.
<I! Levo il mio bicchiere all a salute d i Sua Maestà il re, di Sua M aestà Ja
·frgina, delle Loro Altezze Reali il principe e la pri ncipessa di Piemonte
« Bevo à lla felicità personale di Vostra Eccellenza e a ll a prosperità dell'Ita lia» . (Da. Il Popolo d'Italia, N . 6, 6 gennaio 1935, XX II).
SEGNALAZIONE
La Casa edi trice (orticelli di Milano ha p ubblicato un libro, Tappe d ella dùfaJta, doVuto alla penna dell'ex-tenente austriaco d i artig lieri a Fritz Weber, libro che si legge con appassionante interesse n un po' di storia delJa nostra g uerra vista dall'altra parte; è, inoltre, il riconoscimento p ieno ed esplicito ' del valore italiano, dell'ero ismo dei soldat i italiani, fatto d a un ex-nemico che ha vissuto sul serio b guerra e la racconta così come è s tata. t dapprima la narrazione dell' in ferno carsico. Le prime quattro sanguinose battaglie passano, col loro corteo di mort i e dì feriti e di d ispersi, nelle pagine del l ibro. Attacch i, cont.roattacchi, co rpo-a-corpo fl;lri bon<l i attorno a una delle q uote rimaste indelebili nella memoria dei supe rstiti. Ecco un riconosd mento del coraggio e della dignit:ì d egli ufficiali ita liani a pag ina 131.
« Attraverso i camminamenti vengono condotti i prigionicri italiani, laceri, s,ngùinanti, sporchi di teru. Si distinguono dai nostri per il solo fatto di non a\l'e're il fucile. Giovani soldati, piccoli di statura, ma ben piantati Gli ufficiali sono silenziosi, tristi, amareggiati. Mentre i soldati salutano altri gruppi di compatriotti prigionieri, essi guard.ino davanti a loro, con una ~spr essione cupa Lo spirito militare che li anima è identico al nostro. Non ho mai , &foto un ufficiale italiano che sia mai venuto meno alla sua dignità. Essi erano e sono tutti degli avversa ri asso lutamente cavall"eres<hi, valorosi, implacabili ».
Le s peranze e le delusioni della Stra/e Expedition occupano molte pag ine del l ibro, così come il racconto delle g io rnat e dell'ottobre 19 17. G li austriaci credettero di avere o rma i 1a vitto ria nel pugno. Mancava l'ultima martellata, che doveva essere inferta nel giugno d el 19 18, ma il cO!po fam, nella man iera più irrepa rabi le. Il Weber, dopo averci narrato tutte le fasi dcJ la battaglia, così fi ssa la portata decis iva d ell'evento ( pagi n1 240):
« Jntui:irno tutti che l'Austria-Un_ghe'ria ha combattuto la sua ult ima batta1.dia. I cinque g iorni lii lotta ci sono costati duecentomila uomini tra mo rti e feriti e una quanti tà. giganl~C/1 di ma teriale bellico. Davanti a noi sta ora un avversa rio al q uale questa vittoria restituisce la fiducia in se stesso; alle nostre spalle una patria Jissanguat3, povr:ra, e oramai presaga del suo d e,stino. A un grande esercito, che per quatt ro lunghi anni aveva combattuto ralorOJamenu, è itat"a 1pezzalc1, "m q11e1 t a hc1ttc1glic1, la ipina d o rJttle ». '
Quattro mesi dopo è la catastrofe . 11 Weber la descrive giorno per giorno, in h 1tta la sua te rribile impone nza, in tutto il suo tota le sfacelo. Tra il 24 e il 3 1 ottobre infuria la battag lia, ma, fi accate le estreme resi-. stenze, l'esercito austriaco si sbanda in u na r itirata sempre- più p reci pi -
tosa, che assume gli aspetti· d i una fuga disordinata, con incredibili episodi di panico collettivo, che provocano battaglie fra soldati e soldat i austriaci.
« Alle spalle incalza l'italiano bramoso di bottino e di prigio.nieri. Gli sbra-p11els scoppiano sulle file d ei fuggitivi, li abbattono a decine; le s ue granate battono gli incrod :stradali e i villaggi; i suoi aeroplani scaricano mitrag li:i.trici f: lanciano bombe. Un-a dhfaffi, come q ffei l'1 n on Ii era a11cora 1ù1.t 11rlln 1/ori<t dr/ mondo ». (Pagina 311).
Nella letteratura di guerra e in genere militare, letteratura che interessa sempre più profondamente le giovani generaiioni italiane, questo libro del W eber ha il valore di una documentazione e di una testimonianza. Dopo i libri oramai noti' e si pot~ebbe dire classici dell'Arciduca Giuseppe, esalt~nti l'eroismo dei soldati italiani, i rico noscinicnti d egli ex-nem ici si fa nno sempre più numerosi col cadere delle passioni suscitate dalJa g uerra. I soldati dell'una e dell 'altra trincea si batte rono con coraggio e con onore. La vjttoria italiana fu conquistata piegan do soldati di g rande razza e d i g randi tradizioni, come i magiari e j tedeschi dell'Austria.
Libri come quello del Weber suscitano un senso di legittima fierezza nei combattenti di ieri e in quelli di domani.
D a li Pop olo d' Italia, N 6 , 6 genn:tio 19 3'5, XII ( w 1).
ALLA PRIMA RIUNIONE DELLA CORPORAZIONE DELLA ZOOTECNIA E DELLA PESCA*
Il miglior modo di inaugurare la vita effettiva delle corporazioni è quello di mettersi immedi atamente al lavoro, cioè di procedere subito alla discussio ne degli argomenti post i. all'ordine d el g io rn o. 0
:) .A Roma, a palaizo Venezia, la mattina del 6 gennaio 193 5, M usso lin i aveva avuto un secondo collequio con il ministro lavai (327). Alla sera, nella sede delJ' ambascia1a d i Francia s ica a palazzo f arnese, d urante un ricevimento, Mussolini e Lavai si f:rano apP3r1:lti (>('r un altro colloquio, al termine d el q ual e avevano ragg iunto l'accordo (}28) Il pomerigg io del 7 gennaio, a palazzo Venezia, il capo del Governo presiede la p rima riunione della corporazio ne della zoot«nia e della pesca. Jn tale occasione, a ll'inizio , della sedut:t, fa le J ichiarnioni qui riportate: (Da // Po /10/ 0 d' l t11Ii11, N. 7, 8 gennaio 193), XXII)
• • « D o po di chf:, [Musso lini ] ha riassunto i termini del primo argomento · iscritto all'ordine de l g io rno: La di/t I<t dti / o rm<tggi tipici t la Jjl(iplin<t dri , onwr..i 1:o/on1ari ed ha d ato fa parola ai c~merati Martignoni, G iordani Ferrari ,
L'ANNO CRUCIALE*
- Sono lieto di fare alcune dichiarazioni ai rappresentanti della stampa francese, che sono venuti in file serrate a Roma per seguire da vicino l'avvenimento importante che vi si è svolto in q uesti ultimi giorni Desidero anche ,ingraziarvi per quello che voi avete fatto nell' intento di creare anticipatamente un'atmosfera favorevole al riavvicinamento franco-itali ano, che oggi si è pienamente realizzato, e per quello che farete nell'avvenire a questo proposito allo scopo di rendere ancora più fecondi gl i accordi che abbiamo testé firmato il signor Lavai ed io.
C'erano fra noi due categorie di. question i: la prima era quella delle questioni propriamente fni.nco-italiane; la seconda .concerneva le questioni d'ordine generale, cioè europeo e perciò stesso mondiale. Noi ci siamo detti, da De Jouvcnel che ha l' incontestabile merito di essere
De Roberto, Ccci, Ghigi, Vezzani, Ardigò, Bozzi e Latini. · li Duce ha quindi ceduto la p residenza al vicepresidente, on. Razza, il quale ha riassunto la d iscussione riservandosi di presentare" una mozione. Si è passati poi all'esame del secondo e dell'ottavo argomento iscritti ali' ordine del giorno, che per connessione di materia vengono abbinati : LA diuiplina della produzione e, dello smucio d el l11tte 11/inuntare indu1triale e i provvedimenti per aumentarrJt il ,om11mo; La p rodu:zirme zoo11:,ni(a naziom:t!e e la dùdpli,ia della importazione 111/le cami Su di essi hanno pr~o la parola i camerati Moretti , Durìni e Ferrari. Mentre parlava il dottor Ferrari è rientrato il Duce, accompagnato dal miflistro degli Esteri francese, signor l:ival, ed è stato ammesso nelkt sala grande numero di giornalisti fra ncesi che sono in questi g iorni a Roma. Il Duce ha ill ustrato le ragioni della seduta che si svolgeva; la composizione e le funzioni della corpora.zione della zootecnia e dell a pesca e delle corporazioni in genera le; la composizione orsa· nica di qu~ te corporazioni nel sistema degli istituti corporativi; i principt in ordine ai quali tutti gli organi corporativi sono costituiti e vivono. I giornalisti f rancesi hanno accolto le dichiarazioni del D uce con una manifl"Stazione dì viva simpatia e i membri d elle corporà.zioni, dopo un' entusiastica d imostrazione al Duce, hanno continuato i loro lavori. Dopo il discorso del dotcor Ferrati, i l vicepresidente della corporazione ha tolto la seduta, rinviando la p rosecuzione dei lavori a domattina alle ore 9 nella sala delle riunioni corporative al ministero delle Corporazioni». (Da I/ Popola d'Italia, N. 8, 9 gennaio 193.5, XXII).
• A Roma, a palazzo Venezia, la sera del 7 gennaio 1935, Mussolini e Lavai hanno un ultimo colloquio, al termine del qull!e procedono alla firma deg li ·accordi italo-francesi ( 328, 329, 331). « Dopo la Cerimonia della fi rma, una foltissima rappresentanza <lella stampa italiana e francese è stata introdotta nella sala J el Mappam~ndo. La magnifica sala, nell:i quale uno storico atto si è compiuto per l'amiciiia d i due nazioni e nell'interesse deJla pace europea, era sfolgorante di luce. Mussolini, rivolgendosi ai giornalisti francesi », fa le dichiarazioni qui riportate. (Da Ii Popolo d'Italia, N. 7, 8 gennaio 193.5, XXU).
stato il coraggioso iniziatore di questa politica, .fino a Dc Chambrun che l'ha continuata con molta costanza e finezza, che occorreva cercare la soluzion~ dei due gruppi di probJemi; e ciò per cagioni di chiara evidenza. Non ci sarebbe stato un accordo sostan2iale, vale a dire durevole, se lo si fosse realizzato sulle questioni generali, lasciando irrisolute Je questioni franco-italian e che si trascinavano dalla fine della guerra. Sarebbe stato d'altra parte insufficentc risolvere queste ultime questioni, se nelle questioni d'ordine generale il disaccordo fosse cont inuato. Si sa1ebbe fatto un mediocre lavoro
Noi_ ci siamo messi a l nostro compito· con la volontà determinata di g iungere ad un accordo completo, sia sulle questioni d'ordine generale , sia su lle questioni franco-ita liane. Vi siamo giunti.
Ciò ha domandato un lavoro p re paratorio lungo e delicato, ma :/,SSO· lutamente necessario (che si è svolto dapprima per via diplomatica nor. male e che in seguito è stato pcifei ionato ne l corso delle com,ersaz ioni di Roma, anch'e!>Se lunghe e importanti), fra l ava! e m e, fra il s ig nor Léger e il sig nor De Saint Quentin e d i capi dei nostri u ffici, per giu nge1e a soluzi oni d efinitive e consacra rle in protocolli debitamente firmati. ll Javoro è stato dunque concreto e pratico e ha dato Ì risultati <les i<lerati e voluti.
Naturalmente l'accordo significa, come del resto ogni accordo, ' una transazione reciprocamente soddisfacente tra esigenze opposte perché la diplomazia dimostra la propria u tilità e la propria sagacità nella ricerca e nella rcali2za2ione, non nella frattura degli equilibrì necessari p er l'ami. cizia ·e Ja collaborazione dei popoli.
E passo al terreno che si chianu generale o europeo. A nche qui noi s iamo pervenuti a d eg li acco rdi fir mat i, n ei quali abbiamo fissato un atteggiam ento comune franco-italia no in eventualità p oss ibili. Ciò è im• portantissimo.
Io ·non credo necessarìo abba ndonarmi alla retor ica, che è molto lontana - d al mio temperamento, per sottolineare la portat:i. eccezio na le di questo accordo ch e stabilisce una lii1ca di azione comune fra d ue nazioni rnme -le nostre, Basta riflettere un istante.
Come ha detto il signor Lavai, g li accordi franco-itali ani d 'o rdine g e nerale non hanno alcuna punta di retta contro nessuno, ma sono fat t i nella e con la speranza che servano non a restringere, m a ad allarga re J'oriZzonte· della vita europea, a fa rci uscire dalla situazione pe n osa· in cui j popo li sono piombati da t roppo lu ngo tempo.
Il se-nso d ella dichi:uazione finale è ugualmente chi:uo. çi occorre ora alJontanare il pcrirnlo che de riva sempre da un · ott ìmismò esagerato Non b isogna credere che t u tto è fa tt o- e che nulla resta a fa re. No. Anche J'amicizia deve css.e re conti nuament e coltivata, per s incron izzarl a
con lo sviluppo naturale dei popoli e dei loro interessi. L'amicizia non deve r imanere mummificata nei protocolli diplomatici, ma deve essere vivente neUa vita; e ciò è più facile t ra i nostri due paesi che sono segnati dall'impronta di una gloriosa civiltà comune e dalle g randi prove recenti.
Prima di linire desidero render e o magg io all' intelligenza chia ra ,·· allo spirito aperto e pratico ed al buon metodo di negoziatorè del signor Laval. Si discute volentieri con lui. Io oso credere che noi abbiamo anche personalmente simpatizzato perché c'è qualche cosa di comune nelle nostre giovinezze tormentate, perché abbiamo al nostro attivo delle esperienze politiche similari ed un'evoluzione che ci ha condotti dall 'universalismo necessariame_flte un po' utopista alle realtà naz io nali ind istrutt ibili e profonde. :e di qui che s i deve sempre part ire, ciò che non esclude fa ricerca,· soprattutto. in tempi htr~ati come quelli in cu i v iviamo, d i collaborazioni e d i solidari età più vaste.
L'anno cruciale comincia sotto i segn i propizi degli acco rdi francoitalianì. Lavor iamo ora con intelligenza e perseveranza perché ess i d iano ciò che il mondo attende,
ADAGIO, POETA!
Per quanto sia difficile cli rintracciarlo in Germani a, sta su l nostro tavolo il fcesch issimO volume di poesie del poeta tedesco Fede rico G iorgi o Junger (Widersh.nd-Verlag,. 1935, Berl ino). b una delle manifestazion i più recenti ddla lirica tedesca. Non ne far emo una recens ione. Non è nost ro compito. Ma c'è una poes ia, G11e1u, che ha richiamato la nostra attenzione, come mani festazione d ei sent imenti di questo poeta, sent imenti che il pubblico italiano deve conoscere. n la descrizione della battaglia dell'ottob re 1917
« Avete veJuto i vincitori insa nguìnati ? Esamti si piegavano s ulle ginocchia; ansanti dojio la. terribile corsa essi volsero i loro sguardi verso il mezzogiorno. M-a est-reiti britannici, schiere galliche, accorsero per i.lifcnJerti, Rom:1 ! »
No, illustre poeta: siete pregato di aggiornarvi e di non massacrare la storia più di quanto vi sia consentito anche dalle licenze poetiche .
Né parlate, in a ltra paite della vostra poesia, di Ci mbri ch e avrebbero terrorizzato Rcima, perché voi dovete sapere ch e Mario, romano, distrusse lettera lmente i Cimbri, tanto cbc s i fecero le siepi con le loro ossa!
M a il poeta parte in quarta e trae q uesto presagio sufficentemente ca tastrofico su Roma.
Guai a te, o Roma, percM verrà il giorno nel qua Il" un braccio adirato infrangeri la tua invecchiante perfidia, g uai a te, s arai sepoh2. n ella polvere. L'aquila teutonica porterà contro di te il fuoco, i tuoi antich i palazzi bruceranno nella notte come fiaccole. Il Vaticano, il Q uirinale precipiteranno; le loro colonne e i loro archi, segno di antichi trionfi, crolleranno tra le rovine fumanti » .
Prima che l'aquila teuton ica giu nga a portare il fuoco su Roma, dovrà passare molt'acqua sotto i· ponti della Sprea. Comunque è bene di conoscere queste leggiadre intenzioni.
Tuttavia ci piace ricordare al poeta che i tedeschi in Italia non sfuggirono mai durante i secoli a quest' alternativa: o assimilati, come gli Svevi nelle due Sicilie; o letteralmente sterminati, come avvenne coi Cimbri e col Barbarossa. Comunque, prima. di giungere a Roma, alla Roma del nuovo Littorio, l"aquila teutonica perderà le sue ali.
Bisogna - checché i superficiali pepsina in contrnrio - prendere sul serio, molto sul serio, i poeti.
Essi esprimono quanto cova di profondo e confuso nell 'ani ma dei lo ro popoli!
D a li Popolo d'ltalùr, N . 8, 9 l!ennaio 19 35, XH (ti• 10).
359" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI •
All'inizio della riunione del C onsiglio dei miniJJri, iJ tapo del G overno ha riferito SII talune q11e1lioni internazionali e mg/i ntcordi itttlofrrmteJi.
Tali ttffordi, dopo l'approvazione del Gran Comiglio, 1aram10 preu nlati allr1 Camera ed al Sena/o .
Indi, m proposta del capo del G ovemo, il Consiglio dei miniJJri h a approvato:
Uno J{hema di provvedimenlo che p one sollo 1111 alto comminario lt Colonie dell'Africa Orienlale, Eritrea e S0mt1lit1 italiana.
U110 uhema di provvedimel1/o co11cemenle l'a11/orizzazio11e all'/Jtillllo nazionale L.U.C.E. ad assumere e rilevare partecipazioni azionarie in aziende avenli per J{opo l'nercizio tinematog rafico. li prnvvedimen to è i11te10 a dare al/1Isti11110 l.U.C.E la po11ibili1à di agire nel campo econ omico e com ,uerdale della dn ematogl'afia (prodmione del film , noleggio e gestione delle sale cinemalografithe), r,e/ principale intento di p orfat'e
• T enuta si il I'.5 s enn:1io 193) ( ore 10·12.30) (D:t J/ Popolo d'l l alia, N. 14 , 16 gennaio 193', XXJJ).
la produzione cinematografictt nazionale ad un grado sempre · pilÌ allo di dignità arlùlicd; . renderla mezzo ejfi(ace di elevazione culturale, etica ed estetica del popolo, come ancora di propaganda in funzione d ei fini propri dello Stato,· e di o/fenere, al Jempo stesso, che e11a prod,,zio ne .ria umpre pùì larga fonte di ricchezza nazionale.
U110 · 1chema di provvedimen/o concernenle la c0Jlil1,zione preuo ;t_ minùlero del/'AgricoJJtmJ e delle ForeJle d'tJn Comitato dei cereali. Il provvedimento è inteso a regolare l'approvvigionamento e la diJJ rib11zione dei cereali oaorre111i per completare il fabbisogno gmnario d el pneu E, a td/ fine, ffea l'orga110 ce11Jrale, che, Jenza JOJJiluini all'ttlli tii tà co mmerciale privata, det1e di.scipli11are, nei riguardi /emici, eco nomici e monelari, l'importazione granaria, affimhé ri.rponda alle e;igenze gen eftdi degli scambi e del co nmmo ,Mzio11ale.
Uno JChema di pro-vvedimenJo che pro roga p er tm p eriodo di anni due, a decorrere dal 3 nMggio· p . v., il te rmin e fissalo p er la JÙ/emazio ne, da parte delle mnministrazioni statali, para1Jatali1 n11la rchiche, d ella D irezione dei 1erviz1 di 1/atùtica e com ente ai f!lnzi onari sf o mili d ei pre• urifli titoli di Sl!ldio, ma che abbiano preslttl o servizio alme no pe,: cinqu e mmi preJJo gli 11/fici 1/atùtici delle acce1111aJe ammini.rtrazioni, di euere ammeui agli esami di abilitazione nelle discipline JtatiJtiche anche nelle seuioni di novembre degli anni 1935, XIV, e 1936, XV.
S11cceJ!Ìvame111e, Jtl proposta del capo del Goveruo, mi11iJtro deg li Aff,,ri EsJeri, sono Jlali approvati dal C011Jigli & dei miniJtri:
Uno schema di provvedimento per /'approvazione d egli ucco rdi i taloarulriaci di camllere economico-commercù,le 11ip11lati in R oma il 4 ge nnaio 1935, XIII .
Uno u hema di prò vvedimento per l'aumento d ei q111mtilaJi vi a11nuali di uva secca e di vini gem,ini d elle iJole i1t1/iane dell'Egeo tt mmn ri ,u/ R egn o in esenzio ne dai dazio d oganale.
li Comiglio dei mi11iJtri ha in .seguilo approvalo i verbali numero 27 e · 28 d ella comm i u i one mista per la delimitazione del co n fi n e iJa/o s11izze,-o
Poi, il Co,uiglio dei miniJJri ha approvato, JII proposta del capo del Govemo, miniJlro dell'lntemo:
Uno JChema di prov11edim ento l egislativo concernenle la 1111o·wt d iJciplina. giuridica delle pro/euioni 1anitarie.
Il prov vedimento, ùpirandoJi ai criJerì che hanno già info rm ato il ri ordinamelll o d elle pro/enioni foremi, reca alcune m odificazio ni souanziali all'all11ale o rdi nmnenlo delle profeJJioni sanitarie, allo u op o di ren· derlo piri ad erenl e agli sviluppi au1mti dalle organizzazi oni sindacali. In parJicolare, l e linee euenziali del prov11edimenlo si concentrano nella:
a) IOppreuione degli acrordi provinciali sanilari e atrrihuzione d elle
funzioni inerenti alla cus!odia degli albi e alla dùciplina degli ùcrilli ai rùpeJtivi Direllor1 dei sindacali fasciJJi provinciali di categoria;
b) ùtit11zione, p re110 i t mìniJJero dell'Interno, di una commiuiont cenlrale con funzioni giuriJdizionali, per decidere sulle imp11gi1ative ltV• verso i pro-v11edimenti d ei DirellorJ dei sindacati,·
e) costiJf{ZÌone d ell'albo delle levatrici, con l'Obbligo dell'iscrizione nelJ'a/bo sJesso per l'esercizio della relaJiva profe1sio11e.
_ Uno schema di regolamento per la applicqzione delle disposizioni relative alla dhciplina degli impianti di radiulogia e radiumterapia.
Uno schema di decreto recanle modificazionì alla pianta organica del per1011ale sanitario degli l sJilnli fisiot erapici ospedalieri di Roma.
Uno schema di decreJo recante norme per l'applirazione dell'articolo 1 JJ de l test o unico delle leggi sanitarie.
Uno .uhema di regolamento per la applicttzione delle norme Vf?lte a dimin11ire le cause deJia malaria. lA lt1tela dei /avo raiori, dei coloni e della popolazione rnidenJe in z ona malarica, affermata con la l egge 22 giugno 1933, numero 8.51, vien~ ora disciplinala in ogni d eJfaglio. ParJiColarmenJe vengono determinali i compiti e i doveri degli Etrli t emili ad attendere alla profilassi ed alla assistenza sanitaria a11Jimalarica. Vengo no precisate le varie forme di provvidenza a beneficio dei la voratori e le modalità secondo le quali eue dev on,:; nsere p;estate, Veng ono date norme p,-ecise circa i mwvi la vori di risanamento del suolo nel/~ vicinanze d egli abitttti 11rbani e r11rali, e circa la profilaui antùmofelica della malaria. Infine si det erminano gli accerJamenli da eseguirsi nel caw abbia a verificarsi il doloroso evento di morte per malaria pemicioia. Il provvedimel1Jo mira ad assimrare la completa e pùì larga opera di d i festt anlimttlarica dei lavoraJori, cOndizione q11esltt essenzùde per la a//1uizione del grandioso programma di bonifica integrale d,,; territori pallldosi e d i quelli improd1111ivi, (+)
S11ccessiva1mn1e, sono stali approvati dal Comiglio d ei ministri, w proposta del capo del Govern o, m i nisJro d~ll'Aero11a11tica:
Uno schema di prov11edime11to concern ente l'as1im razio11e .oniro gli infortuni dBi giovcmi che freq11e11lano i corsi per il comeg11ime11to del brevel/o di pilota premilitàre, l gio vani che freqtfenfano i corsi per il comeg11ime11/o del breve/Jo di pilota premilitare, non Jrovandosi a11cora .sotto le armi, 11011 possono be11eficittre, in MIO di i11for/1111io1 delle pro1111idenze in vigore per i mi/ilari d ella regia Aero11a111ica, Dati i rischi tt mi si assoggetÙno ed anche per fav orire .sempre pùì l'afflusso ai corsi premilitttri di pilotaggio, .si provvede ad tmimrare i gìovm1i .stessi, a atrd ed tt spese del ministero deli'A ero11a1dird, contro gli i11fort11t1i d 1mmle le isJr11zioni di volo.
Uno schema di provvedimenlo che autorizza i/ ministero de/l'A ero·
mmtica a p rolungare. la linea aerea commerciale Tripoli-B e11gaJi fino ad Alessandria, as111mendo alla propria dipendenu: l'esercizio d egli al· tua/i sert.1izì aerei coloniali. lA linea aerea Tripoli-Bengasi, fin dalla sua prima ùti111zio11e, iie,me comiderata come 1111 tronco destinalo ad inserini in quei servizì aerei intercontinentali che taluni paesi europei hanno già a1t11ato ed ai qua/; l' Italia avrebbe potuto dare un contrib1110 di allo valore, date le .condizioni favorevoli che presenJa la roJla del Nord Africa. Infalli, di recente 10110 stati compiuti accordi con i/ Covemo egiziano per il prolungamento della linea fino ad Alemmdria, COJÌ che i rapporti commercia/i e le attività ·di carattere turistico tra la noJtra piiì importalltc Colonia e l'Egiuo pot rmmo essere resi più intensi e pùì veloci, Uno schema di decreto rig11arda11te il trasferimento di personale civil e del minislero delr;lero11d11tica nei ruoli del minislero dei Lavori pubblici. In segflilo al co11cet1tramenlo nel minislero dei !Avori pubblici dei serviz1 rel11tivi all'eJecuzione di opere pubbliche per conto dello Stato, le competenze di q11el mi11iJtero 10110 notevolme111e aumentale in via p er111a11ente. E perciò neceJutrio che anche il ministero del/' Aero11a111ica, come ha11110 già f a/Jo a//ri miniJteri, provveda a cedere· 101a pt1rle del proprio penonale amminùlrativo, tecnico e d'ordine, affinché l'amminùtrazùme dei !Avori pubblici poua far fronte alle aumentale esigenze.
Uu Jchema di provvedime11to che approva una co,wenzione 1tip11la/a tra iJ ministero del/'Aero11a11tùa e la Compagnia nazion11le aeronautica per il tr11Jferimenlo in proprietà dello Stato dei beni coJlituenli l'aeroporto del Li1torio di Roma e per la concessione in mo alla Compagnia stesJa di p,11"1e dei beni acq11iJtati. L'acquiJto da parie d ello Stttlo dell'aeroporto del Li/Io rio è la Jol11zione logica della situazione che si era vemlla a cre11re in Jeg11ito 11lla cnsazione delle pùì importanti fo nti di lavoro che la Compagnia nazio,l(tle aeron,mlica npletava per conto del ministero del/'Aero11a11tic11. T aie 11cq11isto è stato effett111110 dopo ch e 111M · fommiJsione alt'11opo nominala dal capo del Govemo ha acce1"1ttlo la regolariJà della g estione e il notevole grado dì perfezione /emica raggi11nto sollo le direllive degli amministr11to ri. IJ grande iteroporto del Littorio, che passa coJÌ alla dipendenza del ministero· de/J'Aerona11tica, verrà ancora perfezio nato in. tutta la ma attrezzatura, perché poua rispondere sempre meglio alle esigenze del traffico aereo civile nazionale e in· ternazionale.
Su proposta, poi, del capo del Governo, ministro delle Corporazioni, il Comiglio dei mùtisJri ha approvato: .
Uno schema di provvedimento concemenle l'istit11zione di un p remio di prod11zio11e a f avo re ddle miniere di zinco.
Schema di regio decreJo per la protezione temporanea delle invenzioni i ;1d11striali, modelli e disegni di f abbrica relativi ad oggetti che
figurer,mno alla dùùmettesima Fierd citmpionarùt triveneta di Padova
Schema di regio decreto per la prot ezione Jemporanea d el/e ill venzioni i nd11Jt ri a!i, modelli e d isegni d i f abbrica re/aJivi ad oggelli che fig11r~ra11no alla prima Mo11ra nazionale delle in venzioni in T'orino.
Schema di regi o decreto per la proiezione temp or1111ea delle i,wenzìoni induil1'iali, m odelli e diu gn i ·di f abbrica relativi ad oggefli che figureran no alla JeJta Erpo1izio11e Jrienna/e i nternazionale d elfe a,-ti decorati ve e indmti-iali moderne e delle Mchitetture moderne in M ì/a110.
Il Co miglio dei minùtri ha proceduto ali'esame del bilancio di previsi one per l ' esercizio fi11a11zia rio 1935-' 36. In base ad ,ma rigorosa rt:visioue di Jtttte le assegnazùm i , l'a111 montc1re degli sta11ziame11t i di parte e/Jelliva dei vari ministeri, è st ato così determinato: Finanze, lire 9.4 19 .036,387,57; Gù11Jizia, lire 449 .973.006; Affari EJteri, hre 196.9 76 .1 80,09; Col oni e, lire 482,346 .283, ) 7; Ed11cazioJ1e UdZÌonale, li re /,631,59) ,359,6.J; Intemo, lire 6 89, 068 .820; Lavori pubbli ri, liru 9 15.058.00.0; Comtmicazìoni, lire 6 3 4.366.793,8 ); G11erra, lire 2 .459 .259 946,88; Afarina, li re Ì .264 88 1.000; Auo,umtica, lire 839.605 .000; Agricoltùra e Foreste, lire 5 88.378.4 94 ; Corp orazioni, lire 74 .121.560,80 Total e, lire 19.645.666 .826, 39
In conjl' onto alle previsioni i nizi ai; dell' esercizio 193-4-'35 .ri hanno le seg11e 111i diffe renze (le previiioui per J'e1erci zio 1934-'35 1i rijeriscono alle pri me cifre dei vari dùaJ/eri, per l' esercizio 1935-'36 si riferi1co110 alle seconde cifre dei vari dica1teri, le di!Jel' enze in milion} 1i ri j e ri rcono alle terze ti/re dei vari dicasleri) : Fin.m ze, 10.187 e 9419 (di fferenza i n m euo 768 },' Gilotizia, 487 e 450 ( differenza i11 m eno 3 7 ) ,· Esteri, 201 e 19 7 (differenza i 11 meno -4 ); Co lonie, 448 e 482 ( dijfere,mt in pùì 34) ,· Ed11 cazio11e Jt(IZÌ011ale, 1757 e 1633 (differenza i n meno 124); I nt erno, 750 e 689 (differe nza in meno 6 1); Lavori p,, bblici, 1056 e 91 5 ( differenza in meno 14 1); Com rmicazioni, 642 e 634 ( d i jfn·t'11za i n men o B); GtJerra, 2521 e 2 459 ( di!Jermza i n meno 62) ,' Marina, 1185 - e 1265 (di!Jerenz,_1 /11 pirì 80 ) ; Atro11a11lica, 710 e 840 ( d i ffere11za in pùì 130 ),- A g r frollura e Forest e, 613 e 588 ( d ilfere11zr1 i n meno 25 ),' Corporazioni, 79 e 74 (differen za in meno 5 ). Tot ali per l'esercizio 1934 -1935, 20.63 6,' l oia/i per l'eu rcizio 1935-1 9 36 , 19.64); tot ali delle di ffel'enze 1 991.
L e e11trate effettive va/male in relazione all'cmdamen.to dei diversi cespit i Io no previste in milioni 17.988, co n un incremento di milioni 326, in confronto d ella previsione i11àùtle di milio11i 17.662 p er I' esercizio co rrente.
Il diuwanzo effettivo che, per /1a11110 i n corso , a/J'atto de/111 / orinazione d el bilancio di previJione, venne previst o in ,ni/io11ì, 2 .974, 1Ce11de per il 'flflOVo nercizio 1935 -1936 a m Uioni 1. 657.
It migliorame11to di milioni 1.317, oltre che dall'in cremenlo di tal1111e entrate, è determinalo dal beneficio della conversione dei comolidat i, ddlle diminuzioni d egli assegni al personale, e dalle rigoro;e economie introdolle in 11111e l e 1pese comprimibili, 1en1110 conto, d 'a/Jro lato, di maggiori assegnazioni richiwe dallo sviluppo di taluni 1ervizl, del cre1cù1to dùavanzo fe rro viario, degli interessi relativi alle nuove eminioni di debiti, e delle speciali esigenze della difesa nazionale e delle Colon;,.(+)
ALLA RIUNIONE DEL COMITATO CORPORATIVO CENTRALE*
li capo del Govem o fd precise dichial'azioni m/J'opporlfmità ch e. le amministrazioni p11bbliche 1i r;algrmo regolarmente dell'auività comulJiva e normdtiva della corporazione.
• Il 19 _gennaio 1935, alle 9.2), Mussolini parte « in volo da Centocelle, p i· lotando personalmmte il trimotore S.72, accompasnato dal generale Valle e dal proprio aiutante di volo, maggiore Biseo ». Alle 10.lj, alterca all'aeroporto di Capua, ove ispeziona la Scuola specialisti della regia Aeronautica e la Scuola di pilotaggio della regia Accademia. Indi si reca in auto alla sede di Caserta, assistendo al giuumenlo e a.I battesimo aereo degli allievi del corso Orione, r ivolgendo loro pa role d·incitamento, esortandoli ::i conservare e a consolidare il primato dell' ala itali,ana. Ultimata la cerimonia, visitava minutamente l'Istituto, la rC'ggìa di Ca.!erta e il parco. Intanto la popolazione, avuta notizia dell'arri vo del capo del Governo, si riversava sul piazzale antistante alla reggia, acclamando il Duce, che si è recalo, tra la folla entusiasta, alla casa del Fascio ». Dopo aver r i· volto al popolo casertano, dal terrazzo di detta casa, « la sua parola fascinatrice »,
Mussolini rientra all'Accadem ia, dove partecipa « al rancio degli allievi, i quali, al termine della mensa. hanno intonato, alla sua presenza, canzoni fasciste e aviatorie. Quindi faceva ritorno a Capua, da dove, nuovamente, spiccava il volo per Roma. Malgrado il fort e vento di tramontana e l'aria molto mossa, il Duce ha pilotato il prop1io appuecchio, atterrando rego larmente all'aeroporto di Centocelle alle 15.20 ». lo stesso 19 . gennaio, dalle 17 alle 18.30, a palazzo Venezia, presiede la ,riunione del Comitato corporativo centrale. (Questa riunione è la prima d el Comitato nella sua nuova composizione). In tale occasione, al termine di un'ampia esposizione del primo argomento iscritto all'ordine del g iomo (Comunirazioni 1ull'a11ivi1à delle rorp o, aziom) svolta dal sottoseg1etario Bruno Biagi, il Presidente del Consiglio fa le dichiarazioni qui riportate in ri assunto. (Da Il Po~olo d'Italia, N 18, 20 gennaio 1935, XXII) ,
ALLA RIUNI O N E DEL COMITATO CORPORATIVO CEN TRALE *
A pert a la sed11ta ( +), il D11ce f a alcune dichiarazioni J JJÌ problem i dùa usi n ella corporazione d ella z ootecnia e pnca, ( +) At /er~nine dei lavori della prima seISione del Comitato corporativo centrale nella sua nuova f o rmdzione, mette in rilievo l'i m po rtanza dei compili a/Jribuiti al Comitato steJJo e la resp om abilitli ch e ne deriva ai faJCiJ Ji che ne f anno parte in rappresentanza d el G overno, del ParJito, d elle rnrpo ra. zioni, delle Confederazioni e dell'Ente della Cooperazi on e. SoJ/olinea infi ne l'11tilità del la voro compiuto i n q11eJta g rande u ssionc, che segna l 'inizio dell',ù tività delle corp orazioni.
L'ACCORDO CULTURALE ITALO -AUSTRIACO••
Ecce llenza!
Cinque anni or sono, proprio in q uesti g iorni , fu firmato a Roma un patto di amicizia fra l'Italia e l'Austria. Fu quello il punto di partenza d i una successiva, sempre più importa nte serie di accordi politic i ed economici, n ei quali ebbe tanta pa rte il cancelliere Dollfuss e che culm inarono ne i protoco11i italo-austro-m ag iar i del marzo 1934. L'accordo J i o rdine culturale ch e abbiamo firmato è u n 'altra fase della politica com une, d iretta a intensificare in ogni cat'npo i rap porti tra i nostr i due paesi.
* A Roma, a pa )a~zo V ene~ia, il 22 c cn na io 1935 ( ore I7 1S 3,0), Mussolini presiede J~ riunione del Comitato corpor:it ivo centrale. In tale occasione, fa le d ichiaru:io ni q ui riportate in riassunto. ( Da Il Po pol a d'/1.:rlia, N . 20, 2} genniio 1935, XXII).
u li 7 gennaio 1935, i l genera le D e llooo, che era ancora ministro delle Colo~ie, era partito per l'Eritrea con i l mandato sp ecifico di prepare le opcnzìoni milita ri contro l'Etiopia. Quando era g iunto ;1 Mas~ua, era stato an nunciato che assu mt'va la carica di alto comrnisurio pf'l' l' Africa Orientale, mentre Mussolini assumeva p ersonalmente il mini stero de lle Colonie, Subito ~i era iniziata una assidua corrispondenza fra il capo dd G overno ed il g enerale, finora no ia soltanto in pa rte, intesa ll concretare la p reparazione belli ca e logistica in Afriéa Orientale li 29 gt'n naio, nella zona di U a l.Ual, si era verificato un nuovo incidente tra l'Ita lia e l'Etiopia (33 5). Il 2 febbraio, a lle 18 a Roma, a palazzo Venezia, viene 6rmato d a M ussolini e dal dot tor Peintt'r, segretari o d i Stat o austriaco per l'Istru· 2ione pubblic.1 , 1'11.ccordo culturale italo-austriaco , Jn tale occasione, a ll'indirizzo ·rivoltogli dal dottor Pernter, il Presidente de l Consiglio r isponde con le parole qu i r iportate. ( D a Il Popolo d'Italia, N . 30, 3 febbraio 1935, XX]I).
I rapporti di carattere politico ed economico sono importantissim i, ma anche quelli di ordine spirituale sono necessari p e r la mutua, intima Conoscenza dello spirito dei popoli, conoscenza che è la condizione pregiud iziale per una feco nda e pratica collaborazione in tutti i campi d el pensiero e dell'arte. Quelli che voi avete chiamato ì ponti dello spirito fra l'Italia e l'Austria esistettero già nel passato e hanno lasciato, come avete ricordato, incancellabili testimonianze nei monwnenti, nella poesia, nella musica. Si tratta di r icostruire <J.uesti ponti, adeguandoli alle necessità pi ù. còrnplesse deJ n05tro secolo.
Sono sicuro che g li istituti che abbiamo creato, e che f unzioncr.:mno secondo le norme de ll'accordo di oggi, non deluderanno la nostra aspettativa, ma serv iranno a sempre più cementare l'amicizi a fra i nostri due paesi, nell'interesse anche della cu ltura d egli altri popoli.
IL PROBLEMA D EL SANGUE
L'Agenzia d 0 ltalia ha in questi giorni diramato ai giornali una ser ie di rilievi relati vi al fenome110 del regresso deIIe nascite che t ravaglio. l'Italia.
Da essi rilievi il deficit dello. nostra bilancia demografi ca balza fu ori in tutta la sua evidente gravità :
« l 'Italia, al 1° dicembre 19 21, contava 38..1·19.000 aninlt' JJ tnso di incrc· mento e ra allora 9,6. Nel 1922 i l tasso di incremento era sa lito a 12,2, Dal 192} al 192S, le osci llazioni non sono state sensibili. Nel 1926 troviamo i nvcte che è sceso a 10,8, e nel 1931 a 9,8. Nd 1934 il tasso <li incremento accenna a risa lire e t occa il dieci. Quale è la de<luzione che di~cendc logicamenle Ja que;tC cifre ? Che la popolazione d ' Ita lia, la quale e ra, al 3I dil'cmbrc 1934, di 43.096.000 anime, sarebbe stata di 4 5.4 73.140 se il tasso Ji incremento si fosse mantenuto a 12,2 li che significa che in do<lici anni rltalia ha perduto 2.377. 140 figl i ».
Circa due mi lioni e mezzo di indi vidui non nat i nel corso di dodici ann i significano' un vuoto quattro vo lte maggiore di quello apportato nella compagine del nostro pop9Io dalla guerra 190·1918. La cifra è impressionante : oltre un milione di maschi, cioè dl futuri soldat i, d'efraudati alla patria. Un milione di soldati può decidere della vita di un:1 nazione.
Se poi s i pensi a lle ripercussioni che tale ammanco di energie vive· proietta n el campo dell'economia nazi onale, ci s i può rendere conto del durissimo danno che Ja nazione subisce di fronte alla richiesta sempre minore di beni. Non c'è industria, non c'è commercio che no n· siano lesi dal fenom eno. L'agr icoltura stessa n e fa le spese. Si parla, per èscm~
pio, in questi giorni, di un « p roblema del 1:itte », della necessità di riflb are il prezzo del latte, ecc., per non causare un restring imento della produzione lattifera. ·
Ma tale restringimento è logico! Chi lo beve il latte· se i bambini non nascono?
Il « problema del latte » iion è che un piccolo aspetto del « problema del sangue».
~no i giovani che« consumano» ogni genere di merci; i vecchi non consuma.no che se stessi.
Da li Popola d'Italù1, N. 33, 7 febbraio 193~, XXII (w J}.
AI MUTILATI*
li DNre, YÌ/lo lgendosi ai rongre1Jisti, ha pronundato 1m i mportante diS<OTJO, e ha, infin e, vivamenle efogiato i mutilati d'It alia per l'opera ,la ersi wolta dal 1917 a oggi, defmeudola d'importanza ; torica. (Le pa· role del Duce, 1peSJo interrotte da i,•ibr,mti acclamazioni, hanno provorato 1111a commovente manife1tazione di e11tm iarnw. Tutti i mutilati Ji sono ;trelli intorno a lui, gridandogli /<1 lo ro fede e la loro devozione).
LA MISSIONE «STORICA» DELL'AUSTRIA
Nel colTlun icato che fu diramato a chiusura del mio recente colloqu io a Roma con il canceJJierc della Re pub b lica . austri:ica, si faceva cenno a una mission e storica che l'A ust ria de ve compiere e per la quale è necessario che sia rispettata la sua ifldipende~za e 1a sua auto nomia. li cenno alla missione « storica » d eH' Austria fece una certa imp ressione, anche fra g li austriaci stessi , molti dei quali, dopo la catastrofe dell'impero,
* Dal 1° a l 3 febbrnio 193S, a coroll:irio degli accordi italo-francesi di Roma
J el 7 s~naio, aveva avuto luogo a Londra il convegno anglo-francese (33 2, 334)
Tr:i. il S e 1'11 febbraio, erario state mobilitate le divisioni Gavhldria e Pelorit1111a, d estinate in Eritrea ed jn Somalia, ~d era sta ta ri<:hiamata la classe del 1911 (3 3'.5) Il 12 febbraio, a Roma, a pala:.::.:o V enezia, Mussolini riceve i partecipanti a l nono congr(:'SSO ddl'Associa2ione dei mutilati Il deputato Carlo Ddcroix r ivolge al Presidente del Consiglio un b reve indirizzo, ini:iiandolo nei termini segu enti: < ( Duce! D opo aver rapidamente e felicemente concluso le: nostre d iscussioni, siamo venuti da voi per attingere nuova forza e n uova fede! ». Indi Mussolini pronuncia k parole· qui riportate in r iassunto. ( Da li Popolo d' Italia, N. 38, B rebbraio 193S, XXII). .
non credevano più alla possibilità di vita e di avvenire .del loro paese L'Austria ha dunque una missione storica da compiere? Anche se non è più la pa rte vitale e dirigente d i un impero, che a i suoi tempi migliori contava cinquantadue milioni di abitanti? L'Austr ia non giunge, oggi, ai sette milioni di abitant i, ma è una nazione, d al p unto di vista etnico, compatta, salvo il crogiolo viennese. D' altra parte un popolo p uò _ avere . una missione da compiere indipendentemente daJla vastità del suo territorio e dal nwnero dei suoi abitanti. Quando si parla di una mis. sione « storica » si vuole a lludere a una miss ione che si p rohmga nei secoli e con effetti di o rdine non soltanto inte rno, ma esterno. Ora in che cosa consiste la missione storica dell'Austria di oggi? Per r ispondere a questa domanda, bisogna cominciare dal premettere che l'Austria è un paese tedesco; certamente tedesco quanto la Prussia, il cui fondo è slavo duramente germanizzato. N essuno può contestare il ca rattere ted esco del1'Austria, ma gli aspetti e le espressioni, lo stesso modo di vita della germanicìtà austriaca sono molto diVe rsi dalla germanicità prussiana. Si tratta di due mond i i q~ali, durante i secoli scorsi, hanno g irato su orbite d jverse e spesso si sono scon trati sui campi di battagl ia. L' Austcia tedesca durante l'impero ha funzionato da fo rza mediatrice fra le otto o d ieci razze che lo componevano. H a fatto sentire la sua influenza, spec je attra· verso il g rande centro di Vienna, ma ha anche subito le i nfluenze degli slavi, dei magiari, d ei latini. Primo céimpito « storico» dcll' Austria è dunque quello di continuare sotto alt re forme, n ella nuova situazione che è cambiata dal punto di vista politico, ma non geografico, l'opera dei secoli scorsi: filtrare e riequilibrare la cultura tedesca, per renderla tol· lerabile e accetta al mondo danubiano e balcanico: T ogliere dalla « concezione )) tedesca tutto ciò che vi è di esclusivo, d i aspro, di rcpulsivo alle altre genti, questo può essere uno del cémpit i dello sp ir ito austriaco in tutte le su e manifestazioni, dalla politica a lla letteratura. Nello stesso tempo l'Austria può esser lo strumento piU. idoneo per i contatti fr a le n ascenti cult ure del bacino danub iano e il mon do germanico.
La seconda m issione storica dell'Austri a scaturisce dalla tra<lizionale e tenace cattolicità del suo popolo. Chi dice austr iaco, dice cattolico, m a un cattolico serio, òsserva nte, profondamente devoto alla Chiesa cattoliça apostolica romana. Il cattolicismo dei tempi dell' impero ci appare al.. quanto formalistico. e legato alle necessità della politica; il cattolicismo austriaco del dopoguerra è sentito come una fede che h a le sue r adici nell'anima austriaca. r grandi cancelieri-della Repubblica Seipel e Dollfuss erano cattolici; il p rimo, anzi, era un monsig nore . l'attua le cancelliere Schuschn igg è cattolico strettamente osservante e non fa mistero delle sue convin zioni: ciò g li torna a onore e .denota il suo forte carattere. Vista da Roma e da l p unto d i v ista religioso, l'Austria ci appare come un grande
campo trincerato ·del cattolicismo nel bacino danubiano. Ai margini di questo campo t rincerato p reme l'ortodossia slava e la riforma gennanica. Difendendo le posizioni estreme del cattolicismo in quel settore europeo, l'Ausfria difende quind ici secoli d ella sua storia, la sua tradizione, la sua stessa ragione di vita, quella che nel 1633 la fece baluardo di tùtta la cattolicità europea contro l'invasione minacciosa della mezzaluna. I c6mpiti storici dell'Austria sono quindi due; conservare i valori di una cultura germanica, umanizza~a dai contatti con la cultura soprattuttto latina, e tenere duro come sentinella avanzata della cattolicità nel nord· est e centro di Europa. Con questi c6mpit i l'Austria riafferma la sua individualità, dà un senso e uno scopo alla vita -della sua ColJcttività nazionale, rende un grande servizio a lla civiltà europea. L'Austria nei suoi elementi , migliori è consapevole di ciò; tale sentimento sta diven· tando patrimonio di vaste m asse del popolo; il postulato ddr indipen ; denza acquista un valore ed un significato supremo in vista di q uesta situazione di carattere storico.
Malgrado la comunanza di lingua, l'Austria h a sempre avuto una letteratura, un'arte, una musica autonoma. C'è uno spi rito austriaco che s i è sviluppato in forme non germaniche, ma austriache. Queste forme hanno sentito, soprattutto, l'influsso della cultura dell"occidcntc latino rappresentato dall' Italia. I rapporti rulturali austro-italiani sono secolari. La rinascenza letteraria · si in izia· in Austria con Giovanni di Neumarkt, che tradusse il Petrarca ; il '600 e il '700 si possono definire i sc:col i d 'oro dell'influsso italiano: italiani erano i poeti di Corte, come Apostolo Zeno e Metastasio. La lingua italiana era universalmente conosciuta: musicisti di fama universale come Mozart e Gluck ebbero librettisti italiani. ·
Alla d irezione della Cappella vien nese furon. maestri it:i.liani com~ Giovanni Castiletti. Nel scc9lo XVJ fu ventilato il progetto di far ven ire . a Vienri.a il Palestrina. Vi troviamo compositori e scenografi italiani. Lo stile vene:z iano vi acquistò part icolare· fisionomia e quello napoletano vi fu rappresentato da NJcolò Porpora. Padre ~artini aveva esercitato noteVole influsso su Mozart ed è glOfia di Antonio Salieri avere inse· gnato composizione vocale a Schubert e Beethoven.
Tutta l'architettura monumentale austriaca del '600 e del '700 è di ispirazione e costruzione italiana. Le cronache delle Enciclopedie ci dicono che il comasco Santino Solari diresse tra il 1612 e il 1646 tutta J'edilizia di Salisburgo. Schiere di artigiani dell'Italia settentrionale v i immigrarono con le famiglie e f urono g li organi di un largo movimento artistico che creò innumerevoli opere, tra cui emergono a Vienna la chiesa dei G esuiti, q uella ·dei Domenicani, queJla dei N eummgelschiJren; a Innsbruck, pure la chiesa dei Gesuiti; a Salisburgo, il Duomo e la
Kajetanerkirche, Ricòrderò ancora i conventi di Schlierbach, Kremsmiinster, Klostermenburg, Wilten; il braccio leopoldino della Hofburg, il Theresian11m del Burnacini, il castello del conte Abensberg-Traun, i l palazzo Lobkowitz, la colonna della Trinità sul G raben a Vienna. Domenico Martinelli di Lucca fu tra i dirigenti la successiva architettura impe· rìale (palazzo Ha.crack, -palazzi Liechtenstein); Lorenzo Mattielli di Vicenza popolò di statue il giardino degli Schwarzenberg, ecc.; il veneziano Giovanni Giuliani fu maestro ·del Donner, principale scultore barocco austriaco; padre Andrea Pozzo ispirò i pittori dei grandi affresch i per pareti e soffitti; Nicol a Pacassi terminò il castello di &hOnbrunn ; G regorio Guglielmi affrescò l'Accademia delle scienze.
Alfa. luce di questo passato è chiaro che la possibilit à di intensificare i rapporti rulturali. fra Italia e Austria e~iste e che esiste anche la possibilità. mediatrice dell 'Austria fra le varie cultl,lrc europee. è certamente un fatto importante per l'Austri!t la comunanza della lingua con la. Ger• mania, ma non (: meno importante la comunanza della religione con , l'Italia Vienna può guardare a l nord e al sud, a ll'occidente e all'oriente, che comìncìa, come si ,diceva una volta, dalla piazza di Santo Stefario. Io credo che col passare d egli anni, col rafforzarsi dello Stato, col miglioramento dell'economia, ognuno sì convincerà che l'Austria può esistere, può cioè esistere un secondo Stato tedesco in Europa, tedesco, ma padrone del suo destino.
MUSSOI.I NIDa Il Popolo d' Italia, N. 3S, 13 febbraio 1935, XXII.
154' RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCJSMO •
Erano pre;enli S. E. D e V ecchi, S . E. Federzoni, S . E. Ciano, S. E . So/mi, S. E. Thaon di R evel, S E. R ou oni S. E." B11J]a-rini, S. E Teruzzi, /'on. Serena, /'on. Morigi, S. E Tringali, S. E. Volpi, /'on Muzzarini, !'on. CianeUi, /'on . Ange!i11i, S. E. D e Stefani, S, E. Rocco, S. E, Grandi, S, E. Bollai, J'on. Farinacci, /'on. Marine/li, Segretario, /'on . A chille Starace. Assenti girlSlificati: S. E. Balbo, S. E. De Bono, S. E. Mt1r coni
Il D11ce ha fallo 1m1ampia relazione J11l/a politica intemazionale, prospettando JJJÙi j probl emi rhe intereJJano particolarmente /'Itali.i.
Sulla relazione, che il Gran Consiglio ha arrolto ton viviuimi ap-
• Tenutasi il 14 febbraio 193 5 (ore 22·1) (Da li Popolo tfllali«, N 40, 1S febbrai o 19}\ XXII).
pla,ui, hanno preso la paro/,;i R occ~, Federzon i, So/mi, Volpi, Farinacci, Teruzzi, Slarace, · De Vecchi.
Il Duce ha q_11indi i//111Jrato la portala ed i/·carattere dei 1egue11ti accordi, che il Gran Comiglio ha approvato:
a) arcordi italo-franc esi, firmati a Roma il 7 genmdo 1935, anno XIII era f ascista;
b) accordi italo-britannico-egiziani pel' la detenninazione d el confine fra l a Libia ed il Sudan anglo-egizùmo;
c) · accordi del 1927, VI era faJciila, e del 1933, XII era fasciJta, p er la determinazione del confine fra la Somalia italiana e il Ken)'a,
155• RIUNJONE
DEL GRAN CONSJGLJO DEL FASCISMO*
Erano preunti S. E D e Veuhi, S. E. Federzoni, S. E. Ciano, S. E. So/mi, S. E. Thaon di Revel, S. E. RoJJoni, S. E. Bufjt.rini, S . E. T emzzi, / 'on S erena, l'on M origi, S. E T ringali, S. E. Volpi, /'o n. M 11zzarini, /'on. CianetJi, _l'on, A ngelini, S. E. D e Stefani, S. E. Roao, S. E. G randi, S . E. Bollai, l'on. farinacci, l ' on. M al'ine/i; , S egreta rio, /'on , Srarace.. A Jsenti gi1fJtificaJi: S. E. Balbo, S . E. De Bono , S. E. i\farconi.
Il D11ce ha fatto una breve relazione s11lla p olitica i nte rna.
li minisho delle Finanze ha ,;Je,;10 ml/a Jit11azione eco11omicofinanziaria.
li ugretario del Partito ha sv olio stJaessivamente la sua relazione 1t1//'allività del Partito e sulle 01'g,:mizzazioni che da euo dip endono S11i vari argomenti hanno preso la parola Rossoni, T emz zi, C~anelti e Muzzarini.
Il Gran Consiglio ha inoltre preso all o della dei;berazion~ e delle relazioni della Corte dei Conii .ml rendiconlo genert1/e dello Sta/() pn gli esercizi finanziari 1932-1933 e 1933 - 1934.
LA CONVENZJONE CULTURALE 1TALO-UNGHERESE**
Il D11ce ha rispo1to ringraziando il ministro per le J1le· parole e 1·ilevando come questa convenzione sia ,m nuovo elemento che si aggiunge agli alt ri di ordine politico e di ordine economico, i q11ali formano la baJe dell'amicizia che unisa il popolo italiano al popolo magiaro .
• T cnut:i.si il 1~ febbraio 1935 (ore 22·1.30). D:i. Il Po-polo d'/Jalitr, N. 41 , 16 febbraio 19n, XXII).
•• A Roma; a palazzo Venezia, la mattina del 15 febbra io 1935, Mussolini si era incontrato con B.i lint H 6man, mi nimo <lelJ'htruzione pubblica ~'Ung heria.
156' RIUNIONE DEL· GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano preunli S. E, Balbo, S. E. De Vecchi, S. E; Federzoni, S. E. Ciano, S. E. So/mi, S. E. Thamz di Revel, S, E. Ro11oni, S. E. B11ffa rini, S. E. Teruzzi, fon . Se rena, /1011. Morigi, S. E. Tringali, S. E. Volpi, /'on. M11zzarini, /' on . Cianetti, /'on, Angelini, S. E. De Stef,m i , S , E. Rocco, S. E. Grandi, S . E. Bottai1 l'on. Farinacci, l'on. Marine/li. Segre~ tario, l'on. Starace. Assenti giustificati: S. E. De Bono e S. E . .i\fdrco ni .
Il Duce ha .omunicato _ al Gran Consiglio, con daJi fornitigli ddl capo di Staio Maggiore d elle camicie nere, che oltre settantamila (ttmicie nere di t11Jte le provincie d'Italia banno, dal l" febbraio i n poi, d om andato di essere armo/ate nei reparti destinati ttll'Africa Orìentale.
Nello stes10 periodo d i t empo1 migliaia e m igliaia di domande di ex• coni battenti e til!adini 1ono gùm1i al ministero.
Il Gran Comiglio accoglie con u n applau10 questa r oTnunirazion e dommenJatrice d ello sia/o d'animo d elle anziane e delle 11110v e g errera· zioni italiane.
li Gran Consiglio ha dato favorevole voto al disegno di legge s1,lle a1trih11zioni del Comilflto corporativo ientrale.
511/la relazione presenta!r:t dal segretario del ParJilo hanno parlat o Buffarini, T eruzzi, Bollai, Farinacci, Federzoni1 Angelini1 Rononi, St arace .
Il D1,ce ha riasm nlo la discussione.
A condmione d ei lavo ri sono sldti approvati i seguenti ordini del giorno:
« li Gran Consiglio del faJcismo, dopo avere asco/Jala ed acclamata l'ampia e1po.1izio11e di politica eJtera f aJta dal Duce1 approva pienamente gli alll diplomatici pretmtati al Gran Con1iglio, che ri1olvo110 qMttio ni rnid11at e d alla guerra m o ndiale e p ongono 111 n11ov e amich evoli b asi i rapporti con la Francia
11 16 febbraio, alle 12, sempre a palazzo V enezia, il capo del Governo ed i l ministro H6man firmano la convenzione per gli scambi culturali fra l'Italia e l'Ungheria. In tale occasione, all'indirizzo rivoltogli dal ministro, il Pr~ident e del Consiglio risponde con le parole qui riportate in riassunto. (Da// Popolo d'I1ali11, Nn. 41, 42, 16, 17 febbraio 1935, XXII}.
* .A Roma, nel cortile d ell a caserma sede del pr imo reggimento granatieri, il 16 febbraio l9}5, alle 16, Mussolini passa in rivista ,due b ttaglioni di ca micie nere . in partenz:i. per l'Africa. Orientale. « II Duce ha parl.1to alle Nmicie nere, , le quali hanrio poi sfilato, in modo superbo, dinanzi a lui » . Lo stesSo 16 fef,. bra.io, dalle 22 alle 0,20, presiede la riunione del Gran Consiglio del fascismo della qua le è qui riportato il resoconto. (Da Il Popolo d'Italia, N 4 2, 17 febbraio 193', XXII)
<( Approva con entu1ia1mo i provvedimenti mi/ilari adotJ,:Ji in que1ti u/Jimi tempi per garantire la sicurezza e la pace delle nostre colonie dell 'Africa Orientale e quelli che Ji rendeJJerQ ulteriormente nèceuarJ per la Iut e/a dei nostri interes1i e per la Jranquillità d elle popolazioni indigene.
« Prende allo con profonda Joddirf'1zione che nel dima politico e morale creato da tredici anni di regime fascista le operazioni di richiamo · dei contingenti della dasu 1911 1i 10110 1volte, con ordine perfetto ed aHolula regolarità1 fra il consenso e la dùdplina 1empre più wmapevol e del popolo italiano.
« Manda il mo virile, camera/e1co sa/1110 ai reparti che .sono partiti ed a quelli che partiranno e rende 110/0 alla nazione che ttJtle le mi111re 1ono 1tate preJe perché il compleuo della forza militare conservi ed anzi accre1ca la propria elficenZII, in modo da fronteggiare q11a/Jia1i altra eventualità».
<( Il Gran Comiglio del faJcùmo, udita la relazion e ampia ed erau• ,iente del 1egre1ario del ParJiJo, dichiara che la ma multiforme at#vità e q_11ella dei suoi collaborato,ri centrali e periferici è stata al/1altezza della si llutzione e gli tributa un voto di plaui o ».
« li Gran Con1iglio del faICismo 1 sentita la relazione deJ iegrelario del Partito, prende alto della piena 10/idarietà e del profondo spirito di comprensione che anima tulle le categorie produttive inquadra/e nelle organizzazioni del regime in questa fa1e di realizzazione corporativa.
« Rileva, alla st regu a dei ri!llltati dei primi lavori delle corporazioni, la maturità politica e tecnica dei quadri e la esa/Ja imposJazione dei problemi rigtJardanJi le varie categorie nei confronti del 111periore intereue Unitario de/l'economia nazionale
« Conferma che i quallro fonddmentali dùcor1i del Duce pronunciali tra il 14 novembre Xll e J ' J 1 novembre Xlii hanno definitivamente eliminato le ideologie del liberaliJmo economico e po1fe l e bd!Ì dei nuovi o rdinamenJi legislalivi, che, affrontando la criii del JÙlema1 w iluppano lo Staio f ascista co rporativo».
« Il Gran Consiglio del faJCismo, preJo atto dei riiultati, molto Joddisfacent( ol-len11Ji con l'applicazione de//tt 1e1timana lavora/iv~ di qua· ranta ore, dal punto di villa del riasJorbimento d_ei diso ccupa1i, elogia le o rganizzaz ioni dei datori di lavoro e dd lavoratori per avere prontamente attuale le direJtive del Duce.
« Decide che, indipendentemente da accordi di ordine Ù1Jernazionale, tale orario di lavoro divenga permanente e sia, dovunq11e pouibi/e, ri· gorosamente applicalo.
« Stabilisce' che il pomeriggio del Jabalo dovrà eue-Ye dedicalo ali'edu· razione politica td all'ttddesJramento militare nelle organizzazioni del regime»
« li Gran Consiglio richiama gli organi compe!enli alla necessità di perfezionare il f1mzionamento degli uffici di co/locamen/o ed alla n e- , cessità; tanto nell' i11d1111r;a quanto nel/'agrico/J11ra1 di limitare a casi prerisamenJe definiti la fa coltà di scelta degli operai da par/e dei datori di lavoro» .
UN COLPO DI PICCONE *
Con qùesto colpo di piccone hanno ini:Zio i lavori d i demolizione per liberare l'area destinata alla Mole Littoria..
Verranno nelle prossime settimane. totalmente demolite la via dei Pozzi, via del T empio della P ace, via del Buoncons ig lio, vicolo del Buoncons ig lio, via del Pernicone. Verranno demolite i n parte la , ·ia del Colosseo e via Frangipane.
La Mole littoria si comporrà di due corpi di edifici: uno monumentale su11a via dell'Impero e dove avrà sede la Mostra permanente della rivoluzione fascista e l' altro su lla v ia Cavour per gli uffici del Partito.
Elemento di congiunzione una to rre, che dovrà esprimere nelle sue proporzioni la potenza del fascismo.
La Mole, che sorgerà fra quella dell'Altare delJa patria e quell a del Colosseo, dovrà essere degna di Roma, del luogo e dell'arch itettura italiana. Essa sarà inaugurata il 23 marzo 19 39, nel ventesimo annuale d ell a fondazione dei Fasci It aliani di Combattimento, diciassettesimo dell'era fasc ista. (Una calda, impetuoJa ovazione ha coronalo q11e1te parole e ;t preanmmcio d el/a grandiostt i\fole Littoria ha deJJala in 11,11; il pùì vivo em111iaJ1no). ·
L'OPERA COMPIUTA
DALLA COMM ISSIONE SUPREMA DI DIFESA**
Il Dttce ha preso atto deile dichiarazfoni del senatore Dallo/io e gli ha rivolto 11n vi vo elogio, che ha estew aì suoi collahoratori, nonch é al
• A Roma, su l tetto di palazzo Sereni sito in via O.vour 34, la mattina del 19 febbra io 1931, Mussolini inizia. i lavori dell'area di demoli2ione destinata al sorgere della Mole Littoria. In tale occasione, dopo aver vibrato vigorosamente una serie di colpi di piccone•, pronuncia il discorso qui riportato. (D a Il Pqpolo d' Italia, N . 44, 20 febbraio 193~, XXII).
•• A Roma, a palazzo Vcneiia, jJ pomeriggio del 20 febbraio I9n, Muss~ lini presiede la quinta cd ultima seduta della dodicesima sessione dt'lla Commìs·
colonnello Spigo ed ai/a segreterià della CommiJJione suprema di difeJa.
sione suprema di difcs:i.. « Erano presenti ì marescialli Badoglio e Balbo, le LL. EE. i sottosegretar1 Baistrocchi, Cavagnari, Valle, Ciano, Suvich, Buffarini, l,essona, Lan tini, S. E. T eruzzi, S. E. il senatore D allolio, i senatori Pariani e Pinna, l'ammirag lio Vannutdli. Segretario, il roJonnello Spigo. Il genera le O a llolio ha fatto una relazione sull'opera svolta dal Comitato per la mobilitazione civile d urante lo scorso anno ed ha riferito il programma di lavoro per l'anno prossimo ». Indi Musso lini pronuncia le parole qu i riportate in riassunto (Da Il Popolo d ' ltdlia, N . 45, 21 febbraio 1935, XXH}.
Infi ne, viene approvata la sc:g uente mozione :
« l::a Commissione suprema di difesa, al ter mine d ella dodicesima sessione dell'anno XIIJ, cioè nl concludersi d i un primo o rganico ciclo delle proprie attiv ità, ritiene necessario d i comunicare a lla nazio ne: di avere assolto il suo com pito, che cònsis te nell' apprestare, in temp o utile, i mezzi indispensn.bili perché un evffi tuale sforzo bellico si svolga in condizion i t.11i da conseg uire la vitto ria .
• Ana li zzate tutte le necessità, a lle quali, in critiche e d~isive ci rcostanze, dev'essere provveduto, sia con rifornimenti delle Forze Armate mobilitate, sia come meni di lavoro e Jj vita della nazio ne tutta, la Commissione suprema d i J ife52 è risalit a sistematicammte a tu tte le fonti originari e di risorse, o rg anizzandone e predisponendone il passaggio alle forme ultime d irette di impiego e di consumo.
"In particol.Ì[e, sono m inutamente previste· e preparate le produzioni e le lavorazioni dei manufatti singoli sulla specifica designazione, qualitaciv:i. e qu:i.ntitativa, formulata d:i.Jle autoricà milita ri e d ai ministeri competenti. Se nel comp lesso di una t:i.l e vasta prepa razione debbono farsi previsioni di riforni menti e scambi anche con !'e.ste ro, come è .sempre acnduto per tutti i popoli e p er t u tte le g uerre, è appunto dallo stud io compiuto che è decisamente smentita la frase fatta, troppo ripetuta, d ella nostra povertà di "mate rie p rime, che sarebbe staia tale da vincola re la nostra libertà d' iniziativa e d i d edsione in materia di p olitica esle ra"', .
« la r ealtà è che l'azione sv iluppata dal .regime durante tred ici anni ha liberata la nazione dalle p iù g ravi dì q ue lle che· si potevano chiamare " servitù d i g uerra
« Dal punto_ di vista alimentare, e cioè per il grano, .ri so, granturco ed a ltri cereali, il fabbisogno del tempo di guerra è pienamente 11ssicurato · da ll'agricoltu ra nazionale. C'~ ancora da provvedere alla defìcema di produzione per il consumo carneo.
Ne l campo dei. combustibili liqu id i, la Commissione suprema di difesa è indirizzata ad assicurare integralmente ne lle conti ngenze di guerra Ja nostra auton omia, utilizzando le risorse del nostro suolo, n el campo agricolo ed in quello minerario, attraverso quei procedimenti scientifici che ci daranno prossim:imente il ca, burante nazionale con materie prime n:i.ziona li.
« Nd campo affine del lubrificanti, l'olio di ricino, di o liva e quello asfaltico dispenseranno la nazione da ogni acquisto all'estero
«- Nel campo de lle produzioni minerarie e d i lavorazione che rig uarda no i m e-
360' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI•
Su propoJ/a del capò del Governo, primo ministro, ugrelario di SÌal o, il Consiglio dei ininislri ha approvato:
Uno schema di provvedimento (he a11torizZd, SII richiesM d ell'A JJociazione m11tilati, l'aumento da lire due a lire tre mensili d ella mù11ra mauim_a del wntrib11to finanzia rio che l'Anociazione nazionale fra mflfilati ed invalidi di guerra ha fa( o/JJ. di imporre ai m111ila1i ed i nMlidi rnidenti nel R egno, i quali fm ù(ono di pem!onc vitalizia, ovvero di asJegno rinnovabile e di minorazione, ai semi del regio decreto legge 2() dicembre 1929, V I/1 , numero 2163 Il provvedimento, (he è stato 10J/ecitato. dalla presidenza d eli'A JJo(iazione d ei mutilali, 5111 voto del1'11/timo (ong resso, avrà a/111azione dal 1° aprile ed è in rèlazion e al!e aureJCittle nigenze auistenziali e di fun zionamento de/J'E111e
Uno JChema di provvedimento concernente l'ammissione dei m11ti/a1ì e in validi di guerra ai pubblici concorsi, lino schema di provvedimento i nteso a pre(Ùare q11a/; siano le ricompense al valor militare che poJJono essere va/11/a/e agli effe/li dei benefici che la vigente legislazione riconosce agli insigniti. Con tale prov-
talli di maggior consumo, e cioè ferro, piombo, zinco, a llum in io, l" H:i li:i, possiede notevo li risorse e l'industria le potr:\ utilizzare e sviluppare.
« Per i combustibi li fomiti di alto potere:, sio.mo, in tempo di pace, tribuhri d ell'estero; ma la nazio ne: ha sviluppato le sue forze idroeleuriche e: la Com· missione Suprema di difesa ritiene, per il tempo di guerra, necessa rio di contare sui nostri bacini carboniferi (La Thuile, A rsa, Dacu-Abis, ecc.) e lignitiferi.
« A p roposito d elle lign iti e del loro sfrutta mento industriale, la Commissione suprema di difesa attende i risultati di importanti esperienze in corso.
« Per quanto rig uarda i l problema vitale deffa20to, g iova ricordare che impio.nti sorti anche all'esti:-ro su brevetti italiani continuano a funz ionare con pii:-na, soddisfacente efficen2:1.
« Come nd settore dell'alimentazione, cosl è eliminata ogni servitù anche· in quello del vestiario. La canapa, fra l'altro, può costituire e costituisce una risorsa di g rande avvenire nel campo dei prodotti tessili.
« U lteriori stud i ed esperienze sono, su direttive della Commissione suprema d i difesa, fatte dal Consiglio nazionale delle ricerche per e lirniri:i.re, nei limiti del possibile, le resid ue dipendenze dall'estero». (D.i Il Popolo d'llali.t, N 45, 21 febbraio 1935, XXII).
• Tenutasi il 23 febbraio 1935 (ore 10-12 .3 0). (Da ti Popolo d'Italia. N'. 48, 24 febbraio 1935, XXII).
;edimenlo vengono rùo.//e, in via interpretativa, le incertezze alle· tp,ali le disposizioni vigenti aveva'!o dato luogo nella pratica applùt1Zi<?ne, s1abilendosi che le 10/e ricompeme i1t1/ùme al valore sono val111abilì agli effe/li suindicati.
Uno schema di decreto che modifica la commiJ!Ìone per il conferimento detle onorificenze « al merito del lavoro », al fine di coordinare la compo1izione delltt commhsione .rleua al nuovo ordinamento .1indaca le _Su propo1ta poi del capo del G overno, minittro degli Affari Esteri, sono stati approvati dal Comiglio dei ministri i seguenti pro vvedimenti:
Uno Jehema di provvedimento per l'adesione delle Colonie .italiane alle convenzioni internazionali di Bruxelles del 23 settembre 1910, toncernenli l'tmifitazione di ,·ego/e in materie di urto di navi e d'auistenza e Jalvataggio marittimi,
Uno !Chema di diseino di legge per dare eset11zione al/'aaordo italobrita1111iro per la delimitazione del confine fra la Somalia italiana ed iJ Kenia, firmato a Firenze il 17 dicem bre 1927, VI, ed a/J'aaordo relalivo, 11ipulatq in L ondra il 22 no·vembre 1933, Xli.
Uno 1chema di diug no di legge per dare e1emzio11e all'aaordo italo~ brilannico-egiziano del 20 luglio 1934, Xli, pe,r la de/imitazione del confine ira la Libia e il S11da11,
Uno !Chema di disegno di legge per dare eJectlzione al trallalo Ira l' /Ja/ìa e la Francia concernenJe il regolamento dei loro interessi i n Africa, firmato in Roma il .7 gennaio 1935, XIII.
Uno IChema di provvedime11to che appro11a l'accordo fra l'Italia e l'Amtria per lo sviluppo dei rapporti wlt11rali Ira i d11e pani, firma to in R oma il 2 febbraio 193), XIII.
Uno !Chema di provvedimenlo che approva la convenzi one ml111rale Jra l'Italia e l'Ungheria, firmala in Roma il 16 febbraio 1935, Xlii.
Uno uhema di regio decreto che modifica il titolo d e/i'Auoriazione nazionale "per soccorrere i miJJionari italiani, comple/(lndolo col pre"met- . /ere le parole « italica gens », e approva il nuovo sJatuto di quel/'Ente, S11cceui11mnente, il Consiglia dei minfrlri, s11 proposta del capq del Govemo, ministro de/J'l nlerno, ha approvato: Un disegno di legge recante m odifitazioni all'ordinamento d ell'/Jti/11(0 nazionale fauista aSJislenza ai dipendenti.Enti locali. Si trai/a di alcune i nnovazioni miranti a rendere più rttpido ed efficace l'intervento asJislenziale dell'lstiJuJo predetJo a favore de"gli iscrilli, nonché ad al/argare il tampo di 111/ività dell'Ent e.
Uno .sch ema di provvedimento legislativo con cui si proroga di 1111 anno, e precisamente sino al 30 gennaio .1936, XIV, il termin e del f11nzìonamenl~ del/'(1/ro commissario per la tillà e provincia di Napoli T 11/e proroga è gi111tificata dalla neceuità di far coincidere il periodo di d11 -
rata de/PaJJo commisJario di Napoli con quello dei provveditordti alle opere pubblithe.
Uno !(hema J i provvedimento legislativo con wi Ji rùonoscono le Cdral/eristithe di stazione di turism o al comune di Campione d ' Italia.
Uno Jchema di provvedim ento legislativo con cui, allo içopo d'e/j. minare le anomalie topografiche attualmente esùtcnti, si apporta lie ve ritocco alla circoJcrizione territoriale del governatorato di R oma, nonché a quelle dei finilimi co m uni di Albano Laziale, AngtJil/ara Sabazia, Arie· eia, Bracciano, Capena, CaJJe/nuovo di Porto, Cerveteri, Genzano, LA,wvio, SanlAngelo R omano e T olft1. l e disposte variazioni territoriali, .mentre avvantaggiano gli altri comuni, aJJicurai10 alla circoJrrizion e dei goVernatorato di Roma rma co nform azio n e topografica pill regolare e meglio rispond ente a/l'azione amminiJtrativa che eJJÒ Jv olg e nel vasto t erritorio rurale che circonda la capitale.
Uno uhema di reg olamento per i crmcorJi a posti di sanit ar1 addetli ai servizJ·dei comuni e delle provimie. Il nuovo t esto JJnico delle leggi sani/arie, appro vato con regio decreto 27 luglio 193 4, X II, n umero 1265, · ha modificato 101tanzialmenle le norme atti11et1Ji all'aJs11nzione del pe rsonale p er i urvizJ sanilari degli Enti l ocali . Mentre prima i concorsiper i posti d'ufficia/e Jan itario e di sanitario condoJJo venivano espletati JeparatamenJe per ciarcun comune e per ogni pos/o che veniva a renderJi di1ponibile, i n baie alle n11ove d isposizioni i co11cor1i vengono ind elli periodicamente dal prefetto, per tutti i po1ti, 1ia di ufficiale sanitario, sia di 1anilario condo/lo (m edici, veterinari e l evatrici), che riJultano vacanti nella provincia. Col regolam ento approvato oggi dal Comi glio d ei m ini· stri, vengono stabilile norme detJagliale per lo 1vo/gime1110 di /ali concor1i, analoghe, per quanto pouibili, a qJJelle che regolano i concorJi per gli impieghi statali. Degne di nota Jo no le disposizioni con l e quali, acco. gliendos.i i v oti dell'A11ociazione 11azionaltt fascisJa del pubblico impiego e delle organizzazioni. 1indacail inleresJale, si prevede l'inclruioize, n elle com missioni esaminatrici, di un rapp resentanJ e d elle rùpellive cat ego rie; le norme che fi11a110 l'ordine di preferenza d ei Jitoli da prend e rsi in considerazione; e, infine, le norme per il conJeguimenJo d ei posti, le quali, ribadendo il principio-già fi u ato dalla legge, fann o obbligo, nelle nomine, di ieguire rigo ro1amen/e l 'ordine stabilito d alla grad11atoria dei concorrenti. Il provvedimento d isciplina anche i concorsi per il per10 · nale dei lavoratori provincia/i d'igiene e profila1si1 nonché per i posti sanitar1 addetti ai servizi integrativi di a11ùtenza, vigilanza igienùa e profilmi.
Uno schema di decreto con cui si approva il bilancio di previsione 1935 del governaJorato di Roma ·
Uno schema di provvedimerito col quale J'iJJiJuiJce il posfo di direi ·
/ore del/'l !tituto di sanità pJJbblica. li p rovvedimenlo mira ad asiiauare che l'lstiJuto poJJa auolverq, rol neceJJario prestigio, l'imp ortante funzione sden1ifico•1pcrime11t(Jle che il Governo fauùt a gli ha affidato all'allc, della sua fondazione.
In uguito, il capo del Govemo, miniJtro delle Colonie, ha sòttoposlo al Comiglio dei ministri, che ha approvato, i seguenti provvedimenti:
Uno schema di decreto relativo all'e1t ewione all'Eritrea e S omalia italiana d el regio decreto legge JO dicembre 1934, XIII, numero 1997, sulla dlladinanza. li regio 'decreto J0 dicembre 1934, ·XIII, numero 1997 , rid,u e, per il Regno, la durata di permane nza degli stranieri per _acquistare Ja · cittadinanza mediante decreto reale, e sopprime il couferim ent o della cittadinanza per legge. Poiché la precedente legge del 1912 sulla ci11adi?1dnza vige in Eritrea e in S o_ malia, si estendono a tali Colonie l e modifuazioni oggetto d el regio decreto legge 1° dicembre 1934, Xlll, numero 1997.
Uno schema d i provvedimento che appo ,.ta aggiunte e modifttaZfoni alla ta,itfa !periate d ei dazi doganali da applicare nel Regno alle merci di origine e pro venienza delle Colonie italiane. Il provvedimento JÌ riferisce alla importazione dalle Colonie d i ban ane suche e libri Jtampat i in ling11,1 italiana, nonr:hé dei vini e di sper:iali tesJ11ti in seta prodolli -nelle Colon ie stesse,
Uno schema di decreto che appro v.t il l'ego/amento per il la voro forZuto ed obbligatorio nelle Colonie. In applicazione je/Ja co11venzio11c di Ginevra. del 10-18 giugno 1930, r_esa esecutiva. nel Regno e Colonie con legge 29 gennaio 19341 Xll, numero 274 , si procede alla _ regolamentazione completa e precisa delle norme stabilite nella convenzione stessa n ei ri griardì del lavoro forZdlO e obbligatorio nelle nostre Colonie.
Uno !Chema di provvf!dimmto Yiguti rdante la conceJiio ne di un con• trib"to annuo a favore dell'Ent e per la colonizzazione della Tripolitania e della Cirenaica. Allo scopo dì assicrm:re all'En te p er la colonizz~ione della Tripolitania e della Cirenaica i mezzi necessar} per Jvo lg ere la propria aJtività, di recente estna alla Tripolitania, e cond11rre a t ermine il programma di colonizzazione demografi ca, intrapreso con favorevo li ris11lt,1Ji i11 deite Colonie, viene t111torizzato 1m int'ervento ann110 dello Staio '1el finanziamen to dell'Ente, per un dete rminato periodo1 da comiderare1 i n parte, come normale contributo d i colonizzazione ai termini delle d isposizioni già i11 vigore, e, in part e, come apporto dello Stato nella costi- · J11zione del patrimonio dell'Ente , Uno schema di decreto che appro va il nuovo ordinamemo giudizhtrio per la Col onia Eritrea. Allo sco-po d'adeguar~ gli ordinamenti gi11Jizi11 ri dell'Eritrea alle inno vazioni dì recente apportate in materia nel Regno .e nella Libia, adattandqli anche alle condizioni d.i ambiente ne!Ja 'colonia,
Ji è provvedu/o nel nuovo teJto ad ordinare armonùame11Je la materia, conurv,mdone il precedente contenuto soslanziale, addùnoJlratosi in maJJima parie rùpondente alle esigenze locali.
Uno schema di decreto che approva il n11ov'o ordinamento giudiziario per la S omalia italiana. Le J/esre comiderazioni fatJe per il nuovo ordinament<> giudizia rio dell'Eritrea valgono per questo della Somalia iJahana.
Uno Jehema d i decreto relativo alla costituzione dell'Eflle 111,ùtico ed' alberghiero della Libia Con q~1esto provvedimento s'inlende agevolare ed incrementare il mo vlfnent<> t11rù1;co che in Libia dà ugni di promettente sviluppo, ed a tal fine l'amministrazione coloniale è ve1111ta nella determinazione di unificare amministrativamente, in tm unico Ente, tutte le aJtività Jurùtiche che, a/Jraverso vari anni, Jono 1orte in quella Colonia, aSJ11mendo la denominazione di Ente turùtico ed alberghiero della Libia, Con la coJ/Ìtl{ZÌone di detto Ente, cessa il m otivo che a 111(1 Jempo consigliò la creazione del commiuariato dei turismo per la Libia, che p ertanto viene sopp ress o (.+)
Succeuivamente, · S. E. it capo del Governo, minùtro della Guerra, ha sottopoJto al Comìglio dei ministri, rhe ha approvato, i seguenti provvedimenti:
Uno srhema di di.segno di-legge che delta norme per la proJeziorze dei segnali che precisano, Jttgli immobili, Ja po1izio11e dei punti JrigonomeJrici, dei capisaldi di live llazione, dei punti di riferimento marillùno , gravimetrici, magnetici e della rete di artiglieria. li provvedimento detta norme per evilare manomiuioni do!OJe e colpou dei ugna/i suddetti. Stabilfrc e' inoltre, a f avore dei -proprìetar1 degli immobili 1 11 cui vengono fissati i segnali, indeunità adeguate al pregiudizio che gli immobili steui vengono a s11bire.
Uno schema d i p rovvedimento che reca norme h'ansitorie per l'avanzamento di un gr11ppo di Jottufficiali del regio E sercito li pro vvedimento in esame consente, in via transitoria, ai sott11fficiali g ià impiegati in serviz1 sed entari, ma idonei ai urvizi alle truppe, di eJJer~ preJÌ in eJame per l'avanzamento, anche se privi dei periadi di servizio alle tmppe preJCritJi dali'att11ale legùlazione in materia.
Uno schema di provvedimento che approva la tramazione· della ver- , lenza fra l'amminis!razione della Guerra e il comune di Palermo circa la demanialità del m onte Pellegrino e delle Jlle falde. Con tale prov ve· dimenlo, /'amministrazione della Guerra riconoJCe, a favore del comune di Palermo, t'eÙ1tenza del diri/Jo d'11Jo civico Jui leneni J11t1 ccennati~ mentre il comune consen!e che una parte continui ttd euere adibita, per altri cinque anni, a piazza d'armi ed a poligono di tiro.
Uno Jc~ema 'di provvedimento che aggiorna le disposizioni della legge mll'aVanzamenlo degli ufficiali del regio Esercito e che contempla, tra
l'alt ro, di dare la poIJibilitd agli 11/ficiali mutilati ed in validi di guerra di co1u eguire la promozione a Jcelta speciale per esami
Uno Hhemtt di provvedimento ·che reca norme tramilorie per /!am~ m issione · alle A ccademie miliJari degli ufficiali. d{ complemento atlualmenle in Jervizio nelle Colonie. .Si come11tc agli ufficiali ;u_baltemi di complemento che, in bau alle precedenti disposizioni ml reclutamen to degli uffiàa/i del regio Esercito, avevano chieJto ed ottem,to il richiamo in iert1izio e la destinazione in Colonia, di concorrere per l'ammiuione alle Accademie militari, anche se Jprovvisti del titolo di Jtudio rich i,uto p er l'ammissione alle Accademiè J/eue (licenza di btituto medio di .reco11do· gYftdo).
Uno schema di provvediment o ,recante norme per l'avanzam ento degli 11Jfuiali del regio EJercito in 1ervizio nelle Colonie de.WA/rka O rientale e ttuegnati alle 11nità e serviz1 mobilitati da inviarsi in delle Co lon ie. Slant~ la impossibilità per delli 11/fz.ciali compresi nei limiti per l'iJC rizione 1111 quadro di a1!dnza m ent o di prnentarsi ad esperimenti èd e,ami, si determina che eJJi sono d ispemati da tali esperimenJi per t11tta l a d11ra/a dell'attuale situazione nell'Africa Orientale1 come anche dai pe· riodi minimi di comando e di servizio P.re.scritti. Restano inoltre sospe1i nei con f ronti dei medeJimi 11/ficia/i gli esami per l'avanzamcnJo a111icipa101 per la scelta speciale per /'anm1iuio11e alla Scuola di guerra, unza pregiudizio dei diritti eventualmente già acquisiti,
Uno schema di decreto recant e modificazioni nella composizione della commiuione dei collaudi in appello , Il provvedimento conunte alle Confederazioni faJCiJte degli agrùoltori e d egli industriali, già rappreJentat e nella commissione da 11ì1 membro effetti vo, di nominare ànd;e 11n membro Jllpp_Jente, in modo d'assicurare 1empre la pt'esenza del loro rappreJen· /ante.
Uno schema di decreto che determina la circo1crizione territoriale dell'Arma dei carabinieri reali, per coordinarla alle modificazioni apportate dal/e nuo ve norme s11l/'avanZame11t o degli ulfir:iali dei r:arabinieri r eali.
Uno sr:hema di d ecreJo che estende alla Milizia Volontaria per la Sic11t'ezza Nazionale le norme riguardanti la definizione delle vertenze cavafteresche tra militari. Con Jttle provvedimento si estendono agli appartenenti alla M.V.S.N. e me 1pecit1.lità, le norme dettate dai regi decreti 11 /11glio 1929-'30, numero 1250, e 16 gennaio 19301 Vlll, numero 13 7, allo JCopo di limitare il ricorJO al du ello tra i militari d el regio faer cito, -Jella regia Marina, della regia A eronauJica e della regia GutJ.rdia ' di Finanza. Il prov·vediinento1 oltre a colm are una lacuna in ma#ria, con(ri· b11iue a rendere più saldi i vincoli di cameratiJmo tra la M.V.S N. e Je altre" Forze Armale d ello StaJo.
Il Comiglio dei minùJri poi, SII proposta del rapo del Governo, ministro della Marina, ha approvato:
Uno uhema di disegno di legge rtlativo a/l' isJituzione di un ruolo speciale di ufficiali inferiori di vascello e della direzione macchine di complemen~o. Il provved}mento tende. a 1opperire, in buona parte, alle defirenze numeriche dei ruoli degli ufficiali di vasrelio e del genio navale in servizio permanente elfetJivo ed a soddisfare le più impellenti esigeizze del urvizio col minor ~nere possibile per l' ErtJrio.
Uno schema d i provvedimento che comente di nominare guardiam arina e sottotenenti del Genio navale e delle armi navali in .rervizio permanente effeuivo, indipenden!emen!e dalle vacanze esi.rtenti nei ruoli dei ,ùpettivi corpi. Il provvedimento ha lo Jcopo di far fronte ad urgenti neceuità di servizio e di non turbare il ritmo delle nomine e delle conseguenti 1ucceuive promozioni tra gli appartenenti a uno JleIJo corso.
Uno schema di provvedimento che porta un'aggiunta alt'artirolo 12 del te.rio unico delle di!po1izioni l egiJ/ative riguardanti la co1tituzione e le attribuzioni dei corpi co1w1ltivi della regia Marina, approvate con regio decreto 27 luglio 1934, XII, numero 1469. Si include tra i membri 1Jraordinari del Comitato dei progetti delle na11i t'ufficiale ammiraglio che ha la carica di ilpettore- di allestimento.
Poi, 111 propo1ta del capo ·del Governo, ministro detl'Aerona11tica, il Consiglio dei minisJri approlitl uno schema di decreto che apporta emendamenti al regolame nto per la m:tvigazione aerea, approvato con regio decreto 11 gennaio 1925, III1 numero 356, nei rig11ardi dei brevetti aeronautici. Gli emendamenti al regolamento anzìdetlo hanno lo · .Ieopo di riformare il regime del brevelJo di pilota di veli11olo da turismo aereo, ai fini di una maggiore .ricurezza del volo. Si 1tabifisce co;ì che un pilota, ii quale abbia comeguito il brevetJo di pilota da turi.Imo aereo, non possa effeJJJJare il lrasporto di passeggeri 1e non dopo che.abbia wo/Jo ima certa attivitJ di volo. Al/'Ùopo vengono i stitNite· due diverse claJJi di brevelJo da Juriim o: la p_rima, che conferisce la facoltà di effeuuare voli da .rolo; e la seconda, che abilita al trasporto di passeggeri Per il conseguimento dell'uno o dell'altro brevetto sono stabilite prove di esami adeg11ate 11/ diverso carattere che es.ii rispettivamente presentano. ( + )
Infine, 111 proposta del capo del Governo, ministro delle Corpòrazioni, il Comiglio dei ministri ha approvato:
Uno ;chema di provvedimento relativo alle nuove aJlribuzioni dell'htituto internazionale per l'esportazione, che f1:I!Ume la denominazione di « /Jtituto nazionale fascista per gli scambi cqn l'e;tero ». L'alluale andamenJo dei Jraffici intemazionali ha determina/a 11na maggiore connessione fra i problemi della esportazione e quelli d ella importazione. L'una è diventata, in modo rempre pitì specifico e dire/lo, co ntropartita del-
l'a//r,t. Si è perlanlo ravvùt1Ja l'opportuniJà di estendere l'aJlività delt'JsJj 11110 i111enu1zionale per l'esportazione anche ai prodolli di impor/azione. A ciò è inleso il provvedimento 1opra indicato, che, pur comportando tm ampliamento delle funzi oni del/'Js1i11110, ne lascia imm11talt1. la natura giuridica e la struJ/ura nel quadro degli Enti che collaborano alla dipendenza dello SJalo per il comeguimenlo dei moi fini.
Un o schema di decreto relaJi vo alla riscossione dei moli dei conlrib11ti 1i~Jdacali per il tramite delle ricevitorie prOvin(iali. Con la/e provvedimento, la disposizione de!J'articolo 3 del regio decreto 20 dicembre 19341 X/ll, numero 2299, J11lla disciplina delle denunce e dei contrib11ti sindacali, con wi si fa càrico ai ricevito ri provinciali di riJCllolere dagli eia/lori i contributi obbligatori relativi all'anno 1935, XIII-XIV, e di efjelluare il versamento alle Associazioni sindacali, è estesa alla riuosJione dei conJributi degli_ anni preced~nti iscriui nei ruoli e co,uegnati agli esattori dopo il 1° gennaio d i q11eJt'anno. Il provvedimenJo è inleJo a perfezionare 11n conlrollo ed una diu-iplina nei versamenti da parie degli e1a/lori dei contributi riscoui, versamento che era prima /ano direttamente alle Associazioni 1indacali, che, dilfici!mente1 potevano operare i neceSJarJ controlli, e che oggi è fatto per il tramite dej ricevitori, i quali Jono responsabili nei confromi delle Associazioni. Il provvedimento, che è inquadrato nel siJtema dei controlli degli oneri p,,bblici cd è ispirato all'indirizzo di contenere sempre pùì !et misura dei co11trib11ti 1ù1dacali, ha effetto, come si è detto, per i soli r11oli wmegnati a/l'e1aJlore dopo il 1° gennaio di quesJ'aimo, ancorché i moli Jl(mi si riferìscano agli anni decor1i .
Uno ;chema di decreto per Id protezione t empo ran ea delle i11venzio11i ind111triali, modelli e dùegni di fabbrica relativi ad oggeJti che ftg11rera11110 alla se1ta Fiera del l evdlllc in Bari.
Uno schema di decl"eto per la protezione t emporanea d eJ/e invenzioni ind11striali, modelli e' diJegni di fabbrica relativi ad oggelli che ftg!treranno alla quinta Fiera nazio11ale de/l'artigianato in Firenze.
ALLA PRIMA RIUNIONE
DELLA CORPORAZIONE DEL MARE E DELL'ARIA*
li Duce riassume a q11e1to p1111to la"discussione ed afferma che t1gli equipaggi det/a Marina Mercantile è gùuto riconoscere il diritto ad 11n'i11dennità in caso, di -risoluzione del rapporto di lavoro. Esso,.per Id 11a/11ra
• A Roma, a palazzo Venezia, il pomeriggio del 23 febbraio 193), MussoJini p resiede fa prima riunfone della corporazione del mare e dell'aria. « Il Duce,
Jleu a della pre1/azione dei doveri di rappresentanza, della reJpom abilità per la nave e il ca rico che all'uffi ciale .sono affulati, per le f aliche ed i rischi della vita di mare, acq11ilta una particolare figura ed importanza, che 110n p,~ò eu ere comiderato soltanto alla Jtregua di rm comrme rap· porto di impiego . D opo di che, il Duce sottopon e alla corpo,·az;one la m ozione co11clUJivd che rispec chia i risulJati della disrnnione, che viene approvata.
RISCOSSA DEMOGRAFICA.... IN GERMANIA
Quand o, nel 1933, H itler i;iunse al potere, la situazione d emografica della Germa nia era catastrofica. L'urbanismo facev a strage e fa natalit à era diminuita a livelli insignifica nti. N ell'a nno 19 33 i òati vivi in G er· mania furono appena novccentocinqua1:1tasc imi1a, su una popolazione di sessantase i milio ni di abitanti circa, corrispondente a un tasso di natali tà del 14,7 per m ille, inferiore di ben quattro punt i a quello della Francia, Berlino aveva la fama perfettamente meritata. di essere la città più sterile del mondo. Venne iJ nazismo e impegnò la battaglia dernografica su tutta la lirica, veramente griindlich, come si dice sulla .Sprea, prima di t utto con una feroce opera di ripulimento morale, che non risparmiò nessuna delle manifestazioni tipiche dell'edonismo moderno, con u na esaltazion e della razza. numerosa e sana e con a,gevolazioni di ordi ne ma ter iale pe r i matrimoni e le fa mi,glie numerose.
I casi era no tre ; o l'appello hitleriano sarebbe caduto nel vuoto e noa avrebbe .arrestato la corsa al suicidio collettivo ; o l'avrebbe scmpl i· ccmcnte fe rmata; o, tcrz~ ipotesi, avrebbe risa lito la co rrente con u na rip resa de lla natalità. Questa ipotes i sembrava fa p iù d ifficile da verificarsi, salutato ad un vibrante "A noi! " J a parte di tutti i pcesenti, ha a perto la seduta cd ha posto in discussione il primo argomento iscritto all' ordine del g iorno : Razionalizzazio11e del naviglio da carù o m ondiale. L'on. Pala, viCC"p rcside nte della corporazione, ha fatt o. un'ampia esposizione dell'argomento. Hanno quindi preso la parola l'ori. Bo rriello, il q uale ha riferito sullo stato attuale delle trattat ive preparatorie della conferenza armatoriale di Londr a, ·il capitano Poletto, S E. Benni e l'on. Giannini. Il Duce ha riassunto la questionè. Dopo di che, la corporniione è passata ad esaminare il secondo argomento iscritto all'o rdi ne del giorno: E.rame d elr applfr abili1à o meM d ella l egge u,/l'impi ego p,ivnto wei , apporl i tra proprietad di navi, ro manda1tti t d uffid{Ni d i bord o. Dopo una 50m· maria esposizione dei tennini della questione fatta dal vicepreside11te on Pal a, hanno preso la parola il cap itano Poletto, Becchi, Penuto, Bagnoli, on. Lembo, on , Cao » Indi il Presidente del Consig lio fa Je· dichiarazioni qui riportate in rim unto. (D:1, Il Popolo d'Italia, N . 48, 24 febbraio 1935, XXII) .
almeno d ai precedenti storici e da q uelli contemporanei (vedi Italia), ma è l'ipotesi che si è invece verificata in pieno 'e con un balzo inatteso, che deve avere superato le stesse più . ottimistiche aspettative socialnazio• nali. Questa prima vittoria demografica è infinitamente più ìmpùrtante del ritorno della Saar, contemplato dai. trattati.
Abbiamo sott'occhio i dati dd 1934, che sono stati comunicati" al nostro Istituto centrale di statistica dalrU ffic io centrale di statistica del Reich. I matrimoni, che nel 1933 furono 630.826, sono passati nel 1934 a 740.000 circa.
f nati vivi, che furono 956.915 nel ' 1933, sono saliti a ben 1.170 000, portando il cocfficcntc da 14,7 per mille a 17,7 per mille. I morti sono diminu.iti da: 730.000 circa (1933) a. 720.000 nel 1934.
L'eccedenza dei nati, che fu. di 226.000 nel 1933, si è semplicemente raJdopp iata, salendo a 4 50.000 nel 1934.
I risultati favorc:vo li della battaglfa demografica hitleriana sono evi. denti. Non si può contestarli. Che: questo sviluppo continui anche negli anni fu.turi è da vedere, ma niente fa supporre il contra rì9. Il fatto è che la nazione tedesca ha risposto all'ap pello. Sono aumentati i matrimoni e le nascite, sono ·diminuite le mo rti. Particolarmente significativi sarebbero a questo punto i confronti coi nove anni di battaglia demografica fascista.
Le conseguenze di questa forti ssima. ripresa della natalità germanica sono evidenti; Col ritorno deJla &tar e l'aumento naturale della pop olazio ne verificatosi nel 1934, Ja G ermania si avvicina ai sessantotto milioni di .abitanti. ln quattro anni arriverà ai settanta milioni, a nche mante ne ndo soltanto l'attuale coefficente d i natalità. Prima ancora del 195 0 avrà ottanta milioni nei suoi confini attuali. Questa massa formida bile premerà a tutte le frontiere ed eserciterà un' ?-ttrazione sempre più intensa sulle frazioni german ìche l im itrofe ( è la legge fisica della ma ssa) . Non vogliamo attardarci in previsioni, che del resto sono abbastanza scmpliCl e logiche. Per oggi ci limìtiamo a sottolineare questa riscossa demografica della Germania, riscossa che il regime nazista può registrare- con giustifiéato orgoglio, perché dimostra la ·sanità della razza1 l'esistenza d i forze profonde che aspettavano soltan to di essere evocate, p erché certifica che la Germania non vuole morire per estinzione volontaria come le sordide veccl1 iaie dell'Occidente, ma crede n el Suo futuro.
Le cifre di cui sopra vanno segnalate e seriamente, molto seriamente, meditate.
Da Il P~polo d' Italia, N . 49, 26 febbraio 1935, XXII ( w 1),
LA SITIJAZIONE POLITICO-MILITARE DELLA NAZIONE*
lJ Duce, d opo aver e1preIJo ·ii s110 compiacimento per i rimirati rag· giunti, ha iilmlra/o la 1i111azi one polilico-mi/iJare ed ha cont/1110 confermando Ja ma piena certezza per qtl{lllfo concem e la preparazione tecnica e 1piri1uale de/l'Eurcilo
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE**
Mi onoro di presentare alla Camera i seguenti disegni di legge:
conversione in legge del regio d ecreto legge 25 febbraio 1935, XI II , numero 163, concernente l':;immissione dei mutilati ed invalid i di guerra ai pubblici concorsi;
conversione in legge d el r egio d ecreto legge 28 febbraio 1935, XIII, numero 161, ch e porta un'aggiunta all'articolo 1 2 del testo unièo delle disposizioni legislative riguardanti la costituzione e le attribuzioni dei Corpi consultivi della regia Marina; , conversione in legge del regio decreto legge 28 febbraio 1935, XIII, numero 162, che autorizza a nominare in soprannumero guardiamarina, sottotenenti del g enio navale e sottotenenti delle a rmi nava li; protezione dei punti trigonometrici, d ei capisaldi di livellazione, de i punti di ri ferimento ma rittimo, g ravimetr ici e della rete d i art ig lie ria .
• Prova de lla risolu2.ione già presa da Mussolini di agire a fondo in Etiopia, era st.1t.1 una s ua lette ra del 26 febbraio 193~ a D e Bono ( 2n) L' S m:irw, aveva scritto ancora :il p;enerale ( 275). Il 14 marxo, alle 12, a Roma, a pa lazw Venexia, jn occasione della riunione condusi va delle grandi ercitazioni coi q ua· dri, svoltes i, nei giorni precedenti, presso il Comando del Corpo di Stato Maggiore, tiene r:ippo rto ai comandanti di g randi unità. « Il sottosegreta rio alla Guerra, d opo aver p resentato al Duce ufficiali generali e Stati M a.i;giori, ha esposto le Jirettive di l:ivoro per l'esame dei problemi mi litari che l'esercitazione si pr~po· neva, Il sou ocapo di Stato Maggiore Jell'Esercito ha riassunto le varie situazioni di ma novra ed ha concluso con u n rapido esame circa la realizzazione degl i studi compiuti». Indi i l capo d el Governo pronuncia le parole qui ripor tate in riassunto. (Dal! Po/10/0 d'Italia, N . 64, 15 m:i rzo 193S, XXII).
u Parole pronunciate alla Camera dei deputati, . nella torna ta del 14 marzo 1935 (ore 16·18.40). (Dagli Atti del Parlam ent o italiano. Camera d ei dep111dti. Diu11rsio11i. Ugisltllura XXIX. Sessione 1934·'3j, V olume l: dal 28 <1pril1 1934 al 29 mano J93J - Roma, Tipografia J ell:i Camera dei deputati, 1935, p agg 958 ,9 59).
ALLA PRIMA RIUNIONE DELLA CORPORAZIONE DELLA CARTA E
DELLA STAMPA*
Il Duce ha riaJJ11 n/o l'ampia ed interessante dùcmsione i 11terv en111a, mellendo i11 rilievo almni at111ali mpetti econ omici dell'arle grafica e ponendo in evidenza il particolare grado di capacità richie1to agli operai
· grafici dalla naJ11ra 1te1sa de/la loro prestazione. ·
Egli ha ugnalato l'op porflmilà che an che neli'industrùt grafica i_rapporti economfri pouano essere esaminali da comitali corpor11/ivi, composti di datori di lavoro e di lavora/ori, .ed ha conferma/o la direlliva che con sollecitudine poua essere regolata la quntione del numero degli operai apprendisti addeJ!i alle i11d1111rìe grafiche, quella delle categorie nelle quali eJJi 1itmo rite,wti nueJJarJ, e quella dei periodi di durala dell'a pprendiuato,
DOPO LE COMMEMORAZIONI**
Il Governo si associa alle nobili parole di rimpianto che in · memo ria d ei senatori scomparsi sono state p ronunciate dall'illust re Presidente di q uesta Asse mblea, '
• Il 9 ma r20 193.5, in cont r:isto con le no rme d i Vers:ii lles , l:i Germani:1 .1veva. a nnunciato la r icost it02io ne del l'avi.uione militare JI 16 m:1 r20, con J:a motiva2ione che Francia ed Jng hi lteu.1 :1vev:ino impostato pi:ini di riarmo, il Rekh annuncià il ristabilimento della coscri 2ionc- obbligatoria e la ricost it w.ione d ell'esercito permanente (336) . Lo stesso 16 marzo, dalle 16 alle 17.30 , a Roma, a pala220 Venezia, Mussoli ni presiede la p rima riunione d ella corporazione d ella carta e della st:impa. « Il Duce, salutato da un vibrante ·· A noi 1" da parte d ei p resenti, I1a· aperto la seduta ed ha posto in discussione ratgomento iscritto a ll'o rdine Jel giorno, relat ivo a lla d iscip lina dei rapporti economici attinenti alle industrie g rafiche Hanno preso la parola Moneta, Michcli, Font.anelli, Ricci, Masera, Cargnelutt i, Farina, Gni , Eliseo ». Indi il Presidente del Consiglio fa le dichi:irnioni qui riportate in riassunto. (Da li Popolo d'Itali11, N . 6G, 17 m:llZO 191 '.S, XXTJ)
0 Par ole pronunciate a l Senato, ne ll a tornata del 18 marzo 1935 (ore ·1617.30), dopo le commemorazioni d i a ku ni senatori scomparsi fatte dal senatore Luigi Ftderzoni, Presidente dell'Assemble2 (Dagli Alli Jur,r/t1mtntari dtlla Camtra dri unal(,ri. Diwmio11i. Ltgi1latllra XXIX , za. S t11io 11e. Volumt I : d al 28 ap ri le 1934 al 31 m:1ggio 193' - Roma, Tipografia del Sen:ito, 193.5, pag ~01)
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE*
Ho l'onore Ji presentare al Senato i seguenti disegni di legge: ampliamento della circoscrizione territoriale del comune di C isternino, in provinci a di Brindisi; conversione in legge del regio decreto legge 5 mar20 1935, numero 184, concernente la nuova disciplina giuridica dell'esercizio delle professioni sanitarie.
SEDICESIMO ANNUALE DEI FASCI**
Camicie nere!
Questa d'oggi è una data fondamenta le nella storia italiana e come tale sarà ricordata nei secoli che ve rranno
Solo due O tre volte in un anno ci è concesso di guardare al passato, perché nel nostro animo è una forza che ci spinge verso il futuro , Eravamo allora manipòlo, oggi siamo una moltitudine.
!'-fa è importa nte di stabilire che la moltitudine ha lo stesso spirito fatto di audacia e di decisiOne çstinata del primo manipùlO, In un clima politico nebuloso ed incerto come il cielo di questa giornata, l'Ita lia offre al mondo uno spelt:icolo di calma, perché oggi l'Jtalia è forte e nello spirito e nelle armi.
Voglio dire a mezzo vostro a tutto il popolo italiano che nessun evento ci coglierà impreparati a fronteggiarlo.
Questi dat i di fatto ci permettono di guardare con occhio fermo e tranquillo i c6mpiti del futuro n on tanto lontano e che sarà nostro. Por• t ate nei vo stri cuori questa suprema ce rtezza e fatene un'arma per la vostra incoercibile volontà.
Siamo pronti a qualunque c6mpito che ci sia posto innanzi dal dest ino e se sarà necessario rovesceremo con impeto irrefrenabile tutt i gli ostacoli che fossero sul nostro cammino.
I milioni di baionette portate dal popolo delJe·camicie nere accampa-
• Parole pron unciate al Senato, nella tornata del 18 marzo 1935. (Dagli /Ùti parlam entari d ella Camira dei senatOf'i. Di;r/mioni. Leghlat11ra dt. SeJSione rii. Vo lume I, pag. 533). ·
0 Discorso pronunciato a Roma, dal balcone cen1ra[e d i palazzo ·Venezia, il 23 mu:zo 1935, verso le 11. (Da Il Popolo d'l1alia, N. 72, 24 ma rzo 19}5, XXII}
gw.no il nostro sincero desiderio dì co!J~borazione europea, Cosl si p resenta nel sedicesimo annuale dei Fasci questa magnifica Italia del littorio romano e fascista, LE
DIRETTIVE ALLA NUOVA CONSULTA DELL'URBE*
Il Duce, prendendo atJo di tali dichiarazioni1 rileva l'imporl,mza parlico/4.f'e della conmlta di R oma, rh e, collaborando all1ammi11i1t razione drlla c11pitale, ha 1111a fnnzio n r d 'o rdine non solo municipale, ma n.tzionale. In rapida ed efficace 1intesi, egli ill1~stra il quadro vasto e complesso del lavoro che c'è .da compiere i11 111tti i Jet/ori, da que[!o dell' edilizia popolare a quello delle com1micazioni1 dei servizì, del pia110 regolatore, d tltauetto sco/aslfro.
Tutto quello che si attiene alla cap.itale - ha egli soggiunto - hEl u n e norme inte resse per lo Stato, in ispecie quando la capi tale si chiama Roma.
Per quello che riguarda la formPZ io ne della n11ova com11/Ja, i l D uce pone in rilievo il significato della preunza di tma domw n ella com11l!a s/ess".
In uno Stato ordinato - egli dice ....,_ secondo le capacità produttive dei cittadini, è giusto che la -donna veda riconosciuta la sua missione di lavoratrice e· di educatrice.
• Durante !::i seconda decade Jj m:mo del 19 )), a sud ddl'Uebi Scebd i, si era verificata una r:m:ia abissina gi J:mni di nostri ~oldati (3~6). la notte da l 23 al 24 marzo, al confine eritreo, tta avvenuto un altro incidente t ra L'Ita lia e l'Etiopia (337) Il 28 mano, con d ecreti in corso di firma, u proposta del · capo del Governo, ministro delle Forze Arm:it e, Sua Maestà Vittorio Emanuele lii ave va nominato il generale Emilio De Bono comandante dì tutte le truppe dd1' Africa Orientale, il generale Mekhi11dc Gabba capo di Stato Maggiore, il generale Fe rdinando Cassa sottocapo di Stato Maggiore, il generale FiJenzio · Dall'Ora intendente, il generale Alessandro Pirzio Biroli comandante del ·Corpo d 'Armata indigeno. Il 29 m.ar.zo, Mussolini teleg rafa alcune istruzioni :i. D~ Bono (29 1). lo stesso 29 marzo, a Roma, 3 palazzo Venezill, 1iceve il governa tore ed i nuovi consultori dell'Urbe « [I governatore, interpretando i sentiml'flti de i nuo, ·i consultori, ha attestato al Duce la volOfltà dei camerati designati dal Fascio di combattimento e dalle Associazioni sindacali dell'Urbe, Ji far sì che l'ammi nistra• zione si a in tutto aderente ai nuovi org3ni. ct ~ati dal r egime nell'ordine politico. economico e sociale, e alle direttive del Capo». Indi il Presidente del Consiglio p ronunri:i il discorso c:iui riportato in riassunto. (Da li Popolo J'!talia, Nn. 7 5, 77, 29, ~O marzo ~935, XXII).
Conclude invitando il governatore e la (o ns11/ta a lavorare con impegno pet dare af/a (apitale un "auel/o !empre più ri spondente alla JUa tradizione e alla n eauità dei tempi n11ovi.
361' RIUNIONE DEL · coNSIGLIO DEI MINISTRI•
S11 proposta del capo del Governo, primo minirtro, ugretario di Staio, allo 1ropo di conferire alle forze aeree dell'Eritrea e della Somalia 11n ordinamen/0 meglio rùpondente alfe odierne nigenze organiche, tecniche e dì impieg o, il Consiglio dei ministri ha approvato uno JChema di decreto legge per la ùtituzione di un Comando di aeronautita dell'A frica Orientale, alle cui dipendenze sono riunite le forze aeree de//'Erilrea e della Somalia. li d ecreto legge è i111e10 a dare unità di comando ,1; reparti e ai servizJ d elle JT1ddetie col onie. li nnovo ordinamento non comporta oneri finanziar] ,n,:tggiori di quelli necessari per l'effì.enza alluale prevista per le aviazioni delle due Colonie.
Jndi, umpre m propo1t,1 del capo del Governo, primo m inistro, u~ grelario di Staio, il Comiglio dei minùtri ha app rotiato:
Uno schema di decreto_ legge inteso a regolare il trai/amen/o eco110mico del per10nale _di ruolo e avventizio dello Sraio e d egli Enti pubblici richiamati alle armi per mobilitazione, Con tale provvedimento 1i di1pone :
A) Il trai/amento economico del pet"sonale sJalale di m olo è per i primi du e mesi goduto all'auo del richiamo e po1teriormenle quello più f avorevole fra il tra/lamento civile e quello militare.
B) Ai Jdlariati di molo viene corrispo1ta l' evenluale eccedenza f ra le compeJenze ,i11ili e le pttghe mi/iJari. Tenuto conto de/lo 1tato di famiglia degli intereJJdli e pei salariati non di ruolo il trdlJam ento 11iene rego ldto . in conf ormità dì quello che ve rrà Ilflbilito dalle organizzazio,ii 1ù1dacali
C) J/ rfrhiamo alle armi del penonale non di ruolo· ( avventiz'i, col· timisti, dimnisti) non prod11ce i nterruzione del rapporto di impiego e di lavoro, e la 1011i111iione di dello perwnale, ove neceuaria, viene limitata . al periodo di perma11enza alle armi dei richiamali.
D) /Jentico trattamento viene wato a fav ore dei -volonJari, pmché J'arruoiam_enJo abbia luog o col comemo de/l'amminfrtrazione, · li decre/o legge regola, inoltre, la posizione dei richiam.11i alle armi roncorrenti a pubblici co ncorJi, 1tabilendo che i richiamali ,be abbiano superato le prove seri/le cJ.ei co ncorsi per pubblici impieghi e quelli che non abbiano pot11to 1os1enerle, siano ammeui, riJpe11i11ament e, alle prov e
"' Tenutasi il.30 m:mo 1935 ( ore 10,13 .30) (Da li Popolo d' l Mfi<1, N . 78, 3 1 . mar.zo 19n, XXIII.
orali, ovvero a quelle JcriJ/e ed orali del primo concorJO Ùfdello nello .stesso ruolo poiteriormente al loro congedamento. li comple110 delle disposizioni JII accennale è esteso al personale degli Enti local i e p.trastatttli .
Uno uhema di 4isegno di legge relati vo alla conceuione di anticipazioni a favore d ella prod11zio11e cinematografica nazionale T ale pro vvedimento provvede alla co1tit11zione di un fondo per fa r luogo ad antiripazionì a ff:lvore della produzione cinematografira nazionale, al fine di ddr modo ai migliori produttori di .Ivolgere /11 loro attiviJà con maggiore continuità, per ot/enere un n umero di pellicole più riJpondente ai bisogni del mercato, Detto fondo, che sarà ; /anzia t o nel bHanrio del ministero delle Finanze, è fwato nella mùura non superiore a l ire dieci nÌilioni annui, per cinque eurdzJ Jina11zù1ri, a parJire dall'esercizio 1935 -'36. Si stabiliscono, inoltre, le necessarie caflfele perché il rischio d elle anticipazioni venga rido/lo al minimo, sià col far contribuire alla g aranzia i p roventi di cu; al regio decreJo l egge ) . ollobre 1933, X l , sia col demandare al so//ougrelariat~ per la S1ampa e la Propaganda ampi poteri di indagine s1dla comùt enza fi11a11zia,.;a e wll' amminùtrazione dei prod1111oi-i aspiranli al beneficio d ella anticipazio11e.
Uno JChema di decreJo portante modificazioni all'ordinamento del Comitato per le pemioni prvilegiate ordinarie. Con la/e provvedimento il n11mero d ei componenti d el C omi/alo viene, opporltmamenle, au mentalo, così da consentire che ii Com_ilal o steuo, funzionando SII d11e sezioni, pro vveda, con la neceSJaria sollecitudine, sulle numerose domande di pensioni privilegiate ordinarie e di assegni privilegiati che vengono soll op os!J
"' s110 erame.
Uno schema di decreto l egge co n il quale, al fine di fealiz ZtJ re l'tmilà di indirizzo e di organizZftzione i ndùpem abile per dare rm nuovo i mp,,lso alle arti sceniche e agevolame la rinascita , vien e istitt,it o, presso il JOIIO· segretarit:t o per la Stampa e p er la Propaganda, 11n hpenorato del teat ro , quale organo centrale di roordinamenlo e di dùciplina dei/e va rie allività teatrali e musicali della nazione Per il raggiungimento d egli aae1111ati JCopi, il decreto l egge prevede, fra l'a/Jro, la devo l11z i o11e al so/Joseg ,-etariaJo mddelJo delle atJribuzioni speJhmti t1 i mù1isteri d ell'lnJemo, d elle Corporazioni e dell'Ed11cazio11e nazionale in materia di cem11ra teatrale, di vigilanza governativa e di provvidenze ad ogni forma d'alliviJà Jeatraie e m micale, 11011ché il Jra1ferime11to alla dipendenza del 101/osegretarit'lto Jteuo de/fa Dùcoteca di Staio.
Poi, il Consiglio dei mi11iJtri ha, su propoJla del capo del Governo, ministro degli Affari E!teri, approvalo i segt1enti prov11edimmti:
Uno schema di decrelo per d are esemzio11e alt'aaordo regionale concemenJe i fadio fari mariJJimi, stip11la10 fra l ' Italia ed a/Jri Stat i in Bordeaux il 28 ap rile 1934, X li .
Uno uhtma di decreto legge per dare eseclizione ai dlie protocolli di Roma del 7 l11glio 1934, XII, concernenti i libri ferro viari della C.ompagnia ferroviaria Dan11bi o-Sava•Adriatico {«Siidbahn »).
Uno schema di d ecreto legg e che app rova l'accordo tra l'Italia e la Francia in data 24 marzo 1935, XIII, che modifica la convenzione Ira i d!le Stati ml/e .refe e seJerie d el 26 g ennaio 1927, V
Uno schema di decreto legge che ap pro va l'accordo fra l'Italia e l'Austria in data 25 marzo 1935, XIII, che modifica il Jrallato di commercio e di navigazione tra i due Stati d el 28 aprile 1923, I.
Uno schema di decreto che modifict; la compo1izione della comm ùsione esaminatrice per i ·concof!i alla , arriera diplomatica-comolare.
S11uusivamente, sono Jtati approvati dal Comiglio dei ministri, SII propo11a del capo del Gov erno, mi nistro dell'Interno :
Uno ichema di decreto legge legislativo conc,emente l'i!tiJuzione d e/Ja pro vù1cù1 di Asti. Si è riconosciuta l'oppo rtunità di ricostituire l'antica provincia di A1ti, che era stata soppressa in dip endntza d ell'ord ina m ento comunale e provinciale, pre vÌito d alla l egge 2 3 olt obre .J859, nnmero 3702, LA città capoluogo1 che vanta nobiliJJime Jradizioni1 che /11 ci/là romana, lihera t'ep11bblica nel medio evo e, Jin dal secolo XV, compresa tra i domini più ìmportanJi d i Casa Sa voia, ha, oggi, acquiJJalo J{'eciale importanza, con 11n rilevanliJJimo Jviluppo economica, edilizio e demografico. Su di eua gravita un eiJeio, po poloso territorio, che dal/'agricoltura e particolarmente dafl'indusJria vinicola, trae' notevoli pro;peri tà. lA rirco;crizione della isJituenda provi ncia comprenderà il territorio d el· l'ex-circondario di Asti, nonché" i ;eguenli co muni: Bruno1 B11bbio, Calam andrana, Cafliano1 Caserzo, Cassimuco, CaJtagn ole Monferrat o, Ca1tel Boglione, CasJel/etJo Molina, CasJe/Jo di Annone, CMteln11o vo Be/bo, Castelzocchero, Cerro Tanaro, Cessol e, Cortiglione, C1mico, Font anile, Grana, Grazzano Monferrato, l nciJa Cavaccino, Loazzolo, M aranzana, Mombaldone, M ombar11zzo, Mona1tero Bo rmida, Moncal vo, M ontabole, Mo11temag110, M antiglio, Nizza M onf erralo , Olmo G en1ile1 Pona ng e, Quaranli, Refrancore, Roccaverana, R occhella Palafoa1 San Giorgio Scarampi, Scandohtzia, Serole, Seuame, Tonco , Vaglie, Serra, Vosimo e V iarigi. La nuova pro11incia, pertanto, 1arà costit!lila da centoquattro comuni e "vrà un'estensione di e/lari 150.274 e ,m a popolazione compleJJiva d i 253.344 abitanti; venendo, q11indi1 ad occupare, fra le provimie del Regn o, /'01ta11tatree1imo po1to per wperftcie ed il ;essantanovesimo per popolazione. La provincia di A sti comincerà a f unzionare dal 15 aprile.
Un disegno di legge ruanle m odificazion i t:JII{ norme per la composi·
zion e e /è allribuzioni del Comiglio per gli 'a rchivi del Regno . Il provvedimento è giustificato dalla nuessità di e/are al prede/l o orgtmo 1m auetto
più corrfrponde,nte ai nTJovi regolamenti del regime fas,iJJa nel (ampo ml· 111rale e politico. .
Uno schema di decreto con cui, in virlù della delega legisla1i1h:1 aaor• da/a dalla legge 29 gennaio 1934, Xli, numero 177, sulla costituzione del com11ne di T elese in provincia di Benevento1 si determina la cirroffrizione l erriloria/e del comune steno.
In seguito, il capo del Governo, ministro delle Colonie, ha sottoposln al Comiglio dei ministri, che ha apprtJvato, i seguenJi provvedimenti:
Un o IChema di decreto che approva la vendita, a scopo agricolo, di area demaniale in T1'ip oli.
Uno JChema di decreto che m odifica il /l'attamento doganale in Libia d elle bibiJe a base di liquore. Per venire imonlfo alle richieste de/l'induslria nazionale, viene at1rib11ito, alle bibite fabbrica/e in Italia a bt1Je di liquore e con lieve gradazione alcoolica1 conlen11/e in bolliglielle non superiori al decilitro, un tral!t1men/o doganale di favore per l' i mportazione ;,, Libit1,
Uno schema di decret o che concede facoltà al governatore della Libia di Jospende re i procedimenti penali e l'esewzione delle untenze. Col 31 dicembre 1934, XIII, è scaduta l'eccezionale facol1tì conferita di governatore della Libia con il regio d ecreto 4 maggio 1934 , Xli, numero 787, di disporre, nei confronti dei cittadini libici e per quahmq fle
· reato commesso, la sospemione dei procedimenti e la esernzione delle .sentenze già pron11rtzia1e a loro carico. Atteso lo scopo del provvedimento, che è q11ello soprattlltto di fa vorire il ritorno nella Colonia dei fuomHili, 11engono prorogaJe di un anno le facoltà suddette.
Uno uhema di decreto riguardant e l'iitituzione del Tribunale per i minorenni in Tripoli e Bt11ga1i. Con tale provvedime11Jo vengono estese alla libia, con i necessari Jrallamenti d eterminali dalle partico!tJTi esigenze locali, le norme del regio deaelo legge 20 luglio 1934, Xli, 1mmero 1404, che i stit11isce nel Regno i Tribunali dei min'orenni
Un o schema di decreto che modifica la mimra dei dirilli di cerJificaJo , s,mitario marillimo per l'espo rtazione dalla Eritrea delle pelli bovin e. ]I progello è Ù?leso a diminuire il prezzo di costo delle anzidelte pelli per facilitare la vendita nei memtli eJ/eri, ·
Uno Jchema di decreto che a1Jmenttt in lieve misflrtr l'aliqNola dell'imJ1osla mi fabbricati in Eri/rea, in comiderazione che è 111/lora in vigore in della Colonia /'a!iq1101a fissata nel 1891, qmmdo cioè le condizioni economiche dell'Eritrea m:mo 'assai diverse da q11elle odierne.
Uno J(hema di decreto che autorizza l'em inione di .speciali fran cobolli commemora/ivi della visfta di S11a M aestlt JI re nella Somalia.
Uno !Chema di decreto per la fu.sione df!l!a Cassa di ,Rùpannio della Tripolitania con quella della Cirmaica. Con l'unificazione d elle due Colo-
nie libiche Ji.è manife;Jata la neceuità di addivenite alla fusi one delle due Cane di R.ùpMmio d ella Tripolitania e della Cirenaica1 per meglio armonizzame Fazione e rendere que11a piti efficace per la valorizzazione d elle CoJon;e steue. li provvedimento consentirà, inoilre, di realizzare economie e darà la pouibilità di nplicare un maggiore controllo sult'allivilà d el· 11 /;tituto da parte d el Governo d ella Libia.
Un disegno di legg~ per la riduzione del lana sulle obbligazioni rig11ardanli l'eu rcizio del creditofo11diario agrario, li provvedimenlo è analogo a quello emeIJo nel Regno con regio decreto legge 18 se//embre 1934, m,mero 1436, per le cartelle di credito fondiario e ;i riferiJ ce al tauo delle obbligazioni emeue dalla Caua di Rùparmio della Tripoliltmia, allo uopo di aumentare le proprie di;ponibilità palrimoniali per l'eJercizio nella Colonia del credito agfario e fondiario agrario.
Uno ;chema di decreto per la ftoione dei regi corpi di Jruppe coloniali della TripoliJania e Cirenaica in 1111 regio corpo truppe coloniali d ella Libia. li provvedime11Jo è reso 11ecenario dal nuovo ordinam ento della li· bia, in baJe al quale sono ;tali unificati i du~ G overni della Tripolitania e Cirenaica. ( + ) ·
Il Comiglio dei minùtri ha approvato poi, SII proposta del capo del Governo, minùJro della Guerra:
UnQ schema di dfregno di legge che determina i ca;i in mi gli obbligati all1ù1ruzione pre militare e poJJmililare sono a;;oggeJJati alla leggi! penale mi/ilare ed di/a giurisdizione militare. L'articolo 8 della legg e 31 dicembre 1934, XIII, m11nero 21501 ;tabi/ùce che il ciJJadino ù critto nelle /iJte di leva e valido alle drmi diventa soldato all'aJJQ della leva fa JCÌfJa, che ha l11og o al co mpimenJo del dicioJJe;imo anno di elà. L'anzidetJo pro vved_imenlo d eJermina i caJi e le modalità con mi deJJi ;oldali vengono auoggettati alla legge penale militare ed ai/a gi11riidizione militare nel periodo che intercorre fra il diciolJ eJimo anno di età e la chiamata atle ,irmi, e1Jendendo t ali ;anziani anche agli obbligati al/'ù t rt1zio11e po;Jmil itare. Crùeri f o ndamentali Jono:
,
a) obbligo di rù pondere alle periodiche chiamate, comminando, in caso di inadempienza, sanzioni di carattere contravvenzionale ed anch e la pena del carcere militare per i casi più gravi;
b) obbligo per i g enitori, J11Jori1 direJJori e preiidi d'J;tiluti e di collegi di non oJJacolare la presentazione del premi/iJare·afl'ùlruzione, sotto pena di ammenda,·
e) adozione .del/'iIJituto del decreJO penale per conseguire la rapida decùione dei procedimenli per le contravvenzioni suaccennate,·
d) aJJoggeJ/amento alla legge penale militare degli obbligali all'ùtru. zione premilitare e po;lmilitare limilalamenle al periodo in cui il ser vizio effe11ivame11Je i i preJla ed avrebbe ,do vuto eIJere pre;Jato;
e) subordinazione del procedimento penale alla richiesta del Coi!Jando milit,ue competente per reati meno gravi.
Uno schema di disegno di legge concernenle il riacq11iJJo della capacità militare perduta a seguito di condanna; l'impiego dei conda,mali i11cor1i nella incap:2cità militare; e l'istruzione di reparti militari spe<ial i. Il p l'ovvedhJiento è inléJO 1oprat11mo a comenlire, ùuit:me al riacq11iJto della "capacità militare, perdflta a ug11ito d i condanna penale, in rnnseguenza del principio afferma/o dall'artic olo 1 della legge 31 dicembre 1934, Xlii, numero 2150, mlt'iJlrmione premilitare, per mi le f1mzio11i di cittadino e di soldato sono _in.scindibili nello S tat o fascista, In particol,ire il p,:ovvedim enl o propo1to prevede:
a) l'eJtensione degli efjeJJi d ell' t1nmiJJia ne/l'indulto e nella grnia ai fini della cenazione dell'imapeuità militare e della reinJegrllzione del g rado perd1110; ·
b) la p oJJibilità di eJlemioue, a J oma11da1 della riabilitazi911e ol/enuta a n orma della legge p enale co1111me alle penali acceJJorie militari ed a ogni altro effetto penale militare della ronda1111a;
e) la poJJibilità della reintegrazione nel grado da parie d el m ilitare ,ùbilitato; rei nteg razione ,he, però, 11 0 11 produce di diritto la riammùJion e in Jervizio;
d) fa mhordi11azio11e del riarq11ùto a J111ti gli effetti delle dù1i11zio11i al valore militare ed onorifich e di g11erra alla riabilitazione militare.
Uno Jchema di dùegno di legge rhe detta norme integrr1/ive della legge 1° giug'no 1931, IX, numero 666, JIII regime giuridiro delle proprietà nelle zone militarme11le importanti. Col provvedimento i11 parola si Jtabi liJce che lii/li i tra1ferime11ti di pro prietà degli immObili Jituali nelle zone di confin e terrestre :riano souoposte all'approvazione pri:venli va dell 'a11torità prefeflizia.
Uno frhema di d erret o che app,-ova i l regole1me11to per l a diJJribuz ione delle llldHhere a111igdI. li provvedimell/o p,-eciJ,1:
a) q11ali 10110 gli Enti che dele rmilumo l a gradualità d i acquùl o delle m aschere;
b) la modalità per le rhhiesJe di acqflislo, da rivo/geni dai miniÌ!eri di s ervizio chimico militare e da t111Ji gli altri EnJi all'Unione 11flZÌ011ale proiezione antiaerea;
e) quali sono i perso1Mli deg li J/abilimenti, - aziende ed i1Jdmtrie rni deve farsi obbligo, in 1m primo temp o, di euere mflniti di maschere;
d) q 11ali sono gli organi rùpet1ivi preposti al rontrollo p er Id provvista, l a ,omervazione e la manutenzione delle ma1chere,·
e) le modalità per "1 lrtmniJJi one all'autorità giudiziaria delle d enunce tU fi ni de/l'applicazione dell'ilmmenda.
Uno I(hema di diieg no di legge che apporta modifi,azioni alla legge
11 marzo 1926, IV, n11me ro 395, concernente la costiJt,zione della Ctua mii/tare di SJJa Altezza Reale il principe ereditario, nel sem o di so1tituire aJ/a denominazion e d~/la carica di primo aintanle di campo di Sua Altezza Reale il principe di Piemonte quella di primo aiutan!e di campo generale de//1a11g11sto principe.
Uno uhema di disegno di legge che determiJJa la misura della re,,dita lorda da sotloporre a vincolo dotale. per i capitaJJi del regio Esercito con trat/amen/o economico 'di primo capitano. Con tale provvedimento la rell· dita lorda da solloporre a vincolo dotale per i capitani del regio Esercito, che, avendo parJecipato alla guerra 1915-'18 ed avendo prestato dùiasselle anni di servizio da ufficiale, hanno diritto al tratta,Ì1 enlo economico d i primo capitano, viene 1tabilita in cifra eg11ale a q11ella fiuata per i primi capitani.
Uno schema di disegno di legge che reca norme JJdla dipendenza ed auribuzione dei generali di Divisione dei reali carabinieri addetti al Comando generale d ell'arma. Ai due generali di Divùione dei carabinieri reali 10110 attribuile 11g11ali funzioni p er quanto rigua rda la diuipli11a, /'avanzamento, la form11/azio11e delle note carallerùtiche e l'ordinaria amminiJtrazione entro la circo1crizione ,:d eJJi <t1Jeg11ata dal comandanJe ge• nera/e dell'arma. 1A c11rica di comandante in 1econda dell'arma 1/eJJd è affidala al generale di Divisione dei carabinieri reali pùì anziano.
S11cceJJivamenle, dt1! Consiglio dei ministri sono ,tali approvat i, SII proposla del capo del Go verno, miniJtro per la Marina, i ug11enri provvedimenti:
Uno schema di /erto ttnico de,lfe disposizioni legislative riguardanti i primi lenenti di vascello ed i primi capitani dei corpi militari della ,·egia Marina. Si riprod11co110, in maJJima, le dùpo1izio11i vigenti. Si 1/abilisce, però, che la qualifica di prhno tenente di vaue/lo e di primo capitano 1petta 10/0 al compimento di dodici a11ni di grado e 1i eJtende tale qualifica agli 11fficiali del corpo reali eqffipaggi marittimi
U110 JChemd di disegno di legge che auto rizza, entro determinaJ(/imiti, t1d eseguire i contratti per lavori di riparazione 1Jrgen1i al regio naviglio prima del perfezionamento amminiJtrativo dei relativi contralti. IJ provvedimento è impo1to dalla natura Jteua degli accennati lt1vori, i quali 11011 comentono rinvl od interruzioni.
Uno schema di disegno di legge che 1tabilùce i 1111ovi organici degli 11/ficiali dei corpi militari della regia Marina. Tale provvedimemo è intimamente collegato colle provvidenze adottale dal Governo fascista nei riguardi del regio naviglio e tende ad adeguare gradualmente il numero degli ufficiali della regia M11rina alle nuove esigenze derivanti dal potenziamento della ffoJta.
Uno Hhema di diugno di legge circa l'avanzament o degli. ufficiali dei
corpi militari d ella regia Marù1a. S' istiJ11iscono il ruolo dei« Comandi navali>> e q11elio dei « Comandi mariuimi » per gli ufficiali del corpo d i Slat o M aggiore e quello delle « Direzioni e dei Jel'lliz1 » per gli 11ff~iaii del corpo del genio naz;ale e ii de1ta110 le norme p er l'avanzamento .degli 11fficiali dei predetti ruoli, fiu andone le rispenive attrib11zioni. Si ·regola e Ji gt?uit1d1 co/J opportune provvidenze, la carriera degli uJ]fria/i di fui/i i corpi della regia Marina, adeg11andola alle prevalenti neceJJilà dei servizi e Ji ,tabi/isce tm eq110 traltamento, morale ed economico, agli u fficiali che, in applicazione delle nuove di!p01izioni, devono lauiare il .servizio pril11a del raggiungimento del limit e di età. .
Jt Consiglio dei miniJt ri ha p oi .,1pprovato, m propo; /a del ,apo del G overno, minùtro dell' A eronautica:
._ U,iò JChema di decret o inte10 a modificare le vigenti norme circa l' eumzione di fot ogr,1.fie e cinemttJografie a bordo di aerom obili. Le modificazioni pitì importanli riguardano la procedura amminùJrativa per l'ùlru tJoria delle d omande presental e per la rip resa e la riprod11zio 11'e delle f ot og rafie e cinematografie, n òmhé il co11Jrollo dell'uso dei permeJJi <011ceui
11 ,ompleJJO d ei/e in novazioni in materia t ende ad tm miglior coordinamento dei scrviZi ed a garalllire il 1egreJo milihtre1 senza ecceJJivi vincoli per l'alli vilà· pri vata.
Uno schema di disegno di legge riguardan/e l'av,mzam enlo dei sergenti maggiori e dei primi avieri della regia Aerona11tica.
Uno schema di dec ,-eJo legge inJeso ad esentare, in via lramiloria, gli 11ffìciali d ella regia Aerona11Jica dall'obbligo di costituire la rendita d otale. 11 provvedimento ha lo scopo di fa ri/ilare la sistemazione f amiliare di la· 11111/ ufficiali e rispònde a/J~ direJJive del regime in materia demografica.
! 11fi11e, su propo1ta del ce1po del G overno, miniJlro d elle Corporazio11i1 il Comiglio d ei ministri ha approvato :
U uo schema di dùegno di legge J/11/e attribuz ioni del ComilaJo cor porativo centrale. La cosJitm ione d elle corporazioni ha meSJo in ePidenza la necessità di at1 rib11ire al Comi lalo corporativo centrale f u nzioni pùì ampie di quelle prevùt e con l'articol o 15 della l egge 20 marzo 1930, X / Il, numero 206,- nella riforma del Consiglio nazionale de/Je corporazioni, memre, ai s ensi della legge citata, il C omitato corporativo può 101ti1t1ire l'assemblea n ei casi di urgenza per J11Jte l e d eliberazioni, eccet111ate quelle concernenti le norme e gli acco rdi economici collettivi. La nuova l egge d el .5 fe bbrai o 1934, Xlii, numero 163 , alla sua vo!Ja, demanda al/'a1.remblea generale del Consiglio l'approVazion e delle norme e delle tari ffe elaborale dalle corporazioni. Ora il Com ilato corporati vo centrale, organo di natura e1senzialme11/e politica, che comprende in armonica sintesi l e m111ime rappresentartze del Go verno, del Par#t(l e d elle forze economiche e fh e ha già reso eminenti serviz i ne/Ja fase costruJJiva del JÌJlema, è d e-
Jtinat o a indirizzare e coo rdi nare l'itUività delle 1,•aric çorporazioni 11el quadro generale degli inle reJJi 11azio,lali. D 'altra parte, l'inte rvento di tm organismo pirì ampio e pùì m,m ero10, çome l'auemb/ea gen erale del C on• siglio, per approvare ogni 1ingolo allo dell e çorporazioni, avrebbe inevitabilmente determinato un rallentamento dell'attività corporativa. Il diJegnO di legge ora approvato ha lo sçopÒ di rimuovere il limite po1to alle funzioni del Comitato corporativo dalla legge d el 20 marzo 1930 e di precisare çhe eJio limite 11011 ftWÙte nepp11re nei confronti d e/Je no rme e delle tariffe di. cui alla 11Nova legge.
L'articolo unico di mi çomta ;[ provvedimento, esJende appunt<> la competenza 101tit11tiva del Comitato a t11tJe le de/;berazioni degli organi c<>rporativi, 1ttbordinand<> /'eurcizio delle 1111ove attribuzioni alla a/llorizzazione da concedersi di volta in volta dal capo del Governo. Il provv ediment<>, inoltre, prevede la facoltà di apportare emandamenti alle norme ,,d alle tariffe, nomh é quella di m bordinare l'approvazione degli accordi ec<>1io m ici all'aaoglimento delle m odifiçazioni eventua/mente neceJJarie.
Uno schema di d ecreto legge recante il diviet o della fabbricazion e ·e vendila degli sp~ighi e (ordami di jula. Con tale prot•vedimento, predilposlo in ronformitrì al voto e1preJJo dalla çorporazione dei prndoJJi teuili ue/lt1 riunione del gennaio 1cor10, ve11gono proibite la fabbricazione e /d vendila degli 1paghi di j11ta e dei cordami di j11ta, anche 1e· rive1Jiti di canapa, allo scopo di fttvorire il maggior impiego della çanapa nella prod11zione di ma1111f aui, come lo 1pago da imballo ed i cordami in genere, in 1<>1tit11zione di fibre importale dall'e1tero. Il divieto di fa bbricazione degli indicati manufatti è 1tabilito a partire dall'entrata in vigore del provvediment o, mentre, per larriare adeg11t1/a poJJibilità di smaltire le scorte e1iJtenti, il di vieJ<> d i vendita avrà vigore dal 30 settembre 1935,.Xlll. Un o Hh ema d i dùegno di legge çoncernenle la ço1tit11zione d ell'Ente nazionale per la cel/11lo1a e per la caria; Le relative dùpo1izioni, in relazione ai V<>li recentemente f orm ulati dalla co'rp.orazione d ella carta e d ella 1lt1mpa, tendono a dare impal~o alla f a bbricazi one d ella ce//ufosa da parte de/l' i11dmtria nazionale e a porre, con la collaborazione delle a/Jre i nduitrie che impiegano in larga misura la celt11!01a çome materia prima per le loro lavorttzioni, htle ramo di attività nelle migliori condizioni per attrezzarsi per la produzion e de/!a cellu/01a imbiançhila,
Uno ;chema di decreto' che modifica il regio decreto IO maggio 19281 VI, nr1mer<> 1292,_relativo alla commiJJione per le ind;ulrie chimiche. ·
Uno J(hema di decreto con il quale, in virtN della delegazione di poIeri conçeJJa al Governo çon la legge 29 gennaio 1934, XI11 numero 333, si provvede alla rifortrla d~/la legge per gli infortuni degli operai 1Nl lav_oro. Con t ale provvedimento 1i realizza quel perfezionamento della aui- , c11razione contro gli infortuni ; 11/ lavoro che la dichiarazione venlisette-
JÙna della Carta dei lavoro ha posto come principio fondamentale del progrtJmma innovatore del regime faJcÙ/11 nel rampo della previdenza sociale e che ha comi11cialo già ad avere pratira applicazione con il regio d~rreto legge 23 marzo 1933, X, numero 264, convertilo nella legge 29 maggio 1933, Xl, numero 860, che diJpose t',mificdzione degli Istituti as1irnraJori. La riforma si basa sni criteri che emer1ero dall'ampia discuuione rvolJa.si a mo tempo davanti ttl Consiglio ,,aziowtle delle corporazioni e cioè: nMggiore estemione del campo di applicazione, in modo da comprendere nella t11te/a legirlativa ,ma piri larga maSJa cli la11oralori, elimi11a11do e1c/11sio11i oggi 11011 più gùuJiftcabili; auton1t1tismo deJJ'anirnrazione, col gran· de van/aggio di gar,:mtire.veramente a tutti gli operai colpiti da i11/orlN11io , nelle condizioni previste dalla legge, la corresponsione delle preitazioni; Jomministrdzione di tu/Je le cure neceuarie, non Jolo per la guarigione chirurgica, ma anche per il ricupero nei limiti del possibile della perduta atlitudine al lavoro e forniJura delle protesi da lavoro; indennizzazio1~e i11 rendita, in modo di auimrare conlinflaJivamenJe quell'aiulo economico di cui ha bisogno il minoralo fiJico, aù,10 che è disposto proporzio11alment e ai carichi di famiglia; giurisdizione me/la ed economica medianle l'adozione del rito delle controversie individuali del lavoro con i necessari "dallamenli,· disposizioni rigorose per reprimere speculazioni inforltlnistirhe e l'a111olesionismo. Il provvedimento entrerà in vigore il l" gennaio 1936, XIV.
Uno schema di decrelo che m odifica il primo comma del/'arJicolo 3 dei regold1ne11Jo approvat o con regio decreto 12 maggio 1927, V, numero 824, per esecuzione del regio decreto legge 9 luglio 1926, IV, mnnero 1331, che costit11isce l'Auociazione nazionale per il controllo s11/le1 comblfJlio,re. li provvedimento dispone esemzione dell'applicazione delle norme per la prevenzione contro infortuni per alcuni tipi di genera/ori di vapore, q11t1ndo siasi provveduto alle1 prevenzione con regolame nti spccìali. Con il nuovo provvedimento si stabilisce che i regolamenti mdàetti devono esure approvati dal ministero delle CorpordZioni, udito il parere del Consiglio tecnico de/I'Auociazione nazionale per il controllo m ila combmtione, ·allo ICopo di ol/enere 1111e1 maggiore 1111ità di direllive . nell't1pplicdzio11e delle norme inerenli alla prevenzione degli inforl1111i ml lavoro.
Uno schema di decreto legge per lq disciplina della fabbricazione e del commercio del tubo di vetro neutro per {utle da iniezioni, delle ampolle per siel'i e di recipienti di vetro 11e11tro. li provvedimen10, in rapport o alle prescrizioni contenute nella farmacopea ufficiale del R egno d'Italia, ila· biliJcc che il Jubo di vetro mmro per la fabbricazione delle fial e e l e fiale per iniezioni, siano esse vuote o piene di medicina/i o di siero1 nonché le ampolle e gli altri recipienli di v et ro, non possono essere importali, f ab-
hr;cali, vend11ti o detenflli per la vendita) se non portino i m preuo, in modo indelebile, 11no speciale <onJrasugno. E <onuntito m; termi11e di Jei mesi dall'enJrala in vigore del provvediniento sJeIJo per la vendita dei prodotti di mi traJlasi rhe non siano co11tranegnati1 al fine di <ommlire lo smaltimento delle gia<enze in allo esiJtenti.
Uno scbemtl di decreto legge riguardante la proroga d !!ll e fJrovvidenze <011Jc1111te nel regio decreJo legge 8 marzo 1934, Xli, mnnero 337, relative al premio per la ;eta tratta, Si prevede la proroga al 15 ottobre 1935~ XIII, del termine indicato da/l'arJicolo 1 del regio deuelo l egge 8 marzo 1934, XIII, numero 3371 con il quale è stato ùtituito un premio alla seta t raJJa prodolla con bozzoli naziona/j.dei racco/Ji 1933-1 93 4. Per efferto della proroga, il premio potrà essere <onferito non solamente _ alle se/e ve11d11Je e <omegnate e 1pedite entro il 13 gi11gno 1935, XIII , m a an che a quelle che, depo1ilate entro 1tesso termine preJJO ,mo 1tabilim e11to di 1tagionalt1ra e di auaggio d elle ute, 1ara1mo vendute e <omegnal e e Jpedile entro il periodo 16 gi11g110-1 5 ottobre 1935, Xlii Per p oter fruire del premio, le parlite di seta dovranno però rimanere de positat e negli sta· bilimenti indicali, a decorrere dal 15 giugno e fino al mo~nelllo i n <lii avverrà effe1tivame111e la comegna e la 1pedizione della m erce.
STRESA*
Il ci rcuito diplomatico europeo, iniziato nel gennaio a Roma da Lavai, con le tappe successive di Londra, Berlino, Mosca, Varsavia, Prag a, s i concluderà, almeno nella prima fase, l'll aprile a Stresa Dopo l'insuc cesso dell'esplorazione britannica a Berlino, molte speranze converg ono su St resa e si sta montando il solito castello delle illusioni. Secondo talun i, da Stresa dovrebbe venire la salvezza per la tormentata umanità, a Stresa dovrebbe essere assicurata la pace agli uomini di buona volontà, a Stresa dovrebbe esserci qualche cosa come il miracolo, la fine dell'incubo, il principio d ella ri p resa.
10 Sempre preoccupato Ja un eventua le nuovo colpo di testa da parie dell a Germania e da una possibile cri si in Europa nel periodo in cui l'Italia sarebbe stata impegnata in Africa, Mussolini aveva promosso un convegno ang lo-frmcoitaliano per giungere ad una intesa stabilizzatrice della situazione. E per con· vincere l' Inghilterra ad aderire, aveva fatto annunciare che J'ltalia avrebbe consentito alJ"esame arbitrale d ella sua controversia con l'Etiopia, $e'COndo la. richiesta di Addis Abeba. Alla vigilia. del convegno a · tre, previ sto a Stresa, aveva voluto smoriare le eccessive illusioni che erano sorte nell'attesa con lo scritto qui riportato e con quello ·intitolato li « noJITo » pùmo ( 53)
n assolutamente necessario versace una discreta quantità di acqua nel vino di guesto esagerato· ott imismo. G li italiani non devono farsi illusioni eccezionali. I nostro preciso dovere di metterli in guardi a, poiché nìente è più triste delle delusìoni che seg uono le illusioni fatte rosee Soltanto dal vano desiderio.
Con , questo non intendiamo di S\'a lu t ue a priori la conferenza di Stresa; intendiamo soltanto di «inquadrarla» nell'ambiente politicodiplomatico-milìtare dell'Europa c:ontemporanea, ambiente che non permette di sperare prodigiose e definitive soluzioni. Si riuniranno a Strcs_a. i ministri degli Esteri deJla Francia, dell'Inghilterra, dell'Italia. Quest i tre Governi non si può dire ad cserripio che siano stati completamente «univoci» di fronte al gesto tcdcs(o del 16 marzo.
Ora Stresa dovrebbe consacrare una identità di vedute delle tre po · tcnzc occidentali. Non basta. Dovrebbe sta bilire una linea di n ionc -c:omune d i fronte a un determinato numero di eventualità. che si possono prevedere. A Stresa si dovrebbero assu mere le necessarie responsabilità, senza preoccuparsi oltre misura di qudli che potranno essere .ì risultat i delle elezioni municipali francesi (nientemeno!) ò delle fluttuazioni delle by elections inglesi, piuttosto favorevoli ai labu"risti, donde la « corsa d più pacifico» per ragioni di mera politica interna. Stresa, insomma, dove.ebbe significare un« punto fermo » nel mare agitato della politica europea; punto-fermo che deve significare anzitutto la rinuncia alle flcrirnlosc utopie del disarmo. (A queste u topie l'Italia fascista ha rinunciato fm dal 1922).
n dunque comprensibile che sulla imm inente conferenza di Stresa si dirigano l' interesse e la cu ciosità del mondo, ma niente entusiasmi prematuri o aspCttazioni da milJennio. , Se quella di Stresa sarà un.1 con(crcnz.l Ùi\'crsa dalle infinite altre che la prcc:edettero e. darà risultati concreti e sod disfacenti tanto meglio, fl quello che noi desideri amo e voglian:io.
M a bisogna attendere la pa rola fine prima di sciogliere le campane!
D a li l~upolo d'lt,,li,r, N. 79, 2 apiilc l 93S , XXII (w w w w).
UN « FERRO ,»
J fatti procedono ormai con una inso lita speditezza nel campo della politica estera. Perché? Perché è caduta, fi nalmente, ogni pçevcnzione an· tifascista oltre i ·confini e si è potuto o perare una tr:i.sfusionc di sangue , littorio nelle stanche vene della diplomazia internazionale Questa è certo fra le più grandi soddisfazioni che i popoli agognino :
veder chiaro ne1Ia politica estera e· vedere una politica estera lineare che - relativamente ai complessi e vitali problemi - marcia con passo virile .
Il << g inevrismo >> era il trionfo della·medicina scettica e p.ivida : fat to di· cataplasmi, impiastri, sena}'ismi, calmanti, ecc.
Quell'o~rroda medicina del senilismo e della pseudo-giovinezz1 eh~, se può conservare Je 1flwnmic, uccide i forti o lì indebolisce fino all' invalidità.
L'irruzione del sangue fascista nell'organismo tarato della politica internazionale comincia a dare i suoi frutti :
a) la Germania s i è dich iarata qua~'è;
b) la Francia apprezza l'amicizia italiana;
e) l'Inghilterra vuol rendersi rapidamente conto d ell'odierno stato <l'animo dell'Europa continentale.
La «trasfusione» è medicina o chirurgia?
n ancora medicina; ma non di quella fatta per b. imbalsam:izionc o la debilitazione: conseguente alla paura di far :i.ffrontar d ai giovani gli i ndiSpensabili riSchi di un regime di vita ~·hc si propone b. fo rza pien:i. Fo rse sta fri fa medicina e b chirurg ia.
Arriveremo alla chirurgia?
Speriamo che non ve ne sia bisogno. In ogni modo s i può star tranquilli: sarà chirurgia schietta e radicale.
Non abbiamo che un «ferro». Ma lì vale tutti: la scure.
D.1 Il Popolo d'll11li11, N. 8 1, 4 aprile 1935, XXII (w 1).
IL « NOSTRO » PIANO
Oggi, a ll'fsolabella, avrà luogo il primo incont ro fra ì <api di Governo di Francia, Ing hilterra, Italia. L'intervento dei <ap i dl Governo accanto ai ministri degli Esteri, ha intensificato la curiosità e anche l'attesa del mondo e certamente ha accresciuto l'importanza dell"incontro. .Tuttavia dobbiamo nuovamente m ettere in guardia g li italiani dagli ottimismi faciloni e inconcludenti. Contro gli aliarmìstì di vario genere, g ioverà riaf. fermare che da Stresa non uscirà la guerra e nulla che la renda inevitabile a breve termine. Ma questo non vuol ùire che Stresa assicurerà ta pace eterna. Tale pace d ipenùe soprattutto da qualcuno che -non è presente a Stresa, Se non è Ja gi~ern e nemmeno la pace, qualcuno potrebbe domandare che cos.1 verrà fuo ri da Stresa, Si può rispondere che verrà f uori un comunic.1to, il quale, rappresentando un minimo comune denòminato re fra tre paesi, non potrà - salvo l'imprevisto - che essere d i natura gen erica o consultativa, essendo la <(consultazione >> l'ult imo rit rovato del-
l'abulia di fro nte alla realtà. B isogna ancora considera re che t aluno d ei temi fondamenta li di Stresa riguarda da vicino i tre assenti e cioè la Germa nia, la ~ussia, la Polonia. SuJlo scacchiere or ientale la situazione è in movimento e il p roblema dell ' « agganciamento» o russo o po lacco all'occidente è un problema grosso di d ifficoltà, A meno che non si re nda utile chiamare a Stresa qualcuno degli assenti o, in un 'ipotesi estremamente azza rdata , t utti g li assenti.
A disperdere una volta per tutte le esa lazioni del giornal ismo sensaz ionale o g iallo che di r si vog lia, è necessario dichiarare c he non esiste alcun « p iano » italiano, spccia,Imente di natura miracolistica. quindi g rottesco che s i costruiscano castelli di rag ion ament i su ll'insussistente. Al di là d i Stresa, il piano itali ano, che interessa gli ital ia ni e che gli italiani d evono conoscere è il seguente: mantenere, sinché l'orizzonte non sia ben chiarito, una fo rza costante di seicentomila uomini sotto le a rmi ; dota re quclb forza di tutte le a rmi pìù moderne; accelerare Je cost ruzioni de lla fl otta aerea e d i quella marittima. Noi consideriamo q uesto « pi ano » come i n• dispensabile elemento p er ga ra ntire fa. pace in Europa e soprattu tto per assicurare la << nostra» pace.
Le « esplorazioni » a lle· quali ci siamo ded icati. in questi ult imi tempi_ ci h anno co ndotto a t ale co ncl us ione.
Da Il Popolo d'Italia, N . 87, 11 apri le 1935, XX II (w fl' 111 w).
STR ESA*
Dopo la Jet111ra d ei /<:Ili, -il ( apo del Govrmo hn dirhial'alo chimi i lat1ori della couferenz11
Il 5 ap rile 1935, a ll e 9.15, Mussol ini era partil o in vo lo da ll 'aeroporto d i Centocelle diretto a Forlì. Il trimotore, pi lotato da l D uce, ,topo :1ver sorvolato g li Appennini a ll a quota di tremila met ri, ostacolato da forte vento Ji ponente, ha :itterrato alle 10.30 al campo d i aviazione di Forlì, dove si t rovavano aJ attendere i l prefetto e il segretari o federale. Jl Duce; si è recato alla Rocca delle Caminate » , ove amava app3ttarsi ogn i volta che doveva esamin:ire e decidere una linea d'azione. La mattina del 10 :iprile, su l campo Jel Ronco ( Fo rlì), aveva fatto fa re u n vo lo di b:ittesimo ai figl iol i Romano ed Annama ria, pilotando egli stesso il trimotore terrestre col qu:ile, a lle 8.50, era partito alla vo lta d i Lon:11e Po:zzo lo. « Lo accomp agnavm o , oltre all'aiut:inte di vo lo, maggiore Bisen, i sotto• seg reu ri Ciano, Suv ich e Valle. Giunto alle ore 10.1, al campo di l on:ite Pnz· 20!0 , ove era atteso d:illc autorità militari e civili , il D uce ha passato in ri vista la qu:ir ta b_rigata J a bombardamento schierata sul Clmpo con i pr opri app:i recchi. Il D uce q'nìndì si è recato in automobi le a Sesto Ca lende, ove ha vis ita to g li stabilimenti della Società idrovo lanti "Savoia ··, accolto con vivi.,s imo entu sia~mn
Egli ha aggiunto che tali lavori potevano eJJere comiderati con soddiJfazione e che la rolidarietà vigilante e attiva delle tre potenze' intervenute era tale da auic11rare la 1ranq11i/Ji1à dell'Eu ropa **
d:lll.e maestranze, che l avoravano al completo con duemilaquattroce nto uniti. Dopo avere is~zionato l'aeroporto militare, il Duce, pilotando un idrotrimotore, si diretto a Stres:i., ove ha ammarato alle ore 12 ». Era stato ospitato nel palazzo Borromeo sulrholabella. Alle 22.15 circa, si era recato a lla stazione di Stresa per ricevere la delegazione francese. L' 11 aprile, alle S.3~, sempre alla stazione di Stresa, avt'V'a accolto la delegazione inglese. Alle 11, enno incominciati j lavori del conveg no tripartito, cht" erano proseguiti nel pomeriggio (338) e nei giorni 12 e 13 aprile (339, 340). le conversaiioni si erano concluse alle 19. 30 del 13 aprile con l'approvazione d i alcune deliberazioni 040). L'ultirria seduta d ella conferenza si tiene la mattina del 14 aprile ed t dMicJ.ta alla lettura di ta li delibernzioni. Terminata la lettura, Mussolini fa le dichiarazioni qu i riportate in riassunto (Da li Popo!t, d'It.1lù1, Nn. R3, 87, 88, 9 1, 6, 11, 12, 16 aprile 193,, XXII)
u Il primo ministro inglese J ames Ramsay MacD onald risponde a Mussolini nei termini seguenti:
"Non possiamo lasciarvi partire senza porgervi i nostri più sinceri ringraziamenti per il modo con cui ci avete ri cevuto in ItaliJ. e per la maniera con la qu.ale avete presieduto ai nostri lavori. Se noi siamo usciti fel icemente dalle nostre difficoltà, sono sicuro che ciò è dovuto in gran parte a.Ile cordia li r elazioni che abbiJ.mo potuto ave~e gli uni con gli a ltri durante questi q uattro giorni.
« Il nostro compito era veramente difficilissimo. Avevamo un programma di lavoro che sarebbe già stato molto difficile ad eseguire per una sola naziome. Il problema divent:wa straordina riamente delicato, poiché si trattava di tentare di raggiungere un.a decisione comune fra tre nazioni. Voi avete la vostra opinione pubblica e noi purt' Niente senza dubbio ci avrebbe permesso di riuscire, all'infuori della ferma risoluzione di raggiungere un accordo e di fornire una dimostrazione della nostra solidarietà.
« L'alternativa attuale comprende da un lato la pace e dall'altro la guerra. Il signor Mussolini ha ben compreso i mic:i sentimenti ed i sentimenti del mio paese. Noi dobbfamo mantenere aperta fino s ll'u ltimo momento la porta della pace, e, se essa dovrà essere chiusa, è necessario che non sia per opera nostra. lasciJ.mo .agli altri di farlo se vogliono. Per di più, se t'ssa s i chiude, è necessario che ciò non avvenga dietro le scene, ma nella piena luce del meriggio, affinché ciascuna nazione onesta e ragionevole sappia chi è il responsabile.
« Ringr.azio adunque molto sinceramente il signor Mussolini per la pane svolta da lui e dal suo paese. Vorrei parimenti ringraziare, mentre me se ne offre l'occasione, i miei collegh i francesi per il loro spirito di collaborazione. Spero che, da parte )oro, comprmderanno che abbiamo fatto del nostro meglio per dar loro sodd isfazione.
« Permettetemi di dirvi anc:ora una volta, per concludere, signor Presidente, tutta l'ammirazione che noi proviamo rer il modo con il qua le avete condotto i lavori di questa conferenza». ·
Indi il primo ministro francese Pierre-Eti<'nne Flandin pronuncia queste parol e : '.
11 Desidero associarmi ai ringraziamenti ed alle fc'1icita zioni c he il sig nor
WALTER E IL RESTO
In questi ultimi giorni è stato traslocato Ja una piazza di Bolzano a un g iardino di Bolzano il monwnento di W alter von Vogelwcide. l1 trasloco è avvenuto non' di nottetempo, ma in p ieno g iorno, come attestano, fra l'altro, le fotografie. Tale monumento, non in odio al poeta, ma per il significato che gli si attribuiva, poteva essere distrutto , come è avv enuto di tanti monumenti durante e dopo b. gue rra; p oteva essere relegato in un museo. L'Italia lo ha, invece, collocato in un p ubblico giar.dino, luogo preferito da i poeti lirici. Cionondime no si è scatenata in Germania una vera ça mpagna contro le <<barbari e» di Roma. O ra noi sapevamo benissi mo che il monumento \Valte r a Bolzano era stato eretto solo nel 1889 ed aveva sloggiato u n arciduca . Sa pevamo ben issimo che n essuno conosce di preciso dove quel poeta sia nato . Nacque in Franconia ? O in Boemi a ? O nella Svizzera ? O altrove ? Ce rto, no n in terra bolzànina.
Or ecco sulle teste esagitate dei ge rmanici, i quali pare non abbiano .iltro scopo nella vita all'infuori di q uello di farsi nemi,co il mon do , cadere una doccia freddissima, e d.1 pa rte di un g iornale tedesco, che deve ave re avvertito tutto il grottesco, il ridicolo, il pericolo della monta.tura « wa lteriana » :
« M o»a<o di Bavier;1., 16 - ·U M 11nuhn" z ~im11g, in un a rtico lo da l titolo lii'alter a Bolz,mo, rileva che, per quanto il monumento del Vogelweide a Bolzano fosse stato· considerato da molt i tedeschi il santuario nn ionale nelJ'estrt'fTIO lembo della !erra t edesca, non si può negare che non si ha alcun elemento che comprovi essere .l'Alto Adige b. patria del V ogelwdde. Gli Messi ·
MacOonald ha rivolto al signor Mussolini. Noi abbiamo raggiunto un risu ltato sostanzial e soltanto grazie a lla nostra stretta rnllaborazione ed all a no~tra uniti di pensiero per il mantenimento della pace.
O! Tuttavia non fa~iamoci illusioni . N oi urteremo in avvenire contro altre difficoltà analoghe. Spero soltanto che esse non siano ancora p iù g ravi. Penso tuttavia che noi le vinceremo,· se contin uiamo a dar prova dello stesso spirito di collaborazione attiva e realisia, come durante queste discusSioni. Nessuno cc-rtamente poteva dirigerJe meg lio dell'uomo che nella vita ha dato tante provedi realismo attivo nel governo del suo p:iese.
« Desidero altresl ringruiare i miei colleghi britannici d d concorso che hanno arrecato alla soluzione delle questioni che inte~s:ino più sp«ialmente la Francia li mio paese sarà particola rmente sensibile alla dichiar:izione comune che rlta!ia ed il Regno Unito hanno voluto fa re, per rinnovare il trattato di l ocarno. Personalmente io ne sono loro p rofondamente riconosante ~. (D:1 li Popolo d'Italia, N. 9 1, 16 aprile 1935, XXII).
diritti reclamano la Boemia e la Franconia. Il monumento fu eretto solo nd 18~9. e la p iazza fino allora non si chiamava piazza Walter, ma piazza Arciduca Giovanni».
Mentre prendiamo atto con soddisfazione della obiettività d i questo giornale di Monaco, è da sperare che la fin iscano in pro vincia di di Tiolzano e oltre Brennero di versare fin te lacrime sul d estino del povero Walte r, vittima del fascìsmo italianizzatore.
Da Il Popolo d'Italia, N. 93, 1S aprile 1935, XXII (w 4).
GUJDONIA*
Ufficiali! Sottufficia,li ! Caporali! Soldati! Gtmerati ! Un rito particolarmente solenne è questo di oggì e perciò dest in ato a rìmafJere ind elebile nelle nostre memorie e inciso per sempre nelle pagine deUa stor ia italiana.
Nell'Agro Pontino e in altre plaghe della patria abbiamo fondato città che segnano il nostro proposito di conquista d ella terra. Oggi fondiamo un:i nuova città, dedicata alla memoria d el gene· raie· Guidoni , eroica tempra di so ldato, che ha dimostrato con il sacrificio deJla vita la dedizione totale all'adempimento del proprio dovere le città di ieri e questa di oggi esprimono la netta, sistematica, indomabile volontà di potenza dell'Italia fas cista.
Tale volontà ha. piegato negli anni scorsi molti uomini e molte cose. Cosl accadrà anche nel futuro immediato e remoto. (Le 11/time parole d el D ure srmo roronr,te dd 11nt1 1111o t1(1, imponel1/e ,1rrlamrtzio11e, rhe si protrt1e " l~mgo, Ira 1111 trip11dio di ve.uilli e 1111 c~"ngore di fan/Me ).
* li 14 aprile 1935, alle :20.30 circa, dopo essersi accom iatato da1 primi ministri :Ma(Donald e Flandin (i quali, prima dì lasciare l'Italia, aveva no telegrafato al nostro capo del G ovemo) {342), Mussolini era parti,o da Stresa in auto diretto alla Rocca delle Caminatc { ?). Il 15 aprile, aveva fatto un'improvviu visita ai lavori della zona dantesca a Ravenna. Rientrato a Roma, il 19 aprile, a pal azzo Vene2ia, aveva avuto un colloquio, durato oltrieo un'ora, con il p rincipe Emest Rlldiger von Starhemberg, virec:mceiliere d' Austria La mattina del 27 aprile, nella p ianura di Montecelio, sottostante al paese omonimo, fonda una nuova città, chiamata Guidonia in onore d el generale Alessandro Guidoni, capo del G enio 11eronautico, caduto . il 27 aprile 1928 mentre stava espe-rimentando un nuovo tipo d i paracadute, In tale occasione, al centro del solco q uadrato che segna i limiti della nuova città, dopo a.vcr iniziato a colpi di piccone g li scavi per le fondamenta, pronuncia il di scorso qu i riport:ito. ( Da Il Popolo d'halia, Nn. 9 1, 95, 102, 16, 20, 28 aprile 1935, XXII).
AL CENTRO SPERIMENTALE DELL'AERONAUTICA DI GUIDON!A *
Camèrat"i!
Vi an nuncio che la parte aviatoria della città di Guidonia è g ià inaugurata. t pronta. Da oggi inizia la su a vita feconda.
Con un senso di profonda .fie rezza an nuncio a voi e a tutti g li italiani che g li impianti tecnici e scientifici d i Guidonia sono i più moderni d el mondo. Essi, uniti alla perizia e alla intrepidità ormai leggend arie deg li aviatori ita liani , ga rant iranno nei cie.Ji la sicurezza e la vittor ia della patria. (le parole del Duce, pro mmriale 11igoros111nente, con quel .mo caralleriJlico accento incisivo e martellante, sollevano ,ma fiammata di entmiauno ).
NELLA G IORNATA DELLA FESTA DEL LAVORO ITALIANO••
Il Duce ha ric ordalo il carallere tipicamenle fasciila della fe1/a del lavoro italiano, ilaliano nel tempo, nello 1pazio, nel modo della Jfla manifntazione.
• A Guidonia, la mattina del 27 aprile 1935, terminata la cerimonia per la fondaz ione della città, Mussolini visita il Centro sperimentale della regia Aeronautica, che costituisce il primo nucleo di Gui<lonia. « la visita è durata oltre un'ora e Mussolini r iprende in automobile la vi:i del ritorno, riattraversando il Centro sperimentale; ma q uando egli riappare all'ingresso, la folb, che ha sostato, pa:zicnte e d isciplìoata, ansiosa soltanto di riveder lo, lo accoglie con un'acclamazione impetuosa, invocando ardentemente: "Duce! D uce ! D uce ", Mussolini, disceso dalla macchina, sosta sorridendo ad ammirare per qualche attimo lo spettacolo: lo schieramento delle forz e fasciste è perfetto, quale l'ha lasciato più di un'ora fa. Ma il g rido che lo saluta è pi ù alto, la passione che lo investe più viva. Egli fa cenno d i parlare. Un grido di esultanza, poi silenzio. Ritto su lla. soglia della città aeronautica », il Presidente del Consiglio p ronuncia le parole qui riportate. (D:1. li popolo d'ltnlin, N . 102, 28 aprile 19n, XXII).
•• Riassunto del discorso prcinunciato a Ro'ma, dal balcone centrale dì palazzo Venezia, la mattina del 28 3.prile 193'.5, giornata dedicata 31Ja celebrn:tione del Nata le d i Roma e della festa del lavoro italiano (traspo rtata nd 193'.5 al 28 da l 21 aprile perché quest'ultimo giorno aveva coinciso còn la Pasqu:1.), (Da Il Po polo d'ltalùr, N. 103, 30 aprile 193'.5, XXII)
H a esaltalo lutto il la vo,-0, da q ueJ/o i111e1Je1111ale a q u eJJo m a11pale, fra i quali - egli ha deJJo - la di~erenza è di caratte re non sosta1yziale
Ha accennalo alla d irezione v erso la qtutl e marcia la nazion e fa· uista, cìoè verso ,ma vita di cttrallere sempre pitì colle11ivo, ma n o n collenivizzato o co flelti vista, poiché la vita sempre pùì collelliva del po p olo italian o è la v i ta armonica e d ifferenziata d el f auiJmo , non q 11ella d elle 1pecie i n ferio ri.
N ell'anno trascorso, l'orizzonte - il D11 ce ha dell o - s i è schia· rito e più ancora si schiarirebbe se la politica venisse in aiuto dell' economia, se, cioè, si desse il più lungo periodo possibile di pace all' Europ a, senza con ciò ade rire alle viete id eologie pacifon daie, che espongono i popoli a tutte le p iù gravi sorprese.
T utti coloro che non si adeguano alle necessità e ai doveri di questa a rdente e profonda vita del popolo italiano sara nno espulsi, qual i elementi negativi, dall'organismo g iovane e g ag liardo della nazione.
Il D11Ce si; q11i11d; rivolto p a rticolt1rme11t e alle t!U(hie cmnicie 11ere, m l/e quali/,, rivo/11zio11e oggi e do m(lni, nel clima d1Jro ch e si anmmcia, p o1rrt simrmnenl e con tt1re, ed ha invi tal o a l uare gttgliard etti e fu ci l i per celebrare l'N n ittÌ d el la voro con le armi .
ALLA RIUNIONE DEL COMITATO CORPORATIVO CENTRALE*
« Il Comitato corporativo centrale, udita I~ relazione del vicep res i· dente della co rporazio ne delle bietole e de llo zucch ero intorno al p rob lema dell' alcool carbu ra nte, approva la mozione d ell a corpo razione e fissa in quattro anni il periodo di tempo entro cui 1a produz ione di alcool per carburante d eve raggiungere la qu ant ità necessaria per m iscelare tutta la benzina usata come carbura nt e nell a p ro duzio ne g ià attualmente
• A Roma, a palazzo Venezia, il pomeriggio del 30 aprile 1935, Mussolini presiede la riunione del Comitato corporativo centrale. « Alle ore 17, a ccolto dal saluto dato dal segretario del P.N.F., il Duce apre la seduta, dando la parola all'on. Casalini, che continua la relazione sui lavori compiuti dalla corporazione delle bietolt' e dello zucchero. Sulle proposte formubte dalla corpo. razione, hanno preso la parola il ministro delle Finanze, il sottosegretario alla Marina. mercantile, il dottor Piero Pirelli. L'on. Casalini ha. forni to i chiarimenti necessari'. Dopo di che, il capo del G overno ha ri3ssunto e concluso la discussione ed ha sottoposto all'approvazione del Comitato corporativo centrale)> le due mo zioni qu_i ri parlate. (Da TI Popofo d'I talia, N . I04, 1 maggio 19}~. XXII)
adottata del venti per cento in volume di alcool e ottanta per cento d i benzina». ·
« Il Comitato corporativo cenÌrale, udita la relazio ne d el vicepresidente d ella corporazione delle b ietole e de llo zucchero e le d ichiarazioni del ministro delle Finanze , si dichiara favorevole al mantenimento e perfezionamento delle agevolazioni <l 'o rdine fi scale per le industrie delle marmellat e e al blocco d ell'attuale gettito dell' imposta di produzione dello zucch ero, che pennetta, col prevedi bile aumento del consumo, una sue. cessiva e graduale diminuzione di detta imposta».
ALLE RAPPRESENTANZE GOLIARDICHE INTERNAZIONALI*
Il DNce ha rùpo Jlo unn p;arendo1i per l'andam ent o d ei l avo ri d ella Cnn fed erazione, che egli ha 1eg 11ilo con vivo intereJJe. Ha agghmlo di a edere ferma mente nella giovinezza, ritenendo indisp emabili i con/alfi fllhm 1er10 rni i gio 11ani delle varie' nazioni ed i popoli p osso110 conoJCel'Ji e <0m pre11deni e rollaborare. ( Al termi11e d el diHol'J01 il Dure è staio Ja/J11àto da vh,e aulamazioni ).
* A Roma, a palazzo Vene.zia, il 1° maggio 193), Mu ssolini r iceve «-i di rigenti della Confederazione internazionale deg li s tudenti, il presidente della "P.tx romana", che rappresenta gli studenti ca ttolici di tutto il mondo, il presidente della Federaziolle internazionale deg li studenti ebrei e un gruppo d i studenti stranieri Dopo il saluto al Duce, lanciato a gran voce da tutti i presenti, il Jotto r Dino Gardini, presidente della Confederazione internazionale degli studenti, ha portato al Duce il salut o della Confederazi one, che rappresenta oltre un m i· ]ione di studenti. Hanno quindi parlato Plccity, vicepresidente della Confrderazìone, il dottor Etienne Berthet a nome degli studenti di Francia, Silaghi Victor per i romeni, Pa[mayi lstìvani per g li ungheresi, i quali h anno espreùo tutt i la loro incondizionata ammirazione per le realizzazioni mussoliniane, :1ffe rm:1ndo di riconoscere nel Duce il c:ipo spirih1:1 le dell a giovinez.za ». Indi il Presidente d el Co.nsiglio pronunci:1 le p:iro [e q ui ripor tàte in ri:1.~sunto, (Da li Pop olo d' l 1afia, N. 105, 2 maggio 1935, XXII).
ALLA RIUNIONE DEL COMITATO CORPORATIVO CENTRALE*
Jl Dme, sttg11t1la11do11e l'imporlfwzrJ, ba chimo i /,w orì di q 11es/,1 Jefsione, che è la p rima d opo le n11o ve f11nzioni che sono sta/e al/ribHile 11/ Comitato corporativo centrale dal regio decreto legge 18 aprile 1935,. numero 441, ed !Ja espreIJO il JIIO vivo compiacimento per i ris1dtati otJe,wti.
362" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI • •
Su propos/a d el capo del Governo, primo mi11is1ro, · segretario d i S1,t10, il Co nsiglio dei mi11ùt ri ha a pprovalo:
Un disegno di l egge con il q11ale, allo scopo di dare i11ae111e11to ,il!tt produz ione cinematografica nazionale, si stabilisce che l'obbligo di proh:th1re, ·og ni tre p ellicole cincmqtogra/iche di prod1'zione "eslera, 1111a p ellicola cinematografica 11azio11ale1 Or(t limitato alle Itt!e di prima e u conda virione d elle cillà capol11ogo di zon e cinematografiche e d elle cillà con popolazioue 1uperiore ai cinquantamila abitanti, venga e1te10 a lltll e l e .Jale cinematografiche; che l e condizioni di nol eggio delle pelliw l e 11,1zionali 11011 po110110 L'Jsere meno fm,orevoli" di quelle che si pratitmw p er le pelli cole di produzione ·esJera di pari impor/ama e che con uno stesso co11lratlo 11011 pouano euerc noleggiate insieme pellicole 11az io 11ali e pellicole di p roduzione es/era. · Un diuguo di legge ro11remell/e lo scioglimento e la liq11ùlazfo,u, d e/Id Ca11a di previdenza d el perJ011ttle dell'/1/ilu/o 11dziouale L .U.C.!l,. , per provved ere, poi, t1l trallame11lo di pre videnza di d etJo personale sollo f orm a aJJic11raliva. Il provvedime nto delermi11a anche i diritti degli i mpiegali ed agenli iscriui alla C(IJsd, 11onché quelli d ell'Istituto L.U.C.f.. mi capitali già destinati al trt1llttme11/o di previdenza e le m od alità di illvc1/imcnl o dei capitttli steJJi. ·
• A Roma, a palazzo Venezia, il 3 maggio 193S (ore 17- 18), Mussolini pre~iede la ri unione dt-1 Comitato corporativo centralt-. In tale occasione, al termine d ella seduta, fa le dichiarazioni qui riportate in rias5unto (Da Il Popolo d'Italia, N. 107, 4 maggio 193S, XXII).
0 Tenutasi i l 4 maggio 19n ( ore 10-1 2.30). (Da ll Popolo d'll11lia, N . 108, S maggio 193S, XXII).
U no 1chema di regio dec reto legge per ii trasferimenJo del personale di ruolo d ell'Op era 11azio11ale combatteuti d alla sede agli uffi<i periferici, di/o scopo di co1tituire in LitJo ria /'11fficio dell'/J penorato d ell'Agro Pontino, senza dar luogo ad aumenti di p erJonale.
U no schema di regio d eueto per lo svi11colo di una parie del patrù11011io d e/l1I sti1111o centrale di stathtica destinato alla ·compilazione e pubblicazi one dei catasti 11grario e f o,.e1tale. Detto svincolo è necerntrio per comentire la completa p11bblicazio11e, 11011 oltre il 30 gi11g110 1936, X I V , dei riJ11ltali cata1tali agrari rnao/Ji dall'!Jt ituto antrale di statistica e che hann o carattere di particolare i m portanzt1, in quanto ifl11stra110 la stmllura agricola per Ju/le le circoscrizio 11i provimiali, per zone e regioni agra rie, per ogni comTJ11e, con indicaziolli de11r1gliate sulle qualitJ di coltura, coltivazione, prodùzione.
Poi, il Co,zsiglio d ei ministri, 111 proposta del Ct1po del Governo, ministro d egli Affari Est eri, ha app rovato :
Uno Jchema di 1·egio d ecreto p er l 'a ppro11azio11e delle conven zioni i111emazio11ali di Ginevra dei 29 giugn o 1933, X l , co11 ceme111i l'auiamtzione obbligatoria per !ti. vecchiaia e pe,· la i nvalidiJà dei lavoratori.
Uno schema di regio decret o per l'approvazione deJl'aaordo i w er11azio11ale per le Jtat ùtiche delle' came ·di m orte, stipulato iit Londra il 19 giugno 1934, XII .
Uno schema di disegno di legge per l'approvazione della co11ve11zio11e fra l'Italia e i Paesi B assi, firmata in Roma il 7 marzo 193.5, Xlii, per il riconoscimento e la esecuzione delle sentenze in · maleria civil e e commerciale
Uno schema di regio decreto legge per l'approvazione dell'affordo . ila/o.svizzero concernente la circolazione dei veicoli automobili fra i d ue paesi, stipulal o in R om(!, medùmte wambi o di ,wte, l'S aprile 1935, Xlll .
Unò schema dì regio decrelp legg e per l'applicazion e delI'accordo fra l '!Jalia e la Svizzera riguardanle la ferrovia del GoJJardo, sli /mlalo i11 Roma i l 9 aprile 1935 , XNI
Uno sch ema di regio decreJo legge per l'apprvvazione del pro· Jocollo fra l' Italia e l'Ungheria, sti p,dato in R oma il 20 aprile 1935 , Xlii , pel' /' iJ1i11tzio11e e jJ f unzio11ame11/o di un ufliciv dog,wale 1mgh ere.re nel porJo di Fi11me.
. Un o schema di regio decreto legge p er l'approvazione degli t1crordi di rt:trallere co mmerciale fra /'JJalia e la Gran Bretagna, Jlip,dati ÌIJ R oma, mediante srambi di noie, il 18 ,itarzo 193.5, Xlii, e il 27 aprile dello sleJJo anno.
. Uno 1chema di t'egio decreto p er il riordinamenlo e la sÌJlemazione dei scrvizl d'ordine del regio ministero degli A ffari E1teri
Succeuivame nle, dal Co11Jiglio dei minùtri JOJJo JlaJi approvali, Jtt propoJ/a d el capo d el Governo, miniJtro dell'I11terno, i seguenti prov· vedimenti;
U11 diJegno di legg e con mi si conferùcono al Govern o 1peciali poltri per l'eman47,ione del teJto unico detle leggi Jl{l/a as!ÌJlenza e benefic.enza "pubblica. Già, con alcuni dei vari provvedimenli, emanati po1teriormenle_ alla legge organica ml/e opere pie del 17 luglio 1890, numero 6972, era J/ato a11torizza/o il Governo a coordinare e riunire in teJJo unico tutte le disposizioni vige11Ji in materia. Senonché, in ude di elaborazione del nuovo lesto, ormai quasi ultimalo, è sorta la neceuità di inl rod11rvi anche disposizioni nuove, sia per d are u na t rattazione pilÌ organica alla materia, sia per colmare alcttne lacune riscon tra/e nella pratica, 1ia, infine, per mettere in armonia le leggi 1111/a aSJÌJtenza e beneficenza pubblica con lo spirito della legisld.2ione fascis ta e con i nuovi ordinamenJi creati dal regim e. Era quindi neceuario acco rdare al Governo una pitì ampia delega legislativa, al che mira, appunto, il di.regno di legge approvato oggi dai Comiglio dei mini.rJri.
Uno JChema di provvedimento legiJlativo con:ernenJe la costiluzione del comune di Pontinia, in pro vincia di LitJoria. Jf nuovo comune, 10riendo a breve distanza ·di tempo da quelli di liuo ria e Sabaudia, 111 di 11n territorio d i 10.245 ettari, 1egna la terza tappa nell'ordina mento amminiJlfativo e demografico del redenio Agro Pontino.
Un disegno di legge concernente la costit1,zione del comune di Colleferro, Ùl provincia di Roma. li nuovo comune 10rgerà in proJJimità dello scalo ferrovia rio di Segni e, su di una 1uperficie di 2472 eitari, avrà rma popolazione di circa tremHacenJo abitimti li p rovvedimento mira ad assimrare 1m'org,:111ùa e pitì proficua alJivilà ammin istrati va in una zona che ha asm11Jo1 in questi ultimi t empi, per la preunza di importanti Jtabi/iment.i i11d1uJrùdi, rm notevole 1vil1tppo edilizio, econowico . e demografie~.
Un di.regn o di legge concernente la coJlituzione Je/l' Ente autonomo del Monte di Pooofino. Co n tale 'provvedimento, accogliendo i voti di Enti p11bblici e di privati cittadini, si sottopone il territorio del promontorio di Portofino · ad uno speciale ordinamenlo amminiJtrati vo , inleso a preservare e valorizzare, nel miglior modo, i pregi panoramici e le bellezze 11at11rali di 11na delle localilà pùì carallerùtich e e sugge11ive del 1101/ro paeu. ·
Un dù eg110 di legge con mi, allo scopo di coordinare l'atJività del Pio Ent e « Ca;a del lavoro e pa1rona10 per i ciechi di guerra di Lombardia » con q11ella di altre ùtittizio11i di aJsiJtenza agli invalidi di gperra, Ji sottopone l'Ente Jle!Jo alla 1peciale disciplina previsla dalle v;genli leggi m ll'anistenza agli invahdi di guerra .
Uno uhema di provvedime,~IO· lcgùlat ivo con wi si dùpone / '1111mento di mille 1111il1' nell'organico del corpu degl(ag enii di Pubblica Sirnrezza, reJo necessario dalle maggiori esigenze dei servizi di iJtil,ao.
lii 1eg11ito, il capo del Governo, milliJtro delle Colonie, ha soJfoposto al Comiglio dei ·mi11ù1ri1 che ha afrpro Mto, i provvedimemi se· g11e11ti :
Uno schema di regio d ecreto legge per l'e.ste,uione (di a LiMa del regio decrnò legge 20 luglio 1934, Xli, 1111111ero 1203, rig11arda111e lo 1vil11ppo delle ,·adiodifjusioni. Il provvedime11to estende alla Libia le varitmti app orla/e, nel dia/o i·egio decreto 20 luglio 1934, Xli, ,111mero 1203, alle tasse di abbonamento delle radioa11dizioni circolari per gli 11/enti privati e per i p11bblifi cJerdzi e la abolizione _ di ,ilmne lllJJe mg/i apparecchi riceventi.
Uno schemtt di regio deaeJo che porta modiftfr1zio11i alle norme per il frnizionrtmellJo delle com 11nil,ì ùraelitiche d ella Libitt. Co11 tale prov·ve~imento vengono eiimù1t1Ji t1lc11ni inco1wenien1i che si sono verificati ne/l'applicazione de//'auuale ordinamento delle comunilà israelitiche della Libia (regio decrelo 18 gi11gno 1931, IX, 1111me1 0 95 7) per q11a11lo riguard,t Id composizione della commissione amministratrice de/Ja comuuità e dell'apposita commissione incaricata d egli esami dei riconi in appello contro la determinazione dell'imp onibile iscritJo nella matricolà dei comribuenli.
Uno schema di regio decreto legge che esJe11de alla Libia i benefici fiscali concessi nel Regno per gli alli d i f11sione di società commercidli d al regio decreJo legge 23 gii,g110 1927, V, nmuero 12061 e succersive modificazioni.
Uno JChema di regio deael o che t1pprova la ver1ditt:1 di un'area d e111a11iale sita in T obruk.
Uno JChe111a di regio decreto che '1ppro11a la vendita di ,m'area d emaniale in Tripoli, a fa vore del 1mmiàpìo.
U110 JChemi:: di regio decret o legge riflettente /4 iJJiJuzion e dì ttn gruppo di legioni della M .V.S.N . ne/1'1 Libia. Vien e i.stit11ito, afla dipcndenZd d el- Co ma11do tmppe della co/011ia per quanto ha Jn1tJo alla disciplina ed al servizio, 1m grufapo di l egioni M.V.S.N. della libia, mi 10110 devoluti gli 1teisi compiti che Jpe1lano alla Milizia 11el Regno. Contemporaneamente, le d11e legio1ii libich e permmumti vengono 1ostit11ìte con due ba11aglio11i camicie nere.
Uno schema di regio decrclo legge concementc l'istit11zio11e d egli N/fici strade nelle colonie dell'A f rica Orientale. In rapporto ai grandi !t1Vori stradali in corso in Eritrea ed i n Somalia, si costitnisce, i n ciaJ(ltna colonia, un 11/ficio 11111011omo , che si O((nperà cICltt1ivamenle dello s111dio dei p roget1i, del!,, direzione dei la vori e relati va sorveglùmza.
Uno· JChema di regio decreto Jegge per l'istituzione di tm ufficio speciale dei Genio civile in Tripoli, p er la co;tr11zione della ;Jrada litoranea libica. Allo Jcopo di proce4ere, il più rapidam ente pouibile, a/la progettata co;truzio ne della Jlrada liloranea libica, ;i è ravvisata la n euuità di istituire in Tripoli 11110 speciale ufficio tecnico del Genio civile, ai quale cammei/ere il compjto esc/mivo della compilazione dei progetti periziali esecutivi e la direzione dei lavori della strada steJJa.
Uno schema di regio decreto per l'attribuzione all'blituto nazionale fascista per gli scambi con l'eJ/ero dell'attività relative al commercio coio11iale. Allualmente, le aflività aventi per obiettivo l'incremento e coordinamenJo delle relazioni commerciali, industriali ed agricole fra i centri di produzione deJ/e noJlre colonie ed i mercati di consumo sono s volte dalla Camerd di commercio coloniale italiantt, org11no che ebbe /11 1 11a 1istemazione con regio decreto 12 febbraio 1934, XII, numero .587, mediante l'auorbimento delle funzion i delle precedenti Camere d i commercio iJalo -coloniale di i\iilano ed italo-africana di G enova V enuto a JCa · dere il periodo di amminist razione straord;naritt di de(ta Camera di commercio, ;Ì provvede a modificare l'Ente, in guisa d11 renderlo an cora pùì aderente alla struttura datd dal regime fascista ai Jert1izl de;tinati alt'in• cremenlo del commercio nazionale, ;opprimendo l'ormai mperaJa forma di commercio, per affida re i compiti ad organizzazione più complesSa ed integrale qNale /'/1tit11to nazionale jaJCiJta per gli JCambi con l'eitero. L o JChema di decreto riguarda, pertanto, la wppre;sione della Camera di commercio coloniale italiana con la attribuzione delle ;ue eJJenziali fmtzioni ali' l!tituto nazionale fascilla per gli Jtatnbi con I' eJJero, che vi provvederà con la creazione di 1(110 1peciale ufficio per il commercio coloniale preuo la propria ude in Roma e con organi conùpondemi, da i.rtit11ire n el Regno ed all'eJlero, ;econdo che se ne presenti l'utilità ( + )
In ug11ito, il Consiglio ha approvalo, 111 propo;td del capo del G ovemo, ministro d ella Guerra: .
Uno JChenla di disegno di legge che aggiorna id legge 2 7 marzo 1930, VIII, numero 460, 111/le chiamate di contro/io e dichiarazioni di rnidenza dei militari ÙJ congedo del regio Esercito, delld regia Marina, del/11 regia Aero11a11tica e della regi11 G11ardia di Finanza. Con tale provvedimento viene disciplinata l'intera materia delle chùtmttte di co11troflo e delle dichiarttzioni di residenza nei confronti di tutti i militari in con· gedo (11/ficiali, Jolluffi ciali e Jrupp11) delle Forze Armale dello Stato, m ateri11 finora tr11ttata framm entariametJle ed in modo incomp/eJo dalle varie diiposizi oni vigenti in propo;i10.'L'e~acia deJ/e norme relative viene e;te;a anche alle Colonie.
Uno 1chema d i diugno di legge cÙ'ctt l'e1temio11e aì militari e gra• d11ati dì truppa delle disposizioni m/l'ann111/amento d ei provvedim enti
di Stato relati vi agli 11/]iciali ed 11i 10JJ11fficiali. Tale provvedimento eJ/ende ai militari e graduati di lr[Jppa le di.spo1izioni vigenti in bau alle quali gli ufficiali ed i 1ott11fficiali1 in caJo di a,mullmnento dei provvedimenti di ,e;sazione dal servizio, vengono lauiati nella po.sizione in cui 1i lro• vavano anteriormente alla dichiarazi one di 1111/Jitd e ciò fino alla rinnovazione delle procedure dichiarate illegitJime.
Uno schema di disegno di l egge mila J/ato degli uj[J,Ciali del regio Esercito , Il provvedimento_ unifica e coordina le diJp oJizioni 1paru in numerou leggi con le quali è 1tata rip e111tame11Je modificala la legge 11 marzo 1926, IV, numero 397, e lime conio aitresì delle nuove dùp01izioni e dell'a dùpo1izione di « fuori organico » create dalla rece11Je legge 1ull'avanzamento degli ufficiali, Fra le prùlCipaii fonovazio11i .ftmo da 110/aYJi:
a) il riordinamento m altre basi del/' iJti/11/0 della di1 pe1ua d# servizio per difetto nell'ulfiàale delle qualità neceJJarie;
b) il miglior;2mento della · po1izione degli ufficiali del servizio permanente effettivo e che /(lscùtrono il servizio per ferite od infermità ripor/ate in guerra/
e) l'espletamento della procedura d'at1t111zame11to anche per gli uf· Jiciali in aspettativa dopo il primo anno di permanenza in tale posizi one/
d) i'rmiffrazione delle dispo1izio11i 111/ trattamen to degli ufficiali collo cali in ausiliaria,-
e) il riconouimenJo della faco/Jà ali'ufficiale affetto da determinati e1iti di lesioni, riporrate in 1er11izio, le quali darebbero luogo 11or111alme11te a collocamento a ripo10, di chiedere il Jrattenimento a dom,mda nel proprio ruolo od in quello di mo bilitazfone, a 1eco1rda delle attitudini fuiche;
f) eJtemione agli 1Jjficiali in validi di guerra rù11umti in urvizio del diritlo 4; ottenere ti congedo prot•vÌJorio e J1au1iliaria e la posizione di fuo ri organico, come i pari grado in 1ervizio permanenle efJellivo,' .
g) l'elevazione d ei limÌti di eJà per · gli ufficiali riaJJ1mli apparle· nellli ai corpi, in wnfronto a q11elli previJti per gli ufficiali 1-iawmti apparJenenti alle armi.
P. Jlala infine riordinata la materia relativa alla perdila del grado e la nMteria disciplinare.
Uno 1ehema di regio decrelo legge che reca varianti alla legge 22 gennaio 19341 XIII, numero 11), 1µi 1occor1i giornalieri alle famiglie bi· sogno,e dei militari richiamati o 1ra//en11ti a/Je armi. Le variami imrodotte nella legge predella comentono di Jlabilire che in determinati ca1i la correspomione dei JOcconi alle fam iglie bùognoie dei militari richiamati o trallen11ti alle armi po11a euere a~ticipata rispetto al termine in
01i sorge il diriUo al ; occono o f atta ceJJare po;JeriormenJe alla data m cui il diri/Jo steuo dovrebbe ce;;arc.
Uno JChema di regio decreto legge che dete rmina la misura dei soaoni giornalieri da corrùponderJi ai congiunti biJognosi dei 101tuj. fidali e mi/ilari di truppa rirhiamati alle armi per mobilitazione. I richiami ·a11e a;mi disposJi per far jr.onte ai/e esigenze delle colonie d ell'Africa OrienJale hannÒ ;eso neceJJario fiJJare la misura dei souorsi giornalieri di cui sop_ra, in relazione alla riserva colllemlla nell'articolo 5 della legge 22 gennaio 1934, XII, numero 11). li provved ime1110 esle11de inoltre la corresponsione del soccono amhe ai congiunti d egli arruolati volontarl in reparti mobilitati di ima qualunpe delle Forze Armale dello Staio,
Uno schema di regio decreto legge concem~JlJe il ;oprassoldo giornd!iero coloniale per i militi e graduati delle ditliJioni camici e nere, costituite e da costituire per l e esigenze d e/i' Africa Orientale. /11 d eroga al disposto dell'arJirolo 37 delle norme sul/'ordiname,uo militare per il regio corpo lruppe coloniali nel/'Erilrea, il 111ddellt, provvedimenlo stabilisce <he il 1op_ra110/do coloniale ai militari e g raduati delle di visioni camicie nere sia corrisposlo dal giorno ·di mobilitazione dei reparli anziché dalla d ata di imbarco per la colonia. ·
Uno 1chema di règio decrelo legge che reca norme per i viaggi dei militari in caso di richiamo per mobi/iJazione Per assicurare l 'affluenza sollecita e regolare, in ca10 di mobilitazione, dei militari richiamati dai <omuni di re;idenza ai cenJri di radunata, si stabiliJfe che il Jrasporto dei l'ichiamati JleJJi venga eseg11ilo senza il pagamento dirello d ell'importo del viaggio, anche sulle ferrovie conceue all'indu1lria prìvald, ;11/le tranvie extra-urbane, sulle linee di navigazione e Jul/e linee aulomobiliJ1irhe. All'u opo vengono determinale le m odalità per il rimborso dell'importo d ei cennati Jra1porli alle singole am111inisJrdZio11i.
S chema di dùegno di legge concrrnente la trasformazione amministrativa dell' Uni one militare Per rendere pùì snella l'amminùtrazione delJ!Uni one militare e per alleviare nel conlempo le ;pe;e grava nti sul bilancio ordinario, col suddello provvedime nto è ;lato ridotlo il numero dei comiglieri di oltre la meJà e sono Jtate abolite le ,ariche di 11icepresiden1e e di direltore generale, wnferertdole le mansioni d i spettanza di questo uilìmo al presidente del Consiglio d 'amministrazione
S,hema d i regio decreto legge che apporta m odificazioni al Je;to unico delle l eggi ;ul reclutamento del regio EJercit o Il provvedimento çon;enle di redutàre ufficidi di complemento anche dai riformali, la cui inabilità Al servizio ;ia ceSJata e permelte di diminuire le 11ariazioni delle f erme aJtribuite "gli ùcritti arruolati.
Schem a di dùegno di legge per la tra1formtaione i,, ~nte perpetuo
della « Foudt.zione tenente 'p_i/oJa aviaJore Gt1J/(I//O Emùo H ermann ». Dal 1° genn11io 1935, XIII, era previJJa, col rnid110 del capitale d e(la suddtlla Fondazi one, er<Jgato dal cavaliere di gran croce G11;ta110 H er· mann in memoria del figliolo Enrico, morto in guerra, la co1tiJ11zione di un fondo capiJaie da distribuirsi in premi, in ragione decrescen,Je fino ,, l11Uo il 1933. Per desiderio esprèsso dalt'obla_tore1 allo Jcopo di ono- rare la memoria del figlio, la Fondazione, fermi restandone gli HClpi fondameutali ( elargizione di premi di beneficenza agli ufficiali generali 11011 piiì iu altivilà di servizio che coprivd110 tale carica alla d ttta del 4 novembre 1918), viene tra.1formata in Fondazione perpetua.
Schema di regio decreto che approva it regolamento pa l'eJem· zione della legge 22 gennaio 1934, Xll, numero 115, .JUi .socconi giorna· !ieri alle famiglie bùognou dei militari richiamali o trattenuti alle anni. li regolamento, di cui era previJta l' ema11azioiie dalla cemzata l egge 22 gennaio 1934, Xli, mtmero 11), tiene conio anche delle varianti che alla .steua .sono· J/afe apportate ~o/ 1·egio dec reto legge che è .sh1to ap· provato in q11e.sta medesima tornata d al Co,uig/io dei mini.stri. ·
Schema di regio decrelo che iJ1iJ11iJCe lr1 medaglia al merilq dtt/ J1111go coma11do. L'iJtiluzione della medaglia militare al merito d i ltmgo comando è inie.sa a premiare gli ufficùtli che hanno trascorso la maggior parte della loro carriera al comando effettivo di un reparto. La medaglia potr,) essere d' oro, d'argemo, di bronzo, ed è conferita rispeuivamente ad ufficiali che abbiano effettivamente comandato il reparto, anche in pùì ripreu, per la d11rata· di tre11Ja, venti o quindici a1mi. Nel comp11to di quindici a1111i utili per la concessione della medaglia di bronzo 11011 .sono rompres i i periodi di comando mat11 rati nei gradi di ufficiali gen erali
Uno Jcheina di regio decreJo re/aJiv o al frmzionamento ammini.str,t· Jivo e colìlabile della Direzione superiore del servizio t emico armi e fJIII· nizioni. L'importanza e lo .svi/11ppo dei compiti affidati alla Direzione delle armi e m unizioni hanno rive/alo la neces.sità di comiderada come uno stabilimento di artiglieria e di dare in comeg11enza ad eua rm'am· mi11i.sJrt1zio11e autonoma.
In seg11itq__1 il Consiglio dei ministri, Ili propoJ/a del ntpo del G overno, mi11iJtro per la Marina, ha approvato uno schema di decreto legge che modifica l'artico/o 4 del vigente teito unico rnlJ!ordinamento del C.R.E.M. e mllo .stato giuridico d ei .sotJufficiali della regia Marina approvat o con regio decreto 18 giugno 1931 , IX, numero 914 Con tale provvedimento si rende po.ssibile il richiamo in servizio d'a1119rùà di sol· 111fficiali in congedo della regia Marina quando .siti imposto dtJ esigen ze militari ,
li Consiglio dei miniitri htJ appro_vato poi, Jll propo.sta del capo , del Go'flerno,· ministro del/I Aerona11tica, 11110 Hhema di decreto legge
inteso a 1tabilire, in via transitoria, il titolo di studio per i giovani che a1pirano alla nomina a sottolenenle pilota di complemento ed a sergente pilota de/J'arma aeronautica. Con l'anzideJto provvedimento. Ji 1tabìlisce per 111110 il corrente armo 193J /'ammi11ione ai rorJi di pilotaggio aereo ai giovani che abbiano comeguito il pauaggio a/J'11/timo anno di ,orso di ima Ìrnola media di grado mperiore o inferiore riipellivamente per gli aspfranti· alla nomùia di 10/10/enenle di complemento o di 1ergenle (+)
PRESENTAZIONE DI ALCUNI DISEGNI DI LEGGE *
Presento alla Camera i seguenti <lisègni ·di legge:
concessione di anticipazioni a favore della produzione ci nematografica n az ionale;
approvazione del p rotocol!o concernente i libri ferroviari della Compag nia ferroviaria Danubio-Sava-Adriatico, firmato io Roma il 7 lugl io 1934, XII, tra l'Italia, l'Austria, la Jugoslavia, l'Ung heria, la Compagnia anzidetta e il Comitato dei portatori di obb ligazioni dell a stessa, nonché del relativo protocollo di firma di pari data;
modificazioni . all'ordinafllento dell'Istituto nazionale fascista assistenza dipendenti Enti locali;
modificazion i alle norme per l.t composizione e le attribuzioni del Consig lio per gli Archivi di Stato;
estensione alla diocesi di Patti dei benefici concessi ad altre diocesi per la ricost ruzione o riparazione degli episcopi e dei seminari in loGl!ità colpi te da l terremoto del 1908;
misura della rendita Jorda da sottoporre a vincolo dotale per i capitani del regìo esercito con trattamento economico di primo capitano; assoggettamento alla legge penale militare ed alla gii:arisdizione militare degli obbligati al servizio d 'ist ruzione preliminare e post-militare;
norme re lative a l riacquisto della capacità m ili tare perduta a seguito di condanna, alla riabilitazione militare, alla reintegrazione nel grado, alrimpiego di condannati inco rsi nella incapacità militare e a( . l'istituzione di repa rti militari special i;
varianti alla legge 11 marzo 1926, IV, numero 395, relativa alla costituzione della Casa mi litare di Sua A•ltezza Reale il · principe ereditario; ·
* Parole pronunciate alfa camera dei d eputati, ne-Ila tornata dt'l 6 maggio 1935 (ore 16-18.4 S). (Dagli Atti del Parlamento italiano. CanUt'a dti d1putali. Diromioni, XXIX LegiJ/a/lmt. Seuione 1934 '36. Va/urne Il: dal 6 ·maggio 193J al 27 marza 1936 - Roma, T ipografia della. Camera dei deputat i, 1936, pag. 1311).
modificazioni all'articolo 177 del testo unico delle leggi sul reclutamento del regio Esercito, approvate con decreto 8 settembre· 1932, X, numero 1332;
istituz ione delle .cariche di maresciallo capobanda e di sottufficiale tamburino presso i reggimenti di fanteria divisionale; ·
norme per il trapasso di proprietà dei beni immobili siti nelle pro· vincie di confine terrestre; ·
disposizioni sull'avanzamento degli ufficiali della regia Marina ; nuovi organici degli ufficiali dei corpi militari della regia Marina; istituzione di un ruolo specia le di ufficiali di complemen to della regia Marina;
autorizzazione, entro determinat i limiti, ad, eseguire favori di riparazione urgenti al regio navig lio, prima del perfezionamento amm inistrativo dei refativi contratti ;
disposizioni di carattere transitorio rig uardanti i sottufficial i e militari di truppa della regia Aeronautica;
conversione in legge del regio Jecreto legge 21 gennaio 1935, XIII, numero 257, che approva una convenzione stipulata tra il ministero dell'Aeronautica e la Compagnia nazionale aeronautica per fa cessione aJJo Stato dell'aeroporto del Littorio;
conversione in legge del regio decreto legge 25 marzo 1935, XIII, numero 360, che approva la convenzione 13 febbraio 19 35, XIII, aggiuntiva a quella stipulata il 4 gennaio 1935, XIII, tra lo Stato e la Compagnia · nazionale aeronautica, riguarda nte il trasferimento in proprietà dello Sta to dei beni costituent i l'aeropo rto del littorio.
PRESENTAZ IONE DI ALCUNI D!SEGM DI LEGGE*
Presento alla Camera i seguenti d isegni di legge:
conversione in legge del regio decreto legge 18 marzo 1935, XIII, numero 432," riflettente la concessiÒne di un contributo annuo a favore dell'Ente per 1a colonizzazione della Tripolitania e della Cirenaica ; stato degl i ufficiali del regio Esercito.
• Parol e pronunciate .:illa Camer:i dei deputati, nella tornata dd 7 maggio 1935 (ore 16-19.30 ). (Dagli A lli del Pnrlam enlo hdùmo. Came,-a dei depNtali, DiuNsrfoni. Legislah1ra rii . S,mior,e cii. Vo/11me Il, pag . 134~).
PER I PROVVEDIMENTI A FAVORE DEL MERCATO GRANARIO•
Il Duce ha· preJa allo con vivo compiacimento d ei rùu/Jari ottemlli e degli 11tili conseguiti ed ha espreHo la propria soddùfazione agli esponenti ed ai collaboratori defl'opertl'Zione, che ha servito a tonificare il mercato g ranario interno in 11n periodo di ingù11tìficata, ecceuiva, deprersione e che si è s volta con reg olarità e con mcceuo.
li D uce ;i è i11oltre particolarmente com piaciuto con il una/ore M oJConi, che ha recentemente lasciato la pre1idenza d efl'/Jtit11to perché nominalo presidente della Banca d'emiuione d' A lbania, e rol vicepresidente, commenda/or Treni, per gli onimi rimltati della l oro g e11ione bancaria e per il ro111in110 incremento de/1'/Jtitut o. I ndi ha daJo al nuovo prnidenle, on. , principe R odolfo Borgheu, le diretJive per l'azione f ut11ra che la Banca degli agricolt ori Ttalìani dovrà svolgere in pieno auordo col miniJtero d ell'Agricoltura.
Il Duce ha destinato gli 11tili 'della gestione memile a sua disposizione per premi d i nuzialità, opere auislenziali e Dopolavoro della Banca.
GIUSEPPE PJLSUDSKI **
Il· Governo si associa aJile parole che sono state pronunciate dal Preiidente della vostra Assemblea.
Si può dire di Giuseppe .Pilsudskl che egli è stato il creatore della
* Il comunicato numero sei del sottosegretario per la .Stampa e la Propag3.nda, Galnzzo Ciano, diramato iJ 7 maggio _193:5, avev3. annunciato un complesso di m isure militari, assunte da l Governo in replica a moviml.'nti di truppe abissine, al traffico di armi ri levato fra l'Europa e l'Etioi,ia, e ad un recente discorso del Negus (343). Il 9 maggio, a Roma, a palazzo Veneiia, Mussolini riceve, « pre..ente il ministro p er l'Agricoltura e Foreste S. E. Rossoni, il senatore, dottor Antonio Mosconi, l'on., barone Gi acomo Acerbo, il grancl' ufficial, professor Giovanni Nicot ra, e il commendator, dottor Li.ligi Federico Tretti, firmatari della convenzione 21-12-XIJI per il sostegno del prezzo del grano, nonché S. E il p rincipe- Rodolfo Borghese, p residente, ed it dottor P ilone, funzionario della Banca nazionale delragricoltura » .Ai presenti, il Presidente del Consiglio rivolge le parole qui ri portate in riassunto. (Da Il Popolo d'lralùt, N . 112, 10 maggio 19 ll, XXII). .
0 L'I I maggio 193,, Mussolini si era. portato in volo da Cenuxelle a fi. renze per incontrarsi con Kurt von Schusclmigg, cancelliere d'Austria. Visitati onche alcuni lavori, era rientrato in volo a Roma (31}, 344), dove aveva ricevuto,
nuova Poloni a Ha creato la nuova Polonia, p rima di tutto con una lotta incessante, tenace, ero ica, prima, della g uerra, du rante la guerra e dopo la guerra, quando, nel 1926, s'impadronl deJlo Stato per dargli fi nalmente un a form a ·e una struttura capace di resistere a tutte le n ecessità dell'interno ed alla eventualità dell'esterno
Pilsudski è oggi onorato e r impia nto da tutto il p opolo _pol~cco, ma possiamo onorarlo anche no i, non solo per i vincoli che ci legano a quella nobile e fiera nazione, m a anche perché è ne lla natura d el fascismo d i riconoscere e di esa lta re tutti colo ro che, come Pilsudsk i, non pongono li miti all'adempimento del lo ro dovere.
DOPO LE COMMEMORAZION I*
Il Governo si associa a lle pa role <li rimpian to pronunciale dal Presidente di questa Assemblea.
DICHIARAZION I AL SENATO PER LA VERTEN ZA ITALO-ETIOPICA**
Onorevoli senatori!
Avete ascoltato testé una chiara e docwnentata esposizione d el sottoseg retario di Stato, che vi ha t racciato in termini esatti il quad ro della nostra situazione co loniale. N on ho nulia da aggiungere per ciò
fra gli altr i, il generale D en ain, min istro francese del l'Aero nautica ( 345) Lo stesso 11 maggio, le autorità et iopiche avevano rimessa in liberti g li imputati d ell'aggression e al consolato ita liano di G ond ar (345) . Il 13 maggio, Mussolini ed il ministro D enain avevano firmato la convenz ione italo-francese relativa a\. l'impianto di linee di navig azione aerea (344). Al Senato, nella tornata del 14 maggio ( o re 16-18.40), in commemorazione del maresciallo G iuseppe Pi lsud ski (5 dicembre 18 67-13 maggio 193}), il capo dd Governo pronuncia le parole qui riportate. (Dag li 11.ui parlamentari delfa Camera dei .senat ori..Diwmioni. UgiJ/at 11ra dt. SeJiione d t . V o/11me I , pag._ 1114).
• Parole p ronundate a l Senaco, nella torna ta del 14 mo.ggio 19}5, d opo le commemorazioni di alcani senatori scomparsi fotte dal Pres idente de ll'Asscm· blea ( Dagli Ani p,u /amen tari d e/Ja Camera dei unatori. D iu 1111io11i LegiilalRra cii. Se11io11e cit. V olume I, pag 11 19).
0 Al Senato, ne lla tornata del 14 m:igg io 193}, si inizia !:i Jiscussione <le i disegno di legge: « Sta to di p revis ione del b spesa del ministero d elle · Colonie per l'esercizio finanziario dal 1<1 luglio 19 35 al 30 giugno 19361). Parlano, n el· l'ordine, il senatore Pietro Lanza di Scalta ed il deput ato Alessand ro Lessona, _
ch e riguarda Ja Libia; reputo invece opportuno aggiungere alcune di· chiarazioni per, quanto concerne l'Africa Orienta le.
Il problema dei rapporti italo-etiopici è all'ordine del giorno, non solo in Hailia.
Molto dì quanto sì dice o si scrive non vale la pena di essere acco lto e meno ancora confutato in questa sede (applmm); ma una voce, diffusa in taluni ambienti stranieri, va smentita formalment e e immedia· tamente, la voce cioè di passi diplomatici franco-ingl esi a Roma.
La stessa parola « passo >> è sommamente sgradevole, e per quan to taluni, oltre frontiera, abbiano potuto desiderarlo, la verità è che nessun « passo » ci è stato sin qui, e che, dati i rapporti italo-franco-inglesi , è assai probabile che non ci sarà, nemmeno nel futuro, perché non c'è bisogno di p roced imenti diplomatici della natura del « passo» p er ottenere da noi (qualora lo si desideri, e sulla pura linea dell ' am icizia e della cordialità deMe relazioni reciproche) l'espos izione del nostro punto di vista ampiamente documentata.
Frattanto, ·una parola di commosso ringraziamento \'1 ìndirizzat1 a coloro i quali sembrano preoccuparsi in ma nie ra più che fra terna della nostra efficenza militare, che potrebbe essere, secondo loro, ind<:bolita da un eventuale Conflitto nell'Africa Orientale.
Si può rispendere a questi così solerti e disinteressati consiglieri, i quali considerano la nostra presenza in Europa come indispensabile, che anche noi s iamo dell'identico avviso; ma_ è appunto per essere tra nquillamente presenti in Europa ·che noi intendiamo d i avere le spalle completamente al sicuro in Africa. (Applaw,). La quale Africa O rienta le dista circa quattromila chifometri da Roma, se si tratta dell' Eritrea, e quasi il doppio, se si tratta della Somalia: con queste di stanze, d overe preciso e categorico del Governo ·è di essere previdente e tempestivo. Giova d'altra parte sottolineare ch e, fino ra, il numero d egli operai par titi supera forse quello de i soldati ; ma vogl io aggiu nge re subito, e nella manie ra p iù esplicita e solenne, che manderemo tutti. i soldati ch e riterremo necessari, e ch e n essuno può arroga rsi l'arbitrio intollerabile di interloquire su quanto concerne il carattere ed il volume delle nostre misure precauzionali. (Vivissimi e prolungati (lppla1w). Nessuno può essere giudice in siffatta d~Jicatissima materia all'infuori dell'Italia, la quale ha nella sua sto ria una drammatica, sanguinosa e non dimen· tica ta esperienza al riguardo. Desidero di venire domani rimp roverato per eccesso, non mai per difetto, quando siano in gioco la sicurezza delle
sottosegreu rio per le Colonie. Indi Mussolici fa le dichiarazioni r iportate (0:i.gli Atti parldmt:11/tlri ddla Ca mn-a d ei u na/ori. Diu 1u1ioni. Legiilaltmr àt. Sn· JÌont rii Vo/,11ne I, pagg. 1132·1133)
nostre Colonie e la vita di. un solo dei nostri soldati metropolitani o indigeni. (Vivi appia1m).
Per · quantto riguarda lo svalg imento diplomatico della :vertenza, è ormai n oto ch e noi non ci siaffiO rifiu tati a conversazion i. con i rappresentant i del Governo etiopico, ed abbiamo già d a tempo comunicato ad A~dis Abeba che siamo d isposti, per parte nostra, a nominare · i due rappresentanti dell'Italia nel Comitato di conciliazione.
Ma è nostro dovere di non coltiva re, e meno ancora diffondere illusioni , dati i notevoli armamenti etiopici, gli avanzati preparat ivi d i mobil itazione etiopica, e datO, soprattutto, lo stato d'animo dominante ad Addis Abeba, spec ie fra i capi minori, ·ostili a qualsias i accordo con l'Jtalia.
Quanto a!J'Europa ed alle deprecabili subitanee eventual ità che potessero verificarsi, desidero riconferma re a l Senato che noi manterre mo in armi, per tutto il tempo necessario, lè t re dassi del 191 L, 19 1}, 191 ,1, più una classe, q uella del '12, di riserva, pronta.
Riteng o che un totale d i ottocen to-novecentomila soldati sia sufficente a garantire la nostra sirurezza. Sono uomini perfettamente inquadrati, con un morale che si può chiamare senza esagerazione superbo, e mu niti di a rmi sempre più moderne, fabbricate dalle nostre industrie di g uerra, le quali, non svelo un segreto, lavorano da alcuni mesi in pieno.
A ppoggiati su questo complesso d i forze di te~ra, di mare e di cielo, conti nuere·mo a praticare una politica di collaborazione volitiva, schietta e concreta con tutte le potenze europee, maggiori e minori, lo nta ne e vici ne, allo scopo di realizzare quegli equilibri e quelle intese senza di cui il mondo e il nostro conti nente andranno alla deriva. Il n ost ro apparato militare, al quaile d ed ichiamo e dedicheremo le nostre p iù vig ilan ti rure, non minaccia nessuno, ma assicura la pace, Onorevoli senatori !
Credo c he queste mie dichia raz ioni interp re tillo il vostro pensiero . (Vil1iuimi, pro ltmgati ap plami. Si grida: « D11 ce ! Duce / » ).
PER LA SCOMPARSA
D EL MARESCIALLO G IUSEPPE PJLSUDSKl*
11 Governo si associa a lle parole p ronunciate dal Presidente dell:i nostr:1 Assemblea..
• Parole pronunciate alla Camera dei deputati, ndla tornata del 15 maggio 1935 (ote 16·19.15), dopo b commemo razione del maresciallo G iustp~ pjJ. sudski fatta d al deputato Costanzo Ciano, Presidmte dell'Assemblea . (Dagli Alli d el Padamenlo italiano Camera d ei dep11ta1i, Dimmioni Leghlalu ra tir Seuiom: rii. V olume Il, p~g. 14 51).
PER LA SCOMPARSA
DEL DEPUTATO AGEO ARCANGELI*
Il Governo si associa aHe parole pronunciate dal Pr esidente della nostra Assemblea in memoria del camerata scomparso Ageo Arcangdi.
LA SCELTA
11 18 marzo de ll' anno XII Mussolini, nel suo discorso alb. seconda assemblea quinquennale del regime, discorso in cui furono scanditi i massimi problemi della vita nazìonatle, parlando della si tuaz ione demografica, disse testualmente : « Io mi rifiuto di credere che il popolo italiano del tempo fascista, posto a scegliere fra il vivere e il morire, scelga quest'ultima via, e che fra la giovìnezza che rinnova le sue ondate primaverili e la vecchiaia che deolina verso gli inverni oscuri, scelga quest'ultima, e offra fra qualche decennio IO spettacolo infinitamente angoscioso, anche nella semp li ce previsione, di una Italia invecchiata, di. una Jtal ia senza gli italiani, in altri termini, la fine del.fa nazione».
Un anno è trascorso da l giorno in cui la nazione ascoltò quel fermo ammonimento: ed è triste oggi' il dover constatare come alcune città d'Italia - qua"ttro, per lo meno, di cui abbiamo sott'occhio il bilancio demografico degli uJtimi mesi - invece di. sceg liere la via della vita, si siano pass ivamente lasciate cogliere dal let argo dell'inverno umano, il c:iuale non ha nulla a che vedere con quello vegetale. I rami spogli a novembre rinverdis~ono a marzo e, per ogni foglia caduta, due foglie nuove rinascono. Ma quando per unà. tomba che si apre non dondoli una nuova culla, ogni possibilità di rinascita è irrimediabilmente abolita. Siena, che nel mese di aprile ha perduto trenta abitanti; Novara, che nel mese di marzo è diminuita: di dieci unità e nel mese di aprile di trentasette; Como, la cui eccedenza dei morti sui nati è stata di trentasette punti in marzo e di cinquantanove in aprile; Alessandria, diminuita di ventitré abitanti in marzo e di quattordici in aprile, hanno dunc:iue rinunciato alla g;ovinena? Hanno davvero scelto, fra p"ri mavera e inverho, l'albero che s i ·sfronda e si dissecca, invece del ramo che rigermoglia?
Da Il Popolo d'[t(t/ia, N. 121, 21 maggio 19}5, XXII (wl).
• Parole pronunciat<." alla Camera dei .deputati, nella tornata del 15 maggio 1935, dopo la commemora:i ionè del deputato Ageo A rcangeli fatta dal Prl'si dente dell'Assemblea. (Dagli Aui del PMl.tm ento itali.t.no, Camera dei deputar;. Di!ft111ùmi. Legif/4111,a çit. Seuione rit, Volume li, pag. 1451).
LA VERTENZA ITALO-ETIOPICA
E LA POLITICA . ESTERA ITALIANA
ALLA CAMERA D EI DEPUTATI*
Camerati!
Non è ancora venuto il momento per tracciàre i l quadro gene rale dell°attività del Governo fa scista nel campo della pol itica estera, come feci al Senato nel giugno del 1928.
Molti problemi sono ancora in sospeso, talune important i conversazioni diplomatiche sono ancora in corso; le posizioni stesse delle singole potenze si rettifica no o variano a seconda <lella coinc idenza maggiore o minore o nulla dei loro interessi d i fronte a dete rmi nate q uestioni, che vengono sul tappeto.
Il real ismo poli tico, ci-Oè la considerazione precisa delle forze internaz io nali, dei loro rapporti d i inte resse, delle loro inevitabil i mutazioni, deve stare a fondamento della nostra azione, così come avviene, d el _resto, in t utti gli altri Sta t i degni di questo n ome.
Gò stabilito mi limiterò a pa rla rvi d egli eventi più v icini a noi, n el tempo.
fosieme còl bilancio deg li Esteri è stato sottoposto alla vostra ap· p rovazio ne il complesso degli accordi franco-italiani d el genn aio in corso.
Tali :iccordi rappresentano una sistemazione transattiva di alcune questioni legate all'articolo 13 del patto di Londra, articolo redatto in una for ma di eccessiva con dizionalità, come ognuno può constatare rileggendolo.
Con tali accordi, che possono, nel loro insieme, considerarsi sodd isfa cent i, s i è ch iusa una pagi na de i rapporti del dopogue rra fr a Italia e Franc ia, e create le premesse· per una efficace coll aborazione fr.a i
s fl 18 matgio 193S, Mussoli oi :ivev:\ raccomand:ito a De Bono (con il quale era gii d'accordo che le operazioni militari contro l'Etiopia avessero ini2io ai p rim i di ottobre) di predisporre viveri e m unizio n i per tre ann i, poiché alfa Dmera dei comuni si era p arlato di chiusura del canale di Suez (27\YJ. Alla Caméra dei deputati, nella to rnata del 25 maggio (ore 16-16 .j5), prose-Sue la d iscussjone genera le (iniziatasi nell a tornata del 23 maggio) del disegno di legge: « Sta to ùi previsione della spesa. d el mini stero des ii Affari Este ri per J'cscrci2io finanzi ario dal 1° lug lio 19}5 a.I 30 siugno 1936 )) . In ta le occasione, il capo del Governo pronuncia il discorso qui riportato. (Dagli A 11; del Par/a. me,110 ilaliana Camera dei dep111a1i D isC11uicm;. Ugi1lnhmr. cit. Seuiane <it. V a/11me Il, pagg. 1842. 1844).
due paesi, così come viene espressamente indicato nella dichiarazione genera le ·
Qualcuno si è domandato perché tali accordi siano stati conclusi soltanto d iciassette anni dopo .Ja fine. della guerra. Rispondo che ciò si deve alla complessità degli interessi in gioco; alle nuove situazioni de. terminatesi in Europa ed anche al fatto deJ.lc pietose illusioni, non meno pietosamente coltivate da taluni circoli francesi, circa la stabilità del regime fascista. (Vivissimi, generali, prolungali appla,m)
Dovere di obiettività m'impone di aggiungere che tali illusioni sembrano definitivamente volatilizzate. (Approvaziom). Cos) come de. sidero sottolineare che l'atmosfera fra i due popoli è da ·qualche tempo fortemente migliorata, e ci auguriamo che nessun _ fatto possa n uova. mente offuscarla. (Appro vt1Zio1!1). Dopo gli accordi franco-italian i del i;ennaio, • Governi di Fr~ncia e di. Ing hilte rra s'incontrarono a Londra nel febbraio e fissarono alcuni punti fondament ali per quanto allora coricerncva il riassetto politico dell'Europa.
Si può considerare ila conferenza franco. ing lese d i Londra come una proiezione di qucJJa fran co, itali.ana di Roma. Gl i ottimisti erano portati a prevedere un normale sviluppo della situazione europea, quando, il 16 marzo successivo, tale normale sviluppo veniva improvvisamente spezzato con la denunZia unilaterale, da parte della Germania, del la parte quinta del trattato di Versagli.1. riguardante il disa rmo.
11 mondo veniva posto dinanzi ad un fatto compiuto, che fu po· stillato da tre diplomatiche proteste·. Ciò avveniva durante un corso di esplorazioni. Og nuno fu subito convinto che tale fatto compiuto non era revocabile.
A questo punto è di un qualche i,nteresse, sia pur retrospettivo, far sapere che nel gennaio 1934 fa Germania era proclive ad accettare una realizzazione 'infinitamente più limitata d ella sua pa rità di dir itto, realizzaz ione che consisteva in un esercito <li trecen tomila uomin i, con armamento, almeno per un certo periodo d i anni, difcnsi.vo e controllato s ulle linee del memorat1d11111 ita•liano.
Ma ciò che non è avvenuto non è materia per la storia, e recri· minare è inutile, come è inutile parlare ancora di -disarmo. ( Viviuime approvaziom). .
t assai a rduo per noi credere alla possibilità di una limitaz ione de· gli. armamenti , o al divi eto di taluni metodi di guerra. Tuttavia, se q ual· che cosa si farà di concreto, non è da parte nostra che verranno frapposte difficoltà.
Le acque erano ancorn molto agitate così come lo spirito dei popoli, quando fu convocata la conferenza. dell'aprile a Stresa.
Senza esagerarne la portata intrinseca, tale confe renza fu abbastanza
conclusiva, .in quanto determinò, di fronte a taluni urgenti problemi, una posizione solidale delle tre potenze occidentali.
E positivo che, con tale soljdarietà effettiva, costa nte, onnipresente, è possibile un'azione politica di grande ,stile, tend ente ad eliminare i principali ostacoli che si. oppongono ad una pacifica convivenza delle genti euròpee, esigenza sempre più necessaria per l'esistenza e l'avvenire del nostro continente. (Vivi appla1111).
A Stresa fu decisa la convocazione di un'altra· conferenza per af. frontare i problemi del bacino danubiano.
Tale conferenza non si può tenere ai primi di giugno come fu annunziato; aggiungo che non sa rà convocata se non sarà stata molto, ma molto diligentemente prepirata.
A tale scopo doveva servire, e ha .servito, l'incontro jtalo-aust romagiaro di Venezia; voglio anche dire che le richiesle austro-magiare non sono tali da ostacolare il raggiungimento degli auspicabili obiettivi che la conferenza danubiana si propone di attingere.
Quanto alla Germania è nostro proposito, già comunicato a Berli no, di invitarla e di tenerla al corrente delle successive fasi di preparazione. ,
Dopo le convenzioni franco-russe e russo-cecoslovacche, convenzioni che hanno spostato gh equilibri delle fonc, era vivamente itteso il discorso del cancelliere germanico,
I suoi tredici punti non .possono essere né accettati, né respinti in blocco : è preferibile mctodo . quello di chiarirli e ·approfondirli. Non è da escludere che la diplomaz ia si accinga a questo compito nelle prossime settimane.
Per 'quanto concerne i rapporti italo-germanici, è vero che un solo
· problema li compromette, quello dell'Austria, ~a è di basilare importanza.
-., Non sarà però inopportuno, arrivati a questo argomento, d i dedicare alcune parole a co loro i quali ci vorrebbero pietrificare al Brennero per i mpedire~ di muove:rci in quaisiasi altra parte del vasto orbe terracqueo. (Acclamazioni entusiastiche, grida di: « Duce/ Dlice! »).
Anche a tale proposito bisognerà dire una volta per tutte e nella maniera più esplicita che il problema ,dell'indipendenza austriaca è un problema austriaco ed europeo, e, in quanto europeo, anche particolar· mente italiano, ma non esdusiv~mente « italiano». (Vivissimi applauu).
In altri termini l'Ita lia fascista non intende circoscrivere la sua missione storica a un solo problema. politico (appro vaziom), a un solo settore militare (approvaziom) quale è quello d ella difesa d i W)a frontiera, anche se importantissima, come quella del Brennero, poiché tutte le frontiere, e le metropolitane e l e coloniali, sono· indistintamente sa-
ere, devono essere vigilate e difese contro qualsiasi, anche soltanto potcn· ziale, minaccia. (Nuove, vivissime, reitera/e acc/amazio m).
Sono al punto che voi, camerati, ne sono sicwo, attendevate. Il comp lesso dei problemi che vi ho prospettati, voi li dovete considerare in rapporto a quanto può accadere nell'Africa Orientale, e in rapporto con g li atteggiamenti che i singoli Stati europei assumeranno, offrendoci l'occasione di dimostrarci la loro.completa e non solta nto superficiale o verbosa amicizia. (Viviuimi applausi). Ma, in primo luogo, dobbiamo· contare su noi stessi. (Applausi prol1mgat1).
Ora la minaccia alle nostre frontiere dell'Africa Orientale non è potenziale ma effettiva, ma in atto, in proporzioni ogni giorno crescenti __ e tali da porre il problema italo-etiopico nei termini più crudi e radicali. (Applaus,),
Tale problema non è di oggi, non è dd genna io 1935, ma come risulta da documenti a suo tempo pubblicabili risale al 1925. t in quell'anno che io cominciai ad esaminare il problema.
Tre anni dopo parve che un trattato politico fosse strumento adatto a favor ire la nostra pacifica espansione in quel vasto mondo ancora chiuso nella sua armatura primordiale e suscettibile tuttavia ·di g randi progressi. ,
Il trattato è rimasto completamente lettera morta, salvo l'articolo 5, al quale l'Abissinia si è afferrata, dopo le sue aggressioni del dicembre 1934.
:E: dal 1929, dico 1929, che l'Abissinia ha cominciato la riorganizzazione" del sU:o esercito, giovandosi di ufficiali istruttOri europei E. dal 1930 che talune fabbriche europee hanno iniziato, ~u imponente scala , i rifornimenti di materia-le bellico moderno.
Lo scontro di Ual-Ual è stato il campaneUo segnalatore di una situazione che veniva maturando da tempo, situazione che impone all'Italia fascista l'adempimento di imprescindibili doveri.
Ora per la semplice difesa di quel le due modeste strisce di_ territorio che si chiamano Eritrea e Somalia, bi.Sogna affrontare· difficoltà logistiche e strategiche di una complessi"tà enorme.
.n. con orgoglio, ma non senza emozione, che io penso a i fanti della Peloritana, scaglionati sull'Oceano Indiano (l'Asumblea sca//a in piedi acclamandÒ e11111sùutiramente l'Esercito ed il Dure), lungo la linea dell'Equatore, ad ottomila chilometri di distanza dalla madrepatria!
Questo orgoglio e questa emozione sono di tutto il popolo italiano, che segue, con disèiplina perfetta, con calma assoluta, lo svolgimento prevedibile -degli eventi !
Solo u omini in malafede, solo dei, nemici subdoli o palesi deU'Italia. fascista possono fingere stupore e simulare proteste per le misure militari
che abbiamo prese e per quelle che prenderemo: (Applau;i viviIJi mi e rei/era/e grida di: « Duce! Duce!»).
Abbiamo ·ciò nonostante aderito alla procedura d i conciliazione e di arbitrato, limitatamente ben inteso all'incide nte di Ua'l-Ual, e malgrado talune anormalità della c~mmissione stessa, come, ad esempio, la rappresentanza della parte avversa, che non è abissina (si ride); ma nessuno, specie in Italia, deve nutrire soverchie illusioni al riguardo.
Così nessu no deve spetare di fa re dell'Abissinia una n~va p istola, che sa rebbe puntata perennemente contro di noi e che in caso di torbid i eu ropei renderebbe insostenib ile la nostra posizione nell'Africa Orientale (approvaziom): ognuno -si metta bene in mente che quando si tratta della sicurezza dei nostri territori e della vita dei nostri soldati noi s iamo pronti ad assumerci tutte, anéhe le supreme, responsabilità.
AGLI AVVOCATI*
Sono molto lieto di ricevere questo vostro raduno, che ha u n aspetto veramente solenne, e di ricevervi in questa sala, che è la sa la delle Battag lie;· delle battaglie che il popolo jtaJiano h a combattuto e vinto.
Sono lieto di ricevervi per esprimervi la mia simpatia.
Credo che per qualche tempo ha pesato su di voi una situazione di fatto cbe non vi riguardava direttamente. Forse p erché voi non avete reagito, con la necessaria energia, nel p rimo tempo, e siete stati, dopo, eccessivamente riservati. Dovevate, in vece, subito procedere alle nettissime d istinzioni; non e ra superficiale vanto il sacrificio di sangue che la classe forense italiana aveva d ato durante la gue rra vittoriosa, da i
• Il 28 maggio 1935, Mussolini aveva · telegrafato a u e Bono per chiedergli se ritenesse opportuna la denuncia del t rattato con l'Eti opia ( 292). Anche a nome del g enera le Rodolfo G razi ani, go vernatore della Somalia, D e Bono scon· siglierà l'atto, che quindi non sarà compi uto · li pomeriggio del 29 maggio, a Roma , nella sa"ia delle Battagliç di palazzo Venezia, il capo del Governo riceve oltre quattroce-nto gerarchi dei sindacati fasc isti degli avvocati e dei p roru ratori, j quali hanno partecipato ai lavori del Consig lio nazionale di detti sindacati, tenutosi in mattinata. « Dopo il "Saluto al Duce!", dato dall'on. Pavolini, i l segretario nazionale, avvocato Vecchini, ha ri volto al Duce il saluto commosso di tutti g li avvocati d'Italia, che, come deth.ro, nella guerra e nella rivoluzione, il loro contributo di s.ingue e d'eroismo, cosl sono pronti, oggi e nell'avveni re, ad affrontare tutte le battagli e che sar-.ì. necessario combattere per la grandezza del l'Italia fascista». Indi Mussolini pronuncia il discorso qui riparla to. (Da [/ Popqfo d'Italùt, N. 129, 30 maggio 193}, XXII; e da I.A N azione di Firenze, N . 190, 31 lug lio 1935, XXII).
maest ri del-l'Università agli avvocati dei Tribunali. E quando venne fora della riscossa, molti dei capi delle squadre furono avvocati.
Bisogna reagire contro i luoghi comun i con la massima pronte:iza cd energia, perché il luogo comune è deleterio. Noi lo sentiamo anche come naiione. Non è bastata neppwe una guerra a scalzare i luoghi comun i che correvano sulle bocche di molti per menomare tI valore de. gli italiani.
Siete·9u indi entrati di pieno .diritto nelle strade della ri \'Oluzionc e siete un elemento fondamentale del regime, perché collaborate alla am· ministrazione della giustizia. Senza la giustizia · non si reggono gli Stati.
Per questo la vostra non è una professione, e voi non dovete intenderla rnn criterio restrittivo; la dovete sentire c-0me una missione. Ora i regimi e g li Stati sono solidi quando i cittadini sono sicuri, mate· maticamente sicuri èhe, avendo ragione, troveranno chi darà loro ragione; che, cercando la giustizia, l'avranno . Collaborando a questa m issione, voi rendete u n servigio, di una importanza incalcolabile, a q uelle che sono la solidità e la forza del regime.
Ancora: voi potete, voi dovete. contribuire a che la g iustiz ia del tempo - fascista abbia le. caratteristiche del nostro tempo fascista. Non basta che og ni uomo senta che troverà la giustizia che cerca; bisogna che non aspetti un secolo per ottenerla, bisogna che essa sia sollecita e profondamente umana, Non bisogna dare l'impressione che l'indiv iduo potrà .aver ragione solo dopo aver naufragato in un mare di carte. Se voi segna-lerete quan to occorre per rendere speditivo il corso della g iustizia, farete sempre ottima cosa.
Ma ·voi avète anche modo di esercitare una grande infiuenza su quello che è il vostro ambiente. L'av vocato" è una ·autorità, una autorità morale. Nei vostri << studi » passa l'umanità; passa l'umanità co n tutti i suoi tormenti, le sue pene, .Je sue colpe, le sue speranze, le sue illusioni. Alcune volte il contrasto· degli interessi mate riali è così acuto d a metter perfino i fratelli contro i fratell i.
Quello che voi farete, non soltanto nella interpretazione degli ar. . ticoli dei Codici, sarà di una importanza grandissima. Voi potete essere degli educatori; e qualche volta vi accadrà di dover consolare degli individui i quali hanno torto e non possono sperare dì aver ragione, ma non per questo d evono essere respinti ai margin i o fuor i della vita.
Vedete, dunque, come gli avvocati possono inquadrarsi nel regime, e come lo possono egregiamente servire.
L;i. vostra eloquenza g ià si sta adeguando al « nostco » stile. lo lo vedo anche attraverso le riviste che pubblicate, e vado constatando che tutto quello che una volta poteva anche piacere, ~uella specie di seicen·
tismo oratorio, va definitivamente scomparendo.. Ormai la. doquenza ·è diritta, lineare, tendente alle cose concrete e alle concezioni p recise. Voi dovete servirvi di questa eloquenza, che non esclude la forma e la g razia, p er i fini educativi che il regime si propane, attravecso t utte le istituzioni di cultura ,he i,l regi me sta promuovendo. E poi spetta a voi, anche a voi, soprattutto a voi, nei contatti che avete, il compito (specialmente quando i lemp i duri Si an n w1 ciano) di tenere fermo e di far tenere fermo. Non si può pretendere ch e una intera nazione sia composta d i eroi e' di santi. Sarebbe assurdo. Basta che ci siano delle mino ranze animose, il gcosw verrà poi. Così è accaduto sempre e semp re sa rà così nella storia. Ma perchè questa massa non si abbandoni occorre vigilare, tenerla sveglia. La massa vorrebbe assopirsi. Vostro compito è quello di svegliarla; compito ing rato, ma necessario. Voi sentite che la nazione attraver sa u~ altro per iodo importantissimo della sua stori a. Ebbene, i periodi importanti di ogn i p:iese sono quelli nei q uali la nazione è posta inn anzi alla n ecessità di p rendere delle decis ioni e di tener fede alle promesse fatte. Nel fuoco si p alesa subito il metalJo . In queste evenienze si vede subito se le spine dorsali sono sol ide o no. Voi lo dovete sentire, questo compito, nella vostra qualità di avvocati fascisti, di fascisti avvocati.
Ora che vi ho cosl parla to, non voglio aggiungere altro D esidero tuttavia che voi portiate l'eco di questa mia parola a tutti i camerati avvocati di tutte le parti d'Italia. Desidero che tutti gli a vvocati d'Italia sappiano che io guardo a Joro e a lla loro opera con intensa s impatia. Che non ci siano equivoci al riguardo. E ripetete, alto e forte, che considero gli avvocati come le colonne del regime, in quanto collaborano :a quella Che è ima missione e un compito fondament3'1e dello Stato : l'amministrazione della giustizia.
CREPUSCOLO DELL'« HOMO CECONOM ICUS »
L' ho,;w a:conomicm muore. G iorno per g iorno il suo respico si accorcia ed jl battito del suo polso sl fa più impercettibile.
I bollettini intcrnaziona•li che si susseguono ad intervalli cercano di dare a questa larva spamta di un sistema che si dissolve, l'off.'.l di una dispendiosa messa in scena e di un rimpianto universale.
La notizia, invece, in Ita lia, no n rappresenta nulb di sensazionale. Si sa troppo la storia dell' homo O?co11omims nei suoi ultimi, cinquanta a nn i. Leg ittimo rappresentante d j tutto l'equivoco sul quale era basata l'economia libe rale, era p reveduta come fata.Jc e a breve scadenza la sua
fine, di lui, il tiran no pervaso da sfrenato edonismo, preoccupato so lo di appaga re egoisticamente a qualunque prezzo i suoi desideri anche più bassi.
N egli ultimi tempi è stato un ottimo 'espediente giornalist ico per tonificare le colo nne della stampa mondi ale, anemizzate e sconvolte dagli imprevisti della crisi. Su tutti i paralleli, ·in tutte le capitali, ogni fogl io, anche il più piccolo, il più insignificante, il più impreparato, ha pot uto tuttavia attingere da esso lo spunto per gettare nel fe rvore generale della battaglia iJ peso insignificante della sua verbosa polemica
L'embrione dell'homo wconomiou, probabilmente puro dapprincipio, degenerato quasi istantaneamente nell' inunediato sviluppo, ha conosciuto durante mezzo secolo la stretta analitica di tutti i campioni più
fertili e anche più autorevoli della scienza economica internazio nale, Ma nessuno di essi ha scoperto che, attraverso la floridezza della letteratura zampi llatagli i ntorno come d'iru:anto, affiorava l'insanabile deformaiione di tutto il sistema, e la povert à delle sue energie vive per resistere al ritmo dinamico delle nuove correnti.
L'agonia dell'homo ceconomims si è palesata repent inamente con la guerra, ed ha avuto il colpo di g razia con la instaurazione del sistema corporativo fascista. La corporazione, che raccoglie nel suo spi rito tutta la trad izione dottrinaria del fascismo, la corporazione, strumento del po· polo e per il popolo, della collettività e per la collettività, ha d istrutto per sempre l'errore « del sistema», ed ha mostrate le mète nuove, vicine e .Jontanc. Nel tormento ideale del suo inarrestabile camm ino rivoluzionario, che si può riassumere a grandissime linee nella discipl ina delle esportazioni e delle importazion i, nell'ord inamento completo dei rapporti economico-politici interni, nella difesa della valuta, e nella bon ifica integrale, sempre p iù lonta na si affievolisce oltre i. confini l'agonia dell' h om o <rco11omir11s.
Anche la battag lia delle rotative oggi, din anzi alle più g rav i respon· sabì lità internaziona li accusate d a tutti i Governi, si. è fatta più debole e mo lto meno presuntuosa.
Così gli italiani vedono mori re, senza alcuna malinconia. ·e senza alcun rimpianto, l'homo ceronomims. Sono cinq uanta anni di storia economica quasi inutile, che rientrano nel buio.
Da Il PoJ,olo d'Italia, N. 130, 3 I maggio, XXII ( wJ).
LE PROVI NCIE AFRICANE
Roma faceva delle ,ue colonie d elle sue prop ri e immagini. Le legion i romane, la cui lealtà nella g uè rra era p ari alla loro dignità e alla loro t o rza, portavano, con Ja spada dominante, le leggi ordinatrici e r cgofotrici. La srnre dei Fasci Littori non è m.ai stata strumento di slea ltà e di carnefici, ma il simbolo d~ un'alta, infles sibile giustizia·.
,A m ano a mano che l'opera di inc ivilimento delle legioni si consolidava, i territori conquistati d iventavano territorio di Roma e le « co· Ion ie » si trasformavano in « p ro\'in cie ».
ì significativo, rivelatore il fatto che in un'epoca in cui la pi ù recente esp erienza storica insegn a come Je colon ie debbano considùarsi essenz ialmente dal punto di v ista economico-militare e spesso ,ome r icettacoli degli clementi sovversivi, l'Italia fa scista segua: la politica c iv.ilizzatrice d i Roma istituendo in Libia q uattro provincie. La n ostra colonia m ed ite rranea avrà quindi l'ono re di essere con siderata totalmente come suolo della madrepatria.
L ' Italia fascista, come già Roma, fa delle terre conquistate delle sue · proprie immagini e a tale scopo vi manda dei suoi uomini m igliori_
R ecentemente è stato _ist itu ito un Consig lio corporativo coloniale centrale.
Le insegne dcJlc nostre Jcg io ni rappresentano la nostra trimi-llena ria civiltà vivificata dagli ideali nuovi d el fascismo. Le nostre legioni porta no con loro l'autorità, l'ordine e la giustizia fascista.
L'ftalia, nell'ultimo torno di storia, è entrata ultima nelle competizicini coloniali , ma .Ja sua esperienza è m ille naria, perch é m ille narie son o le virtù conqui statr ici e civilizzat r ici d e.I suo popolo.
N o n l'autonomia chiedono i suoi soggett i, ma, con o rgog]io, b cit· tadinanza: ita.Jiana .
Da Il Pop olo d'Italia, N. 136, 7 gi ugno 193'>, XXII ( wl ).
IL DISCORSO DI CAGLIARI•
Camicie nere di Cagliari!
Voi avete assistito ad una superb a ma nifestazione di forza. e di d iS'C ip lina, in tutto deg na dell'e roica e guerriera stirpe di Sardegna.
• Dur.ante il mese di maggio del 193 5, in Etiopia e ai confini con le nostre Colonie, erano acè.a<l uti a ltri incidenti contro italiani (34 6, 3-17). 11 C"omunk:ato numero selle ùel sottosegretario per la Stampa e Pl"opaganda, diramato i l }I m11.s-
le truppe della Sab1111da han no nel loro nome la migliore parola d 'ordin e Abbiamo dei vecchi e dei nuovi conti da regolare : li regole• remo.
Non te rremo nessun conto di quello che si possa dire olt re frontiera, perché g iudici -dei nostri interessi, garanti del nostro · avven ire, s iamo no i, soltanto noi , esclusivamen te noi e nessun altro.
Imiteremo a1la lettera coloro i quali ci fanno la lez io ne Essi hJnno dimostrato ch e, quando si trattava di ere-are un impero o di difenderlo, non tennero mai in alcun conto l'opinione del mondo.
Se il regime delle camicie nere chiama la gioventù d'Italia alle armi, lo fa penhé è suo stretto dov~re e perché si trova d inanzi a una suprema necessità.
Tutto il popolo italiano lo sente e tutto il popolo è pronto a scatta re come un solo uomo, quando si t rltti della potenza e della ~ !a ria de lla pat ria. (Un' ow,zi one imponente sa/11/a le u ltime parole del D11re, rhe ha p11rl11to co n ,m accento energico e co n foga giova nile, m11rleflt111d o le 1illabe con quel mo inconfo ndihile timb ro . met allico e JIIJCitando fr eq11enlemenle fiamma te di ent1tJia1mo; mi::t i::t1la fine l a dimoJlrazio ne è 11npet1101a e ardente e sembra che il popolo di C(lg /iari e della Sardeg 11t1 11oglia in q11nt o momento dare (I/ capo il comemo f ervido, la ,-ico nosce11za (lppa.uirmala, l'o rg oglio mm11pevo!e crm mi 111/la la nazio ne lo u g11e).
Al PRIMI ABITANTI DI MUS.SOLINIA *
Il D !l(e a11111111zia che 1111ovi lavori .saranno comp i11li per la pùì flmf,ia redenzione della zona e per la riuhezut d ella Sm·degna e del/'ltalia.
,c:io, aveva annunciato l.:t mobilitazione di a ltre tre divisioni (346, 293). L'8 ,::iui;tno, a lle 9 l'.:!, proveniente da Ro mr,, Mussolini g iuni;te in idrovolante a Cagliari, am· marando all' idroscalo di Elmas Subito dopo, lungo il largo Carlo Felice, p assa in rivista la divisione Sdbduda ( forma la dal q uarantas~esimo reggimento fanteria ·e dal sedice-iimo r eggimento artiglieria) in partenza per l'Africi Orientale. Indi, dall' alto dì un podio, assiste alla sfilata delle truppe. T erminata la sli latìl , « il D uce ha portato accanto a sé la bandiera del quarantaseiesimo e quando il vessillo s lo rioso (di cui i fonti accerchiati dal n emico in val Co rdevole riu· sc irono a nascondere la lancia per ripren<lerl:i incontaminata nei giorn i dell'avan· 2:ita vitto rios:i) :tpp:ire sul podio, un'acdama:zione altissima sale dalla folla. Poi, ad un cenno del Duce, ogni clamore d·imp10vviso si spegne. In un si lenzio reli1::ioso, si l~a squillante la voce di Mussolini ~ il qua le pronuncia il disco rso qui riportato. (Da Il Popola d'[1..,Jia, N. l3A, 9 giugno 193 5, XXII)
• A Cagliari, 1' 8 g iugno 19}5, verso le t I, Mus~o\ini si era recato a bordo delb re~fa n ave A11ror.ir, ancorata al , molo di SanfAgostiao Alle 14.>0, aveva lasciato \:i nave eJ er:11 partito in auto a lla volta <li Ig lesias. Auraversat i i comuni
IL DISCORSO DI SASSARI•
li Dtl(e .ri rivolge alle camicie nere della terra di St111ari, provate 11/1' eroismo e al f11oco villorioso di cento battaglie, e dice che, Jomaf_o in qnerta città dopo dodici anni, ha trovato molte cose migliorale e, sopra/111/Jo, delle tmppe magnifiche, piene di forza e di ardimento, con volti maschi e (l{Ofi decisi.
ProJegue afferm,mdo che ci sono ancora molte cose da fare, ma che eue saranno com pùt!e, perché la volontà fascista è ferrea, deciM a .rii· pernre ogJ!i ostacola. .
Vl'nendo qttindi a par!t1re d ella co1idde11a opinione p11bblùa d 'o/Jre fro ntiert1, (ifferma che esM 11QIJ è che 1m ,ùlirolo ·fa11touio, che 1arJ bmcù110 dal/I ardore delle rmnirie n ere, e ro11c/11de auimrando d,e t, ballaglia JtTr,ì continuata, per il prog,.esso della nazione, per il beneJu re del po polo, per l'onore della nostra bandiera. (Il mperbo discorJo rhe Af,mofini ha pro111mcù1Jo con vore tagfienl e, mf1rlelhmdo le Ji/labe,
Ji Elmas, Assemini, Decimo, Siliqua, Domusnovas, circa le 16 era arrivato ad Iglesi~s. <love « passa in mezzo al popolo come avvolto d:t un alone :trdmte e anche qui il srido "Duce! Duce! Duce!", levato in un coro possente, sovrasta ogni cbmore Sceso dalla macchina, egli passa in rivista il sessantesimo fanter ia, schierato lungo il corso Garibaldi e la piazza Quintino Sella» Indi, da un podio appositamen te eretto in detta piazza, assiste alla sfilat3 del reggi. mento. T erminata 13 shbta, « rivo lge ai fanti il s uo S:'!luto cord i~le ed ene-rgico ». Succe-ssivamente aveva visitalo la miniera di .zinco e piombo di M on• teponi eJ il bacino carboni fero <li Bacu Abis. Alla sera, era rìentrato a Cagliari ed aveva visitato l°incroci.i.tore Zard, a lrancora fuori dalla diga <lei porto. La mattina del 9 giugno, si porta in auto a Mussolinia, dove, da lla balaustra della casa del fa scio, davanti ai prim i t remila abitanti, pronuncia le parole qui riportate io riassunto. (Da li Popolo d'lralia, Nn. 137, 138, 139, R, 9 , 11 ~iug no 1935, xxrn.
• I.asciata- Mussolioia in auto, il pomeriggio del 9 giugno 1935 Mussolini aveva visitato Nuoro ed altri centri d ella provincia. Alla scr:i., era rientrato a Cagliari. La mattina del 10 giugno, pilotando personalmente un _ i<l rotrimotore, parte, da Cagliari alla volta di Porto Co_nte, dove ammara alle 9. Visitata la zona d ella NÙITa ed Alghero, verso le q giunge in auto a Sassari. In qut'sta città, lungo il corso Margherita e l°emiciclo Garibaldi, passa in rivista il quar:mtacinqucsimo reggimento fanteria, un reggimento di formazione <li fanteria ed artiglieria, un gruppo sommcggiato ed autotrainato e la centosettantesima legione camicie nere. Indi, da una tribuna appositamente eretta :il centro dell'emiciclo Garibaldi, 3Ssiste alb sfilata delle truppe. Te-nninata la sfilata, lascia la tribuna e si reca a l palazzo del Governo, dove, dal balcone centrale, pronuncia il discorso q ui: riportato in riassunto. (Da li P(lpolo d'.ftalia, N. B 9, 11 giugno 1935, XXII).
wn un'energia e 1111 ardore travolgenti e con accenJi, ora ca111tici, ora severi, ora commou;, ha Jo l/evato di periodo in periodo, di parola in parola,- fiammate di ent111ia1mo}.
ALLA RIUNIONE
DEL COMITATO PERMANENTE DEL GRANO*
lJ D11ce ha ria1I1111to la dùcusJione s11 tutti gli argomenti po.sii all'ordine del giorno, .soffermandosi particolarmente sull'incremento della produzione granaria, che sarà notevolmente superiore a g11ella dell'anno smr.so; e facendo poi una mi1111la analili dell'andament o d i l ulfe le principali colture, e del mercato dei prodoui, ha conr/1110 co mJntando che, malgrado le m111evolezu deJ!a ;tagione, la prodtJzione agricola i1alia11a deJl'anno sOlare 1935 pNò ritener;i promellente e che, in gene rale, /'economia ag ricola segna 1111 netlo miglioramento.
Afferma l a n eamità che, nella nuova campagna, l'opera degli agricoltori Ii svolga inlema, applicando ; del/ami della t ecnica moderrut, al fine di conso lidare 1tabilmente i buoni ,ùultali comeg11iti.
Perciò occorre che l 'auiJlenza degli organi ;indacali e /emici JÌa umpte vigile e penetri in profondità nelle maJJe rurali.
Sntza il progreuo prod11t1ivo, perderebbe di efficacia l'azione d i JOstegno del mercato dei prodotti agricoli, che il Governo fasriJta proseglfirà con energia
• L:miata S:mari in auto, il pomeriggio del 10 . giugno 193S Mussolini aveva visitato la Gallura. Poco dopo le 16, era giunto a Pa lau, donde e ra sa lpato in motoscafo per risola della Maddalena « Vi giunge rapidamente. Nelle acque di Caprera sono alla fonda J"in'crod atore Piu me e i caccia Stterra, Fu/mirre e Freuia. Salve di artig!!eria salutano r approdo del Duce alla Maddalena ( +).
• Tutta la popolazione si è rovesciata sul molo, insieme con le organizzazioni del P artito e con lè for.ze giovanili. B l'ultimo saluto che la Sardegna reca al Duce ed è vuto e possente. Il Duce passa in rassegna le tmppe dd duec:entotren, ta.novesimo fanteri a e buona parte della cinquantesima divisione Caprer.z; poi, dal palco, assiste allo sfilamento dei reparti, cui si accodano le formazioni giovanili del Partito. A rivista ultimata, la folla accompagna il Duce, con l'impeto ininterrotto della sua passione, sino aU·imbarcadero, dove il Duce in motoscafo r:iggiunge l'idrovolante e_ alle ore 16.lO !"apparecchio deéolla, pr!'nde rapidamC"nte quota, disegna tre ampi cerchi sulle acque di Caprera e volge la prora verso Roma. Si suss!'guono dall"incrociatore FiJ1me le $.tlve di saluto,. , li J3 giugno. a Roma, a pa la zzo Venezia, Mussolini presiede la riunione d el Comit ato permanente del grano. In tale occasione, dopo [a relazione dd ministro dC'l· l'Agricoltura e For~te, Edmondo Rossoni, su ll'andamento della campagna gra· na tia 19 34- 1935, il capo del Governo fa le dichi arazioni qui ri portate in rias. sunto. (Da li pqpol o d'Italia, Nn. 139, 142, 11, 14, giugno 19}5, XXII).
363' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Su proposta del capo del Governo, primo miniJJro, segretario di Staio, di concerto col segretario del Partito, il Comiglio dei miniitri ha approvato 11110 uhema di regio decret o legge relativo alt'iJtit11zione del « sabato fascista». Il« sabato fascÌJJa », nella Jfla conctzione e nella ma portala sociale e politica, si differenzia nellamenle dal sabato umifntivo adotJato in altri paesi per rip o10 e conforto. Il <e sabato fascilla» tende, hemì, ad aJ.Jirnrare al cittadino il riposo .ref/Ùrldnale della domenica; ma s'inq11adra nel comp!eIJo delle provvidenze apprestate dal regime p er la preparazione po!;tica, m/Jurale, sportiva e, principalmente, militare, cioè fttuista, del popolai e, complet,mdole, ne auiwra l'att11azione. Il pome,.;ggio del Jt1bato viene coJÌ t1ueg11at o alle rispellive organizzazioni, per dar modo t1d eJJe di rùmire i propri ircdlli t1i fini d'1111a proftma allivitJ d 'ordine addeJ/rativò nei rampi mindicati. A tali co,ueJli risponde il pro vt1edimen10 ort1 approvato, il quale, mentre precisa che l e d omeniche .1ara11110 normttlmente /ascùrte libere e rhe, ù1 esu, p o!ranno indir.1i, di regola, ;o/tanto man;festazioni sport i ve, mlturali e ricreative, dùpone rhe per 11111i indhtintamente rolo!o i quali prestano l'opertt loro 11/ servizio dello_ Stato od alla dipendenza tt!trui, /!orario d 111fficio o di lavoro abbia termine, nèi giorni di 1abato1 non oltre le ore /l'edici. Il perJOm1le /auiato li bero nelle ore pomeridiane del Jt1bato deVe metter1i a dùposizione delle rispenive organizzazioni del regime,.per le allività di ordine addestrativo sopraùennato, che il seg retario federale, sentile le a11/orìlà ed i dirigenti respomabNi, preordinerà, tenendo cqnto particolttrmente delle. esige1tze dell'ùtmzione premilitare e postmilitare. Per speciali servizi od anività economicke p_otranno dai ministri competenti o, nei ro11tra11i di lavoro, con /'aue1110 del segretario del P. N. F. 1 esure Jlabilìte opportune e_((ezioni alla cessazione del lavo ro alle ore Jredici M a, a/lesa la finalifà del « sabato fascista», particolarmente in ordine alla prep11razione militare, tali eccezioni non pouono riguardare i minori di a1111i ven_/Jmo . ReJtà,. tulla-via, Jempre in f acoltà del prefello , d'inteJa col" seg reJario federale, di sospendere l'app licazione del/!oi-afio ridono nei giorni di sabato per determinate alfività o servizi, quando mperfori eJitenze di p11bblico i11teresse lo richiedtmo. LA rid11zione de!/'oMrio d 111ffido o di lavoro non imporla diminuzione di stipendi o di Ja?ari,· ma, correlativamente, è ro11senlilo il rec11pero delle ore di lavoro non compiuto nel sabato, negli i:il1ri giorni la vo rativi, senza maggiorazione d ' nJ-
• Tenutasi il 15 giugno 19~5 ( ore 10·13.45). (Da J/ Popolo d'Italia, N. 144, 16 ~iugno 1935, XXII). ·
Jegni. V engo110 infine determinate le penalità a carico dei Jrasgreuori e stabilite opportune norme "per l'aJtr,az,ione del provvedimento.
Sempre 111 p roposta del capo del Governo1 primo minù1ro, ugre· Ittrio di Stato, 10110 Jlati approvati dal Consiglio dei miniJJri:
Uno JChema di regio decreto pe,: il pauaggio 11ei m oli ordinari del perJOnale ex·regime aflJlro-1mgarico iscritto negli appoJiti elenchi upa1·11ti. Il regio decreto 18 febbraio 1923, 1, n11mero 440, nel prov ,,edere alla JÌJ!emazione giNridica degli impiegati ed agenti del ceSJalo, regime t111Jtro-m1garico, in servizio preJJo l'amminiftrazione italiana, dùpone, f ra l'a/Jro, la co1ti111zione, per dello per;omrle, di Jpeciali elt:nchi, diJtinti per ciasama amminùtrazione. e diviJi per categorie, gradi e claSJi corri1po11det1Ji a q11e/l; niitenti nei moli de/l'mnministrazione del Regno, 111 delli elenchi è J/a/o mcceuivamenle iJcrillo anche il perJOnale proveniente dall'ammi11iJtrazio11e Jlatale di Fifon e, in conjo~mità n quanto 1/abiliva il regìo decreto legge 30 o/lobre 1924, lii, numero 1842, 1Ullt1 JiJtemazione economica e giuridica del ,italo penouale. Col provvedimento ora appro11a/o si diJpone per l'aJJimilazione dei per;o nali Ili menzion(lti, mediante la abolizione dei prede/li elenchi Jperiali ed il consef:Ne11/e pai!aggio dei per1onali mede1hni nei ruoli ordinari. Tale p(/J· 1aggio avv e,·rà mano a mano che il penowde ex-regime è promouo di 11,rado: cioè il funzionarfo pfOmoJJo, a norma delle di1po1hio11i vigenti, 1T11ziché eJJere pauato, co1'1e si verifica ora, al grado J11periore del molo separato, 1•iene collocato 11e/ molo 'generale, injieme agli altri frtnzionari di molo pl'otllOHi, comide,·andolo però in soprann11mero. Fornui11d0Ji, i11 seg11ito, 1111ove 1•aca11ze nei posti .wperiori, tali po1Ji 11m g o110 coperti Jcr11lùumdo /11/li i f1mzio11ari, in n11mero ed in 10prann11mero, dal grado mrceJJivo, e qualora 1m f1mz io1111rio in !0pra11111nnel'O ri m lti prMnOJJO, eJJO andrà ad ocmpare, anche nel 1111ovo grado, u n po1to in JOp rammmero; non s~ Viene, quindi, a to gliere almn po1Jo ai fm1zio11ari di molo p,~omo11i co11tempof'a11eame,rle. Re1tano, per altro, ferme le vigenti diJpo1izio 11i ucond o l e q11ali il per;onale ex-regime ocmpa posti del ruolo ordi11ario, quando sia. promo110 in base a JCflltinio ,miro col per1011ale di dello ruolo, opput"e in seg11ito ad. eJmne.
f!no schema di regio decreto legge che reca dùp01izioni circa il fflnzionamel1/o dell'/Jtit11/o nazionale per gli orfani degli impiegali civili dello Staio. Il provvedime11to modifica l'at/llale denominazione dell' Ente in quella di /Jti/11/ 0 11azio,iale fa JcÌJ/a per gli o,'fani e le orfane degli impiegali civili dello Stnto e Jt ahìliJce la con·e1ponsio11e a favore di del!O 1Jtil11Jo, dd parte de ll'Opero di previdenza del personale civile e mil itare dello Stat o, d'1111 muidio di lire h'ecenlomila, per 1m periodo di q11i11dici mmi, nonché la roncesJione di ,mtl"i per rn1a·11ro ed i l completamemo dei co11vi/ti o per 1111011e COJ/mzioni, dato che /'111ti,,ità d e//' /JJi fu t o
in parola rifulta snuidiaria di quella che l'Opera di previdenza esercita nello sJeu~ campo. Si modifica poi il sistema di nqmina e la composizione d.el Comiglio d'amminiJtrazione, nel semo che la nomina di tale come.Ho, anzi_ché essere effe1111ala per elezione del Comitato centrale; sarà fatta p er decreto reale; contemporaneamente vengono chiamati a far parte d el Consiglio stesso rapprerentan1i del Partito, dei ministeri piri mlereuati e dell'Opera di previdenza.
U110 schema di regio d~creto legg e concernente modificazioni ,11/a compo1izfone del Consiglio cenlrale delle stazioni di cura. 1n base a tale provvedime11to, /'att11ale den ominazione del Comiglio centrale delle Jhtzio ni di wra viene modificata in quella di « Comiglio renlrale d elle slazioni di soggiorno, di rura e di lm is mo », per una pùì esatJa corrispondenza alle funzioni esercitate da dello conseuo. Si modifica, ·inoltre, Id composizione del medesimo Consiglio centrale, nel senso d'tlllribuirne la virepreside11za al direi/ore generale del ti,rismo e di sostiJuire il di,-e/Jore generale dell'E.N.l ,T., ed il di,-igente del sindacalo italitJn o medico fatrista, rispellivamenle col capo della divisione orga11izzazione perifl'rÙd del turismo e col capo della divisione sa11i1aria, ambed11e della .direzio ne generale del turismo.
Uno schema di regio _decrelo legge per tm nuovo ordinmnenlo degli organi p1'ovinciali per il tmùm o. Con tale provvedimento si dispone:
a) l'iitil11zione in ogni provincia, a rnra ed alla dipendenza del sotJosegretario di SJato per la Sta mpa e la Propaganda, di 1111 « Ente provinciale pet il turismo», con per;onalità gi!lridira prof>rùt, in sostituzione degli atl!1ali ComiJaJi provinciali per il turismo,· .
b) la partecipazione al f11nzio namenlo dei nuovi Enti dei Comigli \ p rovinciali dell'economia corporativa con l'apporto delle udi e dei con· trib1t1i;
e) circa la possibililà d'1111 111ile impiego, da parie del so11ougretaria10 pei· la .Stampa e la Propagandd, della nuova organizzazione tur;. sJica pr.ovinciale, alla q11ale vengono assi(J(rati il regolare f"nzionamento ed ,m precfro campo d'azione.
Nella wmposizione del Comiglio di amministrazione dei 1111ovi Enti è ;/ala aJ>ictwattt la partecipazione di /11/te le categorie particolarmente interessflle f11 J11rismo e !a ·collaborazio11e degli Enti t11ristici della provincùt. . .
Schema di regio decreto concernénte il passaggio dei ~ervizi di sta1is1ica del commercio e della navigazione dall'Ufficio centrale d i ,1/ati!tica della Direzione generale delle dogane al/!Jsti/11/0 centrale di statistica del Regno. In applicazione de/l'articolo 3 del regio decreto legge 17 maggio 1929, Vll, mimero 1285, che p,-e11ede l'accentramento ne//'1!1it11/o centrale di .rtatistira di tutti ; ur1•izi di statistica che si compiono presso le
vtirie ttmminisJrazioni centrali dello Stato, Ji dii.pone il pauaggio ali' IJti/ulo prede/lo dei Jervizi Jlatistici del commercio e1tero e d ella naviga• zione, ora alla dipendenza del minisJero delle Finanze (Direzione gene· raie delle d ogane e d e/Je impo1/e direJJe). Il provvedimento. non man<herà di arrecare, senza aggravi per il bilancio dello Slato, semibili vantaggi, dovuti alla migliore organizzazione lecnico-JJrumentale ed alla 1perializz'1zio11e del personale di cui può di.!porre i'/JJi/11/0 centrale di JtatisJica, nella elaboràzione dei daJi e nella rapida pubblicazione delle conuguenti statiJJirhe.
Poi, il Comiglio dei ministri, su proposta del ,apo del Governo, ministro degli Affari Esteri, ha approvato:
Uno JCh ema di reg;o decreto per l'appro vazione della convenzione (ron protocollo di firma) per la repreJJione del fa/10 nummario, 1tip11lata in Ginevra fra l'Italia ed altri Stati il 20 aprile 1929, VII.
Uno JChema di r egio decreto per l'approvazione della l egge 4 gennaio 1934, Xli, nmnero 31, concemente l'arquiJto della piena rit1adi1M11za italiana dà parie dei rittadin ; delle isole italiane dell'Egeo.
Uno JChema di disegno di legge per l'a.pprovaziorie d elle con vetJ· zio11i di Gine vra del 20 febbraio 1935, XIII, in materia Ia11itaria e di commercio deg/; animali e de; prodoni animali.
Uno uhema di regio decreto legge per l'approvazione dell't1cco rdo fra l'Italia e la Turch!a per le .ompemazioni private s1ip11lato in Ankara il 30 a/,ri/e 1935, X lii, mediante scambio di noie.
Uno schema di disegno di legge per l'appro11azione della con ve,,zione (ron proto,ollo di firma) fra l'lla!ia e la Franda, concernente l'esercizio di linee di navigazione aerea, 1tip11lata in Romt1 ii 13 maggio 193 5, Xlii.
Uno Jchema di disegno di legge per l'ap provazione d eli'arro rdo ltalo-olandeu, stip11lato, media11te !Cam bio di note, in R oma il 2 0 mt1g· gio 1935, X.Jll, per l'esercizio di lin ee aeree dei d 1Je paesi con faco ltà di sorvolo e di a/lerraggio sui rispettivi t erritori.
Um, Hhema di regio decreto per la modifica dell'artic olo 9 d el regio decreto 19 maggio 1930, Villi numero 909, per quanto concerne la coJtit11zione della rommiJsione git,dicaJrice dei concorsi per l'aIS1111zi o11e d el per10nale insegnante d elle Scuole italiane all'estero.
Uno srhema di regio decreto legge relaJivo alfiJJitnzione d i 11n n11ovo po1to di addetJo aeronamico preuo le regie rappresentanze d iplomatiche all'estero.
S11 cceuivamenle, dal Comìglio dei ministri Jono stati ap provati, 111 propoJt a d el rapo del G overno, minùtro dell' I nte rno, i segNenti pro v•
1,edimenti :
Un o uhema di regio decreto legge col quale l e iJole d ell'arripe·
lago Ponti110 co11it11enti i due rom1mi di Ponza e Venl otene, già a1mesJi alla piovincia di Littoria (o/ regio dureto legge 4 ollobre 1934, Xlii, n11mero 1682, vengono rntìJuiti alla provincia di Nap oli, in comiderazione della maggiore faeililà di com11nirazioni con il capolT1ogo.
Uno 1chema· di regfo d ecreto con mi 1i provvede alla fmione dell'Associazione nazionale mitraglieri, con i' Auocùtzione 11azio11ale com· bai/enti. li provvedimento, che 1a11ci1ce rm accordo interve1111to frà l e d ue A uociazioni, è gimtificato dal fa llo che l'AJJociazione milraglieri 11011 trova oggi phì riipondenza in 101'uni1à organica permanente d el regio . Esercilo, avendo il Corpo dei mitraglieri, ffealo d,mmte la gmrra 191 51918, reuato di esislere com e Co,-po a venle vita a sé.
I,, seg11ito, il capo del G overno, ministro delle Colonie, h11 present alo nl Comiglio dei miniJJri, che ha approv(l/0, i .reg11e11Ji p'ro vvedimenti :
Un o schema di regio decreto legge concerne111e delega d e{{c1 gestione d el bilancio d e/111 Cirenaica per l 'esercizio 1934 - 1935 . Per r11gio11i d'indole nsenzialmente / emica conJabi!e, si è 111anife1tala l'opporlrmilà di rim•ial'e /'11nificazio11e d ei bilanci d ella Tripolitanin e della Cfre11aicn (rnmi neceJJaria in seguito alla riffnione d elle colonie nella Libia) al 1° luglio p. v , e cioè all'inizio del prouimo e1ercizio finanziario 193.5 -'3 6 11 pro,1v edime1110 cimunte q11indi al governatore generale della libia di delegnre al rommi JJario generale di BengaJi la gestione del bilancio del assalo Governo della Cirenaica Jino alla chit,wra dell'esercizio fin anziario in rorso.
Uno JChema di regio decret o co11/enen/ e provvedimenli dfret1i ad alle viare l' onere degli i111ereui dei 11wt11i co111ratti n elle colonie d ell'Africa Orientale. Con le modificazioni re1e 11ecn1arie dal particolare JiJ/ema fis càl e nelle colonie, si n tendono a qNeste le no rm e emanale per il Regno dal regio decreto 18 setÙmbre 1934, XIT, 1111mero 1464
Uno schema di regio d eàeto p er l' est ensione a/J' Eritre11 ed ali{! Somalia d ei regi derreti 14 dicem bre 1933, X l , 1111mero 1669, e 21 di· cembre 1933, XI, numero 1736. TratJ asi delle norm e cirra la cambiale, il 11aglia banc~rio, l'assegno circolare ed alami lito/i speciali dell'/Jlit11to tli emiu;one, del Banco di Napoli e d el Banco di Sicilia.
Uno schema di regio dure/ o per la d eterminazioni dell'indennit à di rappres e11/a11u (li commissari provincia!/ della libia. In seguito alla ÌJli/11zio11e di q11allro commissariati provinciali in Libia, viene Jtabilito, le· n end o conio d elle diverJe e nmtevoli condizioni di temp o e d i !11ogo, che la m is11ra d ell'inde1111ità d i rapprnenlanza da cnn-ispondere ai titolari d eve essere· precisala per ciasama ude, e11/ro il limit e _ massimo fiunto dal pro v vedimento ; nutlitmte d ecreto d el minùtro delle Colonie, di conceri o co ,1 quello d elle Fùumze
Uno schema di regio decreJo l egge che m odifica le diJposizioni del regio decreto legge 21 dicembre 1933, XIJ1 numero 199Z,, relative at lito/o di sllldio occorrenle per l'amminione alla carriera direlliva colo11iale Si riconosce, al rig11ardo, la validità dei lito/i ri/auiati da Unive rsita ed 1Jti1111i liberi1 ù, couf ormità a!lt: disposizioni del/' articolo l d c/ teslo lfHirn d elle leggi sulla ùJruzione superiore, approvato con regio decrelo 31 agosto 1933 1 Xl, numero 1592, Uno 1chema di regio d ecrelo che riforma l'ordi11ame1110 giudiziario de/ìa Libia. In ,-omeguenza deli'estemio11e in TripoliJania e in Cire11aica della 1111011a legislazione ·penale, si è resct indispensabile Ili reviJione di alomi istit11ti di dirillo procesmale ( app elli1 decrelo penale obbligatorio, i,tmllorie, termini, co11trolli, Corte di AJSise, ecc.), i q11ali1 mentre avei·ano costi111iJo nel loro rego!mnento coloniale 1111 progress o d i co J/1'!1zionc legiJlati va in co11/ro11to della legislt1zione penale t1brogat a, sono Jlati d i gran lunga sorpaJJali dalla m,ova, specìe per la semplicità d i fo rma. lnolJre, l'ordiuame nt o 11pprovato COJJ regio de(l'eJQ 25 ouobre 1928, VI, numero 2 497, nella effettiva Jlla applicazio ne in /1fllo il Jer• ritorio della libia, ha mostrati;, segnatamente nella crMzione d egli organici giudiziari e u e/la esplicazio ne d i taluni ùtituti, l11 cune e difetti che era opportuno eliminare. E stata pertanto .rtudiata la riforma deli'ordinamento giudiziario, ·coordinandolo con la 1wova legislazione p ena.le e con alt re leggi nel frattempo emanat e e ·meglio adattandole a/le 1111ove esigenze manifestatesi. Le principali modificazioni appor/ate riguardano gli urbitri ronciliatori, i Tribunali, le Corti di AJJise, g li ufficiali gi11dizit1rJ, i Cadi1 le norme r1;/a1ive al gi11dizio civile e al giudizi o penale, il caullario gi11dizario
Uno schema di regio decreto che approva l' ordinam enlo mililal' c per il regio Corpo tmppe coloniali della Somalitt. At111aJme111e il 1·egio Corpo t mppe coloniali d ella Somalia non è relto da 1111 ord_i 11a111ell/o a Jé, m a dà 1110/teplici disposizioni, in parte imerite in leggi ed ordina· mmli generali rifere11thi a quelle coloniali, ed in parie emanate con s11cceIJivi decret i reali o g overna/ivi, a seconda d elle nuove e1ige11 ze presentatesi man m ano. Si è reso perlmllo necessario di riordinare tutta /r; materia e di compilare così, ex novo, un ordinamento per il regio Corpo s11dde110, tenT1to presente il principio che g li ordinamcnli militari delle varie colOnie d ebbono differire fra loro so/tanto in relazione alla ubicazione delle colo11ie stesse ed alle speciali esigenze locali e Jradizio11t1li.
[I} rel,1zio11e a 1ali ronceni, l' ordinam ento in questione Ira/la della ammissi one nel regio Corpo dciii Jt ffi ciali, dei sott11fficiali, dei militt1ri di tmppa, dei militari i11dige11i e del per;o nale civile1 nonché dei lo ro obblighi" di servizio e del loro JraltamenJ o econ omico, menJre la composizione e i 'orga11iro dei regio Corpo ;ara11110 stabiliti mcdùmle tabell e or-
g,miche, da (}pprovarsi con decreto d el miuùtero delle Colonie, d'inlesa con l e altre amministrazioni intereJSt:tle.
Uno schema di regio decrelo che modifica il regio decreto 10 nMrzo 1927, V, 1111mero 1149, relativo all'aJsegnazione di personale di altre am111i11iJ/rt1zioni p 1nso il ministero delle Colonie. li regio decreto 10 marzo 1927, V, stubi!ÌJce che il cap o J el/'11/ficio mi/i/are del miniJ/ero delle C olonie de11e eùere « colonnello del tfgio &ercito di Stato JHaggion: o m 1er11izio di Stato Maggiore». In pratira la disposizione ii è dimostrala troppo l'estritJiva, e pertanto col nuovo provvedimento si dùpOne che il capo del detto 11fficio p1,ò eJSere « colonnello o Jene11Je ca/01111ello mcaricaJo delle funzioni del grado Jllperiore » ed apparlenere « al Corpo di Slato M aggiore o ad una delle armi combauenti dell'Esercito».
Un o JChema di regio decreto riguardante l'aumento de/l'indennilrì coloniale al perronale di ruolo civile e militare in servizio in EriJrea e nef!a Somalia. 111 rapporto 11/la rit1tazione di carattere eccezionale verifi. calasi in Eritrea ed in Somalia, viene disposJo l'aumento dell'indennità coloniale nl personale civile e militare ivi in servizio per la durala j el prouimo eurcizio fin anziario, in mim ra di 1111 quarto dello slipendio per l' Eritrea e di un terzo per la Somalia, di"modo che il per.ionale dell'Eri· trea avrà ima indennità coloniale pari alto stipendio pùì 1111 quarto e q11e/Jo della Som,i!ia pari allo stipendio più se/te dodicesimi. Co1t altro Jcbema di regio decreto viene migliorat o, a decorrere dal/' 11 luglio 1935, Xlii, anche il trattamento economico dei mareHialli delle v11rie Forze Armate in servizio nelle anzidelf e colonie.
Uno schema di regio decrelo l egge che apporla modificazioni all'ordùw11e11Jo del personale d ell'amministrazione colonù1le Si d iJciplù1tt Id. materia relativa al/'auun zionc d el pen onalc /emico per le colonie, i n modo pili romple10 e ro11jt1renle alle reali esigenze d ei servizi .
Uno J(bema di regio decreto per l'estmsione alla Somalia i1alia11t1 delle norme per l'aÌ1irnrazi o11e contro g li inforllmi 1111 lavoro. In comi· derazion e dell'int emifica/o rilmo dei lavori p1tbblici e dell'impiego 111 larga scala di m,mo d'opera metro politana, si è re10 necessario applicare anche in S omalia le norm e per l'auicurdzione contro gli infort1'ni s1'l iavoro già in ·vigore in Erilrea, limitata mente ai lavoratori cii!adini italiani e stranieri. ( +)
In segNito, il Con.riglio dei m inistri ha approvato, SII propos/a del capo del Go verno, minislro della G11erra, i seg11en1i pro v· vedimenli:
Uno rcl,ema di disegno di legge pà i/-servizio dell'auisJenz ft spiri· t11ale preuo le Forze Armate d el/o Sia/o, Il disegno di legge diJciplina, in mod o pitì compl eto, preciso. ed orgm1ico, anche in relazione al cont"Ordato con la Sauta Sede; /'as1/Jle11za spfrit11ale preuo /till e le Forze
Armale dello Stato, Jeuendo conto deli'eJperienza di no ve anni Ji applit aziotie d ella l egge II marzo 1926, IV, n11mero 417.
Uno JChema di dùegno di legge concerne11Je l'istit11zio11e di rm Co rpo in ,ong edo della gir1Jtizia militare, comprendente tre ruoli ( ordi. uario, di riserva ed a11siliario), diJJinti rùpe1tivame11/e in due categorie (magistrali e cancellieri). Il ru olo o,·dinario e quello di riserva vengono t"O.Jtituiti fin dal temp o d i pace; q11ello au1iliario, in /11Jto o in parie, a 1eco11da delle nueuità, in caw di mobilitazione ge111mde o di eaezio1111li circostanze. Il provvedimento determina inoltre i gradi di u fficial e i11 congedo del/a giustizia militare che pouono eJsere atJrib11iti agli i scritti ai var1 ruoli; e, per ciascun ru olo, gli organici, le persone che hanno diritt o o pouono chiedere di euervi im·itte1 i limiti di elli, le moda/itl,. d i avanzameuJo ed i requisiti per l'ammissi one. nel Corpo. Vengono infine stabilile le modalità p er la nomina ai vari g radi di 11/fitiale al 1110menlo dell'iJtit11zione del ruol o p er la determù1t1zione d el/'a 11zia11ità reJa/ii;a e p er Jill!o dell'11niforme. ·
Uno sdJema d i regio d ecret o relativo al recl~1tamento dei commisJari di l eva. · Eu endo decadt1ta, in seguito alla m,ova situaziom d elerminalasi n egli organici degli ufficiali in .servizio permanente e, per_ effello dc/Id recent e legge Jtdl'awmzame11lo, le disposizioni del capo sesto della l egge 20 dicembre 1932, X, manero . 1626, in base alle q11ali il reclulamenlo dei commiuarì di levd è Jla/o fd!Jo, in via 1ransiroria1 tra 11Diciali in servizio permanente e di determinati g radi ed armi, si /amerebbe al siJtemd di reclutare i commiuari di leva escl111ivamente f ra u f, /ù iali della po1izione t1111iliaria e della A.R.Q. Ciò posto si è reso necessario fonde re i d11e ;istemi, rendendo poJJibi!e di scegliere i co mmissari di le va, m ediante comorJo per t iloli, fra 11/ficid!i del servizio per,nanente effeuivo, a disposizione, fft ori organico, in au;i/iaria, ed in A.R.Q . In tal modo 1/ as.simra al d elicatò Jervizio d ella l eva il co11cor10 di ·elementi ancora giova,ii.
Uno schema d i diseg no di legge concemellle l' organizzazione del Corpo p ompieri. L' istiltlZione di u n Corpo p ompieri nazionali, i n JO.Jli· J11zio11e di quelli comt111t1li ora e1iste nli, rispo nde alla necèJ.Jità d '11nificare questo importanle servizio, anche per metlere lutti i centri minori m condizione di poteme disporre . La nuova organizzazione> comentirà di utilizzare, in caso di neceuità, l'operà di detti vigili, ollreché nel risp ettivo ambi/o territoriale, and)(! in Jutto il territorio del Regno. Le organizzazioni p rovinciali sono Jovvenzionale principalmente dai comuni, i q11ttli Jo110 Jenuti a corrispondere . ut1 contributo ne/Id miwra che sarà [iI;dta dal/'111,torità prefettizia, d'intesa con l e amminisfrd,zioni conumali e con il Corp o t ecnico dei servizi pompierisli ci . Le ; ingole organi~azioni provinciali t ro vano p oi nell'lspell orato cenll'ale (iltilllito presso il mini-
stero de/J'Intemo) un organo Jernico e di coordinamenJo. Tale IIpe~t o,.alo ha il compito di eJaminare e sperimentttre i materiali e gli a/ipa1·ecchi, al fine di 1111ificflre i criteri di prevenzione e di e1tù1zione degli m a ndi, ed è .rovvenzionato da una ;peciale ca.ssa, alla mi co1tit11zio11e nm corrono an ch e le soeielà di auiam:tzione incendi con 1111 co111rib11to fimrlo nella milura dei d11e P.er cen l o sui premi infroitali. Al perJO nale (permanente e 1;0/ontario) di q11alunq11e g,-ado1 viene an ribuita, n ell' esercizio de/te sue jtmzioni, la qualifica di agente di P11bbli ca Simrezza. C li 11ffiàali formano 1m molo unico permanente , fo caso di mobilitazione, i l peuonale è militarizzato e1 come 111/e, viene JoJJopoJlo alle leggi p eiMli ed al regolamento di diJCipliua militdre, ri111a11e11do esonerati e dispe11.r11t i dal Jervizio mihtare i singoli componenti, a seconda che 11bbù mo o meno ;up.ere1/a /'età di 1rentad11e anni
Uno schema di dure/o legge rig11arda11Je l',1 11aJ1wmeJ1/o d ei 101tufficie1/i invalidi di g11erra ria111111ti i11 servizio Jedent,irio, il collormnento a riposo d ei JOtlflfjicùili e la riduzione d el p remio d i rafferm a Jpellt111/e ,1i urge111i maggiori. li pro v vedimento comenle anche ai soJJufficial i i n1•alidi di guerra riawmJi in servizio sedentario, come g ià agli uffici"li , di comeguire tma terza p romozione p er meriti ec,;eziona!i, o/Jre alle d"e già consentit e dalle disposizioni in vigore. Allo scopo poi di ringiovanire i relativi quadri, il provvedime1110 J/eIJo prevede il col/ocamento a i'iposo dei sottJJ/jicia/i ( ne/mi q uelli dei carabinieri re11li, per i qr1ali à gono disposizioni particolari) ,il co mpimento del cinq/l(mJesimo , 111110 di età.. Ai sergenti 11wggiori a1m1J e11i alla carriera co11ti1111aliva e ch e, perhmto, beneficeranno di tale disposizi one, il premio di rt1/Jerma spetJan ltf
" ' Jermine di d1Je anni di gr,1do è ridotto a lire ci11q11erc11Jo . 1 Jollujficiali rhe t1bbù1110 p{/rJecipato ,,Ila gue1n1 1915 - 1918 potranno essere 1ralle11111i t1//e m'JIJi sino al raggi ungimento dei tre11Jaci11que a1111i d i servizio, ma 11011 oltre il seuante;imo a11110 di età
Uno Jehen1t: di regio d ecreto legge concer11ente il traJla me,uo erou omìco degli ({/lievi Jelfe Accademie militari provenienti dai so fff1ffìciali che rimm d mw al grado per la durata dei roni. Allo uopo di r, 0 11 far risentire eccessivo danno eco nomiro ai Jottufficiali che, per frequ entare 1e Acrademie in Italia, ri1111ncia110 t1l grado ed ai relativi t1JSeg ni per la durata dei corsi, viene loro accordata : a) l'i11tert1 relta g rat1titt1 ,· b) l'esenzione ~elle spese di p rima veJlizio11e e dalla quota ,m1111al e d i 111a11ule11zio11e corredo; e) ,ma indem riltì d't1Cct1demia di lire selle gio rnaliere lorde per l'acquisto dei libri di test o, di ra11cellerie1, ere
Uno JChmM di ,·egio decret o l egge pe! il conferimenfo ai volontari alpini del grado di ufficiale rorriJpo ndenle 11 q1iello che, p er 11ssim ilazione, rivestirono d u rante la gu erra 1915 - 1918. Il provvedimenJo in esmm: w11smte 1i volonltlfi delle milizie alpine, rhe non si valsero delle
dispo.sizioni emanale nel 19 18 da tempo abrogale, di comeg11ire il grado di ufficù1le di complemenlo o di riserva ( a uco11da dell'età), corrispondente a quelll> che già rivestirono per auimilazione durante la guerra 1915-1918.
Schema di dùeg110 di l egge tOntemenle la militarizzazione del per.sonale d vi/e al seguito deli'Esercito operante. Vengono riordinate ed ,fl.tegrale le 11òm1e relative alla militarizzazione. Il personale civile de.stinat o al seguito dell'Eleràto operante è a.uoggetlato alla d isdplina militare, in qual.sùui àrco.sta11za, sia di servizio che fuori .servizio, ed è provvùto di uniforme. Il servizio compi11to nella qualit!J di militarizzato è consideralo, a tutti gli elfetJi, come Jervizio militare. Il provvedimento detta, i110/Jre1 dùposizioni particolari per il perJonale della Croce Rossa /talia11a, del sovrano militare ordine di i\falta e per q11ei .sacerdoti cattolici incorporati al/è unità dell'Esercito, che abbiano comeguito la nomina a Ct1ppella110 militare. · .
Uno ; chema di regio decreto legge pe~ l'aggiornamento d ella legge con cernent e l'indennità mpplementare agli ufficiali del regio Esercito. Al fine di evitare una sperequazione di trattamento fra gli u fficiali ceuati d al .servizio o collocati in A.R.Q. prima del 16 aprile 1934, Xli, e quelli che vengono a cessare dal servizio ;teJJo o sono collocati in A.R Q. stuce.ssivamente a tale data, il provvedimento dispone ,he, sia per la corresponJione del contribut o alla « Ca.ssa ufficiali», ~he per la liquidazione d ell'indennità suppleme11Jare agli ufficiali del regio Esercito, sia co m iderato come .s1ipendio base quello goduto .in alli vità di ;ervizio, ridallo d norme d el regio dec reto legge 14 aprile 1934, X li, nttmero :,6 1. Uno ube ma di regio decreto legge concernenle il nuovo ord inamemo dello Stato M aggiore del regio E.sercilo. li provvedimento riordina .s11 nuove ba;i lo Stato Maggio re d el regio Esercito, istituendo il servizio di Stato M aggiore, mi sara11110 amme;si gli ufficiali che abbia ,io s11peralo co 11 s11cce.sso i cor.si della Scuola d i iuerra, nonché pro ve di comando ed e.speri men to di servizio di Staio Maggiore e riservando il .servi· zio nel Corpo d i Stato Maggiore a pochi l enenti colonnelli e colonne/ii che abbiano dimostralo di possedere .spiccate doti di caraJlere, menJ_e e capacità operativa. Il maggior numero di 11/firiali che vengono abilitati al servizio di Stato M aggiore agevolerà la f1mzi o11e dei Comandi di grandi 1mìtà, Per quanio riguarda /'avanzamento, mentre nesJ1111a scel ta, se mm per e.sami , viene comenlila agli ufficia li in .servizio di Sia/o M aggio re, IJIJ valllaggio ! pedale è conceuo agli ufficiali preuelti per il Corpo di Stato M aggiore, in comiderazione delle eccezionali doti che ad esù ; 0 110 richinte. In t al modo il Corpo di Stato Maggiore, ( ostilllito d i elementi eleni, Jelezionati aJ/raver.so ,m l11ngo, eJperimentaJo t irocinio, vedrà ancor piH elevalo il 1110 pre.stigio .
Uno sdiema di regio d.ecrelo legge conceme11te amnentQ degli organi(i degli 11fficiali d elle vari e àrmi ( esd/lJa quella dei rartibinieri reali).
· L'adozione di nuovi mezzi bellici in corso di distribuzione, nonché varie altre e;igmze spuiali hanno reso neceuario assi(Jlrare l'efficenza delle varie armi con tm corrùpondente aumento di quadri.
Uno schema di regio decreto_ che reca modificazioni al regolamento Ju/t'avanzam ento del regio Esercì~o, approvato con regio decreto 21 /11glio 1907, nu'mero 626. In comiderazione che i giovani JÌ prnenlano ora alle armi con una sempre pùì adeguata preparazione militare, acquùita aJtraverJO le organizzazioni f,uciJte e l'ist rm.ione premi/ilare, è Jtalo pouibile ridurre l'anzianilà minima di urvizio richie1ta per ltt promozione a urgente da qntt!tro a Jre me1i, per i pro venienti dai <0ni allievi nfficiali di complemento.
Uno srhema di regio decreto che appo,·ta modificazioni aWorga11ico del p erJonale civile di gruppo A dell' /Jtituto geografico m ilitare. Il pro:1v edimento, allo Jeopo di migliorare la cal'riera degli ingegneri topog rafi addeui al servizio geodetico de/J'/Jtituto geografico milital'e, ùtituùce tm posto di grado VI, in 101tituzio~1e di imo di grado IX.
Uno JChemtt di regio decreto che modifica il regio decreto /., maggio 1930, VIII, numero 726~ Jul/'ordi11l11nento delle Scuole militttri. fo analogia alle ·norme vigenti per gli allievi dei Collegi militari, vie ne eJ/eJa, con il prov vedimenJo in parola, la conceJSione deUa mezza rei/a gratuita anche agli allievi delle Accademie mililari, figli di lf{ficiali, di impiegali di ruolo delle amminisJrazioni dello Stt.Jo e di soJJ11 fliciali deceduli per carue estranee al jervizio.
Uno schemtt di regio decreto relath10 alle indenniJà agli ufficiali imegnanti nelle Swole militari. lii uguito alla i ntroduzione d i nuovi inugnamenti presso ta/11ne S(llo /e e all'istit11zio11e di nuove Scuole t cor1i, è ;fato elevato il 1111,nero globale delle inde,milà di in;egnamento da conferirsi agli n!Jiciali inseg,umti nelle Scuole militari, pur rimanendo la spesa compleJJiva nei limit~ stabiliti dalle disposizioni in vigo re. li Comigiio dei minislri, 111 proposta del capo del Governo, m ini· stro per la Marina, ha poi app,.o vaJo· ,mo 1çhema di decreto legge che e,tende all'u!Jiciaie in 1er~izio permanente effet1ivo la facoltà, entro det erminali limiti, p , evùta da/J'arlicolo 3 del regio decreto 30 dicembre 1923, 111Jn1e1·0 2960, per l'ammiuione agli impieghi civili. Con Jale provvedimento è data all'amministrazione comrmale la f aco/Jà, enlro deter,ninati limiti, di nominare 11/Jiciali in 1ervizio permane"nte efleJtivo e concorrenti che abbiano mperata la pro1,a di esame ma no n siano slati compresi nel numero dei posti messi a co11cor10.
I n seguilo, su propoita del capo del Governo, ministro dell' Aero-
1U111Jica, ;ono ; JaJi approvali dal .Comiilio dei {JJÌJJÙlri i ;eg11e11ti provvedimenJi:
Uno schema di regio derreto legge riguardante la compo1izione ed il f1mzio11ame11Jo del Comitato Jernico d'aeronaulica. JJ Comitato /emico d'aeronautica, organo co11;11/tivo del miniJtero deil'Aero11a111ica, viene ordinato JII nuove ba1i, in rapporto alle atttMli e1igenze Jemiche ed ammi• niJtrative della regia Aeronautica.
Uno JCbema di regio decreto riguardante /,i circo1crizio11e militare terriJoriale della regia Aerowmtica. Lo svil11ppo a111111to dalla compleJJa organizzazione della regia Aero11a11tica impone l'integrale at111azio11e deJJa <ircoJCrizio11e militare territoriale previJta dalla legge di o rdinamemo. Col mddeuo pro'vvedimenlo viene di1po1ta, a par/ire dal 1° luglio p. v., la co1ti1uzio11e della quarta zona aerea territ oriale, con sede m Bari.
Uno ;c/Jema di regio decreto legge che ;:Jtllo,.izza il mi11istero dell'Ae ronautira ad indire ,m reclutamento strao rdinario di 1otlotene11ti in S.P.S. n el molo 1pecialis1i dell'arma Aero11a11tira, rategoria automobiliJti. Date le llflmerou vacanze esistenti nel molo degli 11/jiciali ,mtomobili.Jti e la impouibilità di provvedere a ricoprire i posli vacanti con il ;istema di recl11tame11to vigente, ;i aittorizza il mi11isiro dell'Aero11a111ica a provvedere al riguardo mediante 1111 reclttlamento straordinario fra gli ,,f. firia/i di compleme11/o del regio Eserrilo, ref,ia Marina e regia Aeron,111. tica rbe siano in servizio n_ella regia A:tronautùa e siano provl)ÌJti di speciali requisiti .
Uno schemd di regio decreto legge che integra le vigen1i norme Jttlle indennità t1! personale d ella regia AeronatJlica Con detlo srhema ;i d ispone Id iJJituzione di ,ma indennità t!i a"eromt111ovra, rh e verrà cor· risp o1ta ai militari che si recano fuori della ordinaria re;idenza per pre1J· dere parie a manovre o ad esercitazioni collellive. Tale indennità è ana· Ioga alla i ndennità ·di tn(lrcia.
Uno schema di regio decreto l egge rig11ardanJe gli organici del personale mi/ilare della regia A ero11a11tica. Il pro vvedime nto stabiliue ehe1 ron l 'i nizio del ·proJJimo esercizio finanziario, enlri110 in vig ore gli organi degli ulfieiali della regia Aer_onautica, previJti nella legge d'o rdi. name11Jo 6 gennaio 1931, IX, numero 98. L'attuazione d i tali organici si rende 11eceIJaria per come11Jire la rostit11ziom, nel pùì bre ve tempo poHibile, dei reparti aerei fiuati nella legge anzidetta. ( +)
Infine il Comiglio dei ministri, su proposta del capo °del G overno , ministro d elle Corporazioni, ha 11pprovato: Uno JChema· di decreto legge per la diuiplina della prodrtzione e del eommercio dei quaderni uola.Jtici Con Jale provvedi mento, nelt'intereJJe del eommerdo e del comumo, vengono fiJJa(i i requ isili m inimi
di formato, di q:1alità di ct:Jr/a e di copertina, 1u.mché il wanero d,•i fogli d ei quaderni scolasJici. La fabbrùazio ne dei quaderni non risponde,iti ai requiJiti prescritti è vietala a partire dal 1° luglio 193.$, Xlll, mentre lo smaltimento delle. scorie esistenti è consentito fino al 30 giugno 1936, XIV.
Un o .rchema d i decreto legge che reca nuoz:e dùposizioni a favore de/J' indUJtria zolJ;fera nazionale, Sian/e la sit11azio11e in mi si svolge il commercio dello zolfo"ed 1 prezzi di ricavo dalle vendile, col provvedimento mddeJto viene prorogata, anche per gli eurcizi 1935-'36 e 1936~'37, la garanzia di determinati p rezzi minimi per lo zolfo che si produce uel Regno. Sono alt resì riabiliti i criteri in bau ai quali deh. bono eJJere determinati i co11ti11genti di produzione d elle miniere del Regno ,
Uno schema di decreJo legge con mi viene prorogata al 31 dicem-~ bre 1938, XVJJ, fa· efficacia d el regio decreto legge 7 maggio 1925, lii, numero 715, che contempla la co11ceuio 11e della franchigù, dogmM!c per le 111acchi11e e i materiali metallici introdotti nel Regno per euere impiegali 11elle ricerche e nelle coltivazioni petrolifere, Uno ;chema di regio decreto che modifica la drcoJcrizione territoriale e la sede delle commiuioni compartimentali arbitrali per infortu ni agricoli .
AL TERMINE DELLA TREBBIATURA DEL GRANO
Si lavora oggi, non. si pa d a. (l'ttvvenimenlo Jlucila 1111 111iovo J(Oppio d ' e11tu.si11Jm<J e gli app_/au.si .scrosciano ).
Nello sviluppo dd lavoro preparalorio, Mu ssolini aveva posto uu nuovo quesito ai suoi coll aboratori : uscire o restare nella Società delle nazioni? I nfatti, qualunque decisione, favort:vole o contraria, avessero presa gli arbitri nella vertenza per l'incidente di Ual-Ual, la sua portata non sarebbe stata sufficentc a Biustificare operazioni militari in g rande stile. Perciò appariva fatale un conflitto con la l ega ginevrina. Su consiglio dello stesso segretario della. uga, Giuseppe Avcno l, era stato perciò deciso di presentare un memoriale di accusa contro le continue aggressioni etiopiche e quel regime Jj barbarie 5chiavist.a . Il 18 g iug no 1935, scavalcando g li accordi di Stresa, l'Inghilterra aveva concluso un patto con la Germania sul rapporto fra i r ispttlivi tonnell agBi navali In ·attesa di una annunciata visita del minis tro inglese Anthony Eden, Mussolini tra stato per Qualche giorno a Riccione ed aveva compiuto un volo su Comacchio. Il 24 g iugno {giorno in cui il sottoseBretariato per la stampa e propaganda era stato elevato a ministero) (277) cd il 25 giugno, si era incon trato a Roma con il mi-
AI GIORNALISTI ESTERI A LITTORIA•
li D11re s'intrat1ier1e eordiahnente eoi giornaliJti es/eri, rhe, durante la J1'!1 giornala nell'Agro, egli ha chiamalo sove11/e a Jé, t ad eHi parla ·dell'opern compirlla, della demità della popolazione in eontinuo dl11nento e ·de/l'avvenire, per cerla lmninoso, della nuova provincia,
nistro Eden (348, 276). J1 27 giugno, allé 7, si porta in aUlo nei pressi della stazione di Littoria per passare in rivista duecentocinquanta rurali volontari in partenza 'J*r rAfrica Orientale, (Uno di costoro, padre di dieci fig li , per tagliar corto alle insinuazioni di chi aveva cercato di dissuaderlo dalla decisione presa. aveva detto: « I miei figli rimarranno dopo di me ed io devo essere loro di esempio »).
« Il D uce li p:ma in rassegna, li gu:trda uno ad uno, a ognuno restituisce con uno sguudo di fiero compiacimento il saluto e, chiamato il lo ro comandante, dispone perché venga assegnato ad ognuno dei duecentocinquanla volontari un contributo per il bisogno del viaggio)). Indi fonda lo zuccherificio d ella pro· vincia di littoria. Alle 8, giunge a. Borgo Pasubio e nel podere 1316 trebbia il g rano. « Il t empo passa. presto, mentre jj lavoro procede. Sono le 9 . Tre sibi li acuti avvertono che è il tempo della colazione dei trebbiatori. La macchina. si arresta. Il Duce si leva dal suo posto e appare d all'alto della trebbiatrice sorridente, soddisfatto. (+) Alle acclamazioni che l'accolgooo, risponde col saluto romano, e poiché fa folla sembra ed è in attesa di un suo discorso », pronuncia, sottolineandola col gesto, la frase qui riportata. (Da Il Popolo d'Italia, Nn 146, 154, 19, 28 giugno 1935, XXII).
• A Borgo Pasubio, nel p odere 1316, il 27 giugno 193";, ci rca le 9.10, Mussolini discende dalla t rebbiatrice e « s'avvia verso il tavolo disposto, secondo l'usanza emiliana, sotto i l portiq:1.to, per la colazione dei trebbia tori e dei macchinisti. Sui fianc hi occhieggia il forno, il classico forn o dei contadini accanto all'aia. Ma, prima della co lazione, Mussolini si vuol render conto del lavoro compiuto Si coniano i sacchi: sette quintali d'ottimo guno sono stati traiti. dalle biche Cè di che esser soddisfatti. Il Duce firma H foglio di paga per la sua ora di lavoro; poi, invitato dal capofamiglÌa, si pone a capotavola per la colazione, che cons iste in salame casalingo ferrarese, formaggio, pane appena sfornato e vino. Si assìdono alla destra ed alla sinistra del Duce . i trebbiatori.
'' Evviva il Duce rurale!··, gridà il più anziano, che g li siede all a sinistra ed ha di fronte la moglie, che parla con i! Duce come ad un suo grande figlio. I.a soigezione ini ziale è subito vinta dalla confidenza.. Il Duce consuma interamente e di buonissimo appetito la colazione. Una fanciulla si alza e chiede: · Duce, va bene? .t contento··. "Bnriuimo", egli risponde sorridendo. •· Meno male, ora s·i3mo contenti tutti", commenta la bambina. E si siede. T avolata lietissima, di fami glia numerosa, non· mai come oggi lieta, attorno ad un capo Anche quest'ora bella finisce. Il Duce si avvia per risalire in automobi le, non senza compiacersi con i rurali per il buon raccolto, che è ·· premio alle l oro fatic he".
"Bravi agricoltori - grida 11n colono -e bravi soldati quando occorre!"
.Ancora l'acclarna.:zione unanime è incalzante, Poi il Duce prende congedo da questi bravi {errarffi, risale in automobile e riprende la corsa ·verso Pontinia, ove g iunge alle ore 9.2.S ». Visitato il nascente comune ed inaugu'"9:ta la sede del
IL DISCORSO DI EBOLJ *
Camerati legionari!
Sono venuto tra voi per recarvi il saluto del Gover~o ·fascista e il mio particolarmente cameratesc:o, un saluto senza incitamenti, ché di Dopolavoro, dove gioca una partita a d ama con il deputato· Araldo Di Crolla!anza, p residente dell'Opera nazional~ combattenti, si reca in auto ;f Borgo Vodice, che pure visita Indi rag~iunge i l podere 2022, posto alla soglia di Sabaudia.., e · trebbia il primo grano del comune. << Per un'ora e meno, con Io stesso ordine e in un'atmosfera di festosa animazione, la trebbiatura proced e n el p ieoo sole meridiano, che fa brillare la pula e lampeggiare i tridenti dei contadini affaccendati·attorno alb. sacca e al le biche. Una sola sosta di qualche minuto interrompe il favoro; ed ant:he qui, come a Borgo Pasubio, b. folla, \•edendo i l Duce i!-lz.irsi dal suo posto e affacc iarsi dall'orlo d ella trebbiatrice, attende un discorso, e dopo aver :1ccbm:\to, tesu in un perfetto silen:zio . Ma con un gesto, senza dir motto, il D uce fa capire che non è il momento Ji d isco rsi ed a llora di nuovo g li applausi si levano e scrosciano a lungo . Un buon bicchicw di vino rinfrescato da un po· ·d'acqua e il lavoro dell'imboccatore è ripreso e dura fino alle 11.4:5. li capofamiglia, il vicentino Menin, s·avvicina al Duce per invitarlo a restare a colazione con i trebbiatori. Ma il Duce, dop o aver-esa minato attentamente la qualità o.k l grnno prodotto, una dozzina d i quinta li, si accomiata per raggiungere Sabaudia. Una calda ova2ione lo saluta e tutti assieme i rurali gli si affollano intorno commossi ed entusiasti. A Sabaudi a i l Duce resta circa un'ora, salendo al palano del comune, dove, con le auto rita, prende parte a una colazione. Quando ne ,focende attraversando a p iedi Ili: piazza, i l popolo, che si era frattanto adunato, gli ha tributato una nuova, fervidissima dimostrazione di affetto, accompagnanJo lo con grandi applausi ed evviva lino a ll' aulomobile. Da Sabaudia il Duce, percorre-ndo la litoranea, si Jirìge verso Borgo Monten1;ro, in vista dd Tirreno ( + ). P oco prima di gi unge re .2 Borgo Montenero, il D uce sosta in un podere, dove assiste all'erogazione della prima acqua irrigua nell'Ag ro Pontino. A Borgo Montenero il Duce sosta brevemente, rimanendo .in m ezzo a lla pop0\a2io ne e visi tando a lcuni edifici. R;isgiunge poi Borgo Herrrutda, tuttora in costruzione, facendo an che qui una b re ve sosta fra g li operai acclamanti, ammassa ti sulla s trada con i loro b adili e con g randi bandiere tricolori. D a Borgo Hcrm.id a l'automobile del Duce e quelle del seguito si riportano sulla via Appia, e, sorpa.ssato Borg o San M ichele, il cor teo di macchine enfra in Littoria, raggiungendo il pala220 comunale. Nella grande pia.zza è una moltitudin e di popolo, che, al giungere d el Duce, proro mpe i n un fonnidabile "A noi!", mentre la Milizia e i giovani fascisti schierali presentano le armi. Per alcuni minuti la m:inifestnione si protrae <:"d ha uno scatto veemente quando, dall'alto della torre del comune, il Duce appare e risponde al saluto de lla folla col saluto romano ». Indi si ferma a discorrere con j gio rnalisti ester.i, rivolgendo loro le p:irole qui ri portate in riassunto. (Da li P<>polo d 'lt.rlia, N. 154, 2B giugno 1935, XXII)
• Lasciata Littori a in auto, il pomeriggio del 27 giug no 193 5 Mussolini e ra rien1u10 a Roma . Il 2 lug lio , proveniente J a Riccione, aveva vis it1110 a k u ne opere pubbliche jn corso a Rimini, a Forli mpopoli e in località. Ronco. Il 3 lug lìo,
ciò voi non avete minimamente bisogno: è certo che voi farete il \'OStro dovere, in qualsiasi momento. Vi siete presentati mignificamente solidi, compatti, decisi, g ià pronti at combattimento nel fi sico e nel moral e. Non è stato sempre il « combattimento » il fine ultimo d i ogni, nostra speranza? E non è il particolare temperamento dei fascisti quello <li preferire il rischio di una vita eroica, alla stasi di. una esistenza in· suls.i? In tutte le prove che \'oi vi accingete ad affrontare, realizzate fra voi il came.ratismo del tutti per uno e uno per tutti.
A coloro che pretenderebbero di fermarci con carte o parole, noi risponderemo col motto eroico delle prime squadre d'azione ed andremo contro chiunque, di qualsiasi colore, tentasse di traversarci la strada Ricordate che quando le forze non furono troppo disuguali i sol~ dati italiani. batterono regolarmente gli etiopici. Adua \'ide q uattordi· cimila italiai,i contro novantamila abissini, ma la st rage di costoro fu così g rande, che alla sera, gl i abissini .levarono il campo e si ritirarono sulle montagne. L'eroismo de i soldati itali ani in quella giornata fu magnifico e riconosciuto dal mondo intero. Adua fu perduta non dalle nostre truppe, bensì da un Governo che non s i preoccu pava del sacrificio dei soldati, ma delle abiette manovre parla,mentari.
A voi, camjcie nere yolontarie della mia terra, che ha « nel sangue il combattimento » come tutta, del resto, fa gioventù di questo tempo fascista, a voi, camicie nere del solido Piemonte e dell'ardente· Sicilia, a voi dico che siamo impegnati in una lotta d ' importanza decisiva e che siamo irremovibilmente decisi a portarla sino in fondo, dopo essersi eserci tato. in un volo su Ancona, era ri('ntrato a Roma . Il 6 luglio, alle 7.~5, pilotando pcrson:almente un iùrotrimotore, spicca H volo' dal Lido di Roma alla volt.1 di S.1 lernn. « Durante il volo, il veli volo pilot.tto dal Duce si è trovato in mezzo alla tempesta. Un marconista di un appa recchio di scorta, colpito d.1 una scarica elettrica attraverso la cuffia, è svenuto, ma poi ha ripreso il suo setvizio ». Alle 9 , l' apparecchio guid ato da Mussolini ammara nello specchio d'acqua prospicente i l molo Manfredi di Sa lerno. Sbarcato da un motoscafo sulla banchina, i l capo del Governo prosegue subito in auto per Eboli, dove, appena giunto, passa in rivista, sul viale princìpe di Napoli, i segu('nt i quattro battaglioni di camicie nere in partenza per l'Africa Orientale: l'ottantunesimo (tratio dalla legione ca.micie nere di Ravenna Alberigo d a Barbiano) , l'ottanta· duesimo (tratto dalla legione B enito Murwlini di Forli), il centosettantunesimo (tratto dalle legione Ve1pfi di Palermo), il terzo (tratto dalla legione M(l1111iso di CunM, composto lutto da t-x-alpini), più una compagnia di mitraglieri, muniti di armi pe:santi, provenienti dall:i legione di Benevento, nonché un battaglione del trentanovesimo reggimento fanteria, che si trova ad Eboli per le esèrcitazioni estive. Poi assiste alla sfilata de.Ile truppe. Terminata la sfilata, le truppe si' ammassano nel campo sport ivo, ove Mussolini pronuncia il discorso qui ripor· lato. (Da li Popolo d'Italia, Nn 158, 162, 186, 3, 7 luglio, 4 agosto 19)5. XXII).
(Gli risponde infine un urlo: « Duce/Duce!». E quattromila ·e pùì baionèJte v~ngono levate in alto, agitate; e gli elmetti, wloniali vengono issali m/Je punte d i acciaio, e sembra che i militi vogliano con q11e1to geJlo rinnovare un gi11ramento).
ALLA PRIMA RIUNION E DELLA CORPORAZIONE OLEARIA*
Il Duce rileva la capitale importanza del problema1 poùhé il patrimo nio olivicolo italiano aiande a dieri miliardi, ,on milio11i di alberi e d ecine di milioni di giornale lavorative.
· Ouerva che la 1compar1a o· 11n' 11//eriore diminuzione delle colt11fe dell'olivo, che è una pianta collinare, provocherebbe 1111 co111iderevo le spollamento della mana dem ografira della nazi one 11er10 le 110n vaste e i nmfficenti pian11te, con ei,idenli gravi ripermuioni della vita eronomica e soriale d ella naz;one
Rirorda che quasi 111/Je le regioni iJa/ùme hanno l'olivo · Ecco perché l'inlereise di quesJa co/Jura è fo11damentale e pe rciò il G overno fascista se ne preoccupa.
Di fronte all'attuale lacuna d i un teno della produzione in rei.azione· al fabbisogno a.Jimentare, l'obiettivo verso cui tendere è molto semplice : raggiungere il mille -per cento, E poiché 1111 olivo, per poJer produrre, ba bilog110 di q11i11diri anni di tempo, ragion per mi non_ Ji può pretendere d i pauare di punto in bianco all'autonomia olearia della 1U1zione, bilogna_superare 11n periodo di sfasam ento.
"' lasciata Eboli in auto, fa mattina del 6 luglio 1935 Mussolini aveva visitato la diga del Sele e la 2:ona archeo logica di Paestum a Giunto a Salerno , che lo accoglie con rinnovate, imponenti dimostrazioni, il Duce scende dall'automobile e con una lancia raggiunge il suo trimot ore, che b a mes!o in molo le eliche. Tutto· il popolo, raccolto sulle banchine, sulla spiaggia, sul litorol~, sulle scogliere, sulla diga forane:i, lancia al Duce, mentre l'idrotrimotore decolla sullo spec-chio di acqua della rada, il suo saluto appassionato. Alle 14.15, l'idrovolante prende quota e scompare sul mare lont:mo ». Verso le 15.30, Mussolini era ammarato all'idrosc"alo dc-I Lido di Roma. Il pomeriggio dell '8 luglio, a Roma, a pala z20 Venezia, p resiede la prima riunione d1;1J:1. corporazione· olearia , Il deputato Maurizio Maraviglia, vicepresidente della corporazione, riferisce su l primo oggctlo dell' ordine del g iorno : Rapporli fr1t_fi11d«11ria d e/f oli o- d' oliva e q 11etld d , 1/' olio di umi. Segue la discussione. Terminata la quale, Musso lini fa le d ichiarazioni qui ripoitate in riassunto. (Da I l Popolo d'llalia, N n 162, 163 , 7, 9 luglio 1935 , XXII).
Né tale periodo può euere <a/colato in quattro o cinque anni, dati gli alti e ba.ui del raccolto; for;i <e ne vorrann o die<i e 1111che pit). Ma l'importante è di tendere e arrivare a quel/'obiellivo
Nel frall empo, per · coprire il fabbisogno alimentare, bisogna incrementare la produzione in I talia e nelle colonie, dovendosi euludere /'11tilità Jj e11endere la <oltiiiazione nazionale di semi oleosi.
lt Duce approva la propo;ta avanzata di bandire un cÒnwrso nazionale, il quale, eccitando l'em11lazione degli olivicoltori, wrrà ad ema11dpar<i dalle f orti importazioni di semi oleo;i, menhe gli indtt· striali degli oli di umi applicheranno le loro energie e i loro <apitali ad altre forme di atlività.
Condude affermando che l'interesse 4ominante è quello dell'olivi<oll~tra, mi tulli gli altri devo110 ;apersi adaJff1re.
ALTRO CHE CAMBIAR SEDE....
Una notizìa, pubblicata dai g iornali pochi giorni fa, diceva che finalmente la nuova. sede della Società delle nazioni era u ltimata e che avrebbe ospitato gli uffici societari il 1° gennaio 1936. La notizia portava inoltre un appello a tutti i membrj della Lega perché si adoperassero a vendere il vecchio palazzo.
Invece di cambiar mentalità e sistemi si cambia casa. Ed è già un passo notevole. esser riusciti a fabbricarsi q uesta. I nfatti sembrava che anche la natura e le forze superiori e occulte fossero contro la Lega. Ci raccontano che le prime pietre dei fondam enti del nuovo pa.Jazzo societario non volevano star ferme e andavano verso il Jago Ma come sempre a Ginevra ci si in testardì e si spesero molti mil ion i per render solidi i primi metri di muro.
Ci sono, in questo episodio, analogie con molti altri, c'è quasi il succo del sistema g inevrino, ma lasciamo correre.
Dunque al primo dell"anno la Lega si, trasferirà nella nuova sede con fa. vecch ia mentalità, coì suoi soci morosi e schiavisti. Ma da _oggi al 1° gennaio 1936 -ci sono ancora più di cinque mesi e son tanti coi tempi. che corrono. Può darsi che la LCga vi arrivi con altra .mentalità, priva di ospiti poco simpatici, oppure cadavere. Chissà!
Rimarrà fo rse il nuovo pafazzo un tempio vuoto, un tempio senza idoli, a testimon iare ai popoli g iovani de!J"incomprensione dei vecchi , a insegnare ch e quando non si vuol riconoscere la vera gerarch ia, il giusto e_ l'onesto, i di ritti deJla giovinezza, si fanno delle patetiche, ml sempre brutte fini. E al!Ora bisognerà tener questo nuovo p:.1lazzo chiuso,
vuoto, circondato da g iardini silenziosi e impenetrabili, perché g li europei non sentano un monito e ~rché abbiano davanti lo spett ro dei vecch i erro ri
D.t Il Pof!olo d'l111/ùr, N. 169, 16 luglio 1935, XXII ( tul ).
LE METE AFRICANE DELL' lTALIA FASCISTA *
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Euellenzf1 - domando al D11ce - vo rrei parlarvi dell'Abiuinia.
Un lampo pa.ua nei Jlloi ocrhi neri . So bene eh ~, senza preamboli, l oao tm Joggèt10 che in q11eJ/o momento domina nel mo ;pirito trii/i gli altri. L'affare di AbiJJinùt è m o.
-L'A biss inia - mi riiponde le11Jmne11/e il D 11ce - ; ma vi è una q uac;t ione pregiudiziale che si. pone a suo riguardo ed è di sapere se J'Europa è ancora degna di adempiere nel mondo la missio ne coloniz• zatrice che da parecchi secoli fo la sua grandezza. Se essa non lo è più, l'ora de lla sua decadenza è irrimediabilmente suon:ita .
Egli si arre11a e poi prosegue:
- 'i: per- fare 9uesta constatazione che la Società delle nazion i è stata creata? Sarà essa il tribuna le d inanzi al quale i negri, i popoli arretrati e selvaggi d el mondo, t rascineranno le grandi nazioni che hanno rivoluzionato e trasformato l'uman ità? Sarà essa il par.Jamento ove l'Europa soccomberà sotto la legge de l numero e vedrà proclamare la sua decadenza?
l o osserv o il D11ce. I moi lineamenti sono diste1i, limpidi , iempre straordinariameme giovani e prodig iosamente espressivi, come già ho a1,111to occasione d i scrivere. Con voce calma, egli mi dice semplicemente :
- Il momento della decisione è venuto. Avete letto i giorna-li di ieri? Ho .mobìlit:ito ancora due d ivisioni.
- Eccellenza - con1in11a il giomalhta - noi abbiamo in Fnmcia l'esperienza delle cose coloniali e dell'A frica. h,, particolare L'AbiJ.
• Il 6 lu8Iio 193'.5, ad H arrar , il console ita liano _ era stato ingiuri.'.lto Ja soldati etiopici ed un nostro.ascaro era. stato aggredito e percosso da una ventina fra indigeni, gua rdie municipali e mili tari abissini (349). Il comunicato numero otto del ministero per la Stampa e P,opaganda, di rama.to il 1'.5 luglio, avev.'.l annu nciato la mobilitazio ne delle di visioni Sila e I febbrdio, oltre l'impostazione in cantiere di dieci sommerg ibili (349) JI 16 luglio, ·Mussolini, che si era mantenuto in contatto telegra.fico con D e Bono anche durante il mese di giugho ( 293 , 294), aveva pia.udito 11! generale per fo sul. opera di preparazione logistk.1 e militare in Africa Orieontale (294). II 20 U) lug lio, .'.l Roma , a ll'inviato speciale dell'E,ho de Pari!, H enry De Keorillis, concede l' intervistà. qui riportata. (Da l l"Popolo d' Italia, N. 175, 23 lug lio 193'.5, XXII).
sinia, con Je .sue montagne temibili, le JNe razze g11erriere intrepide, ci ricordtJ iJ Marocco, con qu e.sta differenza: che e.sJa rtJppresen/a d ieci milioni di uomini in11ece d i Ire, qutJtlromiJtJ chilomelri di diJtanu invece di mille e un dima molto pirì ì,u/emen/e, Occorreranno grandi m ez zi, grandi .sforzi, grandi sacrifici, O((Orrerà del tempo
- So tutto ciò. Ho molto ciflettuto, molto pesato, preparo con cura minuziosa. Non vado come uno stordito, né come un cieco. Tutto ciò che vi .posso dire è che l'Italia è sicura d i imporre la s ua volontà. Un i.stanle di .silenzio come per obbligarmi a ben ritenere e per mcidere nel mio spirito questa sola parola: «sicura». L' ave re compie/ala la ,1azionaiità italùma, l'avere ritemprato l'animo del .1110 popolo, i'anre Jtabilito 1111 ordine economico e sociale nuo vo, l'avere c/' eato tm tipo di ci11iltà di ,mo straordinario dinaminno, l'avere porla/o l' Italia al rango dei pùì potenti popoli della terra, dinanzi alla qNale la m aest osa e fi era Inghilterra deve oggi i11dielreggiare, non è abba1/a11za pe l' q11e110 giganle. Egli vuol dare 1112 impero a Roma: S omalia, Erih·ea, Abissinia, li bia, le iwle d el M edit errane o o fientale, 111110 ,m m ond o si cerca, Ii .salda, .si impa1Ja sollo le Jll e d ita. Egli mi ouerva e, i ntuiti v o, segtte il cammino del mio pen.siero .
- Vedete - egli dice· - ciò che noi abbiamo fatto in Libia, su una terra ingrata e in condizioni tanto difficili. L'opera dell'Italia è appena incomi nciata, bisogna andare innanzi.
- Eccellenza - i o domando - ciò che vi interessa n on è rma a111orilà nominale SII razze non 101/omeJse che corrono n elle s1eppe htuciate e nei deserti aridi. Se co1nprendo bene, voi vole/e mollo d i più, 11011 è vero? Voi volete gli altipiani, le r egioni ancora inabitate, o ve l' ilaliano potrà, a fianco · del/!indigen o, co J/ruire la sua casa ml li bero m olo, t1rare e ricerct1re nella Jerra, g uadagnare il proprio pane, pit1nlare la 111a bandiera. l o so bene che un altro u omo di Stato non mi avrebbe rispo.slo, ma M11ss0Jini non è di q 11ei piccoli di plom atici che tremano dinanzi al proprio pemiero. Nel modo pilÌ JM//1rale del mondo, egli la.scia cadere queste .semplici parole :
- lo penso per l'Italia, come hanno pensato per l'Inghilterra i g randi inglesi che hanno fatto il suo impero, come han pensato per la Francia i suoi grand i colonizzatori. Cred<? di avere risposto chiaramente alla vostra . domanda;
- Ed io -,- prosegue il giornalista - supplico gli uomini di Staio e l' opinione pubblica del mio paese di comprendere la d etermi na. zion~ riJoluta che ani111tt Afrusolini . N11ll.:t ormtti lo f arà indieJreggiare. Il s110 pai-1ito è _.preso, i dadi 1ono gel/ali. N on siamo noi f rancesi, con qNistaJori dell'Algeria, del Tonc~ino, del M adagasca r e dei Marouo rhe pouiamO form11la rt obiezioni senlimenJa/i o altro, e non lo
po110no nemmeno gli ingle1i, che hanno pre10 la metà d ella te rra e 11abiliJo la loro Jutela 111 P.opoli come l'Egitto, il Tr.:mwt.tal, mille vo/Je pii> evoluti di quello che è il popolo eti opico.
·- Eaellenza - domanda ;t giornalista - ma 11oi Jemete ciò che p11ò avvenire in E11ropa mentre voi J(lrete occupa10 in Etiopiii?
- No. Innanzi tutto l'Europa ha, senza dubbio, innanzi a sé anco ra due o tre anni di tranquillità relativa. Il giornalùta replica:
- Forse possiamo comprendere noi in Fram:ia che J'/Ja/ia contin11erà, q11al1imp1e cosa accada, a comiderare l'indipendenza dell'A11strìa come il fallare dominante d elltJ 111a politica?
Sul calmo volto del Dme paua 1m'e1preJJione indefinibile. JJ JttO mento si protende ed egli Jorce il labbro inferiore in 1111 movimento d i energia concentrata,
- Sì - egli dire; poi riprende pùì dolc emente :
- Gli atti sig nificano più d elle p :i role e gl i atti eccoli : nll:t ·fine d i agosto farò fare le grand i manovre.nel nord.dcll ' I t:ilia con c inquecento· mila uomini . N ell'ottobre prossimo vi sarà in tutto un m ilione J i ita li ani sotto le armi. Non avrò da temere nulla da nessuno.
Q flest a volta - oJJerva il giornalis!a -:-- so ciò che, JO/Jrt1ll 11tto, intereua il mio pae1e. E De Kerilli! domanda:
- Si dfre che q11e.rlo af fare dell'Abissinia è vostro e sol am e11/e 110 1/ro. Il popolo italiano vi seg11e?
- La quasi totalità della nazione ha compreso ciò che io volevo e perché lo volevo. Essa ha uno sforzo da fare, dopodiché av rà il suo wande posto nel mondo.
Le parole - scrive D e K erilliI - rùuo,:mw pl"o/01_1d111nenle ;11 m e, ~ella noslra epora torbida, s1011vo/1<1, ove dei 111,bamenti sembrano u hiarciare gli spiriti, M11uolini detù ameme riabilita la vol ontà, riabi· lita ruo m o1 moJtrando che l'uomo pffò anche dominare i'fl vven;mento e dom imire la Jtoria. Confròntalelo fl; 1Jeffhi capi di Staio d ella v effh ia Inghilterra, per non · citare che q11elli /. Gruirdate oi1e egli va l Gt1drdftte ciò the hrt fallo per il mo paese/ Miraco li della ditta/tira, dire/e voi. Ebbene 110. Senza d11bbio vi sono camicie nere e ,ma Polizia i,1 l l<rlia, mn v i è, soprattutto, rm d ominio morale, 1111 fasciJmo collellivo, lt11t! jorza del ge nio Nmano in azione._ Dopo B011apflrle, l'Europa 11011 <1vet 1fl t•iJ/o md/a di Jimile. Egli mi commuove quando 11ggilmge :
- Al popolo italiano io ho mostmto Ie cose a poco a pçico, l' ho illwninato lmtamente. Col mio m etodo, un:i volt:i. pres1 11 decisione, non vi è precipit:izione. Io ho voluto, soprattutto, che esso sa pesse Jove an davo . E inf(,/fi - comme 11t<1 il De · Keril/iJ - il popolo ama il s110
capo e ha fiducia in lui. Poiché il capo vuole, ed egli ha delle ragioni per volere, perché non seguirebbe euo il DJJce, che sino ad ora ha coudollo l' Italia di tappa in tappa sempre più in alto? Que;to feuommo . umano, a noi france si, sembra ina11dito1 quasi incomprensibile. Noi brnciamo un 1101110 di Stato · quaJi tu/li i mesi e l'Italia, 1w11ra soreJJa, p_1icologicame11/e tanto vicina a noi, si enlruiasma umpre pù) per i(Duce, che la guida da qua;i quattordici anni! BiJognerà bene un giorno cercare di comprendere que1to prodigio, pitÌ profondamente di quanto. non si 1ia fatto finora.
Una prima spiegazione ci è data dalla 11al11ra s/eJJa di Muu olini. Se egli è tanto compreso dal popolo è perché, ì,manzituJlo, egli è come l'i11carnazione vivente del popolo. Pùì lo gutJ.rdo e piiì fOllO colpito da quanto emana di 1traordi11ariame11te, di misterio1ament e popolare Ambe noi abbitJ.mo uomini politici, ma neurmo è popolare. .Muuolini wlo è terribilmenle popolare. Egli è il contadino che prende il f orcone, il meccanico che per diJJrarsi 11011 co11oue m1l!d di meglio che i1Jjorcare la Jlla moJocideua e partire d fo ndo dire/Jo mila . IJrada . E ciò che meravigliava di più i bo/Jcevichi di Mo ua quando mi inJerrogt1vano 111 di lui l'anno scorsi? con ta11ld insistenza ed aviditài- esJi che sono d i venuti tanti inJe/lett!fali, ·raffinati e borghe1i! E io dicevo loro: ecco la grande dittatura del proletariato rima1ta proletaria, la vera, quella che ha cosJruìto del coloJJale ;euza avere bisog110 di coprire un mondo di rovine e di spargere torrenti di Jangue, Eccellenzd - d omanda De Kerìllis - siete dii·e111110 aviatore?
Il Duce risponde:
- Avevo cominciato a volare ne-1 1913, ·ho fatto del pilotaggio dopo la g uerra da me e ho cont ìnuato. Bisognava che dessi l'esempio. L'avvenire dell'Italia, l'avvenire del mio paese può giocarsi nell'aria. lo sono un pioniere, devo rrwstrare la via, l'uomo politico d eve pensa re a queste cose. -più utile ch e scrivere libri o tracciare la propria storia!
- Ancora ima parola - dice D e KeriliiI -. Si dire rhe i vostri figli ;i Jono arruol.tti per a11d.tre a batiersi in Abininia.
L'uomo terribile è definitivamente raddolcito. L'uomo che si co. uoJCe ; scomp.tno dinanzi all'uomo che non .si conosce, il padre di famiglia , il" buon ita_/iano che ama i J11oi figli. T e1ori di tenerezza pasJano nei suoi oahi,
- Sl, essi si sono arruolati nell'aviazione. Vittorio e Bru no sono molto giovani, uno non ha che diciotto anni, l'altro diciassette. H anno chiesto anch'essi di partire e partiranno.
Eccomi infine - Jc rive il giornalista - al termine di q11e;la frmga con ver1azione. Ho perduto di vista l' immagine dell' Etiopia /0 11lana e del nuovo impero che la Roma m1ov~ costruirà sul suolo del-
l'Africa. l.Aicìo q11e1Jo grttlide J/r,:mie ro che amo, poiché non dimenticherò mai gli appelli magnifici . da lui riv,o lti al popolo ilalùmo nel 1914 in fav ore della FrancÙJ invasa, e poiché a fianco dì /ili gli orizzonti 10110 di un sol colpo allargati. Egli dà la sensazione di elevarsi al di 10pra deil'umanità mediocre e banale; eg/1 è per. i fr,muri ammirali u na ragione di fiducia e di speranza; di speranza, poich é_ bisognerà bene che la Francia Hopra un giorno il stto Mm 10lini.
IL «DATO » IRREFUTABILE
Alcuni motivi polemici, che in ri torsione :id altri della stampa straniera, sono stati illustrati dalla stamp a italiana a proposito del conflitt o italo-etiopico, sono motivi di ordine ma rginale sui quali non è necessari o insistere oltre.
Che in Etiopia esista 1a schiavi t ù - cioè la compra-vendita d egli uomini - ·è arn.messo da llo .stesso negus. Che tale commercio assuma forme atroci, è documentato in mille inchieste, soprattutto di fon te inglese, l'ultima delle quali risale al 19 32. Che l'Etiopia, entrando a Ginc\'ta, avesse solennemente p romesso di abolire la schiavitù, è anche vero, e che non ne abbia· fatto nulla, è riconosciuto pacificamen te dovunque, Londra compresa. Ciò stabi lito bisogna subito aggiunge re che non è -per abolire· il c0mmercio degli schiavi che l'Italia si è preparata e si prepara militarmente neJle sue colonie dell'Africa Orientale. L'abolizione della schiavitù non è un obiettivo, ma sarà una logica conseguenza della nostra politica. Insistendo SU questa nota c'è il caso di sen t irsi replicare dag li ab issini ad ho norem d'Europa, ch e la schia vitù è fenomeno Jcgato a una determinata fase d ella evoluzione di un p o· polo, c.he l 'antichità classica conobbe la schiavitù, g iustificata, fra gl i a ltri, da Aristotele, praticàta, fra g li altri, da Catone il censore ; e che anche nell'Europa contemporanea ci sono gli schiavi, e sarebbero i proletari, i quali, secondo la frase dd ba rbuto profeta di Treviri., non a\•rebb ero nulla da perdere, aJl'iofuori delle loro catene. (Gò si riferisce, naturalmente, a quelli del 1848).
Altro motivo non ·essenziale : quello della razza. Anzitutto g li etiopi ancora non si considerano negri, ma semiti. 1n secondo luogo ci sono decine dì migliaia di neg ri, che militano sotto le nostre band iere e s i sono sempre magnificamente battuti per noi e con noi. Cosl d icasi degli arabi, tra i quali si sta Organizzando la «gioventù araba del Lit· toriò >> Noi fascisti riconosciamo l'esistenza delle razze, le loro d jf. fe renze e la loro gerarchia, ma non intendiamo di presentarci al mondo come vessilJifer~ della razza bia nca in antitesi con le altre razze, non
intendiamo di fa rci banditori di esclusivismi e di odi razziali q uando dobbiamo constatare che le peggiori opposizioni ci vengono n on dai negri di H arlem - i quali potrebbero utilmente occuparsi dei Joro colleghi quotidia namente e cristia namente li nciati neglt Stati Un iti - ma da molti autentici bianchi di Europa e d'America.
Pariment i ii tema de lla «-civiltà ». non va eccessivamente sfruttato Anche la civiltà nel suo duplice aspetto morale e materiale non è un obiettivo, ma sarà una conseguenza della nostra politica.
Gli a rgomenti essenziali, assolutamente i rrefutabili tali- da chiudere quaJsiasi tentativo di polemica sono due: i bisogni vitali del po· polo italiano e la sua sirnrez:za militare ndl' Africa Orientale. Sul primo argomento, lo stesso ministro degli Affari Esteri britannico ha fatto delle ammissioni esplicite; il secondo argomento è il decisivo.
Nel 1928 l'Ita lia firma un trattato di amicizia co l Governo e t iopico. Quasi immediatamente dopo, al riparo di questo trattato, l'Etiopia inizia la riorganizzazione del suo esercito. A ch i Io affida per riorganizzarlo?
Forse a ufficiali di q uell'Jt alia con la qu3le aveva fi rma to un trattato di amicii ia ? Affatto Il capo riorganizzatore è un genera.le svedese, gli ufficiali istruttori belgi. Tutto l'orientamento della preparazione è a carattere antitaliano. Nel 1931, una mobilitazione regionale nell'Ogaden concentra improvvisamente sulle frontiere italiane decine d i mig liaia di etiopi: lo stesso era ·accaduto nel 1911 e durante la guerra mondiale. :B di un'eVidenza luminosa che la situazione strategica delle _ nostre colonie, precaria in tempi normali, diventerebbe insostenibile in temp i ec· cezionali, qualora l'Italia fosse impegnata sullo scacchie re europeo. La soluz ione del problema non può essere che tota litaria. Un' espansione ch e non sia presidiata dalle armi, un protettorato che non sia accom· pag n ato da misure milita,ri, può concludersi come quello di U cciall i: d'alt ra parte, finché non sia eliminata l'incombente m inaccia mil itare abissina, ogni s icurezza d elle nostre colonie sarà aleatoria. Dei limiti di questa sicurezza, sola g iudice è l'Ital ia: in casi pericolosi noi non avremmo aiuti di sorta .da nessuno; anzi, è .probabilissimo il contra rio. Posto in termini militari, il p roblema italo-abissino è di una immediata semplicità, di una log ica assoluta; posto .in termini militari, il problema non ammette - con Ginevra, senza Ginevra, contro Girievra - che u na soluzione.
Tutti gli altri motivi polemici sono importanti, ma non decisivi : è in questo dato di fatto che la politica d ell'Italia fascista t rova la sua suprema g iustificazione storica ed umana.
Da Il Popolo d ' [Ja/ia, N. 182, 31 ·tuglio 1935, XXII ( g, 20 1).
Al G IORNALISTI SPAGNOLI•
Rispondendo ad 1m caloroso meuaggio di saluJo del 1ignor C."1ares, tJicedireltore del giomalc « Ya », i l Duce ha rìvo/Jo aì giomaliJti brevi parole, compiacendosi per la visita a Roma dei rappresentanti di 1111 popolo che è fra tutti /or.se il più affine al popolo italia110, al quale è legato da tante gloriose tradizioni.
11 D11ce ha jol'm11lato il volo che i vin coli di amicizia tra -le due nazioni latine e mediterranee si f acciano sempre pirì 1trelli e cordiali nel f11t11ro ed ha tenuto ad c1primere il ma compiacimento di cordiale ,ompremion,e, dimo1trato, .1pecii1lmcnte in questi 11/Jimi tempi, dalla grande maggioranza d ella 1/a~npa 1pag11ola verso l 'ltd!ù,.
• Tornato in Rumagna, il pomeriggio del 2~ luglio · 19)~. à Fratta di Bertinoro (Forlì), Mussolini aveva inaugurato lo Stabilimento « Terme àe:i lavorat ori Y) « Uscendo dallo Stabi!imimto, i l Duce si intratten eva ·alle Fonli romane della Fratta, sostando quindi alla asa del Fascio, ove il popolo accorso gli rinnovava un'entusiastica manifestazione. Il D uce, accompagnato dall'on. Biagi, attraversava Forlì, soffermandosi a visitare i lavori del costruendo palnzo dell'Istituto fascis ta di previdenza sociale, in corso Vittorio Emanuele. Raggiungeva quindi la Jocaliti Vecchiazzano, ove sorgono l'Ospedale sanatoriale ed il Sanatorio pcr bimbi del detto Istituto, opere 01mai ultimate e fra le più vaste e perfette del reg ime. Di ritorno a Forll, ricevuto dalron. Renato Ricci, il Duce visitava il campo Sandro Muuo/ini, ove circa duemilacinquecento ·graduati avanguardisti svolgono i corsi nazionali capicenturia e cadetti. Egli passava. in rivista le giovanissime legioni, assistendo al loro sfi lamento. Il Duce rivolgeva infine alle g iovanissime ca.micie nere alte parole di compiacimento, di incitamento e di monito, che determinavano una vibrante dimostraziooe al capo. Da ultimo il D uce ha inaugurato la gi-andiosa Casa stadio dell'Opera balilla Arn"ldo .M,molini e la· sciava la città, fra Je più spontanee e intense acclamazioni di popolo» Il 26 luglio, aveva mandato un telegramma di elogio al gener ale G raziani (295) La mattina del 29 luglio, per il suo cinquantaduesimo compleanno, era andato, con la moglie, i figli Vittorio e Bruno, il nipote Vito, altri fam iliari, il commendator Osvaldo Sebastiani ( suo segretario particobre); il grand'ufficia] Luigi Russo (prefetto di Forlì), il conte Vanni Teodoranì (segretario federale dì Forlì}, il cavalier Baccanelli (podestà di Predappio), alla càs.a. natale di suo radre in Montemaggiore, per inaugurare la seguente lapide : « Dal 1600 al 1900, in questo podere chiamato " Collina ", vissero e lavorarono le generazioni contadine dei Mussolini, e qui nacque mio padre, 1'11 novembre 1854. Questo ricordo volle Benito Mussolini il 29 luglio 1935, anno Xlii E. F . » . Aveva parlato brevemente doo Ciro Damiani, parroco di Montemaggiore. Il pomeriggio dd 29 luglio, il capo del Governo era rientrato nella capitale. Il 1° agosto, a Roma, a p alu:zo Venexia, ri(eve quindici giornalisti spagnoli, rappresentanti alcuni fra i maggiori q uoti• diani della Spagna, ospiti del ministero per la Stampa e Propaganda, ai quali rivolge le parole qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo d'lltdia, Nn. 178, 181, 18), 194, 27, 30 luglio, 1, 2 agosto 1935, XXII).
PREFAZIONE A « PAROLE AI COLONIALI»*
Maurizio Rava, fascista di fede adamantina, che fu du rante quattro anni gove rnatore della Somalia, dopo essere stato segretario al Governo della Tripolitania , raccoglie in questo vohune, che mi è grato· di pcefuionare, i ·suoi studi e i suoi scritti vari di materia coloniale. MatÙia di grande attualità, che. il Rava intimamente conosce, colla passione de-1 pioniere, coll'esperienza del realizzatore. :t un libro che merita vasta diffusione nel pubblico, il quale -ogg i si interessa d i questi problemi g razie all'educazione del fascismo, che tali pfoblemi prospetta sotto l'angolo della loro essenzialità ai fini della potenza e dell'avvcni rè del popolo ital iano. n un libro d i combattimento, scritto d a un combattente
MUSSOLIN I
Roma, 11 ago110 XIII '[1935].
AGLI AMMIRAGLI COMANDANTI LA PRIMA SQUADRA NAVALE**
Il Du re manife1fa il J tlO_ rompiarimeuto sop ra/lu/Jo per l'alto Jp irito degli equipttggi.
• MAURIZIO RAVA - Parole ai coloninli - M onda.dori, Milano, t9 n
u Il comunicato numero nove del ministero per la Stampa e la Propaganda, d iramato il 6 agosto 1935, aveva annunciato, in conseguenza a mobi litazioni iniziate in Etiopia, l'approntame nto delle divisioni AuietJa, CoJierùt e Tevere (3 50). Il 10 agosto, alle 6, pilotando personalmente un idrot rimotore S. 66, Mussolini parte in volo da Vigna di Valle alla volta della Spezia, dove ammara alle 7.45. Si reca quindi a bordo del regio incrociatore Zara, che salpa alle 8 per rag· giungere la zona tra Viareggio e l'isola del Tino. Quivi si svolgono esercitazioni ,di bombardamento aereo da parte di squadriglie di velivoli terrestri e marittimi e successivame,:ite tiri del regio incrociatore Fiume contro· la regia nave San Mar-,o, radiocomandata, che funge da ber$3glio. Lo Zara rientra in porto alle 12. Subito dopo, sullo stesso Zara, Mussolin i tiene a rapporto gli ammiragli comandanti la prima squadra, ai quali. rivolge le parole qui riportate ii:i riassunto. (Da Il Popolo d' Italia, N. 192, 11 agosto 1935, XXII) .
ALLE CAMICIE NERE D EL LA « XXlll MARZO» *
Il Duce ha rivo/10 ai volomari, che fra giorni partiranno /Jer l'Africa Orientale, vibranti parole di fede e d i Ja/1110, compiacendosi per il loro m i rabile comportamento e p_er la loro gagliada e fiera paui one, che è degna del nome che, come ,m simbolo , la divi.Jione reca: << XXIII marzo». (Le parole del Duce 1111cila110 clamori altiuim1). ·
ALLE CAM IC IE NERE
DELLA « XXVIII OTTOBRE» **
Ufficiali ! Sottufficiali ! Camerati della « XXVIII ottobre» I
In quest'ora solenne per voi e decisiva per 1a nazione, i discorsi sono da abolire. Avete nel vostro nòme il comandamento : voi. marce-
* Il 10 agosto 1935, alle 13.20, pilotando ·personalmente il trimotore S.66 con il quale era gi unto, Mussolini era decollato dalla Spezia. Alle. 15, era ammarato al Udo d i Roma. II 17 agosto, alle 14, al volante della sua Alfa Romeo chiusa, parte da Roma per Iserni a. AIJe 17, arriva ad Isernia e si porta subito nella frazione longano, dove p assa in rivista alcuni reparti della prima divisio ne d ì cam icie nere XXJJI m'1Y'zo, ivi accampati nelrattesa di partire per l'Africa Orientale. Indi rivolge ai militi le p.irole qui riportate in riassunto. (Da 11 PQ/10/o d'/lttHa, Nn. 192, 197, 11, 18 agosto 1935, XXII).
•• Lasciata longano in auto, il 17 agosto 1935, ve rso le 18.30, dopo aver attraversato Jsernia, Mussolini e ra giunto a Pettoranello, dove aveva passato in l'ivista una compagnia mista della prima divisione di cam icie nere XXIII marzo, ivi accampata nelrattesa d i partire p er l°Africa Orientale « Dopo la sfi lata, egli ha rivolto brevi parole di saluto e di compiacimento alle camicie nere ». Risa li to in macchina, era proseg uito per Caslelpelroso, e si era diretto alla vicina frazione di Santa Maria e Giacomo, dove aveva assistito alla sfilata della centonovantaduesima legione di camicie nere Franceuo Perruui. T erminata la sfilata, « i l Duce ha rivolto anche qui la s ua parola ardente alle camicie nere della legione FHr11ffi, che provengono dalla .fiera Toscana, e ha ricordato che i mi li ti toscani sapranno sempre essere degni dei compiti affidati alte sue quadrate le· gioni. Quindi Mussolini si recato all'accampamen to della duecentoduesima legione camicie nere, costituito da con1ingenti dell'Umbria, e anche q ui, dopo passata la rassegna, ha loro parlaro. ( + ) Alle ore 19, sempre in automobile e col suo seguito, il capo del Governo si è diretto a Benevento, ove è siunto alle o re 2 1 )). La mattina del 18 asosto, nel campo d 'avi atione d i Benev('nto, passa in rassegna la divisione di camicie nere XX V llf .ottobre, in a ttesa di partire per l' Africa Orientale. Indi, dall'a lto di un podio, rivolge alle legioni le parole qui riportate. (Da li Popolo 'd'llali11, Nn. 197, 198, 18, 20 agosto 1935, XXII).
rete travolgendo ogni ostacolo fino a.Ua mèta che vi sarà jndicatà.. Lo volete voi? ( Rù ponde alto e poueJUe il « 1} » delle (amicie nere).
Jl popolo italiano custodirà, nel suo grande cuore, questo vostro formidabile grido.
364· RIUN ION E DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI *
Erano presenti i minislri De Ve cchi, 1'haon Di Revel, So/mi, R os• soni, Bem1i e Starace, segretario del P. N. F. e Jegrelario del Comiglio e 11011. Medici D el Vaue/lo.
All'inizio della uduta, il Duce ha ric ordato con parole ,ommosse j/ camerata samepokriJta Razza ed i suoi compagni di volo, ed il ca. 111eratd Alfr edo R oao, di cui ha ricordato la feconda opera legislativa in ma/eria sindacale e giuridica.
Il Comiglio dei ministri ha quindi asco/J(l/a rma relazione falla dal c(/po del Governo 1111/a 1itudzione internazionale. Egli ha co municat o che l'Italia si presenterà alla riunione del Consiglio della Società d elle nazionì fis1ata per il 4 selle_mbre.
Si pre1enterà per porre il problema abiuino in tulla la ma cruda realtà, perché non sol o il Comiglio1 ma il mondo poJJa finalmente pren· dune esalta cognizio ne L'Italia preJenterà anzitutto una dichiarazione che fwa la sua posizione dì11a11zi al pro blema etiopico. Seguirà u n «memorandum» pitì esteso, che 1arà la storia politica e diplomatica de"t cinquant'anni di"relazioni fra Italia e Etiopia, nonché fra /Jalia e potenz e europee ,onfinami. Sarà (biaro che, dal tra/Jalo di Ucciallì in poi, sem· pre /11 riconouiulo a/1'/Jalia rm dirùto d i priorilà coloniale Jt1ll1A biui 11ia Questo «memorandum» sarà accompagnato da una pic(o/a, ma recenlìuima e scelta lelleratura di scrittori ingleJi, germanici , fran ce1i, che ill11s/rano L'Etiopia, quale essa è nella SIia condizione di coacervo di t ribù reJrograde e S(hìavìste1 ,on rm ineJÙlente pot ere centrale.
* I.a mattina del 18 agosto 19:i'.>, dopo aver assistito alla sfilata .della divisione di camicie nere XXVIII o!lobre ed aver espresso al generale Umberto Soriima, comandante della d ivisione, « tutto il suo compiacimento e la sua immirazione " • Mussolini aveva lasciato Benevento in auto. N el pomeriggio, era rientrato a Roma , Il 26 agosto, alle 12.10, era arrivato in treno a Bolzano, e, dalle 16 alle 18, aveva visita to la città. Il 27 ed il 28 agosto, aveva as.sistito alle grandi manovre, in corso nell' Alto Adige, impostate s ulla difesa da una invasione dal nord. Ritornato a Bolzano, nel palazzo del Governo, il 28 agosto ( ore 18-20), presiNe la riunione del Consig lio dei ministri della q uale è qui riportato il resoconto. (Da Il Popolo d'llaUa, Nn. 198, 204, 205, 206, 20, 27, 28, 29, agosto 1935, XXII).
L'Italia intende difendere la !fla Jesi, i Juoi biJogni, la Jlla uece.uitli di sicurezza, i suoi intereui di vita, fino all'ultimo, p erché ogni m embro d el Con;iglio si auuma le Jue re1pomab;/i1à di nanzi alle e.tJent11a/ità di d omani.
D opo avere i/J1ul rato l 'alleggiamento di talune correnti ingle1i, 1/ capo d el Govemo ha dich iarato che la Gran Bretagna 110 n ha nulla da temere da quella che sarà la p olitica italiana ver10 l'Etiopia. LA poli· tica deli'Italia 110n minaccia, né d irettamente, né indirettamente, gli inJere.rsi imperiali inglesi, per cui il tendenzioJO allarm e JJtJcitato in_ taluni circoli è semplicemente aJJNrdo.
L'lta!ia ha una queitione con l'Etiopia; non ha, né vuole avere questioni con la Gran BreJagna, con fa q11ale durame la gi,~rra mondiale, 111cceu ivamente a Lo carno e fecememenl e a St/'eja, fu realizuta una collaborazio ne di i11d11bbia i mportanza per la Jlabilità europea.
Il Govemo fa u iJta p ema che la ; ua q11e;iione coloniale 11011 d eve avefe rifieJJi ud/a Jituazione eu ropea, a m en o che non ;i voglia correre il pericolo di uatenare tma n uova guerra m ondiale, p er evitare che una grande potenza come Ntalia .,nella l' ordine in tm vaJ /o paese ove regnano la schiavitù più atroce e primitive condiz ioni di esistenza.
Q11anto ttl problema delle «sanzioni » , che dovrebbero euere eve11tualmeute approvate dalla Lega, il Comig lio dei miniJtri dichiara al popolo italiano ed agli altri popoli che parlare di «sanzioni» significa porsi su un piano inclinato d al quale si può Jboccare nelle più gravi complicazioni. Il Governo faJC ÌJJa ritiene JuJJavia che .si troverà nel Consiglio della L ega un gruppo di uomini responsabili e comapevo/i , prom i a respinge,.e ogni odioJa e pericolo;a proposta di Janzioni cont ro ,ma n,1zione quale è l'ltiilia/ capaci anche di ricordare che in precedenti e ben pùì gravi caJi fa Società delle nazi oni non ha né iiotato e meno anco ra pot~to applicat'e sanzioni di qllahiaJi ipecie
Comllnque il Got1erno f ascista compie il d overe preci ~o di rendere not o al popolo italiano che il problema delle sanzioni è stato esaminato d alle piiì alle aut orità militari deJ regime, s oJto ttllli i JU Qi asp eui, e che per quanto concerne eventuali sanzioni di carattere bellico, le decisioni e le mimre neceuarie p er front eggiarle sono già siate prese da tempo. lll v ista delle poJJibili event11alità d el f 11t11ro e per gara11J ire ht 110J/ra resist enza economica, ;ono stati esam inati i problemi del f abbisogno per le neceJsità della vita nazionale. Il fa bbiJogno alimenlare è fornito dai racco lti d el/'ati110 agricol o particolarme,zJe abbondante per il grano e per iJ riso . Per q11anto concerne il f abbiJogno di natura i11d11S1riale1 il Consigho dei ministri ha deciso che i consumi di natura civile deb· bono cedere iJ passo a q11e/li impo;ti dalle e;igenze militari al/11afi e future
In baJe a que1ta neceuità il ministro delle Finanze ha propo1to:
1. - Ce11ione obbligatoria dei crediti a/J'e1tero e ,on11er1ione obbligatoria dei liloli Stnmieri e dei titoli italiani emeJJi ali'eJlero in buoni del lnoro n ovennali cinque per cento. Lo 1diema di dure/o legge approvalo Jtabiliue , h e la ceuirme dei crediti e dei titoli do11rà euere falla ali'1Jtit11to nazionale degli JCambi con l'estero p"er conto del regio leJoro. I crediti 1aranno red11ti contro pagamento in contant i in lire in base al cambio alla data di pubblicazione del preunte decreto" I titoli esteri saranno romp11tati in base alla q110/azio11e di mercato e al cambio alia data medesima. Per i·titoli ilaliani emeJJi all'estero, 1i è rifen,1/0 opportuno ed eq110 prendere per bau la quotazione dell'8 dicembre 1934, anno Xl/}, e cioè la data dei provvedimenti per il commercio s11i cambi, per evilare ai porla/ori ii danno dei mcceJJivo n o/evo/e ribaJJo d elJe q11otazioni. Il corriJpet1ivo dei titoli, come sopra comp11ta10, verrà pagato in b11oni novennali del lesoro cinque per renio, di mi si a11Jorizza l 'emiuione fino a concorrenza dell'amm ontare dei titoli ceduti.
2. - Limilazi011e 1emporanea dei dividendi d elle società e degli enti avenli carallere commerciale. Il provvedi mento è prn o in. comiderazione dello svil11ppo economico dell'attività commerciale ed i11d111triale dipendente daìle eaezionali congi1(n/11re all11ali, nonché al fine di rafforZttre le condizioni patrimoniali delle 1ocietà e degli enti ,omme rriali . Con euo 11ie11e Jt abilito che per la dmata di un triennio ogni ente che abbia Jcopi indmlriali o commerciali non p11ò distrib11ire ,m divide nd o J/lperiore al sei per rmto del capi1ale 1Jersato. Ove pert3 negli 11/timi Ire esercizi sociali · siano J/ali d is1rib11iJi 11/;Ji mperiori al sei per renio, è posJibile rorriJpondere 1111 dividendo plfri ,:i/la media del triennio La parie degli uJili non diJ1rib11ita sarà investila in titoli di Sia/o e co11i111ita in 11n f ondo d i 1ùerva 1pecil1le, di proprietà deli'aziemlt11 ma non d ù ponihile pe,· il periodo di tre mmi.
3. - !mpo1Ja mi dividendi, intereJJi e fruiti m i lito/i al portatore. Il provvedimento htitui.rce una impoJta d el d ieci per cento mi dividendi, mlereJJi, premi e fmtti di ogni ge nere di azione ·non inleJt ata, nonch é ,li altri ti/oli al portatore emeui nel Regno da società, i1tit11ti e enti diversi dallo Stato , con obbligo di riva/Ja s11i percipienti.
4. - Impiego dei carb11ranti .rNccedanei. Il Consiglio dei ministri ha (lpprovaJO j/ JerreJO zegge (On mi Si !labi/hce che Jul/i g/i lfUIOt'eÌ(o// (/dibiti 111 Jra1p orto collettivo di paueggeri, 1ia 11rba11i che interurbani, si11 di p11bblica o d i privata gntione, devono esure azionali d a m otori a gatogeno o da carb"ranli s11rredanei. Per ./a trasformazione d egli autot •eiroli at1t1almente in esercizio è fi JJato il t ermine d el 31 d ùembre 19 37, mmo X V I.
Pritita dì togliere la udklai ·;1 ministro So/mi ha inviaJo tm Jaluto d ministro Galeazzo Ciano, partito volontario per l'Africa Orientale.
IL DISCORSO Al CENTOMILA SOLDATI*
Camerati ufficiali, sottufficial i, capora li, soldati e camicie nere!
Sua Maestà il re mi dà !'jncarico di esprimervi il suo alto compiacimento per le prave di. resistenza fisica, per la disciplina e per il vost ro comportamento.
• Il 29 agosto 1935, poco dop o le R, Mussolini eu t;iunto in auto a lla Mendola, dove avt'v:i. parlato con 31cuni membri delle mis~ionì miJiu ri «ten: t< Partkolarmente intratteneva il generale Niessel, sc-rittore di tose militari, noto agli stud iosi italiani e valoroso so!Jato çome comandante d i divisione a Ver<lu n, quindi di Corpo d'Armata e d'Armat;i e inizia lmente c:tpo della mis$ione mili· tare francese in Polonia Ri salito in automobil e, i l Duce ha p roseguito per la 2ona o ve sostano le t ruppe che hanno partecipato a lle grandi manovre~ )spe zio~ nati alcun i reparti, verso le 13 aveva visitato la Q ntrale idroelettrica di Cardano, p resso Bolzano; indi Bre5s.anone e, a Campo di Trenz, il . secondo campeggio Afrtuolhti dell'Opera nazionale OOl il!a di Bolzano. Alle 16 circa, era arrivato a l Brennero. <! Tra il più religioso si lenzio, la bandiera dei tre colori sant i si a.ba nel cielo della patria Ji fronte al cippo di confine. Solo, a mel:Ì della sbarra di con fine, il Duce saluta. Saluta l'It alia redenta, saluta l'avvenire. ( + ) Poi" si volge, saluta verso l'Austl'ia. I gend armi e i Enanzieri schier3ti rispondono m ilit:irmente. Allora il Duce li inv ita, sorridente, ad ;i.vvicinarsi alla sbarra .
I soldati a u..triaci avanzano rispettoslmen te e sono fotog rafati men1re il Duct' <:0n la mano sulla sb:m.:1 di con6ne è di fian co a loro. I soldati austriaci sa lu· ta no, tornano a l loro posto Il D uce è ancora solo al confine ddl3 patr ia Sa luta, rito rn.i presso l'automobi le, si vo lge (lncora Popolo, camicie ni:re, sold nti , donne. operai lo seguono ora in un silen zio solenne Par d: sentire i l pa lpito d'ogni cuore, come si vedono hicdcare g li oc,h i. Il Duce parte : "Viva il Duce ! Vi va rita lia ! ". Giunto al passaggio a livello presso il Case11o n umero 2 1) , il Due<' attende il sopraggiunge~e del treno, perch~ non vuole che il servizio ferroviario sia in alcun modo disturba to. Scende dall'automobile, si avvicina . a l cancello, pa rla _benignamente a lla cantonie ra . Poi risponde con le dlie mani. ai .saluti, all'agitar di fazzoletti dei viaggi:i.tori affollati ai finestrini del treno, che viene d all'Austria. Il cancello si iipre, il Duce riparte. '' Benedetto i l signor Duce-!", esclama, con le lacrime agli occhi, la cantoniera. Il Duce ha benevolmente ascoltato i dolori della povera donna, che vive in istrettezze. "Che mi h a
· fatto coraggio, il signor Duce ! - continua. la donneUa - e mi ha lasciato il suo ai uto. Benedetto 1" » l a mattin:1. del 30 agosto, Mussolini aveva visitalo Merano.. N el pomeriggio, nei p ressi <li Bolzano, aveva assistito da un osservatorio, assieme :,il sovuno, :id u n.1 nianovn di fu oco. Il 31 agosto, verso le 9, af termine delle grandi manovre, nella conca d i Renzone (Bolzano), dav.1nti a centom"ila militi di ogni arma e sp«ialiti, pronunci a· il discorso qui r iportato. (Da li Popolo d' Ital ia, Nn 207, 208, 209, 30, 31 ago sto, 1 settembre 19 35, XXH)
All'elogio sovrano, di cui dovete essere particolarmente fieri, desidero aggiungere il mio, quale ministrò delle Forze Armate.
Intendo .di assodare in q uesto elogio anche Je divisioni che hanno manovrato nel Friuli, nelfa Lombardia, nel Sannio e nelle rimanent i. provincie d'Italia.
Con questa g rande parata si concludono le manovre dell'anno XIII.
In altri tempi, dopo la co ncl usione delle manovre , sarebbe venuto i l congedo, Ciò quest'anno non avverrà.
Entro il mese di settembre altri duecentomila uomini saranno chiamati nei vostri ranghi per portare g li. effetfr,i dell'Esercito al l ivello previsto di un .milione di uomini.
Il mondo deve sapere, ancora una volta, ch e fino a quando si parlerà in maniera assu rda e provocatoria di sanzioni, noi non ri nunceremo ad un solo soldato, ad un solo marinaio, ad un solo aviere, ma porteremo al livello massimo possibile della potenza tutte .Je Forze Armate della nazione.
Camerati ufficiali, sottufficiali, capo rali , soldati e camicie nere !
Le prove che avete fornito in questi g iorni, ma soprattutto l' alt issimo morale che vi anima, danno la certezza che, se domani la patria vi chìamerà ad assolvere più aspri doveri, lo faret e con entusiasmo, con coraggio, con risoluta decisione fino in fondo.
Camerati ufficiali, sottufficiali, caporali, soldati e camici'e nere!
Sa.Juto al re !
AL POPOLO DI TRENTO *
Camicie nere! Popolo di Trento!
Non è senza una profonda emozione che io ritorno dopo venticinque anni nelle mura della vostra città, di questa solida Trento, che è
• Lasciata la conca di Renzone in auto, il 31 agosto 1935, verso le 10.30, Muswlini giunge a Trento e si .reca subito al Castello del Buon Consiglio. « All' ingresso del Castello, il segretario federale presenta al Duce, quale omaggio delle camicie nere tretitine, il bozzetto originale, di bron.zo, del monumento a Dante, firmato d all'autore Cesare Zocchi, ed un album con tutte le fotografie della cerimonia inaugura le del monumento a Cesare Ba ttisti, con la scritta : "26 maggio 31 agosto XHJ " Il Duce scende alb Fosu dei martiri, vi fa deporre tre corone, rimane in raccoglimento, saluta. Quindi si soffe rma ad osservare le fotografie che ricordano il sacrificio dei tre · eroi. Risale, sosta dinan2i :i.ll'imm:igine che tramanderà nei secoli la sublime figura di Battisti incatenato Entra nel Castello interessand osi dei lavori compiuti si sofferma ne lla sala <love i martiri subi rono i l procesw che li avviò all'i mmortalità. Procede al Museo
stata e sarà nei secoli il baluardo incorruttibile, inespugnato e lnespugnabiJe della lingua e della razza.
C.ome qualcuno ha potuto supporre che io non m.i sarei soffermato a Trento, dove ho avuto l'ineguagliabile privilegio, l'eccezionale v~ntura di lavorare per un anno agli ordini di Cesare Battisti, che ha consacrato con la virtù, con il sangue e con il martirio la fede della gente italiana?
Il Duce ha poi ;oggitmto che anche IJJ/la l'Italia porta nel cuore la fede del Trentino, perché Ja che, dalle guerre dell'indip endenza alJ'ultima del riscallo, centinaia di 1Jolontari hanno offerto la loro vita all' Italia, Dopo 1111 a,ccenno alla grande parata rnilitàre del ma/lino, il Duce ha detto che non mai, come in questo momento, lttJto il popolo italiano è racco/10 sotto i simboli del LiJtorio .
Ha accennato ai tempi che verranno e che potrebbero nsere di sforzi e di sacrifici, ma che la nazione ron!ttpevo/e tt!Jronterà con saldo mnre,
storico e ne percorre le sale esaminando documenti e cimelt, in particolar modo quelli che riguardano i volontart tre,ntini Battisti, Chiesa, Filzi. Esce dal Castello fragorosamente applaudito, risale in auto, pa.ssa il ponte dell'Adige. Gli abitanti del rione Piè di. Castello, ove il Duce abitò nella sua permanenza a Trento, non hanno voluto né consigli, né aiuti per ornare l e loro case di bandiere, rivendicando l'onore di provvedere da soli, come volevano, alla manifestuione del loro sentimento. Il Duce è salito a Dosso Trento, accompagnato dall'architetto Fagioli: Sosta dinanzi al grande monumento ed ha parole di ammirazione. Quindi scende ne-Ha Cripta, ove attende !°ingegner Ca.milio Battisti, che gli· presenta una lettera, nella quale sua madre, la vedova dell'eroe, esprime la propria devozione al Duce. Dinanzi al Sacrario di Usare Battisti, il Duce sosta in religioso raccoglimento. Quindi risale. Gira attorno al monumento, si ferma nel punto ove è colpito dall'immenso panorama che si stende dinanzi, guarda la sottostante città e osserva che si è molto· rinnovata, Al ponte dell'Adige, una donna con la sua bambinetta in braCdo corre dinanzi all'automobile, perché il Duce accolga i suoi fiori. L'automobile sl arresta, il capo accoglie i Jiori, ringrazia e sonide. Dopo H passaggio a livello nella regione Portella, dal buon migliaio di motociclisti, che accendono i motori, dai cinquecento e più vo lontari ddla montagna in divisa con gli sci, dai gruppi popolareschi, che hanno tappezzato la via di fiori, dal popolo, che si accalca dietro di loro, sale vibrante l'acclamazione al Duce; acclaìnazione che continua sempre più alta, vibrante, intensa per la vfa Torre Vanga, ove sono seimila ragazzi dell'Opera ,nazionale balilla con la legione rurale, munita degli attrezzi del lavoro agricolo. Quindi vengono i novemila giovani fascisti, disposti per sei, e, con loro, popolo e popolo per corso regin a Marg herita, via Roma, via Balf'flzitni, fino alla piazza del Duomo, ove, fra l'ondeggiare di una selva di bandiere e di gagliardetti, si accalcano le forze del regime-, le organizzazioni di Arma, le forze del lavoro. Sono in complesso più di settantamila persone, venute da tutta la p rovincia, con ogni me?zo, al subit.neo appello, per vedere, per acclamare il Duce». Appena .entrato nella piazza, Mussolini sa le su un podio appositamente eretto, dal quale pronuncia il discorso qui riportato in riassunto. (Da Il Popolo d'Italia, N . 209, I setterribre 1935, XXIn.
perché chi non sa fermare al momento storico la ruota del destino, forse non la riafferra più,
Egli ha soggi11nlo:
Colo;o che 6i illudono di ·arrestare o di. allentare, con Una m iserevole politica, il passo gagliardo di questa giovane Italia fascista, rimarranno delusi.
Il D11ee ha cond11so dicendo1i commosso d elle arc-oglienze della geme trentina, accoglienze. che gli rimarranno p er lungo lempo nella mente e nel (IIOre. (Quando il D11ce ce11a di parlare, l'esprenione d ell'amore dei trenlini locca llf! culmine, rhe d ifficilmente potrà eJJere stf· peralo )
Al GIOVANI FIGLI DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO*
li Duce, dopo aver vivamente elogiato il saggio ginnico-!O ra fe svofJo;i poro prima a piazza di Siena, ha ri volto ai giovani figli degli ila· liani a//'este~o 11n cordiale saluto di 1impatia1 dichiarand o che1 mai com e m queJ/o momento, essi dev ono senlini fie ri d'essere italiani
IL VALORE DELLO SPIRITO**
A rro/Jo dagli applausi de/l'assemblea, si leva quindi a parlare il capo del Goverr10, il qtJa!e dice che non c'è molto da aggiungere al chiaro ed esauriente disco,10 del miniJtro D e Vecchi e che non c'è nemmeno ,ma consegna 1peciale da dare.
• 11 3l agosto 193:5, verso le 12, Mussoli ni aveva lasciato Trento in treflO alla volta della capitale. Il 3 settembre, dalle 17 alle 18 circa, a Roma, i n piazza di Siena, assiste al saggio ginn.ico-<orale degli avanguardisti, dei 8iovani fasci sti e delle piccole e gio vani italiane all'estero, ospiti del settimo campo M1molin i. Terminato il saggio, « un immenso grido " Duce! Duce!" ha salutato il capo del Governo, che, dopo avere espresso il suo vivo compiacimmto per l'ottima riuscita del saggio e per il contegno esemplare, la disciplina e la bravura degli avanguardisti, ha lasciato in a utomobile piazza di Siena». Verso le 19, la massa dei partecipanti al saggio si concentra in piazza Venezia ed invoca Mus. solini. Egli appare al balcone centrale d el palauo, ed {!\ottenuto finalmente un silenzio perfett o ed assoluto», pronuncia le parole qui riportate in r iassunto. (Da Il Popolo d'/Jalia, Nn. 209, 21~, l , 4 settrmbre 1935, XXII).
** A Roma, nella sede del minis tero dell'Educaz.ione, il 5 settembre 1935, alle 11, Mussolini presenzia la cerimonia per l'inaugurazione del nuovo Consi· glio superiore dell'Educazione naiionale. 1n tale occasione, dopo il discorso del
Egli trova che questo organùmo, che comincia oggi a f1mzion11re1
omogeneo e rappresenlati110 di tu /Je le forze della nazio ne. Non , 'è da fa1ri1tizit1re la smo/a, p erché queslo processo di fa u ù titzazione ,; è già avuto. Ma non sempre i .popoli hanflO la .!tema umpàalnra: vi 10110 delle epoche che si poJJono chiamare d ; tranquilla amminisJrazion e; · vi so110, vice versa, delle epoche i n mi t111to ·1i accelera.
Ora poiché nella scuola .passaò.o t utti gli italiani, è necessario che essa , in tutti i suoi gradi, sia intonata a quelle che sono oggi le esigen ze spirituali, milit~ri, economiche del reg ime.
Bisogna che la ·scuola, non soltanto nella forma, ma sop rattutto nello spirito, che è il motore dell'universo e la forza primordiale dell'umanità, sia profondamente fascista in tutte le sue manifestazioni.
Il Duce concl11de dicendo1i 1ic11ro che il ,movo Consiglio da. rJ. efficace opere1 di coliaborazione tJI miniJh"O e che risp onderà pienmnente agli obiettivi per i q1u1ii è stai o isJiti,ito. (L e parole del discorso del, capo d el G ovem o sono sa/11tate da JOM vib rante m ani f esl azi one dfl Co m iglio, il quale sra!/a i n piedi p er a p pla11d fre i l Duce ch e si allontmta).
ALLA PRIMA RIUNIONE DELLA CORPORAZIONE VITIVINICOLA*
Prima di chiudere le sed11ta, p rende la parola, per brevi , om1111icazìo11i, il D11ce, che fa le me rilerve m ll'tttilità degli mnm,wi vinari ed affe rma, invece1 1,tile la. co Jtiluzione degli enopoli.
Rileva. flestfema import anza d i ril olvere il problema dei so1topro· d oJJi d ella i:ìnifi'cazione1 che l'/Jalia, in confront o di a/J ri paesi1 ancOra non ha valorizza;o in 11111e l e loro pouibilihì.
~ inistro d ell'Educazione, CC'sarC' .Maria De Vecchi di Val Cismon, il capo del G overno p ronuncia le parole q ui r iportate i n riassunto. ( Da Il Popolo d'Italia, N. 213, 6 settembre 193 5, XXII)
• Il 3 settembre 1935, era stata emessa dagli arbitri la sentenza sull'incid ente d i Ual-Ual. Il verdetto, pur esdudroJo ogni responsabilità italiana, non a veva stabilito quella abissina. Il 4 settembre, i l ,1iemort1ndum italiano ( 115) ('fa stato ricevuto senza alcun serio esame dal Consiglio della Società ddle na.zioni, netta· mC'nte prevenuto contro l'Italia. Il 6 settembre, wi Comitato socie tario di cinqUC' membri era stnto incaricato di cemue u na formula per la soluzione pad ti.ca dc-Il a veneoza italo-etiopica.. li pomeri~gio del 7 settembre, a Roma, a palazzo Ve· nn ia, Mu ssolini p resiede I.a prima riunione della corporuione vitivinicola In tale occasione; al termine deli.a sed ut a, ~11 le dichiara.zioni qÙi riportate in rias• Sunto. ( Da li Popolo d'I11dia, N 2 l 5, 8 settembre 1935, XXII)
A QUINDICIMILA EX-COMBATIENTI DI VARIE NAZIONI *
li DJfce rileva lt1 grt111de 1impt1!it1 con mi il popolo romano ha accollo gli ex-combattenli 1tranieri ed e1prime l' a11g11rio che eui co111er11ino a !tmgo il ricordo gradevole di que1te giornate tra1corse tra i l popolo 1taliam~, il quale de1idera la pace, purché 1/a accompagnala dalla gir11tizia. (Le parole del DtJce vengono 1al11late da una n11o va, grandio1a ova· zione. JJ D 11ce si 1offerma ancora q11alche ùldnle a contemplare la magnifica ad1111ata1 mentre conlim,a, intema, ent11Jias/Ùa, sale a lui l'acclam'!zione de/111 folla. Quindi farcia il balcone).
LE TRE PAROLE**
Ecco le tre p arole che voi attendete alla fin e di questa ardente giornata: Noi tireremo diritto. (L'a ccim11azio 11e prorompe di 1111o vo gran· diosa, inconlenibile. fa .r,a si protrae, ancora, q11a11do il DJfce lasri11 il balcone; anzi raddoppia di intensità e di impeto).
41 A Roma, a palazzo Venezia, ra settembre 1935, verso le 10, Mussolini riceve una commissione di cx-combattenti p:mecipanti al convegno inter na?ionale dtgli .stessi. Intanto, nella piazza sottostante, sì ammassano q uindicimila cx-combattenti di varie nazioni, nuclei di avanguardisti del settimo campo Dux, una rappresentanza dei seimila ufficiali dell'Opera balilla convenuti nell'Urbe ~r la loro seronda adunata n azionale. « Il grido "Du(e! D uce !" ri suona sulla pi32:ta con formidabile eco e i combattenti stranieri fo ndono la loro voce e quella degli italiani. Nel più alto f ervor.e di questa manifesiaz ione le vetrate del balcone di palazzo Venezia vengono aperte e, poco dopo, sullo sfondo del vano, appare il D uce, dietro al qua.le si raggrup pano i compontntì la commi ssione che era salila nell' interno del palazzo Il g rido della moltitudine er ompe più impetuoso: labari, vessilli, gag liardetti, fiamm e, so llevati in alto, si vedono ondeggiare sulla massa raccolta, mentre, da un punto all'altro dell'adunata, le musiche fanno squillare le note di Giovinezza. li Duce avanza verso la balaustra del balcone; risponde con il saluto romano alla manifestazione vibrante; poi, quando lentamente il silenzio si è diffuso su tutto · lo schieramento, rivolgé agli adunati » le parole qui riportate in riassunto. (Da li Pupo/o d'l1a/ia, N 216, 1o·settembre 1935, XXII).
u A Roma, sulla via dell'Impero, da un podio situato all' alteua del Foro di Nerva, il pomeriggio del1'8 settembre 1935, Mussolini assiste all a sfilata de.-ll e ventiquattro leg ioni avangulrdiste partecipanti al .settimo campo D11x, e dei seimila ufficia li delrO~ra balilla convenuti nell'Urbe per la loro seconda adunata nu ionale. Al termine della sfilat.1, « il D uce, disceso dai pod io, si dirige, a piedi,
Ed il Duce ritorna, e, 1porgendo1i dalla ringhiera, come continuando le prime parole, soggiunge : ·
Non è forse questo che voi volete? (Gli risponde il form idabile «,; » deJ!a moltitudine e, men/re il D11ce, dopo avere 1a/11talo romana. mente, 1i ritira, si ;piega nell'aria il canto di<< Giovinezza ». E 111110 il popolo che intona l'inno d ella ritJol11zione, come l'esp reuione, /'affermazion e pitì virile, pitì profonda del JfJO un/imenio e della 111a volontà: E le noie del canto contimttmo a diffondersi finché lentamente la grandiota àd,mata si scioglie).
verso pa lazzo Venezia, fiancheggiat o dai moschettieri e seguito da l gruppo delle autorità, Lo accompagnano le acclamazioni della moltitudine; né meno v ibranti sOno quelle che elevano, al suo passaggio, gli ex-combattenti stranieri, che'. hanno :assistito, pien i d'ammirazione, allo spettacolo incomparabile loro offerto dalla giovinezza i taliana militante sotto i segni del Littorio. Passato il Duce, come se una risoluzione improvvisa e simultanea la sospingesse, la folla tutta, r imm~nsa folla che si aduna tra il Colosseo e r Altare della patria, vibra nelransia e ne l d~iderio di raggiungere pia22a Venezia, pe-r invocare ancora una volta il Duce, per ascoltarne la parnla; e, -in un attimo, la folla fa massa, irrompe da .ogni punto, supera i cordoni e, di corsa, con impeto incalzante, sì spinge in piazza Vene-zia, mentre un'altra poderO'la fiumana di popolo, che occupava i ripiani ed il colonnato del monumento, si incunea tra i sopraggiunti e, con essi, dilaga ovunque lo spa.zio lo consenta. Il centro della piazza g ià interamente gremito dagli avanguardisti, che, a l termine della loro marcia, si sono ammassati sotto il pa lazzo del Governo, ma rimangono per la folla ancora gli estremi lembi della gra nde p latea; rimangono gli slarghi c he fianch eggiano la piazza e, g iù, in fondo, la via Cesare Battisti, sino all'imbocco del corso.· Questi punti sono raggiunti i stantaneamente ed a lle p rime masse altre se ne aggiungono, sinché, hn dove l'occhio può discernere, a ltro non si disting ue che un' impressionante marea umana, la q uale, con formidabili ondeggiamenti, s i compone e quàsi si compenetra, hn a formare fina lmente un blocco unico. Sono oltre centomila per· sone quelle- che ora s'acca lcano su lla piazza e fra esse- s i trovano pure tutti gH OJ:·Combattenti stranieri presenti a Roma, trascinati da uno stesso entusiasmo, di venuti popolo col nostro popolo. Rare volte è stato consentito di vedere un"adunata cosl sigantesca, rare volte la passione della folla ba raggiunta una tensione cO"il :alta, un a rdore così avvampante. Con la for2a del tuono erompe la voce del popolo e su tutto i l clamore sovrasta il grido possente d i ··Duce! O~!". L'urlo diviene travolgente quando le invetriate del balcone di pa lazzo Venezia vengono aperte e il Duce appa re alla moltitudine che lo invoca In un'esplosione d'ardore e d'affetto, l'ad unata g li rinnova la sua entusiastica ovazione e per parecchi minuti è impossibile richiamare il sile n2io. Fina lmente; dopo ri petuti squilli d' .. attenti!", "fo dimost razio ne si placa e, ne l r:iccoglimento reliiioso di questo istante, scendono nettamente scandite, maschie e possenti le parole del Duce» qui r iportate (Da l li Popolo d'lralia, N. 216, 10 settembre 19}S, XXII}.
ALLA RIUNIONE
DEL COMITATO PERMANENTE DEL GRANO•
Ii Dua e,po11e le sue comiderazioni .sul racco/Jo granario dd ·193.5. Dai rilevamenti statistici definitivi, ,compiuti con la consueta esattezza dall'Istituto centrale .di statistica, il raccolto granario nazionale del 193:S è stato di quintali 77,144.700, su una superficie di ettari :S.026.731. La produzione media per ettaro è stata, perciò, dì quintali l:S ,3.
Con la campagna 1934-'3:S si è conduso un decennio da ll' inizio della battaglia per l'indipendenza granaria della nazione. ll bilancio di q uesto periodo di tempo è ìn perfetto attivo. Bastano poche cifre a dimostrarlo. Nel qu.inquennio 1921-'2:S 1a .produzione media di frumento in Jtalia fu di quintali '.53.973.000. Questa media è sa lita a quintali 6 0,74 :S.000 n el quinquennio 1926-'30, e quintali 72.743.000 nell:uttimo quinquennio 193 1:35 , le tre medie quinquennali stanno fra loro come 100 a 112, 54 a 134,78.
Le corrispondenti produzioni medie unitarie sono aumentate da quintali 11,:S (quinquennio 1921-'2:S), a quintali 12,4 (qu.inquennio 192:S-'30), a quintali 14,7 (quinquennio 1931·'3'.>), e cioè nel rapporto d i 100 a 107,8 2, a 127,8.
È con ciò confermato, ancora una volta, che l'incremento della produzione g raO:aria in Italia non è da attribuirsi all'aumento ·della superfici~ coltivata, ma all'adozione di sistemi colturali più progrediti .
QU:esto progresso non ha soste. Difatti, nel 193 1, con una annata mediocre, si raggiunsero i 66.520.000 quintali; nel 1932, con u n 'annata buona, i 75.367.000 qui ntali (e cioè circa ci nque milioni in più del raccolto ottenuto nel 1929, annata favorevolissima); nel 1933, con un' annata ott ima, gli 81.2'.52.000 quintali; nel 1934, con un'annata pessima, i 63.430.300 quintali ( cioè di eci milioni di quintali in più della produzione ottenuta nel 1927, diciassette mi lioni di quintali in più della produzione del 1924, diciannove milioni di aumento rispetto al 1922, quasi venticinque milioni di. quintali più del 1920, per cita.re le più sfa-
• In vista del prossimo inizio delle operazioni militari contro l'Etiopi;i, ormai deciso per i primi di ottobre del 193~, Mussolini aveva continuato e continuerà a mandare disposi~ioni a De Bono (277, 29~, 296, 297). L' l} settembre, aveva ordinato l'adunata generale delle forze del reg ime per una d a.ta yicina, ad un fine non indicato, ma che eta stato bene intuito dalla na;zione (351). 1112 settembre, a Roma, a palano V~nezia, presiede la riunione del Comitato· permanente del g rano In tale occasione, fa le dichiarazioni qui riportate. (Da li Popolo d' Italia, N. 219, 13 settembre 193}, XXII).
vorevo li annate dei periodi precedenti); e nel 1935, con un'annata non troppo favorevole, i 77.144 .000 quintali, che cost ituiscono, dopo q~ello a bbondantissimo del 1933, il raccolto più elevato consegu ito in Italia.
La qualità del prodotto può considerarsi buona ed ·ottima per tutta l' Italia cont ine nta le. Eccezioni riguardano Ia provincia di Spezia e pa rte di quella di Savona, la provincia d i Sondrio e qualche piaga montana d ella provincia di Potenza, dove è risultata mediocre.
Jn molte provincie dell'Italia settentrionale e centrale si- è oltrepassato il peso specifico di 80, giungendo .fino a 82,84 ed oltre, nonostante i danni della ({stretta» . Nell'Italia insulare, invece, la qualità del prodotto è risultata : in Sicilia tra buona e discreta; in Sardegna tra mediocre e l,)uona, ma, in prevalenza, d iscreta. n da notare che questi due u ltimi compartimenti sono stati particolarmente colpiti dalla <<stretta >> .
Per ,il frumento marzuolo valgono le stesse indicazioni, tenendo però presente che-, anche nella Lucania e nelle C:i.labrie, la mat"J.razìone è stata avversata dai vent i caldi, che hanno sensibilmente p eggio rato Ja qualità delle cariossidi , Rispetto ad un andamento stag ionale mediocre, ed in taluni casi negativo, la produzione di 77.144.700 quintali di frumento, con una media unitaria d i quintali 15, 3, rappresenta un vero successo della tecnica razio nale affermatasi per effetto della battaglia del grano,
Tutti" i compartimenti hanno avuto una produzione superiore a quella del 1934, tranne la Sicilia, dove la produzione complcssi,•a e quella u nitaria, che, nel 1934, furono rispettivamente di 8.867.700 e 11 , 1 quintali, si sono ridotte quest'an no . a 6.029.000 e a 7,8 qui ntali, e compresa Ja Campania, che, se pur presenta u na lieve fless ione n ell a produzione u nitaria (da quintali 10, 5 a 10,3), può registrare un ~odesto incremento in quella complessiva a causa di una maggiore estensione della colt ura.
La Lombardi a, d a una produzione unitaria di quintali. 21,8, ottenuta nel 19 34, è passata a quintali 29,6; l'Emilìa d a 16, 5 a 2 5,8; il Veneto da 18,2 a 22,7 ; il P iemonte da 13,7 a 22,6; la Venezia Tridentina da 15,8 a 17,8; le Marche da 15 a 17,6; la Toscana da 14,6 a 15,6; l'Umbria da 13,4 a 15; la Venezia Giulia e Zara da 10,5 a 12,8; g li Abruzzi e Molise.da 10,9 a 12,6; la Lucania da 9,5 a 12,4; la Liguria da 10,4 a 11 ,9; la Puglia da 9,4 a 11,1 ; la Calabria da 8,4 a 11 ; il Lazio da· 9 ,9 a 10,9; Ja Sardegna da 7,2 a 8,4.
Rispetto alla precedente annata, la produzione compless iva nel Reg no è aumentata nel 1935 del 2 1,6 per cento è quella unitaria d el 19 ,5 per cento.
Da questi raffronti tra il 19 34, annata sfavorevo lissima, e il 1935 risu lta che sia la produzione nazion ale, sia quella d i tutti· i singoli com-
partimenti presentano nelle d iverse annate un campo d'oscillazione ancora notevole. .
Per consolidare le posizioni raggiunte occorre pertanto che nelle annate favorevoli venga superato il limite dello stretto fabbisogno per bilanciare gli scarti che dovessero verificarsì in quelle sfavorevoli.
Nella situazione presente, tenendo anche conto d_el prevedibile aumento di consumo e del normale aumento di popolazione, occorre decisamente puntare, come obiettivo prossimo, verso la produziOfl.e complessiva media di ottanta milioni di quintali e, cioè, verso quella unitaria di sedici quintali sui cinque milioni di ettarì attualmente investiti a grano.
D'altra parte, nella organizzazione delle vendite collettive a mezzo degli ammassi, il cui ulteriore sviluppo sarà incoraggiato, e nell'assistenza del Governo, gli agricoltori possiedono un mezzo efficente di difesa contro l'eventualità della discesa dei prezzi al di sotto di una misu ra equa, che pot rebbe essere d eterminata da un raccolto notevolmente superiore al fabbisogno dell'annata,
Come nei riguardi della coltura granaria, cosi in tutti gli altri campi, si deve proseguire sulla via intrapresa, che noo ammette soste, nè deviazioni. In particolare òcc"orre che gli agricoltori intensifichino le loro cure per quelle produzioni tutt'ora. deficenti in rapporto ai bisogni della nazione; per tutte le colture foraggere in primo luogo, ·che costituiscono la base di ogni ulteriore e duraturo progresso tecnico ed economico della azienda agricola cd alla cui diffusione ed intensificazione è legato 1o sviluppo d eg li allevamenti e il miglioramento d ella situazione zootecnica; per Jc tessili-nazionali, la cui semp re magg iore utilizzazione avrà tutto J'appoggio del Governo; per le colture suscettibili di maggiori impi eghi industriali.
L' assetto agricolo-colturale di un paese come l'Italia non può evidentemente subire brusche scosse da un anno all'altro, ma non può neanche essere concepito in senso statico. Esso deve adeguarsi al mutare . di situazioni ed a nuove esigenze. Da ciò la necess ità di una azione costante, diretta ad imprimere nuovi orientamenti tecnici. ed economici
Dopo_i soddisfacenti risultati di questo primo decennio della battaglia del g rano, occorre proseguire nella più ampia opera, con rinnovata lena, al fine superiore del potenziamento massimo dell' agricoltura italiana.
365' RIUNI ONE DEL CONSIGLIO DEI MIN ISTRI•
li D uce ha / alto al Comiglio· rm'ampùi relazione sulla J Ì/11,ni o 111: militare e polit ica, q11alt si è ;vi/11ppa1a in qunJe ultime setJ_iman e, dal Comig lio dei minish"i di Bol zan o in p oi ,
Dal pu nto di viJta mi/ilare, la nost ra preparazione O ri eùtale procede con maggior inlemità1 onde garantirci di f ronte alle prepondetanti forze_ etiopiche, ·la "'i m obilitazione è già in ·al/o. D ata la _ irrequietudine tlJanifestata da taluni ambienti f11orusciJi cirenaici, sono in corso rafforzamenti delle no stre difese in Libia.
Sulla ha.u di d ati deuaglù:1i , il D uce ha dim ostralo che il compl essf? d elle n ostre forze militari ,erreJt ri, ·marilti m e e aeree è tale d a p oter rispondere a qualsiasi mi naccia, da q11alu11qut pane venga. . '
Col f u nzionam ento d el Comm ùsarial o P.er le f abbricazioni di guerra, affidato al generale D allo/io, il q11ale ha la preziosa eJperienza d i tale carica tenuta d urante la g11erra mondialt:, le f orniture belliche procedono con un corso inJensificaJo, ma. regolare
Dal pu nt o di vùta politico, il capo d el Governo ha riferito sulla co1tit11zione d el Comilato dei cinq11e e sui discorsi Hoare e LJfvaf, diu orsi che non pptevano eJJere diversi da q uelli che sono stati, per ragioni evidenti, data la p osizione i ngleu e francese nei riguardi del Pattò 1odetario1 ragione per cui sono i tali accolti con la pitì grande calma dai cfrcoli re.1ponu1bili e dalle man e d el popolo italian o.
Il Consig lio dei miniJJri prende tuttavia atto con 1oddiJf.:1Zio1n delle cordiali P.aro /e che nel 1110 dù corJo il miniitro !.Ava/ ha d edicato agli acco rdi franco-italiani d el gennaio 1935 e all'amiciz ia che eui conhtcrano,· am icizia ch e l' I talia i nt end e sviluppare e f ortificare, non solo netl'interene dei due paesi, ma anche 'in · q uello della collaborazione e11ropea, che n on può eu ere Jpezzala da un con flitto di caralle re colo. niale, o dt1.ll'im pìego d i sanzioni, , he non f u rono mai specificale e mai appli.ate nelle ben più gravi cont rovers ie p recedenti, f ra membri della Lega delle nazioni.
A tale riguardo, il Comiglio d ei ministri ha esaminaJo i11 qtJali t'asi si renderebbe imp oJJibile /'11{/eriore permanenza dell'Italia ,u(/a Lega delle nazioni.
li Co mig!Jo dei ministri, d opo aver com/alal o che1 allo rno alla vicenda italo.etiopica, si Jlan no cottgula11do tutte le fo rze d ell'antif a·
• Tenutasi il 14 settembre 1935 ( ore 10-12J O). (Da li Popolo d' llaUa, N. ·22 1, 15 settembre 1935, XXH).
scis,110 straniero, sente il dovere Ji rico11fermare, nella maniera più e.spliàta, che il problema italo-eJiopico non ammelle .soluzioni di comprome.s.so, dopo . gli ingenti .sforzi e · i Jacrifici 1opportali dall1ltalia e dopo la documentazione irrefuJabile contenuta nel «memorandum» ilalùmo presenJato a Ginevra.
11 Comiglio Jeì minisJrì ha deci.so di mandare un telegramma di plauso e di saluto· al generale De Bono, Quindi, su proppsta del capo de( Governo, primo minÌ.stro, sègretario di Stato, il ConJiglio dei ministri ha approvato:
Uno schema di decreto legge recame norme P.er la diJciplina dei co11gre1si da t enersi nel Regno, degli interventi ufficia/i ai congreui internazionali al/'e1terò, del/e pubbliche manife1/azioni di JCienza, ù1tel/et111alit.:Z, beneficenza, 1p_o rt, delle commemorazioni ed onoranze Il provvedimento, mentre coordina in te.sto unico le dùpo1izioni Vigenti nella maJeria, stabili.sce la compilazione del calendario ufficiale dei congressi, da tener1i nel Regno in cia1cun an1101 e regola la coJJituzione, nonché l 'allivilà d elle delegazioni italiane nei congreui internazionali, al fin e di auirnrare /'efficace dilfu1ione del pensiefo italiano afl'eJ/ero. li provve· dimenlo diJciplina inoltre le altre manifestazioni d 'arte e d 'intèllellualit.:Z, inquadrandone lo svolgimento nell'ordinamento Jindacale e corporativo,
Uno 1chema di_ regio decreto legge per la conceJJione alla ;ignora Edith Razza di rma pemione Jtraordinaria di lire dodicimila annue, a riconouimenlo dei 1ervizi re1i dà! comp/anto ministro al regim e ed ai/a nttzione e come attestazione di omaggio alla sua memoria.
Uno Jehema di regio decreto legge drca il Ira/lamento da f ar1i ai dipendenti statali in caJo d'infortunio o di malattia contratta in Jer.viziO li provvedimelJlo ha lo Jc opo di ;tabi/ire, anche nei caJi Juindicati, un lrattamenlo uniforme per tutti i dipendenti civili e militari di qual1ia1i amminiilrazione dello Stato.
Poi il Consiglio dei miniitri, Jtf proposta del capo del Go verno, ministro àegli Affari Eiteri, ha approvato i seguenJi provvedimenti:
Uno 1chema di regio decreto legge per l'adesione e l'eiecuzione de/t'accordo di Madrid del 14 aprile 1891", concernente la repreuione d elle false indicazioni di provenienza délle merci nel testo riveduto a/ -
i'Aja il 6 novembre 1925, IV.
Un disegno. di legge che approva la convenzione internazionale per l'unificazione dei metodi di analisi dei vini nel commercio internazionale, stipulata in Roma il 5 giugno 1935 , XIII.
Un diugno di legge per l'approvazione dei testi riveduti a Londra il 2 giugno 1934, Xl/, della com1enzione d'unione di Parigi del 20 marzo 1883, p er la protezione della proprietà ind111triale, e dell'accordo
di Madrid d el 14 aprile 1891 p e r la rcgisJrazione internazionale dei mar· ,hi di fabbrica o di ,ommercio. :
Uno 1chem a di feg io decreto l egge per l'approvazione del/a COJJ· venzione m onetaria fra il Regno d'Italia e la Repubblica di San M arin o, 1tip«la1a in Roma ii 15 giugno 1935 1 Xlll.
Uno schema di regio d ecreto legge che approva l'accf!rdo fra il G overno italiano e il Governo dell'U.R.S.S, per la garanzia JUi crediti p er affari d'esportazione, 1tipulalo i n Roma ii 15 giugno 1935, X/Il .
Uno 1chema di regio decrelo legge per l'approvazione del prolocol/o fra l'Ita/;a e l ' A111Jria del 1° luglio 19531 Xlii, che m odifica e c01ripleta l'accordo fra i due paesi d el 14 magg_io 193 4, XII, ed i l reJa1ivo « avenanl » del 4 gennaio 193.5, XIII. ·
Uno :rchema di r'eg io d ecreto legge che appro va la conve11zio11e con;olare fra l'Italia e la Polonia, stipulata iu Roma il JQ luglio 1935 , anno Xlll .
Un dis egno di legge P.er l 'approvazio11e della convenzione ' comolare fra il Regno d'Italia e la R ep,,bblica di Lituania, 11ip11lata in Kau11a1 il 13 luglio 193.5, X III
Uno ffh ema di regio decreto legge per l'approvazione del protocollo fra l'Italia e la Ceco1lovacchia del 26 luglio 193.5, Xlll, complementare alla Convenzione del 1° marzo -1924, li, addizionale al t rattalo di commercio e di navigazione Ìtalo..cecoslovacco del 23 marzo 192 I.
Uno 1chema di regio decreto legge che approva /'a(Cordo fra l'/lalia e la Svizzera1 1tip11tato in R oma il 31 luglìo 193.5, XIII, mediante Hambio di note, per il re ciproco e!onero dal/a imposJa indireJta delle scuole primarie e 1erali.
Uu disegn o di legge per l'approvazione del tra/Jalo d 'e.stradizioue e di as1islenza giudiziaria in materia peuale , 11ip11lato fra l '/Jalia e l'El tonia in Roma ii 10 agosto 1935, Xlii.
Un disegno d i legge che approva il protocollo1 1tipula10 a Bmx el/e1 il 24 maggio 1934, XII, fra l' Italia cd altri Stati, addizionale alla convenzione internazionale del 10 aprHe 1926, IV, per l'unificazione di alcune regole .tOnfernenti l'imm1111ità delle navi di .Stato .
Uno 1chema di regio deueto l egge per l'aumento di frmzionarì comandati pre110 il minisJero degli A ffari Esteri da aiJre ,1mmi11ist razio11i dello Slato, per il servizio delle Scuole italiane all'es/ero.
SuueJJivamente, dal Consiglio d ei miniJtri Jono 1tati approvati, 111 propo11a d ei capo del G overno, minùlro de/l' Interno, i seg11e11Ji prov· vedimenti:
Uno JChema di decreto legge co11cernente il sèrvizio 1anitario a bordo d elle navi m ercantili. Il pro vvedime nto mira ad agevolare l'a1111nziOne di reduci da parie delle società di navigazione, allo JCopo di
aJSicurare il ;ervizio .sanitario a bordo delle navi mer(anti/i dirette al. J' Africa Orientale
Uno J(hema di decreto legge re(ante norme P.er regolare la am(euionc, da parie de/J 1/.stit1110 nazionale fa.sci.sta p_er l'a.uiJ'teuza dei dr· pendenti degli Enti locali, delle indennità premio di .servizio ai sani• tari collocati a ripoJo, a norma dell'articolo 364 del /e.sJo uni(o delle leggi sanitarie, prima del compimento déi Jei anni di iJcrizione alJ'I;tituto.
Uno ;cbema di decreto legge recante agevolazioni a favore dei /uriJli J/ranìeri, per qt1anto riguarda il pagamento delle impo;Je di sog· giomo e di cura. Con tale provvedime11lo, allo scopo di facilitare l'afJiuuo e la permanenza degli .stranieri" nel Regno, J'ùtitNiJce u11 corri1pe11i110 de/te imposte di soggiorno e di cura a carico della Federazione 1utzionale fa JCÌJ/a alberghi e turùm o ragguaglialo al prezzo dei buoui alberghieri emeui dalla Federazione medeJima.
Uno khema di decreto legge con mi, melllre .si delimita il perimetro del capoluogo del coinune di Sa baudia, si ;Jabilùce il Ira.s f erì· memo in proprietà del comune stesso delle aree ivi comprese apparte· 11enti _all'Opera nazionale combatlenli. Il pfovvedimento (analogo a quelli già previsJi dalla legge 6 giugno 1935, XIII, 1111mero 1152, sul piano regola/ore di Littoria, e dalla legge 13 giugno 1935, XIII, numero 1082, fui/a co;tituzione del comune di Pontinia) mira ad assi. (tirare un nt(eJJario sviluppo del centro urbano di Sabaudia.
Uno schema di decreto legge (on età si dùponc la conce;sione all'Unione ilaliana ciechi, con .sede a Firenze, de/l'esclu1ività della fab bricazione e vendita ai comuni delle piasJrine di contra.sug110 per le impoJ/e Jui cani. T aie co/Jcessione, accogliendo i voti del benemerito IJJiJuJo, va rrà ad as.sicurargli i maggiori mezzi neceuari per lo s viluppo delle nobili finalità assisJenziali da e110 peruguite.
Uno schema di d ecreto legge reca!lle nòrme per la disciplina d el servizio delle guardie particolari giurale. Con tale provvedimento, allo scopo di assicurare 1m pùì regolare funzionamento d el servizio, si pon• gono le g uardie particolari giurat e ;olio la diretta vigilanza del queJtore, de.mandando1i ad esso /!approvazione · delle modalità di servizio e di impiego, nonché Ja facoltà d'imporre, con sanzioni disciplinari, quelle presJazioni che ritenga 11ecn;ario nel pubblico il1feresse.
Uno schema di decreto recante alcune modificttZioni al regolametJlo per l' esecuzione della legge 2 7 maggio 1929, V11, numero 845, mg/i E,;ti ecdeJiastici e JUlle amministrazioni dei patrimoni destinali a fini di c11llo. Il provvedimenJo mira ad eliminare dubbi sorJi nell'applicazione dellt disposizi oni concernenJi l'ordinamento giu~idico delle fabbricerie, chiarendone e precisandone la portata, in ar,nonia con Jo spi-
rito de/t'articolo 29, /e/tera A, d el concordato con la Santa Sede, e dell'arlico lo 15 della legge 27 maggio 1929, VII, numero 848.
Uno schm1a di regolamenJo per l'eucuzi one del regio decreto legge 11 otJobre 1934, XII, 111tmero 1884, 1111/a situazione · del/' Ent e nazionale di lavoro. per i ciechi con sede in Firenze.
In seguito, SII proposta del capo del Govemo, miniJtro delle Colonie, if·Comiglio dei miniJtri ha app rovato:
Uno ;chema di regio decreto che m odifica la tariffa d ei ddzi doganali della libia, aggiungendo apposita voce, con Jenue dazio, per le ttcque ·gauose di origine italiana conlemnti zucchero in m iJllra non mperiore al quindici per cento.
Uno schema di regio dure/o per l'eunzione dell'imp OJltt JJti fabbricali degli edifici di mlOva w1truzio11e nella Somalia itdlùma. Per fil· le via re la crisi di alloggi che Ji ma11ife1ta mila Somalia e, 1oprat111Uo, in MogadiJcio, si e1tende alla Somalia l'ese11zione delle impo1Je 111i fedditi procedenti ·da fabbricati di nuova cost mzione, analogamenle alle dispo· Jizioni vigenti nel Regno, di wi al regio decreto legge 8 marzo 1923, mmtero 69.5, limitalamenle al periodo di anni venti.
Uno schema di regio decre~o legge che appo rla modificazione aliti tariffa speciale dei dazi doganali da applicare nel Regno alle merci di origine e provenienza dalle Co lonie italiane. 111 relazione alle nereuità ma11ife1tatesi, si aumenta il contingente ann110 di dal/eri e pasta di dal · Ieri da amme1Jer1i nel R egno dalle colonie in e1enzione dal dazio doga,wle, a termini del regio decreto legge 30 110,iemhre 1933, Xl, 1111mero 1717, da 1ettemila a dodicimi/11 q11i11!11li, e quello di olio d 'oliVft da seimila a diecimila q11i11tali.
Uno 1chema di · regio decreto per /' esteniione alle col onie della legge 14 giug no 1925, Ili, numero 938, che riforma la l egislazione marùti11111 in maleria di urto di navi e aJJiJtenza ai mari/limi.
Uno schema di regio decreto che appor/a modificdzìoni alla tariffa d elle taise mgli affari in Eritrea. Si è ritenuto n eceJJario apportare alame modificazioni alla taJJtt affari i11 vigore in Erit rea, per iJtituire al· erme nuove ·voci e per elevare, sia pflre leggermente1 la mis!lra di almne altre. li provvedimento mira ad asJÌCNfare al/i Erario un aflmmlo delle entrale coloniali, aumento che le migliorale condizioni economichr: di quella colonia consentono di realizzare, senza danno per lq 111iluppo dei t raffici, ·
Uno 1chema di regio decreto che modifica la taua affari della Somalia, per quanto concerne la circolazione degli au/oveicoli. Si dà una clauificazione più completa dei tipi di autoveicoli, e Ji eleva la m imra della tana in rapporto a quei/a vigente nel Regno e nelle a/Ire colonie, p11r contenmflola in limiti, che, men/re auimrano un notevole bene-
ficio al bilancio coloniale, non potranno pregiudicare lo JViluppo alllO· m obilisticò della Somalia.
Uno schema di regio decreto che delta norme per l'applicazione in Libia delle disposizioni ml/a disciplina di gNerra. Si provvede a coordinare le norme relati ve alle colonie mila disciplina di guerra, conte111Jle nella legge 14 dicembre 1931, IX, numero 1699,- con il ntmt10 ordi11ame11to organico per la Libia.
Uno schema di regio decretO che e1/ e11de alla Libia le modificazioni delle norme rifleuenti la vigilanza mlle società cooperalive1 appor/ate con legge 4 giugno 1931, IX, nflmero 998, '
Uno schema di regio decreto concernente la rid11zione del l aSJO delle obbligazioni emeSJe dalla Cassa di RiJparmio della Tripolitan ia per l'esercizio del credito agrario e fondiario-agra rio. L'inJ eresse sia · b;/i10 in ragione d ei cinq11e per cnzlo netto annuo a favore d elle obbligazioni speciali della Cassa di Risparmio dei/a Tripolilania conlem· pia/e nel regio decrelo 26 fehhraio 1928, VI, numero 614, viene fiuaJo, a decorrere dal 1° aprile 1936, XIV, in ragione d el 4,50 per cento t11m110,· e quello 1/abilito in r,1giom del 6,50 per cento neJlo annuo a favore delle ohbligazioni 1peciali cont emplate nel regio decreto legge 18 gi11gno 1931, IX, nmnerq 1011, viene f11sato, a decorrere dal Je gen· naio 1936, XIV , in ragione del cinque p er cento annu o , Il beneficio derivante della ridttzione dei tassi d'intereJJe sard d evoluto alla riduzione dei laJJi che attualmente gravano i mutui fondùtrio-a.grar1 atcesi dagli agricoltori per la Caua di Risparmo della Tripoli1ania 1 ad eccezione di una aliquota del 0,25 per cen!o mi mutui conceJJi con la se· conda em i11ione di mi al regio decreto legge 18 giugno 1931, IX, numero 1011, che è devoluto a favore del bilancio della colonia.
Uno sch ema di regio decreto per /d JOJtituzione della denominazione dell'EnJe per la colonizzazione delJa Tripo!ita/1ia e Cirenaica in Ente per la colonizzazione della Libia.
Uno schema di regio decreto che reca vt1rùm1i alle norme 1111/e licenze ordinal"ie al per1onale d el regio Corpo territoriale coloniale. Si consente, in via di temporanea deroga alle vigenli disprùizioni, che la licenza ordinaria non god11ta allo scadere del biennio di servizio coloniale, pona eSJere concesJu nel biennio mcce1sivo1 senza pregiudizio del 1;10/0 alla ,onceJJione per q11e1to biennio. Si estendono inoltre alle tmppe coloniali dell'Eritrea le disposizioni d el/lordinamento mi/iJare per il regio Corpo d ella Somalia, in materia di. cum1do delle licenze per il personale impiegato in caso di operazioni di guerra o di grande polizia CO· loniale.
Uno schema di regio decreto che antorizza l'emiuiorie di francobolli commemora1ivi della decim" Fiera campionaria di Tripoli.
Uno schema di regio decreto che autorizza I' emis1ione di franc obolli da i.ire cinquanta commemort:tthJ.i dell'orrupazione dell'Eritrea.
U no Jchema di regio decreto reca nle va riami alle norme 111i con• gedi ordinari al perso nate civile in servizio in Eritrea ed i n Somalia. A 11alogaf1!enle a quanto Ii dispone pttr il per1onale mi/ilare, si apport ano varia nti alle di.rposizioni relative al personale civile, jn servizio m Eritrea ed in Somalia1 il mi conged o sia necew1rio rinviare a tempo Jll(CeJJivo per 1t1gioni attinenti alle n.!tuali condizioni poliJiche e di 1imrezza del territorio delle rnlonie del/'Africa Orientale, Uno JChema di regio decreto per il con/rollo delle induslrie i n Libia Sono e1tese alla Libia le norme ema11ate nel Regno con la legge 12 gennaio 1933, Xl, mmtero 141, e con i regi decreti 15 ..maggio 1933 , XI, numero 590, 1° marzo 1934 , X li, numero 630, e StlCUJsive mod ificaiioni, i11tegrate, per qmm(o rigua rda le ind111trie fondamen1t1li per la fa bbricazione dei prodotti e1umiali per la dife1a della 1utzio;1e, da( regio d ecreto legge 18 novembre 1929, V /11 nmnero 2488, L'11utorizzazio11e per nuovi impianti ind1111riali o per /'ampliamento di q11elli già esiJJenli viene concessa dal ministero delle Coloni e, di cOncerto con quello delle Corporazioni, Jenlìlo il parere del Consiglio mpcriore coloniale. Qualora, poi, si tratli d elle industri e di mi al sopracildto regio decreto legge 18 novembre 1929, V ll, n11mero 2488, dovrà anche nsere sentito il parere del Com itato mperiore di dife1a .
Uno schema di regio deffeio recante provvedimenti di car.tltere conJingente in materia di traJtamento economico ai militari i ndigeni dell'Eritrea. In seguito alla mobilitazione d elle truppe coloniali dell'Eritrea, Ji rend e necessario di conferire ali'alto commissario per l'A fricd Orientale a/enne. fac oltà, in deroga a dùp osizioni de//'ordinttmento militare per delfe truppe, in materia· di Ira/lamento econo mico dei militari indigeni e di provvid~nze in f avore delle loro famiglie. Tali dero'çhe rig11ardano l'aumento della mfrnra del premio d'ingaggio, la conce11ione di speciali licenze agricole tU militari indigeni che debbono atJendere a lavo ri di semina, I'altrib,,zione a/11alto comrniuario delle facoltà di regolare la conceJJione e la compo1izione. della razione viveri per le truppe i ndigene mobilitate e la conceuione alle famig lie dei militari indigeni, enlro determinali limiti, di disJribuzioni gio rnaliere di farint:1.
Uno schema di regio decreto du m odifica il regio decreto 3 luglio 1931, I X , numero 1207, riflelJente gli Uffici fondiari della Libia. In se· .(!,llilo a!Favvemita unificazione della Tripohtania e della Cirenaica, e al n11ovo anello politico-amministrativo dato alla libia con il regio decreto legge 3 dirembre 19341 Xlii, nu~ero '20 12, 1i rende necessario di armo· nizzare i servizi fondiari di qnella colon ia, prevhti dal regio decreto 3 /11glio ?931, I X, ,111mero 1207, con le· disposizioni contenute nel regi o
decreto legge sopracitaJo, per ovvie ragioni di unicità di critefi e di funzionamento.
Uno JChema di regio decreto relativo al trattamento dei governatori e segretar1 generali · di colonia. Il provvedimenlo, mentre nulla innova alle vigenti dispo1izioni per q11anto riguarda il tratJamento coloniale dei segretari generali, prevede per i governa/ori l'auegnazione d'una indennilà coloniale da fissarsi nel decreto di nomina.
Uno 1chema di regio decreto legge che apporta modificazioni all'ordinamento giudiziario militare per le colonie dell'Africa Orientale. In seguilo alla presenza nelle colonie dell'Africa Orientale di con/ingenti cospimi di truppa metropolitana, si è manifeJtala urgente la neceuità di modificare almne disposizioni del vigenfe ordinamento giudiziario militare.
Uno JChema di regio decreto che fissa la paga giornaliera coloniale per militari di truppa in servizio in Africa Orientale. Secondo gli ordinamenti vigenti, i militari di truppa in urvizio in Africa Orientale nei reparti metropolitani del regio Esercì/o, in ·quel!i coloniali e nelle divisioni camicie nere, hanno dirillo ad ima paga giornaliera e ad 1tn wprauoldo giornaliero coloniale, regolati da norme d;verse . E stata perciò stud;ata l'istituzione per detti militari, con provvedimento di carattere contingente da prorogarsi in caso di neceJJità, di un unico assegno, denominato « paga giornaliera rolonù:tle », in misura corrispondente all'imporlo complessivo degli at111ali assegni arrotondato in più. In tal modo si viene a concedere tm lieve miglioramenlo economico ai caporali e soldati ed ai pari grado della .M.V.S.N. ed a realizzare 11n'ind11bbia· umplificazione contabile,
Uno uhema di regio decreto per l 'istit11zione di comandi militari in Africa Orientalt in rapporto alle att11alì esigenze militari.
Uno schema di regio decrelo che determina le indennità di rappresentanza e di carica· agli ufficiali in Africa Orientale',
Uno schema di regio decreto relativo alle indennità di equipaggia· mento agli ufficia/i e Jottufficiali destinati in Africa Orientale.
Uno schema di regio decreto rhe deroga alle disposizioni dell'artfrolo 28 de/l'ordinamento mi/ilare per le truppe coloniali della Libia. In come• !!,!lenza del recente inquadramento di d1te battaglioni di camici'e nere permanenti lihirhe nella quarld divisione camicie nere destinata in Africa Orientale, appare neceuario d'autorizzare a contrarre matrimonio i graduati e militari di del/i batta!(lioni, come è già staio fatto per i regi Corpi territoriali coloniali dell'Eritrea e della Somalia. Si consente allo tcopo una temporanea deroga dell'articolo 28 dell' ordinamento mi/ilare della Lihia. ·
Uno schema di regio decreto legge per la revoca delltf concusione
ali'« A u t omobile club» di Tripoli di elfettf(are una lotteria a11JomobtliJtùa e per la riorganizzazione della l oJteria sJew:.
Uno s_chema di regio decreJo legge che atJtorizza /'aIJ1mzione di cinquantacinque tecnici avventiz i per l'uecuzione di lavori della Litoranea libica,
Uno schema di regio decreto per il riordi11ame11/o dei urvizi meteorologici della Libia.*
IL CONFLITIO ITALO ABISSINO**
Sal ut.tndo alla romant1, /'11uiere ha aperto la porta d ella 111/a immema dove il Duce lavora.
M ai avrei poluto credere che potesse esur cOJÌ ltmgo l'ttllra versare q11nta interminabile stanza del palazzo Venezia, Mi umbra di camminare da 11n'etemità, in mezzo alla luce diffu 1a d i q11esla 1ala, verso que1t11 Javol~ che ; 'intaglia, sola, n el vi vo cono di luce del paralrlme.
M11110lini, con la testa china, senza moJJrare di aver i11do11inalo la presenza eJtranea, annot a, a rapidi / occhi di lapù, un dowmento.
E già da qua/rhe minuto 10110 q11i, di fr onte a qtteJ/a tavola, come mli'<< al/enti!», q11ando il D11ce solleva, infine, ve rso di me, la sua maschera di <<impera/or» med itabondo,
Un geJto cortese, ma breve, m'i n vita tt sedermi.
G li océhi negli occhi di quest o terribile uomo, parlo. Evow riwrdi lontani. OJJobre 1922,· la marcia JU Roma,' le schiere fa sciJJe che scendono, con impeaabile disciplina, le pendici del Pincio.
M11uolini si ricorda che sono Jtalo il p rim o giornaliJ!a Jlraniem ch e gli ha chiulo ,m'interviJta
Evochiamo allora, que/J'albergo « Snvoia )>, che il delirio dei fasci sti anedia-va. Ll, egli mi d elle p er il << Matin )) la prima affe rmazione di quella potenza che aveva conquistalo. Erano passate na/Jaml!nte due ore, dal 1110 ingreHo in Roma, chiamato da ,m 1ovra110 la m i cbit.roveggenza eil Clii patriottismo salvarono il p opolo ;f(,/iano dalla guerra ci vile
• Nella 36&- riunione, tenutasi i l 18 settembre 1935 (o rè 10-13), il Consiglio dei· ministri approverà « lmportanti provvedimenti fioanzi.:l ri » ed « una larg:i serie d i deliberazioni nel campo dell'Educazione». (Da It Popolo d 'l1alia, N , 224, 19 settembre 1935, XXII).
** Intervista concessa a Roma, all'inviato speciale del MaJin d i Parig i, Leo Gcrvillc-Réachc, il 15 ( ?) settembre 19)5 (Da La T1·ib11na • L' l dM Nazi<malt di Roma, N. 223, 18 seuembrc 1935, 53°) ,
All'e voc11zione di questi ric ord i, il vi10 d el Du<e 1i diJtend e, si 1ra1f orma. Un sorriso è 1ulle 1t1e /ah bra: e v i è nei moi occhi, a JraJti, rma così strana d olcezza, da farmi finalm enJe capire perch é quelli che han untiJo pau are m di sé un tale i g11ardo sono oggi de voti al loro Duce fi no alla m orte.
Parliamo. So l e condizioni ch e 10110 stat e po1!e a qtte.rto imonrro : rtn colloquio, n on un'intervista. .
Q11e1to n o n è chieder poco a tm giorn aliita.
T ent o un' ultima strada. Evoco, soprat111tt o, l'a/l(ICCO f orsen nato e fer oce, scatenalo da tulfe le forz e d ell'inlem azionalismo, in certi giornali . Segnalo la pYopaganda furio 1a ch e i servi dei d iretlori d' orche1l ra di M o1ca - pitì o meno cam11ffa1i - f all110 da noi, 11e r10 Nn'opinione pu hhlicd tro ppo 1p e1so ingt1nnaJa.
li rapo del Governo iJalùmo ri flett e.
A p oco a poco ade rùce alla rispetto1a i nsislem a, Parla
- Si, lo so: lotta aperta o lotta coperta. Si è voluto, a ttraverso all'Italia, umiliare il fascismo. Si è r iuscit i semplicemente ad esaspera rlo Ma , ricordatevelo, il r ancore durerà a lungo, molto a lun,::o in un popolo che, se è sensibile ai gesti di amicizia, non ha mai potuto, al contrario , dimenticare un'ingiuria.
Muuolini 1i arre1ta. C'è ancora 1111' erildzio 11e i n /rii.
- Ho già dato troppe interviste Che· cosa posso dire di nuovo ? Ho un tale orrore del!e chiacchiere.
Esprimo la 1peranza che i lentaJi vi ap paJJionati dei fe d eli am ici del/'/Jalia poJJano condurre tulla via ad 1111a J()/uzione parifica.
li capo del G overno fa un ge1Jo di d ubbio.
- Anche l'Italia ama b. pace, vuòle Ia pace, ma non la vuole se non è fondata sulla g iustiz ia.
L'Italia andrà dunque diritta verso ciò che considera la g iustizia, ed :1nche una v itale ne cessità. Si è creduto , in un primo t empo, che io g iocassi una partita d i «poker» . N on vi è n essuno ogg i che possa a nco ra fiub itare dell'incrolla bi le d ecisione d i q uesto popolo, e di colo ro ch e lo conducono.
Voi siete in Italia da quakhe giorno. Avrete ce rto potuto aCCorgervi che il morale e le forze material i .di q uesto paese sono al l'altezza dei suoi d e stini.
Abbiamo avuto per il popolo ing lese u n'amicizia sincera, un'amicizia fedele iiel corso degli anni, ma troviamo oggi semplicem~nte mostruoso che questa nazione c he domina il m ondo ci rifiuti un povero lembo di terra, a l sole africano.
A più ri p rese, e sotto tutte le forme, ho d ato assicu razione :i.Ila Gra n Bretagna che i suoi interessi in Abissinia sarebb ero stati scru polosa-
mente salvaguardati. Ma g li interessi in nome dei quali essa entra così duramente in opposizione con noi, sono diversi, e non li dice.
No, non è una partita di « poker », ma tuttavia l'Ital ia ha, ne1 suo gioco, una carta in cui s'iscrive tutta la sua vita; e questa carta la giocherà.
Noi tireremo diritto. Siate sicuri che mai, 'da parte nostra, un atto di ostil ità sarà fatto contro una nazione d'.Europa; ma se s i commetterà contro di noi un atto di guerra, ebbene, sarà la guerra. L'Italia non la desidera, ma non la teme. Jnvece delle perdite che s'iscriverebbero in una semplice operazione di polizia coloniale, come ne hanno fatte, volta a volta, l"InghjJtern1 e Ja Francia, si vogliono dei milioni di morti ? Ma in questo caso, coloro i qu:ili av ranno scatenato la catastrofe, n e porterin no la responsabil ità d i fronte alla storia.
Mi rifiuto di capire questa gente, che, perché un:1 casa brucia, decide Ji mettere ·a fuoco t utta la città. Qua lunque cosa possa succèdere in Africa - fosse anche nell' Afrìca intera - è assurdo che per questo s'insanguini l'Europa, votando al p iù spaventoso de i catacl ismi tutta una dviltà.
La maJChera di «impera/or» si è, sotto i miei occhi, Jragicame111e solcala. M11110/ini si arresta 1111 momento e riprende:
- Noi, sl, abbiamo detto, con piena franchezza, ciò che volevamo ottenere con questa operazione coloniale: la nostra sicu rezza, prima di- tutto, e la possibilità di espandersi per rin popolo prolifico, il quale, .1venào coltivato il coltivabile sulla propria terra spesso ingr:ita, non si rassegna a morire di fame.
D'altra parte, non possiamo vivere in Eritrea e in Somalia senza precauzion i. In questi paesi bizza rri, secondo le stesSe ammiss ioni, <lelb Commissione di U al-Ual, che non ha potuto determinare nessuna responsabilità internazionale, i fuci li sparano da soli.
E M11uolini aggiunge:
- Or.l, laggiù, ci sono quattrocentomila abissini armati e ducrcntocinquantamìla itali ani, che anche loro, hanno d ei fucili ... .
Tuttavia avete visto come nel nostro paese la gente è calma. B calma perché è cosciente della sua forza, e perché è decisa ad avere fa sua parte di sole.
Avete potuto valutare le indo~abili forze deti·1talìa nuova. Abbiamo un milione di uomini mobilitati. Il paese è pronto a ~arne tranquillamente di più. Ad un segno che darò, assisterete alla più formid abile m.mifestazione di un popolo risoluto : dieci milioni <li uom in i, mobilitati i:-. un giorno.
E notate che ho esentato d a questo esercizio di allarme i sindacati e gl i operai, per i 9~a li anche i minuti sono prèziosi da che lavorano
per la difesa naiionale. :B. una semplice mobilitazione delle forze politiche, delle forze del nostro Partito.
Dieci milioni di uomini; è già abbastanza. Se sarà necessario, si vedrà qualcosa di meglio.
Di nuovo il Dttre si arresta. Ul JJM ma1rhera 1i tende, la ma mauella volitiva umbra 1gre1olare le pa,-ole che pe1a, e 1trappa dal profondo .
• Si vedrà quakosa di meglio, se si osa, per esempio, decidere contro dì noi le sanzionì militari.
La Francia, di cui riconosco lo sforzo amichevole e largamente europoo, Ja Francia v~rrà le sanzioni militari? Questo è tutto q uello che, nella sua .posizione, Che io so delicata, vogliamo chiederle.
Ma per gl i altri, che lo sappiano bene, le sanzioni significano il ri.~chio di una rifUSione della carta d'Euròpa.
Ecco i l. risultato più brillante, che otterranno coloro i qu:il i, per puro egoismo, prete ndono di negare all'Italia il diritto d i v ivere.
Il Dttce esita 1111 ucondo, il mo viJo 1i illumina di ,a~ 1orriso che umbra venir da lontano, e che gli brilla ora negli ocèbi.
- Eppure, sarebbe stato interessante,. sarebbe stato altamente poli· tico, mettere il nostro .paese fra quelli che vogliono conservare, e si vedrà invece che cosa può costare respingerlo tra quelli che reclamano una diversa distribuzione, e, chissà, forse .una migJiore giustizia....
SUGLI SVILUPPI DELLA VERTENZA AFRICANA*
- PoJele dirmi Eccellenza - ha domandalo il giorna/iIJa - perché il Governo italiano non abbia aperto il 1110 incarJamenlo mll' A bi11i11ia vari meJi or .10110, invece di aprirlo 10/tanto di ,ecente?
À qrie1ta domanda· dirella1 if. Dure ri1ponde, JOllolineando le Jtte parole, con una dichiarazione di mi Ji mi111rerà Jlllla l'importanza .
.;_ Il 29 gennaio io ho fatto sapere a l Governo britannico, per il tra· mite dell'ambasciatore d'Italia a Londra, che il Governo itali ano invitava l'Inghilterra a stud iare la possibilità di accordi precisi p er lo sviluppo armonioso degli interessi italo-britannici in Etiopia. lo ero p ronto ad aprire il mio incartamento. Volevo aprirlo. Il vostro mini st ro degli Affari Esteri, il ministro , degli Affari Esteri d ell a Gran Bretagna, h:i dato rispasta evasiva.
• Intervista concessa a Roma, al corrisponJente della M Mning Po1t d i Londra, il 16 ( ?) srttembre 19}5. (Da 1/ Popolo d'Italia, N. 224, 19 srttembrc 19:n, XXH)
Dinanzi a questo silenzio non mi rimaneva aperta che u na sola st rada. Io l'ho presa. Tuttavia sono sempre rimasto disposto a discutere Ja questione di rettifica d ella posizione italiana in Abissin ia. Vi ero specialmente disposto durante I~ conferenza di Stresa.
}I Duce Ji interro mpe t1n momenlo ,· indi ripr ende:
- La risoluzione comune pubblicat a alla fine di questa conferenza, dichiarava che l'Inghilterra, l'Italia e .la Fl'.ancia avevano esam inato la s ituazione europea. Sono io che ho fatto inserire b. parola « europea » nel testo. L'ho fatto per ben most rare che la situazione in Africa e ra stata lasciata da parte.
L'atteggiamento preso dal Governo britannico subito dopo Stres:i, a Ginevra, il 15 aprì-le, doveva r ivela re la tendenza del Governo britannico a sbarrare la .strada a qu alsiasi g iusta domanda de ll'Italia. U na. volta di più ho dunque preg ato l'ambasciatore d'It.ilia a Londra (era il 1° magg io) dì invitare il Governo inglese ad apri re conversazio n i àmichevoli col Governo itali an o sulla questione etiopica , a1 fine di fa r collimare g li interessi d ell' Inghilterra e dell'ltalia. Come l e precedenti, questa. proposta non ha condotto che a conversaziOnì ch e n on h :m no avuto conclusione.
li Duce fa rm geSto di rau egnazione, alza le .rpalle e cond11d e :
- Poiché era decisame nte impossibile esporre la tesi italiana e sostenere il suo buon diritto in A frica, io ho deciso di marcia re innanzi L'Italia regolerà dunque essa stessa il problema della sua posizione in Africa , problema di sicurezza e di espansione:
EJaminando le dùcmsi oni allflali di Ginevra, /' on. M1m olini q11a. tifica di « vaghe all11sioni )> i progeJJi di ridishib11zione delle materie prime.
-Po tete immaginare un solo momento - domanda egli JII 11n tono di amara ironia - che l'Ing hilterra, la Francia o quals iasi altra potenza offra d i· rinunciare ad un pezzo so lta rlto d elle sue colonie o de i suoi d omini? Nori vi è nessuna uscita da quel lato per l' Italia. Quest a h a int rapreso attua lmente la sola soluzione, l' az io ne d iretta per la sua p rotezione _e 1a sua espansione.
- E q11ale è la siJ11az io11e 11!/1111le ?1 ha chiesi~ il corriJpondeute' della << M oming Posi».
- Vi è un esercito italiano nell'est africano; oggi le spese relat ive sono di due miliardi di l ire. Potete voi pensare - ba chiesto il D u ce - che noi abbiamo speso q uesta somma per nulla? N o i siamo in m:ircia. n troppo tardi per d irci di fenna rci : quattrocentomila neri fanno fronte a i nostri duecentomila solodati italiani. 1n Eritrea, la nost ra situazione coloniale domanda una soluzione radicale. Quàli ragioni avremmo noi di spendere dei milioni per fa colonizzazione d ella Somali a o per
le truppe in Eritrea, se la vita dei nostri coloni non è al riparo delle aggressioni di selvaggi vicini e se il nostro sviluppo economico è CO· stantemente intralciato?
Quando la sicurezza delle nost re colonie sarà stabilita coll'eli mina. z ione del pericolo abissino, un g can numero dei nostri soldati e dei nostri lavoratori potrà stabilirsi su questo territorio.
11 momento d ell'espansione deve pure venire. Vedete: il Po rtogallo, il Belg io, l' Olanda, queste piccole potenze hanno tutte delle co lonie fruttuose. Anche l'Italia vi ha diritto.
btchinand"o1i i1111anzi, il D11ce ha aggùmlo:
- Quando l'Italia avrà ottenuto anch'essa delle colonie equivalenti , l'Italia diverrà un paese conservatore come tutte le potenze coloniali, e l'Inghilterra e la Francia non hanno nulla da temere , perché l'Ita lia si unirà ad esse per la natura delle cose, in vista di una coll aborazio rl;e di sicurezza.
Ma - e qui il 011cc Jcandiic e l eulamc~1~e l e parole - fino a qua ndo l'Italia sarà senza le colonie che le sono necessarie, essa deve rimanere una fonte di agitazione.
- Ritiene V ortra Ecce/Je11za che l'Italia accetterJ tm mandato ml l'Abiuinia?
A q1iert a domanda, il Duce 11011 riJponde.
- Una guerra conlro l'AbiJ1inia è dunque inevitabile?
- Ciò non dipende dall'Italia. Ciò dipende dall'Abissinia e dalla Società delle nazioni.
Ad appo1ita domanda, il D 11ce paua dopo ad 11n argomento penoso p er le due nazioni, Inghilterra e I talia, e cioè.alle relazioni che i l problema abiuino ha fatto narcere fra i popoli delle d 11e nazioni alleale
- Al disopra di ogni polemica - ha detto il D11ce - io desidero affermare che ho stima per le partirnlari qualità fondamentàli d el carat· tere britannico. Lasciatemi di re che considero, dopo venti secoli d i pa· cifiche relazioni, che un conflitto fra le nostre due nazioni è una cosa assurda.
Nessuno pi.ù di, mc si feliciterà nel giorno in cui ·saranno felicemente disperse le nubi che oscurano per il momento la nostra am iciz ia.
367" RIUNIONE D EL CONSIGLIO DEI MINISTRI•
Jt CQpo del Governo hu fall o 1m 'ampia reldzio11e1 durala 1111'0,a, ,u/la situazione politico-militare, quale si è vem,ta d eterminarido i11 q11e1ti ultimi giorni. Ha q11i11di /elio e illmtrdto il ,apporlo co11umicato dal p rofessor Madariaga, pre,iden/e dei cinque, al capo d ella deleg azione itdliana a Ginevra,
La decisione presa dal Comiglio dei minùtri è la ugue11le:
« 11 Consiglio dei minùJri ha pre;o co11o;cenztl delle proposte co11lenute nel ,apporlo dei cinque. IJ Comiglio dei ministri le ha fa tte oggetto di atte nto esame. li Comiglio dei miniJll'i, pure apprezzm1do il tenlalivo compiuto dai ci11q11e, è vem,to nella determinazione di comiderare tali propo1/e inacceuabili, i,, quanto esse 11011 offrono tmd bt1Je mi11imd mfficm!e per conclu1ivi realizzazio ni, che tengano {t11almente ed effellivmuente conto dei diriJJ i e degli illl ereJ;j dell'Italia».
368" RIUNIONE DEL CONS IGLIO DEI MINISTRI••
Il Duce ha fatto ,ma breve relazione mila sit11azio11e poliJica quale ;i è d eterminata da 1abato dd oggi.
Ha precisato che l'Ita lia 11011 ha presentato controproposJe a Ginevra, ma umplùemente e1poslo oralmente i motivi per wi erd110 int1ccelld· bili le proposte dei cinque.
Tullo quanto è tJCCad1'to da Mh(l/0 in poi sta a dimostrare che J'atJegg iamento del Governo ilalùmo 11011 po1eva esure diverJo .
Ha q11indi prospen aJo le poJSibiliJà di sviluppo della Jil flazio 11 e ;,, baJf! ad alcuni afticoli del Patto ginevrino e /'at1eggiame1110 che l'Italia aSJumerà a secondd delle circo;Janze,
Su propo1!a del capo del Governo, ministro della Guerra, il Con1iglio dei ministri ha appro vato:
Uno schema di regio decreto legge relalivo all'aggiomamenlo dellt1
• li 18 settembre t9n, il Comitato societario dei cinque ave...a present.1to le sue proposte: una specie d i mandato della Società delle nazioni, J:la jstituirc s ull'Etiopia e da deferi re in prevalt'az:a. all'Italia , li 21 settembre (ore 11- 13), Mussolini presiede la riunione dt'I Consiglio dei ministri della q uale è qui ripor.lato il resoconto, (Da Il Pop()/o d'llttlia, N, 227, 22 settembre 193,, XXII).
u Tenutasi il 24 mtembre 1935 (ore 10-13 ?). (Da Il Popolo d'I1t1lit1 N . 229, 25 settembre 1935, XXII).
legge 20 novembre 1932, X , nJJmero 1849, JJJIJe servit ,i mi/ilari. Viene is1ituila1 in aggi1111ta alla Commiuùme conwltiva Jemica generale per l'esame dei progett~ di imposizione di servilù militari, Ja CommiJsione speciale per gli aeroporti e campi di fortuna, e si diHiplina la co mpetenza delle dJJe Commiuioni.
Uno schema di regio d ecreto legge conJe11en/e norme per l'avanzamento a11ticipttlo ed a 1celta speciale, nonché per l 1ammiuio11e alla Scuola di g11erra degli 11fficiali del regio Esercito in 1ervizio nelle colonie dell'Africa Or;entak Col regio decrelo legge 28 f ebbraio 1935, X/1/1 numero 2261 furono 1ospe1i gli eJami per l '11v,wz1111u11/o anticipato, per la scelta 1pecùde e per l'ammiuione t1.lia Smola di guerra nei riguardi degli 11ffidali in servizio nelle colonie dell'Africa Orientale. Si offre ort1. la pouibilùà di sostenere egualmente le suddelle prove, nelle colonie 1teue1 agli ufficiali che ne facciano domand a.
Uno Jchema di regio decfeto legge concem,nte /'a11me11to de/l'o rganico d,,; soll1'/ficiali dell'arma dei cm·abinieri reali. Le mw ve e1igcnze determinal e daJ/d. siruazio11e verificataJi ueile colonie dell'Africa Orienlale hanno reso 11eceJJdYio a11me11tare, i11 via trawiroria, di d11ece11/o rmità, l'organico com pleJJi vo dei Jo1t11ffeciali de/J'arma,
Uno Jchema d i regio d rc reto legge reltllivo alla co11unio11e di 1111a rpeciale iudennilà giornaliera ai militari del regio faercito durante il periodo delle esercitazioni continuative e delle grandi 1J1a11ovre p er l'ultima decade di ilgo1to 1935, Xll/, 1A Jpeciale indennità viene autorizzata, in aggiunta all'indennità di marcia doV1Jta ai semi delle dùposizio11i vigenti, a lito/o di rimborJO spe1a per logorio veJtiariq e vit'eri di con/orlo al campo, per il solo periodo delle esercitazio ni contintldli ve e delle grandi manovre che hanno chùuo il periodo d elle eJercilazioni esJive nei reparti del regio Esercito
Uno schema di regio decreto legge concemente il tralliimento, in caso di mobilitazione, dei militari ;ottoposti d procedimento peuale o condannatì, li provvedimei,to è iuleso a det erminare preventivamente il trallamento al quale d o vranno essere auoggettati in caso di m obili tazione generale i militari sottopo1ti a procedimenJo penale o condannati e sarà emanalo solamenle all'atto d ella mobilitazione generale, 1101t ritenendo opportuno estendere l'applicazio11e ai casi di mobilitazio ne parziale, dato il limitato n1'mero di classi che vengono richiamale per tali esigenze.
Uno JCbema di regio decreto legge concernente la nominà a soltote11ente di compl emento dei l1'ogotenenti generali, dei consoli e dei seniori d ella M .V.S.N. Si prevede la ponibilità di comenlire ai /uogotenemi generali, ai consoli d ella M.V.S.N. ed ai seniori che cop rano la carica di m iniJtri o 101/osegretari di Stato o di me,7:bri d el Gran
Comiglio o dei due rami del ParlamenJo, la nomina a JoUoJenente di complemento, prescindendo dai l'equiJiti richie1ti (limiti di etd e titoli di studio) dalie vigenti diJpo;izoni sul redutam'ento degli ufficiali..
Uno schema di regio deaeto l egge relativo all1aggiomame11Jo delle diipo1izio11i 111J/'ordinamento de/l'Eiercito.
Uno schema di regio de creto legge relatù,o all'aggiomamento delle dùposizioni 111lt'avanzame11/o degli ufficiali d el regio Eurcito.
U n o .schema di regio decreto legge relativo all'aggiornamento d elle dùpo1izioni 1ul uclutamenJo degli· ufficiali del regio faercilo.
Col regio decreto legge 20 giugno 1935, Xlll , mmiero 1257, fur ono a1m1enlati gli organici degli ufficiali delle varie armi del regio Esercito, esd111a quella dei reali carabinieri. Jn conseguenza di tale provvedimMlo, che è stato necnsario Jitt per amnentare gli organici delle armi di fanteria e di artiglieria iu dipendenza dei m,ovi mezzi di fuo co ad esse dùtribi,iti, JÌa per la f ormazione del Corpo degli ufficiali automobilisti e del ruolo degli ufficiali de/J'/Jtituto geografico m ilitaie, ii è proceduto ora all'agg iom ame,110 delle disposizioni sull'ordinamento (per quanto rigua rda la d elerminazìone pal'ticolare dell'aum ento degli organ ici), mll'avanzamento ( per regolare /lavanzamemo degli uffiriali del nuovo Corpo auJomobilisJico e del nuovo ruolo J;Jiluto geografico militare) e ml recllltamento ( per detJare le norme nece.sJarie per il reclutamento degli ufficiali J/eui)
Uno schema di regio decreto legge co ncernente il JratJamento econ omico al personale m ilitare mobili/dio . li provvedimento è inteso ad eliminare la disparità di lra/Jamento Jra ufficiali i11 servizio aJJi vo permanente ed ufficiali richiamati dal congedo , mobilitati, consentmdo a questi ultimi, anche nei primi tre mesi di richiamo, il medesimo lraJJam ento econ omico dei pàri grad.o · in Jer vizio permanente effe1ti110, anch e per q11anJo rig11driia la i11den11iJà m ilitare, che finora veniva corrisposta "gli N/ficiali" richiamali dal conged o e per tulla la durata del richiamo nella misura stabilita per i pari grado celibi in servizio permanente effellivo.
Uno schema d i regio decreto legge conteneme n orme relative al matrimonio_per procura dei militari in servizio nelle colonie d ell'A frica
Orientale Nella considerazione che la permanenza _nelle colonie del• l'Africa Orientale di 1111 to11ti11gente di trnppa superiore al normale potrà protrarsi per lung o Jempo e ch e difficoltà di vario genere pot,-anno non permei/ere la concessione ai mi/iJari e militarizzati in servizio i n quelle colonie di licenze per tonJrarr e maJrimonio o per regolarizzare unioni i/Jegittime, si stabiliJCe, col provvedimento anzidetlo, Ja pro~ ced ura da seguire da parie degli i nleresJali per conlrarre mtJt ri monio per procura
, Uno schema d i regio decreto legge per /'armo/amento vol ontario
di Jpecializzati per il regio EJercito. Il provvedimento con.tellle al miniJtero della Guerra la faco/t~ di indire particolari arruolam; nli di militari specializzati indispemabili per /'efficetiza dell'Esercito.
Uno JCbema d i regio decret o legg e ,be apporta modificazioni alle norm e i n vigore per l'amminiJJrazione della g ùntizia penale mi/ilare Il provvedimento è inteJo a rimuovere i non lievi inconvenienti d eri1J(Jn/i dalla mancanza di coordinamento' t ra la ,mova legillazione penale comNne e quei!a penale militare, ormai a11Jiqliata 1pe,ie in relaàone alle eccezio11ali contingenze del momento ed in atteJa della i~1tegral e riforma dei codici penali militari, di prossima attuazione
Uno uhema di regio decreto concernente la costituzione di grandi unità d ella M.V.S.N. e l'equiparazio11e dei servizio prestaJo dalle camicie nere nei reparti inviati nell'Africa Orientale al urvizio presJato nel regio eurcito. Con tale provvedimettJo si dùpone la formazi one di di visioni di camicie nere per le necessità tfell'Afrùa Orientale ed analogamente a q11anto stabilisce /'articolo 14 del t esto unico ml rec/11lamenlo d el regio EJercito per gli arrNolati nelle formazioni libiche della M.V.S.N., viene 1anciJa a /NIii gli effe/li' l'equivalettza del servizio preslalo uei reparti del~e camicie nere destinali all'A frica Orie111ale, a quello prestato nel regio Esercito dai giovani iscrilli di leva e non ancora chiamati per l'esame personale ed arruolamen.to e dai militari in congedo da richiamare alle armi e ciò pe,- evitare a loro carico la dichia· razione di t'enitenza e di dùerzione.
Uno schema di regio decreto legge che eleva a cinq11anJacinque a1111i il limi/e per le dom,mde di ·,evoca de/te dichiarazioni di riforma e reca norme per la nomi11a a soJtotenente di compleme11to di ·talune categorie di militari. Il provvedimento concede ai militari o iscriJJi di l eva già riformati di chiedere la revoca della riforma sino al cinquan/acùz . qru;imo anno d i età anziché fino al trentaduesimo anno di età, come è stabililo dal decreto legge 9 maggio 193.5, Xlll, numero 812, e di chiedere, se ricono1cùlli idonei, la nomina a soltolenenle di compie. mento, anche con la dùpensa da qualsiasi f erma di levai consente ai membri del Governo e del Gran Consiglio del fasciJmo, ai Jenat ori e deputali in carictt e ad altre personalità di chiedere ed oltenere la nomina a sotto tenente di complemento 1ù10 al ci11q11antacinq11esimo 61mo di età, prescindendo dalla presentazione. dei titoli di s/11dio; con· 1e11te infine la nomina ad ufficiale di com plemento a coloro che abbiano Jflperato il normale limite massimo di età e ,be chiedano ed oJJengano, in tempo di mobilitazione generale o parziale, la destinazione a reparti m obilitati
Uno schema di regio decreto legge concernente il traltamen/o economico degli flfJiciali inveJliti def/e f11nzio11i del grado 111periore.
10.. XXVII.
i.A situazione ·creala· dall'invio di truppe mobi/Jtate nel/'A/rùa Orien111/e ha reso indispensabile provvedere alle neceuità dei quadri ço1l' l'affidare a numero;i ufficiali le funzioni del grado superiore. Si ritiene ora opportuno ed equo stabilire per i dclii ufficiali un parlicolare JraJla· mento economico1 attribuendo loro le Indennità fi11e ed eventuali corri1pondenli al grado di cui esercitano le funzioni.
Uno schema di regio decre/o concernente il pauaggio degli imegnanti civili degli Jstituti militari nei ruoli dei pro/cuori delle scuole medie dipendenti dal ministero dell' Eti!!cazione ndzionale. li provvedimento ha lo JCopo di migliorare la carriera del personale civile ime• gnante negli lstiluti militari (ruolo ad e1a11rimento), (Omentendo la poHibilità di raggiungere il grado _!l!Jlo (preside), come il per10nale imegna.nle de/le Jcuole medie. I n caJo di nomina a. preJide, i profeuori saranno de1linati agli !JJitut i scola1tici dipendenti da/l'Ed11(azione naziona.le.
Uno schema di regio dureto che eJtende ai JOtl#/ficiali del regio E1ercito il conferimento della medaglia al m erito di lrmgo (Oma,;do. Il conferimento della medaglia 111ddella, istituita per premiare gli ufficiali che abbiano dedicalo le loro migliori energie all' eurcìzio ed al perfezionamento de/l'arle del comando, viene eJteso a'nche ai Jot111fficiali che abbiano raggiunto, anch e in più ripreJe, i seguenti periodi di co· mando di reparto: medaglia d'oro, 1,·enti anni,· medaglia d'argento, q#Ìfl· dici anni,• medaglia di bronzo, dieci ,umi .
Uno uhema di regio decreto concernente l'istituzione in Ali/ano -di 1111 collegio militare. Il nuovo collegio militare, istiluito ..i detorrere dal 1° ollobre 1935, Xlll, comprenderà rm regio liceo dauiro su d11e Je· zioni, ed 1111 regio liceo 1cientifico con ,ma Jezìo11e.
Uno schema di regio decreto concernente modificazioni all' articolo 29 del regolamento per /'eucuzione della legge 11 ma rzo 1926, anno IV, numero 416 . Si estende ai militari in s ervizio reJidenti all'estero la proced11ra previJta per gli accertamenti medico legali concernenti militari in congedo illimitato del pari residenti all'estero.
Uno !Chema di regio decreto che modifica le norme Jul reclutamento d e/ perwna/e dei dùegnatori temici d'artiglieria e genio. A llo uopo d 111uicurare ai d1Je servizi dei dùegnatori tecnici d'artiglierit1 e gen io p ersonale temicammte preparato in cùuctma branca di specia· lizzdzione, si conferisce all'amminùtrazione della G11erra la facoltli di coprire le vacanze nei relati vi moli, mediante /',m11nzione di specialisti nel ramo lecnologiio meccanico ed in quello archilellonico edile, previo distinto accertamenJo delle capacità nei due rami di specializzazione.
Uno schem'! di regio decrelo relati vo al fondo maSJa vitto dei ca·
rabinieri reali. Il fondo vitto dei carabinieri reali ;arà co;tiluÙQ CQll JOmme d 'esdtui va pertinenza dei militari, raccolte ,on opportune rit enute 111i premi di rafferma o sugli auegni, in ragione- di lire duece11to per . ognì militare, ,mzirhé con anticipazioni de/l'amministrazion e Uno Jchema di regio decreto legge con il quale ve11go110 chiamati <I nuova vùita triJli i rifo'rmati delle claJSÌ dai 1901 ai 191 4 ((} mpreso Il provvrdimento è stato determinato da ragioni di giaslizia, in omag· gio al priuàpio baJi/are che la qualità di mi/ilare è i m cindibde da que/Ja di cittadino.- La revisione potrà effettuarJi grlkialament e, i11 re· /azione alle e1igenze_.di carattere militare.
~oi, il Comiglìo dei ministri ha approvato, Jtt propmta del capo del Go verno, miniJtro della Marina:
Uno uhema di regio decre to legge con il quale, in Jost ituzioue del regio decrelo legge 16 Jetlembre 1926, I V, 11mner-o 1784, si detta 110 n11o ve normè circa l'imbarc o di 11/fici,di nella regia Marina Jff piro• Hafi d ella Marina mercantile, per migliorare l'islruzione profesJionale degli 11/iciali di vaHello, del genio navale e delle ,apiMnerie di porl o M entre, in/alfi, col d ecrelo che .ri abroga, era p,·evìslo l'imbarco di 11/ficiali di vari Corpi in m,mero non Jllperio re a Jei co 11 1111 capo gruppo romune, ora si prevede l'imbarco di ufficiali di determinati Corpi cou ìl rùpeuivo capogmppo.
Uno .rchema di regio decreto che, a modifica di quello n marzo 1928, anno VI, numero BDO, dispone che i JOllfflficiali- della regia Marù1tJ., per esure ammessi alla regia Accademia navale, debbon o poJsedere lo Jleuo titolo di studio P,rescrillo dallo slatuJo d ell'A ccademia, cioè lo JleJio titolo richiesto per l'ammissione alla Facoltà di 1cie11ze matematiche, fi; iche e naturali e alla Smola di ingegn eri,1, 0 1 per glì allievi uffiriali di t81srello, affr Facoltà di srìe;,ze e<ono mirhe e rom· merciali.
Uno Jchema di regi o decreto legge rirca il /ralla me"to economico spellanle al perso"ale militare della regia M arina destinato a terra in colonia. Con tale pro11vedimenJo .r'ntende al perJona/q milittlre della re· gia A{arina deJlinalo a terra in colonia il tratJamenlo economico previsto dalle vigenli disposizioni per il personale appa rfrnente ai regi Corpi dì !ruppe coloniali.
Uno JChemtt di regìo decreto legge che apporft1 alcune _ varianti agli orga11ici d'alami corsi e gradi di ufficiali de/Ja regia Mal'ina. li provvedimento è in relazione alle provvidenze reccntemeJJle adottale per il potenziamento della flotta.
Uno u hema di dùegno di legge per la ra1ifi ca di cessioni graJuite di materiali ed effelti ·vari da parte di a111orilà della regia Marina.
S11ue~sivame11te, dal Consiglio dei ministri, sono stati app ro11t11i;
JJt propostd del ,;ap o del Governo, mi11ùJro dell'Aeron,mtùa, i segtJenJi provvedimenti:
Uno uhema di regio deaelo legge ,;011lene111e emendameJlli al regolmuento per la' navigazione ae rea. Viene modificato l'ar1icolo 70 dei regola11ie11to sulla navigazione aèrea, uella parie 1·ig11ardante i conlru!li a mi 101io 1ò1toposli, preJJo gli aeroporti d 'approdo, gli aeromobili che abbiano IOrvolato le zone vie/ate, o v i •ero colltravvem,Jo alle prescrizioni relalive alla qflota e alla ro/Ja, Lo 1chema sleJJo prevede altre modifiche ,li regolamento per la navigazione aereai modificht: rese neceuarie per adeguare la legislazione iulema ~Ile determinazioni normative inter·11azionali.
Uno schem,1 di regio decret o legge che detta norme circa il recl ft· lamento, lo sJalo, il trattamento economico e di. quieuenza d ei rotto· Lenenti m aestri di scherma della regia Aerona11tira. Nella vigente l e· g/Jlazione aero11t1utica1 non esÌJ/0 110 le norme per il redutameuto, lo staio gi11ridico e il trai/amento ero11qmùo e di qlfiesrenza dei so/loie· n enti maestri di .scherm a. AIJ'11opo. si è predisposto rm a pposito prov· vedimento che regoli la materia.
Uno schema di regio decreto legge che il1legra le norme rig11ard,1111i la conceuione di 1111 premio a favore degli acq11ire111i d ' aeromobili da i11rismo, Le vigenti norme escl11do110 dalla conce.rsfone dei premi gli Enl i e Auociazioni, ma tale eiclmione non appare gitntificata nei confronti di 11n Eme come il« Reale aero club d'/Ja/ia », che, come è nolo, esplica, nel/e pùì svariale forme, la propaganda aero11a111ira, al fine di form are una coscienza aviatoria nei giovani. Si vuole, pertanto, integrare, con lo schema anzidetto, le norme i n vigore, (Wmtette11do il benemerito Ente al godimento del pre mio a f avore degli acquirenti d 'deromobili da wriJ mo. 1 • :
U110 schema di regio decret o che approva la convenzione p er la cessione d'alami beni patrimoniali dello Stato al go vernat orato di Roma per procedere all'aperlllra d'una tmo va strada d 'acceIJo alla ci/là u11i versiJa,-ia dal viale pretoriano.
Uno !Cbema di regio decreto legge inteso a derogare, in vi,t tram iJo ria, ad alcune norme del regio decreto 28 genn.1io 1935, XIII, num ero 314, stil redutammJo ed avanzament o degli ufficiali d ella regia A ero11a11tica. In considerazione delle particolari ed eccezionali esigenze dei reparti, in relazione a/11aJJ1Jale m omento politico militare, si rende neceu11rio derog11re, in via transitoria, ad alwne norme che rei olano il recl11tame11to e l'avanzamento degli ufficiali. della regia A eronautica. A ciò si prov vede con il predetto schema di regio de crelo legge.
Uno schema di reg{o decreto legge con iJ quale si comenJe ai membri °del G overno e del Gra n Comiglio del fauiJmo la nomina ad u f -
ficiale d elle rt1Jegorie in congedo nel r11 0 /o nt1vigt1nti dell'Arma aerot1a1J!ica, con g rado non u,periore a quello di capitano. ( +)
PRECEDENTI E DATI DI FATTO
La crisi attuale della Società delle nazioni non è la prima e non è la più grave.
Quando il Giappone spinse innanzi le sue armate nella Manciuria e nella Cina settentrionale, Ginevra fu a u n pericoloso bivio. Ma. n es. suno allora parlò di sanzion i e tan to .Qleno furono avanzate proposte per applicarle. Non entriamo nel merito della quest ione. La spedizione nipponica poteva o non poteva essere condannata. Sta d i fa tto che Ginevra la condan nò, senza tuttavia fare il minimo passo sull a via peri· colosa dell e sanzioni. T utto s i ]imitò all a nom ina di una com missio ne, il cui resp onso, dopo essere stato approvato, fu, con rego lare procedu ra, p assato agli a rchivi.
Nessuno a Ginevra ha più pensato a riap rire Ja d iscuss ione sug li affari manciu riani e ~inesi. Alla Camera .dei Comuni fu persino dichiarato che la situazione in Cina era «mig liorata». E i giapponesi perf ezionano tale mig lioramento, estendendo l' occupazione a d aJtre zone.
La Germania, in materia di a rmamenti , si sottrasse agli obbl ighi spe· cificati n el Co vena nt. Anche su questa verte nza noi non intendiamo dare giudizi. Il f atto si è che le decision i tedesche del 16 ma rzo scorso furono apertamente condannate dalla Lega. Tuttavia nessuno fece verbo su lle sanzioni.
D ue mesi dopo, il 18 giugno, l'Inghilterra concludeva un accordo con il Reich, precede ntemente cond a nnato a Ginevra, e d estran iatosi perc iò dalla Lega. Le sanzioni si tramuta rono in un accordo.
Si parla ora dell'impossibilità di risolvere la verteriza etiopica fuori del sacro recinto societario. La g raviss ima vertenza tedesca fu invece risolta assa i lontanto dai muri d e lle lamentaz ion i ginevr ine . Chi la risolse fuori d e lla Lega, fu p recisamente l'Ing hilterra.
Per la Boli via e il Paraguay, in guerra nel Chaco, n iente sanzioni.
Si dice che un'occupazione militare in Etiopia violerebbe la sovranità <li quello Stato, che è un non Stato.
Sta d i fatto che l'Jrak, paese assai p iù civile dell'Etiopia , nonché indipendente, è sottoposto all'occupazione mil itare britannica
La stessa India, m embro della Società delle nazioni, è sottoposta all'occupaz ione militare inglese.
L'Egitto, paese d i civiltà antichissima, nonché St3.to cosiddetto in· dipendente, è milita rmente occupato d agli ing les i.
Quali ragioni sì, oppongono a che l'Etiopia, di cu i Ginevra h a riconosciuto Je condizioni di anarchia e di schiavismo, non sia riordinata secondo i sistemi adottati dall'Inghilterra in India, in Egitto e ncll' Jrak?
In conclusione: le sanzioni non _furono mai né specificate, né proposte, né appli~ cate in precedenti e più g ravi casi; Ginevra, se le avesse appltcate, avrebbe sca tenato tre guerre, una in Asia, una in America, una in Europ.i.; la crisi per gli armamenti tedeschi fu risolta dagli inglesi, per quanto direttamente li concerneva, cioè per Ja flotta, fuori Ginevra; esiste un'occupazione britannica in paesi indipendenti e sovrani, non· ché più civili dell'Etiopia.
Da Il Popolo d'Italia, N. 231, ·21 St"ttcmbrc 1935, XXJT (w}.
SINO A QUANDO?
L'Etiopia ha presentato a Ginevra assicurazioni di pace, ma p roprio in questi giorni conduce innanzi la mobilitazione generale delle sue forze. Il Comitato della Lega umi lia la dignità europca sino a r ingraziare il f aJ dei ras e stabilisce la congiura del silenzio sulla mobilitazione, la quale .è confermata da giornafoti fratlCesi, tedeschi, americani e inglesi~ testimoni di quanto accade nel paese societario d ella barba.r ie schiav ista. ·
Si è rumorosamente protestato contro le misure precauzionali italiane, Ora si tace sulla mobilitazione delle orde etiopiche, che aggrava b. minaccia contro le nostre colonie dell ' Africa O r ientale.
Il N egus, costantemente ispirato, e non dai suoi stregoni, ripete le sue false assicwazioni. Ma la stampa mondiale ri produce circostanzi ate not ìzie circa preparati vi di imminente attacco d a p arte di rttI etiop ici, specialmente contro Ia Somalia.
Quale ga ranzia dà la Lega all'Italia contro questa minaccia di barba ri armati, che ogn i giorno si aggrava ? A Ual-Ual gli italiani erano sessanta e gli etiopici millecinquecento. .E. evidente che i sessanta non potevano aggredire . i millecinquecento e che gli etiopici si erano presentati in massa per un'aggressione premeditata. Tuttavia la Commissione incaricata di decidere ·tra i millecinquecento aggressori e i sessanta agg rediti, emise un responso che evitava a ll'Etiopia la qualifica d i Stato «aggressore». l .delegati italian i fu rono posti in minoranza. Ormai s iamo di fronte a un.:t presa di posizione societaria, da rui è perfettamente vano sperare un minimo di giust izia e anco r più vano attendere un min imo d i garanzia per la \•ita d ei nostri soldati.
In una vertenza tra uno Stato che ha dato tre civiltà a l mondo e un coacervo di orde barbare, riconosciute incapaci di ordinarsi civilmente per fon:a propria, Ginevra offre lo spettacolo stupefacente di d ifend ere apertamente lo schiavismo.
N ello stesso Co venanl, all'articolo 22, capitolo 5, è espressamente dichiarato che il grado di sviluppo in cu.i si trova no alcuni popoli , « specialmente dell'Africa centrale, es ige» c he u n mandatario << vi assuma l'amministrazione del territorio in condizioni che - con Ja proibizione di abusi, qua li la tratta degli schiavi, il traffico delle armi e dell' alcoolgarantiranno la libertà d i coscienza e di r eligione, senza altre l imita· zioni che quelle che può imporre il mantenimento d ell' ord ine pubblico e dei buoni costumi, l'interdizione di stabilire fort ificazio ni o basi militari o navali e di dare agli indigeni. un' istruzione militare, che non sia per la Polizia o la d ifesa d el territorio, e che assicureranno equamente ag li a ltri membri della Società condizioni di uguaglianza per gli scamb i ed il commercio ».
Questo articolo, che avrebbe potuto esse re appÙcato all'Et iop ia, è de liberatamente ignorato da Ua Società.
L'Etiopia è uno di quei t erritori dell'Africa centrale, in cui, per riconoscime nto societa rio, .prosperano la t ratta degli sch iavi, il traffico delle armi, ecc. Ma la Società difende questo paese schiavista e pretende vietare all'Italia, anche a costo di scatenare un conflitto europeo e mond iale, di stabi lirvi l'ord ine.
Ha_g iustamente rilevato Sir Edward Grigg, membro del P arlamento britannico, che l'arpm inistrazione dell'Etiopia dovrebbe essere affidata ad una sola nazione, sotto fo rma di un qualsiasi mandato.
« vi . è una nuione che ha il diri tto di rivendicare questa re,ponsabilità - ha aggiunto Grigg - essa è l'Italia, che fu alleata della Gran Bretagna in guerra cd è stata ingiustamente trattala ».
Ma .l'Italia è ancora una volta << ingiustamente trattata» Coloro che vorrebbero sovvertire l'o rdine europeo sono contro di noi, ed è log ico. Ma è stupefacente che s iano contro di noi coloro che beneficiarono della vitto ria « comune » e che ci negarono altri mandati, obbliga ndoci- conseg uentemente ad orie ntarci verso fEtiopia.
Lloyd George predica la bella guerra del Covenanl. Dopo aver provocato il conAitto armato in A sia Minore, che portò al bombardame nto d i Smirne , a rivo lg iment~ in Grecia, nonchè a lla caduta del Partito liberale Ing lese, il vecchio demagogo sogna altre 6amme O ttantenne, egli spera d i essere ancora in te mpo per scatenare un nuovo ronAitto, questa volta in difesa degli schiavisti.
Prendiamo atto di queste aberrazio ni , che degnamente si accompagnano alla mobilitazione ordinata daJ rdJ dei raJ contro un paese il quale d iede settecentomila morti e cento m iliardi per una vittoria comune, da cui l'impero britannito uscì ampliato di oltre due milioni e trecento mi la ch ilometri quadrati di territorio.
Sino a quando l'ltalia potrà rimanere a Ginevra ?
Da li Popul<J d'Iralùr, N. 232, 28 settembre 1935, XXII (111).
369" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Il D ure ha riferito ampiame nJe .ml/e fasi della situazione dal/' 1,/Jinto
Consiglio dei minùtri.
T utti gli uom ini' di buona fede del mondo hanno riconosciuto il diritto dell'Italia nell:t ripulsa delle suggestioni del Comi tato dei cinq\le.
Le proposte avanzate non solo non tenevano conto alcu no d elle necessità d i espansione e di sicurezza dell'Italia , ma ignoravano completamente tutti i trattati che hanno, in di verse epoche, <lai 1889 al 1906, al 1925, riconosciuto la priorità degli interessi italiani in Etiopi a.
Il Governo italiano non prenderà alcu na iniziativa su di un te rreno e in un ambiente dove i suoi diritti sono p regiudizialmente misconosciuti.
D "altro lato, mentre la Lega delle nazioni si racchiude nei labirinti formali d elle sue procedure, l'Etiopia ha còmpletato in questi g iorni la mobilitazione di tutte le sue forze, nell' intento dichiarato d ai « ras» d i° attaccare le fro ntiere delle colonie ital iane
L'annuncio dato d al Negus a Ginevra di a,•ere ordinato un arretra· mento delle sue t ruppe di trenta chilomet ri, non può esse re assolutamente preso sul serio dal Governo italiano e da nessun G.overno degno di questo nome.
T ale esped iente ha un obiettivo strategico e non uno scopo pacifico :
• Il 26 settembre 1935, a Ginevra, in un complicato :1.«avallarsi di pto· cedure, un Comitato societario di tredici membri aveva avuto l'incarico di studiare le m isure da p rend ere nel caso J'Jtalia avesse iniziato operazioni militarì contro l'Etiopia ed il Negus aveva annu nciato alla Lega delle na.zioni il ritiro delle sue truppe a trenta chilometri dalla frontiera, disposizione in realtà non applicata {352). Il 28 settembre, il Negus conferma ufficialmente :1. Ginevra di aver già ordinato la mobilitazione generale delle forze etiopiche (n2) lo stesso 28 settembre, dalle 10 a lle 12.30, Mussolini presiede la riunione del Consig lio dei ministri dell a quale è q ui riportato il resoconto. (Da Il Popol o d'llalia, N 233, 29 settembre 1935, XX II).
mascherare meglio i preparativi all'interno e fortificarsi su posizioni più solide.
Data questa situazione, Ja· partenza delle nostre division i ha preso in questi ultimi giorni un ritmo notevo lmente accelerato. Prima di 1epararsi, il Comiglio dei ministri ha coJÌ precùato le linee della sua condona nell'immediaio domani:
I. - L'Italia nou abbandonerà la lega delle 11azio11i, sino al giorno h1 mi la Lega sJeJSa non si sia asmnta in pieno la responsabi lità di «misure» che colpiscano l'Italia.
2. - Dopo aver avuto comunicazione dei cordiali Jermini del messaggio verbale di Hoare,. trasmeSJo da/l'ambasciatore inglese t1 Roma, Sir Eric Dmmmond, il Consiglio dei minislri dichiara amara tma volta, come già à Bolzano, che la politica dell'ltttlia non ha mire immediate o remo/ e che possano ferire gli intereni d ella GMn Bre1t1gna. Il Go vèrno inglese, dal 29 gennaio ad oggi, è sia/o informa/01 nella maniera pi,ì leale, d egli obiettivi roloniali d ella politif4 italiana e d egli interessi che la guidano, intereui rùo1101ci11ti i n a((ordi bilaterali dttlla stessa Gran Bre/ag11a. Il popolo ingle1e deve sapere, al disopra di ltft:e le mistificazioni a11tifaui1le, che il Governo iJa/iano btt com11nira10 a quello britannico di euere promo a Ira/lare per 11/Jeriori accordi che tranq11il· lizzino per qNanlo concerne gli intereui legillimi dell'Inghilterra nell'Africa Orientale.
3. - li G overno fasciJta dichiara nella maniera pùì solenne rhe eviterà //Ilio qflello che può allargare s11 11n pùì vaslo /e ffe11 0 il conflitto ihtlo·eJiopiro.
Prima di Jogliere la seduta, il Comiglio dei ministri ha inviato ai comandanti e ai gregari delle divisioni eritree e somal e il pitì caldo saluto e il più fervido 11010.
Tale Jalt,to estende tt t111ti i soldati ·d'Italia che presidùmo la ptttria ffllla terra, ml mare, nel de/o. ·
Addita 111/a gratiJJ,dine d ella nazione i trentamila operai, che hanno, col loro lavoro di p ochi mesi, e in rondizioni es1retna me111e difficili, compiuto la preparazione loght ica delle nosJre d11e rolonie dell' AJ,-ica Orientale.
Infine, ·il Comiglio pl"ende atto della calma, della diICiplina di wi dà prova il popolo ilaliano in que;Ji giorni cos) carichi d i eventi, co ntegno che è la ra ra/Jeristira di rm popolo forte.
1/ Comiglio dei mini1tri constata che in ql(eJ/o periodo, di v erament e alta Jensione spirituale, il popolo italiano, temprato da tredici mmi di regime, è Jotalmenle compa110 attorno alle imegne della ritiO· luzione fa1cis ta.
Prossimamente Jo dimostrerà al mondo <on una mobilitazione <ivi/e unza precedenti nella storia,
Su proposta del <apo d el Governo, minùtro della Gu erra, il Comiglio dei minùlri ha approvato :
Uno schema di regio decret o legge concernente il trai/am ento economi<o al personale delle Forze Armale deJ/o Stato ne/J'evenluatità di 1/a/o di guerra nelle <afonie dell'Africa Orientale. Il provvedimento diJ(iplina in maniera organica il Jratlamento economico da corrùpondere al per1011ale militare e miliJarizzato delle Forze Armate dello Staio nell'evenl11alità di dichiarazione di stai o di guerra nell'Africa Orientale. Il t ra/lamento economico di mi sopra sostit11irà, all'allo della dichù1ra· zione di stato di gtmu, quello aw,alm en/e vigenle.
Un o schema di regio dure/o legge con il q11ale, in seg11ito alla n11o va orgt1nizzarioni mi/ilare delle isole ilaliane dell'Egeo, si de!ermina i l trai/amen/o eco'1omico !pellante al generale <Oma11dante le 1ruppt> dìs/o . raie in dette iJole, nonché tp1e//o dei comandan1i i presidi di Rqdi e di Lero,
Infine, il capo del Governo ha preuntato i uguenti provvedi menti di competenza del ministero per la Stampa e la Propaganda.
Uno schema di regio decreto legge rela!ivo al seq11estr-o di Jtampati. Viene alfribflila al miniJJero la fac o/Jà di impartire ordi11ì ed ìstruzioni an<he direttamente alle a11torilà locali in materia di 1eq11niro di stampati nei caJi previJti dall'arJicolo 112 della legge di P11hblica Simrezza.
T aie facolJà Jarà eurcilafa in concorro col miniJJero del/' /nl erno
Uno schema di regio dure/o legge riguardante il <ollocamento del reper/orio drammatico. li provvediment o wbordina à und speciale auto• rizzazione del ministero per la Stampa e la Propaganda J'esercizio dell'aJJività profeJJionale pel collocamento in reperJorfo d elle opere dramtrintiche non musìcali italiane e Jtraniere, Ogni infrazìone è punita co11 un'ammenda da mille a cinq11~mila lire, Viene istituita ,ma commiSiione di vigilanza ml col/ocamenJ~, prnieduta da//1ispet1ore per il teatro, e compo1ta di qffattro membri, deJignati dalle organizzazioni ed Enti intereuati,
Un o JCh;ma di regio decreto legge riguardante i compensi mauimi ,comentili 11gli t1rJisJi lirici ed ai manlri direllori di orchestra nei teatri lirici e per le stagioni liriche Jovvenzionate dallo Stato, dai comuni e dagli E111i pubblici. Il decreto ùti1t1iJce ,ma commissione, che ha il "compito di determinare annualmente i compemi mauimi che pouono euere prelesi dagli artisti lirici e dai maestri direttori d'orcheJtra, laJCiati fin ora alla privala contrai/azione. Le deliberazioni della commis1ione Jaranno rese di pubblica ragione e sm·t11mo comrmicale a mezzo ·delle organizzazioni competenti agli arti.rti, ai mae1tri direi/ori ed all'Ufficio nttZionale
di coJ/ocamenlo. Le infrazioni rilevate dai prefelli e dagli iipettori corpora/ivi saranno segnalate al ministero, che provvederà, a m ezzo del/a co,pmùsione, ad applicare le sanzioni relative.
Uno J(he'ma di regio decreto legge rig11ardan/e la pt1bhlicità dei prezzi di albergo. Vengono modificate, completamente, ed in parte anche innovale, le dispotizioni vig enti relative alla pubblicità dei prezzi degli alberghi, pensioni e locande. Il decreto contiene n orme m l/e denunce, rese obbligatorie per gli eurcenti, e contiene le S4 nzioni che il mi11ù/ero può app_licare 1ulle incomplete o falu denunce e m ila mancala applicazione dei prezzi dichiarati. Viene re1a obbligatoria la compif4zione di un bolle/tino di tipo unico per IIJJJo il R egno, nel q11ale ogni albergo deve comprendere tulli i dati relativi al 1111mero delle · camere ed al prezzo comple1sìvo dì cia1ama dì eue, comprensivo di 1111/e le prestazioni abìt11ali, con la aggiunta del diritto fi 1so e dell'impo!la di mra e soggiorno, quando 1ia !lata applicata dal comrme rispeuivo.
Uno schema di regio decrelo legge l'ig 11ardante la vigil~nza Jt1 i rifugi di montagna. Data la notev ole im porla nza che tali esercizi vann o acquistando per la maggior partecipdzione d el pubblico allo· 1po rt esmr1ioniltico, 1i è reJO nl!CeIJario provv edere ad ,m'adeguala vig ilanza rnll'impia11Jo di nu011i rif11gi e sul frmzio11amenlo di eui.
Uno schema di regio decreto legge relaJivo alla ta11a di doppiaggio delle pellirole 1traniere. Col provvedimenlo J11ddetlo, il d ivieto d i proietJare nelle 1ale cinematografiche del Regno le pellicole 1onore non nazionali, il cui adallamento stJpplemenlare in ling"" italiana sia stato eseg11ilo all'e1lero1 viene e.Jte10 alle pellicole di lunghezza inferio re ai mille metri. LA ta11a di doppiaggio, dovuta finora nella mis11rd fiu a di lire ven1ici11q11emild, viene Jtahilita in ragi one del dieci per cento s11ll 'intero imporlo delle quote spellanti alle dille distributrici Per le pellicol e 111periori ai mille metri, delta / aJSd non p otrà in ogni ca10 e11ere inferiore a lire 'Juindicimila per cia1ama p eJlicola. LA rùcoS.Jione del d iriJto è aff idala alla S ocietà degli aulori ed editori. I produ/lori di pellicole nazionali proiellal e in p11bblico per la prim a v o/Ja dop o la data di ·emanazione del pro vvedimento, av ran no diri J/o ali'esonero della t a11a predeJJa in confronl o di cinque d oppiaggi in lingua italiana di p ellicole tlraniere, fino alla concorrenza di lire q1'indicimi/a per ciauun doppiaggio. Le dille importalrici che invntono nella produzione di pellicole nazionali le somme ad e1se 1pe11anti per diritto di eJ(/u1ività, avranno rm abb110110 nella mÌJura del cinquanta per ceuto della laJJa di do ppiaggio, Il provento della JaJJa 1arà per due terzi destinalo ad ù 1cremetttare e migliorare la produzione cinematog rafica nazionale
Uno·sch em a di regio decret o che porla m odificazioni allo statfllo d el R.A.C.T. In uguito a tali modifiche, il R.A .C.1. viene p osto ·solfo la
vigilanza del miniJtero Per la SJampa e la Propaganda. L'organizzazione delle ma11ifesl azioni 1portive a11tomobilùtiche viene demandai" ai C.O.N.I. li presidente generale d el R.A.C.I. è nomirutJ o ron regio d~creto, !Il proposJa del miniJtro per la Stampa e la Prop<1ga11da.
ALLA PRIMA RIU NIONE DELLA CORPORAZIONE DEI CEREALI*
lJ D11ce con d11de la dùmSJione ml ()rimo comma dell'o rdine del .giorno con almne osservazioni circa il 1ùfema degli 1m1maui, che de11e eJiere manovrato in modo che po1st1 giot•are al prodfltlore, evild11dogli la iatt11ra della Jf!endita preripitt1Ja, ed al constimatore, tende,,do a raggiungere l'eq11ilibrio d ei meJ"Cati 1~11z11 amnenti m1orn1t11i dei prezzi al minut o .
AI DELEGATI AL TREDICESIMO CONGRESSO INTERNAZIONALE D EGLI ARCHITETTI***
Il D11re h,1 risposto ricambiando il S(fÙJ/o cordiale ai rappresentanti l'architelttll'a ~i llllfi i paesi, auictmmdo particolarmente la ma simpatia per gli architeffi che sono degli arli!ti e dei realizzatori e per l'archite/111ra, che egli ritiene la vert1 regina delle t1rti,
• A Roma, a palazzo V enezia, il pomeriggio del .28 settembre 193), 1fussolini presiede la prima riunione della corporazione dei cereali. In tale occasione, aJ termine della discussione sul primo comma dell'ordine del giorno (Li dif1;a del prnzo d el gr.rn o}, fa Il!' dichiarazioni qui riportat e in r iassunto. (Da li Popo/Q d'Italia, N . 233, 2!fsettembre 193S, XXJJ).
** « Il Duce apre q uind i In discu$sione sul secondo comma dell'ordine del giorno: · Revùione delle nMme 1ig11drd.rnti l.r dùdp/ina della m4Cin4Uont del granO'. (+) Il Duce riassume la discussione mettendo in rilievo gli uSpetti più importanti; ,quindi, salutato alla voce, chiude la seduta, rinviandone il seguito a lunedì mattina presso il ministero dd[e Corporazioni ». (D::i li Popolo d'Italia, N. 233, 29 settembre 193~. XXII),
••• Il 29 settembre 1935, Mussolini aveva trasmesso a D e Bono le ultime disposizioni per l'avanzata (297). Il 30 settembre, gli telegrafa ancora (298). Lo stesso 30 settembre, a Roma, a palazzo Vene-zia, riceve j « centotrenta delegati ufficfa li di tutte le n azioni del mon(IO convenuti al tredicesimo congresso intema2ionale degli architetti. Essi er:ano accomp;1gnati da ll'on. C:al:za Bini, che li ha presentati al Duce, ri~ ssumendo le impression i entusiastiche, ·specialmm te
Co,zJinuaudo, il Duce ha e1p reuo tutta la 11ta profo11dt1 (Oll t1i11zio11e mJ/a 1,eces1ilà (be l'ar(hiteltJJra l"isponda 111/a umibilità d ei tempi mo• demi e (be esprima ,ieuamente la f1111zione d egli edifi(i.
Dopo avere accennalo ai (011cetti che lo hanno guidalo nelle opere di riJa11ame11Jo e di messa in valore nei grandi monmnenti romani, ha rilevato con 10ddisfazione (he gli ospiti non hanno so/Ja11Jo ammfrato le opere antiche e moderne, ma anche gli uomini della nuova It alia, che lavorano 1ermi e disciplùMti. (Applatt!i vibrami ed interminabili hamw ac_cotto le parole del DPce).
DIRITTI DI UN POPOLO
I corrispondenti stranieri da Roma segnalano la calma e la serenità del popolo italiano. n una constatazione di fatto, superflua per noi, ma opportuna per l'opinione pubblica mondiale.
Di fronte alla vertenza etiopica, il popolo italiano è calmo e sereno, perché ha coscienza del proprio buon diritto.
I. - li nostro Governo ha denunziato a Ginevra, docwnentandole in un lungo elenco, Je- aggressioni etiopiche. Le nostre colonie nell'Africa Orientale sono in uno stato di insicurezza. La politica italiana di collaborazione con l'Etiopia è stata resa vana dall'ostruzionismo, dal malvolere e dalle aggressioni di cui l'Etiopia stessa si è resa respon· sabile. L'annunzio della mobilitazione aggrava la minaccia già in atto.
2. - L'It alia offrì « spontaneamente » un eroico, decisivo contributo per la vittoria degli Alleati nella conflagrazione mondiale, ma non ebbe in compenso alcuna colonia. In t redici anni di regime abbiamo bonificato a ll"inkrno tutte le zone bonificabili. La necessità della nostra espansione - che di tutta evidenza dovrà essere « colon ia le » - sono state riconosciute da Sir Samuel Hoare alla Camera dei Comuni. In un recentissimo docwnento inglese si dichiara che il mondo non può essere «statico». f. questo il convincimento di tutti gli italiani, ed è questa una verità storica, cui è stata sempre ispirata, realisticamente e idea-
della loro visita alle grandi opere di Sabau~ia e Littoria, da cui gli a rchitetti stranieri provenivano direttamente. Il presidente del C.P.J.A., archite tto Vischer di lkma, a nome di t utti i delegati, ha portato al Duce il ringra ziamento per l'accOgHenza che il Governo italiano ha. voluto fare agli archìcetti stranieri convenuti e ha manifestato la sincera ammirazione pe r le superbe opere compiute in Roma, facendo l'augurio per lo sviluppo ed il trionfo del progiamma del popolo italiano sotto l"egida del regime. fascista o, All'architetto Vischcr, il capo del Gov('mO risponde con le parole qui riportate in riassunto, (Da Il Popolo d' 1111/ia, N. 234, 1° ollobre 1935, XXII)
listicarnente, la politica del nostro Governo. · Il princif>io statico non potrebbe dunque essere applicato all'Italia, negandole i diritti ad essa già riconosciuti in Etiopia, dopo che l e fu rifiutata l'assegnazione d ei mandati sui territori ex-nemici, resi disponibili in seguito alla vittoria comune e tuttora « di proptietà societaria».
3. - Il Covenanl fu violato già da altre nazioni, anche con atti di guerra. Il popolo italiano legittimamente domanda perché mai, in tali precedenti violazioni del Patto societario e dello status quo, non si parlò mai di sanzioni e perché mai queste dovrebbero essere proposte, definite ed applicate soltanto nei suoi confronti, per una lontana e localizzata vertenza coloniale.
4. - la Società delle nazioni ha riconosciuto la necessità di sottoporre l'Etiopia a una specie di mandato esterno. L'Italia ha su territori etiopici speciali diritti, riconosciuti da Inghilterra e Francia, e confermati in documenti diplomatici, anche posteriori all'amÌnissione J cll'Etiopia a Ginevra. Il popolo italiano domànda perché gli si rifiUta l'àttribuzione di uno ~peciale compito - altamente civi le - in Etiopia, e gli si nega il riconoscimento pratico di tali diritti, specificati e confermati_.
5. - L'Italia ha seguito una politica di leale collaborazione in EUropa. Il convegno di Stresa è dell'aprile scorso. La collaborazione presuppone un minimo di comprensione per le nostre necessità di vita. Il nostro popolo ha, pertanto, pieno diritto ad una leale riparazione d egli errori commessi nell'attribuzione dei mandati.
6. - La permanen2a· dell' Italia nella Società delle nazioni rappresenta una necessità: per la collaborazione in Europa e .per la vita della Lega. L'applicazione di ((misure » nei nostri confronti obbligherebbe la nostra nazione ad abbandonare la Società, No.o si può dunque asswnere la responsabilità di nuovi e rrori contro fltal ia, senza colp ire la politica di collaborazione europea e senza colpire la Lega.
Da I/ Popolo d'll.dia, N 235, 2 _ ottobre 1935, XXII ( w)
IÌ.. DISCORSO DELLA MOBILITAZIONE*
Camicie nere della rivoluzione! Uomini e donne di tutta Italia ! Italiani sparsi nel mondo, oltre i monti e oltre i mari! Ascoltate! Un'ora solenne sta per scoccare nella storia dellà' patria. Venti
• D iscorso pronunciato a Roma, dal balcone ccntule di paLa:n:o Vennia, i l 2 ottobre 1935, tra l e 18.30 e le 18.'.:iO (3)3). (Da li Popò/od' Italitt, N 236, 3 ottobre 193), XXII}.
milioni di uomini occupano in questo momento le piazze di tutta Italia.
Mai si vide nelJa ·storia del genere umano, spettacolo più gigantesco. Venti mil ioni di uomini: un cuore solo, una volontà sola, una Jecisione sola.
La loro manifestazione deve dimostrare e dimostra al mondo che Italia e fascismo oosti~scono una identità perfetta, .assoluta, inalterabile.
Possono credere il contrario soltanto i cervelli avvolti nella più crassa ignoranza su uomini e cose d'Italia, di questa Italia 1935, anno XIII dell'era fascista.
D a molti mesi la ruota del destino, sotto _ l' impulso dell~ nostra calma determinazione, si muove verso la mèta: in queste ore il suo ritmo è più veloce e inarrestabile ormai!
Non è soltanto un esercito che tende verso i suoi obiettivi, ma è un popolo intero di quarantaquattro milioni di anime, contro il quale si tenta. di conswnare la più nera delle ingiustizie: quella di toglierci un po' di posto al sole.
Quando nel 1915 l'ltàlia si gettò allo sba raglio e confuse Ie sue sorti con quelle degli Alleati, quante esaltazioni del nostro coraggio e quante promesse! Ma, dopo la vittoria comune, alla quale l'Ita lia aveva dato il contributo supremo di seicentoscttantamila morti, quattrocentomila mutilati, e un milione di feriti, attorno a l tavolo della esosa pace non toccarono all'Italia che scarse briciole del ricco bottino colon iale altrui.
Abbiamo pazientato tredici anni, durante i quali si è ancora più stretto il cerchio degli egoismi, che soffocano la nostra vitalità. Con l'Etiopia abbiamo pazientato quaranta anni! Ora basta!
Alla Lega delle nazioni, invece di riconoscere i nostri diritti, si parla di sanzioni.
Sino a prova co~trar ia-, mi rifiuto di credere che l'autenti~o e generoso popolo di Francia possa aderire a sanzioni contro l'Jtalia. 1 seimila morti .di Bligny, caduti in un e roico assalto, che strappò un riconoscimento di ammirazione allo stesso comandante nemico, trasalirebbero sotto la terra che li ricopre.
lo mi rifiuto del pari di, credere che l'autentico pùpolo di Gran Bretagna, che non ebbe mai dissidi con l_'ltalia, sia disposto al rischio <li gettare l'Europa sulla via della catastrofe per difendere un paese africano, u niversalmente bollato come un paese senza ombra di civiltà.
Alle sanzioni economiche opporremo Ja nostra d isciplina, la nostra sobrietà, il nostro spirito di sacrificio, Alle sanzioni militari risponderemo con misure militari.
Ad atti di guerra risponderemo con atti di guerra.
N essuno pensi di piegarci senza avere- prima duramente combattuto.
Un popolo geloso del suo onore non può usare Jing uaggio né avere atteggiamento diverso!
M a sia detto ancora una volta, nella maniera pi ù categorica - e io ne pre ndo in questo momento impeg no sacro davanti a voi. -ch e noi faremo tutto il possibile perché q ucslo conflitto d i carattere coloni ale non asswna i! caratlerc e Ja portata d i un conflitto europeo . Ciò può essere nei voti di coloro che intravvedono in una nuova g ue rra la vendetta di templii crollati, non nei nostri.
Mai come in questa epoca - storica il popolo italiano ha rivelato le qualità del suo spirito e la pote nza del sua carattere. Ed è contro questo popolo, al <J.Uale l'uman ità deve talune delle sue più gra ndi conquiste, cd è contro questo popolo di poeti, di artist i, di ero i, d i santi, d i navigatori, di t rasmigratoci; è cont ro questo popolo che si osa parlare di sanzioni.
I tali a p roletaria e fasc ista, Ita lia di Vittorio Veneto e J clla r ivoluzione ! In p iedi! Fa' che il grido de lla tua decisione rierripia il cielo e sia di conforto ai soldat i che attendono in Africa, d i sprone ag li amici, e di monito ai nemic( i n ogni parte del mondo: g rido d i giu• stiz ia, grido di vittoria!
LA NECESSITA DI ESPANSIONE DELL' ITALIA I N AFRICA*
Dopo un preambolo, il Duce ha rosì parlato :
· - Ho fatto rimettere a Sir Samuel Hoare, in risposta a lla lettera che egli mi aveva fatto portare Ja settimana scorsa, una lettera ind irizzata al nostro ambasciatore a Londra, il tono della qua le è apparso particolarmente amich evole. Questo dissidio che l'Ing hilterra h a con noi
• All'a lba del 3 ottobre 19n, i reparti avanzati dell 'Esercito coloniale italiano, incitati da un proclama del generale De Bono, avevano attraversato il Mateb per iniziare le operazioni militari contrv l'Etiopia. Forze abissine erano state presto incontrale e respinte; Adigrat occupata. la sera dd 6 ottobre, il generale aveva potuto avvertire telefonicamente Mussolini che Adua era stat a vendicata. 11 capo del Governo, a sua volta, si c:ra rallegrato con D e Bono (298) cd aveva telegrafato la notizia a G abriele d ' Annunzio ( 298). Nel contempo, in Somalia, jJ g enerale Graziani a,·eva occupato Dolo. Il 7 ottobre, Mussolini avverte De Bono che ha deciso cli inviare in Eritrea il maresciallo Pietro Badoglio, capo di Stato M aggior generale dell' Esercito, ed il sottosegretario Lessona ( 298). I.o stesso 7 ottobre, a Roma, all'inviato speciale del Parh•Soir, Jules Sauerwein, concede J'intervhta qui ripor tata. (Da li Popolo d'Italia, N . 24 1, 8 ottobre 1935, XXII)
non ha ,·cramcnte alcun senso e un conflitto fra le due nazioni è davve·ro inconcepibile. Né da vicino, né d a lontano, né direttamente, né indirettamente noi vogliamo nuocere ad alcun interesse britannico.
La nostra azione colonizzatri<e nell'Africa Orientale non pot rebbe Comp romettere né. la prosperità, né le comun icazioni, né la s icurezza di uno qualsiasi dei territort imperiali.
Sono pronto in qualsiasi momento a dare prova e garanzie d elle nostre dìsposizionì non solo pacifiche, ma addirittura cordiali.
La prima cosa da fare è allentare la tensione che fa pèsare sul Mediterraneo la presenza di una grande parte della 8otta b ritann ica. Questo stato di allarme, questa mobilitazione di tante unità in tutti i punti shat~gici rischia di provocare qualche incidente, _ ma lgrado gli ordini severi <he sono stati dati, e la nostra preocrupazìone costante è quella di evitare qualsiasi urto.
la Società delle nazioni, e più ancora il buon senso dei Governi, possono f~rni.rci molteplici solu zioni per regolare i rapporti fra una potenza occidentale di alta civiltà e uno Stato a frican o del quale sono stati ufficialmente riconosciuti ?l bisogno di assistenza e la necessità di una ricostruzione totale della struttura politica, economica e sociale Problemi di questo genere sono già stati posti nel passato e non sono mai stati insolubili.
Nel frattempo la Società delle nazioni è al lavoro, ma come la più bella ragazza -del mondo non può dare se non ciò che ha.
Sarebbe st rano che questa istituzione, che ha ·.per scopo Ji evitare 1a guerra, avesse per risultato una amplificazione della g uerra, al modo di un a ltoparJante. Sarebbe addirittura par1dossalc che dl una guerra colonia le nettamente ·circoscritta, essa àrrivasse a fare una guerra di ·d icc i o dodici pot enze.
- 1\fa come h11 pot11to scate1u1r1i i11 Inghilterra contro l' l taii11 f auiJta queJ/a ondata che è d i una viol enza Jenztt precedenJi?
- }'orse si deve vedere in questo fe nomeno una ignoranza fo ndamentale totale del cambiamento che si. è operato nd popolo ital iano.
L'Inghi-lterra non si è resa conto che noi non siamo p iù la nazione di una volta. Essa comincia tuttavia a sospettarlo. Il giorno in cui lo avrà pienamente compreso, ogni malinteso sarà dissipato. Fino ad oggi, l'inglese h a visto negli italiani della gente allegra, pittoresca, simp atica, tale da animare e da o rnare i nostri villaggi e le no.e.tre città, Si è divertito a venire da noi. L'JtaJia ha rappresentato per lungo tempo una parte importante ,4ei piaceri della sua esist enza.
Ora il nostro popolo è profondameqte cambiato. Anzitutto qua ranta mesi ·d i una guerra durissima gli hanno insegnato a sopportare stoicamente le privazioni e hanno creato su~ nostro suolo uomini grav i, austeri ,
rnnsapevoli del loro dovere nàzìonalc , uomini che hanno giurato a se stessi che i sacrifici immensi· d ella guerra non sarebbero stati compiuti invano.
N oi abbiamo.sviluppato dal 1919 in poi la nostra azione fascista su queslo terreno nuovo, dapprim.i nell 'opposizione, dopo con tutte le forze dello Stato, quando la rivoluzione ha trionfato. A partire da quel momento, a queste anime temprate dalle avversità, abbiamo dato una disciplina e una dottrina e la ma rcia su Roma è stata per loro l'inizio di una nuova esistenza.
Ma nello stesso tempo, e questo è il vero segreto de11a metamorfosi italiana, abbiamo diretto il nostro sforzo di ogni giorno sull'istruzione e l'educazione dell'infanzia lino all' età matura.
Abbiamo preso il p"iccolo italiano sin dai suoi anni pi(J. g io\•ani·li per forgiare i l suo pensiero e il suo animo in armonia col grande ideale deUa patria, formandone contemporaneamente il corpo cogli esercizi mi· litari. Le nostre organizzazioni abbracciano tutte le età e la più nobile è quella che nori conoscete abbastanza in Francia, i1 Dopolavoro, questo complesso di circoli, di campi di ricreazione, di sale di istruzione in cu i milioni di operai vengono .dopo il quotidiano lavoro a distrarsi, a impa· rare, a riposarsi.
I risultati di questa tripliCe disciplina deUa pr_ova del fuoco, della. rivoluzione e -dell'educazione sono q uesti magnifici soldati che avete visto alle manovre o sui pontili di imbarco. Sono questi combattenti che hanno iniziato la campagna in modo così brillante. Si deve sapere che il nostro popolo, che è il più laborioso dell'universo, e la nostra giovinezza arruoJata nell'Esercito, nell'Aviazione e nella Marina costituiscono un insieme fortissimo. Questi uomini sono nostri. Il fascismo fi può rivendicare come creature proprie E questo popolo forte non domanda. ,hc il riconoscimento del suo preciso diritto:_ quello di vivere
Dovete p ensare che in questo ,paese, nonostante il nostro grande sfono di bonifica, devono vivere, su centomila chilometri quadrati di terra coltivata, un sesto cioè della superficie francese, ben quara11taquat· tro milioni di abitanti. A,I mio primo segnale i nostri soldati dell'Africa Orientale scambieranno di buon grado il fuciJc con la zappa. Essi non chiedono che di lavorùc per poter sostenere Je loro famiglie, alle quali inviano già, con un meraviglioso 'spirito di risparmio, le loro modeste economie
- E e1at10 che sono giunJi dalla Francia n11meroii meuaggi?
- Sl e molteplici e confortevoli manifestazioni di simpatia , prove• nienti principalmente dagli ex-combattenti.
Voi avete visto con quale bella, spontanea manifestazione i nostri combattenti hanno risposto l'altro g iorno, cantando la <<Marsig liese »
ed acclamando la Francia davanti a palazzo farnese. L 'a nima dei due popoli si ribellerebbe se -per una ragione qualsiasi dovesse nascere un conflitto t ra i riostri due paesi. e una ipotes i mostcuosa, che nOn si può nemmeno prospettare. .
li colloqflio .,:ero e proprio è finito. Secondo la Jtta dbit udine, il Duce mi auompagna, allrdv erso l'immensa Jala, · fino d!la p or1ici11a rin dà st1 11110 dei grm1di sdloni d ove sono conservati i preziosi tesori artistiri di palazzo Ve11ezia, S fllla soglia, egli mi ripete:
- Sono lieto di parlare all'opinione francese attcaverso « ParisSoir », del quale conosco il sensazionale succeS50 e la immensa diffusione, Ed aggi1111ge parole di Jùnpc1tùt e di amicizia per la Frt1 11ria e per iJ Jign or I.A va!
Appeua varcata la Joglia, vedo venire ava nti un g mppo di 11omini iu cdmùia nera. S ono ,,omini matur;, che hanno il peno copert o di decof(1zio11i ed il volto pemoso. Sono i p resÌdenJi del~e Federdzio ni indust riali locali . La guerra con /' Et iopù1 impone lo ro dei gra vi sacrifici. Nes· JJmo di loro può Jperare di approfittarne per arricchinÌ, perché una 1111ova l egge ha limil ato i d ividendi al sei per cento Regolam e11li molto Jeveri peJ<1110 111/la loro attivùà quotidianit: eppure 11011 vengono q ui per lagnarsi. Anzi usi vengo n o, sotto la guida del conle V olpi , ad assiCllfdre al D me l a loro interd collaborazione e la foro obbedi enza assohlla.
POLITICA DI VITA•
La na~ionc: italiana ma i come in quest ' ora è e<>mpatta e fe rma nella difesa del suo buon diritto.
1, - L' Etiopia barbara e schiavista ha vìoJato g li impegn i assunti verso la Leg a de lle nazioni e verso l'.Italia. G inevra ha riconosciuto la n ecessità dì sottoporre il non Stato etiopico a l disar mo, al con trollo e ad un mandato esterno. L'Etiopia si .è resa responsabile di razzie, pro -
• L'B ottobre 1935, il capo del Governo aveva replica lo a De Bono (he la prossima venuta di· Badoglio in Eritrea era giustificata dalla competenza del capo di Sta to Maggior generale (299). Il 9 ottobre, constatato l'avvenuto inizio delle nosu c o perazioni contro l'Etiopia, con affrettata procedura, mai adottata in casi precedenti, simili o più g ravi, e con cinquanta voti fa vorevoli contro i due dell'Austria e d ell'Unghi:-tia, la l ega delle na.zioni aveva esaminato le san· zioni da infliggere all'lt_a lia, incaricando di ciò un Comilato societario di diciotto membri. La prima rep lica di Mussolini a\] a minaccia sanzionhta ! l' articolo qui rìpoclato.
vocazioni e ·aggressioni. L'avanzata ital iana oltre il M arcb è stal'a provocata dalla mobilitazione generale .delle fone etiopiche.
2. - L'Italia ha adottato misure di sicurezza coloniale dopo aver pazientato per quarant'anni. Un g iudizio equanime s ulla vertenza non poteva partire dal 3 ottobre. Tra Etiopia e Italia un problema è aperto non da sette giOrni, ma da quattro decenni. Dei pre<:edentì, dei torti, delle responsabilità dell'Etiopia, non si è tenuto calcolo alcuno Che la mobilitazione generale etiopica abbia avuto decisi scopi aggressivi, è stato conformato apertamente daJlo stesso Negus, allorché, rivolgendosi ai suoi guerrieri, prometteva le teue ita liane in Eritrea e Somalia in compenso della 'loro fedeltà,
3. - L'Italia si è orientata verso l'Etiopia per parare aù una minaccia in atto, che sarebbe divenuta g ravissima in caso di torbidi europei. La nostra nazione ricerca' in Etiopia sicu rezza e possibilità di lavo ro 01e l'Jtalia abbia necessità di spazio per fesuberanza della propri:1 popolazione, è stato riconosciuto a parol e. Ci ·siamò o rientati verso l ' Etiopia , anche per non ci.presentare sul tappeto il problema dì una necessaria revis ione dei mandati. A Versailles, una grande ing iustizia e ra stata commessa ai danni dell'Jtalia. Una seconda nera ingiustizia si commette tentando di sbarrarle il passo in Etiopia. Niente mandato a Versailles , niente mandato per l'Etiopia. In qual modo si intende risolvere una necessità storica, ammessa e riconosciuta?
4. - L'Italia ha in Etiopia titoli di priorità, assicurati d al sangue versato dai suoi figli, garantiti d a acc?rdi diplomatici con l'I nghi lterra e Francia. I docwnenti del 1925 stanno a testimoniare il pieno vigore dei nostri diritti, anche dopo la costituzione della lega delle nazioni e dopo l'ing resso dell'Etiopia a G inevra.
5 - 11 Patto ha subito preceden ti e più gravi violazioni. Perché non s i è mai parlato di sanzioni? Il trattamento intrans ig ente cd ostile contro l'Italia non ha riscontro in quindici anni di procedura g inevrina Delegati britannki trattarono col G iappone anch ~ dopo la sua usc ita daJla Soc ietà, ed un accordo fu concluso « fuori della Lega » da ministri britannici colla Germania, dopo il clamoroso esodo tedesco da G inevra.
6. - Italia ed Etiopia sono due entità nettainente diverse. La p rima è una grande nazione, culla di tre civiltà, L'altra un cong lome~ato di tribù barbare. L'Etiopia è per l'Europa un elemento negativo, generatore di perirnli. L'Italia rappresenta, per contro, unà colonna blSilare della collaborazione europea: è la gene rosa e leale nazione di Blig ny, di Vittorio Veneto, di Locarno e di St resa . Sen.za l'Etiopia, la Lega può vivere. Senza l' Itali:1, non .potrebbe più aversi in Europa né collaboraz ione, né sicu rezza.
7. - L'Et iopia è costituita da un nucleo centrale di popolazioni, che nell'ultimo cinquantennio han no soggiogato, razziato, spogl iato ed oppresso i te rritori circostant i. G li ah ma rici rappresentano forze guerriere e neg riere. le papolazioni oppresse alimentano i mercati di schiavi. L'Italia h a denunciato questa situazione, che cost ituisce una ve rgogna per il secolo .ventesimo ed u n'offesa per la stessa Ginevra La l ega non ne h a tenuto conto.
8. -La Società delle nazioni, riconosciuta apertamente la necessità di sottoporre l'Etiopia a mandato, poteva ri solvere il conflitto a ffidando il compito di ristabilire l'ordine in quel te r ritorio ad un popolo che è il più fa. borioso e generoso dell'universo. L'Etio pia non può p iù vivere nel caos e nell'anarchia. Ciò è stato ammesso a Ginevra. La soluzione d e ll a vertenza poteva ottenersi con un m andato sull'Etiopia, non con odiose sanzioni contro l'Italia.
9. - l e sanzioni r appresentano un danno per quegl i Stati che intendessero applicarle. N ella stessa Gran Bretagna si rile\la che la sopp ressione degl i acquisti italiani di <:arbone inglese provocherà u n aumento d ella disoccupazione n elle zone mine rarie. Comunque l'Italia è prepa rata a f rooteggiare tutte le difficoltà,
10. - l a nazione italiana non diment ich erà gli amici di quest 'o ra. Notevole l' atteggiamento dell'Austria e dell' Ungheria , che, p ure essendo piccol i Stati, hanno rifiutato di aderire a ing iuste sanzioni Gli italian i non dimenticheranno.
11. - Il P residente Laval ha fatto appello ad una soluzione conciliativa, d id iiaran do che la Francia si dedicherà appassionatamente ad un'opera di pace. Egli ha affermato ch e per t ale o pera nessun concorso dovrà manca re.
12. - Il rappresentante ita liano, in una vibrata dich iarazione , che ha scosso il sentimento de ll ' A ssemblea, h a p recisato ch e la salvezza della politica d i collaborazione è ind icata dall'Italia. La politica itali ana è pol it ica di v ita!
D .1 li Popolo d'Italia, N. 24 4, 11 ottobre 1935, XXII ( w).
FALSE ARGOMENTAZIONI*
L'opinione pubblica britannica è montata contro l'Italia d a una propaganda frenetica, che per i vari settori si vale d i eccitant i e re agen t i d iversi.
• Il 10 ottobre 193S, il d rgiac H ailè Sdla!si! Gugsà, genero d el Negus e capo della vast3 regiont- del T ig rai o rientale, ed il d , iiac K assà A raià erano passati con i loro armati dalla noslrfl. parte. Il 13 ottob re, il capo del Governo
I laburisti, mobilitat i contro « il pericolo fascista », sono stati spint i a rinnegare in pieno la loro politica di pacifismo a oltranza. Il campo dei conservatori è tenuto in alla rme per la difesa dell 'impero.
Q uesta fo rmula dell'« impero in per icolo » , che vorrebbe legittimare un:1 politica di forza sul piano inclinato Jellc sanzion i, non ha fondam ento alcuno nella realtà stor ica. L' Italia non minaccia l'impero britannico, e l'impero britannico non è minimamente in pe ricolo. E ciò che intend iamo dimostrare con da ti d i fafto inoppugnabili.
1, - L'Italia fascista h a seguito fede lmente una p~litica di solidarietà e d i coll aborazione con Francia e Ing hilterra. Questa p olit ica t rovò le prime basi nel patto di Locarno, che reca, fra le altre, la firma di Mussolini, e che assicurava la garanzia a nglo.italiana per l'equilibrio sul Reno. Restava aperta fa ,d ivergenza franco• ita li:rna, che risaliva a Versailles e che aveva rea li motivazioni n elle nostre necessità coloniali, non risolte con la pace ç non tCnute in calco lo neJla riparti zione dei manda ti. Questa vertenza :ittravcrsò una fase acuta nella primavera del 1933. Il capo del Governo italiano, sempre fermo nelle sue diretti ve d i collaborazione europea, propose un Patto a quattro, che a vrebbe cf. fetti vament e ass icurato la tranquillità e b ripresa in Europa . I rappresentant i britannici si trovarono in quella conti ngenza ancora u na volta a fi anco dell' Italia, Il Patto a quattro f u ratificato a Roma e a Londra e se non poté entrare in. funzione, come il superiore interesse europeo esigeva, non fu per colpa dell'Ital ia, né, per verità, dell 'Ing h ilterra. La rivalità franco -ita liana riprese con la g ara degli armamenti naval i. La Fr:i ncia deliberò l'impostazione dei due D1mkerq11e. L'ftal ia, per n ecessità di equilib rio, .dopo avere invano soste nuto quella stessa politica di disarmo che era parallelamente propugnata d:il G overno britannico, fu costretta, dopo lunga attesa, a controbilancia re la nuova si tu12ion e sui mari. Ma. la politica del Governo d i Roma non camb iò nullamc no le p roprie direttive. Estran iatas i la Germania in u~a posiz io ne di chiuso arroccamento, la pace europea non poteva più oltre essere ga rantita se non dall'accordo fra l e tre .potenze occidentrl li, accordo che pregiudizialmente esigeva i l superamento delle d ivergenze franco-it:iliane. L'intesa a tre imponeva un riavvici namento risolutivo tra Francia e Ital ia. Il Patto di Roma, concluso il 7 gennaio d i quest'anno, fu effettivamente
t1veva premuto su De Bono per un secondo ba lzo in avanti (299) Il 14 ottobrc( giorno i n cui, co n appo!i to bando, il generale aveva soppresso · b schiavitù nel territorio etiopico occupato), g li aveva telegr:i.fato ancora (299) Il 1S otto bre, alle 7 15, le nostre truppe erano entra te nella città s:mt:1 di Axum. Il 16 ou obre, Badoglio e Lc-ssona sbarcano a Ma:c;s.:m:1: I.o stes~o giorno appare l'articolo di M ussolini qui riportato. ·
inteso, dalle due parti, come pregiudiziale per un successivo accordo a tre, di cui si gettarono Je basi a Londra il 3 febbraio, e che fu realizzato nell'incontro di Stresa. In ciascuna fase di questa vicenda, l'Italia mai conside rò una contrapposizione alfa politica britan nica, e ma i intese che divergenze potessero determinarsi fra gli interessi nostri e quell i della Gran Bretagna.
2. - L'Italia si orientò verso l'Etiopia per necessità di sicu rezza ed anche per non presenta re sul tappeto il problema della revisione dei mandati. I nostri diritti su territori etiopici erano garantiti· da accordi italo-franco-inglesi e italo-britannici. Lo sbocco in Etiop ia poteva pertanto realizzars~ su basi già co_ncretate. l' intesa occidentale sarebbe stata raffo rzata con la totale soddisfazione delle necessità italiane Il calice amaro d i una revisione dei mandati a favore dell'Italia era a llontanato. Non aver valutato nel suo giusto senso l'orìentame~to ita liano fu errore g ravissimo. Esso non si contrapponeva agli interessi h ritannici e francesi, e poteva inquadrarsi in pieno nella politica di Stresa, cementandola sald.1mente. ·
3. - La struttura dell ' impero britan n ico poggia sulla flotta e sulle basi navali. Nessuna di queste forze basilari è mìni'!)ame nte minacciata dall'espansione italiana in Etiopia, 1a quale, per sua natura, è limitata, circoscritta, interna e non navale. Le nostre basi di 9<:alo sul Mar Rosso sono e resteranno quelle di cui cinquant'anni or sono pre ndemmo possesso in pieno accordo con la Gran Bretagna. Massaua e Assab sono semplici scali, Mogadiscio e Chisimaio non facili approdi. Cassala , porta del Sud:J.n verso l'Eritrea, fu conquistata dagli ita liani e « donata )> all'Inghilterra. Gli interessi inglesi sul Lago Tana, sul N ilo Azzurro e sui suoi affluenti, sono e saran no rispettati dall'Ital ia. J nostri confini nell'Africa Orientale sono e rimarranno lontani centinaia di chilometri dal Nilo Bianco e dalla linea imperia le Cairo-Sud Africa. L' Ita lia segue nell'Africa Orienta.le una politica d~ s icurezza, di legittima difesa e di favoro. Imperialismo è pretendere più di quanto s ia strettamente ·necessa rìo Il popolo ita liano non chiede se n on l'onore e l'onere di portare la civiltà del lavoro i_n territori ben delimitati, col pieno rispetto d ei diritti altrui.
4. - Anche e soprattutto per quanto riguarda l'Egitto, l'Italia non rappresenta alcuna minaccià. l confini orientali libi-ci furono delimitati d'accordo con l'Inghilterra. Una esperienza di oltre venti anni, in pace e in g uerra, h a dimostrato che nessun pericolo può determinarsi dalla Libia verso l'Eg itto. Contro le minacce senussite in senso inverso, l'Italia ha provveduto con una li nea dif ensiva di fil di ferro spinato, che è la linea di sicu rezza del nostro lavoro in Ci renaica. ·
Che dunque l'impero sia in pericolo, ed in peric<_>lo perché coloni
italiani risalgono verso l'interno dell'impervio barbarico acrocoro etiopico, è argomentazione che non può essere minimamente sosten uta.
D a 11 Popolo d'Italia, N. 249, 16 ottobre 1935, XXII. (w J:).
RIVOLTA IDEALE IN EUROPA
Le sinistre decisioni di Ginevra tengono l' Europa in una inqu ietud in e grave. Le cosiddette « sanzioni » - contro una potenza che è colonna bas i.lare della sicurezza · continentale, in d ifesa di uno pseudo Stato barbarico e negriero, per una lontana e circoscritta operaz ione di carattere strettamente coloniale - reca no un nuovo perturbamento ne l travaglio della lunga crisi derivata dalla confhgrazione mond iale. Stati grand i e piccoli, la cui economia è para lizzata da lle mu raglie doganal i, dal depauperamento aureo e d a ll'onere di una disoccupaz ione che colpisce m ilioni d i uomini e che non h a riscontro nella storia, sono oggi colpiti da nuove limitazioni, imposte da una egemonia dittatoriale, in nome di interessi particolari e perciò stesso antisocietari e antieuropei, lim ita· zioni d i nuov issimo conto, di cui nessuno può prevedere le ri percussion i u ltime, ma che già g ravano come una oscura minaccia sulla vita eu ropea e mondiale.
Ri leviamo subito che l'epicentro d i questa inquietudi ne i: ormai nettamente spostato al di fuori della vertenza coloniale italo-etiopica M algrado le ipocrisie ginevrìne e la frode giuridìca di se ntenze coatte, l'Europa avverte che la questione in corso sul lontano acrocoro t igrino non tocca minimamente interessi di carattere generale. La vertenza poteva essere risolta p er v ia societaria, con un m andato di cu i . pi ù nessu no c~ntesta l'urgenza, e che spettava ,di giusto diritto all' Ita lia, per impeg ni g iuridici -sottoscritti da Ing hilterra e Francia, confermati dal Governo di Londra nel 192.5 ( cioè dopo il CovenanJ e dopo l'ingresso dell'Et iopia a Ginevra), e infine ratificati nel loro pieno vigo re dal Com itato d ei cin que, organo societario, con firme della stessa Inghilte rra e d e lla Francia. Resa impossibile una soluzione pacifica, per ,del iberati da cui l'Italia fu esclusa ( e che, confermand o nell' Et iop ia gli inte ressi anglofrancesi, misconosceva quelli italiani), si è iniziata un'operazione -di selfpl'olection, che di .per sé non turba né la tranquillità mondiale, né quella europea.
Ino ltre si è reso ormai evidente che le operazioni italiane sul lontano altipi ano etiopico r ecano la liberazione fra popolazioni oppresse, angariate e sistematicamente ~zziate, cosicché, se il sinedrio societario, sotto un'imposizione dittator iale, parteggia pe r g li opp ressori contro
l'Italia, la coscienza europea·· in larghi settori comincia a prendere posi• zione per la causa degli oppressi, liberati dall'Jtalia.
L'inquietudine deriva, per contro, dall e oscu re minacce di un con· Ritto eu ropeo. La distensione invocata con l' abrogazione delle misure nel Mediterraneo, non ha trovato favore di ambiente. Quelle misure non sono state richieste dall'Europa e sono esse che turbano l'Europa.
L'incubo di un'estensione ,del conflitto agita soprattutto la Francia. Oltre ottocento persOnalità delle lettere, dell'arte, della pol itica, il fiore dell'intelligenza francese, ha lanciato un appello di solidarietà coll' Italia contro le fone osrure che vorrebbero spingere l' Europa verso una nuova catastrofe. La Francia, cavalleresca e generosa, .pronta_ ancora a battersi per la difesa e per la sirurezza dell'Europa, gr ida la propria i ndignata esacrazione di fronte alla minaccia di un conflitto, dietro cui si vede la manovra del bolscevismo. Stéphane Lauzanne scrive nel M a1i11:
<<No! Qualunque cosa avvenga, la Francia non si batterà ».
De Kerillis, che conduce nell'Echo de Paris una coraggiosa, diuturna campagna in difesa della sicurezza europea, dichiara che la Francia, non avendo·voluto battersi a Fashoda, quando erano in g ioco i suoi interessi, non si batterà per il NegUS dei negrieri.
Ginevra si è posta dunque nettamente contro la sicurezza europea, contro la collaborazione europea, contro il sentimento europeo.
La rivolta ideale dell'Europa contro le oscure forze della catastrofe - nelle quali figura logican~ente e apertamente in primo piano i l bolsce· vismo, cosa di cui va preso atto per l'oggi e per il domani - trovano eco nell'anima del g rande popolo italiano.
D ove va l'Europa? :e l'interrogativo formidabile che travaglia la coscienza morale di un continente, ancora to rmentato dal collasso d ell'ul· tima conflagrazione.
Alle , 1oci gene rose e risolute che giungono d'oltre fronti ere, l' Italia ha già risposto con l'impegno sacro del suo capo: «·Noi faremo tutto il possibile perché questo conAitto di carattere coloniale non assuma il carattere e la portata di un conflitto europeo)>. le responsabi lità sono nettamente definite.
D:i Il Popolo d'Ifa/id, N. 251, 18 ottobre 1935, XXII (w 3).
LA FRODE
L' ingranaggio sin istro delle sanzioni grava come un incubo sul· l'Europa Stati grandi: e piccoli - ancora in piena crisi e per g ran parte travagliati Ja una sit uaz ione monetaria quasi fallimeOt,ue, specialmente nel setto re danubiano e levantino - sf vedono minacciati da u na nuova improvvisa paralisi dei traffici.
D:1 molte parti si giudica purtroppo in ritardo sui tempi, i tjuali procedono spinti a passo di carica,- che l'ingranaggio antieur_opco è stato messo in movimento con la falsa p remessa di una « aggressione non provocata », e -che, se anche si fosse ammessa fa pretesa di «aggressione», un leale riconoscimento de lle ripetute e constatate aggression i avrebbe frenato e fermato la macchina. Il Covemmt imponeva una d ìscrirrunazione fra « aggressione non provocata» e « aggressione provocata». Era ingiusto non. ·condannare l'Etiopia per le sue cont inuate « aggress ion i » ai confini delle colonie italiane ed entro il territorio della stessa Som:ilia francese, in cui fu massacrata la colonna dell'amministratore Bernard, aggressioni ché non erano state minimamente « pro,·ocate >) !
Una p iù grave fro de giuridica fu compiuta condannando l'Italia, aggred ita e provocata, <ame responsabi le di aggressione, e di aggressione « non provocata»!
In real tà l'azione milit.1re italian .1 in Etiopia è una normale operazione di self-proleclion, ammessa .dalle riserve al patto Kellogg. G li Stati Uniti, ratific.1ndo l'impegno contro la guerra, avevano infatti esplicitamente avvertito che esso non p oteva riferirsi ad ini ziative locali di protez ione, di cui nelle vicende d 'oltre Atlantico s i e ràno avut i pre<:edenti. in isole delle Grandi Antille ed in Repubbliche dell'America centrale. Anche l'Inghilterra si riserva il diritto di autoprntezione i n determinat i territori extraeuropei. Era dunque di stretto dovere riconoscere all'Italia un diritto <li « protezione locale» in Etiopia, sia perché la · la vertenza era extraeuropea, con netto e preciso carattere coloniale, s ia perché era- stata « provocata » e non precisamente dall'Italia, sia infine perché i protocolli anglo-fmncesi - a Ginevra riconosciuti in pieno vigore e perciò societariamente convalidati - riconoscevano alb nostra nazione una priorità coloniale su terr ito ri etiopici. La frode giuridica di Ginevra - che per l'Italia è tanto più grave, in quanto si aggiunge a quelle pe rpetrate nel corso degli esosi accapa r. ramenti di, Vcrs.1illcs e all°atto .della ripartizione dei mindati -:- appa re a luce meridiana ove si conside ri l'atteggi amento di qualche potenza nei con fronti del Covemml su settori non africani, ma euro.pei.
N el corso d i recenti conversazioni diplomatiche, fu presa in esame l'ipotes i <li un'aggressione non provocata da .parte della Germania alla Russia. In quelle conversazioni fu precisato che la Fra.ncia non avrebbe avuto diritto di richiedere J"intervento d ella Gran Bretagna contro la G ermania.
Fu anche esaminata l'eventualità di un intervento francese contro la Germania , conseguente all'iniziativa tedesca contro la Russ ia e in applicazìone di impegni difensivi franco-sovietici, che furono po i effettivamente stipulati in data 2 maggio d ell'anno in corso. A nche per queste ipotesi fu chiarito che la Germania non avrebbe avuto dir-itto di richiede re l"intcrvento della Gran Bretagna. Di Conseguenza non avrebbero avuto pratica attuazione né gli impegni di Locarno, né quelli generali del Covenanl.
Se dunque il sacro e inviolabile Patto <leJia Lega no n sarà lpplicato dall'Ing hilte rra nel caso di un ciclone .di gucrr:1 ne l cuore stesso dell'Europa, in quan to il Governo di Londra limita i propri impegni continentali ai casi previsti a Locarno e no n li es tende a lle eventualità generiche d i cui il Co ve nant fa cenno ipotetico, come si può mi nacciare il finimon.do per un . fontana caso coloniale di.· stretta autoprotezione, di fronte ad aggression i ripetute, ele ncate e documentate?
n ciò su cui si -è stabilita la congiura del silenzio, ma su cui l'opinione p ubblica mondiale deve essere illuminata.
[1 concentramento navale del Mediterraneo non fu mi n imamente coocordato. Ora, co l metodo progressivo della ruota ad ingranaggi , si richiede che la Francia assuma impeg ni ai danni dell'Italia. In luogo di garanzie bilateral i, rispondenti ai principi di l ocarno, è un impegno uni laterale che si esige, e che per le sue conseguenze minerebbe le basi stesse di l ocarno. la Francia dovrebbe colpire, nel loco equilibrio e nell a lo ro struttura, non solo g li acco rdi di Roma, ma anche quelli per il Reno. la Germania si domanda se talune dichiarazioni di persona!ità britanniche non tendano a col p ire g li impegni bibte ra li per b pace francotedesca.
DOPO IL DISCORSO DI WORCESTER
J co lloqui diplomatici a palazzo Venezia, il discorso di Baldw in a Worcester e fa. proroga delle riunioni ginevrine, permettono all'opinione pubblica internazionale di avvertire, sia puc vagamente, la presenza di qualche elemento di distensione. L, sensibilità dei popoli , alla rmata dal passo accelerato ,de lla diplom~zia societaria, con stata con visibile soddi-
sfazione il ritorno al procedime nto riservato delle canèellerie, c he possono preparare la. stori a al coperto dalle agitazioni demagogiche. visibile in Europa un po' di soll ievo, per quanto cond izionato 11 circostanze di cui non si h a ancOra esatta conoscenza. Il tempio di Ginevra è come quello di Giano. Quando è aperto, ·j segni della tempesta cominciano a delinearsi nel cielo. Quando una provvida mano, s ia pur temporaneamente, n e chiude i battenti, le nazioni respirano in lln orizzonte m eno nubiloso. Del discorso di Baldwìn va preso atto 90prattutto in quanto esclu de programmi di guerra e p roposit i di crociata contro il regime che l'Italia ha liberamente prescelto, svilùppa ndolo genialmente in una o rigi. n ale a ttrezzatura politico-sociale, che nessu na mente equi librata può pen· sare ormai di incrinare, di fronte alla granit ica unità mora le degli ital iani . La d ichiarazione di Baldwin non era minimamente necessaria per n oi, che abbiamo il senso e l'orgoglio di una indipendenza sovrana, ma essa è stata opportuna, perché h a segnato una netta precisazione ufficiale del Governo responsabile di u na grande nazione, nei confronti delle forz e sovvertit rici. Nel clima dellè imminenti elezioni britanniche, il Governo conservatore di Londra respinge dal proprio campo la coa lizione degli intrusi sovversivi. J labµristi , lasciato a terra il vecch io bagaglio pa<:ifista e disarmista, presentano ormai il fianco scoperto. Dopo aver han . dito con clamori incomposti una guerra di propag;1 nd a contro il fa . scismo, ma a nche contro la tranquillità dell'impero, la loro mentalità settaria è posta in piena luce, di fro nte ad un'opinione pubblica che accoglie con compiacimento gli elementi di distensione offerti d a Baldwin.
L'Italia, posta fra le aggressioni etiopiche e quelle societarie, si è rinsaldata in compattezza mirabile. Poch i e disorientati dispers i, ne ll'ora della minaccia, non hanno sentito b voce della patria. l a sçnsibiJ ità in· ternaziona le ne ha p reso nota, e più ancora ha preso nota de ll 'autodecisio ne dei popoli libe rati, che s i estende, con uno siiontaneo dilagare, da i copti del Tigrai ai musulman i della Somalia.
L'Italia reca in Etiopia la l uce della civiltà. G li editti di Ginevra non possono spegnerla, perché è la- luce" eterna di Ro ma, la quale iJl u mi na un' umanità che man ifesta combattendo la g ioia di redi mers i d;1 uno stato avvilente di barbarie millenaria.
L'Inghilterra ha avuto la p rova che accordi navali segreti non erano stati né considerati dalla Francia, né min imamente richiesti da lh le.1le e aperta pol itica italiana
Laval ha ottenuto due seggi in Senato, il che costituisce una ind i· .az ion e di o ri ent;1men to e d_i fiducia, per una n:izione che h a un solo m inistro per il Qua i d'O rsay ; .per G inevra.
Il laburista H enderson scompare a g iu sto tempo, dopo b morte della sua conferenza per il disarmo e dopo il riarmo societario di 1:10 0
Stato, p er il q uale si riconosceva la necessità di ridurre l'armamento Scompare proprio alla vigilia della sconfitta del laburismo, che, ri nnc· ganda i postulati del disarmo, ha condannato irreparabilmente se stesso.
Il discorso di Baldwin pUò voler significare che, fra Gran Bretagna e ltalia, non si rìconoscono altre ragioni storiche di attrito, né per il Mediterraneo, né per l'Europa.
n quanto il Governo italiano, fe rmo fedelmente alla solida ri età di Stresa, aveva dichia rato e confermato.
Senza ·facili o ttimi smi, l'ltalia attende la prova delle buone vo lontà, sul terreno concreto e tangibile dei fatti.
Da li Popolo d'l1a/;,1, N . 255, 22 ottobre 1935, XXII (,u 2).
SUL TERR ENO DELLA REALTA
Personalità autorevoli e responsabili hanno fatto accenno ad una onorevole sistemazione. ln luogo d i attardarci a smontare pezzo per pezzo talune affermazioni, di fronte alle quali l'opinione pubblica italiana non è la sola a non consentire, preferiamo pertanto scendere sul terreno pratico dei fatti e dei diritti. n il metodo che anco ra può permettere di salva re l'Europa dal rito rno ad una pirateria medioevale, p er ricondurla verso la collaborazione e la ripresa
l. - Esistono impegni chiari ed espliciti riguardanti l'Etiopia, sottoscritti dall' lnghilterra, d all a Francia e dall' Italia nel 1906. Altri im· pegn i anglo-italiani furono conclusi nell'anno di grazia 1925 , dopo cioè il CovelJ(mt e dopo l'ingresso dell'Etiopia nella Società delle nazioni. Sono impegni di onore, che non possono non essere rispettati. Per l'lta· lia, che h a affrontato in Abiss inia dur i sacrifici anche in p recedenti cam· pagne, essi sono rafforza.ti da diritti di sangue. li Comita to dei cinque, organo dclJa Società d elle nazioni, li h a dichiarati tuttora « in vigore», con firme della stessa lnghilterra e della Francia. Se essi sono stati con· fermati in vigore in quanto conVeniva mette re a l sicuro gli interessi anglo. francesi, devono giu ridicamente intendersi in p ieno vigore anche· n ei riguardi dell'Italia. La ratifica giné aina è. definitiva, Essa non ammette revoche ed esige u na applicazione leale. Ing hilterra e Francia hanno l'occasione propizia per chiude re una lw1ga vertenza che risale a Versa illes ed alla ripartizione dèi mandati , dai <]Uali l'ltalia fu escl\J.sa. Alla iIJegalità esosa del 19 19-1920 non si può aggiungere l.:t violazione di a ltri impeg ni. N é si può da re l'impress ione ch e il rtCorso à G inevra, con l'inte rvento d i altre parti non interessate, sia stato determinato per defr aud are l'Italia, riconfermando gli interessi anglo-francesi e misco-
noscendo quelli italiani. le insù;tcnz~ societarie non convincono l'opinione pubblica mondiale. La Lega d elle nazioni non ha funzionato pc_r la gue rra in Manciuria, non ha funzionato p er la guerra nel Chaco, non ha funzionato per il riarmo della Germania, la cui ve rtenza si chiu:ie con cordiali << esplorazioni >) a Berlino e con un accordo navale anglotedesco, _ concluso precisamente in senso anti ed extrasocietario. La nota britannica alla Francia circa eventuali applicazioni europee del Patto, attraverso accenni di necessarie discussioni e distinzioni, fa nettamente prevedere che un nuovo« caso etiopico» non sarà daU'Inghiltcrra aperto nei riguardi delrAustda. Anche per un eventuale conflitto nel cuore dell' Europa, tra Germania, Russia e Francia, un intervento britannico è, per dichiarazioni di clementi respqnsabìli, escluso. ! dunque evidente che 1a Società delle nazioni fuoziona come .la rana di Cartesio, solo cioè in quanto essa è sollecitata da!Je grandi potenze che nel suo ing ranaggio hanno funzione dominante. Che la Gran Bretag na abbia un posto preminente a G ine vra, risalta dai fatti ed è stato ammesso autorevolmente, con l'autoriconoscimento della funzione gerarchica dell'impero. Se dunque l'Inghilterra riconoscerà lealmen te i propri impegni, non Sari certo Ginevra che si contrapporrà all'impero britannico. 11 mondo avverte nettamente che la volontà d eterminante nel seno della LCga è quella britannica, e che, per la stessa influenza di una riconox:iuta funzione gerarchica, non potrebbe aversi a G inevra una risoluzione antibritannica o abritannica,
2. - Negli impegni del 1906 e del 1925, l'Etiopia non è « sog-_ getto», non è cioè parte consultata ed accettante. la ratifica ginev rina del Comitato dei ci nque sancisce, dunque, specifici accordi anglo-franco· italiani al .Ji fuori dell'Etiopia, e nella cui applica:zione l'Etiopi:i. non ha d iritto d i intervento. .JJ N egu.s non può essere tirato fuori dalla scatola delle sorprese, come una quacta parte non contraente, al solo scopo d i misconoscere, infirma re e smin uire i diritti che le alt re parti ha1100 riconosciuto all'Italia, che il Com itato leghista dei cinque h a ratificato nel loro insieme organico, e che pertanto devono essere applicat i. Il N egus è un personaggio che riceve t ributi di schiavi, anche mutilati, e che la stessa Società deJie nazioni ha riconosciuto in necessità di tutela. Le popolazioni, specialmente quelle non amariche assoggettate nell ' ultimo cinquantennio, non possono essere lasciate all'arbitrio dei suOi ra1 negrieri e mutilatori. Il suo regime va segnalato alle associazioni bri tannich e antivivisezioniste.
3, - D opo· l e inaudite deliberazioni ginevrine, sono intervenuti d ei fatti nuovi. Il panorama della storia von è fermo come i paesaggi di un vecchio quadro dL galleria. L'Italia non « agg redisce >> le popolazioni etiop ich e, ma le libera, emancipa gli s,chiavi , ridi stribuisce il g ra no raz-
ziato dalle orde de l Negus, apre strade, istituisce ambulato ri, protegge j bambini abbandonati, dà pane agli indigeni ind igenti. Essa compie un"opcra «societa ria» nel vero senso della paro la Fa quello che la Società delle nazioni avrebbe dovuto fa re, e che n on ha fatto.
·4_ - Gli esperti e i giuristi d ella Società hanno ri petuto gl i crror! di . Versailles, dimostrando di. non avere conoscenza alcW1a della realtà. Essi devo.ho ora prendere atto dell'autodecisione dei tigri ni e dei somali del sultano Olol-Dinle. Si tratta di un' autodecisione combattiva, avvalorata dal sangue l'ersato sul campo di battaglia , contro aggressori, mutilatori ·e razziator i, 'Che non sono precisamente italiani. :B un 'autodecisione di alto, i ncontestabile valore umano, politico e storico.
Da li Po po/() d'ltdli11, N 2 58, 25 ottobre 19},, XXII ( w).
AI BONIFICATORI*
Prima di procedere alla distribuzione dei premi che voi avete meritato con le vosti:e fa ~iche. _ assidue e intelligenti, voglio dirvi poche cose e desidero che queste rimangano scolpite nella vostra memoria .
L'anno scorso a questa cerimonia partecipò i l camerata Luigi Razza. Forte combattente della grande guerra, uomo integerrimo della rivoluzione, la sua morte rimane avvo~ta in un profondo mistero. Ma per noi fascisti morire non è morire, quando si muore per l"Italia
Ora intendo dL rivolgere un saluto ai camerat i contadini che combattono in terra d 'Africa. la enorme maggioranza di quei sold1t i viene dalla terra: tanto quelli volontari, come queJJi regolari . Poiché la verità profonda è questa: che mai come ora tutto il popolo ita liano avvertì la giustizia di questa nostra causa.
Voi sentite, o camerati contadini, che io sono vicino al vost ro spirito.
• li 17 o ttobre 1935, 11.fossolini aveva impartito alcune disposizioni a D e Bono circa J'avanzata su Ma.callè ( 29<)). Il 20 ottobre, gli aveva telegrafato, fra l' altro, di occupare tutto il Tigrai sino a Macallè prima delle elezioni ingles i, stabilite per metà novembre (300). ln seguito a consultazioni con Badoglio, il generale si era impegnato per il 10 novembre, ma il 25 ottobre il capo del Governo l'aveva sollecitato ad anticipare al j (301) Il 26 ottobre, a Roma, nella sala Regia. d i pa lau:o V enezia, Mussolini presenzia la cerimonia per la p remiazione di cinquecento capifamiglia rurali, benemeriti della coloninazione interna e dell a bonifica. In tale occasione, dopo la relazione del deputato Nan. nini, commissario per le Migrazio ni interne, pronuncia il discorso q ui riportato. (Da li Popolo d'Italia, N. 260, 27 o ttobre 19_35 , XXII).
Ora vi voglio racconta re un fatto. Stasera, quando tornerete alle vostre case, lo racconterete alla vostra moglie, ai vostri bambini, poi ai pa renti, poi agli amici perché lo sappjano. Dovete dunque sapere che d egli individui, i quali vanno sempre a fruga re tra le vecchie carte, credevano di. farmi un grande piacere scoprendo che, fra i miei lontani nonni, bisnonni e arcibisnonni, ci sarebbero stati dei nobili.
Allora io ho detto: finitela! Tutti i miei nonni, bisnonni, arcibisnonni erano dei lavoratori della terra, e perché non ci foss e più alcun dubbio al riguardo, ho piantato una lapide sulla casa colonica dalla quale risulta che tutte le generazioni dei Mussolini precedenti la mia h anno sempre lavorato con le loro proprie mani la terra.
Ecco perché io vi conosco molto bene. E mi sento felice qua ndo posso scendere fra d i voi, a parla re con \'Oi dei vostri affari, dei raccolti, dei lavori, dell'andamento delle stagioni, quando mi è data roccasione di misurare l a \'Ostra forza , il vostro buon senso, la vostra paz ienza ed il vostro pat riottismo. Poiché siete voi che rappresentate la razza nel suo significato più p rofondo ed immutabile. Voi non fate i" matrimoni misti; i vostri amori non escono dall a ce rchia del v illaggio o tutto al p iù della p rovincia, E quindi quando arrivano le g randi crisi dei popoli, voi non avete dei pt9blemi da risolvere. :È anche per questo, noò soltanto per questo, che io vi add ito alla profonda gratitudine di tutta la nazione.
Ora passerò" a distribuirvi i premi. Questi premi sono modesti. Però, dati i tempi, non sono proprio da butta r via. Ma al <li sopra della somma di cinquecento o di mille lire, quella che sarà in queste buste che noi vedremo fra poco, \'Oi dovete vede rvi la manifestazione della profonda simpat ia che il regi me, nato dalla rivoluzione delle camicie nere, nutre per tutti i rurali d ' Itali a, per i ventiquattro milioni di contadini dai quali sono usciti ed usciranno i milioni di fanti necessari, quando il momento arrivi, a difendere gli interessi legittimi della nazione.*
"' « U~a i;ranJe J imostraiiune ha saluta lo h: parole Jel Duce e la premiazione ha avuto cosi inizio fra fervide e prolungate accla mazioni. Uno dopo l'a ltro, quindi, i cinquecento coloni h.inno sfilato innanzi al Duce, mettendosi sul1"'' attenti! " e salutando romanamente, Ad ognuno il capo del Governo ha consegna to personalmente la busta contellente il premio. La distribuzione du rata a lungo. L'ammontare complessivo dei premi conferiti dal commissariato per l'Emigrazione interna e che costituiscono la ricompensa ai benemeriti della. colonizzazione interna e della bonifica, ascende a lire cinquecentomila. Le zone di bonifica rappresentate erano quelle di Bolzano, di Catanzaro, di Cosenz11, di Fogsia, d i G rosseto, di .Matera, di Pisa, di Potenza, di Rieti, di Roma, di Salerno, d i Siracusa, di Terni, di T rieste, di Viterbo, della Sardegna. Altri duecento coloni dell' Agro
« STUDIUM URBJS » •
Signori! Camerati! Professori e studenti!
Questa che viv iamo stamane può dtfinìrsì un'ora storica, un 'ora <.:hc rimarrà consegnata all3. storia. Rinasce l'Unive rsitl di Roma, evento di straordinaria sig nificazio°'e e portata.
L'Unj,·crsità di Roma è nata il 20 o il 21 aprile ( questa <li ffe renza non ha molta i~nport anza) del 1303, essendo papa Bonifacio V III. Ha quindi seicentotrentadue anni di vita,
Ci sono in Italia delle Università che hanno una a n zi an ità m olto maggiore: ad esempio Pavia, Bologna, Pisa, Padova, N apoli. T uttavia
Pontino d ceveranno il premio, dd comp less ivo a mmontuc di circa due m ilion i, a Littoria, e circa settecento contadini J ella Tripolicania C della Cirenaica saranno premiati a Tripoli ed a :Bengasi. Terminata la prcmia..:ionc e r io rdinati i rurali in .ranghi serrati a l centro della sala, Mussolini [la d i nuovo r ivolto loro la parola. Eg li ha d etto:
t'f " D esidero du<o ra dirvi due parole prima di chiudere queJla cori 1impatira riunion e. S1aura, to rnando alle vostre case, potrete fnteggia,e ltt pn:mia1:.ione hevendo qNal,he bicchiere di vino. State però bene dttenli, perdié ('è u,-, proverbio cht: dice : Chi n o11 beve mai vino è u11 agnello, chi ne beve giu llo è un leone, chi ne bc/'e tl'op po è un mino. Tenetrvi nella mirnrn gi,nta. Poi, pauata la p remiazione, ,,; 11pplidu reu u,hito al lavoro dei campi che vi alJende, cioè alle u m ine Dopo IIJ/ INJ1go periodo' di 1iai1J, qut?Ite piogg it /mmo TJ1u/Jo bene, di m odo che, Je l e 1ta,t;ioni ci 1aranno propizie, l'anno J1roui1110 do 111cm1110 avere u n raccolto u,perh,re a qhello di que1t'am10, in m odo che 11011 d 1arann o p,eouup11zioni da quel/,, parte " , (.Appla u>i prolung,1. tissiini, ca lor osi)." Jfo capito d a quts10 11011,0 applauw ch e come umpre rllJCte le 1urpe groISe ma il ctrvello fino . T ornate tutti al lav(!ro e da/e a tu ffi i v_o!tri rt1-mer11ti ima JenSazÌone. di fie,eua t' di orgoglio. Voi " on Jit'le 1111d categoria di !t'conda claue nella t:ita del//$ nazione. D ovete avert la ro,cienza di q11e110, dovete diffonderla fra t utti i rura/; d 'Italia, INi qNali la rivoluzioml' delle , amide nere. ha co"1ato i&i e conierà dom .dni ", Que5te parole hanno provocato una nuova dimo~lrnZiOfle di e ntuSiasmo Pareva che i rurali non volessero più abbandonare la sala. Rompendo le file, es5i hanno accla mato a gran voce, riempiendo la ula <lì un lieto irago1t e costringendo il Duce, che si era già aHontanato, ,a tornare e frrmar si in mt"lzo a loro». (Da Il Popolo d'Italia, N. 260, 27 ottobre 1935, XXII)
* Il 27 ottobre 1935, Mussolini aveva inoltrato due telegrarruni a Graziani (301). Il 29 ottobre, impazi ente e tutto teso verso la rnffl, aveva ordin ato a De Bono di iniziare il secondo ciclo operativo il 3 novembre O,o t , 302). La mat• tina dd 31 ottobre, a Roma, n el palazzo d ella città universilaria, i naugura la città stessa. In tale occasione, dopo le orazioni del magni6co rettore, P ietro De f'randsd, e ciel ministro dell'Educazione nazionale, pronuncia il discorso qui riportato. (Da Il P opol o d'Italia, N. 26~, 1 novembre 1935, XXII).
seice ntotrentadue anni di età upprescntano un lasso di tempo rispet· tabile.
11 problema del riassetto edilizio dell'Università di Roma si pose immediatamente dopo il 1870. Conformemente alla pratica dei vecchi re: gimi, il problema si trascinò da una generazione all'altra. Si aflacc_iarono delle soluzioni di compromesso, ma poiché neJia vecchia e venerabile Sapientia gli studenti non potevano più esservi oSpitati, i1 problema andava affrontato e risoluto integ ralmente.
Tre anni fa diedi la parola d 'ordine; e accanto alla parola d'ordine i cento milioni. necessari.
Chiamai l'architetto Piacentini, il quale raccolse attorno a sé g li a rchitetti di diverse provincie del Regno; agli architetti si unl uno stato maggiore di valentissimi ingegneri, decine di tecnici, migliaia di operai.
A tutti coloro che hanno tradottò nella realtà dei marmi e delle pietre Ja nostra volontà, va rivolto in quest'ora il nostro saluto.
Ma il nuovo Studi11m Urbis si inaugu ra in un particolare momento della vita italiana Non si può fare una celebrazione come questa, senza inquadrarla necessariamente nel momento storico che la nazione attraversa.
Si inaugura l'Università. di Roma nel momento in cui i nostri soldati , portatori di civiltà, avanzano con il loco coraggio, con il Jom sacrificio, senza chiedere niente a nessuno.
Né si deve ignorare che l'Università di Roma rinasce oggi, 31 ottobre, ment re a Ginevra la coalizione degli egoismi e delle plutocrazie tenta invano di fermare il passo alla giovane Italia deJle camicie nere. Davanti ad un asse-dio economico, del quale_tutte le genti civili d el mondo dovrebbero sentire l'onta suprema, davanti a un esperimento che si vuol fare oggi per la prima volta contro il popolo italiano, sia detto che noi opporremo la più implacabile delle resistenze, la più fe rma delle nostre decisioni.
Voi, ca merati goli ardi, sa rete sulle prime linee. ( «Sì! Sì»). Farete di q uesta, Come di tutte Je Università d 'Italia, una palestra, un baluardo, una fortezza. dello spirito e delle armi , che, quando siano associati, assicurano la vittoria.
QUATTRO NOVEMBRE*
Dkiassettc anni Or· sono, l'Esercito italiano com1uistava, in q uesto giorno, la pill luminosa d elle vittorie, non solo per sé ma anche per gli altri. · ·
Oggi noi siamo tulti impegnati in ~ma nuova battaglia ; ma, poiché il popolo italiai.io è infrangibilmente i.mito ed incrollabilmente deciso, conquisterà ancora una volta la sua. piena vittoria.
DUE VECCHI CONTI **
Avete \·eduto soltanto una minima p arte d elle fo r~c armate di cui dispo ne l'Italia all'inizio dell'an no XIV.
Tali forze, nei loro strwnen ti, ma soprattutto nel loro spirito, sono pronte a difendere gli interessi dell'Jta lia in Afr ica ed in Europa.
In un solo mese due dei vecchi conti sono stati regolati *** : il re.sto verrà.
• Il 1° no vembre 1935, Badoglio e Lcs.!iona erano rientrati in patria. Il 2 novembre, il Co mitato societario d ei diciotto aveva delibera to varie unzioni econom iche contro fJtalia, escluso l' embargo sul petrolio, a cominciare dal 18 dello stesso mese, Resteranno però assen ti dal fronte sanzionista l'Albania, il .Br.asile, la G erma nia, gli Stati Uniti e la Svizzera, La m attina del 4 novembre, a Roma, dal balcone centrale di pala.zzo Venezia, .Mussolini pronuncia le paro le q ui ri portate. (Da li Popolo d 1 fo1/ùt, Nn. 266, 26 7, 26?, 2; 3, 5 novembre 193:5, XXII).
0 & ft(hé i'avesse ritenuto prematuro, D e Bono s i e ra mosso a lla data J ei 3 novembre 193,, e la mattina dcffB novembre le sue truppe a vevano occupatu Macallè 0 02). Ma una n uova sosta era seguita, a causa dello sforzo enorme che: il f ronte avanzato ed a llungato a veva imposto ai servizì logistici. Inoltre, s ul fianco destro dello schieramento, si era creata una situazione pericolosamente fa vorevole ad a ttacchi nemici; tanto che, 1'11 novembre, De Bono nega la pos5ibilità di un nuovo ba lw in avanti fino all' Amba Alag i, chiestogli da Mussolini, il quale pare convincersi a lla sost a· (}02, 303). La mattina dello sleS5o I i novembre, a Ro ma, sulla via dell' Impero, ricorrendo il genetliaco del sovrano, il capo del Governo p.issa in rivisb. le truppe del presidio dell" U rbe, Indi nsiste alla loro sfilata. « Term inata la manifestazione militare, il Duce lascia il luogo d al quale aveva seguito lo sfilamento, e, a cavallo, ripercorre la via d ell'I mpero, sino a palazzo Ven~ia ». Poi, dal ba lcone centra le d ell'edi ficio, alla fo lla ·che gremisce la piazza, ri110Jge le parole qui riportat e. (Da Il Popolo d'/lalùt, N. 276, 12 novembre 193 ), XXJI),
$ Allusione alle conquiste ita liane di Ad ua e Macallè,
LA REALTA
L' Etiopia sinòra avc:va benefic iato del fatto che le sue condizioni interne erano quasj del tutto ignorate dal mondo civHe. Si era paclato di barbarie e di schiavismo, ma la grande opinione pubblica internazionale, dello stato delle cose etiopiche non aveva alcuna nozione, neanche lon· tana e approssimativa. Solo alcuni viaggiatori, missionari ed esploratori , avevano percorso il barbarico ferrito rio, ma i loro studi costituivano una Jctterahtra non molto diffusa. Anche il chiaro libro di Lady Simon sullo schiavismo etiopico, con prefazione d i Sir John Simon, già m inist ro inglese degli Esteri, se aveva interessato le benemerite associazioni antischiaviste britanniche, nari. era st1to evidentemente molto letto da dirige nti e funzi onari.
Ora una buona centuria d i giornalisti <:li tutto il mondo svolge una utile opera d i illustrazione, con chiare testimonianze sulJo stato di sfruttamento, di insicurezza e d i sporcìzia indescrivibile in cui giace l'Etiopia. I giornali di tutto il mondo, che sulla propria testata recano l'i ndicazione dell'anno 1935, devono da re conto d i una situazione barbarica ch e l'America ha supcrato da secoli e l'Europa da millenni, ma che tuttora permane in Etiopia.
Due giornalisti, che in perfetta sicurezza e in buona salute· avevano viaggi ato attraverso altri continenti, sono morti di epidemia in Etiopia , nella stessa capitale, che è una specie dì nuovo fiore paradisiaco, sebben~ pur esso infetto, i'n confronto del le lontane zone devastate dalla lebbra.
Ma una d imostrazi one della lontananza di mill en ni che separa l' Etiopia dal mondo civile è. data da lle infa ntili m enzogne che Addis
A beba diffonde per l'acre. L a rad io, strumento di modernità, in m ano t"tiopica -diffonde nell'universo la mig liore testimonianza della impreparazione grottesca e barba rica di chi si illude di mistificare il mondo a proprio vantaggio. G li ing lesi narrano di un capo zulù, che avendo udito a Londra una. banda mi litare, aveva fallo acquisto de i necessari strumenti, per godersi poi una uguale musica nd proprio lontano paese. M a i musicisti locali avevano ,dato uno spèttacolo e~ilarante. Uguale cosa accade per la radio etiopica. Con i falsi annunci, essa non convince più neanche il pubblico locale cd è causa <li spasso per l'opinione pubblica mondiale.
Addis Abeba, vuoi per radio, vuoi per telegramma, annuncia c he g li ita liani non possono avere liberato sed icimila schiavi, perché t anti non ne esistevano nel Tigrai. Ecco una conferma, diremo, i n termine civi le, <<ufficiale», della esistenza della schiavitù in Etiopia, S(h iavitù
che il Negus aveva assunto impegno di abolire, ma che era stata mantenuta e che solo gli italiani hanno abolita. Addis Abeba tenta d i ingarbugliàre la verità con una guestione di cifre. M a l'Etiopia non ha avuto mai un censimeoto. Invece degli schiavi emancipati. esistono elenchi· nu· merici e nominativi, che l'Italia produrrà, e ciascun schiavo ema ncipato è in possesso d i un passaporto di emancipazione, che costituisce u n titolo di nobiltà e di altissima benemerenza per l'azione civile svolta d all'Italia in Etiopia, malgrado le tavole di un Patto, che, interpretat o a rovescio, portere bbe alla difesa eterna dello schiavismo.
E stata la nciata da Addis Abeba persino l' inaudita fandon ia che le truppe italiane, u manamente generose sino a dividere il pane con gli indigeni, av rebbero violato delle monache copte! Ora sta d i fatto che in Etiopia Je cosiddette monache sono delle vecchie al di sop r:i dei cinquant'anni , e che di conventi in tutto il Tigrai non ve n' è che uno solo, il quale inviò una propria delegazione per fare atto d i autodc~ì~ione a favore degli italiani, delegazione che fu r icevut.\ dalle nostre ::wtori tà e posta sotto gene rosa protezione.
Il Negus, ìl-ludendosi che l'umanità s ia tutta form:ita da ingenui incolti etiopi, os.wa, proprio ieri, affermare, in una intervista con un gior· n:ilc americano, che l'Italia non ha titoli di potenza colonizzatrice,« come è dimostrato d allo stato in cui ha lasciato le sue colonie » .
Non si _potrebbe. immaginare nulla di più grottesco ! La magn ifica. rinascita promossa dall'Italia neJle sue colonie è stata iJlustrata d a d ecine di giorn::tl isti fra ncesi, tedeschi, inglesi, polacchi, cecoslovacc h i, ameri- · cani, in pagine di riconoscimento entusiastico.
Il N egus ha v iaggiato per giornate intere sul muletto e sotto l'ombrello, a ttraverso i deso lat i territori d el suo impero oggi t raballante. Eg li per intei-e g iornate, attraverso magnifich e aut'ost radc, potrebbe viagg iare f ra g ia rdini, aranceti e uliveti, sorti in Africa pe r opera di. un popolo, che batte tutti i primati d el Javoro e che ha abolito la schiavitl1 mantenuta d al societario N egus.
Il mondo ha m oJo di giudica re. E d i ciò basta.
Da Il Popolo d'Itt1li<1, N. 280, 16 novembre 193~, XXH (tv).
ffl" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO•
Erano preunti S. E. Balbo, S. E. De V ecchi, S. E. Pederz oni, S . E . Cia no, S. E. Solmi, S, E. Th11on di R e vel , S. E. Rossoni, S. E. 811flnri11i, S, E. R.!wo, S. E. Marco11i1 / '011. Serena, /'o r,, Morigi, /' on. Ma rine/li, S . E. Tringali, S. E. Volpi, / 1011. M11zzari11i, /' 0 11, Ciane/li , l'nn . A 11geli11i, S . E. De Stejm1i, S. E. Grandi, /'0 11. Fdl°inacci, S. E. Acerho. Segretario, il segretario d el Partito. In ser,,iz i o 11elt'Afrim Orin11ale, S . E. D e Bm10 e S. E. B ollai.
Il Duce ha commemoral o con commoJSe parole il rameraltt A lfredn Rorco, ricordando l'opera da INi daht allt1 legisl11zi()Jie ri 110!11zionarit1 (/(,/ regime,
S. E. fed nzoni , anche a nome d ei cam erati Bal bo, Ciano, M arroni, V olpi, M11zzari11i, Cùmellì e A 11gelit1i ha /elfo la seg11ente m ozione:
« Il Gran Consiglio del faui!mo, rarcogliend o il sentimenlo 1111a11ime del po p ol o italiano, qual e si è m,wifestalo al/ratierJO m1t1 dimo1trazio11e ron/i,ma e imponenle di 110/011/d, di diuiplina e di d edizione ,mol f!tt.1 alla <aÌ11d de/l'/Jalia fascisla, dimoslrazione che mlminò nella. g ra11d ioM adu nata gene rale delle forze d el regime del 2 ottobre, acdama en furiarticamente nel Duce il realizza/o re del SI/premo dirillo d ella 11tni o11e ad aJJict1rar1i in Afrfra., con il vt:lore dei s11oi figli, le ro11dizi o11i ed i mezzi indisp e mabili per la ma vita ed il 1110 avvenire; ed ttfferma rh e /111/i gli ital iani, i11condizio11al a.m ente fide nti nell'opera d el cap o, sono p ronn ad ttf fr o11tare q11a/Jiasi 1t1crificio per rttggùmgert lt mett 11ecnsa rie ».
Il 1egretarfo d el Pal'tit o ha q11i 11di propMlo il .1eg11enle messaggio , d eJli nato alle truppe operanti i n Africa:
« Il Gran Comig lio d el fa u ùmo, i11terp rel e del .se11li me11Jo d el pop olo iJalùmo, fi ero d elle vend i.aie batl aglie, i nvia ,m camera/ neo ralut o nl mnreuirdlo d'!Jalia Emilio D e B ono ed ai combaltenti d ellrt 1mor1a
ot Il 14 novembre 1935, Mussolini aveva notificato a De Bono di :werlo sostituito con Badoglio (303). 11 15 novC'ffibre, convocato in udicrÌza da l capo del Governo, il marescia llo avevi accett:ito la responsabilità dell e · opera zioni militari. Il 16 novembre, in premio d ell'avviamento Jell'impresa, Mussolin i fa promuovere De Bono a maresci:illo d' lta li:i. BD3 , 3fil). I o stt's~o 16 novt'mbre, d alle 22 alle 0.45, presiede la riu nione del Gran Consiglio del fa scismo della · quale !- qui riportato il resoconto. (Da TI Pop ,,/ o d'ltalia, N 281 , 17 novembre 193 5, XXII)
Jt,:1lia fa1cù1,:t che nella impre1,:1 africana portano inia/lo lo spirito originario della rivoluzione e, con le armi liberaJrici, la civiltà immort,:1le d i Roma».
LA mozione ed il mem~ggio sono Jlali ,:1pprovati p er acclamazione. li D11ce ha q11indi fallo un'ampia relazione 111lla situazione della nazione alla 11igilia delle 1anzio11i.
Hanno parlato ml/a reldzione i camerati Ciano, R oJJoni, T haon de Reni, Mm·<oni, De Stefani e M1tzzarini.
Alla fine della dùcuuione, che è staia rù11umta dal D uce, è staia aulamata la mozione seguente:
« li Gran Comiglio del fa1à11no, 1·ùmilo1i a/l',:t11JÌl1igili,:1 della applicazione delle ca.ridde/le "Janzioni" co11tro l'Italia; comidera la data tlel 18 nonmbre 1935 come tma dala di ignominia e di iniquilà nella .rloria del mondo; denuncia le 1a11zio11i, m,:1i primd applicate, come 1111 proposi/o di soffocare uonomicamenle il popolo itali,:1110 e come rm tentativo 11m10 di ,,miliarlo pel' impedirgli di realizzttre i 111oi ideali e difend ere le sr,e ragioni di vita.
« Il Gran Comiglio del fascismo elogia la calma esemplare e la tmare dùciplina con mi il popolo italiano dimo.rtT<I -di euere pienamente comape,,ole della portata storica degli eventi al111ali e lo invita ad opporre (llle sanzioni la pùì implacabile delle re.sislenze, mobilitando, allraverso gli organi d el regime, time le energie morali e le rùor.re malerù,li della 11azio11e,· invila gli italiani ad imbandierare per ve111iq11al/ro ore le case nella giornata di !,medi 18 novembfe,· decide di c01J11orare a R oma, il 1° dicembre, i 11ovanlaq11tJllro Comitati provinciali femminili, di madri e vedove dei cad11ti della grande grurra, per coordinare ed _i11Jemifiri1re la resist enza nella quale un co mpito di prim a linea è affidato alle donne italiane; ordina di scolpire JtJlle case dei comuni d'Italia tma pietra a ricordo dell'auedio, perché resti dommentata nei sècoli l'enorme ingùutizia con111mata contr o l' Italia, alla q11ale l anlo dev e la civiltà di tulli i continenti; rivolge l'e.sp ressione d ella rua 1impati.:i ttgli Slali i quali, negando la l oro adesione alle sanzioni, banno giovalo alla cama della pace, ed interpretato lo 1piri10 dei" popoli.
« Il Gran Consiglio del fascismo è Jicuro che la pro va imminente rivelerà al mondo la virllì romana del popolo italiano nell'a11110 ·xiv de/l'ertt fa.r cÌJJa ».
158" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO•
Erano presenti Balbo, D e Vecchi , Federzoni, Ciano, So/mi, T baon di Reve/1 Rossoni, Buffarini, R.!1J1 0, Marconi, Serena, Morigi, M minelli, Tringali, Volpi, Mtizzarini, Ciane/li, Angelini, De Stefani, Grandi, Farinacci, Acerbo. Segretario, il 1egrelario del Partito. In servizio ne/. l'Africa Orienta_le, De Bono e Bolidi.
I/ . D 11ce ha fatto ,ma· relazione di carallere militare e politico, durata oltre due Òre, ml/,:1 quale hanno parlato Grandi, Federzoni, So/mi, M arconi, Farinacci, Balbo, T haon di R evel
li Gran Comiglio del fauismo ha d eciJo t!i ri11nirsi ,movame nle alle ore.22 di>l 18 dirembre, X IV E. F.
IMPLACABILE E MIRABILE RESISTENZA
Il popolo· italiano mai come in quest'ora avev.t dato dinanzi a lla storia uno spettacolo di unità infrang ibile e d i fermezza granitica. La sua resistenza contro le decisioni illegali, coartate, inique e ignominiose di Gi nevra, è implacabile e insieme m irabile. Nel 1914, 191 5, 1918 era stato generoso e .cavalleresco. L'i ngenerosità e la documentata ingiu st izi:t del 1935 _lo pC>rtano ad una decisione incrollabile.
L'Italia è sta ta nei mìllenrii Ja culla del diritto e l'iniquità di un :i. sentenza che ignora coscienteme nte l'atto circostanz iato di accu sa cont ro la barbarie, che viola le norme di procedu ra, che elude g li organi costi · tuzionali dell a Lega per raggiungere una p arvenza di unani mità a ttr:l· verso H silen zio di giudici sottoposti a minaccia, la offend e nel profondo del sentimento. ·
Contro questa monumentale ingiust izia, tutta l'Italia è in pied i, decisa a llr res istenza ad ogni costo Nessuno si illuda di coa rt are il d ir itto con falsi computi bancari e con bassi calcoli di gretto ut ili~arismo commerciale. L'oro per la resistenza è offerto dalle madri e dalle vedove d egli eroi il cui sacrificio ampliò gli imperi altrni, è offerto da tutte le spose che donano gli anelli nuziali, simbolo di una fedeltà che d a ll a fam ig lia si innalza e si sublima in u na più alta fedeltà a lla pat ria, è
• Tenutasi il 18 novembre 1935 (ore 22,1). (Da 11 Popolo d'llalia, N , 28 3, 19 novembre 19 ~5. XXII).
offerto da tutti i cittadini ricchi. e poveri. G li stess i presuli del clero, che mai furono come ora uniti all'ani ma nazionale, donano Je croci e le collane, simbolo della loro potestà spirituale. !: un'offerta altamente significativa, di piena condanna contro il · crimine che invano si tent:1 c,onsumare contro l'Italia cavalleresca.
Decisa e commovente è anche la res istenza degli italiani residenti all'estero. Milioni di nostri connazionali, offesi nel sentimento nazionale e nel senso innato della giustizia, mandano alla patria lontana fa testimonianza della loro solidarietà.
L' Italia ha le sicure risorse della sua terra, madre· di messi, e di un sottosuolo che sa rà sfruttato al massimo.
Nessuno si illuda di piega re il di ritto e l' ono re d'Italia . Potremo invece attendere che la coscienza universale sviluppi in pieno la sua riprovazione contro il sanzionismo, il qua le sanziona l' economia di tutte le nazioni .e sconvo lge il mondo civile per difendere uno Stato barbarico, che la stessa G inevra h:t riconosciuto doyersi sottoporre a mandato e controllo civile.
Da Il Popolo J_'I1alir1, N 29 1, 27 nO\'{"mbre 19D, XXII ( 111)
370" RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI•
S11 propos/a deJ fap o del Go 11emo, primo ministro, ugretario di Sinio, il Comiglio dei miniJtri ha approvalo i ugnenli pro vndi m euti : Un disegno di l egge con (~ti Ii po,·hmo modift((1zioni all'o,.Ji11anm1to della Commiuione mpl'ema di ·difesa. L'ordinamento del Comilat o deliberativo della Cor,1mirsione mprema di dijeJa vime modi ficato, chiamando a far parie del Comitat o predello, q11aJi membri (011 voto deliberativo, in agg;,mla agli altri mi11iJ1ri1 an che qt1elli /Jer la Grazia e Gi11Jlizia, per l'Ed11cdzione nazionale, per i Ltw ori pubblici e per fa SJampa e la Pro paganda; e, q11ali 11umbri con voto conmltivo, i mare· uialli d'!Ja/ia, i grandi ammiragli, i mareuiali dell'Aria, il capo di Staio Maggiore della M.V.S.N. e l'ùpellore capo per la preparazione , premi.
• Il 19 novembre 1935, all'atto di lasciare l'Italia, BaJoglio aveva espresso a Mussoli ni la. propria gratitudine (361). Il 27 novembre, era giunto in Eritrea, e non tarderà a r iconoscere ed dichiarare, lui pure, la necessità. di una sosta nelle operazioni militari per meglio o'rganiz.zare lo schieramento delle nost re forze. Il 30 novembre, il capo del Governo telegrafa a Badog lio ( 304). Lo stesso 30 novembre, d alle 10 alle 12.30, presiede la riunione dd Consiglio dei ministri della quale è qui riportato il rc-soconto. (Da Il Pnpolo d'ltalia, Nn. 293, 29 5, 29 novembre, I dicembre 193 5, XXII)
/;lare e po1tmilitare della 1Mzio11e Ta le modificazione mirtt ad tJJJicurare al Comilato deliberativ'o il prezioso apporto dell'attività e dell'esperienza delle alte gerarchie predette. ln oltre1 anrh e la segreteria della CommiJsione viene posta alla dipendenza della Presidenza del Comiglio dei ministri, ciò che trova la 11.a gùu1ificazìone nel caratlere di organo inlerminht eriale della CommiJsione suprema.
Uno 1chema di regio decrelo legge inteso ad estendere agli invalidi ed agli orfani e congi1111li dei cad11ti in dip endenza dei falli d'armi per la difesa delle colonie delJ' Africa Orientale, le dispo1izio11i vigenti a favore degli invalidi orfani e congitmti dei cad1tti della guerra 1,azio1ui/e,
Uno schema di regio decreto legge concernente l'isJituzione dt:I m olo organico del personale dirigenle del Consiglio nazionale delle ricerrhe.
·Schema di regio decreto l egge con m i si porhmo modificazioni alle · legf.i 17 nprile 1930, VII!, numero 479, e 4 gi11gnn 1934, X li, numero 950, -s rd tiro a Jt?gno 11azion11/e. Si preriJano e Ji ampli11110 i compili affida ti al tir o a segno nazio mde, con preminenza di q11'ello t"elatiM all'addeslramento della tJMJsa dei premilitari e post militari. Si s,mciue poi l'obbligo della iscrizione di t111ti i ci/ladini d opo il loro cnngedammlo dal servi zio militare e sino all'elà di lrentadue ,:m11;, Schen1tt d i regio decret o leg1:e rig,(ardanle l'esfemione a t rii/i i dipe11de111i statali comandati a compiere voi; per ragioni di Ufl'izio d ella mncesrio ne dell'indennizzo previlegidt o ae rona11liro. li pm,•vedime1110 estende a{ personale civile delle am ministrazioni .rtatali il be11efi.io a1111almente pre1-isto 111 caJo di i,uidenti di 110/0 pe,· i militMi d elle Forze Arm ale dello Stctto.
Uno Jcbema di regio decreto che J/a biliue, pu il per1011ale Ji gm ppo C dell1amminiJ11·azione della .Marina merca ntile, egutt!e trttllamento fi1 · Jttln per i dipendenti d elle altre ammi11iJtrazioni sltt/a/i appttrtenenti allo Jl eJJo gruppo C per qt1anlo riguarda il grado iniziale della carriern, do pa il normale periodo di prova.
Uno srhema di regio decreto ,011/enente n orme per l' utt11azirme de/. l'arlicolo 4 del regio decreto leg1:e 2s ·u11embre 1934, Xll, mo11ero 1697, concernente !11 riscossione dei co11lribflti della U.N.U.C. a me1.20 deg li eJallori delle impo1te direi/e.
Poi, s,, propo1ta del capo del Governo, minhtro degli Affari E.rteri, il Comiglio dei miniJtri ha approvato :
Uno schema di 1·egio derre/tJ per dare eieolzio11e all' flaordn stipulttto, medùmle J{(tmbio d.i nnte, il 16 se!lembre 193JJ Xlii, tra l'lt r1lit1 e l ' Oland11, per lo 11t1bilime11to <li ,ma lin M rii lra.rporto 11ereo fra A m.cter· dam e Milttno .
U110 schema di regio derrel o che dà e.remzione alla C()1111e11zione fra
/'/Jalia e il Perù per lo J(ambio delle sentenze penali, 11ip11lala in lima il 12 luglio 193), Xlii .
Uno 1chema di di.ugna di l egge ptr dttre esewzion e all'ttccordo fra i'/Jalia e il Peni concernente i certificali di a11aliJi dei vini, tt((ordo 1tip11la10 a Lima, mediante mm1bio di n ote, in data 7-18 gi11gno 19351 X/Il.
Uno 1chema di regio decreto che drì eurnzione all'aaordo fra l'I talia e la Spagna, .rtip11lato in Roma, mediante JCambio d i note, in data 7 otlobre 193.5, XIII, relativo all'applicazio11e dell' articolo 8 d el lrallaln di rommercio ilalo-1pdg110!0 del 1.5 marzo 1932, X.
Uno uhema di difegno di legge per dare eumzione """ co1111enzìrme, Jtip,dald i n Romt1 il 29 maggio 193.5, Xlii, fra l' Italia e (1/t ri Stali, per l'u nificazione di alome regole relath1e al JetJlleJ/ro c01uerM · IÌl'O degli aeromobili.
S11aeu ivamente1 dt'II Comiglio dei miniJlri ;0110 ;tali app rovati, J!I propo;ta d el capo d el Governo, mi11iJtro dell'Interno:
Uno J(h em a di decreto legge recante norm e dil'elle t'I co11Jenlire ai Jtmitari t"ichiamt'lli o lra11e ,111ti 11l!e armi o che abbiano conlrallo armol11me11/o 110/011/ario, J; fNtrlecipa re ai (O}l(Ot'Ji p er i po11i di medico o di ,,eferinario ro11do110.
Uno JChema di decretò legge con Cf!i ri d ettano norm e dirette a regolf1 re, m 1111ove b11Ji, il Jer t'izio 1anil11rio per il ;orpo degli agenti di Pubblica Sia1rezztt,
U,10 1chem11 d i decreto co11 mi 1i abbrevia la dm11/a d ei corJi per a!/ievi g11ardie di P11bblica Sicurezza ed (l/lie11i 11icebrigadieri di P11bhli ra Simrezza.
f u u g11ito, il Comig lio dei miniJtri ha approvalo, m pra.po1/a del rap o del G o J'emo, miniJtro delle Colonie:
Un o !Chema di regio decreto legge per la revoca nèi rig11ardi d ell'Eritrea del regio decreto 11 011obre 1934, XII, 11mnero 2042, t h e °e11ende11a a de fla coloni11 le n orm e emanate per il R egno circa la rid11zi one delle Pigioni.
Uno Jch ema d i regio decreto per l'e 1temio11e 11!/a S0mal it1 delle ~10nne relaJive alla dfrciplina dei con/ratti di compravendila degli a11/onicoli ed 11l pubblico regi1tro a11fomobili1tico.
Uno J(hema di regio decreto per la nenzione temporanea deltt'I tas!II di ci,.,o/azione di tiel/t1retle 1111to m obili in Somalia .
U no uhema d i regio decreto che eJ/ende le operazio11i della Crt.rM dì credilo rtgrarìo in Eritrea al credito minerario a11rife ro di potenziam e11lo, allo scopo di fornire all'indmtria mineraria am i/era eritrea i meZZi finanz iari orcorrenli per ,m pi,ì ampio e rap ido 1vi/1,ppo
U no JCbema di regio decreto che approva /'allo 11ggirmti110 al!tt con1•e11zione con la Sorielà A T.I per la ro /J it1azione dei tabacchi del Garian
Uno .rchema di regio decreto pn il condono di penalità d 1i mpo1te direJte, tasse sugli affari e mo11opo!t in libia.
Un o JChema di regio 'd ecreto 111/ lrattamenlo dei reparJi di M.V.S .N. assegnati ai regi Corpi dì t rnppe coloniali dell'Africa Orientale Per ragio 11i d i 1mif ormità si è ·ritenuto op portuno basare il rec/11/amento e il t ra/lamento d el p enonale di delfi repa rti srdle norme in vigore per i ballaglioni di camicie nere permanenti d a !em po esistenti in U bia.
U no schema di regio decreto legge per l'ntensione alle colonie d elle norme d el regio decreto l egg e 28 agosto 1935J X1II,_n1tmero 16 14 , ,·ig1N1rda11ti la cessione dei crediti t1ll'e1Jero,
U no schema di regio d ecreto con wi s'istitrtisce ,ma i 11den11iJà giDl'nalìera d i operazioni per i milildri ind igeni in Jen 1izio in A frica OrienJa!e in mimra variabi le da 11 11 minimo di lir e rma per gli a.uari ad un mttuimo di lire q11aff ro per lo ui10n br1.sri, oltre l e p<1ghe e ùide1111i11) in vigo re,
Un o srhem11 dì regio d errelo che arrordtt 111/a Sorirtà ,monima re· men/i A frica O rientale una ronreu;o 11e ind11.rtriale per l'ampliamento d i ,m a fabbrica di cemento jn Eri/rea.
Uno sch ema d i regio decreto per la e1tem io11e all.:r Libia d el regofame'1fo degli lstiJuJi di pret'e1rzio11e e d i pena d el Reg110,
Uno schema di regio derrelo per l'trpplirazione in Libia di 1mor•e dùposizio11i introdotte nel w mvo l esto tmico delle leggi Janit,uie del Regno. .
U nr, schema di regio dec re/o che fisstl il lrttflam enl o eco nomie() del per1onale della Milizia N azionale d ella Strada de.r1Ì11alo nelle colo11ie dell' Africa Orientale.
Uno srhnnt1 di regi o decreto per il l rr1/l(l me1110 eronomico d el peuo_11ale d ella MHizia Nazionale Fnre1ta!e de11 i.11alo nelle co!nnie dell'A/rira Ori entale.
UnO srh&rntl di regio d ecrelo a mrerrunle il tra/J amenln ec0110mim del perJOnale della Milizia Por/11aria deslinato nelle colonie dell'A frica O,imtale.
I frattamenli .di mi Jo pra 10110 Jla ti determinati per gli 11/firù,li , i,r idenlica mimra di q11tl!i. d ei pa,.i gMdo del regio Corp o 1m ppe del/(1 rolonia, mentre, per i sot111!Jicit,li ed i militi, ,; è riJen11to o pporl t1nn applicare il trattamento per i reali car4binieri nella stessa colonia.
In seguito, s11 proposta del capo de l Go verno1 ministro della G 11erra, 10110 1/ati approvati dal Co miglio d ei minhtri i seg11enli pt'ovvedim enti:
Uno schema di regio decreto legge rn n il q11ale si sopprime il premio di lire t rere,1Jo previJto per i ca,·abiniel'i aflsi!;ari unza 1•i1tcoli di ferme specùtfi e si rid1tco1101 riipellivamfnle, da lire mille a lire cinq11erento e da lire ri11'q11 ecento a lire / 1we11101 i fn emi stabilili per i C(lrahi 11il'ri
t1miliari col vincolo di ve111iqua1tro meSi e per q11elli dei d eJli carabim'eri che chiedano il PaJJaggio ad eff ettivì.
Uno schema di regio decreto legge col quale Ji couse11/e la promo~ ziouc a maresciallo ordinari o ai vicedirettori deJ!e bande preJidiarie di Corpo d'Armata.
Uno schema di regio decreto legge dn aMorizza il fondo previd enza sollufficiali del regio Esercito a concedere ai sottufficiali iscrilli prcJlili ,li limitata miJr,ra ed a m odico in/eresse, allo scopo di a/Jevìare tram i/arie condizioni di disag io finanziario dei sottufficiali di carriera.
Uno uhema di regio decreto legge che iljfula ,dle f abbriche d'armi dipendenJi dal minùtero della G11em1 il collaudo e la p1mzo11alt1ril delle armi, d ei mod elli regolamentari in uso presso le Forze A rmate, allestile dail'indruJria privat,1 o esistenti presso Enti vari,
U,10 uh ema di regio decreto legge che determina il Jrallamenfo econo · mico JpeÌta11U al perso11t1le delle milizie D .l.C.A.T. e D.A .C.O.S . ;n caJo di chiamate alle 11rmi a tempo indctermin(I/() per m obili1az io11e. Oltre til trafltwJen/o ecor.omico fissalo per il perJon,ile del regio Eserà Jo, in egt1ali co11ti11genze, è conccua ai sollf1fjicùdi e militari dì Jm ppa delle milizie
D.l.C.A.T. e D .A .C.O.S. una Jpecùt!e indennità di riaJJolJ,1mento in r:o n· Jiderazioue dt>lle loro /111/'licola ri condizioni d'età e di famiglù1.
Uno schema di ,-cgio decreto legge col q11t1le sì estende i11disti111i1me11te .a /11/Ji i maresc ialli del l'egio Esel'cito la facolttÌ, fin ora co 11ceJsa solo ai marescialli maggiori ed ai mareJcialli rapi1 di sp0Jt1re J enZd limi111zio11e di 11111ncro. Col medeJimo decreto viene disciplùwlo il collocamemo u f ipoJo />cr anzù111ilà di servizio dei 10//11 fficiali, in modo mutlogo a q11eilo Jtabilito per gli 11/ficiali dall'arJicolo 46 del/,1 legge 16 giugno 193 5, X/li, nmnero . 1026. Il lim iJe di v enJi anni di urvizio 11ca1Jal'i a f ar /11ogo aJ collocamem o ,1 ripoJo viene eJ/eJo anche ai JOI · !11/fùiali dei carabinieri reali.
Uno schema di regio decreto legge col q11ale si com enle, in via euezio11t1ic e Jramitori,11 ai brigadieri d ei carabinieri reali inviali o da i nviare in Africa Orie111ale1 di conll'cl /'/'e maJrimonio, sempre che abbiauo p/'esentata la relaliv,1 domanda di contrarre ,natriru onio1 prima d ella deJ/inazionc in A/riC<I O rientale.
Uno Jcbema 1/i regio dure/o legge (be riordint1 il sislem,1 delle nom1e di concesiione degli 1pecùdi premi c1111111/ previsti per gli ufficiali del Ser vizio /emico armi e nttmizioni, del Servizio Jpecialù 1i d el genio, del Servizio a11Jomo~ilùtico e del Snvizio chimico militare, mmch é p,,,i chimici civili, e ue e;tende /,:1 conceuione ai chimici civili ed agli uffiCi01ilt ,1ddeJJi t1i Servizi di artiglieritt e geni o che1 ml disimpegno delle loro <1llr ibuzio11i, Jono - 1ogge11i al rùchio ed ,1/ per icol o derivanti dal UM/U'ggio d ei. 1ouici
U no schema di regio decrelo l egge che, hz applùazione d ell'arJicoio 33 deJ/a legge · 16 giugno 193 ) , Xlll, 11flmer o 1026, d ella norme p er t'impiego degli uffici ali in servizio permanènte effetti vo af f etti d a i 11fermità t emporanee e ricono ;ci111i ìdo n ei a prestare JCrvizio li111iia10 o co11di zio11ato dalle competenti aul o rità sanitarie.
Uno schema di regio deaelo l egge col q1wle si stabiliJce che la retroce:uio11e dal grado dei mil itari d ell'arma dei carabinieri reali ,d pm·i delle condanne inflit1e dai 'J.'ri b1111ali militari o di talune di quelle infli fl e dalt'afltorità giudiziaria ordinaria, co mporta di dirillo la perdila della rafferma e la eliminazione da/J'arma mddetta, Il provvedimenlo chirlrisce che la dùpensa d,d servizi o p1tò esiere t1lltwlt1 muhe dm1111 t c i l co rso d i 111111 rafferma.
Uno srhema di regi o .decrelo legge col qtMle 1i i:1t e11dono be,u-[rri pre11isJi d al pe1111l1imo co m ma dell'art ico/o 44 della l egge 16 giug no 193J, Xli/, numero 1027,· anch e agli 1Jjficiali che abbiano comeg11i l o o co11 Je· g Nau o la p emione o l 'a11tgno rinnovabile di guem , J opo a ver ceJJ'<tlo dal iervi zio p e rman ente effellivo in agg irmla al trattam en/o o rdinario d i quieI_r enza
Uno Jchema di regio JecreJo legge che estende /' obbligo del di vi eJo ,li ditJfllgazione di notizie mili1ttri an che agli apparlenenli alle dilfe f o mit rici di materiale militare, specie p e r q1ta1Jlo riguarda i maleriali i n cosl mzione,_ in e1perime1110, in p rogetto o aflo s111dio, anche se 110 11 presentati ancora all'auto ri tà m ilitdre
Uno Jchema di regio deae/o l egge che abrogti il regio JecreJ o l egge 4 gennaio 1920, Vili, 11111uero 12, w ncernenle norme per la clt11cellat i o11e degli effetti d elle punizi o ni i nflitte ai 101t111Jiciali e militari di tmppa d ei carabinieri reali p erché 110 11 pùì .ÌJI armo nia con le d is po1izi o11i d ei vigelJte regolmne11lo per i do a11mmli cm a fl e riJtici ed estend e l'applicazioll e d el d etto reg olamelllo a11ch e all'arma d ei reali rarabi11ieri .
Unò schema di regio decrelo l eg g e col q tMie, i n comcgtm m t della 11/IOVa ()rga11izz,1zi o11e l errilo riale m ilitare prevista d alla l egg e 3 0 m aggio 193J, XIII, n mnero 9301 vien e l ra1ferila ai Comandi d i zona milit ari ed tti Conumdi di gmppo ,li delle 20 11e !tz potestà disciplinare sui J0/111/ficiali in serviz io effet1it10 a Co rp i o reparli dipendeJlli dai dcli i C o· m andi, no nché stti so111'fficiali in w nged o, i quali sono in f orza ai diJJ retti militari or,i dipc11d enJi d ai Comandi di zona. Si fa eccezione pr:r i soll11fficiali in congedo dell'arma d ei reali carabinieri che rimangono sottoposti all'a11Jorità dei competenti Comandi dell'arma.
Uno sch ema di regio d ecreto legge che fiua le a!Jribuzioui dei gene,.ali coma11da11ti desig nati d ' Armata in relazione ali, nuessilf) d eri Vt1te d ,1 i 1111ovi orientam enti op erati vi.
Uno schenu( di regio d ecreto l egg e co11cer11e11te n orme per I ,{ eJef fl -
zioue d ei contratti di fornil11re prima della regùtrazioue d el d ecreto d 'approvazione da parte della Corte dei Comi. Il provvcdimen/o è J/ato d eterminato dalla n ecesJità relativa alle Jp ecùdi ( Ontingenze a1111ali, di dare pro vviJorìamenle e1ealzione ai contrai/ i ( 011 la mauima urgenza
Uno 1d1ema di regio decreto l egge per J'ùtituzione nei colleg i mili1t11"i di nove posti a retta gr,lluila per il biennio 1935, XIII . 193 7, X V .
li Consiglio dei mi11iJtri1 m propoJ/a del rapo del Governo, m i ni stro per la Marina, ha poi approvato i seg11mli provt'edimenti:
Uno 1the111a di regio_ decreto legge rig11ardt:mte J'iJ1i111.zio11e di 1111 N/ficio di commiuarial o mi/ilare m ariJtim o per l'Africa Orientale, con sede a Maua11a.
Un o Jehema di reg io dare/o legge relativo alla sospemio ne dc:lla JCuo/a di co1111mdo per i lenenti di vascello,
Uno u hema di regio decreto contenente varianti all'ordi 11amc11Jo d el . C.R.E)~-1. ad allo Jlal o giuridico d ei soJJu fficiali della regia M ari na. Le varitmti sono i11 relazione alla ,mova l egge su/l'ava nzamento d egli u fficinli d ella regia Mnri11a 6 giugno 19 35 , Xli!, numero 1404, provv tdendo anche a regolare particolari situazioni.
ALLE DONNE D'ITALIA*
Desidero prima di tutto ringraziarvi per :i.vere a<:colto co n la p iù grande spontaneità e sollecitudine l'appello che il massimo organo del reg ime vi ha rivolto n ella sua recente sessione.
Voi ' avete tutti i titoli e tutti i meriti pe r costituire l'avanguardia Ji quell'esercito femminile italiano al quale il regime ha affidato il compito di reagire con metodo, con energia, con inflessibilità contro l'obbro· brioso assedio economico che cinge l'Italia ,
Il Partito e j[ regime contano q uindi su di voi, sulla vostra sens ibilità, su lla vostra pazienza, sulla vostra tenacia e contano soprattutto su quello spirito di ardente patriottismo che freme nel cuore d i tutte le donne italiane.
Se qualcuno, negli anni g loriosi e tragici della guerra mondiale, quando la dolorosa notizia entrò nelle vostre case, fosse venuto da voi a dirvi che un giorno sarebbe giunto in cui i paesi ai quali avevate o fferto
• A Roma, ,nella sala Regia Ji palazzo Vene:.:ia, la mattina del 1° diccm· bre 1931, Mussolini rice ve le componenti i novantaqua ttro Comitati provinciali femminili. di mad ri e vedove dei caduti della grande guerra. Alle ottocento• cinquanta donne, il Presidente d el Consiglio rivolge le pa role qui riporta te. (Da LA T rib una • Uldea N ttZicmale, N. 288, 3 dicembre 1935, 53').
la g io vinezza dei vostri figli, avrebbero ri forn ito Qi armi csp losiYc i nemici che Jottano contro le truppe i taliane, \'Oi avreste respi nto questa ipotesi come si cerca di allonta nare un sogno malvagio.
Questa è la realtà di oggi. Non è senza emozione che ieri leggevo la lettera della mad~e di Filippo Corridoni , che ricordava il messaggio lanciato dal fig lio, nell 'atto di parti re per il fro nte, all'Un ione sindacale mi lanese : « Andiamo t1 comballere per il Belgio martire, per la Francia i11 va1a, per /il1;ghilterra minacciala.... ».
O ra quelli che noi abbiamo aiutati, congiurano contro· l'Italia. Ma quale è il del itto che l' Italia avrebbe compiuto? Nessuno, a meno che non sia un d elitto partare la civi ltà in terre a rretrate, costru i re strade e scuole, diffondere l'igiene e il progresso del nostro tempo
Non è il fato economico delle sanzioni quello che ci sdegna. Le sanzio ni cronomiche, in un certo senso, sa ranno utili al popolo ital iano. Oggi fi nalmente ci accorgiamo di avere molte più m:iterie prime 4i qudlo che non pensassi mo.
Ma quello c he ci . rivolta nelle sanzio n i è il lo ro cara ttere mo rale. Ci questo ave r m esso su llo stesso piano l'Etiopia e l'Ita lia, è questo aver considerato il popolo ita liano, il popolo che ha dato tant i contributi ali.i civiltà del mondo, come u n oggetto da laboratorio, sul" quale gl i esperti g inevrini possano compiere imp unemente le loro cru del i esperienze .
Anche qua ndo tulto sarà fin ito, il solco che queste n1 ìsure h a nno tracciato nel nostro animo rimarrà profondo .
Non deside ro aggiungere altro perché tutto ciò <.:hc io vi ho detto e potrei d ir vi è già p resente nelle vostre anime. Sono s icuro dle, torna ndo nelle vost re città, voi porterete nei vostri cuo ri <]Uesle parole e le diffonderete ovunque i n modo che esse siano la <<consegna» d i tutte le donne d'ltalia e di tutto il popolo i taliano. >1<
• lnJi_ la baronessa Mctzinger, medaglia <l'oro e Ji.Juciaria del Fascio feinmin ile di P erugia , legge, a nome d i tutte _ le madri e vedove di g uerra, la seguente dichiara-zione: « Le mad ri e le vedove dei caduti nella gr,rnde guerra, ri unilc n ella sala Regia di palazzo V enezia il l '-' dicembre dell"anno XIV, tredicc~imo giorno dell'assedio, mentre elevano un pensiero commosso alla meinoria dei morti, p iù che mai presenti oggi nei loro cuori e in que llo della nazione, esp rimono la certezza che le madri e le vedove dei caduti e Je donne d i tutta l1alia daranno, agli ordini del regilllt', ogni l oro forza e og ni loro mezzo p('rché la patria esca vittoriosa dalla iniqua prova, si dichiarano p ronle a tutti i sacrifici necessari, anche i supremi, e d ecidono di consacra re il prossimo 18 d icembre come giornata della "fede·· per J"off1.1rta alfa patria deg li anelli n uziali , offerta che avverrà simultaneamente in ogni comune d'Italia, attorno ai mon umenti ai caduti o nei cimiteri di guerra » (Da 1...1 T ribuna - L'Idea Nazionale, N. 188, 3 dicembre 1935, 53°). ·
371' RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
S11 propo1ta del capo del Govemo1 miniJtro delle Colonie, il Consiglio dei minùtri ha app roM to uno 1chema di regio decrelo inleJo a riorganizzare l'/J1il1110 colo niale fa.sciJta. L'/Jtit11to Jlèsso, da 1emplice organo di propaganda, viene JraJjormato in organo scientifico e cu/Jurale nello 1pecifico campo colouiale, awmundo co.rì carattere cd a/Jrib11zioni di acct:1demia di JCienze coloniali.
S11((eJ1ivamcnle, il Consiglio dei minimi hà ttpprovttlo, JU p ropo1Ja del capo del Governo, mi11ùtro dell'Aeronautica, i seguenti provvedimenti:
Uno JChema di f egio decret o legge conce~m:11/e fa proroga a /11/1 0 il 1936 di dùpo1izio11i trmuilol'ie rig uardanti il perJonale militare Si dà f,1coltà " ' mi11iJlro dell' A ero11a11tica d i ricoprire, con criterio dùaezionale, i po.rii vaca11ti nei quadri organici degli ufficiali e Jollu/ficùr/i della regia Aero1M11Jica.
Uno J(hema di régio decreto legge che proroga a 11-1110 il 1936, XL V, la dispo1izio11e transitorùt relatù 1a ai titoli di sludio per la nomina a 10Uotenen1e di complemento o a sergente pilota.
Uno Jchema di reg io d ecreto legge con mi JÌ deroga in via lramitoiia nd afame dhpoJizioni del regio d ureJo lègge 24 gennaio 1935, XIII, 1111111ero 3 14, Jtd recfotam en/o e avanzamento degli 11/ficiali. Per Jlraordinarie con1i11ge11ze 1i dà la pouibilitrl agli ufficiali della regù1 Aerona11tica, fin o " /11/10 l 'anno 1936, XV, d i ottenere con deten11iuatc gar,:mzie l ' iurizione n ei qrudri di 11vanzament o ad ftnzianilà e le promozioni, i11J ipe11dmreme11te dal J11p crame11ro dei (OrJi e degli eJdmi preJcritti
Uno JChema di regio decreto comernenle la medaglia miliran: aerondutica di lrmga navigazione aerea , Si modifìca110 le vigenti di1po1lzio11i ci,'Cd il comput o d ell'attività d i navigazio ne agli effeui della conceuione della medaglia.
Uno JChema di diJeg no di legge che app orta modificazioni allo Jlato giuridico della gente dell'aria. L e modificazioni riguardan o il pe;JO· nale dei radioleleg rafùti e il libre/lo obbligatorio della gente de //' arù1 in rt1ppor/o ,,l ./ihrello di lavoro.
Uno JChema dì regio decreto che approva la co11ve11zio11e Ira lo Staio e la Socielà a11onima Nord Africa aviazione per la ceuione al m i -
"' T enu tasi il 3 <licembre 1935 ( ore 10-12). (D;1 Il Popolo d' I1Jù1, N. 298, 4 dicembre 1935, XXII).
, XXVII.
n/Jlero delt'Aero11,1utìca di tult o il materiale mobile, degli immobili e impianti di sua prop_rielà.
Uno schema di diugno ddegge cotuernente agevol11zioni per l'aviazione da turùmo. Le agevolazioni di cui ai dùegno di legg'e riguardano il certificato di navigabilità, il g iornale di rolta, le ricerthe in raso d'imidente di volo.
Uno uhema di regio decreto che apporla eme11dame11li al regolamellto per la navigazione aerea. I nuovi emendamenJi riguardano le prove di p_ilo1,:1ggio per il comeg11imento del breveJJo di pilota di ve: livo/o per trasporti pubblici e la compo1izio11e delle commiuioni esaminalrici per il rila scio dei breveJJ i aeronttfllici,
Uno uhema di regio decreto legge co11cerne11/e le categorie d i cittadini che all'atto della chiamata alle armi dovranno eJure aJJeg nati alla regia Aeronautica. ·
Uno schema di regio dureto legge concernente l'organiro del per1011ale mi/ilare e civile da aJugnare ai reparti d ' impiego ed ai Jer vizi de//'Afrfra .Orientale .
SuffeJJivamente, il Comiglio d ei ministri ha app rovalo, s11 propoJt a del-capo d el Governo, minùtro d elle Corporazioni:
Un o 1rhema di decreto legge con cern ente l'istituzione di 1111 Ente d i diritto · pubblico denominalo Azienda minerali metallici italiani L'Azienda ha lo scopo di pro11111011ere la ricerca e la co/Jivazione dei giacim enti di minerali metailùi.
Uno 1chema di regi o decret o legge wntenente norme pe r J'enra• zione degli oli leggeri deri vanti dal carbo1J fouile. Gli eu,anti d i cokerie e officine e dùtil lerie d i cat rame dovranno t enere in efficienza 1m impianto di d ebenzolaggio adegualo alla tdpacità d i produzione e sara,mo inoltre tenuti ad e.Urarrè un q11a11titativo minimo obbligatorio di o/J lègg eri per ogni tonnel/ala di carb on fouile distillato.
U,io sche111;1. di decreto legge che m odifica l'artic olo 4 d el regio d ecreto legge 24 0/Jobre 1935, Xlll, mmiero 1880, isti1111ivo dell'Ufficio 1peciale dei combr1Jtibili liq uidi. L'Uffici o speciale dei comhrutibili liquidi è aulorizzaJo a valerii de/l'organizzazione e dei m ezzi d ella reg ia Aeronautica, per provvedere ai rifornimenti di o/1 minerali ouorrenti a qriell'a1JJminùtrazio11e, analogamente a quanto è consentilo a/1'11/ficio JlcJJo per il fabbisogno di combrutibili liquidi de/Ja regia M ari na.
Un o ichemtl di decreto legge col quale l'Ufficio per la vendita dello zolfo italiano è a11Jorizza!o t1d adollare Jp eciali determinazioni, per migliorare le partite di zolfo grezzo di qualità in feriore, V engono ino/Jre prorogate al 3 1 luglio 1937, XV, le dispoiìzioni del regio decreto l egge 19 aprile 1934, X li, nmnero 816, relative agli eJJagli d elle zolfare di Sicilia .
Uno J(hema di decreto legge rigtiardante l'lsJÌINJo co1011iero italian o Si apportano Jalune m odificazioni alle norm e conJenule nel regio decreJo legge 3 marzo 1934, Xll1 numero 29 1, per quanto comern e la partecipdzione ali' /J1iluJo dd/e aziende che dedica,10, a11che parzialmenJe, la loro aJJiviJà alla lavorazione del colone, nomhé l'acquisto colleJtivo delta materia p_rima e la Jlla rip_arlizione e i m ezzi o ccorrenti per il raggiungim ento dei fini stabiliti.
Uno schema di decreto legge riguardante l'ordùwnelllo d el C o11siglio superio re delle miniere, Si modifica /'ordinamento stabililo con regio decrelo 14 01/ obre 1926, IV, 1111111ero 1835, per q uanto riguarda Jia le allribuzio11ì che la composizione del C omìglio, Le modificazioni sono stat e de1erm ù1ale dalla necessità di adeguare J'ordi11ame1J10 d el Cousiglio slesJO t1l!a pùì vasta allivilà che il urvizi o det/e m i niere d e ve· svolgere p er la Vttiorizzdzionc ·e lo sfrullameu/o delle risorse dal nostro JOJJOJJIO/o.
Uno J(hcma di decreto legge Jlflla di ff iplina d ella preparazione e del commercio di prodolli alim entari e m ila t11Jela d ella selvaggina e dell'esertizio d ella caaia e p em1. Il provvedimento d à f acoltà ai ministri competenJi di de/lare le norme neceJJarie per aJJicurare l'utiliz. z azione dei p rodotti alimentari e per dare incremenlo alla p roduzione. Uno schema di regio d ecreto legge concernente le sanzio ni da a p, pJicarsi conJro i perturba/ori del mercato delle merci e delle valute. Apposi/e penalità vengono itabilite a carico dei colpevoli "di accaparramento di m erci e di coloro che occnlJiuo le m erci, proprie o altrui, d eterminando art ificiosi aumenti di prezzi o ·tmba11do1 i n alt ro modo, il wncato. Adeguale pem 10110 pure comminale a carico d ei t rasgressori ai di vicJi di im portazione, di e1p.ortazio11e o di com mercio di d ivise o d i val ori
Uno Jebema dì regio decreto legg e per la disciplina d ella raccolta, d cd ricevimenlo e d ella salatt1ra d elle p elli bovine ed equine fresche. Viene regolato l'eserdzio di deJJe aJJività, nell'intenJo di auictl_rare una b110 11a produz i o ,re e 'd'impedire fr odi nel p eso e di consentire u na statistica della produzione.
Un o srhemd di regio decreto legge per il pagam enlo d ei p remi d'assimrazio ne d a parte d ei mobilitati per esi g enze A.frica Orientale medùmJe del ega sug li stipendi e sui salar], Militari ed o perai, mobili-· lttti per esigenze Africa Orientale, lito/ari di polizze di au icurazio11i sulla vita, p otranno pagare i premi, anziché direttam ente atl'!JJituto as1icuraJore, a mezzo di delega sugli stipendi o wlle paghe. L' Ente assiCNratore sarà così Jem,10 al pagamento d ella somma assicurata, ancke se al m om ento del siniitro non abbia anco'ra riJ(OSJi i premi.
U no schema di regio d ecreJo l egge concernente norme · per il co n-
Jro//o 111lJ'applict1zio11e d elle leggi 11d lavo ro, ud/a prei·ide1m1 e JUlla aJJÙ/ e11za ai lavoratori.
infine, il capo del Governo ha pte1e11lato i ugnenti provvedimenti di competenza del minhtero per la S1ampa e la Propaganda:
Uno sche11M di regio decreto legge. relt1tivo alla diHiplina d egli Enli lirici e delle stagioni liriche gesJite dai co11111ni e d agli Enti (111/o110111i. V ~11gimo regolati la p,,rle amminiJlrativa e la parie c1rtùtica d ella gestione degli Enti.
Un o uhema di regio decrdo legge co11cenu:nte norme direi/e a di1cipli11are la vendita e la locazio ,ie degli immobili ,,dihiti ad u so di ,1/bergo Si esleudono e si m igliorano le dùposizio11i del d ecreto 16 gennaio 1921, manero 31, rehttive alla nndila e locazioni di immobili t1dibili ad uso alberghiero.
Un o schema di regio dure/o legge co11cerne111e modificazione all(t legge 26 maggio 1932, X, numero 627, sul creditu ,dberghiero. Si èsten· dono, fino ai 31 011obre 193.5, XIV, le facilit t1zioni gi,i conct!sse d11 della legge.
Uno s chema di regio decreJo legge pe,· la discipliwi delle r,1Jiodif/m ioni al/''aperlo e n"ei p11bblici c1ercizi, effettllate sia dirella111e11/e, sù1 mediante aftoparlallli.
DICHIARAZIONI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI CONTRO LA POLITICA
Le fiere commosse pa role p ronunciate dal camc:rata Ciano, Presidente di q'uest;1 Assemblea, interpretan o indubbiamente e nobilmente i l vostro pensiero.
Nulla vi è .da aggiungere a quanto egli ha d etto cira fa 5uperba mobi litazione moralè e materiale nonché militare del popolo italiano, mobilitazione in atto da l 1° g enna io e culminata nell'adunata del 2 ottobre, quando· vent isette milioni di italiani - uomini , donne e fancìuUi ....:._ risposero con esultante spontaneità all 'appello del regime.
Baste rà ~ichiarare e ripetere un:1. ,,o rta ·l~cr sempre che, quando saremo g iunti al trecentosessantacinquesimo g iorno d"asscdio, noi avremo la stessa volontà, lo stesso coraggio, 1a stessa ddcrmin1zione del primo g iorno. (Vive, generali, prolungate grid a di: « Dnce I D11ce !,>).
• D ichiarazioni fotte alla Umera dei deput:iti, nell a tornata e.Id 7 Jj. cembte 193) (ore D ·D.JO). (Dagli Alfi del Parlamtnlo ittiliano. Cam era dei dtpfltttli. Disrutsioni. Ugisla/Jira cit Stuioni cii. Volume li, pagg. 1894-1 89))
Non v'è assedio che possa piegarci, né coalizione, per quanto nu. merosa, che possa illudersi di -distoglierci dalle nostre mète.
la nostra riunione, che avviene dopo le Sanzioni, mi offre l'oppor· tunità di fare · alcune succinte ·dichiarazioni di natura politica.
In queste ultime ore si è delineato un leggero miglioramento dell'atmosfera e forse una mitigazione di talune disposizioni precon· rette, ma ho il dovere di mettervi in guardia contro ottimismi prema· turi ed eccessivi, («Bene! »).
J contatti di. due esperti non significano un negoziato e nemmeno fa possibilità di un negoziato, e, quando anche un negoziato si in iziasse, non è detto che giungerebbe a felice e rapida conclusione.
Siamo stati anche pubblicamente sollecitati di far conoscere le nostre esigenze inderogabili. Queste sollecitazioni sono intempest ive, perché sino d al I 6 ottobre le nostre proposizioni in nuteria furono fatte conoscere al Governo f rancesc.
Ma . invece di concrete conve rsazioni, so,10 venute Je s:inzioni contro un «aggressore» che le popolazioni indigene aspettavano da lungo tempo ( vive acdamazio11i, applmm) e a ll e quali ha portato i primi element i della civiltà.
Qualcuno ha creduto di mettere in pace la sua coscienza, affe r· mando che avevamo accettato le sanzioni economiche. Ciò è insussistente. Nel mio discorso del 2 ottobre ho elevato una protest1 anche contro il solo « parlare» di sanzioni di qualsias i specie. E q u1nto io dissi circa eventuali sanzioni 'economiche e l'appello che io rivolsi non invano alle inesauribili virtù del pòpolo italiano, avrebbero dovuto servire, caso mai, agli amici quale giustificazione per respingere ogni sanzione ( viviuime acdamaziom), non quale alibi per infliggerci ben quattro simultanei ordini di sa nzioni: (N11ove a((/amaziom).
le nostre controsanzioni sono quindi non soltanto inevitabili, perché non possiamo importare dal momento che ci . è v ietato di esportare, ma sono anche log iche e assolutamente morali come legittima d ifesa, (Vii1i appla1m).
Sarebbe tuttavia ingeneroso da parte nostra non riconoscere che larghi strJ.ti del popolo francese e la quasi totalità dei combatt~nti si sono schierati contro il sanzionismo e le sue eccessive applicazioni. Né possiamo ignorare le manifestazioni di protesta cont ro le sanzioni avvenute nel Belgio e in circoli più o meno ufficiali di altri paesi. Ai Go· verni e ai paesi che si sono s<hierati co ragg iosamente contro l'applicazione dell'articolo 16 va. la nostra presente e fu tura simpatia.. ( V iviJ· .simi, prol1111g,11i applatm).
leri alla Camera dei Comuni è. stato pronunciato un discorso che non può .n~n avere una eco in questa assemblea. Il m ini stro Hoare è
stato esplicito per quanto riguarda l'atteggiamento del suo Governo nei confronti. dell'Italia fascista. Prendiamo atto che il Foreign Office desidera un'Jtaiia forte con un Governo forte, quale è quello fascista ( f'iviuimi1 proltlnga1i appla,m),· un'Jtalia: capace di te nere degnamente il posto che le compete nella Yita dell' Europa e del mondo. .
Da quattordici anni noi lavoriamo per questo.. (Vivi appla,111).
Date le premesse di Hoare, siamo in legittima attesa <I.elle successive conseguenze. Un'Italia non -può essere for te in Europ:i, come Ho:i.re desidera e come noi vogliamo, se non è risolto il probleml della sicurezza integrale delle sue colonie dell 'Africa Orientale ( vive appro1·azio111). non può essere forte se non può dispiegare su territori a rretrati quelle sue capacità di espansione, di popolamento e di inci vi limento che lo stesso Hoare in \IO pr(.'('edente discorso ha chiaramente r iconosciute.
Il ministro Hoare, che ha conosciuto l'Italia in g ucrr:1, h:1 avuto la possibilità di apprezzare le qual ità e Jc necessità v it:1li de1 popolo italiano. Da allora sono passati molti anni, dur::i.nte i qu::i.li, grazie alia vittoria e a lla rivoluzione, il moto della coscienza politica del popolo italia no si è straordinariamente accelerato. Il popolo italiano ascolta Je parole, ma g iud ica dai fatti. (Viviuimi, pml1111gati applatm).
Ora il fatto che si annuncia per il giorno 1 2, cioè J'emb11rgo sul petro lio, è tale da pregiudicare gravemente gl i sviluppi della situazione_.
Come ho già detto alle madri e \.'edove dei caduti, è il bto morale· delle srnzioili quello che suscita Jo sdegno consapevole del popolo ita· Jiano (dpplarw), specialmente quando in altro discorso governativo nella stessa Camera dei Comuni ci si fa sapere che « rimane problematica la applicazione delle sanzioni in un eventuale caso futuro». Or dunque : il codice penale delJa Lega non ha un passato perché durant~ sedici anni non fu mai applicato in casi infinitamente più gravi e ci rcostanziati del ·nostro: . non ha nemmeno un avvenire.
Questo codice penale della Lega delle nazioni, redatto quando e ra ancora cocente il ricordo della guerra, ha dunque soltanto un p re· sente, agisce. so lo « oggi >), solo contro l'Italia, esclusivamente contro l'Jtalia, colpevole di spezzare i ceppi agli sch iavi in terre barbare, sulle quali trattati, diritti morali, s.1c rifici di sangue conferiscono Jll'Italia una indiscutibi le e già riconosciuta p riorità cinquantennale. (ViviIIimi, generali, pro/11ngati appidmt).
La pena di morte, per asfissia economica , decretata dagli um::i. nit:téi di Ginevra, non fu mai irrogata p rima del 1935, non sarà probabilmente mai più tentata e viene soltanto oggi. inferta all'Itali a, perché « pov~ra di materie prime», il che mette a riparo dalle pene del codice g inevrino i popoli ricchi ( aafdmazio11i generali e prolungare) armat i
delle loro ricchezze e d elle maggiori armi che b. r icchezza consente. ( N uovi applanJt) ·
Coloro che hanno messo in moto il più esplosi"o congegno di guerra che la storia ricord i hanno sbagliato nei loro calcoli. Q uando si · è esaminato o ltre Alpe - a tavolino - la maggiore o minore vulnerabilità -dell'economia italiana, si è dimenticato, al di là d e lle c ifre e degli schemi, di tener conto delle riserve materiali di ogni genere che una grande nazione accumula lentamente e quasi inav"erti tamente nel corso dei secoli, e soprattutto non si è t enuto conto dei valori d e llo spi · rito dell' Ital ia fasdsta (prolu ngati applausi), spirito che p iegher à a (lUalunque costo la materia per trarne g li elementi necessarì alla res istenza e alla riscossa (Applatm)
Ho l'impressione che si comioci a riconoscere l'errore compiuto quando - in base a principi astratti, formaliSt ìcamente interpretati, caso classico del s111nmflm j us mmma. iniurìa - si è d ilatato, fino a fargli :1ssumere il caratte re di. una crisi mond iale, uno di quei conflitti colonia li che altn paesi, anche dopo la guerra, a nche dopo la Società delle naz ioni, ha nno r isolto con l' imp iego dell a fo rza, (Vive approvaziom).
Intendo di riaffermare nella maniera più netta che l'epilogo di questa c risi non può co~sistere che nel pieno riconoscimento dei nostri di ritti (appla11u) e nella s:i.lvaguard ia -dei nostri interess i africani . ( Vi· 1iiJsimi appla1w).
Nell'attesa, l'az ione continua in Italia e in Africa, dove fanti e camicie nere, unit i nella volontà, nella fede della rivoluzione, da r:1nno alb patria la meritata e ~ecisiva vittoria.
DJCHIARAZIONJ AL SENATO CONTRO LA POLIT ICA SANZ ION ISTA•
Ringraz io il Senato per l' unanimjtà dd voto e per le eloquent i e s ignificative manifestazioni che lo hanno accompagnate;>.
Ancora una \'Olta questa Assemblea h a dimostrato di essere al·
• Al Sennto, nella tornata del 9 dicembre 1935 (ore 15-15.25), si inizia la JìscU5sione del d isegno di legge: « Conversione in legge del reg io decreto legge 23 agosto 19~5, XII, numero 1683, concernmte l'ordinamento per le spese in dipendenza. delle es igenze straordinarie delle colonie dell'Africa Orien. tale ». Parla ptr primo il senatore Paolo Thaon Ji Revel, il quale presenta il seguente ordine del giorno, sottoscritto da altri trecentonovantu no senatori :
« Il Sen:110 del Regno, pienamente concorde coll'intera nazione nell'incrollabile decisione della resistenza all'iniquo e assmdo tentativo dì piegare la volontà
J'altezza del compito ch e la vita e la storia assegnano alla prog red iente nazione.
11 Senato può essere certo che ,gli interessi africani e4 europei del· l'I taJia saranno strenuamente difesi. (Acdamazioni fragoro se e prol,mgate. Si grida ripet11tamente: « Vit •a ii Dure!»).
LUIGI RAZZA E ALFREDO ROCCO*
11 Governo si associa alle commosse parole che sono state pronunciate da l .Presidente della nostra Assemblea in ricordo dei camerati Razza e Rocco, milit i entrambi fedeli e devoti della c.1 usa <lei regime t della causa della patria.
l e parole d el nostro Presidente han no interpretato il nostro ricordo ed il nostro rimpianto. · .
PRESENTAZIONE DI UN DISEGNO DI LEGGE**
Prese nto alla Camera il diseg no di legge : conversione in legge del regio decreto legge 10 ottobre 1935. XIII, numero 2039, concernente la d isciplina d e lla dezw::cherazio ne del melasso.
dell'Italia; riaffermando la assoluta legitti mìtl dell'azione di difesa e di civiltl intrapresa nell'Africa Orientale per le supteme esigenze di vita, d i sicurezza e di avven ire, r ivendicate dalla stessa a ugusta p:irola del sovrano; dichia ra la p rop ria 1ota l.e solidariell con l'opt'ra del D uct', nell:i. certezza che essa upd salvaguarda.re l'o nore e i diritti d' Italia o, Questo ordine del giorno è approvato all'un animità pe r acd am.nione, I n di Mussolini. fa le dichiwizioni qu i ri por1a1e. (Dag li Afli p(trlamenl(tri della Camera d ei umatod. Dùr,mioni. LegiI/arura XXIX. Senio11e I . VQl11me Il: d:1/ 9 dirnnbre 1935 al 23 111aggiu 1936 - Roma , Tipografia d el Senato, 1936, pagg. ·n 54- 1577).
• Pa role pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornat:i llcl IO dicembre 1935 (ore 15-16.JO), dopo le commemo razioni dei ministri Lu igi Razza e Alfred o R occo fatte dal Presidente dell'Assemblea (Dagli Aui d el Parlamento i1ttliano. Camera dei deputati. DiJomioni. LegiI/a11m, cii. St>uione cit. Volrmu Il, pag 190 1). ·
0 Parole pronunciate alla Camera d ei J eput:iti, ne lla torn:it3 del 10 d icembre 1935. ( Dagli Aui del Parlamento italiano C111nera dti deputali. DiiruJ• 1ioni, LegiJ/111,m, ,i1. Vo lu me Il, pag. 1912).
PANORAMA INTERNAZIONALE
La montatura societaria aveva tentato ,di rìdurre gli inte ressi dell'umanità all'altipiano etiopico e di limitare la storia alle vicende del Negus fra la tenda di Dessiè e 1e capanne di Addis Abeba. Nel volgere di non molti mesi il fa lso incantesimo ginevrino è caduto. Il p anorama rnondiaJe torna ad apparire quale è, vasto e pieno di incogn ite
Il Giappone, profittando a fondo della crisi universale e <!elle complesse ragioni ch e immobilizzano Inghilterra, Russia e Stati Unit i, sottopone al proprio controllo ricchi e vasti territori. L'l concordi a d iplo, matica di tempi orm1i lontani aveva assicurato in Cin::i il regime della porta a perta Ora per quella porta passano le armate giapponesi e i l G overno di Tokio consider:1 il momento internaz ionale particolarmente propizio per esigere una flotta pa ri n <Juellc <lell' i"mpcro britanni co e de lta Confederazione nord-america na, dopo di che l'egemonia n ipponica nei m1ri dell'Estremo Oriente si p otrebbe cons ide rare consolidata e intangib ile. Un tem po l'Inghilterra dominava gli Oceani rnn una Rotta superiore alla somma delle due marine straniere più forti. A W a shington accettò la parità navale con l ' America. Il concentramento c.lelle Ootte br itanniche nel Mediterraneo ha creato nell'Estremo Oriente un « vuoto navale», di cui si cominciano ad avvertire le conseguenze. O gni situazione deriva d a un r apporto· di forze e lo squilibrio navale, determinatosi contro ogni logica per una limitata questione colonia le, era inevitabilmenk destinato a provocare squilibri più vasti.
L'Egitto non gode di una tranquillità idilliaca, 1l Canadà non opi na che pe r sa lvag uardare gli interessi di ras africani schiavisti si debba con• dannare l'uman ità civile a una nuova guerra
N egli Stati Uniti forti corrent i di opinione p ubblica si r ifi utano d i deformare la legge di n eutra lità a favore del Neg us e le collettività italoamericane h anno un'influenza politica ch e non può essere trascurata.
L'Eu ropa ripresenta tutti i suoi mali, adeguatamente tincrud (ti. Se un equilìbrio è stato rotto nell'Estremo Oriente, un equilibrio nòn meno deci sivo è stato sconvolto nell' Europa, che, malgrado tutto e per il bene di tutti, è anche il centro e il cuore della c~viltà.
Si er.a. lavorato d iutum amente, attraverso lunghi anni , per ricost rui re la solidarietà fra le· nazioni, infranta non meno dai trattati di pace che dag li urti di guerra. Roma aveva proposto un P atto a quattro, complemet1tare e non opposto alle solidarietà orientali. Isolatasi la G ermani.i, la soli dnrìetà si rtdusse temporaneamente a t re. Un lontano N egus , che in tutte queste , •iceml e m:tggiori non av rebbe potnt o reclfe l' aiuto d i
un lume, né tampoco di un lumino, riuscì, attraverso i sommi giureconsulti ginevrini, a sconvolgere anche quell'ultima solidarietà.
Domani tutto sarà ·da ricostruire, e i ricostruttori di una nuova Ewopa naturalmen te "?" saranno né jJ N egus, né, per avventura, i suoi esimi avvocati.
Ha. detto Baldwin che fa lega è formata da nazioni fallibili, rapp resentata da uomini fallibil i. .E un riconoscimento di buon senso , Quegli uomini sono circondati da molte macerie. La soliù:irietà e ra stata faticosamente creata fuori di. Ginevra. La Lega ha ottenuto il r.igguardçvole risultato -di sconvolgerla e i dispensatori del premio Nobel n on hanno voluto offendere l'umanità prendendo in considerazione i pompieri incendiari, né i commentatori dell'evangelo wilsoni ano.
Tutto sarà da rifare. E come ne i d iciassette anni trascorsi da VerSl.illes, nulla di solido potrà essere ricostruito nel futuro senza l'Ital ia, nazione di energie indomab ili, che J'iniqua, vano assed io economico dC'Cretato da cinquanta na2 ion i h:i portato orm:ii :ll pi:ino <lelb gr:i nde storia .
Da. li Popolo d'I1alii1, N. 306. 12 d icembre 1935, XXII (w).
INAUGURAZIONE DI PONTINIA•
Camicie nere! Camerati contadini ed operai!
n un grido di gioia e di orgog li o che noi. oggi lanciamo nel cielo d 'Jtalia. Inauguriamo Pontinia, terzo comune dell'Agro redento. Il nuovo comune si aggiunge agli altri settemiJacinquecento della na2ione. Nell'anno prossim o fonderemo Aprilia, nel successivo Pomezia e, qua ndo avremo in augu rato quest' ult imo comune, la gueHa ch e noì abbiamo in iziato ne1I' Agro Po ntino e che abbiamo tenacemente condotto durante questi ann i, potrà d irsi vittoriosamente compiuta. ·
Inauguriamo Pontinia oggi, g iorno .della fede, g iorno nel q uale t ulte ·le feco nde madri d'Italia recano sull'Altare deila patria o attorno ai monumenti dei caduti il !Òro anello nuziale, ma giorno anche di fede del popolo italiano nei suoi di ritt i, giorno di. fede sicura e indefet~ tibile nei d estini della patria.
Da. ciò che :1bbiamo fatto nell' Agro Pontino si può misurare b f~ rza
• D iscorso pronunciato a Pon tinia, i n piazza XXVtll ou obre, la mau in:l <ld 18 <licembre 1935, in occasione dell"in::iugurazio ne della dttl stessa (362) (D.1 1f Popol o d'Ita/ù,, N 31}, 19 dicembre 1935, XXII)
della nost ra volontà e la capacità organizzativa e creatrice della ri voluzione delle camicie nere.
Durante questi quattordici anni del regime abbiamo riscattato terre incolte in ogni parte d'Italia.
Voglio dirvi che noi non man~eremo in terre lontane e barbare i l fiore della nostra razza, se non saremo sicuri che sarà. protetto dal t ricolore deJJa patria. Voglio dire ancora che il popolo italiano, popolo poco conosciuto nel mondo, nel quale mondo circobno ancora i vecchi Juogh i comuni di una falsa letteratura, il popolo i~a~iano, che strappa alla terra con fatica assidua quotidiana il suo nutrimento, questo p opolo italiano è capace di resistere a un assedio lunghissimo, specialmente qu:indo è sicuro nella sua chiara e tranquill a coscienza che la ragione è dllla parte sua, mentre il torto è d alla parte di quell'Europa che negli eventi attuali disonora se stessa.
La gùerra che noi :ibbiamo iniziato in terra d'Africa è unl gueru di c iviltà. e di liber:izione. n la guerra del popolo. Il popolo italiano la sente come cosa sua. :B la guerra dei poveri, dei diseredati, dei proletari. Contro di noi si è infatti schierato il fronte della conservaz ione, d ell'egoismo e dell'ipocrisia.
Noi abbiamo impegnato anche contro questo fronte la. nost ra dura battaglia. E la porteremo sino in fondo. Un popolo di quarantaquattro milioni non soltanto di abitanti, ma di anime, non si lascia impunemente iugulare e meno ancora mistificare.
Sicuro di questo unanime, profondo consenso di tutto il popolo it:iliano, uomini, donne, fanciulli, tutto il popolo vivo nella sua espressione storica ed eterna, sicuro di questo consenso, il regime tirerà diritto.
Non potrebbe è non Wol e fare altrimenti.
n una prova nelJa quale siamo impegnati tutti, dal primo all'u ltimo, ma è una prova che colJauda Il virilità .del popolo italiano.
13 una prova, o camerati, d alla quale certissimamente usciremo vittoriosi.
Ci vorrà del tempo; ma quando si è impegnat:l una lotta, camer:lt i, non è tanto il tempo che cont1, ma la vittoria.
159" RIUNIONE
DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano preunJi D e Bono, D e· Vecchi , Federzoni, Ciano1 Salmi, Di Revel, Rouoni, B11ffa rini, R11110, Marroni, Serena, i\1origi, M arin e/li , T,·ingali, Volpi, Muzzt1rini, Ciane/li, A ngeli11i, De Ste/m1i, Fa rinarci, A cerbo. Segretttrio, il segretario del Partit o. A sunti gimtifirati Balbo, Grandi, Bottai.
li Duce, interprete dei .sentimenti del Gran Comig lio del faui,m o, ha rivolto un sa/1110 al ,nareuiallo d' Italia Emilio De Bono, il mi no m e è legato alla rico11q11ista di Ad11a e d i Marallè.
Jt Gran Co"miglio del f ascÌJmo ha q11i11di e1mnint1lo /11 si11111zio11e polirita in rdpporto alle propo11e franro-inglesi.
H a11110 parlato De Stefani, V olpi, Staraa, Federzoni, D e Bono, Acerbo, D e V ecchi, Farinaui, di ReNI, Cùmo, B11lf11ri11i.
160" RIUNIONE
DEL GRAN CONS IGLIO DEL FASCISMO**
Erano presenti De Bono , De V ecchi, Federzoni, Ciano, So/mi, T htio11 di Revel, Ros10ni, Bnffarini1 R flsso, Marconi, Ser ena, i\forigi, /1:lririnelli, Tringali, Volpi, j\fozzarini, Ciano, A11geli11i, De Stefa11i, hll'inacci, Acerbo. Segretario 1 ;} segretario del Partito, A ue11ti gimtifirali B11lho1 Grandi, Bollai ,
IJ Gran Comiglio del fasriJmo ha naminato la sit1111zio11e pol itir11 qfla/e .s/ i determinata dopo il rip11dio da parte inglese delle p ropo1te di Parigi, dotmle a iniziati va della Pranrùt, propo.ste che il Grnn Comig lio del fasci.smo aveva .1011opo.11e ad ampio e.Jmn'e _ nella riunione del JR dicembre.
P. slato· qNindi approvalo per acclamazio ne il .seguente ordine de l gio rno:
« li Gran Comigli o del fa.sci.smo rom/ala che, di fro11Je al _diw,ie11Jamento e alle wntraddizioni m anifeJ/e 1Jel!t1 crmdolla dei paeJi J,mzio-
• Tenutasi il 18 dicembre 1935 (ore 22-1) (Dl TI Pop olo d'lt1tlia, N 313, 19 d icembre 1935, XXII).
u T enutasi il 20 dicembre 1935 (ore 22· 1). (D:t li Po polo d 'l1alii,, N . 3 16, 22 dicembr~ 193), XXII).
11ùli, il popolo itttliano resta i ncrollabilmente concorde n elltt difesa fermiuimtt del p,.oprjo dfrillo, offrendo col plebiuilo de/l'om la _ prova imponeJl/e della ma vo/011/à d i resistenza e di villoria; invia it suo sa{1110 fidente ai soldati e aile camùie nere che rombtttlono valorosamente nell' Africa O rienlale per la cat/Ja della civiltà e per le supreme esigenze di siC11rezz11 e di avvenire d ella 11az;o11e,· afferma che l'azio11e delt'l talù1 faiciita pro.reg11irà con injleJJibife derisione per il m:ceJSario raggiungimento delle mèlè seg nal e dal D11ce al destino della patria».
li Gran Comiglio del fascismo ha i11Ji11e preso conoscenztt della seguente dichiMaziOne presentata dal camerata Volpi:·
<< Le Confederazioni fasciste degli industriali, degli agricoltori e dei /(lvoratori dell'industrit, e dell'agricoltura, sicure interpreli di tulle le u1tegorie dei datori di lai·oro e dei lavoratori i nquadrale negli organi si1Jd.1Cflli d el regime; 11/]emumo, dopo 1111 mese di assedio economico, che lo 1pirilo di diuiplina e la 110!011tà Ji resist enza d elle /Jlt1JJe organizzate si comolida110 col prolrmgflrJi del v,1110 te11/alivo di sofforammto; dichù1rano che i produttori italiani colgono l'occt11io11e delle contingenze ,11111t1!i per realizza re 11cl paese una sempre m aggiore a11tarchia economica rhe li svinwli fll llM.IIimo d a fo rme d i ,me,-vime11/o dall'esi ero, gra vemenle pregiudizievoli della libertà e dell'i ndipendenza del popolo iJaliano; si propongono di inJe,uifirare la propria attività nel se/Jore dell'azione predisposta e direi/a dal P.N.F particolarmente nei riguardi della disciplina dei costi e dei prezzi, .::zione vivti, rapida e concreta, che pole11zir1 il !Ìslema corporalivo ed eq11ilibra la politica economica in q11esto decisivo momeuJo » .
CON IN FLESSIBI LE DECISIONE
le proposte di Pa rigi erano siate sottoposte ad ampio esame dinanzi al Gran Consiglio del fascismo nella riunione del 18 dicembre. Ma il ripud io di esse da parte inglese ha determinato una situazione politica nuova. Come è precisato nell'ordine del . giorno del Gran Consiglio, « i l popolo ita liano resta incrollabilmente concorde nella d ifesa fer_missirna d el proprio d iritto» e « l' azione d ell'Ita lia fascista prosegu irà con inflessibi le decisione per il n ecessario raggiung imento delle mète segnate dal Duce a l destino de ll a patria ».
In mezzo al disorientamento ge nerale dell' Europa, la nostra nazione è la sola che non soffra di crisi, morali. Essa sente di avere p ieno d iritto cd ha precise, inoppugnabil i rag ion i pe r proclamare, d inanzi all'umanità e di nanzi alla storia, che il torto è tutto dalla pa rte deì suoi nemici.
1. - la sentenza d i. Ginevra è u na colossale frode g iuridica, L'Etio-
pia è responsabile ,di un lungo elenco di aggressioni, provocazioni e razzie « in territorio italiano» Non può dunque minimamente parla rsi di « aggressione italiana », e tanto meno di « aggressionè Ìlon provocata». Domindiamo quale ministro responsabile, in buona fede, sul proprio onore, possa accusare l'Ita lia .di (< aggressione non provocat a». La stessa Lega, sul fatto delle pcovocaiioni etiopiche, non si è pronunziata. Non ha osato negarl~, né ha voluto ammetterle. Del memoriale italiano, documentato, circostanziato, inoppugnabile, non si è tenuto conto.
2. - 11 voto di Ginevra fu ottenuto con pressioni, minacce e ricatti . la sovranità popolare delle varie nazioni fu violata, Ja libertà dei Governi responsabili coartata. Lo stesso dimissionario Hoare ha avuto elogi per l'opera assidua svolta allo scopo di trascinare cinquanta Stati alle sanziom, il che comprova l'effetfrvo ricorso a procedimenti coattivi, senza di cui le sanzioni non sarebbero state varate.
3. - L'Jngh ilterra, per impegni d·onore regolarmente sottoscritti, è ten uta a riconoscere i nostri diritti d i priorità colonia le in Etiopia. Quando si. parla di « rispe tto ai trattati» e di « impegn i d"onore », non si può fare il silenzio sugli obblighi sottoscritti dall'Inghilterra a favore dell'Italia.
4 . - L'Jnghilterra, che ha assoggettato, con regolari spedizioni m ilitari, enormi territori in ·tutti i continenti, non ha alcun diritto morale e storico di condannare l"Italia per una lontana operazione di sicurezza coloniale.
5. -L' Italia ha -diritto di lavoro e di vita. Se i nostri fanti, i nostri ingegneri, i nostri coloni portano la civiltà in Etiopia abolendov i Jo schiavismo, ciò costituisce per noi un alto titolo di benemcreòza:
6. - Le Sa n:z:ioni contro l 'Ita lia e l'i nvio di munizioni dum-d11m a favore de ll' Etiopia disonorano 1a ·vecchia, gelosa, esosa ed ipocrita .
Perciò l"Ita lìa tira di ritto verso il proprio destino. Essa s i batte per una causa di civiltà.
L'Europa, per contro, è disorientata. Pa rtita da una falsa promessa e da una sentenza fraudo1e"nta, è oggi irretita entro una catena d i errori . La prima colomba lanciata a volo .Ja un ministro è stata furiosamente abbattuta dai colpi dei sangUinarì paci fisti.
Ma, dopo che tutti a Ginevra hanno riconosciuto la necessità di sottororre a mandato la ba rbara Etiop ia, nessuno ha il coraggio di d ich iarare apertamente che l'Europa dovrebbe dsere incendiata perché si vuol negare all'Italia quel mandato civile.
Da li Popolo d'llalia, N. 316, 22 dicembre 19'3:i, XXU ( w).
PREFAZ IONE A « I FRATELLI FILZ I » *
N el cieJo della patria, lungo i secoli della sua g rauJe storia, g rande anche q uan do l'unità non esisteva, ci sono le costellazioni dell'e roismo: ci sono famigl ie che hanno avuto dal dest ino il privilegio e la g loria di d are tut ta la prole in olocausto, nel combattimento o nel martirio. Si pensa, durante il Risorgimento, ai Calvi del Cadore o ai fra . telli Cairoli; nell 'ultima vittoriosa guerra, ai Salvion i d el Can ton Ticino, ai De 'Berna rdi d i Milano, ai Filzi d i Rovereto.
11 presente volW11e è d edicato sopiattutto a Fabio e Fausto· Filzi , caduti entrambi per il riscatto della loro terra e per il trionfo delle armi italia~e. L'uno al supplizio nel Castello del Buon Consig lio, l'altro nel· l'assalto di Monte Zcbio; entrambi con fessori magn i6ci ·della loro fede. Le pagine che se.guano vi afferrano e vi commuovono. Le scene tragiche sembrano p assare sotto al nostro sguardo e soprattutto colpisce, amici e nemici, il contegno i ntrepido d i Filzi e di Battisti. Non u n attimo di de· bolezza, non una parola incerta, ma la ri affermazione esplicita, solenne, sovrwnana d ella propria _fede. Gli stessi g iudici devono inchina rsi e in cuor loro ammirare.
11 libro che si pubblic.a a cura d el Direttorio nazionale dell' Ass.ociazione volontari della g uerra 191 ::i·l9 18, merita 1a più grande d if· fusione, specie tra le giovani generazioni del fascismo. :e un viatico di forza e ,d i grandezza . MUSSOLINI
Roma, 24 dùembre X I V E. F. { 193 .5}
372" RIUN IONE . DE L CONSIGLI O DEI MIN ISTRI • •
Il D11ce ha riferito al Consiglio dei ministri 1111/c ultime fa Ji della si111t1zione politica internazionale, e, aaen nando alle propo1te « provvisorie» di Parigi, ha IOllolinealo che eue erano ben lungi dal soddi1/are le n igenze minime de/1' / talùt, 10praJJullo dal p1111Jo di viJta della Jicurczza de/le frontieYe e dei sudditi italiani,· proposte fatte, comunq11e1 cadere fino dalla loro pubb!icttzione, ben prima che il Gran Comiglio le potesse, a norma della sua legge co1tituti va, prendere in uame.
• OSAI.E A M8ROGE'l"l'I - I fratelli p;lz; - Va\Jecchi, Fireru:e, 1935.
•• Tenutasi il 30 dicembre 1935 (ore 10-12 30). ( Da li Popolo d'llalia, N. 324, 31 dicembre 1935, XXII)
Le caU5c del fallimen to di tale tentativo sono tutte da rice rcare olt re le front iere d' Italia, come si comincia ad ammette re ovunq ue dagl i uomini in buona fede.
Il Duce h a quindi ampìame!lle illmtmto e d ocumentat o la siJuazione militare in Erit rea i n S omalia, con particolare 1·iguardo all' Eritrea, d ove Je 1101Jre tmpp e si èonceniran o e raff orzano J11lle posizioni raggirmt e, le quali d irta110 in taluni p11nti oltre cento.sett anta chilometri d alla -vecchia frontiera
Questo rapido sbalzo, compiuto nei primi trenta giorni, _impone, ora, un comp lesso ed imponente lavoro dì sistemazi one logistica, che deve ga rantire, servire e facili tare l'ulteriore movimento d i una massa di soldati ed operaì d i alcune centinaia d i migliaia di uomini.
Ogni guerra, specie coloniale, ha le sue pause assolutamente ind ispensabili, specie q uando si tratta di o rgani zzare logisticamente una regione difficile e montuosa quale il T igrè, Ja cui superfic ie è Wl S ettimo d i quella totale dell ' It alia e che dista oltre q uattrocento chilomet ri d alla base di Massaua.
N ei recenti scontri del 15 dicembre e del 22 ,dicembre, i p iù importanti d all'inizio d elle ostilità, le trup pe nazionali ed eritree hanno dato prove superbe d i _ ardimento e di valore.
Jl morale e lo stato .fisico delle truppe sono ottimi.
·Il Duce ha fornito al Comiglio d ei ministri, attraverso i rapp orli dei p ref elli delle novantaq11a11ro provincie d el Regno, dati s/aJisJici ed episodi com moventi della raccol ta dell'o ro nella « Giornata d ella fede» ed il/111trato it carattere plebiscitario di q11e1ta manifestazion e, uscita sponta neamente e q uasi ano nimamenJe dal grande cuore del popolo.
Il DtJce ha el ogiat o l' op era dei segrelari f ederali e quella d e//"e donne d ' llalia, prime nel f ervo re paJrioJtico, g11idat e in ogni com11ne dalle m adri e ndove d ei nostri gl oriosi cad11ti.
Pe r rj 11anto riguarda la loJJa contro l'aJJedi o economico, il _ D uce ha d ocmnentaJo che eJJa p_rocede serrata su 111/Ja la lin ea, con l' effetti va, quotid;·ana collaborazione d ei f aJJo ri d ella prod11zi one e dello scambio.
Davanti all'alto civismo delle categorie agricole, indw triali, commercial i, non vi è stato bisog no di provvedimenti legislativi speciali, né se ne prevedono nel fu turo.
Le g randi organizzaz ioni, i Comita ti tecn ici corpo rativi, p reparano cci attuano lo sfrutta men to al massimo di tutte le riserve e le risorse nazionali, mentre la scienza chimica italiana e la tecn ica trovano succedanei per molte materie prime st ranie re.
Il lavo ro delle corparazio ni è st renuamente orientato verso il r agg iungimento di questi obiettivi .
Tale lavow sarà accelerato nelle prossime settimane e culm inerà
nella grande assemblea nazionale delle ventidue corporazioni, fissata alla fine di febbraio.
JJ D11ce ha q11indi ragguagliato iJ Comiglio dei ministri ;u ta(,mc utùme. di ordine mil!lare metropolitano e mlio sforz o richiesto ed olle· nuJo dalle industrie di guerra poste soJ/0 la direzione del CommiJSa· tiato per le f11bbricazio11i di g1terra, rni pre1iede, con l'e;perienza e /'al · lività ov11nq11e note, il generale Dallo/io.
Infine ·ha rifei ito sui recenti accordi di carattere finanziario co11d1ai fon l'Awtria, l'Ungheria, il Belgio, la Svizzera e la Germania, ed h a esposto le direllive impartite all,1 delegazione italiana alla conferenza nai•ale di Londra.
Indi il Comiglio dei ininistri ha app~ovato i seguenti provvedimenti , JII propo~la d ei capo del Governo, ministro d eg_Ji A ffari fat eri:
Uno Hl~ema di regio d ecreto che stabiliu e il. prograll!ma dell' esa me di concouo al g rado di archi vista ed apporta modifiche al prog ramma degli esami di am mùsio11e alla carriera d'o rd i ne del ministero d egli l:.Jteri.
Uno 1chema d i rf!giò decrel() p1:r dare esecuzi one alla co11ve11zio11e addizionale t r,1 l ' ltt1lia e il B elgio, stipulata in Roma il 2 dicembre 1935, XIV, per estendere alle colonie ed ai possedimenti italiani da una parte, e a quelli belgi dall'altra, fa convenzione di es/radizione ila/o . belga del 15 gennaio 1875 e le convenzioni dd esM addizionali
· Uno-schema di feg io d ecreto legge che dà esewzione all'accordo sii· pulato, medi,mte u ambio di note, fra l'Italia e l'Austrù, il 17 dùembre 1935, XIV, concernente il traffico di confine del piombo meialtico .
Un o schema di regio d ecreto che 11pprova l't:1.cco rdo Ira l'lta!ia e l'A11stria per regolare i pagamenti reciproci stip11lati in R oma il 17 dicembre 1935, XIV .
Uno 1chema di regio d ecreto legge per dare nemzione a/t'accord o .italo-germanico, stip11lato in Berlino il 20 dicembre 1935, XI V , medianJe scambi o di not e, concernente il regolam e nto dei pagamenti.
U no Jcbema di provvedimento che dà esernzione all'accordo tra l' Ila· lia e la Svizzera per regolt:1.re i pagamenti reciproci stipulato ù1 R oma il 3 diambre 1935 , XIV,
S11 prop osla del capo del Governo, ministro dell' l nlerno :
Un diiegno di legge con mi si stabilisce iJ trauamento ero nornico dei sani/ari condo/li che, do vendo essere collocati a riposo al com piment o del seJJantacinquesimo anno di età, ai semi dell' articolo 364, primo romma del tes10 1111ico delle leggi sanitarie, non h anno ,1.11cora raggiunto il limite minim o per la liquidazione della pensione,
Uno schema di reg;o decreto legge ron mi, co tl la parie di paJ rim o• nio delle reali basiliche paltlt i ne pugliesi riserr1.11ta per fini laici, si i sli·
H . - xxvn.
1uùce l'Ente morale Opere /aùhe palatin_e puglie1i (ude in Bari), alfi· d ando ad esso la ge1tione d el Reale ricovero « Umberto 1 >> i n A cquaviva delle Fonti, n onché l'amminiJJrazione della regia Scuola tecnica a i11Ji. rlzzo ind,mriale « Umberto I'>> in Bari.
Uno J(h ema di decreto legge recante n orm e per la 1istemazio11e in organico per i .brigtldieri e vicebrigadieri di Pubblica Sicurezza al/ualmenle fuori quadro.
Su proposta del capo del G overno , ministro delle Colonie : Uno schema di regio decreJo contene nte provvedimenti dire/li a 1viluppare la colonizzazione indigena i11 Libia. L'azione del Govemo faHÙla nel selfore economico agrario in Libia non è soltanto direJJa a promuovere la colonizzazione d emografica italiana, ma anche ad i11cre· mentare quella co mpiuta ad opera delle popolazioni focali. Il provvedimento mira a 1tabilizzare i co/Ji vaJori indigeni m edianJe la conceJJi one, per iJ miglioramento agrario, di lotti di tef'reni, perJinenJi t1l patrimo• nio della colonia.
Uno 1chema di reg i o d ecreto rela tivo al t ra/lament o al perJonale d i ,:110/o che dalla colonia si reca nel Regno in occasione di. esami di promozione Vengono adeguate al caJo particolare l e norme gemm:1/i 1tabi· liJe per il R egno1 in materia di miJsioni p e y esami di prom ozioni, d allo 1tato gù1ridùo degli impiegati ci vili d ello Stato.
Uno schema di regio decreto relativo a/l'e1tensione alle colonie d el regio decreJo 20 agosto 1923, l, num ero 1880, contenente diJpo1iz io11i per la chiamata in urvlzio d egli appartenenit alla A1ilizia V olontaria per la SictJrezZII Nazionale.
Uno Jfhema di regio d ecreto ch e eJenta, per dieci anni, i redditi di eJercizio d e//'A.G./.P. prodolli nelle colonie da/l'impoJJa di ricchezza m obile.
Uno schema di regio decre/o relativo a/J'e1tensione all'EriJrea e alla S omalia d el regio decreto legg e 27 giugn o 1935, XI V, n11mero 1217, (omenent e di!posizioni suJl'aJJegno bancario, 1uli'aJJegno circolare e su a/c1111i #tali Jpeciali dell'Istitut o di emissione d el Bànco ·Ji Napoli e d el Banco di Sicilia. (.+)
S11 pro'posla del capo del Go ve rno, ministro della G11erra:
Un diJegno di legge concemenle provvedime1lli pey i 1011ufficiali e militari di truppa dei carabinieri reali. JJ provvediment o iJtituisce l'avanZfJmento a 1celta 1pecia/e per i 10/Jufficiali dell'arma 4ei carabinieri reali, eccezione fatta per i marescialli d'alloggio, allo scopo di auelerare l a carrie ra di qnel/ì particolarment e meritevoli . Prevede inoltre la possibi lità di so spendere dal servizio i JOIIJJ{ficiali e militari di truppa dei carabinieri reali solloposti a giudizio P.enale e non detenuti, di riaJJ11m ere e JraJle · nere in Jervizio, fino al raggùmgimento del trentesimo ,mno d i servi zio
effetti vo, i so1J11fficù1li ed appuntati muJictmli, di Jr,:;JJenere alle armi, /ind al lre11tacinq t1eJimo anno di urvizio, i mdreuù1lli maggior~ de1tinati a carirhc spec(ali.
Uuo schema di regi o decreto l"egg e che aggiorna le norme J!lll'a vanzamento del regio Esercito, precùand o che per la promozione al grad o di sergente magg;ore occorrono almeno tre anni di servizio e/fetthlo alle armi, di mi due col grado di sergente.
Uno sthema di regio decreto legge che comenle il richiamo in u:rvizio di militari iu congedo dei carabinieri reali provvùti di pemione vitalizia o d 'impiego civile dello Stato.
Uno scbema d i regio decreto legge che estende agli uffidali della Milizia NtJ.2io11ale Fore1tale e della Mili2ia della St rad,, le disposizioni stabilite per gli u fficiali delle altre Forze Armate relativamente al matrimonio e pre vede agevolazioni p er a/cline categoria di ufficiali circa l,1 coJJ ituziont d ella dote.
Uno sc/Jema di regio d etreto legge che tt"J11Je1J/e per gli 1tffiriali delle Por;e Armate che si trovano in Africa Oricn1ale la rùmo vazio11e dei rtgì auentimenti per contrarre matrimonio senza costù11zio11e dellrt prescritta rendila dorale.
Uno schema di regio decreto legge che provvede- all'at1mento delle indenniJà coloniali per gli nfficiali e marescialli delle di visioni metropo. Jitane mobilùate e dùlocate in Libia.
Su proposta del capo del Governo, minist ro della M arina:
Uno Jthema di disegno di legge relativo al/'iJtiJuzione i 'una CaJJa sottuffi(iali della ,-egia Marin.1. La CaJJa ha lo uopo di corrùp ondere ai soJJufficiali di carriera della regia Marina, all'alto della l oro ceuazione dal servizio, u n premio di previde1iza, che, in taIO di morte del sottuf ficiale, è riversibile alla vedova od agli orfa ni.
Uno uhe ma di regio decreto circa l'estensione ai soUocapi e comm1i della regia ,M.arina dntinaJi in Afric.t Orientale del trattamen to econo · mico prevÌJlo per i militari d el regio Esercito dal regio decreto 17 ottobre 19J5 , Xlii , numero 2-013.
Su propo,ta del capo del Governo1 minisJro dell' AeronaJtJica:
Uno JChema di regio decreto per il cambiamenlo ·della denominazione del Reale aero club d'Italù1 in Reale unione·naZiomtle aero11dfltica.
PREFAZ IONE A « GIGI MAINO » •
·1..a morte drammatica di Luigi· 1'-laino appartiene alla serie degli e venti che più mi hanno rattristato in questi ultimi tempi. Giovane di anni, esuberante di entusiasmo, ardente di fede fascista, contro d i lui il gioco del destino è stato particoJarmente crudele, speziandogli la vita lontano dalla patria, nella anonima cabina <li un transatlantico, lon tano dai .suoi, lontano dalla moglie, che oggi ha raccolto in questo volume ricordi di lui e testimonianze di, coloro che lo conobbero e lo amarono, lo lo conobbi quand'egli , appena uscito dall'adolescenza-, si gettò allo sbaraglio nelle prime lotte per il fascismo. L'aspetto fisi ço e ra in piena armonia con la sua natura di idealista. Lo squadrismo comasco e lombardo lo ebbe fra i suoi animosi. Dopo la marcia su Roma, egli rivelò a ppieno le sue qual ità di scrittore, di organizzatore, _ di animatore Più che una speranza, eg_li, apparteneva alla categoria dei fascisti che sono, per preparazione, volontà, probità, la certezza del regime.
. Lavoratore, non lilisurò mai i tempi della sua fatica. N el desider io di b ruciare le tappe, bruciava se stesso. Forse n egli Stati Uniti eglì b ruciò veramente se stesso, sottoponendo il suo organismo ad uno sforzo più che umano. La Dante d e_ve in gran parte a lui il nuovo vigore che le circola ndle vene. Fu Maì no a tonificare questa gloriosa istituzione, che i vecchi dirigenti avevano tenuto un po' discosta dal fascismo, mentre M aino ne attuò la necessaria fascistizzazio ne.
Le camicie nere d el Fascio di Como debbono onorare 1a memoria Ji Luigi Main o, u no dei fondato ri del Fascio, così come le .camicie nere Ji tutta ltalia Io r icor-dano e lo rimpiangono
Queste parole vogliono essere i1 mio tributo alla mcnloria del fa. scista d ella vig il ia, del milite della rivoluzione, de l mio fedele e silenz ioso collaboratore Luigi Maino. Il cido della sua vita r imarrà nitido e fermo nel ffiio spirito.
DIRETTIVE AI FEDERALI*
Il Duce ba espreuo al segretario del Partito il 1110 alto elogio. H a elogiato inoltre i Jegretari federali, mi ha rivolto parole di cordiale sa!JJto ed ha impartito le direllive da seg11ire per l'a::.ione f 11111ra.
ALLA PRIMA RIUNIONE
DELLA CORPORAZIONE D ELLO SPETTACOLO**
lL (apò del Governo, accolto da Nn vibrante saluto, ha rilevato l 'imporl(lma d egli argo menti posti a/l' ordine d el giorno della corporazione ed ha breve mente i/J,,11rati i punti pùì u ,uibili dei problemi che i nle1·e1.ra110 lo spe11am lo nelle me mrie forme tradizionali e moderne
• A Roma, nella sala delle Vittorie di palazzo V enezia. il 4 gennaio 19}6, alle 11 , Mussolini riceve il Direttorio nazionale del P.N.F. ed i sc,gretar i fe. dl."rali di tutla Italia. « Il segretario dei Partito ha dato il ··Sa luto al O uçe ! ", cui i segretari fed erali hanno tributato una manifestazione dì vibrante entu· siasmo. Il Duce ha voluto che i singoli federali sfilassero davanti a lui, annunciando il nome della provincia che ciascuno r appresentav.i.. Quindi il segretario del Partito_ ha espresso al Duce la riconoscenza dei federa li per l'o nore che era sfato loro fatto di essere ammessi alla sua pre$C'r1Za e ha poi riconfermato i sentimenti di viva e profonda. devozione, di disciplina e di appassionalo spirito fascista con cui IÙtti, popolo, camicie nere e getarchi, seguono il Duce, in cui si impersonano la volontà e i destini della patria» Indi il capo del Governo pronuncia le parole qui ri portate in riassunto. (Da li Popolo d'Italia, N. 5, 5 gennaio 1936, XXIII)
** A Ro ma, a palazzo Venezia, il pome riggio del 4 genn3 io 1936, Mussoli ni presiede la prima riunione della corporazione dello spdtacòlo. In ta le occasione, all'inizio della seduta, pronuncia le parole qui ri port3te in riassunto (Da li Popolo d' Italia, N 5, 5 gffinaio 1936, XXIII).
ALLA RIU N IONE DEL COMITATO COR PORATIVO CENTRALE*
Mus10Ji11i ria111Jme la dùc11uione rilevando l' effi cacù1 d ell't1l livitrì della corp orazione della chimica e del Comitato wrporati vo per i ct1r· h11ra11ti mccedanei. Egli conferma che gli organi corporativi m o1/rrmo la loro ef ficenza e la loro t1itali1à e, quindi,. la loro azione de v'eSJ ere nuislila e fiancheggiata così dalle Auociazioni sindarali come dalle ammi11isl r<1zioni competenti.
ALLA RI UN IONE DEL COMITATO CORPORATIVO CENTR ALE*"
Jl Duce riliene che l'acçordo economico rolleltit;o per ii reg°òldm enlo dei prezz i d elle coudizionì di vendita del marmo debba essere approvato ed approvata anche la costi1t,zio11e ,l i ,m Comitato cMporativo per l'eM me dei problemi marmiferi nazionali in g ene re
,,. D urante l'ultimo mese d el 193:S e n ei p rimi giorni del 1936, M ussoli ni aveva continuato a mandare di~posllio ni a B3doglio ( 304, 305, 306, 307) e 3 G r:t· zi.:tni (305, 306, 307). Il 6 gennaio, tardivamente avvertito delfa parzia le ritirata imposta daH'offensiva di r,u Immrù, aveva deplorato in un telegramma a Badogl io que llo che aveva ritenuto un mancato fun 2ion amento del Comando de lla nostra ala desi ni (J07). L'8 gennaio, si era compiac imo con Gra2iani, che g li aveva p reannuncfato l"nione contro f as Des ti D amtù, ve-rso N eghelli ( 308) Il 14 gennaio, semp re imp aziente di sviluppi n elle operazioni militari, aveva t elegrafato a Bad oglio che e rano ai s uoi o rd ini quind ici d ivisioni dai mor.1Je elevalo, con le q uali occorreva riprendere ·l'iniziativa, per n on lasciare imbaldanzire i l nemico ( 308). Il 16 ed i l 19 gennaio, aveva info rmato il marescia llo, il qua le riteneva necessario temporeggiare ancora, del contenuto di alcuni messaJ?gi inviati ad Addis Abeba da l rappresentante etiopico a· Parigi e I'{'gola rmente intercett:iti da l· nostro Ser vizio segreto ( 309) La sconfitta <l i raI Destà Damtù, che aveva puntato Su M ogadiscio, e l'occupazione di Neghelli, compiuta il 20 gennaio da G raziani , a vevan o segnato la no5tta ripresa. I l 21 gennaio, n el Goggiam, scop pia una rivolta corìtro il Negu~ {3 l O). Lo stesso 2 1 g ennaio, dalle 16 alle 18 ( ?), a Roma , a palazzo Venezia, il capo del Governo presiede la riu nione del Comilalo cor porativo centrale . In ta le occasione, al termine della seduta, fa le dich iarazioni qui riportate in ria~~unto (Da li Popolo d'Jtr1lùt, N. 22, 22 gt'n· naia 1936, XXIII}.
** Il 22 gennaio 1936, Mussolini invia un telegr:imma di comriacimen to a G m:ian i O IO). . l o stesso 22 gennaio, Jalle 16 alle 17 ( ?), a Roma, a p1lu zo V enezia, pres iede la riunione del Comi tato corporativo centrale , In ta le occasione, al te rmine del11 discuss ione su i lavori d elle corporazioni delle industrie e ~trat• tive, fa le dichi u azion i qui riportate in riassunto. (D3 li Popolo d' I1~lù1, N. 23, 23 gennaio 1936, XXIII)
ALLA RIUNIONE DEL COMITATO CORPORATJVO CENTRALE*
Il Duce riauume ltt diJCIISiione, ritenendo che la queJJione poJta nei 111oi concreli limiti giuridici e sindacali debba enere riJOlta con l'amminionè ·del ugretario def/ 1Anociazione 1indacale che inquadra le categorie anzidel/e **
ALLA PRIMA RIUNIONE DELLA CORPORAZIONE DELL'OSPITALITA ***
Il D,ue, ti 911eslo p:mto della dùcuJJione, pone in rilievo l'importanza del prohlm1a turiJtico, avverttndo ch e bisogna fare lutto il pos.ribìle perché l'i!ldl(Jfria alberghiera 111peri la cri.ri a1111ale.
"' A ta rda notte del 2} gennaio 19%, dopo accaniti e sanguinosi combattimenti, sì e ra chiusa la prima , furibond a battaglia del Tembien, ingaggiat a dai r,u abissini al fine di prevenire l'offensiva italiana proposta da Badoglio e telegraficamente approvata da Mussolini il 19- gennaio (310). li successo d ifensivo ottenuto era valso a rinsaldare e garantire l'ala destra dd nostro ~ h ieramento ed a rendere possibile le successive battaglie di sfondamento al centro. Il pomeriggio del 24 itennaio, a Roma, a palazzo Venezia, il capo del Governo presiede la riunione del C.Om.itato corporativo centrale. In tale occ:isiooe, a l termine della discussione sull'argomento riguardante « la domanda ddla Confederazione fascista dei lavoratori del commercio perché i lavoratori dipendenti da studi professionali abbiano una rappresentan:ra in seno alla cotpor.l.'Zione delle p rofmioni e delle a n i », fa le dichiarazioni qui riportate in ti.issun10. (Da li Po• 'pn/o d' /1,i/ia, N. 2S, 2) gennaio 19}6', XXUQ.
u « Il Comilalo corporativo centrale adotta in q uestì termini Ja p roposta. L'on. Lantini rife,i~e su lle tabelle d elle lavorazioni in cui è vietata l'occupazione delle donne e d ei minorenni, che, rinnovate in base al decreto legge dell' aprile 19 34, meglio definiscono le categorie di lavorazioni, alle quali non possono essere ammesse le donne minorenni ed i fanciulli, realizzando u na migliore tutela del lavoro e circa la proposta d'estendere l'assicura:rione contra' la t ubercolmi ai coloni e me.:zzadri. Dopo la relazione dell'on, l.a.ntini, parlano l' on. Ros5oni, !'on. Angelini e l'on Muzzarini. Il Duce riassume la discussione d ichiarandosi fa vore11ole all'assicurazione delle predette categorie agricole h. ( +) Prima di togliere la seduta, Mussolini rileva « il proficuo lavoro compiuto e d ichiara chiusa la 5f'SSione del Comitato corporativo centrale». (Da I/ Popolo d'Ttali,i, N. 2,, 25 gennaio 19 36, XXIII}.
*** A Roma, a palazzo Venezin, il pomeriggio del 25 gennaio 19%, M usso• lini presiede la p rima riunione de lla corpo razione del\'05pitalità. « Il ra po del G overno, accolto a l suo ingresso nell'a ula da'! "Saluto a! Duce ! ·· , ha dichia-
Aaenn,mdo ali~ provi-idenze già adottate ed a quelle da adottarsi, , on sollecita Jempestività, approva la cosJituzione del Comitat o corporativo,. il quale, f11nzi onando da orgflno eucutìvo d el/a corporaiione, assi curerà il neceuario collegamento con le organizzazioni sindacali di categoria e con gli organi di Governo per la pronta aJtuazione delle rùolNzioni della corporazione.
1/ Duce, infine, com/ala la inlem a allivilà della Direzione generale del turismo alfa dipendenza del ministero dell'a Stampa e la Propt1ganda, .rùt nei confronti dell'organlzzazione -tecnica dei servizi, 1ia in qTfelli della propaganda.
373• RIUNIONE D EL CONSIGLIO DEI MINISTRI•
Il Duce ha riferito sul/~ 11/~ime f asi della p olitica intèmazionale, accennando alla recente crisi francne e al «mem orandum» italiano, che ha ristabilito, in maniera irrefutahile, ltt verità dei /ani per ql/(w/o ron -
nto aperti i lavori della corporazione, invitando il vicepresidente della corpora"zione, onorevole Fassini, a riforire sui vari argomenti dell'ordine del giorno. L'on Passini, dopo avere inviato un sal uto ai camerati della corporazione che si trovano in Africa Orientale, rileva l' importanu che il turismo ha per la vita dei nostri alberghi. le correnti turistiche provenienti dal nord sono quasi cessate. Potrebbero invece intensili.carsi quelle di-i p:iesi non sanzionisti. Soprattutto è necessario salvaguardare l'attre2.2atu ra stessa degli alberghi, in modo che essi siano pronti alla ripresa . Sono stati indicati e prospettali vari ordini <li provvedìmttiti, per esaminare i quali l'on . Fas'sini ritiene che un Comitato corporativo tecnico possa approfondire lo studio di questi problemi nel più breve termine per pot er utiliuare l'imminente stagione turi stica. L'on. Bonomi ricorda i provvedimenti presi dalla Direzione generale del turismo, per ,ven ire incontro ai bisogni dell'industria albergh ier.t, la cui attrezzatura deve essere .salvaguardata, specie in quella categoria media che megJjo si confà alle attuali correnti turistkhe Segnala la costitu:zione degli Enti provinciali d el turismo, veri organi corporativi, che realizzano all a pn-iferia il coordinamento dell"attività t uristica, e riafferma l'azione svolta e da svolgere per lo sviluppo delle stazioni di cur.1 e dei rifugi elpini, necessa.d all'incremento degli sports invernali. Rileva che i buoni alberghieri e quelli per la benzina costituiscono notevoli facilitazioni per favorire l'afflusso dei turisti svanieri, ai quali l'attr~zatura turistica italiana s:iprà andare incontro con accogliente modernità di servigi. Quanto alla propaganda, t:ssa è st:i.ta intensa, ispirata non solo alle tradizioni storiche ed artistich e italiane, ma anche al vivo senso polit ico di mostrare le istitu:zioni, le opere e la vita. nuova dell'Italia». Indi Mussolini fa le dichiarazioni qui riportate in r iassunto. (D.:i. Il Popolo d'lt,z/i.t, N. 26, 26 gerin:iiò 1§ 36, XXJII).
• Il 26 gennaio 1936, Mussolini aveva informato Badoglio del contenuto di un altro messaggio inviato ad Addis Abeba dal roppreserltame etiopico a Parigi (311) JJ 28 gennaio, avt'va inoltra to un teleg ramma d i t'lò~in ~I ma-
cerne il concentramento di una parte della {lolla metropolilana briJannha nel Mediterraneo. ·
Ha quindi ill111traJo la g rande importanza delle recenti vilfo rie Jld fronte somalo e ml fronte eritreo e, dopo at1ere rivolto un pensiero ai cad.uti nei combattimenti, ha documen/ato ii valore d elle 1101tre truppe, ii mi morale è altissimo e la 1t:1l11te fi1ica ottimt1.
Il D11ce ha inoltre ricordato che l'invio attualmente in corso di cinquantamila operai ga rantirà e perfezionerà le linee dei nostri servizi logistici, p~r metterli in g rado di funzionare anche durante il periodo ·estivo delle grandi piogge, sotto le qual i, del resto, centomila soldat i italiani hanno vissuto e lavo rato nell'estate scorsa, senza inconven ienti degni· di rilievo
Mentre le nostre truppe nell'Africa Orientale, superbe di ardimento e di entusiasmo, si accingono a sforzi ulteriori, il popolo italiano continua ad offrire al mondo lo spettacolo di un freddo coraggio e di una calma, ma incrollabi le determinazione.
Q11anto alle nostre Forze A rmale meiropolitane di te,·ra, di mare, • di cielo, la loro preparazione pro1eg11e indefe.mtmenle e lal11ni d ei provvedimenti de/J'alluale Comiglio dei minisJri, come quello d ellt:1 req11i1izione delle lane, sono in 1'eiaziont ,a q11esta neceIJilà e alfe poss;bili evenlualilà di doman i.
li Comiglio dei ministri ha approvato i seguenti prov t1edimenli, su proposta del capo del Governo, primo ministro, ugrelario di Stato :
Schema di reg~o derreto legge .con mi si iitit11isce. il libretto perso11a/e di va/11f(I%ione dello sfato fisico e de/là preparazione militare del cittadino. La completa organizzdzio11e militare alla quale la nazione decisamente è staia avvialt1 con /11 promulgazione delle leggi del 31 dicembre 1934, XIII, numeri 2149, 2150, 2151 e 2 152, concernenti la istruzione pre e po1tmilitare, la isti111zio11e di corJi di cultura nelle Jmole e la co1li1t1zione dell'hpelloraio generale per la preparazione pre e postmili, tare, rende nece11aria l'istilnzione di tm dommento individuale, ai fine di comprovare il razhJnale e progressivo svolgimento degli eurcizl fisici e della preparazione militare di ogni duadino, dalla adolescenza alla vil'ilitJ E Jlalo pertanto compilato il « librett o penonale » di <( 1,afot~zione dello staio fisico e della preparazione militare». che il provvedimento ora approvalo rende obbligdtorio e che ha lo uopo di seg,1ire, co11 ordinale, coll/ùu,e annotazioni, lo sviluppo fisico, 1piril11ale, nonché la preparazione mili/are del ci1111dino soldato dt:1ll'1mdicesimo al trentadu e.r;mo
mcia llo per la vittorios:i battaglia del' Tembien (311). Il 30 gennaio (ore 10· 13), presiede la riunione del Consiglio dei ministri della quale è qui ripom to il r~oconto. (Da Il' Popolo d'lralùt, N. 31, 3 l gennaio 1936, XX m ).
anno di eJà. Già attualmente, preJJo varie isliillzioni che si occupano dtll'iJJmzione premilitare dei giov,mi, sono in tuo libretti e Jfhede di va/111azione, i quali hanno però l'inconveniente di seg11ire i liJo/ari sollfmlo in rm bre ve · periodo della vila e· non sono tra eui coordinati, sia ' perché le rilevazioni sono separate dtJ f requenti soluzioni di conlùmità, sia perché compilati con intendimenti e criteri differenti. Un lib retto personale 11nùo evita Ja/i inwnvenienti e consente la sorveglianza s,mitaria dei giovani, che è i11dùpemabile per una politica sociale, demografica e sanitaria rivo/Ja alla grandezza e al pro1pero avvenire della 1/irpe. li libretto raccoglie ttJIJÌ i pouibili dati concreti J1Jlla sa/Jite, Jtt/Jo Jviluppo fuico e Jt1lle a!fività ed attit11dini del (ittadino ed è Jhtlo (Ompilato in armonia con le poJiibilità effellive delle iJJituzioni incaricate della preparazione mi/ilare. le regiJJrazioni Jo no di dtte Jpecie: fùiologiche-an lropometriche e di va/111azio11e delle attività intelle111,ali, politich_f, sportive e militari. Le p rime, da 1·arrogliersi al/ raver10 periodiche visi/e medich e, sono stale limitat e alle elà. pitì raral/eri!tiche de!la vita d el ri1Jadi110 10/tlato e cioè: all' ,mdice1ù110 anno, al quattordicesimo, al diciolleJimo , all'inizio ed alla fine deJ urvizio mi/ilare, ed infine all'atto del primo ri(hiamo alle armi. Non Jono nat11ralmenJe eJCblJe viJite su(uJJive 1e, prima del 1ren1ad11e;imo anno, il ci/ladino venga ancora chiamalo t1/le armi. In ogni eJame .sono raccolti dati anag110Jlici ,elalivi allo J/alo familiare (ridolli ancl/eJJi al minimo pe,. evidenti l'agioni sociali), i dati obiellivi che pennella110 di Jlabilire il reale sia/o di Jalute del tit olare e quelle indi.rpemabili mismazioni che1 otte1111te anche con mezzi m ollo semplici, pouono bastare a da re ,ma idea d ello svil11ppo fisico a/tra verso il lempo Di anno in anno, invece, fi no al congedo illimitato, Jaranno /alte le regislraziolii riferenJi;i alla vera e pl'opria preparazione milita,·e, inleJa come JÌ11/esi di t11//e le alli vità ,volte dal giovine. D opo il congedo illimitato, le nllività postmilitari Jarmmo ,egnale soltanto di volt<1 in vo/Ja, <1 m ano a mano che avranno effettivo svolgimento. li n11ovo lihrel/o personale 1arà docmne nto indispemahile per poter ottenere impiego o lavoro. Ciò non tanto per accreJcerne il valo re materiale, quanto per rma gìmla st111zio11e a vantaggio del cittadino che ha ouervalo i Jtloi doveri verso la nazione. li libre/lo, per conug11enza, Jarà normalmente mstodito dal titolare e dai genitori o da chi ne fa le veci nella minore etÀ. li lieve costo del libre/lo è posJo a carico del cittadino o d ei moi genitori o di chi ne fa le veci per non gravare di maggiori oheri il bilancio dello Stato,· peraltro gli i ndigenti sono eun/ati da qualsiasi pagamento . A carico degli h111dempienti 10110 fiuate apposite sa,tzioni, p er le 1"''li è /aJ(iala 11n'ampia diurezio nalità al magisJrato, in coniiderazio ne della varietà di condizioni Jociali, della differenza di iJ1r11zione e di ed1l(azione dei ci/ladini sogge11i alle m,o ve dispo sizioni.
Uno Hhema di regio d ecreto legge riguardante l'aJJegnazione di un co'f11ributo annuo straordim1rio ad integrazione del bilancio d ell'Opera nazionale comballenti, per ronsentire il raggiungimento dei fini di aJJistenza ai red11ci e alle famigli e dei cad11Ji in guerra. L'Opera· nazionale per i comballenti, istiJTJita con l'articolo 5 del decreto /11ogotene1iziale 10 dicembre 1917, n11mero 1970, ha, Ira gli altri icopi, quello di destinate una quota parte delle prop_rie rendite ai fine di as1islenza morale, economica, finanziaria e tecnica a favore dei reduci della g1mu e loro famiglie. L' Enle, in relazione alle necessità de/Ja bonifica integrale dell'Agro PonJin o, la mi esemzione è stata ad eJSo affidala ed è Jtt/Jo ra in corso, ha dovuto procedere ad immobilizzi de/Je proprie disponibilità palrimoniali, non 111.rcettibili di reddito immediato. Ciò gi11slifica l'adozione di ,mo speriale· provvedùnento per l'tmegnazione d i 1m contributo 111111110 straordinr1rio ad integrazione del bilancio dell'Opera combatte nti, fin o a tpumdo permarrà I'a/luale sua situazione finanzia ,-ia, per consenlire il raggi flngimento dei fini assistenziali di mi al regolamento !egis/ttJivo (lpprovato .con regio decreto 16 settembre 1926, IV, ,mmero 1606. l'ammonJare d el contrib1110 verrà determinato t1111u,a/me11Je con decreto di S. E. il capo del Govemo, da emanarsi di concerto con il mi11is/J'o delle Finanze, con riguardo-11{ bilancio dell'Opera per i singoli esercizi, t1 par/ire dal 1936, XIV, e non potrà eccedere la somma occorrenle per cosJit11ire, insieme con le rendile de/J'is1i111to, l'importo maJJimo di lire selle milioni.
Uno schema di regio decrelo legge concerne1Jle l'istii11zione, presso le 11nità della Milizia Volontaria per la Sfu1rezza Nazio11ale mobiliMte per l'Africa Orientale, dei vadi e q11alifiche di primo senio,·e, primo cent11rio11e, primo capomanipolo, ai11tante e primo caposquadra, corrispondenti rispellivamente ai gradi de/l'Esercito di te nente colonnello, primo capitano, primo tenenJe1 maresciallo e sergenle maggiore, I gradi e le q11alìfiche riguardami gli ufficiali sono.conferiti dal Comm1do generale della M.V S.N. ad 11/Jìciali che abbiano rinunziata, al/'a/Jo della mobili1azione1 al grado snperfore nella Milizia o rivestano 11eil' Eseràlo il grado corrispo,,dente . I gradi di so/111/ficia!e sono conferiti dai Comandi delle divisioni ai so/111/ficiali che ricoprivano nell'Esercilo il grado corrispondenle o, a scelta, ai capisq11t1dra con almeno Ire anni di '1nzianità dì grado .
Un°. schema di regio decreto legge con mi 11iene regolata la posizione dei dipendenti dalle amministrazioni p11bb/iche e dagli Enti pubblici /orali e pr1rastatali, richiamali o lrall enuli alle armi per mobilitazione o arr11olati 110/onlari, in rttso di invio in licenza pe,· motivi di Ja· /uJe per ,m periodo st1pei·iore ad 1m mese. Si Jtabi/isre l'obblig o di riprend~re servizio civile al termine del p,-imo mese di licenza, quando
le condizioni di salute lo comentdno. li provvedimento contiene inoltre disposizioni riguardanti il personale non di ruolo amm/o dopo il 1° gen· naio 1935, Xlii, in seguito a toncorsi per esami, partiti enlro il 31 dicembre 1935', X/11, e la posizione dei candidati ad esami di promozione.
Le tre M ostre internazionali df arie cinematografica e parJicolarme11le 1'11/timti, che 1i sono jvolte a Vene:da, hanno incontrato largo favore sia in [Ja/ia che all'e1/ero, Si è pertanto ravvisalo opportuno disciplinare con apposite norme il f11nzionamento dell'Ente E1posizione biennale d'arte di Venezia. All'uopo il Consiglio dei ministri ha approvato imo schema di regio decreto legge con mi l'Ente anzidetto è autorizzato a promuovere e gntfre ogni anno nel periodo estivo ,ma « E1p o1izione internazionale di arte cinemat(Jgrafica )>1 la q11ale coslilllirà ·il 1!(tglio ! 11· premo della migliore produzione cinematografica ann11ale di ·ogni 11a· zione, presenlatt1 ne/l'edizione originale. lA mddella manifeJ/azione forma ,ma sezione della «Biennale », che f1111zionerà in "b,ue t1d mM · Jlalfllo proprio e con propri regolamenti e bilanci.
S" propo1ta del capo del Governo, ministro degli Affari E1teri:
Uno uhema di disegno legge per l 'app ro vazione dell'accordo tra lfl Santa Sede e il Governo del Rigno d'Italia per fa 1flteriore proroga del termine stabilito dal/'arlicolo 29, l ettera P, del Crmcordal o tra fa Santa Sede e l'Italia dell'll febbraio 1929, Vll.
S11 propo1ta del rapo del Governo, mi,riJtro delle Colonie:
Uno JChema di regio de creto contenente modifirt1zio11i alltt riparlizione degli 1f/fici del ministero delle Colonie.
Uno ;chema di regio t!ecrelo col q11ale, in ug11ito alla fmione dei regi Corpi di tr11ppe coloniali della Tripolitania e d ella Cirenair111 l'ttmminiJtrazione della gùuJizitt militare in Libia viene arrelllra/d in tm ,mica Tribtmale, con ude a Tripoli, ed il Tribunale militare d i Benta.ri 11ime traiformato in sezione del Tribrm11le militare per la Libia.
Uno schema d i regio dec reto concernente l 'estemione alla Libit1 delle norme Jugli 111/oggiamenti militari. stabilite per la madrepatria.
Uno nhema di regio decreto col q11ale, per premiare i ltmihi 1erviz'i dei gradr,ati delle truppe coloniali dell'Africa Orientale, JÌ sJabi!iJCe che, d opo ·dieci anni di permanenza nel grado, eui poJJano conseguire la daJJifica di« b11l11c-basci capo» e di <( sciumbaui capo».
Uno uhema di regio decreto per l'e.rfemione alla libia, con i lem · peramenli ,ichiesti dalle condizioni locali, delle 1/e;.re prov11idenze lfdoltate nelltt madrepatria col regio decreto legge 27 ottobre 1927, V, numero 2055, ed il regio dureto 7 giugno 1928, VI, ntJmero 1343, per la pro• filaui antit11bercolare e l'a1siJ1 enza tri t11bercolo1ici.
511 pl'opos/a d el capo del Go verno, ministro della GT1erra:
Uno schema di decreto l egge cnl tpmle .si di.rciplìnan n l'acq11iJto e la
diJJrib11Zio11e delle lane delia produzione ndziouale 1936, X IV. li profJVC· dimento prevede Ja req11isizio11e da parte dell1autorità militare (Direzioni di Commissariato militare)1 per conto di tulle le forze Armate, di luUa la lana provenieme dai/a prossima lo!a e la cc,meguente distribuzione 111/e aziende incaricatè di fomiJ11re mi/iJari attraverso l'organo che allualmenJe disciplina il contingentamento delle lane estere, e cioè la gi11111a de/Je lane:// 1iste111a di requisizione richiama con opportuni adaJtame11ti e semplificazioni il sistema di requisizione già applicato co11 ollimi ris11l/ali durante la grande guerra. Può affermarsi pertanto cbe il provvedimento possiede una esperienza che non fa dubitare sui rùu/JaJi pratici. Ne,'la prepar(lzio11e del provvedimento si è tenuta presente la nere1sità di aJJimrare ai produllori di lane nazionali un prezzo remunerativo di i:enditti d el prodoJto, il quale cosJiJ11isca non .10ltanlo un rimborso d elle spese di allevamento ed 11n gi11slo margine di guadagno, ma a/Jresì ;m premio di mcoraggiamento per intemifi ,are· la produzione. L o schema ii provvedimento predl!posto rinvia ad un 111cceuivo d ecreto minisie· riale la · determinazioJJe di tale prezzo1 ma Ji vuole sin d 'o ra p,wistire che i/ prezzo sl eJJo dovrà euere fissato ì11 relazione a q11es10 particolare riguardo che si vaole usare alla categoria di prod11ttori di lane nazionali. Appunto iu vùta di tali ·intere1si agrari, lo J{bema di provvedimento prevede che tanto nelle Commissioni loca/i di req11isizione1 quanto nella Commissione · ceutrale di coordinamento, 1iano rappreseJJJate le categorie i11tere11ate degl i agricoltori.
Uno Jehema di decreto legge col quale si aggiormmo le disposizion i vigell/i ml/'ordinamenlo del regio Esercito e 111J/a riparJizipne dello Stato in zon e militari La neceuità'di dare ali'Arma dei {tirabinieri reali, alle JJwppe alpine e allrt difna territoriale un ordinamento meglio ,ùpon· dente alle rispeuive esigenze, ha determinalo l'opport unità d i conferire al Comando generale dell'Arma d ei carabinieri reali u11 fu nzionamento pùì agile e più spedilo, decentrando molte delle me odierne attribuzioni ai due nuovi Comandi d i divisione, aJJol11tamenle distinJi dal Co m ando generale e Jr,asf ormando in Comt11,di di brigata carabinieri reali gli attTJali ispellorati di zona, gli uni e gli altri co1i propria gù1tùdizio11e e piena re spomtibilitd ed azione di comando; di tWlituire una quinta divisio ne alpina e in comeg11enza un decimo ·reggimenJo tilpini di artiglieria alpina; di aumenlare da cinque ad otto gli altuali Com,mdi di grup po di zone militari e dare loro lti denominazione piiì rispondenJe a/la lo ro furtziom d i comandi di difesa territoriale. Con l 'o uasione si è ri tenuto opportuno di appo rtare alcuni altri piccoli ritoahi alle vigenti disposizioni rntl'o rdinamento e precisamente: a) viene mutaJa in quella di S cuole miliJari l' amica d enominaziÒne di cotlegi mili/ari . e in come• g11e11za 1i da il nome di /JJit111i militrtri al complesso delle smole militari
di reclutamento I!! di perfezioname1Jlo; b) vie11e data all'e1ÙJe111e reparto chimùo la denominazion e più rù po11deme di reggimento chi mico. Il riordi11ame11to degli alti çonumdi de/J'Armei dei carabinieri reali, la co1tit11zione di ima qJJùila diviJio11e alpina e dei due reggimenti ad eua relativi, nonché t'aumento da rinqt1e ad oJJo dei Comandi di difesa territoriale1 non portano aggravio all'Erario dello Stato, rimanendo imm{(Jati t11tti gli organici e1iJJe11Ji. In quando ai uuovi reparti, eni verranno formati mediante 1m d iverw raggrupp,11ne11lo dei/e minori unità. du alltMlme/lJe concorrono alla loro formazione.
Uno 1chemt1. di decreto legge con cui, a completamento di q11a11to è 1/ato ;tabilito nel regio decrelo legge 31 otJobre 1935, XIV, numero 220, circa il trattamento economico del perJonale mobilitato defle Fone A rmate diJ/oc,tte in Africa Orientale dura11Je il periodo delle oper"zio11i, viene determi11a10 il tr(l1/(11JJe1110 economico .spellaule al 11wreICiallod ' /1alia comandante .superiore in A f rica Orienlttle. ~·
Uno schema di decreto legge inteso ad istituire la ferma . unica di le va, dando facoltà al mini.stro di rid11da .J0Jalme11Je o parzialment e e dt congedare con anticipazione i militari che ;i trovino Ùl particolari condizioni-di famiglia.
Uno .JChema di d1:Crel6 col 'f!lal e agli allievi delle Srnole militari di Roma, Napoli e Mila110 che abbiano conseguito la maturitli classi,~ o Jcientifica, viene conceSJa la precedenza nella amminione ai · corsi dell' Accademia aerona1llict1 q11a11do t1bbùwo otle1111to la idoneilà negli esami di concorso.
Uno schema di decreto coÙcernente le norme per regolare lo slt1J o giuridico, il redfltameuto, l'avanZ11m ento ed il trattam ,:1110 economico ed mnminist rativo Jet personale mobilitabile della Croce RoSJa.
Uno uhema di decret o che fiJJa le norme esecutive della legge 16 · gennaio 1936, XIV, .sul .servhio delt'aJJi.sl enza, .spirituale nelle Forze Armate.
Uno .schema di decreto col quale, in dipendenza dell'articolo 22 della predella legge, si iJJitt,iJce ,m · ruolo a111iliario ed rm ruolo di riserva di cappellani mi/ilari.
Sfl profosJa del capo del Go ve rno, minislt'o per lr, Marina:
Uno schema di regio decrelo rigtl(lrJanle i'isJit11zio11e · di Comandi di uttore mi/iJare mariJtimo,
Uno schema di regio d ecreto legge che apporla alcune t1arianti alle vigenli di.spo.sizio11i rigliatdanti i personali dviii della regia Marina.
S11 propo.sta del capo del Govemo, miniÙro dell'Aero11a111i ca:
Uno schema di regio decreto col quale, allo scopo di fa cilitare il JnuporJo dei caffù1tori mgli aeromobili destinati al pt,bhlico servizio, .si semplific,1 la proced11ra at111alme11te I/abilita dal 'regio d effeto 14 di-
cembre 1933, Xli, numero 1943, per il tra1porto delle armi e 1mmi4 zioni da <accia per via aerea. ( +)
S11 P.ropo11a del <apo del Got1emo, miniJJro delle Corporazioni: Uno JChema di regio decreto ,oncemente di1po1izio11i per I'atlt1dzio11e della riforma dei 1ervizi della proprietà illlelleJtuale.
Uno JChema di decreto legge por1a11te modifiche al testo 1111ico delle leggi 111i Comigli ed Uffici provindali dell'economia <orporativa. il provvedimelllo è inte10 a limitare fa qualifica di personale d i Slalo al solo per1011ale dirigente degli Uffici proància/i delt'economia <orporativa, e cioè dl direJJore1 al 1osfituto diretJore, al capo de/111 ragio11eri11 e al capo dei servizi 1/atislici. Con 1uca11it10 provvedimento, si detter,:mno le n orme per l'ordiname1110 e lo 1Jato girlridfro del restante per1onale add ello agli Uffici prot1inciali mddelli.
Uno schema di decreto legge concernente provt1ideuze a fa vore della p, oduzione serica 11dzionale derivante d11l raao /Jo bozzoli 1936, xiv. fl provvedimento è direlJo ad a1sicurare la effettiv,t corre1pon1io11e ai ba<hi<o/Jori iJaliani1 per la pros1ima campagna, di 1111 prezzo minimo ba1e di lire dnque e cinquanta per chilogrammo di bozzoli fr n chi mer<anJili. A Ja/e fin e sono 1tdtè diiciplinate le operazioni di ammauo, euiaazione, 1,•endita ed _acquiJto di JuJJa la produzione del raao/Jo 1936, XIV. Opport11ne p_roVvidenze 10110 1/ate inoltre previJJe per i produJJori d i seta che, avendo pagalo 1111 prezzo minimo base anzidelto, dimostrino di aver vend1110 al/'esJero i vari prodoJJi serici derivanti dalla lavorazione dei bozzoli del raaolto 1936, XIV.
Un o JChema di decreto legge contenente modificazioni àlla legge 13 dfrembre 1928, VII, ,wmero 3107, riguardan/e l 'E11le 11dzionaie serùo. Con le modificazioni dispo1te viene assimrala, negli organi amminiitrativi de/J1E,1te nazionale urico, un'integrale rappresentanza delle caJegorie 1inda<ali interessale al problema serico e 1i stabilisrono gli opporlfmi co/legammJi dell'Ente con le corporazioni dei prodotti tessili dell'abbigliamento.
Uno JChema di d e<ret o legge con mi vengono apportate m odi ficazioni alla <ompo1izione del Coniigfio d'amministrazione, del Consiglio tecnico e del Collegio sindacale deU'Auociazione 11azio11ale per il <ontrollo della wmbustione,
Uno S(hema di regio decreto <he accorda la protezione t emporanea dl!e i11vc11zio11i che saranno preumtate alla Fiera campio naria triveneta di Padova.
APPELLO AG LI STUDENTI DI 11.JTTA EUROPA
L' Europa sta scivolando sul piano sempre più inclinalo d elle sanzioni, in fondo al quale è fa talmente la guerra. t tempo di inchiodare al mwo <leJla loro responsabilità i polit icanti assetati di sangue. Essi p reparano la più spaventosa delle conflag razioni. Se Je sanzioni sà.ranno estese, se si darà partita vinta alla satanica pressione degli imperialisti e delle sètte sanguina.rie, l'Europa marcerà fatalmente verso Ja più terribile e Ja più ingius~iJicata delle guerre che l'umanità abbia ma i visto. Ma non saranno precisamente 1 politicanti a battersi. La mobilitazione chiamerà la gioventù e inna nzi tutto la g iovinezza unive rsitaria . Saranno g li studenti di ··Par ig i, d i ~ruxelles e d elle altre grandi città europee che , insi eme alla gente dei campi, dovranno, s in dalla p r ima g iornata, sin da l p rimo segnale di g uerra, marciare verso 1a fornace I vari Blum p referiranno pre dicare la crociata settaria dai soliti seggi della solita estrema sinistra, da i soliti parlamenti, protetti ancor una volta dalle mitragliatrici.
Sono dunque i politicanti che varino sin da o ra denunciati , per la carneficina che essi pretendono d i imporre all' Europa.
Non è l'Italia che vuole la g uerra. Ciò è nettamente stabilito. Mussolini, sin dalla memorabile dichiarazione di Bolzano, prcrisò che l'Italia non intendeva avere alcuna ragione di conflitto europeo. La vertenza etiopi ca era questione coloniale, lontana e circoscrittà, T ale doveva rimanere. Roma si impeg nava a rispettare g li interessi imperiali britannici e s i dich iarava disposta a concludere acco rdi con Londra, in una atmosfera di lealtà e di a rmonia. Nella storica adunata del 2 ottobre, il capo del Governo ita liano assunse l' « impegno sacro» di ev itare og ni atto per cui il conflitto coloniale potesse assumere i caratteri e l'estensione di un conflitto europeo.
Nessuna persona d" onore p uò .dunque in buona fede accusare I'Jta. lia di respOnsabilità nella guerra che si minaccia.
L'Italia vuole sicurezza in A frica, pace in Europa._
Se le sanzioni saranno estese, se si marcerà verso la gutrr;i , la gioventù d'Europa deve sapere sin da ora da qual _parte è la terribile responsabilità.
Perciò intendiamo lanciare un allarme e un appello alla gioventù universitaria di Europa. Sono g li st udenti che .dovrebbero marciare all'avangua rd ia dei battag lioni nelle primissime ore del conflitto, e ciò per la difesa di un capo di schìavisti africani. Sono g li studenti ch e do-
vrebbero per primi, e non i politicanti sanguinaci, sfidare la mitraglia e i gas, per Ja sub1ime, nobilissima, umanitaria nonché g inevrina ideal ità di impedire che i ceppi dell 'ultima schiavitù africana siano s pezzati e che due milioni di sch iavi angariati dai negrieri amhara siano eman· cipati.
ì menzogna che le sanzioni contro una nobile e generosa nazione europea siano d estinate ad abbrevic1.re il conflitto .colonia le. ' Esse lo ren· dono più aspro. le vili forniture di proiettili dum-dum ai selvaggi amhara Io rendono più crudele. '
Che le sanzioni significhino la pace in Europa è mistificazione di criminali. 1! mefistofelico inganno di settari, che si ripromettono d i bolscevizzare il continente.
L' embttrgo terminerà a un certo momento nel blocco e i l blocco sarà b. gue rra. Non più una limitata operazione di sicurezza coloniale, ma la guerra di sterminio in Europa. La guerra sulle Alpi, e sui vari fiumi europei , la guerra che sarà di vendetta pe r le sètte e di ultima rovina per il vecchio continente
Taluni pensano che una gue rra di molti cont ro l'Jtalia pos sa esse r facile . Si ingannano. L'Itali a si difenderà con le ungh ie e coi _ denti e già da tempo s i è preparata a fronteggiare ogni eventualità.
Si dice che non si può premiare l'aggressore. Ma chi è l'aggressore?
Sta di fatto che i sanzionisti premiano con i proiettili d um-d11m i selvaggi razziatori abissini, responsabili di d ecine e decine d i aggressioni contro le colonie italiane, francesi e britanniche d ell'Africa Orientale, responsabili del massacro del funzionario francese Berna rd e de1la sua sco rta, nell'anno di g razia 1935, anno ginevrino, societario e filoetiopico !
la sentenza d i Ginevn è una frod e. I ~ iud ici furono -sottoposti a p ressioni e minacce. L'Assemblea e il Consig lio, o rgani costituzion:il i, non furono richiest i di un g iudizio, perché si temeva la non unanimità. I vari Comitati cui si ricorse sono organismi non contemplati nel Coventtnt e perciò incostituzionali .
lo Stato agg ressore, costituziona lmente de dito alle aggression i, è l'Abissinia, soltanto l'Abi·ssinia, e nessun altro all'infuori dell'Abissinia. . Essa aggred} nel 1886 ')e popolazioni del limmu, del Gimma e del Ghera, nel 1887 il Guraghiè e l'emirato di Harrar, nel 1889 il Combatta, nel 1890 il Giangere e il paese. dei Leca-Galla, nel 1893 il regno di Uolamo, i Galla Tulama e il Sidamo, nel 1894 l'Jmi e l'Ogaden , nel 1897 iJ regno del Caffa, il Conso, il Durgi, il Jambo e il Ghimirà, n el 1899 i Galla Borana, i Beni Sciang ul, il paese dei Gunza e dei Gubba, nel 1900 le popolazioni nilotiche d el sud-ovest Verso ì laghi equatoriali, nel 1909 il s ultanato del Teru, il sultanato de l Biru e il
sultanato degli Aussa, e infine, precisamente nell'anno ginevrino 1935, il sultan ato del Gimma.
Queste popolazioni sono tuttora depredate, ang"ariàte, e: a g loria di Ginevra, anC:or oggi forniscono carne umana per i mercati d i schiavi nell' inte rno dell'Etiopia e al ,di là del Mar Rosso,
Vi è un « prerilio all'aggressore» e questo è dato da Ginevra ai selvaggi abissini. Essa fornisce loro armi. La ditta londinese Eley Brothers per essi fabbrica proiettili dflm -dum, violando le più sacre leggi internaiionali. Per essi la Croce Rossa Svedèse trasporta casse di munizioni, sotto l'inganno dei segni ospitalieri, n l'Italia che intende liberare gli schiavi nelle zone asservite al barbarico giogo scioano ed è Ginevra che difende i negrieri. '
L'opinione pubblica europea può. legittimamente ··domandare se è St ato «agg ressore» l'Italia, che libera sedicimila schiavi nel ')'igrai, che è attesa e invocata dalle popolazioni martoriate e a fia nco della quale i liberati pren dono le armi.
Può domandare per quali imposizion i imperia liste l'Etiopia ne. griera è djfesa a· Ginevra e l'Egitto, paese di a ntichissima civiltà, escluso dalla Lega.
Può domandare perché si riforni scono di armi gli abiss ini tag liatori di teste e si usi la mitraglia rontro gli studenti egiziani, nella capitale stessa del loro·. Stato libero,_ sovrano e indipendente.
St dice che occorre salvare l'ind ipendenza di uno Stato. Menzogna! Ginevra ha già riconosciuto la necessità di sottoporre la barbara E tiop ia ad un controllo civile. la terra d el Negus e dei ras, dei ceppi, d elle catene e dei mercati di schiavi è già virtualmente sotto mandato. L' un ica controversia è di stabilire se questo debba essere affidato all'ltal ia 1 che ha diritti di priorità e di sangue, e a favore della quale Ing h ilterra e !'.rancia sottoscrissero « impegno d'onore» o se l'accaparramento tot~· Iitario, esoso e illegittimo di tutti i ma ndati, g ià praticato a Versailles, debba avere un codici llo finaJe sulle te rre del N egus, con la compl icità di Gine_vra e con la violazione di t utti gli impegni di sa ngue e d 'o n ore !
Tale è· I~ controversia, tali- i nobilissimi ideali di giustizia, per cui l'Europa dovrebbe essere messa a fuoco e fiamme. ·
t. per evitare questa mostruosità: che gli studenti d'Europa devono stringersi in unità spirituale, al di sopra dei politicanti.
Per la solidarietà europea, contro g li incendiari, contro i petro~ )ieri, contro gli imperialisti insaziabili, contro i bolscevichi sovvertitori, che p er la prima volta entrati a Ginevra, vi preparano la catastrofe.
La giovinezza d 'Europa deve coprire d 'ignominia i propagand isti sanguinari che vorrebbero conda nnare altri milion i di g iovan i, di slu· denti, di contadini, di operai, di artigiani a non rivedere più H sole.
le diplomazie preannunciano il supe rsanz ionismo, l po liticanti agitano le torce incendiari e Al di sopra .dei diabolici intrighi, la g ioventù d'Europa pu~ gettare il ponte della comprensione e della salvezza. I giovani diranflo la parola definitiva di condanna cont ro l'ignominia delle sanz ioni, che minacciano di scatenare in puropa la più stupida, fratricida e catastrofica delle conflag razioni.
Da. il Popolt;, d'lttt!ia, N. 32, 1° febbuio 1936, XXIII (gg, 35).
ALLA PRIMA RIUNIONE DELLA CORPORAZIONE PER LE COSTRUZIONI EDILI*
A questo p1111to, il Dure illlervime nella diJrunio11e1 1piega11do che il JÙ/ema delle afllo rizzazio11i preventive, alieno dalla rig idezza di 101 proVvedimenlo legùlalivo, permett e l'es,vne e la valttlazione di ciasama domanda; perciò eSJo ha ben f11nzio11ato e <juasi tutte le ,khùute d'a11torizzazio11e 10110 arcettate1 anche perché gli italiani, nel loro vi vo senso di civùmo, uo11 chiedono permeSJi se 11011 per le co st ruzioni realme111e e 1/l"ellamente ·necessarie.
• A Ro"ma, a pj,lano Venezia, j[ pomeriggio Jcl 1-0 febbraio l93 6, Mus· so lini presiN!e la prima riunione della corporazione per le cosi rozioni edi li.
IJ Duce, accollo dal saluto vibrante di tutta la corpora.i.ione, invita il vicepresidente, onorevole Morelli, a riferire sugli argomenti posti all'ordine del giorno. L'on. Morelli rileva che il funzionamento dellé corporazioni, che ha avuto il suo iniz.io in un momento d'eccezione, ha dimostrato di poter raccogliere e suscitare le foize e i mezzi mig liori di resistenza all'offensiva sanzionista. Afferma che il ritmo detrattività edilizia, pure risentendo le difficoltà del periodo che si attraversa, continua, Il 6ne da perseguire e il problema. da risolvere sono quelli di ridurre le importazion i, specialmente di ferro, rame e legname, potendosi fare ricorso al nostrO legno e ad altri materiali nazionali, almeno per molti 1ipi di costruzioni. Esaminando la possibilità delle costruzioni tradizionali a. mattoni e travature di legname, riconosce che essa non può corrispondere, in modo totalitarfo, all'edilizia moderna, ma può essere applicabile, ad ~pio, nelle ricostruzioni delle case ru rali, nell'attuazione del grandioso piogramma già pieannunziato e delineato dal Duce» . Indi il Presidente del Omsiglio fa le dichiarazioni qui riportate in riassunto. (Da Il Popolo d' ltalict, N, H, 2 febbraio 1936, XXIII).
161" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO •
Erano presenti De B0110 1 Balbo, De Vt:cchi, Federzo11i1 Cian o Co· J/au zo, So/mi, Di Reve/1 RoJJ011i 1 C iano Gttleazzo1 Buf/arini, Rus, o, Alarconi1 Serena, Morigi, MarineJ/i, T ringaiì, Volpi, Grandi, i\fozzari11i, Cianetti, A11geli11i, De Stefani, Farinacci, ·Acerbo Segretario, il segre· tario · del Partito. In servizio 11elt'A frica Orientale Bottai.
Il Gran Consiglio del fa scùmo , ricorrendo il Jredicesimo a ,muaie de//tt fondazione della Milizia, ha ri volto tm vibrante saluto .ttlle camicie nere che Orientale com battono con lo stesso spirito eroico della vigilia e con simra f ed e nella civile miuio11e dell'J1alia f ascista.
li Duce ha quindi parlato. per circa due ore d ella sit uazione polilicomililare, Jlll!a quale hanno p reso la pa rola D e 8 0 110 e C ra11J i
162" RIUN IONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO**
Erano presenli De Bono, Balbo, De Vecchi, Fedrrzoni, Ciauo CoJld11Z01 So/mi, Di Revel, R ou o ni, Ciano Galeazzo1 B11ffari11i , R ,uw, 1\.farco11i, Serena, Morigi, Aidri nelli, T ringali, Volpi, Gran di, M r1zzari 11i, Cianelli, Angelini, De S1efa11i, Farinaai, Acerbo. Segret ario, i l ,egretari o del Partito. In u rvizio nelt' Africa Orientale B ollai.
Il Dr1ce ha co11li11uato la ma rele1zione sulla siluazi one politicomilitare.
Al · termine d el/« rele1zi one, d 11r,1/a cirrn ,m'oTd, è stt1ft1 t1pp ro 11t1la la seg11enJe m ozione :
« li Gran Comiglio del fasrism o, dopo avere souo posto ad esame gli av venimrnli politici 1vo/Ji1i nel dicembre _ scors o, vi t rova pienamente gùuJijirnJa la sua linea di condolta, ispirata da tma. prelimi11are riser va di fronte al p_iano franco-ù1gleJe,· comidera le recenti vitJorie delle no11re armi ml fronte eritreo e 1omalo come fa/Jori prevaltnti e ·deter111i11ant i della 1it11azione; rinno va la sua f erma derisione di rag giungere gli
• Tenutasi il 1° febbraio 1936 (ore 22-0 30) (Da Il Popol,; d'! Jdlia., N n , 2 febbraio 1936, XXJII). ·
0 Trnutasi il 4 febbraio l 9}6 (ore 22-0.30). (Da Il Po polo d' 1Jalù1, N . 36, ) febbraio 1936, XXIII).
obietJivi pei i qudii Jo 1forzo milit11re fu inizidto, sirnro di interpretare in questo modo lo spirito delle lr11ppe <omballeJtli e la volontà <onsa· pevole del popolo "iti::liano ».
li Gr11n Comiglio del fascis mo ha q11indi èsaminato 111 JÌlflazione interna, quale riJ u/ta al t ermine del terzo mese di auedio econo mico, e, dopo avere eM!tata la calma, mirabile resistenza del popolo i taliano, 11na11ime nei ranghi del Littorio, ha fiuato le linee della c011Jrodzione deJf'ltafia '!e/ caso' di fin ulteriore inasprimento delle ;a11zio11i.
Il miniJJm d efle Finanze ha qflindi riferito m ila 11eceSJità di Jj• .rciplinare il commercio con l'estero ed ha propo J/o la u g11e111e mozio ne, che è 1/ata a ppro vata:
« Il Gran Comiglio del fascismo, preso in eJame il problema del commercio con l'nlero, in conformità alla d otll'ÌIM eumomica faut!ta , ,avvalorata d alle presenti circo1tanze, ricon oJCe negli uambi con /'es/ ero ,ma f1111zio11e di intereJJe p11bblico, che gù,uifica il <o lllrollo dire/fa d!l!o st ato rorpor~Jivo >>.
Hanno parlato G rm1di, Di Revel, Rossoni, Volpi, D e Stefa ni.
Il Duce ha illfi11e ri'll o!to 1111 saluto al ca mera/a Galeazzo Ciano, che va a riprendere il comando della Sll(t sq11adriglia, al segrelario del Partito, che asJl/merà il comando di ,m reparto di una di visione camicie nere, e al <amerata Farinacci , che entra a far parte di 1111a · squadrigliti di aviazione dell'Africa Orientale.
Il Gran Co miKlio del fascismo 1i è aJiocù,Jo al Jt1!11to CMI tm vi1-'issimo pla,1Jo.
NESSUNA
MUTILAZIONE DELL' IMPERO
I d iscorsi p ronunciati alla Camera dei Comun i da Lansbury, g ià capo del Sruppo pa rlamentare laburista, da Salter, laburista dissidente, e dall'ex-primo m inistro Lloyd - George, sono di inte resse europeo e mondiale. Sono dichiarazioni di verità e di giustizia, che si leggono non senza compiacimento, dato che ·l'Europa del 1936 e di Ginevr a è forse più jpocrita e ingiusta di quella di Versailles o <lei congresso di Vienna. Lansbury e Lloyd GeOrge sono due vegliardi, che, giunt i presso al tramonto della l~ro vita, vedono con preoccupazione l' orizzonte Ca· ricarsi di tempesta. Essi invocano una riparazione a lle ingiust izie, che allontani in tempo l 'uragano. Forse sono voci clamanti nel dese rt o, ma sono le voci stesse dclia coscienza europea.
H a detto il vecchio L1nsbury:
<t La Società delle nazioni fu fondata dopo la guerra e dopo una pace punitiva. Il risultato è che la Società tlelle nazioni non è una vera Società delle nazioni. Essa è ba~ata su un g ran numero di piccole n azion i, con una o due soltanto predominanti».
Il dottor Salter h.a precisato:
« l'ltalia ha una popolazione più numerosa dell:t Funcia, con un territorio inferiore della metà le necessità d~ll' Itatia sono state r iconosciute <la Sir Samuel H oare e dag li altri membri <lei Governo attuale, « Giappone, G ermania e Italia potrebbero qualificarsi come le nazioni ' nullate nenti del mondo e p resto o tardi si sfoneranno disperatamente d,i a~ere il loro posto a l sole, a meno che noi e g li altri non ci dichiariamo dispost i ad acct11are u na giusta distribuzione della superficie mondiale e ad adottare una condotta p iù elevata e più crisli:ma •·
Lloyd Gcorge non è stato· meno caustico:
« Tanto il Giappone quanto l'Italia si muovono perché hanno necessità di sfogo per le loro popolazioni e pèr la loro economia Alla fine della guerra, l'Italia non ebbe ch e l'Oltre Giuba, cio~ centomi la chi lometri quadrati d i deserto o quasi. Invece la Gran Bretagna ebbe 2.620.000 chilometri quadrati, con una popob,zione di nove milioni e meno ; la Francia 92 2.000 chilometri q uadrati, con una popolazione di quattro mi lioni e mezzo. t! inutile asserire che queste disuguaglianze non significano nulla, e che le materie p rime delle colonie acquisite dalle potenze pili. fortunate sono a disposizione di lutti. In rea ltà sono 2 disposizione della sola Inghilterra, che può comperarle con le sue sterline, e della Francia, che può acquistarle con i suoi fra nchi. Ma l'Italia dc,1e pag:u lc in oro. lo credo ch e non vi sari pace finché questo problema non sarà affront::ito e risolto .Appunto per questo la questione dei mandati è urgentissima. Il Belgio, con il suo minuscolo territorio, con la sua piccolJ ' popolazione, possiede la parte migliore dell'Africa Orientale tedeua, oltre a tutto il Congo, Il Portogallo e l'Olanda possiedono milioni di chilometri quadr:iti di territori ricch issimi ».
Il quadro è ·esatto. Ak~ne potenze priv ilegiate, g ià ricche di abbondante bottino, hanno esosamente .accaparrato tutti i mand ati coloniali dispon ibiJi , ch e esse non potranno mai colonizzare, ·per deficeoza di energie demografiche. Altre nazion i esuberant i di vita mancano di spazio. l o ·s la/111 q110 di Ginevra è .uno sla/111 di forza, di' minaccia e di ricatto, non di giustizia. L'accaparramento delle colonie significa accaparramento delle mate rie p rime e imposizione d i tributi in o ro alle nazioni pro!etarie.
Lord Crambournc, sottosegretario agli Esteri, ha dichiarato che « l'impero britannico non h a alcuna intenzione di mutilarsi ». Noi comprend iamo pi:rfettamente queste parole e in un certo senso le giudichiamo legittim~. Gli imperi si coStru iscono col sang ue e con dure
fatiche e chi Ii ha costru iti non accetta do mande di parlage A nche noi italiani, se avessimo un impero, l o difende remmo 1mg11i b111 et rostri!.
Maè precisamente per non richiedere sacri fici a ll'i mpero britan· nico che l'Ital ia si è orie ntata verso l' Etiopia, dove un'o peraz ione d i sicurezza. coloniale si rendeva necessaria per le continuate aggressio ni d i orde selvagge.
L'impero britannico non deve essere mutilato, m a la storia non può esser mwnmihcata.
Gli italiarii non chiedono territori britannici ," m a intendono di agire come g l i ing lesi hanno proceduto per secoli. Anche l'Italia ha diritto ad un posto al sole.
L'Inghilterra ha particolari diritti su una par te del t e rrito rio et iopico e tali privilegi l'Italia intenùe lealmente, integralme nte r ispettar e. M a è altresi vero che Ing hilterra e Francia hanno riconosciu to all'Ital ia speciali ,d iritti su a ltre zon e del territorio eti op ico. Sono impegn i d 'onore Lond ra li ha confermati nel 192.5, d opo il Covena,lf e dopo l'ing resso dell' J:.t ìopia n ella Lega. Q.iesti P atti furono riconosciuti tutto ra << in v igore » d al Comitato societario <lei cinq ue. Essi vanno r ispettati anche :i favore d e ll' Ita lia. S i tratta dunque non di m utilare l'impero b ritannico, ma di man terie re gli impegni assunti, i qua li ebbero a nch e l'o nore della r atifica d a pa rte della Camera dei Comuni.
Da Il Popolo d' lfali.t, N. 38, 7 febbraio 1936, XXIII ( u•)
«I NOSTRI EROICI SOLDATI AVANZA NO
, I l'ATI! PARLA N O .E Più ANCORA PARLERANNO» *
I nterp re to i sen ti menti che v ibrano ne ll'an imo vostro i n questa g rande g io rna ta di rivendicazion e e di vitto ria c he l a rivoluzio n e delle camicie nere ha volu to , d icendovi: i nostri e roici soldati avanzano, i
"' Il 3 1 gconnaio 1936, Badog lio aveva preannunciato un'ann.zau ver so l'Amba Aradam, co nt ro le truppe di r.tJ Mulughìetà, ex-ministro et iopico della Guerra, li 4 febbra io, M ussolini a~eva approvato la prossima n ione _(312). Il 9 febb raio, su richi esta della Francia, aveva vietato al maresciallo di far bombardare la ferrovia di Gib uti, che pur serviva a rifo rni re g li armati abissini, ed aveva anche vietato azioni aeree su Addis Abeba (3 12). D al 10 al 1 ) febbraio, .si era. svolto la g rande battaglia dell'Endertà, che si era conclusa con la piena vittoria italiana: l'armata di r11s .Mulug:hietà era stata d is1rutta e- l'Amba Aradam espugnata, Il 17 febbraio, i l capo del Governo si eta congratulato con Badoglio per il successo della battaglia (:H:\). Il 18 ed il 20 febbn io, g li aveva 1elegrafato àncou ('.¼13).· li 27. febbra io, si era inì2iata la seconda . battaglia del
fatti pa dano e p iù ancora parleranno. (Le brevi parole di M1m olini s11uitano ,ma n11ova1 tra volgente fiammata di enl11sia1mo)
374"' RIUNIO NE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Prima di p11JSare a!ltt parte ordinaria dell'otdine dei giorno, il Duce ha fallo le seguenti com1111iwzio11i di 11at11ra politica:
Dall'ultimo Consiglio dei min istri ad oggi, le nostre truppe dell'Eritrea, agli ordini del mares.ciallo Badoglio, hanno riportato una serie di grand iose vittorie - da quella di Amba Aradam a quelle del Tembien - che hanno fatto crollarè "il fron te abiss ino del no~d. L'occupazione di Amba Alagi ha fatto vibrare il cuore degli ita li:mi, che ricordano il sacrificio d i Toscll i e dei suoi grega ri, sacr ificio subl ime, oggi pienamente rivendicato. "'
Il Consiglio dei ministri, inte rp rete d ell'anima d ella nazione, invia al comandante e alle tru ppe una f ervida esprcssìone d i plauso e d i grat itudine ·
Mentre nel mese di febbraio le nostre operazion i nell'Africa Orientale acceleravano il loro ritmo, il Congresso americano, dopo rapida discussione e a maggioranza schiacciante, h a approvato la proroga pura e sempli(e delJ'attuale legge di neutrali tà fi no al 1° maggio del 1937 .
·Ha quindi respinto og_ni proposta di allargare la li sta d elle merci attu almente sottoposte ad embargo e non ha tenuto conto d ì tu tte le sollecitaz ion i societa rie.
Come italian i non possiamo non p rendere atto con sodd isfazione di q uesta -di rettiva po litica degli Stat i Unit i, ma desidero aggiungere che Tembim. La mattina dd 28 febbraio, le nostre truppe avevano già conquistato r Amba Abgi. All'a lba del 29 febbraio, era incominciata pure la battaglia de llo Sciré. La mattina del 1° mar.zo, a Roma, 1icorremlo il quarantesimo anniversario Ji Adua, Mussolini rend e omaggio alla tomba del Milite Ignoto. Indi, dal balcone centrale di pa lazzo Venezia, a lla folla che lo acclama, rivolge le parole qui riportate. (Da JJ PoJJo/0 ,J'll,1/i,r, N 62, 2 marzo 1936, XXJII).
• Il 2 marzo 19 36, dopo accaniti cOmbatt imenti, si era conclusa, con una travolgente vittoria italiana sulle armate di fdJ Cassa e d i r.:rJ Seium, la seconda battag lia del T embien, mentre quell:1 de llo Sci rè er:1 giunta nella fase risolutiva Lo s tesso 2 marzo Mus~olini aveva inviato un vibrante te legramma a Badog lio (314) n 3 marzo (ore 10- l H ), presiede la riunione del Consiglio dei ministri della quale è q ui riportato il resoconto (Da li Popolo d'lralùt , N. 64, 4 marzo 19;6; XXJJI).
i deputati e senatori americani i quali hanno negato ogni embargo sul petrolio e sulle altre materie prime hanno reso soprattutto un prezioso servizio alla causa della pace mondiale.
l1 t entativo affiorato in questi ultimi tempi di risolvere la cosiddetta questione danubiana senza l'Italia, quindi contro l'Italia, abbozuto a Parigi, ma non dal Governo fran cese, né approvato da esso, è già fallito; né poteva essere a ltrimenti .
.i':: quasi superfluo ripetere che una sistemazione «collettiva)> del bacino danubiano non può prescindere dalla nostra presenza, né ignorare i nostri interessi, né quelli degli· Stati legati all'Italia.
B in relazione a t utta questa materia che nei giorn i 18, 19, 20 del corrente mese avrà luogo a Roma un incontro italo-austro-magiaro. Saranno ospiti grad itissimi della capitale e del Governo il cancelliere austr iaco Schuschnigg e il ministro degli Esteri Waldenegg; il capo del Governo ungherese Gombos e il ministro degli Esteri Kanya. L'incontro si svolge sulla linea dei p rotocolli romani, che hanno ·avuto, nel primo biennio della loro vita, una indubbia efficacia nel fortifi care le relazioni pol itiche ed economiche fra Budapest, Vienna, Roma
Quanto alle vicende della conferenta navale, il nostro atteggiamento non può sorprendere coloro che ricordano le dichiarazioni fatte dal capo_della nostra delegazione, nella seduta iniziale, Un acco rdo di natura politica non può essere firmato dall'Italia quando viene minac· ciato e patrocinato un inasprimento delle sanzioni.
Giunto nel pieno del quarto mese di assedio, il popolo italiano ha ancora raffo rzato la sua compagine politica e morale. I lutti della guerra sono sopportati con v irile co raggio, che si impone all'ammirazione dc! mondo. Il popolo ital iano comprende e intuisce la portata storica di questo sforzo c he Ja. nazione compie, non solo pe r vendicare i morti del 1895-'96, ma per garantirsi le vie del futuro.
L'Italia oggi serve la ca':lsa della civi ltà umana.
Dal punto -di vista economico, ferve dovunque il lavoro per realiz· za re il· massimo della autonomia economica, senza della qua le u na na· zione "può domani essere violentata dalla prepotenza di nazion i p iù ricche.
Il popolo è pienamente consapevole di questa necessità, e tutto lo sforzo del regime è indirizzato al conseguimento di questa mèta.
Dopo le dirhiarazioni falle dal D11Ce ml/a siluazione inlernaiionale, il Comiglio dei minisJri ha approt1aJo, m propos/a del capo del Governo, /1rimo ministro, segrefa,in di Sia/o:
Uno srhemd di dure/o legge che lìmil:t il prouimo umime11to della popolazfone delle colonie alla Libia ed .ai pouedimenti ilaliani, esr/11dendo /'Eri/rea e la Somalia, al/eJa /'a1t11ale 1iluazione militare
Su proposta del capo dti Governo, miniJtro dell'Interno:
Uno 1chema di decreto l egge conurnenle l'istituzione di uni1 divisi one 1puia/e di Polizia nella città di Napoli. Con tale provvedimento, ana/o g11mente a quanto venne diJpouo per la ct1pitale, t11lli i urvizi di Polizia 11rbana nella città di Napoli vmgono am,hti da tma speciale di visione del corpo degli ag enti di P11bblica Simrezza.·
Uno schema di decreto legge con cui si f a obbligo agli l s1il111i di rlJJÙ/enza e di educazione 11mminislrali da Enti p11bblfri di acquiltare , per i propri hùogni, solltmlo Jeu11ti di tipo 1111ificato, wstil11ito preferibilmente di rnnapa. Il provvedimento, mentre favorisce lo-smercio di ,m prodollo nazionale, conunle, con l'rmifitazirme dei tipi dei teJSflti, 11nt1 riduzione del prezzo di vendila, a vantaggio degli Enti com11ma1ori
Uno Jthe"mi:t di deerelo legge ton cui, allo uopo di dare auel/o 1111itario all'assiJJenza delle vedove e dei figli degli miiaJori, . Ji dispone /11 fruione dell'Opera pia nazionale per le 111:dove e i figlr degli t1ero1M11ti ton sede in Loreto, 11ell'Js1i11110 « Umberlo Maddalena >> ,-0,1 ude a Gorizia,
Uno schema di decreto , con rni, in armonia alla politica dem ografica del regime, sì dboliscono, per. i sou uffiriali di Pùbblica Simrezza, e si rid11cono, per le g11ardie Jce/Je di Pubblica Simrezza1 le limitazioni a conJrarre m atrimonio.
Uno uhema di decreto legge recante norme per /,:1 prima t1pplicazione del regio decrelo legge IO oJJobre 1935, Xlll, numero 2472 , mll'o rganizzazione provinciale, e la. coordinazione 11azio1Mle dei urr•izJ pompieristid,
S11 proposta del capo del Go verno, miniJtro delle Colonie:
Uno schema di decreJo che 1tabiliue n11ove denominazioni delle 1mità indigene de/J'Erilrea.
Uno Hhema di decreto che ,aflribuiire t1l comandante J/Jperiore in Africa Orientale ed .al comandante delle Forze Armate in Somalia, l,1 f acolr,ì di concedere ml campo rico mpeme al valor militare. I n relazione ,:11/0 111il11ppo delle operazioni militari in ·Africa Orie111ale, Ii è 1',wvùata l a necessilà di comentire ai predetti comm1danti di contedere Jfll · tampo "1edaglie e croci di guerra ' al va/or tnililare agli ufficiali inferiori, ,:1i Jo/111/ficiali ed ai militari di truppa che 1i diJting11ano per r11/i di valore meritevoli di immediata ricompenM.
Uno 1chema di decr et o concernente l'a11mento de/J'indennit?, di operazioni ai militari eritrei in 1ervizio preJJo refiarti mobilitati.
Un diuv,o di legge· relalivo all'ammiSJinne ai concorJi per 11ffitiali 1anilari e 1anitari condoni de/ R egno , indipendentemente dal limit e di età, dei 1anitari coloniali che hanno comeg11iro l'idoneità a parteci· pare ai comor1i steJJÌ.
Uno JChema di decreto legge con cui vengono e1lese alla Libia, con opportuni adallamenti, le diJpo1izioni contemae nella legge 3 giugno 193J, Xlll, nume,ro 1281, 111/ credito peuhereccio. Il Go verno d el/a Libia viene autorizzato a concedere 11n contrib11~0 d el d11e per cento 111/ pagamento degli intere11i dei mutui de1Ji11ati alle opere di impianto e dì miglioramento.
Il Comiglio dei miniltri, 111 proposta del capo del Go verno e· del ministro per le Finanze, ha approvato un comple110 di provvedi ment) diretti alla « difesa del risparmio e alla d iuiplina della ftm zion e credùìzia ». ( +)
Suae11ìvamente, il Consiglio dei ministri ha approvalo, 111 proposta del capò del Governo, ministro della G11erra, 1Jno 1chemd di decreto legge che e1tende tJi Comandi di difna territ oritJle le allribuzioni i nerenti al deferiment o di 11/ficiali al Comiglio di disciplina, n onché la convocazione dei Comigli.
Uno uhema di decreto l egge col quale 1i provvede, per nece11ità determinat e d all'applicazione pratica de~la l egge s11Jl'ava11zamento degli "{fidali del regio Elercito, ad apporlttre a della legge taluni ulteriori aggiorntJmenti, i11te1i a meglio chiarire ed integrare la effettiva portala in a/enne sue d isposizioni.
Uno schema di d ecreJo con il quale vengono considerali f(ti/;, ai fini del conferimento della medaglia militare al meriJo di lungo comando, anche i periodi di tempo paSJali al comando di reparti d i camicie nere ud unità J.ella M.S.V.N. mobilitale in Africa Orientale.
Su propo11a del capo del Governo, minisJro della M arintt:
Uno 1chema d i decreto legge riguardante l'avanzam ento pe r m erili eaezionali d i 11/ficiali in congedo d ella regia M arina .
Su propo11a d el capo del Governo, m iniltro de/l'Aeronautica:
Uno schema di decreto legge con mi si autorizza, in via lran1itoria1 il m inistro dell'Aerona11tira ad effet111are i peciali corsi di allievi urgenli d ell'Arma aerona11Jica, ruolo specializzato, categoria governo, da rec/11. tarsi tra i ci/ladini italiani che abbiano compiuto il diria11e11esimo e no n s11pl'rato il ven/Ìleiesimo anno di elà1 e · si siano forniti dei requisiti prercrilti dalle vigenti n orme.
375• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI•
li D11<e ha comrmicaJo al Com{glio dei ministri i 1e,mini d ella rispo1ta all'appello dei Jredici nel 1emo d i accoglierlo i n linea di maIJima. **
li Co~Higlio dei ministri h11 poi app rovato, JU prnposla del capo del G overno, minùJro delle Co rporazioni:
Uno ubem11 di decreto legge per la eJlemione de/l' auimrazione ,oniro la tubercolo1i ai mezzadri ed ai co/011i, Finora 10/1,mto i lavoi·a/ori 10110 sta/i tutelati contro il riJrhi o della t11bercol osi dall'arrimraz/One ohbligaJoria ùtil11ita con i ,·egi decreli legge 27 ollobre 1925, V , numero 20)) . Il 1111ovo provvedimenJo, adollato in base alle ,direJJit•e ·u gna/e dal Comitato corporaJitJo renlrale nellft sn.sione dt/ gennaio, estmde l'aJJimraz ione ohbligt1Jo rù1 ro nlro ltt t11b errol osi ad tmtt maJJtt di o/Ire 3.800.000 individ11'J, romponenti la grande r11,tegoria dei roloni e dei mezzfldri, tanto benemerita dell'agricoltura italiana, Tale a11im. razione 11ìene alluat a media11Je disposizi oni pa J"t irolari, per le q11ali il rontrib1110 (ii mi o,ure è pariteJiramenJe ripartito fra il proprietario d ei fondo ed il mezzadro o colo_no) è {malo i n una q11ota anntut per cùuom compo nente la famiglia rolonica avente età JN{'eriore ai dodici t1mti. L'auùtenza in ra10 di malallia è e1leM a tutti i rompo nenli il n11deo familiare, unza limitazione di g rado d i parentela, p11rrhé ronvit 1a110 rol metzadro o colono e lavorino abit11almente ml fondo, Uno JChema di decreto legge 1111 traltam ente giuridico ed economirn
• ·11 3 mar.:zo 1936, si er:i conclus:i la b:111:i.g[ia dello Scirè: l"acm:it:i di. Ml Jmmrù era stata sbarag li:ita da lle truppe italiane. « Con la vittoria Jello Sci rè - aveva. "tel egrafato tra l'a ltro il maresciallo Badog lio - il crollo dell'intero fronte settentrionale abissino è completo. Delle q ua ttro armate etiopiche che il Negus aveva minacciosamente mobilitate, n ell'ambi ziosa .illusione di battere la forza mi litare ita lia na e sburare il cammino :i.Ila civiltà, no n rimangono che miseri avanzi in fuga verso il suJ ri. Sempr e il 3 marzo, il primò ministro Flandin aveva telegrafato a Musso lini p e r sollecitarlo ad accetta re di discutere un · n uovo piano di acco"rJ o, secondo u n' iniziativa da lui stesso p roposta a Gi nevr.1, della qua le s i e ra subito occupato il Comil:ito societario Jei tredici. la mattina del 5 marzo, le nostre truppe avevano raggiunto il T acauè, Il 7 marzo, fa Germania annuncia la rioccupazione militare della Renania e den uncia il patto di Locarno, in quanto viol ato dalla Francia con la firma Ji un trattato con la Russia. Lo stesso 7 marzo, dalle 10 alle 12, Mussolini p resiede la riunione del Consiglio dei ministri della quale è qui riportato il , esocon to. (Da Il Popolo d'lhilùt, Nn. 65, 66, 68, 5, 6, 8 marzo 1936, XXIII}
•• (372).
dei vo/onJari e dei richiamati alle armi per e1ige11ze miliJari di carallere eccezionale. lii conformità alle deriJioni preu .nelle recenJi seuioni del Comitalo corpQrativo cemrale, Ji diJciplùza, in (aso di richiam o JolJo le armi o di arr11olamento volo11Jario neJJe Forze armi:1te o nella M.V S.N., per esigenze militari di carattere eccezionale, . lo Jtalo degli impiegati pritJati e dei la voraJo ri aJJimi/ati e .si 1/abiliue a favore di q11e1ti 1m tratJameuto gihridico ed economico che sostithiJce quello prevùto dalle disposizi oni della vigente legge wlt'impiego privato e dei coulratri collettivi di lavoro. Con tale provvedimento si concede, in luogo della retribuzione slabilila dalla legge s11lt1impiego privato per il 10/o periodo di Ire mesi, un'inde1111ità continuativa per lu/ta la drm1.ta del servizio mi/j. lare, il cui ammontare sard determinato in relazione al grado militare riveslito dal lavoratore ed al_ 11111nero delle persone· che egli ha a 1uo çarico. lJ provvedime11Jo auicura inoltre anche tti volonlari, o!Jre che ai richiamati, la wmervazione del posto, e, quindi, la ;icurezza della co11ti1111ità dell'impiego. li p,1gam e11to delle indennità verrà effeuuato da una Cassa ammìnislrala dall'Istitr,10 nazionale fauista della previdenza S O· eia/e, alla qr"tle affl11ira11110 i versamenti dei datori di lavoro.
Uno uhema di decreto legge relati1,10 alla disciplina della produzione del mercato delle euelize agrumarie. In accoglimenlo delle proposte formrdal e dalla corporazione della fru11icoltrm1, si Je11a110 parlicolari norme intese ad oJJenere che si proceda ,tlla fabbricazione delle essenze agr111narie con metodi_ ed impiami razionali, per assia11are la gc11ui11iJà dei prodotJi ed impedire le adulterazioni e wfi1Jicazio11i.
Uuo schema di decreto legge conleuenle norme per fa vo rire la produzione degli oli pe1a11ti ricavati dalla disJillazione delle rocce a;faltiche o biJ11mi11ose e dei comb111tibili joJJili nazionali. In co11/ormilà dei voli e1pres1i d_alla corporazione delle i11d11J1rie eslratJive e dal Comitato tecnico corporativo per i combustibili liq11idi, si stabilisce, Ùl aggiunta al premio già precedenlemente accordato nel 1934, · X li, per ; prodolli l eggeri petroliferi e per i lubrificanti di origine nazionale, un altro premio per i prodotti petroliferi pesanti della stessa origine, dando modo di più largamente 1/mllare Je rison e nazionali, in particolare gli ol'i provenienti dalla distillazio ne delle rocce asfaltiche e bituminose e dei combustibili foJJili nazionali.
Uno sduma di decreto legge pèr il coordinamento d elle alti vità degli lstit11ti ed Enti operanti neJ campo della produzione nazionale. li provvedimento, ùpirato ai 110/i espressi dagli organi corporativi, è i nteso a coordint:l re, altra verso la corporazione compeJenJe1 l'attività di Jali Enti allo scopo di assimrare, ne/J'intereue della prodJJzione 11<1zio11ale, unità diretJive.
Uno ·Jchema di prov11edime11to riguardante i Co nsorzi volontari.
lii relazione alle disposizioni coJ11e1111Je nelia legge lG gi11g110 1932, X nmnero 834, riguardanti lt1 co1tit11Zione e il f11nziona11wJ10 di Co11Jorzi fra esercenti uno sJeJSo ramo di allività economica, si diuiplinano i Comorz1 volontari, sJabilendo pitì slreJli cCJnlatti fra qunli da un lato e le corporazioni e i. Comitati corporat ivi dall'altro. Mentre, in/ani , gli /Jtit11Ji corporatjvi regolano, co n ailerio di c,1ra1Jere ge11erale1 l'attivittì produtt"rice e dùtributrire delle :,·arie categorie economiche, i . Comorzi provvedono a ilisàplilldre, ne/J'ambito di ogni uttore, l'allività de/Je sùrgole aziende. li contatto fra i due iJtitutì ( corporazioni e Comorzi) richiede che l'attività comortile sia opporJJmamente imerita nel pitì ampio quadro ·dello Stato, ( + )
Su propoJta del rapo del Gov,•mo, mìniJlro delle Corpor,,zirmi:
Uno Jthema di decreto legge che stabiliJce le modalità per il wlloramenlo fuori ru olo degli addetJì alla 1\-fìlizia Pol'fflaria inviati i n Africa Orientale, dùpo11end o an,he che euì vengano sostittJÌ/Ì con p ersom,fe in sopra11111111iero1 coJÌ co.me è sia/o f,1110 per la Milizia Nazio11a/e della Strada.
Uno uhe111a di decreto l1Jgge che a11torizza l'e111iJsìo11e dì speciali fra11roboili co1111J1emorativi in occa sìo 11e della JnoJJÙl/a
Fiera campionaria di Milano.
dicùmefleJÙ!la
Uno schema di decreto che 11pporl a due modificazioni alle normo vigenti per l'ampliamento e la ma1111te11zio11e degli edifici postali-telegrafici, a11torizzando l'amminì;trazio11e a provvedere direJtamenle ai lavori d i lieve entità e st11bilendo che i f ondi per i lavori estg11iti dalle Fer• ro vie dello Stato vengano a111icipati semestralmente, anziché trimestralme11te. Il programma di ntJove linee è stato notevolmente ridono ed il n11ovo provvedimento h1ira d f acilitare l'ultimdZione di quelle sole linee 4 Jronrhi di mi 11011 è sia/a abb,mdonaJa la co1Jr11zione, Uno schem(1 di decreto legg e che apporta pre ci1azio11i ml/e n orm e relati v e alla durata d e/ l avoro p er ìl perso11t1le dei pubblici Jer vizi di trasporto in concessione . ( + )
GAETANO POSTIGLIONE•
Il Governo si associa alle commosse parole che in memoria <lei camerata Gaetano Postiglione sono state pronunciate da l Presidente di questa Assemblea. Per noi uomini della vecchia guardia più acuto è il rimpianto.
• Parole pronunciate alla Camera dei deputati, nella tornata del 9 marzo 1936 (ore 15-19), dopo la commemorazione del deputato Gaetano Postiglione (ottobre 1892-25 dicembre 1935) fatta dal Presidente dell'Assemblea. (Dagli A rti del
DOPO LE COMMEMORAZIONI* ·
Il Governo si associa alle alte parole di cordoglio e di rimpianto pronunciate dal Presidente di questa Assemblea.
PREFAZION E A « VOMERE E SPADA»**
Una fascista della prima e di tutte Je o~e, la principessa Lena Triyulzio della Soma.glia, ha voluto raccogliere in un volumetto un certo numero d i pensieri e di massime tolte dai miei troppo numerosi scritti e discorsi. Non spetta a me giudicare la scelta, ma, conoscendo lo spi· rito che l"ha guidata, oso credere che s ia a ll'a ltezza del momento e d el pubblico quale è dìretta.
Desidero esprimere il mio ringraziamento alla principessa Trivulzio, non solo per la fatica da .lei compiuta con questo ~ibro, ma_ per t utta quanta l'opera da lei svolta con vero intelletto d'amore, per rea lizzare, andando verso il popolo, i postulati profondamente umani della rivoluzione fasc ista.
Vomere e Jpttd4: modo di vita di questo grande tempo delle camicie
MUSSOLI NI
Roma, 14 marz'o XIV [ 1936].
Pt1r/,:me11to it.JitJno. Cam era dei deputati. Diuuu ùmì. LegiJlat ur,r dt. S t JJ fo 11e dt. Volume li, pag. 2136.
• Parole pronunciate al Senato, nella tornata del 12 ma rzo 19 }6 ( ore . 1516.30), dopo le commemorazioni di alcuni senatori scomp.arsi fatte · dal Presidente dell'Assemblea. (Dagli Atti pa,/,rm,nJ,rri dr/la C4mrra d ei senatori DifCUIJioni. L egùltttu ra tit. Sessione rii. Vo/11mr Il, pag. 180).
•• Vomere e 1pad,1, Pensierj e mass.ime racc.,olti dagli scritti e discorsi di Benito Mussolini a cura di l ena Trivulzio della Somaglia • Ulrico Hocpli, Milano, 193~ .
DOPO LA COMMEMORAZ IONE DEL DEPUTATO LEÒNJ *
.t con profonda tristezza che il G overno si associa alle commosse parole che in memoria del' camerata Leoni sono state pronunciate d al Presidente delJa nostra Assemblea
ITALIA AUSTRIA E UN GHERIA**
Sig nor Presidente del Consiglio! Signor cancell iere fed eule ! ·
E con profondo compiacimento èhe. saluto, a nome del Governo italiano, la vostra p resenza a Roma, insieme a quella de lle Loro Ecce!· lenze i minist ri degli fateci del Regno d ' U ngheria e dello Stato f ederale d ' Aust ria. Essa coincide con il second o anniversario della firma d egli accordi di Roma. I due anni trascorsi sono, nell'atmosfera dell'Europa di oggi, un lasso di tempo sufficiente per saggiare alla prova dei fatti il valo re di un a linea politica.
N elle conversazioni di questi giorni, noi abbiamo potuto constata re i soddisfacenti risultati ragg iun ti d alle direttive politiche, econorriiche e cu ltural i segnate dai protocolli di Roma, tanto da convenire- sull'o pportun ità, ·non solo di confermare solennemente il contenuto, ma di r ibad ire la finalit à e rafforzare pe rmanentemente le b asi, creando p iù stretti e . durevoli legami fra i tre Stati. La nostra comune volontà d i fi ssare in un piano reale ed o rganico i bisogni, g li in teressi e le aspirazioni dei nostri p aesi assicura così aglì accord i di Roma del marzo 1934 nuove possibilità di svilupp'i f econJì per la nostra collaborazione e per l'opera
* Parole pi:onunciatc alla Camera Jei dep utati, nella tornata del 20 ma rzo 19 36 (ore l '.5 -1 7), dopo la commemora2ione del deputato .Antonio Leoni ( 29 dicemb rè 1877- 19 mar.zo 1936) fatta dal Presidente dell'Assemblea. (Dag li Alfi del Parldm r11to ilalia,w. Camua dei deJi11tati, D iromio11i Legisla1uri1 cit SeJJione cii Volume Il, pag. 2382).
*"' A Roma, j! 21 mano 1936, aveva avuto luogo il convegno jtalo-austroungherese (373). Il 22 marzo, i! convegno p rose-sue (373). Lo stesso giorno, a lle 20.30, a palazzo Ve-nezia, Musso lini offre un prall%o in onore del cancelliere Schuschnigg e del generale Julius GOmbos, Presidente del Consigli o ungherese. .Allo sp umante, il capo del Governo pronu ncia il br indisi qui riportato. ( Da li PQ;,Q/u d'I1alia, N . 83, 23 ma no 19)6, XXIII).
di ricostruzione eu ropea, di cui costituiscono C sono destinati a costituire sempre più un fattol e fondamentale.
Questa volontà comune e la amicizia che unisce i tre Governi e i tre popoli continueranno ad ispirare la nostra condotta e a guidare i nostri sforzi. Essi hanno Vittoriosamente superato le vicende di questi due a nni di avvenimenti. Queste g iornate romane ne sono la consacrazione .solenne e defin itiva.
La vostra visita è stata accolta dal popolo italiano in questa grande ora della sua storia con- manifestazioni di profonda s impatia, .di cu i non vi sa rà sfuggito il particolare significato.
La cavalleresca e concreta prova di amicizia che l'Austria e l'Ungheria hanno dato all' Ita li a in circostanze particolarmente diffici li non sarà d imenticàta né dal Governo, né dal popolo italiano e non p otrà non influ ire su quello che sarà il corso dei futuri rapport i fra i due paesi, basati su evident i ragioni geografiche ed economiche e confortati <la una sincera, cordiale comunanza di vedute e di sentimenti.
Levo il bicchie re a lla salute di Sua Al tezza Serenissima .il Reggente di Ung heria e · d i Sua Eccellenza il Presiden te d ello Stato f edera le d'Austria; alla prosperità del popolo austriaco e del popolo ungherese; alla felic ità personale degli. osp iti ins igni.
IL PIANO REGOLATORE DELLA NUOVA ECONOMIA ITALIANA **
Camerati!
Solenni sono le circostanze nelle quali l' assemblea delle cor po· r:izi oni si riunisce, una seconda volta, su questo colle che r jcmpì del suo nome il mondo. Siamo in tempo d i g uerra, cioè nel tempo più duro e più impegnativo d ella vita di un popolo. U n altro e ve nto accresce la solennità e la gravità <li quest'o ra: . l' assedio che cinqua ntadue p aesi dec isero contro l'Ita lia , che un solo Stato volle e impose, ch e alcun i, dopo aver votato, non applicaiono, obbedendo a lla voce delle loro coscienze, che tre Stati, Austria, Ung heria e Albania, respinsero, poiché, oltre i doveri dell 'amici zia, ripug nò loro l'onta del procedimento che
* Il 23 marzo 1936, a conclusione del con11egno tripa rtito, sara nno fi rmati a Roma i nuov i accordi ita lo-austro-ungheresi (373), espressi in tre protoco lli , addiziona li a quelli del 17 marzo 1934 (374).
** A Roma, in Campidoglio, nella sala <li Giulio Cesare; la mattina Jel 23 marzo 1936, Mussol ini presiede l'assemblea nazionale d elle corpora zioni. In tale occasio ne, pron uncia. il discorso qui riportato. (Da Il Popolo d' lralirs, N. 84, 24 marzo 1936, XXIJJ)
J6. · XXV II.
metteva sullo stesso piano l'Italia madre di civiltà e un miscuglio di razze autenticamente e irrimediabilmente barbare, quale !'.Abissinia.
Nel quinto mese dell'assedio - che rimarrà. nella storia d'Europa come un marchio di infamia, cosl come gli aiuti materiali e morali ali' Abissinia vi rimarranno come una pagina di disonore - l'ltalia non solo non è piegata, ma è in g rado di ripetere che l'assedio non la piegherà mai. Solo tin'ignoranZa opaca poteva pensare il contrario.
Nostro stretto dovere era di tir.tre dì~itto.: lo abbiamo fatto, ma più di noi, incomparabilmente più .di noi, -l'ha nno fatto i soldat i e le camicie nere, che h anno spezza~ la tracotanza abissina, schiacciandone le forze armate.
La vittoria bacia ·1e nostre bandiere e quel che i soldati. conquistarono è ormai un territorio consacrato a lla patria. Parta da questo. colle verso i lidi africa ni il sa luto della rivol uzione alle fal~ngi y ittoriose dell']talia fascista! ·
L'assedio economico -ch e è stato decretato p er la prima volta contro fltalia perché si è contato, secondo una frase pronunciata nella riunione di Parigi del I O marzo, su lla <e modestia del nostro potenziale industriale » - ha sollevato una serie numerosa di problemi che tutti s i riassumono in questa proposizione: l'autonomia politica, cioè la pos· sibilità dì una politka estera indipendente, non si può più concepire senza una correlativa capacità di autonomia economica. Ecco la lezione che nessuno di noi dimenticherà ! Coloro i quali pensano che finito l'assèdio s( ritornerà alla situazione del L7 novembre si ingannano.
Il 18 novembre 1935 è oi-mai una data che seg na l'inizio di una nuova fase della storia italiana. 11 18 novembre reca in sé qualche cosa d i definitivo, vorrei d ire di irreparabile. La nuova fase dcJla storia italianà sarà dominata da questo postulato: rea lizzare nel più breve termine possibile il massimo possibile di autonomia nella vita economièa de lla nazione.
Nessuna nazione del mondo può realizzare sul proprio territorio l'ideale dell'autonomia economica, in senso assoluto, cioè al cento pe r cento; e, se anche lo potesse, non sarebbe probabilmente utile. Ma ogni nazione cerca di lib~rarsi nella misura più larga possibile delle servitù straniere.
Vi è un seltorc nel quale soprattutto si deve tendere a realizza re questa autonomia: il settore d~lla di fesa nazionale. Quando questa autonomia manchi, ogni possibilità di difesa è compromessa. La .politica sarà alla mercè delle prepotenze st raniere, anche solta nto econom iche; la guerra economica, la guerra invisibile - inaugurata da Ginevra cont ro l'Italia - finirebbe pe r aver rag ione dì un popolo anche se composto di eroi. li tentati vo d i questi mesi è ammonitore a l rig uardo.
Per vedere se e in quali limiti l'Italia può realizzare la sua autonomia economica nel settòre della difesa nazionale, bisogna procedere all'inventario delle nostre risorse e stabilire inoltre quello che ci può dare Ja tccnic.:a e Ja scienza. Per questo abbiamo creato e dato le agevolazioni necessarie al Consiglio nazionale d elle ricerche. Giova premettere altresl c. he, in caso di guerra, si sacrifica no, in parte o al completo, i consumi civiJi. .
Cominciamo l' inv_entario dal lato più negativo: quello dei combustibili: li<juidi. Le ricerche del petrolio nel territorio nazionale sono in corso, ma fino ra senza risultati apprezzabili. Per sopperire a l fàbbisogno di combustibili liquid i contiamo, specie in tempo di guerra, sull'tdrogenazione delle ligniti, sull'alcool proveniente dai prodotti agricoli, sulla distillazione delle rocce asfalti fere. Il patrimonio lignifcro italiano supera i duecento milioni di tonnellate. Quanto ai combustibili solidi non potremo fare a meno, allo stato attuale della tecnica, di alcune qualità di carbone pregiato destinato a s,pecia li consumi; per tutto il resto si impiegheranno i.carboni nazionali : i l liburnico, .il sardo, l'aostano. L'Azienda carboni italiani ha già realizzato importanti"progressl: la produzione è in grande a umento, con piena soddisfazione del conswno. Io calcolo che potremo, con le nostre risorse, più l'elettrificazione delle ferrovie, più il controllo della combustione, sostituire in un certo lasso di tempo dal <jUaranta al cinquanta per cento del carbone straniero. Passi amo ora ai minerali metallici e altro. Abbiamo ferro sufficiente per il nostro fabbisogno di pace e <li guerra. La vecchia Elba sembra inesauribile; il bacino di Cogne è valutato a molte decine di milioni di ton· nellate di un minerale che, dopo quello svedese, è il più puro d ' Europa. Unico inconveniente , la quota di duemilaottocento metri al la quale s_i trova; inconveniente dico, non impedimento. Altre miniere di ferro sono quelle riattivate d ella Nurra e di Valdarsa. Aggiungendo a lle miniere di ferro le piriti, da <jUesto lato possiamo stare tranquilli. Altri minerali ch e l'Italia possiede in grande quantità sono: la bauxite e leucite per l'alluminio, zinco, piombo, mercu rio, zolfo, manganese. Stagno e ni• chelio esistono in Sardegna e in Piemonte. Non abbiamo rame in quan· tità degna di rilievo. Passando ad altre materie prime, non abbiamo sino ad_oggi - ma avremo 5ra non molto - la cellulosa; non ahbiamo gomma.
nel 1936 che si riprenderà la cultura del cotone. Manchiamo di semi oleosi. Nell'attesa di lana sintetica prodotta su scala industriale, la lana naturale non copre il nostro consumo., La dcficenza di talu ne materie prime tessi li non è tuttavia preoccupante: è questo il campo dove la scienza, la tecnica e l'ingegno degli italiàni possono più largamente operare e stanno infatti operando. La ginestra, ad esenipio, che
cresce spontanea dovunque, era conosciuta da molti italiani soltanto perché leopardi vi dedicò una delle p iù patetiche poesie; oggi è una fibra tessile che può essere industrialmente sfruttata, I quarantaquatt ro milioni di italiani avranno sempre gli indumenti necessari per coprirsi: la composizione di questi tessuti è, in questi tempi, una fa ccen<la assolumente trascurabile. ·
La questione delle materie prime va dunque, una volta per tutte, posta non nei termini nei quali_ la poneva il liberalismo rinunciatario e rassegnato ad una eterna inferiorità dell'Italia, riassumentesi nella frase, ormai divenuta abusato luogo comune, che l'Italia è p overa di materie prime. Deve dir~i invece: l'Italia non possiede talune materie prime, ed è <JUesta una fond amentale ragione delle sue esigenze coloniali; l'Italia possiede in quantità suffi.cente alcune materie prime; l'Italia è ricca di molte ·altee materie prime. Questa è l'esa tta 1ra!,prescntazione della realtà delle cose e questo spiega la nostra· convinzi one che l'lta lia può e deve raggiungere il massimo livello di autonomia economica, Jler il ·tempo .di pace e soprattutto pe r il tempo di g uerra. Tutta l 'economia italiana deve essere orientata verso questa suprema necessità : da essa dipende l'avvenire del popolo italiano
ArriVo ora ad un punto molto importante JeJ mio discorso: a quello che chiamerò <( il piano regolatore» dell'economia italiana nel p rossimo tempo fascista. Questo piano è dominato Ja una premessa: l'ineluttabilità che la nazione sia chiamata al cimento bellico. Quando? Come ? Nessuno può dire, ma la ruota del destino corre veloce. Se così non fosse, come si spieg herebbe la politica di colossali armamenti inaugurata da tutte le n azioni? Questa drammatica eventualità deve guidare tutta fa nostra azione N ell'attuale periodo storico il fatto guerra è, insieme con la dottrina del fascismo, un elemento determinante deIIa posizione dello Stato Ji .frÒnte all'economia d ella nazione.
Come dissi a Mila no nell'ottobre 1934 , il regime fa scìsta non intende statizzate o, peggio, funzionarizza rc l'intera economia d ella nazione; gli basta controllarla e di sciplinarla attraverso le corp orazioni, la cui_ attività d a me Seguita è stata di grande re ndimento ed offre 1c condizion i di ulteriori metodici sviluppi. Le corporaz ioni sono organi dello Stato, ma non o rgani semplicemente burocratici dello Stato.
Vado all'analisi. ll fondamentale settore dell'agricoltura non è, nella sua struttura, suscettibile di notevoli cambiamenti. Nessuna innovazione sostanziale alle forme tradizionali dell 'economia agricola italiana: esse rispondono b ene alJo scopo, che è quello di , assicurare il fabbisogno al imentare del popolo italiano e fornire talune materie prime alle industrie. L'economia agricola resta quindi un 'economia a base privata, d isciplinata
e aiutata dallo Stato perché raggiunga medie sempre p iù alte di . produzione, ed armonizzata attraverso le corporazioni con tutto il resto dell'economia nazionale. V'è da affrontare e risolvere il problema . dell 'avventiziato agricolo o b racciantato , su linee ch e il fascismo ha g ià tracciato. Quanto all'attività corTlme rciale, bisog na distinguere i due aspet ti: quello esterno, che è diventato funzione dirett~ o indiretta d ello Stato e nient'affatto contingente come qualcuno potrebbe credere; e quello in· terno, che, ottenuto l'alto disciplinamento delle categorie, non cambierà di molto la sua fisionomia. ll campo del commercio resta affidato all'attività individuale o dei gruppi o delle cooperative.
Per quanto riguarda il settore del credito - che sta all'econom ia come il sangue all'organismo umano -i recenti provvedimenti lo hanno logicamente port1to sotto il controllo diretto dello Stato. Questo settore è, per mille ragioni, di assoluta perti nenza dello Stato.
Passando alla produzione artigiana e industriale, dichiaro che l'artig ianato s:aà aiutato: esso, specie in It:i.lia, è insostituibile. Non è so lo per omaggio ad una gloriosa tradizione che lo difendiamo, ma per la su:i utilità presente. Piccola e media industria rimarranno nell'ambito dell'iniziativa e della responsabilità individuale, armon izzata in senso naz ionale e sociale dall'autodisciplina sorporativa.
Quanto alla grande industria che lavora direttamente o indirettamente per la difesa della nazione ed ha formato i suoi capitali con le sottoscrizioni azionarie, e per l'altra ·indust ria sviluppatasi sino a divenire ca pitalistica o supercapita listica - il che pone del problemi non più di ordi ne economico, ma socia le - essa sarà costitu ita in grandi unità corrispondenti a quelle ch e si chiamano. le industrie-chiavi ed assumerà un carattere speciale nell'o rbita del lo Stato. · L'operazione in Italia sarà f acilitata dal fatto che lo Stato già possiede, attraverso la I.R.I. , forti aliquote e talora la maggioranza del capitale azionario dei principali gruppi di indu strie che interessano la difesa della nazione.
L'intervento statale in queste g randi unità industrial i sarà diretto o indiretto ? Assumerà fa forma d ella gestione o del controllo? In taluni rami potrà essere gestione diretta, in altrj indiretta, in altri un efficente controllo. Si può anche pensare ad imprese miste, nelle quali Stato e privati formano il capitale e organizzarlo le gestioni in comune.
n perfettainente log ico che nello Stato fascista questi gruppi di industrie cessino di avere anche de jure quella fisionomia di imprese a carattere privato che de facto hanno, dal 1930-'31, d el tutto perduta.
Queste industrie, e per il loro ca rattere e per il loro volume e per la loro importanza decisiva ai fini della guerra, esorbitano dai confini dell'econom ia privata per entrare nel campo d e ll'economia statale o parastatale. La produzione che esse forniscono ha un unico compratore: lo
Stato. Andiamo verso un periodo durante il quale queste industrie non avranno né tempo né possibilità dì lavorare per il consumo· privato, ma dovranno lavorare esclusivamente o quasi per le forze della nazione.
V'è anche una ragione di ordine squisitamente morale che ispira le nostre considerazioni : il regime fascista non ammette che individui e .società traggano profitto da quell'evento che impone i più severi sacrifici alla nazione. Il triste fenomeno del p escecanismo non si vf'rificherà p iù in Italia. ·
Questa trasformazione costituzionale di un vasto importa nte sc;tto re della nostra economia sarà fatto senza precipitazione, con calma, ma con decisione fascista.
Vi ho cosl tracciato su grandi linee quello che sarà domarli il panorama della na zione dal punto d i vista dell'ewnomia. Come vedete, l'economia corporativa è mult iforme e armonica. Il fasci smo non h a ma i pensato di rid url a tutta a un massimo comun denominatore statale: di trasformare cioè in « monopolio di Stato» tutta l' economia della nazione. Le corporazioni Ja disciplinano e lo Stato non la riassume se non nel settore che interessa la sua difesa, cioè l'esistenza e la sicurezza della patria.
In questa economia dagli aspetti n ecessa riamente va ri, come è varia l'economia di ogni nazion e a<l a lto sviluppo civi le, i lavoratori di\'entano, con .pari diritti e pari doveri, collaboratori nell'impresa allo stesso t itolo dei fornitori di capitali o dei dirigenti tecn ici. Nel te mpo fascista il Ja,•oro, nelle sue infinite mani festazion i, d iventa il metro unico col quale s i misura l'util ità sociale e nazionale degli individui e dei gruppi.
Un'economia come quella di cui vi ho t racciato le Jinee maestre deve poter ga rantire t r:1nqui lliti , benessere, ele\'::izione m.at e riale e morale a lle masse innumeri che compongono la nazione e che hanno d imostrato, in q uesti tempi, il loro alto g rado di còscienz.:i nazionale e la 1oro totalit::iria adèsione a l reg ime. D evono raccorciarsi, e si raccorceranno; nel sistema fascista l e dista nze fra le diverse categorie d i produ ttori, i qual i riconosceranno le gerarchie del più alto dovere e della più dura respon· sabil ità. Si -realizzerà ne ll'economia fascista quella più alta giustizia socia le che dal teinpo dei tempi è l'anelito delle moltitudini in l<;>tta aspra e quotidiana con le più elementari n ecessità del la vit::i.
:8 la seconda volta che si riunisce su l Campidoglio l'assemblea nazionale dell e corparazioni. Qualcuno ha Ia legittima curiosità di domanda re: che cosa accadrà di questa assemblea ? Quale è il posto ch'essa prenderà nell'economia costituzionale d ello Stato italiano? A questi interrogativi fu ,già data una risposta, e prccisament e nel mio disco rso de l I 4 novembre 1933, a nno Xli, col quale annunziavo che il Corisig lio naz ionale delle corporaz ioni poteva benissimo sostituire e avrebbe finito ·per sosti-
tuire in loto la Camera dei deputati. Confernio oggi questo intendimento. La Camera, già promiscua nella sua composizione perché parte dei suoi rÌlembri sono anche membri d i q uesta assemblea, cederà il posto all'assem· blea naziona le delle corporazioni, che si cost ituirà in « Camera dei Fasci e delle corporazioni » e risu lterà, in un primo tempo, dal complesso delle ventidue corporazioni.
I modi coi quali la nuova assemblea rappresentativa e legisla tiva si formerà, Je norme per il suo funzion amento, le sue attribuzioni, le sue prerogative, il suo carattere costituiscono problemi di ordi ne dott rinale e anche tecnico, che saranno esaminati dall'organo supremo del regime: il Gran Consig lio.
Quest'assemblea sarà assolutamente «politica», poiché quasi t utti i problemi dell'economia non s i risolvono se non portandoli sul piano politico. D ' altra parte le forze che si pot rebbero, fo rse un poco arbitrariamente, chiamare ext racconomichc, saranno rappresentate dal Partito e da lle Associazion i riconosciute.
Ora mi domanderete quando questa profonda, tna già matura trasformazione costituzionale si verificherà, e io vi rispondo che b data non è lontana, pur esse ndo legata all'epilogo vittorioso della gue rra africana e agli avven iment i della: politica europea.
Con le trasformazioni economiche d i cu i vi ho parlatO e con questa innovazione su l terreno politico e costituzionale, la rivoluzione fascista real izza in pie no i suoi postulati fondamentali, ch e l'adu nata di piazza S:in Sepolcro, d iciassette anni or. sono, acclamò.
'Camerati!
Sicuro ent ro le sue frontiere grazie alla mole dei suoi armamenti e allo spirito dei suoi combattenti, munito di strumenti politici e sociali sempre più adeguati alle condizioni della sua vita e all"evoluzione dei tempi,.e in anticipo su tutti i paesi del mondo, il popolo italiano ha oggi dischiuso, graz ie al fascismo, le vie di u na sempre crescente potenza. L'assedio societario ha collaudato la tempra della stirpe e , come non mai, l'unità. delle anime. •
Il sacrificio affrontato dal popolo italiano in Africa è immenso scr· vigio reso alla civiltà e alla pace del mondo e ancora a q uelle vecchie, troppo sazie pote nze Coloniali, che hanno commesso l'incredib ile errore storico di ostacolarci. L'Italia, in Africa, conqu ista dei ter ritori, ma. per liberare le popolazioni che da millenni sono in b alia di pochi capi sanguinari e rapad.
Lo slancio v ita le del popolo italiano non fu e non sarà fermato dalle ret i p roceduristiche di un Patto ch e, invece della pace, reca all'umanità le prospettive d i guerre sempre più vaste. Trenta scx:ol i di storia, e quale storia! la volontà indomita delle generazioni che si avvicendano e sai-
gono; la capacità di sacrificio più alta , q uell a del sangue, dimostrata tre volte in questo primo per iodo di secolo, sono elementi sufficenti per alimentare la nostra f ede e aprirci le porte dell'avvenire.
« IL DELLO NON PUÙ TARDARE.... » *
Diciassette anni or so~o si riuniva a Milano un pugno di uomini reduci dalle trincee, col proposito fermo di liberare l'Ital ia dalle scorie che la intristivano.
Questa operazione, almeno per qua nto rigulrda l'Ital ia, è pienamente riuscita.
Quel che g li audaci pionie ri vollero e noi abb iamo pertinacemente voluto, è oggi la volontà indomabile d i t utto il popolo ita lia no.
Non importa se oggi il cielo non è completamente sereno ; io vi d ico che il bello non può ta rdare e non t:lrder:\.
CIFRE
Vie nna presenta all'attenzione europea le catastr ofiche cifre d ell a su a denata lità. :B un decresce ndo che fa r iflettere. Le nascite, che nel 1900 erano di 31,7 per mille abitanti , d iscesero nel 1925 a 13,9, La proiezione d ella crisi si distende ancora nel tempo: nel 193 1 i nati su mille abitanti furono soltanto 8,8. Sono note ogg i le cifre ri ferite a llo scorso anno. Si fa anche il confronto con i morti : duecèntotrentaquattro su cento nascite. Un supero d i ci rca quattordicimila bare. La co rsa continua, né si prevede per ora un tempo d i arresto, Vienna. è la tipirn città nel b qua le si sono manifestati cd accenh1.ati i f enomeni angosciosi de l dopoguerra : la crisi eco nomica ed il « confortìsmo >> . Vi concorrono i due elementi che minacciano di t ravolgere una intera razza: l'ingiusta sperequazione delle r icchezze fra i popoli e la crisi morale: Stretto nella morsa di questa t anaglia, i l popolo v iennese langue e, come se la linfa vitale che lo h a sostenuto nei secoli sia o ra venuta improvvisamente a manca re, lascia ch e le sue fila s i diradino ed i vuoti restino incolmati.
:È a questo punto che sop ra g li egoismi dei singoli e d elle s ingole
• Paro le pron unciate :a. Roma, clal bilcone centrale cli palazzo Venezia, il 23 ma rzo 1936, verso le 12, in occasione clella celebrazione ciel clicìassettesimo anniversario della fondazion e clei Fasci Itali:mi di Combattimento. (Da 1/ Popolo . d' llalia, N. 84 , 24 marzo 1936, XXJJI).
nazioni si disegna e si im pone all'attenzione del mondo la necessità di una più intima solidarietà internazionale e di una nuova legge morale.
Vienna, e con essa tut~o il vecchio mondo europeo, ha bisogno di una nuova linfa, di un nuovo prin cipio di vita. fn molti paesi. del ccnt i· nente v i sono oggi poche nascite p erché si muore spiritualmente. La sterilità non d eri va certo dalla povertà,
In Francia, dove l'oro non manca e dove non scarseggia no le materie prime, nel. corso de ll'u lt imo triennio si è. registrata una dimin uzione di settantamila nascite. La china verso la quale p recipita la vecchia Europa mette paura.
Di fronte a questo pericolo, non v'è che un'unica via di uscita: un::t reazione morale che opponga alla visione abulica della vita - propria dei popoli in decadenza - una visione p iù presaga e p iù umana, b quale sia capace d i da re ai popoli quella volontà di potenza che solo nel numero può trova re lo. sua sicura affermazione.
D::i li PoJ,olo d'Iralirt, N. 88, 2A mu.20 19}6, XXIII (w l).
« PREPARATE I MUSCOLI E IL CUORE
Giovani italiane! Balilla! Avanguardisti!
Il vostro grido fresco e gagliardo arriva al mio cuore come il saluto della primavera.
• Durante !"ultima decade di marzo ci el 1936, Mussolini aveva conl:nu::ito a tenersi in cont3.tlO con B:idoglio, ed anche in merito :ti piano delle successive opernioni mi lita ri preparato dd maresciallo (} 15, 3 16). Il 31 marzo, avev3. spronato Graziani, che altro non attendeva, a muovere contro r,u N a.sibù ( 3 16) Lo stesso 3 1 mano il Neg us aveva impeÈ:nnto una gro.n<le battaglia, con le sue truppe migliori, nella .zona del lago Asciang hi, in direzione di Quoram. Ma l'armata imperiale era stata completamente schfantata. li 10 aprile, una colonna d i truppe celeri, comand::ita dal luogotenente generale Achille Starace, partita da Om .Ager i l 20 marzo, superati vari ostacoli, sopra un percorso <li oltre trecento chilometri dal Setit, era entrata in Gondar. Contemporaneamente, un'altra colonna militare italiana aveva raggiunto ,Masa i Dengià, proseguendo su Gondar; ecl" un::i terza, procedendo d:i Noggara, aveva occupato R3.fi sul fiume Angareb. l a mattina dd 4 aprile, g iorno in cui il capo del Governo inoltrn due tdegrammi a Badoglio {} 16), fa battag lia del lago Ascianghi ha il suo epilogo. Tutte Je truppe abissine, al comando del Negus, sono in fuga disperata. verso il sud. lo stesso 4 a prile, verso le 17.30, a. Roma, dal balcone centrale di palazzo Ve· nezia, davanti a « cinqua ntami la giovani. camicie nere in armi» convenute nell a capitale in occasione del decennale dell'Opera nazionale b.1litla, Mussolini pronuncia il discorso qui ripol'talo (Da Il Po polo d'It(llia, Nn. 9}, 94, 96, 2, 3, 5 aprile 1936, XXIll)
... »*
Oggi la vostra. organizzazione, che raccoglie cinque milion i di figli d'I talia, celebra il primo decennio della sua vita, il primo di una lun~ g hissima serie.
Tutto il. popolo italiano partecipa alla vostra g ioia e alla vostra fierezza, mentre il mondo vi ammira, perché vede nella vostra disciplina , nella vostra tenacia, nel vostro coraggio, l'espressione deHa perenne g iovinezza di Roma.
Siete fortunati perché· il primo decennio coincide con g iorni fausti di g loria per la patria. I vostri maggiori fratelli combattono in questo momento, proprio in queste ore, con valore supremo. Essi string ono nel loro· saldo pugno la nuova folgorante vittoria..
Se la patria domani vi dovesse ch iamare al cimento eroico, prep:i.ratc i muscoli e il ruore («Sì! SU»). Solo così sarete. degni di portare" la gloriosa camicia nera d ella rivoluzione (« Sì/ S)/ ») e di servi re, in ogni tempo, e con ogni mezzo, ritalia nostra .
Lo vol ete voi ? (LA mo/Jit11di11e di g;o 11a11i t1uogt;e ron fo r,nidabi/; <{ sì! >> le ttltim e parol e d el D11ce).
376• RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI*
Prima di pauare all'ordi ne d el giorno di ,arai/ere a mmi11is/Mli110 , il D11a ha jalf o le seguenti dirhiarazioni di ,aratlere politiro:
Le vitto rie superbe dei nostri soldati ed in particolar modo la ,.,ittoria del lago Ascianghi riportata sulle truppe del N egus, istruite, equipaggiate ed armate da europei, avvicinano l'Italia alla realizzazione del suo primo obiettivo p er il quale dovette ricorrere alle armi dopo l'avvenuta mobilitazion e delle for ze etiopiche , e cioè la sirnrczza delle nost re colonie.
Tale sicurezza sarà raggiunta in pieno col totale annientamento d clJe formazioni milita ri abissine, a nni ent~mcn_to che_ non può ma ncare né tar.dare.
Al rnmandante in capo, màresciallo Badoglio, a tutti i suoi collab oratori, alle truppe nazionali ed eritree il Consiglio dei niinistri rinnova grat itudine e plauso. '
N e i territori occupati dalle nost re divisioni le popolazioni hanno d imoStrato la loro simpatia :ill'Italia e sono tornate, ora che sono difese dalle depredazioni dei ra.r, alle loro occupazioni òormali.
• Tenutasi l's· aprile 19}6 ( ore 10-12). (D.J li Pr;polo d'I1:1/i11, N 100, 9 apri le I 936, XX III),
Nel frattempo l'Italia ha risposto affecmativamente a una domanda del Comitato dei tcedid.
Le nostre truppe nell'Africa Orientale sono intatte nei loro imponenti effettivi, il morale è semplicemente perfetto, mentre i preparativi ·delle forze metropolitane di terra, di mare, di cielo procedono con ritmo sempre p iù accelerato.
1l Consiglio dei ministri deve tributare un plauso speciale alle industrie aeronautiche e alle maestranze che vi sono occupate per il volume di produzione raggiunto in questi ultimi mesi e destinato ad aumentare -di settimana in settimana.
Jl popolo in tutte le sue categorie continua ad offrire al mondo uno spettacolo di romana tenacia e disciplina.
la lotta contro le sanzioni procede dovunque con la massima ·decisione e con successo dovuto all'inventiva e allo spi rito di iniziativa dei produttori, all'azione svolta' da tutte le organizzazioni centrali e periferiche del regime e alla collabor;lzione intell igente e quotidiana delle donne italiane.
Dop o l e dichitJrnzioni del D11ce, il Comiglio dei minÌJlri ha approfltJlo, 111 propo11a de/ rapo del Governo, primo miniJJrn, ugreltJrio di S/tJIO:
Uno JCbema di decreto legge roncernente l'utilizznzione industriale dei graJii a11imtJ!i ai fini delltJ deglicerinizztJzione, 11 provvedimento è inteso tJ diuiplintJre la raccolttJ delle 101/tJnze graue tJ»imtJli per · ltJ ptod11zio11e della glicerina occorrer,te t1l fabbisogno del!tJ ntJzione, Su propo1!tt del ctJpo del Governo, minÌJtro degli A ffari EJteri :
Uno schemt1 di decreto legge rhe t1ppro11tJ l'tJccordo /rtJ /' Itt1litJ e l'A111tl'ia, stip11lato, mediante scambio di noie, il :; marzo 1936, XIV, intno a modifictJre !'1,ltimo tJlinea del precedente aaordo ittJlo-anitriaco del 17 dicembre 19351 XIV,
Un dìugno di legge relativo all'eiemzione del prolocollo per rfro11ouere "alla Corte permanente di giust izia inlemtJziontJle la competenza di interpreltJre le convenzioni dell'Ajti di dirillo interntJziontJle privtJIO, firmato all'Afa dall'Italia e dti altri Stati e porta111e la dala del 2 7 marzo 1931, IX.
Un diugno di legge ,.;g,1a'rdtJ11te /'esecuzione della co11ve11zione sii· prdtJta in Roma fra l'Italia e la Germania il 9 marzo 1936 , XIV , per il rfronoscimento e l'ese(flforietà delle decisioni gi11diziarie in mtJ /eritJ rii,ile e commerciale.
Uno schema d i decreto l egge che approva gli auordi commerciali, economici, finanzitJ ri e 1anitari stipulati f ra l'Italia e l'A lbania in Tirmur il 19 m arzo 19361 XIV.
Su propo;ta del capo del Governo, miniJtro dell'Interno:
Uno ,rhema di decrelo legge conce rnente la cosJilNzione del conume di Aprilia in pro:1ù1 cia di I.iJJorù1. li nuovo comune, che so rge in contrada Carrocelo, nei preui d ella f errovia Roma-Nettuno, .m di tm territorio di 16.434 e/lari, coslituùce, dopo Lilloria, Saba11d ia e Po11linit,, ·,ma mror•a t1ffermazio11e della giganlesca opera redenJrire d el regime.
Un o JChema di deO'elo con mi 1i approM il bilancio preventivo del governatorato di Roma per l'anno 1936, XIV.
S11 proposta del capo del Governo1 miniJtro delle Colonie:
Uno schema di decreJo l egge per la co.rtituzione dell'Azii!nda miniere Africa Orientale. Il problema minerario delle colonie dell'Afrùa Orientale viene affrontalo e risolto integralmente co11 la creazione di 1m'Azienda autonoma per la ricerca e la coltivazione dei giacimenti d ei minerali, denominlfld A zienda miniere Africa Orientale. Il 1111ovo Ente htt anrhe il compilo di tfJJislere le imprese mine1wie ni.JJenli nelle tolonie per ttumetJlarne l' e/fitenza prod1111iva ed eventualmente rilet'tfme la ge1tione.
Uno IChema di deO'elo legge t oncernente la ge.11ione d ell'auiam1zio11e contro gli infort,mi 111/ lrworo, i casi mortali di malallie tropicali ed i rischi di gTlerra per la mano d'oper~ impiegala in la 11ori eseg11iJi per ,01110 dello S!t1 /o in Afri ca Ori entale, I n hase alle norme vigenti, yJi opefr1i che lavorano in Africa Orientale nei la,,ori eseguiti per como dello S lato sono auimrati , ollreché per gli infortuni ml lavoro, a,uhe per il <a.ro di morie dovuta a feb bre pernicio.ra e a malallie lropirtt!i . L 'a1111ale prov11edimento eitende i benefici del/'a.uimrazion e ai riu hi derivanti da azioni mi/ilari ed a quel/; relativi ,1/ viaggio da o pe r l e tolonie Per me/lire la procedura frtmltoria 1ono stabilite spuit1li m odalùà per la gnlione d ell'auiam1zio11e da parie dell'/1/i/11/0 nazionale jasrùta per l'an;r't,razione cotJlro gli ùrfortrmi ml /r.111oro. Con q11e110 provz,edimenlo, il Governo fmcùta ha perfeziontflo e compie/alo · l' imporlante compleno di pro'/lvedimenli a fav ore d ella maSJa opnaia eh~ la ,,ora in Africa Oriental e a fianc o dell'Eurrito rombai/ente.
Uno JChema di decreto l egge concernent e i JocrorJi giornalieri allt famiglie bisognose dei m i/ilari richia mati o tral!enNti alle mmi resident i in Libia, Con Jale decreto vengono stabilite le norme d i esecuzione d ei pro,, ,,edimenli emanali d fa vore delle famiglie dei militari richiamati o lf'tllle1111ti alle armi 1·nide11ti in Libia, provvedimenli gùi applicati in q11e/la colonia. Il decreto perféziont1 l'orgt111izzazio11e aJJÌStenziale per i congi11t1ti dei militari.
Un o uhema di dure/o per l'nt ensione temporan ea di dispo5izio 11i d egli ordinamenJi per i reali t arabinieri lerrit oriali coloniali dell'faitrea della Somali(, in materia di pensioni o di indennità ai militari i ndige ni
riformali e di· JIIJJidi alle famiglie di quelli morJi. Con !aie provvedimento si es!endono ai per.sanale indigeno delle bande armal e mobilitate ,, impiegale in operazioni belliche le pro11vide11ze gid. in vigore per i wiliJari indigeni dei reali c,m1binicri territoriali coloniali in materia ;/i pensioni e di i11de1mità per riforma o per morte per cause di servizio. li va/oro.so comportam ell/o dei fedeli gregari delle bande ar111t1te viene ,wì ad avere 1111 11110vo ta11gibife ricono.scimento da parte del Govern o fa.scùJa.
Uno uhemt1 di decreto circa /'a11mento del/e indennità di operazioni ai militari i11dige11i in Jervizio in Somalia preJIO reparti mobilitati V engo110 estese t1lla Somalia le provvidenze precedentemente adotlale in Eritrea a favore dei militmi indigeni dei reparti regolari.
Uno schema di decreJo per la estensione alle colonie del regio deaeto ) dicembre 193) , XIV, m1111ero 2311, che modifica il regio deCl'eJo 28 Jellembre 1934, Xlii, nt1mero 1728, J11! divielo della di1111lgazio11e di 110Jizie di interene militare. ·
Uno schema di decreto cht porla modificazioni ad a/umi articoli d el codùe per la ,Marina mel'c1111tile della Libia,
Uno sche>na di decrelo legge che disciplina la peJca delle J{'{(g11e nelle acq11e della Libia e delle iJole italiane dell'Egeo. li pro v 11edime11Jo te11de II migliorare l'organìzz,.zione di ,m importante Jel/ore dell'aJJività economica dei nostri possedimenli mediterranei.
Uno Jchema di decrelo per la esle11sio11e all' EriJrea e alla Somalia del regio decrelo legge 2 dicembre 1935, XIV, numero 2134, relativo alla _pubblic_azione degli atti delle società commerciali.
Uno uhema di decreto per la estensione alle colonie dl!J regio deaelo 6 febbr,,io 1936, XIV, numero 265, che apporla modifiche al. l'applicazione nel Regno dell 1impo1ta mi celibi.
Uno schema di decret o legge· concernenJe la rappreJenlanza d e/i'Js1i11110 naziqnale per le case degli impiegati de/Jo Stato n elle colonie
Su proposJt1 del capo del Govemoi ministro delle Corpo,-azioni:
Uno Jche ma di defl'elo legg e concememe l'isJituzione, pres10 i Co,,. sigli provinciali dell' economia wrporativa, dì elenchi autorizwJi d ei produllori e dei conimercianti di marmi, pie/re, graniti ed affini, In relazione ai voli espreJii dalla corporazione delle indmJrie es/raJJive e d al Comitato Jemico corporativo per la diuiplina della produzione 11azio11ale dei marmi, graniti, pietre ed affini, .si istituiJcono elenchi autorizzali dei prod11Jlori e dei commercianti di Jali prodoJJi per anicurare tm pùì ordfnal(! · .S t!olgimen/o della prod11zio11c ma,-mifera e dei/a vendita dei prodoJti sia all'i111erno che all'estero.
U110 Jcbema di decl'eto legge co11cemente agevolazioni fiscali, doganetli e finanziarie allo .scopo di favorire la l,worazione m ediante ii
prouuo dell'idrogenazione degli oli mi11e1·ali greggi o dei reJid11i della loro disttllazione e degli oli e catrami provenienti dal lrallamenJo delle rocce asfaltiche .o biJuminose e dei combustibili fo ui/i nazionali. Mentre prouguono le ricfrche dei petroli nel,sottosuolo 11azio11ale e si intensifica la campagna per la produzione de//1alco/ e dei gas, con /'alluazione d el programma cui tende il prov11edimento anzidetto, sarà aJSicHrala ;,, quahia.ii evenienza una certa disponibilità i11 patria dei prodotti pe1ro· li/eri indùpemabili alle più impellenti neceJJità della nazione.
U no JChema di decreto cbe m odi fica il 1aggio di interene 1111/e somme 1ommù1htraJe dal Banco di Sicilitt e dalla CaSJa cenlrale di risparmio « Viuorio Emanuele Il» per i biJogni della liquidazione al Co11 sorzio obbligaJorio per l'industria zolfi/era siciliana in Palermo.
Uno uheina di decreto ç/;e auo rda la proiezione temporanea alle mw/le i111m1zioni, ai diseg11i e modelli di fabbrica ·che figurerann o a/. J'ouava .Moslra efella radio, che avrà luogo a Milano dal 19 al 27 settembre prossimo venturo.
Uno JCbema di decreto che aaorda lfl protezione Jempora11ea alle nuove invenzioni, ai diJegni e m odelli dì fabbrica che sarann o pre1e11/t1Ji ,11/,1 Fiera d el Lel)ante, che avrà lflogo in Bari dal 6 al 21 ,__sellembre proIIimo -ve11Juro.
Uno JChema di deaeto che modifica la compo.1izio11e d el Comitalo e.1emJivo dell'l.JJituJo nazionale fauista per l'auicurazìone contro gli inforllmi .1ul lavoro, al fine di co11.1e11Jire di chiamare a f ,tr parie de/ Comitato Jles.10 anche i rappreseltlmlJi dei datori di lavoro e dei la vo• raJori del commercio: ·
Uno HhevM di decreto legge concernente il siJtema di riscouione dei contribuii .1i11dMt1li do vuti alle Federazioni 11azù;1111.li di cooperalive. (+)
Su propo s/a del capo del Govemo, minÌ.Jlro della Guerra:
Uno .1rhema di deCl'elo legge conle11e11/e dÌ.Jposiz ioni illlese ad eslendere ai militari del regio E.1erci10 e della regia M arina comandati a preslar servizio di volo preuo la regia Aeronautica ed ai m;/itari d elle altre Forze .().rmate dello Staio che ve11gono a trovarsi nelle stesse çondizioni, i benefici previsti agli efleJJi del lraltamento di pemio11e per i militari della regia Areona11tùa.
Un o sche111t1 di decrelo legge che comprende tra le ricowpeme ai valore militare anche i 1,QJjerime11Ji 1/raordinari per merito di g11erra dai ruoli del congedo a quelli dei mi/ilari in servizio permanen/e effeuivo.
Uno uhema di decreto legge con il quale vengono esJtJ.Je alle o/Je· razioni colonù~li ed ai territo ri in ÌJlalo di g11erra, ove manchino persone vo/11/e dalia l egge a ricevere gli alti 11otarili , le dhpo.1izioni d ella legge 9 aprile 1855, ,wmero 730, rc/aJiva ttgli fltli di procura, J i comemo
e d i autorizzazione che poJS0 110 occorrere ai militari ed altro peTJo nale impiegat o1 addello o al uguito dell'Esercito in guerra, Il provvedi mento 1Jesso dichiara ino/Jre validi a llllli gli eff elli gli alli di cui innanzi po1Ji in e11ere in baie alla detta legge manero 7JO, a d e(orrere dal 1° luglio 193), X, da militari, impiegali dviii o q11ahmqJ1e a/J ra per10,ia, dHrante il 1ervizio al seguito di Fori.e Armale in Africa O rientale, ed e.senta gli alli in parola dalla taua di bollo e di legalizzazio11e d elle firme.
Uno uhema di decreto legge che COllJide,a iJ .servizio co11umque pre.staJo dagli 11/ficiali del regio EJercito in Africa Orientale valido agli effetJi d ella determinazione del periodo di comando di reparto, richie1JÒ per J'a vanUJmento t1l grado .superiore o per il 1ra1/erimento 11e/Jo Stato Maggiol'e, .
Uno u hema di decret o contenente i1orme di e,ecuzione della l egge 13 gi11g110 193), Xlii, 11111Nero 1446, relaJivo al riacq11ùto d ella capacit à mil itare perduta iu .seguito a condanna, alla riabilitazione militare, alla rei11teg razione n el grado, all'im piego d ei condannati incoi1F nella incapacità militare e alla iJJil11zio11e di re part i m ilitari speciali.
Uno JChema d; d ecreto col q11ale viene iJtituiJa la medaglia c,11m11em ora1iva delle operazioni in Africa Orientale.
Uno 1chema di decreto-ch e approva il regolamento inteso a discipli~ nare le _req11ÌJizioni per il tempo di guerra.
Uno J(hema di decreto che aggiorna il reg olament o 111/J'ava1tzame11to del regio E.sercito, approvato con regio decreto 31 luglio 1907, numero 6261 coordiJ1a11do11e almne di!posizioni con il/tre norme vigenti.
U no uhema di de~reto co11 il quale vengo no approvate le norme per la utilizzazione, come rico veri permanenti cont ro aerei, delle gallerie 11rba11e.
Un o JChema di decret o co11 ii q11ale viene approvato il regolamento ' per l'esecuzione defla legge 20 d icembre 1932, X, numero 1849, 111/le servitù militari.
Su proposta del capo del G overno , miniJtro per la Marina :
Uno uhema di decreto che porta m odifiche all'ordinamento dell'amministrazio"e centrale della regia Marina, di111do ai servizi del ministero ima ripartizione piri rùponden/e alle attuali e1ige11ze, 1enza alcun aumento di uffici e di per.sanale.
Uno uhema d i decreto riguardante a11menlo di capi operai del/ci regia M arina
Uno H h ema d i decreto legge rig11ardante il tra/lame nto al persona/e imbarcalo in Afrira OrienJa/e.
Su proposta del capo del Go,verno, miniJtro d ell'A erona111ica:
Un o Hh ema d i · de creto l egge riguardante la i1tituzio 11e d ella leva
aeromwtica. Con questo prowedimenlo "!Ìf!lle sancito, per la primd vol ta. 11e/la lcgiJlazione mrmdùile, il principio del ser/!izio militare obbligalorio nell' Arma aerea. la leva anzideua trova le condizioni pùì favore voli per la ma al1!1azionc, pnché la gio r1e11Jii illllia11t1, cre1ti11t,1 11'!/ 1111o vo clima p olitico fmrisJa, è già d otata di ,m a salda ro1cienza avilftoria.
Uno schema di decreto che approva il regolame11to ml/o 1/ato gi11ridùo della gente dell'arù1 Con· il provvedù11e11to viene dùciplinato l'Ufficio nazio nale della gente dell'aria, che atte nde (ll/'iscrizio11e di es1.1 11ell'albo1 nella matricola e ue/ registro aerona11tico. Sono for11111lat e poi n orme per tale iurizione e per l a d etermii!dzione dei titoli di 1t11dio di cui deve eJSere provviJto il penonale aero11a11lico. Viene infine regolata /!aIJ1mzione in servizio, con la istil11zione dell'Ufficio di collocaminio della gente d ell'aria.
Uno JChema di derrelo legge rela1ivo all'assicim1z i on e contro gli inforllmi dei giovani forni ti del bre ve/l o di pilo1t1 premilitare n del breveJIO di pilota da lurismo, che, in atteJd della cbù111111/a """ armi, com· piono gli ,tfle1Mmen1~ previsli dalle uonue in vigore, nonché dei 111ilit11ri in congedo d ell'Arm a aeron,mtica ùuaricali dell'ist ruzione nelle Smole di volo a 11ela iitifuile dai/e organizza~iolfi giol'(l11ili jaJCÙlf:' ~ :
Uno JChema di ·derrcJo inteso a ;tabi/ire le indennità d,1 conùpo11dere agli 11fficiali della regia A erona11tica destinati come regi commiJ;ari di bol'do JII piroJC,tfi noleggiali o 1·eq11isili, i11 a11,1/ogia ti q1uwlo è previJto dal regio decreto 19 dicembre 1926, V, moncro 2422, per gli 11/fici11/i del regio faercito.
NATALE DI ROMA*
Oggi, Natale di Roma, noi celebriamo in sieme il lavoro e b vittoria. Dopo u~a diffici le nav igazione, siamo in vista del porto. Lo raggiungeremo a "de spitgate e porteremo, come sempre, la for za, la giustizia,
• Dopo fa battaglia <lei lago Ascianghi, fa stradl cong iungente Quoram a De.ssiè era orma i completamen te aperta a ll' avanuta italiana. Peròò Badogl io aveva fatto apprestare la g rande autocolonna destinata alla conquista di Addi s Abeba. li 9 aprile 1936, in un primo tel~gramma inoltrato a l marescia llò, Mussolini si era · d imostrato ormai certo del successo finale (31 7); in un se( oodo, d iffidando dei propositi ingksi, g li llVCva raccommda to <li studiare Jc misure da adottare contro una eventua le ai::sressione che fosse stata mossa dal Sudan verso le nostre forze impe{tnale in Etiopia (3 17).' Il 10 apri le, aveva impntito disposizioni a G raziani ( 317) : 1' 11 aprile, a Badoglio (318) Il 12 a prile, Pasqua, il maresciallo ave va emanato un bando cbe abo li va la sch ia· vi tù in tutti i tet!itori occu"pati r«entemente da lle truppe italiane, e le stesse
la civiltà di Roma. ( la molti11,dine, che aveva ad ogni periodo del breve dùcdrso rispo1to ron frago ro1e acdamazioni, ne ha coronato la fine rinnovando con impeto ,ravolgente la manifesldzione del proprio e111usiauno; mm,ifestazione che, dopo l e parole de/ Duce, ha 1egnato una 1pettacolo1a grandio1il à, riempiendo la piazza di 1111 damOre immemo, tanto che, per Ire volte, il capo del Governo ha dovuto riaflacciani al balcone, accolto ogni volta da acclamazioni altiJJime e ogni volta egli si è soffermato salutan do romanamenle in t ulle le d i rezioni dell'adunata1 che è rimasla a lungo compatta nella 111a maJJa imponente, a lungo vib rante di 1m illcontenibile e11t11Jiam10, per_scioglier;i in fine al cauto- di « G iovin!zza »)
FONDAZIONE DI APRILIA*
li soko d1 fondazione di Ap rili a, quarto comu ne deÙ"Agro redento , viene tracciato nel tempo vittorioso dell' impresa african·a nel XIV anno dell'èra fascista, n el centosessantesimo giorno dell'assedio economico, obbrobrioso perché aumenta il disordine e la miseria del mondo.
La fondazione di oggi è ancora la prova che · la nostra volontà è metodica, tenace, indomabile. ·
Aprilia sarà inaugurata il 29 ottob re del 1937. Il 22 aprile del 1938 sarà fondata Pomezia . Pomezia sarà inai.1gu rata il 29 ottobre del 1939;
Solo allora la nost ra opera potrà qui dirsi compiuta e una nuova vittoria si aggiungerà a lle altre che il popolo ita liano in questi anni ha fermamente vol uto e pienamente merita to.
avevano raggiunto il lago Tana. Il 14 aprile, il capo dd Governo aveva tele· grafa to :ancora a Badoglio (.H B). Il 15 aprile, le nost re tn1ppe erano entrate in D essiè. In quel mMtre, a Ginevra, si pensava a ncora di giungere ad u n piano di transazione, secondo la proposta Fl:mdin. l o stesso l apri le, il nostro rappresentante, Pompeo A loisi, aveva illustrato le condizioni preliminari p roposte dall' Italia per la p ace: t rnttative dirette con l'Abissinia, durante le quali le oper:azioni militari sa rebbero continuate. L'Abissinia le aveva rifiutate Il 18 aprile, Mussolini aveva in forma to di ciò B adoglio (318). la mattina dd 21 aprile, a Roma, « il Duce, fra imponenti acclamazioni di camicie nere e di popolo, premia i benemeriti d el lavoro ed inaugura le n uove opere dell"Urbe ». Po i, verso le 12, dal balcone centrale di palazzo V enezia, alla moltitudine amm:issata nella piazza, rivolge le paro le qui riport:ite. (D:i Il Popolo d'J"rlia, Nn. 103, I05, 107, 1n , 12, 14, 16, 22 aprile 1936, )OCIIO.
• Il 23 apri le 1936, Mussolini aveva telegrafato a Badogl io (319) e a Graziani (319). Il 25 aprile, verso le 9.30, dopo aver tcacdato, nella bonifica pontina, il solco della fondazione di Aprilia pronuncia il d iscorso qui riportato (375). (Da J/ Popolo d'lralitt, N. 117, 26 ttprile 1936, XXIII). 17 - XXVII,
AI RAPPRESENTANTI DELL'AZIENDA MINERALI METALLICI ITALIANI*
Il Dure ha pre10 atto con compiacimento del programma illuslrttlo dell'onorevole Tredici e dei riJ11itdti realizzali nel primo periodo di vita dell' Aziendtt, che ha ricom! JCÙ!lo operoso ed utile alla prodraio11e mineraria ndzionale.
Il Duce ha quindi rivolto al prnidente e ai J11oi collaboratori /1i11 vilo a perseverare nell'attività fin ora 1volta con la fede nereJJaria per rendere efficace e proficua /'opera dell' Ente, a rni è affidato ,m compilo di vitale importanza per la nazione,
AI RAPPRESENTANTI DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA CONFEDERAZIONE DEI LAVORATORI DEL COMMERCIO**
Jt Duce ha preso allo co11 vivo compiacimento dei 1e11time111i _espreIJi e dei ·dati ilhutrati, so1toli11et111do . l'importanza della funzione commerciale, imostituibile nell'economia fau ù ta, e q11indi il delicaJiJJùno rom·
• A Roma, a palano Venezi a, il 26 aprile 1$136, Mussolini riceve « il Con• siglio d' amministrazione ed il collegio sindacale delt'Aziend.:i minerali meta llici ita liani, accompagnati dal sottosegretario all e Corporaz.ioni, onorevole Lantin·1. L'onorevole Vittorio Tredici, presidente dell'Azienda, ba esposto al Duce il programma .che l'Azienda intende realiz:ure prr lo svi!uppo della produzione dei minerali metallici nazionali ed fo particolare l'attivilà svolta nei primi due mesi di vita dell'Azienda, inteu all'incremento delle ricerche e delle estrazioni dei minerali che mags iormente interessano la difesa del p.:iese: stagno, anti· monio, rame, manganese, molibdeno, ecc. Il presidente dell'A.zienda ha aoche riferito sugli' altri provvedimenti che dovranno essere adottati per porre in grado l'Azienda di realizzare jl programma esposto, sia per quanto riguarda la ricerca che per l'estrazione e l'utilizz3zione dei materiali metallici». Indi i l capo dd Governo pronuncia le parole qui ri portate in riassunto. (Da li Popolo d' Ittdia, N 118, 17 aprile 1936, XXIIl).
•• ·Il 26 aprile 1936, quando Graziani era ,già .scattato contro l'armata di r ;1J Nasibù, Mussolini lo aveva incilato all'avanzata con un lusinghiero telegramma (319). Il 27 aprile, gli aveva impartito disposizioni (319). li 28 •prile, ·nostre colonne autocarrate pa rtite da Dessiè erano avanzate di centoquaranta chilometri lungo la « via imperiale» puntando su Addis Abeba, mentre sul fronte somalo era continuata la vittoriosa azione offensiva italiana. li 30 aprile,
pito aDidato tt.i lavoratori che, in 1m grande 1111111ero di aziende, hanno continuo e dire/lo conlalfo col pubblico.
Dopo alcune con;iderazioni Jt, i principali problemi lraUati dal Con · siglio 11azionale, il Duce ha Jalo le direlfive per la loro JOilecita soluzione e per l'azione f11t11ra della Confederazione.
VERSO ADDIS ABEBA
Il rombo possente di tremila autocar!Ì -unità forlll idabile d i guerra manovrata, quale non era mai apparsa sui campi d 'Europa nella grande conflagrazione - si avvicina a.d Addis Abeba. Il conflitto sta per chiudersi. Il maresciallo Badoglio non ha ormai che la scelta d el giorno per cogli ere il « nuovo fiore». n il momento opportuno per alcune considetazioni sul p ano rama di una vertenza, ch e orma i p uò considerarsi g iunta a l suo epilogo storico,
1. - La campagna politica e g iornal istica antitaliana, che ha im, perversato in alcune latitudini europee con l'irruenza delle piogge tropi· cali in E tiopia , partiva da molti errori e da non meno numerose iilusioni, ma soprattutto ·dal presupposto che l'Italia avrebbe perduto la g uer ra. Ora g lì ultimi rJJ etiopici sono in rotta e gl i stateghi europei che avevano puntato sulla lo,ro vittoria stanno pur essi faticosamente ripiegando,
2. - - Gli italiani erano stati definiti quali « aggressori » Le popolaz ioni etiopiche li accolgono cc:m manifestazioni di gioia e con omaggio
a Roma, a palazzo Venezia, Mussolini riceve <luna numerosa rappresentanza del Consiglio nazionale della Confederazione fa scista dei lavoratori J et commercio, accompa~nata dal sottosegretario a lle Corporazioni. Il pres idente della Confe. derazionl", onorl"vo!e D el Giudice, dopo avere espres50 al Due-e i sl"ntimenti di dev~ ione e di riconoscenzà manifestati con g rande entusiasmo in o ltre dieci. mila riunioni, tenute durante l'anno decorso dai lavoraiori r appresentati, fieri e compa!li come mai e pronti a tutti i cimenti, ha ill ustrato i lavori del Consiglio nazionale, presentandone le vent id ue mozioni conclusive e soffermanJ05j particolarmente sulla possibilità di istituire g li assegni famili ari per i lavoratori <lei commercio come sistema di .integrazione salariale per gl i ammogliati con prole; sulla opportun ità di diffon dere al massimo !a "polizza 24 aprile " col concorso dei d atori di lavoro; sul riposo domenicale Infine sono stati esposti a l Duce i favorevo li risultati del bilancio 193:5, chiusos i in avanzo, dovuto anche ad o ltre mezzo milione di minori spese, cd alcuni dati statistici per dim05lrare il continuo s vi luppo della Confederazione dal 1929 ad oggi». Indi il capo..del · Governo pronuncia le parole qui riportate in riassunto. (Da Il Popoh, d' I111li11, N n. 120, 122, 29 aprile, I maggio 1936, XXIII}.
di doni. Dessiè è in festa. Il Goggiam attende l'emancipazione. Là dove sono giunti gli italiani, è giunta 1a civiltà, in tutte le sue manifestazioni di ordine, di giustizia, di assistenza, di benessere.
3. - Coloro che parlavano di « nazione etiopica >> hanno d ato· prova di incommensurabile ignoranza etnica, geografica e storica. Non , •ogliamo oggi infierire sui pietistici telegrammi, astutamente diramati con la 1irma di più o m~no leggiadre principesse. Una « nazione etiopica » non· esiste L'impero dei Negus era un coacervo di popolazioni duramente oppresse da una capacissima casta feudale. 'fìgrini, dankali , somali, galla, goggiamiti, quando l'ora ddl'ema_ncipazione è scoccata sul quadrante della storia, hanno preso le armi contro il barbarico Governo dei ras. Capi del nord, sultani dell'Aussa e della Somalia hannO eroicamente combattuto contro le a rmate dell'oppressore. I galla, prima ancora che giungessero le colonne italiane, hanno liquidato con le armi i loro vecchi conti .. I mercanti di schiavi hanno potuto trovare solid arietà nell'antifascismo iriternazionale , non nelle popolazioni durissimamente vessate.
4. - I pacifisti gue rrafondai, nella crisi ultima di tutte le loro delusioni, invocano la chiusura del canale di Suez, cioè la violazione di accordi internazionali in nome del diritto, e la guerra in nome della pace.- A mente serena è facilissimo comp rendere i pericoli gravissimi e la perfetta inutilità. di . una simile misura. Il conflitto coloniale ·."è. ormai all'epilogo. L'Esercito italiano d'Africa è perfettamente rifornito.
5. - Mentre le operazioni di sicu rezza coloniale stanno per chiudersi, la gue rra in Europa è predicata dai pacifisti, dagli umanitari e da l disarmisli. Coloro che non volevano le polveri, vorrebbero dar fuoco alle medesime La coscienza pubblica europea può g iudicare e giudica.
6 - La falsa argomentazione di prestigi nazionali che sarebbero in causa è agitata da coloro che avevano sempre parlato di conflitto societario e sempre. escluso ogni con Ritto particolare. :E. il gioco di minoranze settarie, che, pCr imporre la propria politica, impug nano la bandiera dell'imperialismo, avendo sempre fatto professione di fede antim· perialistica e mirando a scopi perfettamente individuali di politica elettorale. La Gran Bretagna aveva assicurato i propri interessi in regolari accordi internazionali. Il prestigio e l'interesse sono nel rispetto di tali impegni. L'Italia ha lealmente confermalo quegli accordi e lealmente li rispetterà, nel loro valore integrale. Ciò è stato rivelato nella stessa Inghilterra, da giornalisti,·scrittori e uomini politici, che in mezzo alla tempesta non hanno mai perduto l'esatta visione della storia.
Da Il Po-polo d1 J111/ù1, N . 124, 3 maggio 1936, XXIII ( w).
Al « FEDELI ALLA TERRA » *
li Duce ha porlo il ù,o saluto ai rtJrali presenti, dichia rando che il 1,1/1110 ma lf11ti i r11rali italiani, a tÌJtli i co11t11di11i d'Ita lia, a tutti CO· loro che lavo rano la terra e che, per q11eslo fallo , gli sono parlirolarmenle vicini;
Poiché la 1e m1 e le razze sono inscindibili e aJtrave rso la terra 1i fa la storia della razZA e la razza domina e 1vil11ppa e f econda la terra, il D11ce ha dichiaralo che q11e1ti mrali devono rilenersi dei fo rl,mati di rice11ere il premio in q11e1to giorno, che è famto nella 1/oria della nazione, perché vede coronati gli sforzi del p opolo italiano, al quale 11t1 la gloria, perché ha meri/alo la piena i,11egrale villoria, t oi suoi sacriftti e tol s110 sangue.
Almeno qffaltrocentomila di q11el m ezzo milione di soldati che ab· biamo nel centro dell'Africa sono co111adini, i quali, marciando e comballendo, non dime1Jlicano mai di osÙrvare il Jerren o, di va/111ad o, di prenderne in nuwo qualthe zolla, di fat'e i confronti fra l'Itali a e l'AbiJsinia e prospellarsi la. pOJsibilità di portare in quelle /erre spopolate le nostre magnifiche e f econde famiglie rurali italiane
li Duce h11 poi e1orta10 i preJenli a racconltire come si i s vol! a que.1/a cerim onia ai parenti e agli amici, non appena 1,1rmmo Jornati nei loro villttggi, e ha co11c/11so dichiarando che t11tti d ovranno essere fieri dei « fed eli alla terra», perché lt1 /erra ricof!lpema ump re coloro che le 10110 lenacemenle fede/, e perché le crisi pt1mmo e la Jerra rimane e rimangono i bisogni fondamentali dell'1wmo, che solo dalla /erra pouono trovare la loro piena soddisfazione (Ogni fraJe del diuorJO del Dure ba sollevalo acclamazioni altissime e, 11/ mo t ermine, 1i è ripelflfa ancora pùì grandiosa la dimostrazione d ell'enl11Jia1mo dei mrali, a cui il c11po del Governo ha rispo1!0 col salfll o roman o, 1orride11do còmpiacifl!o dei bellis1imo speltacolo).
,. A Roma, nella sala Re,sia di palazzo Venezia, la mattina del maggio 19~6. s i svolge b cerimonia pC'r fa premiazione dei t>rinli classificati del teno concorso n:azion,a.le della « Fonda2ione Arnaldo M11!!Q/i11i dei fed e li all a terra ». In tale occasio ne, prima di procede re alla premiazione, Mussolini ri volge ai rurali il diS<orso q ui riportato in riassunto. (Dal li Popolo d'Ttalh1, N 125 , 4 maggio 1936, XXIII).
•• « Si ! iniziata quindi la sfi lata per la premi:uione, fatta personal~en1e dal Duce. Primo è stato il colono Pierantoni Giuseppe, c:li Pesaro, la cui famigli(I risiede i ninterrouamente da 11ove<:eotodiciouo anni sullo 5tesso fon do. Ad e sso
,
DICHIARAZIONI PER IL « DAILY MAIL » *
- Che occorra riorganizzare la Società delle nazioni è ormai universalmente ammesso. L'Italia aveva g ià presa un'iniziativa in mate ria G li avvenimenti hanno reso ancora più u rgente tale riforma, alfa quale l'Italia presterà · la sua collaborazi-0oe.
La mia tesi è che la Socic.tà delle nazioni può e deve esistere, ma con compit i che non siano superiori alle sue forze e con uno spirito diverso per quanto concerne le necessità dei popoli e le pos iz ioni dei popoli europei.
D ate le sanzio ni, l'lta lia non poteva avere che un atteggi:J.mcnto di estrema riserva dopo g li eventi del 7 rna rzo, n-u l'Il::i.lia è sempre prontl · :i collaborare per la realizzazione di un ri:1vvicinamento franco e con• creta t ra i g randi paesi dell'Occidente, i <JUali d evono finalmente int endersi , p erché non posso no combatte.rsi fra di loro, pena il crollo d e ll'intera civi ltà europea.
Dite nella maniera più formale a l pubblico dei vostri lettori ch e l'Ital ia vuole la pace e ne ha dato le prove e continua a sviluppa re con obiettivi pacifici la sua politica estera.
Sono st ato semp re pronto e sono e· sarò sempre pronto a riconfermare, nelle forme che si riterranno le p iù convenienti, che la mia po ·litica non ha mai inteso, né intende apportare qualsiasi danno :igli interessi dell'impero britannico. Solo ind ividu i accecati dalla malafede possono pensare jJ contrario.
e agli a ltri premiati, i l capo del Governo ha dato , fr:i vivj appla usi, oltre al Jiploma e al premio, una s ua offerta persona le-. B seguìta, quindi, dopo b revi p:irole de l segretario Jella Federn:z.ione naziona le salariati e b raccianti, la pfffl1iazione dei d ieci "primi uomini " dd le compartecipazio ni collettive mantov:ine, che hanno seguito i corsi d i istruzione s indacale corpor:itiva e tcrnica agraria. Anche ad essi iJ Duce h a consegnato un'offerta person1le Salutalo <la una m.:mifestazione di :ardente rntusiasmo, e al canto <lt'g li i nni fascisti, il Duce ha fasc iato quinJi la .sala Regia-», (Da Il Popolo d'Italid, N. 125, 4 maggio 1936, XXIII).
• All' avvicinarsi delle nostre colonne autoca rrate, il Neg us era fuggito <la Addis Abeba per rifugiarsi a Londra , La capit:ile era rimasta in balia dei s:iccheg gialori, che avevano infierito, per cui g li str:in ieri minacciati si erano indotti ad invocare l'arrivo degli italian i come liber:itnri I l 3 maggio 193 6, M ussolini :aveva a vvertito d i ciò Badog li o e g li aveva impartito anche nlcuni or<lini in vjsta de ll'occ upazion e di Addis Abma (.HO). La mattina de l 4 maggio, a Roma, a palazzo Vene:zi.1, :il red:i.tto re del D1-1il1 Mail d i Lond ra, \ '11.1rd Price, !a le dichiarazioni q \1i riporta te. (Da Il Popol o d' Italia, N 129, 8 maggio 1936, XXIII).
L'Italia non ha alcuna, nemmeno remota, aspirazione sull'Egitto, che io consid ero un paese indipendente, non africano, ma piuttosto m editerraneo e col quale l'Italia è stata e sarà sempre in ottim i rapporti.
N essun interesse polit ico ha l'I ta lia nel Sudan e nessuno in Palestina. t falso quindi attribuire all'Italia una qualsiasi responsa bili tà nei torbidi tra arabi ed ebrei.
Ammetto che la stampa italiana ha polemizzato con quella b ritannica, ma ciò e ra inevitabile dato ratteggiamento assunto da molti circoli inglesi e che ha profondamente sorpreso la totali tà degli italiani
Le ambulanze inglesi non furono mai bombJrdate deliberatamente d agli aviatori italia ni; i missionari <le11e dive rse Croci Rosse sono stati uccisi o fe riti dagli abissini, i quali sono troppo arretrati per r ispettare dei s imboli.
Quanto ai gas, Aloi si, a Ginevra, ha . parlato molto ch ia ro sull'argomento. Il dottor Winkl er, della Croce Rossa Olandese, ·ha curato, su cent inaia di ferit i, << uno solo » che si riteneva colpito da gas.
Quanto ai metodi di g uerra impiegati dag li et iopi sono sempre g li stessi e hanno fatto inorri dire il mondo. Se 1a massa deg li ing lesi ve desse le fotografie degli operai massacrati del cantiere Gondrand, si farebbe finalmente una idea c~iara del livello di crudeltà a cui gli sc ioan i possono arrivare,
La pace sarà dettata nello spirito di Roma e non deve essere zoppa, poiché intendiamo di avere risolto, con soli nostri sacrifici, col solo nostro sangue, col solo nostro denaro, senza aver chiesto null a a nessuno, il problem:1 etiopico una volta per sempre.
RE FUAD*
Il Gove rno fasci sta si associa alle commosse parole con cui il Presiden te della Camera ha rico rdato la nobile fi gura d i Sua Maestà il re F uad.
Con il Governo (ascista è tutta la nazione italia na che sinceramente condivide il cordoglio del popolo egi?-iano.
In re Fuad, che aveva trascorso parte della sua g ioventù -in Ita lia,
• Parolt" pro nunciate alla Ulmera dei (.kputati, nella tornata del 4 maggio 1936 {ore 16-(6.40), in commemorazione Ji Sua .Maestà Fuad l ( 26 marzo IR68 • 2S :iprile 1936). (Dogli Ani del P,rrl,1menlt.> italùf1Jo. Camera d ei deputali. DiuuJ1io11i, X X IX Leg;s/atura. SeHione 1934 -'37. Vbl11me Il[ : dal 4 maggic, 193 6 al 18 ,n,m.o 193 7 - Rom.i, Tipografia della Came ra dei deputati, 19)7, r,ag-. 2)73).
dove aveva assorbito la nostra cultura ed imparato la nostra lingua, mi piace di scorgere un simbolo di talune caratteristiche comuni all'Italia e all'Egitto; ambedue eredi di grand iose civiltà, .che furono di insegnamento al mondo intef'o e potentemente contribuirono al progresso universale; ambedue collegati da u n comune mare jntCrno, a ttraverso il quale hanno stretto ininterrott i legami di reciproca amicizia; ambedue interessati a sviluppare attraverso q uesto mare i loro rapporti ed i loro traffici.
Re Fuad ha acquistato grandi benemerenze verso il suo popolo. Insieme con i predecessori delia sua dinastia, la storia Io annovererà quale mecenate illuminato e quale geniale propulsore nel campo dei progressi civili e sociali, come in quello della cultura e dell'arte.
La storia riconoscerà anche le sue profonde benemerenze polit iche, in uno dei più· delicati e tormentati pe riodi della vita dell'Egifto. Egli seppe esercitare provvidamente ed accortamente la sua influenza nel!a guida de lla cosa pubblica) e seppe . affrontare nei momenti più grav i le maggiori responsabilità con elevato senso d el suo dovere reg.i le.
.Al giovane re, Sua .Maestà Faruk I, il Governo fascista, e con esso tutta la nazione italiana, rinnova i sensi del più profondo cordoglio e l'augurio sincero di un regno prospe ro e felice, che adempia ai vot i unanimi della nazione egiziana..
Ho ordinato l'adunata generale del popolo italiano.
Al popolo italiano darò l'a nnuncio che voi attendete, e al ·popolo italiano, come il 2 ottobre, io parlerò . (Vivissim e acclamazioni. Grida ripet11te di: « D#ce! Duce.'». L'onorevole Preside1ile ordina il saluto al Duce. S . E. il capo del Governo laJCin quindi l'Aula e la Camera lo accompagna con· una 1iuova, ardente ma11ife11azio11e).
• Parole pronunciate alla Caméra dei drputati, nella tornata del -4 maggio 1936, pochi minuti dopo la commemor.tzione di Sua Macst.ì Fuad I. (Dag li Alti d el Parlarrrmtc, il(1Jiano. Camera dei d ep11wi. Dirmrsio11i. L egi,lat11ra rit. Seuione rit. Vol11me Ili, pag. 2573).
« AL POPOLO ITALIANO DARO L'ANNUNCIO CHE VOI ATTENDETE»*
« L'ETIOPIA E ITALIANA »•
Camicie nere della iivoluzione ! Uomini e donne di tutta Ita lia ! Italiani e amici dell' Italia al di là de i monti e a l di là dei m ari! A scoltate ! ll maresciallo Badoglio mi telegrafa:
« Oggi, :; maggio, alle ore 16, alla Inta delle truppe vi1torio1e, 1ono enJralo in A ddù A beba ».
Durante i trenta secoli della sua storia, l'Italia ha vissuto molte ore memorabili, ma q uesta di oggi è·certamente una delle più solen ni Annuncio al popolo italiano e al mondo che la guerra è finita Annuncio a l popolo italiano e al mondo che la pace è r istabilita.
Non è senza emozione e sen·za fi erezza Che, dopo sette mesi di aspre ostilità, pronuncio q uesta grande parola. Ma è . strettamente n ecessario che io aggiunga che si tratta dell a nostra pace, della pace romana, che s ì esprime in questa semplice, irre\'Oc:1.bile, defin itiva proposizione:
l'Etiopia è ita liana! Italiana di fatto, perché ocC\lpata d11le nostre :umate vitto riose; italiana di diritto, pe rch é col gladio di Rom a è la civiltà che trionfa sulla barbarie, la giustizia che trionfa sull'arbitrio cru· dele, _la redenzione dei miseri che trionfa sulla schiavitù millenaria.
Con le popolazio ni dell'Etiopia, .la pace è già un fatto compiuto. Le molteplici razze dell' ex-impe ro del leone di Giuda ha nno dimostrato, per chiarissimi segn i, di voler vivere e lavorare tranquillamente all'ombra del tricolore d'Italia.
I capi ed i « ras » battuti e fuggiaschi non contano più e nessun a forza ·al mondo potrà ma i più farl i contare.
N ell'adunata del 2 ottobre, io promis i so len nemente che avrei fatto tutto i l possibile onde evitare che un conflitto a fricano si ,d ilatasse in una g uerra europea. Ho mantenuto t ale impegno, e p iù c he mai sono convinto che turbare la pace dell'Eu ropa sig nifica far crollare l'Europa.
Ma debbo immediatamente aggiungere che noi s iamo pronti a d ifendere la nostra folgorante vittoria con la stessa intrepida ed inesorabile decisione con la quale l'abbiamo conqui stata.
N oi sentiamo così d'interpretare la volontà dei rnmbattenti d'Africa, di quelli che sono morti , che sono gloriosamente cadut i nei combattimenti e b cui memoria rimarrà custodita per generazioni e generaz io ni
• Discor10 proouoci11to a Roma, dal balcone centra le J i palazzo Vene"Zia, la sera del '.i maggio 19% {382). (Da li Pop olo d' Italia, N 127, 6 maggio 1936, XXJJJ).
·nel cu9re di tutto il popolo italiano, e delle altre centinaia di migliaia di soldati, di camicie nere, che. in sette mesi di campagna hanno comp iuto prodig i tali da costringere il mondo alla incondizio nata ammirazione
Ad essi va la profonda e d evota riconoscenza d ella patria, e tale riconoscenza va anche ai centomila operai che durante questi mesi h anno lavorato con un accanimento sovrumano
Questa d'oggi è una incancellabile d ata per la rivoluzione de lle camicie nere, e il popolo italiano, che ha resistito, che non ha p iegato dinanzi all'assedio ed alla ostilità societar ia, mer ita, qua le p rotagonista, di vivere questa grande giornata.
Camicie nere della rivoluzione! Uomini e donne dì tutta· Ital ia !
U na tappa del nostro cammino è raggiunta. Continuiamo a marciare nella pace, per i compiti che ci aspettano domani e ch e fronteggeremo con il nostro ,coraggio, con la nostra fede, con la nostra volontà .
Viva l'Itali a!
ELOGIO ALLE DONNE D'ITALIA*
Sono veramente lie to di rivolgere a voi, donne d ell'Urbe, e con voi alle donne di tutta Italia, l'espressione della mia più profonda simpatia.
La fulgida vittoria ripo rtata dalle nostre truppe nell'A fri ca Orientale si de,•c all'eroismo dei \'Ostri fig lioli, dei vostri mariti, dei vostri fratelli, ma si deve anche a voi, o donne di Roma e d ' Ital ia.
L'Italia fa scista, cinta dall'assed io societario organizzato da cinqua ntadue paesi, vi aveva affidato un compito d elicato e decisivo : que llo d i fare di ogni famiglia italiana un fortilizio p er resistere alle sa nzioni
Con magnifica di~cipl ina, <"On patriottismo superbo, voi, o d on ne, ave te "assolto a questo com p ito che il regime vi aveva affidato.
La patria vi t ributa la sua gratitudine, mentre il vostro esempio rimarrà consegnato nelle pagine de lla st? ria italiana . ( Non appena il D11ce · ha finit o ·di parlare, 1m grid o i mmemo Ji leva dalia moltil11dine.
* Il 5 maggio 1936, MussOlini aveva inoltrato due telegramm i a Ihdogl io (321). Il 6 maggio, g li aveva teleg r,{fato ancora ( 32 1). Il 7 maggio, lo avverte che sarà nominato governatore dell'Etiopia con il titolo di viceré 0 22). Il maresciallo accetterà ( 322). Lo stesso 7 maggio, verso le 18, a Roma, da l balcone centrale di pal.izzo Venezia, d avanti ad « oltre centom ila. donne» ammassate nella piazza per acclamarlo, il capo del Gòverno pronunci a il discorso q ui ripo rtato (D:1 1 Il Popolo 'd'ltalùz, N. 129, 8 maggio 1936, XX III)
donne d ell'Urbe sventolano bandierine e fazzoletti, e si abbandonano ad ,ma mani feslazione di affetto e di entusiasmo, che non ha sosia e che di aJJimo in aJtimo acquista ,m calore, una potenza ed 11n'imponenza sempre maggiori, tanto che ben selle volte il Duce è costretto ad aj. facciarsi, 101/ando ogni volta, 1al11Jando e sorridendo davanti ad 1111 co1ì · ,manime Jrib ut o di appauiontlta devozione. Si vedono mighaia di madri che alzano sulle braccia i bimbi flau denti, si ode ripet ere in coro: « Grdzie, D11ce! Grazie .'». Un balilla ed una giovane italiana, che nella prima fila de//'ammauamento sollevano verso il balrone due faJCi di fi_ori, vengono falli 1alire nel palazzo perché po11a110 consegnare per10nalmente al D 11ce il loro dono. Anche quando la ve/rata del balcone 1i chiude definitivamente, l'ondata delle ovazioni conlùma a prorompere, finché lentamente la fiumana de//'adrmata Ji tra1/orm a in 11na sfilala di deme colonne femminili direJJe per via IV novembre e via XXIV maggio al Q uirinale, ftt rni piflzza 1i è in pochi mitmti le/leMlmente gremita).
163" RIUNIONE DEL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO*
Erano pre1enti D e B ono, Balbo, De Vecchi, Fede rzoni, Ciano Costanzo, Solmi, Di Revel, RoJJoni, BJJ/jarini , R.u110, Ma.rconi, M origi, M arin elli, T ringttli , Volpi, Grandi, MuzzarJni, CianeJli, Angelini, De Sie/ani, Acerbo. Segrelario, il vice.segretari o del Partito . I n u rvizio nell'Africa OrienJale Starare, Ciano Galeazzo, BoJJai, Farina(ci.'
li Gran Consiglio approva l o 1chema di regio decreto l e,~ge che proclama la 10vra11ità p iena ed intera del R egno d' /Ùli a ml t erritorio e le genti che appart enevano all'impero di Etiopia e att ribui sce il filo/o di imperatore di Et iopia al re ed ai mOi s11creJJori
Al t ermine della riunione, !ti proposta di S. E De Bono, il Gran Consiglio approva, f ra acclamazioni viviJiime, il ug11e11te indirizzo:
« /J Gran Comiglio esprime la gratiJf(dine della patria al D11ce; fon - · datore de/l'impero».
, • Tenutasi il 9 maggio 1936 ( ore 22•22.U). (Da li Popolo d' llalia, N . 13 1, 10 ma88io 1936, XXIII}.
377'- RIUNIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI•
Il Comiglio dei miniitri, stt proposta del capo del Governo, primo m iniJtro, segretario di Stato, app rova rm o 1chema dì regio de<re/o legge che proclama la 1ovranilà piena ed intera del Regno d ' Italia wl territorio e le genti che appartenevano all'impero di Eti opia e allrib11ùce il titolo di imperatore di Eliopia al ,·e d' /1(1/ia ed ai moi JllffeJJori . **
Lo 1tesso Consiglio approvd, s11 p ,·oposta del capo del Governo, miniJtro per le Colonie, uno schema di regi o decret o legge concernente Ja nomina del mareniallo d'/Jt1/ia Pielro Badoglio a governatore generale di Etiopia, con il titolo di vicerè. **~
LA PROCLAMAZIONE DELL' IMPERO****
Ufficiali! Sottufficiali! Gregari di tutte le Forze Armate dello Stato, in Africa e in Italia! Camicie ner e della rivoluzione! Itafo1ni e it aliane in p atria e nel mondo! Ascoltate!
Con le decisioni che fra ·pochi istanti conoscerete e ch e furono acclamate dal Gran Consiglio del fascismo, un grande evento si compie : viene suggellato il destino dell' Et iopia, oggi, 9 maggio, quattord icesimo anno dell'èra fascista.
T utti i nodi furono t agliati dalla nostra spada lucente e la vittor ia africana resta nella storia della patria, integra e pura, come i legionari ,:aduti e superstiti la sognavano e la volevano. L 'Etalia ha fi nalmente il suo impero . lmpero fascista, p erché po rta i segni indistruttib ili della volontà e della potenza del Litto rio romano, perché questa è la meta verso la quale duran te quattordici anni furono soll ecitate le energ ie prorompenti e discipl inate delle giovani, gagliarJe generazioni italiane. Impero di pace, perch é l'Itali:1 vuole la pace per sé e pe r tutti e si dc-
• Ten utasi a Roma, a pafa:z.zo Venezia, il 9 maggio 1936 (ore 22. 15 22 .25). (Da li Popolo d' Italia, N. 13 1, 10 maggio 1936, XXIIJ).
•• (388) ... (389).
uu Discorso pronuncialo a Roma, dal balcone centrale d i p alazzo .Ventzia, il 9 maggio 1936, tra le 22.30 e le 22.4'.:i '(390). {Da .Il Popolo d' I1alia, N 131, 10 magsio 1936, XXIII).
cide a lla gue rra soltanto quando vi è forzata da imperiose, incoercibili necessità di vita. Impero d i civiltà e di umanità per tutte le popoJazioni dell'Etiopia.
Ques~o è nella tradizione di Roma, che, dopo aver vinto, associava i popoli al suo destino.
Ecco la legge, o italiani, che chiude un periodo della nostra sto ria e ne apre un altro come un immenso varco aperto su tutte le possibilità del futuro:
1. - I territori e le genti che appartenevano aH ' impero di Etiopia sono posti sotto la sovranità piena e intera del Regno d ' Italia.
2. - Il titolo di impe rato re d'Etiopia vien e assu nto pe r sé e per i suo i successori dal re d'Italia.
Ufficiali ! Sottu fficial i ! Gregari di tutte le Forze Armate de llo Stato, in Africa e in Italia.! Camicie nere! Italiani e ita liane !
Il popolo italiano ha creato col suo sangue l 'impero. Lo feconderà co l suo lavoro e lo difenderà contro chiunque con le sue a rmi
In q uesta ce rtezza sup rema, levate i n alto, o legionari, le insegne, il ferro e i cuori, a salutare, dop o quindici secoli, la riapparizione deJ. l 'imp ero sui colli fa tali di Roma.
Ne sarete voi d eg ni? (I.a f olla prorompe in 1111 fom1idabil e : «Sì! »).
Questo g rido è come un s;iuramento sacro, che vi impeg na d inanz i a Dio e dinanzi agli uomini, per la vita e per la morte!
Camicie nere! Legionari!
Saluto al re!
APPENDICE
18 gennaio 1935 , Xli *
Informo rEccellenza Vostra che, con decreto del 17 corrente, Sua Maestà il re ha accettato, su mia .pro_postJ., le dimiss ion i rassegnate dall'onorevole, genera le Emilio De Bono, senatore del Regno, dalh carica di ministro, seg retario di Stato per le Colonie.
Con decreto dello stesso giorno, Sua Maestà il re mi ha affid ato .fa direzione del ministero delle Coloni~.
M USSOLINI* Al PrcsÙkntc dd Senato. (Dag li A lfi p,1rl11me11taà ddla C.m1era dei 1"1uttori. DiJCu uioui. ùghl<1t'jrrt cit. SeHùn1e cit. V olu me I, pag ~03).
26 gennaio 193.5 , Xli. *
Informo l'Eccellenza Vostra che, con decreto del 24 corrente, Sua Maestà il re ha accettato, su mia proposta, le dimissioni ra ssegnate:
dall'onorevole, p rofessor, Pietro D e Francisci, deputato al Par.la. mento, dalla carica di mini stro, segreta rio di Stato per la Grazia e G •u· stiz ia;
d all'-onorevole Guido Jung , deputato al Parlamento, dalla carica di ministro, segretario di Stato per le Finanze; .
dall'onorevole, professor Francesco Ercole, deputato al Parlamento, dalla carica di ministro, seg re tario di Stato pe r l' EJucaz ione nazionale; dall'onorevole Araldo di Crollalanza, deputato al Pa rlamento, da lla car ica di m inistro, segreta rio di Stato per i Lavori pubblici;
dall'onorevole, barone, professor Giacomo Acerbo, deputato al Parlamento, dalla carica di minist ro, segretario di Stato per l'Agricolhlra e Foreste; ,
dall'onorevole, professor. ingegner Umberto Puppini, dalla carica di ministro, segreta rio di Stato per le Comunicazioni, Sono state a ltresì accettate, su mia P-(Oposta, le dimissioni rassegnate: dall'onorevole Edmondo Rossoni, ministro di Stato, deputato al Par· lamento, dalla carica di sottosegretario di Stato per la Pres idenza de l Consi,q;lio dei min istri;
• Al Presidente del Senat6. (Dag li Ani padamenl11ri della Came ra dei Je· 11<11o-ri. Dilr1mio11i. LegiJ/11tur<1 à l. Sessione àt. V c,l11me I, pagg. :i03-5M).
d all'onorevole Antonio Albertini, deputato a1 Parlamento, daUa carica di sottosegretario di Stato per la Grazia e Giustiziai
daJl'onorevole, professor Ageo Arcangeli, deputato aJ Parlamento, dalla carica di sottoseg retario di Stato per fa Grà~ia e Giustizia;
dall'onorevole, professor Arrigo Solmi, deputato al Parlamento, dalla carica di sottosegretario di Stato ,per l'Educazione nazionale;
daLJ'onorevoie Antonio Leom, è:ieputato al Parlamento, dalla carica di sottosegretario di Stato per i Lavori pubblici;
dall'onorevole, professor Arturo Marescalchi, senatore del Regno, d alla carica di sottosegretario d i Stato per l'Agricoltura e le Fore ste;
dall'onorevole, professor Arrigo Serpieri, deputato al Parlamento, dalla carica di sottosegretario di Sta to per la Bonifica integrale; ·
dagli onorevoli, avvocato Ruggero Romano, dottor ingegner Gae· tana Postiglio ne e Luigi Lojacono, deputati al Parlamento, dalfa carica di sottosegretari di Stato per le Comun icazioni;
dagli onorevoli, professor, avvocato Alberto Asquini e avvocato Bruno BiJgi, deputati al ParJa meoto, d1Ua carica di sottosegretari di Stato per le Corporazioni. .
Con <lecceto della stessa data, Sua Maestà il re ha nominato, su mi a proposta, ministri, se~retari di Stato :
per la Grazia e G iustizia, l'onorevole, ·professor A rr igo Salmi, de. put~r a~epfi~:~~~0 f·onorevole, nobi le dottor Paolo Thaon di Revcl, senato re del Regno;
per l' Educazione nazionale, l'onorevole, conte, av'.:ocato , professor Cesare Maria De Vecchi dì Val Cismon, ministro di Stato, scnatore del Regno;
Parf::ie~t~vori pubblici, l'onorevole, dottor Luigi Razza, deputal o al
per l'Agricoltura e le Foreste, l'onorevole Edmondo Rosso ni , mi· nistro d i Stato, deputato al Parlamento ;
per le Comunicazioni, l'onorevole Antonio Stefano Benni, deputato al Parlame-nto.
Con decreto reale de llo stesso g iorno, sono stati nominati, su mia · proposta, sottosegretari di Stato :
per ·la Presi4enza del Consigl io dei ministri, l'onorevole, march ese, ìngegner G iacomo Medicì Del Vascello, deputato al Parlamento;
per la Grazia e Giustizia, l'onorevole, avvocato professor Cesare Tumedei, d eputato al Parlamento;
per i Lavori pubblici, l'onorevole, dottor Giuseppe· Cobolli G igli, deputato al Parlamento;
per l'Agricoltura e le Foreste, l'o nor~volc, professor Giuseppe T as - · sinari, deputato al Parlamento; .
per la Bonifica integrale, l'onorevole, avvocato Gabriele Canelli, ,k·puta to al Parlamento;
per le Comunicazioni, gli onorevoli Giovanni Host Venturi, avvocato Mario Iannelli, Augusto De Marsanich, deputati a l P ~rlamen to ; a l /a~Ja ~ e~~:porazioni, l'onorevole, dott~r Fe rruccio Lantin i, deputato
26 f ebbrdio 1935 , *
. Nel pe riodo d i preparazio ne tu dcvi soltanto fare, perché g li stessi « canoni dell'ordinaria amministrazione » non possono anda re pe r i tempi non ordinari, cioè eccezionali. ( +) L'insieme de,i:;:li indizi e d elle stesse intercettazioni permettono di supporre che il N egus non voglia prendere l'iniziativa dell' urto. Qualora il N egus non abbia intenzione di attacca rci, dobbiamo noi stessi prendere l' in iziativa. Ci ò non. può avvenire se tu, oltre i negri, non disponi verso la fine di settembre d i almeno centom ila bia nchi, j quali rapidamente devono salire a duecentomila. lo voglio mandarti dentro l'anno duecentomila uomin i. ( + )
• Brani di una lettera àl generale Emilio De Bono. (Da: fa,11L10 Dfi BoNoOJJ. d1 - pag. 80).
Caro Cencelli , ritengo che sia opportmi'o procedere al cambio d~lla gua rd ia dell'OJ?<:ra nazionale combattenti. Gli an ni del vostro commissar iato sono stati fecondi di attività e di risultati. Non solo l'ltalia, ma h ttto il mondo, ha constatato con ammirazione il prodigio avvenuto in quelle che furono le p aludi pontine. Molto di ciò si deve a voi, alla vostra capacità , ali.i vostra tenacia e alla vostra fede. ·
Ve ne do atto, con particolare compiacimento. Il vostro nome resta legato a questa g rande opera del regime. Il camerata D i Crollalanza vi sostituirà, e a lui darete, alla dat a che stabilirò, le consegne.
M USS OLI NI• Al deputato Valentino Orsolini Cencdli. (Da Il Po/•olo d' It11/i::1, N. 79, 2 àpri le 1935, XXII).
8 m arzo 1935 . *
.B mia p rofonda convinzione che, dovendo noi prendere fine o ttobre o fine settembre l'iniziativa delle operazioni, tu dcvi avere una forza complessiva di trecentomila uomini ( di cui centomila neri circa f ra le du<: colonie), più trecento.cinquecento aeroplani, più trecento carri veJoc~. Senza queste forze per alimentare 'la penetrazione offensiva, ~e operazioni non avra nno il ritmo energico che noi vogliamo. Tu chiedi tre divisioni per la fine di ottobre; io intendo di mandartene dieci, dico
• Brani di una lettera al generale Emilio De Bono. (Da: E•IILIO De BoNoOp. cii. :._ pasg 80-81).
d ieci: dngue di regolari dcll'ES<'rcito, cinque di formazioni volontarie di camicie nere, le quali saranno accuratamente selezionate e preparate.
Q ueste divisioni di camicie nere saranno la documentazione che l'impresa trova il consenso popolare. ( + ). .
Anche in vista di possibili controversie- internaz ionali (Società delle nazioni, ecc.) è bene di affrettare i tempi. Per poche miglia ia di uomini che non c'erano perdemmo ad Adua ! Non commetterò mai CJUCst'euore. Voglio peccare per eccesso, non ma i per difetto. ( +) ·
[.MUSSOLINI ]
18 . IJMggio 1 93.5. *
( +) Si è .parlato persino di u n « passo» ( +). Ho fatto intendere che non torneremo indietro a nessun costo ( +). Soltanto con la nomina dei due arbitri di parte italiana supereremo il prossimo Cons iglio della l ega delle nazioni, ma in settembce saremo da capo. Può darsi che, allora, sia necessario il nostro distacco ,da Ginevra.
't a~punto io vista di questa event ualità che è asso lutamente ind ispensab 1fe non spostare la data di ottobre che abbiamo stabilito per l'ini210 delle eventuali operazioni,
Per quell'epoca è pregiudiziale che tu abbia sul posto al ,ompleto le dieci divisioni metropolitane. ( +)
Tu devi predis.porre viveri e mun izioni per almeno tre anni e, per ciuanto sembri assurdo, anèhe perché convenzioni formali es istono circa il passaggio del canale di Suez in . pace e in glierra, bisogna prcved~re difficoltà di passaggio. Alla Camera dei Comuni si è parlato persino di chiusura del canale. ·
Bisogna prepararsi sempre alle eventualità più pessimiste e di fficili.(+)
[M USSOLINI ]• Brani di una k1tera al generale Emilio D e Bono . (Da: EMILIO D 1: BONoOp. dt. - pagg. 1os,,. 110).
26 !{itt,:no 1935 • *
iov~:t:~~ lr~:at::::. t+)i[i~!~r;~ti1 ~:~:rg!s~~~~efi~ J:,f!~~j!:
tattute schiacciante ( + ). Hai dunque soltanto centoventi giorn i per ,pre· pararti ( +) [
MUSSOLINI]"' Brani di una lettera :il generale Emilio De Bono, nella quale · si rife risce all'incontro con il ministro inglc-se Anthony Eden ed alle sue proposte. (Da : · EMIUO D a BONO - Op rii . - pag. 116). '
28 giugno 1935, .XIII ,
EcceJlenza,
informo l'Eccellenza Vostra che, su mia proposta, con decreto reale del 24 corrente, il sottosegreta riato e.li Stato per la Stampa e la Propaganda è stato elevato a ministero.
Con decreto del 26 corrente, Sua M aestà il re ha nominato ministro, segreta rio d i Stato per la Stampa e 1a Propaganda, il dottor Galeazzo Ciano, nobile dei conti di Cortellazzo. MUSSOLINI
" Al Presidente del Senato. (Dagli Atti {Mrlamenfari della C 11mer11 dei Je· nalori D iu,u.1io11i. Legisla!rm; rit, Se1Jio11e rii. Voliune li, pag. I SS6) [2)?
agOJto 193 ) .
( + ) Q uesta è l'u ltima lettera che ti sc rivo prima dell'az ione. ( + ) Jo credo che dopo il 10 settembre tu debba senz"altro aspettare la mia parola d 'ordine. Per quell'epoca tu avrai g ià in Eritrea le due divisioni camicie nere e un'altra sessantina di aeroplani. Le forze sono sufficienti per if primo scatto ed il raggiungimento degli obiettivi stabilit i. Sulla linea conq uista ta t i fermerai c. ti sistemerai per organ izzare le retrovi e e attendere gli eventi sul piano internazionale. ( +)
Dopc il 10 settembre, quando ricevera i un mio telegramma cosl concepito: « ricevuto tuo- rapporto >>, a mia firma, darai l'ordi ne di avanzare nelle successive ventiquattro ore. Il Maual lo farai celebrare nel te rrito rio conquistato,
A ppena ricevuta la presente, rispondim i un semplice « sta bene». Tutto andrà come noi desideriamo e vogliamo.
U n abbraccio
• Brani di un:r lettC'ra :ti gcm•rnle Emilio D e Bono. (Da : EMILIO D .e BONOOp. rii. - pag. 130).
Caro B1istrocchi,
ora che il ciclo estivo delle esercitazioni è concluso, deside ro esprimervi il mio compiacimento e tributarvi il mio elogio.
L'Esercito dell'anno XIII si è magnificamente dimostrato pronto al4 l'adempimento dei compit i che la ,patria g li può affidare.
Il merito per questo aume nto dell'effice nza materia le e morale del-
• Al gen"ra le Federico Baistronhi, sottosegrc:tario a lla Guerra (Da l i Popolo 4'1111/ia, N. 2 12, 5 settembre 1935, XIII).
[ 4? Jell embre 1935.]
l'Esercito è in massima parte \'Ostro e dei vostri più immediati collaboratori, fra i quali, in prima linea, il generale Pariani.
Non c'è che da continuare e perfezionare !'opera , incessantemente.
Vostro
MUSSOLINI
Roma, addì 6 Jel/emb re 1935, Xlii.•
informo l'Eccellenza Vostra che, con decreto del 22 agosto 193 5, XI11, Sua. Maestà il re ha nominato, su mia proposta, mi nist ro, segretario di Stato per la Stampa e la Pro paganda, l'onorevole avvocato Dino AJ_fieri, deputato _ al Parl amento.
MUSSOUNI
• Al Presidente del Sen:ito. (Dagli Atti par/a,nenlari della Came-ra d ei semrlo,i. Difmuio11i. Le-gi.rlflllm1 eh. Seuiont dr. Volume II, pagg. 15 ,(,- 1557)
Roma, 15 setlembre 19 35, X lii. *
Informo l'Ecce llenza Vostra che, con decreto del 5 corrente mese, Sua M:i.està il re ha nominato, su mia proposta, ministro, segretario di Stato per i Lavori pubblici, l'onorevole, dottor, ingegne r Giuseppe Co-. bolli Gigli, deputato al Parlamento , già sottosegretario di Stato per i Lavori pubblici. ·
MUSSOLI NI
* Al Presidente del Stnato. (D:igli Ani pa,!.mu111ari della Cam era dei Jenfltt>ri. Disomio11i. Le-gislat1ird cit. Ses1io11e tir. Vo/1111,e li, p:tg. 1557).
R oma, 24 settembre 1935, Xlii*
Informo che Sua Maestà il re, con d ecreto in data 19 settembre 1935, XIII, ha "nominato, su mia proposta, ministro d i Stato, l'ammi· raglio d i .squadra d~signato d'Armata Gino Ducci, senatore del Regno.
MUSSOLINI
* Al Presidente del Sen:tto (Dagli A u i parlamem,,.,.; della Cam"" dei re1/(l/ori. Dùc111IJÌJ11i. Leghlat11ra dt: SeJJfone dr. Volume TI, pag. 1557).
Roma, addì 10 dicembre 1935, XIII.*
Informo che Sua Maestà il re, con decreto in data 2 dicembre 193,, XIV, ha nominato, su mia proposta, ministro di Stato, il generale, nob ile Enrico Asin:ui di San Marzano, senato re ·del Regno.
MUSSOLINI
* Al Pmidente Jel Stnato. (Dagli A.lii pddnmenrari d ,,/la Cttmm, d ei u1111/Qri. Dùc11Hio11i, LegiJfdtrmt dr. SeJJio11e dt. Vo/11me li, pag D!i7)
Rome, 25 décembre 1935, XIV.,;, Man cher Président,
j'apprécie la franchise avec laquelle vous m'avez parlé, et je ne saurais avoi r rccours dans ma réponse, à d'autre méthode ni à d'autre style.
• Al mini stro Piene i.ava!, in risposta alla seguente in data 22 dicembre 19~5:
« Mon cher Président,
« la situation actuelle me fait un devoir de vom aclressC'r rette lettre. Vous en excuserez !es termes, mais je manquerais, pour b. premìtre fois, vis-:i-vis de vous, aux devoirs de l'amitié si je ne m' exprim:tis avec une entière franchise.
« Comme vous avez bien voulu le rappeler, je me suis fé [idté de pou voir te rminer à Rome, le 7 janvier dernier, une négodation souvent intenompue et qui avait "C!uré p lusieurs années, et il me parait utile d' indiquer d ans quel esprit nnus avons conc! u nos acrorcls .
« Nous avons, dans une <li!cbration gi!:nérale, affirm.!: nntre volonté de dével()pper l'amitìé traditionnel le unissant nos deux nations et de collaborer, d:ins un esprit de mutuelle confiance, au maintien de la paix.
« J e n'ai p:as hésité à faire le sacrifice d'importa nts av:antages économiques que de longs et coi,teux effòrts avaient assurés à mon pays, en Afrique Orienta le }'ai accepté de limitcr ces intérfts en 1:thio pie à la zone nécessair(> pour alimenter le trafic du chemin de fe.r de Djibouti à Add is-Abéb.a, construit n:clusivement aveç le capitai français, et j'ai ainsi concédé à l'Ita lie des avantages correspondant ii ceux. que lui ava it consenti! l'Angleterre par l'arrangement de déccmbre 1925. Il n'est p:is besoin d'ajouter que !es riches perspectives d 'avcnir, ouvertes par cet accord, ne s'é1endaient pas au-delà du terrain économique. Elles n'auraient pu en franchir la limite sans se- heurter ault' ganinties élev~s autour de rindépendance souveraine et de l'intégri té territori:i.le de rtthiopie, pu !es actes intemationaux, auxquels l'l talie et la France ,1vaient participé. Nous avons d'ailleur.s, pour cette raison, expressément visé, d:ans notre accord, l'arrangement du 1) décembre 1906.
« Au ,ours de nos cntretiens, je n' ai pas manqué de sou ligner tous ·1es avantages que vous pourriez retirer de nos acrords, pour le développement de votre action pacifique en 11thiopie. Et vous m' ave2 marqué votre volonté de n'user de nos accords que pour des oeuvres de paix. En février dernier, au moment de l'envoi d'importante.~ forces mi li13.ires italiennes en l:rythrée et en 5(>malie, je n'ai pas manqué de vous représenter amkalement le danger de me~ures qui par:iissaient dépasser k s nécess it~s de la défense immédiate de vos deux colonies.
« A m.1 intcs reprises, j'ai fait appeler votre attention p.1t votre amb:1ssadeur à Paris, pa r le baro n Aloisi à Genève, par notre ambas$3dair à Rome sur la gravité de vot re initiative et ses conséquences qui n'étaient que trop prévisiblcs.
« Quoi qu'i l en soit, au COUf!! des mois qui suivirent, le gouvemement français, quelles que fussent scs inqui~tudes sur l'av:enir, n e cessa cle prèter a u gouvernemmt ita lien le concours le p lus amical, pour lui pnmettre de régler à 1'31:fliable, dans dts conditions à la fois honorables et avamageu'ses, son différend avec le gouverncment éthiopìen C'es! ce q u'il fit, à toutes IC'S étapes de la procédure, devant le Conseil de la Société des n:ition~ C'esl et' qu' il ne ce.ssa
Je tiens d'abord à vous d ire que j'ai apprécié, dans toute leur portée, !es efforts que vous avez bien voulu faire, pendant les phases successive du conflit italo-éth iopien, pour chercher des solutions favorables à l'Italie, confo rmément à la bonne entente entrc nos deux pays qui, dcpu is le 7 janvier, est devenue une dcs lignes directrices de la pol iti que intern:iti onale de l'ltalie.
jam ais de fairl;' pour amener le gouvernernent britannique à concevoir.- comme l ui-mème, la n écessité d'un semblable arrangement dont au rait · béné6.cié d'Italie.
« Dans !es propositions qu'ils fireot en commun, le 16 aoUt, à la. suite des entrctiens de Paris, !es gouvemements bri tmnique et français reconnaissaifflt à ritalie un intt"fèt spécial dans le développement économique et la .rforga nisation administrative de l'l::thiopic-, sans d'ailleu rs exclure la possibil ité d ' ajustements tercitoriaux entre ces deux puissances.
11 Vo us n'avez pas cru devoir accepter ces bases de discu ssion et vous avez p iace" ainsi le- Conseil de la SociétC" des nations dans l' obligation d'évoquer au lond le difffreod ~ta [o,éth iop ic-n. Vous rft'.onna itrcrz que, dans cette nouvell~ phase, la France ne fit pas defaut à l' Italie; elle inftuença largement, j'ose le d ire, !es propositions du Comité Jes cinq, qui, le 18 septembre, offra it à l'Italie de nouveaux avantages substantiels. I I vous suffisait de poser des questions, de \lemander des prb:isions, et vou s auriez a lo rs mesuré l'importance de l'i nitiative prise, au profit de l'Italie, par la Société des nations c:lle-mtme. C'est avec regret que j'ai constaté que le gouvemement ita lien repoussa, mCme sans les discuter, ces propositions.
« Si. g rand était l'attachement de mon gouvernement à l'amitié fran roitalienne , qu' il ne se laissa j:1..mais décourager pa r ces échcn successifs, alors qu'il pouvait mesurer l.t difficulté croissante qu'il ~p rouvait à conci lier son attilu<le avec ks bases pcrmancntes de la polit ique européenne.
« Vous savez quelle insistance j'a i apportée à vcms m:irquer nos Jimiles audelà desquelles notre désir d'aidcr l'Jtalie, si grand qu' il frit, se lrouverait inévitablement paralysé par notre Joyauté à l'éga rd del Société des nations. Les i nstructions qu e j'ai souvent ad ressée$ à. notre ambassadeu, à Rome, les t.>ntret iens que j'ai eus .:ava: vos principau i.: collabor:1tcu rs, n'ont pu l:l isser à cet égard aucun doute dans votre esprit. ·
<e A près l'ent rée des troupes italic-nnes en l:1hiopie, c'est cncore a ux consei ls de la France, qui avait fait p ar tager ses vucs à l'Angletcrre, que se rallièrent. les membres de la Société d es nations, en n'appliquant pas dans to ute leur rigueur les articles du Pacte q ui sanctionnent une agrcssion
« La modération dont la France a fait preuvc a été souvent intcrprétée camme de na lure à compromettre, pour l'avenir, )es fon dcments mérnes de sa proprc sérurité, Mon gouvcrnemml, vous le savez, a tout fai t pour amcner une détcnte d:ms les relations entre l'Ang leterre et r1talie. Les résultats ont é tè' tels, à cet égard , quc- j'ai pu, le 10 décemhre , définir avec Si r Samucl Hoare, dcs formules q ui deva ient servir de basf' :I un arrangement amiable
<e }'ai vivement regretté que le ,sou vernement iti1lien n'ait pas réponJu par u ne adhésion immediate et spontanée à nos propos itions qui, les évffiements l'ont p rouvé, représentaien t la limite exlrémc- de notte effot't. Ce fut pour moi une déception d'a utant p lus ·"rande, ~près les :ippel~ incessants que ;e vous :i.vais fait 1rnnsmettre,
Si je d o is ccpendant vous faire part d e certaines rése rves à l'ég ard de ce q ue l'on aura it pu faire, je vous pr ie de voulo i r bien croi re que ceci n' affecte aucunement la ple ine rcco nna issance de la bonne volo nté que vous avez mise dans· le l oyal accom p [issement des accords d u 7 ja nvie r.
Vous ve nez dc mc dire que vo s concessions re latives i't l'A byssinic ne concem a ien t q ue la reconnaissancc d'une p répondérancc é<ono mique de l'Italie d ans ce pays, et gue je me seraìs engagé à dévelo p per une polìtique de paix
Je ne peux m e ra lli cr à votrc thèse; je me pe rmett rai de vo us rappeler, ne fu t-ce que pour affirmer l'esprit de ce s accords, que J'en tretien que nous a vons eu à Rame a été déterminé aussi par Ja néces sité d 'une entente ve rba le, étant donné gu'en ce qui concerne la q uestion du « d ésistement », il n'aurait pas été possible de dire tout dans d es actes écrits. C'est a insi g ue dans nos cOnversations, il y a cu licu de m ent io nne r · à p lusicurs r cprises <( la main libre» q ui m 'éta it reconnue e n Abyssi nie , sat1f Ics réser ves pour vos d ro its exp ressémen t spécifi és dans le docu m cnt.
Tout ceci dépasse, évidemment, l'éch ange d e lettres !=JUe j'a i effectué en 192}. e,t que vous avez bien vou l u rap ~ ler.
D ' a illeu rs, l'examen meme d es dis pos it ion s particul ières dll d ocu-
Il est é vidc nt J'autre pa rt qu' aucune des néccss ìté.s d e l' ltal ic n 'aurait
« MaJ,gré le mauvais accul'il général fait à notre lentat ive, je ne reg rette pas de m 'oci:re laissé guider par ma fidélité à l'amitié franco- italienn e.
« A G enève, cn jours demiers, je me suis fait un devoir d e contribucr à faire reconnaitre p ar le Conseil de la Société des nations q ue la procédure de concilia tion ckmeurait ouverte
« J e cr.iins que vo us ayez mal apprédé mon effo rt en favcu r dè l'lt3lie J e ne vous dissimule pas que ma tk h e devient de p lu s en p lus difficile.
(lj Vous m·a\·ez én it, le 16 octob re d ernie r, que nou s sommes mainten an1 arrivés à un lOur nant dédsif et q ue la situat ion p o!itiq uc e uropcén ne et peutCtre mondìa le se tro uve désormais étre entre !es mains de la France. A ujourd' hui, n'ai-j e pas le d roit après tout ce que f ai fa it, de vous di re qu e c est surtout entre !es mains de rlta lie q ue se t rouve désormais le sort de la paix e uropéenne ?
« Vou s é ies seul juge des intérèts de votre pays. :Ma is je crois vous avoir d onné asso; de preuves de mon amitié ag issante pour .vous lenir ce langage .
• }'a i l'espoir que vous ne repousserez pas, dès que les d rconstanccs le permettront, r occasion qui pourrait s' offrir à nouveau d 'une n égocfotion en vue d·une ~olution p ::icifique. Vous savez que je ne négligerai rien, malgré les échecs répétés que i'ai dli subir, pour aboutir à ce résultat. En agissant a insi, j'auni conscience de bien servir, en méme temps que la cause d e l'amitié ft':1fl co-iu.lienne, Jes inté~! ts de mon pays, q ui se confondent avec ceux de la paix
« Croyez, mon cher President, à ma cordiale am itié PlERRE Ù.VAL »,
D a: H U81!RT L AGARDELLE - Mits io,, ,ì Romc, M in stAù,i - P lon, Parigi, l 9SS , pasg 275-284,
pu trouver satisfaction en Ethiopie, si elle n'etait appuyée sur la garantie d'un contròle politi9ue.·
Naturellement, Je n'entends pas dire par là que vous ayez donné
que des circonstances survenues par la · Je n'aì · jamais douté un seul insta nt que vous ne vous étiez pas ,endu compte, dans Ja forge vision de la réalité qui vous est particuliere, et dans votre esprit de compréhcnsion des nécessités de I'Italie; que !es I 14.000 kilomètres caués de sable au sud de la Tripolitaine, et Jes 800 kilomètres carrés de fa. Cote des Somalis ne constituaient pas une solution pour un des problèmes les plus angoissants de l'rtalie>
La recherche de la soJution· de ce problème à l'égard duquel, je vous le répète, je considérais votre adhésion et votrc sy»:1-pathie comme acciuises, a été pour moi le point d e départ.
Je n'ai pas besoin de vous retracer l'histoire de la façon dont ]es é véncments se so nt .déroulés pa r la suite; qu'i l me suffise de , ;ous dire ciue ma préoccupation constante a été de résoudre le problème que je considère Je plus actuel parmi ceux qu i sont fondam entaux ~ ur la vie de rltalie, avec fa sécurité suffisante pom me pc rmettre de dévclopper en toute tranquillité l'action eucopéenne de l'Italie, en bonne entente avec Ja France.
Je viens de vous dire que les circostances ont eu cnsuite un développement qui a rendu la guerre inévitable (l'injuste solution de l'incide nt <ie Oual-Oual en a été une des causes principales, et c'est pour accéder à un désir ma'nifesté par vous que j'ai accepté M. Politis, camme surar· bitre, malgré ses . .précédents de conseiller et ami intime du Négus). J'ajoute cependant que j"ai toujours envisagé la possibilité de résoudre le conflit par la voie de la conciliation.
Au cours des événements, on a demandé mon adhésion à l'égard de ciuat re p roj cts .dont j'_ai été saisi.
Je ne pense pas qu'il soit nécessaire de m'attarder à vous expliquer les raisons pou r l esquelies la -première proposition - celle qui m'a été faite par M. Eden à Rame au mais de juin dernier - ne pouvait ~tre prise en considération.
Je reconnais q ue" la p roposition de Paris du mais d'aollt avait l 'avantage de la isser la quest ion - tout au moins dans u ne p remière phaseen dehors de Ja Société des nations, qui n'est pas le milieu le plus indiqué pour résoudre des différends tels que celui entre l'ltalie et I'lthiopie. Il n'y a cependant :mcun doute qu'aussitOt les né_gociatioos e ngagées, le gouvernement britannique aurait demandé qu'elles · fussent portées à Genève. Les i,ropositions de Paris étaient présentées, d'ailleurs, camme le maximum auquel le Grande-Bretagnc pouvait arriver, et elles étaient limitées seulement au domaine économique. L'Italie était donc placée devant le dilemme de prendre ou laisser. Une autre raison. de man opposition a été le fait que le projet aboutissait à un accord à quatre: France, Grande-Bretagne, ltalie, ,athiopie, d e telle so rte quc du régime actuel à trois l'on passait à un régime à gu.atre, dans lequcl l'l!thiopie, d'objet qu'elle éta it, "<levenait un des sujcts de l'ac~ord, au méme niveau .que !es autres trois . Je crois avoir servi non seulement ri ntérÈt de l'Italie, mais aussi relui de b France et de fa Grande-Bre-
tagne, en repoussant un projet pareil, dont les conséquences pouvaient étre très gravcs dans I'aveni r.
Le troisième projet a été celui .du Comité des cinq Je dois vous dire que j'ai considéré cette solution, et que je la consideré aujourd' hui, nettement contraire aux intérCts de l'lta{ie, parce qu'elle représentc la prìse de possession de L'l:thiopie de la part de la Société des nations, avec J'exclusion .pratique de l'Italie: il suffit en effet de considérer que !es diffél'ents conseille rs auraient dU ftre nommés soìt d irectement par le Négus, soit avec le consentement du Négus; sous une condition p areille il est faciie·d'imaginer à quoi la p:irt de l'Italie dans l'organ isat ion de 1'1:thiopie avait été réduit e.
Les propositions des cinq, dans lesquelles je n'ai pas pu m'empÉcher de voir une pointe de malveillance envers l'Italie - malveillance que vos efforts ont probablement réussi à atténuer, mais non pas à éliminer - · m'ont persuadé quc, dans · tes conditions dc I'heurc qu"il {tait, il n'y avait plus rìe n à attendre de 1a Société des nations. C'est cette attitude de Gen~ve, en meme temps que la menacc éthiopienne qui se de~s inait à la frontière des colonics italiennes, à la suite de la mobilì!>ation générale du Nép;us, qui ont fa it précipiter les événements Sans vouloir discuter, dans cettc lettre, gui ne saurait étre I'occasion appto· priée, la Ié,!i!itimité de la rupture du Pacte , je vous dirai que, mCme en partant de la stride application du Covenant, j'aì trouvé, dans chaque manifestat ion de la Société des nations en ce qui concerne le différend italo-éthiopien, un esprit d 'hostilité marquée contre J'Italie.
Qu'il mc suffise de rappeler ici deux ordres de faits: en premier lieu, le foit que Ies griefs italiens contre l'Abyssinìe n·ont pas été l'objet d'une considération sérieuse et approfondie, tandis qu'ils avaient été demandés avec tant d'insistance aussi et surtout de la part du Quai d'Orsay, comme si la présentation de ces . gricfs aurait pu p roduire un renversement de la situation; deuxièrnement, l'application de sanctions exceptionncllement graves , qui ont sou mis b nation italicnne à un véritablc état'dc siège économique, d'autant plus significatif si !'on considèrc ql1e l'art icle 16 n'avait jamais été appliqué auparavant, ·et qt1e 'mème l'on estimait, de l'avis dc plusieurs, qu' il n'était pas applicable. (Encore à Stresa, il en a été justement question, comme d'un problème à préciser !).
Quant à l'acceptation, qui m 'a été attribuée, des sanctions économiques, j 'en ai fait justice dans mes récentes déclarations au .Sénat. Je reconna is que les récentes propositions de Paris représentent un remarquable pro_grès en ce qui concerne une prisc en considération des aspirations légitimes de l'Italie. Ce progrès est dli en premier lieu à l'intérét avec lequel vous vous étes employé à chercher une solution et à la . pression que vous avez pu exercer envers Je ministre b ritannique; je ne peux pas dire que Jes propositions, telles qu'elles ont été formulées, représentaien~ une solution satisfaisante pour l'ltalie, ma is je n'exclus pa.s qu'elles auraient pu représenter une base de, discussion; ceci en tenant compte surtout des assurances contenucs dans votre note d'accompagnement, ainsi que dans la note britannique, d'après Iaquelle les suggestions en question constituaient sculcment des bases de négociat ion , << s:ms préjudire du résu ltat des discussions qui aura ient eu leiu
ultérieurement », et que, e n ce qui concerne la zone réservéc, les gouvernemcnts britanni9ue e t français entendaient s'employer <( pour sauvegarder ,pleinemcnt les inté rfts de l'Jt::i.li e dans cette région )).
Vous m'avez ma nifesté vot re regr et CJUC ma réponse n'ait pas été !mmédiate et spontanée. Passons sur la spontanéité. Mais, quant à étre 1mméd iate, il est question dc s'cntendre. li ne s'agissait pas d \m ultimatum, mais de certaines propositions dont dépenda it quelque chose d e t rès important pour l' avenir du peuple italien. Il me semble que, dans ces conditions, la réflexion de quelques jours ne peut pas étre considérée comme une prétention excess ive, sortout en régime de san ctio ns et sous la menace de les aggraver. Une telle réAexion s'imposait d'autant plus, c n présence des oppositìons ·ach arnées qui vena ient de se lever de <l ifférents _cOtes, et de la façon peu cncourageante avec laciuelle M. Eden a préscnté le p ro jet à la Socìété des nations. li ne faut pas non plus oublicr la rcquétc de l' assistance méditerranéenne avancée par M. Hoare, justement à la ve ìlle de son voyagc à Paris T outcfo is man intcntion de ne pas refuser tout court ccs propositions est p rouvée par la rcqllete de precisions et par Ics observations qUe j'ai fait p résenter à Paris et à Londres, demande et observat ions qui sont restées sans una réponse concrète.
Malgré tout ccci, j'cstime que, si la séance du Gr:i.nd Conseil du 18 décembre avait pu avoir son dévelop pement norma!, la ré ponse 1ÙH1· rait ,pas été défavorable. Camme vous le savez; au cours dc la séa nce, la nouvelle de la démiss ion dc M . Hoare nous est . p:uvenue, ce gui ·a imposé un nouveau ren voi de quarante. huit heures. Ensuitc, Ics événements se sont précipités de telle sorte, que les propositions ont été considérées comme définiti vement tombécs, avant gue je n'eusse eu b possibilité de m'exprimcr à lem égard. Laisscz•moi ccpend:mt vous dire, à ce propos, gue je suis absolumcnt convaincu qu'unc acceptation im· méd iate de ma part non seulement n'aurait pas ch an gé rad icalement le cours des événements, mais qu'elle amait probablement renforcé e ncore davantage les oppos itions an,g la iscs au proj et, sans tenir compte du refus d' Addis-Abéba.
Camme vous voyez, mon cher Prés ident, le lieu commun dc ma prétcndue intransigeancc et de rnon hostilité à toute tcntative de négociations ne ticnt pas dcbout. Vous te rminez votre lettre en me demand.i.nt de ne pas repousser une nouvelle occasion d e négoci ations qui pourrait s'offrir à nouveau, lorsq ue ]es ci rcostances le permett ront. Il n 'est p as besoin, a près ce que j e viens de vous di re, de vous confirmer ma bonne volonté de négocicr dès qu'il y aura une b ase sérieuse et concrète, qu i m 'off re la possibilité de sati sfa ire les nécessités dc sécurité d'expansion de l'Italie, et surtout lo rsque l'on p ourra procéder avcc le ca lme et b d iscr6tion absolue, sans Jasquels toute négociation diplomat ique est destiné-e à écbouer.
France et de la Grande-Breta,gne. Cc sort pcut etre sérieusement compromis , si une idéologic conçue pour d'autrcs fin s, et traduite dans des formules r ig idcs qui n'o nt jama1s été expérimentées jus9u'ici, ne sera
mitigée par·les sens des proportions et par la. vision de la .réalité.
Je peux vous assurer dc la façon la plus clairc et la plus formelle que, pour ma part, je ne fo rai ricn ciui puisse créer l'irréparable, malgré Jes mesures milita ircs et navales prises par la Grande-Bretagnc, d epu is le 7 septen:ibre, et malgré le front unique méditcrranéen q u'elle est en train d'organìser ces jours-ci contre l'Italic; et quc je su is dis posé à aidcr aux efforts q ue vous croi rcz encore d ' entreprend rc, dans J'esprit dc l' amitié franco-ita lienne.
Vcuillez croire, mon cher Président, aux assurances de ma cordiale amitié, au moment où approchc l'anniversaire de notre première rencòntre.
MUSSOLINI
Roma, 4 gennaio 193 6, XI V
Jnformo l'Eccellenza Vostra ch e, con regio . decreto 29 dicembre 19:,,, XIV, n umero 2186, è stato istituito, alla diretta dipe ndenza del capo del Gove rno, il sottosegretariato di Stato per gli Scamb i e le V alute e la nom ina a sottosegretario di Stato del profess or dottor Felice Guarneri .
MU SSOLINI
• AJ Presidt:nlc dd Senato. (D:iglì Ani parl11m e11111ri d e/111 Cumera Jci Je11atori. Dimmio11i. LegiI/u1ur.r rii. SeJJio11t dt. Vo-/11mC Il, pag. 18 16) .
Roma, addì 5 febbraio 1936 , XJ V *
Informo l'Ecce llenza Vostra che Sua Maestà il re, con decreto in data 3 febbraio 1936, XIV, h a nominato, su mia p rorsta, ministro di Stato, l'onorevole Vittorio Rolandi Ricci, senatore de Regno.
MUS SOLINI
• Al Presidente ·dd Senato. (Ing[i Atti JMrlament11ri della C11mer:t dei Jtna1<,ri. DiJ( IIJs ioni. LegiJltlllmi cit. S1tHi o11e rii. V (;'/ume Il, pag. 18 16).
Rome, le 19 févTier 1936, *
Ma n cher P résident,
au moment de quitter le Quai· d'O rsay, vous ave:z ·bien voulu, par votre lettre du 23 Janvier, mc répéter votrc profonde satisfactio n pour
• Al ministro Pierre Lava i, in risposta alla segumtc in data 23 gennaio 1936:
<t .Mon cbcr Président,
« je ne veux pas quitter le mioisthe sans tépondrc à votre lettre du 25 dé, cembrc de rnier.
« ] e vou s ai déjà prédsé comment, f.aisant à la coll aboration franco-italienne le sacrifice d' importa nt<:s possibil ités ouvertcs à la France cn A frique O rientale,
avoir s ignf avec moi Ics acco rds <le Rame et me fournir des jndications et des édaircissements à pro~s de ces mèmes accords.
Je tiens à m'associer cord1alement aux voeux que vous fo rmez pour la réussite de J'oeu vre cntreprisc par nous, et à p réciser à mon tour
j'avais accepté de limiter ét roitemen t ks inté1éts économigues français en l:thiopie ; commt'nl, au cours des mois q ui .suivicenl, tand is qu' une procédure de coocilia· tion se déroulait devant la Société des nations, le gouvernement fra.nçais n ' avait ccssé de pr Eter au gouvememml ita lìen le p lus amicai concours, pour lui p e-rmettre de régler à l'amiable, d ans dcs conditions à la fois honorabks et avantageu5es, son dilférend avec le gouvem ement éthiopien; comment, à Paris, le 16 aoùt, puis à Genève, au sein du Comi té dcs d nq, l'amitié de la France avait suKitf' des propositions qui accordaient à l' ltalie une participation préponderantc a u développcment &onomigue et à la réorganisation administrative en l:th iopie; comment, au lendemain de l'ent rée des tro upes italiennes en ~thiop ie, elle s' était cxercée pour atténuer Ics rigueurs de l' article 16 du Pacte de la Sod été des na, t ions; comment enfin a lle avait, le 10 décembre dernier, inspiré le pian fra.ncoang la is qui conservait à l'ltal ie sur presque t qus !es points .et !es dheloppait sur cer ta.ins autres, Jes avantagcs contenus d ans Ics p ropositions du C omité des cinq
« J e ne puis gue vous rappelc r les termes de cctte communication, en souh;iitant gu'un n ouvd ·examrn vo us p ermette de rendre justice, non scu len;ent aux propositions du I O décembre, comme vous avez birn voulu le faire, mais cncore A ce]J es d'aoO.t "t de septembre
(< Dans votre lettre du 25 décembre,· vous me cappe!~ que l'expression "mains Jibres" est revenue a u cours des e ntretiens que nous avons eus. V ous interprétez. ces mots camme é largissant la portte des accords du 7 janvier.
« }'ai pu me servir de celle exprcssion familièrc, avec la liberté d e ton qu'.a.utorisait le caractère amical d'une cooversation au pala.is Famèse, le 6 jan· vicr au soir Je crois d'autant plus inutile d'épiJoguer sue le- sms de ces paro!CS gue votre lcttre- du 25 d écembre m'apporte à leut suj et le té mo ignage pour m a i esscntiel, à sa voir q u~ je n'ai jamais donné mon adhésion à la guerre que vous vo us Ctes cru dans l'obligation d' entreprendre par la suite
« Les débats de~ 27 et 28 d écembre devant la Chamb re fra nçaise m 'on t d onné roccaSion d'ind iguer complètcmeot dans quel esprit j'ava is négocìé et cond u Ics accords d e Rome J'avais certes la p lefoe compréhension des besoins d 'extension de l'ltalie et du dés ir q u'e lle avait de trouver au-delà des mers des debouchés pour le trop -pkin de son activité et pour J'excédent de sa populat ion. Depu is de long ues années, l'dfort italien en Afrig ue O r ientale ava it été enra.yé par Ics rivalités des a utres puissances limitrophl"S. Le désistement économique de la France vous- ouvrait tout le p ays, à l'except ion de la zone du chemio de fer . Rien ne s'opposait désormais à ce que vous recherthiez à ramiable et par Jes voies pacifiques ave'C rt1hiopie u ne libre collaboration qui vous aurait assu ré la supériorité dans tous !es domaines.
« La Jiberté d'action que la France offrait ainsi à 1·1talie dans un adre plcifique lui ouvmit Ics plus riches persp ectives d'aveni r, en lui permetlant de trouver, dans une mission d e dvilisation et d e progrb, la satisfa ction ·de ses aspiration.~ Jégi ti mes.
« }'espère ·que, tant par les déclara tions que j'ai faites à la Chambre q ue par ma kttre, ;'aurs.i dissipé tout m~lenten du
« J e ne veux pas q uitter le Q uai d'Oisay sans vous r l péter la satisfaction
mon avis et certaines circònstances au sujct des questions q ue vous évoquez dans votre Jettre.
En me référant <fans ma Jettre du 25 déccmbre à J'expression « mains libres », qui est revenue à plusicurs reprises dans nos conversat ions de Rome, et particulièrement dans celle qui a scellé notre accord, le solr du 6 janv1er au palais Farnèse, je n'ai pas voulu en déduire - camme je l'ai d'aWeurs écrit dans ma lettre du 2 , d écembre - q ue vous aviez par là donné votrc adhésion à une guerre que je ne pouvais alors prévoir et que !es circonstances survenues ont rendue inévitable.
Cette expression ne faisait que confirmer ce <jlli résulte dcs actes que nous avons signés, c'est-à-dire gue dans l'application des traités existants « le gouverncmcnt français ne rcchcJ'chera cn l!thiopie la satid~c;~e~!ad~fc!n~é:egj~:t1el t~~~ts}~%baod~1~e~ar~~~~s avons dé1imitée ». .
La s ignification du désistement de la France te lle qu' elle résulte dc la formule susdite - désist ement dont le rappel à l'acrord tripartite fixe le caractère à la fois politique et écopomiqoe - m'empèche de sou scrire aux .déclarations que vous avez faitcs devant la Chambre f rançaise au cours des débats des d erniers jours de décembre. ·
Quant a ux différentes tentatives pour régler à l'amiable le d ifférend it:1!0-éthiopien, je Vous ai déjà manifesté, dans ma Iettre du 25 décembre, ta~~~!a~~~tnJ~ 1~eu~~sr~t;;~~\t~\ì~e0 ~bservations qu'elles entraiJe ne sa.urais terminer sans vaus répéter jusgu'à quel point je ticndrais à vofr se d issiper tout malentendu sur Jcs lettre au sujet d c l ' ~thiopie, c.1ui forment partic intégrante des accords de Rame, en signant lesquels j'aì, camme vous, espéré d'installer l'amitié itala-française sur des bases solides, dans l'intérct de nos deux pays, de la sécurité et de la paix en Europe.
Veuillez croire, man cher Président, aux assurances de ma plus cordiale amitié et à mon souvenir.
MUSSOLINI
profonde que j'ai éprouvée cn signant ave vous !es accon,ls Je Rome. Si, en raison dcs circonstances, ils n·ont pas pu encore porter tous leurs fruits, je garde la certitu<le qu'ils représentent la base solide et dutable de l'amitìé franco-italienn(', cn mème tC'mps qu' un facteur essentiel de la paix e uropéenne
t.(ICest bicn ainsi qu e l'opinion fran·caise !es interprète et je form e des voeux fervents pour que rien n'altère jamais cc1te conftance mutuelle que nous mcttons tous deux dans l'oeuvre r~lisée.
« Croyez, mon cher Président, à toute mon amitié ti P IBR.llE Ù.VAL ))
Da: HUBERT L\CAROELLE - Op. cit. - pagg. 284-287.
Roma, 17 aprile 1936, XIV.*
Informo l'Eccellem:a Vost ra che Sua Maestà il re, con d ecreto in data 14 aprile 1936, XIV, ha nominato, su mia pro posta, ministro di Stato, il dottor Maurizio Rava.
MUSSOLINI
* Al Presidente del Sen:1.to. (Dagli l111i p,,rlmne11/11ri de/lii C<1111a,r dd Jr· 11a:ori. DiJC1u1ioni. Legislatura cii. SeJJione àt. Volume- II, p;1g, 2158).
Roma, 22 aprile 1936, XIV .*
Eccellenza,
all'atto del suo collocamento in ausiliaria, mi è ·grato ricorda re i segnalati servigi resi da Vostra Eccellenza durante la su:>. lung a carriera.
I fulg idi atti d i ardimento compiuti nella grande guerra, le prove di capacità date in pace in importanti incarichi e comandi, ed infine la sua fattiva, e ntusiastica attività svolta qua le is pettore delle truppe alpi ne, t est imoniano quanto Vostra Eccellenza abbia ben meritato dell'Esercito e del paese. ·
le esprimo in modo particolare i più vivi ringraziamenti, con l'augurio che il re e la patria possano fare ancora assegnamento sul prezioso contributo di opere di Vostra Eccellenza.
Cordiali saluti.
MUSSOLINI
* Al generale M. C. Des. (Da li Popolo d'Italia, N. 121 , 30 apri le 19}6, XXJII).
[2°7 d_icembre 1934. ] *
Dica a Lazzarini che ho letto con molto interesse la sua relazione sulla bonifica dell'A rsa .
MUS SOLINI
Al p refetto di Pola. (Da li Popolo d'ltdlid, N. 307, 28 dicembre 19~4, XXI)
[8 ? f eb b,ai o 1935. ] *
Desidero comunicarle che ho deciso 1a istituzione a Milano di un collegio miJitare, il quale"funzionerà dall'inizio dell'anno XIV. I giovani milanesi di s pirito combattivo avranno cosl la possibilità di prepararsi a servire con le armi la patria ed il regime.
MUSSOLINI
"' Al duu Marcel lo Visconti di Modron<':, pode~tà di Milano. (Da li PoPulo d'fo,li,r, N . 3 5, 9 febbraio 193), XXII).
[ 11 f ebbr,io 1935. _ J•
Al comandante, agli uffici ali, all'equipaggio dell'incrociatore A . Diaz, che in Australia e nell'Oriente lontano hanno .degnamente rap pr esentato la patria fascista, invio il mio cordia le sa luto.
.MU SSOLINI• All'equipaggio della regia nave Armando Diaz. (Da li Popolo d'ltalia, N. 37, 12 febbraio 19 35, XXII).
[7 marzo 1935 ] *
Ho deciso, per la necessaria unità del comando, di affidare al generale Graziani anche il Governo della colonia. Nella mia d ecisione voi non dovete ~edere assoluta.mente nulla che possa significare diminuita con-
• A Ma~izio RaVa, governatore cessante della Somalia. (Da Il Popol o d' Italia, N. 58, 8 marzo 1935, XXI1).
rn. - xxvn.
siderazione nei vostri confronti. Voi avete, in questi anni, ottimamente governata la Somalia e preparato le cond iz ioni migl iori per lo sforzo ulteriore. Vi darò, al vostro ritorno in patria, l'effettivo riconoscimento per il dovere che avete integralmente, fascisticamente comp iuto.
MUSSOLINI
[8 marzo 193;,] *
Felicitandomi <.:on Vostra Eccellenza per la nuova prova d i fiducia datale da Sua Altezza Serenissima il Reggente, le invio cordiali aug uri per la continuazione del suo fecondo lavoro a vantaggio 'dell'Ungheria e le confermo i sentimenti della mia cordiale amicizia.
MUSSOLINI
• Al geceralc Julius Gòmbos. (D:• il Popqfo d'Italùz, N. )9, 9 muzo l 9} 5, XXII).
[9? marzo 1935.] •
·Sono lieto di constatare che come sempre tu asseconderai le mie idee con la tua intelligenza, con la tua esperienza e soprattutto con la tua fede.
MUSSOLINI
• Brani di un teleg ramma al generale Emilio De Bono (Da: EMll.10 DE BoNO - Op. dJ, - Pfg. 81).
[ 18 marzo 1935. ] *
Apprendo con la più grande tristezza la notizia della sciagura avve~ nuta nelle acque del Ticino, nella quali quattro ·fedeli camerati della vigilia hanno perduta la v ita, Vogliate presentare le mie condoglianze alle loro famiglie e deporre in mio nome dei fiori sulle loro salme.
MUSSOLINI
• Al segretario federale di Milano. (Da Il P0Po!r1 d'!t"!;a, N. 67, 19 marw 193 l , XXUJ).
[20 marzo 193 5.] *
Ricambio cordialmente i saluti dell' Eccellenza Vostra, 'inviatimi in occasione del primo anniversario d ella firma dei protocolli romani, che
• Al cancelliere Kurt Sch uschnigg. (Da Il Popolo d'llali", N. 69, 21 marzo 1935, XXII)
hanno resi più strett i i rapporti tra l'Austria, l'Italia e l'amica Ungheria, e che hanno rafforzato la collaborazione nel campo politico ed economico. Il Patto di Roma, che è uno strumento per la difesa degli interessi dell'A ustria e per la pacificazione e ricostruzione dell'Europa danubiana, ha dimrut rato in quest'anno· della sua esistenza la sua solidità ed efficenza, offrendo dei risultati che lasciano intravedere favorevoli previsioni per un ulteriore sviluppo dell'opera sl felicemente iniziata.
MUSSOLINI
[20 marzo 193.S .]*
Apprendo con indignazione attentato commeso contro Vostra Maestà. DesiOero esprimerle subito mie felicitazioni e mio profo ndo compiacimento che Vostra Maestà ne sia uscita illesa.
MUSSOLINI
• A Sua Maestà Jbn Saud, re ddl'f,Jegiaz. (Da 11 Popolo d' T1«Ntt, N. 69, 21 marzo 193', XXJI). ·
29 mal'ZO 193~. * Segreto 2921.
Suo 3337. Sta bene. Vostra Eccellenza si mantega in contatto col ras Seium per sondarne cautamente Je disposizioni nella situazione attuale e offra pure somma che crederà conveniente. Non dubito che tal-i con· tatti saranno disposti in maniera da non pregiudicare in nulla l;>?Ssibilità ulteriori intese con altro capo Ti$rai, il dexgia,· Hai lé Sellass1é Gugsà, il quale, come è noto, in tanto .e apparso recentemente favorevole ad avvicinarsi a noi in quanto avversario dichiarato del ,a1 Seium. In sostanza è utile in 9uesta prima fase assicurarci poss ibilità di influire sull'uno e su ll'altro dei due capi tig rini, salvo ad agire d ecisamente con 9uello che ci darà maggiore· garanzia. S forse bene però che almeno ora di 9uestc trattative le regia legazione, che è sorvegliatissima, non sia t roppo minutamente informata.
MUSSOLINI
"' Al genera le Emilio De Bono. (Da Epoca, N. 143, 28 giugno 19:H, IV), [30 marzo 1935. ] *
L'odierno Consiglio dei ministri ha deciso la costituzione della provincia di Asti, che comincerà a funzionare dal 15 aprile. Sono sicuro che le camicie nere e i cittadini di Asti e provincia·saranno degni della dignità conferita alla loro città e alla loro terra storicamente insig ne.
MUSSOLINI
"' Al depucaco Vincenzo Buronzo, podestà di Asti. (Da li Pc,polo d'ltaHa, N 78, 31 marzo t 9n, XXII).
[27? aprii, 193J.]*
· Mio caro comandante, voglio subito ringraziarti moltissimo dei tuo i doni e soprattutto della tua lettera, p er la ciuale da Roma avrai pacata e lunga risposta. Queste di Stresa sono state laboriose giornate e tutto sommato più feconde di ciuanto non supponesse da principio il mio pessimismo di fronte alle conferenze diplo·matiche. Nel salone detto «dell'armonia>> abbiamo cercato e trovato la medesima nell'ord ine po· litico europeo. Naturalmente non è che una tappa. Tutte le volte che la parola Vittoriale cade sotto il mio occhio, ripenso ai nostri incont ri. Ti abbraccio.
MUSSOLINf
et A Gabriele d'Annunzio. (Da Epoca, N. 134, 2 mag,gio 19H, IV)
[JJ 1JMggio / 9J.5. l *
Desidero esprimervi i sensi di cordoglio del Governo fascista e della nazione italiana per la morte del maresciallo Pilsudski. Egli rimarrà nella storia della vostra ,patria come alto esempio di virtù militari e civili e la sua memoria sarà onorata d a quanti lo hano conosciuto, seguito e ammirato nella sua lotta tenace ed eroica per la resurrezione e la grandezza della Polonia.
[MUSSOLINI]
• Al capo del Governo polacco. (Da Il Popolo d'ltali11, N. 11S, 14 mab· g_ìo 1935, XXII).
[14 maggio 1935.]*
Avete fatto un bel numero del Carlino in occasione del primo cinquantenario di vita del giornale. Vi esprimo il mio compiacimento nella certezza che il g iornale da voi diretto continuerà ad essere un'arma solida aì fini della rivoluzione fascista. Avevo sei anni quando il Clfrlino susci. tava le lllie prime curiosità.
MUS S OLINI
* A Giorgio Maria Sangiorgi, ditettore de Il Resto del Cr1r/i110. (D.t Il Popolo d'lldlia, N. 116, 15 maggio 1935, XXII).
28 maggio 1935 *
S egreto 5378 .
H o intenzione di dichiarare decaduto il trattato di amicizìa coll'Etiopia. Telegrafami se ci vedi inconven ienti dal tuo punto di vista.
MUSSQLINI
• Al gmerale Emilio Dc Bono. (Da Epoca-, N. 143, 28 giugno 1953, IV)
31 maggio 193.5. *
Segrito J498 ,
O ggi esce un comunicato annunciante la mobilitazio ne d i t re nuove divisio ni. f: necessario, dopo quanto accaduto a G inevra con relative ripercussioni ad Addis Abeba, far vedere che la nostra volontà è irremovibile.
MUSSO LINI
* A l generalt" Emi lio De Bono. (Da Epo,a, N , 143, 28 giugno 19'53, IV).
1 tì11g,10 1935. *
Segreto 5539
H o ordi nato che t i si mandi un milione di li re, colle quali comp rerai i talleri necessari a intensificare la tua propaganda.
MUSSOLINI
• Al generale Emilio De Bono. (Da Epora, N 14}, 211 giugno 19'53, lV).
[3 gingno 1935 . l *
1cgi~~M~bi~~:U1i ~i!i~~~0 n:~~
sotto la tua d ire ttiva, le quattro legioni sa ranno un organismo sotto ogni rapporto adeguato ai compiti e agli eventi.
MUSSOLINI
* Al muesci.allo Italo Ba lbo, govern:itore della Libia, in risposta al seguente : « Stam:ine la prima e la seconda legione" libica della Milizia Volontaria hanno sfi lato supE't'bamente per la prima volta nelle vie di T ripoli . Ho consegnato, nel vost ro nome, Duce, i gag lia rdetti e le drappelle all e nuove form azioni Questi magnifici reparti, formati da coloni, operoi, profession isti, impiegati, fon. zion:iri costiluiscono la nuovissima fanteria d'Africa in o micia nera, pronta ad ogni appello per la difesa della rivoluzione e delle patria _fascista 1). (Da Il Po· polo d'ltalùr, N. IH, 4 i;iug no 19n, XX II).
[gi11gn o ? 1935. ] • l Segret o] J807 .
Metti a disposizione dell'ammiraglio Ba rone una corvée militare d i a lmeno cinquecento ascari, con paga aoppia durante la (orvée, per sgombrare le banchine d el porto di Massaua dai roto li di 610 di ferro e dal legname d elle baracche MUSSOLINI
• A l generale Emi lio De Bono. {Da Oggi, N 51, 2\ dicembre 1947, Ili)
[ giugno? 193.5.] *
[Segreto] .5867.
ArriVo d.ue pirOscafi di malarici e specialmente ar rivo non p reavvisato del secondo ha prodotto una impressione deleteria in molt i ambienti italiani e provocato una ondata disfattista negli ambient i esteri ostili all'Italia. t necessario, durante i tre mesi estivi, gi.ug no, luglio, agosto, non impiegare operai italia ni nel bassopiano, salvo aliquote d i specialisti o altri che siano disposti a rimanervi volontariamente.
MUSSOLINI
* Al generale Emilio De Bono. (D:i Oggi, N. 51, 21 dicembre 1947, Ili).
~ii11gno ? · 193.5. ] *
[Segrelo] 6 53 6.
Ho letto il too telegramma 7452. Sta bene. Pot remo sistemare i due figli del sultano Mohammed Jah io al collegio mi litare d i Roma, dove trovansi già altri orientali.
MU SSOLINI
" Al generale Emilio De Bono. (Da Oggi, N. 51, 21 <licm1bre 1917, UI)
16 lnglio 1935. * [Segre10] 7.520.
Ricevo il tuo im portante e dettagliato r apporto, che cost ituisce un consu ntivo della tua attività durante i primi sei mesi di alto comm issario dell'Africa Orientale. Aggiungo subito che puoi esse re fiero di questo consuntivo, i cui risultati sono essenziali e sotto ·certi aspetti decisivi, Risulta d al tuo rapporto, e desidero renderne ,pa rtecipe il paese, che . l'opera dell'alto comm issario si è sviluppata i n tutti i campi con una alacr ità intensa e senza soste, onde mettere in grado l'Erit re a di fronteg· g iare i compiti attuali e futuri. Tutto ciò che occo rre alla vita di u na popolazione. decuplicata e di u n g rande esercito metropolitano ed ind iJ.!Cno, e cioè strade, acqua, viveri, baracche, collegamenti, ospedali e infi nite altre necessità, è stato avviato a soluzione, malg rado le d ifficoltà che per varie ragioni, a cominciare dalle avversità, ~tevano dirsi immense. La congestione del porto di Massaua, che ci diede ad u n certo momento ansie cosl vive, sta per finire. La fede e la volontà fascista hanno piegato le cose. Nel settore logistico molto resta ancora da fare, ma, sull a base dei dati dall'abbozzato rapporto, considero che il tuo
• Al generale Emilio De Bono. (Da : EM ILIO DE BoNo - Op ,;, - pagg 123-124) ,
consuntivo secondo semestre sarà ancora più soddisfacente d el primo. Per questo g iunga a te ed ai tuoi collaboratori t utta l 'espressione del mio comp iacimento e del mio plauso, al quale si associano le camicie nere, che ti seguono nell 'a rduo compito con forte simpatia
MUSSOLINl
26 l11gl io 193.5. •
H o letto col p iù grande interesse il suo rapporto con~untivo del primo semestre. Do atto a Vostra Eccellenza ch e la prerarazione si è svolta con un r itmo intenso, che merita ed ha il mio piu vivo elogio. Si tratta di continua re ed accelerare. ·
M USSOLI NI
• Al genera le Rodolfo Graziani. (Da Oggi, N. SI , 21 dicembre 19-:17, 111).
(9 ago,10 1935. ] *
La morte dì Lu i~i Razza, mio f edele collaboratore da venti anni, mi addolora p rofOndamentc Egli è caduto nell'adempimento d el suo dovere. li regime ha perduto uno d ei suoi uomini più d evot i. Le camicie nere di tutta )talia e quanti lo conobbero ne o noreranno degnamente la memoria. la p rego, Signora, di accoglie re l'espressione de l mio rimpia nto.
MUSSO LIN I
• Alla vedova del minist10 Luig i Razza, perito 1'8 agosto 1935 i n una sciagura avia1or ia al Ca: iro. (Da Il Popolo d'Italia, N. 19 1, IO agosto 193 5, XXII).
13 ago110 1935. *
Tj prego vivissimamente di anticipa re dieci giorn i parte:nza divisioni XXIII marzo e XXVIII ottobre, che sono da tempo prontissime ( +). Rispondi con un monosillabo. ( + )
[M USSOLINI]
• Brani d i .un t elegramma al genera le Emilio De Bono. (Da : EMILIO DH BONO - Op. <ÌI- - pag. 129).
20 (11:;~~,:9;;3;
Conferenza tri pa rtita di Parigi è fallita. Ora c·è Ginevra, ma la situaziqne diplomat ica è ormai esaurita. Puoi trarne le conclusioni.
MUSSOLJNI
• Al genera le- Emilio De Bono (Da Ep oc(l, N 143, 28 giugno 1953, IV)
[30 ago,to 1935]1
Apfr.rendo con profondo dolore l'imbeovvisa, irreparabile sciagura
s iero al ricordo dell'augusta scomparsa Voglia porgere alla :M,:acstà Sua, a nome del Governo italiano e mio personale, il reverente omaggio e la testimonianza del nostro cordoglio.
MUSSOLINI• Al Presidente del Consiglio belga. (Da Il Popolo d'ltali«, N. 208, H . agosto 1935, XXII).
utrembre 193J
Mi duole di non essere stato p reavvisato che molta folla attendeva alfa stazione il mio passaggio al ritorno d a Trento. Voglia far conoscere il mio rammarico alla popolazione pe r il mancato saluto.
M USSOLINI* Al commissario prefettizio di Rovereto (Da Il Popolo d'/t,1/i4, N 213, 6 settembre 1935, XXII).
9 selJembre 1935. * Segret o 10165.
R ispondo col presente a lla tua lette ra del 2 settembre, numero 16 , e al tuo t~legramma numero 12 132. Premesso che movimenti militari d evono sincronizzarsi con s ituaz ìo ne pol itica generale, ti comunico che mia parola d'ord ine ti arriverà non p rima dell'epoca di cui parli nel tuo telegramma odierno. Probabilità aumenteranno og ni g iorno trasco rsa quell'epoca. H ai quindi tempo per prepararti in m aniera integrale per u!l·azione di vàsta portata, come nel piano a,pprovato, non per il « colpo di mano », operaz ione che in genere no n gode le mie simpatie. Importante ai fini politici è l'incidente che deve originare il movimento . Basta che la d efezione dei ras e il nostro sconfinamento siano simu ltanei. Telegra fa che sta bene e lavora tranqui11amente ora che la tua fat ica, grande e universa lmente riconosciuta, tocca il suo primo obiettivo
MU SSOLINI• Al gffltrale Emilio De Bono. (Da EpMr, N . 143, 28 giugno 19.H, IV).
15 seJJembre 1935 . * SegreJo 10450.
Herriot ha consigliato Havariat, delegato abiss ino a Ginevra, di ritirare le truppe etiopiche a qualche chilometro dalle nostre front iece, pers~d Àb~~~s~;c°;u!t~~~f:i~.In tal se nso Havariat ha telegra-
MUSSOLINI
• Al generale• F.milio D e Bono. (Da Epora, N . 143, 28 ~iugno 1953, IV) .
[16 uJJembre 1935.] *
Giungano gr:aditi i voti fervid iss imi che le Forze Armate a mio mezzo rivolgono a Vostra Altezza Reale nella ricorrenza dell'augusto genetliaco.
MUSSOLI NI
* A Sua Altezza Reale il principe d i Piemonte (Da J/ Pop lo d'Itnlia, N. 222, 17 scitembre 193~, XXII).
19 seltembre 1935. * Segreto 10646.
Metti allo studio un piano di attacco dall'Eritrea sul Sudan e u no dalla Somalia s ul Kenia. Se g li inglesi non dormono, bisogna fronteggiarli dovunque si confina con loro.
UUSSOLJNI
"' Al gm eralc Emilio De Aono. (Da Epora, N. 14 3, 28 g iugno 1953, IV).
28 uttem bre 19 35 *
Gra~~,~~odi t~~n: :~~;!~iura~~·~::~ufiitd~fe~si::~ tranquillo. Ordina a
.MU SSOLIN I
* Al generale Emilio D e Bono (Da EMILIO DE BoNo - Op dr p:i._g. 150).
29 setJembre 1935 *
Segrelo 1 109 9,
N essuna dichiarazione di guerra nel ,primo tempo. D ava nti alla mobilitazione genera le che il Negus ha già annunciato ufficialmente a Gi-
* Al p:enerillr Emilio De Bono. (Da Epora, N 143, 28 giugno 19)3, IV)
nevra, bisogna troncare assolutamente gli indugi. Ti ordino di inizia re avanzata nelle prime ore del 3, d ico 3, ottobre. Attendo immedìata conferma.
MUSSOLINI
30 settembre 15}3,. *
N ell'approssimarsi degli eventi, una parola d'ordine severissima deve essere data personalmente da te a tutti i comandanti : decisione inesorabile contro gli armati, rispetto e umanità per le popolazioni inermi disarmate. Rispondi.
[MUSSOLINI ]
"' Al generale Emilio De Bono. (Da EMILIO DE BoNo - Op. <it.pag:. D-2).
6 011obre 1935 +
Annu'qcio riconquista di Adua riempie di orgoglio l'animo deg li italiani. A te ed a tutte le truppe giunga il mio alto elogio e la g ratitudine della nazione.
MUSSOLINI
* Al generale Emilio De Bono. (Da Il Popolo d'Italia, N. 240, 7 ottobre 19}5, XXII).
6 ollohre 1935 . *
Ti annunzio che stamane le nostre t ruppe hanno preso Adua. L'I talia fascis ta si è liberata da l ci licio di cu i hai parlato e sofferto. Ti abbracc io.
MUSSOLINl
• A Gabriele d' Annunzio (Da Epo, .r, N. 134, 2 maggio 1953, IV).
7 ottobre 1935. * SegreJo 11 421 .
Ho deciso di mandare in Eritrea il maresciallo Badoglio e il sottosegr_etario Lessona per esaminare insieme con te, in loco, la situazione che si determinerebbe nel caso di u n conflitto con una potenza europea e su quello che potrebbe fare l'faitrea in armonia con altri settori. A m issione espletata, ma resciaJlo Badoglio tornerà a riferire.
MUSSOLINI
* Al generale Emilio De Bono.· (Da Ep()ra, N, 143 , 28 g iugno _1 9B, IV).
8 o!lobre 1935 . • Segreto 11448.
Ti prego di non drammatizzare. Il maresciallo Badoglio è il capo dello Stato Maggiore generale e lo ho incaricato di quanto ti ho già telegrafato. Nessuno ti può ormai togliere il merito di avere preso Adua e questo vale per la storia. Badoglio non ha sollevato critiche, né viene per fartele. Stai assolutamente tranquillo e Lessona ti dirà chiaramente il resto. Rispond i.
MUSSOLJNI
• Al generale Emilio D e Bono. (Da Epoc4, N 143, 28 giugno 19H, IV).
13 ollobre 1935 * Segreto 11715.
Quando sei pronto per Macallé, preferisco quale data il 18 anziché il 20, e ciò per rag ioni polit iche genera li. Credo che dopo Macallé sarà opportuno nominare ras Gugsà capo civile, dico civile , delle regioni sot• toposte. Un milione di talleri è sotto conio.
MUSSOLINI
• .Al 11:em-ule Emilio D e Bono. (D:t Epo({t, N. 143, 28 giugno 1953, IV).
14 otiobre 1935. * Segreto 11738.
Manda subito in Italia l'ingegnere svizzero Dicky, ch e si è presen· tato alle n ostre linee con ras Gugsà. Digli che giungendo a Roma si presenti a me. Può esserci utile ai fini g inevrini.
MUSSOLINI
• Al generale Emilio De Bono. (Da Epoca, N . 144, 5 luglio 1953, IV).
17 otJ obre 193.5 . * [Segreto] 11 890 .
Rispondo tuo telegramma .datato da Adigrat. Concordo che non devi marciare su Macallé .prima di aver sistemato Jc tue r etrovie e prima di aver ricevuto i miei ordini. Intensifica le sistemazioni difensive sulle linee Adigrat-.Axum-Adua allargandoti a destra. 1 miei ordini ti verranno 9uando sarà chiarit a la situazione europea dal punto d i v ista delle sanziona e soprattutto dei rapporti italo-inglesi. ( +) .
[MU SSOLINI]
• Brani di un telegramma al geneu le Emilio De Bono (Da: EMILIO Ds BoNo - Op. ciJ - pag 184)
Questo telegramma è un po' lungo, ma è fondamentale e n e esaminerai il contenuto, insieme con Badogl io e Lessona. c;ome saprai, la So· cietà delle nazioni ha deciso di raccomandare ai Governi di adotta re varie sanzioni contro l'ftalia. Ci sono dei Governi che adotteranno al cento per cento le raccomandaziòni leghiste; altri che 1e adotteranno al cinquanta per cento ~ altri ancora che non ne faranno nulla, senza contare
opera zioni milita ri o sulla resistenza del popolo italiano, formidabilm ente unito è ri soluto. Esiste un pericolo tuttavia, e cioè che, vista l' inefficenza delle sanzioni economiche, si passi a quelle di caratte re militare. Inglesi e funcesi me lo hanno formalmente escluso, hanno cioè dichiarato che non hanno mai pensato al blocco, alla chiusura di Suez, ma io mi fi do poco deg li uni e degli aJtri. Si p uò pensare in ogni modo che, pri ma <li ~s:ue dalle sa nzioni economiche a
cioè:
certo
I. - Annessione pura e semplice alle nostre colonie dei te rritorì conquistati.
2 - Mandato all'Ita lia, o qualche cosa· d'equivalente, su tutti i paesi non amarici d ell'Abissinia.
3. - Retti,fiche territoriali nella Dankalia e nell'Ogaden.
4. - Parte<:ipazione dell'Ital ia al mandato societario sugli amara .
.5. - Disarmo controllato dell'Abissinia.
Queste richieste dell'Italia sa ranno respinte. Bisogna persuadersi che noi avremo sicuramente soltanto quello che avremo ocrnpato. A queste condizioni di fatto bisogna adeguare nel modo e nel tempo la nostra azione militare. Non ci sara n no complicazion i in Europa p rima de lle elezioni inglesi, fissate per la metà novembre. Ebbene, per quella data , tutto il Tigrai sino a Macallé e ol tre deve essere nos tro. N ella tua lettera del ottcbre mi chiedevi un m ese di tempo e un mese d i te mpo è a tua disposizione, N elrattesa de l m io ordine, che potrà g iungerti fra il 1° o il 5 novembre, manda avanti l'occupazione d e l te rritorio, occup az ione tipo macchia d ' olio, in modo che ult imo sbalzo non sia di lun-
eccess·iva. Ho anche il dove re di ricordarti che con la fine de l!'embargo armi moderne e munizioni arrivano in grande quantità in Etiop ia, per cui il tempo lavora contro di noi. D 'altra parte una tmppo r itardata occupazione di Macallé può i mbaldanz ire i nemici e 01gion:1. rc perplessità neg li amici. Do po averne pa rlato con B:i.doglio e lessona, rispondimi. MUSSOLINI
• .Al generale Emi lio D e Bono. (Da. Oggi, N . 52, 28 Jicembre 1947, III;. e d:1 Epo,a, N . 143, 28 giugno 19B, IV).
2) ottobre 1935. *
rSt>greto] 12298, t necessario alJargare e accelerare quell a che tu chiami « progressiva avanzata>> e che deve avvicinare nostre truppe all'obiettivo. Vedi se ti è possibile di anticipare al 5 quanto ti proponi per il 10, Sono sicuro che, chiamando a sforzo supremo tutte. Je energie, ci riuscira i. La situazione europea non migliorata e la distensione è puramente formale. Cordialità.
[MUSSOLI NI]
• Al generale Emilio De Bono. (Da: EMILIO D!! BoNo - Op. cii. pag. 19 1).
27 otJobre 193) . *
Riservato 12408
Autorizzala ad allontanare senz'altro missionari svedesi.
MUSSOLINI
* Al generale Rodolfo Graziani. ( Da EpoC<t, N. 144, S luglio 1953, I V)
27 oJJobre 19 35 . *
Sta bene per azione giorno 29. Autorizzala impiego gas come ultima ratio per sopraffare res istenza nemico e in caso Ji contrattacco.
MUSSOLINI
il' Al ,;enerale Rodolfo Graziani. (Da Oggi, N. 52, 28 dicembre 1947, Ili)
29 ·otlobre 1935 . *
Per sincronizzare le esigenze politiche con quelle militari, ti ordino di riprendere l'azione obiettivo Macallé-Tacazzé la mattina del 3 novembre. Il 3 ottobre andò bene, adesso andrà meglio. Rispondi.
MU SSOLINI
• Al generale Emilio Deo Bono. (Da Epocfl, N . 143 , 28 giugno 19B, IV).
29 oJtohre 1935. *
Tuo concetto operativo va bene. t. necessario occupare Macallé, avanl:ando, come ordinatoti, dal giorno 3 novembre. Facendo perno su Macallé, che dovrà essere fortemente presidiato e immediatamente munito, le altre truppe avanzeranno regolarmente su tutto il rimanente settore. Avanti dunque. CordiaJità.
[MUSSOLINI]
• Al generale Emilio D e Bono (Da: EMILIO DB BONO - op. cit. pagg. 194-19~)
[ollobre? 1935.] •
T i ringrazio di quanto mi dici sugli eventi di questi giorn i, che sono definitivi , Avendo battuto gli etiopi , abbiamo anche, almeno politicamente e moralmente, battuti i loro alleati , i quali forse non oseranno mordere dopo sì lungo abbaiare e che meritano ampiamente il tuo giudizio. Ti abbraccio.
MUSSOLINI
* A Gabriele d'Annunzio. (Da Epord, N. 134, 2 maggio 19)3, IV).
8 novembre 193.5, *
Notizia riconquista Macallé (a vibrare di orgoglio animo del popòlo italiano. Porta saluto del Governo e mio alle truppe.
MUSSOLINI
* Al genera le Emi lio De Bono. (Da: EMILIO O.I! BoNo - Op. rii pa. 203)..
11 novembre 19_:o. *
Sulla destra fai attestare il Corpo d'Armata Maravigna al Tacazzé e con le divisioni indigene marcia su Amba Ala5i senza indus io, mentre le divisioni nazionali sosteranno a Macallé-Scelicot. Rispondimi. [MUSSOLINI]
• Al generale Emilio De Bono. (Da: EMILIO DE BoNO - Op. rii. pag. 209).
[I!? n ovembre 1935 .J *
Rispondo tuo telegramma riconoscendo valid ità tue ragioni per una ragionevole sosta sulla linea di Macallé, m entre farai avanzare sul Tacazzé. N ell'attesa che funzionamento trattative politiche riescano a con• elusiva fine, raffo rza la linea di Macallé e sistema rapida mente 1c retrovie.
[MUSSOLINI]
• AJ genef"ll le Enùlio De Bono. (Da: EMILIO Di! BoNO - op. cit. p:ag. 21 1)
14 novembre 1935. *
Se;,reJo 13 18 1.
Colla r iconquista di Macallé considero u ltimata la tua miss ione nel!' Africa O rienta le, missione che tu hai svolto in circost anze rstrema · mente difficili e con risultati che ti additano nel presente e nell'avvenire alla gratitudine de lla nazione. I tuoi m eriti incontestabi li e dovunque riconosciuti saran no esplicitamente consacra ti coi fatti. Ritengo che questo mio mes.sa.~io non ti arrech erà soverch ia. sor-presa, perché tu sai per esperienza che og ni ciclo di attività a un certo punto deve essere concluso; che un po' di riposo ci vuole e che non bisogna esigere troppo dalla for tuna <JUando sia stata per un certo tempo propizia. Ti comunico che quale tuo successore ho scelto il maresciallo Badoglio. Nell'attesa di rivederti, ti abbraccio con immutata cordialità.
MUSSOLINI
• Al gamale Emilio De Bono. (Da Epo,.t, N. 143, 28 giugno 1953, IV)
16 novembrr 1935. *
Riservttlo 13 258 .
In segnò di r iconoscimento d ell'ope ra da te compiuta, sarai promosso maresciallo d'Italia. Comunicato che d a rà tale annunzio sa rà nei suoi t ermini di tua piena soddisfazione.
M U SSOLINI* Al generale Emilio De Bo no (Da Epo,11, N. 143, 28 giug no 19 53 , IV).
[21 novembre 1935.] *
la morte dcl maresciallo Giardino, difensore d el Grap pa, mi addolora -profondam ente. Porge;> a lei vive condoglianze, con quelle del Governo fas cista.
MUSSOLINI
• Al genera le Ernesto Giardino. (Da Il Popolo J'ltalia, N . 286, 22 novembre 1935, XXII).
[30? novembre 1935. ] * [Segrelo] .]3451.
Giunge notizia che alcu ni reparti tr~ppe hanno protestato contro san• zioni rinunciando a un rancio, al soldo, ecc. Questi atti sono pieni di significato morale, ma non sono d a consigliare e da estendere. La migliore delle proteste e fa .più efficace è quella di picchiare sodo non ap,eena possibile,
MUSSOLINI
"' Al mare~ciallo Pietro Badoglio (Da Oggi, N )2, 28 dic('(J'lbre 1947, lll).
J° dicembre 1935. "' Riurvatiuimo 13963.
Dò piena e immediata autorizzaz ione per impiego integrale d e lla n.· mazza co ntro stranieri e nazional i.
MUSSOLINI
• Al maresciallo Pietro Badoglio. (Da Eptmt, N. 144, 5 luglio 1953, IV).
6 dicembre 1935 , + [Segre10] 14123 .
Riferendomi a quanto mi telegra fa Vostra Eccellenza circa fastidi dati da armati Gugsà, autorizzo far fu cilare sommariamente tutti. coloro che nelle re trov ie portino armi non autorizzate e dieno luogo a sospetti.
MUSSOLIN I
-* Al ma resdallo Pietro Badoglio. (Da Oggi, N. ~2, 28 dicembre 1947, III)
12 dicembre 1935 . * Segrelo 1435 9.
NeJle proposte franco- inglesi è fra l' altro contemplata retrocessione di Axum a ll' Etiopia. Giammai accetterò tale retrocessione. Poiché gior· nali parigini hanno pubblicato tale proposta, è possibile che essa veng a a conoscenza d el clero e delle popolazioni di Axum e determ inare stati di animo negativi. La zona va quind i attentamente vigilata
MUS SQLINI
• Al maresciallo Pietro Badoglio. (Da Ef,ora, N. 144, luglio 19'}, IV)
16 dirtmbre 1935 ,"' Seg,eto 14553.
Suoi 42 1 M e 426. Sta bene per sue considerazioni circa Axum, che ~r%~c~lr~t~:e/fir:~~ddafa!:sj~;l:~~ mero ecdesiasti-::i dei vari santuari, di passare sotto sovranità Italia.
MUSSOLINI
Al maresciallo Pietro Badoglio. (Da Eprxrt, N. 144, 5 luglio 19H, IV).
16 dicembre 1935 "'
Sta bene impiego gas nel caso Vostra Eccelle nza lo ritenga necessario per supreme ragioni di fesa.
MU SSOLINI
* Al Benerale Rodolfo Graziani. (Da Oggi, N. 1, 4 gennaio 1948, IV).
17 diumbre 1935. * Segreto 14582.
Riferimento 1431 C.F.A. autorizzo bombaèdamcnto ferrovia Gibuti• Addis Abeba.
MUSSOLIN I
• Al generale Rodolfo Graziani. (Da Epoctt, N. 144, 5 lug lio 1953 , IV) [26 dicembr, 1935 ] "'
La notizia della morte del camerata Gaetano Postiglione rattrista, con mc, tutte le camicie nere d'Ita lia, specie quelle della vigilia, che lo ebbero fra i ranghi nelle .prime battaalie. Valoroso soldato della patria in guerra, milite del Partito e del regime, dovunque egli fosse comandato, servl la cawa con devozione e disinteresse assoluto. I fascisti ne onoreranno la memoria.
M U SSOLINI
• Alla famiglia del deputato Gaetano Postiglione (Da li Popolo d'Jralia, N. 320, 27 dicembre 19~5, XXII).
28 dicembre 193). *
[Segreto] 1JOSl.
Dati sistemi nemico di cui a suo dispaccio numero 630, autorizzo Vostra Eccellenza all'impiego, anche su vasta scala, di qualunque gas e dei lanciafiamme.
MUSSOLINI
Al maresciallo Pietro Badoglio. (Da Oggi, N. 1, 4 g~nnaio 1948, I V).
1 gennaio 1936 . *
· Segreto 005
La notizia d el bombardamento avvenuto sul fronte soma lo di un ospedale della Croce Rossa svedese h a sollevato in quel p aese, che h a esposto le bandiere abbrunate, e nel resto d'Europa, una grande sensazione, che i nostri nemici utilìz?ano in pie no. Dopo la speculazione su Dessié, avremo quella dì Dolo, e i sanzionisti ne trarranno incita mento a invocare misure. Questo è assolutamente nocivo. Nessuno più di me
è· favorevole alla guerra dura, cioè a lla guerra, e in tal senso ho dato a Vostra Eccellenza istruzioni recenti; ma il gioco deve valere 1a candela e la necessaria rappresaglia deve essere intelligente. Se ree disperdere di eci abissini in più, noi d tiria mo addosso l'opinione de mondo e CO· stringiamo j nostri scarsi amìci alla riserva, noi non facciamo che rendere sempre più diffic ile il nostro compito. Dia ordini tassativi perché im· pia nti Croce Rossa siano dovun<jue e di ligentemente rispettati.
MU S SOLINI
2 gennaio 1936 . *
Segreto 029
Approvo piename nte bombardamento rappresaglia e approvo · fi n da q uesto momento i successivi. Bisog na soltanto cercare di evitare le istÌ· tuzionì internazionali deUa Croce Rossa.
MU S SOLINI
.5 genndio 1936. *
[Segreto J /8 0 .
Sospenda l'impi eso dei gas sino alle riunioni ginevrine, a meno che non sia reso necessano da supreme necessità offesa o difesa. Le darò io ulteriori istruzioni al riguardo.
MU SSOLINI
* Al maresciallo Pietro Badoglio. (Da Oggi, N. 1, 4 gennaio 1? 48, IV).
.5 xennaio i93r;,"' Segreto 181.
Il Governo frances e ci ha fatto ufficialmente conoscere ch e considcrertbbc fonti di complicazione e di movimenti ostili dell'opinione pubblica un eventuale nostro bombardamento della ferrovia Addis Abeba anche in territorio abissino. Per ragioni -di opportunità politici e so, prattutto per non inimicarci completamente la Francia, ho accolto la richiesta francese, almeno per un certo periodo di tempo. Accusi ricevuta.
MUSSOLINI
• Al generale Rodolfo Graziani, (Da Epoca, N. 144, . 5 l uglio 19S3, IV).
6 ~e,maio 1936 . *
(Seg ret o ] 230 .
Mancata cooperazione del Comando secondo Corpo d' Armata a suo distaccamento, sorpreso ed impegnato duramente a Mai Timchet e Dembeguinà, ha provocato in me Ja più penosa impressione, anche per il fatto che il notiziario del 12 dicembre segnalava le forze e faceva p revedere le intenzioni nemiche. Prima di procedere pubblicazione bollettino contenente promozione ,genera le Maravig na, prego Vostra Eccellenza esaminare e riferirmi su responsabilità generale suddetto n el grave insuccesso, col quale gli etiopici hanno preso e conservato sino ad ogg i inizi ativa operazioni sulla nostra destra.
MUSSOLINI
* Al maresciallo Pietro Badoglio (Da Oggi, N. 1, 4 gennaio 1948, IV).
8 /!,elllldiO 1936. *
Moli.o bene per quanto rig u~rd a suo a·nnuncio. H o la certezza che tutto si svolgerà come vogliamo e come Vost ra Eccellenza merita. Autorizzo Vostra Eccellenza ad impeg nare, in caso di necess ità, qualunque mezzo. Un saluto cordiale. ·
MU SSOLINI
Al genera le RoJolfo' Graziani. (Da Og gi, N. 1, 4 ,gennaio 1948, I V)
14 Kennaio 1936. • SegreJo )23.
Caro Badoglio, rispondo al suo telegramma dell'l 1 andante e desidero anzitutto di d e che il popolo italiano n on attende co n ansia un a g rande battaglia. La battaglia più o meno g rande non dipende soltanto da noi, ma anche ,da l nemico, il q uale, obbedendo ai suoi sagaci consigJieri europei, ,probabilmente fa rà di tutto per evitarla L'essenzia le, a IDIO avviso, è di riprende re iniziati\'a d elle operazioni, i l che ci facili. te rà il compito nel caso che siamo attaccati o ci permetterà di attaccare con successo quando le circostanze si appalesassero propizie. Vostra Eccelfenza d ispone in complesso .di quind ici divisioni e soprattutto di truppe che anelano soltanto una cosa: combattere. Importante è d i non dare a l n emico l'impressione che siamo ridotti soltanto a di fe nde rc i, perché ciò potrebbe imbaldanzire e amalgama re le sue schiere e deprimere le nostre, oltre a rendere problematico l'av\•erarsi di altre sottomission i. Relazion i sulle battaglie di Dembcguinà, a parte talune negligenze e insensibilità del Comando del sccondJ Corpo, sono altamente confortanti, pe rché dimostrano che poch è centinni a d i .uoinini sono riuscite a brillantemente disimpegnarsi dall"accerchiamcnto di migliaia d i armati . D esidero che V ostra Eccellenza sappia che io non dò all'episodio de l 1} .dicembre m agg iore im porta nza d i quanto esso non ne abbia avuto nella realtà. M a d esidero soprattu tto che ella sappia che io ho piena fiducia in Vostra Eccelle nza, poiché sono sicuro d 1 poter contare su lla d~ lei indiscussa perizia e espe rienza di soldato e sul s~JO coraggio mora le d1 coma ndante. Il generale Cona; col q uale ho confento, le darà q ua lche ragguaglio sui piani di possibile, immediata realiz zazione. Se a Ginev ra , come sembra, no n ci saranno altre misure che possano aumentare la tens ione generale, jo non ho difficoltà a m andarle altre forze. Se ci sono dei ca pi stanchi o non più efficent i, l i sostituisca senza indugio con altri dementi di sicuro rendimento fisico e intellettuale. La parola d ' ordine è di O('O attendere passivamente iniziativa <lei nemico, ma di fronteggia rlo e cont rclla rlo per batte rlo in battag lie che saranno grand i o -pie· cole a seconda dei casi, ma vittoriose Accusi ricevuta del presente dispaccio.
16 gennaio 1936. *
Segreto 612.
Un corrispondente germanico teleg rafa a Bedino che i l Governo abissino sarebbe più remissivo nel caso di nuove proposte di pao: p ~rché sono sorte gravi difficoltà per i rifornimenti e perché gli approvv1g1onamenti di cui dispone l 'Abiss inia possono durare per poco tempo.
MUSSOLINI
t< Al maresciallo Pietro Badoglio. (D:1 Epo(d, N. 144, lug lio 1953, IV).
16 gellnaio 1936."'
Segrelo 6 13.
Ministro etiop ico a Pa rigi telegrafa quanto segue ad Addis Abeba :
« Continuate la guerrig lia. Evitate una disfatta, che po1rebbe riah a~e il ·morale it:i.liano, e osservate rigorosamente le le~ti di g uerra, .\Ilo scopo di conser· varci la simpatia mondiale »
M USSOLI NI
"° Al maresciallo Pietro Badoglio. (Da Epoc.:, N . 144, lug lio 19n, IV).
16 gennaio 1936. >!< Segreto 614.
Ministro etiopico a Parig i manda al suo Governo il se·g ue nte teleg ramma:
« Voi ci t ifiutate l'invio di denaro indispensabile per il funzionam en to della !esazione e per pagare il consigliere. Vi prcgO di dirci se dobbiamo ch iudere la legazione abbandonando l;i. Società delle nazion i e fare ritorno i n patria ».
MU SSOLJN [
"' Al marescia llo Piet ro Badoglio. (Da Epora, N. 144, luglio 1953, IV).
19 gennaio 1936, * Segrelo 788.
Ministro Etiopia a Parigi telegrafa al suo Governo che « ~isog na assolutamente evitare una disfatta decisiva, che rialze rebbe il morale sempre più depresso dell'Italia».
MUSSOL INI
"' Al maresciallo Pietro Badoglio. (Da Epoca, N. 144, 5 lugl io 19 53, IV).
19 /!,tnnaiO 1936. *
[Segreto ] 790 ,
Manovra è bene ideata e riuscirà sicuramente. Autorizzo V ostra. Ec. cellenza ad impiegare tutti i mezzi dì guerra, dico tutti, sia dall'alto come da terra. Massima decisione.
MUSSOLINI
* Al maresciallo Pietro Badoglio - (Da Oggi, N, 1, 4 gennaio I 94R, IV).
[21 gennaio 19.36. ]
Il popolo italianò ha accolto con profonda emozione l'annunzio della morte di re G iorgio V e prende parte, con commossa simpatia, al cordoglio e al lutto della nazione britan nica.
[MU SSOLINI]
• Al primo ministro britannico (Da Il Pop(){o d'ltaha, N. 22, 22 genn~i() 1936, XXTII). 22 ,:ennaio 1936. * Segret o 875.
Assolutamente segreto. Dalla stampa rilevo notizie relative movimento rivolta Goggìam. Mi tèlegrafi particolari e mi dica quel che si fa d a parte nostra, come non dubito, per mantenere vivo tale movimento.
MUSSOLINI
• Al maresciallo Pietro Badoglio. (Da F.pora, N . 144, 5 luglio 19H, 1V).
[ 22 gennaio 1936] .
L;t vittoriosa conclusione della battaglia contro l'armata di ras Destà ha fatto vibrare di orgoglio l'animo del popolo italiano. Mentre esprimo a Vostra Eccellenza il mio più vivo compiacimento, mando il mio elogio agl i ufficiai~ e alle truppe naz ionali e somale, che per tutto il periodo delle operazioni hanno dato prove di alto va lo re e di gra nde resistenza. Sono sicuro che, sotto la forte guida d i Vostra Eccellenza, le truppe naziona li e somale raggiungeranno vitto riosa mente altre mète.
[MU SSOLINI ]
• Al genera le Rodolfo Graziani, :i Neghelli. (Da li Popolo d'l1ali", N . 23, 23 gennaio 1936, XXIIJ) .
23 xennaio 1936. * Segreto 943,
Il corrispondente di un giornale vierinese, Otto von Besemann, telegrafa da Addis Abeba che la rivolta nel Goggiam non è domata e l' Agen· zia inglese Reule r da Addis Abeba dice che numerosi guerrieri, dopo i recenti insuccessi e soprattutto per aver provato il fuoco delle armi moderne e j bombardamenti, ritornano a casa loro.
MUSSOLJNI
* Al maresciallo Pietro Badoglio. (D:i Epoc<t, N. 144, 5 luglio 19 53, IV).
26 gennaio 1936. * Segreto 1070 .
Ministro Etiopia telegrafa da Parig:i al suo Governo che « è necessario continuare nella stessa tattica militare, allo scopo di attendere la stagione delle ,piogge ».
M USSOLINI
• Al mares('ia llo Pietro Badoglio. {Da Ep oca, N. 144, 5 luglio 195 3, I V).
[27 gemMio 1936 .] *
Vostro nobile, fiero telegramma testimonia della vostra forza d'animo e del vostro .patriottismo. Nome vostro figliolo ·è .legato alla conquista di Neghelli. La sua memoria di intrepido pilota sarà onorata .
MUSSOLINI
• Al padre del sottotenente pilota Gastone Pisoni, caduco in Africa Orientale. (Da l i Pnfl(Jlo d'Italia, N . 28, 28 gennaio 1936, XXlll).
[ 28 gennaio 1936.) *
Il tentativo nemico di forzare !"ala destra del nostro schieramento sul fronte nord è stato annientato nella vittor iosa battag lia del T embien. A Vostra Eccellenza, che ha ideato 1a manovra, agli ufficiali e alle truppe nazionali ed eritree, che l'hanno eseguita, va il mio fervido elogio, Desidero che tale elog io sia in particolar modo diretto alla divisione camicie nere XXVIII ottobre, per la tenacia eroica con cui essa difese il passo di Uaìieu e respinse il nemico dopo due giornate di accaniti combattimenti. Le prove vittoriose del T embien sono un certo auspicio per le lotte future.
MUSSOLINI
• Al ,,.;arescia llo Pietro Badoglio. (D:i 11 Pofl olo d' /lalia, N. 29, 29 gennaio 1936, XXIII)
4 febbraio 1936. • Seg relo 1144
Approvo preparazione e confermo mia ce rtezza nella vittoria. Autorizzola impiegare qualsiasi mezzo.
MUSSOLINI
• Al maresciallo Pietro Badoglio. (Da Epo,a, N. 144, , luglio 1953, IV) ,
9 febbraio 1936. * Segret o 1602.
Suo 16H M. Fu promesso ai Governi jnteressati che Adis Abeba non sarebbe stata bombardata. Comunque attenda miei ordini non appena sia liquidata questione embargo petrolio.
MUSSOLINI
• Al mar~ciallo Pietro Badoglio. (D.1 Epora, N. 144, , lug lio I9H, IV)
[10? febbraio 1936.]
Le fiere e commosse espressioni di rìmpianto per la morte del seniore VaJcarenghi sono la testimonianza di u na forte fede. Mi associo al suo cordoglio, ricordando l'eroico caduto, servitore della patria e del regime con la vita e con la morte.
MUSSOLINl
• Al!a vedova del seniore Luigi Vakarenghi, caduto in Africa Orienta le, in risposta al seguente : « Per una madre e per tre figli non poteva esservi maggiore orgoglio d.i sapere che il marito e padre è caduto eroicamente per J::i causa Jella rivoluzione, che non tarderà a fare grande l'Ita lia fascista. A Vostra Eccellenza la nostra devozione». (Da li Popr;/o d'Italia, N. 43, 12 febbraio 19J6, XXlll). [ 11 febb ,a;o 1936.]
Alfieri mi ha informato dell'esemplare sollecitudine che ha animato i dirigenti di Enti e di organizzazioni, affinché l'importante Stagione lirica torinese non abbia interruzione, e del coraggioso proposito di fare risorgere, senza indugi, sulle macerie dell'antico ,glorioso Regio, un nuovo teatro. Ciò è l'erfettamente conforme allo st ile fascista. Faccia pervenire agli interessati i miei elogi. ,
* Al prefrlto di Torino. (Da Il Popolo d'!Mlia, N. 43, 12 febbraio 19%, XXIII)
[ 17 jebb,aio 1936. ] •
L'ann unzio d ella grande vittoria di Amba Aradam ha fatto fremere di orgoglio e di esultanza l'an ima del popolo italiano. A Vostra Eccellenza, che ha diretto la battaglia, agli ufficiali e alle trup1;e, che hanno con romana virtù conquistato Ja vittoria, giunga il mio fervido elogio e la gratitudine ,della patria.
MUSSOLINI
• Al mare-sciallo Pietro Badoglio. (D:i. li Popolo d'Italia, N. 49, 18 febbraio 1936, XXm).
[ 17? jebb,aio 1936. J *
le onoranze tributate dalle camicie nere e dal popolo milanese all a salma di J\ugusta Mussolini mi h anno pcofondamente. commosso. Vi ho riconosciuto ancori una volta il gra·nde memore cuore di Milano. D ico grazie a tutti.
MUSSOLINI
_. Al Popolo d'Italia (Da Il Popolo d'Italia, N ." 49, 18 .febbraio 19%, XXIID.
18 febbraio 1936 . * Segrelo 1954.
~accia diffondere fra le popolazioni del Goggiam la notizia, au tentica, che Il Negus ha fatto traspo rtare tutto il suo oro nelle b:mche egiziane
MUSSOLINI
• Al moÙC'sdallo Pi~ro Bad~glio. (Da. F.prm r, N . lifti, 5 luglio 1953, IV). ·
20 febbraio 1936. * [Seg,e/o ] 2053 .
U?ncor~o con ciuanto osserva Vostra Eccellenza circa impiego guer ra batter10Iog1ca.
MUSSOLINI
• Al marC'sciallo Pi~tro Badoglio. (Da Oggi, N. t , 4 gennaio 1948, IV).
[2 marzo 1936.] •
L'annunzio della vittoria schiacciante· sulle armate di ras Cassa e di ras Seium fa esultare l'animo di tutti gli italiani. La vittoria, che si d eve alla genialità e all'energia dì Vostra Eccelleru:a e all'indomito coragg~o delle truppe nazionali ed eritree, re sterà incisa per sempre _ nella ston a dell'Italia fascista. Con Un ordine del g iorno porti il saluto e la espres. sione della riconoscenza del popolo italiano a tutte le truppe che hanno vittoriosamente combattuto. Viva l'Italia ! Viva 11 re!
MUSSOLI NI
* .Al maresciallo Pietro Badog lio. (D~ Il Popolo d'Italia, N. 6~, 3 marzo 19 36, XXIII). [21 marzo 1936. ] *
D es idero ringraziare Vostra Alte zza. Imperiale p er la lettera di fe licitaz ioni inviatami in o ccasione delle recenti vittorie italiane in Africa Orientale. T ale lettera, pu ra espressione della cavalle resca anima ma,tia ra , sarà. letta con simpatia dal popolo italiano. Desidero esprimere a Vostra Altezza Imperiale i sensi del mio osseciuio.
* All'arciduca Francesco Giuseppe -d 'Absburgo. (Da li Popolo d' Italia, N . 8 2, 22 marzo 1936, XXIII). [22 m arzo 1936.]
economici destinati ·ad imp rimere il maggiore impulso a q ue lla politica di collaborazione ital o -alba nese che ha già dato cosl notevoli frutti. Ricambio cordialme nte i saluti personali e colgo l'occasione per assicurare Vost ra Eccelle n za d e lla simpat ia che Gove rno e popolo ita liano nut rono verso la fedele aUeata Albania.
* Al Presidente del Consiglio d'A lbania, Mehdi Frasheri, in risposta al seguente: « La firma dei nuovi accordi «onomici tra i nostri paesi, :ipportando u n nuovo impulso ad una collabof:lzione da tempo salda e profi.cu3, mi offre !a f elice- 0<ca.sione di inviare a Vostra Eccellenza i miei saluti più c:ordiali e di esprimere nello stesso t~mpo· i sentimenti d i indissolubile amìdziii che il G ovérno ed il popo lo albanese nutrono nei riguardi del l°Jtalia fasci sta». (Da li Popolo d' /1;1/i11, N R3, 23 man:o 1930, XXIII)
23 marzo 1936. *
Segrelo 3388.
Ministro francese d a Addis Abeba comunica che principe ereditario è giunto in aeroplano ad Addis Abeba .perché ferito durante la recente rivolta, i cui capi, tre, t radotti ad Addis A~ba, sono stati g iustiziati.
MUSSOLINI
• J\I maresciallo Pittro Badoglio (Da Eporti, N. 145, 12 lug lio I9r_\, IV).
26 marzo 1936. *
Segreto 3489.
Ministro francese ad Addis Abeba comunica a Parigi che le carovane che da Harrar si recano nell'Ogaden non fanno più ritorno perché i soldati etiopici, mancando di viveri, uccidono e ma ng iano i cammelli.
MUSSOLINI
* Al mar~ciallo Pi t tro Badoglio. (D:i E/1ora, N. 145, 12 luglio 19H, IV).
28 marzo 1936 .*
Segret o 3601.
Risrondo sua lettera con annessa cartina e a telegramma successivo. Sono sicuro che vecchio, ma sempre gagliardo e fedele ma resciallo, d arà nuovi motivi di orgoglio agli italiani e di a.mmirazione al mondo. Sono s icuro altresi che la battaglia sarà r isolutiva.
MUS SOLINI
• Al m:tr~ciallo Pittro Badol,Zlio. (Da Epnra, N. 145 , 12 luglio 1953. lV).
28 marzo 1936.* Segreto 3645.
Al 1834 M. Qualsiasi falsa Croce Rossa si trovi a Gondar e qualsias i bandiera tiri fuori all'ultimo momento, Vostra Eccellenza tir i diritto. Eviti tuttavia di d anneggiare Croce Rossa ing lese, se esiste.
MU SSOLINI
"' Al maresdallo Pi~tro B.1doglio (Da Epo(a, N. 1-14, 5 lug lio 1953, I V)
29 marzo 1936.·* [Segret o] 36J2.
Dati metodi guerra nemico, le rinnovo autorizzazione impiego gas qua lunque s pecie e su qualunque scala
MUSSOLINI
* Al maresciallo Pietro Badoglio. (Da Ogg;, N. 1, 4 gennaio 1948, IV)
31 marzo 1936.* Segret o 37 14.
Comincio ad avere fa sensnione che Nasibù è maturo per r icevere la pode rosa leg nata che ,gii spettl . D esidero conoscere oponioni Vostra Eccellenza.
MUSSOLINI
• Al genera le RoJo lfo Gra1.i:in i. (Da Eportt, N. 145, 12 lus:lio 1953, IV) .
4 r1Prile 1936. * Segreto 3867.
Data si tuazione intern azionale e <l:1t:i presenza due ambulanze britanniche nel settore lago Tana, veda se è possibile ocaiparc subito le isole del lago e inviare al più p resto colonne e-cleri che portino nostra bandiera ne lle principali località riva occidentale sino a Zeghié e Bar D ar Ghiorghis. Questo ci assicurerebbe anche contatti immediati col Go,:g iam e chiusura strade sudanesi G allabat e Roscircs, assicur:i.ndoci da ogni sorpresa. t utile anche esam.i ~are problem:i.. tecnico cost ituire nel lago b:i..si idrovolant i, ciò Che sarebbe immed iatament e giustificato d a operazioni in corso, mentre in avvenire, ad O['Crazioni es:rn r ite , potrebbe avere altro sig nificato.
M USSOUNI
" Al m:i resda llo Piet ro B:tdo,dio (D1 Epoen, N. t -15, 12 l uglio 1953, IV)
A.I 1923 M. Sono disposto a condono per volo su Addis Abeba, anche perché non ha ,prodotto vittime estranee e ha bruc iato due appa· recch i, il che è sem p re bene. la · cosa però non deve ripetersi senza ord ini da Roma.
MUSSOLINI
" Id m:i resci:illo Pierrn B:tdoglio (Da Eporn, N 144, lug lio 1936, I V)
9 aprile 1936. *
Segreto 4048 .
Al 1978 M. ( +) Vorrei essere pre!iente qua ndo il t ricolore sarà issato sul ghebì del Negus, ma la mia presenza non aggiungerebbe gran che all'avvenimento gra ndioso, che resterà nei fasti secolari del la patria.
MUSSOLINI
• Al maresciallo Pietro Badog lio, (Da Ep,m1, N. t4 S, 12 Jus lio 19)3, IV).
9 aprile 1936. *
Segreto 4049 .
D ato a tt eggiamento Gran Bretagna· , è necessario prospettarsi l'i po· tesi di una nostra. azione a occidente. Le propongo qumd i :
1. - Di delegare a un generale il compito d i in iziare i lavori necessari dal punto di vista lo.gist ico .
2. - Di studiare il piano di operazione.
.
3. - D l comincia re ad ing uad rare uomini e mezzi
Può darsi che t utto ciò debba resta re inoperante, ma ta le eventua lità si verificherà soprattutto se .noi saremo in grado di ope rare. Colla vittoria definitiva sull' Etiopia, la nostra s ituazione strategica n el cuore dell' Africa è migliorata.
MUSSOLINI
• A! marescia llo Pietro ila.doglio._ (Da Epo.a, N. 14 5, 12 luglio 19:53, I V),
10 aprile 1936 . * [Segreto ] 4081.
Non facc ia, dico non faccia, impiego di mezzi chimici sino a nuovo ordine.
MU SSOLINI"' Al genera le Rodolfo Graziani. (Da Oggi, N. 1, 4 g ennJ io 1948, lV)
[lo ? aprile 1936 J , ·
La diciassettesima Fiera di Milano nell'anno dell'assed io e conomico assume particolare significato e maggiore importa nza. Essa sarà la g rande
• Al senatore Piero PurkeUi, in risposta a l seguente: « Duce, visitando la Ficca di Milano anni o r sono voi ravvisaste in tssa la piattaforma da cui la potenzia lità «onomka del paese avr ebbe preso lo slancio verso alte-zze sempre mag:g iori Anche in questa sua imm inente diciassettesima mani(estazione, in onta
documentazione dello sforzo che i produtt.ori italian i· intendono fare e faranno per avvicinarsi a$li obiettivi indicati nel discorso del 23 marzo XIV. A tutti il mio elogio e il mio saluto.
MUSSOLINI
dell'iniquo asseJio economico, la Fiera di Milano, memore delle vostre parole, :;egnerà un nuovo balzo in avanti delle energie produttive italiane e dimostre-rii. che ogni tentativo ostile è reso vano dalla forza trionfante. della fede, d ella .costanu e deJJa volontà fasciste, Orgogliosa di celebrare la nuova vittoria del lavoro in queste giornate sacre alla vittoria delle armi, la Fiera di M i lano, nella s ua fervida, entusiastica vigilia, inneggia riconoscente ·a voi». (Da l i Popolo d'Itt,lìa , N. 102, 11 aprile 1936, XXIII) '
11 4prile· 1936.-* Segreto 4109.
Di quando in quando un volo attorno ad Addis Abeba, al solo scopo di allarmare la pùpolazione e sottoporre ad usura i netvi.
MUSSOLINI
• Al maresciallo Pietro BaJQSlio. (Da Epoca, N. 14'.5, 12 luglio 19H, IV).
14 aprile 1936. * Segreto 4216.
Le incursioni intervallate, ma pa.cifiche, su Addis Abeba, al solo scopo di sottoporre a usura i nervi deali abissini, producono il loro effetto. A proposito dell'incursione di ieri, il corrispondente bolscev ico dell'agenzia Tau così telegrafa a Mosca :
« JI p.1n/co h.1 ripreso 13 popolazione, tuttj fuggono come iml)auiti da lla città, le strade pullulano di automobili, muli, uomini che si 'mescolano jn unii confusione indescrivibile» .
M USSOLINI
• Al maresciallo Pietro Badoglio. (D.a Ef,ora, N. 145, 12 luglio 19H, IV).
18 aprile 1936."' Segreto 4428.
Dele,i;ati Etiopia hanno respinto nostre proposte di discussione diretta e fuo ri di Ginevra. Consiglio della Lesa si riunirà lunedì, noi presenti. Dato atteggiamento molti_ paesi, non s1 prevede ulteriore aggravamento di sanz ioni. Noi tireremo dìritto
MUSSOLINI
• Al maresciallo Pietro Badoglio (Da Ef,(mt, N 14'.5, 12 lu1:lio 19H, IV).
23 11 prile 1936. * S egreto 4580.
Per ragioni ovvie, bisog na riservare alle truppe nazionali la precedenza ,nella occupazione di Addis Abeba.
MUSSOL INI
• Al mattSciallo Pietro Ba.doglio. (Da Eprxa, N. 145, 12 luglio 1953, IV).
23 aprile 1936. • Segre/o 4608 .
Caro G raziani, compia uno sforzo per portare in linea tutti i re parti, maga ri a tu rno, onde evitare che i volontari tornino in patria colla grande amarezza di non aver combattuto
MUSSOLI NI
• Al generale Rodol~o Graziani . (Da. Epoc11, N. 145, 12 luglio 1953, IV).
[24 apde 1936.] *
I sentimenti espressi da Vostra Altezza Reale nell' assumere il comando d e lla seconda Brigata g ranatieri mi sono giunti particolarmente graditi. Ho la certezza che, sotto la augusta guida della Vostra A ltezza Reale, i granatieri in congedo sapranno conservarsi degni delle gloriose tradizioni del Corpo.
M USSOLINI
• A sua Altczla Reale il principe di Piemonte. (Da Il Popolo d'lut!iit, N. 11 6, 25 aprile 1936, XXIII).
26 aprile 1936. • [ S,g reto ] 7426
scia~~<Jt:::~ Harrar, Vostra Eccellenza vi troverà il bastone d i mare-
MUSSOL IN I
• Al generale Rodolfo Graziani. (Da Oggi, N. 2, 11 gennaio 1948, IV).
2 7 aprile 1936, * [Segreto ] 7440.
V isto ch e g li abissini continuano ad im piegare le pallo ttole dum -d11m, autorizzo Vostra Eccellenza, se lo ritiene necessario, all'impie8o dei gas a titolo di rappresaglia, esclusa l'iprite.
MUSSOLINI
• Al generale Rodolfo Graziani. (Da Oggi , N. 2, 11 gennaio 1948, IV).
Esprimo a Vostra Eccellenza le profonde condoglianze del Governo italiano e mie personali per la scomparsa di Sua Maestà re Fuad I: 11 popolo italiano, che partecipa unanime al lutto dell'Egitto per la per· dita di un _sovrano che ha segnato tracce profonde nella storia del suo paese, guidandolo con mano sicura attraverso vicende memorabili , non potrà mai dimenticare l'amicizia che egli ha sempre dimostrato all 'Italia, dove la sua nobile figura era circondata da rispettosa simpatia e quanto egli h a fatto per Io sviluppo dei rapporti fra i due paesi. MUSSOLINI
• Al Presidente del Consiglio egiziano, All Z..faher Pascià. (Da_ Il Pt>polo d' l1.1/i11, N. 122, l maggio 1936, XXIII).
3 llldtf!.iO 19] 6.,;: Seg ret o .5 007.
O ccupata Addis Abeba, Vostra Eccellenza darà ordini perché:
1. - Siano fucilati sonunariamente tutti coloro che in città o dintorni siano sorpresi con le armi alla mano.
2. - Siano fucilati sommariamente tutti i cosiddetti giova ni etiopici, barbari crudeli e pretenziosi, autori morali dei saccheggi.
3. - Siano fucilati Guanti abbiano partecipato a violenze, saccheggi, incendi.
4. - Siano somm:Ùiamente fucilati quanti, trascorse ventiquattro ore, non abbiano consegnato armi da fuoco e munizioni Attendo una parola che confermi che questi ordini sa ranno, come sempre, eseguiti.
MUSSOLINI
"' Al nHtresciallo Pktro Dadoglio. (Da Epocd, N. 14!\, 12 lu~lio 19 H , IV)
.5019.
Governo francese rinnova suoi insistenti appelli dì soccorso data si- · tuazione europei Addis Abeba e silenz io quella legazione. Nell'attesa arrivo nostre truppe, faccia volare nostri aerei su Addis Abeba, per incuorare europei raccolti neIJe legazioni e intimidire sbandati e saccheggiatori a~issini, con ordine di mitragliare questi ultimi, ove sia possibile ident1ficadi e raggiungerli. Veda anche se possibile di prendere contatto con Bodard,
MUSSOLINI
• AI maresciallo Pietrn Badoglio (Da Ep,m t, N 145, 12 luglio 19 53, IV)
) maggio 1936 . *
Milioni e milioni di itali anì, raccolti nelle piazze di tutta Italia, acclamano con esultanza ardentissima l'entrata de lle nostre truppe ad Addis Abeba e plaudono a Vostra Eccellenza che le ha guidate alla g rande meta.
· MUSSOLIN I
* Al ma.rest::ia llo Pietro Badoglio. (Da Il Popolo d' Italia, N. 127, 6 maggio 1936, XXIII).
5 maggio 1936. * Seirelo 5077.
Il monumento a Menel ik deve saltare.
MU S SOLI NI
* A l m:uesciallo Pietro Badoglio (Da Epçra, N. 145, 12 luglio 195~, IV).
5 mt1ggio 1936. * Segreto 5076
Uno stra niero m i segnala di avere veduto il giorno 15 aprile, a Ma.ssaua, un sottufficiale della regia 1farina giocare amichevolmente a carte con un indig eno Deploro nella maniera. più grave queste dimestichezze e ordino che siano vietate. Umanità sì, p rom iscuità no.
MUSSOLINI
* Al genera lt' Alfn:<lo Guzwni, vic(:governatore dell'Eritr~a (Da Eportt, N. 145, 12 luB! io t9n, IV)
6 maggio 1936. * Segreto .5141.
Occupata Addis Abeba occorre:
1. - Emanare il proclama alle popolazioni di cu i testo le è g ià stato teleg ra fato. .
2. - Cera.re d i provocare subito una riunione di ciuci capi relig iosi che le sarà .possibile d i radunare sul posto e fare ad essi emettere.soltanto il « voto unanime delle popolazioni di tutta l'Etiopia di sottoporsi alla sovranità di Sua Maestà il re d'Italia».
Converrà" pu re, ai fin i internazionali, documentare al p iù p resto,· nel modo che le sa rà possib ile, che nessun potere organizzato era stato lasciato su l posto dal Negus fuggiasco e dal suo Governo, e che la capitale era stata trova ta da Vostra Eccellenza in i.stato d i completa anarchia.
MUSSOLINJ
• Al marescia llo Pietro Badoglio, (Da Epor~. N. 145, 12 lug lio 19B, IV).
21.. XX.VII .
6 maggio 1936. * [Segreio] )117.
Pregate ~adoglio di consentire che ì1 figlio di Baistrocchi riceva Ja medag lia d'argento.
MUSSOLlNI
* Al sottos.c:greta.rio Alessandro Lessona (Da Oggi, N. 2, 11 gennaio 1948, IV).
7 maggio 1936. • Segreto 5175.
Sabato prossimo 9, seduta straordinaria del Gran Consiglio, verrà approvata la legge rer il passaggio delJ 'Etiopia sotto la piena sovranità dell'Italia. Sarà costituita in vkereame e Vostra Ecce llenza sa.rà il primo v iceré dell'Etiopia ita liana.
MUSSOLINI
• Al maresciallo Pietro Da<loglio. (Da Epo,a, N. 14,, 12 lug lio 1953, IV}.
9 maggio 1936. * [Seveto_] .5289.
AI 2211 M. Ringrazio Vost ra Eccellenza per aver accettato nomina di governatore .generale d ell'Etiopia. Ciò facilita avviamento e svilu ppo nostro lavoro. Quanto a licenza e venuta Roma, Je sarò preciso dopo arrivo Lcssona. ·
MUSSOLINI
• Al maresciallo Pietro Badoglio. (Da Oggi, N. 2, 11 genriaio 1948, IV),
MESSAGGI [20 ? settembre 1935 .]
estremamente gradita questa occasione per riconfermare ancora una volta i sentimenti di profonda e sincera amicizia che iJ popolo italiano nutre per la nobile nazione polacca. I due paesi sono unit i da vincoli ormai secolari, dalla comunanza della fede reli$ iosa, d alle influenze della cultura e dell'arte italiana nella P:olonia, vincoli che n ulla
per riconquistarla e ricostruire l'unità nazionale. Questa comunanza di ideali e di destini fa sl che l'amicizia italo-polacca sia oggi un elemento fondamentale della stabilità e della pace europea.
Il popolo italiano, teso in ciuest'ora storica verso l'adempimento dei propri destini , sente profondamente e accoglie con grato animo 1a simpatia con la quale 1a sua azione è seguita dal popolo polacco. A sua volta l'Italia segue con ammirata simpatia lo sforzo tenace, iniziato sotto la guida del glorioso maresciallo Pilsudski, col quale la Polonia ha dato assetto ai suoi problemi interni e si è conquistata, nei consessi internazionali, un posto eminente, che competerà con le gJorìose tradizioni del suo passato e con le legittime speranze del suo avvenire. [
MUSSOLINI] ,• Al popolo polacco. (Da Il Po/10/Q d'[tali11, N. 227, 22 sdtembre 193.5, XXU).
Da palazzo V enezia, 27 onobre [1 93.5!], an no Xlii dell'era JasciJta *
Camicie nere di tutta ltalia !
Il tredicesimo anniversario della marcia su Roma troVa il popolo ita-, liana raccolto attorno al regime in masse compatte, spiritualmente mobilitate dal 2 ottobre. con una adunata unica nella stona, pronto ad ogni evento.
.Tredici anni di regime non sono passati invano. Il mondo degli egoismi plutocratici e conservatori .è Costretto a prenderne atto.
• Nel tredicesimo anniversario della marcia su ROma. (~ Il Popol o d'Italù,, N. 260, 27 ottobre t9n, XXII).
Coloro che si accingono a consumare ai nostri danni la più esosa delle ingiustizie, si acco rgeranno ch e i l popolo ital iano è capace di eroi· smi pari a quelli dei suoi soldati che hanno rivendicato la g lo ria di Adua e portato la civi ltà in un lembo d i ter ra africana.
Un anno carico di vicende finisce: comincia l'an no quattordicesimo del .regime. Noi lo salutiamo, con stile guerriero, a bandiere spiegate, con tutto l'impeto deIJa nostra f ede, con tutta la nostra volontà oramai temprata da innumerevoli durissime p rove.
Camicie nere di tutta Italia !
Q uesta è l'epoca nella gua le bisog na senti re l'orgoglio di vivere e di combattere. Questa è l'epoca in cui un popolo misura al metro d~lle forze ost ili la sua capacità di resistenza e di vittoria.
Davanti alla minaccia di un assedio economico, che la storia bollerà come un crimine assurdo, d est inato a d a umentare il disordine e la mi-
e nemici, r icorderanno lungamente, t rasmettendo il ricordo e l'i nseg namento da i padri ai figli ,. ai ni pot i !.
Legionari della rivoluzione!
Voi dovrete essere i n prima linea nd dove re· e nel sac rificio : queslo è: il solo privilegio del q uale potete esse re fi eri in o~ni momento .
Sono certo che a qualunque appello voi immediatamente risponderete, le vando al cielo il grido delle vecchie squadre, al quale si uniranno quarantaquatt ro milioni di italiani.
«A noi!>>.
ORDINI DEL GIORNO
[17 aprii, 1935.] •
Elogio iJ tenente generale del Genio aeronautico Fcrrari ed i suoi collabora.tor i per b perfetta organizzazione <lc$1i impianti del Centro sperimentale di Guidoni:1, oggi da mc inaug ur::itr.
MUSSOLINI
" Allrt. rtg k1 Ae ron:i uti, :i. (D:i Il P<Jpolo d' l r(t/ia, N . 102. :?8 aprile 1935, XXJI)
[31 otlobre 1935 }]
Il colonnello pilota M:uio Infante, appena convalescente da un g rave incidente di volo, che ebbe a rendere necessaria l'amputazione d i un arto inferiore, ha spontaneamente rinunciato al lungo per iodo d i riposo spettantegli, e, senza neppure attendere l'applicazione dell' arto art ificiale , ha voluto riprendere il suo posto a capo di una importante d ivisione centra le.
lo elogio per l'alto senso di comprensione del proprio dove re e pe r lo sp ir ito <l i abnegazion e dimostrato.
MU SSOLJN I
• Alla regi.i Ae l'Onautica. (Da li A ,J,olo à' Italùr, N 26\ I novembre 193\ XXfl).
DOCUMENTARIO
IL NUOVO DIRETTORIO NAZIONALE DEL PARTITO
IL FEDERALE DI MILANO FRA I COMPONENTI•
ROMA, 22 11011,.
Il Foglio d'Ordini del Partito Nazionale Fascista reca:
« JI Duce, su proposta "del :segretario del P. N. F., ha 6rm3to i ·d«nti di nomina dt"i componenti il nuovo Direttorio na.:zionale li Direttorio n:azionale è è cosl forma to
« Vicesegwtari, Serena avvocato AJckhi, iscritto nel P. N. F. il 1• febbr:1.io 1921; Morigi agronomo Renzo, iscritto nel P. N. F. il 2 marzo 1921,
« Segretario amministrntivo, Marinelli Giovanni, iscrìtto nel P. N. F. il 23 ma rzo 1919 (piazza San &pokro).
« Componenti, Malusardi Edoardo, iscritto nel P. N. F. il 23 marzo 1919 ( piana San Sepolcro); Perusino Car lo, nato a Parenzo 1'8 aprile 1903, iscritto nel P. N. F. il l" settembre 1919, laure-ato in scienze «onomichc e conunerciali, scgre-t:irio della federazione dei Fasci di Combattimento di Tri este; Parenti Rino, nalo a Milano il 13 luglio 1895, medag lia di bronzo al valor m ilit:ire, iscritto nel P. N. F. il 1° novembre 1919, segretario della Federazione dei Fasci di Coinbattimcnto di Milano; Gazzotei Pi ero, na to a Borg;onovo V a lditone il 23 marzo 1895, iscritto nel P. N. F. il l a marzo 1921, segretario de lla Federaz ion e dei F:i.sci di Combattimento di Torino; Z angara Vincenzo, n ato a Catania il 26 agosto 1902, iscritto riel P. N . F. il 1• gennaio 1922, laureato in legge e in SC:ienze sod :i.li econoiniche e politiche, segretario deJla· Federazione dei F:isci di Combattimento di Catani:i; Gardini Dino, nato a Comacchio il 5 mar;zo 1907, iscr itto nel P. N . F. il 15 febbraio 1925, laureato in g iurisp rudenza e in scienze politiche e JipJOfllatiche.
« Il Sl·gn.·tario del P. N. F. prcseoted il Direttorio n:12ionale, al Duce, nel palazzo Vene.zia, alle ore 13 del 24 dicembre XIH.
« Il fa.~d sta Dino Gardioi preste r:i servi zio presr.o là Segrett-ria politica.
« I fascis ti Perusino, Parenti, Cazzotti e Zangara conservano la carica. di se,1tretarì ~ell e rispettive Federazi oni dei Fa~ci di Comba ttimento».
• D a li Popolo d'ltnlìn, N . 30 4, 2} dicembre 1934, XXI.L'INIZIO DEI COLLOQUI FRA MUSSOLINI E LAVAL
A PALAZZO VENEZIA PER LA CONCLUSIONE DELLE TRAITATIVE FRA ITALIA E FRANCIA
IL COMUNICATO UFFICIALE*
ROMA, 5 nolle.
L'A genzia Sie/ani comunica:
« Questa mattina ha avuto l uogo a palazzo Venezia il primo colloquio fra il capo del Govemo e il ministro lavai. Al colloquio, chc- è durato due ore, C'rano presenti l'amb2Sciatore di Francia, conte De Chambrun, e il sottosegretario di Stato agli Este:i, S. E Suvich.
« Nrl frattempo il signor léger, seg retario generale al ministero degli Esteri franc<'se, c- il signor Saint-Quentin, sotto-d irettore politico per l'Africa , si sono reclli a palano Chigi per la trattazione delle questioni ìn corso»
• Da Il Popolo d' ltulia, N. 6, 6 gennaio 1935, XXII.
MUSSOLINI E LAVAL CONCLUDONO FELICEMENTE I NEGOZIATI FRANCO-ITALIANI
CON LA FIRMA ' DI IMPORTANTI ACCORDI SUGLI INTERESSI COLONIALI DEI D UE PAESI E SULLE QUESTIONI D'ORDINE EUROPEO •
L' IN CONTRO DI ROMA E I SUOI RISULTATI
ROMA, 7 none.
La seconda e terza giornata del signor Laval a Roma· sono state assai intense: colloq~i, udienze, 1icevimenti, visite hanno tenuto occupato l'iJJustre ospite ciuasi ininterrottamente ieri e oggi.
La giornata di ieri si è iniziata col secondo colloquio a palazzo Venezia; colloquio importante, durato tre ore, sul quale è stato diramato il seguente comun icato:
.e Quesla mattina, alle ore 10, il ministro lavai si è ((:lato a pa lazzo VMezia p<.'r un Stt"ondo colloquio col Duce. Al colloquio erano presenti l'amba sciatore
• Da li Popolo d'lraiù,, N. 7, 8 gennaio 1935, XXII.
CEST FINI ! »
di Francia, conte D e Chambrun, e il sottosegretario di Stato per gli Affari Esleri, o n. Suvich Il colloquio è terminato alle ore 13. N el frattempo continuava no a pa lazzo Chig i le conversazioni fra i fu nzionari rap prcscnt.'.lnti de i ministe ri degl i Esteri francese e h aliano, conversazioni che saranno riprese nel pomeriggi o » ( +). «
Ieri sera, a palazzo Farnesc, dopo un pra nzo offerto dall' ambasciatore di Francia, conte De Chambrun , in ono re di Pietro l aval , p ranzo al 9ua le partecipò il Duce, seguì un brilla nte ricevimento, cui in ten-ennero il Cor.P? diplomatico, alte .carich e .dello Stato, alte gerarchie del Partito e le più cos pict':e personalità dell'_aristocrazia e del patriziato romano e della colonia francese
D urante il ricevimento è stato notato che Mussolin i e Laval si e rano appartati -per un altro colloquio, a l qu:1 lc si è attribuita una importanz:i decisiva. Infatti, quando, dopc un'ora, la sala in cui si cr:ino intrattenuti cordialmente i due eminenti uomini di Stato, insieme co ll'on. Suv ich, coll'am basciatore d i Francia, D e Chambrun, e col signor Légcr, si è riaperta, il signor Lava i ·di ceva sorridendo ai giornalisti del suo paese, che ansiosamente attendevano le ultime notiz ie : « C'nt finir» Il che s ign ificava : « L'accordo franco- itali ano è raKi; iunto ». ( + ).
LA FIRMA DEGLI ACCORD I
A lle 20. 15 [del 7 genn aio ] , a palazzo Venezia, il capo del Go~·crno e il mi ni stro degli Affari Esteri di Francia hanno avuto un ultimo colloquio, dopo il quale hanno p roceduto. alla .firma deg li accordi raggiunt i ne lle conversaz ioni d i Roma. ( +)
L'A genzia St efa11i comunica :
·« li c:tpo d el Governo e il ministro degli Esteri di Francia, signo r Lava!, hanno concluso i l n('goz.iato fram:o- italiano, .fi rmando degli a,cor di relativi agl i inte resSi. dei due paesi in Africa e dcJ:;li atti che regist rmo Ja comunanz..1 di valute dei loro Governi s u q uc-stioni di ordine europeo. Essi hanno constatato racrnrdo dei d ue Governi sulla n ecessiti1 di un°intesa plu ri laterale su l le quest ioni dell"Europa cerltJ"a le. H anno convenuto che la concezione c.b. essi ad oU.1ta sa rà so lloposta, il più rapidamente poss ibile, a ll' c-same dei paesi inter essati . H ann o convenuto inoltre che, attendendo la ·conclusione- d i tale inte~a, esamineranno insieme, nello spirito dell"int<.>Sa st<:ssa, tutte li;- misure the la situazio oe potrebbe rich iedere »,
D OPO IL CONVEGN O Dr ROMA
LA VASTA PORTATA DEGLI ACCORDI CONCLUSI FRA MUSSOLINI E LAV Al*
ROMA, 8 n otte
Il ca.po del Governo e il ministro degli Affari fater i d ella Repubblica francese hanno firm~to ieri un trattato fra l'Italia e la Francia per il regolamento dei lo ro interessi in Africa, alcuni processi verba li relat ivi ai problemi che interessano i due Governi, ed l1anno inoltre constatato il loro accordo su determinate questioni.
LIBI A E ERITREA
Il t rattato fra rita lia e la Francia relativo al rego lamento dei lo ro interess i in Africa firmato ieri delimita i confini t ra la Libia e le colonie francesi lim itrofe e fra l 'E.ritrea e la Costa francese <lei somali, in applicazione dell'a rticolo l3 del Patto di Londra, che dava appunto d iri tto all'Italia a compensi coloniali consistenti in rettifièhe <li fro nti er a.
La fr o ntiera separante 1a libia dall'Africa Occi dentale Francese e dall'Africa Equatoriale France.se viene determinata con una l inea che, partendo da T ummo, punto terminale del tracciato fissato d all'acco rdo 1talo-fran cese del 12 settembre 1919, raggiunge la front iera ovest del Sudan ang lo-e~izi:mo, all'intersezione del vcntit1uattrcsimo mer idiano Est Grcenwìch col 18,,tS' di 1:ttitudine nord.
Questa linea lascia in territorio italiano Aozou e Guezeoti e in t erritorio francese Bardai e Tec ro. La superficie elci te rr ito ri così riconosciuti come perti nenti alla Lib ia è, approssimativamente, di centoguattordicimila chilometri quadrati. ·
L:l fr ontiera. fra. l'Eritrea e b costa franc ese de i somali viene retti fi. cata da una linea tr:1cci:1ta fra Der E loua, su ll a Costa del Mar Rosso, e Daadato, sul torrente Welma. Tale rettifica d i all'Ita lia u n tratto di costa fronteg_~iantc lo stretto di Bab-el-Mandeb
La Francia r iconosce, inoltre, la sovr anità dell'Ita lia sull' isola di Doumcrrah.
Le Commissioni d i delimitazione previste per le <lue fro nti ere ela. bareranno deg li accordi di fronticr:i. e di buon vicinato.
CONVENZIONI TUNI SINE
[l protocollo speciale relativo alle qucstio~i tunisi~e stabilisce ~he le conveoz io ~i tun isine del 28 marzo I 896 ( che e rano prorogate t ac ita-
• Da li Popolo d' fl rdir,, N. 8, 9 gennaio 19n, XXII
mente di tre irt tre mesi) sono prorogate, per quanto riguarda la ruzio• nalità, praticamente fino a l 1965 . Infatti tutti g li . individui che nasce• ranno in T unisia da genitori italiani fino alla data anzidetta saranno d i nazionalità italiana, con facoltà tuttavia per q uelli che naSceranno tra il 1945 e il 1965 di optare per la nnionalità francese al momento in cui
ra~:~e:~~0°
italiane in -T unisia, il protocollo stabilisce che esse saranno mantenute fino al 28 marzo 1955, data alfa quale diverran no scuole prìvate italiane, sottoposte alfa legislazione scolast ica fran cese in Tunisia.
Per le altre questioni regolate dalle convenzioni tunisine, le convenzioni stesse restano prorogate fino al 1945, a part ire dalla quale data il ritorno a l diritto comune dovrà avvenire progressivamente, secondo u na conven zione da stipulare. Indipendentemente dal regime che verrà fiss ato da questa convenzione, è tuttavia riconosciuto fin d'ora che gli ' italiani che anteriormente al 194 5 saranno stat i ammessi ad esercitare delle profess ioni liberali conserveranno tale diritto, vita natural durante.
AUSTRIA ED EUROPA CENTRO-DANUB IANA
J due Governi si dkhiarano d'accordo per raccomand are agli Stati magg iormente interessati la conclusione d i un accordo dì « non ingerenza» negli affari interni rispettivi e l' impegno reciproco df non susc itare, né favorire alcuna azione che abbia per iscopo d i attentare con la forza all'integrità territoriale e al regime politico o sociale di uno dei paesi contraenti.
L'accordo di cui si tra tta dovrebbe essere concluSO iniz ialmente t ra l' Italia, 1a Germania, l' U ngheria, la Cecoslovacchia, la Jugoslavia e rAustria, vale a dire fra tutti i paesi confinanti dell'Austria e l'A ustr ia stessa, ed essere aperto all"adesione della Francia, della Polonia e della Romania, venendo cosl ad estendersi in defin itiva agli Stati confinant i e successori, oltre che all'Austria e alla Francia. ·
Inoltre il Governo italiano e il Governo francese, in conside razion e dcUa necessità di mantenere l' indipendenza e l'integrità de ll'Aust ria, convengono fin d'ora che, nel caso in cui questa indipendenza e ci,uesta integrità fosse ro minacciate, i due Governi italiano e francese s1 consulterebbero fra di loro e con l'Austria, in vista dell e misure da p rendere. Questa C'_ons.ultazione sarebbe poi estesa dall'Jtali::i e dalla Franc1:1, al fine d i assicura rsene il concorso, agli altri Stlti,
lNTERESSI ECONOMICI COLONIAll
. Il capo del Governo e il ministro degli Affari Esteri francese hanno rJCo~omuto l'opportunità di sv ih1ppare le relazioni economich e dei loro temtorl metropolitani con le loro colo nie in Africa e i paesi v icini, sta· biJen~o di prendere le dispos izioni n ecessarie per realizzare t ale . collaboraz1one
Nel campo di tale collaborazione entra pure una partecipazione italiana nella ferrovia Gibuti-Addis Abeba.
ARMAMENTI
Il Governo italia no e il Governo francese, richi amandosi ·alla d ichiarazione su ll'uguagl ianza d e i diritti dell'll dicembre 1931, si sono trovati d'accordo per riconoscere che nessun paese può modificare p er atto unilaterale-le sue obbligaz ioni in materia di armamenti e che, nel caso in cui questa eventualità dovesse verificarsi, essi sì - consulterebbero.
DICHIARAZIONE GENERALE
Il ca.po del Governo e il ministro dej!;li Affari Esteri di Franc ia hanno fi rmato una d ichia razione generale, con la quale si dà atto che sono state liquidate le questioni principali in sospeso fr:i. i due paesi; si riafferma il proposito dei due Governi di sviluppare l'amicizia tradizionale che unisce le due nazion i· e di collaborare in uno spirito di reciproca fiducia all'opera di ricost ruzione; e si stabil isce che i due Governi procede- · ranno fra di loro a tutte le consultazioni che le ci rcostanze richiedessero.
GLI ACCORDI ITALO-FRANCESI
IL
ROMA, 11 nolfe.
Ecco il testo della « dichiarazione .r:eoerale >> firma ta il 7 genna io 1~35, XIII, dal capo del Governo e dal ministro . degli Esteri francese:
« li capo d el Governo italiano ed il ministro dtgli Affari Esteri della Repubblica francese:
«. considerando dlC' le convenzioni in data odierna hanno assicurato il regolame nto ddle principali questioni che g li accordi ant(."(edenti lasciavano in sospeso fra di loro, e p:irtirolarmente di tutte le questioni relative all'applicazione dell'articolo 13° ddl'acrnrdo di Londra del 26 aprile 1915;
« considerando che le questioni controverse che pottebbero sorgere in avvenire fra i loro G overni troveranno la loro soluzione sia per la vil diplomatica,
* Da J/ Popolt> d'Italia, N 11, t2 gennaio 19n, XXII.
sin a meno delle proced ure stabilite dal Patto della Società d elle nazioni, dallo Statuto de lla Corte permanente di g iust izia intc-rnazionale e dall'atto generale di arbitrato;
« affermano il proposito dei rispettivi Governi di sviluppare la trn.Jizionale amicizia che unisce le due nazioni e di collaborare , in uno spirito di reciproca fiduc ia, P.1 mantenimento della pace genera le {l Ai fini d i questa collaborai.ione, essi procederan no fra di loro a tutte le consultazioni che le circostanze potessero esigere.
« F<1flo, in doppio esempldre, n Ro11M, il 7 grn:wio 1935, X/li.
MUSSOLINI· P!ERRE L\VA L »
DAGLI ACCORDI DI ROMA AL CONVEGNO DI LONDRA
IMPORTA NTI CONCLUS[ONI
RAGGIUNTE NEI COLLOQUI FRANCO-INGLES[ •
LONDRA, 4 n olfe
Il convegno anglo-francese è finito, come risulta dall'importante comunicato ufficiale diramato ieri sera, con una serie di accordi P.rocedurali e di proposte che, prendendo le mosse d.1i r isultati del recente convegno italo-francese e approfittando del usscrcnamento generale <lcl1'oriz2onte europeo prodotto dal riavv icinamento tra l'Italia e la Francia, aprono l'adito aJla realizzazione di un grandioso disegno per la pacificazione effettiva dell'Europa in base a una più armoniosa cooperazione fra le quattro grandi potenze occidentali: Gran Bretagna, Francia, G ermania e Italia,
A questo proposito conviene rilevare nuovamente, perché è questo nno de1;li ·effetti più significativi e ,più promettenti del convegno d i Roma, che le COO\'ersazioni anglo- francesi si sono S\'Olte in contint10 contatto, per il tramite dell'ambasci:ttorc d'Jtalia a Londra, on. D ino Grand i, col Governo italiano. Di ora in ora si può dire che i contatti siano stati mantenuti sia col Governo brit.:mnico, sia coi ministri fr:i.ncesi. Anche ie ri, nella mattina, S. E Grandi ebbe un col loquio lung o e cordiale col ministro Lava i e ieri se ra, dopo la ch iusura del convegno, ebbe un altro cordialissimo colloqu_io col ministro degl i Esteri inglese , Sir John Simon.
Il triangolo Italia-Francia-Inghilterra è in piena efficcnza. Lo scopo essenziale del convegno è 'stato di estendere il trianp:olo, per tentare d i farne possibilmente un quad rilatero che includa la Germania. t pe rciò che nel comunicato ufficia le i ministri francesi, non senz1 aver .~trenu1mente resistito durante le trattative, hanno consentito a lasciar inserire le fra.si che chiar iscono come l' ldesione deJla Germania ai vari accordi proposti (protoco!Jo di Rom:1 per l'Aust ria , patto nord-orientale, con· venzione per ~li :trmamcnti, ritorno della Germani.i. a Ginevra) non
vada inteso come condizione pregiudiziale ,per l'annullamento delle clausole militari del trattato di Versailles, ma debba far parte di un ins ieme di accordi s imultanei concatenati fra di loro.
IL COMUNICATO Uff!CIALE .
Il comunicato ufficiale sul convegno di Londra dice:
« L'incontro che ha avuto luogo a Londra fra i ministri fr;int·esi e i ministri britannici aveva per iscopo di aiutare i progressi della P'lce nel mondo, con una cooperazione europea più stretta in uno spirito di interJ. e amichevole fiducia, e di allontanare q udle tendenze che, se non fossero frena lt, portcrd>bero_ a una corsa :i.i;li arm:an:cnti e accrescerebbero i pericoli di guerr.1.
o: E in tale spir.ito che i ministri franc esi e britannici hanno procedu to ;,ll't:same della situ,nio ne geneule. Essi h:inno ton5tatato il compito pa rticolarmente importante che ha avuto la Società J elle nazioni nei recenti regolamenti Ji alcuni problemi internazionali e si ~ono felicitati p er i lie1i risu lt3 ti , dovuti all o sr,iri:o di concili.i.ziont.: di tutti i Governi che hanno partC'Cipalo a tali r egolamenti. Essi si did1i.iraoo risoluti a. continuare, tanto in ciò che riActtc i problemi Che' sono propri dei loro _ paesi, qu.into per q uelli che tliprndono dalla Socictl delle nuioni, una politica ispirata agli istessi metodi d i co ncil iazione e di cooperazione.
« Circa gli accordi franco-italiani recentemente conclusi a Roma, i ministri britannici, in nome dcl Governo di Sua Maestà, hanno cordialmente accolta la dichiarazione con la quale i Governi francese e italiano hanno affermato la loro intenzione di sviluppare l'amicizia tradàionale che unisce le d ue nuioni e hanno associato il Gove:mo britannico all'intenzione espressa <lai Governi francese e italiano di collabora re, in uno spirito di mutua fiducia, al mantenimento della pace generale.
« I minist ri britannici h.1.nno espresso le felicitazi oni dd Governo di Sua. Maestà per la concl usione dell'accordo <li Roma re lativo :i.JrEu ropa cent rale e hanno dichiarnto, come conclu sion e d elle dichiamzioC1i che coi Go verni francese e italiano il Gov-emo di Sua M aestil free il 17 febbraio e il 27 scttcmlw: scurso, che qut-sto Governo s i consid era come facent<.- parte del n umt,-o d elle poten ze le qua li, secondo i tamini degli accordi di Roma, si consulteranno se rindipendenza e l'intc~rit.ì dell'Austria siano minacciate.
« I ministri francesi e britannici sperano che i progressi soddisfa centi così ottenuti r,otrt"bbero essere continuati con la collaborazione diretta N. effettiva del[a Germania. Essi son d'accordo nel rirordare che la Germania, come qualsiasi altra potenza i rui :uman\.enti sono stati fissati dal tratta.lo di pace, non . ha. il diritto di mod ificare i suoi obblighi con un atto ut.1ilaterale. Essi sono tuttavia di accordo nd considerare che alla restaurazione della fiducia e al rafforzamento tlelle prospettive di p:1.ce nulla contribuirebbe meglio di un regolamento generale, ottenuto con liberi negoziati tra la Germ.u,ia e le altre potenze. Questo regolamento geneule provvederebbe all'organizzazione de lla sicurezza ddl'Europa, particob.rrnente con la conclu~ione di un patto liberamente negoziato tra tutte le parti interess:u e, assi~·u nrndo l'assistenza scambievole nell'Europa orientale e realizza ndo per l'Europ~ centrale il sistema previsto nel processo ve-rba le di Roma
« Simult:i.neamcn te, e in conformità con le disposizioni delle dichiarazioni
<lell'll dicembre 1932, che prevedono l'uguaglianza <lei diritti in un regi me di sicurcz.za, tale r egolamento co.mportertbbe degli accordi conce rne nti gli armamenti in generale, accordi che, in ciò che r iguarda la Germania, si sostituireb~ro alla parte quinta del tra ttato di Versai lles, che attua lmente limita gli armamenti e g li effettivi della Germania. Infine un effetto del regolamento generale sarebbe cos tituito dal fatto che fa Germania riprenderebbe il suo posto nella Società delle nazio ni, dandole una collaborazione a1tiv11..
« I Governi francesC' e britannico sperano che gli altri Gove rni in teressati possano condividere tali vedute.
« Durante le loro conversazioni, i ministri francesi e britannici si sono mo:;t rati preoccupati dei pericoli particolari che costituiscono per la pace gli ~Viluppi recenti dell'aviazione, il cui abuso può condurre ad aggressioni subitanee per via aerea. Essi hanno esaminato la possibilità di garanzie contro questi pericolì, con un accordo che interverrebbe- tra alcune potenze su una base di reciprocità. Le potenze firma tarie si impegnert"bbero a J.ueo l' immediata assistenza delle loro forze aeree a quella t ra di esse che fosse, da parte di una delle parti contraenti, 08Set!o di un'aggressione per via aerea non provocata.
u J ministri francesi e britannici, in nome dei Governi rispettivi, h anno riconosciuto che un accordo sombicvole d i tale natura, in ciò che concerne l' Euro pa occidcnt:ale, sa rebbe adatto a prevenire una aggressione e contribui rebbe in farg,1 misura a mettere i partecipanti al riparo da attacchi subitanei per via aer ea, Essi h,mno ·dC'(iso di invitare l'Ita lia, la. Germania e il Belgio a esamina re con la Francia e la Gran Bretagna la possibilit.i di concludere rapidamente una convenzione di tale natura. Essi hanno il p iù vivo desideri o di vedere tutti i paesi i nteCC'5Sati apprezzare l'oggetto di tale proposta, che tende a rafforzare la p:tcf', solo scopo perseguito dai due. Governi.
I G overni francese e: britannico si dichiarano infine pronti a consultarsi di nuovo, senza. indugi, dopo aver ricevute le risposte delle al tre potenze interessate». (+)
L'ITALIA ACCOGLIE CON FAVORE
LE CONCLUSIONI DEL CONVEGNO DI LONDRA
RICONOSCENDOVI LA POSSIBILÌTA
DI UN' IN TESA PER L' INIZ IO
DI UN PERIODO DI COLLABORAZIONE EUROPEA
ADESIONE O! MASSIMA
Al PROGETTATO PAITO AEREO O! MUTUA ASSISTENZA*
ROMA. 9 1101/e
L'Agenzia Stefani comunica :
« Gli ambienti responsabili italiani hanno seguito con granJe attenzione le conversaiioni svoltesi recentemente a Londra tra i G overni francese e inglese, conversazioni d elle quali è stato minutamente tenuto al corrente ìl Governo ita-
• Da I/ Popolo· d' l1t11id, N. 36, 10 febbraio 1935, XXII
lia.no. Tali ambienti guard ano con .simpatia al complesso ddla d i(hiàrazione condusiva di dietli colloqut e stimano che in essa è contenuta la possibili til di un'intes.1. con Ja G ermania t-, quindi, l' inizio di un periodo di collaborazione tra !e potenze interessate.
(I Per quanto riguarda piU precisamente il Patto aereo Ji mutua assistenza, la posizione dell' Ita lia sarà prossimamente fi ssata nel senso di un'adesione di massima, salvo a considerare la speciale situazione d ell'Italia nei confronti della Gran Bretagna e viceversa.
« Gli ambient i responsabili italiani banno prcm a ttu con soddisfazione delLl posizione a~unta dalla Gran Bretagna nei confronti Jdla indipcnd enu austriaca e degli accordi franco-italiani dd 7 gcnnaio,1,,
NUOVA AGGRESSIONE NELLA ZONA DI UAL-UAL
FORMALE PROTESTA PRESSO IL GOVERNO DI ADDIS ABEBA *
ROMA, 11 notte
La pressione etiopica, che con il continuo ammasslmento di armati si è andata manifest:indo in questi ultimi te mpi nella zona dei pozzi dì Ual-Ual e nelle loca lità viciniori, ha provocato recentemente un nuovo incidente
La mattina del 29 gennaio un gruppo di armat i etiopici ha a ttaccato un nostro _posto di guardia ad Afdub (sud di Ual-Ual).
Lo scambio di fucilate che n e seguì ha dato luogo a qualche perdita da ambo Je parti, Dei nostri dubat, cinque sono stat i uccisi e sei feriti.
Le perdite abissine sono superiori.
La regia legazione in Addis Abeba ha ricevuto istruzion i di p resentare al Governo e~iopico formali proteste per il nuovo incidente.
* Da Il Popolo d'ltalie1, N. ~7 , 12 f~bbraio 19}), XXII.
DU E DIVISIONI ITALIANE MOBILITATE PER MISURA PRECAUZIONALE
A CAUSA DELL' AUMENTATA PRESSIONE ETIOPICA
NELL'AFRICA ORIENTALE
REGOLARE SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI DI RICHIAMO PER I CONTINGENTI DELLA CLASSE 1911 •
ROMA, 11 notte
Per misure di ca rattere precauzionale, sono state mobilita te, tra il 5 e l' 11 cocrepte; due divisioni: la Peloritana e la Gavinana.
Le operazion i di richiamo dei contingent i della classe 19 11 si sono svolte nel massimo ordine.
* Da li Popolo d'ltali<l, N. 37, 12 febbraio 193~. XXII .
RAZZIA ABISSINA A SUD DELL' UE131 SCEBELI
AI DANN I DI NOSTRI SUDDITI
FORMALE PROTESTA ITALIANA AD ADDIS ABEBA*
MOGADISCIO, 20 noi/e, E giunta recentemente notizia ch e gru ppi armati, non identificati , hanno razziato a nostri sudditi un centinaio di cammelli presso Agable, tra i nostri posti di bande di El Beit e Corogoi (al sud <ldl'Uebi Scebeli}:
Un nostro nucleo mobile, inviato sul Juo.i;o della razzia, h1 cercato d i raggiungere i razziatori, ma poiché questi si erano rapidamente allontanati dalla linea dei nostri p resid i rientrando in territorio controll ato dalle trup pe etiopiche, l'insegu imento è stato sospeso onde O.on dare orig ine a nuovi incident i.
la regia legaz ione in Addi s Abeba ha. ricevuto ist ruzioni di presentare al Governo etiopi co forma le protesta e di ris.ervars i di p recisare le r iparazioni dovute ai nostri sudditi per i danni causati d ai ran iatori
* Da Il Popolo d'Italia, N. 69, 2 1 marzo 1935, XXII.
LE COMUNICAZIONI D EL GOVERNO l'ASCISTA
AL REICH DOPO LA DECISIONE TEDESCA
CONCERNENTE G LI ARMAMENTI *
ROMA, 21 noi/e.
O gg i, alle 13, l':i.mbasciatorc d 'Italia a Berlino ha conseg nato al minist ro dc,i;li affari Este ri del Reich la seguente nota :
« Il cancdliere dd Reich il 16 mar.zo ha com uni cato a ll' ambasciatore d "Jl31 i:t un testo Ji lef:ge promulgato il giorno stesso, in base al quale il G overno tedesco ha r istabilito i(l Germania il servizio militare obbligatorio e por tato g li effettivi dell'Esercito teJCS<":o a trentasei d ivisioni. Una settimana prima le autorit:i. germaniche avevano comunicato ufficialmente la istituzione di una Aviazione militare germanica.
« Il G overnc itali:rno hi>. preso con osc"enza delle note d ìrc:tle al G overno germ;1.nico sulrargomento da l Governo britlnnico e dal Governo francese.
* Il Governo italiano non può no n rilevare che, ·sia nell'accordo intervm uto a Roma il 7 genn:iio. 193 5 fra il G overno italiano e il Governo francese, sia nd comunicato conclusivo delle convcrsazioni intervenute ,a Londra fra. j G overni
*. Da li Pop{}/ç d'Itali<l, N . 70, 22 marzo 193'..i, XXII .
britannico e ìrance.~e, pubblicato il 3 fobbraio u.s., era stato riaffcnn.llo il principio es~cnziale che lo statuto militare s tabilito da lla parte quinta del trattato di Vcrsaglia oon poteva esse re modificato con uo atto un ilaterale.
« Il Governo italiano , il qua le, per quanto lo concerne, ha sempre sostenu to fopporlunità d't.na revis ione della parte quinta del tratt:ito di Varsaglia pèr via <li negoziati fra i Governi interessati in condi zioni Ji perfetta p:iri1a, aveva aderito al principio c he la questione degli armamenti tedeschi avrebbe J ovuto essere og. getto di trattazione in un negoziato genc rall", analogamente a quanto cr.1 stato stabilito nella d ichiarazione dell' I 1 dicembre 1932, di cui la Germania è partecipe.
« Qùesta procedura era stata affettata in principio dallo stesso Governo sermanico, nella sua com unicazione del 14 febbraio u.s,
« I[ Governo italiano sente quindi il dovt·re di avanzare le; pil, ampie riserve circa la decisione del Governo del Reich e i suoi probabi li s,·iluppi.
« Il Governo itali.:l!lo ha sempre ccrrnto di associare pien.:unentc il Rcich ad un sistema di collabo ra.,:ione fra le principali potenze interessate, che riconoscesse pitnamcnte a l Reich i diritti e le responsabilitl <li uno Stato sovrano Appunto per quc:.ti preccdmti la decisione Jel Rcich acquista p:irtico lare gravit.l , spede per lo s tato di incerle-zza che suS,Cita in tutti i raesi.
<e I[ Governo ita liano h:1. dato molte prove, anche «(enti, Jclla ~u.1 vo lont;\ <li collaborazione internnionale e si propone di continu;'! rc in !;'l ii Jircttive, che rispondono a l bisoStnO dt"i popoli e ai postulati della convivenza e uropea, ma sente H J ov('ce di dichiarare che, in eventua li futu ri nesoziati, non potrà semp lict mrntc acct1:lare C'?ffiC situazioni di fotto acquisite quel!~ determinate da d ecisioni unilate ral i che annullino impegni d i carattere internazionale».
UN NUOVO INCID ENTE AL CONFINE ERITI\EO
PATTUGLIA DI VIGILANZA AGGREDITA
DA ARMATI ETIOPICI.
UN NOSTRO GRADUATO FERITO.
PROTESTA ITALIA NA AD ADDIS ABEBA *
ROMA, 25 1101/e.
La notte del 23 al 24 correnle, a lle o re 12, una pattuplia di vigilanza confinaria, comandata da un vicebrigadiere dei carabinieri reali, incontrava un -forte grnppo d i armati abissini a circa trecento chi lometri al di qua del confine ~:1e1 Sctit, nei pressi di Oi:nager (Eritrea):
JI vicebrigadiere intimava agli etiopici di" riti ra rsi, ma questi rispondevano con una raffica di fucileria, che colpì gravemente il b11l11k -barcì.
Il vicebrigadiere allora si ap postava dietro un termitaio e consumava tutte le prop rie cartucce contro g li arinati etiopici, i quali s i rit iravano in fretta, abbandonando su l posto un morto, due fucili e sessanta cartucce
Il vicebrigadiere è stato encomiato.
I.a regia delegaz ione in Addis Abeba ha ricevuto istruzion i di p resentare formai~ protesta al Governo etiopico per. la violazione della frontie ra e di nservarsi di precisare le riparazioni per il nuovo incidente ver ificatosi . -
IL CONVEGNO DI STRESA
INIZIATO SOTTO LA PRESIDENZA DI M USSOLIN I•
STRESA, 11 11011e
l 'Age nzia Stefm1i comunica:
« La confc-renza tripartita ha avuto stanu ne il suo ini.:io.
« Alle li, la delq;a.zione italiana è tutta presen te a palazzo Borromeo all'lsolabella, ove il Duce è in -3llesa dei de legati di Francia e d' Inghilterra. Il servizio d'onore è affidato alle camicie nere della ventinovesima lei;icne ,onJinaria della M V S.N , con la fiamma di combattimento, schierale sul piazzale antistante la villa. Alla sin istra della sca lea d i accesso a l ponti le d' imbuco sono d i fron te i moschettieri d el Duce. Su lla. gradinata è stesa una guida rossa.
« Poco dopo le 10 , le due Jekgazioni, la francese la prima , e quindi, con un certo iotervallo di tempo, J'inslese, lascia.no l' a lbeq;o, r assiungono in automobile il pontile del Lido, e, salite sui motoscafi, punt:ino verso l'Jsolabella. La dekga· zione frances e vi giunge alle 10 20. Flandin e Lavai scendono dal primo motoscafo, seguiti dai loro segretari particolari.
« Ai tre squilli, i moschett ieri e le camicie nere <lella leg ione rnnfinaria scattano sul]'" attenti" e p rescri ra oo le armi. Sull'antenna, che è al la to dell' imba rcadero, sak il tricolore franc cst', che sventola. così a fia nco dei tre colori italiani.
« Flandin e lavai, in marsina e ci lindro, sono ricevuti da Sua Eccellenza il prefetto Essi traversano lentamente il corti le e salgono al primo piano della vi lla, ove immed iatam~tc li raru;iungono s ii ambasciatori di Francia a Roma. e d 'Italia a Pa rigi e j funzionar1 e gli esperti della Jeleg:tiionc.
« G li isolani , dalle finestre delle case che si addossano alla g r.1.nJe vi lL1 seicentc-sca, dal sagrato della chiesa e dai brevi, minuscoli viali che corrono lungo il laso, applaudono ca lorosamc-ntc Al Sllluto spontaneo, Flandin e Lava.I· rispondono sorridendo.
« Alla 10.~~. giunge b. delegazione inglesc Gli onori sono medesimamente resi a MacDonald e a Simon, mc-ntrc la bandiera inglese ra.i;gi ungc, sull' alto dell'antenna, i colori d ' Italia t: di Francia, e, con la medesima cordialiU, la folla degli isolani applaude il primo ministro e il ministro degli Esteri dell'impero britannico, che. sa lgono subito alla villa, seguiti dai furuionari e dagli ambasciatori d'Italia a Londra e 'd'Inghilterra a Roma.
« L'1111pio cortile della vill;1. è ora sgombrato. Sono le 11 pr«ise: i lavor i Jella conferenza di Stresa· incom inciano.
« La prima riunio ne franco-itaJo.britannica ha avuto luogo nella .. sala d ella Musica" del pa lazw Borromeo all'lsolabdJa.
« Il capo del Governo, ne ll 'assumere la presidenza, ha rivolto un cordi:ile
• D a li Popolo d'Italia, N 88, 12 aprile 1935, XXIT
saluto alle delegazioni francese e brit:mnica. Erano presenti , o ltre ai tre C;1pi <l i G overno, Mussolini, Flandin e MacDonald, i ministri degli Esteri Lavai e Simon, l'on. Suvich, sottose,gretario di Sta to ag li Esteri, Sir Robcrt Va nsitta rt, segretario permanente al Foreig" Olfire, Alexis Léger, segreta rio generai<." al Q uai d'O rsay, l'ambasciato re Aloisi, capo di Gabinetto al ministero degli Esecri, ed altri alti funiionari.
« Il primo ministro Mad),;,nald ha e5posto . le linee Jirieuive della politica estera brita nnica nelrattuale per iodo Quind i Simon ha riferito sul viaggio a Berlino e sui punti di vista germanici concernenti il Patto orienta le, il Patto danubiano, il Patto aereo, la Società delle nazioni . Su ognuno di qu('Sti argomenti si è iniziata una discussione dì carattere prdiminarc:, dopo di cbe è stato fissato l'ordine del g iorno dei lavori. Alle ore 13.30, la discussione è stata sospesa.
« La ·seduta è staia ripresa alle 17. Nella seduta pomeridiana. i delegat i francesi hanno esposto le ragioni che li hanno indotti a presentare i l ricorso alla Società delle nazioni e si è esaminata la procedura da adottare. La sedu1a è stata tolta alle 19.30 e rinviata a domani alle 9 .30 ).)
LA SECONDA GIORNATA D EL CONVEGNO DI STRESA
IL COMUNICATO Uff!CIALE *
STRESA, 12 n o/te.
~·Agenzia S tef am comunica:
« O ggi si sono riuiniti, alle 9.30, sotto la prt"Sidcnza del capo dd Governo italiano, i d elegati dell:1 Francia, della Gran Bretag na e dd l'Italia. LI seduta, che è J urata fi no alle ore 13, è stata impieg:ata nella continu:u ionc della discussione sul ricorso francese presèntato a Ginevra. ·
<1 Le delegazioni si sono ri unite nuovamente alle 15.30 e la discussione sul r icorso francese alla Socic13. delle nazioni è stata cont in uata e conclusa.
«·La i iunione si è poi occupata della s ituazione dell' Austria, iniziando la discussione con un'esposizione del capo del Governo ita liano Q uindi si è esam inata la questione del Patto o rientale e i nfine si è i ni ziata la d iscussione sul Patto aereo. ·
« Alle ore 19, la riunione è stata sospesa e r inviat.1. a domani, a lle or e 9.30. "Nel corso dd pomeriggio, Sir John Simon ha fornito dettagli co mplementari al rapporto da lui fatto ieri sull'atteggiamento della G e rmania, q uale eg li l'aveva compreso nel corso dell,1 sua visita a Berlino. Eg li ha aggiunto d elle nuove infonnaziooi che g li sono pervenute oggi.
t< 11 baro ne von Neu rath ha informato l'ambasciatore ingl('Se a Berlino che la Germania è pronta ad entrare in un Palto orientale di non agsressione, anch~ se alcuni degli altri firmatari di un tale Pat to stipulassero fu loro separati 3("· cordi di reciproca assistenza ». ·
• D a li Popol o d'Italia, N . 89, 13 aprile 1935 , XXII .
LE CONVERSAZION I DI STRESA NELLA
FASE CONCLUSIVA
IL COMUN ICATO UFFICIALE•
L'Age11zi(! Stef,mi comunica:
STRESA, 13 110Jle.
cc Oggi sono proseguite le riunioni Jelle J ckgazioni frnncese, ing lc.st' e italiana. Nel mattino, dalle 9 .30 a lle B. e, nel p omeriggio, dalle 16 :alle 19.30. stata esaurita la discussione su tu tti i punti contc.,npbti da l protoc:ollo di Londra e si sono esaminate diverse altre questioni.
« Le delegazio ni si riuniranno nuovamente domattina, alle ore 10, per la lettura e la diramnione dei te$ti g ià approvati.
« Quest i testi sono l'espr~sione dell o spirito di cordi:ilità e d i collaborazione che hanno regnato durante le riunion i di Stresa».
• Da li Popolo d' ltt11i,,, N . 90, 14 aprile 193), XXII.
LA FELICE CONCLUSIONE
DELLA CONFERENZA INTéRNAZIONALE DI STRESA
L'ACCORDO DF.LLE TRE NAZIONI•
L'Agenzia St efani comunica il testo delle deliberazioni approvate nel convegno italo-franco-britannico d i Stresa, testo' che qui riproduciamo :
<( I rapp.resentanti dei Governi J'Italia, di Francia e del Regno Unito h anno esaminato a Stresa la situazione generale europea, sulla base dei risultat i degli sc;.imbi di vedute svo ltisi in questi ultimi t empi, della decis ione presa i l 16 marzo dal Govc:rno germanico, nonché delle informazioni .raccolte dai mi nistri bri tannici ne lle visite fatte in varie capitali europee. Avrndo considerate le conseguenze- di tale situazione in rela zione alla politica defini ta nelle intese intc:rvcnule tanto a Roma quanto a Londra, si sono t rov:1ti d'accordo su lle varie questioni ch e hanno c~aminato.
" 1. - Essi hanno concordato u na lim:-a di condotta comune da segui re n ella discu ssione. del ricorso presentato dal G overno francese a l Consiglio della Societ.i. delle nazioni.
« 2. - le informazioni raccolte li hanno confermati nell':i.vviso che conviene continuare i negoziati per l'auspirnto sviluppo della s icu rez:za. nel l'Europa Orientale.
<1 3 - I rappresentanti dei tre Governi hanno proceduto ad un n uO\'O esame della situazione a ustriaca. Essi confe rmano le dichiaruio ni 3.ng lo-fra.nco•it ali ane del 17 febbu io e de l 27 semmbre 19 34, con le q u.tli i tre Governi hanno riconoscjuto che la necessità d i mant enere l' indipendenza e l'integrità d ell' Aust ria continuerà a d ispirare la loro politica comu ne Rifer endosi al protocoll o ita[o francese del 7 gennaio 19 3'.> ed alle dichiarazioni franco•inglesi d el 3 febbraio 1935, con le 11uali (' stata riaffermata la decisione di coruult;1rsi su lle misure da p rendere nd caso- in cui l'integrità e l'indipt;ndenza dell'Austr ia fosse,-o mi· nacciate, essi h ilnno convenuto di raccomandare la riunione ad una data prossima dei rappresentanci di tt.itti i Governi indicati nel protocollo di Roma, allo scopo di concluJere g li. accordi relativi all'Europa Centrale
« 4. - Pe r ciò c he concerne il Patto aereo proposto p C'r l'Europa Occidentale, i rnppresenlant i dei tre Governi confermano i principi e la procedura da seguire, quali wno stati contemplati nel comunirnto di Londr:i dd 3 ft:bbraio, e convengono di proseguire attivan1cnte lo studio della qu~t io ne, a llo scopo Ji preparare un lraltato tra le piccole potenze indicate nel comutlicato d i Londra, come pure ~ li accordi bilaterali che po trcbbeco accompagll:ulo.
« , . - Nel passare al p roblema dcsli :u mamenti, i rn ppreseolaoti Jelle tre potenze" ha nno rico rdato che i l co mu nicato d i Londra contemplava un accordo, Ja ne,gm:i;ir~i liberamente _ con b Germ ania, d,-stina to a so~tituire le dausole corri spondent i d ella parie quinta del trattato di Versailles Essi hanno attentamente comi<lernto la r«ente in izintiva d el Gove rno germanico e le informaz ioni for nite da Sir Joh o Simo n sulle sue conversazioni con il cancelliere ,t;ermanico in ari;omento I rappcesentanti dei Ire Governi hanno constatato co n rammarico clie b ripudi:u:iooe unilateral e da parte dd Governo germa nirn, nel momento in cui erano Ìt;' co rso dei passi per giungere ad un accordo liberamen te negoziato S\1lla questione degli ;uma mC"nti, aveva scosso la fiducfa d ell"opinione pubbl ica n<'lla skure22a Ji un pacifico onlin;imento. Inoltre la vastità J el p rogramm:1 <li riarmo e gi.i. in avam1to corso di C'secuzione, avev;1 tolto v;ilo re ai d at i quantitativi sui q uali s'erano b.1sati finora gli sforzi per raggiung ere i l d is armo e com· prome5so le speranze che accornpa,gnavano tali ~forzi. Ciononostante i rappresentanti dei tr e G ove-rni .iaffermano il lo ro vivo desiJerio Ji manh:nere b. p ace, crea ndo un sentimento di sìcurez.za e dichiarando , per pa rte loro, che essi con· tinuano a desiderare tli unirsi ad ogni tentativo di ca r:i.ttere pratico tendente a promuovere u n accordo internazionale p C'r la lim itaz ion e àegli arma menti.
(C 6. - l rappresentanti dei tre Governi hanno preso conoscenza del d esiderio esp resso <lagli Stati il cui -statuto milita re" è stato ris"pcltivamC'fltc d efinito dai t rattati d i Sa int G erm:iin, del Triano n e di N eu lly di o ttenere fa revisione di tale statuto. Essi d « iJ ono <li in fo rmarne, p er i l tramite diplo matico, gli a ltr i Stati inte ressati. Ess i sono d'accordo <lì raccomandare agli a hri Stati intC"ressati di ~aminare t ale questione, al fine di regola.ria. pt't mezzo d i ronveri:zione nel quadro Jclfe garanz ie generali e regionali di sicurcz2a.
I r app resentanti dell'Italia e del Regno Unito hanno fatto la S<',!'.;Uente Jj. d1iara.zione comun<' pèr quanto concerne il trattato di Lo.'..:uno:
« "I r.ippreseflt.tnti dell'Italia e dd Regno Unito, potenze che sooo firma· !arie del trattato di Locarno soltanto in qualità dì g aranti, riaffe rmano forma lmente tutti ,t::li o bblighi che", in b:i~e a 1ale trattato , spettano a q ueste r:,otenze e dichiarano che esse intendono, occo rrendo , <li a dempiervi fede lme nte.
« ·· Avt't1do le due potenze assunto ta li obblig hi rispetto a tutte le altre p arti dc-I t rattato di lnc~ rno, 111 presente dich iarnzio rie comurie, fo u a a lla confe renza
Ji Stresa, alla quale parte<'.:ipa la Francia, sarà ufficialmente comunicata ai Governi germanico e belga".
« le tre potenze, b: cui politica ha per fine il mantenimento collettivo della pace nell'ambito della Società delle nazioni, constauno il loro completo accordo <li opporsi con tutti i mezzi adatti ad ogni ripudiazione unilaterale d i t ratt,11i, suscettibile di mettere in pericolo la pace in Europa. A t:11 fine essi agiranno in i~trclla e cordiale collaborazione ».
MACDONALD E FLANDIN RINGRAZIANO IL DUCE ALL'ATTO DI LASCIARE L'ITALIA*
ROMA, 15 1101/e
li capo dd Governo ho. ricevu to i seguenti telegc:1mmi d:1 Do. modossola:
« La sciando l'Ita lia, desidero esprimere a Vostra Eccelk-nia, a nome di Sir John Simon e mio penonale, la profonda gratitudine che proviamo per l'acco,2 lit112a così cordiale e generos:1 che abbiamo ricevuto d:1. voi Jur:101e la nostra visita a Stresa. Portiamo con no i il più lieto ricordo di una cordiale e fr uUuosa cooperazione, reali,zzata in mezzo al bello scenario ed alla storica cornice di un paese dove, in modo del tutto unico, uno spleml ido passato è !,:-gato ad un futu ro e_1;ualmrntc splendido. Sono certo che i l lavoro che è st,uo compiuto sotto la vostra presidenza io questi poch i ultimi giorni r;i1,presenterà un memorahile cont ributo a lrorganizzazionc Jdla pace rnllcuiv:1. e Jclla sicure:1.2a in Eump:t e sarl bene accolto dai popoli che è stato nostro desiderio servi re.
"' Nei lascia re il suolo ita lia no,· 1engo ad esprimere a Vostra Ecce ll enza i miei più vivi ringraziamen ti e quelli de l signor lavai per la cord iale a«og lienza ricevut:i. La Francia si felicita per le. spirito di collaborazione, rosi efficace per il mantenimento della pace n el mondo, che ha caratterizz:1to i nostri colloqut e chè ha permesso , sotto la p residenza Ji Vostra facellcnza, di giungere a l completo ncconlo dei Ire G O\'l.'rni
FLII.NOIN i.
• 0;1. l i Popolo d'Tt,1/ia, N. 9 1, 16 apri le 19n, XXII.
FERME MISURE PER LA SICUREZZA
DELLE NOSTRE COLONIE NELL' AFRICA ORIENTALE*
ROMA. 7 noi/e. scg\~;n!~t~~~g:~~:;!~
la Stampa e la Propaganda dirama il
« Le notevoli forniture di armi spedite ad Addis Abeba da talune fabbr iche c;>uropce. nettamente identificale, i provveJimenti di mobilita2ione presi dal Governo etiopico, i l discorso recentemente pronurÌciato dal Negus, impongono l'adozione dì a ltre misu re di ordine precauzionale per gara ntire la sicurezza delle nostre colonie dell"Africa Orient:de.
« li Duce, ministro delle For:te A rmate, ha ordinato la mobil i1u ione della divi~ione S11b111,da (Cagliari) e la. mobilitazione delle due prime J i\'isioni di camicie ne1e, la divisione XXfll marzo e la divisione XXVIII ollobre
« Queste due di visioni sono comandate, ris pettivament~. dai genera li divisionali Butko e Somm:i, e dai virecom , ndanti genera li brigadieri Ga lamini e Moscone.
« Sono sia.li mobilitati ino ltre i battag lioni camicie nere di Palermo, Cuneo, Ravenna e Fori:, p er portare altre unità m~ropo litane sul pi ede di guerra, e sono stati chiamati alle armi i congedati della cbsse 1913 che avev.mo fatto sei mesi soltanto dl servizio militare. Con questo provvedimento, la classe del 191} è al completo sotto le armi, cosl come quelle del 19ll e del 1914.
« In Erìtre:t, J"alto commissario ha battuto il rhiJet per la seconda divisione indigena.
« B in cor~o la form:i zione ùi una nuova Jivisione, che si chiamerà Sab.:111d'1 ll, al comando del generale Poru, ed è in corso anche la ricostituzione de i b at ta.c:lioni di camicie nere. QuC'Ste opernioni si sono svolte con assol ut.t rego lar itl ».
• Da li Popolt> d"ll,i/in, N. 110, 8 magi::io 1935, XXII
MUSSOLINI GIUNGE IN VOLO A FIRENZE
PILOTANDO IL SUO TRIMOTORE
CORDIALE COLLOQUJO DI CIRCA DUE ORE CON IL CANCELLIERE D'AUSTRIA*
FIRENZE, li,
Il capo del Gove rno, partito alle ore 8.15 da. Centocelle, p ilotando il proprio t rimotore, è giunto sta.mane all'aeroporto di Fi rcn2:e alle 9.20. Lo accompagnavano il sottosegretario agli Affari Esteri e il sottosegre. t:uio di Stato ali' Aeronalltica.
"' D a Il Popolo d'Itn/i,r, N . I 1'1, 12 ma~gio 1935, XXII.
All' aeroporto di Firenze erano ad a ttenderlo il cancelliere austriaco, dottor Schuschnigg, il ministro d' Austria presso la Real Corte, Vollg rue· ber, l'addetto militare austriaco, il prefett o di Firenze, il se,gretacio f ederale, il ~ està e a lt re autorità locali.
Il ca po del Governo e il cancelliere d'Austria Schuschnigg si sono incontrati quindi nuovame nte nella stessa mattinata alla vìlla Antinori , i,nt rattenendosi in cordiale colloquio per circa due ore. Nel co rso de ll a conversaz ione sono stati esaminati i -principali problemi che in teressano i due ~esi e sui quali si è mariifestata , a ncora una volta, la piena ident ità di vedute,
li capo del Governo e il cancellie re si sono poi recati nel pomeriggio a visitare i lavori della stazione d i Firenze, la Mostra deU'arti j?:fan ato e lo Stadio Berta. Quindi il Duce ha vo luto deporre una corona su lla Cripta dei caduti fascisti in Santa Croce.
Alle 17, il capo del Governo ha p reso congedo dal canceJliere, dovendo rientrare in Ro ma per :i. It ri improrog abili impeini.
Alle 17. 15, il c:i.po de l G ove~oo è riplrt ito per Roma pi lot:i.ndo il su o t rìmotore.
IL RITORNO DEL DUCE ALLA CAPITALE*
ROMA, 11 110/le.
IL Duce ha atterrato all 'aero porto d i Centocdle alle 18.30.
* Da li Popolo d'ltalt,r, N . I 14, 12 m
193 5, XXII.
IL DUCE E IL MI N ISTRO DELL'AR IA
DENAIN
FIRMANO LA CONVENZION E ITALO -FRANCESE
RELATIVA A LL' IMP IANTO
DI LI NEE DI N AV IG AZ IONE AEREA *
ROMA, 13 11ot1e.
Oggi, alle ore 19, a palazzo Venezia, il Duce ed il g enerale D c nain, m inist ro fr ancese dell'Aria, h anno firmato 1a convenzione italo-f ra ncese relati va all'impianto di linee d i navigazione aere a.
Era no p resenti. i sottoscgrc::tari d i Stato .per .~li Affari Esteri e pe r J'Aero naut1Ca, l'amba.sciato re Aloisi, il generale, scn:itore P iccio, il senato re San d icchi , il gc ncr.1lc Pellegrin i, vari uffic iali su perio r i dell'A ero·
* D ~ li Popolo- d'I111li,r, N 11 5, 14 m:iggio 1935, XXII
nautica ed il seguito del generale Denain, fra cui il suo capo di Gabinetto, Giscard, il direttore dell'Aviazione civile francese, Couhé, l'aviatore Mermoz, nove volte trasvolatore d ell'Atlantico, col quale il Duce :ti è cordialmente compiaciuto.
Di · ritorno da Firenze; Sua Eccellenza il capo del Governo aveva g ià ricevuto, a palazzo Venezia, il generale D enai n, min istro dell'Aria fr ancese, e successivamente l'arnmiraRlio Mouget, comanda nte fa prima Sguadra fran cese, ed il suo St:1.to t faggiore.
UNA NUOVA PROVOCAZIONE ABISSINA
LA LIBERAZIONE DEGLI ARRESTATI DEL BRIGANTESCO ATTACCO AL CAMPO CONSOLARE DI GONDAR *
ASMARA, 11 maggio.
Gli imputat i dell'attacco al campo consolare di Gondar, che, in base agli accordi a suo tempo stabilit i fra il Governo etiopico e la regia legazione ad Addis Abeba, erano stati arrestati per essere rinviati a g iud izio, sono stati rimessi in libertà dalle autorità etio piche
Costoro, com 'è noto, dovevano ris pondere di vart reat i e cioè : violazione dell ' ext ra territorialità de l campo consolare; mancato omicid io del console; ra pina a mano :irmata contro un nostro g regario; lesioni per· son.i. li in danno di quest'ultimo; omicidio dì un nostro .t;rega rio e mancato omicidio di altri due. Essi dovevano, :i norma dei t rattati vigenti fra l'Et iopia e g li altri Stati, esse re t radotti dinanzi al Tribu nale speciale misto e da questo g iudicati
La loro liberazione costituisce, o ltre ·ch e una violazione d egli im pegn i formalmen te assunti dal Governo etiopico negl i accordi intervenuti a suo tempo con Ja regia legaz io ne in Addis Abeba, per la soluzione dell'incidente di Gondar, e quindi un atto di provocaz ione nei nostri confronti, anche una r,a lese violazione dei t rattnti internaz iona li.
• 0:t Il Po/10/0 d'lt11li11, N. 1 1~, 14 m3Fgio 19} ~ , XXII.
PARZIALE MOBILITAZIONE ABISSINA
E NUOV~ MISURE DIFENSIVE ITALIANE
11 COMUNICATO UFFICIALE•
ROMA, 31 noi/e.
Il sottosegretario di Stato per la St:impa e la Propagnnda dirama il seguente comunicato numero 7 :
({ Una parziale mobilitazione del le fo rze abissine e rarrivo in Etiopi:i di a lt ri materiali bellici impongono di adottare nuove misure difensive pu ~arantire da ognI' attacco la sicurezu delle nostre colonie dell'Africa Orient:ale.
« Il Duce, ministro delle Forze Armate, ha q uindi ordinato la mobilitn ione della divisione Grm, Sauo (Chieti), comandata dal geMr.1 le T~rzi:mi
Una nuova divisione-, che si chilmeri't Crm1 S11JJ() li, Ai:ì suta cost ituita, a l comando de l gen erale Torrie ri
« t stata ordinata 13 mobilitnione di un:t tena divisione camicie n er<', che si chiamerit XXI aprile e che 5arà comandata dal g enernl e Appiatti e Jal viceromand:mte con.sole generale Mischi.
« I: .stata ordinata la mobi litazione di u na quarta divisione camicie r.ue, che si chiamed 111 ge11na;o e che sarà comandata dal generale divisionari o Traditi e da l vicernm:mdante generale T~sitore
« In questi ultimi.tempi, fort i a liquote d i ufficia li, sottuflici:ili, comu ni e .specia listi della regia Marina sono st::iti rich i::imati con la norma della precett::iz ione personale.
a E: .stato sospeso il congc<lamento dell a ' le va marillima del 1913.
« A comandare il complesso delle nmt re forze navali d'is!oc:tte nel 1'.far Rosso è sta to de.stin:t to il contr:tmm irag lio Ba rone, che gi;\ arrivato a ]..fassau1.
« Tutte le oper:nioni di mnbilit:rzionc ~i svol:i;ono con assoluta regnlarit?i, senza il minimo inciJ ente ».
* Da I/ Po pol o d'lld!i:t, N . . 131, I i:iugno 1935. XXII
UN ALTRO BARBARO EPISODIO DELLA XENOFOBIA ABISSINA*
GIBUTI, 31.
Notizie giunte dall'Etiopia informano di un nuovo barba ro ep isodio, tipico d ella xenofobia abissina, che aumenta continuamente.
Il 18 corrente, il meccanico cecoslovacco Heliga, mentre si recava al la voro a Ghebi in motociclctta con d ue fi gli, si incontrava con una
• Da li Pop()/o d' /111/i,,, N. 13 1, t ~ iuA:no 193'.I, Xxn.
cotnpagnia di soldati regolari etiopici, il cui comandante g li ingiungeva di fermarsi e farsi da parte.
Nonostante che l'Heliga avesse obbed ito all'ordine spostandosi con la macchina ma senza fermare il motore, i soldati, immaginando che non volesse eseguire l'ordine, si gettavano selvaggiamente sull' Heliga e sui figliÌ:~t~1~0
L'Heliga fu ricoverato al l'ospeda le, dove versa in gravi condi zioni; tutti e due ì suoi figlioli: sono feriti, uno dei qu:il i abbast:inza iravemcnte.
NOSTRI CORRIERI POSTALI
AGGREDITI E IMPRIGIONATI *
ASMARA, 81.
I nostri corrieri che recano periodica merltc b posta al regio consola to in Gondar sono stati arrestat i e im prigionati, il 12 corrente, dagli armati di fa.I Cassa, fra G on dar e Adua. In seguito alle proteste del regio console in Gondar, i co rrieri sono stati rilasciati e restituiti i sacchi contenenti la corrispondenza, che è stata tuttavia t rovata aperta e manomessa.
Non è la prima \1olta· che aggressioni ai nostri corrieri si verificano oltre frontiera. N el marzo scorso, presso Mudi Bado, su lla carovaniera fr1 Adua e Gondu, nostri corrieri vennero assaliti da una decina di persone e depredati e la corrispondenza che trasportavano a ndò in g ran parte distrutta; nel febbraio di guest'anno, carovane postali provenienti dalla Somalia e d irette alla nostra agenzia a Magalo veniva no fe rmate dagli armati et iopici a lammas e lasciate proseguire solt:1nto d opo insistenti reclami fatti d:ill:t regia legazione di Addis Abeba a l G overno etiopico. -
Ciò dimostra anco r:1 una volt:1 lo stato d 'a nimo delle autorità abissine nei nostri r igua rdi e il disordi.ne che regna oltre frontiera.
* D :i TI Pnpoln d'I1alùt, N. 131, l ,i::iu~no 19 35, XXrI .
DUE NUOVE AGGRESSIONI ABISSINE CONTRO L'ITALIA*
ROMA. 3 n olte.
Il µ:io rno 3 1 ma"ggio, un nucleo di armati abissini, nella regione dei Dancali, h a a ttaccato un piccolo posto di gendarmi indigen i, da noi messo a protezione di popolazioni di slocate al confine eritreo. Sono stat i uccisi
• Da Il Pop olo d'ltafirt, N. 133 , 4 giugno 19n, XXII .
t ren ta sudditi indi.J;eni e sono state razz iate alcune mig liaia d i capi di best iame II Comando militare del setto re ha preso le opportune misure di s icu rezza per proteggere Ja zona. ·
Lo stesso g io rno, presso Mustahil (Somalia), un grup1.:io di circa venti u mati h a t entato di oltrepassa re le nostre linee nelle VJCinanze di G ublei. Gli armat i etiopici, all'intimazione dei nostri dubat di non oltrcp:issare le l inee, hanno aperto il fuoco. Da parte nostra si è risposto, infliggendo perdite tt,((l i attacca nti.
L'
INCONTRO MUSSOLINI-EDEN.
UN PRIMO COLLOQUIO DI C IRCA DUE ORE
SUI DIVERSI PROBLEM I INTERNAZIONALI•
ROMA, 24 non e.
L'Agenzia St efani comunicn:
« Stamane, il capo del Governo h:t ricevuto, a p:ib zzo V enezia, il ministro britafllli co signor Eden e si è intrattenuto con lui in cord iale wlloquio, durato due ore. Durante tale coUoquio sono stati esaminati il Patto nav.de ang[o-tede$Co del IR g iugno, i pro_gt:tti Ji :iccorJo aereo ed altre q uestioni che h:in nn fa!1n
•\~<'Ilo della dkhiarnzi one an_i::l o-francr!,('" di Londr:i. del 3 febbrai o».
• Da Il Popolo d'Ttnli<,, N. D I , 2'5 p: iu.i:no 19'5, XXJI.
LA CONCLUSIONE DEI CO LLOQUI MUSSOLINl,EDEN
POSSIBiLITA DI SV ILUPP I D ELL' INTESA ITALO-FRANCO-INGLESE. LA QUESTIONE ETIOP IC A ES AMINATA NE [ SUOI TERM IN I AITUALI *
ROMA, 25 n oi/e
L'Agenzia Stefani comunica :
« li 5ignor EJen ha :ivuto oggi un altm coUoquio di un'ora col capo del G overno. Si sono esaminati j· vari problemi eu ropei e ~i è const,1tato che là linea liss;lta nel comunicato di Londra Jd ; febbraio u.s. e nelle deliberazioni J i St resa è suscettibi le Ji svilup pi , nell"interessc della stabil ità Jclt" Europa. N<:-1 cors.n de lla conversazi on e si è anche csaminat:t b. quest ione etiopic::i »
• Da li Popolo d'/1"/ù, , N . 152, 26 gil1gno 193'5, XXII .
IL CONSOLE ITALIANO AD HARRAR
I NGIURIATO DA SOLDATI ETIOPICI.
UN NOSTRO ASCARO AGGREDITO E PERCOSSO*
ROMA, 10 notte.
Il matti no del 6 corrente, il regio wn.sole ad H arrar, mentre si dirigeva in au tomobile a Dire-Daua, incontrava un gruppo di sold at i et iopici, coman dati d a un· uffic iale, che con parole ìngiuriose e atteggiamento minaccioso cercavano di fermarlo.
N el pomeriggio dello stesso giorno, sempre ad Harrar, si ve rificav a un nuovo incidente. Un asca ro del reg io co nsolato, mentre s i recava all 'ufficio postale, veniva circondato e aggredito a co lp i d i p ietre e di bastoni da una \'e.ntina di in digen i, fra cu i si trovava no anche alc une guardie municipa li e dei soldati in uniforme,
Il regio ministro in Ad dis Abeba h a .t;ià provveduto a presentare fo rmale pro tcst:t :ti Gove rno etiopico per i due incidenti.
• D.1 Il Pv/,vlo d' l 1<1/i<1, N. 165, 11 lug lio 1935, XXII.
PRONTA RI SPOSTA ALLE NUOVE MISURE M ILITARI DELL'ETIOPIA
IL DUCE ORDINA LA MOBILITAZ IONE
D ELLA DIVISIONE «SI LA»
E DELLA QUINTA DIVI SIONE CAMICIE NERE
« I FEBBRAIO »
IL COMUNICATO UFFICIALE *
ROMA, 15 noJJe.
I_I m in istero per la Stampa e: la Propaganda dirama ii segucn_te .com u nicato nwnero 8:
« JI ritmo ticcelerato de lla preparazione militare dell' Etiopia impone di procedere ad ulteriori misure di cn.rattere mi litare.
« 11 Duce, ministro dc1Jc Forze Armate, ba o rdi nato la mobi litazione d ell 11. divisione Sila, c he sarà comandata dal generale Berlini e da l vicecomandante Urruti.
• Da li Pvpolo J'It~li,r, N . 169, 16 luglio 19n, XXII.
«. B stata .1.imultaneamentc costituita u na divisione che si chiamerà S ila li, agli ordini del generale De Michcl is.
« t slah ordinata inoltre (a. mob ilitazione di una quinta. divisione d i camicie nere, che si chi.:imerà I f1tbb r1iio, al com,rndo del generale Attilio Teruz.zi e del vicecomandante M:irg hinotti.
« E in corso 13 ricostituzione di tutte le formazioni camicie ne re al posto di quelle destinate all'Africa Orienlale.
« .li: stato ordinato il richiamo degli specialisti ddl'Arma del genio e degli Jutomobilisti appartenenti alle classi d el 1909, 1910, 1912.
« li ministl"ro ddl'Aerooautica h a. o rdinato il richiamo di altre a liquote di piloti e di specialisti.
« 11 ministero della Marina ha ocdinato la costruzione immediata d i dieci ~mmergibili, ,he saranno varati conl(-rn.r ornneamente nei primi mesi dell' anno XIV».
L'ITALIA FASCISTA
PRONTA A RINTUZZARE LA MINACCIA ETIOPIC A
IL DUCE ORDINA' LA MOBILITAZ IONE
DELLE DIVISIONI « ASSIETTA » E «COSSERIA»
E DI UNA SESTA DIVISIONE CAMICIE NERE, FORMATA DI ITALIANI ALL'ESTERO, EX-COMBATIENTI E MUTILATI
IL COMUNICATO UFFICIALE"
ROMA, 6.
ll ministero per la Sta mpa e la Propaganda dirama il seguente CO· munical'o numero 9:
<t. I n conseg lienza. dei p rtparativi avanzati di mobilitazione Jclk forze" ctio, piche, il. Duce, minìstro deUc Fon.e Armate, ha ordinato la mob i lit:n ione dell e Ji\'isioni Auiett<J dì A5ti e Conerid d i Imperia, comandate rispcttìvammtc da i ,t:cnecali Riccardi e Pintor.
« E slata costituita la Courrid li e, in sostituzione dcll' Auietla', è stata costituita la Trento, rnmplctamenle motorizzata.
« t:: in formazione una sesta divisio ne camicie nere, formata coi volonlari ita. liani residenti all'estero e con battaRlioni mganiò di mutilati, ex-combattenti, cxvolontari, eJ.-arditi della grande guerra Questa divisione si chiameffi TeJJere t" .sar.i comandata dal generale Bosardi.
« Gli studenti volontari snranno con un rapido corso preparat i per inquadrare i re-parti.
<G l"utte le op'°razioni si svolgono con assoluta rcgolal'itl »
_. Da Il Popo/v d'It,,!id, N. 1S8, ? ·agosto 1935, XXII.
TUTTA L' ITALIA IN PIED I INTORNO Al SUO CAPO
IL DUCE ORDINA L'ADUNATA GENERALE DELLE FORZE DEL REGI M E*
11 Foxlio d 'Ordini del Partito Nazionale Fascista numero 141 in data odierna reca :
<( Il D uce J1a ordinato che, in un tempo prossimo, nelle provincie e nelle colonie, abbia luogo l' adunata delle forze del regime.
« N el giorno stabi lito, fordine delle adunate urà dato col suono a stormo Jdle campane delle torri dei Fasci di Combattimento e delle civiche torri delle sirene e con il rullo d e.i tamburi, ai quadrivi delle città e delle campagne.
« Al seg nale d·adu nata, gli iscritti nelle organii.znioni che inquadrano k· forze del regime indoHer:inno l' uniforme e si aduneranno ne lle ri s~ttive sedi o nelle località che saranno indicate dai 5egretad fed e r.1 li. La Milizia si adunerà nelle ,~erme.
« Colorò <'he abit ualmente o temporaneamente risiedono a lr<:slero dovranno telegrafa re :1 1 se,srttario del P. N . F.
« Le forze rima rranno sul posto dell'adunata fino alla mczzanot!C", à. meno che non venga ordinato altrimenti. Gli iscritti alrOpera nazionale bali lla fino alle 21.
Q Ulteriori istruzioni saranno impartite all'atto in . cui sarà ordinat:i l'adunanza i..
• Da li Popol<, d'l t<tli<t, N. 217, 11 setten1bre 1935, XXII.
L'ADUNATA D ELLE FORZE DEL R EG I ME
SARA ANNUNCIATA
A NCHE DAL SUONO DELLE CAMPAN E
DI TUTTE LE CH IESE •
ROMA, 14 nolte.
L'adunata generale delle forze del regime, oltre che <lai suono delle campane dd le torri dei Fasci di Combattimento, e da quelle del le torri comunal i, sarà annunziata dal suono delle campa ne di tutte le chiese italiane
Le au torità ecclesiastiche hanno dato disposizione ai parroci perché, se richiesti, aderiscano al desiderio delle a utorità polit iche.
• Da ·u Popolo d'J1alùr, N. 221, 15 settembre 1935, XXII.
C<;ime è noto, il suono delle campan e dei templi è riservato alle cerimonie di stretto carattere reli,gioso, ma può essere consenti to anche in casi ecceziona li. 1n questi casi rien tra l'imponente raduno di popolo ordinato da.i Duce in un momento così ardente per la v ita del paese.
LA MOBILI TAZIONE GENERALE D ELLE FORZE ETIOPICHE
CONFERMATA IN UNA COMUNICAZIONE UFFICIA LE
DEL NEGUS A G INEVRA
L'ANNUNZIO A G IN EVRA *
GINEV RA, 30.
11 Negus ha inviato al Presi<lent(.' del Consiglio ddh Società dclk: nazioni il seguente telcgramnu, in data dd 28 settemb re:
« L'Eti opia, fermamente e costantt.-mente att.1cc1ta alla pace, continuerà a collaborare con il Cons iglio per una soluzione pacifica st-<ondo il Patto. R ichiamiamo, tuttavi;i, seria mente l'attenzione del Consigl io sopra la crescen te 5ravità Jdl::a m inaccia di aggressio ne ita liana r,er i conti n ui i nvi di rinforzi di trupr:a ed altri prt>par:i.tivi, malgraJo il nostro a tteggiamento p.1citi.co. Domandiamo instantemcn tc a l Consigl io di prendere soUecitamente tutte le misure di precauz ion e per ovviare all'aru;rcssione italiana, poiché le circostanze sono divenute ta li che mancheremmo al nostro dovere ritardando ulteriormente I~ mohilitazione gene ra le, necessaria r,er assicura re la difesa del n0$tro paese. L1 mobi litazione prevedut.1 oon in tralcia i nostri o rd ini precedenti per mantene re le truppe Jont.i.ne da ll.1 frontiera, e confermiamo la nostra volontà di str etta collabora zione con la Società delle nazion i in tutte le circostame»
* Da li P<1/,,J!o d'lt<1li..r, N 2},l, t ottobre 19}5, XXII.
·uNA MENZOGNA TRUFFALDINA*
ASMARA, 30 11olle.
Non è all:i.U-o vero che k truppe lk l Negus siano state r it ir;1tc a trrnta ch ilometr i d alla frontiera. Le loro picco le guard ie sono rimaste dove erano, anzi, in alcuni punti , sono state rinforzate con regolari
• D:a li Poj,o/o d'/J,1/i,1, N . 2}4, l ottobre 1935, XX II .
TUTTO IL POPOLO ITALIANO INTORNO AL SUO CAPO.
LO STORICO DISCORSO DEL DUCE
ALLA NAZIONE ED AL MONDO.
INDESCRIVIBILE MANIFESTAZIONE A ROMA .
ENTUSIASTICHE DIMOSTRAZIONI
NELL'INTERO PAESE
LA GRANDE ADUNATA NELL'URBE *
ROMA, 2 llotte
Lo spettacolo offerto dall'Urbe per la. g rande adunata fasci,~ta si è ìmmcd iata.mente, al primo sibilo di sirena, rivelato di u na imponenza e t ra ndiositi tali da essere consegnato alla sto ria come un atto supremo di volontà di t utto un popolo che esp rime al mondo, nel _ nome dell a sua fede e del suo capo, la concordìa, l'unità d ei propositi, la decisione incrollabile di marciare incontro al proprio destino.
TREDICI ANNI DI CONQUISTE
Tred ici anni di reg ime, tredici anni di organizzazione, d i ed ucazione, di lavoro fascista ; tredici anni di dure, nobili, portentose con quiste, in O$ni campo di attività e in ogni settore sociale; tred ic i anni di p assione, d1 dedizione sempre più cresce nte, sempre più fervida alla causa, che è la causa stessa della patria italiana, si sono o~gi riassunti, hanno preso forma nella fo rmidabile r:i.ccolta d i for ze e d1 spiriti , che se_sna la data di oggi tra le più fulgi de de ll a rivoluz ione fasc ista ·
Tutto il fascìsmo in piedi, stretto attorno a lle insegne del Littorio, compatto e jmpetuoso, animato, sorretto e sospinto d al nome prod igioso di Mussolini, ha ricon ferm ato, nel modo più solenne, l'incoercibile coscienza dei_ diritti alla grandezza ch e la storia g li ha assegnato e che il sangue dei suoi caduti ha consacrato e illuminato con la luce d ella gloria.
Quando, alle 15:30 precise, l'urlo lancinante della prima sirena si è levato ed ha dato il segnale della grande adunata, è avvenuto q uakhe cosa che non è assolutamente possibile descrivere, appartenendo a quegli eventi che hanno pi\J del miracolo che del naturale.
Nell' attimo stesso che la voce della sirena riem piva l'aria , il volto di Roma si è trasformato; si è avuta l'impressione come di u n fremito di una improvvisa bufera, Ma, ad accrescere il ca rattere miracoloso del· l'avvenimento, · fa trasfo rmazione .di Roma è avvenuta con un ordi ne
altrettanto perfetto quanto è stato impetuoso il balzo spirituale con cui il ~polo ha risposto al grande appeUo.
Per ogni strada del ce ntro e della periferia, alla normale tranquillità delle prime ore pomeridiane, accentuata dal maltempo che per t utta la mattinata ha impèrversato con pioggia continua e raffiche di vento, è successo un movimento straordinario di cittad ini, di veicoli d'ogni specie, mentre le serrande dei n,cgozi si abbassavano e dallc finestre, ai balconi, agli angoli dei palazzi sono apparse le bandiere nazional i Tutto questo in pochi attimi, _ment re ancora durava l'urlo della prima sirena,
FIUMANE DI POPOLO
Fiumane di popolo si sono riversate per le strade. Dagli altoparlanti, che a centinaia erano stati installati ne lle piazze e ai crocevia, sono state trasmesse le note della Mttrçì11 rettle e di Giovinezza, accolte d a scrosci di applausi ovunguc, e il c ie lo, in cu i le nuvole si a nd avano diradando lasciando sgorgare una luce cristallina, è apparso solcato da squadriglie di aeroplani, che, a bassa quota, veloc issimi, hanno portato a ll'adunata il saluto e l'incitamento della nostra eroica Aviazione.
. Poi l'urlo della sirena si è ripetuto, per continuare a intervalli re,c:o· la ri a. fondersi con il suono solen ne delle campane, diffuso ,fagli altoparlanti, e con il crepitare e il rombare di tamburi.
L'adunata ha cosl avuto inizio in un'atmosfera del più acceso entu· s iasmo; ha preso subito il carattere delle più impetuose manifestazion i fasciste, le ha assommate in sé, le ha superate tutte, ha fatto rivivere int.era l' epopea squadrista, ha a lzato nel cielo della patria le insegne gloriose, le bandiere della guerra e della rivoluzione, ha risuscitato i canti della passione patriottica donde è sorta la nuova Italia.
La grande attesa del popolo, che di giorno in ,giorno si e ra. fatta più intensa e più insistente, è stata oggi appagata; e l'adunata h? corri • sposto ad un biso,c:no, a un desiderio profondo: quello di mostrare, al cospetto della storia e di t utte le genti, il severo, limpido volto dell'Italia fascista E: stato propr io come è av\'en uto per il tempo: una illum inazione, u no squarciarsi di nuvole, un trionfo di luce.
Man ma no che g li urli delle sirene si susseguivano, la proporzione del movimenlo aume ntava , acquistando di minuto in minuto un'imponenza straordinaria, un tono cosl a lto, da dare ad ognuno il senso p re· ciso della solennità dell'ora, la coscienza della portata storica, decisiva, definitiva dell'adunata.
Selve di bandiere, in breve, hanno tappezzato le facciate d ei palazzi dell'Urbe, che è apparsa fasciata -dal tricolore, come non mai. E gli edifici statali, le sedi degli Istituti di maggiore importanza si sono subito illuminati.
Colore, luce, rombo incessante di aeroplani, coro di campane, di sirene, di tamburi; scrosciare di acclamaz ioni, serpeggiare di macchine e di moltitudini dense. 1:ale il q uadro d i una suggestiv ità unica, che ha accompa,gnato la formazione della colossale adunata.
Dall'alto del Glmpidoglio, ]a storica, popolare campana «Patarina»
~:cc~i'tunto la sua voce severa all'immenso coro, chiamando Roma a
E tutta Roma, con ogni suo quartiere e rione, è straripata all'appello, ha mandato i suoi popolani, i suoi giovan i fas cisti, le sue camicie nere, i suoi balilla, le sue piccole italiane; il ~rande cuore generoso dell'Urbe ha battuto, ha vibrato nell'aria, ha dato all'adunata una uman ità toccante. Ma se nel suo complesso lo s\•olgimento dell'adunata offriva u no ~:pettacolo che non è possibile definire nei comu ni limiti dcll' immaginazion~ e suscitava un senso di sbalordimento per gli clementi J!rand iosi che la determinano e l'accompagnano, i singoli concentramenti delle forze fasciste, dettagliatamente predisposti, davano alla loro volta il senso P.reciso della potenza e della perfezione dell'organizzazione a cui è giunto 11 sistema fa sc ist.:1, nell 'assoluta, mirabile fusione fra gerarchi e g rega ri, e infine la stupenda disciplina raggiunta dalle masse.
A PALAZZO LITIORIO
A palazzo Vidoni, al corso Vittorio Emanuele, cr-J la sede del CO· mando generale dell'adunata; e a l primo segnale, intorno al grande, a ustero edificio, si è iniziato il fervido , incessante movimento dei comandi centrali. Tutti gl i uffici e rano in fun zione intorno a Sua Ecce llenza Starace e ai componenti b. Segreteria e il Direttorio nazionale p resenti a Roma. In comunicazione con tutta Italia , per mezzo della. r adio, .gli ordini si incrociavano; si susseguivano; venivano prontamente esegu iti.
Alla Dìrezione del Partito affluivano le staffette dei Gruppi r ionali dei Fasci di Combattimento del suburbio, recanti al segretario le brevissime relazioni dell'esito, con gli elenchi nominat ivi di coloro che hanno ri sposto al primo appello. ~ontcmporancamente giungevano i telegramm i delle Segreterie federali , che po rtavano le prime notizie e si iniziava .la compilazione del dia,i.::ramma statistico generale, che risulte rà una nuova, imponente anagrafe nazionale.
Questo complesso lavoro si svolgeva ordinato e calmo, senza indecisioni, senza confus ione, perfettamente meccanizzato, malgrado la mancanza di ogni forma di p reavviso.
Personalme nte, il segretario del Partito, che g ià aveva alle 1).20 annunciato l'imminente adunata a me zzo della rad io, ha e manato le direttive generali per il suo svolgimento, indicando piazza Venezia come meta dL tutti i raggruppamenti del popolo romano.
Intanto mig liaia e miAliaia di manifesti venivano ovunque riempiendo le mura di vivaci note multicolori. Essi contenevano entusiastiche affer· mazioni fasciste, riportavano storiche frasi del Duce.
« $e c'è Gualcuno - si leggeva in uno di essi - che abbia la nostaJ. gia dcl tem,PO in cui si parlava dell·1talia come di un" piccolo popolo disorientato', quel qualcuno si convinca che indietro non si torna.»
E in altri:
« Un regime che non è un episodio, ma un'epoca, non s' inchi na più alla sufficienza e alla boria di ch icchess ia e non ammette amicizie se non sul piede della perfetta parità politica e morale »·.
« l'Italia non intende seguire il ca rro degli altri, ma intend e riven· d_icarc d ignitosamente tutti i suoi diritti».
« L'Jtali a fascista non h~ bisogno di render conto di sorta per h. sua poli t ica estera >). -
E la parola d'ord ine de1 Duce « Crede re, obbedi re, combattere» si leggeva ripetuta all'i nfini to. . ·
Ve rso le 17, è cominciata una SC'conda fase dell'adunata: quella de i concen trament i e degli inquad ramenti. Come per incanto le st rade si vuo· ta no; il movimento vort icoso d ei veicol i e dei cittadini ha termine per dare luogo ad un altro s pettacolo di imponenza ancora ma8$iorc: lo
ciandosi, sorpassandosi, alternandosi, verso i luog~i stabiliti in preced e nza per i vari ammassamenti.
Come prendere nota di ciascuna di que-ste colonne? Come segu irle? Come distinguerle ? Come ricord arle ? Il popolo che abbiamo visto poc'anzi scattare, correre, ammassarsi, prepara rsi , ora si presenta nel suo aspetto caratteristicame nte, tipicamente fascista, cioè inq uadrato, Ognuno è al suo posto, ognuno segue il suo gag liardetto.
le voci delle sire ne sono cessate. O ra è il canto degli ita liani, il canto del popolo, che si leva con lo stesso ardore, con lo stesso sign ificato d i serena risolutezza con cui si leva dalle t r incee negli assa lti , dai campi, dalle piane, da ogni an,i::olo d ' Italia nell'ora rovente della vi~ilia fa scista.
Sono l e vecchie canzoni dì guerra, sono gli stornell i arditi, g li in ni del lavoro e del combatt imento : squa dristi, combattenti, lavoratori, giovani, ragazzi, donne, li intonano marciando; e Roma ne ech eggia a lungo, li r ipercuo te, .Ji molti plica nelle sue mura aug uste, li fonde nel suo ciclo, li impone in un sol canto fidu cioso e virile Scende la sera e i corte i continuano a sfi lare con ri tmo serrato, quasi ad esprimere, nella loro cadenza militaresca, la volontà gagliarda d i m1rcia rc ovunq ue, a qualunque costo, dove il dest ino e l' onore chiamano.
Dagli altoparlanti, _gli stessi inni , le stesse canzoni vengono trasmess i e diffusi, assieme con i famosi cori d i V e rdi , che con tanta potenza espr imono l'anima eroica dd popolo.
IL F ANTASTJCO SPETIACOLO DI PIAZZA VENEZIA
Mentre i concentrament i ha nno luogo con ordine e celer ità meravig liosi, piana Venezia accoglie la molt itu dine inneggiante al Duce.
Alle 17,30, essa appa re già colma, come un'immensa conca sono ra. La marea deUe camicie nere si .espande, di minuto in minuto, tutta attorno all'Altare della patria, ai Fori imperiali, lungo le grandi a rterie che fa nno capo a piazza V enez ia La merlatura del palazzo dd Governo appare fantasticamente illuminat a Dal balcone centrale pende un immenso t ricolore e ban diere naz ionali e d i Roma sventolano ovunque.
Come sarà possibile accogliere, no n solo in piazza Venez ia, ma anche ne lla zona di cu i e ssa ·è. cent ro, una moltitudi ne che già ormai trabocca e che s'accresce <:ontinuamen tc di co lonne intermi nabili prove• · n ienti da i Gruppi riona li e da lle varie piazze, dove sono avvenut i i concentramenti ?
Non solo non si è mai visto, ma non si è mai neppure irrunaginato uno spettacolo, un avvenimento di proporzioni simili. Si se nte di far parte d'Un organismo colossale, di cui non conosciamo i ]imiti e di cui soltanto è passibile percepire Ja g igantesca potenza, l'ansito eno rme; si sente che, 1n questo stesso istante, tutta l'Italia è p resente con il medesimo slancio, con Ja medesima passione e un orgog lio commosso domina ogni pensiero, trasfonde ogni individuo in questa massa incandescente, L'ora incalza; il fremito delle moltitudini affretta l'evento: l'Italia è oramai protesa verso la p:i.rola del Duce e l'invoca con u na voce che sembra scaturire dalle viscere stesse della nostra terra.
Piazza Venezia non è che il \'erti<e d 'uno schier:imento materiale e spirituale, che, anche al di là dei confini della patria, ha propaggin i in ogni pa rte d el mondo ove batta un cuore ital iano. Piazza Venezia non è che l'avanguan.lil di quest'adunata senza precedenti; e il popolo romano si è raccolto occupando tutte le ~ randi strade che vi fanno capo, stenden dos i per tutto il corso Vittorio Emanuele, pe r via N azionale , pe r l'immensa zona del Colosseo e del Campidoglio, per il corso Umberto, fino a piazza Colo nna e oltre, verso p iazza d el Popolo e lu ngo la via dd Tritone.
Ma, ai marg ini della formidabil e adun:ita, altri d ensi concent ramenti han no pe r sede le varie pinze dei quartieri della periferia Quan· tità notevoli di stranieri e di turisti sono presenti ed ass istono con un interessamento evidente.
Alle 17.O), la radio sospende completamente la sua trasmissione, in atte~a che il segre ta rio del Pa rtito impartisca gli ordini ulteriori per la nuova fase dell'adunata. ·
Infatti, cinque minuti dopo, alle 17.10, Sua Eccellenza Starace d à l'ordine che il concentramento generale avvenga a Roma , alle 18 .15 p recise, in piazza Venezia, mentre, alla stessa ora, in tutta Italia, le moltitudini adunate sa ranno schierate nei luoghi ,prescelti per ascolt are il discorso del Duce.
L'attesa s'id<'ntifica con una continua e c rescente dimostraz ione, che è pari a lla g ran diosità dell'adun:lta e che, attraverso il canto .de~l i inni fascisti e il suono delle mtisiche, culm/na nel la invocazione al Dlice.
LA FORMIDABILE MANIFESTAZ IONE AL DUCE
Alle 18 30, la vetrata del balcone principale di pabzzo Venezia si dischiude. ·
Mussolini :i ppare. Quel che accade quando la folla vede il Duce, che la saluta col gesto romano, è qualche cosa che rassomigl ia a.Ilo scatenarsi di una tempesta. ·
L'entusiasmo, la passione prorompono con Ja violenza di u~a raffica. Le acclamazioni, Je g rida, p;li applausi non si distinguono più !:. un urlo solo, p rofondo e metallico, lanc iato verso il cielo S' agitano i gagl iardett i, Ie bandiere , i berretti neri, i cappelli, i fazzoletti .
Scrosciano le musiche e sembra che questo coro, questo tumulto di entusiasmo non debbano avere fine, quando ripetuti squilli d' « attenti! » · riescono a ottenere il silenzio,
Sono le 18.35.
Il segretario del Partito, che è a fia nco del capo del Governo, ha ordinato il << saluto al Duce ! » e un formidabile « A noi! >> ha risposto come il tuono.
Con voce altissima, scanden do le parole, il Duce prominci,1 il suo storico discorso.
La folla di piazza V enezia, che ha avuto, fra i mi lioni di ita lian i adunat i in questa memorabile occasione, la fortuna di udire il discorso detto dall a voce del Duce e di seguire il Duce in ogni suo g esto , ha risposto ad ogni periodo, a ogni frase con ardenti, prolun~ate, ovazioni, nel clamore delle qual i si d isti nguevano parole di dedizione, di r iconoscenza, di giuramento.
Prendeva forma così l'immediata , calda, infiammata adesione del po· polo al pensiero e alla volontà d el rnpo. Si realizzava, con u na mirabi le evidenza, l' intima comunione di p roposit i e di fede che fa del Duce la suprema espress ione della nuova Italia.
Poii quando il discorso, alle 18.~0. ha avuto termine con la frase incitatnce-, la moltitudine è apparsa com e una massa incandescente e la m:111ifostazione d'entusiasmo, che ne è seguìta, h a seg nato la massima, est rema, tensione spirituale d ell'adun ata, propagan dosi fu lmineame nt e d a uno st rato a ll'altro dell' inte rminabile ammassa mento e riemp iendo anco ra a lungo, di acclamaz ioni e di c:anti , d i scrosci d' applausi e d ì cori mmditi nel nome del Duce, l'aria dell 'Urbe.
L'adunata si è trasform;i.ta in uno sfilamento _ innanzi a p:ifazzo V enez ia, dinnanzi al quale, succedendo via via :i.Ila folla che ave,•a a vuto la fortuna di trovarsi nella piazza, h anno sostato accbmando, una dopo l'altra, le colonne dei fascist i g ià ammassa tes i nelle strade e nelle piazze relativamente vicine.
Il · Duce, costretto per( iò ad affacc iarsi numerose volte al balco ne, per r icevere la testimonianza S<'m p rc rinnovantesi di t:int.i. de\•ozione != fcdclt:ì, ha visto sfilare dinanzi a sé tutto il popolo rom:ino.
L'ENTIJSIASTI CA ADESIONE DEI CONNAZIONAU ALL'ESTERO
Si può dire rh e dn a llo r:1, fino a ta rda sera, è stato un succeders i d i d imostrazioni. Dopo che, infatti , il segreta rio del Partito ha dato, alle I 9, per radio, da palazzo Venczi:1, l'o rd ine di scioglìmenlo dell'adunata , le colonne dei fascisti e J ctlc or[!:an izzazioni del regime, le falangi giovanili, i cortei dei si ndacati , le Associ:iz ioni comb:ittentistirhc e professionali hanno di nuovo altravc rs:ito l'Urbe, inneggiando a _grande \'OCe al Duce e a ll'ltalia fas..:ista, intonando ancora le canzoni e _gli stornelli squadrist i D opo l '« A noi !» c he ha r isposto all 'o rdine di« S:iluto al D uce! » ripetuto d:il segretario del P:irtito, suoni di. musi che e di fanfa re, ritm i di pass i in cadenza h :i nno echeg_giato a lungo pe r le vie del cent ro e 1ldfa periferia , lo scio_t::limc.nto dell 'adunat:i. è stato anch'esso accom pag nato da ll'u rl o dell e sirene. E dopo che si è comp iuto, im' an ima zione ccce1.iomle Ju. fa tto vibrare la ca pitale.
In tutti era visibile l' entusiasmo sollevato dalle parole d e l Duce, la fede cieca nelle immancabili vittorie, nell'immancabile avvenire d i g loria e d i g randezza della patria fa scista.
Mitliaia e mi,gliaia di telegrammi sono g iunti e cont inuano a g iungere dall'estero alla Direzione de l Partito, recando l'espressione dell' en tusiastica adesione dei connaziona.Ji resident i fuori d' Ita lia.
La mobilitazione civile oggi compiutasi, a prescinde re dal suo significato patriottico_. è una superba affermazione di efficenza raggiunta dal Partito in ogni sua org:inizzaz io ne e formaz ione. Il segretario del P artito ha infatti ricen1to dal Duce l'ordine di adunata esattamente alle 15.10; e lo trasmetteva , come si è detto, da palazzo littorio, a lle 1 S.20, con q ueste pa role :
« li .segnale dell'adunala generale <levC' essere' dato a lle 15.30. Farò una seconda comun icazione alle 17.15 »
Tale comunicazione, anch'essa dal palazzo Li tto rio, è stata la seguente:
« Si;tno impMt iti g li ordini dei grandi concentramenti, che dovranno essere prontì, a lle 18,1), ne lle pinze p rincip~li. Per Roma, a lfa stessa. o ra, dovrà essere pronto i l gran<le concentramento in piazz:i. Venezia».
La terza comunicazione, data da pa_lazzo Venezia alle 19, sciogl ieva, al g rido d i « V iva il D uce ! », fa storica adunata , Con queste tre brevissime trasmissioni , è stata regolata u n'adunata di venti m ilioni di uomi ni, svoltasi in modo superbo, Roma è stata pa ri alla sua trad izione fascista. La Federazione dell'Urbe ha saputo in _pochi m.inuti inquadrare e muovere moltitudini di organizzati ; e l'entusi asmo d1 questi ha dato prova dell'efficacia e d ella profondità della propaganda svofta dalle gerarch ie.
I nfatti, una prim:t sensazione della spo nta nea g ra ndiosità, dell'in~~'~r,1i~~:t:~~i~:i~~~~le~'
T~st!~:t~'.e2eto;d:~~~t~i :~ense, Il popolo ha abbandonato le case e le officine di corsa, raggiungendo immed ia tamente i luoghi designati per il concentramento: .piazza dell 'Esed ra , piazza Navona , piazza del P opolo , piazza Colonna, il Colosseo, p iazza San Giovanni e p iazza. di Siena .
A piazza Navona, presso la sede d ella Federazione dell' Urbe, il di rettorio dei combattent i francesi si è recat o pe r dare all'adunata la propria adesione. Tra l c.- camicie n ere erano i g ruppi d e i sanseP?kristi, <lei senato ri, dei deputati, dei membri de lla rea le Accademia d'Italia. Alla stazione, a l segnale dell'adunata, i viagp;iatori si sono precipitati dai treni in parten za, incolonna ndosi ed a vvia ndosi pe r v ia Nazion ale verso p iazza Venezia.
I reparti dell a ce ntododicesima legione de lla Mili zia, della legione roman:t dei mutilati, l'univers itaria , l'ottava della d ifesa contraerea, la nona fe rrovia ria s i sono concentrate a piazza Colonna.
L'adunat a degli universitari si è svo lta alla Sapienza, sede dell'Ateneo romano La fo rte g iovinezza stud iosa romana, ha effet tuato il suo concent ramento con una celerità addi rittura sorprendente, in meno d i
mezz'ora, improvvisando nel grande cortile, al. cui centro si eleva il monumento agh studenti caduti in guerra, eritusiastiche dimostrazioni al canto degli inni della. patria.
-Alla Farnesina, ove ha sede llstituto fascista d'educazione fisica dell'Opera balilla, gli allievi del secondo corso ( quelli del primo sono attualmente in licenza) si sono schierati sul fronte del palazzo d ell'Accademia, nel momento in cu i stormi d'aeroplanì sorvolavano rombanti nel cielo. All'adunata, cui hanno partecipato circa trecento allievi , fra cui quarantadue piloti d'aviazione, che hanno ottenuto recentemente il brevetto a Caserta, era presente l'on. Ricci, presidente dell'Opera balilla. I giornali romani sono usciti stasera in edizione straordinaria col discorso del Duce e con un'ampia cronaca della memorabile g iornata. li Giornale d' Italia scrive:
« Le ferme e maschie parole chto Mussolini ha detto <laJ balcone di palazzo V,nezia, a venti milioni di italiani ad unati su tutte le piJZze d 'Italia, fi.s.uno nel loro gi usto quadro storico i diritti e la volontJ. che og_~i muovono l'I ta lia nell'impresa africana . Esse non min:icciano .ikuno; ma invita.no tutti g li uomini ancora consci della civilt:ì e della g iust i1.ìa a. meditare sui casi i1aliani.
Al dì l:ì dt'lla· funzione troppe volte provata e <lai rigido form :alismo della legge societaria, che oggi dovrebbe levarsi come U!l terribile d ogma divino, c'è la grnnde, palpitante, inconunibile re:i ltà del popolo ital iano, che, con i suoi quar:intaquatlio milioni di uomini, aspira pure esso ad avere il suo posto al sole.
« Me-ttersi contro questo bisogno italiano significa. mettersi contro la stori a. Significa falsare le sue leggi elementari. Per gli antichi alleati s ignificherebbe anche ripagare con la più n era ingratitudine il sanguinoso sforzo che l'Italia ha sostenuto per la vittoria comune, dalla quale soltanto l'Inghilterra e la Francia h:l.flno tratto i più lauti compensi colonia.li
<0 N ell'ora storica, decisiva di una grande nazione, qu1ndo chiara è fa CO· ~ienz:1 del diritto e della giustizia, non ci possono essere che linee diritte Jì azione e problemi. netti ed element:i.ri di vit.1 . Tale è il momento italiano.
« L'ltalia no n rifiuta di riconoscere i trattati, m.1 riliut.1 di soffocare b. sua vi1a in nome di principi convenzionali g i.ì molte volte dimentic::i ti e funzion:rnti oggi non per ·1a giustizia, ma per l:i. difesa degli altrui evidenti interessi imper ia li.
« La parole di Mussolini fi. sSJ:oo nelle le posi1.ioni ed i propositi italiani ».
li LAvoro Fascista dice che il popo lo italiano ha ogg i, nell°arma , a un tempo solenne .e vibrante, indicatagli dal regime con l'ordine d i adunata generale, d imostrato ancora una volta al mondo b. sua compattezza, Ja sua disciplina esemplare, la sua incrollabile fedeltà a l Duce e alle mete che egli ha fissato per la grandezza della patria, e aggiunge:
.i l'adun ata ordinata dal capo per i fasciHi d'Italia ha trovato pronto, entu• siasta, unito in una sola fed e, t_utto il popolo italiano, tutta questa f::Ìgantes<a fa. miglia di cinquanta milioni di individui, temprati da una medesima vita, sorretti da una sola, grandiosa tradi1.ione, indissolubìlmente legati Ja uno stesso destino, che tutti siamo risoluti a conquis tarci.
« Tutta l'Ita lia oggi, col cuore e la mente rivolti a Roim, ha proclamato ancora una volta, imp.areggiabilmmte, insieme con la devozione al capo, e in 1>1tcsa della Sua parola tli comando , la volontà di una stirpe di eroi di proseguire it)esorabilmeote per l:i via eh~ i suoi m ig liori le hanno additato ».
DE BONO ADDITATO ALLA GRATITUDI NE
D ELLA N AZ IONE PER L'OPER A COMPIUTA
E PROMOSSO MARESCIALLO D'ITALIA.
LA N OMINA DI SUA ECCELLENZA BADOGLIO
AD ALTO COMMISSARIO PER L'AFRICA ORIENTALE*
ROMA. 16 notte.
Con la riconquista d i Maca ll è, l'alto commissario per l'Africa Orientale, generale Dc Bono, h :i. esaurito il compito che g li e r:l stato affid ato.
Il D uce g li ha mandato un telegramma, nel qu:ilc, considerando u lti- :f:3~ i~sr;~s:i?~eci~~!sfaennze;a~!tr~~a!~~~; ~l~jt ~t~o~ i r~:h:~r:;~1 ;~ additano alla sratitud ine della nazione».
In segno di riconoscimento detropera com piuta con b r iconquista e b pacificaz io ne de l Tigrai, Sua Maestà il re, accog li endo la p roposta del D uce, ha p romo sso il genera le De Bono a maresciallo J'ltalia.
A sostitu ire il ,i::enerale De Bono ndla carica di alto comm issa rio pe r l'Afr ica Orientale è stato nominato i l maresciallo d'Italia Piet ro Badoglio.
* Da Il Popolo d' /1,1/i,,, N 281. 17 noveffibre 193'.i. XXII.
LA GRATITUD INE AL D UCE DEL MARESCIALLO BADOG LIO*
R(?MA, 19 notte.
Al D uce è pervenuto il seguente ·telegramma i nd irizzato dal marescia llo ~adogl io da bordo del S(lnni o all'atto di lasc iare l 'Italia : ·
« N el lascia re l'Italia per raggi ungere l'Eritrea, des idero t"sprìmcre a Vostra Ec-cellcnza i senllmcnl i della mia profonda gratituJine per avermi dato modo di servire :inco,a p er una volta, agli ordini dell'Eccellenza Vostra, b Gtusa <ld l'ltalia fo scisla nelle terre d"olcremare.
· « L'opcrn felicemente iniziata sad portata a compimento se-condo la volontà del D uce e nello sforzo che uni sce in un sol blocco Ji fede e J i passio ne popolo, soldati e camicie nere
BADOGLIO I).
* o~ Il PQpolo d'ltalù,, N, 284, 20 novembre 1935, XX II .
IL DUCE COMINCIA CON IL GESTO DEL SEMINATORE
LA VITA DEL NUOVO COMUNE DI PONTINIA
I BONIFICATORI DELL'AGRO CONSEGNANO· AL DUCE, FRA ENTIJSIASTICHE DIMOSTRAZIONI, LA LORO OF FERTA D 'ORO ALLA PATRIA
PONTINIA, 18 no ft e
11 18 dicembre è già una g rande data nei novissimì annali dcli' Agro Pontino. In questo giorno, nell'anno XI, ebbe il suo battesimo Li ttoria , primo comune sbocciato dal cuore della palude redentà. In questo stesso giorno, n ell'anno XII, furon o i naugurati nuovi borghi con ottocent ocinquantuno case coloniche, e, nell'anno XIII, fu creata fa. no v.1ntatreesima provincia d'I talia . Oggi, infine, 18 d icembre dell 'anno XIV. ·Pont ini:! ent ra nella famig lia dei comuni italian i.
M_ai, però, .avrem!n~ immagina~o che una d~ta così ~ara ai p io nieri e agli abitatori pont101 fossc destinata a divenire · un giorno un1 da ta storica e sacra per l'intero popolo it:il iano, a confondersi con la « g iornata della fede » cd aurcolarsi, così, di ciuella stessa fulgida foce d i cu i oggi s' accende, in ogni lembo, la p atria, riverberando di sé il mondo ottenebrato.
Quèsta nascita di Pont inia segna, dunque, un'altra vittorios:i. tappa nd la redenzione dell'Agro Pontino e s'inquadra, al tempo stesso, nell'ora storica che viviamo, assùrgenJo a l significato <li una solenne affermazione di fede.
A un mese di distanza dall'ini zio dell'assedio economico, l'Ital ia fascista, mentre da un lato, con la cerimonia mistica cd austera de ll' offerta. defli anc!U nuziali a lla p.1tria, che accomuna in un unico sent imento 1 augusta reg ina, prima ad ascendere l'Alt:irc d ella patria, con l'umile popola na inginocchiantesi commossa sul piccolo monumento ai (:lduti del borso n atio, riafferma in facc ia al mondo la suJ. incrollabile volontà di resiste re alla congiura d elle forz e avverse, da un altro lat o dimostra, con il battesimo di Pontinia , come nulla abbia potuto turbare il ritmo possente della sua vita, e come, a dis petto ùcgli assediant i, essa sappia, non solo difendersi e re3gire, ma a nche procedere, sempre p iù sped ita, sul cammino delle sue pac ifiche realizz azio ni.
l a nascita di Pontinia, infine, nell 'ora stèSS:'!. in cui il t ricolore S\'entola sulle conquistate terre <lei Tigrai e della Somalia, viene a chiarire, se ancora fosse necessario, le necessità mm.ne, indifferibili e impe u tivc, e quelle storiche e militari, da cu i è" stata generata la nost ra impresa a frica na: quelle stesse necessità che ci !unno indotti precisamente a ri~attarc e utilizzare, con uno sforzo eroico, ogni zolla del territorio naz1ona.lc e d;ire pane .e lavoro :i migliaia e migliaia di famiglie.
* Da Il Popo/e; d'It,(lia, N. 3H, 19 dicembre 1935, XXIL
« NOI TIREREMO DIRITTO! »
La giornata s'annuncia poco promettente. Partiamo da Roma sotto un cielo plumbeo e la pioggia ci accompagna lungo la via Appi:i. sino all'Agro. Ma sono gueste le giornate che mettono a lla prova, con un collaudo severissimo, il successo della bonifica pontina.
Sotto la cappa grigia del cielo l'Agro si distende tra nqui llo, senza uno stagno d'acgua, con tutti i suoi campi emersi da quella che fu un giorno la palude, diffondendo tutt'intorno un chiarore quasi fes tivo, in cui il c ilestrino delle case nuo~e, sparse a mig liaia , assu me toni teneri di-pastello. ·
L'acqua è ormai pri~ioniera n ei 1;randi canali, che intersecano la pianura come lucenti nastri metallici e non potrà p iù mortificare la terra riscattata. Lun~o la via Appia i paesi sono imband ierati per celebrare b. « giornata d ella fede» e s:dutare il passagg io del Duce. A Cisterna, <:'gli passerà sotto archi e pavesi trico lori, dominati da una grande st riscia di tela, su cui spiccano a caratte ri cub itali le parole: « Noi t ireremo d iritto!». ·
Tutte le case colonich e d ell'Agro sono in festa, imbandierate e tappezzate di m:inifesti con i motti mussoliniani più significativi, esaltanti ' il lavoro delb terra e la gente rurale. la prima tappa è a lla stazio ne di Littoria, ove sta sorgendo un grande zuccherificio. ( +)
L'ARRIVO DI MUSSOLINI
Alle 9.30, Mussolini giunge nella località in cui si sta costruendo lo zuccherificio. ERli indossa l'uniforme invernale di orbace ed è accomf,~fen~~ot1:i'ai~;m isSl rio dell'Opera nazionale dei combattenti, ono re -
Ossequiato dalle autorità, passa in rivista ,gli operai addett i al lavoro, che lo accolgono con un ent llsiastico << A noi! ». Egli chiede informaz ioni sulle cond izion i <li vita dei lavoratori, a favore dei qua li fa dist ribuire una somma, Poi, dato un rapido sguardo a i grafici degli impianti esposti in una baracca, sale di corsa sull'impalcatura del grande edificio in costruz ione, su cui è issato un grande cartello con la scritta: <e Duce a noi! »; e, ragr,iuntane la sommità, chiede ragguagli sull'!3-ndamento dei lavori.
I dati vengono forniti al Duce dal commendator Cianciarelli, procuratore ~encrale dell'impresa esercente la nuova industri:1.
Lo stabi limento, ai lavori del quale sono adibiti circa quattrocento ~rcr~~· :~:tru~!~~:~toi:r~tatr:lc~:som:~e,di~~;~ie s~~nu~u~~io~t:1d~chci;;t~ metri, con un a cubatura di sessantasettemila metri cubi . Potrà lavorare quindicimila quintali di barbabietole al giorno, con 1.1na pcodu zione di ottocento q uintali di zucchero.
Le barbab ietole vecranno coltivate sul posto. Si comincerà nel p ros-
simo febbraio, su una super.ficie -di mille ettari. In un secondo temp~. sorgeranno la raffi.neri.a e la distilleria .
Questo zuccherificio è fa prima industria che sorge nell'Agro Pontino e conferma la vitalità economica e la capacità produtt iva cfella p ro,·incia di Littoria ad un anno appena da lla sua creazione.
Il Duce si compiace dello sviluppo <lei lavori e della metodica realizzazione dell'iniziativa e si allontana tra rinnovate acchimaziOni degli operai.
Presso la stazione dì Littoria, davanti alla Casa del Fascio, è sch ierato un reparto di militi e di giovani fascisti, che elevano possentemente il saluto al Duce.
Più in là, ai limit i di un campo O\'e si 'dispiega un vasto ammassamento di bufale, che i contadini hanno tutte infioccate e inghirlandate, i butteri eretti sulle loro cavalcatu re, con il pun,golo innastato nella sinistra, sollevano il braq::io nel saluto romano. Dalle soglie delle (lSe coloniche donne e fanciulli si avanzano Yerso fa strada gridando fes tosamente : « Duce! Duce ! >).
LA TERZA ClTIA DELl'AGRO
Si ritorna sulla via Appìa e si prosegue fino all°ottantesimo chilometro.
Sulla destra, a qualche centinaia d i metri dalla _grande strada roman3, sorge Pontinia. la terza città dell'Ap:ro, ad un anno preciso dalla posa della prima pietra, è C]Uasi ultimat:i , Manca ancora Cjll:llche edificio in istato d'avanzata costruzione. Ma il nuovo comune, nei suoi clementi essenziali, è in piedi, la pietra di fondazione, che Mussolini pose il 19 dicembre dell'anno XIII, sembra essersi moltiplicata come un seme miracoloso, dando vita e forma 3 case, pal:tzzì, strade e piazze.
L'architettura del nuovo comune è di uno stile moderno, sobrio, quasi sereno. e di fr czzotti, il costruttore di littoria. Il palazzo comunale, dalle lince severe, nitide, con la sua bella torre solida, domina imponente 1a vasta, quadrata, piazza XXVIJI ottobre (su cui s'affacciano, già compiuti, g li edifici delle Poste e dei Tek,c;rafi, del q,:>pol:woro, del cinematografo, Jell'albc rgo e le sOrJ:;e nti «mura» de ll' Istituto nazionale delle assicurazioni), dalla ~uale partono i viali del re e del Duce e sì ramificano le arterie cittadmc int itolate a,gli impcratorì, ai consoli romani, ai pontefici, agli studiosi precursori della redenzione f.ontina.
Sull'ampio portale, sormontato ·Jal!o stemma araldico de nuovo comune, sono incise, nel travertino, le scgll e nti parole, che sanno più di ammonimento che <li commemorazione:
« Regnando Vittorio Emanuele lii - Duce &:nito Mussolini - il 16 dicembre Jelran no XIV era fascista - trentunesimo giÒrno (lcll'.:useJio economico - Pontinia - terza città. fon<l:i.ta nell' Agro r edento - iniz.ia la s u:i. vita consa.· crando la vittori:i. dell'Italia fascista - sulla. ribelle mortifer.t palude - mentre k· legioni di Roma - sorrette dal la volontà indOm3bile del popolo it.tli:m oconquistano all:1. patria - nel continente afric:ino - con l.t spada, l'ar:i.tro e H piccone - una nuova provincia».
La bella p iazza si è inaugurata con un'adunata im ponente. D all' alba essa ha accolto, in un pellegrinaggio festoso, le rap presentanze di tutti i comun i <leJla prov incia di Littoria: i podestà, i seg retari del Fasci, tutte le ge,archie locali e h• va rie organizzazioni fasci ste convenute in ordinate schie re con le loro musiche e i loro vessilli.
L' ENTUSIASTICO SALUTO AL D UCE DEI PIONIERI DELLA BONIFICA
L'attesa della moltitudine è durata impaziente per qua lche ora e all'arrivo del Duce, annunciato dagli squilli delle t rombe, esplo de in una formidabile ovazione.
Un damore assordante di acclamazioni, di canti ~uerrieri , di suoni marzial i s i leva a salutare il capo, che, disceso dall' automobile, sosta pe r un a tt imo dava nti al portale d'ingresso del pa la zzo podesta ri le, i cui batten t i sono chiusi e compie il ~esto simbolico della loro apertura.
Dopo a\,ere ammirato la bella facciata, davanti alla quale troneg· sio.no clue tratt rici, il · D uce _ si reca a visita re il munic ipio, acca mpa· gnato dal primo podestà di Pontin ia, dottor De Rosa, e da tutte le autorità, alle qua li si sono aggiunti i pres identi del Senato e de lla Came ra, o norevoli Fede rzoni e Ciano .
Dopo u n rapido giro a i vari uffici municipali, il Duce, nella sala consolare, riceve, d alle mani del podesta di Tortono., lJ bandiera nazionale, offerta alla nuova città del popolo tortonese, che s i vanta discendente di una colonia romana d'o rigi ne pontina.
ll p residente dell'fstituto di studi romani fa omaggio a l D uce di un volume sullo. bon ifica delle paludi pontìnc.
Dalla piazza, inta nto, le acclamazioni giungono a raffic he sempre più intense. Un'invocnione appassionata sovrasta il clamore: « Duce! Duce ! Duce ! ». Rispondendo all'appello del popolo, Mussolin i lascia fa Ca~a comunale e nappare sulla piazza, accolto da una nuova ovazione.
E,c:li monta su un palco, ove è ad attende rlo il vescovo di T erraci na, monsignor Navarra, col C1pito lo. ·
La folla si p rotende verso il Duce in un im peto di amore, levando in a lto la selva dei vessilli e cent inaia di cartelli, che recano scritte fras i d 0 cntusiastico saluto a l D uce e che attesta no lo spi rito con cui anche i rura li dd l' Ag ro P.ontino sono armati per la più tenace resistenza contro l'iniquità dell'assed io econom ico.
Sulla sommità de~li edifi ci che guardano sulla piazza s i leggono altre scritte: « Duce l'Ital ia è in piedi». « Duce l'Ita lia è con te ».
Ai p ied i del palco si schie rano le madri e le vedove dei caduti, ch e, rappresenta nti d elle donne di tutti i comuni pontini, hanno recato al Duce la propria o ffe rta e quella d elle Iorn compagne. Su lla tribuna ove sono le autorità prende posto anche il labaro del comune di To rtona.
NOBILI PAROLE DEL. VESCOVO DI TERRACINA
Monsignor Navarra, con gesti solenni, procede alla benedizione della nuova città. Quindi pronuncia un elevato e infiammato discorso. Dopo avere invocato per· la nuova città il benessere, la prosperità e J.i pace, il prelato esalta l'unione incrollab ile di tutti gli italiani al Joro Duce; ur,ione che oggi, a un mese di distanza delle criminali sanzioni, assurge a una manifestazione ancora più alta e consapevole.
« Coloro che si illudono di piegare, comunque, il nostro porulo - soggiunse mon5ignor Navarra - si ingannano, o Duce! Essi compiono sfor,zi vani, perché i tempi per l'lta]ia sono mutati. Oggi l' Italia è fascista e il cuore di tutti g !i italiani batte alrunisono col vostro, e lutta la nazione e pronta a qualunque- sacrificio per il trionfo della pacl!' e r.ld la ciYihà romana C' cristi ana».
E il Vescovo, tra g li scroscianti applausi deUa foll a, conclude:
et Jddio vi benedica , o Duce. Vi sostenga nel giorna litro, titanico kworo e vi conceda che, come voi oggi assislt tc a un'altra vittoria del l.woro, possiate :rnche assistere ~!!a vittoria, che non può mancare, delle armi ìtalia.nt ».
Le nobili parole del Vescovo, continuamente interrotte da a pplausi, sono .soffocate da un'acclamazione im petuosa quando si rivolgono a D io per invoca re la benedizione sul Duce.
LA RELAZIONE DELL'ON. CROLLALANZA
Prende qu indi la pa rola !'on. Crollalanza, il quale, dopo aver rilevato lo spettacolo superbo di v irile resistenza e d i se rena certezza che fa nazione offre al mondo nel trentunesimo giorno <lcll'asscd io economico, sottol.inca l'importanza che assume l'inaugu razione di Pontinia e soggiunge; ·
« Dopo aver risratlato p:ilmo a pa lmo, con le opt·re di bonifica, i territori improduttivi della penisola e delle isole, a llo scopo anche di soddisfare, nci limiti del possibil e: alla crescema demografi.ca dd!a nazione, diamo oggi, con la reJen. ~.ione dell'Agro Pontino, nd quale vive già una popolazione di oltre sessantamila abitanti, la più eloquente testimonianza dello sforzo gi~antesco compi uto da l regime sul territorio nazi on.1 lc, per assicurar, pace e lavoro al popolo iuliano.
« Dai monti lepini eJ Ausoni a l mare, da l promontorio del Ci rceo a lle ultime propaggini dei colli lazfali, l'immensa regione si presenta già profondamente trasformata.. Quella che era, alle porte di Roma, una vcrgo!=na nazionale, è diventata, ne,J giro di pochi anni, una superba reahzzazione delritalia fascis ta, ind issolubilmente legata a lla storia del progresso e capace, da sola, di indivi d uare la civiltà del tempo di Mussolini.
« Nella titanica impresa, per q uanto , manchi ancora un preciso coordinamento
di tu tt i i J ati, fr a quote C contributi a carico del lo lato, Jq;li Enti, Jei pri ati, si p uò calcolare che sia impegnata un.i spesa di o lt re un mi lia rdo e mezzo
t< Per la realizzazione ùi essa hanno opèrato, agli o rdini vostri, con pa~sione e con fede sicura, i Consor:d della bonificazione pontina e quello di Littoria, l'Opera nazionale per i combattenti, il commiss:1riato delle Migrazioni interne, l'Istituto antimalarico pontino p rima e la Croce Rossa poi, la Milizia N:izionale <;! Forestale, le U niversità agrarie e, nei limiti ddlc lo ro possibilità, i singoli proprieta ri.
"'Dagli sfoczi tenaci di questi Istituti, in nobile gara d 'emubzione fra dì loro, dalla fatica fC'to nda degli operai e dei colo ni, dalla vo lontà preci sa e ch iaro: veggente con c ui voi a vete guidato l'impresa, è balzata fuori la r ealtà s up erba di oggi, della ~ua le possiamo sintetizzare gli aspetti con le cifre più significative.
"'Sulla Suf)frficie territoriale dell'Agro, che si aggira sui s<:"tta nta,·inquemi la ettari, e dalla quale bisogna detrarre qudla occupata dai laghi, dai corsi d'a cqua, dalle strade, dalle c ittà e dalle borgate, i Co n~orz i di bonifica hannò intessuta una vastissirna rete di co llettori e d i canali, che è valsa a rrosr iusare compk1a· mente quelle che furonn le paludi pontine.
« Su ta le superficie ri~u luno ,::i:i. appode rati circa ci nquantamila et!ari, dei q u ali ben l'ottanta per cento dall'Opeu nazionale per i combattenti, e costruite 2173 cm~ colo niche dall"Opcra e st·icento da llt: Uni ersità e da i privati. D a.i:;li Enti interessati sono stati anche costruiti cinquecento chilometri d i strade Ji honilica e quattrocento ch ilometri dl strade podi:rali ed inte_rpoderali. ·
« S ul te rrito rio dell'Opna nazionale per i combattenti, ammontante .ad oltre qu;1rantamila e ttari, prima ddla bonifica si re,i:;istrava una superficie seminativa del venti per cento ed u na popolazione agricola cli una unità per chilomet ro quad rato, rari aJ una unità lavout i..,a per ogni (cntocinqua nta e tt:id. O~i::i, su t:tle terri torio, si ha una superficie seminativa dell'ottantatrè per cento, con una popolazione agricola d i c inquantasctte rcrsone, corrispondente a 0,4 unit.i p e:r ettaro, con un carico di OCstiame bovino di 16.470 unit.ì, che si puè> calcolare ripa nito in ragione di Jue quintali ad C'tlaro .
« La produzio ne d<.'I frum ento, che, nel 1932, fu Ji ventisettemi la q uinta li no nostante le condizioni sfavorevoli locali <lcll'ultima annata :t8ricola, salit:i, nel 193), a centodiecimi la quintali, con una res,1 .li quintali 12, l per e tta ro e con punte- <li trentuno qu intali ~r elt3rO
<i Non meno sig nificati..,j sono i dati c he si riferiscono a lfa lotta an tim al arica, d fi c1eemeote condotta. dalla Croce Rossa Ita liana. Mentre nel 1932, con una popo lazione di poco più di quatto rd icimila unità, si registravano quarantasette d ecessi, nel 19n, sino a l }O ottobr e, con una popo la.zione Presente d i Se5santaduemila persone, non si è verifica to alcun caso di mortC' )). ·
Accennato, quindi, all'opera che ancora resta da compiere, !'on. Crollalanza cosl conclude:
(< Duce! Co n l'attuale cerimonia, con le rC'll lizzazioni che oggi abbiamo registrate, con le ulteriori mete che vo i ci avete fissato, l'Ita lia fa scista testimonia al mondo la su a i nesa uribile vitaliU, la. tenacia: dei suoi p roposi ti, l'arditezza d elle sue battaglie, ed, infine, la volo ntà decisa cli persistere, nonosta nte le coalizioni inte rnuiooali, nella marcia che la condurrà ad un sicuro primato, degno del suo passato, ma, più ancora, del s uo certo e luminoso avvenire »
IL FIERO INCITAM ENTO DEL CAPO
Dopo l' applaudita esposizion~ d ell'on. Cro llalan za, il Du~e fa cenno Ji vole r parJare. La piazza echeggi a di una ovazione ardente, che si r.Jaca d ' improvviso. Il silenzio è solenne Tutti i cuori sono protesi verso il Duce che parla.
Continuamente interrotto da · applausi, il discorso del Duce, che ha parlato con voce squillan te ed an:ento energico, è salutato, alla fin e, da una dimostrazione interminabile.
La moltitud ine s i solleva e si protende verso di lui come un m are. Tutta la passione del popolo fiammegg ia in questo momento intorno al capo, in un tr ipudio di vessilli, in un clamore di canti, in un coro al· t issimo : «Duce ! Duce ! Duce ! >>.
Ai lati della p iazza, d ue palpitant i siep i di piccole italiane, schierate sulle impalcature dei palazz i in cost ruzione, so llevano simu ltaneamen te gra ndi lettere formanti, nel loro insieme, il g rido di amore di tutti i · fanciulli d'Ital ia : << Duce ! Tu sei il nostro cuore !». Jn guesto momento il t ricolore viene issato sulla to rre del comune.
Il fiammante d rappo si s pieg a al vento con un fr emito fest oso, salutato d a mi.gliaia di voci accia.manti e dal canto di tutte le battagl ie e di tutte le vittorie mussoliniane: Gio vinezza.' Le nuov issime cam pane di Po ntinia aggiungono i loro rintocchi squillanti al clamore g iocondo e marziale che continua a salire dalla p iazza, sempre sormontato dal ritmo potente di due sillabe: « Duce ! )>.
LA SACRA OFFERTA DELLE FEDI
ll.frntrc la Jimostrazione che saluta fa nascita Jì Pont inia e il suo . artefice prosegue, si inizia sul palco il rito della « giornata dell a fede ».
Il vescovo di T e rracina apce la serie d elle offe rte d ell 'oro alla p~t ria: si _tog lie dal dito l'a nello pastorale e lo consegna al D uce, t ra ,..,_ vissimi appfausi, Q u ind i f o n . Crollalanza, a nome dell"Opera nazionale dei coml::iattenti, offre centosedici ,t;rammi di oro, rap presentati da vent isette medagli e con fer ite all'Opera stessa per le sue beneme renze e dalla spiga aurea di grano , che le fu conferita qu ale premio del D uce in ocèasione della Mostra romana. del g rano dell'anno 1926
Poi sfilano. le rappresentanze f emm inili di tutti i comuni della nuova provincia. Ogni donna reca in un elmetto di guerra, adorno d i nas.tr j tr icolo ri e di foglie di lauro, l'oro o fferto da l proprio p:tcse. Mussolini ne vuota il pre zioso contenuto in u n g ran cofano ornato di elmi e d i baionette.
Talvolta _c:l i elmetti sono cosl colmi ch e il Duce li most ra alla folla: Sono in essi og~etti e g ioielli di ogni gene re e di ogn i va lore ; anel\1 e ca tene, orolo;.-:i cd orecchini, penc!agli e spi lle, medag lie e c1ondoil : t utto o ro di cui si adornava questa umile gente de i ca mpi nei gio rm di festa.
E oggi che essa se ne priva, è pure giorno di festa, festa di fede e d'amore, a g iudicare dal sorriso di letizia e di fierezia insieme, con cui ogni donna _presenta il suo dono.
Per lo più sono popolane, le semplici e ·sane donne delle n?stre campagne, qu('lle che dalla nascita vivono nell'Agro e che si sono p resentate nei loro ·pittoreschi costumi e quelle venute da poco da altre provincie, a dividere con i loro mariti la dura opera d ei coloni e dei pionieri, Donne dai -volti abbronzati e solcati da rughe, çhe conoscono l'asprezza e la g ioia del lavoro quotidiano, Esse danno lietamente H loro oro a ch i ha assicurato lavoro e pane ai loro figli, Qualche episodio suscita brìvidi di commozione e fiammate di entusiasmo.
COMMOVENTI EPISO OJ
Una Jonna offre al Duce una medaglia. Mussolini 1a mos tra alla folla dicendo: «n Ja medaglia del figlio cad uto in guerra ».
I presenti accia.mano, e g li applausi si ri petono, quando il Duce mostra la coUana del vescovo di Gaeta, la medaglia d'ar~eoto d"un alt ro . caduto,_ una sfavill ante colla na formata dalle « fedi >> di tutti ·gli abi·tanti di un comune, glì elmetti pieni d 'oro di Saba udia, di Litto ria e di tut~i i borghi d cll' Agro, il ricco medagliere d el Nastro azzurro d i Terracma.
Una contadina si toglie J;li orecchini e li porge umilmente a l D uce, con un gesto che sembra dire: « Non ho altro ». Una vecch ia di Se rmoneta, dai capell i bianchi, scopre, sotto un misero sc ialle , il petto decorato di medag lie di guerra.
Mussol ini la presenta alla folla: « Tre figli morti jn guerra », eg li dice, ed abbraccia la vecchietta tra una salva d'appia.usi. Un' altn donna offre una medaglia d 0 argento e Mussolini mostra anche quest'altro segno del valore colle .seguenti parole: « E la medaglia d 0 un cad uto in guerra, comandan!c di un reparto di arditi)). Poi è la volta d ' un balilla, ,he offre IJ. sua catenina; e di una piccola italia na, che si presenta a fare la sua offerta in un originale, Jc~giadro costume. Mu ssolini ammira la piccina e la presenta alla moltitudine dice n do; « E. il costume d i Littoria>>.
Il nuovo costwne delJe donne e de lle fa nciul le lìttoriane è formato da un g iubbetto nero con fascic dorate e da una gonna nera, da un coperto e da un g rembiu le azzurri con spighe dorate, da un fazzoletto legato alJa nuca con un piccolo fascio di spighe.
~11~ fin~ ~elle. ofJerte, il segretari~ fed_eralc ann_uocia i risultati : 1a provmc1a d1 Littona ha dato alla patna ch1logramm1 novantatre di oro, oltre a una cospiata quantità di argento e di altri metalli. ·
. L'annundo viene salutato da una prolungata ovazione. L a folla g rida al Duce: « Se non basta, ve ne daremo anco ra! Siamo pronli a 24. • XXV11.
dan•i tutto! ». E dalle parole passa immed iatamente ai fatti: uno della folla si appressa al palco e porge a Mussolini la su:i. nuova offerta d ' oro.
L'esempio si propaga fulmineo. Decine e de<ìne di persone, uomini, donne, fanciulli, si appressano al palco e consc~nano nelle mani d i Mussolini, che è costrett~ a restare per alcun i minuti giriocchioni per potere raccog liere le offerte che gli porgono centinaia di mani, medaglie, a nelli, catene, orologi
Un ragazzo, mostrando un orologio grida: « Duce, è oro!», e fa di tutto p er salire i gradini d ella trib una nel desiderio di consegnarlo egli sk.5so al Duce. Fermato, perché non fosse interrotta la regolar ità dell'affiusso dei nuov i offerenti, egli ritorna sulla pia:z.za e di nuO\'O, rivolgendos i al Duce, supplica che voglia dare ordine che lo lascino passa re.
La preghiera è accolta e, con indescrivibile gioia, il giovanetto può, fin aLnente, rimettere proprio a l Duce il suo· oggetto d 'oro.
Un ex-combattente, riuscito a g iunge re anche Jui sotto la tribuna, esclama commosso: « Duce, vivo da lunghi anni all'estero, e sono , •enuto in Italia per potcr\'i vedere prima di morire». E cosl dicendo, consegna la sua medag lia al valore.
t uno slancio che commuove e che ci fa sentire, in tutti la sua bdJezza, la spontaneità co n cui il popolo italiano risponde in q uesti giorni aJl'ap~Jlo d ell a patria.
LA PREMIAZIONE DEI COLONI FRA RINNOVATE ACCLAMAZIONI AL DUCE
Al rito della << fede », segue la premiazione dei coloni.
Seicento nuovi pionieri· dell' Agro Pontino sfi lano davanti a l Duce e ricevono dalle sue mani una busta contenente la somma di lire m ille, prima. rata del premio d 'incoraggiamen to .
La cerimonia si svolge upida, mentt'e la folla Slluta fes tosamente i nuovi coloni , prim i abitatori di Pontinia, i quali, occupate le case coloni che sorte da poco nel territorio del comune, si sono post i già al lavoro per rendere f ertili i poderi.
Tra rinnovate acclamazioni, il D uce lascia il .palco, s ul quale rimane l'on N annini, che p rocede alla premiazione di altri millequatt rocento coloni, e torna a palazzo del comune.
lvi viene accolto dall' entusiastico sa luto di un gruppo di donne, in· dossanti i costumi nuovi di Littoria, e ciuclli tradizionali di altri comuni della provincia, e che g li offrono alcuni doni agricoli.
In una delle sale del palazzo, il Duce r iceve i giornalist i esteri, che, in gra n numero, hanno partecipato alla festa odierna e che hanno assist ito, con ammirazione, al superbo spettacolo che si è svolto ne lla piazza di Pontinia.
Dopo avere rivolto ai giorna list i un cordia le saluto, s'intrattiene con alcuni di essi in una affabile convcrsazi.one, alla fine dclla quale è salu tato da un vibrante applauso.
Il giornali sta polacco Kleibliercr offre a l Duce l a sua << fede » e quella della consorte. Un altro collega polacco, Lawic ìa, offre un og•
g etto d'oro. li Duce Ii ringraz ia per questo g esto di simp atia , erso l'Italia,
Quando Mussoli ni lascia Pontinia, il popolo g li rinnova, con una manifestazione im po nente, il suo appass ion ato amore.
All'uscita d al comune, eg li passa tra mig liai a dì ca pi di lx-stiame che i contadini h an no ammassato ai due lati della stra.da per offr ire al Duce la testimonia nza del vig oroso ìmpulso dato alla produz ione zootecnica neir Ag ro, .
Si procede per la strada della Botte e per 1a :Migliara 54 , l ungo le qua li si allinea no le centocinque case coloniche occupate di recente , Oggi esse vcn,:;ono inaugurate alla presenza del Duce, e al suo passaggio i nuovi a bitatori pontini, schierati sui margini dei can ali e lungo b strada, agitano bandierine e salutano romanamente.
MUSSOLINI SEMINA IL GRAN O
La colonna automobilistica sosta d avan ti al podere lH B. Mu5solini scende d:illa macchina e si avvia r a pidamen te , ·erso Ja casa colo n ica, presso la quale pianta un alberello.
Poi, imb racciato un cesto colmo d i g rano M.e 11ta11a, s'inoltra in u na zona di terreno arato di fr esco, e con g esto ampio, sicuro, r it mico, scaglìa torno torno la semente , che un gru,ppo d i contadine, al suo seguito, armate di zappe, ·ricopre· immediatamente di terra.
Su questi solchi, il sem ìnator"e di oggi saluterà, nella prossima estate, come già a Littoria e a Sabaudia, il primo grano di Pontinia. .
Dopo una visita alla casa, Mussolini si allontana d a l podere, fra le .grida entusiastiche dei contadini.
Ora la v isita nell'Agro prosegue sotto una bufera violenta . le macchin e procedono fra nembi d'acqua e di grandìne e raffiche di vento impetuose. An cora un severo collaudo per l'Ag ro redento, ch e, sotto questo imperversare d i pio~ ia , ci appa re più che mai nella p ienezza della sua redenzion e defi n itiva.
N onostante la p ioggia, Mussolini ina ugura la borgata d i San Donato de ll'Università agraria di Bassia no, accolto d all'e ntusiasmo dei colo ni d i setta ntotto poderi.
Sosta quindi al Borgo Isonzo per visita re il covato io per l'allevamento dei polli, a cui anche l'Ag ro, secondo le direttive co ntrosanzioniste, ha cominciato a dare un notevole incremento
A LIITORIA
Finalmente ragg iunfe littoria. Il cielo si è rischiarato e la pop olazione del capoluogo e tutta raccolta sulla piazza del comune pe r ac• damare il Duce
Eg li, dopo u na visita ai vari edifici in costruzione, passa in rivista la legione della Mili.tia. . .
Raggiunta la piazza f ra acclamazioni prolungate, si a llonta~a m macchina d a Littoria e si reca ad inaug urace una nuova ope ra d1 bo·
nifica: il ponte che ailaccia J'A stura con il canale M!f!IOliui. Salutato da una imponente dimostrazione di operai, il Duce riprende la via del ritorno.
Si conclude cosl anche questa ardente giornata mussolìniana ncl1'Ag rò Pontino. Mussolini lascia la nuova provìncia in un tripudio di vessilli, passa ancora lungo l'Appia, ·fra due siepi palpitanti di bandiere, fino a Roma, che è una fiammeggiante selva tricolore.
Ogni casa d'Italia, ogni zolfa- s i direbbe, è oggi imbandierata per la « .iz.Jornata della fede>>.
Il popolo ha celebralo le sue mistiche ed eroiche nozze con la pa· tria. Ma, alta su tutte, vediamo garrire al vento la nuovissima band iera di Pontinia, issata sulla torre del comune, che reca in sommo, incise nella pietra, le felici parole mussol i ni;rnc: «i:: l'aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende».
L'aratro e la spada avanzano insiernc, oggi, vittoriosi l'uno e l'altra, sulle plaghe riscattate dell 'Agro e sulla conquistata terra dell'Afr ica Orientale, in una stessa opera bonificatrice, costrultrice , civ ili zzatrice.
. Questo è veramente « il tempo nel quale s i ri nnovano g li istituti, si redime la terra, si fonda no le città e le armi sono coronate di vitto• ria>>. li tempo dell'epopea di Mussolini.
L'ADESIONE DI MASSIMA DELL' ITALIA
ALL'APPELLO DEI TREDICI COMUNICATA A GINEVRA
LA RISPOSTA ITALIANA*
GINEVRA, 8 nolle.
(U.S.) Il segretario permane nte J clla delegazione italiana, commcndator &va Scappa, ha consegnalo ogg i al segretario gen era le de lla So· cietà d èlle nazioni la seguente nota, diretta al signo r Lopcz Olivan , presidente del Comitato dei tredici :
« D ' ordine del mio Governo ho l'onore J i portare a vostra conoscenza che il Governo ita liano, risponJcm.lo all'arpdlo che gli è sta to diretto, accetta in massima di entrare in negoziati concernroti il regolamento del conflitto italo-etiopico».
• Da Il Popolo J'Jlilli,1, N. 69, ? marzo 1936, XXIJ.
LE CONVERSAZIONI ITALO-AUSTRO-UNGHERESI
IN IZIATE A PALAZZO V ENEZIA
IL CONVEGNO Dr ROMA *
ROMA. 21 notte.
Stamane, i capi dei Governi e i miryistri deg li Esteri dell'Ungheria e d'Austria, dopo aver deposto le corone al Pa ntheon e all'Altare delb. patria, sono stati ricevut i dal capo del Gove rno, al quale sono stat i successiva mente presentati i componenti dei loro segu iti.
Nel pomeriggio, ha avuto luogo a palazzo Venezia una riun ione, a lla qua le ha nno partecipato, ass ieme col capo del Governo, il P res idente del Cons igl io ungherese. Gombos, il cancellie re aust r iaco Schuschnigg:, il ministro deg li Esteri di Ung her ia D e Kan}'a, il ministro degli !:steri d 'A ustria Berger-Wal dencgg ed il sottosegretario :1gli Esteri Suvich. ·
l e conversazioni, cominci ate al le 15, sono proseguite fino alle 16 .30, e saranno ri p rese domani nel pomeriggio.
• D :i li Po/,o/o ,1'11,1/ùr, N. 82, 22 marzo 1936, XXIII.
IL CONVEGNO TRIPARTITO DI ROMA GIUNTO ALLA CONCLUSIONE*
ROMA, 22 notte.
Sono sta te proseg uite , nel pome rigg io di oggi, a pa lazzo Venezia, le conversazioni italo-austro-ungheresi, g iungcrido alla conclusione di accordi che SJ.ranno firmati domani.
• D;i. li Popolo d' l1<1/i<,, N. R3, 23 miirw 1936, xxm.
I NUOVI ACCORDI ITALO-AUSTRO-MAGIARI*
ROMA. 23 noi/e.
A conclus ione delle conversazioni italo-aust ro-ung heresi· d i questi g iorni, che sono sta te tenute in uno spirito di g rande cordialità e reci· p roca comprensio ne, il capo del Gove rno, i l ca ncelliere federa le d ' Austr ia
* D:i li P<>/10/ 0 ,riralì.1, N . R4 , 24 mm:o 1936, XXJII .
e il Presidente del Consiglio d' Ungheria, hanno proceduto oggi a palazzo Venezia alla firma di un atto addizionale ai protocolli -di Roma del 17 marzo 1934.
T ale atto sarà reso di pubblica ragione nel pomeriggio di domani. ( + )
IL TESTO DEI PROTOCOLLI ROMANI*
ROMA, 24 nolte
Ecco il testo <lei protocolli add izionali ai protocolli di Roma del 17 marzo 1934:
« Protocollo aJJiziono.le numero I. - Il capo Jd Governo itll.liimn, il once]. liere fed erale J'Austria e il PrcsiJcn te <lei Consiglio d'Ungheria, Iiuniti in Rom:i il 23 marzo 19%, constatano con soJdisfazionc: i favon-voli ri~ultati ai qu:ali h:i parlato la collaboraiionc continua dei tre Governi per il ·m.intenimento ,le!la pace e per il riassetto economico dell ' Europa; riaffermano so knnemente la loro volontà di restare fedeli ai principi politici, e<onomiri e cultura li dei protocolli di Rom:i del 17 mar:.:o 1934; riconoscono essere intc>resse de i tre p.iesi di armoni z:t:are ognor p iù, in tutti i C!lmpi, la loro azione con gli s,·iluppi ulteriori dei quali potrà essere suscettibi le J.i · s ituazione europea e de(idono Ji costitui rsi in gruppo e crea r e a questo !ICopo un m t:.ano permanente di cnnsultaiione rt"Ciproca
« Protocollo addizionale numero 2. - Basandosi sui propositi di cui al pro· t ornilo addizionale numero 1, i tre Governi ronfnmano di nuovo la loro decisione di non intraprendere lllnin n c,i::ruiato politirn importante attinente 3lla q ue stione d:rnt1bian.1 con il Govc-rno di un terzo Stt1to, senz:1 :i.vere in prereJenu preso contatto con i due llltri G overni, insieme ai quali i protn<0lli Ji Roma del 17 marzo 1934 sono scati li.rmati. St:bbene i tre Governi siano com· pletamentc- d'accordo sull' utilit;J dello svi luppo delle loro rcla:.:ioni economiche con altri Stat i danubiani, essi riconoscono che per ora una ta le intensificazione non po trebbe- effettu:mi ch e con accordi bilaterali.
Pro tocollo addizionale nufllt'ro 3. - L'organo perm:mente di co nsult:azione reciproca, contemplato dal protocollo add izionale numerò 1, ~arà costi tuito da i ministri degli Affari Esteri dei tre Stati fi rmat3.ri. Tale organo ! i riuni r.I pcr in· d icamente e qua~do i tre Governi lo p:iudich !'ranno opportuno.
« In fede di che, fi rmano i presenti protocolli, rcdaui in tre originali, rispet· tivamente in -li ngua italiana, in li ngua tedesn e in lin1;ua ungherese. ·
«' In caso di divergenza, farl fetle il testo italiano, « FtNto ti RrmM, ;/ 23 m (1YV1 1 936 ».
MUSSOLINI FONDA APRILIA, QUARTO COMUN E DELL'AGRO PON TINO, E N ELL'ONDEGGIARE DEI VESSILLI, AL BALENIO DELLE ARMI, FRA INDESCRIVIBILI
MANIFESTAZIONI DI ENTUSIASMO, ANNUNCIA AI BON IFICATORI ACCLAMANTI LA FONDAZIONE DI POMEZIA*
LITTORIA, 25 n otle.
Il regime brucia le tappe della redenzione pontina. T re dei cinque comuni stabiliti da l Duce sono già sorti e, di ciuesti tre, uno è già capo· luo.~o di p rovi ncia . Il quarto è stato fonda to oggi. ·
Chi, come noi, ha avuto il p rivile,c:io di seguire tu tte le fasi di questa ciclopica impresa, accompagnando il Duce in ogni s~ visita a ll'Agro, di nessuna cos.1. pot rà più so rprenders i, a nche se gl i s ia dato di incontrare, ad ogni ritorno, nuove, mirabili opere e nuovi, suggest ìvi aspetti di una vita uscita ormai dalla penombra dell'alba e entrata in piena. luce solare.
Tutt::ivia non può non stu pirs i e lo stupore si tramuta in motivo di legittimo orgog lio pe r la puntualità metodica con cui le varie tappe del· l'impreSJ. si vanno succedendo e per il ritmo alacre con cu i i lavori procedono, anche in questo eccezionale periodo d'assedio economico.
Il calend ario del regime per l' anno XIV, compilato prima ancora dell ' iniqua sentenza g inevrina, fi ssava a l 25 aprile la fondazione del quarto comune pont ino. Alla data prestabili ta, l'e\'ento si compie. Al trentunesimo piorno delle sa nzioni, il Duce inaugu rava Pontin ia. Oggi, centosessantesimo giorno delle sanz ioni, ha fondato Aprilia.
VI ITORIOSA MANIFESTAZIONE CONTROSANZIONISTA
Nessun rinvio, nessun rallentamento, nessuna sospensione, nella bo. nifica pont ina, come, del resto, in ogni campo ·dell'attività nazionale. Sembra, anzi, che l'avanzata dei bonificatorì, come tutta l'attività cost.ruttrice del regime, abbia lo stesso passo, celere e in fat icabil_e, delle divisioni vitto riose che marciano in Etiopia a tempo ·d i primato. IL nuovo comune, h a l'alt ro, avrà un carattere t ipicamente antisanzio nìsta, p erché, nell a cost ruz ione, saranno escl usi materiali d' importazione e sistemi ed i. lizì che ci rendono t ributari dell'estero.
Molto p rima c he sorgesse, esso fu battezzato dal Duce con il nome di A prilia.
• Da li Pop ol o d'llitlùt, N. 117, 26 apri le 1936, XXIII.
Codesto nome chiaro, fresco, promettente la stagione in cui il comune che ·lo porta ·si affaccia alla vita, il volto agreste e lucente che a questo sarà conservato (ogni casa avrà un orto e un giatdino e ogni via sarà rallegrata dal sole) farà di A prilia un simbo lico fiore, espressione della per~nne primavera italica. .
NesSun altro nome avrebbe potuto significare o testimoniare più efficacemente il fausto ritorno alla vita, in una plaga in cui nomi di località e ricordi di antiche vicende sembrano voler padare soltanto di tristezza e di motte. ·
N el territorio del nascente comune vi sono ancora oggi località che si chiamano Campomorto, Stracciapanni, Campo di Carne, Femmina Morta; nomi non promettenti; certo, u n lieto sogg,iorno. Il luogo stesso in cui sorge Aprilia si chiama Carroceto, nome indicante una zona di piante -palustri. A Campomorto, nell'agosto 1482, Roberto M alatesta, comandante le milizie pontificie di Sisto IV, sconfisse l'esercito aragonese del duca di Calabria. Ma il condottiero vittorioso e molti suoi soldati morirono di pern iciosa per aver pernottato sul campo di battaglia.
Un'altra località è Carano. Vi morl di malaria il primoge nito di Garibaldi, M enotti, che s'era dedicato all'ag ricoltu ra, e che volle esservi sepolto, perché Ia sua tomba costituisse monito e incitamento ::ii posteri per la redenzione di quella plaga.
TERRA RISCATI'ATA PER SEMPRE
O ggi soltanto dalla terra per sempre riscattata, non lungi da quella tomb::i , in un mare di spighe, sboccia Aprilia.
Carroceto ~i trova a ventidue chilometri dalla Nettuncse, la strada, che, dall'Appia, bivio di Frattocchie, porta ad Anzio-Nettuno. stazione. ferroviaria della linea elettrificata Roma-Nettuno. Sulla . sinistra della strada, a poche decine di metri , in un terreno leg_germente ondulato, sorge rà il nuovo abitato, di cu i stamane il Duce ha celebrato il rito -della fondazione.
Per maggiore precisione, diremo che Aprilia non è compresa n ell'Agro Pontino, ma nell'Agro Romano. Il suo territorio confina con le Pontine e, probabilmente, ne includerà. un a parte; ma l'abitato dista appena quaranta chilometri da Roma. Cosl, da Coltano a ll a M aremma grossetana, da Fre~ene ad Ostia, dall ' Agro Romano al Pontino, da Pesto a Santa Eufemia, tutta un'ininterrotta serie di bonìfiche, lungo il solo litorale tirreno, dà all'impresa redentrice del regime una sembianza gi· gantesca.
· Una grande strada, chìamata Mediana, sarà costruita fra l'Appia e l'Aurelia, attraversando Littoria, AJ)rilia e la bassa valle del Tevere, ma evitando l' attraversamento della capitale, in modo da stabilire comunicazio ni più dirette e più r apide, specie . per il traffico pesante tra la Toscana e la Campania. .
Pe r salutare la nascita di Aprilia e acclamare il suo fondatore , si sono radunati , stamane, nel luogo dell a cerimonia, gerarchie del regime e rappresentanze di tutti i comuni della provincia di Litto ria.
la stazione di C:moceto ha cominciato oggi a funzionare come sta-
zione di Aprilia. lunghi treni vi h an no riversato camicie nere, proven ient i dall' Ag ro, da Anzio, N ettuno, da A rdea. Folti gruppi sono s:iunti in autocarri o, marzialmente incolonnati, a piedi. Sopra una piccola a ltura, quattro lunghe fi le di aratri d isegnano un grand e rettangolo. Ai q uattro angoli garrisce il tricolo re su alti pennoni, ornati dai colo ri di Roma.
RAPPRESENT AN ZE E VESSILLI
Su t re lat i si schierano le rappresentanze con i loro vessill i e le fa nfa re e grand i ca rtelli inneggiano al Duce, ad Apri lia, a lle vittorie in Africa, o recano motti mussoliniani. Sul quarto lato è e re tta una tribuna per le auto rità, co n un pod io al cent ro riservato al Duce. ( +)
Presso la tribuna sono schierati i podestà e i segretari dei Fasci della p rovincia di l ittoria. P restano servizio d'onore i militi della legione Coriol,mo e una ba lda centu ria d i balill a moschettieri pontini.
Nell'i nterno d el rettangolo ltna fi la di bandie rine d isegna un alt ro rettangolo, cor rispondente al perimetro della futura piazza de l comune.
Lun,e:o questo perimet ro, il Duce traccerà fra poco il solco della sorgente A pri lia. · .
U na mod erna motoaratrice è fe rma ad atte nderlo. D avanti alla t ri· buna è stata installata una «capra », per calare, in una buca già pronta, il masso di fo ndazione ·della Casa comu nale. Nel masso sono incise le parole:
<e Opera n;12 iooa le combattenti - Fonda2ione di Aprilia - 2~ apri le XIV er:i foM" ì~ ta »
H a p iovuto tutta la notte e il cielo è ancora g rigio, ma la selva t,ittoresca clei vessilli, le uniformi, gli sga rgianti costumi delle donn e pan · tine, sembrano diffondere tutt'intorno una luce festosa. N elrattesa le fa n fare intonano inni ma rzial i e i g iovan i fascist i cantano, mentre d alla mo ltitu d ine si in voca il Duce.
L'ARRIVO DI MUSSOLIN I
Alle 9 p recise, t re SCJ uilli di tromba annunciano l'arrivo d i M ussolini. ll clamo re s i placa. Disceso dall' automobile, il Duce, che indossa I,'uni forme d i comandante dell a Milizia, pri ma di mostrarsi alla folla, sosta pre~so u na tettoia, ne lla ciua le sono espost i il plastico e le carte planimetnche del nascente comune.
Il piano regolato re, già n oto nelle sue linee gene rali, ebbe qualch e g iorno fa l ' alta approvazione di Mussolini , che ricevette i pro~ettisti, architett i Concezio P etrw::ci e T ufaroli ed inp;egneri P aolini e Silen zi.
11 Duce passa quindi in rivista i mil iti della Coriolano , che lo salutano con un potente « A noi! » , e sale sul palco, accompagnato dal p re· si dente dell'Opera naziona le combattent i, onorevole Crollalanza, dall'ono revole Alfier i, dal prefetto e dal vicesegreta rio federale di l ittor ia.
Ap~na egli appare da ll'alto del podio, la moltitudine Jo saluta con un'ardente acclamazione e con un'impehlosa fiammata d'entusiasmo. SquiJli di trombe, rulli di tamburi, tdpudio di .vessilJi e di fazzoletti rossi, balen io d'armi si fondono in un solo, incompa rabile, spettacolo, dominato dal g rido di mille e mille voci: «Duce ! Duce! Duce! ».
Mussolini sorride e saluta romanamente . Ma la dimostrazione si rinnova più alta e lo accompagna _insistente, mentre Cgli si accing e a lasciare la tribuna.
Sceso dal podio, il Duce si dirige verso la motoaratrice. Monta sulla macchina e, impugnato il volante, l a mette in moto. I primi secchi scoppi del motore echeggiano tutt'intorno, come piccole salve.
IL SOLCO AUGURALE
la tratt rice urta la zolla con uno strappo, si muove, sobbalza ; poi , al ritmo serrato del motore, avanza p iù celere lungo il primo lato del g rande rèttangolo. Segue docile l'aratro. Il vomere fende la te rra svel. lendo rad ici e rovescian do da un lato le zoll e fumanti. Il solco si a pre profondo, diritto, come la d iritta volon tà di chi gui da l' ar at ro.
Eretto sul busto, la testa alta, il pugno sa ldo al volante, il-capo fissa 'il suo sguardo in avanti, lontano. Sul limitare del pri mo Iato, egli d isegna un angolo perfetto ; quindi percorre il secondo lato. Poi un ango lo. ancora ed un altro lato.
un
u<~;;,~~~:.:et~Ll~~!v:~silli, un balenio di a rmi, Le acclamazioni non lo distolgono ed egl i prosegue diritto, finché raggiunge il qua rto .spigolo del rettangolo. Il solco è tracciato; r9ssegg ia sul prato verde, come una lunga fer ita . La terra rimossa luccica, calda, morbida, uliginosa, quas i a ncora pal· pitante.
Fermata ·Ja macchina, Mussoli ni s'erge in piedi . Lembi di azzurro si apron o n el cielo. Il sole batte ora sul volto del capo, che volge il suo sguardo intorno , sulla moltitudine acclamante e oltre, aJJ'immota ca mpagn a silen ziosa, su cui si espanderà la vita di A p rilia . la fo ll.a rompe lo schieramento e accorre verso la motoarat rice accal·. candosi . Agita i gag liardetti e la ncia, in un coro possente, il suo grido di f ede: « Duce ! Duce ! Duce!» . Egli saluta romanamente ed invita ~I silenzio, Il_ clamore si placa.
LA PAROLA DEL CAPO
Il Duce parla Sull'infinita, placida distesa della campagna, la sua voce si d iffonde con squillante timb ro di y n metallo di buona lega.
U n urlo formidabile saluta la parola del capo. La folla esulta, ac. dama, canta. Le fanfare intonano Giovh,e:tza. Il palpito di vessilli avvolge la fi gura di Mussolini come una fiamma . L'invocaz ione « D uce!
Duce ! » si leva p iù aJta ed appassionata. Egli scende da lla m:tcchina e si di rige verso l:t <e capra», fir ma la
pergamena e la introduce in una custodia con le monete di rito, entro il cavo del masso di fondazione. Impugna la cazzuola e con il gesto ispi· rato e disinvolto, che già ammirammo a Sabaudia e a Pontinia, chiude il cavo.
Monsignor Trovalusci, vicario della D iocesi di Albano, in rap presentanza del cardinale Granito di Belmonte, presente anche monsig nor Navarra, impart isce la benedizione divina al masso e alla terra di Ap rilia.
Tutt' intorno è u n silenzio religioso. Tre squilli di tromba, La mol · ti~udine si irrig idisce sull'«attenti! ». Gli alfieri brandiscono in a lto i gagliardetti. Solenne e mariiale, in un perfetto coro di cent inaia di voci, si leva l'Inno a Roma. Sono i coloni e le donne dcli·Agro, i pionieri della vita pontina che salutano la nascita di Aprilia, in neggiando aila più gloriosa città del mondo.
la folla acclama i cantori. Poi torna il silenzio. 11 Duce ha ordinato che il masso sfa calato nella buca. Non s'odc ora che uno stridere di carrucole e di catene: il sole splende nel cielo rassere nato. N ell'aria tersa, che freme come·una ca rezza, p:1ssano le rondini. Quando i l masso ha raggiunto il fondo, prorompe una g randiosa ovaz ione e le m llsiche . intonano l'inno della rivoluzione.
Mussolini si appressa quindi alla massa cora le e ch iede che sia ri petuto l'ltmo a Ro~na. Il fatidico canto t orna a squillare: è come u n peana Ji vittoria, che saluta la nascita di A prilia e il suo fondatore.
Il Duce sì compiace coi canto ri e ritorna sul palco d'onore. La folla invade il rettangolo della· futura piazza di Aprilia e si ammassa sot to il palco, invocando .appassionatamente il capo.
Egli si affaccia al podio, contempla lo spettacolo <li questa folla dì contadini e di operai, di coloni e di bonificatori, raccolta nel mezzo della campagna deserta, per dirgli la sua fede e il suo amore, Sorride e saluta romanamente.
Scende quindi dal palco, e ricevuto, da un g ruppo di donne pontine in costume, il ,:;entile omaggio d i fi ori e di frutta del le terre redente, e ragg iunta l'automobil e, si allontana, per iniziare una delle sue ra pide, serrate, rassegne a i lavori ddl' Agro Pontino
L'AGRO IN FESTA
L'Agro, come ad o~ni sua visita, è t utto in festa e, per alcu ne cen· tinaia di chilometri, egli passa fr a lo sve ntolio delle bandiere e le acclamazioni delle famig lie coloniche e degli operai bonificatori, schierati davanti alle case, sui margini d ei poderi e lungo la strada .
Passando per ~orgo Montello, ossel'Va un campo irriguo sperimentale. QuinOi sosta nef territorio di Sabaudia per visitare un r icco frut· teto sperimentale, nel quale saranno coltivate trentacinquemila . piante.
Oltre un centinaio di coloni con le loro fami,glìe lo acclamano entu· siasticamente. Sono qui schierati uq battaglione di fanteria, accantonato nelle vicinanze e in procinto di partire per l'Africa Orientale, e la Milizia di Sabaudia .
Il Duce discende dall'automobile, passa in rivista il battaglio ne e i militi e percorre il fronte della linea formata d ai coloni, che leva no il b racc io nel sa luto romano e lo acclamano.
« POSSA VIVERE QUANTO VIVRA QUESTO FRUTTETO »
AJl'ingresso del campo sperimentale, si fa incontro una bimba, fig lia del capocoltivatore, che, dopo avergli offerto dei fiori, con voce commossa gli dice: (< Possa, o Duce, vivere quanto vivrà questo frutteto».
Mussolini accoglie l'omag~io e l'aug urio gentile e accarezza la bimba. Poi procede per un tratto <lei campo, osservando i primì lavori che ne faranno un opulento frutteto, Salutato entusiasticamente dalla folla, risale in macchina e si allontana dirigendosi verso la Mi,gliara 53. Prima di giungervi, sost:t presso una casa colonica, davanti alla quale, insieme con una famiglia numerosissima, è adunato un folto ,i:ruppa di ragazzi dei poderi vicini.
Il Duce scende dalla macchina e si avvicina al capofamiglia e alfa massaia, e. fra Je ·grida 2ioiose dei ragazzi, che egli accarezza paternamente, entra nella casa, che è tutta frng rante di caldo pane romag nolo. la mas~ia spezza un pane appena sfo rnato e Io offre al Duce, ch e, :1ssag(?:iatolo, ne loda l'eccellente con f ezione.
Poi si allontana, accompagnato -dal g ioçondo saluto dei fan ciulli è, ri,salito in automobi le, raggiunge b. Migliara 53.
Qui è in corso l'appoderamento (il primo sulla sinistra della via trct~~)c~!euc~1o~f:~~- estensione di terreno, sul quale sorgeranno _ cento-
Egli pone 1a prima pietra, benedetta dal vescovo di T erracina, monsignor Navarra, fra gli applausi sc roscianti d i altre centinaia dì coloni e di bonificatori.
Proseguendo nella visita, il Duce sosta nel campo sperimentale di pioppi che il Comitato forestale ha creato in memoria di Arnaldo Mussolini nel tenimento dell'Università a,gra ria di Sermoneta.
Egli ha rilevato l'importanza del campo, che servirà di mode llo e di esempio anche per la sua pos izione prospiciente lo stradale della stazione di littoria e p:er l'incremento della pioppicoltura lungo tutti i canali dell'Agro Pontino.
Al segretario ,lZencra le del Comitato forestale, che era a riceverlo, ha chiesto not izie sullo sviJup"po della coscienza forestale nel p:1ese Infine il Duce si reca alla stazione di Littoria, v isitando i moderni ed eleganti ambienti di c:ui è stata arricchita
IL DUCE ACCLAMATO A LITIORIA
L'ampliamento di questo centro ferroviario è un indice della rapida ascesa della provincia. dì Littoria. .
la visita all'Agro è ultimata e Mussolini si dirige verso il capoluogo, Ja cui popolazione, in vibrante attesa da stamane, lo accog lie con entusiastiche dimostrazioni.
Egli visita rapidamente j più importanti edifici costruiti "di recente perchè Littoria possa assolvere in p ieno le sue funzioni di capoluogo: la caserma, il di stretto militare, la sede del Consorzio di bonifica, il
secondo lotto d elle case popolari , l'asilo infanti le e u n gruppo di fabbricati d ell'Jstituto di . assicurazione.
11 Duce sosta più lungamente all'asilo, ove è ad attenderlo, ·sorridente e canora , la fanciullezza di Littoria. Oltre agli a lunni dell'asilo sono <j ui sch ierat i tutt i g li scolari del capoluogo, che lo accolgono con u na lunga acclamazione.
Egli assiste nel cortile al rito d ell'alzabandiera. Quando il vessi llo raggi unge la sommità d ell 'a nten na, il Duce saluta romanamente, ment re , un coro argen tino lancia le stro fe di Giovinezza.
Acclamato anche dai bimbi che gli si serrano attorno, il D uce s i allontana, <lirigendos i a visitare gli edifici de ll' Istit uto d i assicurazione in piazza XXIII marzo, accoltovi da una grande molt itudine acclamante. La laboriosa ed ardente m attinata pontina si conclude con questo appass ionato saluto d ella popolazione d1 Littor ia al D uce
Ora è g ià passato mezzogiorno. Dovrebbe r iprendere la via d i Roma. Frattanto, essendosi la perma nenza nell'Agro protratta oltre i limiti di te mpa .fissati, il sottosegretario aJla Stampa e la Propaganda, S. E. A lfieri , ha invitato i ; iornalisti italiani ed esteri ad u na colazione in uno d ei ristoranti di Li ttoria.
la colazione, decisa poco tempo prima d ell 'invito, è stata improvvisa, ma ciononostante e sebbene ad essa abbiamo partecipato o ltre cento persone, fra cui una sessantina di giornalisti esteri, ha potuto essere allestita e servita ne l modo p iù rapido e perfetto, susc itando la meravig lia e rammirazione d i quegli stranieri che a ncora non conoscevano le possibilità di attrezzamento di Littoria.
11 Duce, venuto a conoscenza dell'invito ri volto ai giornalisti, decide a nch'egl i d i partecipare alla colazione, e prende posto a tavola . Giornalista fra giornalisti, M ussolini dona agli ospjti un'ora indimenticabile di serena cordialità.
Alla fine, il pres idente dell' Associazione d ella stampa estera, H odeI, a nome <lei colleghi stranieri , rivolge al Duce simpatiche pa role d i ring razi amento; e, r icor dando la prima visita fatta all'Agro, r ileva il rap ido sviluppo d e lla redenzione pontina. Conclude osservando a rg utamente che, se nell'Agro si procede con tanta rap id ità, è fac ile immagi nare che cosa possa avven ire in Africa O r ientale.
Un caloroso applauso saluta le parole del co llega Ho<lcl. Quindi alcuni g iornalisti esteri ve ngono presentati a l Duce. ·
ARDENTE ENTUSIASMO DI PO POLO
Sulla p iazza XXUI marzo, intanto, la folla è rimasta in attesa, e , quando il Duce riappare, l'accog lie con una nuova, imponente manifestazione.
Eg 1i attraversa a piedi tutta la p iazza ed il viale successivo, tra due fitte .ali di popolo acclama nte. P ot sale in automobile e si a llontana, lasciando Littoria e l'Agro esultanti pe r questa nuova, memora bile data, che s' incide ne lla loro g iovane e g ià luminosa sto.ria
Un' altra ta ppa è stata conquistata con la fond azione d i Aprilia. Romano è sta!O ~I rito , perché inconfondibilmente romana è la fo rza
creativa che anima l'Italia del Littorio. lJ fatidico gesto - romuleo, a distanza di ventisette secoli, si è ripetuto non lontano dal Palatino. Il . mito e Ja storia si ricong iungono nel solco or ora aperto
Non importa se l' aratro non sia più quello rozzo e lento tirato dalla coppia di buoi di cui parla la favola, ma invece un'agile macchina mo· derna. 11 solco è il medesimo, il solco profondo e ferace di Roma ,
centi di Lagosta e Pergusa; quello stesso da cui domani sboccie rà Porne· zia. B il solco medesimo che i vomeri italiani vanno tracciando in terra d 'Africa, sulle piste delle divisioni vittoriose, per seminarvi il germe della civi ltà romana.
Da guesto nuovo solco, segnato stamane da Mussolini, si affaccerà alla vita Aprilia. Col suo nome, con la data della sua fondazione, col miracolo della sua nascita e della sua esistenza, starà · a perpetuare nei secoli il sorriso e I'a,rdore giovan ile di cui splende, alta su se stessa, più alta dei suoi nemici che l'assedi ano, l' Italia di Mussolini.
LO STORICO EVENTO CELEBRATO NELLA CAPITALE
LA GRANDIOSA DIMOSTRAZIONE DI ROMA
A MUSSOLINI
CINQUECENTOMILA PERSONE ADUNATE IN PIAZZA VENEZIA, SULLA VIA DELL' IMPERO, PER LA VIA DEL MARE, LUNGO LA VIA DEL PLEBISCITO, NELLA VIA IV NOVEMBRE E SU CORSO UMBERTO, GRIDANO AL CAPO DEL GOVERNO LA PROPRIA PASSIONE*
ROMA, 6 nolJ e.
Roma, in quattordici a nni di regime fascista, non aveva offerto m ai, fra le tante e memorabili manifestazioni che hanno segnato le t ap pe e g li sviluppi della rivoluzione delle camicie nere, una visione così completa, così fo'rmidabile, così imponente per grandiosità di moltitudine e per fus ione di spiriti come quella che, stasera, è stata offerta dall' adunata che ha consacrato alla storia Ja ful,gente vittoria delle armi italiane. la stessa adunata del 2 ottobre, che pur sbalordl il mondo intero, è stata superata nelle propo rzioni e nel calore dell'entusiasmo; l'orgo· s.Iio per la vittoria, l'impulso immenso della riconoscenza _popolare verso 11 suo artefice, hanno d ato a q uesta r accolta di moltitudine il carattere
• pa Il Popolo d' l talùt, N . 127, 6 maggio 1936, XXII.I.
degli avvenimenti destinati ad essere tramandat i ed esaltati nella me· moria delle ge nerazioni come supreme espressioni di volontà, d i fede, di unità. e di forza.
LA FULMINEA MOBILITAZIONE
Si può di re che, in questi ultimi gio rni, il popolo romano, a l quale, come a tutta la nazione, il fascismo ha d ato piena coscie nza della sua funzione universale , nòn ha vissuto se non per l' attesa di questa grande o ra, ch e l'ha trovato più che pronto, impaziente, ansioso, anelantè di viverla.
Infatti, quando poco dopo le 17.30, si è udito levarsi il primo, insistente si bilo della sirena, non v'è stato un attimo di sorpresa, né d i indecisione.
Immedi at amente, come per un miracoloso improvviso cambiame nto del ritmo normale della vita cittadina, la capitale h a cambiato ,il suo aspetto. · Circa un mil ione di cittadini, un' intera popolo s i è messo in movimento : un movimento turbinoso, vort icoso, eppure ordinatissimo di strada in strada, d i p iazza in piaz~a, di (! Uartiere in quartiere. File interminabil i di automol:iili fiubbl iche e private, di autobus, d i o~n i mezzo di trasporto,
la sede ·dei Gruppi rionali , che, in breve, sono divenuti centro di altret tante adunate, ognuna d elle ciuali di per se stessa imp~mente.
Contemporaneamente centinaia di migliaia di band iere t ricolori fio. rivano sulle faccia te, sulle terrazze, alle porte, a i balconi e alle fin estre di tutte le case. Mai se ne erano viste tante: si può dire che non c'è stato hnestra che non abbia avuta la sua bandiera. E con le band iere, o rifiamm i immensi, arazzi, tappeti, emblemi fascisti, drappi dai colori di Roma. Manifesti inneggia nti alla vittoria e al Duce, ai combattenti in Africa, a l fascismo trionfante, ,;enivano affiss i a ogni muro, anch'essi a mig liaia, fino a tappezzare letteralmente le strade; e si accendevano .ovunque fe. stosarriente luminaiie tricolori, e si levavano i p rimi cant i, si udivano le prime fa n fa re. ·
L'URBE FASCIATA DI TRICOLORI E SCINTILLANTE DI LUCI
Tutto in pochi m inuti, in un sincronismo perfetto, impressionante, eppure ben p resto -divenuto un elelllento trascurabile di fronte a llo spettacolo che ne è sorto e che h a mostrato il volto di Roma nella più pura e splendente luce della sua g loria, il tripudio virile e cosciente de1 popolo per la conquistata vittoria, la serena fi e~ezza per l' aspriss ima prova con tanta fede affrontata e superata nel nome d1 Mussolini.
I sentimenti travolgenti che; sgorgando dal cuore profondo del popolo, univa no in un palpito solo moltitudini di cittadini di ogn i ceto e di ogni età, Vibravano nell'aria attraverso i ~anti e le voci dell' adunata che si andava form ando come un coro immenso, che aveva per scenario l'Urbe fascia ta di tricolori, scint ill ante di luc i.
Poco dopo le 18, le varie adunate presso i singoli Fasci rionali, presso i Comandi ,della Milizia, del Gruppo universitario fascista, dei Fasci giovanili, delle organizzazioni ddl'Opeta nazionale balilla e delle Associa: zioni combatte ntiste erano compiute. Con una celerità sorpre ndente, che ha superato quella di ogni altra manifestazione precedente, i fascisti hanno risposto all 'appcllo.'Fra il SC'gnale delle sirene e il raggruppamento presso le località destinate, non è trascorso che il tempo indispensabile per ragg iungere le abitazioni e uscirne dopo avere indossata la camicia nera. '
Ma non è mancato in queste adunate rionali un eleme nto· verame nte ii'!lprevedibile di grande sign ificato: numerosi, infatti, sono stati gli stranieri residenti o di passaggio a Roma, che non 'soltanto si sono presentati alle scrli dei Gruppi r ionali, ma hanno raccomandato altresì vivamente che si prendesse nota del loro nome fra i presenti, in segno di ammirazione, di simpatia e di co rdiale adesione alla ma nifestazione del popolo italiano.
ESULTANZA DI POPOLO
Descrivere, sia pure in sintesi, lo stato d'animo, la gioia, l'entusi asmo dei cittadini, ri ferire le frasi commosse , le espressioni di giubilo, g li episodi di fede nel Duce e di patriot tismo che hanno formato il tessuto, la sostanza sentimentale della gigantesca adunata, non è certo possibile. Ogni movimento, ogni part icola re si è fu so nel suo calore, nd suo clima rovente e i canti e le acclamaz ioni hanno dato alla gioia di ognuno una voce sola, immensa, che si levava da ciascuna delle colonne fo rmatesi presso i Gmppi rionali, dai vari luog hi di concentraiione d'Associazioni, dalle strade percorse da fiumane di popolo e di giovani inquad rati nelle fala ngi dell'Opera nazionale balilla e soprattutto da piazza Venezia, che è stato il centro naturale, il fulcro, il cuore della manifestazione.
Non meno di cinquecentomila persone vi s ì son d ate convegno, st i· pandola fiòo all'inverosimile, traboccan do ne11e adiacenze, p er via de l· l' Impero, per la via del Mare, lungo via del Plebiscito, via IV Novembre e corso Umberto.
In un'ora e tre c1uart i l'adunata si è compiuta. E questo un ind ice che d i per se stesso attesta con qua le impetuoso entusiasmo la cittadinanza romana abbia voluto essere presente in quest'ora, portare al Duce la sua gratitudine, la su a incondizionata fedeltà, la sua d ed izione assoluta p er il tri.onfo della ,g~nde causa e per la difesa d e lla vittoria, che è vittoria della j;iustizia, del diritto e della civiltà.
Trascorso il breve periodo che è stato dedicato aJla preparazione d ella manifestazione, tutto il movimento di masse ha avuto per meta piazza Venezia. Ma non è possibile tracciare i confini dell'adunata, che si è distesa con Ja irrue nza e con il fragore di una marea per l'intero centro della capitale.
.Alla Direzione del Partito son o g iunti e continuano a giun~ere mig liaia di teleg rammi di adesione di fascisti e di italiani resid enti all'estero.
DoP.O le ore 9, il labaro della Federazione d e i Fasci di combatti. meni? d ell'Urbe h a lasciato palazzo Braschi , per partecipare a ll'adunata
di piazza Ve nezia, preceduto dalla fanfara. federale e scortato da una centuria arm~ta della M.V.S.N., dai gagliacdetti dei G rupp i rionali, dalle << formazioni nere», dal labaro e O.alle fiamme dei Faset. g iovanili , dalla centuria Fiamme òei Fasci g iovanili, con una centuria armata di giovani fascisti , d al labaro dell'Opera n azionale balilla, con centu r ia at· mata di avanguardisti, dal labaro del Gruppo ·universitario fascista, con una centuria di universitari.
L'ATTESA IN PIAZZA VEN EZIA
Segnano il ritmo crescente della grande attesa i canti della molt itudine, il martellare delle campane, i suoni di cento musiche, i cori che alternano le canzoni del Risorgimento con gli inni della g uerra e della rivoluz ione Ondate sonore dominanti il clamore indistinto delle folle vibrano nel cielo, in cui il profilo augusto di Ròma si disegna n elle luci trico lori di miriadi di fari e di lampadine : la torce del 0.mpido$1i o, i palazzi Capitolini, l'Altare della patria, così come tutti g li edifici pubblici ed i più. illustri palazzi, ne sono fant asticamente ing hirlandati.
La visione è superba. :I! come se, in quest'ora memorabile, bat~esse u n cuo re solo e l'idealç della ,patria avesse p reso forma concreta, u mana. Una fiera. commozione è in tutti. I1 te mpo ha perso il su_o valore. Sembra che si sia arrestato per incidere profondamente nella storia. questa ora di g loria, che vivrà eterna.
E mentre il popolo, così .proteso verso l'imminente parola del D uce, vive in questo clima di passione e di esultanza, a palazzo Ven ezia con~ vergano, intanto, tutte le alte gerarchie del regime. Dalla piazza si scorgono alle fi~estre ministri, sottosegretari, membri del Direttorio nazio· nale ·del Partito ed altre autorità. Sono tutti in uniforme fascista. Nel vano di una fine stra si vede anche la principessa Mafald a d ' Ass ia. Sul balcone centra le è issato un grande tricolore. le invetriate sono ch iuse. AI portone d'ingresso prestano servizio d'onore i moschettieri di Mussol ini.
Alle 18.30 , vi giunge, in · colo nna serrata , il g ruppo d ei deputati, guidato dal Presidente, Sua Eccellenza Ciano. L'annunzio dell' adunata è giu nto con il s ibilo delle sirene , mentre si discuteva il bilancio deJie Colonie. Un quarto d'ora prima circa, il vicesegretario del Partito, on. Serena, ed il segretario amministrativo, on. M arine ll i, che assistevano alla seduta, erano :stati visti alzarsi e allontanarsi daIL' aula.
Sospesa la seduta, il Presidente Ciano; con eloquenti parole, aveva invitato i deputati a recarsi ad indossare l'uniforme fascista e a tornare a Montecii:orio. In meno di mezz'ora tutti erano presenti·in d ivisa, e con essi molti senato ri. E dopo qualche minuto eccoli in Piazza Venez ia. la folta colonna si ammassa davanti al portone del palazzo, attorno a l Presidente Ciano, e si unisce alle acclamazioni del popolo, che, con crescente entusiasmo, invoca il nome del Duce.
N eHa sera orma i inoltrata, l'illuminazione dell'Urbe appare in tutto il suo splen dore e vivifica la selva d i gagliardetti che ondeggiano sulla moltitudine.
Su lla massa oscura del popolo l'Altare della patria s'innalza incor-
niciato di fa ci guizzant i, inond ato d i Jucc. Per tutti i suoi ri piani e lungo la sua gradinata si stendono, a rang hi serrati, di ecimila giovani e piccole italiane, balilla , .avanguai:disti e giovani fascisti.
LA FORMIDABILE DIMOSTRAZIONE AL CAPO
D alle otto zone di concentramento· sono affluite verso la piana le interminabili colonne ,delle camicie nere, con musiche, gagliardetti e fiamme. Ma la piazza è colma e l'adunata deve estendersi lungo le vaste e numerose arterie che vi fanno capo Ogni minimo spazio disponibile è utilizzato: balconi, finestre, terrazze, appaiono gremiti.
Tutta Roma è presente.
Tutta Roma attende dal Duce, acclama ndo al suo nome, Ja parola della vittoria.
L'attesa ha un ba lzo d'impazienza, allorché la finestra del balcone centrale di palazzo Ven ezia s'illumina. Trascorrono ancora pochi minuti. Poi jJ Ducct. clic indossa la divisa di comandante: generale della Milizia, appare alla folla esultante sa luta ndo col f;CS to romano. Erompe dalla sterm inata moltitudine un ,g rido, che acgu1sta la potenza di un t uono: « Duce ! Duce !». ·
uno sventolare di bandiere; d i cappelli, ,di -fazzolett i; è un clamore, una t empesta d i applausi, che scrosciano, si propagano e si moltiplicano. L'entusiasmo, la gioia, la riconoscenza del popolo rompono ogni argine , danno vita a una manifestazione <li cui non s'era vista finora l'ug uale.
E il Duce contempla a lungo, volgendo Io sguardo verso ogni lato della grandiosa adunata di popolo. All 'ordine, dato dal vicesegretario del Partito, on. Serena, per il « Saluto al Duce!», si leva . un• for midabile « A noi!». E lo scrosciare d egli applausi riprende per non placarsi, se ·non dopo c he il Duce ha fatto va ri cenni d i voler parlare
PARLA MUSSOLINI
Stabilito il silenzio, un s ilenzio prOfoòdo, sole nne, altrettanto imp ress ionante qua nto l'urlo a ppassionato della moltitudin e, la voce del Duce, alta, chi ara e precisa, perfettamente diffusa dag li altopa rla nti, porta al popolo di Roma, agli italiani e al mondo l'annuncio fatidico d ella grande vittoria.
Ogni parola si scolpisce nella coscienza della moltitudine, ch e. a tutte le frasi dello stupendo d iscorso, risponde con ovazioni i ntermi· nabili.
Le p rime, formidabili acclamazioni sono rivolte dal popolo all 'annuncio dell'entrata delle nostre truppe in Addis Abeba e della 6ne d e ll a guerra e si rinnovano a ltissime, scroscia nti alla proclamazione della volontà deila pace romana, l'unica pace degna . delJa civiltà e dei nostri diritti.
Gli applausi si trasforma no i n un urag ano d'entusiasmo allorché il Duce afferma la sovranità di fatto e d i diritto sull'Etiopia, e la missione civilizzatrice dei nostri eroici, mirabili favoratori.
Lo spettacolo dell'adunata è, a questo punto, indt!scri vibile. La sua straord inaria imponenza e potenza è pari a lla grandezza dell'ora. Esso raggiun.ge u n'intensi tà formidabi le allorché, dopo una pausa, a conclusione delle sue paro le, il D uce lancia il grido: « Vi \'a l' Italia ! ».
« V iva l'Ital ia !», risponde in coro la molti tudine, e i l grido è il segnale d i una nuova .e più grandiosa d imostrazione. L'immenso tripudio del popolo trabocca e riempie la piazza, il centro di Roma di u n clamore che assume l'armonia d ' un coro, il valore d'un in no maestoso e solenne
L' IRREFRENABILE ENTUSIASMO DELLA MO LTITUDINE
Il Duce, do po aver sostato a lcuni minuti, lascia il balcone, ma, per dieci vo lte, egli deve tornare, chiamato dall'acclamazione g iganksca del popolo.
Per c irca mcn 'ora, la manifestazione si svo lge con · intensità senza precedenti, che ha ·dc! meraviglioso. Immobile al balcone, il Duce riceve questo tributo d 'affetta: e di fede, mentre, d all'Alta re della patr ia, d ie• ,imila bal illa, ·avang uardisti, giovani fascist i,- piccole e g iovani ita liane intonano l'inno imperiale. Né !a molti tud ine si acq ucta, se non guando il Duce lascia il balcone e le grandi vet rate si chiudono.
Un'ora e u n qua rto è trascorsa. Il popolo lentamente si sciogl ie, ma fa vibrazione dello storico avvenimento permane e si diffon de nell' an imazione ecceziona le dell'Urbe.
Ad adunata compiuta, i componenti della Camera fascista, con alla testa S. E. Ciano, al canto di Giovinezza e degli alt ri inni della rivoluzione, fra f e rvide acclamaz ioni al D uce, sono tornati inquadrati a Montecitorio. Sulla soglia. del palazzo, il Presidente de lla Camera ha ordinato il «Saluto al re ! » e il <, Saluto al Duce !», cui hanno risposto formidabili, il «Viva il re ! » e «I'A noi!».
RIPETUTE ACCLAMAZIONI Al SOVRAN I
Un'alt ra manifestazione ora si compie. Da piazza Venezia, dalla via Naz iona le , dall'Esed ra, da cento altri punti di Roma, una folla sterminata si riversa su piazza del Quirinale per acclamare il sovrano.
I n poch i istanti il vasto spaz io che s i estende dalla Reggia a via XX IV Maggio è completamente invaso da questa enorme massa, mentre altre colonne imponenti d i cittadini incalzano da t utti gl i sbocchi, -d ilagando, poi, ne lle adiacenze della Reggia, sulla via XX Settembre, sulla salita di Monte Cavallo, sulla gradinata della Dataria.
Un g rid o vibrante, entusiastico, possente di « Viva il re! V iva Casa Savoia!» rjsuona da ogni parte, mentre si elevano scrosci formidab ili di applausi, che si fan no d'attimo in attimo più inte nsi:
Le vetrate deJ balcone del palazzo del Quirinale vengono aperte e presso fa balaustra appare il re, che ha, al suo lato, la regina e la principessa Maria. ·
Con una forza impetuosa, si risolleva nell'ar ia il grido di acclama-
zione e un agitarsi di braccia, uno ~ventolìo di cappelli riempie tutta la piazza, f.estosamente.
Il sovrano saluta militarmente e la regina e la prinl'ipcssa agitano fazzo lett i. E, dopo aver sostato qualc~c minuto ad ammira re il su perbo spettacolo di questa grandiosa dimostrazione popolare, si ritirano.
La folla non abbandona però la piazza e non cessa le sue acclama-
adunata.
Terminata la manifestazione, la moltitudine sfolla lentamente la piazza, fra i canti della g uerra e della rivoluzione. All'altezza del min i. stero delle Colonie, la folla scorge alcuni ascari eritrei di g uardia a l palazzo e li fa segno ad una cordiale manifestazione di simpatia, La marea umana, straripata da p iazza Venezia, si è intanto rive rsata per le vie adiacenti. ! come un' immensa massa compatta, che improvvisamente si dissolve in mille rivoli e si dilata eer tutta la città. I.e vie, fiammeggianti di vessilli, echeggiano d i canti d1 ,guerra e di , •ittoria, di squi lli di trombe e di ru lli di tamburi, di sibili di sirene, splendono di mille e mille luci. ·
Monumenti secola ri e .palazzi p ri ncipeschi , case e negozi sono ingemmati di Jampadìnc trico lori , di trofei e fasci luminosi. Falang i d i giovani fascisti passano con le fiaccole in pugno, il riverbero delle quilli accende sulle mura della città baleni sanguigni. L'Urbe sembra avvolta , d a un alone trionfale Il suo volto aug usto, nella notte lunare, ha lo splendore della vittoria.
Fino a tarda ora il tripud io continua in un immenso clamore. Sulle piazze, balilla, avanguardisti, complessi corali e orchestrali di dopolavoristi eseguono in ni e cantano le canzoni della patria.
Si inneggia alla vittoria del Duce. Il popolo esalta l'epica gesta e il suo eroe.
IL TESTO DEI DECRETI FIRMATI DAL SOVRANO
BADOGLIO VICER-~ DELL'ETIOPIA •
ROMA, 9 110 /J e.
Ecco il testo del decreto approvato d al Gran Consiglio del fascismo e dal Consiglio dei ministri e sottoposto stasera stessa alla firma del sovrano :
« Vittorio Emanuele lii, per grazia di Dio e volontà del la na:donc re d'Italia; visto J"articolo 5 dello Statuto fo ndamentale del Regno; visto r articolo 3, numero 2, della legge 31 gennaio 1936, XIV, numero 100; vista la kgge 9 dicembre 1928, VII, numero 2693; conosciuta l'urgtnza e l' assol uta neussità d i provvedere; udito il .Gr~n Consiglio del fascismo ; sentito il Consig lio dei mi-
+ Da Il Popolo d'Italia, N . H l , 10 maggio 1936, xxur.
nistri; sulla proposta del rapo del Governo, primo mini stro, segretario di Stato; abbiamo éTew~tato e decretiamo :
« Articolo 1. - I territori e le genti che apputenevano all'impero d' Etiopia vengono posti sotto la sovranità piena ed intera del ngno d'Italia Il titolo d'imperatore d'Etiopia è assunto per sé e per j suoi successori da l re d' Ita lia
« Articolo 2. - L'Etiopia è retta e rappresentata da un governatore generale, c he ha il titolo dì viceré, da cui d ipendono anche i ,sovcrnatori dell' Eritrea e della Somalia. D al governatore genei:ak, viceré d'Etiopia, di pendono tutte le a utorità civili e militari dei te-r,ritori sottoposti alla sua giu1isdiziooe. li gover· natore generale, viceré d' Etiopia, è nominato con decreto rea le, su proposta dd capo del Governo, primo ministro, segretario di Stato, ministro, segretarlo di Stato per le Colonie.
«· Articolo 3. - Con decreti reali, da emanarsi su proposta del capo del Governo, primo mioistro, segreta rio di Stato, ministro, segretario di Stato p er le Colonie, sarà provveduto ;1 stabilire g li ordinamenti dell 'Etiopia .
(l Articolo 4. - Il presente decreto, che ha vigore daJ g iorno della sua data, sarà p r~talO o.I Parlamen10 per la conversione in le_i::ge. Il rapo del Governo, primo ministro, segret:uio di Stato, proponente, è autorizzato alfa. presenta.zione dd relativo d isegno di legge.
« O rdiniamo che il presente dec re to, munito del sig illo. dello Stato, sia in5eri w nella raccolta ufficia le d elle leggi e dei decreti <lei Rei;no d' Italia, manJando a chiunque spt'lti di osservarlo e di farlo osservare li,
Un altro decreto, approvato dal Gran Consiglio e dal Consiglio dei ministri e sottoposto questa sera stessa alla firma del sovrano, dice :
« Vittorio Em anuele III, per gra:.r:ia di Dio e volontà dd la nazione re d'Italia; visto il ,regio decreto ltgge 9 maggio 1936, XlV; visto l'art icolo ; , numtro 2, della legge 3 1 gennaio 1926, IV, numero 100; riconosciuta l'urgente e assoluta necessità di p rovvedere al Governo dell'Etiopia; sentito il C.Onsiglio d t i ministri; sulla propos ta del capo del Governo, primo minist,o, segretario di Stato, min istro, seg reta rio di Stato ptr le Colonie; abbiamo decreti to e d ecretiamo :
« Articolo l - Il muescia llo d' Italia, cav.1 Iier Pietro Badoglio, marchese del Sabotino, è nominato gove rnatore generale dell'Etiop ia, col titolo di viceré, con pieni poteri,
41. Articolo 2. - Il presente decreto, che ha vigore d?,I giorno della sua data, sarà presentato al Parl3mento per la conversione in legge. Il capo del Governo, primo ministro, segretario di Stato, ministro, seg retario di Stato p er le Co lon~e, proponente, è autor izzato alla presentazione del relativo disegno di legge.
Ordiniamo che il pre!Kcnte decreto, munito del sigillo dello Stato, §ia inserito nel!a raccolla ufficiale delle leggi e decreti del Regno d'halia, mandando a chiunque spt'lti di osservarlo e farlo osservare ».
LA GRANDIOSA ADUNATA PER
LE STORICHE DICHIARAZIONI
JL DUCE TRIONFALMENTE ACCLAMATO
DALLA MOLTJTUDINE.
IMPONEN TE D JMOSTRAZION E ALL'INDIRIZZO DEL SOVRANO"
ROMA, 9 no/le.
DofX> le adunate· del 2, ottobre e del m:i.ggio, ànche questa di ogg i s::irà ricordata fra g li avvenime nti storic i dell'lt_:1li a fascista . Roma h a vissuto un'a ltra delle sue g iornate memorabili, di quelle che si possono incidere fra le date più fau ste <le lht sua vita millenari a, E con essa l'animo d i t utta la nazione, di tutti gli italia ni spa rsi per il mòndo, ha vibrato in uno stesso palpito di esu ltanza , d i fi erezza, d i passio ne. l:: l'ora grande d'un grande popolo. O~ ni cittadino è orgoglioso di viverla e lieto di csserne partec ipe. Ancora una volta, su questa favolosa fiammata di milioni di cuori, su questo immen so clamore di milion i di voci, ha squillato :1lta, potente, la parola del Duce, an nunziatrice di e vent i storici .
ARDENTE VIG ILIA
Mentre le altre adunate hanno avuto il carattere d'un"impro vvisa mobi litazione di popolo, sorprendente per la. sua rapidità, questa di sta sera è stata preceduta da un ardente, ansiosissima v igilia.
Da ciuando, con la notizia della convocaz ione del Gran Consig li o e del Consiglio dei ministri, è stato annunciato che la decisione dei due supremi Consessi sarebbe stata immediatamente comun icata al popolo, da palazzo Venezia, un'attesa febbri li:- h a preso tutti g li an im i e, d a Roma, si è diffusa pe r l'inter a nazione e, al di là della patr ia, oltre i monti e oltre j mar i.
, Le notizie dall 'es tero recavano, fin da ieri, l'eco dell' impazienz:1 e d ell'inte resse con cui in tutto il mondo, e non fra le nostre collett ività soltanto , era !!attesa dell'od ie rna adu nata. L'ora che viviamo, J"atmosfera eroica c he, da una settimana , si respira in Italia, le recenti parole di Mussolin i annunciatrici di nuovi imminenti eventi , l'ecceziona lità delle due convocazioni, tutto autorizz:iva a prevedere che, da palazzo Venezia, ::ancora· una volta, sarebbero state annunziate al paese e al mondo d e· cisioni di suprema importanza:
L'a rdo re dell'attesa ha dato un aspetto fest ivo all'Urbe, che, da cin· que ~ iorni, è una fiamm eggi:in te se lva d i tricolo ri. Dappertutto, specie • Da J/ Pop olo d'!Ja/in, N 13 1, 10 magsio 1936, XXJII
presso le sedi dei Gruppi riona li, fin da st<!,mane, era u n intenso f er· vore di p reparativi. Potenti altoparlanti venivano installati ne lle piazze p rincipali del cen tro e della periferia. Nelle caserme l'annuncio che la truppa avrebbe partecipato a ll' adunata sull'A ltare della patria, .veniva accolto con g r3.nde en tusiasmo. La cittadinanza tutta fremeva di attesa e si preparava ad intervenire compatta: a lla nuova manifestazione. G ià da stamane migliaia di _persone indossavano la camicia nera.
IL G AGLIARDETfO DEI. PARTITO
A m ezzogiorno, il reparto « moschettieri del D uce» h a dato il cambio alla guardia di camicie nere Che prestava servizio d 'onore a palazzo Venezia. Lo stenda rdo del re parto e ra scortato d al capo d i Stato MagJ?,iore della Mil izia, con numerosi ufficiali e una centuria della Mil izia rn n musica.
Nel pomeriggio, l'attesa si è fatta più febbr ile, mentre dap pertutto s'intensificavano i preparativi per la partecipazione in massa, inquadrate , delle forze del regime. Alle l 9, il gag liardetto del Partito, da palazzo l ittorio, è stato trasportato a p alazzo Venezia, preceduto dalla mus ica della Milizia e segulto da una folta co lonn a di camicie nere. Il g lorioso vessi llo, con la scorta armata d'onore, ha attraversato il corso Vitto rio, il largo Arenula, e la via del Plebiscito, fra gli appla L1Si de lla _cittad in:rnza che faceva ala al passaggio.
Quando il gaglia rdetto è stato issato sul bakone centr~le del palazzo Venezia, salutato con g li onori mi litar i dal reparto di scorta, una lunga acclamazione è partita daila folla, che, nel fr attempo, si era accalcata sulla piazza sottostante.
Rom.i , intanto, mentre cadevano le prime ombre, s i trasformava nella sua veste d i e:a1a se rale, una veste splendente di mi li on i e milion i di lamp ade, di fiacco le, di luminarie, di trofei, che ingemmavano l e severe moli dei monumenti secolari , dal Campido~lio a Castel S:int'An;;:elo, d alla torre delle Milizie alla Loggia dei cavalieri di Rodi, alle facciate dei palazzi principeschi e alle finest re delle case popolari . Grossi proiettori r inverd ivano d'una luce viv ida i Fori e le p iazze. Jn questo alone sfolgorante nella palpitante co ro na d elle mille e mi lle bandiere spiegate al vento, l'a ugusto volto di Roma sembrava cinto in W1' aureola di .~loria. l a visione, magica v isione, d ella risorgente maestà imperiale di Roma, accendeva nuovi fremit i d i impazienza n el cuore del popolo, già pronto all'attesissimo evento.
Migliaia e mi_e:liaia dì camicie nere si dirigevano verso le sedi dei Gruppi rìonali. Alle ore 20, la mobilitazione era _t: ià compitita. Repa rti delle Forze Armate, inquadrati e in assetto di g ue rr.1, lasciavano le caserme per recarsi all'Altare della patria, attraversando la città tm lo sventollo delle bandie re e le acclamazioni d el popolo Squilli m1rzial i echep;_giavano d a un capo all'altro dell:.1. città e da p_gni oiazza e d a o,gn i \'ia s i levavano amp ie ed appassionate- invoca zioni al D uce ed evviva alla vitto ria e ai soldati vittoriosi.
Prima delle 21, imponenti colon ne di fasc isti, muovendo dalle ri· ~pettive sedi rionali , convergeva no verso piazza Venezia con musiche e
gagliardetti e g randi' cartell i inneggianti al fondatore dell'impero e all'Etiopia italil!,na Ma, altre fiwnane umane, non inqu.3:drate, si riversa-
~;~gd! Jaa~~tj: :la città nella storica piazza, sacra ormai ai più 50•
Era iJ Popolo nella sua espressione più schietta: famiglie in tere di operai, di impiegati, d i artigiani, di contadini, che, senza rispondere ad alcun ordine di mobilitazione, con un moto spontaneo e plebiscitario, accorreva dai più lontani rioni e dal suburbio, per udire la parola del Duce, per rinnovare a lui la test imonianza della sua devota riconoscenza. Questa gigantesca marea umana, che, per mille rivoli, irrompe nel centro de lla città, finisce incessante, impetuosa, canora, fiammeggiante di vessilli ·e di 1i.accole in piazza Venezia e vi si addensa compatta, fremente <li attesa.
Alle 21.30, la vasta piazza presenta g ià l'aspetto della più formidabil e adunata dell'Ital\a fascista. L' immensa moltitudine straripava ne lle vie adiacenti, mentre altre im ponenti masse di cittadini si accalca vano n elle piazze principali sotto g li altoparla nti.
IMMENSA, STRARIPANTE MOLTITUDINE
Roma tutta e ra in attesa e, con essa, in quel momento, l'Italia tutta e il mondo. Ci sembrava di a ssiste-re da vvero allo spettacolo preannund ato da un g iornale della sera :
4< Quara ntaquattro milioni di italian i dt-1 Regno, dieci milioni di ita liani fuori dei confini, tredici milioni di sudditi dell'impero africano e delle isole eg ee, con o ltre seicentomila armati di tutte le forze di terra, di mare, di cie lo nel Regno e oltre qua,ttrocentomila armati · in Africa e nel mediterraneo apprenderanno , questa notte, la proclamazione_m ussolinb.na della pax 1'oma,1tt fra il M editerraneo e roceano Indiano».
Alle 21.45, da Montecitorio, giungeva sullo. p iazz a la colonna d ei deputati f asc isti , militarmente inquad rati e in divisa, che s i ammassava d avant i all'ing resso d i pa lazzo Ve nezia.
N e l fratte mpo, ministri e membri d el Gra n Consig lio ent ra vano nello storico p a lazzo per partecipare alla seconda storica seduta.
M entre, sotto la presidenza del Duce, si stanno svolgendo i lavori del Gran Consig lio e del Consig lio dei ministr i, la piazz:1 Venezia, illuminata da migliaia di faci e di lampad ine e dai potenti fasci di numerosi riflettori, presenta uno spettacolo fantastico.
Una sterminata moltitudine ne straripa e, dalla moltitudine, si leva il palp ito dell' attesa per l'evento imminente. C'è in questa attesa q ualche cosa di profondamente mistico: u na coscienza unanime della solennità della gra nde ora che batte al quadrante della storia; e sembra che queste c~ntinaia di migliaia di uomi ni e <li donne, questo popolo, raccolto u~1to attorno alle bandiere della ~tria vittoriosa e a i gagliardetti del t~sc1smo, vog lia partecipare spiritualmente alle sedute del Gra n Consig lio e del Consiglio dei rnimst ri.
Dalle 22 alle 22.30, l'adunata resta magnificamente composta in que• sta religiosa attesa: clamori e ovazioni si levano discreti, per cedere jf posto acl un relativo silenzio, che meglio esprime l'ansia e la consape· volezza del momento. E di minuto in minuto, colonne di camicie nere, masse fncalcolabilì di cittadini, affluiscono a rendere ancor più immensa quest'adunata, che ha le stesse gigantesche proporzioni Ji quella del , maggio.
IMPONENTE MASSA D'A RMATI SULL'ALTARE DELLA PATRIA
Ma stasera, lungo la gradinata e sui ripiani dell'Altare della patria, si allìneano le rappresentanze di tutte le Forze Armate del J:>residio di Roma, in pieno assetto di guerra. I nostri mag nifici soldati sono presenti in armi, offrendo al popolo ammirato, lo spettacolo superbo della loro disciplina e della loro fiera possanza. Tutte le Armi, i Corpi e le specia. lità, con j gloriosi vessilli, hanno sull'Altare della patria la loro rappre· sentanza. Da una selva di baionette, di lance, di elmetti sorge la statua equc~:tr~eil
sf:i~~~~no i piedistalli delle qu adrighe, si disegnano le ali delle vittorie alate, si apre, candido, l'immenso colonnato. e una visione che commuove ed esalta. Dalla incandescente mole del1'Altare della patria sembra che si snodino fantastici festoni, ba lenanti ghirlande; le ]uminarie che inquadrano d'innumerevoli fiammelle il palazzo Venezia, il palazzo delle Assicurazioni e tutti gli altri edifici. La piazza è inondata di luce. Sulla folla che si distende a perdita d'occhio sventolano migliaia di bandiere e di gagliardetti, si agitano centinaia di cartelli inneggia nti al Duce, alla vittoria, all'impero.
Posandosi sulle varie zone dell'adunata, i fasci luminosi d ei proiet· tori rivelavano le falangi compatte del fascismo romano, la immens ità della moltitudine, la sua varietà, la sua meravigliosa compostezza: donne e uomini, v«chi e ~iovani cittadin i di o~ni ceto, mostrnvan~ un volto solo, proteso versO l'imminente parola del Duce. .
IRREFRENABILE ENTUSIASMO DI POPOLO
Quando, alle 22.30 precise, le vetrate del balcone di palazzo Venezia, da cui pendevano la bandiera nazionale e il labaro del Partito, si sono aperte ed è apparso, in divisa di comandante generale dell a Milizia, il Duce, un urlo immenso, un rombo altissimo si è levato dalla folla, ne ha espresso con una potenza impressionante la ·passione patriottica, il giubilo, il tripudio per l'alba radiosa dell'impero, che sare~be sorta per voce e nel nome di Mussolini.
Dinanzi alla figura del Duce, che spiccava nettamente nel quadro luminoso del balcone, il popolo ha avuto come un balzo repentino : è stato un attimo stupendo, cu i è seguìta una manifestazione d'entusiasmo ~be non ha avuto più sosta, né pausa per tutta la serata, se non durante 11 memorabile discorso del Duce annunciante l'impero.
Per varì mjnuti, tutta .Ja moltitudine che si assìepa a piazza Venezia trabocca per ogni adiacenza; protese le braccia nel saluto romano, tri• buta il suo saluto al Duce, sventolan do i vessilli, scandendo in un coro formidabile il suo nome.
Jl tumulto entusiastico non si placa, se non quando squi_llano i t re segna li di« attenti!», se~uìti dal fragore metallico del« presentat'arm ! » della truppa. « Saluto al Duce! », ord ina quindi il vicesegretario del Partito. « A noi!», rispondono centinaia di migliaia di voci.
La seduta del Gran Consig lio è stata ·breve: cinque minuti. Q\iella del Consiglio dei ministri brev issim:1: tre minuti,
PARLA MUSSOLINI
L'eco del saluto vibra nell 'aria p.;r qualche istante, poi un silen zio p ro fondo, assoluto, impressiòna nte.
11 Duce, eretto sull a persona, dopo aver Jevato il braccio nel sa luto romano, inizia il suo discorso, che, fìn dalle prime parole, suscita nella moltitudine ondate di e nt usiasmo e di gio ia. l a voce di Mussolin i, trasmessa perfettamente da~I i a ltopar~anti , acquista nel misticismo di quest'o ra un accento mi rabile di potenza.
Essa giunge diritta al cuore del p opolo, che sente in essa la voce stessa d el suo destino, la voce della storia che si compie e si fa luminosa realtà.
n impossìbile esprimere il _g iubilo con cui è stato accolto il d isco'rso del Duce. Esso ha dischiuso al popolo la radiosa visione dell'impero ; esso ha appagato il profondo desiderio della nazione e ha consacrato ne lla storia la sua prodigiosa rinascita, la sua riconguistata coscienza del p rimato.
D all 'inizio de l discorso, la foll a h::i. avuto la sensazione precisa· di 'lucsta realtà che tramutava in certezza tutte le sue speranze. Una acclamazione immensa ha salutato l' annunzio dell'impero e si è ripetuta ad ogni fra se d edicata dal ThKe a defin ire, con una sintesi potenfe e scu ltorea, il co ncetto romano, italiano e fa scista d'impero.
L:i legge ch e apre il nuovo periodo della nostra storia. è stat a àscoltata con reli giosa attenzione.
IURAMENTO
Mentre .M~sso1ini parlava, sembrava di sentire battere il .e;ran ruote d el popolo; ma, quando il Duce ha invitato a levare in alto le inseg ne, i ferri e i cuori ; per. la riapparizione d ell'impero sui colli fatali, con u n nuovo ba lzo dalla molt itudinè erom pe il g rido della gloria e della fed e, per rinnovarsi nel g iuramento sacro che conclude la mirabile o razione
· mussoliniana
Reso il saluto al re, l'adunata h1 rivolto al Duce una manifestazione d i devozione, che ha acquistato l'aspetto di un'apoteosi. Un h.trbinlo d i b:tndiere, di cappelli, di faz zoletti, u n martellare di invocazioni « Duce! Duce ! », uno scrosciare di applausi, hanno ri assunto con una g randio-
s ità senza pari i sent iment i, le aspirazioni, le passioni suscitat·e in questo intenso periodo deUa nostra storia
La manifestazione , che h a d ato il battesimo popola re all'impero d'Italia , si è protr atta a lungo, e quattro, cinque, sei volte il Duce ha dovuto affacciarsi al balcone per ricevere l'appass io nato sa luto del popolo, a ru i, infine, il vicesegretario del Partito ha letto l'indirizzo votato per acclamazione dal Gran Consiglio.
l'indirizzo solleva. nuove ondate -di entusiasmo. Mii liaia di voci ripetono e scandiscono la frase: « Duce , fondatore dell'im pero». Il clamore immenso della folla si diffonde, si propaga rapidamente per tutto il centro dell'Urbe.
Il tripud io è in ogni cuore. Viviamo ore di luminosa letiz ia. Tutto il popolo è in festa; pe r tutta la capitale un gran fremito di cant i, d i fa nfare, di acclamazioni sa luta l'alba dell'impero, invoca il nome di Mussolini. La fo lta abbandona lentamente palazzo Venezia, e, al grido « V iva l'imperatore!», si dirige verso il Quirinale pe r rendere omaggio a Sua M aestà il re. .
Coi vessilli spiegati al vento, e centinaia d i fia cco le b randite in alto, attraversa cantando via Cesare Batti sti e v ia XXIV maggio e ir rompe a ondate travolgenti nella piazza del Quirinale. '
A nche la Reggia splende di luci, m:i una più a rdente fiammata ora l'investe: quella della pass ione popolare. Tutto vibra ancora d ella pa r ola con cui il Duce ha a nnuncia to il risorto im pero sui colli fatal i d i Roma ; il popolo dell'Urbe sente in ciuest'ora il privilegio altissimo che gli t occa di essere il p rimo a sa lutare, a nome d i tutto il popolo italiano, il re d'Italia imperatore d'Et iopia.
VIBRANTE DIMOSTRAZIONE SOTIO LA REGGIA
Ed eccolo, d opo ave re acclamato l' artefice· della v ittoria e il fond ato re dell ' impero, tutto raccolto sotto la Reggia , ad acclamare Vitto rio Ema· nuele. Il g rido « Viva l'impero ital iano ! Viva l'imperatore!» , viene lanciato ripetutamente in un· immenso coro esultante.
Il re si a ffaccia . Al suo fi anco è il p rincipe di Piemonte. Dall a piazza si leva u na ovaz io ne interminabi le . T rionfale è questo primo -saluto d el popolo al suo re imperatore. B un momento di g ra ndiosa so lennità, che accende in ogni cuo re fremiti d i orjZoglio e di commozione insieme.
Dall'alto della Re,ggia, la Maestà d el re contempla il s uperbo spettacolo d'ardore pat riottico, che ancora una volta gli offre il suo popolo e risponde r ipetutamente al sa luto appassionato della fo lla.
Le mus iche intonano l'I nno reale e Giovi nezza, e i. vessilli, levati in alto , si inchi nano davant i a l sovrano, mentre si rinnova il g rido « Viva l'imperatore!».
La d imost razione si prolun,ga entusiastica, e si vo l_j:!;e anche aWindirizzo ·de l p rincipe, che s imboleggia la continuità imper ia le de lla gloriosa dinastia. · ,
Dal Quirinale, l'ovazione straripa, il tri pudio si effon-de, invade l' Urbe inte ra, dal centro alla per iferia. t o ra un susse~u irsi di d imostra • zion i imp rovvi,ate, d i im provvisàte adunate. Colonne di g iovani, falangi
di camicie n ere, gruppi di cittadini percorrono tutte le strade, seguono le ·fanfare, intonano g li inni della patria. Gli << ala là! » si moltiplicano, gli applausi scrosciano, ma, su tuth,· si leva possente il g rido fatidico: « Viva l'impero! Viva il Duce, fondatore dell'impero!». , A mezzanotte, la piazza del Quirinale è ancora gremita. Intanto si 1innovano con imtancabile fervore le dimostrazioni in piazza Venezia. li Duce, chiamato insistentemente dalla folla , si affaccia al balcone altre quattro volte.
DELIRANTE ENTIJSIASMO IN TIJTTA ITALIA
PER IL FORMIDABILE DISCORSO DEL DUCE *
Tutta la nazione ha vissuto, insieme con Roma, la grande oi'a storica. Gli altoparlanti, predisposti nelle città capoluogo di provincia, in ciascun paese e nei bor8hi, h anno diffuso la cronaca dell'indimenticabile serata. Molt itudini immense, popolazioni operai e e rurali adunate ne lle piane d ' Italia, in comunione fraterna con le Forze Armate e con le Forze d el Partito, hanno ascoltato il discorso del Duce e la lettura del decreto di fondazione dell'impero, sottolineando o,;ni frase con formidabili acclamazioni e ininterrotte ovazioni al re e al Duce. E ovunque 1a notte di gloria, ch e segna l'inizio di una nuova storia italìca, ha udito, alt issimo, il giuramento che le foHe hanno r innovato al Duce, il giuramento e la promessa di difendere, con il lavoro e con il sangue, se mai sia necessa. rio, l'impero di Roma, oggi risorto dopo quindici secoli di pausa
INDICE DEI NOMI A
Abensberg.Traun, il conte; 21.
Absburgo, Giuseppe d', J'aròduca, 6, 314. .
Acerbo Giacomo, 71, 182, 184, 204, 228, 267, 273.
AgeJJzia d 'I t11/ia, 17 .
Albertini Antonio, 274
Alfieri D ino, 278, H2, 377, 381.
Ali ghieri Dante, 119.
Aloisi Pompeo, 257, 263, H9, 344
Ambrogetti Cesare, 207.
Angelini Francesco, 21, 22, . 23, 182, IS4, 204, 215, 228, 267.
Appiotti, il generale, 346 .
A rcangel i A.geo, 75, 274.
Ardigò, componente d ella corporazione della zootecnica e ddla pesca, 7.
Aristotele, 110.
Asinari di San Maruno Enrico, 278.
Asquini Alberto, 274.
Assia, d', Mafalda, 385.
Attolico Bernardo, H6.
Avenol Giuseppe, 100 B
Baccanelli, il podesla, 112
Badoglio Pietro, 26, 160, 163, 166, 1n, 119, 1a2. 1s5, 2 14, 215, 216, 21 7, 23 1, H2, 2}6, 249, 250, 256, 257, 259, 262, 265, 266, 268, 298, 299, 300, 303, 304, 305, 306,· 307, 308, 309, 310, 3 11, 312, 313, 314, 315, 3 16, 317, 3 18, 319, 320, 321, 322, 361, 388, 389
Bagnoli Francesco, 35.
Baist rocchi · Federico, 26, 277, 322 .
Baistrocchi, rufficiale, 322.
Balbo Italo, 2 1, 22, 23, 26, 182, 184, 204, 228, 267, 293.
Baldwin Stanley, 171, 172, 173, 202.
Barone, l'ammiraglio, 293, 346.
Barthou Louis, 3, 4.
Bastico Ettore, 343.
Battisti Camillo, I 20.
Battis ti Cesare, 119, 120, 207.
Battisti Bittanti Ernesta., 120
Be(chi, componente della corporazione del mare e dell'aria, 3~.
Beethoven, Ludwig van, 20.
Benni Antonio Stefano, 35, 115, 274.
Berger-Waldcnegg, il ministro, 233, 240, 373.
Bernard, l'ammini~tratore, 170, 225.
Herthet Etienne, 60.
Bertìni, il generale, 349.
Bes M. C., 288. .
Besemann, Otto von, 3 11 .
Bi.tgi Bruno, 15, 112, 259, 274.
Biseo Attilio, 15, 54.
Blum U o n, 224.
Bodard, 320.
Bonaparte Napoleone, 108
Bonifac io VIIJ, 177.
Bonomi Oreste, 216.
BorghC"se Rodolfo, 7 l.
Borrìello Biagio, 35.
Boscardi, il generale, 350
Boselli Paolo, 2.
Bottai Giuseppe, 2 1, 22, 23, 182, 184, 204, 228, 267.
Bova Scoppa Renato, 372.
Bozzi Franco Ft'dde, 7.
Brothers Eley, 226,
Buffarini Guidi G uido , 2 1, 22, 23, 26, 182, 184, 204, 228, 267.
Bumacini Ludovico, 21 . .
Bu ronzo Vincenzo, 291..
Cairoil, i fratelli, 207.
Calvi, i fratelli, 207
Calza Bini Albmo, 1~6.
Canelli Giuseppe; 274.
Cao Giovanni, n.
Cargnelutt i Arturo, 38.
G rt~io Re~ ato, 174.
Casalini Vincenzo, ~9.
Cu.ares; il giornalista, 112,
Cassa, i l ras, 232, -3 14, 347.
Castiletti Giovanni, 20.
Catone, 11O.
Cavagnari Domenico, 26.
Ceci Paolo, 7.
Cencdli Orsolini Valentino, 1, 275.
Cerruti, il colonnello, 349
Chambrun, dc,· l' ambasciatore, 8, 327, 328.
Chiesa D.i:miano, 119, 120.
Ci.:mcia relli, il commendalor, 363 .
Cialldti Tullio, 2 1, 22, 23, 182, 184, 204, 228, 267.
Ciano Costanzo, 2 1, 22, 23, 74, 182, 183, 184, 196, 200, 204, 228, 238, 240, 263, 264, 267, 365, 385, 387.
Ciano Galeazzo, . 26, 54, 71, 84, 118, 228, 229, 267, 277, 343, 346,
Cobolli Gigl i Giuseppe, 274, 278.
Cona, il generale, 308.
CorriJoni Enrichetta, 192.
Corridoni Fi lippo, · 192,
Cossa Ferdinando, 40.
Couhé, il direttore J eJl"A,..iazione civil e francese, 345
c'umbourne, il IorJ, 230.
D
Dallolio AlfreJ~, 25, 26, 128, 209.
Dall'Ora Fidenzio, 40.
Oami:m i Ciro, 112.
D 'Annunzio G abriele, 160, 292, 298, . 302. .
Dai/y M ail, 262.
Dc Bernardi, i fratelli , 207
De
277, 290, 291, 292, 293, 294, 295, 2%, 297, 298, 299, 300, 301, 302, 303, 361.
De Frandsci Pietro, 177, 273
De Kerillis Henry, 106, 107 , 108, 109, 169.
D ekroix Cado, 18.
Od G iudice Ri ccardo, 259.-
De Michdis, il generale, 350.
De Marsanich A ugusto, 274
D enain, il ministro, 72, 314 , 345
D e Roberto, componente della corporaz.ione della .zootecnica e della pesca, 7.
De Rosa, il podestà, 36~.
Oestà Damtù, il ras, 2 14.
De Stefani A[!x-rto, 2 1, 22, 23 , ' 18 2, 183, 184, 204, 228, 2 29, 267.
D e Vechi Cesare Maria, 21, 22, 23, 115, 12 1, 122, 177, 182, 184, 204, 228, 267, 274 .
Dicky, l'ingegner, 299
D i Crollalanza Araldo, 102, 27}, . 275, 363, 366, 367, 368, 37 7.
Dollfuss En,gelbcrt 16, 19
Donner, lo scultore, 21.
Drummond 5jr James Eric, 153.
D ucd Gino, 278.
D urin i Gian Giuseppe, 7 .
Echo d e P11rit, 106, 169
Eden Anthony, 100, 101, 276, 282, 28'1, 318
Elena, la regina, 4, 362, 387, 388.
Eliseo, componente d ella corporazione della carta e della stampa, 38.
Epoca, 29 1, 292, 293, 295, 296, 297, 298, 299, 300, 301, 302, 303, 304, 305, 306, 307, 308, 309, 310, 3!1, . 312, 313, 315, 316, 317, 3 18, 319, 320, 32 1, 322.
Erco!e Francesco, 273.
Fag ioli, l'architetto, 120.
Farina Cini Neri, 38
Farinacci Roberto, 21, 22, 23, 18 2, 184, 204, 228, 229, 267.
Faruk I, 264.
Fassi ni Alberto, 2 16 .
Federico Barbarossa, 10.
Fede:n:oni Luigi, 2 1, 22, 23, 38, 72, 182, 184, 204, 228, 267, 273, 277, 278, 28 5, 288, 36 5 '
Fcrrari G iovanni, 6, 7.
Ferrari, il tenente generale, 32 5.
Filzi Fabio, 119, 120, 207.
Filzi Fausto, 207.
Flandin Pierre-Etienne , 55, 57, 23 6, 2:H, 338, 339, 340, 34 1, 342.
Foglio d'Ordini, 326, 351.
Fontanelli Luig i, 38.
Frczzotti, ruchitctto, 364.
Fuad I, 263, 264, 320. G
Gabba Mdchiade, 40.
Galamini, il genera le, 343.
Gardini Dino, 60, 326
G aribaldi Giuseppe, 376
Garibaldi Menotti, 376
Ga.zzotti Piero, 326.
Gerville-Rèache Leo, ]36 .
Ghigi Alessandro, 7.
Giannini, il d eputato, 35.
Giardino Ernesto, 303.
Giardino Gaetano, 303.
Giordani Dante, 6.
Giorgio V, 310.
Gio,11(l/e (J/J d' Italia, .)60, Giovanni di Neumarkt, 20.
Giscard, il capo di Gabinetto Jcl minist ro Denain, 34 5.
Giuliani Giovanni, 2 1.
G luck Cri, toforo W ill ibaldo, 20.
GOmbos di J àk fa Jul ius, 233, 240, 290, 373, 374.
Grandi Dino, 21, 22, 23, 182, 184, 204, 228, 229, 332.
Granito Pignatelli d i Bdmontc G ennaro, 379,
GraZiani Rodolfo, 80, 11 2, 160, 177, 214, 249, 256, 257, 2)8, 267, 289, -295, 297, 301, 305, 306, 307, 3 10, 3 16, 317, 319.
Grigg Edward, 151.
Guarneri Felice, 285
Gugiielmi G~gorio, 21.
Guidoni Alessandro, 57, Guzroni Alfredo, 321.
H
H ailè Sell assiè J, 71, D O, 152, 164 , 165, 169, 174, 175, l 8 l , 20 1, 202, 214, 226, 2'19, 250, 262, 27', 282, 283, 297, 313, 317, 32 1; 343, 352
Hailè Sdlassiè Gug à, 165, 291, 299, 304.
Havariat, il delegato etiopico a G ine• vra, 297.
H diga, il meccanico, 3·i6, 347.
HcnJenon Neville, 172,
HermaM E nrico Gustavo, 67, 68,
Herman n Gustavo, 68.
Herriot Edouard, 297.
Hit ler Adolf, .)5, 336, 341.
Hoare Samuel, 128, 153, 157, 160, 197, 198, 206, 230, 284.
Hodel; il giornalista, 38 1.
H6man Balint, 22, 23.
Host Vent uri Giovanni, 274
Iannelli Mario, 27 4.
Jbn SauJ, 29 1.
lmmni, il ras, 214, 236.
Infa nte Mario, 325.
J ung G uido, 27]
]unger Giorgio Federico, 9, 10.
K
Kanya, K aiman de, 2 3}, '240, 373.
Kassà Araii, 165.
Kellogg Frank Billings, 170
Kleihlierer, il gio rna lista, 370.
Lagardelle Hubert, 28 1, 287
Lansbury, il deputato, 229, 230.
Lantini Ferruccio, 7, 26, 215, 258, 274
Lam:a d i Scalea Pietro, 72.
·Lauzann e Stéphane, 169.
Lavai Piene, 2, 3, 4, 6, 7, 8, 9, 51, 128, 163, 16S, 172, 279, 281, 284, 285, 287, 300, 327, 328, 329, }30, n1, n2, :ns, 339,342.
Lavoro (li) F,u riJta, 360,
Lazurini, 289.
Lawicia, il giomalista, 370
Lebrun Alberto, ·4.
Léger Alex is, 8, 327, 328, 339.
Leoni Anto nio, 240, 274.
UOpardi Giacomo, 243.
lessona. Alessandro, 26, 72, 160, 166, 179, 298 , 299, 300, 322.
Lloyd George, 151, 229, 230.
Lojacono Luigi, 274.
Lombo, il deputato, 3S.
Lopez Olivan, 372.
Menelik, 321.
Mcnin, l'agrico ltore, 102
Mermo:i, l'aviatore, 345.
Metzingcr, la barone,sa, 192.
Michcli Aug usto, 38.
Mischi Archimede, 346.
Mohammed Jahio, il su ltanò, 294.
Moneta, componente de lla corporazione de lla carta e della stampa, 38.
Morelli Eugenio, 227.
Moretti Giuseppe, 7.
Morigi Renzo, 2 L , 22, 23, 182, 184, 204, 228, 267, 326.
Aforning Prnt, 139, 140.
Moscone, il generale, 343.
Mosconi Antonio, 71
Mougcl, l'ammiraglio, 345.
Mozart Wol(gang Amadeus, 20.
Muen,bnrr Z eitung, 56.
Mulug.hietà, il ras, 321.
Mussolini Alessandro, I 12.
Mussolini Annamaria; 54.
M acDan ald James Ramsay, 55, ¾, H, 338, 339, '.HO, 341, 342.
Madariaga, .il professor, 142.
M aher P ascia Ali, 320.
Maino Luig i, 212.
Malatesta Roberto, 376.
Malusardi Edoardo, 326.
Maraviglia Mauri.zio, 104
Maravigna, il generale, 302, ·307.
Marconi Guglielmo, 21, 22, 23, 182, 183, 184, 204, 228, 267.
Ma.re.scalchi Arturo," 274.
M arghinotti Lare, 3,o.
Ma ria Francc:1ca, la principessa, 387 , 388.
Maria José, la p rincipessa, 4.
Ma.rio, 9.
Marinelli Giovanni, 2 1, 23, 182, 18·1, 204, 228, 261, 326, 38,.
Martignoni Zelindo Ciro, 6.
Martine lli Domenico, 21.
Martini, il padre, 20,
Marx Karl, 110.
Ma~a G iovanni, 38.
M a1i11, 136, 169.
Matticlli Lorenzo, 2 1.
M«lici Del V ascello ·Giacomo, 1U, 274.
M chdi fra sheri, 314.
Mussolini Arnaldo, 380.
Mussolini Augu sta, 313.
Mussolini Bruno, 109, 112.
Mussolini Rachele, 112.
Mussolini Romano, 54.
Mussolini Vito, 112.
Mussolini Vittorio, 109, 11 2,
Munarini Mario, 21, 22, 23, 182, 18~, 184, 204, 215, 228, 267.
Nannini Sergio, 175, 370
Nasibù, il ras, 249, 258, 316.
Navarra, il vescovo, 365, 366, 368,· 379, 380.
Nazion~ ( /.4), 80
Negus ( veòi H ailè Sellassiè I}.
Neurath, Konstantin von, 336, 339.
Nicotra Giovanni, 71.
Niessc-1, il generale, 118.
Nobel, 202.
Oggi, 293, 294, 295, 300, 301, 304, 305, 306, 307, 308, 310, 313, 316, 317, 319, 322.
OloJ.Dinlc, il sultano, 175.
Orlando Vittorio Emanuele, 2.
Pacassi Nicola, 21
Pala Giovanni, 3 5.
Pa lestrina, Giovanni Pie rluig i da, 20.
Palmayi Is tivani, 60.
Pao lini, l' ingegner, 377
Parenti· Rino, 326.
Pariani Alberto, 26, 278
P,uù-Soir, 160, 163.
Pavolini Alessa ndro, 80.
Pellegrini, -il generale, 344.
Pernter, il min istro, 16.
Pcrusino C arlo, 326.
Petrarca Francesco, 20.
Petrucci Concezio, 377.
Pctrucci Silvio, 372, 382
Pez:tuto Pasquale, 35.
Piacentini, l' architetto, 178
Piccio Pi er Ruggero, 344.
Picrantoni Gi useppe, 261.
Pilon e, il dottor, 71.
Pi lsudski G iuseppe, 7 1, 72, 74, 323.
Pin na, il sena tore, 26.
Pintor, il generale, 3SO
Pirclli Piero, S9.
Pirzio Biroli A lessandro, ·10.
Pisoni Gastone, 31 1.
Pisonc, il p adre di Gasto ne, 31 1.
Plcdty, il vicepresidente dell a Confc• dcrazione Ìnlcrnazion ale degli stu· denti, 60.
Pa letto, il capi1ano, 35. Politis, 282.
32 1, 323, 325, 326, 327, 329, H l , 332, 334, 335, 336, 3}7, 338, 339, 340, 34'2, 343, 344, 345, 346, 347, 348, 349, 350, 3 :Sl, 352, 353, 361, 362, 372, 373, 374, 37:s, 382, 388, 390, 396.
Porpor a Nicolò, 20.
Porta, il genera le, 343.
Postig lione Gaetano, 238, 274, 305
Pozzo Andrea, 21. ·
Price Ward, 262
Puppini Umberto, 273.
Puricelli Pi ero, 3 17.
Rava t.fa urizio, 1 l3, 268, 289
Ru1-a Edith, 129, 2'95.
Ra:i:.:a iuigi, 7, 11:S, 129, 175, 200, 274, 295.
Reno (TI) d el CarJù10, 292.
Reuur, l'agenzia, 3 1I.
Riccardi, il generale, 350
Ricci Enrico, 38
Ricci Renato, 112, 360
Rocw Alfredo, 21, 22, 23, 11'.i , 182, 200.
Rolandi Ricci Vittorio, 285.
Rossoni Edmondo, 21, 22, 23, 71 , 87, 115, 18 2, 183, 184, 204, 215, 228, 229, 267, 273, 274.
Russo Luigi, 112, 182, 184, 204, 228, 267.
Saint Qucntin, de, il sottodi rettorc polilitico per l'Africa francese, 8,327
Sa landra Antonio, 2.
Sa lieri Antonio, 20.
Salter, il deputato, 229, 230.
Salvioni, i fratelli, 207.
Sandicchi Pasq uale, 314.
Sangiorgi Giorgio M a ria, 292.
Sauerwein Jules, 160.
Savoia, la d inastia dei, 43, 387.
Schubert Franz, 20.
Schuschnigg, K urt von, 19, 7 1, 233, 240, 290, 343, 344, 373, 374, S(hwar.t:enbcrg, la famiglia, 2 l.
Scbasti ani Osvaldo, 112.
Seipel Ignazio, 19.
Seium, il ras, 232, 291, 3 14.
Serena Adelchi, 21, 22, 23, 182, 184, 204, 228, 267, 326, 385, 386, 394, 395.
Serpieri Arriso, 274.
Silaghi Victor, 60.
Silenzi, l'ingegner, 377.
Simon John, 180, 332, 338, 33 9, 3-4 1, 342.
Simon, la signora, 180.
Sisto IV, 376.
Solari Santino, 20.
Solmi Arrigo, ·21, 22, 23 , l1S, 118, 182, 184, 204, 228, 267 , 274.
Somma Umberto, 10, 343.
Spigo , i l colo nnello, 26.
Starace Achille, 21, 22, 2}, 24, 11 5, 182, 18 4, 204 , 213, 228, 229, 249, 267, 326, 3S5, 3'.H, 358, 3'.'.19.
Starhemberg, Ernest Riid i,ger von, 57.
SJefan i, l'agen zia, 327, 328, 334, 338, 339, 340, 348
Suvich Fulvio, 26, 54, 327, 328, 339, 343,373.
Trivulzio della Soma.glia Lena, 239.
T iovalusci, monsignor, 379
Tufaroli, l' architetto, 377.
T umed ei Cesare, 274.
Umberto, il principe, 4, 47, 69, 297, 3 19, 395.
Valcarenghi Luigi, 3 12,
Vakarenghi, la signora, 312.
Valle Giuseppe, ,15, 54, 343.
Valori Aldo, I, '2.
V annutelli, l'ammiraglio, 26.
Vansittart Robert, 339.
Vecchini Aldo, 80.
Verdi Gi useppe, 356.
Ven ani Vittorino, 7, Viuher, l' architetto, 157.
Visconti di Modrone Marcello, 289.
Vittorio Emanuele JII, 4, 40, 44, 11 8, 136, 179, 200, 267, 268, 269, 273, 274, 277, 278, 28 5, 288, 31 4, 32 1, 36 1, 364, 387, 388, 389, 390, 394, 39\ 396.
TaJJ, l'agenzia, 318.
TTassinari G iuseppe, 274.
Tcodorani V anni, 112.
Teru.izi Attilio, 21, 22, 23, 26, 350.
Terziani, il genera le, 346.
Tessitore, il generale, 346.
Thaon di Revel Paolo, il conte, 2 1, 22, 23, 115, 117, 182, 183, 184, 199, 204, 228, 229, . 235, 267 , 274.
Torried, il genera le, 346.
Toselli Pietro, 232.
Traditi, il g en~rale, 346
Trapassi Pietro ( detto il Metastasio), 20.
Tredici , Vittorio, 258.
Tre tti Federico Luigi, 7 1.
Trih1111a (La) • L'idea Nt1zio11a/e, 136, 19 1, 1~2.
Tringali Casanova Antonino, 21, 22, 23, 182, 184, 204 , 228, 267.
Vogelweide, ~alter von, 56, 57.
Vollg rueber, il ministro, }44.
Vol pi Giuseppe, 2 1, 22, 23, 163, 182, 184, 204,' 205, 228, 229.
Wcber Fritz, 5, G.
W inkler, il dottor , 263.
Ya, 112. z
Zangar:i Vincenzo, 326.
Zeno Apostolo, 20, Zocchi Cesate, 119.
Alla prima riunione della corporazione della carta e della stampa ( 16 marzo 193>) . . . . . . . . . . . .
Dopo le commemorazioni ( 18 marzo 193 5) .
Presentazione di alcuni disegni di legge (18 marzo 1935) .
Sc.dìcesimo annuale dei Fasci (23 marzo 1935) . . . . .
Le direttive alla nuova consulta ~ell'urbe (29 marzo 1935) .
36P· riunione del Consiglio dei ministri (30 marzo 1935) .
Stresa (2 aprile 1935). . . . . .
Un «.ferro» ( 4 aprile 1935)
Il «nostro» piano (11 apdle 1935) .
Stresa (14 apri le 19 35) .
Walter e il resto (18 aprile 1935).
Guidonia (27 aprile 1935) .
Al Centro sperimentale dell'Aeronautica d i Guidon ia (27 aprile 1935). . . . . . . . . . .
N ella g iornata della festa dei'1avoro italiano (28 aptile 193 5)
Alla riunione del Comitato corporativo centrale (30 aprile 1935) .
AJle rappresentanze goliardiche internazionali (1 maggio 1935) .
Alla riunione del Comitato corporativo centrale (3 maggio 1935) .
362'3 riunione del Consiglio dei ministri (4 maggio 1935)
Presentazione di alcuni disegni di legge (6 maggio 1935)
Presentazione di alcuni disegni J i legge (7 maggio 1935)
Per i provvedimenti a favore del mercato granario (9 maggio 1935) .
Giuseppe Pilsudski (14 maggio 193)) . . . .
Dopo le commemorazioni (14 magg io 1935) . . . . .
Dichiarazioni al Senato per 1a vertenza italo-et iopica ( l4 magg io 1935)
Per la scomparsa Jel maresciallo G iuseppe Pilsu<lski (15 maggio 1935) . . . . . . .
Per la scomparsa del deputato Ageo Arcangdi (1 5 magsio 1935)
La scelta (21 maggio 1935) . . . , . . . . . . . . .
La vertenza italo-etiopica e la politica estera italiana alla Cameèa dei deputali {25 maggio 1935) . . . . . .
Agli avvocati (29 maggio 193))
Crepuscolo dell'« homo oeconomicus » (3 1 maggio 1935)
Le provincie africane (7 giugno 1935) .
li discorso di Cagliari (8 giugno 1935) .
Ai p rimi abitanti di' Mussolinia (9 giugno 1935) .
Il discorso di Sassari (10 giugno 1935) .
Alla riunione del Comitato,permanente del grano (B g iu,gno 1935)
363u. riunione del Consiglio dei ministri (15 giugno 1935) . .
la conclusione delle trattative fra It~lia e Francia. Il comunicato ufficiale (6 gennaio 193'.5) . .
Mwsolini e Lavai concludono feli cemente i negoziati franco-italiani con la firma di importanti accordi sugli interessi coloniali dei due paesi e sulle questioni d'ordine europeo. L'incontro di Roma e i suoi risultati (8 gennaio 1935) . . . .
D opo il convegno di Roma. La vasta portata degli accordi conclusi fra Mussolini e Lavai (9 gennaio 1935) . . .
Gli accordi italo-fraflcesi. Il testo della dichiarazione generale firmata da Mussolini e Lavai sul consolidamento dell'amicizia e sulla piena cooperazione fra i due paesi (12 gennaio 1935)
Dagli accordi di Roma al convegno di Londra. Importanti conclusioni raggiunte nei colloqui franco-inglesi (:; febbraio 193S) .
L' Italia accoglie con favore le conclusioni del convegno <li Londra riconoscendovi la ·possibilità di un'intesa per l'inizio di un periodo d i collaboraz ione europea. A desione .di massima al progettato Patto aereo di mutua assistenza (10 febbraio 19?S}.
Nuova aggressione nella zo na di Ual-Ual. Formale protesta presso . il Governo di Addis Abeba (12 febbraio 193S) .
Due divisioni italiane mobilitate pe r misura precauzionale a causa dell'aumentata pressione etiopica nell'Africa Orientale Regolare svolgimento deJle operazioni di richiamo per i contingenti della classe 1911 (12 febbraio 1935) ·
Razzia abissinà a sud dell'Uebi Scebeli ai danni dei nostri sudditi. Formale protesta italiana ad Addis Abeba (21 marzo 1935) .
Le comunicazioni del. Governo fascista a l Reich dopo la decisione tedesca concernente gli armamenti (22 marzo 19}5)
Un nuovo incid ente al confine eritreo. Pattuglia di vigilanza aggredita da armati etiopici Un nostro giaduato ferito. Protest:1 italianl ad Add is Abeba (26 marzo 1935)
Il convegno di Stresa ini ziato sotto la p residenza di Mussolini (12 aprile 193 5) . . · · · · · · · ·
La seconda giornata del convegno di Stresa. Il comunic:ito uffici:ile (I 3 aprile 1935)
Le conversazioni di Stresa nella fase conclusiva. H comunicato uf. ficiale (14 aprile 1935) . .
La. felice conclusione della conferenza internazionale di Stresa. L'aècordo delle tre nazioni (16 apri.le 1935). . . .
MacDonald e Flandin ringraziano il D uce all'atto di lasciare l'Italia (16 aprile 1935) .
Ferme misure per la si curezza de lle nost re colonie nell'Africa
Orientale (8 maggio 1935)
Mussoli ni g iunge in volo a Firenze pilotando il suo trimot~re. Cordiale colloquio di circa due ore· con il cancelliere d'Austria (12 maggio 1935)
Il ritorno d el D uce alla ~apitale (12 maggio 1935)
11 Duce e il ministro dell'Aria Denain firmano la convenzione it alofrancese relativa all'impianto di linee di navigazio ne aerea (14 maggio 1935) . . . .
Una nuova provocazione abissina. La liberazione degli arrestati del brigantesco attacco al campo consolare di Gondar (1 4 maggio 1935) . . . . .
Parziale mobilitazione abissina e nuove misure dife nsive italiane Il comunicato ufficiale (1 giug no 1935) . .
Un altro barbaro episodio della xenofobia abissina ( 1 giugno 1935) .
N ostri corrieri postali aggrediti e imprigionati (1 g iugno 1935)
Due nuove aggressioni abissine contro l'Italia ( 4 g iugno 1935) .
L' incontro Mussolini-Eden. Un primo colloquio di circa due ore sui d iversi problemi internazionali (2'.5 g iugno 1935) . .
La conclusione dei co lloqui Mussolini-Eden. Possibilità d i sv iluppi d ell 'intesa italo-franco-ing lese. La questione etiopica esaminata nei suoi termini attual i (26 giugno 1935)
Il console italiano ad Harrar ingiuriato dai soldati etiopici. Un nostro ascaro aggredito e percosso (11 luglio 1935) . . · .
Pronta risposta alle nuove misu re militari d ell'Etiopia. li Duce or, dina la mobilitazione della d ivisione «.Sila» e della quinta divisione camicie nere « I febbraio». Il comunicato ufficiale ( 16 l uglio 1935) . . . . . . . . . . . . . .
L' It ali a fascis ta pronta a rintuzzare la minaccia etiopica 11 D uce o rd ina la mobilitazione delle divisioni « Assietta » e « Cosseri a» e di una sesta d ivi sione cam icie nere, fo rmata di ital iani all'estero, ex-combattenti e mutilati. Il com unicato uf'ficiale (7 agosto 1935) . . . . . . . . . . . . . . .
T utta l'Italia in piedi intorno al suo capo. 1l Duce ordina l'ad unata gene rale delle forze del regime (11 settembre 193 5)
L' adunata: delle forze del regime sarà a nnunciata anche dal suono delle campane d i tutte le chiese (15 settem~re 1935) .
La mobilitazione generale delle forze etiopiche confermata in una comunicaziorie ufficiale del Negus a Gi nevra. L'annunzio a Ginevra ( 1 ottobre 1935) . . . . . . . . . . •
Una menzogna truffaldina (1 o ttobre 193S) .
Tutto il popolo italiano intorno al suo capo. Lo storico discon;o
d el Duce aJla nazione e al mondo. Indescrivibile mani festazione a Roma. Entusiastiche di mostrazioni nell'intero paese.
De Bono additato alla g rati tudine della nazione per l'opera compiuta e promosso maresciallo d'Italia. La nomina di Sua Eccellenza Badoglio ad alto comm issario per l'Africa Orienta le ( 17 novembre 1935) ,
La gratitudine al Duce del maresciallo Badoglio ( 20. novembre ~ij . . .. ... ......
11 Duce comincia con il gesto del seminatore la vita del nuovo comune di Pontinia. I bonificatori dell 'Agro consegnano al Duce, fra entusiastiche dimostrazioni, la loro offerta d'oco
A_i,rilia, quarto comune dell'Agro Pontino, e nell'ondeggiare dei vessilli, a l balenio deile armi, fra indescrivibili manifestazioni d'entusiasmo, annuncia ai bonificatori acclamanti
storico evento celebrato n ella capitale. La srand iosa dimostrazione di Roma a Mussolini Cinquecentomila persone adunate in piazza Venezia,
Finito di J/ampare il 2) Giugno 1959 nelle Offirhu Grtt/icht Frau/Ji Stimui S111mrsri,m a V al di Pua (Firenze)
Sun o ila/ e a1uhe tùate 100 copte 1J11111e"1lc in carta J{!u-i.ile fuori r:ommerdo