La Francia etichetta quasi tutte le carni nei ristoranti Il Decreto in vigore da marzo estende a quasi tutte le carni, non solo alle bovine, l’obbligo di comunicare ai clienti l’origine di Roberto Villa
S
dell’anno corrente, prevede che tutti i locali di somministrazione al pubblico di alimenti, siano essi appartenenti alla ristorazione commerciale o collettiva (mense private, scolastiche, ospedaliere, ecc…), debbano rendere noti agli avventori abituali od occasionali da quale Paese provenga e dove sia stato macellato l’animale che si accingono a gustare durante veloci pause pranzo o festevoli libagioni tra amici. In premessa vengono richiamati tanto il Regolamento UE 1169/2011 — la madre di tutti i criteri per l’etichet-
tatura degli alimenti — quanto il Regolamento UE 1337/2013, che del dianzi citato è un’applicazione per le carni fresche, refrigerate e congelate di suini, ovini, caprini e volatili. Il provvedimento legislativo francese recentemente emanato non è una novità, in quanto va unicamente a modificare, seppure con un notevole ampliamento del campo applicativo, un precedente decreto che era ristretto alle carni della sola specie bovina, il Decreto n. 2002-1465 del 17 dicembre 20022. È entrato in vigore il 1o marzo 2022
Photo © 2010 David Franklin
e i produttori italiani di salumi e carni trasformate di origine suina si lamentano dell’obbligatorietà di comunicare ai consumatori al dettaglio l’origine delle carni, sappiano che non sono soli. In Francia è stato infatti recentemente emanato un decreto secondo il quale la maggior parte delle carni servite attraverso i canali della ristorazione dovranno fornire ai clienti l’indicazione del Paese di allevamento e del Paese di macellazione. Il Decreto n. 2022-65 del 26 gennaio 20221, in vigore dal 1o marzo
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Eurocarni, 5/22