Inferno
il pozzo dei giganti
D
a questo punto vedo il fondo dell’Inferno, è un pozzo profondissimo questo tormento eterno, mi pare di vedere più torri all’orizzonte, ma il mio Maestro dice che ognuna è un gigante. Ed io in effetti vedo uomini grossi e grandi, a star lì attorno al pozzo son proprio dei giganti, e uno di loro, quello che a noi sta più vicino, con un grande corno produce un forte tuono. Ci avviciniamo a lui ancora un altro po’ e questi dice cose che proprio io non so, che ancora non so dire e non vi so spiegare, tanto era strano e astruso il suo modo di parlare. Ed ecco che Virgilio sempre pronto ad aiutarmi, puntuale anche stavolta, inizia a spiegarmi, mi dice che in passato, nelle remote ere, quel colosso costruì la Torre di Babele. L’insana voglia sua di raggiungere il Cielo restò per lui e per altri soltanto un desiderio, perché Iddio punì la loro presunzione e fra tutte le lingue generò confusione. Nembrot, è questo il nome del gigante, qui nell’Inferno di parole ne dice tante, ma adesso, povero lui, per dura penitenza, non riesce a dire più quel che davvero pensa.
A questo punto, nell’andar più in basso, vedo una cosa che mi lascia di sasso, Anteo in persona ci solleva con la mano e ci fa scendere giù di qualche piano.
Facciamo ancora altri quattro passi ed incontriamo avanti due nuovi colossi, Fialte e Anteo, che troppo furon pieni di sé, credevan d’essere loro in terra i re dei re.
Quaggiù fa freddo come fosse il Polo, c’è pure il ghiaccio e non vorrei far volo, ancora i pattini non li hanno progettati ed è un miracolo che non siamo scivolati.
76