Paradiso
l 'incontro con l'l 'amata beatrice occioli sparsi da angeli in schiera, danzan leggeri e dipingono l’aria, da un lieve vento son trasportati, se li vedeste rimarreste incantati.
B
Un velo candido dal capo le scende, foglie d’ulivo circondan la fronte, io resto immobile, son frastornato, quella è la donna che ho sempre amato.
Trainato è un carro da un gran Tritone, per metà aquila e per metà leone, e, sullo sfondo di un bel cielo azzurro, un roseo e morbido splendido cirro.
Mi giro di scatto in cerca d’aiuto, ma il mio Maestro si è dileguato, lui mi ha lasciato in questo momento, a missione compiuta è tornato nel Limbo.
Sembra l’inizio di un’alba serena, quando a spuntare il bel sole si allena, come una splendida processione, questo m’appare come visione.
“Guardami in faccia” ella mi dice “Guarda di fronte, sono Beatrice, come mai hai osato salire fin qua? Sai che questo è il luogo dell’eterna felicità?”
Dentro la rosea nube fiorita, spunta una donna di rosso vestita, un verde mantello lungo l’avvolge ed il mio sguardo a lei si rivolge.
La sua ironia mi era già nota, l’avevo più volte io ben conosciuta, con quel suo tono voleva dire: “Era il momento che ti degnassi a venire!”
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