Paradiso
il giudizio divino hi gente governa, sia re o imperatore, della giustizia fa il suo grande amore”, qui nel sesto cielo i giusti e i giudicanti formano questa frase con luci abbaglianti.
“C
Non bisogna mai stupirsi del Divino, per bontà lui può cambiare anche il destino: ed è questo di Traiano un esempio, che seppure non cristiano entrò nel regno.
Una M luminosa il volo prende, un’aquila diventa e mi sorprende, e, aprendo lentamente le grandi ali, mi dice che conosce tutti i miei mali.
Il giudizio, quello vero, giusto e sano, è soltanto, ora ho la prova, del Divino: “Non giudicare e non sarai tu giudicato, perdona sempre e ti sarà poi perdonato”.
Ha colto subito nella debole mia mente quel dubbio che la rode e la confonde: non mi sembra affatto giusto né coerente non trovar qui il saggio a Cristo antecedente.
Nel settimo cielo si trova chi è felice, è quello che al mondo qualcuno a volte dice, e lì stanno gli spiriti che tanto hanno pregato, percorrono una scala che sfiora l’infinito.
Ora non voglio certo far protesta, ma questa cosa qui mi frulla in testa: perché chi è stato retto e ben si è comportato deve pagare colpa che lui non si è cercato?
Nel cielo di Saturno una stella vien vicino, è la più risplendente, è un frate benedettino: il santo si presenta, si chiama Benedetto, mi narra la sua vita, lo ascolto con rispetto.
“Il Divino pensier vorresti tu capire? Tu sei meno di niente e mai puoi giudicare quel che da te è distante più di mille miglia: che assurda presunzione adesso qui ti piglia?” Hai presente quel momento deprimente, che un adulto ti riduce men di niente? Ecco, questo io provo qui ad un tratto, ora che l’aquila tutto ciò mi ha detto. Mente mia non può comprendere davvero, è impossibile esplorare il divino mistero, ma lo stesso mi è sembrato molto strano constatar che lì nel ciel c’era Traiano.
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