Paradiso
la candida rosa n corso di luce, come un torrente, sprizza scintille e tra i fiori discende: questi si adagiano e sembran rubini, i beati son fiori, scintille i cherubini.
U
Al posto di lei mi sorride un anziano, che nota il mio sguardo perduto lontano, in cerca di quel che avevo trovato, dopo tanti anni d’amor disperato.
La scena dinnanzi, è cosa grandiosa, quegli angeli e i fiori son candida rosa, nessuna parola può darvi l’idea, di quello che Dio immagina e crea.
“Tu cerchi Beatrice?” mi chiede il vegliardo “è su, puoi vederla se alzi il tuo sguardo, tra i tanti beati della candida rosa, lei sta, incoronata da un’aura luminosa”.
Come candida rosa, la milizia di Cristo, regala al mio sguardo, spettacolo mai visto: son petali bianchi quei posti occupati dai puri e lucenti spiriti beati.
“Beatrice, mi hai reso libero da schiavo, hai fatto di più di quanto meritavo, l’anima mia, che tu hai ripulita, sia ora tanto pura da esserti gradita”.
Ci son seggi vuoti in quel cerchio di luce, io resto perplesso, ma spiega Beatrice: “Son quelli in attesa di spiriti buoni che, ancora in Terra, elargiscono doni”.
“Dante” mi dice “non più ora io taccio e ti rivelo il motivo del tuo viaggio”, e, con quel potere che lì ha il pensiero, ora conosco finalmente il mistero.
Ancora una volta ammiro incantato, la candida rosa ed ogni beato; la mia distrazione, seppur motivata, mi reca dolore: Beatrice è sparita.
“Tornando giù nel mondo, a tutti fai sapere, quel che i tuoi occhi han potuto qui vedere: scrivi ogni cosa e ai posteri tramanda la tua esperienza, risposta a ogni domanda. Insegna agli uomini a guardare avanti e in alto, con la tua opera ciò può esser fatto”.
94