HANDMADE The Magazine of Watchmaking Excellence VOL.7

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CAPITOLO 3

PHILLIPS - BACS & RUSSO

SULLA CRESTA DELL’ONDA «IL BATTITORE DEVE SENTIRE LA PRESSIONE DEL MERCATO, DEI VENDITORI, DEGLI ACQUIRENTI E DELLA STAMPA MA ANCHE DELL’ORGOGLIO PERSONALE: SE NON SI PROVANO PIÙ QUESTE EMOZIONI È MEGLIO RITIRARSI.» AUREL BACS RACCONTA IL MONDO DELLE ASTE E DEL COLLEZIONISMO OROLOGIERO

Di Paolo Gobbi ALMENO UNA VOLTA nella sua vità, sarà probabolmente capitato ad ogni bravo collezionista, osservando la propria collezione di orologi, di valutare la possibilità di metterne qualcuno all’incanto? Alla stessa maniera, quanti di noi, magari sfogliando un catalogo d’asta trovato in orologeria oppure da un amico maniaco come noi delle lancette, almeno una volta avrà pensato: «questo lo avrei battuto volentieri.» In tutti e due i casi probabilmente non sarà avvenuta né la vendita né l’acquisto. Questo perché il mondo delle aste è considerato ancora oggi elitario, chiuso, gestito da una casta di ricchissimi venditori e da acquirenti ancora più facoltosi. La realtà è ben diversa. Parliamo di questo e di mercato collezionistico con Aurel Bacs, Senior Consultant della Casa d’aste Phillips in Association with Bacs & Russo, uno degli uomini più importanti e influenti nel mondo dell’orologeria da collezione.

Vendita e acquisto tra privati, con un commerciante e con una Casa d’asta. Sono tre modelli diversi. Pro e contro? «La prima regola da seguire è controllare chi è il venditore: ci sono persone serie come criminali o ignoranti, ciò che conta è la buona reputazione di chi vende. Per quanto riguarda le diverse alternative per la vendita, non c’è un’opzione più o meno valida: ognuna ha vantaggi e svantaggi. In merito alle Case d’asta, i clienti hanno a disposizione una squadra di esperti che svolgono tutti i controlli necessari presso la casa madre, di conseguenza se c’è un errore o un problema si riesce a scovare prima. Un altro beneficio riguarda la pubblicazione del catalogo prima dell’asta, in questo modo l’acquirente può studiare l’oggetto e discuterlo: tutto è pubblico. Parlando dei lati negativi dell’asta, c’è da tenere in conto che il cliente deve difendersi contro altri collezionisti, questo per qualcuno è incoraggiante in quanto c’è il sostegno da parte del mercato. Altri pensano che le commissioni non valgano la spesa, tuttavia bisogna considerare la plus valenza data da un’asta pubblica dove c’è un catalogo, sono state fatte ricerche e infine c’è la benedizione

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del mercato e degli specialisti. Per l’acquisto dal commerciante non si paga la commissione ma al contrario non c’è il sostegno della comunità perché l’orologio non viene discusso, anzi nessuno deve sapere quanto è stato pagato. È chiaro che ci sono commercianti seri che fanno ricerche, hanno i certificati e le garanzie. Un altro lato interessante è che il compratore non deve difendersi dagli altri potenziali acquirenti come invece accade durante l’asta: bisogna solo pagarlo e portarlo a casa. Tuttavia il contatto diretto e non scritto con il commerciante può essere anche uno svantaggio nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto. La trattativa da privato a privato è la combinazione più affascinante anche se pericolosa: non è chiamato in causa alcun professionista, non esistono cataloghi o testimoni e tutto ciò che succede rimane a parole e nel privato, nel bene e nel male. Inoltre ho visto persone vendere segnatempo pasticciati in buona fede perché non lo sapevano. L’aspetto positivo è che la contrattazione è molto competitiva, in quanto nessuno deve pagare affitti e stipendi ai collaboratori. Insomma, ognuno dei tre modelli di vendita ha grandi vantaggi e svantaggi ma alla fine si compra la persona e non l’oggetto.» Il mercato del collezionismo sta cambiando. Prima si parlava solo di orologi vintage adesso invece sono entrati con prepotenza anche i contemporanei, scambiati a prezzi altissimi. Le risulta questa tendenza? «Sì e questo riguarda sia i grandi nomi internazionali che quelli meno conosciuti. Abbiamo a che fare con una nuova generazione che si affaccia ora al mercato. Vedo questo andamento nell’arte e nelle auto da collezione: i giovani adorano il fascino dell’oggetto esclusivo, prestigioso ma non vogliono i problemi che ne derivano. È un’altra generazione abituata alle comodità, che non ha conosciuto lo charme del classico. Tuttavia chi si interessa dell’orologio moderno esclusivo si occupa anche del pezzo d’epoca e viceversa, in quanto le due cose non si escludono.»


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