L’ETÀ DI AUGUSTO
Affresco con paesaggio idillico da Pompei. Napoli, Museo Archeologico Nazionale.
PROFILO STORICO
3. Orazio
Neppure ora, tuttavia, Orazio intende affidarsi in modo esclusivo a uno specifico indirizzo dottrinale, e lo dichiara immediatamente (I, 1, 13-15): «Non mi domandare chi è il maestro, sotto quale tetto mi sono rifugiato: non mi impegnai a giurare per un credo, e così mi ritrovo, ovunque il tempo mi porti, un ospite» (hospes temporaneo, e non affiliato permanente di una setta filosofica). La ricerca oraziana della saggezza, personale ed empirica, continua così ad ancorarsi ai princìpi già enunciati nelle opere precedenti (autárkeia, virtù come giusto mezzo, autonomia intellettuale, equilibrio dello spirito). Elogio della campagna La satira si era sviluppata fin dall’età di Lucilio come un genere profondamente legato all’osservazione dei costumi e ai ritmi della vita urbana; nelle Epistole oraziane lo scenario privilegiato è invece quello agreste della villa sabina. Il motivo del contrasto città/campagna si era già annunciato con forza nella satira sesta del II libro [ T7], ma ora assume un nuovo e decisivo rilievo: «la vita rustica con le sue gioie realizza l’ideale etico comune allo stoicismo, specialmente a quello influenzato dai cinici, ed all’epicureismo, la vita secondo natura» (La Penna). Inquietudine e malinconia Il proposito oraziano di cambiare vita è destinato tuttavia a scontrarsi con l’essenza profonda di uno spirito malinconico e inquieto. Tre epistole in particolare toccano questo tema. Nella prima, indirizzata a Tibullo (I, 4 [ T22]), Orazio offre all’amico i conforti della saggezza epicurea (vv. 11-14, una variazione sul motivo del carpe diem), cercando di distoglierlo da un morboso stato di prostrazione interiore. Nelle altre due (I, 8 [ T23] e I, 11) Orazio stesso si confessa vittima di un funesto torpore, una sorta di spleen o di insoddisfazione che lo costringe a peregrinare perpetuamente da un luogo all’altro alla ricerca di un ubi consistam che in realtà non è possibile trovare fuori di sé.
Guida allo studio
1.
Sermones è il (probabile) titolo delle Satire di Orazio: che cosa significa letteralmente il termine sermo? Chi lo aveva già usato prima di Orazio per definire la propria poesia? 2. Confronta la poesia satirica di Orazio con quella di Lucilio, mettendo in evidenza gli elementi di continuità e i motivi di contrasto fra i due poeti. In particolare, esponi e commenta le critiche rivolte da Orazio alla poesia di Lucilio. 3. I libri delle Satire di Orazio sono due: ricordi quando vengono pubblicati? Quali mutamenti si registrano nel secondo libro rispetto al precedente?
4. Indica il protagonista, i temi principali e il destinatario delle Satire. 5. Le satire oraziane possono essere suddivise in due tipologie diverse: indica quali e descrivile. 6. Illustra i principi filosofici su cui si fonda tutta la poesia oraziana: a quali scuole di pensiero si richiamano? Qual è, in generale, il rapporto fra il poeta latino e le dottrine filosofiche del mondo ellenico? 7. Definisci lo stile dei Sermones oraziani. 8. Anche le Epistole rientrano nell’ambito dei sermones: che cosa distingue dunque il primo libro delle Epistole dai due precedenti libri delle Satire?
182 © Casa Editrice G. Principato