L’ETÀ DI AUGUSTO
3. Orazio
Simplici myrto nihil adlabores sedulus curo: neque te ministrum dedecet myrtus neque me sub arta vite bibentem.
PERCORSO ANTOLOGICO
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la «rosa tardiva» suscita l’idea della rarità e della ricercatezza, ma nel contempo allude forse, nel suo languore lievemente malinconico, al motivo della fuga del tempo. Il genitivo locorum ha valore partitivo (lett. «in quale dei luoghi»); moretur è congiuntivo presente di moror, aˉri, deponente («indugiare», «attardarsi»). [5-8] Non voglio che tu, premuroso, ti affanni ad aggiungere altro al semplice mirto; il mirto non è sconveniente né a te che servi a tavola né a me che bevo sotto il folto pergolato. Simplici myrto: il mirto, arbusto assai comune nei giardini mediterranei, è detto «semplice» in contrapposizione ai fiori rari e preziosi; lo conferma la posizione forte del sintagma all’inizio della strofe, in simmetrica antitesi con Persicos... adparatus (v. 1). Ma l’espressione si può tradurre anche «al solo mirto», in quanto è l’unica pianta delle cui fronde il poeta
desidera incoronarsi; non è improbabile che i due significati siano compresenti. – nihil adlabores... curo = non curo quicquam adlabores. Il pronome nihil nega curo (lett. «non m’importa», «non ci tengo») ed è nel contempo oggetto di adlabores (ad + laborare), che regge il dativo Simplici myrto; un verbo molto probabilmente coniato da Orazio, che unisce l’azione di «aggiungere» (ad) con quella di «affaticarsi»; infatti nella traduzione italiana è necessario ricorrere a due verbi distinti, per non perdere l’uno o l’altro dei significati. – sedulus: «premuroso», «zelante», con una sottintesa sfumatura di eccesso («troppo premuroso»); aggettivo in funzione predicativa del soggetto sottinteso tu, che si può rendere anche con un avverbio («premurosamente»). – neque... bibentem: costruisci myrtus neque dedecet te ministrum neque me bibentem sub arta
Analizzare il testo 1.
Che cosa significa adlabores (v. 5)? Definisci a livello sintattico la proposizione di cui è il predicato, nonché la struttura dell’intero periodo. Cerca inoltre sul dizionario i significati dell’aggettivo simplex e traduci nei diversi modi possibili.
T 15
Aequa mens
vite. – neque... dedecet = et decet, litote, che intensifica il concetto anziché attenuarlo; dedecet, come il suo contrario decet («si addice», «è conveniente») regge l’accusativo della persona a cui conviene o sconviene qualcosa (te... me). – ministrum: sostantivo maschile singolare in caso accusativo, apposizione di te; equivale a ministrantem (da ministro, aˉ re, «servire a tavola»). In taluni casi, tuttavia, minister è usato nel significato più specifico di «coppiere» (cfr. Catullo 27): «a te che fungi da coppiere», «che mesci il vino». – arta: ablativo femminile singolare dell’aggettivo artus, a, um («stretto») che nel contesto dell’ode può avere due significati: «fitto», «folto», a indicare un luogo gradevolmente fresco e ombroso; oppure «angusto», «ristretto», un altro emblema di vita semplice. – vite: ablativo concordante con arta; un pergolato formato di tralci di vite.
2. Individua gli enjambement presenti in questi versi, e osserva se pongono in rilievo parole-chiave. 3. Nel testo dell’ode compaiono vari nomi di fiori e di piante: si può darne un’interpretazione sul piano simbolico? 4. Spiega in che senso e per quali aspetti l’ode I, 38 rappresenta una dichiarazione di poetica.
Carmina II, 3
232 © Casa Editrice G. Principato
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