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L’HOMO HABILIS Uno tra i numerosi gruppi di Austrolopitechi cominciò a utilizzare le mani per lavorare la pietra. Circa 2,8 milioni di anni fa nelle savane dell’Africa comparvero così gli habilis, i primi a cui venne dato il nome di Homo.
Aspetto fisico L’Homo habilis era robusto, sembrava un grosso gorilla. Era molto simile all’Australopiteco, ma era più evoluto e intelligente. Camminava stabilmente su due gambe e utilizzava le mani per afferrare bastoni, sassi, frutti. Era più audace dei suoi antenati e cominciava ad affrontare situazioni pericolose, invece di fuggire.
Come si nutriva Per cercare il cibo si spostava continuamente nella savana. Era dunque nomade. Le donne e gli individui più piccoli raccoglievano bacche, radici e frutti spontanei. Gli adulti andavano in cerca di uova, di insetti e di resti di animali abbandonati dagli animali predatori. L’Homo habilis era onnivoro.
Come si riparava L’habilis sceglieva i suoi rifugi in luoghi dove c’era l’acqua e dove era possibile trovare delle prede abbandonate dagli animali. Durante la notte si rifugiava sugli alberi per sfuggire ai predatori. Costruiva una specie di grande nido e usava le fronde per ripararsi dal freddo. Durante il giorno, però, scendeva a terra.
La vita in gruppo L’Homo habilis viveva in piccoli gruppi composti da poche famiglie. Comunicava con i gesti ed emetteva suoni articolati. Era un vocìo, che non era però ancora un vero linguaggio.
Che cosa sapeva fare Il nome ”habilis“, significa abile, capace di fare. L’Homo habilis era in grado di lavorare la pietra per costruire strumenti che gli erano utili per la caccia e la difesa. Per cercare radici aveva imparato a scavare il terreno con i bastoni.
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Chopper